Programma e note di sala - Teatro Comunale di ferrara

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Programma e note di sala - Teatro Comunale di ferrara
sabato 18 febbraio 2012 ore 17 Ridotto del Teatro
KAMMERDELICATESSEN
musica rara per piccoli organici
con I Solisti dell’Orchestra Città di Ferrara
*
e gli allievi del Conservatorio Frescobaldi
primo concerto
Cristina Popa* flauto
Giorgio Ferroci e Marco Soprana oboi
Giovanni Polo e Fabio Bonora* clarinetti
Franco Perfetti e Paolo Furegato fagotti
Massimo Mondaini e Cristina Candoli corni
G. DONIZETTI
Sinfonia in Sol minore per strumenti a fiato
W.A. MOZART
Serenata in Do minore K. 388 per fiati [Nacht Musik]
Allegro
Andante
Minuetto in Canone
Allegro
C. GOUNOD
Petite Symphonie in Mi bemolle maggiore Op. 216
Adagio e Allegretto
Andante cantabile
Scherzo: Allegro moderato
Finale: Allegretto
Noto al grande pubblico quale prolifico e fantasioso operista, Gaetano Donizetti legò il suo nome
anche ad una cospicua produzione di musica strumentale. La Sinfonia in Sol minore per
strumenti a fiato nasce nell'aprile 1817 come esercizio di strumentazione presso la classe di Padre
Stanislao Mattei; nel 1815, diciottenne, Donizetti era stato ammesso al Liceo Musicale di Bologna,
dopo nove anni di studio nella sua natale Bergamo, sotto la premurosa guida di Johann Simon
Mayr. Dal compositore bavarese l'allievo mutuò i modelli del Classicismo viennese, chiaramente
riscontrabili nella Sinfonia in Sol minore : a Mozart e Haydn rimandano lo stile agile ed immediato,
impreziosito da un melodismo costante, da un'amabile cantabilità spesso giocata su opposizioni
chiaroscurali. Già da questo cimento giovanile emerge una rara originalità, supportata da una
meticolosa ed organica formazione nell'alveo della tradizione cameristica europea: punto di
partenza attraverso il quale Donizetti, fin dagli esordi, aspira al rinnovamento, alla
sprovincializzazione dell'orizzonte musicale italiano ed al suo inserimento in un contesto di
proporzioni più ampie.
La stesura della Serenata n. 12 “Nacht Musik” per fiati in Do minore K. 388 fu intrapresa da
Wolfgang Amadeus Mozart nel 1782, anno del suo licenziamento dalla corte dell'Arcivescovo
Colloredo cui seguì il trasferimento a Vienna come artista indipendente. L'opera fu probabilmente
destinata alla kaiserliche Harmonie, il piccolo gruppo di fiati al servizio di Giuseppe II d'Asburgo.
Questo capolavoro “notturno” prende le distanze dai tratti caratterizzanti la musica
d'intrattenimento, sul versante formale come espressivo. La levità e l'immediatezza melodica di
stampo galante sono accantonate a vantaggio di contenuti più complessi ed ambivalenti, adombrati
da un sentore di inquietudine e turbamento. L'Allegro di apertura si apre con un intenso unisono di
tutte le parti, che procede con sincopi, inusuali intervalli di settima, armonie talora aspre e stridenti.
La forma-sonata, di proporzioni ridotte, organizza un animato contrasto dinamico e l'ipnotica
oscillazione tra legato e staccato: opposizioni scandagliate nelle loro molteplici sfaccettature, per
svelarne le contraddizioni più intime. Tutt'altra atmosfera nell'Andante in Mi bemolle maggiore,
soave e danzante, ove il dialogo tra gli strumenti è arricchito da episodi solistici e movenze
cadenzali. Il Minuetto si sviluppa a canone, memore dello studio sistematico delle fughe di Bach e
Händel. L'impiego osservato dell'artificio contrappuntistico trasfigura il carattere leggero della
danza di corte, rivestita di contenuti solenni, se non drammatici. Infine il tema con variazioni
dell'Allegro; nella quinta variazione l'armonia vira alla relativa maggiore, ove corni e fagotti
espongono un motivo che sarà ripreso in Don Giovanni. I clarinetti riportano poi il tema all'oscuro
Do minore, fino alla sua rarefazione e sospensione su una corona; esso tuttavia ritorna, trasfigurato
in un luminoso Do maggiore, estremo ed enigmatico omaggio all'indole radiosa del genere Serenata.
In conclusione la Petite Symphonie op. 216 , nonetto per strumenti a fiato composto da Charles
Gounod nel 1885. L'opera fu commissionata dal celebre flautista Paul Taffanel e destinata alla
Societé à des Instruments à Vent da lui fondata a Parigi nel 1879. Già dall'apertura, Adagio e Allegretto, si
coglie l'intenso approfondimento espressivo della poetica di Gounod, nell'accurata indagine delle
potenzialità coloristiche degli strumenti. Baricentro emotivo della Petite Symphonie resta tuttavia
l'Andante, concepito come un affettuoso a solo del flauto. Il danzante Scherzo come l'Allegretto agile e
brillante rimandano all'eleganza, al fascino di uno stile in perfetto accordo con il raffinato gusto
parigino, ma complicato da armonie e passaggi di sapore modale, con un inevitabile apporto di
innovazione e modernità. (Annalisa Lo Piccolo)
Parallelamente all’attività sinfonica l’Orchestra Città di Ferrara svolge, tramite le sue
prime parti, un’intensa attività cameristica. Grazie alla duttilità e perizia degli strumentisti
il repertorio affrontato è estremamente vasto e spazia dal duo al nonetto, dal Barocco
(Vivaldi, Zelenka, Corelli, Bach) al Classicismo (Mozart, Beethoven, Spohr, Lachner,
Schubert, Weber, Rossini), sino a giungere al Novecento (Martinù, Hindemith, Respighi,
Schoenberg, Villa-Lobos, Elgar).