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Lezione prima Le promesse nuziali In un certo periodo dell’anno noi donne abbiamo un compito fisso: quello di fare il cambio di stagione negli armadi: buttiamo ciò che è ormai troppo vecchio, conserviamo quello che ancora va di moda, modifichiamo quello che non ci sta piú bene, accorciando un pantalone troppo lungo o stringendo una gonna troppo larga. Molte persone aprono la Bibbia come se stessero aprendo le ante del loro armadio per effettuare il cambio di stagione. Trovano quindi cose da scartare, perché secondo loro non sono piú di moda, trovano qualcosa da lasciare, e tante da adattare alla propria sensibilità e al proprio modo di vedere. Queste persone dimenticano che la Parola di Dio è eterna e immutabile, valida per l’uomo di migliaia di anni fa, cosí come è valida e attualissima per l’uomo di oggi. Non è la Parola di Dio che si deve adattare a noi, ma siamo noi che dobbiamo sottometterci a questa, e seguire le sue direttive. Questa legge vale anche riguardo al matrimonio. Infatti il matrimonio non è un’invenzione umana, ma un’istituzione divina; se vogliamo che funzioni al meglio dobbiamo attenerci strettamente alle direttive del suo Ideatore. Il punto iniziale del matrimonio è dato dalle promesse nuziali. Esistono varie formule, scritte o pronunciate a voce, per esprimere tali promesse. Una di queste formule, quella classica, è la seguente: Io prendo te come mio legittimo sposo, per assisterti e sostenerti da oggi in avanti, nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, per amarti e ubbidirti, finché la morte non ci separi, secondo il santo comandamento di Dio. Con questo anello io confermo la mia promessa. Non è che nella Bibbia troviamo le promesse scritte in questo modo. Ma, a un’attenta analisi, ogni punto espresso in queste trova la sua fonte e il suo appoggio nella Parola di Dio. Tali promesse non andrebbero mai pronunciate alla leggera, perché il matrimonio è un contratto a tre, cioè non solo fra i due sposi, ma anche con Dio. Succede invece che gli sposi sono talmente presi dai preparativi della cerimonia, dall’abito della sposa, dagli addobbi in chiesa, dal servizio fotografico, dal ristorante, che il resto, ossia l’essenziale, passa in secondo e ultimo ordine. Dio ci chiama a mantenere le promesse che facciamo (Ecclesiaste 5:4,5). Vediamo queste promesse nel dettaglio: Io prendo te… significa che una scelta precisa è stata fatta; ho scelto te e non un altro. Ma sulla base di quale criterio è stata fatta questa scelta? Attrazione fisica, approvazione da parte di amici, o genitori, ai quali si chiede: “Ti piace?” “Sto facendo bene?” Il cristiano si rivolge a Dio per conoscere la sua volontà. Prendo te… significa prendere tutte le caratteristiche personali del coniuge: quelle positive e quelle negative. Prendere non solo per il presente, ma anche per il futuro, per quello che un giorno lui diventerà. Come mio legittimo sposo… significa dare valore legale all’unione che si sta realizzando in ubbidienza alle leggi che regolano lo Stato. Di conseguenza è un atto di ubbidienza a Dio che ci ordina di essere sottomessi a ogni umana istituzione (1Pietro 2:13-15). Molti pensano che se due si amano la cerimonia e il certificato di matrimonio non sono importanti. La cerimonia nuziale è un atto pubblico che annuncia alla società che da quel giorno in poi la coppia comincerà a svolgere i ruoli di marito e moglie accettando ciascuno la responsabilità dell’altro. Gli sposi mettono in pratica le parole di Gesú che troviamo in Marco 10:7 “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre, e i due saranno una sola carne…” Per assisterti e sostenerti da oggi in avanti… Contrariamente a quanto molti genitori e sposi pensano, il matrimonio non è un punto di arrivo dove scrivere, come nelle favole, “… e vissero felici e contenti”; esso è l’inizio di un nuovo tipo di relazione: una relazione che deve crescere, cambiare, e soprattutto riflettere un tipo di amore sempre piú maturo, non basato soltanto sulle emozioni o sull’attrazione fisica, ma sulla volontà dei due sposi e sulla volontà di Dio. Assisterti e sostenerti da ora in avanti implica che la coppia crede che Dio abbia delle lezioni da insegnarle attraverso le circostanze difficili. Essa deve affrontare questi momenti, chiedendo al Signore: “Che cosa vuoi insegnarci?” Nella buona e nella cattiva sorte… Generalmente gli sposi sono ottimisti e pensano che tutto filerà sempre liscio senza problemi. Piccoli problemi cominciano quando il marito si rende conto che la sua amata mogliettina non prepara pranzetti gustosi come quelli di sua madre; la moglie, a sua volta, prende coscienza che il maritino, che pensava fosse ordinato, dissemina calzini sporchi e biancheria dappertutto, meno che nel cesto dei panni sporchi. Riflettiamo che i difetti di mio marito o di mia moglie stanno contribuendo a trasformarmi secondo la volontà di Dio. Ribellarsi, fuggire da una situazione spiacevole può essere dannoso per questo processo di trasformazione. Tutte le coppie, prima o poi, si troveranno ad affrontare circostanze spiacevoli: la perdita del lavoro; la perdita della casa per un terremoto; una guerra… Non è tutto piacevole quello che accade in un matrimonio e, chissà, forse qualcuna di noi avrà detto qualche volta: “Se avessi saputo … non mi sarei sposata”. Ma Dio non permette che noi conosciamo il futuro, perché ci ama. “Basta a ciascun giorno il suo affanno” è scritto in Matteo 6:34. Impariamo a camminare per fede, dando a Dio la massima fiducia. In ricchezza e in povertà… L’esperienza e le statistiche ci mostrano che i maggiori litigi fra coniugi vertono su problemi finanziari. Si litiga su chi deve guadagnare i soldi, su come spenderli, su chi deve tenere la cassa; si litiga perché non ci sono soldi a sufficienza, e cosí via. Questo dimostra che le coppie prendono molto alla leggera la promessa in ricchezza e in povertà. La felicità del tuo matrimonio non è determinata dalla ricchezza o dalla povertà. In salute e in malattia… Nessuna coppia ha la garanzia da parte di Dio che entrambi godranno di ottima salute per tutta la vita. Sei disposta ad assistere e a sostenere il tuo sposo nel caso in cui dovesse finire su una sedia a rotelle? O se diventasse cieco? Una malattia seria dovrebbe cementare la coppia ancora di piú, piuttosto che diventare un pretesto di rabbia, amarezza e risentimento. Dio ci dà la grazia di affrontare situazioni estremamente difficili e darci la vittoria, insegnandoci la compassione. Per amarti e ubbidirti… L’amore fra due sposi non è soltanto un forte sentimento, ma un atto di volontà e un impegno. È anche qualcosa che si impara e si costruisce con il tempo. Ubbidirti… Ho letto molti esempi di promesse nuziali e, nella totalità di queste, ho scoperto che la parola ubbidire è stata omessa. Come donne cristiane dovremmo conformarci alla Parola di Dio che ci insegna a essere sottomesse ai nostri mariti. Finché la morte non ci separi… La volontà di Dio è che i due coniugi rimangano uniti finché la morte non li separi. Purtroppo oggi in maniera sempre piú crescente la fine del matrimonio è data dalle separazioni, dai divorzi per volontà di uno o di entrambi i coniugi. Secondo il santo comandamento di Dio… Dio ha stabilito che la morte è l’unica cosa che scioglie una persona dal voto che ha fatto. Purtroppo le leggi dell’uomo stanno diventando sempre piú importanti di quello che dice la Bibbia; cosí, sciogliere le promesse fatte è diventato fin troppo facile. La cosa triste è che spesso sono le cose insignificanti a minare il funzionamento del matrimonio e decretarne la fine. Non permettiamo che esse diventino dei giganti; piuttosto, affrontiamole e risolviamole mediante l’aiuto delle Scritture, perché solo Dio, che è l’inventore del matrimonio, ci detta le regole giuste per un sano e armonioso funzionamento del rapporto di coppia. Con questo anello io confermo la mia promessa… Cosí i due sposi sanciscono le promesse appena pronunciate, promettendosi fedeltà e lealtà incrollabili, finché morte non li separi.