Valutazione dell`attività del Medical Emergency Team, prima dell

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Valutazione dell`attività del Medical Emergency Team, prima dell
VALUTAZIONE DELL’ATTIVITÀ DEL MEDICAL EMERGENCY TEAM, PRIMA
DELL’INTRODUZIONE DI UN RAPID RESPONSE SYSTEM, NELL’AZIENDA
OSPEDALIERO UNIVERSITARIA DI UDINE.
F. Vuerich , A. Spasiano ,G. Della Rocca.
Clinica di Anestesia e Rianimazione, Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine.
[email protected]
Introduzione
Negli ultimi anni la gestione delle urgenze intra-ospedaliere è stato un argomento ampiamente
discusso in letteratura poiché da numerosi studi e ricerche, è emerso che da uno a cinque
pazienti ogni mille ricoveri vanno incontro ad arresto cardiocircolatorio (ACC) (1) e che il
60% degli arresti cardio-circolatori intra-ospedalieri è prevenibile (2). In più del 60% dei
pazienti ammessi in terapia intensiva in condizioni potenzialmente critiche, infatti, sono state
documentate alterazioni dei parametri vitali, metabolici e dello stato neurologico già nelle 8
ore precedenti la loro ammissione, alterazioni non riconosciute e/o non trattate da parte del
personale di reparto (3) (4).
Obiettivi
L’obiettivo dello studio è quello di analizzare dal punto di vista quali-quantitativo gli
interventi delle equipe rianimatorie.
Metodi
E’ stato condotto uno studio descrittivo prospettico della durata di 2 mesi, i dati sono stati
rilevati tramite scheda “Utstein style” , suggerita dalla raccomandazioni SIAARTI-IRC per le
emergenze intra-ospedaliere modificata a doc.
Risultati
Per lo studio sono state analizzate 101 schede di raccolta dati, 82 sono state incluse nello
studio. Il team rianimatorio è stato allertato per 11 Arresti Cardio Circolatori (ACC) (13,84%)
i restanti 71 (86,59%) sono stati allertamenti per valutazioni su pazienti ritenuti critici. I dati
relativi ai parametri vitali rilevati nelle quattro ore precedenti all’attivazione del Medical
Emergency Team (MET) si riferiscono a 31 (37,70%) schede delle 82 totali. Delle 31 schede
considerate 9 (10,97%) riportavano i dati relativi ai parametri raccolti nelle 4 ore antecedenti
all’intervento del team rianimatorio, 8 (9,75%) delle 3 ore , 4 (12,9%) delle 2 ore e 20
(64,61%) dell’ora precedente l’attivazione del MET. All’arrivo del team rianimatorio 57
(69,75%) pazienti presentavano alterazione dei parametri vitali. Su 82 interventi rianimatori,
in 77 casi (93,90%) il MET ha provveduto al monitoraggio del paziente e 52 (63,40% dei
casi) pazienti sono stati sottoposti a O2 terapia. Dopo il proprio intervento il MET ha
provveduto al ricovero in terapia intensiva di 39 (47,56%) pazienti.
Conclusioni
Questo studio evidenzia la necessità di un più attento monitoraggio e di un riconoscimento del
paziente critico all’interno dell’unità operativa che, allo stato attuale, risulta essere ancora
scarso. Dei pazienti monitorizzati nelle ore precedenti, ben il 55,5% presentava alterazioni dei
parametri vitali 4 ore prima dell’allertamento del MET e nell’ora precedente la percentuale
sale fino all’80%. Nello specifico, anche nei casi di allertamento per ACC il monitoraggio dei
parametri vitali è risultato essere incompleto, con conseguenti errori di valutazione della
criticità della situazione, tanto da rilevare notevoli discordanze tra il motivo della chiamata e
la diagnosi effettiva eseguita dal MET. Nel 50% dei casi di allertamento per ACC, l’intervento
sarebbe stato più tempestivo ed appropriato se fosse stata eseguita una corretta valutazione del
paziente nelle ore precedenti. Il mancato riconoscimento della situazione critica e l’assenza di
corretti algoritmi (Modified Early Warning Score) di comportamento sul paziente critico nelle
unità di appartenenza determinano che l’intervento del MET si limiti in realtà ad effettuare
delle manovre basilari come iniziare una fluidoterapia o l’ossigenoterapia e il monitoraggio
dei parametri vitali.
(1) Sandroni C, Nolan J, Cavallaro F, Antonelli M. In-hospital cardiac arrest: incidence, prognosis and possible mesures to impreve survival. Int
Care Med 2007;33:237-45.
(2) Hodgetts TJ,Kenward G,Vlackonikolis I, Payne S, Castel N, Crouch R, Ineson N, Shaikh L. Incident, location and reasons for avoidable inhospital cardiac arrest in a district general hospital. Resuscitation.2002;(54):115-23.
(3) Hillman K, Bristol PJ, Chey T, Daffurn K, Jacques T, Norman SL, Bishop FG, Simmons G. Duration of life-threatening antecedent prior to
intensive care admission. Int Care Med.2002;28(11):1629-34.
(4) Franklin C, Mathew J. Developing strategies to prevent in hospital cardiac arrest: analyzing responses of physicians and nurses in the hours
before the event. Crit Care Med.2001;22(2):189-91.
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