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Convegno su Questione Morale e Codice Zapatero
Relazione di Elio Veltri
Avevamo deciso di organizzare questo incontro molto prima dell’estate perché siamo
convinti che la riforma della politica è la questione centrale che condiziona tutte le
altre e sapevamo che prima o poi i nodi sarebbero venuti al pettine. E, infatti,
puntualmente, questa estate è scoppiato il bubbone nel centro sinistra, dal momento
che il centro destra si dedica ad altro.
L’espressione “questione morale” è comparsa la prima volta sulla stampa nel 1979 in
occasione delle indagini che hanno coinvolto Baffi e Sarcinelli.
Ma è dopo l’intervista di Enrico Berlinguer a Scalfari, del 28 luglio 1981, che diventa
di uso comune e oggetto di discussione e scontro di battaglia politica.
“ I partiti non fanno più politica. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere
e di clientela. Noi vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato” aveva detto il
segretario del PCI. E aveva aggiunto:” la questione morale non si esaurisce nel fatto
che essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e
dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e metterli in galera”.
Parole chiare che oggi avrebbero incasellato Berlinguer nella vituperata categoria dei
giustizialisti. Evidentemente il garantismo peloso ed eversivo non apparteneva alla
cultura del segretario del PCI, il quale in un recente sondaggio di Repubblica, curato
da Ilvo Diamanti, tra i leader della prima Repubblica risulta il primo e distanzia di
oltre 20 punti il mitico Giulio Andreotti e Bettino Craxi. La politica faccia la sua
parte e la magistratura trovi i reati e li reprima: questo diceva Berlinguer.
Da Mani Pulite in poi, invece, il ceto politico ha dato una delega permanente alla
magistratura, mescolando questione morale e comportamenti dei singoli alle inchieste
giudiziarie, per cui, senza una condanna passata in giudicato che in genere non arriva
e il reato si prescrive, nessuno abbandona le posizioni acquisite, con la conseguente
moltiplicazione di una popolazione di inquisiti e condannati in tutte le assemblee
elettive. “ Proprio coloro che denunciano le prevaricazioni della magistratura”
scriveva Barbara Spinelli sulla Stampa nel 2002, “ contribuiscono a che essa diventi
l’unico giudicante in Italia. Sono loro i veri giustizialisti, perché dalla magistratura si
attendono tutto. Perché a questa soltanto hanno permesso che venisse affidata quella
che essi non hanno saputo rappresentare: la coscienza morale della nazione”.
E il caso Fazio-Bankitalia lo dimostra ampiamente. Spiazzati dalla mancata
contestazione di reati e, almeno, da una condanna, mentre il presidente del consiglio è
sotto processo per corruzione dei giudici, non hanno saputo che fare. Tirare in ballo
la questione morale sarebbe stato troppo e troppo rischioso, per cui il governo ha fatto
di tutto perché le castagne dal fuoco le cavassero gli altri e le opposizioni, per un
periodo non breve, hanno navigato a vista.
“ La questione morale è politica e istituzionale, ad un tempo, si ripropone in tutta la
sua gravità ed urgenza nei partiti, nelle istituzioni( anche di garanzia),
nell’amministrazione, nei mercati finanziari e nell’economia più in generale” hanno
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scritto a Prodi, nel mese di Agosto, Giovanni Sartori, Enzo Biagi, Paolo Sylos Labini,
Antonio Tabucchi e chi vi parla. E gli hanno chiesto di adottare un codice etico e di
comportamento, di “ fare presto per dare un segnale al paese perchè dilatazione dei
costi della politica, violazione delle regole del mercato( il riferimento alle scalate era
evidente), scarsa trasparenza, quando non vere e proprie collusioni politico
finanziarie con la criminalità organizzata, minano dalle fondamenta il tessuto
democratico e la credibilità internazionale” . Nessuna pruderie moralistica ma una
richiesta forte e urgente a Prodi di iniziativa Politica e di Riforme da includere nel
programma dell’ Unione. Perciò, quando uno come Cacciari dice che la questione
morale non esiste, mi viene l’ orticaria. I favori fatti a Berlusconi dei quali ha parlato
Violante, la dilatazione dei costi della politica, la commistione politica-affari, i
numerosi conflitti di interesse, l’ evasione fiscale incontenibile a spese di chi paga le
tasse, i traslochi da una coalizione all’ altra in cambio di candidature certe, sono
problemi di etica politica che riguardano le regole e i comportamenti dei singoli.
D’ altronde, per chi avesse seguito le vicende delle grandi corporation americane che
hanno fatto crac, sarebbe stato istruttivo leggere che i personaggi più prestigiosi, da
Paul Volker a William Donaldson, che hanno ricoperto incarichi nelle università e
nelle istituzioni più importanti degli Stati Uniti, dalla Federal Riserve alla SEC,
hanno puntato il dito sulla “ cecità morale” , ricordando che “ la moralità non si impone
per legge” , sulla mancanza di trasparenza, sui conflitti di interesse che hanno
prodotto la catastrofe. Però la risposta è stata immediata con gli arresti a catena e il
sequestro dei beni dei responsabili da parte del procuratore capo di New York, Eliot
Spitzer il cui potere fa impallidire quello di tutto il pool Mani Pulite degli anni 199293; la sostituzione dei dirigenti della SEC e l’ approvazione della legge SarbanesOxeley che prevede misure riguardanti i conflitti di interesse e sanzioni penali senza
precedenti.
Tra le questioni che hanno tenuto banco questa estate sottopongo alla vostra
attenzione: il rapporto tra politica e affari così come l’ abbiamo percepito seguendo le
vicende delle scalate alle banche e al Corriere della Sera e leggendo le intercettazioni
telefoniche; i costi della politica e le migrazioni da una coalizione all’ altra. Infine, mi
soffermerò un paio di minuti sulla proposta di Codice Etico del Cantiere e del Codice
Zapatero che trovate nella cartella.
L’ impegno dei partiti nelle vicende finanziarie e la rinuncia al ruolo di arbitro delle
istituzioni favorisce la commistione tra politica e affari e rischia di trasformare i
partiti in partiti- aziende. La presidenza del Cantiere lo ha detto, con queste parole,
nel mese di agosto e lo ripeto. Inoltre è necessario fare chiarezza e distinguere tra
rendita finanziaria e immobiliare e attività produttive, i cui confini sono sembrati
indistinti in alcune prese di posizione del capo del governo, del che non c’ è da
meravigliarsi, ma anche di qualche leader dell’ opposizione, il che ci ha sorpreso non
poco. Sono distinzioni essenziali che, a chi di noi ha militato nei partiti della sinistra,
hanno insegnato all’ età di 18 anni. I fatti dimostrano che non esiste sul mercato
contesa di OPA( offerte pubbliche di acquisto) per aziende produttive, se si esclude
l’ iniziativa, tutta industriale della Fiat e della Piaggio, mentre decine di importanti
studi legali sono mobilitati per assistere raider scatenati, pieni di soldi, di ignota o
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incomprensibile
provenienza che comprano banche, assicurazioni e società
finanziarie. La finanza facile e incontrollata, compra istituti che producono altra
finanza facile. Oppure organi di informazione, anch’ essi, da sempre nel mirino dei
raider della finanza facile. In estate è successo tutto e di più nelle scalate LodiAntonveneta, Unipol- BNL e Corriere della Sera. Particolarmente attivo è stato il
segretario ds, il quale ha fatto della difesa di Unipol una questione personale. Il
problema non è l’ integrità personale di Fassino che nessuno discute. Ma che si può
essere personalmente integri e compiere atti politici che favoriscono la commistione
tra politica e affari. Per queste ragioni abbiamo parlato di errori politici e non di
complotti. Non è una caso che gli errori dei ds siano stati sottolineati più dagli amici
che dagli avversari i quali hanno interesse a coinvolgere il partito democratico della
sinistra per condizionarne scelte politiche ed autonomia e che proprio Rutelli abbia
insistito sull’ autonomia del gruppo dirigente ds rispetto alle operazioni in corso.
Claudio Rinaldi, sull’ Espresso, ha sottolineato come la difesa di Unipol era
convergente con le iniziative di Berlusconi e dei suoi amici. Fiorani confidava
all’ amico Gnutti( scalatore Telecom e plurinquisito) che “ in questo momento la
sinistra ci ha appoggiato più di quanto abbia fatto il Governatore” , e Consorte al
commercialista Claudio Zulli, che afferma di parlare anche a nome di Tremonti,
dice:” Tu sai che il governo ci ha dato una mano” . Per cui conclude Rinaldi,:” Nel
caso Antonveneta i DS hanno erogato un aiutino alla finanza bianca e nel caso BNL
Forza Italia ha fatto altrettanto con la finanza rossa” . E a proposito della “ misteriosa
scalata di Stefano Ricucci al Corriere, il premier ha strizzato l’ occhio
all’ immobiliarista di S. Cesareo censurando una inaccettabile ostilità nei suoi
confronti e il leader DS ha sostenuto che è tanto nobile costruire automobili o essere
concessionari di telefonia quanto operare nel settore finanziario e immobiliare” .
Noi non siamo d’ accordo. La Fiat e Della Valle, per citare due casi, danno lavoro a
decine di migliaia di lavoratori, mentre Ricucci ci fa sapere che i suoi dipendenti sono
120! Inoltre non ha mai risposto alla domanda: da dove vengono i soldi?
L’ interessato non risponde, ma una prima risposta la da Corriere Economia del 12
Settembre sottolineando che l’ immobiliarista romano è stato miracolato da alcune
banche del nord e non se ne capiscono le ragioni. Le sette società che hanno venduto
a Unipol le azioni BNL e che hanno aiutato Fiorani nella scalata Antonveneta, senza
muovere un dito o utilizzando solo il mouse, ha scritto Luciano Gallino, hanno
guadagnato 1,2 miliardi di Euro esentasse grazie alla Partecipation exemption del
governo Berlusconi-Tremonti. Come noi, altri, hanno sollevato obiezioni
sull’ eccessivo impegno dei Ds nelle vicende delle scalate. Ricordo Ghezzi, presidente
della Fondazione Di Vittorio il quale ha commentato così:” In queste scalate vedo
solo un gran movimento di capitali che puntano alla rendita. Legittimo per carità, ma
dalla sinistra mi aspetterei attenzione ai progetti per rilanciare l’ economia legale.
Spero che a Settembre i Ds tornino a occuparsi del programma per il paese” ; Paolo
Sylos Labini che in una intervista su Sole 24 Ore ha consigliato a Fassino esattamente
le stesse cose; Deaglio che su Diario ha parlato di “ bicamerale degli affari” . Tutti
visionari e tutti nemici dei DS? Ed è gratuita l’ affermazione di Claudio Rinaldi,
secondo il quale “ davanti ai dossier più scottanti dell’ estate si è delineato un nuovo
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inciucio che diversamente da quello 1996-98 veniva praticato ma non teorizzato e
riguardava non un ambizioso progetto di riforma costituzionale, bensì un più modesto
accordo su un paio di affari paralleli” ?. Dello stesso avviso è Bruno Tabacci il quale
parla “ di intesa bipartisan per salvare Fazio” , e “ delle due OPA incrociate che hanno
messo in moto meccanismi abbastanza preoccupanti” .
2)Costi della politica: fanno parte a pieno titolo della questione morale. Essi sono
diventati insopportabili . Partiti, Montecitorio, Palazzo Madama, Governo, Ministeri,
Regioni, secondo Sole 24 ore che ha fatto una inchiesta di molte puntate, costano
circa 7 miliardi di Euro.
La Camera costa il doppio dell’ Assemblea Nazionale Francese e del Bundestag, il
quadruplo dei Comuni e dieci volte di più del Parlamento spagnolo. Il Senato costa il
doppio del Senato francese, il quadruplo della Camera dei Lord, dieci volte più di
quello spagnolo e 25 volte più del Bundesrat. In 10 anni ha raddoppiato la spesa e la
causa principale non sono gli stipendi dei parlamentari. Governo e ministri spendono
1,2 miliardi per il personale, consulenze, gestione degli uffici dei ministri e dei
sottosegretari. Le Regioni hanno una spesa fuori controllo. Per fare un solo esempio,
il Consiglio regionale della Calabria spende 420 milioni di euro all’ anno e il
quotidiano calabrese La Provincia scrive che il presidente ha diritto a 18
collaboratori, il vice a 10 e ciascun consigliere a 8.
Negli ultimi anni abbiamo assistito alla moltiplicazione di assessorati, commissioni,
incarichi, consulenze, società con relativi consigli di amministrazione e collegi
sindacali. Un esercito di persone( 300 mila circa) , scelte dalle segreterie dei partiti
che lavorano per le istituzioni e per i partiti.
Gli enti locali hanno portato all’ esterno i servizi e contemporaneamente hanno
aumentato il numero degli assessori: mistero. I progetti vengono dati all’ esterno e gli
uffici tecnici non progettano più niente. Le consulenze non di rado sono tangenti
legalizzate.
Il numero consistente delle persone impegnate è inversamente proporzionale al
funzionamento delle istituzioni e dei servizi e alla qualità della nostra democrazia.
Poiché l’ Unione governa la stragrande maggioranza delle regioni e degli enti locali è
sui partiti di centro sinistra che ricadono le maggiori responsabilità e sono puntati gli
occhi dei cittadini. Le conseguenze di un’ amministrazione allegra e arrogante sono
due: la convinzione diffusa che la politica è una sorta di zona franca nella quale i
politici operano al di sopra e, anche, al di fuori della legge, dal momento che sono
loro stessi che fanno leggi e regole e che il denaro pubblico viene usato a proprio
piacimento nel momento in cui tante famiglie tirano la cinghia e servizi essenziali
vengono ridotti.
Il consiglio nazionale Ds, con l’ ordine del giorno Mussi, Salvi, Napolitiano, ha
sollevato il velo dell’ ipocrisia. E poi? C’ è stato un seguito?
3)Migrazioni da una coalizione all’ altra
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Siamo d’ accordo con Vannino Chiti: chi ricopre una carica pubblica e transita deve
dimettersi e per almeno tre anni non si può candidare. Ma la proposta di Chiti non è
stata presa bene da Mastella e da settori della Margherita che sembrano essere i partiti
maggiormente appettiti da un esercito terrorizzato di uscire dai palazzi della politica.
Vagliare curriculum e qualità dei migranti è doveroso per ragioni morali e politiche:
hanno votato leggi ad personam o delibere altrettanto oscene? Saranno disponibili ad
approvare un programma di rinnovamento e a comportarsi in maniera decente?
Il Codice etico che proponiamo e che abbiamo consegnato a Romano Prodi, che si
era dichiarato d’ accordo, nell’ ottobre del 2004, affronta alcune delle questioni più
gravi e urgenti riguardanti la degenerazione della politica e comportamenti dei
singoli, con l’ obiettivo di restituire alla politica la dignità e il primato che le compete.
Il Codice del buon governo approvato dal governo Zapatero il 18 Febbraio del 2005
su proposta del ministro delle amministrazioni pubbliche Jordi Sevilla Segura, come
potete leggere, è più dettagliato perché è legge dello Stato, è vincolante per i membri
del governo e per le alte cariche dell’ amministrazione generale dello Stato, non fa
alcun accenno ai Deputati, i cui comportamenti sono regolati dallo Statuto dei
deputati e dal Registro degli interessi e alla magistratura. La ragione è semplice: i
problemi in Spagna li risolve la politica, il capo del governo non è processato per
corruzione dei giudici, nessun parlamentare è stato condannato per associazione
mafiosa o per corruzione dei giudici.
Il Codice etico proposto dal Cantiere, che L’ Unione non ha nemmeno discusso,
nonostante i contenuti rispondano alle linee guida dell’ Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo, prevede la nomina di un collegio di garanti nominati da
Prodi con il compito di verificare e decidere sui casi di persone che hanno una
immagine pubblica non del tutto trasparente, sui conflitti di interesse, sulle
conseguenze di indagini e di condanne della magistratura per reati gravi, sulla
deontologia degli avvocati che sono parlamentari. Si tratta dei casi più gravi che
rendono anomala la nostra democrazia rispetto a quella degli altri paesi dell’ Unione e
dei paesi di tradizione e cultura anglosassone di altri continenti.
E’ evidente che esso va integrato con alcune proposte che l’ Unione dovrebbe
assumere nel programma e di cui cito i titoli.
Contenimento dei costi della politica;
Legge sui conflitti di interesse che per quanto riguarda l’ informazione preveda la
impossibilità di gestire più di una rete televisiva e il divieto assoluto di assumere
incarichi politici nazionali se si è proprietari, anche per interposte persone, di radio e
tv;
Responsabilità giuridica dei partiti politici con l’ affidamento ad una autorità esterna
di verificarne il rispetto delle regole che essi stessi si danno. Ricordo che il problema
trovò largo spazio nella discussione dell’ assemblea costituente con Mortati che era
sostenitore della necessità di sancire la responsabilità giuridica dei partiti e Togliatti
che si oppose; certificazione dei bilanci dei partiti in base alle norme del codice
civile; controllo delle spese elettorali dei candidati alla Camera, al Senato e alle
Regioni.
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Istituzione di un’ autorità anticorruzione con annessa anagrafe patrimoniale con il
compito di controllare i patrimoni dei membri del governo, degli eletti, dei manager
pubblici e dei dirigenti dell’ apparato dello stato.
Istituzione di un’ autorità indipendente dal governo, dai partiti e da tutti gli altri poteri,
con il compito di vigilare sul pluralismo e su programmi RAI e delle televisioni
commerciali.
Io ho proposto a Prodi anche la nomina di un Ministro alla legalità senza compiti di
gestione e con il compito di fare chiarezza su alcuni comparti della vita pubblica e
dell’ economia in modo che il governo possa operare sulla base di dati certi. Faccio un
esempio: oggi nessuno conosce con certezza i costi della politica o l’ entità precisa
dell’ economia sommersa o l’ attività reale delle società nei paradisi fiscali. Inoltre,
l’ educazione alla legalità è affidata alla buona volontà di presidi e professori. Un
ministro o un delegato alla legalità potrebbe compiere l’ opera più necessaria e
meritoria in assoluto: promuovere in tutte le scuole e in tutte le istituzioni la
discussione su un programma di cultura della legalità all’ insegna del principio che “
legalità conviene” chiunque governi. Perché la cultura e l’ educazione fanno molto più
delle manette e i giovani sono gli unici che possono influenzare i comportamenti
delle famiglie. E credo che di fronte al dato di 1 milione e 800 mila affiliati alle
mafie nel sud sia necessario proprio questo tipo di intervento.
A conclusione mi pongo una domanda: come mai nell’ Unione sbarcano tutti e finora
è stata precluso l’ ingresso al Cantiere? Non credo che dipenda dal fatto che non ci
chiamiamo partito, né dalla pochezza, tutta da dimostrare, dei nostri consensi
elettorali dal momento che alcune star televisive dell’ Unione hanno percentuali da
prefisso telefonico e i conti li fanno in famiglia. Io credo che siamo vissuti come
fastidiosi per i problemi che poniamo, le proposte che facciamo e le competenze di
cui disponiamo. Ma, forse, ancora di più, a causa delle nostre storie personali e dei
nostri comportamenti. Comunque sia, ci troviamo di fronte a una miopia politica che
prima o dopo lascerà il segno e Prodi fa male a sottovalutarla. In un paese
Provvisorio, come ha scritto Ilvo Diamanti, un movimento sorretto da valori forti e
dalla convinzione che “ Il Progetto, le Regole e i Comportamenti” sono facce della
stessa medaglia e costituiscono la vera novità di riforma della politica, può costituire
un piccolo faro, piccolo, ma luminoso, per compagni di viaggio che navigano a vista
e rischiano di schiantarsi sui primi scogli che incrociano.
Noi siamo sempre in attesa di risposte concrete. Dopo la pubblicazione della lettera
degli intellettuali, con gli organi di informazione addosso, gli impegni si sono
sprecati. Discutiamo del codice etico e ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Almeno sarà servito a capire chi vuole cambiare qualche cosa e chi consapevolmente
o inconsapevolmente, anche se sta nell’ Unione, si conferma berlusconiano.