Programma festa di San Bernardo 2016
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Programma festa di San Bernardo 2016
Editoriale in uscita!!! insieme!!! Carissimi, è bello ritrovarsi all’inizio del nuovo anno pastorale insieme con la voglia di ricominciare tante esperienze. Per noi sacerdoti “bresciani” inizia il nostro nono anno a Rivoli. Come è volato il tempo! E soprattutto come è stato bello questo tempo! Il nostro vescovo Cesare quest’estate ci ha affidato due “parole-guida” per il nuovo anno: in uscita !!! La Chiesa da sempre è una comunità di credenti che ha incontrato Cristo e che da quell’incontro nel cenacolo non può non uscire per le strade del mondo a portare la lieta e sorprendente notizia di questo incontro. Le nostre parrocchie devono diventare sempre più comunità missionarie! Permettetemi di sognare: • comunità che vivono un vero incontro con Gesù, un incontro che ti cambia la vita, un incontro che ti riempie il cuore fino a farlo scoppiare, un incontro da raccontare; • comunità che si mettono in cammino per abitare le vie della città, per salire le scale dei nostri palazzi, per riscaldare le piazze, per incontrare tutti; • comunità che sono consapevoli di aver ricevuto l’annuncio più bello e più buono della storia e così grande da non poterlo nascondere gelosamente per sé, è l’ “Evangelii gaudium” – la gioia del vangelo; • comunità che mettono al centro la famiglia… è il luogo dell’ “Amoris laetitia” – la gioia dell’amore, è il centro di ogni comunità; • comunità che mettono al primo posto i giovani: non sono un problema, bensì una risorsa, la nostra ricchezza su cui “investire” per il futuro; • comunità che accolgono, ospitano, servono i poveri… “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi” (Matteo 25). insieme !!! Il nostro vescovo ci invita ad essere comunità missionarie in uscita nel segno della sinodalità = camminare insieme. È importante riscoprire e rivivere lo stile della sinodalità • nella lettura delle nostre realtà, • nel progettare la nostra vita comunitaria, • nel metterci in cammino e uscire dalle nostre “mura”. Bene, abbiamo davvero tanta voglia di ricominciare in uscita e insieme!!! Buon anno! don Giovanni 2 RIVOLI Parrocchie nella Città Chiesa casa aperta Il primo giorno di scuola, la maestra chiese a una bimba dov’era la sua casa. E quella bambina sveglia e sorridente rispose: “Dove c’è la mia mamma!”. Immaginate come sarebbe bello se anche noi quando qualcuno ci chiede dov’è la nostra chiesa rispondessimo: “Beh, dove c’è Gesù!”. Sì, perché c’è casa dove ci sono le persone per noi importanti, che sono capaci di accoglienza, ospitalità, ascolto… incontro. C’è casa dove c’è la porta aperta, dove c’è un “luogo” abitato, dove c’è qualcuno che ci aspetta. Così è anche delle nostre chiese: sono il “luogo” dove c’è Gesù, dove Lui ci aspetta, dove ci sono persone che accolgono, ascoltano, incontrano. Certamente sono consapevole che questo non è facile, non sempre si avvera, a volte resta semplicemente un sogno. Eppure voglio continuare a crederci e a provarci! Sì, le nostre chiese devono… • avere le porte aperte per essere spazio e tempo di sosta, di ospitalità, di silenzio; • avere un “povero” prete capace di ascoltare, di donare una parola, di offrire il Perdono; • essere luoghi della comunità… una comunità che si incontra, che condivide, che celebra, che vive la festa. • Perché i sogni comincino ad essere realtà stiamo vivendo due semplici esperienze: • ogni giovedì sera la chiesa della Stella resta aperta dalle 18,30 fino alle 23 con la presenza di un sacerdote; • tutti i giorni della settimana dal martedì alla domenica, per alcune ore, nella chiesa della Stella è presente e disponibile un sacerdote per la Confessione, il dialogo, l’incontro. Proviamoci… dov’è la tua chiesa? Dove c’è Gesù, dove c’è una comunità che ci accoglie! don Giovanni Per una parrocchia in uscita: apriamo cammini Destinatari: consigli pastorali, gruppi missionari, famiglie, catechisti, operatori pastorali, pastorale dei migranti, gruppi liturgici, operatori di pastorale sociale Descrizione: laboratori di formazione per delineare, a partire da alcuni ambiti ed esperienze pastorali, stile e priorità di una parrocchia in uscita Per il distretto Ovest: Rivoli – Oratorio Stella c/o Parrocchia S. Maria della Stella lunedì 16 - 23 - 30 gennaio 2017 ore 20.45 In collaborazione con: Ufficio Catechistico, Liturgico, Catecumenato, Migrantes, Pastorale Sociale e del Lavoro 3 La Libertà secondo le suore di clausura di via Querro - Rivoli (sosta in Monastero: pellegrinaggio Beato Neyrot - 10 aprile 2016) “Vogliamo condividere con voi la nostra esperienza sulla libertà. Alcuni dicono che la nostra vita in monastero è una vita triste, noiosa, una vita sprecata perché non possiamo fare quello che vogliamo, non possiamo girare nel mondo a divertirci, non possiamo vedere tante cose belle, insomma non siamo libere. Noi domandiamo a voi: se è vero che quanti vivono fuori dal monastero sono più liberi, perché ci sono tante persone tristi, arrabbiate, deluse...? Allora che cosa è veramente la libertà? Per noi la libertà è non essere prigioniere di nulla e di nessuno. Alcuni dicono che le monache sono dentro al monastero e che le grate fanno pensare al carcere, ma non è così, noi siamo felicissime qui dentro, siamo libere nella nostra scelta di ogni giorno, libere di amare Dio, di adorarlo, di servirlo e benedirlo. Dentro il monastero siamo libere di pregare per tutti voi, per tutta l’umanità. Noi non siamo fuggite dal mondo, ma tutti gli avvenimenti del mondo stanno nel nostro cuore per chiederci di pregare. Ci sono tanti modi per riflettere sulla libertà, per essere una persona libera. - Il coraggio della libertà. Dobbiamo essere coraggiosi per decidere e ascoltare quello che dice la nostra coscienza, di scegliere con coraggio di seguire la nostra meta nonostante tutto per essere una persona libera. Senza ascoltare le persone che vorrebbero impedirci di vedere il bello della nostra vita. - La libertà di amare. Non vuol dire che amiamo solo quello che vogliamo e quello che dicono gli altri. Per essere liberi di amare dobbiamo entrare in sintonia con la persona importante che è “Gesù”, che ci parla nel nostro cuore, che ci rende liberi di scegliere il meglio nella nostra vita. - La libertà della gioia. Ognuno di noi ha la libertà di essere gioioso, ma dipende da noi come viviamo il nostro rapporto verso gli altri e soprattutto verso Dio. Se siamo liberi dentro, riusciamo a capire gli avvenimenti della vita, perché a volte gli avvenimenti ci aiutano a capire come essere gioiosi. Per tutti noi, ci sono due grande doni: la libertà e la gioia, quando invochiamo lo Spirito di Dio, in ogni giorno della nostra vita certamente ci accompagna, ci aiuta a vivere nella verità, perché “lo Spirito di Verità ci fa libere”. Libertà è ascoltare la propria coscienza. La coscienza è la voce di Dio che ci parla dentro: nel nostro cuore, nei pensieri, nei desideri e nel discernimento. Una persona libera non è schiava, non è prigioniera. Il 4 cuore libero da ogni attaccamento ha la libertà di dire la verità, non deve far paura a nessuno, ma rende coraggiosi, forti, pronti ad accettare le difficoltà. Possiamo volare se davvero siamo liberi. Siamo chiamate da Dio con la nostra libertà a donare ciascuna di noi attraverso la nostra vocazione, con la libertà di rispondere, ascoltare la sua voce che suona nelle nostre coscienze libere per farci superare ogni dubbio. In monastero siamo chiuse 24 ore su 24, ma non ci siamo mai sentite prigioniere, perché i nostri cuori sono liberi. La vera libertà è la libertà interiore, la libertà dalla schiavitù che portiamo dentro di noi, che ci rende infelici, che soffoca la nostra vita, che impedisce di andare avanti, perciò i nostri cuori devono essere liberi, liberi di amare. Nel nostro monastero, tutti i giorni la porta suona per diversi motivi: alcune persone vengono a pregare, altre chiedono a noi di pregare per loro, alcune parlano dei loro problemi. Poco per volta abbiamo capito che non hanno bisogno di tante parole o di bei consigli, ma di qualcuno che ascolti le loro difficoltà e le preoccupazioni, senza pregiudizi e senza condanna. Ascoltare i problemi degli altri non è perdita di tempo, perché loro di fronte a noi sentono la libertà di sfogare le loro angosce, i problemi… per noi è un modo di essere vicine anche alle persone che non avevamo mai conosciuto prima. In questo anno del Giubileo, abbiamo ricevuto la grazia della porta Santa, che è aperta ogni domenica. Tutte le persone che hanno il desiderio di passare per la porta Santa possono venire, perché è aperta per tutti”. Suore del Monastero di Santa Croce RIVOLI Parrocchie nella Città Giubileo a Roma 19, 20 e 21 aprile 2016 Ci siamo concessi una pausa di tre giorni. La Parrocchia della Stella ha organizzato il Giubileo a Roma, coinvolgendo soprattutto il gruppo di “Ore Serene”. Gli amici di questo gruppo sono un esempio di vitalità e gioia di stare insieme e, conoscendoli, siamo stati subito entusiasti di fare con loro questa esperienza. Naturalmente l’itinerario comprendeva la visita delle quattro Chiese principali in Roma. - La Basilica di San Pietro, in Vaticano, sorge nel luogo dove secondo la tradizione era stato sepolto l’Apostolo Pietro. - La Chiesa di Santa Maria Maggiore, la più importante delle Chiese romane dedicate alla Madonna. - La Cattedrale di San Giovanni in Laterano, sorge nello stesso luogo della Basilica eretta da Costantino intorno al 314 su terreni già di proprietà della nobile famiglia dei Laterani, dalla quale prende nome tutta l’area. - La Basilica di San Paolo fuori le mura, sorge lungo la via Ostiense, ricca di mosaici e affreschi con storie della vita appunto di San Paolo. Per cui il nostro Giubileo è stato accompagnato anche da storia e cultura. Ma ci sono stati dei momenti di forte emozione che hanno arricchito questo pellegrinaggio. Il primo, l’incontro con il Papa, in occasione dell’udienza generale in San Pietro. L’abbiamo visto a meno di un metro di distanza, dopo aver ascoltato le sue parole, sempre avvolto da una speciale luminosità che trasmetteva Amore e Pace. Ci siamo poi abbracciati uno con l’altro, con gli occhi lucidi pieni di emozione. In quella stessa occasione, alcuni del nostro gruppo, facendosi largo tra la gente, hanno consegnato agli uomini della scorta un gagliardetto per sua Santità, realizzato da una giovane parrocchiana, dipinto a mano su stoffa, con i colori della città e una dedica speciale per il Papa. Ci siamo sentiti orgogliosissimi e onorati di questo regalo per Sua Santità. Abbiamo vissuto un’altra intensa emozione nel luogo in cui siamo stati ospitati: le suore di Madre Speranza. Don Giovanni ha celebrato la S. Messa nella loro cappella, dove all’entrata c’è la statua di Madre Speranza, una suora che, con la sua testimonianza di fede in Cristo ha fondato l’ordine ancora presente sul territorio, impegnato in attività come scuola, case per ferie e opere caritatevoli. E così possiamo dire di aver trascorso tre giorni di cammino in Cristo, tornando a casa con una grande ricchezza, quella che rimane nel cuore: un arricchimento di fede contornato da uno spirito di collaborazione e condivisione. Lucrezia e Pietro 5 Vieni a Roma a piedi? Vieni a Roma a piedi? La proposta del pellegrinaggio a Roma è arrivata inaspettata, lo scorso settembre. Subito in mente sono nate un po’ di buone idee, quelle che fanno immediatamente dire di sì, quelle che fanno aprire la porta di casa, pronti. Perché partire? Camminare fa sentire vivi, andare via per giorni e giorni e raggiungere una meta bella lontana è quasi un sogno di libertà senza confini. Se spaventa la distanza degli ottocento chilometri, basta lanciarsi immediatamente in calcoli per semplificare il tutto, pensando che venti o trenta al massimo al giorno per un mese si possono fare. Cinque o sei ore e si fa. Trentatre tappe. Certo, con lo zaino e il caldo non si può scherzare troppo, ma si fa comunque. Comunque. Perché andare fino a Roma? Perché il Giubileo della Misericordia è un’occasione bellissima, un’offerta “speciale”, per tutti. Misericordia che è fatta di piccoli passi, uno dopo l’altro, adagio. Passi che permettono di pensare con calma, di guardare con calma, di scoprire che non ha senso vivere la vita di corsa, ogni giorno senza fiato. Poi si cammina insieme, giovani, adulti, papà, mamme, nonni, don Andrea, le suore. Insieme al Dio di Abramo, di Isacco, Giacobbe, Mosè. In compagnia, in alleanza. Perché tutti questi chilometri a piedi? Forse nel mio caso è un po’ una storia di famiglia. Mio papà a 21 anni è tornato dal campo di lavoro nel nord della Germania 6 a piedi alla fine della guerra, suo cugino è tornato dalla Russia a piedi, uno dei pochi. Ce l’hanno raccontato quando eravamo bambini e non capivamo molto di distanze e di chilometri, solo sapevamo che per loro era stato difficile ma erano tornati a casa. Pochissime parole che si sono fermate nella memoria. Perché camminare? Per portare con me le storie di tante famiglie di oggi. Ci sono non so quanti genitori disperati con i figli anche piccoli che lasciano la Siria e le zone di guerra e arrivano in Europa, anche loro “pellegrini”, sperando che da noi le cose vadano meglio e possano sopravvivere. Condividere la fatica e i chilometri mi fa sentire vicino a loro. Ce la faremo? L’idea è bella. È quasi una sfida. È come quando vedi una bella montagna e vuoi raggiungere la cima, ma forse sei troppo inesperto per arrivare così in alto. Oppure troppo senza forze. Questo “pizzico” di realtà un po’ fa pensare. Come faremo? Pregheremo insieme, un passo dopo l’altro. Preghiera di strada. Preghiera di silenzio, di lode, di intercessione. Mi è sembrato di capire che Dio, nostro Padre e Madre, cammina con noi tutti i giorni, il problema è che non ce ne accorgiamo e così siamo spesso impauriti e stanchi. Ma Dio ci tiene per mano, e siccome siamo suoi figli ci porta anche in braccio. Betta RIVOLI Parrocchie nella Città Da «silenzio» a «ponte», le parole della Gmg 2016 Ogni Giornata mondiale della gioventù ha le sue parole chiave. Non ha fatto eccezione Cracovia 2016, a partire dalla parola più importante di tutte, la misericordia, che ne era il tema e che il Papa ha declinato negli incontri con i giovani (e non solo) durante i suoi cinque giorni di permanenza nella patria di san Giovanni Paolo II. Eccone un breve elenco. “imbambolati, intontiti, addormentati”, che si fanno rubare la libertà di decidere il futuro. Il mondo ha invece bisogno di “titolari”, subito in campo a giocare la partita del cambiamento. Di ragazzi che lasciano il segno. “Non lasciatevi anestetizzare l’anima”, ha concluso nell’omelia della Messa finale. E c’è da scommettere che questi giovani non lo permetteranno. Misericordia. Al cuore della Gmg, dell’Anno Santo e del Giubileo dei giovani. A Cracovia, in un certo senso la misericordia gioca in casa, dato che questa è la città in cui visse e morì la sua apostola, santa Faustina Kowalska. Francesco l’ha interpretata alla sua maniera, con parole e gesti (ad esempio la visita a un ospedale pediatrico), in nome della misericordia ha invocato pace sul mondo afflitto da guerre e terrorismo. E infine, nella veglia di sabato sera, ne ha dato una sintesi mirabile in uno dei passaggi chiave del suo discorso: “Il nostro Dio ci insegna a incontrarlo nell’affamato, nell’assetato, nel nudo, nel malato, nell’amico che è finito male, nel detenuto, nel profugo e nel migrante, nel vicino che è solo”. Una misericordia concreta, tangibile, a portata di tutti. Cambiamento. “Il mondo si può cambiare?”, è stata una delle domande fondamentali che il Papa ha posto fino dal primo incontro di giovedì 28 luglio. Certo che si può cambiare e per questo Francesco conta molto sui giovani, dicendo loro che il mondo li guarda e che ha tanto da imparare da essi. “Noi adulti abbiamo bisogno di voi, per insegnarci a convivere nella diversità, per insegnarci che è più facile costruire ponti che innalzare muri. Vi chiediamo che esigiate da noi di percorrere le strade della fraternità, che siate i nostri accusatori se noi scegliamo la via dei muri, dell’inimicizia, della guerra”. Straordinario. Giovani. È la seconda parola chiave e non poteva essere diversamente. Loro sono stati i protagonisti, insieme con il Papa, come sempre nelle Gmg: un milione e seicentomila provenienti da tutto il mondo. Francesco li ha incontrati, accarezzati, stretti in un abbraccio davvero paterno, mai blanditi. Anzi, alcune delle espressioni che più resteranno più impresse nella memoria, sono quelle usate per stigmatizzare certi comportamenti. “Il mondo non ha bisogno di giovani-divano” o di “giovani pensionati già a 20 anni”. Il mondo non ha bisogno di giovani Ponti e muri. Parole chiave del Pontificato, lo sono diventate naturalmente anche di questa Gmg. Sì ai primi, no ai secondi, ha ribadito il Papa. Fino a chiedere di cominciare subito a costruire quello che ha definito un “ponte primordiale”, cioè lo stringersi delle mani in segno di fratellanza. È stato uno dei momenti più intensi della veglia di sabato 30 luglio. Silenzio. Nei giorni polacchi di papa Bergoglio hanno parlato anche i silenzi. Anzi “il” silenzio. Il grande silenzio della visita ad Auschwitz. “Signore abbi pietà del tuo popolo. Signore perdona tanta crudeltà”, le uniche parole del Pontefice, vergate di proprio pugno sul libro 7 d’onore dei visitatori del lager. Per il resto Francesco ha lasciato che a esprimersi fosse il grido di avvertimento di quell’immenso orrore. “Ecco a che punto si può arrivare, se si seguono le vie dell’odio”. La visita, in senso strettamente tecnico, non faceva parte della Gmg. Ma il messaggio è arrivato chiaro e forte anche ai giovani. Linguaggio. Come di consueto il Papa ha usato un linguaggio ricco di metafore, tipicamente giovanili. Metafore tratte dallo sport: “Dio fa sempre il tifo per noi”, “dovete essere titolari e non riserve”. Oppure legate all’uso dei social. “Installate bene la connessione più stabile, quella di un cuore che vede e trasmette il bene senza stancarsi”. “A Gesù non si può rispondere con un semplice messaggino”. Chiaro, diretto, lampante. Proprio come un tweet. Mondo. E infine lo scenario di fondo. Il mondo, appunto. Francesco ha avuto il grande merito di non nasconderlo. Non ha fatto di questa Gmg un’oasi protetta o una serra per piantine gracili. Specie dopo gli avvenimenti tragici della vigilia. Il mondo era lì, in tutti i suoi interventi, con le sue luci e soprattutto le sue ombre: guerra, violenza, terrorismo, migrazioni, problemi economici. Si riascoltino a questo proposito i saluti dalla finestra dell’episcopio nelle sere di mercoledì 27, giovedì 28 e venerdì 29 luglio. Da quella finestra si è affacciata anche la sofferenza degli uomini. Una sera, il Pontefice ha anche notato: “Voi direte: ma questo Papa vuole rovinarci la festa”. No, Francesco non l’ha rovinata, l’ha resa solo più reale e concreta. Perché il mondo, con i suoi mali, è esattamente l’oggetto del cambiamento cui i giovani sono chiamati da oggi in poi. Ed edulcorare la difficoltà di questa mission not impossible non serve. “Ci state?”, ha chiesto al termine della veglia di sabato. La risposta arriverà solo vivendo. Mimmo Muolo, inviato a Cracovia - Avvenire, 1 agosto 2016 8 UNA PREGHIERA DALLA GMG DI CRACOVIA (SCRITTA DA ALCUNI GIOVANI DELLE PARROCCHIE DI RIVOLI DI RITORNO DALLA GMG DI CRACOVIA) Ti ringraziamo Signore per questi giorni ricchi di entusiasmo e di preghiera vissuti a Cracovia. Grazie per le famiglie che ci hanno accolto, testimonianza di una Chiesa che apre le porte. Grazie per il dono della misericordia, per la veglia di preghiera che ci ha visti fratelli e sorelle nella Fede. Mano nella mano, con milioni di candele accese siamo stati luce nel buio del nostro tempo. Non ci arrendiamo al male perché tu attraverso le parole del nostro amato Papa Francesco ci inviti a rischiare e vivere con coraggio il nostro futuro. Siamo giovani che non vogliono rimanere sul divano, ma desiderano rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco. Tu ci ami così come siamo! Noi ci sentiamo amati da te. Non abbiamo paura! A te portiamo le nostre fragilità. Sappiamo che i semi di questa GMG porteranno frutti nei giorni che verranno. Noi siamo pronti a raccoglierli, nella speranza che sazino il desiderio di pace e umanità di cui abbiamo bisogno. RIVOLI Parrocchie nella Città La GMG dei giovani del Sangiuseppe... La bellezza di un gesto che non ti aspetti... come dire senza parole i ponti che si stavano e si sono costruiti, nonostante le difficoltà... GRAZIE.... e ora contiuiamo a stringere legami, a creare ponti a illuminare il mondo..... Buona continuazione di GMG ogni giorno... he quest’esperienza è Era da mesi che l’aspettavo e anc si possano descrivere arrivata... credo che a parole non ressi nel mio cuore ci queste emozioni così forti, ma imp quelli più banali, che sono un sacco di gesti, a partire da abbracci, i sorrisi, gli mi riempiono di felicità. Ci sono gli , le frasi dette da uno sguardi di intesa, le conversazioni conoscere meglio, i sconosciuto che ti fanno addirittura rattutto questa notte. giochi, le nuove amicizie... ma sop candele. Le lacrime, le Il buio illuminato da tante piccole za concreta di Dio... preghiere più spontanee, la presen solo avere la forza di il mondo non è cattivo. Dobbiamo buona. Questa GMG mi credere e di incrementare la parte cio. sembra un ottimo trampolino di lan Le cose da scriver e sull’esperienza della gmg che abbiamo vissuto in quasi 2 milioni sa rebbero tante, ma mettendo a po sto i ricordi e lo za ino mi rendo conto che la vera gmg inizia oggi. Sarà difficile portare tutto quel lo che ci ha comm osso, che ci ha colpito e che ci ha arricchito nella vi ta quotidiana, ma ci proverò insi eme ai miei compa gni di viaggio ai quali dico GRAZIE!!! ! perché non so se ce l’avremmo fatta a vivere l’esp erienza nel miglio re dei modi se non insieme. e sta vivendo... a a diffondere ciò ch gn pe im si i ch di ce do? Se è la La lu stessi e quindi il mon i no e ar bi m ca ce lu può una stessi.... di sicuro. luce migliore di noi nonostante tutte le ere un gruppo che av e ch an è G GM La ... grazie... ello che sta vivendo qu di to en nt co è ltà diffico Doniamo c iò che abb iamo vissu bene si m to così il oltiplica, i s orrisi si all le fiamme argano, aumentan o.... felici, è , perché alla GMG, in mezzo a quelle persone tanto È troppo facile essere buoni quando tutti lo sono l’amore re! Ma la GMG dará a tutti la forza di riscoprire molto più semplice un gesto di misericordia e amo iplicare molt a banale. Quindi spero che riusciremo davvero nel quotidiano, in un gesto che prima trovavamo il mondo giusta strada per poterlo fare crescere e rendere l’amore nel nostro piccolo e che ognuno trovi la ti, vorrei a e anche a voi! Grazie davvero, davvero a tutti quan un po’ migliore. È l’augurio che faccio a me stess do della ricor il E tro! stare con voi a tutti quelli che incon trasmettere la gioia immensa che ho provato nello GMG mi aiuterà! Vi voglio bene! 9 AMORIS LAETITIA: LA GIOIA DELL’AMORE Esortazione Apostolica sull’amore di papa Francesco Amoris Laetitia, la gioia dell’amore, è il titolo dell’Esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco, firmata il 19 marzo 2016 e pubblicata l’8 aprile. È suddivisa in nove capitoli e 325 paragrafi: tale ampiezza è dovuta alla ricchezza dei due anni di riflessioni che ha apportato il cammino sinodale, da cui essa scaturisce. Lo stesso Papa, all’inizio del documento, non ne consiglia una «lettura generale affrettata»: semmai essa potrà essere approfondita pazientemente una parte dopo l’altra, o anche la si potrà usare cercando ciò che serve «in ogni circostanza concreta» (AL 7). Già dalla scelta del titolo però è possibile intravedere l’ispirazione positiva e aperta di questo ampio e ricco documento. Il papa non ha scelto di produrre un nuovo trattato sulla dottrina del matrimonio e della famiglia, ma ha scelto di mettere a fuoco l’amore e il suo cammino di crescita. Per questo motivo, Amoris Laetitia propone l’esperienza del matrimonio e della famiglia non solo come specifico stato di vita ma anche come modello cui tutta la Chiesa è chiamata a configurarsi: essere familiari di Dio deve poter trovare luoghi e tempi concreti di realizzazione, attraverso uno stile “caldo” e sollecito ai bisogni di ciascuno. L’Esortazione si apre con sette paragrafi introduttivi, che mettono in chiaro la piena consapevolezza della complessità del tema, che richiede approfondimento e disponibilità al confronto, come se Amoris Laetitia ribadisse la necessità per la Chiesa di essere cantiere aperto. Si afferma che gli interventi dei Padri al Sinodo hanno composto un «prezioso poliedro» (AL 4), che va preservato, senza appiattirne i contorni alla ricerca di risposte “secche”. In questo senso il Papa scrive che «non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero» (AL 3). Quindi, per alcune questioni «in ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali. Infatti, “le culture sono molto diverse tra loro e ogni principio generale [...] ha bisogno di essere inculturato, se vuole essere osservato e applicato”» (ivi). Questo principio di inculturazione risulta davvero importante persino nel modo di impostare e comprendere i problemi, che, al di là delle questioni dogmatiche ben definite dal magistero della Chiesa, non può essere «globalizzato». Ma soprattutto il Papa afferma subito e con chiarezza che bisogna uscire dal pantano fangoso della contrapposizione tra ansia di cambiamento e 10 applicazione pura e semplice di norme astratte. Scrive: «I dibattiti che si trovano nei mezzi di comunicazione o nelle pubblicazioni e perfino tra i ministri della Chiesa vanno da un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento, all’atteggiamento che pretende di risolvere tutto applicando normative generali o traendo conclusioni eccessive da alcune riflessioni teologiche» (AL 2). Nel primo capitolo il Papa articola la sua riflessione a partire dalle Sacre Scritture. La Bibbia «è popolata da famiglie, da generazioni, da storie di amore e di crisi familiari» (AL 8), e a partire da questo dato si può meditare come la famiglia non sia un ideale astratto, ma un «compito “artigianale”» (AL 16), che si esprime con tenerezza (cfr AL 28), ma che si è confrontato anche con il peccato sin dall’inizio, quando la relazione d’amore si è trasformata in dominio (cfr AL 19). Allora la Parola di Dio «non si mostra come una sequenza di tesi astratte, bensì come una compagna di viaggio anche per le famiglie che sono in crisi o attraversano qualche dolore, e indica loro la meta del cammino» (AL 22). Neppure la Bibbia presenta immagini idilliache di famiglie perfette: tutti dobbiamo riconoscere le imperfezioni delle nostre storie, cercando in esse le risorse e le grazie da cui ricominciare. Una delle tante immagini dei nostri giovani che “servono la vita” senza confini (Anna in Congo) Nel secondo capitolo il Papa considera la situazione attuale delle famiglie, tenendo «i piedi per terra» (AL 6) e affrontando alcune sfide: dal fenomeno migratorio alla negazione ideologica della differenza di sesso; dall’attenzione alle persone con disabilità al rispetto degli anziani; dalla decostruzione giuridica della famiglia alla violenza nei confronti delle donne. Francesco insiste sulla concretezza, che è una cifra RIVOLI Parrocchie nella Città fondamentale dell’Esortazione, ma invita anche ad un’analisi che non sfoci nel pessimismo. Infatti, pur constatando gli aspetti negativi della società e della cultura odierna, papa Francesco ci stimola a ricercare sempre il risvolto positivo e l’opportunità che sempre ci si presenta. Il terzo capitolo è dedicato ad alcuni elementi essenziali dell’insegnamento della Chiesa circa il matrimonio e la famiglia. La presenza di questo capitolo è importante, perché illustra in maniera sintetica, la vocazione alla famiglia secondo il Vangelo come è stata recepita dalla Chiesa nel tempo. Il Pontefice chiede subito chiaramente che si metta tutta la dottrina del matrimonio e della famiglia sotto la luce del kerygma. «Davanti alle famiglie e in mezzo ad esse deve sempre nuovamente risuonare il primo annuncio, ciò che è “più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario”» (AL 58). Al centro dell’Esortazione si apre il quarto capitolo che mons. Brambilla, vescovo di Novara, così introduce: “Per trovare il centro di gravità di Amoris Laetitia suggerisco un’immagine: quando la donna apre la custodia che contiene l’anello di fidanzamento su cui è incastonato un diamante, ammira anzitutto lo sfavillio del gioiello d’incalcolabile valore. Il capitolo IV: «L’amore nel matrimonio» è il diamante dell’esortazione apostolica”. Lo stesso papa valorizza questo capitolo dicendo: «Tutto quanto è stato detto (nei capitoli precedenti) non è sufficiente a esprimere il vangelo del matrimonio e della famiglia se non ci soffermiamo in modo specifico “a parlare dell’amore”» (n. 89). È un capitolo in cui l’Inno alla Carità di san Paolo (1Cor 13) illumina, in modo profondo e allo stesso tempo concreto, quello che è il “lavoro dell’amore” all’interno del rapporto di coppia nel suo dispiegarsi nel tempo. Il quinto capitolo è tutto concentrato sulla fecondità e sulla generatività dell’amore. Si parla in maniera spiritualmente e psicologicamente profonda dell’accogliere una nuova vita (dell’attesa propria della gravidanza, dell’amore di madre e di padre) ma anche della fecondità allargata e della vita nella famiglia in senso ampio, con la presenza di zii, cugini, amici, fino ai vicini di casa. E all’interno di questa dimensione sociale il Papa sottolinea sia il ruolo specifico del rapporto tra giovani e anziani, sia la relazione tra fratelli come tirocinio di crescita nella relazione con gli altri. Nel sesto capitolo il Pontefice affronta alcune vie pastorali che orientano a costruire famiglie solide e feconde secondo il piano di Dio. Ma è da chiarire subito che il Papa preferisce lasciare la pastorale familiare più pratica alla creatività locale: «Saranno le diverse comunità a dover elaborare proposte più pratiche ed efficaci, che tengano conto sia degli insegnamenti della Chiesa sia dei bisogni e delle sfide locali» (AL 199). Per questo non pretende di presentare una pastorale della famiglia, ma si limita a «raccogliere alcune delle principali sfide pastorali» (ivi). Il settimo capitolo è tutto dedicato all’educazione dei figli: la loro formazione etica, il valore della sanzione come stimolo, il paziente realismo, l’educazione sessuale, la trasmissione della fede e, più in generale, la vita familiare come contesto educativo. Interessanti sono la saggezza pratica che traspare a ogni paragrafo e soprattutto l’attenzione alla gradualità e ai piccoli passi «che possano essere compresi, accettati e apprezzati» (AL 271): Papa Francesco esorta a valorizzare il bene, pur nella discontinuità e nella fatica che accompagnano ogni esperienza di crescita. L’ottavo capitolo costituisce un invito alla misericordia e al discernimento pastorale di fronte a situazioni che non rispondono pienamente a quello che il Signore propone (convivenze, matrimoni civili, separati e divorziati). Il Papa usa qui tre verbi molto importanti — accompagnare, discernere e integrare — che sono fondamentali nell’affrontare situazioni di fragilità e complessità. Quindi prende in considerazione la necessaria gradualità nella pastorale, l’importanza del discernimento, le norme e circostanze attenuanti nel discernimento pastorale; e infine quella che egli definisce la «logica della misericordia pastorale». Su di essa scrive il Pontefice: «A volte ci costa molto dare spazio nella pastorale all’amore incondizionato di Dio». In particolare, nei confronti delle persone separate, divorziate e risposate, la Chiesa è incoraggiata a esplorare quali via permettano a questi suoi figli di sentirsi prima di tutto riconosciuti e valorizzati per i beni e i carismi di cui sono portatori, mentre vanno accompagnati a prendere atto delle proprie 11 responsabilità, a elaborare il lutto per il fallimento del loro progetto di vita e ad avere particolare cura dei loro figli. Attraverso la proposta di cammini di discernimento personale (caso per caso) i pastori e le parrocchie, mentre accompagnano questi loro fratelli e sorelle, sono chiamati a loro volta alla conversione del proprio stile familiare e comunitario. Il nono capitolo infine è dedicato alla spiritualità coniugale e familiare, «fatta di migliaia di gesti reali e concreti» (AL 315). Con chiarezza si dice che «coloro che hanno desideri spirituali profondi non devono sentire che la famiglia li allontana dalla crescita nella vita dello Spirito, ma che è un percorso che il Signore utilizza per portarli ai vertici dell’unione mistica» (AL 316). «I momenti di gioia, il riposo o la festa, e anche la sessualità, si sperimentano come una partecipazione alla vita piena della sua Risurrezione» (AL 317). In conclusione, Amoris Laetitia invita tutta la Chiesa – famiglia di famiglie – a camminare, accettando la sfida di riflettere e agire in questo tempo storico, che pur abitato da limiti e contraddizioni, continua ad essere lo spazio promettente in cui accogliere i doni pasquali del Risorto. Questo è il tempo in cui fidarci dello Spirito e da Lui farci accompagnare nel percorso che Papa Francesco ci spinge ad intraprendere cosi che… “contemplare la pienezza che non abbiamo ancora raggiunto ci permette anche di relativizzare il cammino storico che stiamo facendo come famiglie, per smettere di pretendere dalle relazioni interpersonali una perfezione, una purezza di intenzioni e una coerenza che potremo trovare solo nel Regno definitivo. Inoltre ci impedisce di giudicare con durezza coloro che vivono in condizioni di grande fragilità. Tutti siamo chiamati a tenere viva la tensione verso qualcosa che va oltre noi stessi e i nostri limiti, e ogni famiglia deve vivere in questo stimolo costante. Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare! Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa.” (AL 325) Don Mario Aversano, Luca e Ileana Carando LA PREGHIERA PER RICONCILIARE GLI SPOSI DIVISI O SOSTENERE L’UNITA’ FAMILIARE O Signore, donami un cuore grande nel perdono, che sappia riconoscere i miei possibili errori e dimenticare l’offesa e il dolore ricevuto per l’allontanamento di (mio marito/mia moglie). Infondi in me la forza del Tuo Amore, perché io possa amare per primo e continuare ad amare senza mai perdere la speranza. Tu sei padrone dei cuori: fa’ rivivere nei nostri cuori la Grazia del nostro Sacramento, aiutaci a riunirci insieme nella Tua Pace. E se mai io dovessi soffrire ancora, accetta la mia sofferenza come mezzo di purificazione e di eterna salvezza di ognuno di noi. O Maria e Giuseppe, che siete stati i fidanzati e gli sposi più perfetti, e che tuttavia siete stati sottoposti alla prova del vostro mutuo amore, pregate per noi, fate rinascere in me e (nome marito/moglie) il desiderio e l’impegno di riunire e salvare la nostra famiglia. Amen. 12 RIVOLI Parrocchie nella Città AMORIS LAETITIA: CHE COSA RISUONA IN NOI? Il testo che segue è il frutto dell’incontro di una sera di luglio in cui ci siamo ritrovati a mettere in comune i pensieri emersi dalla lettura dell’Esortazione, con alcune persone che abbiamo invitato e sulla base di qualche sollecitazione condivisa. Ci hanno dato la loro disponibilità Mirella e Piero Guglielmone, offrendoci la ricchezza della loro esperienza di coppia e di servizio nella pastorale delle famiglie, il “nostro” seminarista Filippo Massarenti, Manuela e Claudio Larocca, giovani sposi e giovani genitori, testimoni di Incontro Matrimoniale e di una pastorale attiva e appassionata a sostegno della vita, Simona Corrado, suora missionaria dell’Immacolata Regina della Pace e mediatrice familiare (collabora con il Punto Familia, l’Associazione Spazio Genitori, la Diocesi di Torino). In seguito, non potendo essere presente quella sera, ci ha mandato il suo contributo Fernanda Vacirca, psicologa e insegnante presso la Scuola Gobetti della nostra Città. In queste pagine troviamo parte delle riflessioni emerse durante la serata, introdotte da alcune parole, quelle che risuonavano in noi dopo la lettura, e che abbiamo abbinato senza commento alla lettura del testo. Diffuse nelle pagine, le parole del Papa che ci hanno colpito per la loro incisività. 1. Quali elementi la lettura dell’Esortazione ha aggiunto alla tua riflessione sui tre ambiti specifici trattati dal Papa e variamente declinati nel testo, e che possono essere così riassunti? • esperienza personale di amore coniugale • confronto tra l’esperienza della vita e l’“ideale esigente” del Vangelo • pastorale della famiglia e della coppia (dove si integrano il Magistero, la tradizione e le nuove prospettive) Lidia - Possiamo partire dalla sottolineatura di quanto sia grande il mistero del matrimonio: un mistero che tiene insieme da una lato l’ideale e dall’altro la carne e il sangue. Gli aspetti ideali e gli aspetti estetici: il mistero del matrimonio dentro il mistero dell’Incarnazione: limite e vertigine, quotidianità e idealità. Quale esperienza ne abbiamo? Quale corrispondenza tra la nostra vita e i contenuti dell’Esortazione? Piero - Nella nostra esperienza abbiamo trovato delle persone che ci hanno fatto camminare, anche a partire dalle difficoltà quotidiane della vita di coppia. Abbiamo scoperto allora che di strada ce n’era da fare, confrontandoci anche con le coppie che seguivamo nella preparazione del matrimonio: se non vuoi bleffare, di strada ce n’è da fare. Oggi, leggendo l’Esortazione, abbiamo ritrovato gli stessi stimoli a orientare cristianamente il matrimonio, declinati con un linguaggio nuovo. Mirella - Ho ritrovato nel capitolo IV un vero e proprio manuale per la vita di coppia; è anche una proposta per l’esame di coscienza serale: una proposta concreta che orienta i comportamenti, un testo utile per il cammino di pastorale degli sposi e delle famiglie. Potremmo proporlo questo cammino alle famiglie che vengono in parrocchia con i loro bambini per il catechismo. Sr Simona - Io lavoro al Consultorio, accompagno le situazioni di fragilità delle coppie. Il giorno in cui è uscita l’esortazione è stato un giorno di gioia, vissuto in modo molto emotivo. Abbiamo lavorato tanto per questo Sinodo che non stavo più nella pelle. Questo mi ha portato a dare una prima lettura veloce, emotiva cui poi, naturalmente, è seguita una lettura più sistematica. La prima lettura è stata un respiro. Questo respiro era dato dal linguaggio: ho pensato: “È un linguaggio che finalmente arriva a tutti”. E poi c’è il realismo con cui la famiglia viene rappresentata: lo stesso Papa fa un’autocritica rispetto alla idealizzazione della famiglia che per anni abbiamo fatto: ho avvertito che finalmente avevamo la possibilità di integrare il reale e l’ideale. Certo, è tutto da inventare, ma questa cosa mi dà molto 13 sollievo. La mia lettura è stata più attenta laddove si parla delle ferite dell’amore – dell’accompagnamento dei separati, dei risposati di cui mi occupo - e ho colto quanto quest’esortazione aiuta a includere. Perché dice con chiarezza che tutti sono degni di stare dentro un cammino di fede. Respiro a includere: tutti sono degni di un cammino di fede. I “segni del Verbo” sono in qualsiasi forma di vita, non solo in qualunque forma di religione (cfr. Vaticano II): anche chi non vive in pienezza il matrimonio, porta in sé i segni del Verbo. C’è una grande attenzione ai cammini di ognuno, ovunque si trovi; nessuno è arrivato. C’è attenzione alle tappe, alla progressione. Filippo - Mi accorgo che lo stile che abbiamo in Seminario è sempre analitico, un po’ distaccato: consideriamo le questioni della vita familiare da un punto di vista teologico o perlomeno canonico: subito il capitolo 8. La vita di un seminarista paradossalmente è molto ritirata, anche rispetto alla vita coniugale dei genitori. Siamo un po’ scevri dalla dimensione familiare. E pensare che proprio la vita coniugale dei miei genitori tanta parte ha avuto anche nella storia della mia vocazione. Mentre io studiavo a Parigi, i miei genitori hanno ospitato un ragazzo profugo afgano per tre anni: la loro generosità, l’apertura del nucleo familiare a una dimensione missionaria della vita, ha rafforzato in me l’idea che anche la mia vita poteva essere spesa nel servizio. Dunque, l’Esortazione a noi seminaristi aggiunge uno sguardo più da vicino che non si limita agli aspetti canonici ma raggiunge la famiglia nella sua dimensione reale. Manuela – Non ho notato cambiamenti dal punto di vista dottrinale, ma ho visto un cambiamento di sguardo. Emerge l’Interessamento alla persona, in tutti i momenti della sua vita; questo è confortante per me, che non sempre nella mia vita, pur essendo inserita nella comunità, ho avvertito la vicinanza dei fratelli. Come se ci fosse una specie di pudore che frena i sacerdoti e la comunità a interessarsi della vita delle persone, nei suoi snodi quotidiani, anche dolorosi. Questa esortazione risveglia la coscienza dei credenti a una partecipazione fattiva alla vita delle persone. Claudio - L’Esortazione richiama l’attenzione di chi si occupa di pastorale familiare sui documenti della Chiesa che sono intervenuti su questo tema: come se il Papa esortasse a far diventare azione pastorale l’insegnamento già espresso. Nulla di nuovo, a dispetto di chi vuole leggere qualcosa che non c’è, piuttosto l’esortazione a incarnare nella pastorale l’ideale esigente che il Vangelo propone. Venendo alla mia esperienza personale, la mia conversione è stata possibile perché qualcuno ha avuto il coraggio di propormi questo ideale esigente e il fascino del Vangelo mi ha raggiunto. Bisogna trovare forme nuove per comunicare ai giovani e alle famiglie il fascino del Vangelo, del matrimonio cristiano, della vocazione sacerdotale e religiosa, curando l’accompagnamento 14 spirituale, avendo il coraggio di proporre le vette della castità prematrimoniale e della preghiera, che è poi l’unico mezzo che rende possibile la vita secondo il Vangelo. Qui si gioca la sfida della nostra pastorale familiare. Fernanda - Ho trovato molto suggestivo e interessante il lungo capitolo “L’amore nel matrimonio”. Papa Francesco non descrive teoricamente i contorni e le caratteristiche dell’amore coniugale ma parla d’amore, utilizzando l’inno alla carità di San Paolo. Parla dell’amore, che è una realtà universale e univoca, e la riferisce alla realtà sponsale. Parla d’amore con realismo, non nascondendo le difficoltà e i limiti che condizionano l’esperienza umana dell’amare. Ma sembra che lo faccia partendo da una riflessione personale, partendo dalla sua umanità, non solo dal cammino sinodale o dal suo ruolo di Pastore, con la profondità e la semplicità di chi sente questi temi vicini, anche perché uomo. Mi è piaciuto molto questo. Ho riconosciuto nella descrizione così attenta e approfondita delle dimensioni dell’amore coniugale, molto della mia storia di coppia, del lungo percorso del mio matrimonio, riconoscendo bellezze che a volte ho dato per scontate. Mi ha colpito la carica di positività e di entusiasmo rispetto alla bellezza dell’“amore di amicizia”, che dovrebbe caratterizzare l’esperienza matrimoniale. Non sono, queste, pagine che schiacciano sotto irraggiungibili modelli ideali, ma pagine che aprono agli orizzonti della gioia di vivere nel matrimonio la propria umanità, piena e limitata al contempo, e dentro un dinamismo che è mistero. È presente il continuo riferimento al Vangelo, come ideale esigente ma anche come fonte inesauribile di gioia. Risposta al bisogno di essere amati e di amare, che ci spinge verso l’altro diverso da noi. Il riferimento al Vangelo è anche riferimento a una radicalità di vita, che però qui non mi pare estremizzata; la sobrietà per esempio non è proposta agli sposi in termini che potrebbero essere colti come opprimenti o limitanti. L’accento, sempre, è sulla gioia di donare, la felicità della comunione. Molto spazio è dato alla tenerezza. Sarebbe interessante contare quante volte i termini gioia e felicità si trovano nel testo, partendo ovviamente dal titolo. RIVOLI 2. Quali questioni a tuo giudizio rimangono aperte, perché non trattate o irrisolte, della complessità dell’universo familiare contemporaneo? Assumendo come criterio l’ideale esigente – come il Papa stesso lo chiama – del Vangelo, a quali conversioni è chiamata oggi la famiglia nel mondo occidentale? Lidia - Il Papa parla di modelli e forme del passato e poi di un cambiamento di prospettiva alla luce del cambiamento antropologico in atto. Ora, fatto salvo che il Vangelo è sempre uguale a se stesso, quali prospettive pastorali per “toccare le fibre del cuore” – sono parole sue - delle donne e degli uomini di oggi? Quale linguaggio dobbiamo parlare per risvegliare la fiducia nella grazia? Come tenere insieme la radicalità del Vangelo e la multiformità del reale? Per fare un esempio, la necessarietà di un dialogo di coppia vivo e rigenerante e il logorio dei ritmi lavorativi? La questione rimane aperta. Parrocchie nella Città suo ministero e le persone che vivono situazioni di fatica. Questa prospettiva aperta sta rilanciando la creatività pastorale e apre a soluzioni nuove: per esempio, la diocesi di Torino insieme alle diocesi del Piemonte sta organizzando un servizio che prevede tre poli in cui saranno presenti lo sportello di ascolto sul discernimento (formazione di sacerdoti e coppie che ascolteranno). Questa prospettiva sta suscitando interesse; poi, certo, è tutto da inventare. Un’altra questione aperta è quella della formazione della coscienza ed è un’apertura bellissima! Dà la possibilità agli adulti nella fede di confrontarsi con la propria fede; certo, dentro la propria comunità perché la nostra fede non è individualistica. Possiamo lavorare su questo. Poi ci sono degli accenni alla formazione dei seminaristi: troppo poco. Mi sembra che siamo ancora lontani dall’idea della reciprocità dei sacramenti dell’ordine e del matrimonio. Su verginità e matrimonio ci sono delle bellissime pagine ma zero sul rapporto tra vita consacrata e vita familiare. Fernanda - Riconosco che i temi della vita familiare Claudio e di coppia sono affrontati tutti con attenzione e profondità. Non mi pare che nulla sia lasciato irrisolto, emerge un desiderio reale e autentico di rinnovamento pastorale. Occorre riconoscere che il testo parte necessariamente da un’idea di famiglia e di matrimonio che ha solide radici nella dottrina e nella tradizione della Chiesa e che non contempla significative aperture di significato rispetto ad altre realtà familiari indubbiamente presenti in modo significativo almeno nel mondo occidentale, oppure rispetto a esperienze umane come l’unione d’amore tra persone omosessuali, che interrogano la cultura e il pensiero attuale in modo urgente. Manuela – Io ho notato che non ci sono criteri per il discernimento delle situazioni difficili. Il Papa non definisce a mio giudizio i criteri del discernimento e, forse, lasciare ai sacerdoti tale responsabilità è un rischio. Nella nostra esperienza, infatti, abbiamo incontrato sacerdoti illuminati ma anche guide che non ci hanno indicato con chiarezza il cammino della santità. Piero - Sì, certo. La domanda che ci interroga è sempre la stessa: quale amore? Che cos’è l’amore? Chi vive l’amore dal punto di vista della fede e sa che l’amore viene da Gesù e che è un progetto di vita, si ritrova in questo testo. E ha la gioia e la responsabilità della testimonianza. Sr Simona - Anch’io trovo che rimanga aperta tutta la questione della fecondità sociale: mentre pone la famiglia dentro un contesto reale, il testo non sviluppa il tema del rapporto tra le esigenze della famiglia e la pressione sociale. Lavora molto bene sulla bellezza, sulla grazia del sacramento e poco su questi temi. Il discorso del discernimento, invece, è una questione dichiaratamente aperta e delicata per entrambe le parti: un sacerdote che in coscienza vuole vivere il - Il papa invita i religiosi a non sentirsi superiori ai fedeli sposati. Sr Simona - Sì, certo, ma questo è un po’ limitante perché il confronto vero va fatto sulle dignità delle vocazioni, sulla diversità che non è più o meno, ma è diversità. Sr Simona - Poi è liquidato molto velocemente il discorso sulle persone omosessuali: si parla dei genitori delle persone omosessuali, non si apre la discussione sull’amore omosessuale; ci sono alcuni accenni che potrebbero essere interpretati alla luce di questo, come per esempio il riferimento a “qualsiasi forma d’amore”. Ci sono delle contraddizioni dentro il testo che risentono anche della composizione delle riflessioni teologiche, sacramentali, canoniche. È normale che ci siano. Mirella - Ritorno sulla formazione della coscienza: è una sfida educativa quella della formazione della coscienza. Oggi è un tema molto poco attuale nell’educazione dei figli: ci si occupa della formazione scolastIca cui viene assegnato tanto valore, della formazione sportiva, ma non della formazione della coscienza: si sente dire: “Scegliereanno da grandi”. Filippo - È che si confondono formazione della coscienza e libero arbitrio. Mirella – Un’altra questione che rimane aperta è quella dell’accompagnamento delle giovani famiglie. Chi si occupa oggi di sostenere i giovani coniugi e accompagnarli nel loro ruolo educativo e nella scoperta della grazia? Bisogna che portiamo l’attenzione su questo: bene la pastorale dei fidanzati in preparazione del matrimonio ma senza trascurare, come forse facciamo, l’accompagnamento successivo. Certo, è difficile trovare la gente disponibile a cammini così. Bisogna creare sensibilità e suscitare la consapevolezza della necessità di una crescita da parte delle persone e insieme formare persone che 15 con la loro azione pastorale “presentino le ragioni del matrimonio cristiano nelle sue dimensioni unitiva e procreativa”. Lidia - Recuperando anche quanto è stato detto pri- ma, potremmo interrogarci sulla natura di questo accompagnamento, sulle azioni dell’accompagnamento stesso. Al numero 204 si leggono i nomi degli specialisti che, a vario titolo, possono entrare in questo accompagnamento. Ma talvolta mi viene il sospetto che si medicalizzi un po’ questa coppia; forse una certa educazione alla vita di preghiera aiuterebbe gli sposi ad “attrezzarsi” per affrontare le difficoltà. La fedeltà, poi, è l’esito della preghiera perché è dentro la relazione con Dio che si radica il sì, non è una norma, pesante come pietra (come si dice al numero 49). Nelle nostre comunità, più preghiera e più sacramenti ma dentro un respiro ampio, un abbraccio aperto in cui ciascuno possa trovare il suo posto. Claudio - Nella formazione della coscienza, sono necessarie una direzione spirituale precisa, anche una certa severità. Perché la Chiesa è madre e, come tale, esigente, severa e insieme amorevole. Mi sembra importante fare di questo documento un’opportunità: il polo interdiocesano di cui parlava sr Simona è uno strumento importante per tante coppie, per chi deve fare un discernimento, per chi vive un momento di crisi. Perché non sempre i parroci, presi da mille incombenze, riescono a dare una risposta pronta alle richieste di colloquio e talvolta questo rappresenta un rischio per i cammini personali e di coppia. Manuela - È importante un’azione pastorale che anticipi la crisi e che sia preventiva rispetto al fallimento, come dice lo stesso Papa, in più punti dell’Esortazione. Claudio - Talvolta poniamo noi stessi dei limiti all’annuncio. Non abbiamo il coraggio di educare alla preghiera e di parlare di castità prematrimoniale perché non abbiamo più le forme per veicolare questi messaggi. Dobbiamo educarci a un nuovo linguaggio che presenti le sfide come imprese affascinanti. Filippo - C’è anche un’altra questione aperta, un po’ di sottofondo, ma che è molto presente, quella della sinodalità. Il Papa apre una nuova strada: la via del magistero della Chiesa passa attraverso una maggiore sinodalità. Mi chiedo se non sia una scelta di maggior coinvolgimento degli attori principali: quest’esortazione coinvolge direttamente la famiglia. È una questione principale perché la forma stessa del popolo di Dio è sinodale. E anche l’indeteterminatezza delle questioni di cui abbiamo parlato viene fuori proprio dal metodo sinodale: il Papa non vuole tagliare la realtà alla base delle proprie idee, ma rispetta la sinodalità emersa durante i lavori del sinodo stesso. Anche sulla questione dell’omosessualità, la via indicata è quella del dialogo aperto che continua. Intervengono anche altre esigenze di tipo ecumenico. E qui si aprono nuove questioni: essendo universale, la 16 Chiesa si confronta con molte dimensioni. Manuela - Un argomento molto attuale è quello dell’ideologia gender di cui il Papa avverte la minaccia in relazione al tema dell’educazione della coscienza. E questa preoccupazione ci interpella a livello personale e comunitario, soprattutto per quanto riguarda l’educazione dei bambini e dei ragazzi. Mirella - Alcune questioni sociali trattate dall’esortazione sono definite situazioni attuali da considerare: le unioni di fatto delle persone dello stesso sesso non equiparabili al matrimonio, la necessità del riconoscimento della dignità della donna con il rifiuto della mercificazione del corpo femminile. Manuela - Evidentemente ne avverte la necessità. Sono pericoli Lidia - Come l’individualismo esasperato di cui parla nel primo capitolo Sr Simona - Sì, infatti, dentro un contesto molto più ampio che ci comprende tutti. Fernanda - Viene proposta una riscoperta della esperienza evangelica nella vita familiare, intesa come esperienza totalizzante di amore e tenerezza. La sfida pastorale che emerge dal testo è che l’invito all’ideale esigente del Vangelo non può raggiungere le persone, la gente di oggi, se non attraverso un linguaggio comprensibile, proposte compatibili con le esigenze delle varie culture e dei vari contesti; la sottolineatura ricorrente del Papa circa la necessità, per i pastori, di avvicinarsi con rispetto a culture e tradizioni differenti, cogliendone con attenzione gli aspetti positivi e umanizzanti, va a mio avviso, letto anche pensando ai differenti paradigmi culturali che coesistono, a volte in conflitto, nel contesto occidentale; sono culture, a volte, anche molto distanti da linguaggi e simboli religiosi. La sfida è quindi parlare di verità che non cambiano utilizzando linguaggi che cambiano. RIVOLI 3. Il Papa e i Vescovi dicono: “le realtà che ci preoccupano sono sfide. Non cadiamo nella trappola di esaurirci in lamenti autodifensivi, invece di suscitare una creatività missionaria (...) le difficoltà sono un invito a liberare in noi le energie della speranza traducendole in sogni profetici, azioni trasformatrici e immaginazione della carità”. Colpiscono soprattutto gli aggettivi che rilanciano la creatività: quali prospettive pastorali immagini per un nuovo incontro con le famiglie segnato dalla novità del Vangelo? Sr Simona - Una prospettiva forse non concreta ma che indica una nuova direttrice della pastorale, assumendo l’ideale e cercando forme nuove e attuali di evangelizzazione, la dico con le parole che il Papa ribadisce non soltanto qui è quella della superiorità del tempo sullo spazio. È uno dei principi che emerge più chiaramente dall’esortazione e cambia completamente la prospettiva pastorale: oggi la nostra pastorale è centrata non sul tempo – cioè sull’accompagnamento e il rispetto dei tempi che le persone hanno per maturare dentro i loro orari, i loro cammini di fede, ciò che la vita propone - ma sugli spazi. Nel testo c’è un riferimento spettacolare alla crisi, una sottolineatura specifica della crisi, delle tappe, della diversificazione delle crisi. Emerge la necessità dell’accompagnamento della crisi: tutte le persone affrontano le crisi che sono passaggi liminari alla crescita. Non possiamo crescere se non attraverso la crisi. Questa consapevolezza cambia la prospettiva dell’accompagnamento nelle fasi evolutive: i momenti cruciali, i passaggi. I cicli antropologici vitali della famiglia corrispondono a cicli vitali della fede. Dentro i passaggi della vita (es primo figlio) tu maturi, cresci nella tua dimensione di fede. Questo ci permette di riflettere concretamente sulla vita delle nostre comunità: quanto tempo dedichiamo alle riunioni e agli aspetti organizzativi, ma anche ai catechismi, e quanto tempo dedichiamo all’ascolto delle persone? Io mi scaldo su questo. La superiorità del tempo sullo spazio stravolge i nostri schemi, mette al centro la relazione umana, quella con Dio, l’accompagnamento della cura del sacramento del matrimonio che cresce attraverso le fasi della vita. Perché vivere il sacramento che hai ricevuto il giorno del matrimonio quando hai una situazione familiare con un genitore malato o un figlio che vive dei momenti di difficoltà è diverso. Parrocchie nella Città che permettano al prete di occuparsi del suo specifico e, insieme, allargare alla comunità la responsabilità dell’accompagnamento. Fernanda - Metterei l’accento sulla necessità, evidenziata nel testo, che la Chiesa si apra ad una comprensione autentica della complessità dell’esperienza di famiglia oggi. Tuttavia, riprendendo una distinzione di E. Morin, sarebbe necessaria una comprensione umana, non solo intellettuale. La comprensione umana è tale se integra la comprensione intellettuale con l’esperienza di immaginare di mettersi nei panni dell’altro, di qualunque altro, oltre che di considerare il ruolo dei contesti di vita e delle culture di riferimento. Comprensione quindi senza limiti, senza filtri, libera. Le risposte che ne seguirebbero, le cosiddette “posizioni della Chiesa”, non risulterebbero confuse o impoverite da tale “libertà di comprensione” ma permetterebbero alla creatività dello Spirito di guidare la successiva interpretazione di tale complessità e le necessarie risposte che ne deriverebbero, tutte ispirate alla Verità del Vangelo. Mi pare che vada in questo senso l’analisi presentata nel capitolo secondo che ha per titolo “la situazione attuale della famiglia” nonché la critica alla “morale fredda” o le parole di pag. 15: ”Esistono diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina e alcune conseguenze che da esse derivano (…) ; in ogni paese e regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali. Intervista coordinata da Lidia Zanette Dall’Amoris Laetitia alcune citazioni... “Nella famiglia è necessario usare tre parole. Vorrei ripeterlo. Tre parole: permesso, grazie, scusa. Tre parole chiave!” (n,133) “L’amore convive con l’imperfezione, la scusa e sa stare in silenzio di fronte ai limiti della persona amata” (n.113) “Non posso non affermare che, se la famiglia è il santuario della vita, il luogo dove la vita è generata e curata, costituisce una lacerante contraddizione il fatto che diventi il luogo dove la vita viene negata e distrutta.” (n. 83) - È la pastorale della prossimità, certo. Ma i sacerdoti oggi non hanno tempo per fare questo! La loro giornata inizia prestissimo e non ha soste. “Aprire la porta ad una pastorale positiva, accogliente, che rende possibile un approfondimento graduale delle esigenze del Vangelo” (pag. 41) Sr Simona - Infatti è la comunità che deve assumersi delle responsabilità in merito a questo. Nel matrimonio è bene aver cura della gioia dell’amore. (pag. 113) Piero Filippo - È vero, la pastorale non è soltanto un compito del prete. Io penso al prete come alll’uomo delle relazioni e vedo che gli competono invece mille altre incombenze: dobbiamo trovare delle soluzioni “Dio ha affidato alla famiglia il progetto di rendere “domestico” il mondo, affinché tutti giungano a sentire ogni essere umano come fratello” (pag. 160) 17 GERMOGLI DI VERITÀ incontri di preghiera e condivisione insieme alle persone separate o in nuova unione ogni mese alle ore 21.00 nei seguenti luoghi: domenica 23 ottobre 2016 a Pianezza, Villa Lascaris giovedì 17 novembre, martedì 13 dicembre, giovedì 19 gennaio 2017, martedì 21 febbraio a Rivoli - parrocchia Santa Maria della Stella domenica 26 marzo a Pianezza, Villa Lascaris giovedì 27 aprile e martedì 23 maggio a Rivoli - parrocchia S. Maria della Stella domenica 18 giugno a Pianezza, Villa Lascaris 18 RIVOLI Parrocchie nella Città Ripartono le iniziative per le famiglie con bambini da 0 a 5 anni Lo staff della Parrocchia Santa Maria della Stella che segue i progetti rivolti alle famiglie dei bambini in età 0/5 anni è in pieno fermento: sabato 24 settembre al pomeriggio in oratorio verranno presentati i nuovi programmi e ci sarà l’occasione di raccontare ai partecipanti le finalità delle iniziative già avviate, le esperienze passate e gli sviluppi futuri. progetti. Potete seguire gli aggiornamenti sulla nostra pagina Facebook “Semplicemente Mamma” e contattarci all’indirizzo mail: [email protected] Per i bambini presenti sono previsti - dalle 16 alle 18 circa - momenti di gioco guidato (suddivisi per età) e qualche attività esemplificativa delle proposte di laboratori finora denominati “1,2,3... stella!” che inizieranno a novembre sotto il cappello “Intrecci”, in collaborazione con il comune di Rivoli e con il Tavolo di progettazione Altrotempo Zerosei. Per le mamme con bebè fino ai 2 anni, nell’ambito del progetto “Semplicemente... Mamma!” è stato organizzato un incontro gratuito con un’esperta di massaggio infantile e della scuola del portare, al fine di presentare alcune tecniche che saranno oggetto di attività successive. Inoltre verrà ufficialmente dato il via ai cerchi delle mamme, agli incontri di accompagnamento alla nascita e ai vari appuntamenti con figure esperte di supporto sia per le donne in gravidanza che per le neo-mamme. Per quel che riguarda le serate di formazione alla genitorialità “Essere genitori, un’arte imperfetta”, proposte in collaborazione con l’associazione di volontariato Famiglialcentro, sarà presentata al pubblico questa iniziativa di grande successo giunta alla 5a edizione. Invitiamo dunque a partecipare i bambini in età prescolare accompagnati da genitori e nonni e chiediamo loro di aiutarci a diffondere i materiali che verranno distribuiti per far conoscere a tutti i vari 19 LA SCELTA DI... NON BERE Ogni giorno, sera, notte, ogni ora le cronache registrano una tragedia dove il consumo di alcol è la causa scatenante di incidenti stradali, risse, scontri tra tifoserie e bande, ma anche di tragedie che non sempre compaiono in tv o sui giornali e che si consumano tra le mura domestiche o nei corridoi ospedalieri. Tragedie che pesano sulle spalle e nel cuore di chi ne è in quel momento coinvolto e sono generalmente vissute in solitudine e nell’indifferenza generale, non esenti però dal giudizio e dalla condanna di chi incolpa il bevitore come “un debole incapace” e i familiari come “probabile causa scatenante” (se quel marito..., se quella donna..., se quei figli bevono e si ubriacano... è perché in famiglia!!!...). Giudizio e condanna somministrati senza appello e senza diritto di difesa. L’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) ha inserito l’alcol nell’elenco delle sostanze dopanti (droghe) riconoscendone e denunciandone la pericolosità, la capacità di indurre dipendenza e provocare danno fisico. La maggior parte delle Nazioni ne limita fortemente o ne proibisce totalmente l’uso a chi si pone alla guida di un mezzo; le società sportive lo bandiscono dall’alimentazione degli atleti in gara; la medicina ne consiglia un consumo limitato in quanto origine di danni all’organismo; le aziende ne vietano il consumo durante lo svolgimento delle attività lavorative, ecc. ecc. ecc. Ma... ammettiamolo!... siamo consapevoli di tutto ciò e tuttavia l’alcol è fortemente radicato nella nostra cultura e nelle nostre abitudini sociali: fin dalla nostra nascita l’alcol è una presenza costante sulle nostre tavole e ad esso ci rivolgiamo per celebrare ogni occasione festosa: matrimoni, battesimi, successi scolastici e lavorativi, compleanni, incontri di amici ecc. ecc. È così radicato nelle nostre “abitudini” che anche chi non ne fa uso ne conserva nella propria casa almeno una bottiglia di rappresentanza da offrire ad eventuali ospiti “perché se viene qualcuno...!!!”. Ma ipotizziamo di riservare la stessa attenzione a un’altra sostanza presente nella tabella OMS, il tabacco (e limitiamoci al tabacco!). Ipotizziamo di tenere in casa un pacchetto di sigarette, o sigari, o tabacco sfuso, da pipa per eventuali ospiti fumatori. È una provocazione? Entrambe le sostanze sono 20 presenti nella tabella OMS... ma perché demonizziamo il tabacco e accettiamo l’alcol? In questa “euforia alcolica sociale” non sono poche le case e le famiglie ove si vivono, soffrono, piangono “tragedie individuali” causate dal consumo di alcol. Abituiamoci a considerare il termine “consumo” abbandonando il termine “abuso”. Quest’ultimo ci porta a considerare la pericolosità della sostanza solo se consumata in quantità eccessiva. Ma qual è la quantità superata la quale si può definire “eccessivo” un consumo? L’unico limite è dato dalla Legge e la normativa attuale italiana stabilisce come valore limite legale il tasso di alcolemia di 0,5 g/litro: guidare un veicolo oltre questo limite - e quindi in stato di ebbrezza - costituisce un reato, punito, oltre che con la perdita di 10 punti della patente, con le severe sanzioni previste dagli articoli 186 e 186 bis del Codice della Strada. Non è possibile individuare limiti univoci e universali, validi per tutti, in quanto la reazione dell’organismo alle sostanze (metabolismo) varia da individuo a individuo e ciò che è eccesso per uno, non lo è per l’ altro. Infatti: • non è forse vero che esistono persone che bevono tranquillamente mezzo litro senza manifestare grosse conseguenze e persone alle quali è sufficiente mezzo bicchiere per non sentirsi più padrone di se stesse? • non è forse vero che la “dipendenza” da una qualunque sostanza (alcol, fumo, droga, gioco) si attiva con l’uso continuo e ripetuto? • non è forse vero che nessuno è in grado di conoscere la propria capacità di non-dipendere da una sostanza, fino a quando questa dipendenza si verifica? E con la dipendenza si presentano i problemi, iniziano le difficoltà individuali, familiari, sociali: • i rapporti in famiglia si guastano, non ci si parla ma ci si ignora e, se si parla, si urla; • la persona che beve, per potersi avvicinare all’alcol si inventa le scuse più assurde, raccontate però con convincente maestria; • questa persona perde ogni interesse, determinata solo a procurarsi la sostanza senza che “gli altri” se ne accorgano, dimenticando che qualunque dipendenza viene incisa profondamente sul volto RIVOLI • • • • • rendendo evidente al mondo ciò che si cerca di nascondere prima o poi presenterà problemi di salute, in primis danni al fegato; sul lavoro nascono problemi e tutto, dentro e fuori la famiglia, si complica maledettamente; l’ansia e la paura aggrediscono lentamente il familiare che teme l’ora del rientro in casa dell’altro; i figli, se minori, non gradiscono più la compagnia del genitore, fonte di vergogna con gli altri; i figli, se maggiorenni, finiscono per nutrire sentimenti ostili verso il genitore Come uscirne? Intanto convinciamoci che l’alcolismo non è una malattia (se lo fosse esisterebbero farmaci in grado di combatterla anche senza la nostra volontà, come avviene con un raffreddore o qualunque altra malattia). I farmaci considerati anti-alcolici hanno solo la funzione di reagire in presenza di alcol nell’organismo e renderne evidente l’assunzione. Non combattono il desiderio di bere. L’alcolismo è una dipendenza derivata da uno stile di vita sul quale possiamo intervenire con un aiuto esterno. Ci si può rivolgere: • al servizio sanitario pubblico, ove agisce il SERT (Servizio per affrontare le dipendenze); • all’associazione degli Alcolisti Anonimi, attiva sul territorio nazionale; • all’associazione dei CAT (Club Alcologici Territoriali), anch’essa nazionale e presente qui sul territorio della zona ovest di Torino nei comuni di Collegno, Grugliasco, Caselette (con il nome di ACAT ZONA OVEST). A quest’ultimo riguardo possiamo fornire ulteriori dettagli: i CAT sono comunità ideate dal professor Vladimir Hudolin, psichiatra croato esperto di fama mondiale, collega, amico, collaboratore del professor Basaglia al tempo dell’abolizione dei manicomi (Legge 180). Il metodo è anche noto come “metodo dei CAT” e, a differenza di altre metodologie, promuove il coinvolgimento della famiglia al completo, alcolista e familiari senza limite di età, offrendo un ambiente protetto ove ognuno abbia l’opportunità di confrontarsi con l’altro, parlarsi e ascoltarsi in modo alternato, in una parola “dialogare”. Cosa non possibile a casa dove si fugge, si urla, ci si ignora. Nei CAT attivi sul territorio della Zona Ovest si incontrano famiglie con figli anche di minor età. Perché? Perché far assistere il minore a confronti a volte tormentati e poco piacevoli? La risposta risiede in un’altra domanda: “Perché lo si è fatto assistere alle scenate familiari, spesso anche violente?” Quando l’alcol entra in una famiglia, i problemi (litigi, paure, discussioni, vergogne, violenze ecc., ecc.) Parrocchie nella Città ricadono su tutti i componenti, nessuno escluso, nemmeno i minori. E quindi perché escluderli dal tentativo di “rinascita”? Abbiamo l’obbligo di coinvolgerli nei momenti di ricostruzione dell’armonia familiare, ne devono tastare il polso anch’essi per riacquistare la sicurezza e la fiducia verso quegli adulti che li avevano prima non considerati, offesi, violentati nella loro natura di bimbi. Ecco perché partecipa l’intera famiglia. Tutti sono stati coinvolti nel danno... tutti sono coinvolti nella ripresa. Inoltre nei Cat il confronto si arricchisce ascoltando e condividendo l’esperienza delle altre persone, scoprendo che le difficoltà affrontate sono tutte identiche nelle famiglie dove è entrato l’alcol. Ci si trova quindi tra simili, ove nessuno giudica e condanna, ma dove tutti si collabora per uscire dal malessere comune... la famiglia può ricominciare ad alzare la testa e convincersi che “... si può!”. L’associazione ACAT ZONA OVEST, comprende 5 comunità (CAT) che si incontrano settimanalmente in serate diverse e sono così distribuite: 2 a Collegno, 2 a Grugliasco, 1 a Caselette. La partecipazione è aperta a chiunque richieda aiuto e non è assolutamente legata alla residenza. Le persone e, di conseguenza, le famiglie in sofferenza per questa dipendenza sono parecchie anche sul nostro territorio. Tuttavia, in proporzione, poche sono quelle che si rivolgono alle associazioni per chiedere aiuto. Generalmente è il familiare che compie il primo passo combattendo contro la vergogna, il senso di sconfitta, la delusione. L’alcolista fatica ad ammettere la propria dipendenza nascondendosi dietro il “non bevo mica tanto e smetto quando voglio...”. Ma grande è il numero (70% circa) di coloro che, iniziata e proseguita la frequenza con la propria famiglia al completo, ottengono la liberazione dalla schiavitù dell’alcol. La sede centrale è a Collegno, via Torino 1 Telefono 348.5249383 - 011.786089 Se hai difficoltà con l’alcol, perché continuare a soffrire? Alza la testa, guardati allo specchio, sorriditi e prendi la decisione... “Altri ce l’hanno fatta, posso farcela anch’io con la mia famiglia”. Contattaci... 348.5249383 - 011.786089 Chiamando il cellulare si potrà concordare il momento più favorevole per avere un primo confronto con l’associazione ... E il primo passo è fatto! 21 RIVOLI SCOPRE L’ARANCIO - NERO Correva l’anno millenovecentosessantasei, da un paio d’anni a Rivoli, nella Parrocchia di San Martino Vescovo era iniziata l’attività scout con il primo gruppo legato al TO 17°, mettendo le basi di quello che sarebbe poi diventato il gruppo RIVOLI 2°, questo per iniziativa e merito del vulcanico Don Luigi Ghilardi (13/09/1920 – 15/03/2001), da poco arrivato. Nella mente di Don c’era già però qualcos’altro che bolliva in pentola, la sua passione sportiva e calcistica, che lo aveva portato a militare in gioventù (anno 1942) nelle file della A.C. Roma, trovava concretizzazione nell’organizzare in oratorio tornei di calcio a 5, visto che di più al momento non era possibile fare, sul campetto adiacente la chiesa. Il suo obiettivo e sogno era però integrare l’offerta sportivo-educativa con la costituzione di una vera e propria società sportiva. Nel mese di settembre di quel fatidico 1966 quel sogno diventa realtà: con il primo gruppo di volenterosi costituisce l’U.S. SAN MARTINO, aderendo al C.S.I. (Centro Sportivo Italiano), e “inventando” la struttura di Santa Maria d’Ovorio, con grande impegno personale e dei primi “grifoni”; lo zampino ce l’ha messo sicuramente anche la provvidenza… A fine anni ’60 accade: il campo di granoturco adiacente l’antico campanile di San Martino Dei Campi (ciochè rot), diventa un campo sportivo regolamentare per la pratica del calcio a 11; c’era da aspettarselo, con quel Don che non stava mai fermo un attimo, tra una celebrazione, un battesimo, un matrimonio ecc. trovava sempre il tempo per andare a sudare in un campo o nell’altro, e non per giocare… Lo spirito di quegli anni era “elettrico”, l’entusiasmo che il Don riusciva a trasmettere era contagioso, oltre che… fulminante!!! Da quel tempo molta acqua è passata sotto i ponti, tantissimi ragazzi sono passati nelle file dei grifoni arancio-neri, diventando veri uomini e veri cristiani, come avrebbe poi scritto di suo pugno il Don sul suo 22 testamento spirituale; se poi qualche volta ciò non è accaduto, sicuramente la testimonianza del Don e degli allenatori responsabili ha dato quel valore aggiunto in grado di completare il percorso di crescita arricchendo lo spirito e tonificando il corpo. Questo 2016 diventa un traguardo di tappa importante, degno di essere celebrato e ricordato, in questo tempo avaro di esempi positivi, non dimentichiamo che in questi ultimi 50 anni l’U.S. San Martino è l’unica società sportiva di Rivoli che vive come tale dalla fondazione, mentre nella nostra città ne sono nate e defunte molte… Il 2 giugno è stata una giornata memorabile in cui ragazzi, famiglie, allenatori e responsabili, i nostri Don (ben 4, Don Giovanni, Don Andrea, Don Paolo, Don Fabrizio) si sono ritrovati sul campo “Don Luigi Ghilardi” per vivere insieme momenti utili allo spirito e al corpo, con celebrazione di una S. Messa di ringraziamento, seguita naturalmente da giochi per tutti, mettendo a dura prova polmoni a volte non più abituati a “bruciare” ossigeno, arti inferiori non più abituati a macinare chilometri, ma poi alla fine quello squisito “spiedo bresciano” con polenta ha messo d’accordo tutti… Ringraziamo il buon Dio per questo dono durato 50 anni, non mettiamo limiti alla Provvidenza e alla buona volontà, augurando all’U.S. San Martino A.S.D. di arrivare con profitto alle…. tre cifre, dando appuntamento alla comunità per i prossimi momenti di questo cinquantennale. Luigi Viacelli Cresimandi in cammino... RIVOLI Parrocchie nella Città PASSARE. GUARDARE, CONTEMPLARE, LASCIARE, PERDONARE, DIVENTARE sono le parole che hanno fatto da filo conduttore nel nostro cammino verso luoghi speciali, dove incontrare Chiara e Francesco attraverso chi, ancora oggi, ne dà testimonianza vivendo il Vangelo: la Porta Santa della Cattedrale di S.Rufino dove i due Santi hanno ricevuto il Battesimo, il Serafico, con i suoi ragazzi disabili e quanti si dedicano a loro ogni giorno con amore, la Basilica di S. Chiara con il Crocifisso di S. Damiano, e poi la Basilica di S. Francesco, la chiesetta di san Damiano, il Vescovado, dove S. Francesco ha “lasciato” la sua vecchia vita insieme ai suoi abiti, la Porziuncola, dov’è nata la prima comunità. Infine La Verna, luogo suggestivo fra le montagne in cui Francesco ricevette le stimmate divenendo anche nel fisico sempre più “simile” a Gesù. Sono stati giorni intensi, di crescita, ricchi di esperienze - come dimenticare la Messa vissuta insieme ai ragazzi del Serafico? -, tra incontri, scenette e gioco, per capire come questi verbi possano cambiare anche la nostra vita. Ci siamo lasciati con un impegno non da poco: “DIVENTARE RIFLESSO dell’ AMORE E DELLA MISERICORDIA DI DIO”. Già lì ad Assisi vecchie amicizie si sono rafforzate e ne sono nate di nuove, il primo passo è fatto: a noi continuare… Felicetta, Filippo, Francesca, Laura, Maria, Paola, don Andrea e Suor Erika Per me Assisi è stata una tra le cose che mi hanno fatto riflettere di più da quando quel pomeriggio siamo arrivati e siamo andati a fare la messa con i disabili al Serafico: mi sono emozionato… e l’ultimo giorno nell’andare a LA VERNA ho visto un paesaggio mozzafiato… non so scrivere altre parole per esprimere l’emozione: abbiamo percorso la strada insieme a Francesco!!! È stata un’esperienza che ci ha aiutato e fatto capire e in certi momenti è stata molto molto divertente, direi FIGO. Grazie ai miei compagni e ora amici… grazie CATECHISTE . Edo Melotti S.Maria della Stella L’esperienza vissuta in quei tre giorni ad Assisi è stata sicuramente positiva. Sia dal punto di vista culturale che da quello più spirituale. Ci siamo dedicati alla conoscenza più approfondita di due Santi, San Francesco e Santa Chiara, scoprendo com’era la loro vita. Mi ha colpito la sua scelta di vita che per l’epoca è stata, e lo sarebbe tutt’ora, controcorrente. Sapere che la scelta di S. Francesco è stata dettata dalla fede è stato per noi un momento di profonda riflessione. Non ultimo è stato importante il contesto nel quale abbiamo vissuto quest’esperienza, che ci ha permesso di avere molti momenti di aggregazione e ha permesso di consolidare amicizie prima più superficiali. Jacopo Gamberoni san Bernardo 23 È stata un’esperienza bellissima, mi sono divertita molto. La cosa che mi ha colpita di più è stata la chiesa di Santa Maria degli Angeli con la Porziuncola dentro e anche la storia di San Francesco. Si è creato anche un bel clima tra noi ragazzi. Valentina Lionello S.Martino Maria Immacolata Ausiliatrice L’esperienza ad Assisi è stata una di quelle che sono difficili da dimenticare: stare insieme con gli amici e soprattutto scoprire nuove realtà al di fuori di quella nostra quotidiana è stato educativo ed emozionante. L’emozione di trovarsi in un luogo dove un tempo camminava San Francesco è stata indescrivibile. La Basilica di San Francesco è meravigliosa, nonostante la folla quasi ci soffocasse. I bellissimi affreschi che decorano la Basilica Minore e quella Maggiore, sono significativi e pieni di colore. Le varie scene della vita di Francesco, dipinti da Giotto, sono qualcosa di unico, inimitabile. Forse è per questo motivo che questo luogo mi ha attratto più degli altri. Il Convento e la Chiesa di San Damiano sono un altro luogo suggestivo che abbiamo visitato: i luoghi di preghiera, le stanze, i dormitori e il piccolo giardino con il pozzo, rendono piacevole quel luogo speciale. L’incontro con un frate ha approfondito le nostre conoscenze sulle vite dei due santi. La curiosità e la voglia di scoprire cosa ci aspettava alla tappa successiva sono state essenziali durante questo pellegrinaggio: questi luoghi sacri, le lunghe camminate, le sgridate delle catechiste (diciamoci la verità, chi non se le aspettava?), le lacrime, le risate con gli amici, le belle serate trascorse a giocare e le lunghe notti a chiacchierare ci hanno fatto vivere un’esperienza unica di emozione, condivisione, 24 scoperta e amore di Dio per noi. Mariasole Curti Giardina S.Maria della Stella Nel tragitto tra Rivoli e Assisi in pullman ci siamo molto divertiti: abbiamo giocato e raccontato barzellette, persino io, Simone, ne ho detta qualcuna. Ad Assisi abbiamo visto molte chiese e scoperto tante storie su San Francesco e Santa Chiara, ma la cosa più bella è che siamo rimasti uniti. Simone Mosca - S.Martino Maria Immacolata Ausiliatrice RIVOLI Parrocchie nella Città UNA SUPER SUPERESTATE “La felicità non è una destinazione ma una scelta di vita” La nostra giornata iniziava con il servizio di manovalanza svolto a supporto dell’estate ragazzi elementari e dell’estate medie, tra San Martino, San Bernardo e Stella, dove abbiamo conosciuto bambini e animatori tra una portata e l’altra. Nel pomeriggio il gruppo di manovali si riuniva e si trasformava nel gruppo della Super Estate, pronto per scoprire ogni giorno le caratteristiche di una felicità che sta nell’essenziale. Dopo i primi giorni di scoperta e conoscenza, e di qualche nuovo ingresso nel gruppo, abbiamo passato i pomeriggi della nostra prima settimana tra attività e giochi, e anche qualche tuffo in piscina. Nella seconda settimana gli animatori ci hanno proposto tantissimi giochi basati sulla ricerca della nostra felicità. Inoltre abbiamo passato una bellissima giornata al mare, provato la boxe per un pomeriggio, e approfondito la conoscenza di noi stessi durante un cammino personale. La terza settimana è stata la più intensa, la più colorata e anche la più movimentata. Il momento più bello è stato certamente il campetto di tre giorni a Pisogne, alla base navale scout costruita sulle rive del lago d’Iseo. Qui abbiamo potuto sperimentare la vita da campo e l’essere comunità, oltre che provare la sensazione del camminare sulle acque del lago grazie alla famosa passerella arancione costruita dall’artista Christo. La nostra Super Estate è stata un insieme di allegria e bellezza, che abbiamo vissuto insieme fino all’ultima pizza al parco e l’ennesimo gelato per merenda, immortalando con innumerevoli selfie tutti i momenti stupendi passati insieme ai nostri amici. Super Estate: “ricordi impressi in un istante come una polaroid, a volte sembra tutto distante ma è stato scritto per noi”. I ragazzi della Super Estate 25 FORTI FORTI FORTI “Il tour estivo-educativo in bicicletta dell’Estate Medie” Anche quest’anno i ragazzi delle medie delle quattro Parrocchie di Rivoli hanno colorato le strade della città con le loro biciclette. Più di cento tra animatori e animati per un tour educativo itinerante, sul tema della felicità. “Forti Forti Forti”, ecco lo slogan che abbiamo scelto, sviluppato attraverso due grandi tematiche: da una parte le Beatitudini, dall’altra lo Sport con tutti i suoi valori educativi. Al mattino, come sempre, ritrovo per tutti i ragazzi intorno alle ore 8 nelle varie parrocchie, dove un’équipe di 3-4 animatori era pronta ad accoglierli e accompagnarli in bicicletta a San Martino, diventata per quelle tre settimane punto di riferimento e quartier generale per le nostre attività del mattino. Accoglienza, balli, preghiera, tornei, laboratori manuali sono stati gli ingredienti che hanno contribuito allo sviluppo di un tema che ha portato domande, dubbi, confronti, ma soprattutto ci ha fatto incontrare, attraverso il racconto delle nostre esperienze e delle nostre vite. Dopo il pranzo distribuito dalla CAMST, e gestito da alcune mamme volontarie con l’aiuto di alcuni giovani ragazzi del “progetto manovali”, tutti in sella per il pomeriggio in bicicletta. Le nostre mete sono state: Parco di Rivalta, Parco di Alpignano, Castello di Rivoli, Lago Pessina di Rosta, Campo del San Martino Ciochè 26 Rot, Parco La Marmora. In questi luoghi tanti giochi e attività a tema, considerando che la parte più bella per i ragazzi è sempre quella del viaggio in bicicletta, dove si condividono le fatiche della pedalata, dove ci si scambia un sorso d’acqua quando il sole diventa insopportabile, dove nascono e si consolidano le amicizie. In queste tre settimane siamo andati anche in piscina alle Cupole Lido, un giorno al Mare ad Albissola marina e due giorni a Nave nell’Oratorio San Filippo Neri, dove per diversi anni il nostro don Andrea Zani è stato viceparroco. Tra le esperienze più significative ricordiamo anche quella vissuta al SERMIG e al GRUPPO ABELE, dove i ragazzi hanno assaporato e sperimentato il tema dell’accoglienza e del servizio. Il progetto estate in bicicletta per le medie “si è concluso” il 1° luglio, con un una semplice festa sul sagrato della Stella. Ad alcuni abbiamo augurato buone vacanze ad altri “arrivederci al campo!” Il progetto educativo della Pastorale Giovanile delle Parrocchie di Rivoli non è un’esperienza fine a se stessa, ma è una tappa importante di un percorso che dura tutto l’anno. Il mondo dell’educazione è sempre in cammino… anzi, in sella! Andrea Piccirillo (Coordinatore dell’Estate Medie) RIVOLI CAMPO 1^ e 2^ MEDIA Colonia Viberti “La forza non basta ci vuole cuore e testa per diventare un Dragon Trainer”. Dopo tre settimane di Estate Ragazzi in bicicletta è necessario staccare un po’. Magari partire per la montagna, in un posto più tranquillo, immerso nella natura come Colonia Viberti a Exilles. Qui ha avuto inizio l’esperienza del campo di 1^ e 2^ media, ambientato nella storia del film di animazione “Dragon Trainer”. Al mattino sveglia ore 7.30, un buon risveglio muscolare nel campo da calcio e un po’ di ginnastica guidata dagli animatori. A seguire, abbondante colazione preparata dalle cuoche per iniziare al meglio la giornata. I ragazzi erano divisi in 6 squadre, dopo la colazione ogni squadra si divideva nei servizi di pulizia della casa: pulire le camerate, raccogliere gli oggetti dispersi nel campo, lavare i piatti, raccogliere la legna, lavare i bagni e perché no, anche un po’ di tempo per pensare all’igiene personale. Ogni giorno la squadra cambiava il servizio così da permettere a tutti di ruotare nelle varie attività. Dopo questo momento importante, iniziavano le attività in cui abbiamo sviluppato temi come: il gioco di squadra, la disabilità, la fiducia, la fatica, i talenti ecc… I ragazzi hanno partecipato attivamente, ognuno con Parrocchie nella Città le sue fatiche e le sue domande, ma anche con tanto entusiasmo soprattutto quando le attività diventavano giochi e tornei. Prima di cena, intorno alle 18.30, don Andrea e Filippo, il nostro seminarista, proponevano un momento di preghiera con la Messa o la liturgia della parola, nella “cappella all’aperto” sotto la pineta: un momento di stacco e di silenzio per recuperare le energie e per ricordarci che l’esperienza che stavamo vivendo lì faceva parte di un progetto più grande. Dopo la cena invece giochi notturni, balli di animazione, tanti momenti per stare insieme che si concludevano al falò. Intorno al fuoco, dopo qualche istante di silenzio per contemplare le stelle, un canto, una preghiera e tutti a dormire. Il campo è un’esperienza di condivisione, che aiuta a crescere e a diventare più maturi. Noi come équipe educativa crediamo che questo tipo di esperienze, se vissute con entusiasmo, portano sempre molto frutto. Come direbbe la canzone scritta dal nostro coordinatore Andrea Piccirillo… “La forza non basta ci vuole cuore e testa!”! Gli animatori del campo 1^ e 2^ media 27 CAMPO 3^ MEDIA - Pisogne “Tutti a Pisogne! In canoa sul Lago di Iseo” Dopo l’esperienza in bicicletta mancava quella in canoa. Il campo di 3^ media, si è svolto a Pisogne, in una base nautica Scout a due passi dal Lago d’Iseo. Solo quattro giorni effettivi di campo ma vissuti in pienezza in un clima sereno di amicizia. Abbiamo dormito in tenda e sperimentato la bellezza della canoa e della gita in barca a vela. In quei giorni, insieme a noi, c’era un gruppo di scout francesi con cui abbiamo condiviso gli spazi del centro nautico. Con loro abbiamo anche organizzato delle attività/gioco sul tema della conoscenza e del pregiudizio. Questo campo a Pisogne è stato davvero divertente e ci ha aiutato a capire che le cose belle si possono fare solo quando siamo insieme agli altri. Grazie agli animatori, al don, ai cambusieri e a tutti quelli che hanno permesso la realizzazione di questo campo, come sempre indimenticabile! I ragazzi del campo di 3^ media (Pisogne 2016) 28 RIVOLI Parrocchie nella Città CAMPO ADOLESCENTI AD ASSISI Dal 18 al 21 luglio la magnifica Assisi ha accolto un gruppo di 52 tra adolescenti di 1° e 2° Superiore e Animatori dei Gruppi. Passando attraverso i luoghi di Francesco e Chiara ci siamo fatti guidare nel profondo dal Suo sguardo d’Amore unico per ciascuno di noi. Anche noi come Francesco abbiamo nel profondo un sogno, il sogno di amare ed essere amati attraverso le scelte della nostra vita. Come lui vogliamo vivere con e per i nostri amici e fratelli e vogliamo essere gente allegra e felice che percorre le strade del mondo! Donatella Testimonianza di una giovane animatrice “Siamo giunti al termine di un’altra estate fantastica insieme a voi! La nostra prima esperienza in veste di animatori. Siamo riusciti a trasmettere a tantissimi ragazzi il significato di felicità. Abbiamo instaurato un bellissimo rapporto con i nostri ragazzi. Ci siamo divertiti e soprattutto abbiamo fatto divertire. Con la giornata di oggi abbiamo concluso anche il campo ad Assisi. Un ritiro breve ma intenso, in un luogo affascinante. Assisi, la città di San Francesco e Santa Chiara, è davvero incantevole. La città inizia a sorprenderti dalla Porziuncola, coi suoi capolavori dell’arte. Nelle sue splendide basiliche di Santa Chiara e San Francesco ad ammirarne gli affreschi, le decorazioni. Le sue piazze, le chiese, la Rocca, le vie e i numerosi religiosi con le loro tuniche rendono l’atmosfera ricca di spiritualità. Si respira un’aria di pace. È stato un campetto diverso dal solito ma allo stesso tempo ricco di emozioni, un’esperienza unica! Grazie!” Elisa Virzì 29 I R O I R E P U S E T A SUPEREST GLI SCOUT piccoli uomini in grado di volare ad alta quota Provo tenerezza e ammirazione per i ragazzi e le ragazze scout di Rivoli e Susa che, di tanto in tanto, in tutte le stagioni ci allietano con la loro presenza qui ad Exilles, immancabilmente alla Messa della domenica e con allegri canti e simpatici giochi nel pomeriggio. Tutti festosi scorrazzano per le viuzze, portando un po’ di allegria alla monotonia qui regnante. Li osservo come fossero miei nipotini e nipotine (addirittura confondendoli!), loquaci ma composti, sempre attenti agli occhi vigili degli accompagnatori, in tanti poco più adulti di loro. Per me, quando a poco più di cinque anni andai a vivere in campagna, a dieci km da Gioia del Colle - dove mio padre aveva trovato lavoro come fattore - s’infranse il sogno di fare il chierichetto alla Parrocchia del Sacro Cuore. E di questo ho sofferto tutta la vita. Perché dopo non ho avuto altre occasioni. Il destino mi ha portato a peregrinare in diverse Regioni per motivi di lavoro. Ecco perché negli scout vedo un segmento dei miei sogni che riflettono una delle strutture portanti della Fede e dell’esistenza. Grazie ragazzi! Veniteci a trovare più spesso. Vi prometto un’ottima pastasciutta vecchia maniera! Fate sognare ancora chi ha superato gli “anta” da diversi decenni. (Pomeriggio del 26 marzo 2016) Tonino Petrera 30 RIVOLI LA CACCIA DELLA MISERICORDIA Questo 2016 non è stato un anno come tutti gli altri per noi scout, viste le molte iniziative e ricorrenze: i 100 anni dello scautismo cattolico in Italia, i 100 anni dalla fondazione dei Lupetti nel mondo e il Giubileo della Misericordia, indetto da papa Francesco hanno influenzato in maniera decisiva e positiva le attività del nostro anno. L’esperienza che si vuole raccontare a tutta la comunità è legata proprio a questo speciale avvenimento che è il Giubileo della Misericordia. Come Comunità Capi del Rivoli 1 ci siamo interrogati su come potessimo far vivere ai bambini, ragazzi, giovani che ci vengono affidati un momento forte legato a questo Giubileo. La risposta è stata molto semplice: ma con un pellegrinaggio! Per la scelta della meta abbiamo voluto seguire una delle tante “provocazioni” di papa Francesco, ossia quella di non fare un pellegrinaggio a Roma, come solito in questi eventi, ma di vivere le proprie realtà locali. E quale miglior destinazione del monumento simbolo del Piemonte, ossia la Sacra di san Michele? Ogni Branca ha quindi preparato il proprio itinerario, dedicando all’esperienza i giorni del triduo pasquale. Per quanto riguarda noi Lupetti (i bambini tra gli 8 e gli 11 anni), siamo partiti giovedì 24 marzo alle 10 dal sagrato della Stella; con noi c’erano gli adulti del MASCI, che ci hanno fornito supporto logistico lungo tutto l’arco dei tre giorni della nostra “Caccia”, che è il nome con il quale chiamiamo le nostre uscite, visto che viviamo nell’ambiente fantastico de “Il Libro della Giungla”. Ci siamo quindi inoltrati per i sentieri della collina morenica fino ad arrivare allo stagno Pessina, dove abbiamo pranzato, giocato per alcune ore e ammirato le meraviglie della primavera, che proprio in quei giorni stava esplodendo. In particolare tanto è stato lo stupore di fronte alla superficie dello stagno letteralmente ricoperta da uova di anfibi! Per molti era la prima occasione di ammirare un tale spettacolo e certe immagini permettono di riflettere su quante occasioni offra la natura per ammirare la grandezza e l’infinita bontà del Signore. Nel tardo pomeriggio, dopo aver raccontato ai Lupetti il perché di questa nostra Caccia, siamo poi ripartiti alla volta della parrocchia di Reano, dove siamo stati ospitati e abbiamo vissuto il momento della lavanda dei piedi. La seconda Parrocchie nella Città Lupetti giornata prevedeva lo spostamento da Reano a Chiusa di san Michele, con tappa intermedia al lago di Avigliana. La nota lieta, e inaspettata, della giornata è stata la spontanea voglia di cantare da parte dei Lupetti; ore e ore di Canti Giungla hanno inondato i boschi della collina morenica, il lago di Avigliana e le pendici del monte Pirchiriano. Arrivati a destinazione, dopo il necessario svago abbiamo quindi vissuto l’esperienza dell’ultima cena, prima di crollare tutti quanti addormentati. Il sabato mattina era il grande giorno: quello nel quale tutti i nostri sforzi sarebbero stati premiati! Alla partenza c’era tanta stanchezza, ma anche tanta emozione. Torniamo indietro fino a Sant’Ambrogio e, salendo sull’antica mulattiera, approfittiamo delle stazioni della Via Crucis sia per viverla che per riposarci un po’. Dopo circa due ore ce l’abbiamo fatta, siamo in vetta! Incontriamo il Reparto e il Clan, che hanno vissuto anch’essi i loro pellegrinaggi. Mangiamo insieme e poi è tempo di una meritata visita alla Sacra, prima di ridiscendere per prendere il treno che ci avrebbe portati ad Alpignano e di lì, sempre a piedi, di nuovo alla Stella. Ad aspettarci c’erano tutte le famiglie del Gruppo, pronte ad accoglierci con una grande cena condivisa per festeggiare la Pasqua, i nostri pellegrinaggi, ma anche il 94° compleanno del Rivoli 1 che, casualmente, cade proprio il 26 marzo. Come coronamento di tutta questa esperienza abbiamo poi partecipato, anche se molti con gli occhi decisamente pesanti come è naturale, alla Veglia pasquale. Alla fine di tutto, il contachilometri segnava ben 32 km; a parte la bella impresa dal punto di vista fisico per dei bambini di 8-11 anni, che da troppo tempo mancava tra le attività del nostro Gruppo, questo pellegrinaggio è stato davvero una bella esperienza anche dal punto di vista spirituale! La fatica, vissuta sempre con il sorriso sulle labbra, la natura, sempre pronta a stupire, la preghiera, nella quale i bambini riescono a dare più di quanto noi adulti possiamo pensare, e il gioco, sempre scatenato nonostante i tanti km, sono stati gli ingredienti principali di questa nostra Caccia della Misericordia. Stefano Coscia 31 Laboratori… per crescere insieme L’Oratorio è occasione per incontrarsi e per crescere insieme in uno spirito di amicizia e di gruppo. Anche i Laboratori proposti dall’Oratorio hanno la stessa finalità, non esiste il linguaggio della competizione, della “prima fila”, del più bravo, esiste invece il linguaggio del crescere insieme attraverso l’apprendimento o la sperimentazione di una disciplina sportiva o artistica, c’è il linguaggio del far bene, non per primeggiare, ma per dare il meglio di sé, perché oratorio vuol dire anche far bene con cura e impegno. Sono sempre il gruppo e lo spirito di Comunità i protagonisti dei saggi. Grazie a tutti i maestri che volontariamente offrono il loro tempo, la loro passione e le loro competenze. HIP HOP VENERDÌ JUDO ELEME NTARI MUSICA NTARI LATINO AMERICANO ELEME DIE HIP HOP ME LATINO AMER ICANO MEDIE 32 RIVOLI Parrocchie nella Città Qualcosa di bello da leggere Mio fratello rincorre i dinosauri Mio fratello Simple Ben due libri questa volta! Uno italiano, di un ragazzo diciannovenne, uno francese, di una premiata scrittrice. Un’esperienza reale l’uno, invenzione l’altro; più sofferto il primo, più brillante il secondo. Entrambi raccontano difficoltà, tenerezze, coinvolgimenti di due ragazzi alle prese con i fratelli mentalmente disabili. Giacomo, solida famiglia alle spalle, quando nasce il fratellino tanto sognato, anche se non è proprio come lo voleva, si adatta. Poi… La stupida pietà e gli sguardi strani della gente lo rendono sempre più consapevole della diversità di Giovanni e così subentra in lui la vergogna: si rifiuta di presentare a compagni e amici il fratello Down, tende a ignorarlo e quando proprio è costretto fuori casa con lui, finge di non conoscerlo. Finchè… la gioia di vivere di Giovanni, la sua dolce semplicità, i suoi strani meccanismi mentali lo conquistano e Giacomo ne diventa così consapevole e orgoglioso da presentarlo persino con un corto su Youtube… Klèber e Simple invece non hanno praticamente famiglia: il padre, vedovo e risposato, ha chiuso Simple (23 anni anagrafici e 3 mentali) a Malecroix, un istituto. Klèber invece lo vuole libero e felice. Quasi diciottenne, se ne assume la responsabilità e se lo porta dietro a Parigi dove va a studiare. Simple non gli rende certo facili la vita e gli studi, con il suo Signor Coniglio (che perde o amputa, a seconda dell’umore), la sua “stopila”, le sue trovate, le sue fughe. Ma nell’alloggio di universitari, in cui sono stati accolti, sarà proprio la presenza di Simple l’Idiota, come si autodefinisce, a sconvolgere, arricchendola, la vita di tutti, rendendoli più maturi e più umani. Parafrasando, in parte, il risvolto di copertina: prima di tutto viene la ribellione e la paura poi la delusione e la pena poi l’esasperazione e la vergogna poi l’accettazione infine l’amore assoluto. Mio fratello rincorre i dinosauri – Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più -Giacomo Mazzariol - Mondadori Mio fratello simple – Marie-Aude Murail - Giunti G. Mazzariol . 1997 Castelfranco Veneto, dopo il corto su YouTube, ha deciso di descrivere in questo libro le varie fasi della sua vita col fratello Giovanni, che è Down, e lo ha fatto in modo eccellente. M.A. Murail è una prolifica e pluripremiata scrittrice francese. In Italia pubblica con l’editore Giunti. Paola Cornaglia 33 Rinnovamento nello Spirito Santo Il Rinnovamento nello Spirito Santo può considerarsi un dono speciale dello Spirito Santo alla Chiesa in questo nostro tempo. Nato nella Chiesa e per la Chiesa, il nostro è un Movimento nel quale, alla luce del Vangelo, si fa esperienza dell’incontro vivo con Gesù, di fedeltà a Dio nella preghiera personale e comunitaria, di ascolto fiducioso della Parola, di riscoperta vitale dei Sacramenti, ma anche di coraggio nelle prove e di speranza nelle tribolazioni. È il movimento ecclesiale che ci aiuta a fare esperienza di Gesù e oggi più che mai siamo alla ricerca di questo Gesù che per tanti fratelli resta lontano e sconosciuto. Conoscere Cristo è una nostra necessità e a volte sentiamo che nella vita ci manca qualcosa, non sappiamo cosa cercare mentre Gesù è lì che ci aspetta; è venuto per noi e continua a tenderci la mano in ogni istante. Tutti noi che ci incontriamo settimanalmente per la preghiera comunitaria carismatica, possiamo testimoniare che, da quando facciamo questo cammino, la nostra vita è cambiata, non perché facciamo cose molto diverse, ma perché il Signore settimanalmente modella il nostro cuore come il vasaio modella la creta. Il segreto è nel farsi piccoli e bisognosi di Lui, donandogli totalmente la vita, aiutandoci a crescere nella fede come fratelli in Cristo e amandoci a vicenda. Nella città di Rivoli ci sono tre Gruppi che si trovano a pregare: lunedì, ore 20,45 presso sala della Parrocchia San Bernardo; mercoledì, ore 20,45 presso sala della Parrocchia San Martino; giovedì, ore 20,45 presso la Chiesa di Gesù Salvatore Se ti affiderai nelle mani di Gesù, riempirai il suo cuore di gioia e il tuo cuore potrà fare festa con Lui. Vieni a pregare con noi e a proclamare che Gesù è il Signore della tua vita e che non ce n’è altri. Alleluia! Gruppo Rinnovamento nello Spirito (di Gesù Salvatore) Rassegna Teatrale Sotto il Castello stagione 2016 / 2017 Dopo il successo ottenuto lo scorso anno, con oltre 1200 spettatori di cui solo tre si sono addormentati, partirà per la stagione 2016/2017 la seconda rassegna “Teatro sotto il Castello” dedicata ai gruppi amatoriali Rivolesi, organizzata dal gruppo volontari del Cinema Teatro Borgonuovo, con il patrocinio della Città di Rivoli. Inizierà il 22 e 23 Ottobre la Compagnia Artisti per caso, (vedi foto) con “Essere o non essere” Regia di Gianni Garzara, proseguirà il 26 e 27 Novembre il Laboratorio Teatrale Uni3 di Rivoli con “Streghe Ladri e Amanti” con la regia di Cesare Agosti. Il 17 e 18 dicembre sarà la volta della compagnia Borgonuovo padrona di casa, con “Una tonnellata di soldi”, di Will Evans, regia di Giovanni Barolo. Sabato 28 gennaio il Gruppo San Bernardo presenterà “Pensione O ‘Marechiaro”, regia di Franco Rolfo e Giancarlo Fogli e domenica 29 Gennaio la Compagnia dell’Oblio proporrà il musical ”Just Smash”, direttore artistico Davide Peretti. Il 25 e 26 Febbraio sarà la volta della Compagnia Teatrale Rivolese con “Il campanellino”, regia di Gruppo. Sabato 25 Marzo Le Fate Faville presenteranno “Carta bianca”, regia di Monica Cremonesi e domenica 26 i Brocchi da Carretta concluderanno la rassegna con “Una notte da Oscar”, regia di Raffaella Caruso. Visto il risultato della scorsa stagione, la compagnia Borgonuovo proporrà la replica del suo spettacolo la sera del 31 dicembre per festeggiare insieme l’arrivo del 34 nuovo anno. Fuori rassegna Giovedì 2 e Venerdì 3 Febbraio saranno ospiti i Gemelli Barolo con uno spettacolo di Cabaret. Tutti gli spettacoli si terranno al Cinema Teatro Borgonuovo, splendida struttura unica nella zona, perfettamente attrezzata per accogliere nel migliore dei modi sia le compagnie che gli spettatori. Le rappresentazioni avranno inizio il sabato alle ore 21 e la domenica alle ore 16, ingresso posto unico 6 euro, la serata del 31 dicembre avrà inizio alle ore 22 ingresso posto unico 15 euro e comprenderà un brindisi con gli artisti. Le due serate dei Gemelli Barolo del 2 e 3 Febbraio avranno inizio alle 21,30 e saranno a tempo unico con ingresso a 4 euro. Vi aspettiamo, per informazioni: [email protected] RIVOLI Parrocchie nella Città QUALE EUROPA? QUALE FAMIGLIA? Due conferenze, sulla politica europea riguardo l’emigrazione e sulla famiglia, hanno chiuso il ciclo degli incontri programmati da Rivoli Crocevia presso il Cinema Teatro Borgonuovo. Due temi diversi per rispondere a domande di estrema attualità riguardanti istituzioni messe in crisi da trasformazioni profonde, fragili e divise rispetto un domani incerto, drammaticamente dipendenti da scelte e vicende spesso subite con rassegnazione, rabbia o superficiale disinteresse. Il 29 aprile, Luca Jahier, membro del comitato di presidenza del CESE (Comitato Economico e Sociale europeo) ha parlato di “MIGRANTI IN ARRIVO O MILIARDARI EVASORI: CHI CI RUBA IL FUTURO?” • Un titolo provocatorio, che sollecita a interrogarci: il costo dell’evasione fiscale e l’inerzia per contrastarla scandalizzano meno delle spese sostenute per accogliere migranti e rifugiati, anche se da decenni condizionano pesantemente lo sviluppo non solo economico dell’Italia; • un’analisi attenta delle scelte dell’Europa riguardo al fenomeno migratorio e alle spese sostenute dagli Stati europei per l’accoglienza; • una riflessione sull’Europa e il suo futuro: l’Europa sognata dai padri fondatori, da Adenauer, Schuman, Churchill, De Gasperi… è ancora in grado di preservare quei valori sociali che ne ispirarono la nascita? Può ancora avere un ruolo politico e sociale determinante? Potrà garantire la crescita economica preservando la sicurezza e la giustizia, impedendo che si allarghi sempre più la forbice tra ricchi e poveri? Secondo Jahier, per affrontare seriamente un problema destinato a crescere è fondamentale garantire una corretta informazione e una narrazione diversa da quella che parte della politica e dei massmedia diffondono: non ci si può illudere di governare un problema così complesso senza il coraggio di scelte lungimiranti, non condizionate da reazioni xenofobe e difese di particolarismi che non potranno contrastare fenomeni mondiali e garantire le nostre sicurezze con muri e armi. Sono stati commessi gravi errori e l’incapacità di gestire i flussi migratori attraverso una politica comune è evidente: • per troppo tempo si è pensato che il problema riguardasse solo l’Italia e la Grecia mentre è necessaria una gestione unitaria delle frontiere aperte sul Mediterraneo; • occorre rivedere il sistema di Dublino, inadeguato e destinato ad aggravare la situazione; • si è compreso tardi che era necessario investire nei Paesi vicini ai luoghi da cui si fugge; • va affrontata la stabilizzazione dei Paesi da cui ci si imbarca, come la Libia; • occorrono nuove politiche di integrazione; • bisogna costruire una visione unitaria, avere il coraggio di attuare le decisioni prese, troppo spesso disattese. Un elenco di ritardi ed errori che evidenziano la mancanza di una visione a lungo raggio, di un’azione unitaria capace di affrontare il problema delle migrazioni e di contrastare i tragici avvenimenti che insanguinano l’Europa. È essenziale capire ciò che accade, riconoscerne le cause, non essere condizionati da paure incontrollate e troppo spesso fomentate: per questo si sono organizzati incontri cercando di dar spazio a voci diverse. Anche la proiezione del documentario di Rosi, “Fuocoammare”, vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino, ha offerto una particolare lettura attraverso la forza delle emozioni: immagini dure, reali, di denuncia e compassione, quella compassione che fa dire al dottor Pietro Bartolo, protagonista del film e medico dell’ASL di Lampedusa: ”È dovere di ogni uomo, che sia un uomo, aiutare ogni persona che si trovi in difficoltà.” E in difficoltà è oggi anche la famiglia, che pur restando ancora punto di riferimento e sostegno per giovani e vecchi, sta perdendo la sua identità: da anni sopporta il peso di una lunga crisi economica e dell’abbandono da parte di uno Stato incapace di attuare politiche di sostegno familiare. 35 Nell’incontro del 27 maggio, “FAMIGLIA CELLULA DELLA SOCIETÀ?“ l’onorevole Mario Sberna ha offerto uno spaccato interessante sulle modalità del nostro Parlamento di affrontare i problemi familiari. Un intervento incisivo, sereno, che al di là dell’appartenenza politica del deputato, ha assunto il valore di una testimonianza: per la semplicità e la ricchezza umana della persona, per la passione e la visione positiva, priva di steccati ideologici e ricca di valori con cui porta avanti la sua idea di famiglia nella vita quotidiana e nella politica, per l’orgoglio con cui accenna al lavoro del figlio, “operatore ecologico”. La concordanza delle forze politiche sull’importanza della famiglia è di fatto disattesa dal ritardo e dall’incapacità di interventi mirati a risolvere i problemi urgenti, soprattutto delle famiglie più numerose: i piccoli numeri non richiederebbero grandi investimenti, ma manca l’interesse. Già nel 1995 la Corte Costituzionale denunciava che le famiglie maggiormente tassate erano quelle monoreddito, tuttavia la fiscalità italiana resta individualistica, non familiare; si faticano ad apportare anche semplici correttivi che potrebbero migliorare la situazione delle famiglie con più figli: ad esempio modificando l’ISEE, intervenendo sugli assegni familiari, velocizzando l’iter di interventi già programmati ma fermi per la mancanza d Regolamenti attuativi. Il confronto con altri Paesi europei potrebbe suggerire alcuni interventi; in Germania, ad esempio, i genitori possono decidere di occuparsi dei figli sino ai tre anni anche scegliendo di restare a casa dal lavoro; il mantenimento del posto, il versamento di contributi figurativi e il pagamento di un salario ridotto, consente la libertà di scegliere o meno l’inserimento nei nidi, ma anche l’offerta di lavoro a tempo determinato da parte delle aziende. Anche le politiche attuate in Francia tutelano la famiglia; la “glaciazione demografica” italiana è evidente conseguenza dei ritardi e delle disattenzioni del nostro Parlamento rispetto alla famiglia e alla crescita della povertà. Tuttavia qualcosa si può fare. Gli interventi di sollecitazione, il lavoro nelle commissioni parlamentari, lo stimolo nell’elaborazione di leggi, la presentazione di mozioni, pur in un quadro di disinteresse e lentezza, non rendono inutile il lavoro di deputati meno conosciuti, ma impegnati nei lavori parlamentari, più attenti alla realtà quotidiana che alla presenza costante in televisione. L’intervento dell’onorevole Sberna ha trasmesso un messaggio positivo rispetto alla possibilità di non rimanere voci nel deserto, ma attori di un cambiamento possibile solo con l’impegno di ciascuno, ad ogni livello. Uno stimolo che ci sollecita a riprendere gli incontri dal prossimo ottobre, sempre il quarto venerdì del mese, presso il Cinema Teatro Borgonuovo. Attendiamo suggerimenti, auspicando la collaborazione di altre persone che abbiano a cuore il bene comune e la volontà di cercarlo insieme. Nicoletta Viglione Contatti: [email protected] [email protected] IL PAPA: «CONTRO IL TERRORISMO AUMENTIAMO LA NOSTRA PREGHIERA» “In queste ore il nostro animo è ancora una volta scosso da tristi notizie relative a deplorevoli atti di terrorismo e di violenza, che hanno causato dolore e morte. Penso ai drammatici eventi dove hanno perso la vita numerose persone innocenti. Sono vicino ai familiari delle vittime e ai feriti. Vi invito ad unirvi alla mia preghiera, affinché il Signore ispiri a tutti propositi di bene e di fraternità. Quanto più sembrano insormontabili le difficoltà e oscure le prospettive di sicurezza e di pace, tanto più insistente deve farsi la nostra preghiera”. 36 RIVOLI Parrocchie nella Città 1 Il Museo Diocesano di Torino Il Museo Diocesano di Torino, inaugurato l’11 dicembre del 2008, da S.E.R. Il Cardinale Severino Poletto, si colloca nella Chiesa inferiore del Duomo di San Giovanni Battista. La sede, particolarmente suggestiva e prestigiosa, documenta, in modo esemplare, l’originaria architettura del Duomo rinascimentale, che a sua volta sorge su tre antiche basiliche cristiane del V-VI secolo, erette su edifici di età romana. Ne risulta un documento di straordinario valore per la storia della Chiesa e della città di Torino. La pianta della Chiesa Inferiore riproduce fedelmente quella della Chiesa Superiore: a croce latina, a tre navate, con i bracci del transetto e del coro di forma e dimensioni uguali. Dal Cinquecento fino all’inizio dell’Ottocento, prima della costruzione dei sepolcreti di Superga e della cappella della Sindone, questo luogo fu destinato ad accogliere le spoglie degli Arcivescovi, di grandi personaggi torinesi e dei Savoia, come testimoniano le grandi croci ritrovate recentemente sulle pareti. Dopo aver subito numerosi cambiamenti strutturali, ricollegabili alle vicende di cinquecento anni della fabbrica del Duomo, i suoi spazi sono stati riportati all’originale splendore da un accurato restauro che ha permesso di recuperare anche alcuni frammenti del pavimento originario della chiesa danneggiato, nel corso del Novecento. Gli scavi archeologici effettuati in questo sito hanno inoltre riportato alla luce, oltre ad alcune antiche sepolture, i resti del primitivo complesso episcopale di Torino, costituito dalle tre chiese del Salvatore, di San Giovanni Battista e di Santa Maria de Dompno (IV-VII secolo). L’inserimento di un museo entro questa cornice ha comportato il pieno rispetto delle testimonianze architettoniche ed archeologiche preesistenti, con interventi di adeguamento contenuti al minimo indispensabile, utilizzando forme semplici e materiali reversibili e distinguibili. Il Museo Diocesano di Torino costituisce il punto di arrivo dell’importante progetto di recupero e valorizzazione della Chiesa Inferiore della Cattedrale, avviato nel 1998, all’indomani del doloroso incendio della Cappella della Sindone, che ha permesso di riscoprire questo luogo per lungo tempo rimasto in oblio e che costituiva in origine parte integrante della Chiesa Superiore. Visitare il Museo Diocesano significa ripercorrere la storia della Chiesa, della Città di Torino e del territorio attraverso le testimonianze archeologiche, architettoniche, artistiche e liturgiche presentate in modo organico e sistematico. Il percorso di visita costituisce un momento di riflessione e approfondimento, sia culturale che liturgico, uno stimolo per una lettura consapevole dell’architettura e dell’arte sacra. L’obiettivo principale del Museo Diocesano è documentare quanto di meglio la Chiesa torinese ha saputo creare in venti secoli di storia a servizio della fede e della carità, attraverso l’arte. L’allestimento del Museo Diocesano di Torino è stato pensato per valorizzare in modo più efficace le opere esposte mettendo in evidenza il loro significato e utilizzo originario. In quest’ottica è stata curata l’esposizione delle 37 opere, organizzate in aree tematiche, che illustrano i momenti principali dell’Evento cristiano: il battesimo, l’Eucarestia, la devozione mariana, il culto dei santi, rappresentati nella loro evoluzione storica, artistica e liturgica. Completano il percorso di visita numerose ed importanti opere, distribuite per tipologia (pitture, sculture, tessili ed oreficeria), epoca e materiali. L’attività del Museo Diocesano di Torino comprende anche lo studio, il restauro e la catalogazione delle opere, l’elaborazione di una didattica rivolta al pubblico e la realizzazione di un’adeguata valorizzazione e promozione del suo patrimonio mediante mostre, pubblicazioni e conferenze. L’ubicazione nel centro della città e la particolare tipologia di opere esposte garantiscono al museo un ruolo di grande importanza nella vita culturale di Torino, in dialogo con tutte le principali collezioni artistiche e museali cittadine. Così si esprimeva il nostro Arcivescovo, Mons. Cesare Nosiglia, il 28 novembre 2011, in occasione della presentazione del Catalogo del Museo: “... Sappiamo che ogni Museo Diocesano, svolge un ruolo importante nell’ambito culturale, artistico e religioso della nostra Città e del nostro territorio, che sintetizzerei in una triplice funzione: 1) Custodire: garantire una migliore tutela del patrimonio artistico ecclesiastico, custodendo opere d’arte non sufficientemente protette e tutelate o conservate in condizioni climatiche inadeguate... 2) Narrare: documentare ciò che di meglio intere generazioni di pittori, artisti e scultori hanno prodotto a servizio del culto e della liturgia, consentendo ad un maggiore numero di persone di ammirare 3 38 4 capolavori poco noti o destinati all’oblio. Questi beni, che raccontano la vita della comunità attraverso il linguaggio dell’arte, sono la memoria della nostra fede, testimonianza unica e insostituibile della nostra cultura e pertanto da conoscere e valorizzare... Costituisce, inoltre, un eccellente strumento di dialogo con persone di lingua e cultura diversa, credenti o non credenti, agnostici e ricercatori di Dio, in quella specie di spazio aperto, che il Santo Padre Benedetto XVI ha definito con un’immagine molto eloquente il “Cortile dei Gentili”. 3) Educare: nella nostra società caratterizzata dal linguaggio dell’immagine, il Museo offre un prezioso antidoto alla violenza, alla sciatteria e alla volgarità, che deturpano ambienti e rapporti umani, e consente di dare vita a iniziative originali, volte ad “educare alla vita buona del Vangelo”. L’arte religiosa esprime la bellezza del mistero trascendente di Dio e delle realtà eterne, apre il cuore, gli occhi e la mente al vero e al bello, che è poi il desiderio più autentico che sta in fondo al cuore di ogni uomo. Davanti ad un quadro o ad una scultura o ad un reperto d’arte sacra viene da riflettere sulla potenza espressiva dello spirito umano e delle capacità che Dio ha immesso in esso e che sono un riflesso della sua intelligenza e del suo amore per l’umanità. Ma viene anche da chiedersi da dove nasce quella potenza espressiva o artistica, da quale retroterra culturale e spirituale prende il via: è la fede in Cristo ed è la cultura che da essa ha preso forma che dà origine all’opera d’arte. È la stessa fede che noi oggi possiamo ancora gustare e professare. Per questo il percorso del Museo non può lasciare indifferenti come di fronte ad opere morte, ma stimola alla ricerca della verità che è Cristo e apre alla fede in Lui. È dunque un cammino d’annuncio e di catechesi per l’oggi della Chiesa e di ogni uomo.” Adriano Sozza 6 RIVOLI Parrocchie nella Città 2 5 7 1) Ingresso al Museo Diocesano in Piazza San Giovanni di fianco al Duomo 2) Giovanni Martino Spanzotti e Defendete Ferrari: Battesimo di Gesù - 1508-1510 3) Scultore Piemontese: Madonna in trono – Prima metà del XV sec. 4) Vittorio Amedeo Rpos (1729-1800) : L’Annunciazione 5) Scultore anonimo toscano: Fonte battesimale – fine del XV sec. 6) Ricamatore Piemontese: Pianeta bianca – prima metà del XVIII sec. 7) Interno del museo: Gruppo ligneo della Crocifissione (della Collegiata Alta - Rivoli) 39 UNA BELLA OCCASIONE Amnesty International e le Parrocchie di Rivoli organizzano per il 16 settembre nella sala Archi della Stella un incontro con don Domenico Ricca, da 35 anni cappellano del carcere minorile di Torino, e con la giornalista dell’Avvenire Marina Lomunno per presentare il libro “Il cortile dietro le sbarre: il mio oratorio al Ferrante Aporti”. È una bella occasione per conoscere una realtà poco nota, un modo indiretto, ma che potrebbe portare per qualcuno di noi all’attuazione concreta del ‘visitare i carcerati’. CONOSCERE È ACCOGLIERE Il gruppo di Rivoli dell’Assopace, con un lungo e serio lavoro di ricerca, ma anche con una serie di incontri con alcuni migranti ospiti dell’Ostello, ha costruito una mostra, già esposta nell’atrio del Comune e poi presso il centro commerciale La Piazzetta, sui paesi di ognuno dei ragazzi ospiti. La mostra si compone di due parti: nella prima ogni paese è analizzato secondo precisi parametri, paragonandolo con la situazione in Italia. La seconda parte, che nasce dai racconti dei ragazzi, illustra fiabe, filastrocche, giochi, ecc. dei loro paesi. L’Assopace è disponibile a prestare la mostra, che peraltro verrà portata ed illustrata nelle scuole che lo richiederanno, a chi fosse interessato. SERVIZIO PER IL LAVORO Il Servizio per il lavoro a Rivoli opera presso l’Oratorio della Stella, via Fratelli Piol 44, con il seguente orario: - martedì, 17-19 - sabato, 10-12 Punto di contatto telefonico (negli orari di apertura dello sportello e via sms): 333.332.0073 40 primi incontr di formazione RIVOLI INCONTRI SULLA LITURGIA Parrocchie nella Città nella chiesa di S per tutti gli amici che amano la liturgia sagristi – ministri della comunione – lettori animatori della liturgia – cantori… anno pastorale 2016 / 2017 • primi incontri per una proposta di formazione e programmazione nella chiesa di Santa Maria della Stella giovedì 6 ottobre 2016 ore 21 - L’Anno liturgico giovedì 13 ottobre 2016 ore 21 - Calendario liturgico proprio della diocesi di Torino e delle nostre parrocchie Incontri di cammino verso la Cresima per Giovani e Adulti: ogni lunedì alle ore 21 alla Stella dal 23 gennaio al 17 aprile 2017 Celebrazione il 23 aprile 2017 alle ore 11 alla Stella Per iscrizioni passare o telefonare alla Segreteria della Stella (tutte le mattine ore 9 – 12 tel. 011.9586479) • Calendario MINISTRI DELLA COMUNIONE A CASA della diocesi di Torin Se in qualche famiglia delle nostre comunità ci fossero persone anziane o ammalate che desiderano ricevere la Comunione in casa, ci si può rivolgere ai parroci o alle segreterie parrocchiali per concordare gli incontri con i Ministri della Comunione. GRUPPI DI VOLONTARIATO VINCENZIANO Gruppo Suor Annunziata Gruppo San Bernardo Gruppo San Giovanni Bosco Gruppo San Martino-Santa Maria della Stella Anno 2016 – 2017 per dare “anima” al nostro servire sabato 24 settembre 2016 – oratorio Stella ore 17 ritiro spirituale… alla scuola di san Vincenzo cena condivisa ore 21 veglia di preghiera – chiesa della Stella lunedì 7 novembre 2016 – ore 15 a San Bernardo “… nonostante tutto Dio è amore” 1 Gv 4,7-21 lunedì 5 dicembre 2016 – ore 15 al “Salotto e Fiorito” “… la misericordia trova sempre un posto” Lc 2,1-20 lunedì 9 gennaio 2017 – ore 15 a San Giovanni Bosco “… gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” Mt 10 g lunedì 6 marzo 2017 – ore 15 a San Bernardo “una regola di vita: preghiera, digiuno e carità" Mt 6,1-18 lunedì 3 aprile 2017 – ore 15 al “Salotto e Fiorito” “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” Gv 15,13 lunedì 6 maggio 2017 – ore 15 a San Martino ore 17 ritiro spirituale… alla scuola di santa Luisa cena condivisa ore 21 veglia di preghiera – chiesa di San Martino lunedì 5 giugno 2017 - ore 15 a San Giovanni Bosco verifica e programmazione lunedì 6 febbraio 2017 – ore 15 a San Martino “Chi è stato prossimo?” Lc 10,25-37 41 BATTESIMI 2016 - 2017 San Bernardo Domenica 11 settembre ore 15 Domenica 18 settembre ore 11 Domenica 27 marzo (Pasqua) ore 11 Domenica 10 aprile ore 16 Domenica 24 aprile ore 16 Domenica 15 maggio ore 16 Domenica 22 maggio ore 6 Domenica 12 giugno ore 16 Domenica 19 giugno ore 16 San Martino Domenica 18 settembre ore 11 Domenica 25 settembre ore 15 Domenica 23 ottobre ore 15 Domenica 8 gennaio 2017 festa del Battesimo di Gesù ore 15 Santa Maria della Stella Domenica 18 settembre ore 11 e ore 15 Domenica 2 ottobre ore 11 e ore 15,30 Domenica 6 novembre ore 11 e ore 15,30 Martedì 8 dicembre – festa di Maria Immacolata ore 11 e ore 15,30 Domenica 8 gennaio 2016 – festa del Battesimo di Gesù ore 11 Domenica 5 febbraio 2017 (giornata della Vita) ore 11 e ore 15,30 Itinerari di fede per coppie che intendono celebrare il Sacramento del Matrimonio (Oratorio Stella) 42 Nel 2016: domenica - ore 19.00 ottobre: 9, 16, 23, 30 5 e 6 novembre (Ritiro) 13, 20, 27 novembre e 4 dicembre Nel 2017: domenica - ore 19.00 gennaio: 15, 22, 29 e 5 febbraio 11 e 12 febbraio (Ritiro) 19, 26 febbraio, 5 e 12 marzo giovedì - ore 21.00 ottobre: 13, 20, 27, 3 novembre 5 e 6 novembre (Ritiro) 10, 17, 24 novembre e 1 dicembre giovedì - ore 21.00 gennaio: 19, 26, 2 e 9 febbraio 11 e 12 febbraio (Ritiro) 16 e 23 febbraio, 2 e 9 marzo RIVOLI Parrocchie nella Città Gruppi anziani - proposte 2016 / 2017 ETÀ D’ORO - San Martino - giovedì dalle 14.30 alle 18.00 ORE SERENE – Stella - martedì dalle 14.30 alle 18.00 MOMENTI DI SPIRITUALITA’ Martedì 6 dicembre 2016 – Ritiro di Natale – h 14,30 / 16,30 a M.I.A. Martedì 4 aprile 2017 – Via Crucis – ore 15 a Gesù Salvatore PELLEGRINAGGI giovedì 20 ottobre 2016 – visita alla Casa dei missionari della Consolata in Corso Ferrucci a Torino (nella chiesa c’è la tomba del Beato Giuseppe Allamano) h 14,30 - 19 mercoledì 4 gennaio 2017 – visita alla mostra “Presepi del Mondo” a Bornato (BS) e poi visita a Iseo, Pisogne e Lovere (Lago d’Iseo) mercoledì 24 maggio 2017 - Pellegrinaggio al Santuario “Madonna della guardia” a Ceranesi (Genova) FESTE Domenica 2 ottobre 2016 – Festa dei nonni – h. 11 S. Messa in S. Maria della Stella h 12 aperitivo sul sagrato della Stella Maggio 2017 – Festa di fine anno (San Bernardo) Marcia della Pace Perugia-Assisi Rivoli: l’amministrazione comunale con i giovani e le scuole alla Marcia Perugia-Assisi: La Marcia Perugia-Assisi è parte integrante del Programma nazionale di Educazione alla Cittadinanza Democratica “Pace, fraternità e dialogo. Sui passi di Francesco” 20152016 predisposto, d’intesa tra la Direzione Generale per lo Studente, l’integrazione, la partecipazione e la Comunicazione del MIUR e il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i Diritti Umani. L'Amministrazione comunale di Rivoli vi aderisce attraverso il Co.Co.Pa e promuove la partecipazione dei giovani del proprio territorio. A tale scopo viene stanziato un contributo di euro 1.000, volto ad abbassare la quota di partecipazione dei giovani fino ai 26 anni, per concorrere alle spese del viaggio in pullman che il Co.Co.Pa intende organizzare. La proposta per le scuole è inserita nel Piano dell'Offerta Formativa 2016/2017 inerente le attività di educazione alla Pace promosse dall'assessorato e dalla Consulta cittadina Pace-Diritti Umani-Legalità-Solidarietà. Francesca Zoavo Per informazioni: [email protected] - [email protected] 43 44 RIVOLI Parrocchie nella Città Parrocchia San Bernardo Abate: 45 anni e non sentirli! Ci sono alcuni momenti della vita che ci portano a riflettere su come il tempo corra veloce e questo è uno di quei momenti: domenica 2 ottobre la nostra Parrocchia festeggerà i suoi primi 45 anni!!! Quanti ricordi, quante riunioni, quante Messe insieme alla nostra bella ed esuberante Comunità, poi i campi scout e quelli dell’oratorio con i nostri figli, che nel frattempo sono cresciuti; i gruppi di preghiera, quelli di volontariato, quelli liturgici, le catechiste, ecc. Tante persone impegnate su più fronti, ma sempre unite nel far crescere la Parrocchia. Oltre alle tante attività importanti ci sono state, però, anche attività più semplici, volte a riunire la Comunità attraverso spettacoli teatrali, musicali oltre ai “famosissimi” pranzi che hanno cementato la “Famiglia San Bernardo” e hanno permesso a tutti di stare insieme, di crescere e di accogliere i nuovi parrocchiani che, man mano, venivano ad abitare vicino a noi. Nelle prossime settimane andremo a festeggiare questo anniversario, pronti a partire per far crescere ulteriormente la nostra bella e importante Parrocchia. Programma festa di San Bernardo 2016 Domenica 25 Settembre ore 11 – Prime Comunioni Lupetti Lunedì 26 Settembre ore 21 – Liturgia Penitenziale Comunitaria (Confessioni) Giovedì 29 Settembre ore 21 – Lettura meditata della Parola di DIO - don ANDREA Sabato 1 Ottobre ore 14,30 – Iscrizione al catechismo e al Sabato Sambè con giochi e intrattenimenti Ore 20,45 – Concerto del Coro San Bernardo in salone Domenica 2 Ottobre FESTA Liturgica di San Bernardo Ore 11 – S. Messa solenne Ore 12,30 – Aperitivo per tutti Ore 13 – Pranzo Comunitario - Lotteria – Intrattenimento con ”il mago” Emanuele Lodi Giovedì 6 Ottobre ore 20,45 – “Preghiera: azione di Dio, esperienza dell’uomo“ con don Paolo Scquizzato. Venerdì 7 Ottobre ore 20,45 – Incontro Genitori, Padrini e Madrine dei ragazzi della Cresima. Sabato 8 ottobre ore 20,45 – Gruppo ARCOBALENO presenta “Il Processo a Gesù“ (in Chiesa) Giovedì 13 Ottobre ore 20,45 – “San Bernardo, spiritualità e impegno: cosa può ancora annunciare alla Chiesa del nostro Tempo” con don Cristian Besso Sabato 15 Ottobre ore 20,45- Commedia del Gruppo Teatro San Bernardo. Domenica 16 ottobre ore 11 – Cresime Domenica 23 Ottobre ore 11 - Cresime Parrocchia di San Bartolomeo Festa Patronale della Madonna del Buon Rimedio Triduo di preparazione mercoledì 21, giovedì 22 e venerdì 23 settembre, alle ore 21, nella chiesa di San Bartolomeo. Riconciliazione: sabato 24/9, dalle ore 9 alle 11,30, nella chiesa di San Bartolomeo, un sacerdote sarà disponibile per le confessioni.. Sabato 24/9, alle ore 21, nella chiesa di San Francesco, si esibirà il coro degli Alpini di Rivoli. Festa liturgica: domenica 25 settembre con il seguente programma: • Ore 9 Santa Messa nella chiesa di San Bartolomeo • Ore 10 Preghiera dell’ora media • Ore 10.15 Inizio della processione fino alla chiesa di San Francesco • Ore 10.30 Santa Messa solenne nella chiesa di San Francesco Da lunedì 26 settembre a domenica 2 ottobre, la statua della Vergine rimarrà nella chiesa di San Francesco. Per quella settimana, si sospende la celebrazione della Messa mattutina nella chiesa di San Bartolomeo e la Messa verrà celebrata tutti i giorni, alle ore 18, nella chiesa di San Francesco. 45 ANAGRAFE PARROCCHIALE dal 1° febbraio al 31 luglio 2016 Battezzati San Bartolomeo Rosso Andrea – Tucci Nathan – Morelli Giosué San Bernardo Albrile Sofia – Baldino Sara – Bua Aurora – Giannoccaro David - Carè Manuel – Carè Francesco – Marcucci Alessandro – Alessi Sophia – Manunza Sofia Maria - De Pace Elisa - Dalmasso Filippo – Sanfratello Beatrice – Castelli Matteo – Acquadro Giacomo – Naluzzi Giulia – Paone Bryan Salvemini Vittoria Maria – Giacosa Marco – Micheletto Giulia – Princi Giacomo – Neirotti Marco San Martino Mighela Rebecca - Acella Ginevra - Tommasiello Andrea - D’Aversa Elvis – Berta Giovanni – Gavillucci Paolo – Allaix Eleonora – Martra Riccardo – Accardo Andrea – Miranda Gabriele – Plano Francesco – Donzella Miriana – Calarota Beatrice Maria – Caraccio Giulio – Autelitano Nora - Guarnuto Federico – Rege Alessandro – Stramazzo Andrea – Parisi Nicolò – D’Elicio Sofia – Cotignoli Giulio – Renda Alessia – Mattiazzo Carlos – Simone Fabio – Baroncelli Riccardo – Orlando Gabriele – Orlando Giorgia – Bruno Edoardo – Demaggio Gabriele – Aiola Alice – Paone Giorgia – Lanci Federica – Chiozzi Filippo - Giacò Dorotea – Longo Azzurra – Longo Filippo Pitali Nicole – Falchero Federico Santa Maria della Stella Lasalandra Tommaso – Santana Sosa Aurora – De Blasi Ginevra – Scirè Pollicino Gaia – Inzillo Christian – Leo Pietro – Randazzo Stella – Rosso Alessandro – Galla Lorenzo – Cardillo Andrea – Carsen Giovanni – Ducco Giulia – Pelaratti Alice – Pelaratti Alessandro – Scordi Riccardo – Carpinelli Noah – Kroji Aurora – Papa Tommaso – La Marca Marcello – Garzia Alessio – Roccasalvo Sofia – Varesio Boido Vittorio – Votta Leone – Sassone Ludovico – Garola Leonardo – Leto Beatrice – Parisi Alessandro – Todisco Matilde – Orlandini Giada – Negri Sveva – Vizziello Emma – Boscolo Alessandro – D’Anna Gabriele – Renna Francesco – Schiafone Alessio – Virgilio Erika Sposi San Bartolomeo Nicoletti Enrico e Nuzzo Annamaria - Rossato Mauro e Chiapparo Maria San Bernardo Depace Andrea e Fresegna Francesca - Miata Massimo e Martin Barbara San Martino D’Ambrosio Antonio e Furci Giulia - Roggero Andrea e Mazzaresi Erika - Bixio Alessandro e Marrone Emanuela – Buonomo Emanuele e Chabanetc Natalia – Geracitano Vincenzo e Laurenti Ilenia – Insirello Cristian e Rolando Sabrina – Conte Paolo Francesco e Santoro Elena – Frigo Fabio e Corniola Raffaella – Orlando Fabrizio e Ferretti Tiziana – Pinton Fabio e Iaria Simona – Di Mauro Antonio e Ischia Barbara – Racca Giovanni Battista e Ciampi Carolina – Cazzetta Fausto e Caso Marcella – Vitulano Roberto Maurizio Luca e Sannicandro Luana – Verrillo Roberto e Chirico Federica – Scordi Alessandro e Furcas Valentina – Tancorre Alessandro e Perrino Filomena – Miele Michel e Muscarella Lucia – Zannotti Davide e Mencuccini Valeria – Fanelli Alfredo e Riedo Valentina – Rizzi Fabio e Talarico Alessandra Santa Maria della Stella Privitera Antonino e Vigolo Federica – Greco Giuseppe e Darino Manuela – D’Avolio Francesco e Lumia Rosetta – Bufalo Antonio e De Girolamo Lorena 46 RIVOLI Parrocchie nella Città Defunti San Bartolomeo Grangetto Maddalena (92) - Michieli don Gino, ex Parroco di questa comunità (71) - Chiolero Enrico (85) - Signorile Bartolomeo (82) – Asti Maria (90) - Fina Giuseppe (77) - Rodes Maria Orsola (71) - Costa Salvatore (84) - Carbone Immacolata (71) - Rapezzano Romana Margherita (79) - Gerace Antonio (90) - Beltramo Francesco (82) - Zasa Rocco (76) - Olocco Margherita (93) San Bernardo Luise Aida ved. Pravisano (101) – Cavallo Franco (85) – Milani Angelo (55) - Baloire Luigia ved. Pilone (103) – Mangione Matteo (86) – Zalokar Vittoria ved. Kornmuller (93) – Grandi Claudio (71) – Berto Gianfranco (81) – Bonetto Emilia ved. Balma (92) - Campagna Eduardo (74) - Zaccone Teresa (93) – Vendemmiati Alberina ved. Finotello (84) – Lucente Anna Maria in Cirelli (46) – Sacco Carlo (83) – Bassano Renato (78) – Ferri Giuseppe (76) – Iavelli Giuseppina ved. Guarrera (86) – Molinari Anna in Nervo (69) – Garbellini Argo (91) – Mirolla Luisa in Moretto (80) – Gallo Amedeo (78) – Meneguzzi Odilia in Mior (77) – Toscano Rocco (82) – Allasia Teresina in Regge (81) – Renga Sabrina in Silvi (46) – Colombi Gianni (69) – Cinus Antonia ved. Giudici (87) – Degirolamo Vitantonio (75) – Mascarello Rosa ved. Marziano (84) – Maggiulli Cosimo (73) San Martino Borghezio Antonio (85) - Talete Itala (85) - Montemurro Michele (70) - Friso Germano (75) - Nervo Caterina (94) - Tenivella Giancarlo (73) - Vurro Emanuela (83) - Marengo Elda Alfreda (83) - Massi Petronilla (91) - Negro Anna - Fittipaldi Raffaele (78) - Castronuovo Filomena (85) - Roggero Giovanni - Stabile Andrea (76) - Mettifogo Alessio (36) - Castellino Claudio (69) – Capitaneo Umberto (49) - Fuser Edda - Santoro Rosa (92) - Martinoli Luigi (77) - Vercellino Giuseppina (77) - Longoni Zaverio - Pioli Bruno (71) - Marcolin Ruggero - Canalis Adelaide (102) - Carena Maria Luigia (93) - Girodo Mary (92) - Milani Bruno (90) Santa Maria della Stella Bernatti Ada ved. Chiappero (89) – Mosca Giovanni (89) – Lopomo Stefano (53) – Bulotta Vittorio (78) – Giorgini Nicolino (86) – Finotti Silvano (75) – Nonnato Nazzareno (93) – Scursatone Maria Elisa (68) – Filomeno Ernesto (50) – Di Fiore Giulia ved. Bramante (93) – Meotto Luigi (81) – Branca Luigi (89) – Piazza Antonio (53) - Cuminetti Luigi (90) – Tota Cataldo (93) – Ducco Roberto (68) – Marasco Francesco (66) – Calabrese Concetta (89) – Mancuso Maria (81) – Piacentini Marina (71) – Azzalin Gianfranco (76) – Damiano Vincenzo (54) – Italia Alessandra (44) – Chiarparin Rinaldo (73) – Ciarelli Lilia (85) – Zanirato Attilia ved. Da Levante (97) – Porello Anna (83) – Bagaglio Cesarina (80) – Di Tria Raffaele (72) – Morcellini Monalda (88) – Trinchero Maria ved. Gilli (86) – Origlia Anna (93) – Parisi Domenico (80) – Giorda Carla ved. Usseglio (76) – Varvaglione Maria Antonia (78) – Firinu Egidio (67) – Vasco Filippa ved. Meotto (79) – Tricarico Sabatina (78) – Grassano Rocco Vincenzo (98) – Bonino Maria (92) – Mancin Maria Celestina (74) – Lorusso Pasquale (64) – Greco Maria Giuseppa (Pina) ved. Ursìda (85) – Garbi Dino (88) – Fortugno Maria ved. Prandin (92) – Novero Eugenio (82) – Bonino Stefano (47) – Balducci Renzo (49) – Mulatero Ernesta ved. Chiappero (86) – Di Rella Carmela ved. De Astis (85) – Donalisio Sergio (86) – Bongiovanni Claudio (58) – Lionello Anna Maria (86) – Guarcello Vincenzo (80) – Licciardi Mario (69) – Armento Carmela (67) – Rastello Liliana (93) – Calligaro Maria Palmira ved. Salvetto (79) – Piccioni Luciana (66) – Larosa Antonio (58) – Di Leone Vincenzo (75) – Marano Daniela (32) – D’Elicio Alfredo (93) – Comite Pasquale (67) – Imparato Pio (59) – Tenivella Alma ved. Secco (91) – Nagliati Sara ved. Manzini (78) – Varoli Maria Luigia ved. Calderoni (82) – Griffa Ester ved. Rovera (77) – Gabetti Ferdinanda ved. Damilano (96) – Giovannini Abramo (81) – Sicilia Antonio (81) – Di Girolamo Antonio (73) - Muscovich Jolanda in Valenti (83) - Lo Presti Sebastiana (88) Fabbri Sergio Natale (75) 47