pranoterapia

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PRANOTERAPIA
GIOVANNI IANNUZZO
Con il termine di pranoterapia si indica
una forma di terapia medica alternativa
condotta dai guaritori, da persone, cioè
che pretendono di curare senza utilizzare
alcun
ausilio
farmacologico,
ne
formalmente psicologico, ne di altra
natura se non capacità terapeutiche
misteriose di cui reputano di essere dotati,
per dono innato o, talora, più raramente,
per averle apprese da qualcun altro che ne
era dotato.
Il volume di Piero Cassoli e Giovanni Iannuzzo
pubblicato nel 1983
La tecnica della pranoterapia è
sostanzialmente elementare: il guaritore
afferma di produrre miglioramenti o
guarigioni di uno stato patologico per
imposizione delle mani sul corpo del
paziente, a diretto contatto o a qualche
distanza da esso, sulla parte malata o sul
capo (le modalità potendo essere del tutto
individuali e non specifiche).
Il termine in quanto tale è tipicamente
italiano. In altri paesi di preferiscono altre
denominazione (guarigione psichica,
guarigione per imposizione delle mani,
guarigione
paranormale
sono
le
denominazioni più comuni).
Il termine 'pranoterapia' deriva da “prana”
e significa, ovviamente, terapia per mezzo
del prana, dove per prana si intenderebbe
una energia vitale, ubiquitariamente
diffusa nell'universo. Si tratta però di un
grossolano equivoco. Quello di “prana”
infatti è un concetto filosofico indiano,
antichissimo nella sua origine, che sta ad
indicare una sorta di principio
fondamentale dell'universo, che è presente
in qualunque aspetto della realtà. In tempi
recenti, il concetto di “prana” è stato
quindi solo per un fraintendimento inteso
come una forma di energia biologica
universale, che sta, se presente in quantità
normale, alla base della salute, se
difettuale alla base della malattia.
Argomento che sta al confine tra
medicina, psichiatria e problematica
genericamente
“parapsicologica”,
la
pranoterapia è una delle forme più
eretiche e discusse di terapia.
CENNI STORICI
Non si può escludere che la guarigione per
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imposizione delle mani sia forse il più
antico metodo terapeutico. Di esso si trova
cenno nelle trattazioni degli antichi clinici,
nei testi religiosi e nei documenti, anche
pittorici o scultorei, del mondo antico.
Inoltre essa è ampiamente diffusa nelle
culture non occidentalizzate, e rappresenta
certamente un modo per così dire
'tradizionale' di avvicinarsi al malato,
stabilendo con questi un qualche tipo di
rapporto con funzione terapeutica.
In Occidente, il rapido sviluppo della
medicina scientifica ha quasi del tutto
eclissato questa modalità di terapia, che è
ritornata prepotentemente alla ribalta in
anni recenti, insieme a tutta una serie di
credenze, pratiche e strategie 'esoteriche'.
STUDI SCIENTIFICI
La
pretesa
fondamentale
della
pranoterapia è quella di produrre
guarigione o miglioramento di una
malattia mediante la semplice imposizione
delle mani del terapeuta sul corpo del
paziente. Molti guaritori - e alcuni loro
mentori - ritengono che alla base delle
guarigioni per pranoterapia vi sia il
passaggio di un fluido dal corpo del
guaritore- che per sue virtù innate ne
possiederebbe in eccesso - al corpo del
malato che, per lo stato
di malattia, ne possiederebbe in difetto,
essendo la carenza di questo fluido vitale come si accennava più sopra - la causa
principale della patologia.
Si è tentato allora di verificare la reale
esistenza di questo fluido. Un grosso
impulso a questo tipo di ricerca è venuto,
negli anni '70 da notizie filtrate dai Paesi
dell'Est, nei quali, si diceva, erano state
scoperti nuovi stati della materia e
dell'energia che potevano essere in
qualche modo connessi alle guarigioni per
pranoterapia. Il concetto di prana, allora, è
stato associato a quello di bioplasma, una
misteriosa forma di energia che sembrava
essere
persino
fotografabile.
In
particolare, si diede molta importanza ad
una particolare apparecchiatura, inventata
da un tecnico sovietico, Semion Kirlian,
che pareva in grado di fotografare attorno
ai corpi animati e non, una sorta di 'alone'
che avrebbe rappresentato, appunto, il
bioplasma. Altri studiosi avevano notato
differenti distribuzioni di questo alone
intorno alle dita di persone malate, e un
deciso aumento della medesima energia
intorno alle dita di presunti guaritori.
La copertina di “Domande e risposte sulla
pranoterapia” di Giovanni Iannuzzo, pubblicato nel
1985
Questi studi e queste “scoperte” hanno
molto incoraggiato la convinzione che la
pranoterapia fosse un tipo di strategia
terapeutica che trovasse una base
scientifica nel “trasferimento” di energia
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dal guaritore al malato. In effetti nessuna
ricerca autenticamente scientifica condotta
su questo argomento ha potuto dimostrare
alcuna di queste ipotesi. Gli studi in
questo campo si possono infatti dividere
grossolanamente in due gruppi: gli
esperimenti scientifici seri, e quelli
fantasiosi e inattendibili, spesso implicanti
l'uso di misteriose apparecchiature
derivate da quella originaria di Kirlian.
Facendo un bilancio complessivo di
queste ricerche, bisogna ammettere che
non esiste alcuna prova, ne tantomeno
alcun indizio, per quanto banale o
insignificante, che un siffatto fluido esista
in natura. Nonostante questo, i guaritori e i
loro mentori continuano a sostenerne
l'esistenza.
Il più recente volume sulla “pranoterapia” di G.
Iannuzzo, del 2002
La mancanza di un fluido non implica
comunque che un certo numero di casi di
guarigione o miglioramento possa esistere
utilizzando questo metodo. Un modo per
evidenziare gli effetti terapeutici della
pranoterapia potrebbe essere lo studio
'clinico',
effettuato
osservando
direttamente i malati, e confrontando i
risultati ottenuti con la pranoterapia con
quelli osservati in gruppi di malati curati
utilizzando altri criteri, o non curati
affatto.
Non esistono studi di questo tipo. Da
alcuni tentativi di realizzazione di tale
approccio si è ottenuta solo una lieve
evidenza che un certo numero di casi, in
genere di malattie poco gravi, o
'funzionali' - dovute cioè a fattori
psicosomatici o nervosi - risentono
positivamente di questa tecnica. Esistono
invero dei casi di malattie anche gravi che
hanno ricevuto sollievo e miglioramento
dalla pranoterapia, ma il loro significato è
assai limitato, potendosi essere verificato
tale miglioramento per tutta una serie di
fattori che con la pranoterapia non hanno
nulla a che vedere (miglioramento
spontaneo, casualità, suggestione, etc.).
Dal punto di vista scientifico, quindi, non
esiste una sola prova che la pranoterapia
sia una reale tecnica terapeutica, con
effetti dimostrabili e più o meno
sovrapponibili alle terapie
ortodosse.
Cionondimeno la pranoterapia ha
conosciuto un momento di straordinario
successo, probabilmente inserendosi
all'interno di quel bisogno di un rapporto
umano all'interno della pratica medica,
favorito da una certa sostanziale
disumanizzazione del rapporto medico
paziente. La pranoterapia è allora
diventata una sorta di 'professione
paramedica', esercitata spesso da individui
con pochi scrupoli etici, nessuna
deontologia, e nessuna cultura medica.
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ANDARE DAL GUARITORE?
Un dato è, comunque, da non
sottovalutare e cioè che la pranoterapia in
qualche modo sembra “funzionare”, anche
se non esiste alcuna spiegazione di questo
e anche se il “range” reale di disturbi sui
quali sembra avere un discreto effetto è
abbastanza limitato.
terapie più ortodosse. I risultati sono
quindi riferiti su un piano genericamente
aneddotico, senza alcuna dimostrazione
valida. Nonostante questo, non esistono
indicazioni
contrarie
all'uso della
pranoterapia, come di qualunque altra
terapia suggestiva, tranne che nei casi di
malattie psichiatriche, nelle quali
l'effetto
può
ovviamente
essere
devastante.
2. Se si decide di rivolgersi ad un
guaritore, è assolutamente necessario
sceglierne uno che in qualche modo sia
seguito da un medico competente, con una
qualche esperienza nel campo.
3. Il ricorso al guaritore non deve mai
implicare la cessazione di una adeguata
terapia medica, che sicuramente non può
essere sostituita dalla pranoterapia.
“Il guaritore” di Piero Cassoli, un testo storico
fondamentale sulla pranoterapia.
In generale si possono delineare alcuni
principi che tengono conto di quanto si sa
intorno alla pranoterapia, del suo
significato medico-psicologico e del suo
'impatto' sociologico:
1. Rivolgersi prioritariamente ad un
guaritore non è giustificato da alcun dato
medico scientifico certo, e non si ha
quindi alcuna prova reale degli effetti
della pranoterapia, in particolare se
paragonati agli effetti ottenibili con altre
INTERPRETAZIONE
E' abbastanza difficile interpretare
correttamente, dal punto di vista medico,
la pranoterapia. Sicuramente essa è
efficace in un certo numero di casi, ma
tale efficacia - che peraltro è limitata e
scarsamente
documentata
è
perfettamente spiegabile sul piano
psicologico e psicosomatico. Oggi
sappiamo come alla base di disturbi anche
organici possano essere componenti o
determinanti di ordine psicologico. Ne
deriva che componenti psicologiche sono
presenti in qualunque forma di terapia. La
fiducia nel medico, il sostegno che se ne
ottiene
sul
piano
psicologico,
l'incoraggiamento umano oltre che le
strategie scientifiche possono essere
enormemente importanti per produrre un
miglioramento o talvolta una guarigione.
Il problema è che oggi in genere il
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rapporto tra medico e paziente
meccanicistico,
tecnologico,
disumanizzante.
è
e
aspetti psicologici deficitari del suo
rapporto col malato, e continuerà a farlo
sino a quando il medico con formazione
scientifica non umanizzerà il suo rapporto
con paziente e non si riapproprierà della
sua antica dimensione di guaritore.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
CASSOLI P.: Il guaritore. Armenia, Milano,
1979
CASSOLI P.: The healer: Problems, methods and
results. European Journal of Parapsychology,
vol.4, n.1, November 1981, pp. 71-80
CASSOLI P., IANNUZZO G. Ricerca sulla
pranoterapia e sui guaritori. La pratica e i
risultati valutati dalla scienza. Red/Studio
redazionale, Como, 1985
Il Dr. Piero Cassoli, medico e pioniere in Italia degli
studi sulla pranoterapia, poi continuati dal suo
allievo Dr. Giovanni Iannuzzo, medico e psichiatra.
Allora, altre forme di terapia producono in
qualche modo un recupero di questa
dimensione umana, di questo 'contatto', tra
terapeuta e malato, così importante per la
guarigione. La pranoterapia in fondo
agisce molto su questo substrato,
semplice, e antico quanto la medicina
stessa. E' in questo contesto che può
essere cercata una chiave di lettura della
sua 'efficacia', in casi peraltro molto
selezionati. In attesa di ulteriori studi, che
dimostrino qualcosa di più preciso, si può
oggi solo dire che la pranoterapia sembra
essere una forma elementare di
“psicoterapia” non scientifica, molto
fondata sulla suggestione e con una
qualche mediazione corporea.
Essa provvede a vicariare il medico negli
IANNUZZO G.: La prospettiva psicosomatica
come ipotesi di lavoro per l’interpretazione
scientifica della “pranoterapia”. Rassegna di
Ipnosi e Psicoterapie, 12, 2, luglio-dicembre
1985, 71-76
IANNUZZO G.: Domande e risposte sulla
pranoterapia. Red/Studio redazionale, Como,
1985
IANNUZZO G.: Popoli e medicine. GPE,
Termini Imerese, 1994
IANNUZZO G.: Pranoterapia. Red!, Como,
2002
IANNUZZO G.: Spiritualità, Rituali Religiosi e
Pratiche di Guarigione. Luce e Ombra, vol. 104,
ottobre-dicembre 2004, pp. 415-430
© Giovanni Iannuzzo, luglio 2007
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