LA STORIA DEI 16 MACACHI DELL`UNIVERSITA` DI MODENA

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LA STORIA DEI 16 MACACHI DELL`UNIVERSITA` DI MODENA
LA STORIA DEI 16 MACACHI DELL’UNIVERSITA’ DI MODENA – CRONOLOGIA
2005
La vicenda dei macachi dell’Università di Modena inizia nel lontano 2005, quando la LAV
di Modena riceve la segnalazione che nell’Ateneo da anni era in corso una linea di
ricerca su questi animali. Una volontaria LAV riesce poi a ottenere il permesso di visitare
lo stabulario, accertando la presenza di primati.
2010
La LAV di Modena riesce, con l’intermediazione dell’Ufficio Diritti Animali del Comune di
Modena, a incontrare lo sperimentatore. Gli chiede la chiusura della linea di ricerca. La
LAV si offre di farsi carico degli animali mettendoli a dimora in un parco faunistico. Inizia
una complessa attività di mediazione per decidere insieme le modalità e i tempi del
trasferimento degli animali.
2012
La linea di ricerca sui macachi ha una nuova responsabile, contraria a terminare le
sperimentazioni sui macachi, e i tentativi di mediazione, dunque, si complicano. Dopo
molte trattative, con il coinvolgimento di altre associazioni, si riesce a ottenere un
impegno scritto dove lo stabulario, nell’ottica di una riduzione del numero di animali, si
impegna a non acquisire individui esterni alla colonia.
Agosto 2012: un cucciolo di macaco viene trasferito con successo al Centro di Monte
Adone (Bologna).
2013
Settembre 2013: la LAV riprende le trattative con l’Ateneo di Modena, con l’Assessore
all’Ambiente del Comune e con l’Ufficio Diritti Animali, per cercare di dare seguito al
progetto di riduzione dei macachi, chiedendo la chiusura della linea di ricerca.
I due anni che seguono sono protagonisti di battaglie, con manifestazioni, cortei, azioni
dimostrative in difesa dei macachi, realizzate con Animal Amnesty e AnimaAnimale nel
coordinamento “Salviamo i macachi”, che riempiono le strade di Modena e trovano eco
sui media.
2014
Entra in vigore il nuovo Decreto Legislativo n.26/2014 che vieta l’allevamento di primati
per scopi sperimentali e ne limita fortemente l’utilizzo.
L’attenzione verso questi macachi aumenta a livello nazionale, tanto che il gruppo di
scienziati antivivisezionisti O.S.A. elabora un documento tecnico che critica l’utilità e
l’eticità del protocollo sperimentale sui macachi: tale documento viene inoltrato
all’Università, al Ministero (per chiedere la sospensione dell’autorizzazione, ma senza
seguito) e reso pubblico sul sito dell’Associazione antivivisezionista scientifica.
2015
Aprile 2015: viene finalmente firmato il Protocollo d’intesa tra il Comune e l’Università
di Modena per la fine della sperimentazione e la cessione di macachi, per i quali la LAV
garantisce una sistemazione nel Centro di recupero di Semproniano. Si tratta di 16
individui con un maschio dominante e 2 cuccioli.
LAV Onlus
Viale Regina Margherita 177
00198 Roma
Tel
+39 064461325
Fax +39 064461326
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Sito
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www.lav.it
La LAV è riconosciuta
Organizzazione Non Lucrativa
di Utilità Sociale ed Ente Morale
QUALI TEST
La sperimentazione sui macachi in Italia e nel mondo è per lo più interessata a
conoscere il coinvolgimento di aree del cervello, con ricerche particolarmente invasive,
test per vaccinazioni (es. Aids), indagini per il morbo di Parkinson, test ottici, test
cognitivi e sui disordini motori, ecc.; al termine di questi esperimenti le scimmie
vengono soppresse.
26 LUGLIO 2016: IL TRASFERIMENTO
Finalmente arriva il via libera al trasferimento dei 16 macachi presso il Centro di
recupero di Semproniano, assistiti da personale specializzato che da allora sta curando
ogni fase del delicato adattamento degli animali per sentirsi al sicuro e riconoscere la
loro nuova casa.
Il Centro di recupero animali selvatici ed esotici di Semproniano lavora da 20 anni per il
recupero della fauna selvatica autoctona e, come Centro di riferimento del Ministero
dell’Ambiente per il recupero e la gestione degli animali esotici, collabora con il Corpo
Forestale dello Stato per la gestione e il recupero di animali sequestrati.
Novembre 2016
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