Turismo: crescita a due cifre, ma De Guio esorta a fare di più
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Turismo: crescita a due cifre, ma De Guio esorta a fare di più
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI 8 Comuni l’Altopiano La voce degli www.giornalealtopiano.it ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” N. 311 - ANNO XI - EURO 1,50 I SAPORI DELLA TRADIZIONE 9 GENNAIO 2010 Turismo: crescita a due cifre, ma De Guio esorta a fare di più Dati incoraggianti su arrivi e presenze in Altopiano nel primo semestre del 2009 Pagina 3 SCIARE Torna Fiocchi di Luce Sicurezza sulle piste: i maestri del Verena danno l’esempio Asiago ripropone a febbraio il concorso pirotecnico ROANA Intervista a Mario Porto: “Ma quali brogli elettorali? E’ tutto regolare” Pagina 10 Pag. 9 Montagna Nadia Qualarsa: “Mi rimetto in corsa per le regionali” 30 milioni di euro dalla Regione Opere pubbliche: un ricco programma per il 2010 Pag. 3 Pagina 12 SPORT Gianesini, Fabris e Stefani verso le Olimpiadi Pag.12-13 3 Pagine Pag. 22-24 SCUOLA L’Istituto superiore di Asiago avrà l’indirizzo turistico Pag. 6 Grafica Altopiano GALLIO Personaggi Venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 febbraio: saranno queste le date della quarta edizione di “Asiago... Fiocchi di Luce”, il grande Concorso Piromusicale Internazionale della Città di Asiago che dal 2007 registra costantemente un grande successo di pubblico, grazie alle decine di migliaia di spettatori che vi assistono ogni anno. Nell’arco delle tre serate si esibiranno e si fronteggeranno – con fuochi d’artificio a tempo di musica – altrettante ditte pirotecniche leader nelle nazioni di riferimento: una spagnola, una italiana e una canadese. Quest’anno si ritorna alla formula originale del concorso, dopo che la passata edizione era stata dedicata alla celebrazione dei 100 anni di turismo ad Asiago e si era svolta in forma non competitiva. Al pubblico verrà consegnata una scheda per la votazione degli spettacoli. La prima serata di spettacolo si svolgerà all’aeroporto Romeo Sartori, con inizio alle ore 21. È prevista una fase di animazione fino alle 22, ora in cui si darà il via al lancio dei fuochi sulle note di musiche coinvolgenti e suggestive, da parte della ditta spagnola. La sera successiva, sabato 13 febbraio, la manifestazione si sposterà in località Bellocchio, poco distante dal centro cittadino, dove prima dello spetta- colo piromusicale si svolgeranno le esibizioni di salto con gli e di snowboard, la fiaccolata dei maestri di sci della Scuola Sci Asiago oltre alla Kopa Karukkola, tradizionale gara di sci in maschera. A seguire, lo spettacolo piromusicale della ditta italiana Parente Fireworks. La domenica sera si tornerà all’aeroporto per la grande serata finale con lo spettacolo piromusicale prodotto dalla ditta canadese in concorso. L’evento è organizzato dal Comune di Asiago e dalla Pro loco Asiago-Sasso, in collaborazione con la Regione Veneto e la Provincia di Vicenza. ROTZO Consegnate le borse di studio anche per la scuola primaria Pagina 13 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 2 Salviamo i sentieri, prosegue sul web la raccolta di firme “Come abitanti legati alle proprie origini o come foresti che frequentano l’Altopiano e si interessano alla sua storia secolare, chiediamo l’avvio di un vasto programma di ripristino, valorizzazione e messa in rete dei percorsi pedonali già esistenti, ma in gran parte abbandonati o non fruibili, perché non mappati e segnalati”. Inizia così il testo da sottoscrivere, che abbiamo proposto nel paginone centrale del nostro numero di Natale, per quella che potremo chiamare la campagna “Salviamo i sentieri”. A promuoverla, lo ricordiamo, sono cittadini e originari dell’Altopiano che hanno a cuore il futuro di questo territorio, riuniti nella “Libera Consulta 7C”. Per partecipare alla raccolta di firme basta collegasi al sito www.liberaconsulta7c.it e aggiungere il proprio nome agli oltre 270 che già ci sono. “La rete dei sentieri di cui parliamo – spiega il fondatore della Libera Consulta Andrea Cunico - è alternativa a quella motorizzata, ha elevata sostenibilità ambientale ed è finalizzata princi- palmente alla miglior fruizione dell’ambiente, del paesaggio, della storia. Dotarla di segnaletica e toponomastica significa fare dell’Altopiano un grande libro aperto. Sono percorsi facili, anulari, a partire dai centri, separati e protetti, che consentono di muoversi in libertà a tutti, diversamente abili, bambini, anziani, tra una località e l’altra”. Una salvaguardia di un patrimonio inestimabile che significherebbe anche dare una risposta adeguata e competitiva alle richieste del mercato turistico. Invitiamo dunque tutti a dare la propria adesione, un atto semplice, ma importante per valorizzare sempre più il nostro territorio. Una volta chiusa la raccolta di firme, cosa si farà? “La sottoscrizione è solo il primo passo. Siamo convinti che non sarà facile ottenere ciò che chiedia- mo, ma stiamo studiando una serie di altre iniziative che renderemo note al momento opportuno. Il nostro intento sarebbe quello di rivolgerci in modo particolare alla Comunità Montana come possibile ente attuatore di un progetto che coinvolge tutto l’Altopiano e che deve avere un unico disegno e un’unica regia”. Stefania Longhini Sapor d’acqua natìa Cresciuta tra l’austerità dell’Ortigara e lo sciacquio dell’Astico, è l’emblema della fede semplice fatta di giaculatorie, rosari e novene. Digiuni, messe feriali e pratiche di pietà intercalate da un misterioso latino dal sapore più maccheronico che ciceroniano. Donna di fede la nonna. Affezionata a quel Papa polacco – con il quale spartiva l’età – non cessò mai di tradurmi in gesti di umile ferialità la vertigine della sua anima. Fosse viva si sarebbe infuriata in questi giorni: con la legna tra le mani o la biancheria da lavare avrebbe difeso coi denti il suo Papa. Non sarà “La pace è finita. Andate a messa.” quello polacco, ma è pur sempre il Papa. E questo le sarebbe bastato. Perché era donna precisa: al prete, al sindaco e al farmacista andavano riservati gli ossequi tra le viuzze del paese. Le devo tutto a quella vecchia contadina: la fede, la vocazione, la dolcezza della mia vita. Serenità e spensieratezza, oltrechè il gaudio di un cristianesimo acceso di passione. Anche se in questi giorni mi piacerebbe spiegarle con riguardo che quel suo cristianesimo – invidiabile nella santità e nella coerenza – sta scemando. Storia bella, arricchente, profonda. A casa mia per anni abbiamo attinto a quella fede. Peccato che sui banchi delle teologie il cristianesimo della mia nonna sia deriso, umiliato, guardato con diffidenza. Studiato con la passione dell’antiquario: ma è stato pur sempre un capitolo (e che capitolo) di storia sacra. Di fede incarnata nella storia! Non le potevo chiedere: “Perché sei cristiana, nonna?”. Era una domanda stupida per lei: era cristiana e basta. Non conosceva l’ermeneutica biblica nè la teologia dogmatica. La transustanziazione era “arabismo” ma credeva nella consacrazione eucaristica: non li sapeva sinonimi! La nonna ritrae quel cristianesimo dell’abitudine, della consuetudine che oggi vediamo zoppicare. Perchè oggi sta germogliando il cristianesimo dell’innamoramento: stupore, scelta di campo, coerenza e sudore, caparbietà e sofferenza. Il cristianesimo della gioia. La lezione degli attacchi continui inferti alla Chiesa c’avverte ch’è finito il tempo degli scherzi, del sentimentalismo, di una vaga spiritualità pagana, del “sono cristiano ma in chiesa non vado”. Dei bans, degli slogan e di una certa forma di pastorale paganeggiante. Oggi il cristiano deve esporsi, battagliare, abitare l’arena moderna e accettare le sfide del popolo indifferente. Non farsi né intimidire né imbambolare! Rompere nella società fino a diventare dei cristiani creativi. Kurt Kobain, la rockstar dei Nirvana, era un genio. Con la musica interpretava il popolo, lo lanciava fino ad accenderlo, suscitava la speranza. Un genio! Sono arrivati soldi a palate, era corteggiato dalle donne che cadevano tutte ai suoi piedi come delle oche, case in abbondanza. Tanta fama e gloria. Kurt si dimenticò di essere uomo: si staccò dalle sue radici, non riusciva più ad essere creativo. Nell’ultima lettera scritta alla moglie Courtney Love, si sfogò: “Siamo diventati ripetitivi; non ce la faccio più”. Abbandonando le sue origini era diventato arido, aveva smarrito il genio. Nella stessa lettera diceva a Francio Bean, la sua piccola di due anni e nove mesi: “Non ricordare tuo papà solo per questo gesto”. E prima della firma scrisse: “Eppure lassù qualcuno ci ama”. Dio non è un personaggio comodo, chiede scelte difficili. D’altronde, ha traghettato trent’anni di silente nascondimento nell’anonimato prezioso di Nazareth, ha scolpito nell’anima la melodia di una profezia da realizzare, ha intuito che le acque del Giordano sono per lui l’inizio di un’avventura pubblica di cui tanto s’era bisbigliato. Ci meraviglia quel suo inseguire l’uomo sin nelle acque torbide del Giordano, quel correre in anticipo tra chi merita meno, quel suo darsi in pasto alle bocche meno gradevoli. Ancor oggi ci meraviglia l’amore. Peccato i cristiani non facciano più paura a nessuno. Don Marco Pozza 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano “Turisti in crescita, ma si può e si deve fare molto di più” 15,7 % di arrivi (cioè di turisti che arrivano) e un + 30 % di presenze (cioè di turisti che si fermano). “Il tutto senza che nel nostro territorio ci siano stati eventi di particolare richiamo” specifica De Guio. “Se guardiamo agli ultimi anni – continua il presidente – la crescita è stata costante, anche nella stagione invernale. Credo sia merito anche del lavoro di promozione mirato portato avanti dal nostro Consorzio, indirizzato a target ben precisi, con la proposta di pacchetti vacanza allettanti legati alla nostra cultura, alla nostra storia, ma soprattutto al nostro ambiente e alla pratica sportiva”. Soddisfazione particolare si è avuta a proposito nel vedere il progetto “Asiago Bike Resort” citato come esempio di turismo tematico per altre zone alla Borsa del Turismo Sportivo di Foligno. “Un progetto – ricorda De Guio – che sta diventando un fiore all’occhiello, ma per realizzare il quale abbiamo avuto non poche difficoltà a causa della scarsa collaborazione in loco di enti e privati”. Se notizie positive come queste non possono che dare soddisfazione, resta il fatto che l’Altopiano ha grossissimi margini di miglioramento e che c’è ancora molto da lavorare per creare una vera mentalità turistica. “Abbiamo molte cose che possiamo valorizzare e promuovere – concorda De Guio – ma ci vuole una maggiore coscienza tra gli operatori delle nostre potenzialità e sicuramente va sviluppata la sinergia tra pubblico e privato. Si deve collaborare attivamente e creare tavoli di confronto e progettazione. La promozione del territorio oggi è affidata al nostro Consorzio che la attua gra- 3 Trenta milioni di euro per la montagna veneta Domenico De Guio “Tutelare la montagna, chi ci vive e lavora e le sue istituzioni è un obiettivo per tutta la Regione: con questa iniziativa legislativa, di fatto una sorta di testo unico per il sistema montano, abbiamo voluto mettere in sinergia tutti i settori interessati, prevedendo risorse all’altezza della situazione: 30 milioni di euro in tre anni”. Lo ha detto il vicepresidente Franco Manzato, presentando giovedì 7 gennaio agli amministratori e alla stampa il disegno di legge “licenziato” dalla Giunta veneta nell’ultima seduta del 2009. “Abbiamo voluto mantenere un impegno assunto un anno fa – ha aggiunto Manzato – con una proposta aperta ai contributi di tutti e che affidiamo ormai alla prossima legislatura, della quale contiamo sia uno dei primi provvedimenti legislativi a diventare operativo”. “In questa occasione – ha fatto presente dal canto suo l’assessore Oscar De Bona – si può pensare di mettere a sistema anche tutte le altre iniziative e risorse finanziarie che possono interessare al territorio montano: da quelle per i Comuni di confine ai finanziamenti dell’accordo Dellai – Galan e quanti altri si renderanno disponibili, in modo che la dotazione finanziaria cerchi di imitare il più possibile quelle dei nostri vicini a statuto speciale”. Il disegno di legge della Giunta veneta si propone una serie di obiettivi specifici, finanziati in diverse percentuali, da un minimo del 30% ad un massimo dell’80%: dal recupero e promozione delle attività tipiche della montagna, allo sviluppo sostenibile e al ripristino edilizio, dal miglioramento idrogeologico al recupero delle professionalità e delle potenzialità delle risorse umane del territorio, fino al rafforzamento in forma innovativa, associata e sostenibile dei servizi pubblici essenziali per la collettività residente ed ospite, con particolare riguardo all’accesso alle prestazioni dei servizi sociosanitari, scolastici e ricreativi. “Abbiamo puntato a finanziare innanzitutto la sistemazione di beni esistenti prima che nuove strutture – ha sottolineato Manzato – privilegiando le aree più deboli e andando ad incidere nei principali settori di sviluppo dell’occupazione. Queste esigenze ci sono state manifestate dagli Enti locali montani, che patiscono svantaggi legati a sgomberi della neve, alla costosa gestione dei rifiuti, alla viabilità e ai trasporti. Uno sguardo particolare l’abbiamo rivolto ai giovani, perchè non abbandonino le montagne dove sono nati ma siano valorizzati nelle loro ambizioni per far crescere l’economia delle terre alte del Veneto attraverso una gestione intelligente delle forze produttive locali”. che da subito mi ha appassionata. A quel punto mi son rimboccata le maniche e ho cercato di dare il meglio di me stessa”. Un motto che ama spesso ripetere è: “L’importante non è fare ciò che piace, ma farsi piacere quello che si fa”. Così da ogni esperienza si traggono cose positive. Anche l’impegno come presidente dell’Istituto regionale ville venete è stato gratificante per lei. “Le ville venete sono un grande patrimonio culturale, artistico e turistico per tutto il Veneto – afferma Nadia Qualarsa - In questi quattro anni, grazie anche all’esperienza acquisita in Commissione turismo regionale, che mi ha dato una buona conoscenza del settore turistico nella nostra regione, siamo riusciti a risvegliare l’interesse attorno a questi gioielli, a risistemarli e promuoverli nel mondo, a farli diventare un I dati resi noti dall’Osservatorio regionale registrano, nel primo semestre del 2009, un + 15,7% di arrivi e un + 30% di presenze. La prima parte della stagione invernale non sarà andata benissimo (un calo, quantitativamente ancora da valutare, c’è sicuramente stato), ma dalla Conferenza regionale del turismo, la cui fase conclusiva si è tenuta lo scorso 9 dicembre a Piazzola sul Brenta, arrivano dati e notizie decisamente confortanti per l’Altopiano. “Il nostro territorio – dice il presidente del Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni Domenico De Guio, tra i tanti operatori turistici presenti – può vantare numeri, relativi agli arrivi e alle presenze, in netta crescita rispetto a tutto le altre località venete e all’Italia in generale”. Il periodo di riferimento è il primo semestre 2009 (i dati per il secondo semestre sono in elaborazione e verranno resi noti fra qualche giorno) nel quale, rispetto allo stesso arco temporale del 2008, secondo la Direzione Sistema statistico regionale, si registra sull’Altopiano un + www.giornalealtopiano.it zie all’apporto di 150 soci che investono tempo e denaro per un lavoro a favore di tutti. Se tutti si mettono insieme e partecipano, si può fare molto, ma molto di più. Dobbiamo anzitutto puntare ad allargare la nostra stagionalità turistica e fare in modo si possa lavorare con i turisti almeno per 10 mesi all’anno. Le iniziative possono essere innumerevoli e allettanti ma quelle sporadiche e dei singoli non servono a niente. Va superata la formula da Medioevo fin qui adottata e vanno portati avanti progetti condivisi con il coordinamento affidato ad un organismo competente e super partes”. Stefania Longhini “Mi rimetto in gioco” Nadia Qualarsa pronta per la corsa alle regionali (elezioni a marzo) E’ uno dei vip di casa ad Asiago e nel periodo natalizio l’abbiamo vista spesso passeggiare in centro, magari con le borse della spesa in mano. Per lei una settimana di vacanza all’insegna del pieno relax in quella che è la sua terra, l’Altopiano appunto. Nadia Qualarsa, originaria di Lusiana, oggi residente a Vicenza, sente forte il richiamo delle sue radici e appena può sale nel capoluogo dei Sette Comuni a godersi natura e amicizie. Negli ultimi anni il suo impegno come presidente dell’Istituto Regionale Ville Venete non le ha lasciato in realtà molto tempo libero e deduciamo che ne avrà poco anche nel prossimo futuro visto che ha deciso di rimettersi in corsa e avanzare la sua candidatura per tornare in consiglio regionale (è già stata consigliere, con incarichi importanti nell’ambito della cultura e del turismo, per due legislature dal 1995 al 2000). Le elezioni si terranno nel marzo prossimo e, com’è nel suo stile, non perde certo tempo: si è già buttata a capofitto nell’organizzazione della sua campagna elet- torale. L’obiettivo, certo non facile, è raggiungere le 13 mila preferenze necessarie per l’elezione: una grossa sfida che Nadia affronta con l’entusiasmo e la grinta che la caratterizzano. Passione e concretezza hanno sempre contraddistinto il suo operato, ma c’è un’altra sua dote importante, specie per chi fa politica di questi tempi: l’onestà. Nadia ne ha fatto la sua bandiera, il suo primo biglietto da visita. “Non faccio promesse – dice – l’unica cosa che posso promettere è di impegnarmi fino in fondo per la mia gente”. Un impegno basato sull’onestà appunto o meglio “L’onestà come impegno” come recita il suo slogan elettorale. “In questi mesi che precedono le elezioni – dice, un po’ sognando a voce alta – mi piacerebbe poter incontrare tutte le persone, le famiglie dei 121 comuni del vicentino, presentarmi personalmente, raccontare chi sono, farmi raccontare le loro storie, sapere attraverso loro di cosa davvero ha bisogno la nostra provincia”. Sul rapporto umano, quello di- retto, schietto e sincero, senza ipocrisia, Nadia crede profondamente. Ben lo sanno quelli che la conoscono, che con lei hanno legami, che con lei hanno avuto modo di lavorare e di confrontarsi. E’ una donna, mamma e nonna, è stata un’insegnante. Vivendo pienamente tutti questi ruoli ha saputo trarre quegli insegnamenti necessari a tradurre nel concreto tante idee, per soddisfare le richieste che le arrivavano dagli amministratori e dai singoli cittadini. In politica è entrata un po’ inconsciamente, si può dire per puro caso: “Non mi era mai passato per la testa di candidarmi, neanche alle amministrative e seguivo pure poco la vita politica, sia a livello locale che nazionale. Mi son messa in lista per le regionali nel 1995 solo per far piacere ad un amico e mi son trovata subito eletta, catapultata, con mia grande meraviglia, in un mondo tutto nuovo per me, ma vero volano per l’economia e il turismo della nostra regione”. E’ soddisfatta del suo operato ed è felice di avere avuto queste opportunità. “Tutto ciò che ho fatto finora mi ha permesso di conoscere tantissime persone, di fare molte esperienze che mi hanno lasciato un inestimabile arricchimento interiore”. Lei ha dato tanto ed è pronta ancora a dare, ad essere un punto di riferimento per l’Altopiano e per tutto il vicentino nel piccolo parlamento veneto. Stefania Longhini 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano Futuro incerto per il Caffè Roma Non è la prima volta che il locale simbolo del centro di Asiago, la cui vita non sempre è stata facile, conosce momenti di stasi Sono in molti a provare una sensazione di tristezza nel vedere le saracinesche abbassate, già da qualche mese, al Caffè Roma, centralissimo e storico locale di Asiago. Se ne stupiscono i residenti, tra i quali c’è anche chi ipotizza un futuro diverso per i locali al piano terra del prestigioso palazzo, se ne rammaricano tanti turisti affezionati, chiedendosi come sia possibile che, almeno durante il periodo delle festività natalizie, non si sia provveduto a riaprire il bar. Nessun cartello apposto per dare spiegazioni o ipotizzare una chiusura temporanea, magari in vista di una riapertura dopo un rinnovo del locale. Perché se è vero che appare illogico, in particolare durante un periodo stagionale, che rimanga chiuso quello che è considerato il locale simbolo del centro, punto di ritrovo nelle varie ore del giorno di residenti e turisti, altrettanto vero è che il decadimento che lo ha coinvolto con l’andare degli anni era giunto a uno stato tale per cui una ristrutturazione appariva ormai non più www.giornalealtopiano.it Lucio Frigo è il nuovo presidente dell’Anaci Nel consiglio dell’Associazione Amministratori Condominiali e Immobiliari eletta anche l’asiaghese Cristiana Stella rinviabile. Il Caffè Roma, aperto nei primi anni ’20, ha conosciuto in passato altri momenti di stasi, ad esempio negli anni ’70, anche se in pochi se lo ricordano, è stato chiuso per un lungo periodo. Allo stato attuale nulla ci è dato sapere sul futuro del locale, se non che ci vorrà del tempo per avere notizie certe in merito. Tra coloro che commentano dispiaciuti la chiusura dello storico bar, c’è chi auspica anche che, nel caso venisse prevista una diversa destinazione, ci possa essere l’intervento dell’amministrazione comunale per tutelare quello che è considerato un bene storico per il paese. Sentito in merito, Roberto Rigoni, assessore al turismo del Comune di Asiago, ha così commentato “Il Comune non può intervenire sulle questioni privatistiche , anche se la chiusura del Caffè Roma, che consideriamo un’importante vetrina per l’immagine del paese stesso, non può che rammaricarci. Ci auguriamo comunque che questa chiusura possa portare alla sistemazione e al rilancio del bar in tempi brevi, in modo da farlo tornare presto ad essere uno dei principali punti di aggregazione sia per i residenti che per i turisti, con il decoro che si merita”. Silvana Bortoli Lucio Frigo, di Canove, titolare dell’agenzia Servizi Immobiliari di Asiago, è il nuovo presidente dell’ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari) di Vicenza. Un incarico importante affidatogli a grande maggioranza nelle ultime elezioni del consiglio, avvenute lo scorso 1 dicembre, anche in virtù dell’impegno profuso precedentemente come vice presidente. Del direttivo è entrata a far parte, come consigliere, anche l’asiaghese Cristiana Stella. Il nuovo consiglio, nel quale le quote rosa sono ben rappresentate, con ben 5 donne su nove membri, rimarrà in carica per cinque anni. La sezione di Vicenza dell’ANACI conta circa un centinaio di iscritti, 16 dei quali operano in Altopiano (10 mila unità immobiliari solo ad Asiago). Scopo principale dell’associazione è quello di promuovere attività ed iniziative di carattere formativo e informativo per qualificare sempre di più il servizio offerto dagli amministratori condominiali. “Nelle riunioni mensili – spiega Frigo – si affrontano insieme le varie problematiche, soprattutto di carattere legale e fiscale che quotidianamente si presentano ai nostri soci e si cercano le soluzioni migliori. Ai nostri clienti offriamo serietà, professionalità e uniformità di tariffe e prestazioni”. Gli iscritti all’associazione devono sottostare, nell’esercizio della propria professione, norme deontologiche ben precise e questo indubbiamente costituisce una buona garanzia per i proprietari o affittuari di appartamenti. Insieme tutti i nuovi eletti, Lucio Frigo è pronto a l a v o r a re s o d o p e r f a r c rescere sempre di più l’ANACI vicentina. Oltre 2000 giovani allo stadio per la bella festa di Capodanno Molto apprezzato dai più giovani, e soprattutto dai loro genitori, il servizio di bus navetta. Una festa, a detta di chi c’è stato, veramente ben riuscita. Stiamo parlando di “Tutto in una notte” evento dei Capodanno al pala ghiaccio di Asiago. Oltre 2000 (meno rispetto allo scorso anno), i giovani, provenienti dall’Altopiano, dalla pedemontana, ma anche da fuori provincia (Padova, Verona, Venezia) che hanno aderito a questa proposta. Una serata improntata sul divertimento ma anche sulla sicurezza tanto che sono stati organizzati sia dei pullman che collegavano il palaghiaccio con Bassano, Thiene e Schio sia dei bus navetta che facevano la spola Tresché Conca - Asiago - Gallio. Collegamenti che sono stati utilizzati da circa un migliaio di ragazzi per raggiungere la festa allo stadio del ghiaccio. “Una novità introdotta quest’anno – dicono gli organiz- 4 zatori della Due Punti Eventi - che ha avuto molto successo e ha permesso a tanti genitori di stare più tranquilli. Tutti gli animatori della serata sono stati molto coinvolgenti. Il gruppo proveniente da Ibiza ha rappresentato in particolare una entusiasmante sorpresa”. Tutto è filato liscio. Due soli gli interventi della Croce Rossa: uno per eccesso d’alcool e l’altro per un episodio di panico. «Che non ci sono stati problemi di alcun tipo è il miglior biglietto di visita per questa manifestazione e spiega perché è apprezzata sia dai giovani sia dai loro genitori - commenta l’asses- sore al Turismo di Asiago Roberto Rigoni - con questa festa abbiamo voluto proseguire nel lanciare un messaggio che da tempo la nostra amministrazione sta cercando di diffondere tra i ragazzi, ovvero che ci si può divertire senza cercare lo sballo, che ci si può divertire in piena sicurezza». La bevanda Wine Zero, vino dealcolizzato non è stata molto richiesta, ma chi l’ha assaggiata ha dimostrato di apprezzarla. Molto frequentato il servizio bar offerto dai barman del Cocktail Bar Zoo Ibiza Puerto. La serata è iniziata con un po’ di ritardo rispetto al programma con i ragazzi che hanno raggiunto lo stadio verso le 22. Ragazzi subito coinvolti dal concerto live della QuoteRosa Rock Band e poi trascinati nella festa più coinvolgente dai dj Cabio, Pierre Luis, Daniels e Gredy che si sono alternati al consolle per tuta la notte. Per tutta la notte è perdurata l’atmosfera ibizana favorita anche dall’impianto di riscaldamento che ha mantenuto una temperatura quasi estiva. A rendere bollente la notte poi ci hanno pensato i performers dell’EX3MA arrivati dall’isola iberica. «Un plauso va all’organizzazione e alla sicurezza che hanno garantito una serata piacevole per tutti - conclude Rigoni - nella dimostrazione che eventi di questo genere bisogna affidarli a professionisti. Sono molto contento che le iniziative come i bus e la bevanda analcolica abbiano avuto successo dimostrazione che i ragazzi sono recettivi a questi messaggi, forse più di quanto si possa pensare». l’Altopiano sabato 9 gennaio 2010 L’Altopiano srl - Società unipersonale Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi) Redazione: Via Monte Sisemol ,9 - 36012 Asiago (Vi) Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli In redazione: Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado, Giovanni Dalle Fusine ,Cesare Pivotto, Giulia Panozzo, Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni, Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese Hanno collaborato: don Marco Pozza, Claudio Savelli, Virginia Gianello, Aurora Carli, Serena Baù, Stefano Rigoni, Renato Angonese, Stefania Carli, Andrea Finco, Morena Turetta, Amerigo Baù, la classe 3^ I di Mezzaselva Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione: Davide Degiampietro Foto: Foto Bergamaschi Archivio Giornale -Grafica Altopiano Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 5 Il forte Interrotto prima e dopo la cura ATTUALITA’ E’ solo alzando gli occhi che noti qualcosa di diverso: la gru che da anni incombeva sull’edificio e sull’altura è stata rimossa, a chiusura del secondo stralcio di lavori. Di questa seconda fase si è occupata direttamente la Comunità montana, il primo stralcio aveva invece avuto la sovrintendenza del Comune di Asiago. L’intervento (ampiamente documentato dalle immagini), mostra l’entità dei lavori strutturali sui muri, sul tetto, nella piazza d’armi e nelle stanze che si aprono al suo interno, dove è stata rifatta anche la pavimentazione, in cemento e in pietra esattamente Chiuso il secondo stralcio di lavori, la struttura è pronta per l’inaugurazione per la quale si attenderà la bella stagione. Meta ideale per uscite a piedi, in mtb e con le ciaspole d’inverno come prima. Ora che il forte Interrotto è stato totalmente messo in sicurezza e recuperato in tutte le sue parti, è pronto per l’inaugurazione, che avrà luogo però la prossima estate. Qui sta infatti il limite (voluto!) dell’intervento: la possibilità di utilizzo solo durante la buona stagione, poiché la strada d’inverno non è transitabile e non vi è impianto di riscaldamento. E’ stato invece istallato un gruppo elettrogeno per l’illuminazione di eventi e concerti, oltre ad un contenitore per l’acqua (esistente peraltro anche in passato per le necessità delle truppe). In attesa di poter- vi accedere (è ancora transennato per motivi di sicurezza), per ora ci si può godere la vista degli esterni del forte, che risanato e ripulito, ha ancor più l’aria di un’antica rocca. In realtà, la costruzione è della seconda metà del secolo scorso, quale caserma difensiva del monte Interrotto e solo successivamente utilizzato come fortificazione, armandolo di due cannoni da 120 mm. e di due da 75 B, con affusto. La ristrutturazione, fa parte del progetto speciale di tutela del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale, appositamente costituito in seno al Ministero dei beni culturali con la legge 78/ 2001, che ha consentito di risanare a scopo turisticoculturale-ambientale molti edifici, fra cui Forte Campolongo, alcuni cimiteri di guerra, trincee, Monte Zebio, etc. Come tutti i luoghi segnati dalla storia, è una meta ricca di fascino che, data la posizione strategica, consente di proseguire verso Mosciagh, Galmarara, Zingarella e tutte le zone collegate ad anello attorno ai 2000 mt.: Portule, Ortigara, Cima 11 e 12, ed è la destinazione ideale per uscite a piedi, in mtb e con le ciaspole d’inverno. Beppa Rigoni Scit UN VIAGGIO VERSO L’IGNOTO: IN PARTENZA PER BERLINO! 12 dicembre 2009. 5.30 del mattino. I candidi fiocchi di neve hanno smesso di lottare contro un terreno troppo caldo per riuscire a sopravvivere. Stava iniziando una giornata come le altre sull’Altopiano di Asiago, ma per noi, 80 ragazzi, quello sarebbe stato un giorno memorabile... ... Ecco i due pullman tanto attesi: sostano nel piazzale antistante il Palazzetto del Ghiaccio di Asiago! Saliamo freneticamente. Un viaggio. Destinazione: Dresda. Quasi 12 ore di pullman, soste comprese, ma nessuno si lamenta. Siamo tutti felici di abbandonare la scuola e il lavoro. C’è chi gioca a dama, chi a carte, chi corrompe l’autista per mettere in piedi in venti secondi una mini-discoteca, chi dorme, chi chiacchiera, chi canta. Dodici ore passano in fretta. In realtà, la vera destinazione è Berlino. Il ventennale della caduta del muro che per 28 anni ha diviso l’Europa. Non sapevamo cosa significasse questa frase, non ce ne rendevamo conto ed è proprio questo che ha spinto Roberto Rigoni, vicesindaco del comune di Asiago, e Franco Sella, as- sessore allo sport, ad organizzare il viaggio. Un viaggio culturale, un viaggio che voleva far capire come un muro alto pochi metri possa dividere due mondi completamente diversi. ...Il primo giorno, ci soffermiamo a gustare le meraviglie di Dresda. Una guida locale, che parla la lingua italiana, ci spiega in modo molto semplice la storia di quella piccola cittadina in stile barocco che più volte è stata bombardata. Veniamo attratti, soprattutto, da quell’architettura tanto arzigogolata macchiata, però, dal nero del fumo. Ricordo il nostro stupore: non riuscivamo ad immaginarci la situazione perché non aveva- mo mai assistito ad una scena simile, perciò nella mente di ognuno sorgevano immagini differenti, immagini suggestive, immagini di un passato che non si cancellerà mai... ...Ce ne rendiamo conto solo quando i nostri occhi vedono Berlino Est. Ne rimaniamo delusi. Ci aspettavamo una grande città, qualcosa di nuovo, ci ritroviamo, invece, davanti enormi casermoni degli anni ’60, decori stereotipati, l’arte del regime sovietico. Una faccia della medaglia.A pochi metri, ad una distanza inferiore rispetto quella che tutti voi impiegate per andare a comprare il pane fresco la mattina, Berlino Ovest. Due mondi diversi, due storie diverse, due arti diverse, due mentalità diverse. È assurdo. Inimmaginabile. La storia non la conosciamo bene, quella raccontataci dai libri di scuola non rende sempre giustizia a ciò che è stato e ciò che è. Un muro, un muro che ora è colorato, un muro che divideva chiese, scuole, famiglie intere, un muro che la sera del 9 novembre del 1989 è crollato solo per una parola : “Immediately”. ...Mi soffermo di fronte ad un’immagine: una madre intenta a passare il proprio neonato al padre che aspettava oltre il muro, oltre il reticolato. Avrebbe vissuto meglio nella Berlino occiden- tale. Nei miei occhi solo la paura di non poter capire, di vivere a posteriori quegli istanti così lontani dalla mia vita e dal mio presente. I mercatini di Natale che ora pullulano in quella zona richiamano alla mente le nostre montagne. È bello sentire per un po’ aria di casa! Dopo tutte queste verità, arriva il momento di riunirsi in una Chiesa, dove il nostro caro Don Federico celebra la messa, una messa in ricordo di tutti coloro che in questi luoghi hanno perso la vita, ma una messa anche per noi, pellegrini per cinque giorni. Segue poi un concerto natalizio sulle note di Bach. È arrivata l’ora del ritorno. Un po’ di nostalgia pervade l’animo di tutti. Infondo, in questo viaggio non c’è stata solo l’attenzione per la storia del paese o per le sue meraviglie: abbiamo conosciuto nuovi amici, ci siamo divertiti tutti assieme, siamo tornati a casa con qualcosa di più, in noi stessi prima che nella nostra cultura. Voglio sfidare chiunque a non ricordare le infinite zuppe mangiate a metà, i piatti ancora mezzi pieni di cibo che il nostro palato rifiutava e le ore passate al McDonald’s per riempire un po’ il proprio stomaco che ormai non sapeva più come chiedere aiuto! La lingua, poi, è stata un grosso problema. L’accento tedesco faceva risultare incomprensibile anche il poco inglese nelle nostre competenze. Siamo riusciti, comunque, a cavarcela in un’altra nazione e per molti è stato il primo viaggio da soli all’estero. Ma non eravamo realmente soli, bensì tutti assieme, uniti davanti a quel muro che, se non posso dire sia parte di noi, è altresì un mattone imprescindibile della storia recente della nostra Europa! Stefania Carli 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 6 La Provincia riforma la scuola superiore vicentina ISTRUZIONE La Giunta Provinciale ha approvato il piano programmatico per la razionalizzazione degli istituti scolastici superiori del territorio vicentino. Due, in particolare, gli interventi in vista del nuovo anno scolastico 2010-2011: il dimensionamento della rete scolastica e dei punti di erogazione del servizio di istruzione e l’approvazione dell’offerta formativa in applicazione della riforma che, non ancora approvata, è attualmente all’esame delle Commissioni Parlamentari e del Consiglio di Stato. “L’obiettivo –spiega l’Assessore all’Istruzione Morena Martini proponente il piano- è di razionalizzare l’utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili, in modo da garantire una maggiore efficacia ed efficienza al sistema scolastico. Il piano è frutto della condivisione e del coinvolgimento di tutti i soggetti protagonisti del mondo della scuola che a vario titolo sono intervenuti alle riunioni organizzate dalla Provincia, per addivenire a una ottimale rispondenza dei contenuti della riforma con le esigenze Nuovo indirizzo per il turismo all’Istituto Superiore di Asiago espresse dal territorio.” Dirigenti Scolastici, Ufficio Scolastico Provinciale, Direzione Istruzione della Regione Veneto, Commissione Consiliare Provinciale, Sindaci e Assessori all’Istruzione dei Comuni vicentini, rappresentanti delle categorie economiche: tutti si sono fatti parte attiva per pianificare la presenza di istituzioni scolastiche e di indirizzi rispondenti da un lato all’esigenza di valorizzare le specificità che caratterizzano le singole Istituzioni scolastiche, dall’altro alla necessità di formare figure professionali richieste dal settore economico e produttivo. La novità che riguarda l’Altopiano è l’introduzione all’Istituto Superiore di Asiago dell’indirizzo turistico. Il provvedimento provinciale sarà ora trasmesso alla Regione Veneto per gli adempimenti di competenza, mentre rimane chiaro che l’attivazione dei nuovi indirizzi di studio è subordinata all’approvazione della riforma nazionale della scuola. Interventi di dimensionamento Due le proposte approvate quanto a dimensionamento scolastico: soppressione del- la Sede staccata in Marostica dell’ITCG “Einaudi” di Bassano del Grappa, viste le scarse iscrizioni degli ultimi anni; apertura in Vicenza della Sede Staccata (Indirizzo servizi alberghieri e ristorazione che confluisce nei Servizi per l’Enogastronomia e la ospitalità alberghiera”) dell’Istituto Professionale Alberghiero “P.Artusi” di Recoaro Terme; la Giunta Provinciale ha assegnato all’Artusi l’ulteriore in- Emergenza rabbia, attenti a non toccare le esche La campagna di vaccinazione orale delle volpi contro la rabbia attraverso la distribuzione, con voli aerei, di apposite esche contenenti vaccino antirabbico, della quale abbiamo dato notizia sul numero precedente del giornale, è iniziata. A breve seguirà lo spargimento manuale, nei luoghi dove non è possibile, per la conformazione del territorio o per le condizioni metereologiche, avvicinarsi con l’aereo o l’elicottero. Saranno distribuite almeno trenta esche per Km quadrato in una vasta zona individuata dalla Regione che comprende tutte le provincie di BL, TV, VI, e gran parte delle altre province. Le esche, che hanno la forma e la consistenza di un biscotto per cani, non vanno toccate per nessuna ragione. In tutte le campagne di vaccinazione effettuate nei diversi stati europei non sono mai stati segnalati particolari problemi a seguito di contatto con le esche, da parte della popolazione umana. Nel caso di accidentale contatto diretto con il vaccino, è necessario rivolgersi immediatamente al proprio medico che deciderà se provvedere al trattamento post esposizione. Ad ogni modo, come precauzione immediata, specialmente se il liquido della fialetta contenuta nell’ esca è venuto a contatto con le mucose, bisogna lavarsi accuratamente e a lungo con acqua e sapone. I proprietari dei cani e dei gatti devono evitare che i propri animali circolino liberi nelle aree interessate dalla vaccinazione. dirizzo “Tecnico per il turismo” a completamento e potenziamento dell’offerta scolastica locale. Nuovi indirizzi “Turismo”, “Trasporti e logistica” e “Liceo Artistico Audiovisivo, multimedia e scenografia” sono gli indirizzi di studio che maggiormente riscuotono l’interesse degli istituti vicentini, con sbocco su quel terzo settore che si valuta sia in grado di assorbire una buona fetta dei lavoratori di domani. In particolare, l’indirizzo “Turismo” viene proposto per l’Istituto Superiore di Asiago, il “Remondini” di Bassano del Grappa, il “Ceccato” di Thiene, il “Da Schio” di Vicenza e l’ “Artusi” di Recoaro. L’indirizzo “Trasporti e logistica” interessa l’istituto “Fermi” di Bassano del Grappa, “Chilesotti” di Thiene e “Rossi” di Vicenza. Il Liceo Artistico con indirizzo Finanziamenti per le scuole dell’Altopiano “Dobbiamo essere grati alla Regione per la continua attenzione dimostrata verso le nostre esigenze. In particolare i lavori per gli asili nido e scuole materne sono importanti essendo strutture fondamentali per le nostre famiglie”. E’ il commento di Giampaolo Rigoni, assessore ai Lavori Pubblici di Asiago, nell’apprendere l’elargizioni di fondi regionali a favore delle scuole asiaghesi. Prima con una delibera di giunta per la sistemazione di edifici scolastici, poi con un accordo firmato tra l’assessore regionale ai Lavori pubblici Massimo Giorgetti e la Provincia di Vicenza, proseguiranno dei lavori di sistemazione di alcuni plessi scolastici del capoluogo altopianese. In particolare, con l’accordo tra Regione e Provincia, sono stati stanziati 700 mila euro a favore dell’Ipsia Lobbia e 350 mila euro per l’Itiss Pertile, finanziamenti che coprono il 50% degli importi richiesti per lavori di riqualificazione e a favore della sicurezza. “E’ da tempo chela Regione è impegnata nel miglioramento e nel potenziamento dei plessi scolastici – commenta l’assessore Massimo Giorgetti - Crediamo che i ragazzi e i loro docenti debbano studiare in luoghi salubri, sicuri, attrezzati bene e, nonostante vantiamo uno dei migliori patrimonio di edili- Audiovisivo, multimedia e scenografia viene inserito nell’offerta del “De Fabris” di Bassano del Grappa, “Martini” di Schio, “Canova” di Vicenza e “Boscardin” di Vicenza. A proporre il Liceo delle Scienze Umane saranno nel prossimo anno scolastico il Liceo “Da Vinci” di Arzignano, l’Istituto “Masotto” di Noventa Vicentina e il “Trissino” di Valdagno. Mentre il liceo linguistico sarà aggiunto all’offerta formativa del Liceo “Da Ponte” di Bassano del Grappa. Passando agli indirizzi scientifici, “Informatica e telecomunicazioni” sono proposti dall’Istituto “Ceccato” di Montecchio Maggiore e dall’Istituto Superiore di Lonigo. Entrambi offrono anche un corso specifico su meccanica, meccatronica ed energia. Per finire, l’Istituto “Galilei” di Arzignano aggiunge al proprio piano di studi l’indirizzo “Amministrazione, finanza e marketing”. In forse rimane l’attivazione di un Liceo Musicale al “Pigafetta” di Vicenza, subordinata alla definizione del numero di licei musicali che potranno essere attivati in ambito regionale. zia scolastica del Paese, le scuole debbano rispondere alle esigenze di una didattica che si è rinnovata ed è oggi profondamente mutata rispetto al passato”. In più, con una delibera di Giunta, la Regione ha stanziato quasi 67 mila euro a favore della scuola materna S. Anna della frazione asiaghese del Sasso. Il finanziamento fa parte di un intervento regionale per l’ampliamento, completamento e sistemazione di edifici scolastici per le scuole materne. Nello specifico il finanziamento si divide in due tronconi: il primo a copertura di lavori per la realizzazione di una porta di sicurezza antipanico e di un nuovo accesso all’area gioco esterna per un costo totale di 13.530 euro. Il secondo invece va a coprire quasi per intero la spesa di 58.584 euro per il ripristino della copertura che verrà interamente sostituita. Gerardo Rigoni 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 7 Differenziare? Fatelo voi per me! RIFIUTI Pigrizia o menefreghismo? Per qualcuno risulta troppo faticoso buttare i propri rifiuti nelle apposite campane pagina cura di Silvana Bortoli Borse contenenti bottiglie di plastica vuote, scatole di cartone piene di quotidiani e riviste: in casa la differenzazione è stata fatta, e allora perché al momento di disfarsi dei rifiuti c’è ancora chi butta tutto nel cassonetto del non riciclabile? E’ più una questione di pigrizia o di menefreghismo? E che dire di coloro che abbandonano rifiuti dello stesso o di diverso tipo in uno scatolone, ai piedi delle campane? Sembrano proprio voler dire “Volete la differenziata? Fatevela!” oppure “Fin qua i rifiuti siamo riusciti a portarli, ma prenderli e buttarli all’interno delle campane è troppo faticoso!” Come hanno fatto quelli delle foto che pubblichiamo: una scatola contiene imballaggi e carta dei pacchi regalo dello scorso Natale, addirittura i bigliettini di auguri: sarebbe stato uno sforzo troppo grande prenderla e but- tarla nella apertura soprastante della campana della carta, eliminando ciò che non era carta? Quantomeno “originale” poi il contenuto di un altro scatolone, lasciato sempre nella stessa isola ecologica: bottiglie di plastica, uno strofinaccio, un sacchetto biodegradabile per l’umido con dentro anche lattine e plastica, e poi …. alcuni ceppi di legno! A parte per il legno (che forse si poteva dare a qualche vicino con la stufa o il caminetto!) per tutto il resto c’era la giusta collocazione, spostandosi di uno o due metri al massimo, fra una campana, un cassonetto e un bidoncino. Ci chiediamo poi come mai non siano state attuate anche nel periodo delle feste natalizie delle campagne informative per i turisti per diffondere le nuove regole della differenziata entrata in vigore lo scorso maggio. Ripeterle e ricordarle è sempre utile, anche per i residenti, tra i quali c’è ancora chi, non vedendo ad oggi sostituiti i cassonetti consueti con quelli ad apertura controllata, si sente ancora legittimato a buttare via tutto insieme “tanto la differenziata non è ancora iniziata!” . A quando l’eco- centro? Dal 1° gennaio 2010 negli ecocentri di Etra è partita la raccolta dei piccoli elettrodomestici, che sono il 2,5% dei rifiuti prodotti. Il loro nome tecnico è RAEE, sigla che sta per Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, comprendono una quantità di oggetti vastissima, che tutti abbiamo in casa in grande quantità, e che possono contenere sostanze altamente nocive come cfc, cadmio, piombo, mercurio e cromo esavalente. Venendo conferite all’ecocentro, le diverse categorie di elettrodomestici vengono avviate ad appositi impianti, per essere riciclate attraverso processi finalizzati al recupero di tutte le componenti riutilizzabili. Un passo avanti importante, nell’ambito del riciclaggio e della salvaguardia dell’ambiente, anche in considerazione del fatto che questo tipo di rifiuti si sta moltiplicando molto velocemente. Peccato che sull’Altopiano l’ecocentro … non c’è! E quindi, per un corretto smaltimento dei piccoli elettrodomestici, la procedura da fare è quella di prenotare il ritiro a casa, nell’ambito del servizio ingombranti, gratuito per un numero fisso di colli l’anno. La notizia ci dà lo spunto per chiedere, ancora una volta (come già fatto nel rilevare gli abbandoni selvaggi di elettrodomestici, divani, materassi, mobili, pneumatici e altri materiali, oltreché i lunghi tempi d’attesa per il ritiro a domicilio) “A quando l’eco – centro?” Il rispetto per l’ambiente può iniziare dal pannolino Lo scorso novembre, in concomitanza con la settimana europea per la riduzione dei rifiuti, l’Associazione Maternità EcoNaturale, nata dalla collaborazione di un gruppo di mamme sensibili ai problemi dell’ambiente che promuovono un approccio più semplice e naturale alla maternità, ha organizzato una serata ad Asiago sul tema dei pannolini lavabili, con il semplice intento di fornire informazioni dettagliate sull’uso coretto degli stessi. Nonostante l’appuntamento fosse stato ampiamente divulgato, a presentarsi sono state meno di dieci persone. Un numero che fa riflettere, soprattutto se si valutano altri numeri: quelli relativi alla quantità di risorse impiegate per produrre gli usa e getta e quelli attinenti all’enormità di rifiuti in cui si trasformano una volta usati e, appunto, gettati nelle immondizie. Solo in Italia ogni giorno se ne consumano 6 milioni e mezzo: un impatto ambientale, quello di questa montagna di pannolini, che è a dir poco disastroso: per la sola produzione vengono consumati 12.500 tonnellate di plastica, 225.000 tonnellate di polpa di legno, 2,15 miliardi di litri di petrolio, 6 miliardi di litri d’acqua e migliaia di MW di energia. Una volta gettati nella spaz- I lavabili di stoffa non inquinano, non provocano allergie e dermatiti e sono molto più convenienti degli usa e getta. Anziché gettarli nei rifiuti, si mettono in lavatrice. zatura per essere degradati in discarica richiedono centinaia di anni, se invece vengono bruciati nell’inceneritore contribuiscono alla produzione di diossina. Il primo pensiero che viene in mente sentendo parlare di pannolini lavabili è quello di un ritorno al passato, alla schiavitù dei lavori domestici, quando i ciripà richiedevano tanto tempo e tanto lavoro, come raccontano mamme e nonne, che hanno vissuto l’arrivo degli usa e getta come una grande conquista. Ma i tempi sono cambiati, oggi a lavare è la lavatrice e i moderni pannolini sono molto più funzionali e facili da gestire, anche per le mamme che lavorano. Ma oltre alla sensibilità ecologica, sono al- tre le motivazioni importanti che possono spingere all’uso dei lavabili: la salute dei bambini e il risparmio economico, visto che i componenti chimici utilizzati per rendere gli usa e getta assorbenti danneggiano la pelle provocando fastidiose irritazioni e dermatiti, e perfino la crescita dell’infertilità maschile viene fatta risalire all’aumento di temperatura causata dal pannolino, mentre se si guarda al costo di uno e dell’altro, nei tre anni in media in cui si usano i pannolini la spesa per gli usa e getta va dai 1500 ai 2200 euro, contro i 230 /600 euro dei lavabili, che, il cui costo si azzera se utilizzati in seguito per altri bambini. Un’esperienza concreta per quanto riguarda l’uso dei moderni ciripà è quella di cui ci riferisce Paola Strazzabosco di Asiago, che fa parte dell’Associazione Maternità EcoNaturale. “Personalmente sono molto contenta della mia esperienza, ho usato con soddisfazione i lavabili per mia figlia, nella consapevolezza di aver fatto una scelta buona e salutare. Ogni pannolino che viene gettato nella spazzatura, sia che finisca in discarica che nell’aria emessa dall’inceneritore, viene gettato nel futuro dei nostri figli: una delle prime cose che mi ha spinto all’uso dei lavabili è stato il leggere che per smaltire un pannolino ci possono volere fino a 500 anni! Quando è nata mia figlia, per acquistare i lavabili ho dovuto farlo all’estero, tramite internet, ma nel giro di tre anni le cose sono molto cambiate, l’uso comincia a diffondersi e online se ne trovano di tantissimi modelli, semplici ed economici. Anche nella nostra provincia si possono acquistare, in alcuni negozi di alimentazione biologica o di articoli per bambini. Chi volesse capire meglio, chiedere qualsiasi informazione, o anche avere in prestito dei pannolini lavabili da prova- re, mi può tranquillamente contattare, sarò felice di spiegare e mostrare come si usano; ci tengo a dire che non vendo nulla, dietro alla mia disponibilità non c’è alcun interesse, se non quello di promuovere uno stile di vita più naturale e sottolineare come ogni nostra piccola azione quotidiana ha delle ripercussioni importanti sull’ambiente. L’invito che faccio alle mamme e future mamme è quello di provare l’uso di questi pannolini, si può iniziare con pochi da alternare a quelli usa e getta, e magari non subito, quando già ci sono tante nuove cose da imparare e fare. Lo scoglio più grosso, che spaventa maggiormente è quello della cacca, ma esistono anche dei velini di fogli di cellulosa biodegradabili, che si possono buttare. I pannolini sporchi si accumulano in un secchio e si lavano anche con il resto della biancheria, basterà seguire alcuni accorgimenti, anche per farli durare di più. I lavabili non sono un problema neppure all’asilo o quando il bambino viene affidato ai nonni o ad altri: basta preparare il cambio, come si fa con gli usa e getta, mentre gli sporchi possono essere messi in apposite borse da riportare poi a casa. Ogni mamma, ogni famiglia, può trovare la soluzione migliore, secondo le proprie esigenze. Chi desidera mettersi in contatto con me per saperne di più mi può telefonare al n 347 4346128” 8 l’Altopiano Sabato 9 gennaio 2010 ASIAGO Anche quest’anno Avis Altopiano, oltre alle attività statutarie del proprio programma associativo, ripropone una scommessa educativa alternativa a favore dei giovani dagli 11 ai 18 anni del nostro territorio per ridurre gli stati di marginalità, disagio, solitudine. Negli ultimi anni i progetti fi- www.giornalealtopiano.it 8 Progetto “Pronti…via! Per il Patronato”: il contributo di Avis Altopiano nanziati dal Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Vicenza hanno coinvolto gli Istituti Scolastici Inferiori e Superiori, con ottimi risultati in termini di soddisfazione dei ragazzi e delle Isti- tuzioni interessate (proposte che hanno contribuito anche ad incrementare le iscrizioni di giovani donatori). Nel 2010 Avis rilancia la scommessa sostenendo il Patronato di Asiago e il rin- Le montagne non sono le nostre, ma lo slogan è sincero! Rifacendosi alla recente polemica che ha riguardato la sponsorizzazione della candidatura di Cortina ai Mondiali di sci 2015, dove invece della Tofana e del Cristallo l’agenzia pubblicitaria cui e’ stata affidata la campagna ha usato per errore nel manifesto le crode che circondano Madonna di Campiglio, un lettore ci ha inviato la foto che pubblichiamo: nel cartellone della Scuola Sci Kaberlaba le montagne dello sfondo non sono certamente le nostre, quelle guglie rocciose da noi non ci sono proprio. Il lettore, segnalandocelo, precisa che la sua intenzione non è assolutamente quella di sollevare polemiche, ma semplicemente di far sorridere. Ed una risata, quando gliel’ho abbiamo fatto notare, se l’è fatta di gusto anche Mario Dal Pozzo, direttore della scuola sci. Del resto, diciamo noi, tutto il mondo è paese: quante volte nel pubblicizzare eventi o località turistiche, vengono usate foto che nulla vi hanno a che vedere? Tornando al cartellone della Scuola di Sci Kaberlaba, un plauso va invece per lo slogan, molto accattivante “Arrivate ospiti, partite amici”. Ottime parole di presentazione, non c’è che dire! S.B. novo della sala giochi e del bar quali possibili luoghi di incontro costruttivo per ragazzi e giovani. Il Progetto “Pronti…via!”, lanciato dalla festa di inaugurazione di martedi 8 dicembre 2009, che ha visto per l’occasione la presenza di più di 400 persone tra famiglie e ragazzi, vuole coinvolgere, attraverso un’azione formativa per i volontari che “popolano” il Centro Giovanile e che costituiscono la vera anima della vita patronale, le associazioni già attive nel territorio; il percorso prevede un’analisi dei bisogni formativi e a seguire una serie di incontri “ad hoc” con figure significative dal punto di vista spirituale, umano, solidaristico e specifiche att i v i t à formative calate sulle esigenze delle varie realtà (Azione Cattolica, Scout, Gruppo catechisti, Cinema Lux, Grest, genitori, ecc.). Ciò per dare un’ulteriore opportunità ai volontari di riflettere su tematiche rilevanti dal punto di vista educativo e tecnico quali il servizio, la responsabilità, la salute, la prevenzione del disagio e l’animazione dei ragazzi. Il percorso, che in alcuni momenti sarà aperto a chiunque fosse interessato alle tematiche, si svilupperà dagli inizi del nuovo anno sino ad Aprile 2010 e avrà come s e d e naturale i nuovi locali del Patronato, grazie anche all’acquisto (già avvenuto) di attrezzatura multimediale per proiezione e amplificazione sonora. L’intervento infatti, oltre alla formazione, vuole promuovere occasioni di “sano” incontro e scambio tra i giovani dagli 11 ai 18 anni organizzando attività di intrattenimento quali concerti, serate culturali a tema, proiezioni. Chi fosse interessato al progetto o volesse contribuire in qualsiasi modo può contattare Avis Altopiano al numero 335.1358621. Echi del Centro Diurno: per non essere soli I Lions ospitano l’Highway Truck Team Pubblicato per le festività il giornalino della Casa del Pastore Pubblicato in questi giorni il giornalino “Echi del Centro Diurno: per non essere soli” realizzato interamente dagli ospiti del centro diurno “Casa del Pastore”. Un giornalino dove gli ospiti raccontano chi sono e cosa fanno al centro, ma anche per sensibilizzare la gente dell’Altopiano verso i problemi che hanno certe persone con un disagio psicologico. Da come nasce il centro a che cosa serve, ma anche ricette, tradizioni, proprietà medicinali di alcune erbe altopianesi e racconti di escursioni: il giornalino espone le passioni, le curiosità ed i pensieri degli ospiti che si sono impegnati anche nella trascrizione degli articoli attraverso l’utilizzo del computer. Il giornalino non è in vendita, ma potrà essere richiesto agli operatori. G.R. L’associazione benefica dei camionisti ancora a favore dei bambini africani L’ Highway Truck Team sarà ospite del Lions Club Asiago Altopiano. La serata conviviale sarà occasione perché il gruppo benefico assieme all’onlus “Dell’energia e sorrisi” presenti il libro “Cuore Touareg” nonché il filmato di Massimo Belluzzo del loro viaggio “sportivo e umanitario” nel deserto del Marocco arricchito da alcuni aneddoti della loro avventura. Il libro “Cuore Touareg”, di Luigino Del Pozzo corredato da 120 foto di Luciano Covolo, è stato definito uno dei cinque migliori libri fotografici pubblicato lo scorso autunno. Libro che sarà possibile acquistare durante la serata il cui ricavato andrà a finanziare la prossima spedizione umanitaria. Le pagine di “Cuore Tuareg” accompagnano il lettore in Marocco a Marzouga sotto la Grande Dun, da oltre 10 anni sce- nario di uno dei più importanti e difficili rallye motociclistici, il Tuareg Rallye. Quando il Team di Energia e Sorrisi insieme al Highway Truck Team, parteciparono anni fa a questa gara, rimasero affascinati dalla magia dei luoghi visitati, ma soprattutto dal calore della gente e dal sorriso dei bimbi. E così nelle edizioni successive, la partecipazione al rallye è diventata anche occasione di far giungere in questi luoghi aiuti di prima necessità e materiale scolastico in collaborazione con una Onlus locale La serata si terrà venerdì 15 gennaio all’Albergo Paradiso di Asiago ed è la prima serata conviviale con ospiti dopo il cambio di guardia tra Michele Iuliani e Leonardo Franco. Il nuovo presidente ha già avuto modo comunque a consegnare dei televisori alla nuova casa di riposo di Asiago e di accogliere nel club filantropico tre nuovi soci proprio durante la serata di gala per le festività natalizie. 8 Sabato 9 gennaio 2010 MONTAGNA l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 9 Uso del casco sulle piste da sci: il buon esempio dei maestri della Scuola Sci Verena Obbligatorio per legge solo fino ai 14 anni, è uno strumento di protezione importante che, unito al rispetto delle regole garantisce la pratica dello sport in sicurezza In montagna con sicurezza, un’esortazione rivolta non solo a chi pratica escursionismo e fuori pista (ai quali, anche dopo le recenti tragedie della neve, si raccomanda di informarsi sempre sulle condizioni di stabilità del manto nevoso e sul relativo rischio valanghe), ma anche in pista. Le statistiche dicono che il calcio è più pericoloso dello sci, con un fattore di rischio di 40 contro 10: questione di numero di praticanti. In Italia gli sciatori sono due milioni e mezzo, quattrocentomila gli snowboarder e il rischio di scontro in pista è pari allo 0,3%, nonostante questo però la sicurezza sulle piste è un fattore sempre più preponderante, anche nella scelta di una vacanza sulla neve. Anche le nostre piste sono “vegliate” da specialisti della sicurezza, ovvero squadre di forestali e di carabinieri che oltre a vigilare sui giusti comportamenti e a richiamare gli indisciplinati, sono pronti ad intervenire in caso di incidenti per prestare soccorso e ricostruirne la dinamica. La legge punisce chi non si comporta in modo corretto mettendo a rischio gli altri sciatori, l’omissione di soccorso, e la mancanza di casco per i minori di 14 anni. Un limite di età quest’ultimo che secondo molti andrebbe rivisto, estendendo l’obbligo a tutti. Ed è proprio per sensibilizzare all’uso di questo importante strumento di protezione pur se non obbligati, che da questa stagione la Scuola Sci Verena ha dotato tutti i suoi maestri di casco, ponendosi così come esempio importante. “La nostra scuola sci – commenta il direttore Mario Paganin ha voluto allinearsi ad una tendenza non tanto di mercato, ma di richiesta sempre maggiore di sicurezza. Vogliamo essere i primi fautori della sicurezza in pista, trasmettere la conoscenza della legge sulla sicurezza dello sci e delle regole dello sciatore. E per meglio comunicare questo, ci sembra coerente metterci il casco, anche se obbligatorio solo sino ai 14 anni. Come se dopo i pericoli non ci fossero!” Dopo il primo mese di attività, i maestri della Scuola Sci Verena riferiscono che, anche dal punto di vista della vestibilità, l’uso del casco non rappresenta una scomodità, e dunque adottandolo insieme a comportamenti rispettosi, come quello di sapere mo- L’alpinismo: una filosofia di vita Lo sci d’alpinismo sull’altopiano di Asiago, un interesse per giovani e meno giovani L’Altopiano di Asiago deve la sua incontrastata fama a svariati settori lavorativi tipici del luogo. Accanto alle tradizioni gastronomiche quali il famosissimo ed omonimo formaggio, Asiago è sempre stata un’attiva meta turistica, nelle stagioni estive come in quelle invernali. Nel bel mezzo del paradiso dei fondisti, che ogni inverno si immergono nella tranquillità della natura e nei servizi resi disponibili del luogo, emergono altre attività che sempre più attirano l’attenzione anche dei più giovani: l’alpinismo e l’arrampicata sportiva. Oltre all’arrampicata sportiva, vera e propria disciplina che sta entusiasmando molti giovani, l’alpinismo, sport estremo che si basa sul superamento delle difficoltà incontrate durante la salita di una montagna, trova nelle nostre montagne gli strumenti più confacenti per esprimere tutte le proprie potenzialità e gli insegnamenti che se ne possono trarre. In particolare, il pendio aperto, la pendenza sostenuta, le condizioni generalmente sicure e la facilità di accesso sono caratteristiche che fanno di Cima Portule il cuore pulsante di tale sport nel nostro territorio. La scelta di vette nuove da raggiungere non manca, e il carattere originario che assume ogni nuova arrampicata è unico. Numerose sono infatti le possibilità come cima Verena, Mandriolo, Cima Larici (che offre un percorso piacevole e adatto anche ai principianti), il tutto all’insegna di uno sci-alpinismo in piena sicurezza, binomio perfetto fra puro divertimento, forti emozioni e cautela, qualità indispensabile per affrontare le innevate salite, soprattutto di fronte all’allerta sempre accesa per il pericolo valanghe. E’ bellissimo pensare che l’alpinismo rappresenti per gli scalatori più esperti non solo una fonte di adrenalina o un passatempo, ma una filosofia vera e propria di vita. Mettersi alla prova costantemente con le difficoltà inaspettate della montagna è un modo per avvicinarsi alla comprensione dei limiti umani, un modo per conoscere il proprio io, la propria interiorità. La solitudine, che è spesso l’unica compagna di viaggio di molti escursionisti ad alti livelli, rischia di venire tramutata in pura follia, se non si raggiunge quell’indispensabile equilibrio fra la propria persona e l’ignoto, fra le labili certezze della vita e il pericolo continuo di morire durante la salita. Ciò che viene definito come aldilà, ossia ciò che va al di là della facoltà umane, può essere così meglio compreso, o avvicinato alla comprensione umana. Di certo nell’ambito di una realtà territoriale come la nostra, l’Altopiano di Asiago, l’alpinismo può essere inteso semplicemente come un modo per stare in compagnia, per godere dei bellissimi panorami caratterizzanti l’ambiente, ma non si deve dimenticare quel tratto fondamentale che fa dell’alpinismo un mezzo di analisi interiore, un insegnamento di vita. Gran parte delle pareti e delle montagne del luogo sono state scalate e l’alpinismo rischia di diventare un viaggio attraverso realtà già viste, già calpestate da chissà quanti piedi, ma l’originalità di tale disciplina è ben altra: un viaggio attraverso un cammino tortuoso in gran parte inesplorato, che forse non troverà mai una spiegazione convincente, un’escursione dentro l’intimità umana, dentro il significato stesso di uomo. Andrea Finco derare la velocità in base alla propria preparazione, al tipo di neve e alla situazione di affollamento, già una buona dose di sicurezza per se stessi e per gli altri viene garantita. Tornando ai “numeri”, secondo la Sorveglianza degli Incidenti in Montagna, gli incidenti sugli sci sono in diminuzione, Mario Paganin direttore della Scuola Sci Verena con un calo del 20% negli ultimi 10 anni, su tutto il territorio nazionale, derivante anche dalla presenza in pista degli uomini in divisa. Una curiosità: nella nostra regione il primo sciatore a “beccarsi” una multa di 30 euro per “sci spericolato” fu alla fine di gennaio del 2004 un turista toscano di 52 anni, dunque i comportamenti pericolosi non vengono solo dai più giovani, come si tende a pensare. Era la fine di gennaio e sul Canalone delle Tofane l’uomo investì un maestro di sci, un collega del ferito chiamò la pattuglia in servizio sulle piste, che stese il verbale applicando le norme varate dalla Regione solo qualche giorno prima. Silvana Bortoli 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 10 Mario Porto: 200 giorni fuori dal… Comune ROANA “23 anni in amministrazione comunale, era ora di staccare la spina”. Esordisce così Mario Porto, da sette mesi svincolato dalla fascia tricolore. 200 giorni per abituarsi alla vita da “cittadino qualunque”, dopo un lungo periodo denso di impegni sociali e politici. Dal 1972 allo scorso 9 giugno ha ricoperto vari incarichi e mansioni in seno alle varie commissioni. “A parte i mandati come sindaco (1980/85 - 2004/09, ndr), sono stato consigliere, vicesindaco, vicepresidente dell’USLL quando la sanità altopianese era ancora autonoma, e assessore in Comunità Montana”. In tanti anni avrà maturato una certa esperienza. “Certo, ma mi sono pure reso conto che l’entusiasmo è inversamente proporzionale all’esperienza, quando si è giovani la dedizione e la passione è alle stelle, poi col tempo viene meno. Quando si è navigati si lavora meccanicamente, credo sia normale e fisiologica come realtà”. Ma Mario Porto è scomparso totalmente dalla scena amministrativa? “Ora mi dedico a tempo pieno a quello che era il mio lavo- A colloquio con Mario Porto, 23 anni in amministrazione comunale di Roana, da sette mesi tornato alla sua occupazione di direttore didattico. “Le opere da ricordare: il laghetto Spillek e il Cinema di Cesuna” ro da “civile”, svolgo attività di preside presso gli istituti di Zanè – Chiuppano – Carrè, e Cogollo del Cengio. I miei figli mi vedono finalmente come un genitore e non più come un pendolare che arriva e parte da casa in continuazione. Oltre a questo, unica attività pubblica è quella di presidente del consiglio d’amministrazione dell’Ex Cattedra. L’idea di trasformare quella struttura semi abbandonata in Istituto Europeo per la Montagna mi vede tra i promotori più convinti. In merito all’iniziativa non ho abbandonato il sogno di veder quegli immobili come punto di riferimento per le politiche del nostro territorio, un centro teso alla cooperazione produttiva sia pubblica che privata. Vedremo”. Per molta gente lei è ancora il sindaco di Roana. “Si è vero, soprattutto per gli anziani che mi chiedono di interessarmi ai loro problemi. Come se fossi ancora in carica cerco comunque di aiutarli, dando loro qualche Con canti e suoni la scuola media di Mezzaselva fa colpo sul pubblico consiglio o indirizzandoli all’ufficio giusto in Municipio”. Cosa è rimasto di incompiuto nei suoi mandati? “Avrei voluto terminare la sistemazione del tratto di strada tra Treschè e Cesuna, allargandola per conferirle maggior sicurezza. I contributi regionali ci sono, quindi sarà compito di chi oggi è in carica portare avanti l’opera. Lo stesso vale per le curve che dalla frazione portano in Val Magnaboschi, la sede stradale deve essere adattata in alcuni punti dove è difficile il transito degli automezzi”. Tra i fiori all’occhiello del suo operato cosa vogliamo ricordare? “Senz’altro il nuovo Cinema Palladio, sem- pre a Cesuna, promosso durante l’amministrazione Bolzon 1, rimasto in stand by per anni e finito mentre era in carica la mia giunta. Altra bella opera è il laghetto di Roana, utile al turismo e all’immagine di un Comune visto come luogo di villeggiatura. Poi il polo polifunzionale della piscina a Canove, con l’impianto di biomasse che quando lavorerà a pieno regime mostrerà le sue vere potenzialità. Con la prossima spesa di circa 200 mila euro si avrà il collegamento con altre strutture sia pubbliche che private ”. Cosa risponde a chi la accusava di aver costruito troppo? “Non abbiamo costruito sfrenatamente, anzi, avevamo licenza per costruire ancor più. Con la mia amministrazione ho portato avanti il Piano Regolatore del 1992, proposto ancora all’epoca del sindaco Pangrazio. Con le varianti poi ci siamo attenuti a quanto concesso dalla Regione. E un occhio di riguardo per i residenti lo abbiamo sempre avuto, basti ricordare gli obblighi di costruire la prima casa, dove un vincolo notarile la considera inalienabile per 20 anni. Non dimentichiamo che le immobiliari dal 1985 non sono proprietarie di un metro quadro di terreno trasformato da zona ver- de in edificabile. Quindi le imprese edili hanno agito indirettamente, ma neanche tanto, su mandato degli stessi piccoli proprietari locali. Magari gli stessi che dopo averne tratto ricavo speculativo, oggi sono qui a gridare allo scandalo per il verde rubato alla comunità. Per paradosso mi verrebbe da rispondere che se non si deve costruire in ampiezza, possiamo sempre farlo in verticale, con ampi parcheggi sotterranei e i condomini lanciati verso il cielo. Dubai e il suo nuovo grattacielo di 160 piani può fare da scuola anche quassù da noi”. Il sarcasmo umoristico di Mario Porto non è cosa nuova. Qualche battuta sull’ultima tornata elettorale? Sulla querelle delle schede valide o meno. “Non ho mai creduto che dei brogli elettorali si siano verificati nei seggi, la stessa parola “brogli” è stata usata a sproposito da giornali e mezzi di informazione. A mio avviso non c’è stato dolo nell’attribuzione delle preferenze; la dolosità prevede volontà e deliberato consenso. La commissione prefettizia, dopo aver revisionato il tutto, ha confermato i verbali dei presidenti di seggio. Penso che il TAR dirà che tutto è stato regolare. Perché il fatto davvero non sussiste”. Giovanni Dalle Fusine Nonostante il brutto tempo, numerosi gli spettatori al Concerto di Natale Si è svolto il 19 dicembre, nella Cappella di Mezzaselva, il tanto atteso Concerto di Natale, organizzato dalla scuola media locale e diretto dalla professoressa Agata Vasta. Sono stati invitati, insieme ai genitori, al preside, ai parroci e ai sindaci di Roana e Rotzo, anche gli alunni delle classi quinte dei 2 paesi per i quali c’era tra l’altro, l’obiettivo di presentare la scuola media. Il concerto ha avuto inizio alle 10 con un brano per flauto suonato dai ragazzi di 2° e 3°. Poi è stato tutto un succedersi di brani e canti, accompagnati da flauti, maracas e triangoli, alternati con letture tratte dal Vangelo di Luca recitate in varie lingue: italiano, francese, cimbro ed inglese. I brani eseguiti erano di vario genere, sia tradizionali che innovativi... dal Te Deum di Charpentier al Go tell in the mountain. Lo spettacolo è stato molto gradito dal pubblico, che ha manifestato apprezzamento con applausi e complimenti. Per concludere il preside Piergiorgio Valente, ha tenuto un breve discorso per ringraziare ed invitare tutti in palestra dov’era stato allestito un piccolo rinfresco. La mattinata è stata motivo di grande soddisfazio- ne per alunni e professori ed è stata anche un’ottima occasione per un importante e costruttivo lavoro insieme, perché ha messo ogni singolo ragazzo nella condizione di essere una parte di un evento speciale. La terza I sezione staccata di Mezzaselva Coscritti in festa a Treschè Conca La classe ’91 ha programmato quattro giorni di baldoria L’anno scorso il ’90 aveva lanciato l’appello: “saranno in grado i nuovi coscritti di eguagliare il successo dei loro predecessori?” La classe del ’91, per tutta risposta, ha colto la sfida al volo, e per la tradizionale festa dei coscritti ha organizzato, proprio come avevano fatto i ragazzi del ’90, non tre ma quattro giorni di festa nei locali del paese. I neodiciottenni di quest’anno sono ben dieci: Emanuele, Mattia, Christian, Alberto e Francesco a formare la schiera dei maschi, mentre Giada, Maura, Anna, Marta e Giulia a completare con l’apporto femminile la “squadra” del ’91. La festa dei coscritti si terrà nel weekend tra il 14 e il 17 gennaio: durante la gior- nata i ragazzi gireranno le vie di Treschè Conca sul classico carro insieme agli accompagnatori e al fisarmonicista, mentre le serate saranno dedicate ai festeggiamenti e alle danze insieme a tutti coloro che desiderano partecipare. A partire dalla sera del giovedì 14 ci si potrà lanciare con i ragazzi del ’91 sulla musica di Dj Macho alla locanda “Alla Stella”, già nota per il famoso “Pierostock” della scorsa estate; la sera seguente, è prevista un’altra serata “disco” alla Quinta insieme a Dj Lerio, mentre sabato 16 sarà dedicato alla musica del duo “Luca&Sergio” alla Baita Azzurra. La festa dei coscritti si concluderà come sempre nella serata di domenica alla trattoria Al Cacciatore, con il gruppo “RobyMary”. Le previsioni per le serate si sono fatte attendere da parte dei diretti interessati: “Siamo stati fortunati perchè non capita sempre di essere una classe così numerosa” affermano all’unisono i coscritti, “per cui l’adrenalina è già alle stelle e di sicuro ci sarà modo di divertirsi...anche se l’intenzione di fondo non è di rendere la nostra festa indimenticabile solo per noi, ma per tutti!”. Serve aggiungere altro? IL ’91 vi aspetta numerosissimi, di ogni età, per regalarvi quattro giorni di felicità! Giulia Panozzo 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 11 Il III° progetto classificato al “Concorso di idee” per Mezzaselva ROANA RespirAltopiano: l’aria pura, una buona medicina a costo zero L’idea è di creare una struttura che si collochi fra l’attività ospedaliera e l’assistenza domiciliare Un lavoro “a 4 mani” quello di Luciano Cherobin, architetto, e Roberto Mingardi, medico. L’architetto Cherobin (altopianese da parte di madre), ha scelto di strutturare il progetto andando a cercarsi un professionista medico e manager di provata capacità e l’ha trovato nel dottor Mingardi, Direttore Sanitario della Casa di cura “Villa Berica”, profondo conoscitore degli aspetti gestionali del settore sanitario. Proprio nell’azione sinergica fra le due professionalità, sta l’efficacia delle linee guida progettuali: la valenza pubblica e sociale nei suoi aspetti sociosanitari, dove l’implementazione del “pubblico” con apporto del “privato”, tiene presente in primis la persona (il malato e le patologie che manifesta, ma anche chi di lui si occupa); il luogo in cui questa relazione avviene; la sostenibilità del meccanismo, sotto il duplice aspetto ambientale ed economico e la ricaduta sulla popolazione residente. Sembra un processo semplice, consequenziale, ma l’attenzione ai fattori ambientale, terapeutico, economico, sociale, sono frutto di grande appli- cazione e personale sensibilità unite ad un sano realismo. Particolare l’attenzione data sia alle esigenze del paziente che del personale: insieme, si troveranno a condividere interni ed esterni curati di forme, colori, suoni, allo scopo di renderli accoglienti e familiari, nella certezza che un’ambientazione accattivante è il primo passo per il buon esito di ogni cura. Obiettivi: “Il progetto è volto a rivitalizzare il complesso, attivando una struttura polifunzionale a valenza pubblica con prevalente finalità sociale (con unità di offerta già contemplate nella programmazione regionale o a completo carico del privato, fuori dalla spesa pubblica). L’idea di una struttura che si collochi fra l’attività ospedaliera e l’assistenza domiciliare, va a colmare il gap spesso insostenibile per le famiglie, dopo la dimissione del congiunto. (Non mera casa di riposo quindi, bensì centro riabilitativo quale alleggerimento familiare, con la finalità della reintegrazione sociale, per malati di Alzheimer, anziani affetti da problemi gastroenterologici, disabili, anoressici e affetti da patologie respiratorie). Nei casi di recupero impossibile (Alzheimer), verrà garantita la terapia riabilitativa ad uso riaffido familiare, dopo attenta valutazione dell’effettivo risultato ottenuto, principio applicato a tutte le patologie trattate. Il percorso riabilitativo gastroenterologico del paziente anziano, prevede la fornitura di ausili, protesi mediche e dieta ad hoc. Un trattamento riabilitativo specifico, verrà fornito a soggetti disabili anche con fisioterapia, in degenza breve. Quanto a patologie respiratorie e anoressia, va detto che il primo fattore curante e a costo zero, è l’habitat: aria pura, altitudine idonea tranquillità e privacy garantita. A sostegno del malato anoressico inoltre, un piano terapeutico/educazionale valido sia in degenza che dopo, grazie ad una rete informaticainformativa, su un portale Internet che faciliti momenti di incontro, confronto professionale, interazione, fra malati e medici di Ulss 3". Relazione tecnica Dalla chiusura del 2004, tutti gli impianti sono soggetti a manutenzione e controllo da ditte specializzate. Aree esterne: sottofondi, pavimentazioni, impianti, recinzioni, entrata e accessi (bisognosi di riassetto e messa in sicurezza delle pareti rocciose e dell’area boscata); fabbricati secondari: cucine, rimessa, portineria, uffici, in pessimo stato; edificio principale: interessato da infiltrazioni, coperture e gronde con rotture per neve e gelo. Perplessità per le coperture di palestra, piscina, riabilitazione, che mostrano problemi di dispersione quanto a risparmio energetico e inadeguate al confort sia estivo che invernale. Non sono presenti vie di fuga, scale di sicurezza e collegamenti con l’area boscata. Infiltrazioni anche all’interno dell’edificio, privo di arredi ma completo nelle finiture, tutte garantite di idoneità (come pure i 5 elevatori). Destinazione: piano interrato - magazzini, depositi, vani tecnici; p. terra astanteria, ricezione, guardia, riabilitazione, ambulatori; I° piano - soggiorno periodico per Alzheimer e malattie degenerative (12 posti-letto) e trattamenti dei disturbi alimentari (16 letti); nella ex-zona operatoria: aule e servizi per attività di studio/incontro; II° piano Quatro ciacole con Maurizio Zovi Se c’era uno che a Mezzaselva ci teneva, era lui, e non solo perchè a quella struttura ha dedicato tutta la sua vita professionale, dalla “gavetta” al primariato. Se c’è uno che ci tiene ancor oggi, quello è lui. Ecco perchè, a chiudere “l’argomento Mezzaselva” presentando il terzo progetto, ci è sembrato quasi doveroso, andare a raccogliere le sue impressioni. Che effetto ti ha fatto veder rinascere interesse nei confronti dell’Istituto? “Che in un certo qual modo, gli si rende giustizia”. Hai avuto modo di leggere le linee guida dei vari progetti per il concorso di idee: che impressione ne hai ricevuto? “Come impatto immediato, al di là del merito delle proposte in sè, ho recepito favorevolmente il clima che si è creato. Ho pensato che l’Istituto può tornare a vivere e a dar lavoro a molti, come era una volta”. “ Quale potrebbe essere a tuo avviso la strada per renderlo produttivo? “Innanzitutto bisogna capire da dove viene il finanziamento per sostenerlo: pubblico privato o misto? Un’iniziativa privata ci potrebbe stare, tipo una beauty-farm o strutture analoghe, molto in voga oggi. Ma anche un partenariato pubblico-privato, è una prospettava consona. L’importante è che se si riapre, i conti tornino. Ho letto tutte le varie iniziative e quali che siano gli indirizzi terapeutici prescelti, personalmente vedo bene la riabilitazione post-traumatica, postoperatoria, la terapia per affezioni respiratorie e l’assistenza post-dimissione ospedaliera di un paziente con ictus o paresi che spesso non si sa dove piazzare”. Una specie di fase di transizione fra l’ospedalizzazione e il reintegro familiare? “Esatto. Questa è la necessità vera, la falla dell’assistenza sanitaria oggi, cui non si riesce a far fronte, e Mezzaselva ha tutte le carat- teristiche idonee a svolgere tale ruolo. Da comune cittadino, ho tutto l’interesse a vedere spesi bene i soldi pubblici, ma, una volta certificata la sostenibilità, ho anche nel cuore la speranza di vedere rivivere un nostro patrimonio fatto per la nostra gente”. Beppa Rigoni Scit riabilitazione gastroenterologica, trattamento allergie e patologie respiratorie (16 letti), degenza breve per riabilitazione neuromotoria (12 letti); III° piano - residenzialità breve ed occasionale (17 letti), per un totale di 73 posti-letto: un leggero ridimensionamento in recettività. (La riduzione è una mossa strategica ai fini del contenimento della spesa: anche una modesta implementazione della capacità, l’avrebbe fatto lievitare notevolmente). Nel sottotetto: magazzini e vani tecnici. Opere da eseguire per l’idoneità: a) - anello antincendio e installazione scale; b) ristrutturazione terrazzi e parapetti; sistemazione facciate e coperture; c) - adeguamento sicurezza piscine; d) adeguamento interni per le nuove esigenze; e) - realizzazione nuova rete informatica e telefonica; f) - sistemazione parcheggi e adeguamento impianto fognario. Opere procrastinabili: a) - collegamento alla rete fognaria comunale, all’acquedotto ed alla rete di teleriscaldamento a biomassa comunale; b) - sistemazione/collegamento area boscata; c) - coibentazione con cappotto; d) - sostituzione vetrate p.terra e protezione solare. Il progetto prevede opere finalizzate all’abbattimento dei consumi e l’uso di energie alternative, quali il fotovoltaico e il solare, dato l’idoneo orientamento dell’edificio. L’uso di materiali ecologicamente compatibili, porterebbe inoltre il recupero dello stabile, verso una qualificazione in linea con la funzione terapeutica del complesso. Relazione economico/ gestionale I meccanismi di finanziamento sono collegati alla scelta gestionale, definibile in sede di trattativa con l’Ente Pubblico: Ulss 3, può decidere la gestione pubblica del complesso (ricorrendo ad un finanziamento di “lease-back”, che prevede la vendita di un proprio bene ad un istituto di credito che lo riassegna in locazione o leasing finanziario con potere di riscatto, permettendo alla proprietà la liquidità necessaria alla ristrutturazione dell’immobile, agli arredi e alle dotazioni mediche, senza far ricadere interamente le spese nel bilancio d’azienda), oppure mediante convenzione con privati o in paternariato pubblicoprivato. La relazione è corredata del piano finanziario completo sia delle quote giornaliere stabilite dalla Regione per paziente (i coefficienti derivano dalla quota-parte del contributo regionale alle famiglie e dalla tariffa applicata al piano personalizzato di cure riabilitative), dei costi per il personale medico specialistico infermieristico amministrativo e di servizi (circa 100 figure professionali) che dei costi di ristrutturazione. Tutti i dati economici, sono allegati alla documentazione presentata per il concorso. Beppa Rigoni Scit 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 12 Le opere che saranno intraprese nel 2010 GALLIO Lavori pubblici: un’agenda fittissima Un nuovo parcheggio, una piscina, le tribune dello stadio del calcio e una circonvallazione per la zona sud. Il sindaco Pino Rossi: “Interventi ritenuti fondamentali per il rilancio del paese” Agenda fitta per i lavori pubblici a Gallio. Dopo l’ultimo incontro di Giunta del 2009, si è stilato il programma delle opere pubbliche che saranno intraprese nel 2010 per un costo di quasi 1 milione e mezzo di euro. Un parcheggio a ridosso del centro storico, una piscina comunale, il primo stralcio della circonvallazione che passerà a sud del abitato e il completamento dello stadio di calcio con la realizzazione delle tribune. Sono i punti fondamentali dei lavori pubblici per il prossimo anno indicati. Opere definite “fondamentali per il rilancio del paese” dal primo cittadino Pino Rossi. Parcheggio a 900 mila euro. Il parcheggio sarà realizzato in via Roma a servizio del centro storico in parte da destinare all’uso privato per resi- denti, o proprietari di seconde case privi di garage o posto auto, e in parte all’uso pubblico. La parte destinata prevalentemente ad uso privato sarà interrata, mentre lo spazio sovrastante sarà destinato a parcheggio pubblico e a verde attrezzato. Piscina a 110 mila euro. E’ intenzione dell’amministrazione galliese realizzare una piscina pubblica nell’attuale Parco del- la Fratellanza, già prevista nella programmazione triennale comunale. L’opera è definita importante quale ulteriore attrattiva per la popolazione turistica. Tribune per 150 mila euro. Altra struttura sportiva interessata dai lavori comunali è il campo da calcio di Gallio che, finito l’avancorpo e la sistemazione del campo da gioco, ora richiede le tribune per gli spettatori de- gli eventi sportivi che qui si svolgono. Saranno inoltre realizzate strutture e vie per l’accesso degli spettatori alle tribune e un vano tecnico per il deposito delle attrezzature a servizio dell’impianto sportivo. Circonvallazione sud per 150 mila euro. “Il progetto prevede la realizzazione di un tronco stradale che corre lung o i l c o n f i n e n o rd d e l Parco della Fratellanza in maniera da collegare in successione la S.P. n. 128, o v v e ro via Valbella, l’area a par- cheggio esistente vicina all’albergo Garteen, le tre vie esistenti, ossia via Trieste, Via Bassano e Via Trento, e via IV Novembre – spiega il sindaco – Da sottolineare che parte della previsione viaria necessaria per dotare il centro di una c i rc o n v a l l a z i o n e è i n corso di esecuzione grazie all’intervento dei privati sulle aree comprese tra la via Monte Ortigara e la via IV Novembre”. Gerardo Rigoni Margherita, “alpina” di Gallio festeggiata dal Gruppo di Canove Alpino Margherita attenti! E’ stata accolta così Margherita Segafredo dal gruppo Alpini di Canove che ha voluto dedicare alla prima “alpina” del Gruppo una cerimonia significativa. Prima del momento conviviale, dove i “veci” hanno voluto rendere edotta la 20enne residente a Gallio di cosa era la naja, è stata celebrata la S. Messa in onore dei militari in congedo ed in armi seguita dalla Segafredo che ha deposto una corona d’alloro al monumenti dei caduti della frazione roanese. La giovane, ora assegnata al 7° reggimento alla caserma Salsa di Belluno, aveva trascorso tre mesi di CAR ad Ascoli Piceno, un’esperienza che ha definito dura, cioè dura prima delle prime esercitazioni e marce con la penna. La ragazza è l’unica “alpina” altopianese attualmente in servizio, preceduta tre anni fa da una ragazza di Gallio ora in forza nell’Arma dei Carabinieri. “Dura ma appagante” è come definisce la sua esperienza con le stellette Margherita Segafredo che al suo arrivo a Canove è stata accolta dalle autorità civili e militari; sindaco Valentino Frigo in testa considerato che l’ha vista crescere visto che la ragazza trascorreva buona parte della sua infanzia nella casa dei nonni materni, nonno reduce di Russia, situata a pochi passi della casa dell’attuale primo cittadino. G.R. BRUSA LAVECIA ANCHE ALLA ZAIBENA Numerosissimi bambini hanno assistito la sera del 5 gennaio all’oramai tradizionale incontro del “brusa la vecia” nella stupenda contrada della Zaibena appena sopra Stoccareddo. Il comitato organizzatore ha dovuto anticipare la serata, per motivi scolastici, proprio per dar modo ai più piccoli di assistere con i genitori a questo tradizionale appuntamento. Si è iniziato alle 20.30 con i fuochi artificiali per poi “accendere” la “vecia” con un gran falò che i bambini hanno particolarmente ammirato quasi estasiati. La serata si è presentata particolarmente adatta vista la tenue nevicata che in ogni caso ha ambientato al meglio anche la dispensa di vin brulè, cioc- colata calda, crostoli e l’immancabile panettone. Queste antiche tradizioni che intendevano così il “brusare” l’anno vecchio appena trascorso ( il 2009 forse se l’è meritato) sperando che l’anno nuovo 2010 sia migliore, risalgono ad antiche usanze celtiche un po’ pagane non sempre proposte nei primi giorni di gennaio anzi più spesso erano “festeggiate” ai primi di marzo. A marzo perché nell’antico calendario era il primo mese dell’anno. Con l’avvento del Cristianesimo diventa importante la festa dell’ Epifania, giornata della manifestazione del Bambino Gesù al mondo pagano (i Re Magi), così che i falò dei “brusa la vecia” hanno preso il significato della Luce che ri- schiara le tenebre. I bravi volontari del comitato si meritano un grazie e suggeriamo loro che al prossimo appuntamento siano coinvolti ed invitati anche i quattro paesi dell’”Unità Pastorale” di Gallio, Foza, Sasso e Stoccareddo. Amerigo Baù 8 Sabato 9 gennaio 2010 ROTZO www.giornalealtopiano.it 13 Borse di studio: per la scuola primaria finanziato il progetto “Artisti in erba” Una serata magica con “Note in blu” Nella chiesa un Concerto di Natale davvero coinvolgente E’ stato uno degli eventi del periodo natalizio più apprezzati: il tradizionale Concerto di Natale, tenutosi nella chiesa parrocchiale di Rotzo domenica 27 dicembre, organizzato su idea della Parrocchia con la collaborazione del Comune, ha attirato e soddisfatto un pubblico davvero numeroso. Si esibiva il gruppo corale e strumentale di Pove del Grappa “Note in blu”, diretto da Lodovico Bernardi e presieduto da Luca Cortese. Una manifestazione ben riuscita grazie soprattutto alla bravura di questa formazione composta da musicisti, cantanti e solisti i cui componenti, in un insieme davvero coinvolgente, sanno trasmettere a chi li ascolta la propria passione per la musica e per il canto e la gioia di stare insieme. Il repertorio di “Note in blu” spazia dal Pop al Rock, dal Gospel allo Spiritual. Brani famosissimi come Do they know it’s Christmas, I will follow him, Go tell it on the mountain, Oh happy day e tanti altri, vengono proposti in arrangiamenti particolari e personali che conferiscono a questo gruppo un’identità musicale e artistica propria. Per gli ospiti e i residenti di Rotzo una serata davvero magica. Foto di Bruno Battocchio Stelle e cuori per l’albero di Natale Un albero di Natale allestito in modo molto significativo quello che si può ammirare ancora per qualche giorno davanti al municipio di Rotzo. E’ addobbato con stelline e cuoricini in legno poi colorati e abbelliti, con l’aiuto delle loro insegnanti, dai bambini delle scuole dell’infanzia e primaria del paese. Su ciascun addobbo un nome: ognuno dei bambini della scuola dell’infanzia, per un totale di 20, ha il suo cuoricino; per ogni alunno della scuola primaria, ben 44, c’è una stellina. Un’iniziativa singolare che ha dunque coinvolto nella preparazione del grande albero in piazza gran parte delle famiglie del paese. Foto di Matteo Dal Pozzo l’Altopiano Si è svolta, come ogni anno, poco prima di Natale, nella sala consiliare di Rotzo, la cerimonia di consegna delle borse di studio riservate dal Comune agli studenti meritevoli frequentanti la scuola superiore, media e, novità introdotta in quest’ultima edizione, primaria. Uno stimolo prezioso per tutti gli studenti ad un impegno costante e proficuo nello studio e ad un seria applicazione nelle attività scolastiche in genere. L’appuntamento, al quale hanno preso parte anche i dirigenti scolastici Domenica Polato (superiori) Piergiorgio Valente (medie) e Francesco Tognon (primaria), oltre agli amministratori di Rotzo, si è tenuto il giorno 19 dicembre e si è aperto con un minuto di silenzio per il tragico fatto avvenuto appena due giorni prima a Gallio. Per le scuole superiori sono stati premiati Federica Slaviero, Giulia Slaviero e Michele Spagnolo. Per le medie si sono meritati la borsa di studio Davide Fabris, Lau- ra Spagnolo, Damiano Marangoni, Noemi Dal Pozzo, Martina Dal Pozzo e Giovanni Iuliani. Un premio speciale per la scuola primaria, elargito dal Comune sotto forma di finanziamento per un particolare progetto di educa- zione all’arte. L’iniziativa, intitolata dalle insegnanti “Artisti in erba”, prevede la realizzazione di un laboratorio con attività didattiche tenute dall’artista Feliciano Dal Prà in collaborazione con Archeidos. Oltre ad una basilare conoscenza teorica, i ragazzi della scuola primaria di Rotzo avranno modo di apprendere, facendo diretta esperienza, le tecniche di lavorazione dell’argilla, di incisione e pittura rupestri. Foto di Bruno Slaviero Nel calendario delle manifestazioni natalizie dell’Altopiano dei 7 comuni è ormai diventato un appuntamento fisso la “ Mostra dei 100 Presepi di Rotzo” , ospitata anche quest’anno presso la chiesetta di S. Margherita, la più antica dell’altopiano, e giunta alla sua undicesima edizione . Il crescente numero di visitatori, testimonia l’importanza di questa rassegna che continua ad entusiasmare grandi e piccini per l’originalità delle rappresentazioni del mistero della natività. All’interno della mostra, inoltre, è stato allestito un presepe animato con scenografie di notte e giorno , statuine in La Mostra dei 100 Presepi alla mostra sono da ricordare la rassegna dei “ Presepi all’aperto” una iniziativa nata precedentemente alla Mostra, con la quale le famiglie o gruppi di famiglie, nelle corti o in altri luoghi caratteristici (come le vecchie fontane), preparano dei presepi, di dimensioni e forme tra le più varie. Presso la Mostra o in chiesa parrocchiale (negli scaffali) si potranno gratuitamente ritirare le apposite cartine topografiche, indicanti l’itinerario. Questo darà al turista anche la possibilità di visitare il paese, uno tra quelli dell’Altopiano, che forse ha conservato meglio l’impronta tradizionale. movimento, rappresentante alcuni luoghi caratteristici del paese di Rotzo in miniatura, attorniato da tutti i presepi realizzati per l’occasione che propongono una fantasia senza limiti e confini che non manca di sbalordire ed entusiasmare il visitatore per questa rassegna che probabilmente è una delle più vaste raccolte ed esposizioni della provincia di Vicenza. La Mostra sarà aperta domenica 10 e 17 gennaio dalle ore 14.30 alle ore 18.30. Si possono così ammirare presepi scolpiti nel legno, altri realizzati con i più svariati materiali tra i quali i più ammirati sul libro firma presente in mostra quello con le patate, quello all’interno di un freezer vero, con le lumache, e quello che forse è da considerare il più piccolo presepio al mondo in quanto realizzato mediante incisione laser in un millimetro quadrato, tanto che per poterlo ammirare è necessario l’uso di un microscopio. La mostra viene realizzata grazie alla collaborazione di vari artisti paesani e ad un gruppo parrocchiale che ne cura l’allestimento e la custodia. Di contorno 8 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it ‘ Sabato 9 gennaio 2010 14 La magica atmosfera del Natale creata dagli Stern Uno degli angoli più attraenti di Asiago è quello all’incrocio di Via Lobbia e Via Cesare Battisti: un luogo ricco di particolari artistici di grande gusto, che nel periodo delle feste natalizie diventa ancora più suggestivo, grazie ai vari allestimenti realizzati dalla famiglia Stern. Il grande presepe messo in scena in quella che d’estate è una stupenda aiuola fiorita lo si nota e ammira subito, come le “pallone” di Natale intagliate su legno e dipinte a mano che sovrastano le vetrine del negozio di casalinghi e quello dei colori, ma forse non tutti si accorgono immediatamente delle altre meraviglie che rendono il palazzo un’autentica opera d’arte, visibili alzando lo sguardo verso l’alto. La facciata dell’abitazione, decorata con particolari in legno lavorato e dipinti murali, si arricchisce nel peri- odo delle feste con ornamenti di rami di pino e soprattutto un meraviglioso presepe intagliato nel legno e dipinto. Oltre al pannello centrale con la rappresentazione della Natività, bellissimi sono le pecorelle, i pastori e i suonatori che, ritagliati uno ad uno, sono posti ai lati, facendoli confluire verso la scena con la capanna. E non poteva mancare una bella befana, che ha fatto capolino nei primissimi giorni dell’anno! Un colpo d’occhio veramente unico, che la sera, grazie all’apposita illu- La malga di Gesù Bambino Paesaggio e ambientazione tipici dell’Altopiano per il presepe del reparto medicina dell’ospedale di Asiago minazione diventa ancora più suggestivo. Il presepe è nato anni fa grazie alla passione di Toni Stern di lavorare il legno intagliandolo, e da quella del figlio Stefano molto abile nel dipingere. Capacità artistiche che si uniscono all’amore per la tradizioni della propria terra e di famiglia: da ammirare è anche il bellissimo orologio esterno, dipinto da Stefano con una scena della Rogazione da un lato e della messa al raduno dei fondisti al Bivacco dell’Angelo dall’altro. Silvana Bortoli “Nadae” di Valentino Chiomento (Foza) El di de Nadae tuti che se fa i auguri de qua e de la, anca se per tuto l’ano i ga barufà. E vanti, regai a maneta bisogna comprar, che dopo i boce co i ga dugà do dì, se tuto da riciclar. E ghe se a neve da spalar… soa pubblicità i te fa veda che se tanto beo… ma voaria vedarli lori col baie in man al fredo e al geo. Anche per le festività natalizie 2009-2010 il personale del reparto di medicina dell’ospedale di Asiago non ha voluto far mancare ai degenti e ai loro visitatori l’atmosfera natalizia, preparando un bell’albero addobbato con tante decorazioni realizzate a mano da alcune dipendenti, e un meraviglioso presepe che, rinnovato ogni paio d’anni, riceve sempre tanti com- plimenti da chi ha il piacere di poterlo ammirare. Ad allestirlo ormai da diverso tempo è Franco Stefani, marito di Giovanna, una delle dipendenti del reparto, che anche quest’anno grazie alla sua passione, fantasia e bravura ha dato vita, con l’aiuto delle figlie Francesca ed Angela e sotto gli occhi attenti e curiosi del piccolo Gabriele, a un nuovo capolavoro, curato in ogni minimo dettaglio e particolare. L’ambientazione scelta è quella tipica delle nostre montagne: la malga, con i pascoli e il vicino bosco e tanti animali, dalle pecore alle mucche, agli asinelli, ma anche il cervo, il capriolo, la volpe, lo scoiattolo. La scenografia del presepe è tutta realizzata con materiali naturali come pezzi di legno e corteccia, muschio, sassi. La natività è ri- prodotta in un porticato adiacente alla malga, verso il quale confluiscono tutti i personaggi tipici del presepe, che si fondono così con la riproduzione del paesaggio altopianese. Bellissimi i dettagli e le minuzie: l’interno della malga con la cucina fedele, visibile sollevando il tetto, e poi le finestre, i bidoni e i secchi del latte, la staccionata con il reticolato, le platten, e tanti altri particolari. S.B. E no sta ver paura caro mio, se i fa sconti… par vendar o par comprar… tanto i se sempre lori a guadagnar. E anca se tuti sa che Babo Nadae l’è finto, queo che lo fa e par sempre convinto; el da fora regai a putee e putei però dopo dai genitori el se far dar i schei. Ma in ogni modo ‘sta note a se santa e vardando el presepio tuti se incanta, e i va a casa col cor contento anca se fora se fredo e tira vento. Gli squisiti biscottini di Natale Per augurare Buon Natale non occorrono grandi regali, a volte bastano dei semplici biscottini tipici, che, se fatti in casa, assumono un valore particolare. Con forme e guarnizioni natalizie, confezionati con un piattino, salvietta e nastro natalizi sono un dono semplice ed amichevole. Noi li abbiamo graditi molto: belli, e buonissimi! Altrettanto squisita la marmellata di pere e mandaranci, sempre fatta in casa, avuta insieme in dono. Per questo ringraziamo Monica, e le facciamo un grande augurio per il nuovo anno, che, lo sappiamo, per lei sarà veramente speciale! 8 l’Altopiano Il Benvenuti a Canove di Babbo Natale e la Befana Se ne sono stati lì, buoni buoni, giorno e notte, sotto il sole o con le intemperie, a salutare e dare il benvenuto a quanti passavano o arrivavano in paese, sempre disponibili a posare vicino ai tantissimi che non hanno voluto rinunciare a farsi scattare una foto accanto a loro. La simpaticissima coppia realizzata dai volontari della Pro Canove con grandi rotoballe di fieno, ha visto passare migliaia di automobili con gente di ogni età e storie diverse, e quell’osservare in silenzio li ha fatto diventare ogni giorno più saggi, dunque chi meglio di loro poteva vestire nel periodo delle festività natalizie i panni di Babbo Natale e della Befana? Qualche ritocco al “fisico” un po’ provato, il look rinnovato, l’aggiun- ta di una scopa e di un paio di sci con un benvenuto dato in inglese per un tocco di internazionalità, ed ecco che i due hanno orgogliosamente continuato nel loro dovere di accoglienza, riuscendo a strappare ancora tanti sorrisi ai passanti, che oltre al benvenuto in paese hanno ricevuto così anche l’augurio di buone feste. S.B. Primo Natale per 104 bambini nati ad Asiago nel 2009 Il piccolo Stefano sorride divertito nei panni di Babbo Natale, inconsapevolmente indossati a otto mesi, “compiuti” proprio la vigilia. Con tutina rossa, cinturone nero con grande fibbia dorata e il berretto rosso, ha entusiasmato e fatto gioire nonni, bisnonni e tutti i familiari, oltre che mamma Chiara e papà Massimo, ancora ignaro dell’emozione che proverà nei prossimi anni proprio nell’attendere e vedere Babbo Natale. Sono in totale 39 i suoi coetanei, classe 2009 residenti ad Asiago (17 maschietti e 22 femminucce), di cui 31 nati nel nosocomio asiaghese e 8 altrove. Fra i nati ad Asiago nell’anno appena finito, 19 risiedono a Roana, 14 a Gallio, 7 a Rotzo e 7 a Foza, 8 a Conco, 13 a Lusiana e 3 ad Enego. A questi piccoli appena affacciatisi alla vita e ai loro famigliari tanti auguri! S.B. www.giornalealtopiano.it ‘ Sabato 9 gennaio 2010 15 PRESEPIO A CESUNA Il gruppetto di amici che l’ha realizzato racconta questa bella esperienza Nelle nostre realtà, soprattutto in quelle più periferiche o piccole, non è facile trovare il modo per catalizzare interesse dei ragazzi, ma anche trovare spazi e momenti alternativi a quelli ordinari, o a colmare quelli che non ci sono. A Cesuna si sono formate delle piccole realtà dei gruppi di giovani e giovanissimi che, in maniera quanto mai intraprendente e quasi autosufficiente (anche se il loro riferimento è sempre e comunque il parroco, don Gianni), propongono iniziative concrete con cui non solo riescono a vivere in maniera condivisa e positiva lo stare con gli altri ma da cui riescono anche a ricavare dei soldi con cui finanziano e sostengono attività ed interventi di carattere sociale promosse dalla parrocchia. In passato hanno fatto del teatro; l’ultima loro iniziativa, in vista delle recenti festività natalizie, è stata la creazione di un presepe. Sono loro stessi a raccontarci chi sono e cosa hanno fatto. “Siano un gruppo di 4 giovani tredicenni: Thomas Ambrosini Bress, Denis Rigoni Nappa, Giacomo Valente Beo e Loris Frigo Momo (da notare la precisazione dei soprannomi, ndr!), veniamo tutti da Cesuna ed abbiamo pensato di mettere insieme forze e idee per progettare e costruire un presepe; questo perché, oltre a stare in compagnia e divertirci insieme, aiutiamo la Chiesa raccogliendo delle offerte in denaro. Ci siamo messi al lavoro circa sei settimane fa, con lo scopo di finirlo per la vigilia di Natale e per prima cosa, per paura della neve, siamo andati prima a prendere il muschio presso la località <Pineta> e poi nel bosco di Thomas per le rame (dase) di abete. Poi abbiamo piantato una rete elettrosaldata a terra in modo che formasse una <serra>, una nicchia ed abbiamo fissato i rami col fil di ferro sulla rete; solo dopo ci siamo accorti di aver dimenticato di mettere sotto i teloni di nylon (quello blu sotto per fare il cielo, l’altro trasparente per <tenere l’acqua>) e così abbiamo dovuto rimediare con una seconda rete” … Il racconto continua “Siamo quindi andati dal Vasco al Discount per chiedergli dei bancali con cui alzare la <scena> del presepio; ma ci siamo resi conto che, comunque, era troppo <cor- to>, mancava di profondità, e così abbiamo piazzato uno specchio inclinato che riflettesse il retro della capanna e la stalla che abbiano realizzato. Abbiamo quindi sistemato il muschio sui bancali, costruito attorno allo specchio delle montagne usando della carta, abbiamo sistemato le statue, disegnato i sentieri col ghiaino e completato l’ambientazione. L’ultimo tocco è stato quello di sistemare a dovere numerose luci colorate con cui illuminare le varie scene”. Il frutto del loro lavoro è stato apprezzato, e sono stati in tanti, compaesani e turisti, a visitare quel presepe congratulandosi per la loro realizzazione “Stiamo raccogliendo numerose offerte ed alla fine speriamo di poter offrire a don Gianni un bel gruzzoletto – concludono, non dimenticando di ringraziare chi li hai sostenuti ed aiutati - i nostri genitori, che ci hanno fornito buona parte dei materiali, il Vasco per i bancali, Enzo della ferramenta che ci ha fatto sempre lo sconto e la falegnameria di Cesuna che ci ha regalato le stanghe”. Forse siamo noi, adulti, a dover rivolgere loro dei ringraziamenti per il tempo, la dedizione, l’impegno con cui hanno <condito> questa loro realizzazione, ma anche e soprattutto per l’esempio di come, con la buona volontà e la disponibilità, si possa stare insieme facendo molto, per sé stessi e per gli altri. Cesare Pivotto 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 16 ENEGO Premiati i vincitori del concorso “La montagna incatata” Presso il Palazzo della cultura e del Turismo, il 28 dicembre scorso si è svolta la premiazione del concorso letterario “La montagna incantata”, indetto dall’Associazione Culturale “Dalla Brenta all’Ortigara”, giunto alla seconda edizione. Una piacevole serata dedicata ai ragazzi, alla loro fantasia e grande capacità creativa ed espressiva, come ha voluto sottolineare il preside Ivo Boscardin che ha consegnato alcuni premi. Anche in questa edizione infatti, non è stato facile scegliere le poesie che meglio hanno espresso il concetto di amicizia, tema del concorso di quest’anno. I ragazzi hanno dato vita a composizioni che per la profondità, la dolcezza, la fantasia hanno davvero messo in difficoltà la giuria, che alla fine ha dovuto selezionare tre opere per la scuola primaria e tre per quella secondaria, riservandosi inoltre di segnalarne una per scuola; troppe opere per non poterne evidenziare almeno otto! L’unico rammarico, è che in questa seconda edizione purtroppo non hanno partecipato, per ragioni economicoorganizzative, le scuole della pedemontana(Cismon, Tezze, Ospedaletto), come era invece avvenuto lo scorso anno; l’augurio è quindi che nella terza edizione si torni a coinvolgere più ragazzi possibile, perché anche un’iniziativa come questa può rappresentare uno stimolo, può essere un mezzo per permettere ai giovani di scoprire possibilità e cimentarsi in lavori che altrimenti resterebbero campi inesplorati. Sempre l’Associazione storico culturale “Dalla Brenta all’Ortigara”, ha poi organizzato due serate molto seguite: con il Prof. Dalmeri dell’Università di Trento si è parlato dell’ormai famoso riparo Dalmeri,nel territorio di Marcesina, un sito di epoca epigravettiana, unico nel suo genere, che di anno in anno, ad ogni nuova campagna di scavi, riserva incredibili ed interessantissime sorprese. Proprio questa caratteristica, rende questo sito particolarmente “longevo”, la sua scoperta infatti risale al 1990; un luogo che non finisce di affascinare gli stessi studiosi che vi si dedicano, e che offre questioni ancora insolvibili, una interessante sfida che coinvolge studiosi non solo di varie università italiane, ma anche internazionali. Un viaggio tra le magiche e misteriose vette asiatiche è stato offerto invece dal simpatico alpinista, esplora- tore e scrittore vicentino Tarcisio Bellò, che anche quest’anno è tornato nelle altissime montagne pakistane, non solo per grandi imprese alpinistiche, ma anche umanitarie. Stefania Simi Amici Veri (1^ classificata , Sc. Primaria Enego, Classe 3^) Sta qua xe la storia de Adriano e Dagmar Adriano le un tosato na scianta geloso E niente el vol spartir coi altri. El se inventa cusì un amico imaginario. Insieme al parco luri va Ma da suli sempre i sta Un dì riva na tosata tanto bela Ela insieme la vol dugar Ma Adriano no la pol soportar Un poco ala volta la tosata co la fasa viola conosar la se fa e Adriano dopomedodì el la varda come sel la vedesse par la prima volta Chiara con elo la vol dugar Che el xe un semplice tosato Ma l’è vero e no da imaginar! E Dagmar? Dagmar sempre pi piculo xe diventà, el xe spario … nol xè scampà! Deso Adriano tanti amici el ga E col uri tanti dughi el fa. L’ amicizia (1^ classificata Loris Guzzo Terza media Enego) L’amicizia è assai speciale ed è molto fondamentale. Un amico è difficile da trovare Come un tesoro da recuperare in fondo al mare. L’amicizia deve essere coltivata E, come un fiore, annaffiata; che cresca piano piano così può andar lontano. Classifica Scuola Primaria: 1° “Amici Veri” 3^ elementare di Enego; 2° “Nel mucchio di parole” 2^ el. di Enego; 3° “Amico” 4^ el. di Enego. Classifica Scuola Secondaria: 1° “L’ Amicizia” Loris Guzzo 3^ media di Enego, 2° “Amicizia” Dalla Costa Arianna, Doro Benedetta, Guglielmi Alessia, 2^ media Enego; 3° “L’amico” Contri Alessandro 3^ media di Foza. Poesie segnalate: per la scuola primaria “Vorrei te come amico” della classe 2^ di Foza; per la scuola secondaria “L’amicizia” Melissa Caregnato della classe 3^ di Enego. 3467763302 8 Sabato 9 gennaio 2010 ENAGO l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 17 Un ottimo calendario di manifestazioni ha allietato le festività con pochi turisti Spettacoli teatrali e concerti molto apprezzati. Sul palco del Palazzo del Turismo e della Cultura anche i bambini della scuola materna e più grandi delle scuole elementari e medie. Il periodo natalizio che si è appena concluso lo ricorderemo non certo per il bel tempo, né per l’affluenza di turisti, che è stata piuttosto scarsa. Ad Enego però gli appuntamenti offerti in calendario hanno consolato gli animi e riempito almeno le serate, rendendole molto piacevoli. Due sono stati gli spettacoli teatrali, due commedie:”Caviale e Lenticchie” con il gruppo “La Carovana”, e a cura del gruppo “Il Bozzolo” è stato messo in scena una lavoro dell’autore settecentesco Gallina dal titolo “El moroso de la nona”. Come ogni anno poi, protagonisti della domenica pomeriggio prima di Natale, sono stati i più piccoli; per la prima volta sono saliti sul palco del Palazzo del Turismo e della Cultura i bambini della scuola Materna, mettendo in scena il loro applauditissimo spettacolo. Il giorno successivo invece è toccato ai bambini più grandi delle scuole elementari e medie. Piacevoli auguri di buon Natale sono giunti quindi dal coro feltrino Convivium, diretto da Ronny Strapazzon, che si è esibito in un repertorio di canti natalizi classici. Ma senza dubbio gli appuntamenti più interessanti che hanno offerto musica ad alto livello sono strati tre, tre generi diversi sicuramente, ma in un ipotetica classifica sarebbe comunque difficile metterli in ordine, perché tutti ugualmente coinvolgenti, in quanto esibizioni di grandi professionisti. Grande il concerto rock “Il mio canto libero”, che ha riproposto in quasi due ore di musica, ad altissimo livello, le più belle canzoni del grande Battisti. Una rilettura in chiave rock che tuttavia non ha stravolto i conosciutissimi brani, d’altra parte a permettersi un’ ope- razione del genere non sono certo stati musicisti alle prime armi, ma noti professionisti, che operano nell’ambito musicale italiano da vari decenni, suonando e cantando nelle band che hanno accompagnato ad esempio I Nomadi e Vasco Rossi. Altro genere, ma comunque ore bellissime di musica piacevolissima, sono state offerte dal gruppo strumentale e corale di Pove del Grappa, “Note in blu”, diretto dal maestro Lodovico Bernardi. Un repertorio che ha attinto ai brani natalizi della tradizione anglosassone, senza tuttavia dimenticare brani moderni entrati ormai fra i classici; pezzi gospel, spiritual, Tutto pronto per la Marciabianca Domenica 28 febbraio 2010, nella splendida Piana di Marcesina di Enego, si svolgerà la 38° edizione della Marciabianca. Nel capitolo percorso, che verrà preparato al meglio dal team del Centro Fondo Enego, si sono uniti anche quest’anno i 50 km. al tracciato più breve di 25 km., nel passato oggetto della gara “Tricolore”. Un uno-due che permetterà in un unico evento la partecipazione di un maggior numero di appassionati. La 50 chilometri ricalcherà grossomodo il tradizionale percorso della manifestazione: dopo la partenza i partecipanti saranno impegnati in un mezzo circuito per entrare in Marcesina passano per Casonetti e Campocavallo prima di raggiungere il Monte Cimone. Si ridiscenderà in Marcesina con un giro attorno alla Piana per poi raggiungere località Barricata sconfinando di 7/8 km. in Trentino. Attraverso la Valbrutta e le impegnative salite degli ultimi cinque chilometri si tornerà in Marcesina e quindi al traguardo finale. . Confermato il cronometraggio della gara che sarà effettuato tramite tecnologia chip offerto dal sistema ChampionChip leader mondiale nel cronometraggio di eventi sportiviTotalmente nuova la parte logistica che farà base per le segreterie del sabato, l’expò, il pasta party e nel premiazioni finali in piazza S.Marco cuore di Enego. Tutti i servizi per gli atleti, ovvero l’accoglienza della domenica, spogliatoi, servizi di sciolinatura saranno logicamente nell’amplia area del rifugio Centro Fondo Enego a 1350 metri in località Val Maron sede della partenza ed arrivo. Novità anche nel programma dell’evento. Con la forte volontà di migliorare nella tradizione, alla compe- tizione della domenica mattina verrà proposto un succoso antipasto nella giornata del sabato con due distinti momenti. Nel pomeriggio in un connubio tra campioni di oggi e di domani verrà organizzata la 2ª Marciabianca KIDS aperta a tutti i giovani fondisti ed abbinata in questa edizione al Campionato Provinciale Giovanile FISI. Alla sera all’interno dell’Expò allestito in piazza San Marco, la consegna dei pettorali e la serata di spettacolo offerto a turisti ed a tutta la cittadinanza. Sono quindi moltissime le novità in programma con il forte impegno di porre la Marciabianca tra i maggiori eventi nazionali. pop, rock, interpretati con una maestria che ha acceso il pubblico. Le voci soliste poi, sia femminili, che hanno offerto un ventaglio affascinante di toni, che maschili, che si sono innalzate sopra il coro, hanno meritato calorosissimi applausi. Infine una serata benefica che ha raccolto un alto gradimento, è stata quella dedicata alla presentazione di un libro di frasi ed aforismi “Tra cuore e mente”. Una pubblicazione nata dall’idea di un gruppo di giovani che ha creato un sito web, pensieriparole.it, che raccoglie appunto frasi ed aforismi, da qui poi l’idea di devolvere il ricavato ad una onlus, e gli stessi utenti del sito hanno decretato che tutto sarebbe stato devoluto alla Fondazione Città della speranza di Padova. Alla serata infatti oltre agli ideatori del progetto e del libro, Federico Illesi e Giusva Ianitelli, è intervenuta la referente della Città della speranza, Iole Zucchi, che ha emozionato e commosso, raccontando la storia ed i progetti futuri della fondazione padovana che tanto fa per la ricerca medica e per un aiuto concreto e validissimo al reparto di oncoematologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova. E proprio grazie a questo appuntamento e a quello di qualche giorno pri- ma, la fiaccolata con lo sci club di Montegrotto Terme, il comune di Enego ha chiesto ufficialmente il gemellaggio con la Città della Speranza che sarà effettivo dal febbraio prossimo. Ad animare la bellissima serata poi, sono intervenuti due formidabili e generosi musicisti, nonché simpaticissimi intrattenitori, Fabiano Guidi Colombi e Marta Facco, quest’ultima, maestra di canto, con una voce fantastica, ha presentato un repertorio che ha spaziato tra musica italiana e non, attingendo al repertorio delle più grandi voci: Antonella Ruggero, Fiorella Mannoia, Mina, Laura Pausini, Annie Lennox, Whitney Houston. Stefania Simi 8 l’Altopiano Sabato 9 gennaio 2010 LUSIANA 18 Palazzo Fincati sarà la nuova casa degli Alpini Opere di difesa del suolo per la Velo Mare La giunta provinciale ha approvato il progetto per i lavori di sistemazione dei versanti lungo la strada Velo Mare in Comune di Lusiana. “ Si tratta della seconda tranche di opere- ha spiegato l’Assessore provinciale alla difesa del suolo Costantino Toniolo – che consentiranno la messa in sicurezza della zona situata in corrispondenza di un tornante e che presenta un duplice fattore di fragilità, ovvero la composizione geologica del terreno e la insufficiente regimazione delle acque meteoriche”. L’intervento comprende il consolidamento del versante a monte e a valle e quindi la sistemazione del tratto stradale coinvolto che, ad oggi, presenta diverse fessurazioni e avvallamenti. Il fenomeno di cedimento in questi mesi è stato progressivo e graduale, senza quindi fenomeni improvvisi, ma che comunque necessitano di una “cura” risolutiva. “Per l’estate prossima – continua Toniolo- partiranno i lavori per consolidare il bordo stradale e le fondazioni e interverremo anche sul sistema di drenaggio delle acque, secondo le necessità emerse dallo studio tecnico portato a termine “. Il costo dell’opera ammonta a 150mila euro, che la Provincia finanzia nell’ambito del pro- gramma per sistemare i versanti in frana, costantemente monitorati dagli uffici provinciali. I lavori si prevede si protrarranno per 90 giorni, ma i disagi per la popolazione saranno contenuti. E’ stato infatti deciso di stabilire il senso unico alternato per la zona interessata, invece che chiudere l’arteria con deviazione su percorsi alternativi che avrebbero allungato di molto i tempi di percorrenza per gli utenti. Altrettanto basso l’impatto ambientale. L’opera di contenimento dei dissesti infatti non cambierà l’assetto paesaggistico della zona, né causerà particolari disagi dovuti al sollevamento di polveri o al rumore di mezzi in movimento. “ Già in fase di progettazione - ha concluso Toniolo – cerchiamo di individuare le soluzioni che arrechino meno trambusto possibile per gli equilibri della comunità locale e per tutte le attività che ne garantiscono il funzionamento. Non sempre è possibile, ma in questo caso stiamo mettendo in atto quegli accorgimenti perché un intervento fondamentale per la sicurezza sia portato a termine senza particolari disagi per i cittadini.” I vincitori del concorso di presepi Alla locanda “Centrale” si è svolta la premiazione dei vincitori del concorso dei presepi organizzato dal club biancorosso “Mario Ronzani”. Una giuria esterna ha visionato le opere ed ha stilato una classifica tenendo conto dell’originalità e delle caratteristiche dei singoli lavori. Al primo posto si sono classificati due bambini di via Piazza: Fabio e Sara Villanova. Seconda piazza per un’altra bambina, Jessica www.giornalealtopiano.it Nella foto Fabio e Sara Villanova e Jessica Broglio con il presidente e vicepresidente del club biancorosso “Mario Ronzani” Alessandro Garzotto e Renzo Cogo. Broglio, anche lei di via Piazza. Il terzo premio è stato vin- La Befana a Gomarolo La befana ha fatto felici i bambini di Gomarolo dispensando le calze. Ha organizzato il comitato locale che ha fatto giungere nella frazione la vecchietta con la scopa sul carro di un trattore. Il mezzo è sceso lungo la strada che da contrada Trotti porta a Gomarolo ed è stata fatta accomodare su una poltrona da dove ha consegnato le calze. Il comitato per l’occasione ha preparato cioccolata calda e vin brulè. In chiusura scoppiettanti fuochi d’artificio hanno salutato la befana che è tornata a casa, anziché a cavallo della scopa, sul carro trainato da un trattorino. E.Z. Nella foto, la befana attorniata dai bambini di Gomarolo. to da Andrea Pellizzari di Vicenza. E.Z. La ristrutturazione dell’edificio tra i primi impegni per il nuovo anno. Nella festa del tesseramento rinnovate le cariche. Rubbo resta capogruppo. Al ristorante “Alla Rosa” di Velo si è svolta l’annuale festa del tesseramento del gruppo alpini “Matteo Bonato” di Santa Caterina, alla presenza di Roberto Genero, capogruppo della sezione di Marostica, dell’assessore regionale Elena Donazzan e dei sindaci di Lusiana e Conco Antonella Corradin e Graziella Stefani che hanno avuto parole di elogio verso l’operato del sodalizio che è intervenuto anche in Abruzzo. Il rinnovo delle cariche ha visto riconfermato capogruppo Ernesto Rubbo. Consiglieri (ai quali saranno destinate le varie cariche) sono stati eletti Gian Franco Basso, Armando Galvan, Giuliano Galvan, Stefano Pozza, Urbano Villanova, Valentino Peron, Domenico Morello, Giuseppe Cappellari, Danilo Pozza, Gianni Moro, Gianni Crivellaro ed Eugenio Pozza. Rubbo ha elencato gli impegni per quest’anno del gruppo che vedono la ristrutturazione di una parte di Palazzo Fincati (di proprietà comunale da un lascito di Arturo Fincati) per ricavare la nuova sede del sodalizio ed inoltre: il restauro di un capitello al cimitero, il taglio del pino mugo infestante al rifugio Tre fontane di Galmarara, l’organizzazione della festa della montagna sempre al rifugio Tre fontane in programma il 4 luglio e la partecipazione all’adunata nazionale. E.Z. Nella foto, il folto gruppo di partecipanti al pranzo del rinnovamento del consiglio direttivo del gruppo alpini “Matteo Bonato” di Santa Caterina. Conco L’omaggio a Cremonini concittadino da 50 anni Sabato 19 dicembre a Conco l’Amministrazione comunale, in collaborazione con la parrocchia di S. Maria e S. Marco, la Corale “F. Girardi”, la Pro Loco comunale, il Centro Culturale “Quatro Ciacole”, ha festeggiato il 50° anniversario di residenza del dottor Luciano Cremonini. Il Dottore, giunto in questo paese dell’Altopiano nel 1959 dopo aver vinto il concorso per la condotta di Conco e Rubbio di Bassano, convinto di rimanere pochi mesi, si è, come dice lui stesso “ammalato di altopianite”ed ha finito col piantare salde e profonde radici. Ha dedicato a Conco e all’Altopiano intelligenza, passione, energie che lo hanno visto pioniere in molti campi, a partire dalla medicina scolasti- ca preventiva, passando per l’organizzazione dell’Ulss n. 35, alla difesa indomita del presidio ospedaliero di Asiago. Presidente della Comunità Montana, prima che questa diventasse un organo politico, è stato responsabile dell’Igiene Pubblica dell’Altopiano, docente per dieci anni nella Scuola Infermieri sorta presso l’Ospedale. Attento, preparato, abile, sensibile medico condotto, si è impegnato per questa terra con una dedizione ed un affetto straordinari nel corso di 50 anni ed era giusto darne pubblico riconoscimento. La cerimonia, iniziata alla 17,30 con la Messa accompagnata dalla Corale “F. Girardi” (diretta dal Maestro, nonché medico, Giordano Dalle Nogare), è proseguita nella nuova sala “Don Italo Girardi” alla presenza di molti ospiti, amici , compaesani. Dopo il saluto del Sindaco Graziella Stefani, che ha espresso la riconoscenza e l’affetto di tutta la comunità, è stato letto il messaggio augurale del Vice Presidente della Comunità Montana Lucio Spagnolo, quindi Bruno Pezzin, responsabile di “Quatro Ciacole”, ha illustrato la biografia del dottore evidenziandone i passaggi più significativi e rilevando come, dopo il pensionamento e il trapianto di cuore, l’attività di Luciano Cremonini abbia continuato in altri campi, in particolare nel campo storico, producendo diverse pubblicazioni. E’ seguita la consegna di un omaggio floreale alla moglie Dott.ssaAnnamaria Cortella, sua fedele compagna e collaboratrice, prima promotrice in Italia dell’esame di Pap test. Al dottore, sempre arguto e spontaneo, sono stati donati una pergamena, una chiave d’argento e un libro sull’Altopiano. Anche il Lions Club ha voluto partecipare con una targa. La cerimonia si è conclusa con il canto della Stella intonato dalla Corale e con un brindisi augurale. Cesare Pivotto 8 Sabato 9 gennaio 2010 CULTURA A l t e a t ro C o m u n a l e è andata in scena in replica la commedia “Natale a Canterville” presentata dalla compagnia teatrale “La Canaola” di Santa Caterina. Le scene sono ambientate in un castello inglese dove vivono religiosi e religiose ed anche fantasmi. Il testo è stato liberamente tratto dalla commedia di Oscar Wilde “I fantasmi di Canterville”. Nella trama vengono evocati i grandi personaggi della storia che v e n g o n o f a t t i r i v i v e re con i sentimenti, i gesti e il linguaggio della vallata di Santa Caterina di Lusiana. Le anime dei l’Altopiano 19 I fantasmi di Caterville protagonisti a Lusiana Successo per la commedia presentata dalla compagnia teatrale “La Canaola” lusianesi, al momento di passare a miglior vita, vengono giudicati nel loro operato da San Pietro che le destina all’Inferno o in Paradiso. Ap- plausi a scena aperta hanno sottolineato il vigore delle interpretazion i e i l p re s e n t a t o re Adriano Pozza ha rivolto un pensiero di simpa- L’avventura di “Scotolati ad Asiago” raccontata in un simpatico libro Benvenuti ad Asiago città del sorriso. Può sembrare una frase ironica, una presa in giro. Se non altro c’è da augurarsi che sia una profezia. Per il momento è il titolo di un simpaticissimo quaderno nel quale l’artista vicentino Gabriele Scotolati ha voluto raccontare la sua estate 2008 adAsiago nella quale ironia e sberleffi son stati protagonisti. La pubblicazione riporta, come spiega il sottotolo, la “cronaca di un’estate avventurosa con i manifesti abusivi e le provocazioni stradali” che sorrisi ne ha fatti fare tanti, ma ha pure creato una certa confusione in quanti, fermandosi a leggere le sue trovate affisse ovunque, si chiedevano perplessi che cosa significassero. Uno scompiglio simpatico per il quale, salvo qualcuno che, ritenendosi danneggiato dall’esser stato nominato sui manifesti o dal trovarvi riportato indebitamente il proprio numero www.giornalealtopiano.it di telefono, ha pensato pure di denunciarlo, Scotolati viene ringraziato e premiato. Sorprende infatti non poco vedere che il fascicolo viene pubblicato in collaborazione con Vicenza è, dal momento che proprio il presidente di quel consorzio, Vladimiro Riva, è stato uno dei personaggi presi di mira. Riva si presta volentieri a questo gioco e interviene pure, in modo ironico, sulle pagine di questo libercolo rendendo pan per focaccia: “Scotolati – scrive- non è proprio quello che si può definire un uomo realizzato, diciamo una mezza…sanatoria fra il passato in decesso e divenire in seguito. La psicolabilità che esprime questo strano artista è quella che fuoriesce dai suoi scherzi, alcuni altamente inquietanti, altri di indubbia pericolosità sociale. In sostanza però è un essere umano, come i fiori e gli uccelli, quindi lasciamolo vivere nonostante i suoi difetti e demeriti. Qualcuno semmai provveda a salvarlo…da se stesso ovviamente”. Il libro è più che altro un album di ricordi fotografico : le immagini raccontano le bizzarre invenzioni di questo artista irriverente con i suoi manifesti, la sue sedie antideretaniche, i suoi disegni e tutto il suo Niente che, chissà, potrebbe tornare in mostra ad Asiago. Stefania Longhini tia e ringraziamento verso Mario Ronzani che è stato l’artefice del r i l a n c i o d e l t e a t ro a Lusiana ed ha espresso complimenti verso gli interpreti del lavoro che p re s e n t a i p e r s o n a g g i della storia demitizzati e con il sano umorismo della gente della vallata lusianese. E.Z. 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 20 Tutti matti per le corna… di cervo COLLEZIONISMO A reggerne in mano anche uno soltanto sorge spontanea la domanda: ma come faranno a portarne addirittura due sul capo? Stiamo parlando delle corna che in genere permettono di identificare anche a distanze ragguardevoli se i massicci cervi dominatori dei boschi altopianesi siano maschi o femmine. Per la verità non è cosa di tutti i giorni riuscire ad intravedere questi selvatici mentre escono dalle abetaie per cibarsi di erbe e germogli, infatti sono animali sfuggenti, che per indole o semplice spirito di conservazione evitano il contatto con gli esseri umani. Sappiamo che ci sono, annualmente si procede al loro censimento che ne indica il numero con un variabile margine di errore. La loro presenza è comunque tradita da diversi segnali, tra cui il più evidente è la traccia degli zoccoli impressa sul terreno molle o fangoso. I raccoglitori più caparbi ingaggiano una sorta di gara contro la casualità nell’intento di trovare le loro corna abbandonate tra migliaia di ettari di boschi. Peggio che trovare un ago in un pagliaio, il rischio è quello di camminare per ore senza meta apparente, animati dalla sola speranza del rinvenimento eccezionale. I cervi perdono il loro bel palco verso la fine di febbraio, questo per quanto riguarda l’animale maturo detto anche “coronato” (il palco è così chiamato per la particolare conformazione delle estremità). Mentre gli esemplari più giovani (chiamati “fusoni” se nati entro l’an- Ogni anno questi grossi selvatici perdono il loro bel palco, ma scovarne una coppia o anche un solo corno è impresa degna dei Guinnes World Record. Eppure qualcuno, con tanta pazienza, li trova. no) li rilasciano a primavera inoltrata portandoseli a spasso fino ad aprile/maggio. Gli adulti quindi a marzo possono contare su una veloce crescita delle corna, due mesi più tardi, con misure ormai definitive, le mostrano completamente ricoperte di un velluto sottile composto da membrana pelosa, per liberarsi della quale l’animale deve strofinarsi con forza sulle cortecce degli alberi. Sembra che proprio questa azione, associata alle specifiche varietà di vegetali su cui abitualmente staziona, dona alle protuberanze ossee le diverse colorazioni superficiali: color scuro se il territorio è costituito da faggete, marrone chiaro se si tratta di abetaie. Le corna spiegano altresì alcune caratteristiche del suo ex proprietario, fino a 1,5 anni si può stimare con sufficiente precisione l`età, infatti, di regola, alla scadenza del primo anno di vita il maschio forma due palchi senza diramazioni e senza rosa, inoltre consentono una stima approssimativa del peso. Dopo circa 10-12 anni di vita un maschio avrà superato l`apice della sua forza vitale ed inizierà a formare palchi più deboli e con meno punte, è a questo pun- to che aumenteranno le possibilità di formare un trofeo senza diramazioni e per questo più pericoloso durante le lotte amorose. Di positivo per i cercatori di trofei – e ovviamente per i cervi! - v’è che non occorre sparare alcuna fucilata, basta saper aspettare la stagione giusta e armarsi solo di tanta pazienza nel perlustrare i boschi. Se trovare un corno è cosa rara, immaginiamo quale miracolo sia trovarli in coppia, giacché il selvatico non li perde in contemporanea, ma anche a distanza di ore uno dall’altro, e nel bosco in mezza giornata il potente ungulato può fare chilometri. La destinazione finale è scontata: appesi in taverna o sulla cappa del camino, senza escludere un impiego ad uso appendiabiti. Nei paesi dell’est europeo si usa rivenderli all’industria per ricavarne impugnature di coltelli o bottoni di cappotti. Per i più esigenti i negozi di caccia e pesca han- no in catalogo riproduzioni di crani dell’animale in materiale sintetico da montare su scudi di legno, a questi le corna vengono fissate con delle viti. Sulla detenzione, e ciò vale sia per trofei di caprioli che di cervi, non esistono restrizioni. Gli agenti della Polizia Provinciale informano che importante è non muovere la ricerca all’interno delle oasi dedicate al ripopolamento, ove il transito è peraltro vincolato ad una specifica normativa. Giovanni Dalle Fusine 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 21 LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA RUBRICHE Un tema su cui chiunque abbia a che fare con l’educazione deve confrontarsi, è senz’altro la fiducia. Il contesto naturale dove trovare o riporre fiducia è la relazione. È vero infatti che ogni qualvolta due (o più) esseri sono in rapporto tra loro, emerge spontaneamente il bisogno di conoscere quanto l’altro può dare in termini di affetto e riconoscimento psicologico. La prima forma di contatto che incontriamo nella nostra esistenza è il legame originario con la madre. Molti psicologi hanno riconosciuto in questo momento la tappa fondamentale per la costruzione dell’identità della persona. Il sé dell’individuo nasce dapprima come nucleo psicologico indifferenziato grazie allo stretto attaccamento del neonato alla madre; nei primi mesi, il piccolo non sa di essere al mondo e si percepisce come un tutt’uno con il seno materno (che rappresenta il suo mondo). Progressivamente, subentra l’esperienza della frustrazione dei bisogni (la mamma non ci può essere sempre e subito) che fa realizzare al cuc- L’educazione autentica si basa sulla fiducia reciproca ciolo d’uomo la sua dipendenza dall’ambiente esterno, per l’ottenimento delle gratificazioni primarie (il latte, innanzitutto), che diventa “altro” da sé. La separazione e la differenziazione psicologica, detto in termini più comprensibili, produce come effetto una nuova identità psicologica separata in rapporto con gli altri esseri umani. La relazione con la madre e, poi, con il padre, sono le prime forme di relazione che costruiscono la cosiddetta fiducia di base. Se il processo di svezzamento (fisiologico e psicologico) va a buon fine, il bambino acquisisce una discreta fiducia nel mondo circostante che percepisce in modo sereno e, appunto, fiducioso; conseguentemente, i rapporti futuri saranno caratterizzati da un atteggiamento positivo e costruttivo, proprio in virtù dell’acquisizione di una giusta dose di sicurezza emotiva. Le esperienze sociali successive hanno ovviamente il potere di confermare o disconfermare quanto vissuto in precedenza, con ripercussioni psicologiche sullo sviluppo della personalità dell’individuo. Ritornando agli scopi del presente scritto, mi sembra rilevante notare che, in tutte quelle situazioni in cui c’è una situazione di asimmetria di potere tra due individui (ad esempio tra educatore ed educando), il tema della fiducia è essenziale. Se l’insegnante, il genitore, l’allenatore desidera trasferire la sua conoscenza al proprio discepolo, è necessario instaurare da subito un clima costruttivo che si basi sulla fiducia reciproca. Innanzitutto, sarà chi è in condizione di potere a comunicare la disponibilità all’ascolto e la curiosità per l’altro. Questo passaggio non può in nessun caso essere misconosciuto. Una persona arrabbiata, stanca, ostile, non è disponibile all’ascolto e non è in grado di trasmettere fiducia. L’ascolto è la prima forma di contatto autentico, è il primum movens di ogni rapporto interpersonale di qualità. Posso capire la fatica di rendersi disponibili emotivamente, soprattutto quando l’interlocutore è provocatorio, superficiale, frustrante. Lo so per mestiere che è compito arduo accogliere la disperazione, l’angoscia, l’ansia, la paura o l’immaturità di un altro essere umano; ma non può essere altrimenti, è il compito assegnato a chi vuol educare, trasmettere, aiutare. La fiducia nasce da questo afflato pedagogico e da esso ne trae nutrimento. Non può essere l’allievo che insegna al maestro. Il bambino per ruolo costituzionale ha il diritto di essere rispettato e amato, in quanto esistenza in fieri. È l’adulto a dover comunicare fiducia e a saperla sviluppare; lo diceva già la Montessori. Detto questo, è utile fornire qualche suggerimento pratico per ottenere buoni risultati nel rapporto educativo. Ho già sottolineato il ruolo dell’ascolto. Aggiungerei che la conoscenza dell’altro testimonia l’interesse per la vita altrui, che è già a diritto una forma autentica di fiducia. Ma fidarsi è qualcosa di più. Non è solo “validare” il mondo interno dell’interlocutore, ma avere il coraggio di affidargli qualcosa di personale a cui teniamo. Pertanto la fiducia implica un coinvolgimento intimo ed emotivo; significa credere che il nostro mondo interiore Stefano Rigoni, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Tel. 338.2919597 – E-mail: [email protected] può essere messo nelle mani dell’altro senza grossi rischi. Pare strano pensare che l’insegnante o il genitore debba aprirsi all’allievo o al figlio, mostrare le proprie nudità e fragilità. Eppure, è proprio questa la strada. Non possiamo educare dietro un muro di gomma, protetti o peggio ancora invisibili. Sarebbe mentire, sarebbe negarsi intimamente per non affrontare i propri limiti comunicando sfiducia. Come potrebbe allora l’allievo fidarsi di noi e riconoscere il nostro statuto di portatori di esperienza? Credo fermamente che chi voglia educare debba sentire ancor vivo l’impulso della curiosità per se stessi e per il prossimo, l’energia di chi vuole con-fondersi per creare un’esperienza umana autentica, offrire “il seno” accettando l’accidente del morso come parte del gioco. Altre strade percorribili a mio parere non esistono, perché svilirebbero la ricchezza della relazione umana e del dono prezioso dell’educazione. L’avvocato risponde – Domande, curiosità, approfondimenti di carattere legale Chissà come reagirà di fronte a tale notizia il calciatore Del Piero, come noto avvezzo a questo gesto, e chissà come avrebbero reagito Albert Einstein, immortalato nella famosa fotografia che lo ritrae con la lingua di fuori. E chissà, poi, che ne avrebbero pensato i fratelli Capone, in arte Totò e Peppino De Filippo, nel film “La malafemmina”, se fossero stati condannati per la pernacchia al loro rivale e vicino Mezzacapa. Sebbene la vicenda sia simile, non è, però, dalla storia narrata nell’ultimo film citato che trae origine la recente Sentenza di Cassazione, ripor- Avvocato Serena Baù I lettori che vogliano sottoporre domande su qualsiasi questione di carattere legale al nostro avvocato possono inviare una mail all’indirizzo [email protected] o scrivere a “L’avvocato risponde – Giornale Altopiano, Via Monte Sisemol, 9 36012 Asiago (Vi)” FARE LA LINGUACCIA E’ REATO tata in questi giorni da molti quotidiani, che ha messo al bando tale famoso gesto, sebbene non pare discostarsene molto. Fare la linguaccia, per dileggiare qualcuno, da oggi è un reato. Lo ha sottolineato la Suprema Corte di Cassazione che ha confermato la condanna subita in primo grado da un agricoltore marchigiano, Carlo O., di 41 anni. L’uomo era entrato nel campo del vicino, col quale aveva frequenti litigi, e gli aveva fatto la linguaccia. L’altro, pronto, lo aveva fotografato e, immagine alla mano, era andato a denunciarlo all’ufficio del Giudice di Pace competente (quello di Fabriano, in provincia di Avellino) che lo aveva sì assolto per essersi inoltrato abusivamente nel fondo del vicino (ovvero per il reato di “ingresso abusivo nell’altrui fondo” ex art. 637 del codice penale), ma riconosciuto colpevole per ingiuria e punito per l’offesa commessa non verbalmente, ma mediante un’espressione del volto. L’uomo era stato, quin- di, condannato ad un risarcimento danni nei confronti del vicino. Senza successo il contadino “linguacciuto” si è rivolto alla Suprema Corte contestando la mancanza di motivazione nella sentenza che lo aveva condannato sull’esistenza degli elementi costitutivi del reato e sostenendo che quel gesto per lui non aveva assolutamente valore offensivo, poiché si trattava solo di una smorfia del viso priva di ogni ulteriore connotazione. La Quinta sezione penale della Cassazione, infatti, con la sentenza n. 48306/ 2009, ha provveduto a con- validare la sentenza emessa dal Giudice di Pace in data 13 Febbraio 2008, spiegando che correttamente la motivazione dei giudici di merito «richiama la testimonianza del diretto destinatario dell’offesa, attestativa della lesione al proprio onore ed indica la stessa fotografia come prova di “sberleffi e linguacce” in pregiudizio dei beni tutelati dall’articolo 594 del codice penale” ed è «esauriente» anche «relativamente alla tensione volitiva che si ritrae dall’immagine e dalla narrativa della persona offesa». Alla luce di tutto ciò, pertanto, anche la semplice smorfia pare essere idonea a incidere sull’onore della vittima, nonché potenzialmente offensiva e lesiva dell’altrui dignità, in quanto ingiuria non verbale palesante disprezzo. Il signor Carlo, quindi, dovrà risarcire il suo vicino di casa poiché è stato statuito che la linguaccia non è una semplice espressione facciale, ma, a detta della Suprema Corte, un gesto che incide sul decoro della vittima, che pertanto merita un risarcimento del danno patito. L’entità della ri- parazione sarà decisa nel corso di una causa civile. Intanto, oltre alla condanna per il reato di ingiuria, il contadino marchigiano dovrà rimborsare le spese processuali sostenute dalla sua controparte per tutti i gradi di giudizio, che ammontano a circa 1.300 euro. Non è la prima volta che la Corte di Cassazione interviene in casi riguardanti la morale, modellando i c.d. “nuovi” limiti dei reati di ingiuria e diffamazione e le nuove frontiere della privacy, suscitando spesso il malcontento popolare. Non resta, però, che adeguarsi al suo dettato e, quindi, sebbene possa anche essere una cosa divertente fare le linguacce, attenti da oggi in poi a fare smorfie e sberleffi, perché potrebbe costarvi caro, addirittura una condanna per ingiuria. Va detto che il tirar fuori la lingua in sè non significa nulla, sono la mimica e, eventualmente, anche la gestualità che l’accompagnano a darle una connotazione in un senso o nell’altro (malizia, divertimento, stanchezza estrema, dileggio, molestia sessuale…) ma, nel dubbio, meglio astenersi! 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 22 Gianesini: Vancouver nel mirino Nei quattro slalom giganti fin qui disputati, la campionessa dei Gallio si è sempre piazzata nelle prime venti. Il prossimo appuntamento è a Maribor in Croazia domenica 17 gennaio. Dopo quattro “giganti” di Coppa del Mondo ed altrettanti piazzamenti fra le prime venti Giulia Gianesini può dirsi soddisfatta e guardare al prossimo specifico impegno, Maribor in Croazia, con la consapevolezza di aver compiuto quel salto di qualità che da tempo da lei ci si attendeva. Non era infatti mai accaduto prima d’ora che la venticinquenne di Gallio andasse a punti con regolarità e, soprattutto, senza cedere al desiderio di strafa- re o rivelarsi vittima dello stress-gara. In lei è evidentemente maturata la consapevolezza di aver raggiunto un buon equilibrio interiore, la sua specializzazione in “gigante” , decisa dai tecnici azzurri a fine stagione scorsa, le ha consentito di curare più in dettaglio la tecnica anche se l’aver ristretto il campo alle sole gare fra le porte larghe presenta dei rischi. Sinora tuttavia quanto deciso sembra premiarla in maniera con- fortante per cui, da fine ottobre in poi, oltre ad essere stabilmente convocata in squadra è riuscita a risalire la “graduatoria casalinga” della specialità ed ora è fra le cinque – sei migliori azzurre di specialità. Legittimo in questo momento e sotto ogni profilo pronosticare una Giulia Gianesini in chiave olimpica. La diretta interessata fa sapere che la prospettiva, pur allettando, non è questione vitale per la sua carriera. Di certo comun- que qualcosa più di un pensierino lo sta facendo ed a ragione. Per staccare il biglietto olimpico ormai mancano solo due gare di “coppa” sulle quali puntare: Maribor, appunto e Cortina d’Ampezzo. La prima è in calendario per domenica 17 gennaio , l’altra per il sabato 23 successivo. Al momento le altre azzurre e Giulia sono in ritiro a Pozza di Fassa. Naturalmente tutte lavorando in prospettiva “ cinque cerchi”. Renato Angonese Sono dell’Unione Sportiva Asiago Sci i migliori atleti veneti nella prima “Nazionale Giovani” Nei giorni 22 e 23 dicembre, in Val Ridanna, località dell’Alto Adige famosa per le sue miniere d’argento ma soprattutto Marco Lobbia per le sue piste da fondo, si è disputata la prima e tanto attesa Nazionale Giovani: gara molto importante vista la presen- za di molti comitati regionali e di conseguenza dei migliori atleti in Italia. L’Unione Sportiva Asiago Sci ha schierato quatro atleti nella categoria Aspiranti maschili e una atleta negli Aspiranti femminili. Nella Gara Maschile, che ha visto alla partenza quasi 100 concorrenti, i nostri hanno ripagato con buoni risultati, anche in vista dei prossimi appuntamenti. Le condiz i o n i m e t e o ro l o g i c h e non erano delle migliori, e le nevicate hanno messo a dura prova sia gli allenatori Carlo Dal Pozzo e Alberto Pertile, che per ambedue le gare hanno fornito degli sci veloci con un’ottima tenuta in salita, che i nos t r i a t l e t i , c o s t re t t i a combattere anche con- tro il tempo oltre che con gli avversari. La gara, una “Gundersen” prevedeva nella prima giornata un prologo di 2,5 km in tecnica classica con partenza a cronometro, e nella seconda 10 km in tecnica classica, partendo con il distacco accumulato il g i o r n o p re c e d e n t e . I l primo giorno, nel prologo da 2,5 km si sono fatti notare fra gli Aspiranti maschili Davide C a n t e l e , diciannovesimo, e Luca Rigoni, ventesimo, e a seguire Marco Lobbia, trentacinquesimo, e And re a Rigoni, cinquanttotesimo. Fra le Aspiranti femminili ha chiuso in ventottesima posizione Roberta Forte. Molto più impegnativa la gara della seconda gior- Davide Cantele nata, sia dal punto di vista fisico che psicologico, vista la lunga durata. I quattro migliori piazzamenti veneti sono stati conseguiti dagli atleti dell’U.S.Asiago Sci: Luca Rigoni ha conquistato la quattordicesima posizione, seguito da Marco Lobbia risalito fino alla diciannovesima posizione, da Davide Cantele, ventiduesimo, e Andrea Rigoni, quarantunesimo. Luca Rigoni SABATO 9 GENNAIO GPL Live SABATO 16 GENNAIO SISMICA SABATO 23 GENNAIO 3D SABATO 30 GENNAIO BANDICJO Andrea Rigoni Buona rimonta anche da parte di Roberta Forte per le Aspiranti femminili, risalita alla ventitreesima posizione. Grande l’entusiasmo in casa dell’U.S.Asiago Sci, dopo la trasferta alquanto positiva, che lascia ben sperare per i “Campionati Italiani Aspiranti” che si svolgeranno dal 7 al 10 gennaio nel capoluogo valdostano. Morena Turetta 8 l’Altopiano Sabato 9 gennaio 2010 www.giornalealtopiano.it 23 Lo sport alla radio Massimo Rigoni, da oltre 11 anni, è la voce che racconta ai microfoni ciò che succede sul ghiaccio “Devo il mio esordio a Piero Brazzale”. Tante le emozioni, belle e brutte, vissute e raccontate. L’emozione non ha voce. E’ il titolo di un celebre brano cantato da Adriano Celentano. Ma nell’hockey, ormai da una decina d’anni, l’emozione ha una voce ben precisa. Ed è quella di Massimo Rigoni, uno di quelli del pool radiofonico de “Tutto l’hockey minuto per minuto”, uno di quelli a cui ti aggrappi quando per qualsiasi ragione non puoi seguire la tua squadra del cuore. Un servizio, quello offerto dal pool, davvero prezioso per molte persone (addetti ai lavori inclusi), anzi unico, perché d’accordo che nell’era di internet si può trovare sempre un aggiornamento in tempo reale, ma vuoi mettere vivere la partita attraverso le emozioni di chi la racconta alla radio? La prima volta. Il debutto “on air” di Massimo Rigoni risale alla stagione 1998/99, quella dell’ultima edizione dell’Alpenliga. « La passione per l’hockey era sbocciata molti anni prima – racconta – ed assieme a Claudia, mia moglie, andavamo regolarmente allo stadio. Ero un tifoso “normale”, un abbonato. Poi, però, Piero Brazzale, che ancora oggi non so se ringraziare o maledire (e qui il protagonista sorride, ndr), all’epoca lavorava per Radio Asiago e mi coinvolse direttamente. Ricordo che quando l’Asiago giocava in trasferta preparavo gli aggiornamenti scritti delle altre partite in programma. Una sera, però, Piero, a tradimento, mi aprì il microfono, costringendomi a leggere in diretta i risultati. Tremavo all’idea e, infatti, in pochi secondi arrivò il primo strafalcione: dissi Olimpia Lusiana anziché Lubiana. Da quel momento in poi Piero iniziò a ritagliarmi sempre più spazio: negli intervalli delle partite casalinghe mi intrufolavo in onda e facevo il punto sulla serie A2 Massino Rigoni (a destra) e Andrea Benetti (allora c’era anche l’Amatori Asiago, ndr). Il 19 dicembre del 1998 ci fu il mio esordio come spalla di Luca Pangrazio, che nell’ultimo incontro dei playoff di quella stessa stagione mi lasciò con Cesare Pivotto perché lui era in “sciopero” (e giù un’altra risatina, ndr) per protestare contro l’operato degli arbitri nella serie contro il Vipiteno ». Amicizia. La radio per Massimo Rigoni è stata un’opportunità di trasformare una passione in lavoro, ma anche l’occasione di allacciare e vivere intensi rapporti di amicizia. « In quegli anni – prosegue – il gruppo che guidava la radio era assolutamente speciale. Con Piero, Samantha, Guido avevamo creato il giusto amalgama. E poi ho conosciuto Paolo (Scaggiari). Con lui si era instaurato fin da subito un feeling eccezionale, ad un certo punto passavo più tempo con lui che con mia moglie (e sorride, ndr). Due stagioni fantastiche, all’insegna del divertimento, dall’anno dei record e di quell’incredibile finale persa con il Bolzano a quello in cui finalmente arrivò l’agognato scudetto. Impossibile dimenticare Paolo, aveva una passione contagiosa per l’hockey e qualche volta non riusciva proprio ad arginarla, come in occasione dell’interminabile gara tre della finale 2001, quando eravamo ad un passo dal titolo. Durante i rigori gli scappò un’espressione un tantino sopra le righe e dallo studio Guido gli disse “Paolino, mi raccomando…”. E che dire poi di quella volta che l’Asiago giocava in diretta tv a Milano? C’era brutto tempo, traffico e pure poca voglia di mettersi in viaggio. E allora Paolo e Luca (Pangrazio), che erano tranquillamente a Massimo Rigoni in postazione (nel cerchio) Camporovere, improvvisarono una finta diretta dall’Agorà. Ricordo che alla fine dissi loro “Grazie ragazzi e mi raccomando ora andate piano, c’è nebbia!”. Grande fu poi l’emozione quando con lui e Cesare (Pivotto) andammo sul palco per la festa scudetto. Indimenticabile ». Ricordi di un’amicizia vera e sincera, che, nonostante la prematura scomparsa di Paolo a pochi mesi di distanza dal quel giorno tanto atteso, Massimo porta ancora con sé. Solista. Dalla stagione successiva, dopo un’iniziale esperienza con il nipote Andrea Benetti ed anche con Cesare Pivotto, Massimo Rigoni inizia a “ballare da solo”, complice la rinascita del pool delle emittenti radiofoniche. Un gruppo di giornalisti, appassionati professionisti che da anni fa vivere in diretta l’hockey. « Il pool esiste soprattutto grazie al lavoro di Mirko Mezzacasa, storica voce dell’Alleghe, che rappresenta un po’ l’anima di questa nostra realtà. E’ lui che si occupa di tenere i rapporti con la Lega Hockey e di “rompere” quando serve. E’ indispensabile. Personalmente ho un buon rapporto con tutti i colleghi, ci sentiamo regolarmente e ci diamo dei consigli a vicenda. Tra questi merita una menzione particolare Mauro Keller, un professionista serio e che stimo. Tratta tutti allo stesso modo e ci coordina alla perfezione durante le dirette, rendendo più semplice il nostro lavoro e pure quello dell’ascoltatore ». Massimo negli anni è diventato sempre più padrone del mezzo, come si dice, passando attraverso stagioni vissute intensamente sognando un bis tricolore (poi non verificatosi) ed altre trascorse sperando che finisse tutto il prima possibile, ricevendo anche critiche, francamente gratuite ed ingenerose, per il suo operato e per il suo modo di essere, finendo per essere accusato di scarso “patriottismo” e di aver provocato addirittura un calo nel flusso di pubblico allo stadio. “Potere” dei media. « E’ capitato – conferma – ma ormai è trascorso parecchio tempo. Cerco solo di essere il più obiettivo possibile, senza esaltare eccessivamente quando le cose vanno bene e senza buttar giù tutto e tutti quando avviene il contrario. Ho cercato, e tuttora cerco, semplicemente l’equilibrio ». Emozioni. Ma a volte, si sa, le emozioni hanno il sopravvento, come quella volta a Bassano del Grappa (era il 15 gennaio 2006), quando gli Asiago Vipers, formazione di hockey inline, vinsero per la prima volta la Coppa dei Campioni. Per chi c’era, un’emozione unica, irripetibile. Per chi non c’era e l’ha ascoltata alla radio, pure. « Sicuramente la più forte emozione che abbia mai provato facendo questo lavoro. Lo scudetto sul ghiaccio fu indimenticabile per l’atmosfera che si respirava in quei giorni ed anche per il gruppo di lavoro che aveva seguito e ringraziarli personalmente per il loro lavoro. Episodi così sono il più bel riconoscimento per quello che stai facendo ». Futuro. E un po’ di maggior considerazione, ma non solo, è quello che Massimo Rigoni auspica per il futuro del pool e della radio stessa. « Dietro c’è un grande impegno – spiega – anche se spesso non viene riconosciuto fino in fondo e di questo sono dispiaciuto. L’hockey e la radio hanno percorso gli ultimi trent’anni insieme, ricordo ancora le prime radiocronache di Cesare Foto Paolo Basso Pivotto, senza poi dimenl’intera annata sportiva, ticare i vari Paolo Finco, Dama la vittoria dei Vipers niele Busa e gli altri colleghi resta una cosa a sé ». Mo- che si sono alternati in seguimenti felici, ma purtroppo to. E’ stata una grande soddianche momenti terribili. « sfazione rimettere in piedi RaGià, all’inizio del campio- dio Asiago e lo abbiamo fatto nato 2007/08 dover an- anche attraverso lo sport e nunciare in diretta la scom- l’hockey in primis. La trasmisparsa di Darcy Robinson fu sione “Tutto l’hockey minuto tremendo. Non so neppure per minuto” è quella più ascolche cosa ho detto ». tata in streaming sul nostro sito Emozioni che, comunque, internet. Grazie alle nuove tecvarcano anche la balaustra, nologie di cui ora disponiacome qualche giorno fa, il 28 mo si possono realizzare semdicembre, quando in occasio- pre più cose ed è per questo ne del derby Asiago-Alleghe che spero di poter incremennel corso di una pausa tra un tare lo spazio sportivo all’intempo e l’altro Massimo è terno del nostro palinsesto, ma stato avvicinato da una tifo- servirebbero anche nuove sa bellunese, Claudia, venu- voci. Mi piacerebbe che qualta all’Odegar con un piccolo che giovane si avvicinasse al regalo per lui. « E’ una ra- mondo della radio, un po’ gazza che sfortunatamen- come era accaduto per me, e te ha dei problemi alla vi- magari riuscire a ricreare quel sta e che sta facendo il giro gruppo di qualche anno fa ». dei campi per conoscere L’emozione, dunque, cerca altutti i radiocronisti del pool tre voci. Stefano Angonese 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 24 Hockey su ghiaccio L’uscita di scena di Andrea Rodeghiero SPORT Nel roster di quest’Asiago che viaggia nei quartieri alti della classifica con ambizioni importanti non abbiamo più trovato un nome importante, quello di un ragazzo asiaghese, serio e diligente, che avrebbe potuto e saputo certamente far valere le sue qualità, di giocatore e di uomo. Sto parlando di Andrea Rodeghiero, per molti ormai da anni il “Buci”, ragazzo caparbio e volonteroso che aveva tenacemente <tenuto duro> nei momenti bui e nei recenti anni duri (per la squadra ma anche per gli infortuni, superati con carattere e determinazione) e che ora, per certi versi inspiegabilmente, non è più là a raccogliere i frutti della sua pazienza e della sua passio- “Perché quest’anno non ho giocato: prima vengono cose più importanti, come famiglia e lavoro, e quando non si riesce a conciliare, allora devi saper fare delle scelte, anche se difficili” ne. Proprio con lui vogliamo chiarire il perché di questa sua <uscita di scena>, anche per fare chiarezza sulle solite voci più o meno documentate che girano. “Sono felice di poter spiegare perché non indosso più quella maglia che tanto amo e non gioco più quello sport che ho da sempre nel cuore – esordisce Andrea con molta serenità ma con altrettanta determinazione – Non è stato perché non mi ero preparato bene, non è stato nemmeno perché ho avuto dissidi o contrasti con la società o con i compagni. E’ stata semplicemente (aggettivo difficile da non far stridere col mio stato d’animo) una scelta di vita. Soffer- ta, difficile, ponderata più e più volte, un boccone duro da mandare giù, ma inevitabile. Perché? Perché oggi come oggi l’hockey, quello con cui ci si deve confrontare, è uno sport che richiede professionalità massima, se vuoi (come vuole l’Asiago) fare il salto di qualità ed essere importante; richiede di fatto una dedizione a 360 gradi, un impegno totale, full-time o quasi, un allenamento costante e meticoloso. Io tutto questo sapevo di non poterlo fare. Ma non per pigrizia, o per stanchezza, o per una passione affievolita. No! Perché la mia situazione, personale e familiare, non me lo permette. Ho un lavoro a cui, per quanto Lucio (Frigo) sia un <capo> comprensivo e che mi avrebbe dato ancora come in passato la massima disponibilità, non posso approcciarmi con saltuarietà e senza la necessaria presenza anche in momenti, come questi, in cui coinciderebbero ritmi serrati sia per lo sport che per il lavoro. Poi ho una nonna di 86 anni che ha solo me, ormai, ed alla quale sono molto legato; cosa direbbe se improvvisamente non mi vedesse più con la stessa frequenza e costanza di adesso? Si sentirebbe tradita ed abbandonata; ed io le voglio troppo bene per farle questo”. Può bastare, credo, come motivazione, gli dico. “Dopo tanti anni di duro lavoro è stato ed è difficile soffocare passione per questo sport ed orgoglio personale (tant’è che quest’anno non è ancora venuto a vedere una partita, ndr); avrei potuto cercare di ritagliarmi un posticino, facendo quello che potevo, ma non mi sembrava giusto. Non mi sembrava giusto per gli altri, i compagni, e nemmeno per me stesso. Come avrei potuto entrare in campo con evidenti carenze di preparazione? Fare figuracce non rientra nel mio stile ed è stato più giusto fare così. Ma non ho ancora abbandonato del tutto l’idea di tornare, dopo una decina d’anni di attività, anche se lo spiraglio è proprio piccolo piccolo. Mi hanno fatto piacere le molte testimonianze di affetto che ho ricevuto, le molte persone che sono venute qui in ufficio o che ho trovato per strada che mi hanno invitato a non mollare. Sono rimasto l’unico della mia <generazione>, del mio gruppo e questo, assieme all’affetto di compagni, dirigenti e tifosi, ha reso la mia scelta ancor più difficile; non sono più venuto allo stadio proprio per questo: amo troppo quella maglia e mi fa troppo male l’idea di vedere gli altri scendere in campo e di guardarli dalla tribuna”. “Ma – conclude Andrea – sono anche orgoglioso di questa mi a scelta, fatta con serietà e serenità, soprattutto mettendo in pratica una scala di valori e delle priorità che ritengo importantissime, fondamentali nella mia vita; prima di tutto famiglia ed affetti, poi il lavoro e poi, se ci sono condizioni e spazio, le passioni. Sì, perché l’hockey, si sa, non è un lavoro e non ti dà da vivere”. Bravo, Andrea, anche se allo stadio ti vogliamo rivedere, comunque, presto! Cesare Pivotto Pattinaggio su ghiaccio Fabris e Stefani: europei per due Gli altopianesi in gara in Norvegia. Si corre su quattro distanze: 500, 1500, 5mila e 10 mila e vince chi totalizza il miglior punteggio complessivo ovvero il pattinatore più completo. In termini di “lame” e velocità su ghiaccio, il 2010 apre il proprio scenario internazionale sabato 9 gennnaio con gli “europei”. La data non rappresenta una novità in quanto, giusto dodici mesi addietro, ad Heerenveen in Olanda si scese in pista per lo stesso titolo continentale, in questo weekend sarà la “Vikingskipet” di Hamar ad accogliere sotto le sue volte, a forma di chiglia di nave vichinga rovesciata, i migliori specialisti europei. In Norvegia saranno presenti anche Enrico Fabris e Luca Stefani. A completare la squadra azzurra il trentino Matteo Anesi. La manifestazione non prevede la staffetta, essendo riservata alle gare individuali, per cui ciascuno correrà per sé. Con quali prospettive i due altopianesi sbarcano in Norvegia? Di sicuro la loro forma è migliorata rispetto a qualche settimana fa tanto che nelle ultime gare di Coppa del Mondo si sono fatti rispettare a suon di record italiani e personali senza contare la vittoria in “coppa” di Enrico Fabris. Gli “europei” sono tuttavia un altro tipo di gara. Nello specifico si corre su quattro distanze: 500, 1500, 5mila e 10 mila e vince chi totalizza il miglior punteggio complessivo ovvero il pattinatore più completo o comunque il più forte sulle distanze a lui congeniali. Di sicuro bisogna star bene perché tutto si gioca, senza possibilità di recuperi, in un giorno e poco più. L’ultimo test sostenuto dai due portacolori nostrani domenica 3 gennaio a Collalbo è soltanto indicativo. Troppo diverse le condizioni di gara rispetto alle piste coperte unite anche alla necessità di non rischiare sul piano fisico data la bassa temperatura che l’altopiano bolzanino faceva segnare. In Norvegia saranno senz’altro gli olandesi, Sven Kramer in primis, gli uomini da battere, ma non bisogna dimenticarsi del duo di casa Bokko-Godrum, del russo Igor Skobrev abituale compagno di allenamenti degli azzurri, di qualche altra individualità scandinava o polacca. Entrambi dunque hanno di che guardarsi. Certo Enrico Fabris può puntare al podio finale. Ne ha i mezzi e, sulla stessa posta, quattro anni fa, vinse facendosi conoscere al grande pubblico mentre Luca Stefani è in grado di farsi valere soprattutto nelle distanze medio-lunghe. Comunque entrambi se la giocano e non può essere altrimenti. A Vancouver ormai manca poco per cui temporeggiare non serve. In ogni caso, al rientro, si troveranno a lottare faccia a faccia perché mercoledì 13 e giovedì 14 gennaio a Baselga di Pinè sarà tempo di Campionati Italiani “all-round” altra tappa di avvicinamento ai “giochi” canadesi. Renato Angonese 8 l’Altopiano Sabato 9 gennaio 2010 www.giornalealtopiano.it 25 Foto di Carlo Dal Sasso Nuovo anno, vecchia storia Anche nel 2010 la Rigoni di Asiago Vipers sarà la squadra da battere Smaltite le “fatiche” delle festività, l’hockey inline riprende a far scorrere le otto ruote. Nel weekend del 9 e 10 gennaio, infatti, tutti i campionati nazionali tornano a pieno regime ed in Serie A1 è tempo di prima giornata del girone di ritorno. Lasciato vacante il titolo di campione d’inverno, non senza qualche malumore per il mancato recupero in tempi accettabili degli incontri Civitavecchia-Asiago ed ArezzoCivitavecchia, l’anno nuovo inizia con la solita, vecchia storia: una squadra, la Rigoni di Asiago Vipers, candidata anche nel 2010 ad essere la squadra da battere. Il campionato riparte con un turno che non dovrebbe creare scompiglio nella parte alta della graduatoria, con Edera Trieste (24 punti), Rigoni di Asiago Vipers (22) ed il sorprendente Civitavecchia (20), unica formazione ancora imbattuta, impegnati in turni sulla carta favorevoli, rispettivamente con Monleale (fuori casa), Torino (in casa) e Modena (fuori casa). Giù dal podio, con il Vicenza (17 punti) fermo per il turno di riposo, attenzione allo scontro in ottica playoff tra Ferrara (16 punti) e Milano 24 (13 punti); chiude il programma Polet Trieste-Arezzo, con i toscani che puntano al blitz per volare al quarto posto. Pronte a rimettersi in moto anche le formazioni altopianesi impegnate CALCIO 3^ CATEGORIA Per Asiago e GLC periodo chiave. Domenica 10 gennaio 2010, meteo permettendo, il pallone tornerà a rotolare su tutti i campi della provincia. Il primo appuntamento del nuovo anno coincide con l’ultimo del girone di andata. Le squadre, andate in vacanza in anticipo a causa della neve che ha fatto scivolare il 14° turno al 21 febbraio prossimo (data prescelta per il recupero), sono ormai lontane dal ritmo-partita da quasi un Il 21 febbraio si recupera il 14° turno mese e quindi la ripresa sarà particolarmente delicata. In terza categoria si riparte con le due nostre formazioni che si presentano con posizioni di classifica e morale ben diversi: nel girone “B” l’Asiago, attualmente al quarto posto, è atteso da un periodo-chiave, come più volte rimarcato dal presidente giallorosso Federico Longhini. Si inizia con l’Arsiero (10 gennaio) e si prosegue con gli scontri diretti con Silva 1950 e Union Centrale Thiene. Punti pesanti in ottica playoff. Se ad Asiago c’è l’obiettivo di reggere il passo dei primi mesi e confermarsi tra le migliori del girone, in casa GLC Soccer Team si spera che il nuovo anno possa, finalmente, far regi- strare un netto cambio di marcia nel rendimento, fin qui minato dalla discontinuità. La formazione di Baù langue nelle retrovie del girone bassanese con un magro bottino di 9 punti in 13 incontri. Si riparte dalla sfida interna con il Real Stroppari. A seguire ci saranno quelle con Tezze Brenta e Facca. Tre appuntamenti per riprendere quota. Stefano ANgonese nel campionato di Serie B. Al rientro ci sarà subito la sfida per la leadership del girone “C” tra le Aquile Bassano e gli Asiago Vipers, le uniche due formazioni a punteggio pieno dopo le prime due giornate. In calendario anche un altro derby, quello tra gli Asiago Black Vipers ed i Diavoli Vicenza. Stefano Angonese Buon successo per il Torneo di Freccette al Portego di Gallio, a breve previsto il bis Lo scorso 13 dicembre a Gallio, al bar “Al Portego” si è svolto un entusiasmante torneo di freccette, con un buon numero di partecipanti, che ha reso la gara interessante e divertente, dato che, oltre al “singolo”, si è svolto anche il torneo di “doppio”: in ambedue i casi si è giocato con chiusura M.O. Iniziato alle 15,30 del pomeriggio, si è protratto fino alle 20,00 della sera con sfide veramente di buon livello tecnico e agonistico, vedendo alla fine primeggiare Paolo D’Urso nel singolo (con una finale giocata in maniera impeccabile) e la coppia Leandro Scaggiari- Paolo Lovato nel doppio. Il torneo si è concluso con la premiazione e il brindisi finale. Vista la buona riuscita della manifestazione e grazia anche alla spinta dei “freccettisti” presenti e non, entro questo mese di gennaio o al massimo febbraio (comunque prima dell’inizio dei Campionati Provinciali ) “Gas”, com’è amichevolmente chiamato dagli avventori il titolare del locale, ha già pensato di riproporre il torneo. Classifica torneo singolo: 1° Paolo D’Urso - 2° Paolo Lovato 3° Leandro Scaggiari. Classifica prima categoria girone “C”. Mussolente punti 33; Pove 27; Scledum ed Azzurra Sandrigo 22; Borso Sant’Eusebio e Canove 21; Alto Astico 19; Malo e Sarcedo 18; Summania 17; Carmenta, S. Fortunato e Travettore 16; Dueville 15; Poleo Aste 7; Isola 4. * tutte le squadre hanno una partita in meno Prossimo turno. domenica 10 gennaio (ore 14.30) MaloCanove. Le classifiche. Girone “B”: Molina punti 29; Galvanauto 28; Silva 1950 25; Asiago e Cogollo 23; S. Paolo 22; Novoledo Villaverla e Monte di Malo 21; U.C. Thiene 20; Siggi Schio 17; Valli e Faizanè 15; Arsiero 13; Zugliano 9; Giavenale 2; Rozzampia 1. * tutte le squadre hanno una partita in meno Girone Bassano: Eurocalcio punti 39; Cresole 80 ed Aurora S. Giuseppe 29; Villaggio S. Lazzaro 26; Virtus Colceresa 23; Real Stroppari 19; Arsenal Cusinati e Pall. Vigardolo 17; S. Pietro Rosà 15; Tezze Brenta e Facca 14; Montecchio Precalcino 12; Fellette e GLC 9; SST e Marchesane 7. * tutte le squadre hanno una partita in meno Prossimo turno. Girone “B”: domenica 10 gennaio (ore 14.30) Arsiero-Asiago. Girone “Bassano”: domenica 10 gennaio (ore 14.30) GLC-Real Stroppari. Nota: le gare delle formazioni altopianesi potrebbero subire variazioni di luogo. Classifica torneo doppio: 1° posto Scaggiari-Lovato - 2° Stefani-Pertile - 3° Baù-Frison 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano La razionalizzazione della rete scolastica Questo Decreto risale a parecchi anni fa, quando da un’indagine promossa dal Ministero dell’istruzione risultò che nel nostro paese certe Istituzioni scolastiche erano fortemente sottodimensionate rispetto agli alunni che le frequentavano, sia per quanto riguarda le scuole elementari sia per le scuole medie. Successivamente venne promulgato un secondo Decreto di accorpamento fra le scuole elementari e le scuole medie con l’istituzione degli Istituti comprensivi, possibilmente ubicati nello stesso edificio ivi comprese le scuole per l’infanzia. Per quanto riguarda il nostro Altopiano, sopravvivono ancora molte piccole scuole sottodimensionate e sarebbe proprio il caso di cominciare a ragionare, là dove è possibile e dove i disagi dei trasporti non sono difficoltosi, di mettere insieme le piccole scuole. In qualità di Dirigente scolastico per molti anni, ho sempre sostenuto che le piccole scuole con pochi alunni sono povere di contenuti, poiché non favoriscono la socializzazione fra gli alunni e ne soffre sicuramente la qualità del servizio scolastico per l’inevitabile presenza delle pluriclassi. Ho fatto in modo ad esempio che le due scuole elementari e materne di Sasso e Stoccareddo, pur appartenendo a due Comuni diversi, trovassero una soluzione in questo senso. Infatti dopo una serie di riunioni con la presenza delle rispettive Amministrazioni comunali, siamo riusciti a portare a termine una soluzione che si è poi rivelata più che positiva: gli alunni della scuola elementare di Sasso hanno iniziato a frequentare la scuola di Stoccareddo tra l’altro ben restaurata, mentre invece i bambini della scuola materna di Stoccareddo venivano trasportati presso la scuola sta- tale dell’infanzia di Sasso, istituita parecchi anni orsono e garante di un servizio di qualità, data la presenza di insegnanti di ruolo e professionalizzati. Mi risulta che da qualche tempo si sta discutendo sull’ipotesi di un accorpamento della scuola elementare di Rotzo a Roana e dei bambini della scuola materna di Roana e Mezzaselva alla scuola dell’infanzia statale di Rotzo, atteso che molti di loro già da parecchi anni frequentano questa scuola per libera scelta dei genitori. Le Amministrazioni comunali di Rotzo e di Roana hanno una ruolo determinante nel favorire questa soluzione, sicuramente più efficiente dal punto di vista didattico e organizzativo. Inoltre c’è da considerare che la distanza fra Rotzo e Roana è di 5/6 km circa e che il disagio è assolutamente inesistente. Vediamo come stanno i numeri della popolazione scolastica di Rotzo e della frazione di Roana: a Rotzo frequentano la scuola elementare 21 alunni e 34 frequentano la scuola elementare di Roana per un totale di 65 alunni. La scuola dell’infanzia di Rotzo conta una quindicina di bambini, ai quali andrebbero ad aggiungersi quelli provenienti dal Roana e Mezzaselva con la possibilità di istituire una seconda Sezione con 4 insegnanti, 2 per ogni sezione. Gli insegnanti in servizio presso la scuola elementare di Rotzo e di Roana sono complessivamente una decina, ai quali credo vanno ad aggiungersi per le ore previste gli insegnanti di religione e di lingua inglese. Con 65 alunni ne risulterebbero 5 monoclassi di 12/13 bambini per classe, classi quindi discretamente dimensionate anche se sotto alla media. Il servizio scolastico al di qua del ponte di Roana potrebbe considerarsi sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo più che positivo, data anche la presenza di una scuola media a Mezzaselva, che riceve gli alunni di Rotzo, Mezzaselva e della frazione di Roana. Ribadisco che mettere insieme i bambini provenienti da diverse realtà significherebbe favorire una maggiore socializzazione, scambio di esperienze, e il vantaggio maggiore si rifletterebbe nello sviluppo della comunicazione e del linguaggio, assai povero nelle microscuole. Mi auguro pertanto che prevalga il buon senso e che vengano lasciate perdere certe posizioni campaniliste, che non hanno più ragione di essere in una società del terzo millennio, che richiede maggiore capacità di rapportarsi con gli altri, di relazionare, di comunicare, ecc, nonché maggiori abilità e competenze a tutti i livelli. C’è altresì da considerare che mettere insieme alunni provenienti da paesi diversi ma viciniori, potrebbe rivelarsi un efficace strumento non solo di socializzazione, ma anche per maturare una comune consapevolezza di appartenenza, superando i vecchi campanilismi, che ancora sopravvivono nella mentalità delle persone adulte e anche nelle pubbliche Istituzioni. Edoardo dr. Sartori Ex Dirigente scolastico www.giornalealtopiano.it 26 “Asiago, città da dimenticare!” Mi preme attirare l’attenzione dei lettori sull’accoglienza dei turisti stranieri ad Asiago. Arrivati dalla Francia durante l’estate, verso le 9 del mattino, siamo finalmente riusciti a parcheggiare l’auto in Piazza Carli, all’altezza del civico 46. Abbiamo scrupolosamente esposto il disco orario, come era indicato da un cartello a pochi metri di distanza, senza immaginare per un attimo che il posto da noi occupato risultava a pagamento, come poi invece ci ha fatto notare una vigilessa al nostro ritorno alla macchina, consegnandoci una multa di 38 euro. Ovviamente non c’era da discutere. Ci è sembrato però strano che, sullo stesso lato della strada, alcuni posti siano a pagamento e altri a disco orario: un ottimo trucco per multare l’automobilista di passaggio, meglio ancora se straniero? Non ci è mai capitato durante i nostri numerosi viaggi in auto, fra i quali tantissimi in Italia, di essere ingannati in quel modo. Aggiungo che, trovando chiuso l’Ufficio turistico, malgrado l’orario indicato, abbiamo girato nei corridoi del Comune deserto, accolti solo da una bella scultura di Mario Rigoni Stern a cui abbiamo reso omaggio. Un uomo da ricordare in una città da dimenticare? Ci sono città in cui, prima di multare informano gli stranieri sull’infrazione commessa. Abbiamo perciò lasciato Asiago al più presto senza fare gli acquisti previsti (più di 38 euro, sicuramente…). Abbiamo invito questa lettera in Comune con tanti auguri di Buon Natale, Il prossimo viaggio lo faremo senz’altro in Italia, ma non ad Asiago!. Madame Mermet Malon (Francia) Nella Chiesa Parrocchiale di Cesuna domenica 10 gennaio Irene Panozzo riceverà il Santo Battesimo per la gioia dei suoi genitori Federico ed Eva Frigo. La piccola è la mascotte del Forte Corbin, dove per la sua nascita è stato appeso un enorme fiocco rosa. Il nome della bimba significa “PACE” e il suo arrivo è un augurio per il futuro, tanto più significativo visto il luogo in cui è stato festeggiato. In questo giorno importante in cui riceve il suo Primo Sacramento, si stringono attorno a lei i nonni Costan- za e Severino, Carla e Nereo con gli zii Ilaria e Simone. Il Giornale pubblica le Vostre lettere! Inviatele a: Giornale dell’Altopiano e-mail: [email protected] Per favorire il lavoro della redazione sarebbe preferibile riceverle via posta elettronica. Dalle ore 8.45 di sabato 9 alle ore 8.45 di sabato 16 gennaio: ASIAGO: Farmacia Rossi del dr. Adelchi Zuccato – Viale Matteotti Dalle ore 8.45 di sabato 16 alle ore 8.45 di sabato 23 gennaio: CANOVE: Farmacia del dr. Leonardo Bosio – Via Roma CONCO: Farmacia della dr.ssa Monica Federici – Piazza S. Marco E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo: Domenica 10 gennaio ASIAGO: Q8 – Località Mosele FOZA: TOTAL – Via Lazzaretti Domenica 17 gennaio ENEGO: SHELL – Via Roma Via Monte Sisemol n.9 36012 Asiago Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o non accettare eventuali testi di cattivo gusto. AlmanaccoSabato per9 15 giorni gennaio 2010 8 l’Altopiano a cura i Giovanni Dalle Fusine www.giornalealtopiano.it 27 Da sabato 9 a venerdì 22 gennaio 2010 Il 9 gennaio è il 9° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 356 giorni alla fine del 2010. Il sole sorge alle 8.04 e tramonta alle 16.51 Sabato 9 gennaio S. Giuliano martire Domenica 10 S. Aldo Lunedì 11 S. Igino Martedì 12 S. Modesto Mercoledì 13 S. Ilario Giovedì 14 SS. Felice e Bianca Venerdì 15 S. Mauro Sabato16 S. Marcello Domenica 17 S. Antonio abate Lunedì 18 S. Liberata Martedì 19 S. Mario Mercoledì 20 S. Sebastiano Giovedì 21 S. Agnese Venerdì 22 S. Vincenzo Succedeva 80 anni fa. Nel 1930 fu costruita in Val Maddarello la pista di discesa in cinque settori, della lunghezza di 540 metri, con dislivello di circa 100 metri. Questa era una novità che ben si adattava per gare con molti concorrenti. Su questa pista le gare erano per eliminatorie a batteria, semifinali e finali, molto interessanti e spettacolari. Durante l’inverno si fece una gara di salto ed una di discesa a carattere nazionale, con buoni progressi degli atleti di Asiago. A queste gare assistettero Italo Balbo e l’onorevole Turati. Un santo per volta: San Giuliano martire. Etimologia: deriva dal latino Julianus, diffuso cognome romano e significa “che appartiene alla famiglia Julia”. L’onomastico ricorre il 9 gennaio in memoria di San Giuliano detto “Ospedaliere”, martire in Antiochia. Patrono di Macerata, dei viaggiatori, pellegrini; pescivendoli, osti e degli albergatori è particolarmente venerato in Belgio, Spagna ed in Sicilia, viene, in alcuni luoghi commemorato il 31 agosto e in altri il 29 gennaio. La Chiesa ricorda ancora: un martire il 7 gennaio; un altro martire con Massimiano a Beauvais, in Francia, l’8 gennaio; un santo eremita, detto “saba”, della Mesopotamia il 17 gennaio; un vescovo di Mans e due martiri con lo stesso nome, il 27 gennaio; un altro, vescovo di Spagna, il 28 gennaio; con lo stesso nome, nel mese di febbraio, vengono ricordati altri santi e martiri nei giorni 12, 13, 16, 17, 19 e 24. Il giorno 27 si ricorda un martire che viene invocato contro la podagra. In marzo i giorni dedicati alla venerazione sono l’8, 16 e 23. Un martire in Africa il 22 maggio; il 23 ricorda un santo di Norvik che è patrono dei conciatori di pelle. I giorni 5 e 9 giugno ricordano rispettivamente un martire ed un monaco mentre il 22 un nativo di Eliopoli, detto “dell’Istria”, patrono di macerata e di Rimini. Luglio dedica al santo i giorni 18 e 20. Il 7, 9, 12, 25 agosto sono i giorni di venerazione ed il 28 ricorda un martire nell’Alvernia, patrono di Sambuco che si invoca per guarire dalla flebite. Settembre dedica a San Giuliano il giorno 2, il 4 in ricordo del martire di Brioude, soldato romano nato a Vienne, patrono dei canonici, ed il 13 a un altro martire. In ottobre un martire di Alessandria è ricordato il giorno 30. Un prete di Terracina il giorno 1° novembre ed il beato, vescovo della Siria, il 9 dicembre. Il Santo di Palermo, vissuto nel XV secolo viene onorato il 3 ottobre. 2010, Anno internazionale della biodiversità. Il 2010 sarà l’Anno internazionale della biodiversità (International year of biodiversity, Iyb), proclamato dalle Nazioni Unite. In tutto il mondo saranno organizzati eventi, incontri e manifestazioni per sensibilizzare i decisori politici e l’opinione pubblica sul tema della perdita di biodiversità, che sta drammaticamente impoverendo (dal punto di vista ambientale ma anche economico) il Pianeta. Tutte le iniziative culmineranno nella decima Conferenza delle parti della Cbd (Convenzione sulla diversità biologica), un trattato internazionale adottato nel 1992 per arginare l’erosione della biodiversità. Il summit è in programma a Nagoya, in Giappone, dove i rappresentanti dei governi faranno il bilancio dei risultati (scarsi, per la verità) raggiunti finora e cercheranno di darsi nuovi e più stringenti obiettivi per fermare l’estinzione delle specie. Il dolce con le noci, ingredienti: 240 gr di farina bianca, 3 uova, 150 gr di zucchero, 100 gr di noci, 100 gr di uva passa, 100 gr di cioccolato fondente, 80 gr di burro, 1 bustina di lievito per dolci, la buccia grattugiata di un limone, 2 cucchiai di rum o brandy, 1 busta di zucchero a velo. Ricetta: ammollare l’uvetta nel liquore. Fare a pezzettini il cioccolato fondente. Dividere le chiare d’uovo dai tuorli: montare a neve le chiare e mettere i tuorli in una terrina. Lavorare a lungo i tuorli con il burro e lo zucchero. Incorporare, continuando a mescolare, le noci macinate, la buccia di limone, il cioccolato a pezzettini e l’uvetta ben scolata dal liquore. Aggiungere quindi la farina mescolata al lievito, alternandola a cucchiaiate di chiare montate a neve. Versare il composto in uno stampo da plum-cake imburrato e infarinato leggermente. Cuocere in forno a 180° per 40/60 minuti. Aspettare che sia freddo prima di toglierlo dallo stampo. Servirlo cosparso di zucchero a velo. Frasi celebri: (C. J. de Ligne) Ci sono due specie di sciocchi: quelli che non dubitano di niente e quelli che dubitano di tutto. (F. Nietzsche) Gli uomini invidiosi dal fiuto più sottile cercano di non conoscere troppo il loro rivale per potersi sentire superiori a lui. (G. C. Lichtenberg) Ci sono molti uomini che leggono per non dover pensare. (G. C. Lichtenberg) Il libro che meriterebbe per primo al mondo di essere proibito sarebbe il catalogo dei libri proibiti. (G. C. Lichtenberg) L’americano che per primo scoprì Colombo fece una brutta scoperta. (J. W. Goethe) E’meglio lasciare che accadano ingiustizie, piuttosto che rimuoverle commettendo illegalità. (L. de Clapiers de Vauvenargues) Talvolta amiamo anche le lodi che non crediamo sincere. (L. de Clapiers de Vauvenargues) Sappiamo più cose inutili di quante ne ignoriamo necessarie. (L. de Clapiers de Vauvenargues) Le cose che sappiamo meglio sono quelle che non abbiamo mai imparato. (L. de Clapiers de Vauvenargues) Il difficile non è essere intelligenti, ma sembrarlo. (L. de Clapiers de Vauvenargues) I pigri hanno sempre voglia di far qualcosa. (L. de Clapiers de Vauvenargues) La pazienza è l’arte di sperare. ARIETE Se avete superato con profitto un momento di perplessità, non è il caso di tornare su un argomento ormai passato. In amore, se soffrite di gelosia, aprite bene occhi e orecchi. Nel caso in cui dovreste scoprire qualcosa che non vi convince, meglio non fare scenate, ma allontanarsi con eleganza: il partner tornerà sui suoi passi al momento giusto. TORO A chi non fosse soddisfatto di quello che ha, Nettuno e Giove offrono ampi margini di movimenti nelle direzioni più imprevedibili. Potete aprirvi a orizzonti culturali finora mai esplorati, anche di ispirazione orientale, oppure o viaggi formativi o incontri sconvolgenti. Attenti, però, alle illusioni, che se prestate attenzione, potreste benissimo riconoscere. GEMELLI E’ preferibile agire con la massima prudenza sulla base di dati di fatto e non di chiacchiere di dubbia attendibilità. Plutone veglia sulla vostra capacità di dare giudizi sereni, ma giusti. In amore, se non siete soddisfatti, una breve assenza farà più delle parole, che potrebbero essere fraintese. Negli acquisti, invece, siate selettivi, ma concedetevi qualche lusso. CANCRO Se avete idea di come incidere su una situazione che vi sta a cuore, cominciate a prepararvi per un’azione coraggiosa, capace di liberare il cammino da ogni ostacolo. Avete bisogno, anzitutto, di prendere coscienza dei veri problemi, che potrebbero rivelarsi più profondi di quanto non sospettiate. Nell’amore basta forse una maggiore comprensione. LEONE Se siete in attesa di novità, sappiate che i cambiamenti in arrivo sono così importanti da richiedere un’attenta preparazione. Sia l’amore e la famiglia, che il lavoro potranno essere teatro di eventi che non vi aspettate. Per ora basta saperlo, e stare a guardare. Questo non vuol dire che non dovete fare niente, ma che non è il caso di sollecitare il destino. VERGINE Potete benissimo rinunciare all’essenziale, ma non al superfluo, che un destino generoso vi pone sotto gli occhi, tentandovi con piccoli acquisti che tanto vi piacciono. Anche nell’amore non vi mancheranno occasioni per concedervi momenti di intensa gioia, grazie anche a un partner particolarmente affettuoso. BILANCIA Tenete fede alle vostre convinzioni e vi muoverete con insolita sicurezza, dono gentile di Saturno, che vi assicurerà la massima precisione. Sia gli acquisti di occasione, sia gli incontri fortunati, sono per voi a portata di mano: basterà saperli riconoscere . E non vi mancherà neppure un inatteso entusiasmo per qualcuno o qualcosa di nuovo. SCORPIONE Non ci sono ostacoli sulla strada che avete intrapreso e potete quindi agire, fidandovi sì del vostro giudizio, ma tenendo conto, più del solito delle opinioni di chi vi sta vicino. Nell’amore, infatti, potreste farvi sedurre da un’illusione, che, se osservata meglio, sarete in grado di riconoscere come tale. Negli affari siate cauti di fronte a eventuali proposte “strane”. SAGITTARIO Le novità attese sono proprio dietro l’angolo, ma ancora condizionate da Plutone, che esige una nuova riflessione sulla realtà dei fatti, che sta cambiando. Affrettatevi dunque a valutare con cura la vostra situazione, chiarendo quello che avete finora trascurato. Solo così, infatti, anche l’amore potrà riprendere nella vostra vita il posto che gli spetta. CAPRICORNO Fidatevi del vostro intuito e avrete successo, sia in amore che sul lavoro, dove non vi manca certo la capacità di trarvi d’impaccio in situazioni che per altri sarebbero difficili. Se qualcuno mette in dubbio la vostra buona fede, sarà opportuno allentare il rapporto. Nell’attesa che il tempo, grande medico, si incarichi di dimostrargli che aveva torto. ACQUARIO Grazie all’aspetto più che positivo di Giove e di Saturno, potete ora parlare chiaro e mettere le carte in tavola, se ancora non l’avete fatto. Nei sentimenti, la vostra sincerità è persuasiva: anche il partner più ritroso sarà conquistato dalla vostra buona fede. Nel lavoro avrete occasione di accrescere la stima di cui già godete, con una iniziativa concreta. PESCI Tenete conto della presenza di Marte e Venere nel vostro segno, che vi rendono insolitamente ottimisti e audaci. Potete perciò affrontare con coraggio qualsiasi impresa, evitando però di creare conflitti con il partner o nell’ambiente di lavoro. Se si presentasse un “affare” informatevi dettagliatamente sui particolari e agite solo sulla base di documenti certi. 8 Sabato 9 gennaio 2010 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it A conclusione del nostro concorso fotografico vogliamo ringraziare i membri della giuria e tutti coloro che hanno partecipato. A presto per una nuova iniziativa 1° classificato INVERNO - Sergio Dalle Ave - “il rosa” 1° classificato PRIMAVERA - Augusto Rigoni - “sua maestà” 1° classificato AUTUNNO - Augusto Rigoni - “magie autunnali” 1° classificato ESTATE - Antonio Visentin - “cavallette” (Menzione speciale in ricordo del Maestro Patrizio Rigoni) Alessandro Gattolin - “impollinazione” 28