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BIOETICA
ILJA RICHARD PAVONE
[email protected]
Che cos’è la bioetica?
Una riflessione sulle “questioni
etiche sollevate dalla medicina, dalle
scienze della vita e dalle tecnologie
correlate ove applicate agli esseri
umani, tenendo conto delle loro
dimensioni sociali, giuridiche e
ambientali”.
Definizione tratta da: Universal Declaration on
La bioetica si occupa di:
• AMBIENTE (etica ambientale)
• AGRICOLTURA, ALIMENTAZIONE
(OGM, biodiversità agricola,
biobrevetti, principio di precauzione,
percezione pubblica del rischio,
equità...)
• ANIMALI (diritti degli animali e/o
doveri di tutela; campi di
applicazione: animali come ambiente,
animali da reddito, animali da
compagnia, animali nelle attività
ludiche dell’uomo, animali come ausilio
per l’uomo, animali per la ricerca
scientifica, animali per la
sperimentazione di farmaci,
xenotrapianti, animali transgenici,
La bioetica si occupa di:
• SALUTE UMANA (etica medica,
deontologia, medicina legale). Alcuni
campi di applicazione: relazione medicopaziente, consenso informato,
sperimentazione clinica, genetica umana e
biotecnologie applicate all’uomo, trapianto
d’organi e di tessuti, handicap,
biobrevettabilità e commercializzazione
del corpo umano...
• SISTEMI SANITARI (accesso alle cure,
allocazione delle risorse finanziarie,
qualità delle cure, diritto alle cure...)
• SALUTE PUBBLICA (epidemie e
pandemie, malattie sessualmente
trasmissibili, epidemiologia, vaccinazioni,
popolazioni vulnerabili, bioterrorismo...)
La bioetica si occupa di: inizio della vita umana
• Sessualità
• Contraccezione
• Interruzione volontaria di gravidanza
• Riproduzione medicalmente assistita
• Clonazione umana a fini riproduttivi (e
a fini terapeutici)
• Tutela dell’embrione umano
• Sperimentazione su embrioni umani
• Diagnosi prenatale
• Diagnosi pre-impianto (embrioni in
vitro)
• Selezione del sesso
• ...
La bioetica si occupa di: fine della vita umana
• Concetto di morte (morte cerebrale)
• Criteri clinici e giuridici per l’espianto
degli organi
• Prolungamento artificiale della vita
• Direttive anticipate (living will)
• Coma vegetativo persistente
• Suicidio
• Suicidio assistito
• Eutanasia
• Cure palliative, hospice
• Cause prevalenti di morte,
epidemiologia
•...
La bioetica si occupa di: genetica umana
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•
•
•
Diagnosi delle malattie ereditarie
Medicina predittiva, test genetici
Ingegneria genetica sull’uomo, terapie geniche
Biobrevetti
Creazioni di organi di ricambio a partire da staminali
La bioetica si occupa di: ricerca scientifica
Bioetica – Etica della ricerca
• Deontologia professionale
• Rispetto delle norme giuridiche
• Applicazione del metodo scientifico
• Trasparenza
• Sicurezza/rischi
• Utilità (?)
• Interesse individuale e interesse generale
• Rispetto di criteri etici generali (?)
• Condivisione dei benefici derivati dalla ricerca
• Equità
• Beneficenza e non maleficenza
•...
• Il termine “bioetica” compare
per la prima volta, ufficialmente,
in un libro di Van Rensselaer
Potter, noto oncologo
americano: “Bioethics, a bridge
to the future” (1971). Il libro
richiamava la necessità, da parte
dello scienziato, di ragionare
non solo in termini tecnici, ma
anche in termini di valori morali
e di cultura umanistica.
• Contrariamente a quanto si
pensa, sono stati proprio gli
scienziati a porsi il problema
della responsabilità verso la
società (anni Sessanta,
conferenza di Asilomar 1975).
In realtà, una ulteriore data di inizio
dell’era della bioetica è:
2 April 1953, Nature
J. D. WATSON F. H. C. CRICK
MOLECULAR STRUCTURE OF NUCLEIC ACIDS
A Structure for Deoxyribose Nucleic Acid
James Watson
Francis Crick
• Contrariamente a quanto si pensa, sono stati
proprio gli scienziati a porsi il problema della
responsabilità verso la società (anni Sessanta,
conferenza di Asilomar 1975).
• All’origine, quindi, la bioetica consiste
prevalentemente in un momento di riflessione
interno alla comunità scientifica.
• Ben presto si trasforma da un lato in
“problem solving” (soprattutto nel mondo
anglosassone), dall’altro in elaborazione di
pareri prescrittivi (religiosi, di organismi
sovranazionali, di comitati etici, dei
legislatori).
• Per alcuni Autori la nascita della bioetica
può essere fatta derivare anche nella
rinascita del giusnaturalismo moderno
(dottrine del rispetto della vita e della
persona umana, concezione dell’esistenza di
diritti naturali dell’individuo da tutelare
contro la istituzioni politiche e le loro
regole; nasce come risposta al periodo
Che cosa non è la bioetica?
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Quello che dice la legge.
Quello che dicono le autorità religiose.
Quello che dice l’opinione pubblica.
Quello che dicono gli attivisti.
Quello che dicono le organizzazioni
professionali.
Ciascuno di noi ha delle opinioni su molte
delle questioni che sono oggetto di
riflessione della bioetica.
Avere un’opinione personale è
ovviamente legittimo.
Ciò che è importante è la capacità di
argomentare razionalmente le proprie
opinioni. Saperle cioè difendere con
buoni argomenti che resistano alle
obiezioni che vengono sollevate.
Come si ragiona in bioetica?
Gli uomini hanno certamente sentimenti
morali radicati in secoli di tradizione
(sentimenti morali che vanno rispettati
perché svolgono un ruolo fondamentale
per la stabilità della vita sociale),
tuttavia la morale è in perenne
evoluzione. Il cambiamento delle
visioni del bene e dei principi morali è
un fenomeno che ha sempre
caratterizzato tutte le culture,
comprese quelle più conservatrici.
Accettabilità e accettazione sociale di una pratica
(esperimento, applicazione tecnologica etc.)
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L’accettabilità di una pratica dipende da una serie
di elementi (razionali), tra questi:
Praticabilità
Rischi
Benefici
Costi
Esistenza di pratiche alternative di pari efficacia
Priorità
Norme, contesto culturale e religioso
Accettabilità e accettazione sociale di una pratica
(esperimento, applicazione tecnologica etc.)
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L’accettazione sociale dipende dagli stessi
elementi (razionali) + altri elementi
(razionali?):
Analfabetismo scientifico
Paura derivante da una non corretta
valutazione del rischio
Paura derivante dalla incapacità di
comprendere i benefici
Percezione di rimanere esclusi dai benefici
Credenze religiose o filosofiche
La bioetica è PLURALE
• La bioetica è un nome da declinare al plurale.
Non bisogna mai sottovalutare l’importanza della
varietà di posizioni che si riscontra sia sul
terreno dell’etica applicata a casi specifici, sia
sugli orientamenti generali rispetto ai valori, sia
sulla natura della morale stessa.
• Il pluralismo in bioetica potrebbe essere
strutturale. Molti pensano che sia illusorio
pensare di poter giungere a una posizione
omogenea quando si tratta di discutere questioni
fondamentali come sono quelle poste dagli
avanzamenti della scienza e dalle sue
applicazioni in ambiti che riguardano la vita, la
morte, la cura, il sesso, la riproduzione,
l’alimentazione, l’ambiente.
• Si consideri anche lo scollamento tra moralità
ufficiale e moralità praticata.
La bioetica è PLURALE
• In una società tollerante, gli individui
devono poter aderire liberamente a
determinati principi morali ove
questi non danneggino in modo certo
soggetti terzi. Nessuno ha il diritto
di imporre le proprie visioni morali
agli altri in modo coercitivo.
La bioetica è PLURALE
• Quando ci si trova di fronte a questioni morali
poste dal progresso scientifico, con conoscenze in
continua evoluzione*, salvaguardare un’ampia
sfera di libertà della ricerca è un’esigenza
indispensabile. Ovviamente, occorre che si
diffonda contemporaneamente una cultura della
responsabilità all’interno del mondo scientifico.
• Per queste ragioni la legislazione in questi campi
dovrebbe essere guidata dall’idea di consentire la
più ampia sfera di decisioni autonome compatibile
con l’interesse generale della collettività.
• La legislazione dovrebbe favorire l’emergere di
codici di comportamento come risultato del
confronto dentro la comunità scientifica, e tra la
comunità scientifica e l’opinione pubblica.
• Si dovrebbe ricorrere alla sanzione formale
(divieti) soltanto in quei casi dove sia dimostrabile
che il comportamento può recare un danno
accertabile e probabile agli altri individui.
• La bioetica non è una disciplina, è invece
multidisciplinare e implica nozioni di
biologia, chimica, medicina, veterinaria,
etologia, ecologia, filosofia, teologia,
diritto, economia, sociologia, psicologia...
• L’argomento è oggetto di un interesse
decisamente crescente: nei media, nella
politica, nell’opinione
pubblica, nella comunità
scientifica.
Chi si occupa di bioetica?
• Il Comitato nazionale per la bioetica e il Comitato
nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie
• I comitati “ad hoc”
• I comitati di bioetica sovranazionali (Commissione
Europea – Gruppo EGE, Consiglio d’Europa,
Unesco, OMS…)
• I comitati etici “periferici” (ospedali, università, centri
di ricerca)
• Le istituzioni politiche (parlamento, governo)
• Le istituzioni religiose
• La scuola, l’università, gli operatori
• I media e l’editoria, Internet
• I cittadini (?)
Comitato nazionale per la Bioetica
• È istituito presso la presidenza del Consiglio dei
ministri ed è un organo di consulenza del governo e
del parlamento. Possono rivolgersi al Comitato anche
associazioni, centri di ricerca, comitati etici locali,
studiosi e singoli cittadini per informazioni riguardanti
la bioetica.
• Il Comitato (CNB) viene nominato per decreto dal
presidente del Consiglio (è stato istituito per la prima
volta nel 1990).
• L’attuale CNB è stato nominato nel dicembre 2006 e
resterà in carica per 4 anni.
• Il presidente del Comitato è Francesco Paolo
Casavola. I membri sono 35 (più cinque presidenti
onorari) e provengono da diverse discipline e
orientamenti culturali.
• La composizione di un comitato è un
momento critico: dalla composizione di un
comitato si può ricavare abbastanza
automaticamente quale sarà l’esito della
discussione su un certo tema. Alcuni tra i
maggiori Autori (ad es. Tristram Engelhardt)
ritengono che i Comitati non siano di alcuna
utilità proprio perché il parere che
emetteranno su un certo tema dipende dai
membri che sono stati prescelti (in genere
infatti, si conosce già la posizione dei singoli
membri e siccome difficilmente cambiano
idea, il parere dipenderà dal numero di
membri schierati in un modo o nell’altro).
Questioni bio-politiche
• Dichiarazioni anticipate di trattamento (publicizzazione,
vincolatività, idratazione e alimentazione, obbligatorietà)
• Revisione della legge 40/2004 sulla procreazione
medicalmente assistita (nuove linee guida: diagnosi preimpianto, accesso alle tecniche di portatori di malattie
genetiche e/o di malati di malattie infettive come l’AIDS;
riscrittura della legge)
• Unione Europea e cellule staminali: PQ e finanziamento
alla ricerca, linee cellulari embrionali
• Aborto, revisione della legge 194 (eugenetica, limiti
temporali per l’applicazione, introduzione dell’aborto non
chirurgico, aborto selettivo)
• Biobanche e banche di dati genetici (anche di tipo
giudiziario)
• Tecnologie e dati biometrici
• Istituzione di una Authority sulla Bioetica
Francesco D’Agostino, “Parole di Bioetica”,
G. Giappichelli Editore, 2004
Note per facilitare la lettura
• La bioetica è nata per individuare criteri e assegnare limiti alla
pratica medica e alla ricerca scientifica
• La bioetica non deve ridursi a una semplice supplica agli
scienziati per influenzarli rispetto a quello che fanno, né nella
legittimazione automatica rispetto a quello che comunque
farebbero
• I comitati etici svolgono un ruolo importante, tuttavia sono
spesso inadeguati e insufficienti rispetto alle grandi sfide poste
dalla bioetica
• Esiste una contrapposizione bioetica tra laici e cattolici; in
particolare, il laici mostrano un certo unanimismo
• La bioetica ha finito per diventare ideologica e non più volta,
come dovrebbe essere, alla ricerca della verità
• D’Agostino: approccio ontologico (occorre risolvere le
questioni ultime, le questioni fondamentali di principio)
Peter Singer, Ripensare la vita, Il Saggiatore, 1994
Note per facilitare la lettura
• L’etica dell’Occidente è in crisi
• Stiamo attraversando un periodo d transizione rispetto al
principio di sacralità della vita
• L’opinione pubblica e gli esperti sono disorientati
• Dobbiamo renderci conto che non si tratta di questioni solo
teoriche, ma di problemi concreti che riguardano le persone
riguardo a temi fondamentali come la vita, la morte, la cura, il
sesso, la riproduzione…
• Non esiste un valore intrinseco della vita umana
indipendentemente dalla sua natura e dalla sua qualità
• Occorre rimettere in discussione le categorie etiche tradizionali
e ripensare completamente il nostro approccio alle questioni
fondamentali
• Singer: approccio ontologico (occorre risolvere le questioni
ultime, le questioni fondamentali di principio)
H. Tristram Engelhardt Jr, “L’autonomia come principio cardine
della bioetica contemporanea” in “Bioetiche in dialogo” a cura di
P. Cattorini, E. D’Orazio e V. Pocar, Zadig Editore, 1999
• La bioetica deve essere procedurale (approccio procedurale e
non ontologico)
• In bioetica ci sono divergenze molto significative su questioni
importanti per le persone (vita, morte, cura, sesso,
riproduzione…)
• Per questo la questione centrale è il principio di autonomia
delle persone inteso come principio del consenso
• Se non facciamo riferimento a un’autorità metafisica (religione
etc.), l’unica autorità morale non può che discendere solo dalle
persone
• In questo senso, pur essendo un cristiano ortodosso che
condanna certe pratiche, io non credo che argomenti razionali
(la ragione) siano in grado di giustificare efficacemente il
divieto di pratiche come l’aborto e l’eutanasia che pure, in
base alla mia religione, penso siano immorali
La bioetica procede attraverso la risoluzione di “casi”
Uno dei problemi principali della bioetica soprattutto italiana è il
peso preponderante dato alla prospettiva filosofica. La filosofia
è la continua esplorazione dei fondamenti. Si tratta di un’attività
senz’altro importante dal punto di vista intellettuale. Tuttavia,
proprio l’ossessiva attenzione ai fondamenti potrebbe generare
- e di fatto genera-, una paralisi nell’esame delle situazioni
concrete. Dal momento che, per definizione, non sempre ci può
essere un accordo sui fondamenti (i cosiddetti principi
fondamentali, i valori universali, i significati più profondi), la
conseguenza inevitabile è che non si arriva mai a discutere dei
problemi concreti poiché si ritiene che questi possano essere
risolti solo quando si è trovato un accordo sui fondamenti. La
bioetica gestita come “filosofia” (sono in effetti filosofi la
maggior parte degli esperti in bioetica italiani) finisce talora per
diventare un elemento di paralisi, di censura, di freno eccessivo
per la scienza. Così impostata, la bioetica non contribuisce a
far comprendere le opportunità del progresso scientifico, ma,
viceversa, alimenta le paure irrazionali e la diffidenza.
CASE STUDY
DISCUSSO IN AULA
California: la bambina orfana
che ha cinque genitori.
FINE