Beata tu Maria perché hai osservato la Parola

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Beata tu Maria perché hai osservato la Parola
Preghiera per la Giornata Mondiale per le Vocazioni. 2012
Diocesi di Concordia – Pordenone
Beata sei tu, Maria Vergine dal cuore infinito. Intuisci con affetto
di Madre le segrete attese di ogni persona, che cerca il senso
autentico della propria Chiamata. Incoraggia con cuore di Madre
il profondo desiderio di ogni vita, che sa farsi dono e servizio
nella Chiesa. Donaci la tua mano dolce, quando la strada delle
scelte si fa ardua e faticosa. Donaci la tua fede trasparente,
quando il nostro cuore è dubbioso ed inquieto. Donaci la tua
preghiera fiduciosa per capire, per partire, per servire. Vergine
Madre, semplice nel cuore. Vergine Sorella, sostegno nel
cammino. Vergine Amica, infinito Sì all’Amore. Intercedi per noi
sante Vocazioni, dono gioioso della Carità di Dio. Amen
Centro Diocesano Vocazioni
PROGETTA CON DIO, ABITA IL FUTURO
Beata tu Maria
perché hai osservato la Parola
Adorazione Eucaristica
Riposizione del SS. Sacramento
Canto finale: Salve Regina
Prossimi incontri da ricordare nella preghiera:
18-19 maggio, presso la Comunità vocazionale di Villanova
di Pordenone, per giovani e adulti che si interrogano sulla
vocazione al presbiterato.
Il Sentiero
1 maggio, in seminario
Festa dei ministranti
1° giovedì del mese di maggio 2013
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Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Canto: Niente ti turbi o Magnificat anima mea (canone Taizé)
Introduzione: Il Signore ci mostra sempre la via della gioia vera,
profonda e ci aiuta a distinguere tra felicità e felicità. In questo
momento di preghiera affidiamoci a Lui e domandiamo, per
intercessione di Maria, per noi e per le persone che amiamo, la
grazia di essere attaccati a ciò che davvero è essenziale, per essere
liberi di fare gioioso sacrificio al Signore di tutto quanto egli vorrà
chiederci per farci crescere nel suo amore
Preghiera responsoriale
Il Signore esalta Maria sua madre, perché ha ascoltato e osservato
la parola di Dio, prestando ad essa l'obbedienza della fede.
Ripetiamo insieme: Si faccia di noi, Signore, secondo la tua
Parola
 Perché i sacerdoti, scelti dai giovani come amici della loro
anima, siano sostegno e guide sicure per farli giungere alla piena
maturità in Cristo, preghiamo.
 Perché l’ascolto della Parola di Dio risvegli il desiderio di scelte
coraggiose in coloro che cercano la verità, preghiamo.
 Perché la chiamata del Signore trovi cuori attenti e disponibili
ad accogliere, come Maria, la proposta di Dio e si donino in totale
fedeltà, preghiamo.
 Per quanti hanno scelto una strada nella vita, perché il desiderio
di realizzarsi li porti ad essere fedeli alla vocazione che hanno
ricevuto, preghiamo.
 Padre, che sei la fonte della vita, illumina i medici e tutti coloro
che per vocazione e missione sono custodi della vita già nel suo
primo sorgere. Preghiamo.
 Per tutti noi, perché possiamo essere buoni testimoni dell'amore
evangelico ai giovani, per aiutarli a trovare speranza e amore alla
vita, a guardare con fiducia e serenità a progetti di matrimonio e
famiglia e per servire la cultura della vita e non quella della morte.
Preghiamo.
Canto iniziale: Preghiera a Maria (Maria tu che hai atteso…)
Momento di silenzio
Dal salmo 137 (A cori alterni)
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
A te voglio cantare davanti agli angeli,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome
per la tua fedeltà e la tua misericordia:
nel giorno in cui t'ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.
Padre nostro...
Preghiamo
Signore Gesù Cristo, per intercessione di Maria, che ha
sperimentato in sé la pienezza della gioia, insegnaci a ricercare la
vera beatitudine e a custodirla sempre per camminare lieti nelle
tue vie. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen
Il Signore completerà per me l'opera sua.
Signore, la tua bontà dura per sempre:
non abbandonare l'opera delle tue mani.
Benedizione eucaristica
Acclamazioni al Santissimo Sacramento: Dio sia benedetto...
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anche nella vita consacrata! – le nostre esistenze e che viaggiano a
raso terra. Rischiamo così dinanzi alla proposta evangelica di un
cammino costituito dalla fatica del costante ascolto della Parola,
dall’umile docilità della fede, dal costante esercizio della speranza
di preferire la… fermata prima. Rischiamo di fare come la donna
dell’episodio evangelico che nel suo slancio è sì entusiasta delle
parole di Cristo ma giunge a riconoscere in lui una beatitudine
legata ancora solo “alla carne e al sangue“.
A questa donna, e a
tutti noi, Gesù fa una proposta che va molto più in profondità
ed è offerta a tutti senza esclusione: si tratta di una beatitudine
che è data a tutti e non solo a qualche privilegiato. Maria è beata
perché non solo e anzitutto è madre nella carne di Cristo, quanto
piuttosto perché persevera nell’attento ascolto della
Parola meditata e custodita “giorno e notte” (Sal 1). Così la
donna del popolo invece di invidiare Maria è invitata da Gesù ad
imitarla perché la maternità più profonda consiste nel
concepire la Parola in sé attraverso l’ascolto e nel farla
crescere in sé attraverso la sua gelosa custodia. Possiamo
anche noi essere beati se conformiamo la nostra volontà a quella
del Signore. Dobbiamo perciò essere ascoltatori attenti della sua
parola, Dobbiamo avere Cristo e la sua Madre come nostri
modelli. Occorre riscoprire l'umiltà del cuore e la sincerità con noi
stessi per diventare avidi della Parola di Dio, bisognosi della
sua verità e della sua grazia e infine capaci di operare il bene.
A noi entrare nella luce di questa beatitudine che è promessa di
una vita nuova in noi: Cristo in noi. Guarderemo a Maria non con
l’invidia della donna del popolo, ma come a colei che ci indica la
strada per rivivere in noi la sua stessa esperienza di grazia. Con
Maria potremo magnificare Dio per le meraviglie che ha
operato in lei e in noi. E saremo con lei a nostra volta beati. In
forza dell’ascolto.
Momento di silenzio
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Acclamazione al vangelo
Alleluia, alleluia.
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.
Alleluia.
Vangelo (Lc 11, 27-28)
Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che
ascoltano la parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la
voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti
ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano
la parola di Dio e la osservano!».
RIFLESSIONE
Chi è più beato? Immaginiamo la risposta a questa domanda da
parte di chi sta passando sotto casa proprio in questo momento. Ci
sentiremo quasi sicuramente rispondere: È beato chi ha successo
nella vita, chi ha un buon posto di lavoro, la salute, una bella
famiglia, una casa e nessun mutuo da pagare, un sicuro conto in
banca… Ciascuno si ritaglia sull’onda del proprio “sognodesiderio” la “sua” beatitudine vivendo in funzione di essa, per
poi accorgersi che tutto questo… non basta ancora a farlo
contento. Infatti non ci si sente mai pienamente “beati”; è come se
alla fine mancasse sempre un qualcosa di importante, ma al quale
non si sa dare un nome preciso perché ci sfugge. Una cosa è certa:
sentiamo il bisogno di essere contenti, beati appunto! E in questo
bisogno innato nel cuore scorgiamo una scintilla divina: Dio ci ha
creati per questo! Scriveva Agostino, il grande indagatore del
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cuore umano: “Noi tutti certamente bramiamo vivere felici e tra
gli uomini non c’è nessuno che neghi il proprio assenso a questa
affermazione anche prima che venga esposta in tutta la sua portata”
(De moribus eccl., 1,3).
Il problema sta però nel fatto che
l’uomo ha perso l’orientamento nella ricerca di questa felicità alla
quale aspira: intuisce che c’è ma non la trova, il più delle volte
sbaglia strada, spesso alla fine rinuncia a cercarla: si rassegna
miseramente mettendo a tacere la sua sete profonda di gioia e
sprofondando nella tristezza e nella noia. Ma la Parola di Dio,
Gesù stesso, apre uno spiraglio – certamente si tratta di una “porta
stretta” – a chi cerca la vera
felicità.
Luca, ci propone un intermezzo famigliare colmo di tenerezza: è
un cuore di mamma quello che alza la voce per invidiare la madre
di un figlio così straordinario! E Gesù, spiazzato da tanta foga,
sorride e ne approfitta per invitare la mamma e noi ad andare oltre:
la vera beatitudine è l'ascolto della Parola e la sua attualizzazione.
Mettiamo al centro la Parola, giorno per giorno, per
sperimentare la beatitudine dell'essere discepoli e vedere il mondo
da una prospettiva particolare, quella di Dio. Ancora un volta il
vangelo, in maniera diretta e provocatoria, afferma che è più saldo
e forte un legame di fede che non uno di sangue. Luca vuole
evidenziare la centralità che deve avere nella sua comunità
l’ascolto della Parola. Qui infatti risiede la vera beatitudine che
consiste nella comunione con Cristo nel quale è data ogni
benedizione. Come Maria attraverso l’ascolto della Parola il
discepolo – e la comunità - “concepisce” in sé il verbo e lo fa
“crescere” in sé mediante la custodia della sua Parola.
La vera beatitudine di Maria non consiste anzitutto in ciò che la
donna esalta, bensì nel fatto che il suo assenso alla Parola udita
permette a Dio di “fare grandi cose” in lei. Maria anticipa in sé
ciò che “il Signore” vuole operare nel cuore di ogni credente. In
tal modo la beatitudine pronunciata da Gesù si estende a tutti i
discepoli. Così la beatitudine pronunciata da Gesù non sminuisce
in minimo modo la dignità della Madre, ma la innalza
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ulteriormente anche se ad un livello diverso e più profondo: la sua
beatitudine non consiste solo e anzitutto nell’averlo generato nella
carne quanto “piuttosto” dalla sua fede e dalla piena disponibilità
al disegno di Dio. La donna del popolo tutto questo non l’ha
ancora compreso. Ella si ferma prima non sapendo cogliere un
“oltre” di fondamentale importanza. Il suo entusiasmo, dettato da
una santa invidia, rischia di distoglierla dall’essenziale; essa volge
lo sguardo indietro, ignorando che la fede che scaturisce
dall’ascolto (Rm 10,17) può operare l’impossibile anche in lei.
Ma tutto questo esige la fatica dell’ascolto, dell’obbedienza,
della custodia della Parola. Si tratta di un balzo nella fede al di
là dell’immediato, un salto che è premessa-promessa di autentica
beatitudine.
Che la si chiami beatitudine, felicità, realizzazione di sé, o in altri
molteplici modi, una cosa è certa: l’uomo cerca sempre e
comunque la gioia, la pienezza della sua vita. Si tratta di un
desiderio iscritto nel cuore dell’uomo da Dio stesso che ha creato
l’uomo per la gioia, la beatitudine appunto: “Questo desiderio è di
origine divina: Dio l’ha messo nel cuore dell’uomo per attirarlo a
sé, perché egli solo lo può colmare” (CCC 1718). In questo
“essere colmato” da-di Dio consiste la beatitudine dell’uomo!
Beatitudine dell’uomo è la comunione, l’amicizia, l’intimità
con Dio, il poter “passeggiare con lui alla brezza della sera” nel
giardino senza più fuggire da lui.
Ma se in noi è inscritto il
desiderio-bisogno della beatitudine, permane il problema di dove
realmente cercarla per poterne gustare la dolcezza e appagare la
sete del cuore. Anche chi fa il male e ne percorre le vie – magari
in tutta una vita spesa nella violenza, nel sesso, nella droga o altro
– è convinto di trovare lì la propria beatitudine!
Non è facile entrare nell’orizzonte della via indicata da Cristo per
ritrovare quella beatitudine per cui siamo stati fatti. Essa ci
propone un percorso controcorrente che presupponendo la docilità
della fede ci appare troppo ardua, forse troppo lontana da quel
mondo di desideri e aspettative immediate con cui costelliamo –
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