Proviamo a dire: Buon Natale

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Proviamo a dire: Buon Natale
MEDIAGRAMSCI
Natale… com’era Proviamo a dire:
Buon Natale
Ehi, fra poco tempo è Natale!
Desidero proprio raccontare alcune
tradizioni natalizie di cui mi ha parlato la
nonna.: prima Natale si chiamava”Ceppo”;
i cibi della festa erano molto semplici, perché non c’erano soldi, in compenso si facevano giochi con i dolci, all’interno dell’impasto venivano messi un anello, un ditale e
un bottone. Se uno trovava l’anello si sposava entro l’anno, se trovava il ditale rimaneva zitella o scapolo, se invece trovava il
bottone non era pronto a mettere su famiglia.
Per la Befana, invece, nel dolce si metteva
un fagiolo duro, chi lo trovava diventava re
per un giorno e doveva indossare una corona di carta o un cappellino di carnevale.
Ai tempi della gioventù della nonna, a Firenze, il giorno di Natale tutta la famiglia si
riuniva e indossava gli abiti più belli; si
dava inoltre una grande importanza al cibo
e alle bevande; i giovani cantavano e ballavano e la sera della vigilia si svolgeva una
cerimonia usata ormai soltanto da qualche
contadino: si metteva nel camino un ceppo
d’albero o d’ulivo decorato con foglie e
mele rosse, quando il ceppo prendeva fuoco, il capofamiglia ci spruzzava con la bocca il vino, mentre gli altri cantavano o pregavano.
V. - II D
La festa di Natale, in passato
come oggi del resto, si svolgeva in fa-
miglia. Il racconto della nonna parla del
ceppo, che doveva bruciare per tutta la
notte della vigilia per scaldare Gesù Bambino. Mentre i bambini erano raccolti davanti al fuoco, battevano con delle canne
sul ceppo e, ad ogni colpo, scendevano dal
camino delle caramelle, i bambini credevano così nella magia…in realtà il nonno, o un
adulto, lanciava le caramelle che, rimbalpagina precedente
zando sul camino, ricadevano davanti ai
bambini, i quali, tutti presi dal ruolo di battitori, non si accorgevano del trucco!
Per i piccoli la festa più attesa era quella
della Befana: nella loro fantasia la Befana
era una vecchia strega buona che, volando
sulla sua scopa, lasciava cadere nei camini
dolci e qualche regalo; i bambini, prima di
andare a letto, presto, appendevano le loro
calze sotto la cappa del camino.Quando si
svegliavano, la mattina della festa, nella
calza trovavano qualche regalo e dolcetti,
se erano stati buoni, o carbone se erano
stati cattivi: durante e subito dopo la guerra il carbone era vero! La Befana aveva
qualcosa di magico e di pauroso insieme,
perché il pensiero della vecchietta che entrava dal camino era qualcosa di misterioso
per i bambini che, anche se nella notte sentivano dei rumori, non osavano alzarsi per
andare a vedere quello che accadeva! Purtroppo la festa della Befana ha perso molto
del suo significato: sarà perché i camini
non ci sono quasi più?… Per alcuni anni la
festività è stata addirittura soppressa,
meno male che poi c’è stato un ripensamento ed è stata ripristinata, per la gioia
dei bambini!
Attualmente, in Italia, ha preso il sopravvento la tradizione nordica di Babbo Natale. Santa Claus, che, secondo la leggenda,
abita nel Palazzo di Neve, via del Gelo, Polo
Nord; la notte di Natale, su di una slitta trainata dalle renne, gira intorno al mondo per
portare doni e giocattoli a tutti i bambini.
È divertente anche la storia dell’albero di
Natale: un boscaiolo, mentre tornava a
casa la sera della Vigilia, dopo aver lavorato tutto il giorno nel bosco, vide un abete
ricoperto di neve scintillante, irradiata dagli ultimi raggi del sole morente; rimasto
incantato dallo spettacolo sorprendente,
Almeno per Natale proviamo a guardare il mondo con occhi disincantati. Basta con le illusioni e le “feste” che
“fanno sentire tutti (questa poi… perché “tutti“?) più buoni”.
Proviamo a proporre scampoli di mondo
a partire da quelle donne, da quei bambini e da quegli uomini che troppo spesso
non hanno diritti, proviamo ad immaginare una società in cui la protesta abbia il valore di una preghiera, proviamo
a fare proposte concrete per essere concretamente ascoltati, proviamo a pensare che, almeno in qualche circostanza,
i ragazzi ci dicono verità profonde.
In definitiva… proviamo a provare.
Francesco Bezzi
segue in seconda
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