nella cultura francese

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L'«Enciclopedia))
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Storia e struttura dell'opera
L'Enciclopedia o Dizionario ragionato dellescienze, dellearti edei mestieri fu diretta da due
dei maggiori rappresentanti dell'lliuminismo francese, Diderot (cfr., sopra, pp. 309
sgg.) e d'Alembertl; intorno a loro un numero amplissimo di collaboratori come
Montesquieu, Voltaire, Rousseau (cfr.i tre capp. successivi), Quesnay e Turgot2, in1. Jean-Baptiste Le Rond d'Alembert (1717-1783):matematico e filosofo, ha un posto di notevole rilievo nella storia delle scienze per le sue ricerche sulle «forze vive», per la riduzione dei problemi della dinamica a quelli della statica, per il calcolo matematico della precessione degli equinozi, per le ricerche sul calcolo integrale e il calcolo delle probabilità, sulla
dinamica dei fluidi, ecc. Oltre alla sua opera di collaboratore dell'Enciclopedia,importante il
suo Saggiosugli elementi difilosofia:di ispirazione lockiana per l'analisi empirica dell' origine
delle idee, la limitazione della ragione nell' ambito fenomenico, il disinteresse per la metafisica; nella gnoseologia lockiana, e precisamente nelle idee semplici, trovava il fondamento
delle definizioni poste da Newton alla base della fisica e della geometria. Notevole l'analisi
della struttura della matematica e della geometria: i postulati e gli assiomi sono considerati
come nozioni puramente intellettuali, formulati per via d'astrazione, quindi opera dell'uomo e contengono quanto l'uomo vi ha posto.
2. François Quesnay (1694-1774) e Anne-Robert-Jacques Turgot (1727-1781): economisti
francesi, hanno variamente avviato un'interpretazione sistematica e scientifica delle moderne strutture produttive. Quesnay è autore, tra l'altro, del Quadroeconomico
(1758)chesuscitò vasta eco nel mondo della cultura francese: dalla sua opera teorica prese inizio la scuola «fisiocratica» che privilegiava, in economia, l'attività agricola come l'unica veramente produttiva. li pensiero economico di Quesnay si inserisce nel quadro della filosofia illuministica anche per il generale presupposto dell' esistenza di un ordine naturale assoluto nel cui rispetto si realizzano il benessere e la felicità umana.
Turgot (che fu controllore delle finanze di Luigi XVI) è soprattutto noto per le Riflessionisullaformazione e la distribuzione dellericchezze(1766):pur accettando temi della scuola fisiocra-
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sieme ad altri scienziati illustri (fra i quali Buffon3) e ecclesiastici di idee liberali.
fu annunciata conun Prospettoscrittoda Diderot cheebbe subito larL'Enciclopedia
ghissimosuccesso: ma alla pubblicazione dei primi due volumi (1751-52)fortissimefurono le reazioni degli ambienti conservatori che accusavano l'Enciclopediadi
«distruggere l'autorità regia, diffondere atteggiamenti di indipendenza e ribellione,e,sotto termini oscuri ed equivoci, gettarle basi dell' errore, della corruzione dei
costumi,dell'irreligione e dell'incredulità». La pubblicazione dell'opera continuò
malgrado i primi attacchi, forte dell' appoggio di ambienti influenti a corte; ma dopoi!VIIvolume venne la condanna regia e papale (1759).Diderotrestò solo alla direzionedell' Enciclopedia- essendosi ritirato d'Alembert - ma continuò a prepararegli altri volumi che uscirono più tardi; finalmente nel 1772 l'opera è tutta pubblicata;presto sarà ristampata e tradotta.
Il Discorsopreliminaredell'Enciclopedia,
scritto da d'Alembert, non solo definiscel'importanza e gli scopi dell'opera, ma rappresenta, da solo, un sommario
lucidissimo di alcuni temi centrali dell'Illuminismo francese; di questo discorso
Voltaireebbe a scrivere:
Ilvestibolodi questo meraviglioso edificio [cioèl'E nciclopedia]è un discorso preliminare composto dal signor d'Alembert. Oserei dire audacemente che questo
discorso,cheè stato applaudito dall'Europa intera, è superiore al Discorsosul metododi Descartes e pari ai migliori scritti del famoso cancelliere Bacone.
Ildiscorso è diviso in due grandi sezioni: la prima dedicata a chiarire la nozione
di «enciclopedia», cioè del «sistema universale delle conoscenze umane», dimostrando l'ordine e la connessione delle conoscenze secondo la loro successione geneticae quindi indicando l'organizzazione dell'intero sapere; la seconda dedicata ad illustrare l'opera come «dizionario ragionato delle scienze, arti e mestieri»,
spiegando i principi generali su cui si fonda ogni scienza, liberale e meccanica, e
soprattutto delineando una storia del progresso della cultura, della filosofia, delle scienze e delle tecniche.
tica, se ne distacca per la positiva valutazione data all' attività industriale e commerciale e
per la priorità riconosciuta alla libertà sulla proprietà, contrariamente ai fisiocratici (cfr., oltre, p. 341).
3. Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon (1707-1788),scienziato e naturalista francese, dopo essersi occupato di vari problemi relativi alle scienze meccaniche e alla botanica, intrapresela stesura della monumentale Storianaturale(dal 1749in poi):quest'opera avrebbedovuto abbracciare ogni ramo della scienza della natura e l'impegnò per oltre un quarantennio. Fondamentale in essa, oltre alla ricchissima raccolta e classificazione di dati, l'abbandono del presupposto metafisico della fissità delle specie e il tentativo di disporle in successione evolutiva entro una reale «storia naturale». All'interno di questa Buffon inserisce altresì le varie e successive epoche della formazione del globo terrestre, abbandonando gli
schemi tradizionali che rimanevano sostanzialmente aderenti alla cosmologia biblica.
L'ordine e la connessione delle conoscenze
Nello svolgere la prima parte, d'Alembert illustra l'ordine genetico delle conoscenze, muovendo da un'impostazione empiristico-lockiana (con forte influenza
di Newton, ma anche, nel metodo, di Descartes), poi costruisce l'albero del sapere o enciclopedia, con spirito tipicamente baconiano.
Seguendo Locke, d'Alembert distingue tra conoscenze dirette e riflesse.
Dirette sono quelle che riceviamo immediatamente senza intervento della volontà e che, trovando aperte, se così si può dire, tutte le porte della nostra anima, vi entrano senza sforzo e senza incontrare resistenza. Riflesse sono le conoscenze che lo spirito ottiene operando su quelle dirette, unificandole e combinandole. Tutte le conoscenze dirette si riducono a quelle che riceviamo dai
sensi: ne consegue che tutte le nostre idee provengono dalle sensazioni.
Le sensazioni «ci insegnano» la nostra esistenza e quella degli oggetti esterni. L'oggetto del mondo esterno che più attira la nostra attenzione è il nostro stesso
corpo, con le sue esigenze e con la necessità di preservarlo dal dolore e dalla distruzione; questa necessità di preservare il nostro corpo ci fa scoprire che esistono
altri esseri çleltutto simili a noi, altri uomini, con i nostri stessi bisogni e con lo stesso impulso a soddisfarli. Comprendiamo subito che a noi sarà «assai vantaggioso
unirci con loro per individuare ciò che in natura ci è utile o nocivo. Presupposto e
sostegno di questa unione è la comunicazione delle idee, che esige naturalmente
l'invenzione dei segni. Ecco dunque l'origine delle società, dalla quale probabilmente nacquero le lingue». Dall'organizzazione della vita sociale, in cui tende a prevalere ingiustamente il diritto del più forte, nasce, come reazione a questo, il senso
del giusto e dell' ingiusto,e quindi il giudizio moralesulle azioni: anche i prinòpi morali hanno cioèper d' Alembertun' origine empirica. È sempre ilproblema della conservazione del nostro corpo che fa nascere le prime tecniche con le quali l'uomo cerca di dominare le forze della natura, come l'agricoltura, la medicina e tutte le arti di
prima necessità. Quindi, sempre nella ricerca di un'utilità, magari futura, l'uomo
progredisce nello studio della natura e costruisce una fisica (termine che era comprensivo di quelle che potrebbero oggi globalmente chiamarsi scienze naturali).
È lo studio della natura che ci fa conoscere l'esistenza del moto, della quiete, della proprietà dei corpi di trasmettersi il movimento. Proprietà quest'ultima
che ce ne fa conoscere un' altra: l'impenetrabilità, che distinguiamo subito dall'estensione. I corpi sono quindi definiti come porzioni impenetrabili di estensio-
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ne figurata. Lo studio dell' estensione in quanto semplicemente figurata, quindi
dal punto di vista più generale e astratto, costituisce la geometria.
Nella costruzione della sua fisica d'Alembert denuncia chiaramente quella
cheèla sua guida: Newton. La nozione lockiana di idea semplice e irriducibile è applicata da d'Alembert alle definizioni primarie dei princìpi newtoniani: massa, moto, impenetrabilità ecc.Si tratta di nozioni che'-d'Alembert considera irriducibili e
sulle quali sarebbeozioso che il filosofo si dilungasse: cadrebbe nella metafisica, nel
regno dell' arbitrario, senon si limitasse soltanto a impiegarli con il rigoroso metodo quantitativo della matematica. Allo stesso modo, dalla geometria d'Alembert
deduce l'aritmetica o scienza dei numeri e via via l'algebra o scienza delle grandezze in generale, fino alla meccanica, all' astronomia, ecc.per arrivare alla logica,
alla grammatica, alla retorica, alla cronologia, alla geografia, alla'politica.
Esaminate le principali branche di questo sapere prodotto dalla combinazione delle idee, sapere noto con iFtermine di «filosofia», d'Alembert passa a parlare di un altro genere di conoscenze riflesse: quelle fondate sulle idee che «noi ci
foggiamo immaginando e componendo enti analoghi a quelli che sono oggetto
delle nostre idee dirette». Si tratta cioè di quelle arti belle«che si pongono come fine l'imitazione della natura», la cui pratica «consiste principalmente in un'inventiva che non desume leggi se non dal genio».
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L'encicl«;tpedia
delle scienze
Completata l'esposizione delle varie parti delle conoscenze umane e dei loro caratteri distintivi, esaurito cioè l'esame delle conoscenze umane sotto l'angolo visualedelloro nascere e generarsi in noi, d'Alembert passa a tracciare quella che
chiamala cartageograficadello scibileumano, il mappamondocon le sue raffigurazioni per linee generali che deve più immediatamente servire a orientare il lettore:la carta geograficageneralenon è altro che l'alberoenciclopedico,
ovverosia la sistemazione organica delle scienze nei loro rapporti reciproci.
Qui emerge chiaramente il debito di d'Alembert verso Bacone, del quale
egli esplicitamente riprende il programma. L'albero enciclopedico o sistema figurato delle scienze umane era già apparso nel Prospetto scrj.tto da Diderot annunciando l'Enciclopedia:nel Prospettoera in forma di vero e proprio schema classificatorio e figurava, accompagnato da un commento esplicativo, nello stesso primo
volume dell'Enciclopedia.Tanto il Prospetto quanto tutta la trattazione svolta da
Manualedistoriadellafilosofia.II
d'Alembert nel Discorsopreliminareriprendono la classificazione baconiana che si
ritrovava nel De augmentis scientiarum e che costituiva il piano generale del suo
grandioso progetto di enciclopedia delle scienze rimasto incompiuto.
Lo schema baconiano di enciclopedia viene ripreso da d'Alembert con poche varianti: la principale consiste nel mutamento dell' ordine delle tre facoltà della mente umana. Per gli enciclopedisti infatti le discipline/come già per Bacone,
si vengono a classificare in rapporto alle facoltà della mente: alla memoria (o facoltà di collezionare quasi passivamente le conoscenze dirette) si riferisce la storia con tutte le sue ramificazioni, cioè storia naturale, storia civile, storia ecclesiastica ecc.; segue la ragionedi cui è frutto la filosofia; poi l'immaginazione considerata come capacità di creare attraverso l'imitazione, e quindi di produrre le belle
arti. Nell' ordine baconiano l'immaginazione era anteposta alla ragione; qui la ragione assume una posizione centrale e viene a essere come l'anello fondamentale, la chiave di volta di tutto il sapere. Ma nel complesso il programma baconiano
è ripreso, non solo nel suo spirito, ma anche nel suo schema fondamentale; come
egualmente è ripreso nell' Enciclopediail nesso tra le scienze cosiddette teoriche e
le scienze cosiddette pratiche, sottolineando lo stretto legame tra teoria e pratica.
L'EnciclopediavuoI essere insomma anche un compimento e un' estensione
del programma baconiano, lo strumento e la guida per l'acquisizione di un sapere che sia accrescimento della consapevolezza di sé, delle proprie capacità tecniche e intellettuali, che sia idoneo a essere compreso da tutti e a essere proseguito
e attuato da tutti. Anche da questo punto di vista l'Enciclopediaè l'espressione della nuova borghesia francese.
Il nesso baconiano che lega iÌ sapere all' operare pratico, insieme alla caduta
di qualsiasi gerarchia tra le scienze, tutte considerate con pari dignità nell'universale sistema delle conoscenze,porta alla celebrazione,nel Discorsodi d'Alembert
come già in Bacone, delle arti meccaniche: queste ultime, benché di estrema importanza nel progresso della storia dell' uomo, furono ingiustamente «abbandonate a uomini relegati dai pregiudizi nelle classi inferiori» e gli inventori delle arti furono pressoché dimenticati. Orbene tutta l'Enciclopedia,non solo il Discorso preliminare,costituisce una rivalutazione del valore delle invenzioni degli oscuri artigiani: le tecniche assumono la stessa importanza degli altri rami dello scibile. Non è
da dimenticare fra l'altro che ben undici furono i volumi di tavole illustrative che
danno grande spazio ai disegni di macchine, di tecniche produttive, di officine ecc.
Nellasecondasezionedel Discorsotroviamoilbrillante e celebreexcursussulla tradizione filosofica, di cui l'Enciclopediasi sentiva l'erede e il compimento. Ci si
richiama a Bacone, il capostipite della filosofia moderna, e a Locke, cioè a colui che
ridusse la metafisica «a ciò che doveva essere realmente: la fisica sperimentale
dell'anima», a Newton, a Cartesio, dal quale vengon prese le distanze per le ipotetiche costruzioni metafisiche, a Leibniz. Sono pagine fondamentali, anche per
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l'influenza che hanno esercitato nell' accreditare uno schema di rifiuto del Medioevo, di svalutazione del pensiero medievale, e nel volgarizzare una periodizzazione della filosofia moderna i cui inizi sono visti nel pensiero umanistico e rinascimentale.
Altri punti del Discorsopreliminareandrebbero messi in rilievo, ma ne accenneremo solo due. Innanzitutto l'accenno frettoloso, anche se ossequioso, fatto
alla religione rivelata: accenno che vuole costituire in qualche modo un correttivo a quegli articolidell'Enciclopediadi tono deistico, anche se non scopertamente
ateistico.In secondoluogo la divulgazione della distinzione tra spiritosistematico,
inteso come metodo consistente nella verifica continua delle ipotesi di ricerca,
contrapposto (sullatraccia del Trattatodeisistemidi Condillac) allo spirito di sistema, che si caratterizza per la costruzione di concetti arbitrari e aprioristici contrapposti alla realtà naturale: spirito di sistema che sarebbe stato proprio di filosofi come Cartesio, Spinoza, Leibniz.
Traduzioni italiane delle opere
L'Enciclopediao Dizionarioragionatodellescienze,dellearti e deimestieriordinatodaDiderot e d'Alembert
(sceltadi voci),a cura di P. Casini, Laterza, Bari 1968.
D'Alembert - Diderot, Lafilosofiadell'Encyclopédie(Discorso preliminare e Prospetto),
a cura di P. Casini, Laterza, Bari 1966.
D.Diderot- J.-B.d'Alembert,L'esteticadell'Encyclopédie(antologia),a curadi M.Modica, Editori Riuniti, Roma 1988.
Saggi critici
Cultura,intellettualie circolazionedelleideenel Settecento,a cura di R. Pasta, F. Angeli,
Milano 1990.
J.Proust,Encyclopédie.
Storia,scienzaeideologia,trad. it., Cappelli, Bologna 1978.
D. Roche, Cultura deiLumi. Letterati,libri, bibliotechenel XVIII secolo,trad. it., li Mulino, Bologna 1992.
A. Salsano, Il sogno di Diderot.Sull'Enciclopedia,Il Lavoro Editoriale, Ancona 1986.
M.Spallanzani,Immagini di Descartesnell'«Encyclopédie», Il Mulino, Bologna 1990.
W.Tega,L'unità del saperee l'ideale enciclopediconel pensiero moderno, Il Mulino, Bologna 1983.
W.Tega,Arbor scientiarum.Enciclopediee sistemiin FranciadaDiderota Comte,Il Mulino, Bologna 1984.
F.Venturi, Leorigini dell'Enciclopedia,
Einaudi., Torino 19803.