Settembre - Parrocchia di Sarnico Bergamo

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Settembre - Parrocchia di Sarnico Bergamo
Semplicemente
...Grazie!
ORARIO SANTE MESSE
SOMMARIO
1 Copertina: don Luciano Ravasio - Foto Vezzoli
2 Sommario - Orario Sante Messe - Numeri telefonici
3 Calendario e numeri utili
4 Tredici anni in cammino
6 Mandato da Dio con una storia...
8 Grazie don Luciano
9 In cammino nella Chiesa
10 I saluti a don Luciano
20 Fotocronaca del saluto della comunità
22 Carissimi parrocchiani
23 Nuovo Pastore
24 Chiesa Universale - Chiesa Diocesana
28 Pane e vino per la vita del mondo
30 Incoraggiare e non sparlare del prossimo
32 Nonno Sandro
33 Scuola materna Faccanoni: i grazie della commissione
34 Non solo sangue all'AVIS
35 85° fondazione gruppo - 45° costruzione chiesetta
36 Associazione anziani: rubrica del mese di settembre
37 Verso l'ottobre missionario
38 Le pagine del Comune
43 Riparte il "Piroscafo"
44 Le Giasére": le ghiacciaie di Sarnico e dintorni
45 Corpo Musicale" e "Canterini del Sebino" a Plan de Cuques
46 Habilita partecipa al congresso naionale SIMFER
48 I 90 anni di nonna Pierina
50 Gruppo Marinai
51Mythos
52 Come eravamo
54 Estate a Sarnico
55 L'amore per Sarnico
56 ASD Judo Sarnico
57 Anagrafe parrocchiale
60 I giovani di Sarnico al pellegrinaggio Assisi-Roma
Vigilia di Festa
ore 18.00 e ore 20.00 (Parrocchia)
Festivo
ore 8.00 (Parrocchia) - 9.00 (Ospedale)
9.30 - 11.00 -18.00 - 20.00 (Parrocchia)
Feriale
8.00 - 16.00 - 20.00 (Parrocchia)
Funerali
ore 15.15
Il prossimo numero de “il Porto” sarà in distribuzione da venerdì
31 Ottobre 2014. Si raccomanda l'invio degli articoli in word e
delle immagini in Jpeg ad alta risoluzione, entro e non oltre lunedì 20 ottobre 2014, a [email protected] o la
consegna presso la casa parrocchiale. Il materiale pervenuto oltre
il limite stabilito non potrà essere pubblicato se non nel mese
successivo. Grazie per la collaborazione e buone vacanze.
SETTEMBRE
2014
Direttore responsabile: Giuseppe Valli - Amministrazione: don Vittorio Rota - Casa parrocchiale
Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 1 del 14.01.1971
Stampa e inserzioni pubblicitarie: Tipografia Sebina Sarnico - Tel. 035 910 292
Redazione: don V. Rota, don L. Fumagalli, don G. Fiorentini, M. Dometti (Civis), R. Gusmini e S. Marini.
Collaboratori: don V. Salvoldi, A. Arcangeli, P.L. Billi, G.Cadei, C. Casati, G. Dossi, E. Frattini, G. F. Gaspari, P. Gusmini, R. Modina.
Progetto grafico: Studio Példy
Ufficio abbonamenti: Segreteria Casa parrocchiale : Tel. 035 4262490
NUMERI TELEFONICI ED E-MAIL
Parrocchia
035 4262490
don Vittorio
328 7066575
Oratorio
035 912 078
don Loris
328 3932361
don Giuseppe 347 2659420
Sacrista
339 2087660
Centro pr. ascolto 035 910916
Sala Giochi (Meulì) 035 912107
Cine Junior
035 910916
Centro Quader 035 912420
Centro Famiglia 035 911252
Sito web: www.parrocchiasarnico.it
E-mail sito:
[email protected]
Sito C.SI.: www.csioratoriosarnico.it
E-mail C.S.I.: [email protected]
E-mail de “ilPorto:
[email protected]
E-mail parroco: [email protected]
E-mail don Loris: [email protected]
E-mail don Giuseppe: [email protected]
E-mail sacrista: [email protected]
c/c postale Parrocchia: 49089303
Sito web Oratorio:
http://oratorio.parrocchiasarnico.it
OTTOBRE 2014
VEN 03 ore 20.00 Ricordo del Transito di San Francesco
SAB 04 ore 18.00 Messa di Santa Teresa di Lisieux a Fosio
DOM 05 INGRESSO DEL NUOVO PARROCO
DON VITTORIO ROTA
ore 10.00 Accoglienza in piazza Umberto I
ore 11.00 Santa Messa nella chiesa Parrocchiale
ore 15.30 assemblea dei genitori della catechesi e saluto al nuovo parroco
ore 18.00 Santa Messa e processione della
Madonna del Rosario
GIO 09 ore 14.30 Inizio catechesi 2^ - 5^ elementare
ore 20.45 Consiglio Pastorale Vicariale a Paratico
VEN 10 ore 17.30 inizio catechesi 1^-2^ media
ore 21.00 concerto cori alpini presso Teatro Junior
DOM12 85° fondazione gruppo alpini Sarnico e 45° costruzione della chiesetta
ore 18.00 Inizio percorsi adolescenti 3^ media - 5^ superiore
NUMERI UTILI
UFFICI COMUNALI
tel. 035 924111 - fax 035 924165
MAR14 ore 20.45 Consiglio dell'Oratorio
GIO 16 ore 20.45 Consiglio Pastorale parrocchiale
VEN 17 ore 20.30 Scuola di preghiera in Seminario
DOM19 Castagnata in Oratorio
Giornata Missionaria Mondiale
MER 22 ore 20.00 Ufficio Comunitario
GIO 23 ore 20.45 a Villongo S.F revisione Direttorio
Liturgico Diocesano
SAB 25 ore 17.00 Incontro GENTI E FEDI: Laboratorio di dialogo interreligioso
DOM26 ore 09.30 Presentazione bambini della Prima
Confessione e Family Day
GIO 30 ore 20.45 A Villongo S.F. Direttorio Liturgico
Diocesano
VEN 31 ore 20.30 Ordinazioni diaconali in Seminario
PROTEZIONE CIVILE
Sede operativa: tel. 035 911893
Responsabile operativo: tel. 338 5467160
e.mail: [email protected]
Uffici Amministrativi (anagrafe)
tel. 035 924126
da lunedì a venerdì 9.00 -12.30
lunedì martedì giovedì 17.30 -18.30
Ufficio Tecnico Comunale
Urbanistica/Edilizia Privata tel. 035 924145
Lavori Pubblici/manutenzione tel. 035 924148
Polizia municipale tel. 035924 114 - 335 5454846
da lunedì a venerdì 9.00-12.30 /15.00 - 18.00
Ufficio assistente sociale tel. 035 924152
lunedì 17.30-18.30 mercoledì/giovedì 9.00 12.30
Ufficio tributi tel. 035 924112
lunedì mercoledì venerdì 9.00 -12.30 giovedì 17.30-18.30
Foto Aldo Gervasoni
EMERGENZA
Ambulanza - Carabinieri - Vigili del fuoco - Polizia: tel. 112
Caserma Carbinieri: tel. 035 910031
Guardia medica: tel. 035 914553
Ospedale: 035 3062111
Farmacia: 035 910152
orari 8.30-12.30 / 15.30-19.30
BIBLIOTECA COMUNALE
Dall'1 luglio al 30 agosto 2014
tel. 035 912134 lunedì chiuso
Martedì 08.30-13.00 Mercoledì 08.30-13.00
Giovedì 08.30-13.00 15.00-19.00 Venerdì 08.30-13.000
Sabato 08.30-13.00
EDITORIALE
a cura della
REDAZIONE DE "IL PORTO"
TREDICI ANNI
...IN CAMMINO
È durato tredici anni, carissimo don Luciano, il tratto
di strada che abbiamo percorso con lei, un cammino
impegnativo ed intenso, a volte anche faticoso, ma
sicuramente sono state tante le esperienze fatte che
ci hanno aiutato vicendevolmente nella crescita cristiana.
Eppure, breve o lungo sia stato il tragitto, camminare
insieme ci ha avvicinato, legato ed unito.
La storia di una comunità cristiana è semplice ma allo stesso
modo complessa, fatta di ritmi, segnata da fatti che accadono
nella quotidianità, cose semplici e complicate come la vita di
ognuno di noi.
Per Sarnico poi, è la prima volta che questo avviene, non eravamo abituati, tutti i parroci che hanno preceduto don Luciano
riposano nella Cappelletta a loro dedicata, nessuno aveva “cambiato parrocchia” - nel senso letterale della parola, ovviamente -.
Un prete è un ministro di Dio, strumento, segno della Grazia e
della Parola del Signore, uomo del “mistero della fede”.
Ogni sua azione è frutto di ciò che è e di ciò che ha ricevuto il
giorno dell'ordinazione sacerdotale. «Un sacerdote – disse (il
purtroppo) un po’ dimenticato Benedetto XVI - agisce e parla in
nome di Cristo, offre i Suoi doni, comunica la Sua parola, attua la
sua presenza sacramentale nel Pane e nel Vino, offre perdono e
conforto nel suo amore».
Tredici anni …in cammino, alcuni anche coloriti anche da qualche arrabbiatura e da qualche incomprensione mitigate però
dal desiderio di contribuire al bene di tutti e alla diffusione del
Vangelo.
La vita è fatta di momenti unici, irripetibili ma che lasciano un
segno profondo: il matrimonio, la nascita di un bambino, la perdita di una persona cara. Gioie e dolori che spesso e volentieri
si intrecciano in modo talora misterioso, con la vita degli altri e
con la vita di un sacerdote che, di tutti, raccoglie le confidenze,
condivide i momenti felici ed asciuga le lacrime.
Come per le persone, così pure nelle vicissitudini di una comunità cristiana, si verificano eventi unici che lasciano un ricordo
4 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
incancellabile nella mente e nel cuore di tutti. Segni di un
cammino che prosegue in un verso preciso e nuovo.
E allora ripercorrere la strada di questi tredici anni per il
nostro parroco che se ne va, vuol dire ripensare alle tante
persone conosciute ed amate, a quelle che gli sono state
più vicine e a quelle che “sono andate avanti”, rivedere
tanti volti, radunare nel tempio della memoria tanti fatti e
capire che, in fondo, tutto è grazia e quindi, per tutto questo, lodare il Signore e proseguire con rinnovata fiducia ed
entusiasmo sulle strade della vita verso nuovi traguardi.
Abbiamo apprezzato la sua disponibilità “a fare comunità”,
a creare “un’economia di valore”, come ha recentemente
detto il presidente uscente dell’Azione Cattolica Franco
Miano, “investendo sulle persone e non smettere mai di
confrontarsi”.
La semplicità nel vivere il Vangelo, e l'entusiasmo che don
Luciano ha sempre saputo trasmettere, sono stati un insegnamento per tante persone che lo hanno conosciuto.
Salutiamolo con gioia, e facciamolo a nome di chi ha collaborato con lui, ma anche a nome degli indifferenti, a nome
dei malati che non hanno modo di farlo di persona, delle
tante Associazioni, linfa vitale della comunità, ma non posso, e vi chiedo di concedermelo, non esprimere un grazie
a don Luciano a titolo strettamente personale, perché ha
celebrato quattro momenti fondamentali della mia vita di
uomo: il battesimo dei miei adorati nipotini.
Quindi buon cammino, nella sua nuova strada “Preòst”,
ma attento perché non sarà facile liberarsi di noi!
Un ultimo saluto, ce lo permetta, lo vogliamo inviare anche ad una donna forte e decisa: sua sorella Marilena che
ha saputo farsi voler bene proprio per la sua schiettezza
e, qualità rara nelle persone, perché ha sempre detto ciò
che pensava, senza nutrire alcuna riserva o rancore.
Ha svolto nel modo migliore e senza mai fare da "parroco
aggiunto" il ruolo non facile di filtro, di primo sbarramento
fra le mura della canonica e il mondo esterno.
Marilena astutamente è riuscita a far collimare due verbi
apparentemente in contrasto fra loro: "saper obbedire" e
"comandare”.
Al di là della facile ironia, vogliamo ringraziare anche lei
perché prendere la decisione di assistere un sacerdote è
comunque una scelta spesso complicata che richiede avvedutezza, sensibilità e buon senso perché un prete, seppure fratello, è comunque un persona un po' ...speciale.
Ci mancherai Marilena, come ci è mancato tanto quell'uomo meraviglioso che è stato tuo marito Mario!
Civis
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 5
ULTIMO SALUTO
a cura di
DON LUCIANO RAVASIO
MANDATO DA DIO CON UNA STORIA PERCHÈ
LA SUA È STORIA DI SALVEZZA PER TUTTI!
Quella del sacerdote è proprio una bella missione perché non appartiene
alla persona prescelta da Dio, ma diventa patrimonio di una storia.
Io sono grato alla storia che ha fatto di me quello che sono grazie a
moltissime persone che ho incontrato. La realtà di una persona prende
i vari lineamenti del suo essere da una storia.
Riconosco le mie radici anche perché le cose più belle della vita le
ho imparate da papà Mario e mamma Gina, la quale mi raccontava e
insegnava le preghiere mentre faceva i guanti in casa per sbarcare il
lunario dato che ero il terzo di cinque fratelli. Che bellezza quella famiglia
che i miei genitori hanno edificato con tanti sacrifici e con una coraggiosa
testimonianza di fede e di vita cristiana! Non rimpiango nulla, ma ricordo
sempre il mio cortile abitato da tante famiglie, dove l’educazione era data
anche da tutti coloro che facevano parte di quel cortile e della famosa via
Borghetto in quel di Almè. Poi ci furono gli anni belli e faticosi del seminario
dove scuola e preghiera formavano l’uomo e alimentavano il desiderio di
crescere verso il sacerdozio, anche in quel periodo che passai fuori dal
seminario completando gli studi, ma con la prospettiva della verifica di
una vocazione cresciuta senza scossoni. Belli i primi innamoramenti, le
crisi anche di fede, ma “dentro di me c’era come un fuoco ardente che
non riuscivo a contenere”. Così, dopo aver incontrato un testimone dei
nostri tempi come Padre Turoldo e aver passato con lui un po’ di tempo,
tornai a casa dicendo a mia mamma: “Prepara le valigie perché settimana
prossima tornerò in seminario”. Pian piano, secondo il progetto maturato
con i superiori del seminario, venni ordinato sacerdote da S.E. Mons.
Clemente Gaddi il 12 giugno 1976.
Fino ad oggi ho vissuto due esperienze da “curato” e due da “parroco”:
adesso dovrebbe venire il massimo della mia donazione perché tutto è
partito da un desiderio adolescenziale che diceva in me: “Io voglio di più!”.
Partii dall’esperienza di Mariano dove, dal 1976 al 1983, gustai gli entusiasmi
uniti anche a qualche delusione che forgiarono in me il vero senso del
sacerdozio. Il seminario è importante, ma imparai a essere prete vivendolo
giorno per giorno con il parroco, don GianMaria Fornoni, e con i giovani,
coi quali condivisi tante esperienze e iniziative, fino a entrare nel cuore di
tante situazioni, tante famiglie e di ciascuno di loro offrendo un proprio
spazio.
Poi il cuore si allargò a Vertova, dal 1983 al 1989, con una parrocchia dove
imparai molto a contatto con numerose associazioni (indimenticabili sono
l’A.C.R. e gli Scouts). Iniziai la pastorale tentando orizzonti nuovi tra cui la
radio che mi aiutò molto anche come insegnante di religione sia alle Medie
che all’Esperia. Tutto è grande quel che si fa col cuore e, dopo l’esperienza
della malattia del mio parroco, mi venne assegnata la comunità di SchilparioPradella-Barzesto-Vilmaggiore-Sant’Andrea in val di Scalve. Ebbi così il
privilegio di far parte del Consiglio Presbiterale Diocesano per 10 anni ed
esercitare il ministero di Vicario Locale fino al 2011. Quante cose belle in
6 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
Val di Scalve, soprattutto l’amicizia con una persona
dal cuore eccezionale, Mons. Andrea Spada! Devo
dire grazie alla collaborazione di tante persone che
segnarono la mia vita in quegli anni e ad alcuni incontri
importanti (indimenticabili i giorni vissuti col Card.
Ersilio Tonini). Vissi come una ricchezza d’animo la
grande solidarietà sprigionata in tutta la valle per le
mie sofferenze: la morte di mia sorella il 15 giugno
1989, la morte di mio papà il 30 luglio 1994 e quella
di mia mamma il 3 marzo 1999. Ogni persona fu
sostegno, aiuto e conforto! Riuscii a unire le comunità
della valle, anche quelle piccole e dislocate in luoghi
impervi, in un unico Coro che ancora continua il suo
cammino nella ormai prestigiosa “Corale della Valle
di Scalve”.
Il mio sacerdozio ricevette un impulso straordinario
nell’esperienza di Sarnico, una comunità non molto
omogenea, ma ricca di carismi e di iniziative: si
IL SALUTO
contano quasi 60 gruppi di volontariato e con
grandi prospettive e responsabilità in ogni ordine:
dalla comunità religiosa a quella civile, a quella
militare. Così, fondamentale per la mia missione è
stato aver incontrato tante persone che mi hanno
Don Luciano con il Cardinale Giovanni Battista Re
accompagnato e sostenuto con il loro impegno e
la loro fede. Ho già espresso sull’ultimo numero i
tanti grazie, ma quelli che sono nel mio cuore sono
molti di più. In primis ai tanti sacerdoti che mi hanno
aiutato nel servizio pastorale, soprattutto porterò
sempre con me una notte d’ospedale passata con
Padre Antonio in cui ci siamo confidati e aiutati a
vivere il progetto del Signore. Dopo il mio incidente
di percorso fu di grande conforto una notte accanto
al mio letto con don Sergio e mio cognato Mario,
i quali con semplicità mi hanno sempre affiancato.
Don Franco che mi ha sempre voluto risparmiare
nelle fatiche e aiutato in ogni circostanza. La simpatica
amicizia fraterna con don Pietro; le capacità artistiche
di don Gianni e l’esperienza pastorale di don Felice.
Gustai anche il condividere i pasti con don Giuliano
con diverse discussioni che spaziavano dall’Inter alla
politica e a tentare di leggere alcune situazioni sociali
anche degli adolescenti del nostro oratorio e i giovani dei tanti Corsi per
Fidanzati. Imparai a dare spazio alla preghiera comunitaria con don Loris e
don Giuseppe e i nostri incontri settimanali riuscivano a farci condividere
l’ansia pastorale.
Fui accolto con simpatica amicizia e molta cordialità dal sindaco Sandro
Arcangeli, col quale ho maturato alcune scelte collaborative iniziali
importanti che hanno aperto il cammino a un futuro meraviglioso, nel
rispetto reciproco dei diversi ruoli e con le due amministrazioni del
sindaco Franco Dometti. Ora si preparava una nuova collaborazione con
l’attuale amministrazione del sindaco Giorgio Bertazzoli, ma il Signore ha
scelto un altro parroco.
Con l’apporto di tutti coloro con i quali ho avuto l’onore di collaborare,
siamo riusciti a portare il paese a un rinnovamento molto significativo,
perché accanto alla quantità degli eventi si è curato molto la qualità. Chi
subentrerà avrà il compito prima di tutto di apprezzare il lavoro svolto e
poi di continuare sulla strada tracciata. Il segno che riassume il cammino
non solo materiale, ma anche spirituale, è valorizzato dalla Chiesa
Prepositurale, con il sagrato antistante, che viene ad essere la sintesi del
nostro essere comunità.
Dopo tredici anni il Vescovo mi chiama ad allargare di nuovo il cuore
nominandomi parroco a Osio Sotto. Un nuovo balzo per questo mio
cuore perché a Sarnico mi sembrava che stessi donando il meglio di me
stesso, ma mi ha fatto sempre bene ciò che mi ha detto un giorno Mons.
Spada:” In ogni cambiamento, non si perde nulla, ma si allarga il cuore”.
In questo periodo mi sto allenando perché il cuore ha un po’ di sofferenza
lasciando una bella comunità. Qualcuno mi chiede quali sono i miei
sentimenti.
Il cambiamento apre alla speranza perché si tocca con mano che Dio non
ci abbandona e suscita nel suo amore sempre una persona, don Vittorio
per voi, che possa rappresentarlo e renderlo presente non perché più
bravo e più intelligente, ma solo perché Lui lo ha scelto.
Sento in me ciò che san Paolo ha detto ai cristiani di Corinto:
"Anch’io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il
mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti
di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso.
Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La
mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi
di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza,
5perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla
potenza di Dio".
Mi affido quindi alla vostra comprensione! Vi assicuro in ogni caso di mettere
ciascuno di voi nel mio cuore e ciascuno di voi arricchirà il mio animo e la
mia preghiera. Spero che quando penserete a me, abbiate buoni pensieri
di serenità e amore. La più bella riconoscenza sarà la collaborazione che
tutti saprete offrire a don Vittorio e che lo amiate almeno tanto quanto
avete amato me!
Quanta bellezza e quanta potenza di vita ci sta regalando il Signore! Grazie
a Lui e anche a ciascuno di voi.
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 7
IL SALUTO
GRAZIE
DON LUCIANO
a cura di
DON LORIS FUMAGALLI
È giunto il momento di salutare un compagno di viaggio;
momento previsto nella vita di noi preti. Previsto, ma forte! Il
primo grazie a don Luciano lo devo perché forse sono stato
il primo al quale ha voluto comunicare la scelta del vescovo.
Mi sono sentito onorato ed allo stesso tempo ho percepito la
necessità di condividere un passo così impegnativo. Credo non
sia stata una casualità, e nemmeno una semplice cortesia, ma il
segno di una fraternità costruita negli anni.
I miei primi otto anni da prete li ho vissuti con don Luciano.
Evidentemente a lui devo molto di ciò che sono. Quando tra
preti giovani, tra curati di oratorio, si parla del proprio parroco,
ognuno ha il suo modo di definire il suo rapporto: c’è chi si
lamenta, chi chiede più aiuto, chi vorrebbe essere più libero
di fare. Io non ho avuto né un parroco che mi ha impedito di
fare o compiere determinate scelte, né uno che lasciandomi
carta bianca mi ha abbandonato al mio destino. Ho avuto un
parroco che mi ha dato fiducia. E dare fiducia ad un giovane
sbarbatello di venticinque anni non è cosa scontata. Riconosco
questa grande caratteristica in don Luciano nei miei confronti.
Oltre alla generosità, l’accoglienza, la condivisione dei problemi.
Potrebbe apparire scontato, ma noi uomini e quindi anche noi
preti, tante volte crediamo sia più semplice tenersi tutto dentro.
Ho trovato una casa a mia disposizione, una nuova famiglia
che ha sempre avuto un po’ di preoccupazione per me, anche
quando non ero presente.
Il momento in cui, per obbedienza, si è chiamati a percorrere
strade diverse l’abbiamo sentito avvicinarsi. Scherzando tra noi,
abbiamo scommesso su chi sarebbe partito per primo. Non
posso dire chi ha vinto la scommessa… Abbiamo imparato
a ridere tra di noi e di noi stessi. Abbiamo scommesso con
caparbietà su alcune cose e abbiamo rinunciato ad altre. Abbiamo
cercato di non farci del male a vicenda, perché non serve a
nulla, ma piuttosto cercato di aiutarci, per essere forti non per
la nostra tranquillità, ma per amore della comunità. Credo che
abbiamo anche imparato a sopportarci negli irrimediabili difetti
che ciascuno porta con sé. Ma questo ha intensificato la nostra
convinzione che è necessario essere fratelli nel sacerdozio per
fare del bene ad una comunità.
Carissima comunità di Sarnico, siamo chiamati a vivere il
tempo del distacco. Non come dramma irrisolvibile, ma come
tempo nuovo consegnato a noi da Dio. La forza degli uomini
8 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
e delle donne della Bibbia sta nel vedere, oltre una apparente
conclusione, la forza del nuovo che ci viene messo nelle mani.
Vale per don Luciano, vale per noi. Non è certo un grazie di
circostanza quello che scrivo, ma il riconoscimento sincero ad un
prete che ha ritenuto fondamentale nel suo essere, condividere
molto della sua vita con me. Ed estendo il grazie a Marilena
sempre disponibile, ed a tutto il resto della famiglia Ravasio per
aver intrecciato la storia della comunità di Sarnico.
Buon cammino don Luciano, e grazie!
a cura di
DON GIUSEPPE FIORENTINI
Caro fratello,
l'augurio che voglio rivolgerti in questo passaggio nel tuo
cammino di fede, nasce in me come un grande grazie. Sei
stato per me una meraviglia, prima che attendermi come
un collaboratore nel ministero (e sarebbe stato già molto),
hai cercato in me un dono di Dio, e con questi occhi mi hai
guardato, per te e per questa comunità, fin dall'inizio. Non ne
sarò mai grato abbastanza, a te e al Signore.
Avrei desiderato che la bella fraternità che il Signore ci ha
donato di gustare, insieme a don Loris, continuasse nel nostro
servizio pastorale a Sarnico ancora a lungo. La Provvidenza ha
disposto diversamente, ma so che quanto ci è stato elargito
è solo un seme, destinato a moltiplicarsi su questa terra
(anche nelle prossime occasioni in cui ci ritroveremo), per poi
germogliare glorioso quando risorgeremo. Tieni sempre alto lo
sguardo come sai fare, don Luciano, anche e soprattutto con i
confratelli sacerdoti, con quella schietta e tenera semplicità con
cui sai aprire il cuore.
«Giusto è il Signore in tutte le sue vie, e buono in tutte le sue opere»:
così dice il Sal 144, che preghiamo nella Messa in cui ti salutiamo.
Lo ringrazio per avermi confermato, in questo anno, questa sua
Grazia, anche attraverso la tua persona. E ti auguro di continuare
a gustare la Sua Meraviglia.
Dio benedica i tuoi passi, il tuo ministero, i tuoi cari.
Con vera gratitudine e affetto fraterno, buona Sequela!
A presto.
don Giuseppe
a cura del Vicario
DON GUSTAVO BERGAMELLI
IL SALUTO
IN CAMMINO
NELLA CHIESA
Ci sono giorni nella vita di una persona in cui
si intrecciano confusamente pensieri tra loro
contrapposti: gioia e gratitudine, tristezza e
sofferenza, fraternità e amicizie, solitudine
e amarezza. Giorni nei quali sembra difficile
dare un ordine a ciò che la mente genera e
che il cuore custodisce gelosamente.
È ciò che avviene anche quando un prete lascia una
comunità parrocchiale per incontrarne una nuova.
Queste immagini scorrono inesorabili nella mente
dell'interessato e delle persone direttamente coinvolte,
mettendo in evidenza tutta la bellezza, l'unicità, ma
anche la fragilità e la precarietà dell'umano.
Però... già, c'è un però! La vita del prete è chiamata
ad andare oltre. Se ogni cristiano infatti è chiamato ad
andare oltre con la forza che scaturisce dal battesimo,
per un prete ancora di più, in quanto il suo ministero è
inserito dentro il progetto che Dio gli ha consegnato,
per esserne amministratore nella Chiesa e in mezzo
ai fratelli.
Don Luciano, in obbedienza al Vescovo, lascia dopo
tredici anni la parrocchia di Sarnico per abbracciare
una nuova comunità che lo attende, quella di Osio
Sotto.
È la stessa Chiesa, che condivide la gioia di camminare
insieme con Cristo e incontro a Cristo.
Una visione, quella ecclesiale, che possiamo davvero
dire abbia caratterizzato il ministero di don Luciano,
nella sua capacità di andare oltre la sua parrocchia.
Per molti anni si è speso come vicario locale in mezzo
alle nostre comunità, come già prima a Schilpario.
L'invito ad aprirsi alle collaborazioni interparrocchiali,
la ricerca dell'impegno laicale, in particolare dentro
al consiglio pastorale del vicariato, sono solo alcuni
elementi di una idea di fondo: il cammino fatto insieme.
A nome mio personale e di tutti i sacerdoti del
vicariato, unitamente alle nostre comunità, il grazie a
don Luciano per il suo impegno e la sua testimonianza
in mezzo a noi.
L'augurio che possa continuare con lo stesso spirito,
ad amare e servire Cristo e la sua Chiesa.
Quando cinque anni fa arrivai a Paratico, don Luciano,
nell'omelia, disse alla gente che il prete, entrando in
una nuova parrocchia, non dimentica le altre, ma il suo
cuore diventa sempre più grande per fare spazio alle
continue novità... ora sono io a dirlo.
Auguri don Luciano, per tutto ciò che ti attende!
Allarga sempre più il tuo cuore con generosità, ma...
occhio all'infarto!
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 9
IL SALUTO DEL SINDACO
A DON LUCIANO
Il momento del saluto ad un Parroco è sempre delicato per
una Comunità perché il sacerdote non “lavora” in un ufficio,
ma è testimone di vita, fratello e padre nella grande famiglia
che è la parrocchia. Dire grazie ad un sacerdote è dire grazie
a Dio per essersi preso cura del suo gregge, attraverso una
persona, un volto, una voce, un cuore ben precisi. E se si guarda
al presente con questa prospettiva allora il cambiamento, da
momento di delicatezza, diventa opportunità per il futuro
lungo un cammino che ha sempre una grande costante: la
presenza di Dio. Diventa allora più facile, sollevato l’animo
dalla naturale emozione, voltarsi indietro e dire grazie
all’uomo che, in quanto sacerdote, ha animato nel nome del
Signore la nostra Comunità. E noi a Don Luciano dobbiamo
grande riconoscenza per come si è posto nei confronti del
paese e per come ha saputo impegnarsi per esso. Ho la
fortuna di aver potuto riflettere, nei giorni scorsi ed in vista
di questo appuntamento, con alcune delle persone con cui
condivido la grande esperienza amministrativa che da pochi
mesi sto vivendo: parlando di Don Luciano ci siamo trovati
10 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
concordi nel riconoscere la sua disponibilità al dialogo, il
suo saper mettere a proprio agio le persone. E quella sua
semplicità, quel suo non essere impositivo, sono diventati lo
stimolo per le persone che con più assiduità frequentano
la parrocchia ad impegnarsi. Credo che questo sia uno dei
grandi regali che ci ha fatto Don Luciano: ha spinto le persone
a porsi una domanda chiara e precisa: “Io cosa posso fare?”.
Ed è una domanda fondamentale in un momento difficile
sotto tanti punti di vista. Ma dalla risposta che sapremo dare a
quell’interrogativo dipende e dipenderà il futuro della nostra
Comunità.
Sono qui per porgere un grande abbraccio a Don Luciano
a nome di tutti i nostri concittadini. Quello che gli rivolgo,
dunque, è un arrivederci perché, per fortuna, la sua nuova
destinazione non è lontana. E gli lascio una richiesta: nelle
preghiere continui a ricordarsi della sua Sarnico.
Il Sindaco Giorgio Bertazzoli
L'ALBUM DEI RICORDI
a cura dellla
REDAZIONE
...COM'ERA
Don Luciano con la mamma Luigina Rigamonti
"Sarai Sacerdote per sempre". Il giorno dell'ordinazione
Mamma Luigina e papà Mario Ravasio
«Cercherò di essere prete con voi, ma non potrò essere Parroco senza di voi»
Il primo nucleo della "Corale Valle di Scalve"
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 11
Con il cognato Mario e la sorella Marilena
La musica, la sua grande passione - Qui con il coro "Callido"
Tra Don Enzo Locatelli (ex Parroco di Vertova) e Mons. Spada
Inaugurazione della nuova sede de "il Battello"
Ottobere 2008: Messa al parco per Santa Teresina
Con Mons. Andrea Spada
12 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
Anno 2001: Arrivo a Sarnico
A Roma con Suor Giuliana
Domenica delle Palme con don Loris
Con don Franco, don Loris e don Giuseppe
Con il diacono Giuseppe
Festa dell'Oratorio 2014, l'ultima
w
Il saluto a don Sergio
Con il Vescovo Maurizio
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 13
IL SALUTO
a cura degli
EX SINDACI
IMPEGNO PASSIONE
ED AMORE
Quando un’esperienza finisce, quando un cammino comune finisce, ciascuno di noi cerca, per quanto possibile, di richiamare alla propria memoria i
momenti migliori e più significativi di questa esperienza e di questo cammino.
Io ho avuto la fortuna, il piacere e l’onore di vivere dieci anni da sindaco accompagnato oltre che dall’affetto e mi auguro, dalla stima dei miei cittadini,
anche dalla presenza di una persona per me speciale, di un amico speciale,
di un parroco speciale.
È indubbio che in un periodo di profondo cambiamento della nostra società, delle nostre abitudini e dei relativi valori, fare il Parroco o meglio fare
il prete (lo dice anche Papa Francesco nella sua intervista a Ferruccio De
Bortoli “fare il prete mi piace”) non è certamente facile.
Ecco, io penso che a Don Luciano piace “fare il prete”. Normale si può dire
per un prete fare il prete. Certamente come è normale per un sindaco fare
il sindaco, per un manager fare il manager, per un operaio fare l’operaio, ma
è altrettanto importante non chi si è, ma come si è.
E quell’“obbedisco” senza se e senza ma alla disposizione del Suo Vescovo
che gli comunicava il trasferimento nella nuova parrocchia, sta ancora una
volta a dimostrare, se mai ce ne fosse bisogno, che la sua missione di “prete”
non è solo quella dove lo porta o dove lascia il suo cuore, ma è dove c’è
bisogno di lui.
La nostra collaborazione nata nell’incontro fra l’istituzione pubblica e la comunità religiosa si è nel tempo trasformata e consolidata in qualche cosa di
più profondo, in una amicizia sincera che aveva come solida base il reciproco rispetto dei propri ruoli, delle proprie funzioni e delle proprie prerogative. Rispetto ed amicizia, ecco cosa ricorderò sempre di Don Luciano.
Tante iniziative comuni, tanti progetti, alcuni realizzati altri nel cassetto dei
sogni, tanti incontri con personaggi del mondo cattolico e della società civile, visite di preghiera e di divertimento, ma soprattutto per me sempre
un consiglio, una parola buona nei momenti difficili e di sconforto ed una
14 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
mano sulla testa al bisogno. Certo se non fosse milanista ma atalantino come me sarebbe
meglio, ma non si può essere perfetti in tutto.
Ciao Don Luciano, ciao ed arrivederci perché
resteremo sempre in contatto, Osio Sotto
non è caput mundi e tanti amici ti aspettano
sempre con gioia qui, a Sarnico, nella nostra
bellissima Sarnico per la quale insieme abbiamo con impegno, passione ed amore scritto
una piccolissima parte della sua storia; ad altri
adesso il compito di continuare con lo stesso
spirito, con lo stesso rispetto e con la stessa
collaborazione.
E poi mi raccomando, Don Luciano, i tuoi
nuovi parrocchiani abituali con gradualità alle
tue chilometriche omelie.
Con tanto affetto ed amicizia!
Franco Dometti
ti manderò avrà su di sé una grossa croce: ma ti manderò un
uomo valido”.
Ora posso confermare che mi ha mandato una persona schiva, con profonda esperienza di vita, di fede e di preghiera, con
un amore appassionato per la Chiesa. Instancabile ricercatore
della verità e maestro sicuro per tanti di noi.
Mi è piaciuto subito il tuo stile sobrio, di bergamasco purosangue … e concreto.
Da cattolico convinto ho sempre accolto con piacere le tue
“prediche” e ti ho sempre detto … BRAVO BREVE CHIARO.
Ho condiviso l’impegno per dare il massimo splendore alla
nostra parrocchiale.
Ho avuto qualche preoccupazione per le tue coronarie
(anch’io ho avuto gli stessi problemi) ma … nonostante i medici siamo ancora vivi!
La mia generazione era abituata ad avere il Parroco "a vita"
ed anche da morto (vedi cappella nel cimitero). Ma… il Vescovo ha cambiato le regole.
Sandro Arcangeli
Dopo anni di lavoro eri riuscito a conoscere tutti i tuoi parrocchiani, i loro umori, le sfumature di ognuno di noi … ora
Ti ho accolto col cuore in mano il 7 ottobre 2001 nella piazza devi lasciare tutto!
principale di Sarnico. Ti dissi: “Sono qui a chiederti di lavora- Ma gli ordini non si discutono ed anch’io, da buon Alpino pur
re insieme per la nostra gente, che ama la vita e crede nella a malincuore, OBBEDISCO!
solidarietà. Sarnico è una terra di acqua e sole, dove la parola Ciao “PREÒST”.
rettitudine, giustizia e bellezza si incarnano nella quotidianità” . Ti ho voluto bene … tanto. Mi mancherai!
Il vescovo mi aveva detto, in confidenza: “Qualunque parroco
CIAO DON LUCIANO
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 15
L'ARCOBALENO
a cura della
REDAZIONE
UN ARCOBALENO DI GRAZIE
A DON LUCIANO
GRUPPO MISSIONARIO
Signore,
dona a Don Luciano idee chiare, concrete, attuabili,
la sua azione sia duttile, tenace, discreta,
la sua intenzione retta e semplice.
Fa' che l'insuccesso non l'avvilisca
e il successo non lo renda superbo.
Egli sia, per la nuova comunità, fratello maggiore,
padre, amico e maestro.
Raduna attorno a lui la parrocchia,
nella generosità dell'impegno cristiano,
nella collaborazione intelligente e cordiale,
nella carità che salda in unità.
Così sia!
Il Gruppo missionario, grato a Don Luciano per la collaborazione nella realizzazione dei vari progetti benefici che si sono
susseguiti in questi anni, vuole accompagnarlo verso questa
nuova, impegnativa e stimolante meta con una preghiera di cui
Madre Teresa ci ha dato lo spunto.
CENTRO DI PRIMO ASCOLTO
Gli operatori del Centro di Primo Ascolto ringraziano per il supporto e il sostegno avuto in questi anni nell’affrontare
il servizio quotidiano alle persone in difficoltà. La cosa che più ricorderemo è il suo modo di affrontare le situazioni
sempre in positivo, portato alla gioia e alla bellezza.
GRUPPO ALPINI
Dimenticarla don Luciano, sarà impossibile, perché ogni ministro, ogni gruppo, ogni associazione, ogni
particolare architettonico ben curato e valorizzato della nostra chiesa, ci parlerà di lei, testimoniando
la sua eredità. Caro don Luciano, le penne nere di Sarnico che ha tanto amato, conserveranno sempre
del loro parroco un ricordo tutto particolare, unico, personale, così come particolare, unico e personale è stato il nostro rapporto. Lei lascia la nostra comunità in un momento di grandi cambiamenti.
Dovremmo tutti insieme cercare di garantire la giusta continuità, pensando alla nostra gente, al “prossimo”, agli ultimi, come sempre gli Alpini hanno fatto e come lei sempre ci ha suggerito.
Paolo Ravelli
KIWANIS CLUB
DEL SEBINO
Il presidente Giacomino Abrami, il past
presidente Diego Busatta insieme a tutti i soci del "Kiwanis Club del Sebino",
sono grati al parroco don Luciano Ravasio per la disponibilità e collaborazione offerte all'Associazione in questi 13
anni di permanenza a Sarnico.
Così, con le parole di Giovanni Paolo II la vogliamo salutare e
ringraziare: «Il segreto degli autentici successi pastorali non sta
nei mezzi materiali. I frutti duraturi degli sforzi pastorali nascono
dalla santità del sacerdote».
Allo stesso modo vogliamo augurare al nuovo parroco don
Vittorio Rota, un proficuo e fecondo lavoro per il bene di tutta
la comunità sarnicese.
16 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
ASSOCIAZIONE ANZIANI E PENSIONATI
Dall’annuncio della sua partenza tanti ricordi sono affiorati nella nostra mente e nel nostro cuore.
Vogliamo dirle don Luciano quanto è stato bello seguire con lei il
cammino pastorale e stare insieme, uniti anche nelle difficoltà e nei
momenti tristi, così come nella gioia dei momenti di festa.
Grazie per averci sempre considerati parte integrante della società e di aver sempre cercato di comprendere quali problematiche
affliggono noi anziani, analizzandole con lucidità e proponendo le
possibili soluzioni in linea con gli indirizzi del vangelo e secondo l’insegnamento di Cristo.
Di tutto questo e di molte cose vogliamo dirle “GRAZIE”, la ricorderemo sempre con affetto e la porteremo tutti nel cuore, nella
riconoscenza e nella preghiera.
La presidente Luisa Savoldi
DON LUCIANO
DON VITTORIO
a cura di
GIANFRANCO GASPARI
COMUNITÀ
DUE PRETI, DUE CURATI
E DUE PREVOSTI
NOI SAREMO SEMPRE
CON TE!
Prevosto carissimo, penso di essere fra i
decani di questa Parrocchia di San Martino
e quindi di avere titolo per prendere la
parola.
Un saluto doveroso dunque e non
rituale.
Domenica
7
settembre
2001: il nostro benvenuto nel
pomeriggio in piazza Besenzoni
Domenica 21 settembre 2014:
il commiato, il grazie, non di
pragmatica, per la Tua presenza fra
noi.
Ne “il Porto“ del settembre 2001 ci hai
salutati così:
«Vengo e basta. Cercherò di essere prete con
voi, ma non potrò essere Parroco senza di voi».
Don Luciano, ecco, siamo tutti qui: sei stato
quindi veramente Parroco fra noi!
Quella frase scritta 13 anni or sono diventa
per noi il vero saluto; siamo stati tutti noi a farti
62 Don Luciano - 52 Don Vittorio
Don Vittorio ha il profumo di Sotto il Monte,
Don Luciano è lucente come la neve di Schilpario.
Per mano ce li conduce la Madonna Santa!
Benedetti perché vengono in nome di Gesù!
Quello che hanno fatto, che faranno
porta un solo sigillo: Dio che rappresentano.
Uno parte: non ci lascia, ci ricorda
Uno viene: ecco i nostri cuori spalancati!
Si comincia un nuovo cammino
la strada è sempre quella: percorriamola insieme!
La meta? Sì, tutti uniti in essa, il traguardo per tutti:
il PARADISO!
“Parroco” fra noi ed oggi diventa l’augurio
per i parrocchiani di Osio Sotto.
Abbiamo ragione di ritenere che questo
sia il migliore augurio che parte dal nostro
cuore.
A noi lasci la Prepositurale
dedicata a San Martino Vescovo
stupendamente restaurata, a noi
lasci la casa di San Rocco per gli
Anziani, a noi lasci le tue omelie
così dense di fede e di insegnamenti,
a noi lasci infine quell’urgenza, quel
bisogno di sentirci cristiani sempre e
dovunque!
Noi saremo sempre con Te, la
distanza non ci separerà: teniamoci nel
cuore a vicenda.
Grazie Don Luciano: Sarnico sia per Te
e per sempre una tappa cui ricorrere per
spronarti ancora in un cammino sempre
più alto.
Auguri DON LUCIANO !
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 17
COMUNITÀ
a cura di
GIUSI GIUPPONI
IL SIGNORE TI
SOSTENGA E TI
ACCOMPAGNI
Quando circola in paese,
a passeggio o a fare spese,
la gente ancora la domanda fa:
“Perché don Luciano se ne va?”
Ed egli ha trovato così
il suo modo per dire di Sì.
Quando poi, serio e determinato,
a tutti l’ha annunciato.
“Devi proprio?”….”Dai, rimani!”
ha risposto ai parrocchiani:
“Ma io non vi lascerò,
nel cuore sempre vi porterò!”
E noi, col cuore, don Luciano
ora GRAZIE ti diciamo.
Rispondo: “Per quel che ne so io
ha a che fare con il volere di Dio!”
La storia ci insegna che spesso “LUI” fa così:
chiama qualcuno e gli fa una proposta…
Grazie per questi 13 anni di vita
aspetta paziente la risposta…
donati con dedizione infinita,
sicuro che arriverà un “sì”.
grazie per l’impegno e l’attività,
dedicati alla nostra comunità,
Un tempo assai lontano
fatta di gente viva e motivata,
propose al Patriarca Abramo:
grazie per la chiesa restaurata.
“Esci dalla tua terra e vai
dove ti porterò…!
Grazie, grazie di cuore:
una grande discendenza avrai…”!
sei stato per noi Padre e Pastore.
Egli ebbe fede e l’ascoltò.
Parti con entusiasmo e senza “magone”
per la tua nuova missione,
Questa volta, col suo fedele ministro,
quel che c’è da fare sai a memoria,
ha cambiato registro
scriverai una nuova pagina di storia!
e per farsi ben capire
si è limitato a dire…
Noi con la preghiera ti staremo vicino
“Dai Luciano, fai fagotto
e continueremo ad essere
che ti mando a Osio Sotto!”
un popolo in cammino.
A questa inattesa richiesta,
il don ha tentato una protesta:
“…pota! Alùra!!!....el zamò ura?”
Poi parlando a se stesso, come è d’uso,
ci ha ripensato e ha concluso:
“Su Luciano che lo sai…
che son pochi gli OPERAI…
che la MESSE è sempre molta…
rimboccati le maniche ancora una volta!”
18 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
Il Signore ti sostenga e ti accompagni
oggi, e ogni tuo domani!
AUGURI DI CUORE!
UN SALUTO
A DON
LUCIANO
IL SALUTO DELLA
COMUNITÀ
a cura di
SILVANO MARINI
FOTOCRONACA
Due modi per dire "Grazie"
VENERDÍ 19 SETTEMBRE
Il Coro "Coenobium"
Cittadino Onorario: una promessa del sindaco
Marilema: una donna schietta
SABATO 20 SETTEMBRE
Simpatia e bravura, doti rare
Franco, Marilù e Walter: quando il teatro è arte
Il "vero" nuovo parroco di Sarnico
"enjoydance": classe, raffinatezza ed eleganza
DOMENICA 21 SETTEMBRE
Il ricordo più bello
Coro "il Castello" con Elena Gallo
La Banda: i primi ad incontrarti e gli ultimi a salutarti
PRIMO SALUTO
a cura del nuovo parroco
DON VITTORIO ROTA
CARISSIMI
PARROCCHIANI
In punta di piedi, con l’animo ricolmo
di speranza e di gratitudine, nella
consapevolezza dell’importanza e
della delicatezza del ruolo che il
Vescovo Francesco mi ha affidato,
ho cominciato a muovere i primi
passi nella vostra “nostra” bella
comunità.
Ho nel cuore molti sentimenti, anche
contrastanti tra loro. Da un lato - certo
non lo nego - la difficoltà a sradicarmi dalle
comunità in cui ho vissuto fin ora, dall’altra il
desiderio ardente di essere lì, di cominciare,
di conoscere i vostri volti e i vostri nomi
per imparare (piano piano) a ricordarli, a
riconoscerli come familiari.
Se non sembra irriverente o irrispettoso,
mi piacerebbe salutarvi tutti fin d’ora
con un bel CIAO, non per strapparvi una
prematura confidenza, ma per riassumere
in questo saluto, semplice e familiare, lo
stile con il quale vorrei cominciare ad essere
tra voi. Lo sappiamo tutti infatti che questa
parola significava in origine, nel dialetto
veneto, schiavo, servo. Era il modo con cui
si salutavano le persone ritenute di “grado”
superiore per età, ruolo o responsabilità.
“Schiavo Suo” oppure “Servo Vostro” erano
allora parole formali che indicavano rispetto,
ma anche distanza, non certo familiarità e
quotidianità. Quello che vorrei far mio, lo
stile che il Signore mi chiede di assumere,
è però certo quello del Servitore della
Comunità di Sarnico, che non la osserva
a distanza, ma vi si immerge; non la fa
diventare una comunità a propria immagine
e somiglianza, ma la aiuta a percorrere le
strade che il Signore ha pensato e scelto;
non cammina davanti, ma in mezzo alla sua
22 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
I preti del vicariato di Calolzio e Caprino B.sco salutano don Vittorio
gente (il pastore deve portare addosso
l’odore delle pecore, ci ha ricordato
con un’immagine potente il nostro caro
Papa Francesco); così che, unita a tutta la
comunità diocesana, possa procedere nella
comunione e nella edificazione della Chiesa
secondo il Concilio e il Sinodo Diocesano.
Carissimi, ma io non sono ancora capace
di tutto questo! Ho bisogno di voi, del
vostro sostegno, della vostra generosità
e della vostra intelligenza, così da saper
guardare bene i bisogni e poi trovare strade
percorribili di comunione e fraternità.
Ho nel cuore, inoltre, una grandissima
gratitudine per don Luciano, vostro
parroco per tredici anni. Mi ha accolto con
benevolenza e simpatia, mi ha introdotto
al lavoro svolto fin qui, mi ha comunicato
quella sua viva passione pastorale che lo ha
animato in questi anni, mi ha reso partecipe
dei progetti che aveva in animo di fare.
Rivolgo a lui un sentito ringraziamento
per essere stato pastore secondo il cuore
di Gesù.Ringrazio il Signore per don Loris
e don Giuseppe, che non mi erano certo
sconosciuti, ma che la provvidenza ora
mi mette accanto come primi compagni
di viaggio. Ho bisogno di tutta la loro
esperienza e pazienza per introdurmi al
meglio nella comunità. Li ringrazio per la
bella familiarità con cui mi hanno accolto
e con la quale accompagnano i miei
primi passi.
Non posso che volgere un saluto speciale
anche a don Franco, che non ho ancora
incontrato di persona, ma che mi ha
mandato numerosi attestati di stima e
fiducia.
Saluto di cuore le autorità civili e militari.
Volgo al Signore una preghiera per loro,
perché possano sempre adempiere alle
responsabilità che si sono assunti per il bene
di Sarnico. Spero di incontrarle presto, ho
bisogno di intessere con loro un sereno e
proficuo scambio così da conoscere meglio
la realtà nella quale sto per immergermi.
Sembrerà banale, ma vi assicuro che non è
così. La scorsa primavera, dopo che mi era
stata comunicata la mia nuova destinazione,
in incognito e da solo sono venuto da voi.
Non mi era sconosciuto il paese, ma da
un bel po’ non ci tornavo. Era una bella
giornata, un po’ ventosa, come capita spesso
in quella stagione. Sceso dalla macchina
e affacciatomi al lago, la prima reazione in
me è stata “È ancora un bellissimo posto...”.
La bellezza, che attira così tanta gente a
Sarnico, è anche il motore che muove i passi
di coloro che credono in Cristo Gesù. Lui
è la bellezza che salverà il mondo, se ne
diventiamo consapevoli, se trasmettiamo
bellezza, il Signore farà di noi strumenti del
suo amore. A presto!
donvittorio
LITURGIA
a cura di
DON GIUSEPPE FIORENTINI
Il nuovo parroco di Sarnico don Vittorio Rota
I segni liturgici per l'ingresso
del nuovo parroco
L'evento dell'inizio del ministero del nuovo parroco nella nostra comunità parrocchiale suggerisce di interrompere anche nella nostra
rubrica il percorso di approfondimento della liturgia domenicale,
per affrontare i segni che vivremo nella particolare liturgia eucaristica nella mattina del 5 ottobre p.v.
Il Cerimoniale dei Vescovi dedica un intero capitolo alla liturgia
dell'ingresso di un nuovo parroco (cfr "Cerimoniale dei Vescovi", nn.
1185 ss), dicendo in primo luogo che il parroco deve emettere la
professione di fede, e che il suo ingresso è presieduto dal vescovo
o da un suo delegato (nel nostro caso, il vicario locale). Con ciò, si
vogliono indicare le due linee-guida, quasi il binario su cui corre il
ministero del parroco nella comunità: egli è un uomo di fede, innamorato della persona di Gesù Cristo, Colui che lui vuole vivere ed
annunciare ai fratelli nella fede e anche a tutti gli altri che cercano la
verità; ed è inviato qui dal vescovo, opera e annuncia in comunione
con tutta la Chiesa, non per sua semplice iniziativa ma perché in lui
e con lui è tutta la Chiesa che opera nel nostro paese, con le singole
persone della nostra famiglia parrocchiale.
Alla porta della chiesa parrocchiale, il nuovo parroco riceve la chiave
della chiesa e bacia il crocifisso (sarà utilizzato per questo un crocifisso molto caro alla nostra comunità): è la Croce di Gesù la vera
chiave che apre le porte del Cielo, e don Vittorio viene tra noi per
aiutarci a pregustare già ora il Paradiso.
All'inizio della messa, don Vittorio ci sarà presentato ufficialmente e
sarà letto il decreto di nomina del vescovo.
Al nostro nuovo parroco verrà consegnato il Lezionario, che lui a
UN NUOVO
PASTORE
PER GUSTARE
MEGLIO
IL "PASTORE"
sua volta affiderà ai lettori; sarà poi don Vittorio stesso a proclamare
il Vangelo, perché il suo annuncio nella nostra comunità è proprio il
Vangelo, come ci ha ricordato recentemente san Paolo: «Infatti annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità
che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Se lo faccio
di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia
iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato» (1 Cor 9, 16-17).
Dopo l'omelia, il delegato del vescovo gli chiederà di esprimere il suo
impegno di servire la nostra Comunità in comunione col vescovo.
Infatti, davanti al vescovo don Vittorio ha già rinnovato le promesse
fatte al momento della sua ordinazione sacerdotale, che culminano
con la promessa che dipinge nel modo più sublime il ministero del
prete: «Vuoi essere sempre più strettamente unito a Cristo sommo
sacerdote, che si è offerto vittima pura a Dio Padre per noi, consacrando te stesso insieme con lui per la salvezza di tutti gli uomini?»,
rispondendo il suo «Sì, con l'aiuto di Dio, lo voglio». Ora afferma
che vuole vivere questo suo sacerdozio come nostro pastore.
Dopo questo momento così intenso, proclamerà da solo la sua professione di fede (e noi tutti la sottoscriveremo, cantando il nostro
«AMEN»), e firmerà sull'altare il verbale del suo ingresso in parrocchia, controfirmato dal delegato del vescovo e da due testimoni.
Nella processione delle offerte, don Vittorio riceverà solennemente il pane e il vino per il sacrificio del Signore, affinché lui stesso
insegni a noi fedeli ad offrire, insieme a Cristo, noi stessi, il nostro
lavoro e tutto ciò che viviamo e abbiamo.
Da questo momento, sarà il nostro nuovo parroco a presiedere
la messa. Bacerà l'altare (che non aveva baciato nella processione
d'ingresso) e presenterà le offerte a Dio. Poi, dopo aver incensato
le offerte, si volgerà verso i luoghi più significativi della nostra vita
cristiana: il Battistero, dove diventiamo cristiani e da dove attendiamo di risorgere, il Confessionale, dove siamo rinnovati dalla Misericordia, il Tabernacolo, dove troviamo il vero Cibo che ci fa vivere.
Come si vede, si tratta di gesti semplici, ma carichi di un significato
profondo: nel nostro parroco riconosciamo colui che il Signore ci
manda per favorire il nostro incontro intimo (di singoli e di comunità) con il Suo Cuore.
A don Vittorio, perciò, (e così anche a noi stessi...) rivolgiamo l'augurio di vivere in mezzo a noi nel quotidiano ciò che nei simboli
celebriamo mentre lo riceviamo come nostro pastore.
Il Signore continui a benedire la nostra, la Sua bella comunità di
Sarnico!
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 23
CHIESA UNIVERSALE
da AVVENIRE
La Chiesa ambrosiana ricorda
Schuster e Martini
Nel Duomo la Messa del cardinale
Scola
Milano ricorda due arcivescovi che hanno segnato significativamente la storia dell’arcidiocesi ambrosiana: Alfredo Ildefonso Schuster e Carlo Maria
Martini. E’ l’attuale arcivescovo, il cardinale Angelo Scola a presiedere nel
Duomo di Milano la Messa nella quale ricorda il secondo anniversario della
scomparsa di Martini (avvenuta il 31 agosto 2012) e il sessantesimo della
morte del beato Schuster (che cadeva come memoria liturgica). Già il vicario generale dell’arcidiocesi, il vescovo Mario Delpini aveva presieduto
una Messa per il ricordare il cardinale che guidò l’arcidiocesi dal 1929 al
1954, distinguendosi per l’assistenza alla popolazione specialmente durante
la Seconda guerra mondiale. Beatificato nel 1996, Schuster è ancor una
figura molto sentita tra i fedeli ambrosiani pur essendo passati sessant’anni
dalla sua morte nel Seminario di Venegono. E così come accade per Schuster, sepolto nel Duomo sotto l’altare della Madonna, anche la tomba del
cardinale Carlo Maria Montini, davanti all’altre del Crocifisso di San Carlo,
è meta di un continuo pellegrinaggio di fedeli ambrosiani che desiderano
pregare per il pastore che li ha guidati dal 1979 al 2002, anni contrassegnati
dal terrorismo. Milano ha bisogno di una «identità solidale». Di un «nuovo
umanesimo». Per «tenere in unità il molteplice, a partire dalle diverse visioni del mondo», che anche nella metropoli e nelle terre lombarde «ormai si
incrociano». Per affrontare le sfide di oggi, non mancano i maestri ne i testimoni. Come fu e come è, il cardinale Carlo Maria Montini. Letteralmente
gremito il Duomo. Fra i concelebranti, il cardinale Dionigi Tettamanzi, e i
segretari via via succedutisi al fianco del Martini arcivescovo a Milano. Scola
in omelia ha offerto un viaggio «all’origine dell’ansia pastorale» di Martini,
«che lo portava ad ascoltare tutti in modo criticamente aperto». Un viaggio
all’origine di quel «dinamismo dell’amore» che, nell’Eucaristia, «ci unisce
a Gesù e agli uomini». All’incontro con quel Dio che «si prende cura di
noi». E che chiama tutti i cristiani, «proprio perché cristiani», a prendersi
a cuore «ogni uomo e ogni donna della nostra Milano e di tutte le terre
ambrosiane». Partendo «da chi è nel bisogno», per aprirsi ad «una condivisione che ci educhi». Il cardinale Scola ha citato un discorso di Martini,
“Paure e speranze di una città”, «Scegliersi l’ospite è avvilire l’ospitalità, diceva sant’Ambrogio. Il magnanime ospitante –spiegava Martini – non teme
il diverso, perché è forte della propria identità. Il vero problema è che le
nostre città, non sono più sicure della propria identità e del proprio ruolo
umanizzatore». Bisogna invece guardare alla città «come opportunità e non
solo come difficoltà». Alla novità di una società plurale i cristiani offrono
quell’«anelito all’unità che valorizza la pluriformità» e che «hanno ricevuto,
per puro dono». Un anelito che possa rispondere all’«urgenza di un nuovo
umanesimo». Che ha in Martini un maestro e un testimone.
24 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
«La pace è il futuro»
Presentato l’incontro tra le religioni
Impagliazzo: alleati contro la guerra
«La pace è il futuro». Non poteva essere più lapidario il titolo dell’incontro internazionale di 300 leader religiosi promosso ad Anversa,
in Belgio dalla Comunità di Sant’Egidio nello spirito dello storico incontro voluto da Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986.
Un messaggio forte e senza equivoci che sarà lanciato da un incontro che vedrà riuniti cattolici, ortodossi, protestanti, ebrei, musulmani, induisti, scintoisti. Si tratta insomma di associare le religioni della
pace, proprio in un momento in cui invece i conflitti dilagano in tutto
il mondo – dall’Ucraina all’Iraq, dalla Siria alla Nigeria. Marco Impagliazzo, presidente della Comunità, ha ricordato le parole di Papa
Francesco: «siamo nella terza guerra mondiale ma a pezzi».
«Ci poniamo la domanda – ha detto il presidente di Sant’Egidio –
siamo di fatto in guerra, siamo in un continente dall’eredità molto
pesante, come faremo a parlare di pace? Siamo ingenui, buonisti, è
il discorso di pochi credenti fuori dal mondo? Rispondo: non penso
sia così, per questo abbiamo anzi scelto un titolo così forte: la pace è
il futuro». Dice ancora Impagliazzo, «oggi dobbiamo lavorare molto
di più, impegnarci a pregare molto di più, oggi deve essere molto più
chiaro che non vi può essere solidarietà tra religione e violenza, non
può esservi alcuna ambiguità tra fede e guerra».
Tra i partecipanti ci saranno esponenti di minoranze perseguitate
come i cristiani – ci saranno, solo per citarne alcuni, il patriarca siroortodosso di Antiochia, il patriarca di Babilonia dei Caldei, l’arcivescovo di Abija, Nigeria, o gli yazidi (rappresentanti della parlamentare irachena).
E personaggi del calibro del gran mufù dell’Egitto porteranno la loro
testimonianza di un islam che niente a che fare con quello fasullo
propagato dallo Stato islamico. L’impegno per la pace, del resto, non
è prerogativa solo dei credenti, non a caso l’evento prevede una
tavola rotonda credenti-umanisti.
Si tratterà di «costruire una piattaforma comune di carattere morale e spirituale, sulla quale le religioni e le correnti di pensiero si
confrontino per promuovere ovunque la pace e la lotta alla violenza
di matrice religiosa». L’unione insomma, di tutti gli uomini e donne
di buona volontà.
CHIESA UNIVERSALE
Brescia in cammino con
Paolo VI
La diocesi dedica al prossimo beato un
«Anno Montiniano»
Oratori, la sfida di diventare «acqua
pura» per le comunità
Aperto ad Assisi il 2° «happening»
nazionale
Sono arrivati ad Assisi carichi di entusiasmo e desiderosi di condividere le loro esperienze di oratorio.
Sono i responsabili e gli animatori di circa settemila oratoti italiani
che ogni anno accolgono quasi 2 milioni di ragazzi con l’impegno di
300mila animatori. «Ritrovarsi , come oratori, ad Assisi è una sfida
alla radicalità.
Perché Assisi è Francesco e Chiara, è il Vangelo sine glossa, è la bellezza e la semplicità – dichiara don Marco Mori, presidente del Foi-.
Forse non è a caso che giungiamo qui alla seconda edizione dei nostri
Happening e che la formula coincida esattamente con l’acqua: H2O».
Nella formula dell’acqua si racchiude anche il sogno per lo sviluppo
degli oratori d’Italia.
Il Foi sogna oratori che siano acqua educativa che accompagna i bambini ed i ragazzi nella loro crescita. «Sora acqua è molto utile, umile,
preziosa e casta – continua don Mori-.
Allo stesso modo l’oratorio diventa utile quando serve la comunità,
si mette al servizio della crescita degli altri; l’oratorio è umile quando
propone percorsi fondati sulla roccia e al tempo stesso si apre a nuovi
percorsi, l’oratorio è prezioso quando mette al centro le persone, i
figli di una comunità; l’oratorio è casto quando non rovina nulla nelle
persone che accoglie, ma fa brillare quello che sono e che possono
portare. Il programma di questo evento è molto ricco e vuole favorire
il confronto delle esperienze tra coloro che sono cresciuti in ambito
oratoriale e chi invece muove i primi passi come animatore o educatore, tra chi vive in piccoli centri e chi viene dalla grande città.
La «formula», insomma, è la stessa che regge gli oratori, chiamati
mettere al centro i giovani rendendoli protagonisti in un clima di accoglienza e apertura verso le comunità locali, diventando un’esperienza
che rimane un punto di riferimento nelle diverse scelte di vita.
Un anno per «valorizzare come Chiesa bresciana tutte le occasioni per
comprendere meglio la spiritualità, l’azione, la testimonianza di Paolo
VI». È l’Anno Montiniano indetto dal vescovo della diocesi lombarda,
Luciano Monari, che si aprirà il 19 ottobre 2014, giorno della beatificazione del Pontefice di Concesio, e proseguirà fino all’8 dicembre 1915,
cinquantesimo della chiusura del Concilio Vaticano II. Ragioni e respiro
della proposta sono spiegati in una lettera alla diocesi firmata da Monari e consegnata al convegno del clero. La beatificazione «è motivo di
gioia grande per la Chiesa bresciana» scrive Monari nella lettera d’indizione dell’Anno Montiniano, ma «deve diventare anche l’occasione per
riscoprire la figura di questo grande Papa e accogliere l’insegnamento che attraverso di lui il Signore vuole donarci». L’Anno Montiniano,
è l’obiettivo additato dal vescovo, «permetterà alla nostra diocesi di
riflettere sulla figura del beato, sul suo insegnamento, sui valori che
hanno illuminato la sua esistenza e possono illuminare la nostra». Paolo
VI, anzitutto, «è il Papa del Concilio – sottolinea Monari -. Se il Concilio
è riuscito a giungere a termine assorbendo tensioni, creando ponti tra
posizioni diverse, giungendo a conclusioni praticamente unanimi, lo si
deve alla pazienza, alla lucidità, alla capacità di ascolto e di mediazione
di questo grande Papa. Lo si deve, più in profondità, al suo amore senza
riserve e senza condizione nei confronti della Chiesa». Che «prima
di essere istituzione, è mistero della presenza di Cristo nella storia».
«Nello stesso tempo Paolo VI è stato un ascoltatore attento del mondo, della cultura contemporanea nella sue molteplici e complesse manifestazioni»: come si riscontra fin dalla prima enciclica di Montini, la
Ecclesiam suam; come attestano gli anni dell’episcopato milanese, con
iniziative come la missione del 1957. Paolo VI - prosegue Monari – ha
immaginato e condotto il Concilio come una profonda riflessione della
chiesa su se stessa, nell’intento di permettere una riconciliazione sincera sul mondo contem- poraneo. Ma proprio il messaggio e la testimonianza di Papa
Montini divengono ancor più
significativi.
In qualche modo Paolo VI
ha trasmesso a noi il testimone,
chiedendoci di continuare
lealmente il suo impegno.
«Forse,
però, l’aspetto più
interessante e meno noto
della vita
di Papa Montini è
stata la sua
spiritualità, la ricerca
appassionata della testimonianza
a Gesù.
In questo egli ha molto
da insegnarci; possiamo imparare lo zelo per l’annuncio
del Vangelo e le vie per un
dialogo sincero e fruttuoso».
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 25
CHIESA DIOCESANA
da L'ECO DI BERGAMO
Essere misericordiosi, la sfida
da raccogliere
L’efficace riflessione del vescovo Francesco alla celebrazione per il patron
Folla in Cattedrale
Sant’Alessandro all’insegna della «misericordia». E’proprio Dio, e sulla sua
testimonianza operosa affidata agli uomini, a partire dalla fede, che si sono
incentrate la riflessione e la preghiera della Chiesa di Bergamo nella festa
del patrono, Sant’Alessandro, capace della «testimonianza suprema», offerta
con il martirio. «La testimonianza di Sant’Alessandro - ha riassunto efficacemente il vescovo Francesco Beschi, concludendo l’omelia della Messa solenne
in Duomo – ci spinge sulle strade della misericordia che vogliamo testimoniare credendo nella misericordia di Dio e diventandone segno nella storia
dell’umanità».La folla assiepata in Cattedrale, i rappresentati delle istituzioni
e le autorità sottolineavano la solennità delle celebrazioni. Con monsignor
Beschi e il vicario generale monsignor Davide Pelucchi hanno concelebrato
gli arcivescovi e vescovi bergamaschi Bruno Foresti, Gaetano Bonicelli, Lino
Belotti, Alessandro Pagani, Serafino Spreafico e l’abate di Pontida Giordano
Rota. Al termine della Messa si è «aggiunto» un altro vescovo bergamasco :
monsignor Beschi, infatti, ha annunciato la nomina a nuovo vescovo di Lodi del
sacerdote monsignor Maurizio Malvestiti, originario di Marne. Commentando
la nomina, il vescovo ha tra l’altro ringraziato il Papa «che ancora una volta ha
riconosciuto nel clero bergamasco uomini adatti per responsabilità tanto delicate e impegnative». E proprio il tema delle responsabilità è più volte tornato
nel corso della celebrazione e nell’omelia del vescovo di Bergamo, che fin
dall’inizio ha proposto la Festa del Patrono come occasione di rinnovo della
fede per la comunità cristiana e di riferimento significativo, pur nelle diverse
opzioni, anche per la comunità civile. Una fede incarnata, che si confronta con
le gioie e le sofferenze degli uomini, capace di alimentare una testimonianza
perseverante e credibile –la chiedono in particolare i giovani. Ha sottolineato il vescovo – misura personale e comunitaria. E la testimonianza credibile
è quella della misericordia. «Gesù – ha ribadito il vescovo – riferendosi al
vangelo proclamato nella liturgia – chiede di amarsi vicendevolmente come
lui ha amato…Il vescovo ha poi sottolineato alcuni aspetti della misericordia
di Dio da incarnare nella storia, a cominciare dal perdono. Chiede giustizia,
la misericordia, ma è anche molto di più – e parlando dell’impegno per la
giustizia il vescovo ha ricordato il centenario della morte del vescovo di Bergamo Giacono Radini Tedeschi («maestro» di Angelo Roncalli) del quale ieri,
durante la celebrazione, portava il pastorale. Insomma, bene la teoria, ma è la
testimonianza dell’amore concreto che fa la differenza. In questo il patrono, il
martire Alessandro, è guida ed esempio per la comunità cristiana oggi: a tanti
anni di distanza, suggerisce un modo di stare e di vivere nella concretezza
della quotidianità.
26 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
Expo 2015
sfida per la comunità
La diocesi risponde
«Nuovi stili di vita»
Dovrebbe ormai essere chiaro che il grande evento dell’Expo non può essere rinchiuso in una semplice vetrina. «Nutrire il pianeta . Energia per la
vita» è il titolo sotto cui si muove l’esposizione universale che, attorno al
tema dell’alimentazione, pone al centro soprattutto l’uomo, i suoi diritti,
la sua dignità. «Parlare di nutrimento per il pianeta ci pone una sfida anzitutto sul piano educativo – dice don Cristiano Re, direttore dell’Ufficio
per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Bergamo -. L’Expo può
essere colto come un’occasione culturale per risvegliare la nostra coscienza,
per poter accelerare alcuni interventi concreti, per mettere in discussione
il nostro stile di vita. Gli Uffici diocesani dell’ambito della pastorale, insieme
a Sesaab (la società editrice de L’Eco di Bergamo), si sono ritrovati attorno
ad un tavolo per una progettazione condivisa sullo stimolo delle riflessioni
proposte dall’Esposizione universale di Milano. «È un’occasione unica per
condividere alcuni principi fondamentali – continua don Re -. Lo scopo di
questo nostro lavoro è quello di mettere a disposizione del territorio, delle parrocchie e delle realtà scolastiche e associative alcune proposte, tra
di noi condivise, perché vadano ad orientare i cammini già esistenti verso un indirizzo più specifico, per poter sfruttare al meglio questa grande
provocazione». «Vorremmo sollecitare la comunità – spiega don Re – ad
una seria riflessione sulle tematiche in gioco, perché si possa immaginare un
cambiamento possibile negli stili di vita, introducendo una nuova cultura di
solidarietà, giustizia, sostenibilità e cura dell’ambiente. Parlare di nutrimento
del pianeta non significa solo pensare a terre lontane, ma lancia la sfida che
parte dal nostro quotidiano, dalla nostra città, dai nostri paesi». Attraverso
le proposte formulate dagli Uffici diocesani le comunità potranno promuovere al loro interno iniziative e gesti concreti. «La ricchezza dei progetti
sviluppati nasce anzitutto dalla pluralità di sguardi attorno ad uno stesso
tema. Ha potuto così emergere la dimensione missionaria, sociale, educativa
e caritativa e quella legata al dialogo interreligioso. Proposte per tutti insomma, di carattere diverso tra loro». «Se Expo vuole essere un’opportunità
– conclude don Re – non possiamo lasciare che passi accanto alla nostra
indifferenza. Vorremmo che la comunità si sentisse coinvolta pienamente.
Se questa grande opportunità di Expo sarà vissuta con consapevolezza e
impegno, potrà lasciare un segno importante nelle nostre comunità.
CHIESA DIOCESANA
Il Cardinale Scola in
visita pastorale
«Serve un rinnovamento civile,
culturale e politico»
«Testimoni di misericordia
Siete un esempio per tutti»
Suor Barbara Fornoni e Suor Romina Guercio, della Congregazione
delle Poverelle, hanno annunciato davanti al vescovo la loro professione perpetua. Un sì libero e definitivo che conferma la loro scelta.
Due suore giovani, due donne che hanno rinnovato davanti al vescovo, alla madre superiora generale e alla comunità il loro impegno a
vivere nella fedeltà la loro vocazione. La concelebrazione solenne .
presieduta nel duomo dal vescovo monsignor Francesco Beschi, ha
visto la presenza di molte consorelle della grande famiglia delle Poverelle, oltre a religiose di altre congregazioni, a numerosi sacerdoti
e ai familiari delle due suore. Il vescovo le ha chiamate «testimoni di
misericordia» e si è rivolto a loro con parole di affetto e di vicinanza
profonda. All’inizio della celebrazione ha voluto ricordare le due Sacramentine, una delle quali è la bergamasca suor Margherita Ravelli,
rimaste vittime di un incidente in Malawi. «Questa celebrazione – ha
osservato monsignor Beschi – si pone alla vigilia dell’anno dedicato
alla vita consacrata ed è un bellissimo preludio che aiuta tutti noi».
Tre sono i punti che, alla luce del Vangelo di Marco proclamato nella
liturgia, il vescovo ha voluto porre in evidenza: il significato della consacrazione, la dimensione della dedizione ai poveri e la preziosità di
un sì pronunciato per sempre. «Non si tratta di una consacrazione
solo spirituale – ha detto -, ma che si manifesta anche concretamente. Il carisma della loro Congregazione porta alla dedizione al Signore che si incarna in dedizione verso i poveri. Semplice dirlo a parole.
La risposta ad ogni miseria materiale e spirituale che incontriamo è la
misericordia». Concludendo l’omelia e commentando le parole del
Vangelo, il vescovo ha sottolineato la bellezza di «una vita che si spezza, come il vaso che contiene il prezioso nardo profumato e come
il pane eucaristico, per Dio e per gli uomini». «La vostra vita ha un
bellissimo profumo. Voi diventate portatrici del profumo di Cristo,
un profumo che voi avete alimentato spezzando il vaso della vostra
esistenza per Lui». Particolarmente intenso il rito della professione
religiosa. Il vescovo, dopo aver invocato su di loro il dono dello Spirito, ha consegnato loro il crocifisso, segno visibile dell’appartenenza
a Cristo e alla loro famiglia religiosa. Suor Barbara è di Orzinuovi,
mentre suor Romina è di Lentini (Siracusa). «Il vostro “Eccomi” di
oggi – ha detto il vescovo – è il sigillo definitivo. Oggi dove tutto
è precario e provvisorio, voi siete come il vaso di profumo che si
spezza, tutto per Cristo».
«C’è bisogno di rinnovamento civile, culturale e politico e per questo, anche religioso». In un’assolata e gremita piazza della chiesa di Fara d’Adda,
l’arcivescovo di Milano, cardinale Anglo Scola, ha celebrato la Messa solenne in occasione della sua visita pastorale al decanato di Treviglio, formato
da cinque comuni della nostra provincia (Treviglio, Pontirolo, Fara d’Adda,
Canonica e Castel Rozzone) che ricadono sotto la diocesi ambrosiana
(pur mantenendo il rito romano. «Molto bella l’idea di celebrare in piazza» confiderà al termine della Messa il cardinale ai sacerdoti del decanato.
Nell’omelia il cardinale ha parlato di attualità, partendo dalla realtà del
decanato trevigliese: «Queste terre sono fortemente radicate nel Cristianesimo: sono terre operose e capaci di affrontare sia sul piano religioso
sia civile, questo tempo di grande cambiamento che stiamo attraversando.
Non possiamo celebrare l’Eucaristia domenicale, che è l’espressione di
un Dio che vuol vivere vicino a noi, prescindendo da uno sguardo alla
situazione veramente grave in cui versa l’intero pianeta dal punto di vista
della pace, della capacità di un incontro dialogico tra le religioni e le diverse visioni del mondo». «E non possiamo dimenticare la grande prova cui
sono sottoposti i nostri fratelli cristiani, chiamati a dare la vita per il fatto di
poter godere della libertà religiosa». Il cardinale Scola, di fronte a sindaci e
autorità militari, ha poi evidenziato che nella zona la presenza di immigrati
è elevata, ribadendo l’importanza dell’integrazione. Fondamentale anche
la necessità di una fede dinamica: «La nostra religione non è fatta per stare seduti a pensare – ha sottolineato
l’arcivescovo di Milano
-: la meditazione delle Scritture
e il silenzio sono
fondamentali, ma tutto questo
deve poi passare
nella realtà quotidiana di ciascuno di noi.
Il nostro paese ha bisogno
di una rinascita
civile, culturale, politica e, per
ciò, religiosa,
perché la dimensione religiosa
ci indica l’orizzonte e il senso della vita». Il
cardinale ha
poi fatto riferimento alle incomprensioni che possono esserci in
tutte le comunità. «Questo
accade anche nelle famiglie,
perché come uomini siamo
segnati dalla contraddizione e dal peccato. Gesù che
è contemporaneo e che è
presente anche oggi qui
tra noi, ci dice: attenzione,
nessuno si salva da solo,
tra noi devono brillare
l’amore e la comunione».
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 27
RIFLETTIAMO
a cura di
don VALENTINO SALVOLDI
PANE E VINO PER
LA VITA DEL MONDO
Expo Milano 2015. Il diritto a un’alimentazione sana,
sufficiente e sicura per tutti gli abitanti della Terra
- affinché a tutti sia assicurato il cibo necessario per
vivere e perché i ricchi non si ammalino, mangiando
troppo - è il tema proposto per il dibattito durante l’Expo: “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”.
Oggetto di studio è la storia dell’uomo e del cibo; il
paradosso di chi muore di fame e di chi si ammala
per il troppo cibo che ingerisce; il ricorso alla scienza e alla tecnologia per la sicurezza e qualità del
cibo portato sulle nostre mense; il lavoro che crei un
mondo sostenibile, che tenga conto della tradizione
e del bisogno di innovazioni…
L’Esposizione Universale è l’occasione per un dibattito globale sul diritto a un’adeguata alimentazione per tutti gli abitanti
della Terra. Questo argomento chiama in causa il volontariato,
il “no profit”, le energie sociali e quanti operano attivamente
nella Chiesa cattolica, rigenerata dall'avvento di Papa Francesco, che a tutti addita la povertà - quella povertà che Cristo
chiamò beata - e il bisogno di guardare il mondo dalle periferie, con gli occhi di chi soffre e muore per mancanza di cibo.
Siccome tante volte abbiamo meditato sullo scottante tema
della fame nel mondo, è opportuno guardare al contributo
che i cattolici possono dare alla risoluzione di questo problema, facendo leva sul tesoro immenso che hanno tra le mani e
che costituisce il centro della loro fede e della loro religione:
l’eucaristia.
Pane e vino, corpo e sangue. Prima di contemplare il mistero
eucaristico nella sua essenza - il pane quale vero corpo e il vino
quale vero sangue di Cristo - giova considerare il simbolismo di
questi due elementi, frutto della terra e del lavoro dell’uomo.
Il pane innanzitutto. È simbolo del cibo per eccellenza, ciò di
cui l’essere umano ha bisogno per il suo sostentamento. È importante mangiare: mangiare per vivere; mangiare in modo
semplice, ma bello; mangiare bene e sano. Chi non ricorda
Feuerbach, quel marxista che continuava a ripetere che l’uo-
28 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
mo è ciò che mangia? Frase eccessiva, ma con un fondo di verità, specialmente se considerata nel contesto di una determinata cultura e vissuta con la delicatezza che ha indotto a pensare
alla verità di questa affermazione: «Gli animali si nutrono – o
divorano -, l’uomo mangia, l’uomo di spirito pranza».
Pranzare o cenare assieme a persone care, ad amici - o anche
solo conoscenti -, facendo del pasto un rito, una cerimonia, al
cui apice c’è proprio lo spezzare il pane, il porgerlo con reverenza a chi sta accanto.
Nei vari Paesi, con culture diverse – a volte, diametralmente opposte - notiamo che le persone civili mangiano con un
cuore riconoscente dopo aver pregato, o dopo aver compiuto
un gesto simbolico di offerta del cibo a Dio (o alla divinità in
generale, quando si tratta di un appartenente all’animismo o
di un agnostico).
A Tokyo (Giappone), in un ristorante di lusso, dopo un dibattito su questioni etiche, era prevista la cena. Dai discorsi fatti
era chiaro che la maggior parte dei presenti era agnostica. Di
fronte al mio imbarazzo sul da farsi prima di iniziare a prendere il cibo, il coordinatore della serata mi disse: «Padre, renda
grazie». E mi suggerì anche la formula: dovevo alzare il vassoio
RIFLETTIAMO
contenente dodici piccolissime chicchere dicendo: «Itadakimasu (È un dono)», formula di ringraziamento di fronte al cibo.
Per non parlare dei costumi africani: prima del pasto, durante
le feste c’è tutta una serie di interventi, ringraziamenti e pre-
ghiere, al punto che sembra siano di più le parole del cibo…
Il pane. Nel mondo arabo non si taglia a fette, perché questo
cibo è considerato realtà vivente e il tagliarlo potrebbe essere
paragonato ad un ammazzarlo. Il pane si spezza e lo si porge al
vicino, come ha fatto Gesù durante l’Ultima Cena.
Quanto al vino, a partire dal patriarca Noè - e dalla ubriacatura che si era procurato, durante il suo esperimento con il
succo della vite - la Bibbia abbonda di elogi per chi beve con
moderazione questa bevanda che «rallegra il cuore dell’uomo».
Per cui sulla tavola dell’Ultima Cena e sui nostri altari ecco
pane e vino, a sottolineare che la nostra fede non è qualche
cosa di astratto, ma è legata agli elementi fondamentali del vivere umano, al corpo dell’uomo, alla sua storia con i suoi riti,
la voglia di celebrare, il piacere di condividere quello che si è
e quello che si ha con quanti Dio ci mette accanto, nel corso
della nostra vita.
Pane e vino che si trasformano nel corpo e nel sangue di Cristo, quale alimento per divinizzarci, per renderci fratelli, per
formare un solo corpo con Gesù e con quanti spezzano lo
stesso pane eucaristico e bevono dalla stessa coppa. Da qui
nasce per il credente il dovere – non imposizione, ma necessità intrinseca alla sua fede – di condividere con tutti i beni della
terra. Coloro che prendono parte agli stessi doni spirituali, non
si sentiranno spinti a fare partecipi i fratelli dei beni materiali? È
molto impegnativo comunicare i doni dello spirito. Dovrebbe
essere più facile condividere beni puramente materiali.
«…voi stessi date loro da mangiare». Questa è la risposta che
Gesù ha dato agli apostoli quando gli chiedevano di congedare
la folla – digiuna da tre giorni – affinché andasse nei villaggi a
comprarsi da mangiare. Il credente, condividendo i suoi doni,
può fare il miracolo di sfamare tutti e… avanzeranno dodici
ceste di pane! L’ha detto Lui: «In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà
di più grandi…». Tra i miracoli, il più grande è quello di voler
bene a tutti, dare da mangiare a tutti, compresi quelli che ci
fanno del male.
Questo è un ritornello che papa Francesco non si stanca di
ripetere. Ogni volta che gli si presenta un’occasione, grida allo
scandalo della fame nel mondo: «Siamo di fronte allo scandalo
mondiale di circa un miliardo, un miliardo di persone che ancora
oggi soffrono la fame. Non possiamo girarci dall'altra parte e far
finta che questo non esista. […] Invito tutte le istituzioni del mondo, tutta la Chiesa e ognuno di noi, come una sola famiglia umana,
a dare voce a tutte le persone che soffrono silenziosamente la
fame, affinché questa voce diventi un ruggito in grado di scuotere il
mondo». Il papa ha sottolineato la necessità di «agire come una
sola famiglia impegnata ad assicurare il cibo per tutti». Se tutti
noi riuscissimo a lavorare sistematicamente per «non sprecare,
riciclare il cibo, la fame nel mondo diminuirebbe di molto».
Il cardinale Oscar Rodri'guez Maradiaga, presidente di Caritas
Internationalis, facendosi voce di papa Francesco ha detto a
quanti preparano l’Expo 2015: «La mancanza di cibo fa parte di
un circolo vizioso che va stroncato alla radice. Non vanno eliminati
i poveri, ma le cause della povertà e della fame».
E prima ancora: «Il cibo sul pianeta non manca, ma sappiamo
anche che ancora molto deve essere fatto per eliminare le ingiustizie che ora ricadono su chi non ha accesso alle risorse per potersi
nutrire sufficientemente e adeguatamente».
E le cause della povertà e della fame saranno sradicate con
l’aiuto di quei cristiani che avranno preso coscienza del significato profondo di condividere lo stesso pane eucaristico e di
bere quel vino mutato nel sangue di Cristo.
Coscienza che dà un valore aggiunto a chi ritiene che «il pane
conserva quasi una maestà divina. Mangiarlo nell’ozio è da parassita; guadagnarlo laboriosamente è un dovere; rifiutarsi di dividerlo
è da crudeli».
Possiamo aggiungere: non darlo a chi muore di fame ci rende
omicidi e ladri, come già dicevano i Padri della Chiesa: «Il tuo
superfluo è rubato al povero».
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 29
RIFLETTIAMO
a cura di
PIERLUIGI BILLI
INCORAGGIARE E NON SPARLARE DEL PROSSIMO
È un dovere cristiano e umano quello di dare forza, coraggio e consiglio a chi si trova in difficoltà. Ciò è costruttivo e
stimolatore di energia sia per colui che dà, sia per colui che
riceve.
Pochi riflettono e non sanno resistere all’effetto corrosivo
di una critica che esercita un’azione demolitrice e quindi i più
si adagiano al compiacimento di dire male del prossimo e
diffondere la diffamazione. Questo per me è uno dei peccati
più gravi.
In questo campo l’uomo è meno peccatore della donna.
Spesso si diffama, si mandano lettere anonime senza conoscere le persone in profondità.
Ho sempre sostenuto che la donna è più istintiva dell’uomo
e non ritiro ciò che dissi e dico, però è anche vero che la
donna è più curiosa. Ma non tutte sono così!
La critica verso il prossimo è malefica e distruttiva, tutti abbiamo bisogno di darci una regolare dose di riflessione, di un
raggio di sole che guardi ed incoraggi piuttosto che demolire
il prossimo. Questo però talvolta non dà ascolto, non accetta il consiglio e se la sua volontà lo porta a sbagliare, è
soltanto colpa sua.
Molti conservano un animo infantile, incapace di agire per
inesperienza o per timidezza.
30 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
Una parola d’incoraggiamento vale di più di una magica fioritura o dello sbocciare di un fiore. Sono convinto che con parole di incoraggiamento un genitore educhi meglio il proprio
figlio e lo stimoli a mettere in evidenza il suo lato migliore ed
egli comprende che il genitore attende da lui qualche cosa
di più e di meglio.
Certi genitori non sanno farsi obbedire dai propri frugoletti di tre o quattro anni perché già dimostrano la loro indipendenza. Il piccolo non molla perché avverte che con la
crescita del pianto la partita la vincerà lui. Sono furbi ed il
genitore spesso si dimostra debole. Molti ragazzi darebbero
un rendimento superiore, sia a scuola come in famiglia, se gli
insegnanti e i genitori fossero meno avari di lodi, di incoraggiamenti e di approvazioni.
Anche nella famiglia, noi mariti incoraggiamo e ringraziamo
le nostre mogli quando hanno lavorato sodo per i figli, i nipoti ed il coniuge? Non bisogna credere che tutto ciò che
fanno sia un loro esclusivo dovere. Non è vero! Non c’è
soltanto il dovere nella vita. A loro volta, anche le donne
devono però incoraggiare il marito nella sua quotidiana fatica, nelle sue aspirazioni culturali e religiose anche se queste
occupazioni lo costringono a rimanere fuori casa per un po’.
È caritatevole il volontariato, anche se costringe a prendere
Un titolo che è prima di tutto uno slogan...lo slogan che noi di Sarnico ci siamo dati e ci ha accompagnati. Il cammino della
luce, il pellegrinaggio a piedi da Assisi a Roma proposto dal vescovo Francesco, è definibile come qualcosa di semplice - easy
appunto - non perché sia mancata la fatica, o perché disimpegnato, ma perché ogni momento è scivolato via diventando
quotidiano, normale. Siamo stati bene, siamo arrivati quasi alla carica a Roma, ci siamo meravigliati, abbiamo gioito, abbiamo sgranato gli occhi di stupore alla sorpresa della presenza di papa Francesco e alle sue parole. Lascio ai ragazzi che
hanno partecipato il racconto delle emozioni, dei sentimenti. Prendetevi qualche minuto, vale la pena sentire cosa significa
cominciare ad essere pellegrini.
don Loris
#AssisiRomaEasy
“Voi giovani dovete camminare, non dovete restare
fermi”, questa frase che Papa Francesco ci ha dedicato
racchiude un po’ il significato e la bellezza del nostro
cammino. Per vivere al meglio la vita bisogna camminare essendo consapevoli di cosa effettivamente si vuole
raggiungere, il percorso da intraprendere per raggiungere gli obiettivi in ognuna delle nostre vite purtroppo
non è lineare e pianeggiante e non è assolutamente
paragonabile ad una passeggiata sul lungolago, per ottenere soddisfazioni bisogna faticare e spesso chiedere
aiuto alle persone che ci stanno accanto e di cui ci fidiamo di più. Nella vita noi giovani dobbiamo scordarci
di camminare da soli poiché non andiamo da nessuna
parte, dobbiamo lasciarci guidare, il nostro pellegrinaggio è stato proprio questo: un magnifico gruppo di 500
persone che camminavano INSIEME nonostante provenissero da paesi diversi e nonostante non si fossero
mai visti prima. Personalmente credo che la cosa più
bella sia stata davvero questa, fuoriuscire dalla quotidianità che spesso ci attanaglia andando alla ricerca e
alla scoperta di persone nuove e di punti di vista nuovi,
per noi giovani penso sia fondamentale confrontarsi
ogni giorno con persone nuove poiché il confronto è
una fase fondamentale per il nostro progetto di crescita.
“Nella vita non bisogna mai abituarsi, bisogna sempre
stupirsi”, questo cammino ci ha permesso davvero di
crescere sotto moltissimi punti di vista e come detto
ci ha permesso di conoscere la semplicità e la bellezza
di persone nuove, i giovani d’oggi non devono per pigrizia fermarsi all’apparenza delle persone e delle cose
ma devono andare oltre cogliendo l’essenza di una
persona e la vera utilità di uno strumento o una cosa.
“Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma dopo ogni
passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era
pericoloso rimanere fermi.” (Roberto Benigni). Quindi giovani non dobbiamo avere paura di camminare e
non dobbiamo avere paura di camminare con gli altri!
Carlo Gallinelli
ASSISI-ROMA NEL CUORE. Esprimere la gioia
interiore che ha caratterizzato il nostro pellegrinaggio
a Roma è molto difficile, troppo grande da racchiudere in poche righe. L’unione di intenti, di entusiasmo
e di fede ci hanno accompagnato per tutto il viaggio,
arricchito dalla presenza del Vescovo Francesco e dei
sacerdoti. La fatica del cammino è passata in secondo
piano rispetto all’allegria, alla voglia di stare insieme e
di conoscersi meglio.
Durante il nostro pellegrinare abbiamo fatto nostro il
motto del Vescovo Francesco “barcollo, ma non mollo”, portandolo in tutte le vie fino in piazza San Pie-
tro, dove la nostra esuberanza è risultata contagiosa. Un
minimo di commozione, nel giungere davanti alla Chiesa
di Pietro, ha colpito tutti, in particolar modo per la sua
immensità.
Il sigillo su questa avventura meravigliosa è stato l’incontro con Papa Francesco che, con la sua semplicità, è riuscito come sempre a entrare nel cuore di tutti: “Voi dovrete
essere camminanti nella vita, non erranti, consapevoli di
dover raccontare per tutta la vita il percorso di fede che
avete fatto”.
E sarà proprio così: il ricordo di questo pellegrinaggio rimarrà indelebile in tutti noi, che avremo l’onore e l’orgoglio di poterlo raccontare.
Luca Sacella
Forse l’idea di partire per un pellegrinaggio con il vescovo,
con tanti preti e con altri tantissimi ragazzi può spaventare; forse l’idea di andare a messa tutti i giorni può far
pensare: “ma chi melo fa fare? “; forse l’idea di dormire
per 9 giorni in terra con altre 600 persone ci fa apparire
come dei matti.
E durante il pellegrinaggio ho avuto la risposta a queste
domande.... L’esperienza aveva un sapore particolare, di
quelle che lasciano il segno perché non avevo mai visto un
su di morale, la gente ci accoglieva in modo spettacolare
e con tanto affetto.
La nostra vita è fatta per camminare, in qualsiasi modo, e
io (noi) non vogliamo fermarci perché vogliamo portare
l’entusiasmo vissuto, nelle case di tutti.
Filippo Mongodi
Quando il don ci ha raccontato di questa opportunità,
non l’ho lasciata scappare e l’ho colta al volo. All’inizio ero
molto preoccupata e agitata perché non sapevo se sarei
riuscita a percorrere 135 chilometri da Assisi a Roma, ma
alla fine non è stato poi così impegnativo, anche perché
camminando, chiacchierando e conoscendo nuovi ragazzi e ragazze di altri paesi non ti rendi conto della fatica.
L’emozione più grande di questa bellissima esperienza è
stato assistere all’Angelus di Papa Francesco, in piazza San
Pietro insieme a centinaia di persone. In più sono rimasta
molto emozionata nel vedere sua Santità durante la messa
della domenica, quando ha voluto farci un regalo con la
sua presenza. Le sue parole mi rimarranno per sempre
nel cuore: “ Voi dovete essere camminanti, non erranti.”
Spero di poter ripetere questa avventura, percorrendo
perché no, magari in futuro, il cammino di Santiago di
Compostela.
Francesca Del Carro
Passo dopo passo e con tanta fatica abbiamo intrapreso un cammino, un viaggio, che assume valori
altri rispetto al solo percorrere
metri. Camminare, nel senso del
percorrere chilometri verso una meta stabilita, ti richiede
fatica, sforzo, convinzione, determinazione. Ti chiede magari di camminare accanto a qualcuno, di sapere che essere compagni di un viaggio porta con sé gioie e responsabilità. Che il cammino non è mai solamente tuo: ma sempre
richiama scelte, incontri, decisioni che sono legate ad altri.
Che si cammina sempre per qualcosa, e solo grazie a ciò
puoi spingere i tuoi piedi in avanti. Scaldando, ancor prima
dei polpacci, il muscolo del desiderio: il cuore. Ed ecco
che ti accorgi immediatamente che tu stai camminando,
ma stai facendo molto di più: scopri te stesso, intessi relazioni, muovi il mondo, cambi il modo di vedere le cose
che ti stanno intorno. Io ho anche il ricordo del cammino
di Santiago che mi ha colpito e ha lasciato un grossissimo
segno dentro di me con la voglia un giorno di tornarci.
Concludo con questa frase che penso riassuma lo spirito
del vero pellegrino
«Quando incontro qualcuno non gli chiedo da dove viene.
Non mi interessa. Gli chiedo dove va. Gli chiedo se posso fare un pezzo di strada insieme a lui». (Papa Giovanni
XXIII)
Alberto Vignoni
fiume di entusiasmo simile. La fatica non si faceva mai sen- Quando parti per un pellegrinaggio non sei mai
tire, tutti erano disposti e pronti all’aiuto oppure a tirarti del tutto consapevole di quello che vai effettiva-
mente ad affrontare, forse il bello è anche questo
anche perché la non consapevolezza porta ad un
maggiore desiderio di quello che è poi il raggiungimento della meta. Fin dal primo giorno il Vescovo
Francesco ha chiarito il concetto vero e proprio di pellegrino: “pellegrino è colui che si mette in cammino in
terre apparentemente “sconosciute” per raggiungere la
meta desiderata”.
Per me a questa definizione si potrebbe tranquillamente
aggiungere che il pellegrino è consapevole di giungere
alla destinazione cambiato, diverso e trasformato. Anche
perché “i passi non si contano, i passi si vivono” queste
sono le parole con cui il vescovo di Gallese ci ha accolto nel suo paese. Riflettendo non ha del tutto torto, in
quanto secondo me questo cammino aveva come principio fondamentale la riflessione, in tutte le sue sfaccettature. Importante era vivere quei passi che ha volte erano
ricchi di emozioni, altre piene di divertimento e altre ancora colme di fatiche.
Eravamo però consapevoli che grazie alla condivisione
tutto poteva essere superato, la forza del gruppo in questo caso era davvero di grande supporto. Le esperienze
vissute sono un qualcosa che non dimenticheremo mai,
e che personalmente posso dire abbiano lasciato il segno
all’interno della mia vita. Non è sicuramente da tutti arrivare con le
proprie gambe in piazza San Pietro consapevole della fatica fatta,
vi assicuro che in quel preciso momento l’emozione è alle stelle e le
lacrime agli occhi sono un qualcosa di automatico. Questo cammino rimarrà sempre con
noi, nel nostro cuore il ricordo di quella testimonianza di
vita e di fede che ogni persona a suo modo ci ha saputo
donare.
Sono davvero contenta di avere condiviso questa esperienza con delle persone a dir poco fantastiche, il ringraziamento principale va a don Loris che ci ha proposto
tutto questo e che durante il cammino ci ha aiutati a vivere al meglio l’esperienza secondo i canoni più adeguati.
Rebecca Campigli
Il pellegrinaggio. Facile definire cosa sia, chi più chi meno,
tutti abbiamo un’idea su cosa ci si possa aspettare nel
viverlo.
Un programma dettagliato, vari paesi in cui sostare e una
meta comune: Roma.
Ci si ritrova quindi tutti in viaggio, perché è proprio quello il senso del pellegrinaggio, CAMMINARE! e ti accorgi
che non è proprio come te lo aspettavi, perché accanto
a te ci sono più di 500 giovani, con la tua stessa voglia, il
tuo desiderio di arrivare alla fine e la consapevolezza di
star facendo qualcosa di speciale.
Ma camminare non è sempre facile, passo dopo passo
la fatica aumenta, così come vari dolori, la sensazione
di non riuscire ad arrivare fino in fondo si fa sentire…
fermarsi quindi?!? Si potrebbe fare, ma non oggi, non
del tutto, il traguardo è vicino; gli altri ragazzi ti trasmettono entusiasmo, ti aiutano appena vedono che sei in
difficoltà, in un attimo ti accorgi di essere di nuovo in
viaggio. Questa volta non cammini solo, ad ogni passo
c’è un amico nuovo con cui percorrere insieme un pezzo
di strada.
Ed eccola in lontananza, San Pietro. Il passo si fa veloce,
la fatica sparisce; un forte urlo di gioia, siamo arrivati!
Abbiamo raggiunto la nostra meta, il Cammino della
Luce ci porta fin dentro la basilica, dove, guidati dalla
croce, ci fermiamo un attimo ad ammirare e ripensare a
quello che realmente abbiamo portato a termine.
“La vita è fatta per camminare” questo ci dice Papa Francesco e noi non possiamo far altro che rimetterci in viaggio e portare la Luce che ci ha accompagnato durante il
pellegrinaggio in giro per le strade.
Riempiamo Roma con le nostre magliette gialle, consapevoli di non essere passati inosservati e torniamo alle
nostre case, questa volta con 500 mete diverse, con
molti amici in più e il sapere di aver appena iniziato un
pellegrinaggio molto più lungo e faticoso.
Giacomo Pansera
Campo Scuole Medie
di Luca Sacella
Come ormai tradizione del nostro Oratorio, l'ultima settimana di Luglio si è tenuto il Campo Scuola per i
ragazzi delle scuole medie.
Quest'anno si è deciso di tornare a Gandellino, paese che aveva già ospitato il Campo di cinque anni fa,
quando noi animatori allora avevamo partecipato nel ruolo di animati.
Se nel 2009 il tema del Campo era basato sulla vita e le avventure di Harry Potter, nel 2014 si è deciso di
impostare le attività della giornata sul tema delle favole.
Ogni giorno la riflessione partiva dagli spunti di una favola e dalla relativa morale, che ci hanno portato a
riscoprire la bellezza di classici come “Biancaneve”, “Hansel e Gretel”, ma anche “Il principe e il ranocchio”,
“La Bella Addormentata” e “Cappuccetto Rosso”.
Il clima non è stato particolarmente clemente, visto che la pioggia spesso ci ha fatto compagnia, ma le riflessioni, le attività e i giochi di gruppo, oltre ovviamente alla gradevole compagnia dei propri amici, hanno fatto
sì che anche questo campo scuola sia risultato per tutti indimenticabile.
Aspetto molto positivo di questo Campo Scuola è stato, secondo il mio parere, la voglia dei ragazzi di mettersi in gioco, dai più giovani sino ai “veterani” della terza media che, con la loro esuberanza, hanno trainato
il gruppo.
Nelle riflessioni della mattina sono stati loro infatti a rendere le discussioni più interessanti, riuscendo anche
a far emergere concetti molto profondi rispetto alla loro giovane età.
Anche nei giochi del pomeriggio, i più grandi facevano valere la loro esperienza aiutando anche noi anima-
“Favole” a Gandellino
tori a rendere più emozionanti questi momenti.
Dopo la merenda, tempo permettendo, come per incanto ecco animarsi la classica sfida di calcio
animati contro animatori, sempre entusiasmante, come d'altronde anche le partite di pallavolo a cui
partecipavano i meno interessati al calcio.
Per ogni serata è stata organizzata un'attività diversa, il cui l'impegno era prevalentemente di squadra.
La sera, o meglio, la notte che è sempre aspettata con ansia da tutti è stata ovviamente quella a sorpresa, animata dal famigerato “gioco notturno”.
Tutti svegli dopo la mezzanotte, i ragazzi, dopo un video introduttivo, quest'anno sono stati portati nel
centro del paese, dove li aspettava un percorso a tre tappe molto accattivante e per certi versi spaventoso. È proprio in questo gioco che si è notato in modo particolare la compattezza dei gruppi in cui,
forse per la paura, ognuno ha dato il suo lato migliore. Alla fine dell'avventura tutti a letto, eccitati e impauriti per quanto fatto, ma allo stesso tempo pronti e vogliosi di vivere al meglio la giornata successiva.
L'ultima sera, come ogni anno, non sono potuti mancare i balli di ogni genere: dalle danze di gruppo
iniziali, si è passati ai tipici lenti, in cui i “maschietti” hanno avuto modo di ballare con le loro ragazze
preferite.
Ovviamente non sono mancate nemmeno le gite, due quest'anno, di cui una, la prima, particolarmente
impegnativa. Questa aveva come meta il rifugio Curò, che abbiamo raggiunto dopo oltre quattro ore
di cammino, impreziosite da un imprevisto quanto bellissimo arcobaleno, dalla bellezza delle cascate del
Serio e dalla presenza sopra il lago Barbellino della neve.
Doverosa è stata la messa di ringraziamento celebrata in riva al lago poco prima del ritornoa Gandellino.
La seconda gita, invece, è stata più corta e suddivisa a tappe in cui durante il percorso i ragazzi delle
quattro squadre si sono dovuti affrontare in varie sfide fino alla sosta per l'ora di
pranzo.
Come tutte le cose belle, purtroppo anche questo Campo medie 2014 è entrato in
un capitolo nuovo del libro dei ricordi di ognuno di noi. Un grazie particolare a Don
Loris, poiché senza di lui questa avventura non si sarebbe potuta vivere,; alle cuoche,
meravigliose, che con piatti speciali hanno deliziato i nostri palati per dieci giorni, e
ovviamente ai ragazzi che hanno partecipato a questo campo, che hanno aiutato noi
animatori ad animarlo e viverlo nel migliore dei modi.
A livello personale restano in me ricordi di grande allegria, di riflessione e di preghiera, ma anche di un
pizzico di fatica, che comunque è stato facile assorbire grazie alla vivacità dei ragazzi e all'affiatamento
con gli altri animatori. Ripeterei immediatamente questa esperienza, nata molto prima dell'arrivo a
Gandellino, nelle intense serate di preparazione in Oratorio, perchè mi ha arricchito e fatto trascorrere
giorni di grande serenità. Ora non mi resta che aspettare l'anno prossimo, per una nuova e meravigliosa
avventura al Campo.
CAMPO ADOLESCENTI
Liberi di...
Ogni estate, il campo ado è una delle esperienze più attese.
Quest’anno noi ragazzi siamo stati portati a
Corteno Golgi dall’1 al 10 agosto, per trascorrere dieci giorni insieme, in un luogo immerso
nella natura. Siamo partiti carichi ed entusiasti,
e lo siamo rimasti fino alla fine! Ogni mattina
dopo la preghiera, le squadre si riunivano per
le discussioni.
La libertà era l’argomento principale, con i
suoi vari aspetti come la religione, i diritti, la
privacy, la sessualità e l’eutanasia.
Non è stato affatto un tema facile da affrontare, ognuno ha le sue idee e spesso non ci si
trova d’accordo. Ma in fondo cosa sarebbe il
campo adolescenti senza le discussioni e i confronti? Ogni anno i nostri animatori si impegnano per farci riflettere, e anche questa volta
ci hanno fatto tirare fuori il meglio di noi.
Nel pomeriggio ci si divertiva con i giochi, e
ogni serata si faceva qualcosa di diverso. C’è
stata la gita, che all’inizio sembra sempre im-
possibile, ma la sensazione di arrivare in cima è
la più appagante di tutte. L’ultima serata è stata
sicuramente la più bella: dopo esserci raccontati storie di paura attorno ad un falò e aver
mangiato marshmallows, abbiamo guardato
le stelle e ognuno ha espresso il suo ringraziamento agli animatori e al don per questa
fantastica occasione. Alla fine è solo grazie a
loro se tutto ciò è possibile, al loro impegno,
fantasia e pazienza.
Ciò che si prova al campo è difficile da descrivere a parole, si crea una famiglia con cui
si condividono momenti speciali. Nonostante
fossi l’unica ragazza della mia annata, non mi
sono affatto sentita esclusa, anzi il contrario.
Alla fine quello che conta è quanto ti metti
in gioco, la tua disponibilità verso gli altri e il
cercare di essere sempre positivi. A nome di
tutti, ci tengo a ringraziare ancora il don Loris,
gli animatori Luca, Massimo, Alberto, Andrea
e Simone e i migliori cuochi Pino e Graziella.
Elena Ricci
Lupetti: Vacanze di branco
Gradita visita di don Giuseppe
Eccoci di nuovo per raccontarvi una nuova avventura da
veri lupetti!!!
Questa volta vi parleremo delle nostre VDB estive (vacanze di branco)
che sono iniziate il 20 luglio e si sono
concluse il 26 luglio. Località…. Val
d’Orizzo, (Bs) presso casa Fontana
Mora.
Arrivati a destinazione abbiamo incontrato dei fantastici personaggi
dell’ambientazione che per tutta settimana ci hanno fatto compagnia e loro
sono….Peter Pan e Trilli!!
Questi nostri amici ci hanno invitato a
testare la nostra “sperdutaggine” abbandonando le vesti di bambini di città
promettendo di farci conoscere la natura attraverso il contributo di alcuni
amici speciali… i pirati: Jack Spara, pi-
rata Botte Lafotte, Capitan Popò e altri ancora. Amici speciali proprio perché abitando sull’isola
che non c’è, dopo la morte di capitan Uncino, hanno deciso di essere buoni e fedeli a Peter Pan
e Trilli.
Con loro abbiamo svolto diverse attività che ci hanno avvicinato alla natura.
La nostra preferita è stata la costruzione di una canna da pesca.
Muniti di mantellina poiché pioveva ci siamo addentrati nel bosco alla ricerca di un bastone e dei
vermicelli che ci sarebbero serviti come esche.
Alla prima giornata di sole ci siamo messi le scarpette per il fiume e pronti partenza via….tutti
al fiume!
Avremmo fatto invidia ai veri pescatori, peccato che i pesci non hanno voluto far parte del nostro pranzo!
Oltre queste visite dei pirati, abbiamo ricevuto la visita di un ospite inaspettato…Don Giuseppe,
il quale ha vissuto con noi l’ultima sera di campo.
Arrivati alla fine di questa settimana abbiamo accolto i nostri genitori e festeggiato il loro arrivo
con una messa, offerta da Don Giuseppe, e un simpatico teatrino con marionette che aveva
l’obiettivo di narrare la settimana trascorsa.
Nonostante il cielo abbia fatto numerosi capricci, noi lupetti ci siamo divertiti molto e con tanta
gioia nel cuore non abbiamo dato importanza al cattivo tempo!!!
Ciao a tutti…e….a presto!
I lupetti del Branco Seeonee Sarnico 1
Clan: route estiva
“che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi?
Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura?”
(salmo 8)
È con questa domanda e tante altre che il clanfuoco “La Brace” del gruppo scout Sarnico 1 è
partito il 26 luglio per una settimana di campo
estivo presso la comunità monastica di Bose.
Durante questo campo abbiamo potuto sperimentare uno stile di vita diverso da quello
in cui viviamo tutti i giorni nei nostri paesi: il
tempo scandito dal suono delle campane che
richiamano il fedele alla preghiera, uno stile di
lavoro non caratterizzato solamente dalla frenesia e dalla necessità di produrre, il silenzio
come occasione per ascoltarsi nel profondo e
far sorgere le domande che più teniamo nel
cuore. I monaci ci hanno accolto con calore,
con loro abbiamo condiviso la preghiera, tutto
il gruppo partecipava insieme ai vespri mentre
alle lodi mattutine e all’ora media poteva partecipare liberamente chi ne sentiva il bisogno.
Abbiamo condiviso il lavoro della mattina, abbiamo condiviso momenti di incontro e confronto personali e comunitari che ci hanno
permesso di dar voce ai nostri pensieri su Dio
e sulla vita e attraverso i quali siamo riusciti a
trovare nuove chiavi di lettura che permetteranno ad ognuno di noi di continuare a cercare
risposte e stimoli sempre nuovi.
Strada, Comunità, Servizio e Fede
Il campo ci ha regalato una nuova carta di clan, un documento molto
importante per il nostro clan perché è il frutto del pensiero di 20 giovani
ragazzi su quelli che sono gli aspetti fondamentali del nostro fare scautismo: la Strada, la Comunità, il Servizio e la Fede.
È il documento sul quale l’intera comunità si prende l’impegno di lavorare per raggiungere gli obiettivi in esso indicati e per crescere ancora
come uomini e donne che hanno deciso di non restare a guardare ma
che vogliono, con la loro vita, lasciare il mondo un po’ migliore di come
l’hanno trovato.
Torniamo quindi da
questo campo con
nuovi incontri, in particolare ringraziamo
Marco e Ludwig che
ci hanno seguito e ci
hanno aiutato nelle nostre riflessioni,
con nuove domande,
con rinnovata voglia
di metterci in gioco e
con una nuova carta
di clan.
Il clan-fuoco
“La Brace”
CATECHESI DEI RAGAZZI
ANNO PASTORALE 2014/2015
La Comunità Cristiana di SARNICO invita i genitori che scelgono per i ragazzi un percorso di Catechesi e di crescita nella Fede ad ISCRIVERE PERSONALMENTE.
I PERCORSI DELLA CATECHESI VANNO VISSUTI INTERAMENTE:
2°, 3° E 4° ELEMENTARE PREPARANO AI SACRAMENTI DELLA CONFESSIONE
E DELLA PRIMA COMUNIONE;
5° ELEMENTARE, 1° E 2° MEDIA PREPARANO ALLA CRESIMA.
DOMENICA 5 ottobre 2014
Inizio dell’anno catechistico
Ore 10.00:
Accoglienza del nuovo parroco
don Vittorio Rota In piazza Umberto I
Ore 11.00
Messa di inizio del mandato nella chiesa
parrocchiale
ORE 15.30:
Assemblea per i genitori
nel Cine Teatro Junior
e a seguire iscrizione alla catechesi.
Ore 18.00:
Messa e processione
della Madonna del Rosario
Anche quest’anno rinnoviamo la richiesta di contribuire alle spese di riscaldamento, materiali di cancelleria, catechismi, ritiri, e sussidi che l’oratorio
sostiene durante l’anno, con un contributo indicativo di 40 € in busta chiusa
da consegnare separatamente dall’iscrizione
Il contributo non è un’iscrizione!
Ciò significa che accettiamo i ragazzi alla catechesi indipendentemente
dall’offerta che ciascuno può e vuole dare.
Ricordiamo a chi si trova nell’anno dei sacramenti e non ha ricevuto il battesimo nella Parrocchia
di Sarnico di presentare quanto prima il certificato di battesimo richiedendolo alla parrocchia nella
quale il figlio ha ricevuto il battesimo.
I giorni della catechesi sono i seguenti:
Giovedì ore 14.30 – 16.00
per i ragazzi dalla 2° alla 5° elementare
Venerdì ore 17.30 – 18.45
per i ragazzi di 1° e 2° media
Ogni domenica durante l’anno
i ragazzi sono invitati
a partecipare alla Messa
delle 9.30 del mattino.
PROSSIMI APPUNTAMENTI PER RAGAZZI E GENITORI:
Giovedì 9 ottobre ore 14.30
Inizio catechesi per classi
dalla 2° alla 5° elementare
Venerdì 10ottobre ore 17.30
Inizio catechesi per classi
dalla 1° alla 2° media
Domenica 19 ottobre dalle 15.00
CASTAGNATA
giochi, gonfiabili, tombola, castagne e strinù
RIFLETTIAMO
un po’ di tempo alla famiglia. Dopo una giornata di pensieri e le difficoltà del lavoro, il marito avverte la necessità di donarsi e servire il prossimo. È dovere quindi
incoraggiarlo a portare a termine questi esterni ed interiori desideri.
Non soltanto il prete deve pensare a queste cose. L’incoraggiamento è una delle
mille facce della carità che è sempre attenta verso coloro che ne hanno bisogno.
Non è incoraggiare quando giornali e televisione mettono in evidenza colonne
di delitti, furti, litigi, omicidi e tentati suicidi, tutto ciò porta verso il degrado, la
disperazione e la morte.
Oggi sparlano, credono di parlare bonariamente, invece non c’è alcun ritegno
morale. Si parla poco invece di buone azioni, si parlo solo di azioni distruttive di
gente ubriaca al volante che stronca la vita degli innocenti.
Dare coraggio galvanizza e rende migliori. Ascoltare sempre, anche se non ne
abbiamo voglia perché reca sollievo al nostro prossimo. Per coloro che sparlano
è necessario che Dio metta un sigillo sulla loro bocca per eliminare ogni mormorazione o commento sfavorevole verso il nostro prossimo.
Ascoltare le confidenze e tenerle occulte nel nostro cuore. Occorre rispettarci di
più. Per quanto riguarda la maldicenza
e il pettegolezzo, ascoltate cari amici
quello che vi sto per dire. Una volta
una signora un po’ chiacchierona e curiosa andò a confessarsi da San Filippo
Neri, santo burlone e scherzoso. La
donna si confessa e tra gli altri peccati
gli dice che ha sparlato del prossimo.
San Filippo Neri ascolta in silenzio e
poi le dà la penitenza che consisteva
nell’andare a casa, far bollire una gallina
e poi tornare dal lui a confessarsi. La
donna si meravigliò di questa penitenza, ma fece quello che il confessore le
aveva ordinato.
Si presentò dal Santo dopo una settimana, si confessò e questa volta il Santo le diede per penitenza di andare a
raccogliere tutte le penne delle galline
e portargliele. Era una penitenza impossibile e capì che tutte le sue maldicenze si erano sparse ovunque, come
le penne della gallina e non potevano
più essere fermate. La donna comprese, chiese perdono e promise di non
sparlare più di alcuno.
Chiediamo a Dio la forza di non sparlare del prossimo, succede un po’ a tutti,
chi più e chi meno, ma bisogna eliminare questo grave peccato.
Eh sì, cari amici, è proprio così!
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 31
NONNO SANDRO
«L'UNICO ROSSO CHE AMO» Nessun "dottor" davanti al nome. Il titolo che Sandro Arcangeli preferisce è
quello di nonno: come dargli torto! Quello di Sindaco è un titolo che ormai fa parte di un passato, il suo, del
quale è stato protagonista. Ed è proprio guardando quanto ha fatto che ci rendiamo conto come una cittadina
complessa come Sarnico, può continuare a dare il meglio di se stessa se le persone che la guidano, qualunque
sia la loro opinione politica, troveranno il modo di parlarsi, di intendersi e di cercare linguaggi comuni.
a cura della
COMMISSIONE GESTIONE SCUOLA MATERNA
COMUNITÀ
SCUOLA MATERNA FACCANONI
I GRAZIE DELLA COMMISSIONE
Il saluto alla presidente Ines Boni Carminati
Il gruppo uscente della Commissione di gestione dell’Asilo Faccanoni approfitta delle pagine del “Porto” per ringraziare.
Il primo grazie va doverosamente alla Presidente Ines Boni Carminati che in questi anni si è prodigata a 360° a favore dei nostri bambini e della struttura che abbisognava di continui miglioramenti. Ringraziamo poi i genitori che hanno affidato alla fondazione i loro bambini: ne abbiamo
visto passare centinaia e abbiamo cercato di formarli all’autonomia, alla socialità e condivisione.
Ringraziamo la coordinatrice, le maestre e tutto il personale che ha sempre dimostrato di con-
dividere i nostri obiettivi e ha
lavorato con passione e competenza.
Ringraziamo l’amministrazione
comunale passata, che non ci ha
mai fatto mancare il sostegno,
permettendoci di chiudere il
nostro mandato con un bilancio
economico in pareggio e una
struttura completamente rinnovata, messa a norma e bella da
godere.
Ringraziamo i vari presidenti del
Comitato Genitori che hanno
lavorato con noi, i tanti volontari
che, con mansioni diverse e tutte molto specializzate, ci hanno
permesso di offrire servizi migliori.
Ringraziamo gli sponsor per l’aiuto economico, Don Luciano
e Don Loris per la vicinanza dimostrata e tutti quanti si sono
prodigati per il buon funzionamento dell’Asilo.
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 33
ASSOCIAZIONI
a cura del Presidente
VITTORIO MARCONI - foto Vezzoli
NON SOLO SANGUE
ALL’AVIS
1.400 chili di “marroni” arrostiti dai volontari
Con una settimana d’anticipo rispetto all’inizio ufficiale dell’autunno l’AVIS Sarnico - Basso Sebino, con l’evento “Castagne in festa”
è stata la prima, anche quest’anno, a proporre la sagra del frutto
tipico della stagione autunnale ormai alle porte (ammesso che non
sia già entrata a luglio). Un periodo dell’anno che sa offrire profumi,
colori e sensazioni ma anche allegri appuntamenti nelle piazze, negli
oratori e in alcuni paesi anche nei cortili delle case.
Nutrienti, caloriche, ricche di vitamine, sali minerali e fibre, antinfiammatorie e antisettiche, in tempi passati rappresentavano un’importante fonte di sostentamento, tant’è che il castagno era chiamato l'albero del pane. Mangiate in compagnia poi, sono ancora più
buone! Quattordici quintali di questi famosi “marroni”, i primi della
stagione, sono stati arrostiti per tre giorni - dal 12 al 14 di settembre
- in due grandi bracieri dagli avisini locali.
Non solo castagne però: a pranzo e cena è stata servita, a prezzi
modici, fumante polenta accompagnata da squisiti salamini alla brace, sardine di Montisola, patatine fritte, vin brûlé, torta e caffè.
Lo straordinario successo dell’evento è stato propiziato dalla bontà
di questi frutti, ma anche dall’…alta pressione che ha portato quel
bel tempo tanto atteso e che, almeno per quasi tutti tre i giorni, ha
permesso l’ottimale svolgimento della sagra.
Moltissime delle circa 4.000 persone che sono transitate all’interno della kermesse gastronomica sono state attratte, oltre che dagli
aromi tipici, dalla curiosità di voler assaggiare “fuori stagione” questi meravigliosi frutti; la gente rivolgeva ai volontari le medesime
domande: «Ghè za le castegne?». «Ma ègnele dè ‘ndoe?» oppure
«Éle amò chèle dè l’an pasàt?». Qualcuno ha azzardato l’ipotesi, assai
inverosimile, che fossero state surgelate. Una coppia di inglesi ci ha
34 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
messo sopra addirittura il sale.
Comunque, nonostante il mistero sulla loro provenienza (fatte arrivare dal Piemonte) e conservazione, nella serata di sabato 13 settembre i sacchi di marroni stavano finendo. «C’è amò quattro sac
poi basta!» annunciava infatti con la sua particolare parlata il mitico
volontario Pasquale De Iacovo.
Per il general manager Serafino Falconi e il presidente del gruppo
AVIS Vittorio Marconi non c’è stato un attimo di esitazione: c’era
ancora un giorno di fiera e fare una castagnata senza castagne non
era assolutamente possibile. Cellulare alla mano, Serafino cominciava a tempestare di telefonate i fornitori, produttori e grossisti fino al
fatidico annuncio: «N’o troàt du quintai a Pisogne».
«Se il tradizionale evento “Castagna in festa” - ha detto con toni
entusiastici il presidente Marconi - ha avuto successo, lo si deve in
gran parte all’impegno dei meravigliosi volontari, giovani e meno
giovani che, ancora una volta, hanno lavorato con grande fervore
dimostrando che è possibile lavorare “insieme” nel campo civile e
sociale alleati nel volontariato. Siete stati grandi! Permettetemi però
di ringraziare in particolare Serafino Falconi e la moglie Giuliana per
quanto hanno fatto anche quest’anno e l’Amministrazione Comunale per la concessione della piazza.
Questa sagra ha rappresentato per l’AVIS del basso lago un momento anche per pubblicizzare e sensibilizzare alla donazione del
sangue. Il ricavato verrà infatti utilizzato per finanziare le varie proposte dell’associazione, quali le borse di studio per gli studenti delle
scuole e per attivare altre manifestazioni di propaganda».
L’ultima parola è ancora di Pasquale che, nonostante l’importante
evento che celebrava il 14 settembre - 40 anni di matrimonio -, ha
voluto essere ancora in “prima linea” ad arrostire le castagne.
«A forsa de cuocerle, son diventàt una castègna anche me». Un mito!
ASSOCIAZIONI
a cura
DELL'ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE ANZIANI
RUBRICA DEL MESE DI SETTEMBRE
27 AGOSTO GITA A SAN FERMO
alle 14:30 partenza in pulman per San Fermo, sosta di rilassamento
al rifugio prima di andare alla baita “Canva” dov’è stato servito un
rinfresco merenda come sempre molto gradito.
8 SETTEMBRE FESTA DI CHIUSURA DI
AGOSTO INSIEME
Per la chiusura della stagione I’ amministrazione comunale ci ha invitati a cena al Lido Nettuno.
La sera è iniziata con la Santa Messa celebrata dal nostro Parroco
Don Luciano, con saluto di commiato durante l’omelia e ringraziamento da parte dell’associazione per averci paternamente accompagnati in tutti questi anni.
Una volta accomodati a tavola gli allievi della scuola alberghiera
ci hanno servito i piatti accuratamente cucinati dai volontari della
“Croce Blu”.
Finita la cena la serata si è protratta con balli e musica dal vivo.
Montisola: Madonna della Ceriola
AGOSTO INSIEME
La nostra estate, se di estate si può parlare visto il tempo, si è conclusa lunedì 8 settembre con la cena al lido Nettuno, ma cominciamo dall’inizio:
6 AGOSTO GITA A MONTISOLA
alle 14:30 imbarco dell’allegra brigata alla volta di Montisola, approdati a Peschiera pomeriggio libero, i più coraggiosi si sono avventurati su per le pendici dell’isola per raggiungere il Santuario della Ceriola, c’è chi ha passeggiato gradevolmente in riva al lago, qualcuno
ha fatto il bagno, dopo aver goduto di queste piacevoli attività alle
18:00 ci siamo imbarcati per il ritorno.
(Nella foto in alto la Madonna della Ceriola. La statua è stata scolpita
con un tronco di cerro, da cui Ceriola, che ha dato il nome al santuario
stesso)
20 AGOSTO GITA AL GANDOSSO LOCALITÀ “PITÙ”
siamo partiti sperando nel bel tempo. Arrivati a Gandosso il gruppo
alpini ci ha accolto in località Pitù.
Causa le recenti abbondanti piogge i sentieri del parco non erano
agibili, abbiamo perciò aspettato l’ora di cena sul terrazzo.
Dopo esserci accomodati nell’ampia sala ci hanno servito la cena,
ottima e abbondante veramente apprezzata da tutti i presenti. Rientro alle 20:30.
36 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
Ringraziamo tutti i partecipanti che hanno contribuito alla riuscita
delle iniziative proposte, e coloro che hanno lavorato per renderle
piacevoli.
TORNEO DI BOCCE “CASTELÌ”
dal 22 al 27 settembre 2014, dalle ore 14.00 alle ore 18.00, si terrà
il torneo di bocce “Castelì, le iscrizioni si ricevono al bar dell’associazione, quota di iscrizione € 5,00.
Ai primi 4 classificati verrà offerto un cesto di prodotti alimentari e a
tutti gli iscritti al trofeo verrà consegnata una confezione di bottiglie
di vino
TERME DI TRESCORE
Il servizio di trasporto alle Terme si terrà dal 23 settembre al 6
ottobre 2014.
Le iscrizioni si ricevono presso la sede dell’associazione dal lunedì al
venerdì dalle ore 9.30 alle ore 11.00.
TESSERAMENTO 2015
Dal 1° ottobre si aprirà il tesseramento per l’anno 2015, le iscrizioni
si ricevono presso la sede dal lunedì al venerdì dalle 09.30 alle 11.00,
la quota di iscrizione rimane invariata.
TASI
l’associazione offre assistenza ai suoi tesserati per la compilazione
della Tasi. L’addetto sarà presente in sede il mercoledì dalle 9.00
alle 11.00.
a cura di
DEL GRUPPO MISSIONARIO
ASSOCIAZIONI
OBRE
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VERSO ONARIO
MISSI
Il progetto “Terra chiama cuore”, sostenuto dal Gruppo missionario nel 2014, è giunto alla fase conclusiva. Presso il centro San
Marcelino Champagnat dei padri Marianisti in Bucarest (Romania),
dove sono ospitati 30 bambini e adolescenti in gravi situazioni di
disagio personale e famigliare, si sono alternate quattro figure professionali: un’infermiera (Claudia), un’artista (Donatella), un esperto
video (Gabriele) e un attore teatrale (Stefano). Utilizzando l’arte, il
gioco, le riprese cinematografiche e il teatro hanno lavorato con i
giovani del centro sui temi del rispetto dell’ambiente, della gestione
dei rifiuti e delle pratiche di vita utili alla salute personale e dell’intera comunità. L’ultimo periodo è stato dedicato alle pratiche espressive di mosaico e pittura su tessuto, realizzate sia con materiali di
riciclo raccolti sul posto, sia utilizzando colori acrilici Maimeri donati
dal negozio “Nadia color” di Iseo con l’aiuto della Cooperativa Il
battello di Sarnico. Al negozio e alla cooperativa un sentito grazie!
Contemporaneamente si sono svolte per i ragazzi di Bucarest lezioni ed esercitazioni igienico-sanitarie su fumo, malattie veneree, droga e igiene personale. Gli operatori del progetto hanno accettato il
nostro invito: al rientro definitivo in Italia animeranno un incontro
per la comunità di Sarnico, durante il quale racconteranno la loro
esperienza, offrendo ai più giovani l’occasione di partecipare a laboratori analoghi a quelli realizzati a Bucarest.
Sarà questo uno degli appuntamenti previsti in ottobre, mese dedicato alle missioni. La Giornata mondiale cade domenica 19, giorno
in cui il nostro gruppo animerà le sante messe con riflessioni, gesti
e proiezioni di immagini relativi al tema scelto per il 2014 a livello
nazionale: “Periferie cuore della missione”.
Sempre nel mese di ottobre si svolgerà una veglia di preghiera curata dai gruppi missionari del vicariato e aperta a tutta la cittadinanza.
Chiesa del Carmelo di Haifa
Il pensiero andrà come sempre ai martiri laici e religiosi nei luoghi
di missione, tra i quali le tre suore uccise poche settimane orsono
in Burundi. Sarà un’occasione di sensibilizzazione all’impegno missionario cristiano e di concreto sostegno attraverso la preghiera ai
missionari che proseguono la loro pluriennale attività e a coloro
che partono nei prossimi mesi per la prima volta. Valgono per tutti
loro le parole guida di Suor Tarcisia: «Donarmi completamente al Suo
Amore con amore incondizionato al mio prossimo».
Un contributo è stato offerto dal nostro gruppo anche alla comunità delle Suore del Monte Carmelo in Haifa, dove viveva Suor Tarcisia: in una lettera le suore avevano segnalato le difficoltà quotidiane
vissute dalla popolazione locale e le continue richieste di aiuto ricevute. In segno di continuità con l’affettuoso rapporto che da tempo
lega il Carmelo a Sarnico, una parte delle offerte raccolte nell’anno
è stata inviata ad Haifa.
Vi diamo appuntamento a ottobre: le date e gli orari delle iniziative saranno comunicati sul calendario settimanale in distribuzione in
chiesa di domenica.
DA HAIFA SUOR MARIA GIUSEPPINA RINGRAZIA IL GRUPPO MISSIONARIO
Caro signor Dometti, in questi giorni abbiamo ricevuto un’offerta da parte del gruppo missionario e veniamo a ringraziare,
assicurando che anche chi è stato toccato dai danni della guerra vicino a noi ne trarrà beneficio.
Lo scorso anno, tramite la nostra carissima amica Eufemia, si era parlato di un aiuto per i bambini di Betlemme ma poi, date
le spese relative alla pubblicazione del libretto "LA MISSIONARIA DELLA GIOIA", l’idea era stata abbandonata. Alla fine dei
conti… c’è stata la possibilità di avere anche una somma, che abbiamo ricevuto con riconoscenza.
Da sempre Sarnico è nella nostra preghiera e continuerà a esserlo. Auguriamo tanto fervore missionario ed evangelico per
ogni cristiano che accetta di essere tale. Ogni giorno Papa Francesco, nella Messa a Santa Marta, non fa che ribadire tante
semplici verità, che però sono il tessuto della vita cristiana, in ogni circostanza.
Da ieri c’è in visita da noi, con la moglie, il signor Angelo Onger, che ha collaborato all’edizione del libretto su sr. Tarcisia, con
la sua competenza e con la conoscenza diretta che aveva di lei. Vi raccomandiamo di tenerla sempre presente nella vostra
vita parrocchiale, lei che non ha mai dimenticato la sua Sarnico, offrendo preghiere e sacrifici per tutti voi.
La Madonna vi benedica e vi aiuti a rendere una gioiosa testimonianza di vita cristiana, nel suo Figlio Gesù Cristo.
Con la nostra fraterna preghiera per le vostre intenzioni. Sr. Maria Giuseppina, a nome della madre priora.
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 37
LE PAGINE DEL COMUNE
a cura del Sindaco G. BERTAZZOLI
GRANDE SUCCESSO PER LA
10^ FESTA DELLO SPORT
Come Primo cittadino, è stato per me un vero
e proprio onore omaggiare tutti i nostri atleti e
le nostre associazioni alla 10^ Festa dello Sport.
È stata una vera lotta contro il tempo organizzare questa importante manifestazione, visto che
meno di tre mesi fa ci siamo insediati, ma grazie
al lavoro di squadra e soprattutto alla competenza e bravura del nostro Assessore allo Sport
Nicola Danesi, ce l’abbiamo fatta. Ed è stato un
vero successo sia di pubblico che organizzativo.
Passione, determinazione, umiltà, lavoro individuale o di squadra: ecco cos’è per noi lo sport.
A qualsiasi livello agonistico. Tre sono gli aspetti dello sport su cui la nostra Amministrazione
baserà le proprie scelte future. La prima idea
è che lo sport è cultura, in una doppia accezione: lo sport è cultura dello sviluppo individuale
ed è cultura della salute. E per noi la cultura è
“welfare”, cioè fa parte di quegli ambiti della vita
che vanno protetti e offerti alle persone come
beni irrinunciabili. Il secondo aspetto è che sport
vuol dire educazione, formazione. Quindi futuro. Perché il futuro è in quello che facciamo oggi,
nei valori che sappiamo trasmettere ai ragazzi
e ai bambini che praticano un'attività agonistica. Terza cosa, lo sport è valorizzazione del
tempo libero. Non è un aspetto da trascurare,
se è vero che il tempo libero oggi è tempo di
apprendimento, di esperienza, di crescita. Nel
tempo libero, spesso, realizziamo la nostra iden38 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
tità quanto nel lavoro, come nello studio. Cioè nelle dimensioni identitarie
più consolidate: ecco, oggi il tempo libero è una dimensione che amplia
la nostra identità. Per tutte queste ragioni è molto importante celebrare
la pratica sportiva come una pratica cruciale per la crescita e come una
pratica da promuovere a tutte le età. Uno degli obiettivi che Istituzioni, enti
di promozione, associazioni si devono porre è quello di fare dello sport un
elemento costante nella vita di tutte le persone e ad ogni età. Quindi per
noi lo sport rientra doppiamente nel "bacino" del welfare: perché coinvolge
l'educazione e la salute. Lo sport è tutte queste cose. Infine voglio ringraziare per la buona riuscita dell’evento, il mio Assessore allo Sport Nicola
Danesi e la mia Giunta, la Polisportiva e la Croce Blu Basso Sebino.
Per le nostre associazioni, viva lo Sport, viva Sarnico!
LE PAGINE DEL COMUNE
DA OTTOBRE A SARNICO NUOVI PARCOMETRI
Invariate le tariffe e istituiti i 15 minuti gratuiti per tutti
Da ottobre nuovi parcometri a pagamento a Sarnico. Il nuovo appalto farà risparmiare alle casse della pubblica Amministrazione, rispetto alla precedente gestione di Brescia Mobilità, 30.000 euro l’anno. “Abbiamo trattato i dettagli con
la nuova società (Project Automation Spa) che gestirà per i prossimi due anni i
parcometri del nostro paese – dichiara il Sindaco e responsabile della Sicurezza
Giorgio Bertazzoli -. Parcometri con una tecnologia all’avanguardia con la possibilità di dare resto fino a 10 euro e pagamento con carte di credito e bancomat.
Inoltre abbiamo introdotto i 15 minuti gratuiti, nel senso che spendendo la tariffa
minima verranno “regalati” ulteriori 15 minuti. Quindi con 20 centesimi di euro
non si avranno più 20 minuti, ma 35. Inoltre in ogni parcheggio verranno applicate
21 nuove telecamere in alta definizione che presidieranno il territorio per una
maggiore sicurezza. E in più, due nuovi posti di lavoro per persone di Sarnico
come ausiliari del traffico”. Anche sul piano delle tariffe la nuova Amministrazione ha deciso di dare un segnale importante lasciandole invariate ad un euro
l’ora (tariffa più bassa dell’intero circondario). “È un segnale, - continua il Sindaco
- diamo il quarto d’ora gratuito e tendiamo la mano a utenti e turisti ma sulle
multe ci sarà rigore e fermezza”. Per l’autunno o per i primi dell’anno prossimo in
previsione dall’Amministrazione Bertazzoli un nuovo piano tessera parcheggi per
residenti e commercianti, creazione nuovi parcheggi a servizio del lungolago e un
nuovo piano per il traffico.
ORDINANZA PER LA QUIETE PUBBLICA
DALLE 24 NIENTE PIÙ MUSICA "LIVE"
Da quest’estate alle ore 24 niente musica “live” o karaoke
all’esterno dei locali.
L’ha stabilito il Sindaco Giorgio Bertazzoli, che ha firmato un’ordinanza per la quiete
pubblica: allo scoccare della mezzanotte, niente più musica, musica dal vivo, karaoke.
E nemmeno operazioni di pulizia dei locali che possano, in qualche modo, arrecare
disturbo. Gli esercizi pubblici dovranno garantire il silenzio dalle 24 alle 7, senza distinzione di giorni. “Abbiamo rilevato già da luglio e più volte segnalato che sul territorio,
in particolare nelle zone a lago, spesso si registrano episodi di disturbo della quiete
pubblica in proporzioni rilevanti, con la musica all’esterno che continua anche fino alle
due di notte – dichiara il Sindaco Bertazzoli-. L’obiettivo è dare alla cittadina un turismo
sostenibile, ma è nostra volontà non causare disagi ai cittadini per schiamazzi notturni.
Chiediamo peraltro ai gestori stessi di aiutarci nella responsabilità della loro clientela
e di monitorare le aree esterne ai loro locali. A mezzanotte, la musica all’esterno va
spenta e può continuare all’interno, sempre tenendola a basso volume in base al regolamento sulla zonizzazione acustica. Inoltre il nostro obbiettivo per la prossima stagione
sarà quello di far presidiare il territorio dalla Polizia Locale almeno fino all’una di notte
come avviene già per Paratico ed Iseo, almeno al venerdì, sabato e domenica da giugno
a settembre”.
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 39
LE PAGINE DEL COMUNE
A cura dell’Assessore alla Famiglia ed Istruzione
PAOLA PLEBANI
AMMINISTRAZIONE
COMUNALE: PER LE
SCUOLE MASSIMA
ATTENZIONE
Fin da subito durante l’estate, periodo in cui la scuola è stata chiusa, ho avuto modo insieme al Sindaco Bertazzoli, ad
altri Consiglieri ed al nuovo responsabile dell’Ufficio Tecnico
dott. Gian Pietro Vitali, di incontrare il nuovo Dirigente dell’Istituto Comprensivo prof. Salvatore Spagnolello e di visitare
le strutture scolastiche. L’edificio è in condizioni discrete e
per quest’anno sono stati effettuati interventi di ordinaria
manutenzione quali la pulitura del giardino e la riparazione di
perdite nei servizi igienici, dove sono state sostituite alcune
rubinetterie.
È stata anche completata l’installazione delle lavagne LIM e si
è provveduto alla sostituzione del centralino degli uffici della
segreteria. Sono state eseguite le disinfestazioni richieste dal
clima particolare di questa estate. Sono stati rimossi, come
richiesto dalla scuola, i due gazebo perché pericolosi in
quanto davanti ad un’uscita di sicurezza. In via sperimentale
la fermata dell’autobus scolastico si trasferisce da via Olimpia a via Nikolajewka. A gennaio tale spostamento potrebbe
diventare definitivo se soddisferà i criteri di sicurezza. Con
il Comitato Genitori è stato concordato di fornire pettorine, con diversi colori in base al percorso, per il Piedibus e
di ripristinare i cartelli di fermata, dove mancanti o rovinati.
È stata inoltrata, in collaborazione con l’Ufficio Tecnico del
Comune, richiesta di fondi al Ministero per rendere il nostro
istituto ancora più ordinato.
In ogni caso sarà posta la massima attenzione da parte della
nostra Amministrazione per garantire al nostro bell’Istituto
in questi 5 anni tutte le manutenzioni ordinarie e straordinarie necessarie.
Il nostro impegno non si limiterà a ciò ma, con attenzione
alla continuità ed al servizio offerto alle famiglie, faremo il
possibile per essere attenti anche alle problematiche dell’Istituto Superiore Serafino Riva.
La scuola in fondo non è solo luogo di studio, di apprendimento, di formazione e di crescita, ma anche un essenziale
servizio per la Comunità.
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40 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
DIVIETO ACCESSO
AI CANI E NUOVE
AREE PREVISTE
LE PAGINE DEL COMUNE
a cura del Sindaco G. BERTAZZOLI
che sono scaturite trovano il tempo che trovano. In tutti i
parchi e spiagge d'Europa c’è il divieto d'entrata ai cani e
sussistono zone riservate, attrezzate e adibite. Ecco, anche
noi presto faremo aree cani attrezzate in alcuni parchi e
zone riservate in alcuni lidi, in modo tale che i padroni possano stare vicini ai loro amici fido in sicurezza e pulizia. L'Ordinanza emessa tiene conto di alcune norme basilari per
la salute pubblica. Bambini che giocano mettendo le mani
per terra e poi che se le mettono in bocca, gente allergica
al pelo degli animali o persone che hanno paura di cani di
grossa taglia.
È un segno di civiltà, tutto qui". I parchi/Lidi "vietati" sono:
Lido Nettuno, Lido Holiday, Lido Fontanì, Parco Lazzarini
(già vietato dalla precedente Amministrazione Dometti),
Parco Baden-Powell (via Cerro), Parco Plan de Cuques,
Parco Corso Europa/via Alpini. Restano liberi il Lido Fosio,
il lido Calchera (piccolo lido prima del Lido Holiday), l'area Paroletti (davanti alla Villa Faccanoni), il parco di fronte
alle Residenze sul Porto e il parco in zona villa Surre/Cocca
Hotel. Per i trasgressori le sanzioni vanno da un minimo di
25 euro ad un massimo di 500. "Il compito ora della nostra
Amministrazione -continua il Sindaco Bertazzoli -, dopo
l'urgenza dell'estate, è quello di tenere in considerazione
le esigenze dei nostri concittadini proprietari di animali. Ed
è per questo motivo che stiamo studiando apposite aree
che potrebbero a breve sorgere nel Parco Badell-Powell
in via Cerro, un'area riservata ai cani al Lido Fosio, un'area
cani attrezzata in previsione della prossima riqualificazione
a parco dell'area Paroletti (davanti a Villa Faccanoni) e un'aL'Amministrazione Comunale con L'Ordinanza rea all'interno del Lido Nettuno dove i bagnanti potranno
n. 7 del Sindaco ha predisposto il divieto di acces- stare con i loro amici animali. Quindi queste aree, insieme a
quelle prima citate, copriranno tutto il paese in modo tale
so ai cani in 7 parchi/lidi su 11 di Sarnico
da accontentare tutti".
"La nuova Amministrazione per motivi igienico/sanitari e
per motivi di sicurezza ha predisposto questa ordinanza
per evitare, soprattutto nei lidi d'estate, che le persone si
potessero sdraiare su deiezioni di animali lasciati alla mercè
di bagnanti, turisti e bambini", ha dichiarato il Sindaco Giorgio Bertazzoli. "Abbiamo posto a pagamento il Lido Nettuno -continua il Sindaco- ed è giusto che i turisti trovino un
manto erboso pulito. Ma anche negl'altri lidi... L'unico lido
che abbiamo lasciato libero, perchè meno frequentato, è il
Lido Fosio.
Purtroppo l’inciviltà dei molti va a discapito dei pochi. Il decoro e la salute pubblica è la nostra priorità e le polemiche
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 41
LE PAGINE DEL COMUNE
a cura del Sindaco G. BERTAZZOLI
PAGAMENTO LIDO NETTUNO: L’AMMINISTRAZIONE
COMUNALE INCASSA IN DUE MESI 20.000 EURO
Grande successo per il pagamento dell’ingresso al Lido Nettuno
promosso in via sperimentale dall’Amministrazione Bertazzoli
nei mesi di luglio e agosto. La nuova Amministrazione aveva deciso a giugno il cambio di rotta sulla gratuità del Lido. “L’avevamo
promesso in campagna elettorale – spiega il Sindaco Giorgio
Bertazzoli – e la promessa è stata subito mantenuta”. Due euro
l’ingresso a persona tutto il giorno, o solo un euro dopo le 13.
Esenti dal ticket i residenti di Sarnico, i disabili e i ragazzi sotto i
12 anni. “Tutto è perfettibile e migliorabile – continua il Sindaco
-, ma dovevamo pur partire in maniera sperimentale prima di
capirne il riscontro. E il riscontro favorevole c’è stato, nonostante un mese intero di pioggia dove praticamente non abbiamo
incassato nulla. Il Lido Nettuno come mantenimento ordinario
e straordinario costa alla collettività circa 100.000 euro l’anno,
soldi che ormai visto i tempi di crisi, casse vuote, oneri a zero e
trasferimenti sempre più magri non possiamo più permetterci
di spendere. La macchinetta erogatrice di ticket è stata la scelta
più consona, visti i vari problemi su altre soluzioni. La Polizia
Locale che ha fatto numerosi controlli non ha dovuto strappare
nessuna multa, tutto si è svolto in maniera ordinata grazie anche alle dovute spiegazione date dall’Associazione Carabinieri in
Congedo e gli ausiliari della Guardia Costiera.
Qualche coda nei momenti di maggiore affluenza, ma l’anno
prossimo correremo ai ripari installando una doppia macchinetta con magari l’apposito cambia monete. Inoltre ci teniamo a
sottolineare che il parcheggio antistante resterà sempre gratuito. L’obbiettivo dell’Amministrazione è quello di arrivare a far sì
che il Lido non rappresenti più un costo.
La previsione per l’anno prossimo – stagione permettendo –
sarà quello di partire con il pagamento da aprile fino ad arrivare
al 31 ottobre cercando di incassare più soldi possibili, che con il
canone pagato dal chiosco potrebbero arrivare alla quasi totalità
della spesa. I soldi verranno impiegati per il miglioramento del
servizio”.
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Ripartono i corsi teatrali dell’associazione culturale "Teatro Piroscafo" di Sarnico
Vengono proposti laboratori teatrali rivolti alle diverse fasce d’età, dai bambini della scuola primaria agli adulti, senza
limiti di età. Si lavora sulla condivisione
degli strumenti della comunicazione teatrale, per fare in modo che gli allievi
siano in grado di essere autonomi e propositivi, mettendosi in gioco e lasciandosi
stupire delle proprie potenzialità ancora
inespresse. Lo scorso anno Teatro Piroscafo è stato un luogo di incontro per
una cinquantina di allievi che, alla fine del
percorso, sono andati in scena nei saggi
che hanno avuto luogo presso il Cineteatro Junior.
L’associazione porta avanti la propria attività in sinergia con altre realtà teatrali
della regione e, in un’ottica di costante
sviluppo del proprio lavoro, quest’anno
verranno attivati dei percorsi tematici
specifici, tenuti da autorevoli esperti teatrali lombardi e rivolti ai partecipanti ai
corsi. Teatro Piroscafo è attivo nella produzione di spettacoli e di eventi culturali
di vario tipo in collaborazione con enti e
istituzioni, con particolare riferimento al
territorio di Sarnico.
Gli esperti teatrali del gruppo operano
anche presso scuole, cooperative sociali
ASSOCIAZIONI
a cura di
WALTER TIRABOSCHI
e oratori, oltre alla pluriennale esperienza presso la Casa Circondariale di Bergamo. La direzione artistica è affidata al sarnicese Walter
Tiraboschi. I corsi partiranno nella seconda settimana di Ottobre e
termineranno ai primi di Giugno, con la messa in scena dei saggi finali.
La sede è presso la casa "Stella Maris", "Lido fontanì", via Predore a
Sarnico.
L'attore Walter Tiraboschi
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 43
COMUNITÀ
a cura di
ALESSANDRO ARCANGELI
LE "GIASÉRE"
LE GHIACCIAIE
DI SARNICO
E DINTORNI
unica nella zona, per produrre stecche di ghiaccio e con
celle frigorifere per lo stoccaggio di prodotti alimentari deperibili. Era gestita dalla famiglia Baresi (oriundi di
Ricordo quella antica dei “CANGÌ“, situata tra il Chiari) detti, ancora oggi, i “GIASÌ”.
lungolago e la via Prati e quella moderna (I930) Da ragazzo andavo in bici a comperare pezzi di ghiaccio
del mio amico Remo Baresi di Paratico (ol GIASÌ). per alimentare il frigorifero di famiglia, fino all’arrivo dei
Quella dei “CANGÌ“ (che ho sempre usato per nascon- modelli elettrici.
diglio, giocando con gli amici del Porto, per sfuggire alla Oggi la “Giaséra dè Paradek” (foto sopra) è diventata
“ Camilla Cangina” quando andavo a rubarle i cachi da una birreria molto frequentata da giovani della zona
una pianta che dominava sul lungolago), è ora sparita e lacustre.
oscurata da alti palazzi.
Raccontavano i miei nonni che la “giaséra“ era un edificio costruito per stiparvi, in inverno, la neve ed il ghiaccio proveniente dalla superficie del lago. Forniva anche
il ghiaccio per scopo sanitario per fare impacchi, curare
febbri e infiammazioni.
Aveva una forma conica (vedi foto 1) di circa tre metri
di larghezza per sei di profondità.
Oggi è tutto sparito (anche quella che esisteva in via
Ghiacciaia).
In alcuni paesi sono ben conservate perché “patrimonio
culturale” che si tramanda e che si collega alla pesca nelle zone dei laghi e sono considerate un vero e proprio
monumento!
A Paratico nel 1930 nasceva una moderna ghiacciaia,
44 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
a cura di
MIRIAM GASPARI
ASSOCIAZIONI
LA TRASFERTA DEL “CORPO MUSICALE DI SARNICO” E
DEL CORO “I CANTERINI DEL SEBINO” A PLAN DE CUQUES
A Plan De Cuque, in Francia, nella ricorrenza di Santa Maria
Maddalena (22 luglio), si fa festa grande.Nel ventesimo anniversario del Gemellaggio “Plan De Cuques - Sarnico“, il Corpo
Musicale Cittadino e il coro “I Canterini del Sebino” sono stati
invitati dai nostri “gemelli” francesi a partecipare a quella che
viene definita una delle più grandi feste della Provenza.
Invito accettato con gioia. E così, una rappresentanza ridotta di
numero ma non di qualità, si è messa in moto per incontrare i
nostri “gemelli “. Su un solo pullman e a proprie spese: musicanti, coristi, accompagnatori, maestri e una rappresentanza del
Comitato del Gemellaggio di Sarnico.
In questa cittadina (Plan De Cuques) di circa 12 mila abitanti
alle porte di Marsiglia, vivono molte persone di origine italiana. L’arrivo degli italiani è sempre molto atteso: c’è chi vuole
rispolverare un poco di italiano e chi vuole raccontare delle sue
origini. Ed è stato commovente sentire dalla loro voce storie
di emigranti, nonni e padri che, partiti dall’Italia, hanno creato
famiglie ora residenti a PLAN DE CUQUES. La lingua francese
non sempre ha aiutato a fare lunghe chiacchierate, ma attraverso gli occhi e la voce di queste persone abbiamo scoperto
che l’emozione è una lingua universale capace di comunicare al
di sopra di tutto.
Veniamo alla sfilata che la domenica mattina vede protagonisti
gli abitanti della zona, i quali, in costume tradizionale e a bordo
di carrozzelle trainate da cavalli, presentano alla folla convenuta
gli antichi mestieri, antichi attrezzi da lavoro, vecchie leggende
che vengono rappresentate su carri addobbati per l’occasione.
Al centro di tutto ciò, il coro e la banda che con note “da festa“
riscuotono applausi dalle persone che da tutta la Provenza assistono a questa sfilata. Si può dire un trionfo? Si può, si può…..
Sarnico è stata ben rappresentata e benissimo accolta in quel
di Francia. Tutti i partecipanti italiani indossavano un “borsalino”
bianco (cappello estivo) che ha dato un tocco personalissimo e
decisamente “chic” alla partecipazione (inconfondibile stile italiano…). In serata si è partecipato anche ad un momento religioso che si è concluso con una processione in onore di Santa
Maria Maddalena.
L’accoglienza che si riceve da queste parti è sempre speciale: il
sindaco BERTRAND e il presidente del comitato gemellaggio
Robert sono sempre presenti con calore e simpatia.
Ma alla famiglia Possenti,con papà Jean-Paul e il figlio Eric, vanno
i ringraziamenti più calorosi per la disponibilità e la premura con
cui ci hanno sempre assistito.
Nel mese di ottobre e precisamente nel terzo week-end saranno presenti a Sarnico gli amici di Plan De Cuques, nell’ambito
dei festeggiamenti per il l° ventennale del gemellaggio. Ci impegneremo per essere all’altezza della loro ospitalità e generosità.
E a questo punto: VIVA L’ITALIA – VIVA LA FRANCIA – VIVA
L’EUROPA
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 45
SALUTE
a cura di
FRANCESCA PESENTI
HABILITA PARTECIPA AL
CONGRESSO NAZIONALE SIMFER
di Sarnico ha un ruolo attivo in questa
prestigiosa manifestazione, grazie alla
presenza di 3 medici della struttura tra
i relatori del congresso, ovvero il dr.
Giovanni Taveggia (direttore sanitario e
responsabile dell’Unita Operativa di Riabilitazione), la dr.ssa Chiara Mulè (medico fisiatra) e la dr.ssa Francesca Vavassori
(medico internista con orientamento su
patologie metaboliche d’interesse riabilitativo). Verranno presentati 3 lavori
scientifici realizzati grazie anche alla collaborazione di altri colleghi delle strutture di Sarnico e di Zingonia. Nello specifico ecco i titoli:
1. EFFETTI EMODINAMICI DI ERIGO
IN PAZIENTI IN STATO VEGETATIVO: OSSERVAZIONI PRELIMINARI:
G.Taveggia, S.Orini, F.Vavassori, I.Ragusa,
P. Sabattini, V.Trani, G.Buttacchio
2. EFFICACIA DI ARMEO NEL RECUPERO DELL’ARTO SUPERIORE IN
ESITI DI STROKE ACUTO. STUDIO
PILOTA: C.Mulè, G.Taveggia, L.Salvi,
A.Borboni, N.Astolfi, S.Orini
3. USO DELLE TECNOLOGIE NELLA
RIABILITAZIONE DELLA NEURODal 28 settembre al 1° ottobre Torino ospiterà il 42° Congresso Na- PATIA DIABETICA SENSITIVO MOzionale della SIMFER (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitati- TORIA: F.Vavassori , C.Lecchi, I.Ragusa,
va), nella sede del Centro Congressi Lingotto con il titolo “Medicina A.Borboni, G. Taveggia
Fisica e Riabilitativa: Innovazione, Efficacia, Sostenibilità”
Verrà inoltre presentato un ulteriore laLa SIMFER è l'associazione scientifica dei medici che operano nell'ambito della Me- voro dall’azienda Hydrogenet di Lumezdicina Fisica e Riabilitativa, senza fini politici o sindacali; la società prevede altresì zane (BS), partner di Habilita, che ha
iscritti sostenitori: privati, società, enti, istituzioni che decidano liberamente di par- prodotto il dispositivo Gloreha; il titolo
sarà “Progetto Gloreha home TC: dispotecipare alla attività scientifica della società.
La SIMFER non ha finalità di lucro e non prevede esercizio di attività imprenditoriali sitivo domestico a supporto della riabilio partecipazione ad esse, salvo quelle necessarie per le attività di formazione con- tazione di pazienti con deficit alla mano”.
tinua. È stata costituita a Torino nel 1958 ed attualmente conta oltre 2800 iscritti. È stato possibile raccogliere, confrontaOltre che patrocinare diversi eventi di formazione in campo riabilitativo, fiore all’oc- re e studiare i dati ottenuti degli studi su
chiello della SIMFER è il congresso nazionale che ogni anno si svolge in una città pazienti reclutati grazie alla preziosa colitaliana differente e che richiama moltissimi fisiatri e operatori nel campo della ri- laborazione della Facoltà di Bioingegneabilitazione da tutta Italia. Da alcuni anni a questa parte, anche Habilita Ospedale ria dell’Università degli Studi di Brescia.
46 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
SALUTE
Il comune denominatore di questi progetti è l’impiego della
nuova tecnologia (in particolare la robotica) per il trattamento di patologie neuromotorie.
“Nelle strutture del Gruppo Habilita – introduce il dottor Roberto Rusconi, Direttore Generale di Habilita - è andata affermandosi la consapevolezza che, per rispondere ad un bisogno di salute, è necessario un disegno organizzativo concreto,
dove sia favorita la relazione fra le componenti conoscenze,
competenze e tecniche. La tecnologia ha fatto passi da gigante soprattutto nelle capacità strumentale dei comportamenti
complessi (movimento) e le “prove di efficacia” sono diventate il prerequisito per una riabilitazione di avanguardia”.
esperienze con quelle di altri colleghi nel mondo ed abbiamo
costruito un gruppo di ricercatori che, accanto all’attività di
assistenza, sono in grado di lavorare a progetti scientifici molto qualificati. L’obiettivo principale è di offrire al paziente sempre di più e di meglio, per la riconquista di salute e benessere
in tempi di ristrette disponibilità economiche.
Habilita crede in questi valori e promuove un modello di salute competitivo ma al tempo stesso
efficace, considerando la ricerca in ambito sanitario una priorità e un investimento irrinunciabile per il futuro della popolazione bergamasca”.
“La ricerca scientifica in ambito sanitario – conclude il dr. Giovanni Taveggia- è essenziale per il progresso della conoscenza,
come in ogni realtà scientifica lo studio e l’innovazione tecnologica possono fare la differenza e permettere il raggiungimento di risultati fino a pochi anni fa impensabili. Oggi disponiamo a Sarnico delle migliori tecnologie per la riabilitazione
neurologica, da qualche anno possiamo confrontare le nostre
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 47
COMUNITÀ
a cura della
REDAZIONE
I 90 ANNI DI
NONNA PIERINA
Cara nonna,
il 23 luglio hai soffiato le tue prime 90
candeline e con tutti i tuoi cari hai festeggiato questo grande evento, che
vorremmo farti ricordare anche così!
Un augurio speciale con tutto il nostro
affetto.
Anche la redazione de "il Porto" si unisce ai parenti di nonna Pierina Belometti per le sue 90 primavere con una
battuta spiritosa:
«Nonna hai 90 anni!»
«Cosa?...»
«HAI 90 ANNI!!»
90 anni e non sentirli
48 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 49
ASSOCIAZIONI
a cura del presidente
ADRIANO PALTENGHI
GRUPPO MARINAI
Visita ad Auschwitz-Birkenau
L’attività del Gruppo è proseguita per tutta l’estate; dopo
la bella crociera di Pasqua nelle isole greche, abbiamo effettuato una gita di un giorno in Liguria ad Arenzano e Lerici.
Abbiamo proseguito come da programma con una visita
di quattro giorni in Polonia; abbiamo visto la bella città di
Cracovia con visita anche al tristemente famoso Campo di
Sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Abbiamo partecipato alla realizzazione della Processione
della Stella Maris in notturna sul lago, siamo stati presenti
all’inaugurazione della Rotonda RIVA in Corso Europa, abbiamo inoltre partecipato al Raduno Regionale A.N.M.I di
Palazzolo S/o e ad altre iniziative A.N.M.I. del nostro comprensorio.
Stiamo ora organizzandoci per la vacanza a Marsa Alam
(Egitto).
Concluderemo con la Grande Festa della nostra Patrona
50 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
Marinai alla cerimonia di inaugurazione della Rotonda Riva in Corso Europa
Santa Barbara che quest’anno festeggeremo Domenica 7
Dicembre.
Ricordiamo a tutti i Soci che volessero partecipare al prossimo Raduno Nazionale A.N.M.I. di Ravenna, che si terrà nel
mese di Maggio 2015, di contattarci.
Ricordiamo a tutti i Soci e simpatizzanti che sono aperte in
Sede le prenotazioni per le vacanze autunnali in Egitto.
Quest’anno abbiamo scelto un ottimo Villaggio Turistico a
Marsa Alam in un luogo meraviglioso, con mare incontaminato e trattamento all-inclusive.
La vacanza sarà di una settimana, da Sabato 18 a Sabato 25
Ottobre 2014.
I posti in aereo sono limitati pertanto chi fosse interessato
e volesse delle informazioni dettagliate è pregato di contattarci al cell. 333/4310752, oppure la Domenica mattina
in Sede Marinai di Via Cortivo 36, dalle ore 10.30 alle 1130.
MYTHOS
a cura di
MARIO BARBARINO
EVENTI
TRA ARTE E MISTERO, CURIOSITÀ E INTERESSE PER LO
SPETTACOLO DE "LA BOTTEGA DEI SOGNI"
Si tratta di uno spettacolo unico in Italia quello proposto da “La bottega dei
sogni” il 21 giugno 2014 presso il Cine-teatro Junior di Sarnico, un modo per
dire che non solo nei grossi centri possono realizzarsi importanti progetti innovativi come quello portato avanti dai tre giovani autori. Stiamo parlando di
Pasquina Rinaldi, Sonia Mancuso e Marco Inselvini, rispettivamente Presidente,
vicepresidente e virtual e laser designer.
Un gruppo affiatato che cerca di sbarcare oltre gli ormai stretti confini provinciali per proporre il loro lavoro anche a livello interregionale. "Mythos" è un mix
di musica, colori, luci ed emozioni che ha sorpreso il pubblico di Sarnico, dove
per la prima volta è stato proposto un evento così innovativo.
Uno spettacolo multimediale coreografico recitato, che racchiude al suo interno il mistero dell'atavica lotta tra il bene e il male. La scelta del nome deriva da
un racconto mitologico ambientato nell'epoca dei Sumeri, dove molte pagine
della storia restano sconosciute e quindi ancora più cariche di pathos e mistero.
Creare effetti visivi digitali sempre più realistici e coinvolgenti, è questa la filosofia de "La bottega dei sogni" fondata da un trio ormai collaudato, che già da
diversi anni porta avanti spettacoli innovativi per un “ensemble” coinvolgente
che cerca di avvicinare le nuove generazioni alla
cultura e al teatro.
Lo spettacolo, infatti, può definirsi un "unicum"
nel suo genere in quanto cerca di fondere multimedialità e storia. «Abbiamo cercato di rivisitare un racconto storico-letterario come un’immaginaria lotta del popolo dei Sumeri - dichiara
Pasquina Rinaldi - per un concentrato di storia,
cultura, arte in 3d, ma soprattutto il trionfo della
luce sulle tenebre. Un modo semplice per dire
alle nuove generazioni che i valori veri trionfano
sempre».
Un contributo importante è stato dato anche
dalla vicepresidente Sonia Mancuso, che si è impegnata assieme a Pasquina Rinaldi e Marco Inselvini nella trascrizione della sceneggiatura.
Anche questa volta non è mancata all'interno
del gruppo la genialità di Marco inselvini, che attualmente lavora in diversi progetti artistici, con
attrezzature e tecnologie proprie, realizzando
effetti speciali visivi digitali e laser per spettacoli,
musical, eventi e animazione digitale 3D. Marco
Inselvini è inoltre vincitore del prestigioso premio
internazionale ILDA, che attualmente rappresenta uno dei migliori spettacoli laser al mondo.
Molti i progetti futuri, di cui ci parla la presidente Pasquina Rinaldi che annuncia alcune novità:
“Lo spettacolo, che metteremo prossimamente
in scena è "Pinocchio" il "grande musical". L'aggettivo “grande" lascia intendere tutto. Si tratta di
un'opera mastodontica! Un numero corposo di
personaggi e scenografie importanti”.
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 51
COME ERAVAMO
a cura dellla
REDAZIONE.
LISETTA E GIACOMO BORTOLOTTI
Pubblichiamo un e-mail giunto in redazione che conferma come questa rubrica dedicata
alle vecchie fotografie sia seguita dai lettori de "il Porto".
«Ho visto che pubblicate foto d'epoca di famiglie di Sarnico. Vi mando un'immagine dei miei
nonni, Lisetta e Giacomo Bortolotti, con il primogenito Fausto, mio padre. L'immagine risale
ai primi mesi del 1915. I miei nonni gestivano allora l'albergo Roma, poi Turistico. Mio nonno
sarebbe partito di lì a poco per la Grande guerra».
Cordialmente
Adriana Bortolotti
Con piacere aderiamo a questa richiesta di pubblicazione da parte di Adriana.
Le vecchie foto si riguardano sempre con gioia perché, osservando questi volti così "diversi", avvertiamo l'illusione di conservare non solo i momenti di questi vissuti, ma anche
le emozioni che, guardandoli, suscitano.
Ci sentiamo vicini ma allo stesso modo lontani, uno strano effetto spazio-tempo, il tempo scompare o viene modificato perché quelle emozioni prendono il sopravvento rispetto al semplice ricordo.
ANNI '60... LA RISPOSTA NOSTRANA
ALLO STRAPOTERE DI FAUSTO COPPI:
foto Silvano
OL PIERINO MARINI
Ecco il Pierino "Pranoterapeuta" che durante una
tappa del giro d'Italia, avendo smarrito la strada,
sfreccia a tutta velocità per le vie di Paratico con
un manipolo di colleghi, che imprudentemente
lo avevano seguito, cercando di riunirsi al gruppo.
Alla fine della gara si classificherà comunque al
secondo posto.
La foto con dedica è stata offerta da Silvano Marini all'amico Pierino
...VOLTIAMO PAGINA E VIA PER IL 60°
Avremmo voluto dedicare un servizio alla "Fiera
degli uccelli", ma un evento metereologico così
negativo non era mai accaduto in 59 anni di vita
della kermesse venatoria. Siamo solidali con i
cacciatori per la “grande dignità” dimostrata in
questa difficile circostanza e soprattutto per non
aver reagito alle provocazioni di due “ambientaliste” che, dopo aver ricevuto un no da parte della
polizia municipale per mettere un loro gazebo
all’interno della fiera, si sono rivolte in modo
offensivo ed arrogante ai cacciatori ed ai commercianti, indaffarati a mettere al sicuro il frutto
del proprio lavoro, apostrofandoli con un discutibile “Vi sta bene!...”. L’appuntamento al prossimo
anno per il sessantesimo. Per voi una foto della
fiera anni '70. (Civis)
52 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
ripreso l'attività scolastica.
Prima fila in alto da sinistra: Renata Buelli,
Anita, Maria Marchetti, Angelina Bortolotti, Angela Bertelli e Marta. Seconda fila
da sinistra: Rachele Frattini, Dina Viviani,
Cassis, Vittoria, Piera Mussinelli, Maria
Buelli e Maria Belotti. Terza fila: Mariettina Feltri, Giulia Belussi, Rosa Giudici, Angelina Belotti, Tea Bertelli, Pierina Grassi
ed Edy Busti. Quarta fila: Gianna Capelli,
Piera Spolti, Elisa Lochis, Francesca Sonzogni, Pierina Grassi, Amabile Valli, Lucia
Dossi, Luigina Zucchetti e Mary Buelli.
Ringraziamo chi ci ha inviato questa bella foANNO SCOLASTICO 1928-29
tografia e confermiamo che la stessa e le alAlunni della classe 1921 ritratti in occasione dell'apertura dell'anno scolastico con a fianco il bi- tre non ancora ritirate, si trovano depositate
dello. Un omaggio ai vecchi alunni di allora e un augurio agli studenti che in questi giorni hanno presso la segreteria della casa parrocchiale.
LETTERA DEL
DIRETTORE
Riceviamo questo scritto dal direttore responsabile del nostro periodico "il Porto",
Giuseppe Valli, diventato nonno ad 80 anni.
Complimenti!
Sto per scrivere una specie di "lettera al direttore" ma
mi accorgo che, a conti fatti, dovrei scrivere una fantomatica lettera... a me stesso! Dovendo, per lo meno,
fare i conti con un "fatto" ulteriore: essere, come direttore responsabile de "Il Porto", la fattispecie di un
"fantasma": null'altro che un prestanome.
Ciò premesso potrei almeno - in concreto - apparire
nel novero dei "collaboratori": visto che che già risulta
esserci mio cugino Giusi Dossi, al quale - tra l'altro dovrei fare i miei complimenti vivissimi per gli articoli
sui Fatti di Sarnico. Cosa che avevo in mente di fare
anch'io tornando da pensionato al paesello natio...
Preso atto che ciò non è avvenuto, veniamo al dunque.
Qualche tempo fa qualcuno (Suor Carla, una "romana" di Sarnico) mi aveva segnalato che, nella rubrica
"Come Eravamo" de Il Porto, era comparsa una foto
di mio padre: classe 1897. Mi sono detto: vuoi vedere che, prima o poi, potrei comparirvi anch'io come
scomparso o sopravvissuto? Dando tempo al tempo per risolvere il dilemma,
o scherzi a parte se preferite, pongo un interrogativo al curatore della rubrica
in parola.
A 80 anni sonati legittimamente mi chiedo: quanti e chi della mia ex-classe di
ferro sono invecchiati in buona salute?
Al secolo di una soglia comunque fatidica, ritengo altresì lecito chiedere: esiste,
in quel di Sarnico, un nonno ottantenne? Intendo: che sia diventato nonno in
veneranda età, allo scadere del suo ottantesimo compleanno. In senso esplicito: come è accaduto a me in quel di Roma. Nel caso non esistesse un nonno
del genere, potrebbe darsi il "caso" che - tornando alle mie radici - potrei
risultare l'unico esemplare con quelle caratteristiche... Evento quasi degno di
essere registrato sulle attentissime pagine de Il Porto! E tanto per dire che non
sono un fantasma, ma ancora in carne ed ossa, allego immagine corredata da
invito ad un battesimo.
Per tutto il resto, complimenti vivissimi per tutto il corpo redazionale.
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 53
EVENTI
a cura della
PRO LOCO SARNICO
ESTATE A SARNICO
OTTOBRE 2014
Eventi organizzati da:
Amministrazione Comunale,
Pro-Loco e Associazioni
di Sarnico
Ven 3/ Sab 4/ Dom 5
P.zza XX Settembre
Croce Blu Basso Sebino
LA CASTAGNATA
27^ edizione
Domenica 5
P.zza Umberto I – ore 10.00
SALUTO DI BENVENUTO
al nuovo Parrocco
DON VITTORIO
dal 6
Centro Tennis Comunale Sarnico
TENNIS inizio scuola tennis
Ven 10/ Sab 11/ Dom 12
Associazione Alpini
FESTA DEGLI ALPINI
85° anniversario di fondazione
del Gruppo Alpini Sarnico
45° anniversario di costruzione
della Chiesetta degli Alpini
Domenica 12
Specchio Lago – ore 12.00
REGATA VELICA
XXX Coppa d’Autunno
Ve 17/ Sab 18/ Dom 19
Comitato Gemellaggio
SARNICO-PLAN DE CUQUES
20 anni di GEMELLAGGIO
Celebrazioni Ufficiali a Sarnico
Ospite la delegazione di Plan De Cuques
Foto di Simone Radavelli
54 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
Domenica 26
Specchio Lago
REGATA VELICA
Campionato invernale del Sebino
ASSOCIAZIONI
a cura di
ANDREA BELLINI
L'AMORE PER
SARNICO
6 ottobre 1997, giorno del mio compleanno.
Ho conosciuto da poche ore quello che diverrà un secondo
padre ed una figura di riferimento nella mia vita all’interno del
mondo del volontariato, e “sto diavolo” di Alpino dai capelli
grigi e dagli occhi buoni nel giro di pochi minuti è già riuscito
a trascinarmi nella mia seconda vita con la penna in testa, affidandomi il compito di formare insieme ad un manipolo di
scalcinati un gruppo di volontariato fino a quel momento inesistente a Sarnico….La Protezione Civile.
“Solcc ghè n’è mia”….solo tanta buona volontà.
Unico santo a cui appellarci, lo splendido Sindaco dell’epoca
dottor Tambuscio….”Faremo in modo che questo gruppo abbia ad esistere” furono le sue parole, l’immenso e massacrante
ma appagante lavoro di riportare in “vita” la Rocca de’Zucchellis fu il nostro silenzioso Grazie verso di lui. Dopo di lui
l’altro mio sindaco, L’Alpino Sandro Arcangeli, schietto ed
umano come pochi (Alpino insomma) e tanti splendidi amici
incontrati lungo il cammino…..alcuni di loro sono andati avanti, ma credo ci accompagnino giorno per giorno in tutto ciò
che facciamo. Voglio ricordare Beppe Mutti, Gianni Martinelli,
Renzo Busi, Enzo Maurizzi e Rino Tosini.
Gli ultimi dieci anni hanno segnato un notevole salto di qualità
e di professionalità del gruppo, uno splendido e generoso amico Sindaco con cui poter dialogare e condividere l’amore per
Sarnico….un mezzo ed una invidiabile sede, montagne, corde,
motoseghe, alberi caduti, tende, frane, sagre, manifestazioni,
incendi, esplosioni, feste dello sport dove poter educare e divertire i più piccoli, sentieri, alluvioni, esondazioni, terremoti,
raccolte di viveri e fondi, corsi, incidenti stradali , ricerche di
dispersi…..migliaia, migliaia e migliaia di ore spese per il nostro
paese e per il prossimo e negli anni tante splendide persone
con cui ho avuto il privilegio di lavorare e collaborare.
Collaborazione ed aiuto non mancheranno sicuramente alla
quarta amministrazione ed al quarto sindaco che dovrà sopportare la mia/nostra ingombrante presenza…tutto ciò che
abbiamo e che faremo sul nostro territorio, ha sempre avuto
come unico comune denominatore l’amore per Sarnico e per
chi come noi la ama…..nient’altro.
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 55
NELLA CASA DEL
ANAGRAFE
PADRE
37 Belotti Luigi
di anni 85
Deceduto il 26.07.2014
a cura dI
ROSALIA MODINA
38 Gazzaniga Gabriella
di anni 74
Deceduta il 10.08.2014
39 Savoldi Giuseppe
di anni 71
Deceduto il 13.08.2014
«È giunta l’ora che sia glorificato il Figlio
dell’uomo.
In verità, in verità vi dico: se il chicco di
grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto
frutto.
Chi ama la sua vita la perde e chi odia la
sua vita in questo mondo, la conserverà
per la vita eterna.
Se uno mi vuol servire mi segua, e dove
sono io, là sarà anche il mio servo».
Giovanni 12, 20-33
LUTTO PER LA MORTE DELLA PRESIDE CARLOTTA MANGANELLI PASSERI, UNA DONNA COINVOLGENTE E CARISMATICA
Lo scorso anno avevamo realizzato un servizio sui sessant'anni di matrimonio della professoressa Carlotta Manganelli Passeri - preside
prima dell'Avviamento Commerciale e poi della scuola Media - con il carissimo dott. Luigi. Purtroppo nella notte tra il 5 e il 6 settembre la
"Signora Preside" si è spenta a seguito di una seria malattia sopraggiunta nella primavera scorsa. Chi è stato suo allievo la ricorda per la sua
dolcezza, per la dedizione e la passione all’insegnamento. Gli insegnanti che l’hanno avuta come Preside la ricordano ancora con affetto:
«Era una donna colta, che amava lo studio, l’insegnamento e l’educazione in tutte le sue sfaccettature; coinvolgente e carismatica che sapeva
trasmettere ai suoi collaboratori l'orgoglio di essere docenti. (Nella foto di Franca Belotti Spolti, la benedizione del Vescovo Clemente Gaddi alla
nuova scuola media di via Cortivo - In primo piano don Felice, Mons. Clemente Gaddi il sindaco Gusmini e la Preside Carlotta Manganelli Passeri).
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 57
ANAGRAFE
RINATI ALLA VITA
DELLA GRAZIA
18 Ohiegbomwan Daniela Libokun
di Henry e di Aikpitanyi Mabel Jessica
Nata a Iseo (BS) il 07.05.2014
Battezzata in questa Parrocchia
il 10/08/2014
Madrina:
Marchetti Silvia
Morandi Emma Caterina
di Gabriele e di Fenaroli Tiziana
Nata a Brescia il 05.05.2014
Battezzata a Villongo S. Alessandro
il 20.07.2014
Padrino:
Morandi Alessandro
MARIA E PASQUALE
40° DI MATRIMONIO
Cara Maria, carissimo Pasquale.
Quarant’anni trascorsi insieme, tantissimi bei momenti vissuti e altri affrontati con un po’ di difficoltà.
L'amore è però l'unione di due persone, che a dispetto di tante cose e tante diversità, riescono comunque
a superare tutto.
Questi siete voi oggi e sicuramente lo sarete anche
nei giorni a venire.
Buon Anniversario, amici carissimi. Vi vogliamo bene!
Civis
De Iacovo Pasquale Santo e Maria Betti
Data matrimonio: 14 settembre 1974
58 - IL PORTO SETTEMBRE 2014
SPOSI ALL'ALTARE
10 Camesasca Fabio - da Monza
con Terenghi Annalisa - da Monza
Data del matrimonio: 12.07.2014
Testimoni: Camesasca Davide, Eliantonio Andrea,
Terenghi Simona, Giustini Sara
Vinzioli Davide - Via Moscatello, 4
Dotti Angela - da Erbusco
Data del matrimonio: 26.04.2014
Testimoni: Vinzioli Stefano, Belussi Daniele, Dotti Francesca e
Faletti Chiara
11 Fenaroli Alberto Giampietro - via Cortivo, 45
con Pellegrini Mara Maria - via Cortivo, 45
Data del matrimonio: 19.07.2014
Testimoni: Fenaroli Paolo Matteo, Baretti Ivan, Belussi Antonio,
Mutti Stefania
Frasca Carmelo
Bogdanova Nataliya
Data del matrimonio: 25.08.2014
Matrimonio celebrato a Palermo - Chiesa S.Maria dell'Ammiraglio
Testimoni: Stefania Frasca e Andrea Dalino
IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 59
I GIOVANI DI SARNICO AL PELLEGRINAGGIO ASSISI-ROMA CON IL VESCOVO FRANCESCO