Valutazione della lunghezza cervicale per via transvaginale nella
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Valutazione della lunghezza cervicale per via transvaginale nella
www.evidencebasednursing.it Traduzione a cura di Brioschi Dania (Biella) Traduzioni di Abstract di Revisioni Sistematiche Cochrane TITOLO INGLESE Cervical assessment by ultrasound for preventing preterm delivery. TITOLO ITALIANO Valutazione della lunghezza cervicale per via transvaginale nella prevenzione del rischio di parto pretermine Author Berghella V, Baxter JK, Hendrix NW. Director, Division of Maternal Fetal Medicine, Thomas Jefferson University, 834 Chestnut Street, Suite 400, Philadelphia PA 19107, USA. This is a Cochrane review abstract and plain language summary, prepared and maintained by The Cochrane Collaboration. The full text of the review is available in. Berghella V, Baxter JK, Hendrix NW. Cervical assessment by ultrasound for preventing preterm delivery. Cochrane Database of Systematic Reviews 2009, Issue 3. Art. No.: CD007235. DOI: 10.1002/14651858.CD007235.pub2 ABSTRACT Background La misurazione della lunghezza cervicale con l’ecografia transvaginale è predittiva della nascita pretermine. Non è tuttavia chiaro se questo test di screening sia efficace nella sua prevenzione.. Obiettivi Valutare l’efficacia della gestione della gravidanza usando come test di screening l’ecografia transvaginale della lunghezza cervicale per la prevenzione del parto pretermine. Strategia di ricerca abbiamo svolto ricerca sul Cochrane Pregnancy and Childbirth Group's Trials Register (Settembre 2008), MEDLINE (dal 1966 fino al settembre 2008), e rivisto i riferimenti riportati in lista di tutti gli articoli. Criteri di selezione RCTs pubblicati e non includenti gravide in età gestazionale compresa tra la 14° e la 32° settimana di gravidanza sottoposte a screening con l’ecografia transvaginale della lunghezza cervicale per rischio di parto pretermine. Questa revisione comprende esclusivamente studi basati sulla conoscenza versus no dei risultati dello screening. Raccolta dati e analisi Tutti gli studi potenziali, identificati come specificato nella strategia di ricerca, sono stati valutati per l’inclusione da tre revisiori indipendenti. Abbiamo inoltre preso in considerazione gli studi in base ad indicatori di qualità ed estratto quindi i dati. Risultati principali Di 12 trials identificati, 5 erano elegibili per l’inclusione (n = 507). Tre includevano gravidanze singole in travaglio pretermine; uno includeva gravidanze singole con PROM pretermine; e una includeva gravidanze gemellari con o senza travaglio pretermine. Nei tre trials delle gravidanze singole in travaglio pretermine, 290 gravide erano state randomizzate; 147 erano a conoscenza dello screening mentre 143 non lo erano. La conoscenza dei risultati dello screening fu associata ad una diminuizione non significativa dei parti pretermine al di sotto delle 37 settimana di gravidanza (22.3% versus 34.7%, rispettivamente; risk ratio 0.59, 95% intervallo di confidenza (IC) 0.26 - 1.32). Il parto avveniva ad un’epoca gestazionale più avanzata nel gruppo a conoscenza dello screening rispetto al gruppo non informato (differenza media 0.64 settimane (IC 0.03 - 1.25)). Tutti gli altri outcomes per i quali vi erano dati disponibili (Parto Pretermine a meno di 34 o 28 settimane; peso neonatale alla nascita inferiore a 2.5 Kg ; morte perinatale; ospedalizzazione materna; tocolisi e somministrazione di steroidi per la maturità polmonare fetale) erano simili nei due gruppi. Il trial delle gravidanze singole con PROM (n = 92) valutava come outcome principale la sicurezza dello screening in questa popolazione e non i suoi effetti sul management. L’incidenza di infezioni materne e neonatali era simile sia nei gruppi sottoposti allo screening che in quelli non. Nel trial delle gravidanze gemellari con travaglio pretermine (n = 125), parto pretermine al di sotto della 36, 34, o 30 settimana di gravidanza, intese come epoca gestazionale al parto, e altri outcomes materno fetali erano simili in entrambi i gruppi. Un’analisi del tasso di sopravvivenza rivelò un numero significativamente inferiore di nascite pretermine al di sotto della 35 settimana nel gruppo sottoposto a screening rispetto al gruppo non sottoposto (P = 0.02). Conclusioni degli autori Attualmente vi sono evidenze insufficienti per raccomandare lo screening di routine sia delle gravide sintomatiche che di quelle asintomatiche. Dal momento che vi è una associazione non significativa tra la conoscenza dei risultati dello screening ed un inferiore incidenza di parti pretermine al di sotto della 37 settimana di gravidanza nelle donne sintomatiche, sarebbe opportuno svolgere ulteriori ricerche in merito. Futuri studi potrebbero valutare popolazioni specifiche separatamente (esempio gravidanze singole rispetto a gemellari; sintomi di travaglio pretermine rispetto a gravide non presentanti tali sintomi), redigere un report di tutti gli outcome materno fetali pertinenti e includere analisi di costo-efficacia/beneficio. Ma soprattutto, i prossimi studi dovrebbero includere un chiaro protocollo per la gestione della gravida basato sui risultati dello screening , affinché lo stesso poi possa essere facilmente valutato e replicato.