Piano di manutenzione
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Piano di manutenzione
COMUNE DI CANALE MONTERANO (RM) POR FESR LAZIO 2007-2013, ATTIVITÀ II.4 "Valorizzazione delle strutture di fruizione delle Aree Protette" "Interventi sulle mura urbane di Monterano (tra Porta Cretella e Porta Romana), sul Convento di San Bonaventura e la Chiesa di San Rocco". PROGETTO ESECUTIVO R.T.P. Arch. Monica Morbidelli (capogruppo) Arch. Fabrizio De Cesaris Arch. Anelinda Di Muzio Arch. Ambra Troiani Maggio 2012 PIANO DI MANUTENZIONE Comune di Canale Monterano Provincia di Roma PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: Interventi sulle mura urbane di Monterano (tra Porta Cretella e Porta Romana), sul convento di San Bonaventura e la chiesa di San Rocco COMMITTENTE: Riserva Naturale Regionale Monterano Canale Monterano, 21/05/2012 IL TECNICO Arch. Anelinda Di Muzio Pagina 1 R.T.P. R.T.P. Arch. Monica Morbidelli (Capogruppo) Manuale d'Uso Comune di: Provincia di: Canale Monterano Roma Oggetto: Interventi sulle mura urbane di Monterano (tra Porta Cretella e Porta Romana), sul convento di San Bonaventura e la chiesa di San Rocco Gli interventi di consolidamento della rupe e dei due edifici ruderali di San Bonaventura e di San Rocco costutuiscono la voce di maggior peso all'interno del programma d'intervento. Gli interventi che riguardano la rupe sono volti alla stabilizzazione dei picchi tufacei aggettanti o fratturati con disgaggio parziale, in rare occasioni, e, più spesso, con un consolidamento locale ottenuto con un numero limitato di tiranti metallici, con iniezioni nelle fratture e con interventi murari tradizionali. Per evitare l'azione aggressiva della vegetazione infestante si prevede un diserbo, che è stato preceduto da un'analisi vegetazionale, distinguendo la flora essenziale per valore storico-naturalistico dalla componenete invasiva ridondante e dannosa per la conservazione del sito. Sono previti inoltre interventi di protezione e risanamento delle murature e delle basi fondali e interventi di restauro delle superfici. Gli interventi previsti sulle mura, dopo la pulitura dei depositi e delle polveri e la rimozione della vegetazione superficiale e profonda, sono i seguenti: sigillatura delle lesioni e iniezioni a pressione con malte a base di calce, acqua e pozzolana, sabbia fine e additivi opportunamente miscelati, stilatura dei giunti e integrazione delle lacune murarie mediante il rimontaggio dei conci caduti, ricostruzione delle parti mancanti necessarie alla stabilità statica con la tecnica del scuci e cuci dei conci, murature in blocchi o in scheggioni di tufo, a seconda dei casi, protezione sommitale con muratura a scheggioni, consolidamento finale di protezione. In caso di tratti liberi di mura si inseriranno tiranti di ancoraggio con posa in opera di armatura metallica di contenimento di tipo diverso a seconda dei casi. Anche gli intonaci saranno consolidati con pulitura, ristabilimento dell'adesione con iniezioni di resina acrilica, microstuccatura, bordatura e consolidamento di protezione. La problematica della mancanza di continuità formale è stata affrontata con la creazione di una staccionata rustica doppia dove possono essere lasciati crescere i rovi rimossi dalle strutture architettoniche in modo da ottenere una sorta di "reintegrazione dell'immagine" della continuità delle mura saturando gli spazi oggi vuoti con una fascia di vegetazione. Sui costoni tufacei sono previsti la rimozione degli apparati radicali superficiali e profondi, la pulizia della parete rocciosa e il riempimento con malta cementizia delle fessurazioni e sconnessure, iniezioni a pressione in perfori non armati con miscele fluide cementizie, il consolidamento del costone tufaceo con muratura in pietrame tufaceo posta a integrare le parti mancanti o a sostenere quelle molto aggettanti, l'ancoraggio dei pezzi distaccati e il disgaggio, ovvero l'abbattimento di volumi rocciosi in equilibrio precario e non recuperabili, la stabilizzazione degli accumuli di terreno o dei materiali superficiali instabili con geostuoie biodegradabili e cordonate vive, il miglioramento del deflusso dell'acqua con la creazione di canaline in tufo. Si prevede inoltre l'inserimento di tiranti di ancoraggio con posa in opera di armatura metallica di Pagina 2 Manuale d'Uso contenimento del tipo Dywiag per l'ancoraggio di porzioni a rischio caduta a seguito di perforo di adeguata dimensione e profondità e che varia da punto a punto. Le alberature di pregio che dovranno essere conservate saranno potate in modo da non costituire pericolo per i costoni, le mura e i visitatori. La tecnica dell'anastilosi, che permetterà di ricollocare le bozze in tufo originarie cadute alla base delle mura, permetterà anche di liberare da parte dei detriti dei crolli le pendici di mura e costoni a vantaggio della sicurezza dei percorsi e del recupero del declivio naturale. Sul convento di San Bonaventura si prevede di colmare la grande lacuna muraria dell'angolo per eliminare la pericolosa discontinuità esistente nei collegamenti murari tra le pareti adiacenti; in altre parti della fabbrica sono previste alcune reintegrazioni parziali che sono costituite da limitati ripristini della continuità tra setti adiacenti. Inoltre si prevede d'inserire una serie di intirantature metalliche per miglorare la qualità delle connessioni murarie verticali e predisporre delle armature cautelative capaci di ridurre il rischio di collassi per le murature del convento. Ad esse se ne affiancano altre, in minor numero, inserite direttamente negli spessori murari e di minimo impatto visivo. Più precisamente sono previste reintegrazioni murarie e incatenamenti nella zona posteriore verso valle; incatenamenti diffusi nell'ala posteriore verso monte, intervento di ricollegamento dello spigolo a sinistra della facciata, interventi di anastilosi e reintegrazione dei piloni centrali, convogliamento e irreggimentazione delle acque pluviali, riduzione con isolamento dalla muratura della pianta di fico presente nella navata. Tra gli interventi assume rilievo il sistema di tiranti metallici previsto nelle ali posteriori e il risarcimento del cantone mancante a sinistra della facciata della chiesa. Si prevede anche la protezione della parte sommitale degli altari e il restauro della pavimentazione antica mediante la bordatura perimetrale e la stilatura delle fughe del cotto originario conservato. Nel pavimento della chiesa verrà modellato in superficie l'attuale piano di calpestio creando un sistema di pendenze per la raccolta dell'acqua meteorica verso il centro della chiesa da dove, attraverso la posa di un pozzetto con griglia di raccolta e una tubazione in pvc che permetta l'allontanamento delle acque a valle. Per quanto esposto in merito alla presenza del fico e ai vuoti sottostanti, sarà mantenuta l'immagine della pavimentazione in terra all'interno della chiesa anche se ottenuta da uno strato sottostante di tessuto non tessuto e una finitura superficiale a cretoni di pozzolana legati con poca calce, che permetta la traspirabilità degli strati sottostanti e costituisca un piano di calpestio pulito e asciutto. Quanto alle parti visitabili, qui si procederà a consolidare gli intonaci e gli elementi della muratura a rischio di caduta, operando una verifica anche dei bauletti sommitali e l'apposizione di adeguati parapetti per regolare il flusso di visita il cui disegno sarà identico a quelli già presenti nel castello costituiti da inferriate a semplici montanti verticali e corrimano, in ferro zincato verniciato al forno. Gli interventi programmati sul fico sono: potatura contenitiva e marginamento perimetrale del pane di terra con fascinata viva legnosa. Anche la chiesa di San Rocco sarà sottoposta ad operazioni di consolidamento locale con la tecnica dello Pagina 3 Manuale d'Uso scuci e cuci, reimpiegando gli stessi elementi tufacei e malta compatibile di buona qualità meccanica; nelle zone di minor degrado si adotterà la tecnica delle iniezioni di malta da effettuare all'interno delle discontinuità murarie. Gli interventi previsti sono perlopiù di consolidamento e prevedono il riempimento con malta cementizia delle fessurazioni e sconnessure, iniezioni a pressione in perfori non armati con miscele fluide a base di calce, acqua e pozzolana, sabbia fine e additivi opportunamente miscelati, stilatura dei giunti e integrazione delle lacune murarie e delle due angolate nord mediante il rimontaggio dei conci caduti, ricostruzione delle parti mancanti necessarie alla stabilità statica con la tecnica del scuci e cuci dei conci, inclusa la ricostruzione della chiusura ad arco di una monofora della cappella est, la realizzazione di perfori e l'inserimento di tiranti, il consolidamento delle murature in perfori non armati con miscele base di calce, acqua, pozzolana e sabbia fine, di iniezioni armate e non armate di materiale consolidante compatibile con le murature antiche e a base di calce e il consolidamento finale di protezione. Interventi mirati dove necessario saranno fatti anche sulle creste delle murature perimetrali con l'aggiunta di protezione sommitale costituita da muratura a scheggioni tufacei che mantenga la finitura a rudere presente nelle altre parti dove non si interverrà. Elenco dei Corpi d'Opera: ° 01 RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO ° 02 INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE ° 03 ARREDO URBANO E VERDE ° 04 OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE Pagina 4 Manuale d'Uso Corpo d'Opera: 01 RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO Rappresentano l'insieme delle unità tecnologiche e di tutti gli elementi tecnici che definiscono le attività ed operazioni di manutenzione legate al restauro, al ripristino e al consolidamento dei beni culturali per il mantenimento dell'integrità e dell'efficienza funzionale del bene e delle sue parti. Unità Tecnologiche: ° 01.01 Restauro ° 01.02 Ripristino e consolidamento Pagina 5 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 01.01 Restauro Il Restauro può definirsi come una serie di attività, operazioni coerenti, coordinate e programmate che hanno per fine la conservazione, l’integrità materiale ed il recupero del patrimonio storico, artistico, architettonico ed ambientale in cui si riconosce un valore che si attua nel rispetto delle metodologie e criteri condivisi e diffusi attraverso norme, leggi vigenti e le carte internazionali del restauro. La manutenzione legata al restauro rappresenta quel complesso di attività e di interventi destinati al controllo del bene culturale e al mantenimento dell’integrità, dell’efficienza funzionale e dell’identità del bene e delle sue parti. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.01.01 Cornicioni in pietra e laterizio ° 01.01.02 Volte in pietra facciavista ° 01.01.03 Volte in pietra con paramento Pagina 6 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.01.01 Cornicioni in pietra e laterizio Unità Tecnologica: 01.01 Restauro Si tratta di cornicioni realizzati con elementi in pietra calcarea e filari di mattoni. Il cornicione è un elemento architettonico sporgente. In genere conclude il prospetto di un edificio ed è spesso decorato da modanature, intagli, fregi, ecc. Si appoggia spesso su mensole. Modalità di uso corretto: Effettuare controlli visivi per verificare lo stato dei cornicioni e la presenza di eventuali anomalie. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.01.01.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 01.01.01.A02 Bolle d'aria Alterazione della superficie dell'intonaco caratterizzata dalla presenza di fori di grandezza e distribuzione irregolare, generati dalla formazione di bolle d'aria al momento della posa. 01.01.01.A03 Cavillature superficiali Sottile trama di fessure sulla superficie del rivestimento. 01.01.01.A04 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 01.01.01.A05 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 01.01.01.A06 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.01.01.A07 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.01.01.A08 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. Pagina 7 Manuale d'Uso 01.01.01.A09 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 01.01.01.A10 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 01.01.01.A11 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 01.01.01.A12 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 01.01.01.A13 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.01.01.A14 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.01.01.A15 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 01.01.01.A16 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 01.01.01.A17 Pitting Degradazione puntiforme che si manifesta attraverso la formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma tendenzialmente cilindrica con diametro massimo di pochi millimetri. 01.01.01.A18 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 01.01.01.A19 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. 01.01.01.A20 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità. 01.01.01.A21 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi di rivestimento. Pagina 8 Manuale d'Uso 01.01.01.A22 Sfogliatura Rottura e distacco delle pellicole sottilissime di tinta. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.01.01.C01 Controllo generale delle parti a vista Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura delle parti in vista in particolare di depositi sulle cornice. Controllare l'assetto statico dei cornicioni e l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (macchie, disgregazioni superficiali, rigonfiamenti, distacco, ecc.) e/o difetti di esecuzione. Requisiti da verificare: 1) Assenza di emissioni di sostanze nocive; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza agli agenti aggressivi; 4) Resistenza agli attacchi biologici. • Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Bolle d'aria; 3) Cavillature superficiali; 4) Crosta; 5) Decolorazione; 6) Deposito superficiale; 7) Disgregazione; 8) Distacco; 9) Efflorescenze; 10) Erosione superficiale; 11) Esfoliazione; 12) Fessurazioni; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Penetrazione di umidità; 17) Pitting; 18) Polverizzazione; 19) Presenza di vegetazione; 20) Rigonfiamento; 21) Scheggiature; 22) Sfogliatura. • Pagina 9 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.01.02 Volte in pietra facciavista Unità Tecnologica: 01.01 Restauro Si tratta di volte realizzate con elementi in pietra faccia vista. Gli elementi caratterizzanti di una volta sono la concavità interna e il fatto di essere una struttura spingente, cioè che, come l'arco, genera spinte laterali che devono essere annullate da contrafforti o elementi di trazione. Con l'arco ha molti elementi in comune, sia nella nomenclatura, sia nella statica che nei metodi di costruzione. Le volte si distinguono in volte semplici, con una sola superficie curva di intradosso, o composte, con più superfici in concorso. In particolare sono volte semplici le seguenti: volta a botte (la volta più semplice), volta a vela e volta a cupola. Sono definite volte composte le seguenti: volta a crociera (diffusissima, generata dall'intersezione di due volte a botte uguali), volta a lunetta (intersezione di due volte a botte aventi raggio diverso), volta a padiglione (volta a crociera senza gli archi perimetrali), volta a schifo (volta a padiglione sezionata da un piano orizzontale) e volta a crociera gotica. Modalità di uso corretto: I fenomeni di degrado sono per la maggior parte legati alla presenza di acqua ed umidità diffusa in prevalenza sotto forma di umidità contenuta nei materiali. La presenza di umidità può ricondursi a infiltrazioni provenienti dalla mancata manutenzione del tetto con l’insorgenza di macchie di natura organica e con fenomeni di efflorescenze superficiali provocati da gelività e cristallizzazione. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.01.02.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 01.01.02.A02 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 01.01.02.A03 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 01.01.02.A04 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.01.02.A05 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.01.02.A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.01.02.A07 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del Pagina 10 Manuale d'Uso manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 01.01.02.A08 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 01.01.02.A09 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 01.01.02.A10 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 01.01.02.A11 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.01.02.A12 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.01.02.A13 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 01.01.02.A14 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 01.01.02.A15 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 01.01.02.A16 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.01.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello strato superficiale ed in particolare dei rivestimenti in pietra. Verificare l'assenza di eventuali anomalie. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica; 4) Tenuta all'acqua. • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Efflorescenze; 3) Mancanza; 4) Penetrazione di umidità. • Pagina 11 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.01.03 Volte in pietra con paramento Unità Tecnologica: 01.01 Restauro Si tratta di volte realizzate con elementi in pietra con paramento. Gli elementi caratterizzanti di una volta sono la concavità interna e il fatto di essere una struttura spingente, cioè che, come l'arco, genera spinte laterali che devono essere annullate da contrafforti o elementi di trazione. Con l'arco ha molti elementi in comune, sia nella nomenclatura, sia nella statica che nei metodi di costruzione. Le volte si distinguono in volte semplici, con una sola superficie curva di intradosso, o composte, con più superfici in concorso. In particolare sono volte semplici le seguenti: volta a botte (la volta più semplice), volta a vela e volta a cupola. Sono definite volte composte le seguenti: volta a crociera (diffusissima, generata dall'intersezione di due volte a botte uguali), volta a lunetta (intersezione di due volte a botte aventi raggio diverso), volta a padiglione (volta a crociera senza gli archi perimetrali), volta a schifo (volta a padiglione sezionata da un piano orizzontale) e volta a crociera gotica. Modalità di uso corretto: I fenomeni di degrado sono per la maggior parte legati alla presenza di acqua ed umidità diffusa in prevalenza sotto forma di umidità contenuta nei materiali. La presenza di umidità può ricondursi a infiltrazioni provenienti dalla mancata manutenzione del tetto con l’insorgenza di macchie di natura organica e con fenomeni di efflorescenze superficiali provocati da gelività e cristallizzazione. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.01.03.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 01.01.03.A02 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 01.01.03.A03 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 01.01.03.A04 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.01.03.A05 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.01.03.A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.01.03.A07 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del Pagina 12 Manuale d'Uso manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 01.01.03.A08 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 01.01.03.A09 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 01.01.03.A10 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 01.01.03.A11 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.01.03.A12 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.01.03.A13 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 01.01.03.A14 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 01.01.03.A15 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 01.01.03.A16 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.01.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello strato superficiale ed in particolare dei rivestimenti in pietra. Verificare l'assenza di eventuali anomalie. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica; 4) Tenuta all'acqua. • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Efflorescenze; 3) Mancanza; 4) Penetrazione di umidità. • Pagina 13 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Per ripristino e consolidamento s’intendono quegli interventi, tecniche tradizionali o moderne di restauro statico eseguite su opere o manufatti che presentano problematiche di tipo statico, da definirsi dopo necessarie indagini storiche, morfologiche e statiche, relative all’oggetto d’intervento e che vanno ad impedire ulteriori alterazioni dell’equilibrio statico tale da compromettere l’integrità del manufatto. La disponibilità di soluzioni tecniche diverse e appropriate sono sottoposte in fase di diagnosi e progetto da tecnici competenti e specializzati del settore. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.02.01 Catene ° 01.02.02 Congiunzioni ° 01.02.03 Controventi ° 01.02.04 Murature in pietra facciavista: arenaria grigia ° 01.02.05 Murature in pietra facciavista:pietra calcarea ° 01.02.06 Murature in pietra facciavista: tufo ° 01.02.07 Tiranti Pagina 14 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.02.01 Catene Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Le catene svolgono una funzione statica di sostegno di contrasto a spostamenti orizzontali. In genere vengono utilizzate in caso di dissesti dovuti a traslazioni orizzontali di parti di pareti murarie o di un orizzontamento. La loro azione impedisce un eventuale incremento della traslazione. Esse vengono inserite in corrispondenza della parete muraria o di orizzontamento da presidiare. Esse possono avere sezione diversa (circolare, rettangolare, ecc.). L'intervento può essere localizzato o diffuso. Esse vanno predisposte attraverso elementi di ripartizione (piastre, giunti di tensione,organi di ritegno, ecc.). Modalità di uso corretto: L'uso di catene va opportunamente dimensionate in fase progettuale e dopo uno studio approfondito sul comportamento del manufatto. Proteggere le catene dall'azione degli agenti atmosferici con guaine di protezione e trattamenti opportuni. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.01.A01 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 01.02.01.A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio. 01.02.01.A03 Tensione insufficiente Tensione insufficiente tra tirante e massa muraria. Pagina 15 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.02.02 Congiunzioni Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Le congiunzioni rappresentano quegli elementi di unione intermedia tra sostegni diversi (ad es. catene, tiranti, ecc.). Esse sono rappresentati da piastre, giunti di tensione intermedi a vite, organi di ritegno, paletti,ecc.. Modalità di uso corretto: Esse vanno scelte e dimensionate in fase progettuale e dopo uno studio approfondito sul comportamento del manufatto. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.02.A01 Corrosione Corrosione di parti metalliche per il decadimento dei materiali a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 01.02.02.A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio. 01.02.02.A03 Serraggi inadeguati Serraggi inadeguati delle giunzioni a forchetta e delle biette. Pagina 16 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.02.03 Controventi Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Nelle strutture metalliche, data la loro deformabilità, i controventi sono essenziali,sia per dare maggiore stabilità complessiva, sia per contrastare le azioni orizzontali, tra le quali il vento è la più consistente. I controventi possono essere disposti sia sulle falde di copertura che sulle pareti. In genere sono realizzati con tirantini incrociati e tesi con tenditori. Modalità di uso corretto: Per diminuire le deformazioni termiche, è opportuno che le controventature di parete vengano disposte a metà dei lati e non alle estremità. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.03.A01 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 01.02.03.A02 Deformazioni termiche Deformazioni termiche dovute a temperature particolari degli elementi di esercizio. 01.02.03.A03 Insufficiente resistenza Insufficiente resistenza ai carichi. 01.02.03.A04 Tensione insufficiente Tensione insufficiente tra controventi e parte presidiata. Pagina 17 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.02.04 Murature in pietra facciavista: arenaria grigia Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Si tratta di murature realizzate in conci di pietra arenaria grigia. Il tipo di pietra sottoposta con una certa frequenza ad agenti atmosferici può subire una perdita di coesione che con il tempo la rende piuttosto friabile e fragile. Modalità di uso corretto: Effettuare controlli visivi per verificare lo stato della muratura e la presenza di eventuali anomalie. Evitare l'uso della pietra arenaria in zone climatiche dove avvengono frequenti precipitazioni atmosferiche durante l'anno. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.04.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 01.02.04.A02 Assenza di malta Assenza di malta nei giunti di muratura. 01.02.04.A03 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 01.02.04.A04 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 01.02.04.A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.02.04.A06 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.02.04.A07 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.02.04.A08 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. Pagina 18 Manuale d'Uso 01.02.04.A09 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 01.02.04.A10 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 01.02.04.A11 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 01.02.04.A12 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.02.04.A13 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.02.04.A14 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 01.02.04.A15 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 01.02.04.A16 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 01.02.04.A17 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.02.04.C01 Controllo giunti Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato dei giunti e dell'integrità degli elementi. Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza agli attacchi biologici; 4) Tenuta all'acqua. • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Disgregazione; 3) Efflorescenze; 4) Mancanza; 5) Presenza di vegetazione. • 01.02.04.C02 Controllo superfici Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello strato superficiale dei conci, dei basamenti e delle cornici d'angolo. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. • Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica; 4) Tenuta all'acqua. Pagina 19 Manuale d'Uso • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Efflorescenze; 3) Mancanza; 4) Penetrazione di umidità. Pagina 20 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.02.05 Murature in pietra facciavista:pietra calcarea Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Si tratta di murature realizzate con blocchi di calcare. Modalità di uso corretto: Effettuare controlli visivi per verificare lo stato della muratura e la presenza di eventuali anomalie. Evitare l'uso dei blocchi di calcare in zone climatiche dove avvengono frequenti precipitazioni atmosferiche durante l'anno. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.05.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 01.02.05.A02 Assenza di malta Assenza di malta nei giunti di muratura. 01.02.05.A03 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 01.02.05.A04 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 01.02.05.A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.02.05.A06 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.02.05.A07 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.02.05.A08 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. Pagina 21 Manuale d'Uso 01.02.05.A09 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 01.02.05.A10 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 01.02.05.A11 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 01.02.05.A12 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.02.05.A13 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.02.05.A14 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 01.02.05.A15 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 01.02.05.A16 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 01.02.05.A17 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.02.05.C01 Controllo giunti Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato dei giunti e dell'integrità degli elementi. Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza agli attacchi biologici; 4) Tenuta all'acqua. • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Disgregazione; 3) Efflorescenze; 4) Mancanza; 5) Presenza di vegetazione. • 01.02.05.C02 Controllo superfici Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello strato superficiale dei conci, dei basamenti e delle cornici d'angolo. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. • Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica; 4) Tenuta all'acqua. Pagina 22 Manuale d'Uso • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Efflorescenze; 3) Mancanza; 4) Penetrazione di umidità. Pagina 23 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.02.06 Murature in pietra facciavista: tufo Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Si tratta di murature realizzate con blocchi di pietra squadrata detta tufo. Definito come un calcare granulare, tenero, poroso e poco compatto, di colore giallastro. Le dimensioni dei blocchi di tufo variano secondo il periodo di coltivazione e secondo l’utilizzo di strumenti manuali o meccanici. Di conseguenza le dimensioni possono essere di circa 47-50 cm di lunghezza, 20 cm di altezza e 25-27 cm di profondità. Modalità di uso corretto: Il tufo è materiale facilmente aggredibile da microrganismi quali muschi e licheni, e, nel caso sia esposto a facciavista senza alcuna protezione, subisce l’azione erosiva degli agenti atmosferici che si manifesta con fenomeni di alveolizzazione ed esfoliazione. Effettuare controlli visivi per verificare lo stato della muratura e la presenza di eventuali anomalie. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.06.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 01.02.06.A02 Assenza di malta Assenza di malta nei giunti di muratura. 01.02.06.A03 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 01.02.06.A04 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 01.02.06.A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.02.06.A06 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.02.06.A07 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.02.06.A08 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del Pagina 24 Manuale d'Uso manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 01.02.06.A09 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 01.02.06.A10 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 01.02.06.A11 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 01.02.06.A12 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.02.06.A13 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.02.06.A14 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 01.02.06.A15 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 01.02.06.A16 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 01.02.06.A17 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. 01.02.06.A18 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.02.06.C01 Controllo facciata Cadenza: ogni 3 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo della facciata e dello stato dei corsi di malta. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. • Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Crosta; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Fessurazioni; 11) Macchie e graffiti; 12) Mancanza; • Pagina 25 Manuale d'Uso 13) Patina biologica; 14) Penetrazione di umidità; 15) Polverizzazione; 16) Presenza di vegetazione; 17) Scheggiature. Pagina 26 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.02.07 Tiranti Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento I tiranti svolgono una funzione statica di sostegno di contrasto a spostamenti orizzontali. In genere vengono utilizzati in caso di dissesti dovuti a traslazioni orizzontali di parti di pareti murarie o di un orizzontamento. La loro azione impedisce un eventuale incremento della traslazione. Essi vengono inserite in corrispondenza della parete muraria o di orizzontamento da presidiare. Essi possono avere sezione diversa (circolare, rettangolare, ecc.). L'intervento può essere localizzato o diffuso. Essi vanno predisposte attraverso elementi di ripartizione (piastre, giunti di tensione,organi di ritegno, ecc.). Modalità di uso corretto: L'uso di tiranti va opportunamente dimensionate in fase progettuale e dopo uno studio approfondito sul comportamento del manufatto. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.07.A01 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 01.02.07.A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio. 01.02.07.A03 Tensione insufficiente Tensione insufficiente tra tirante e massa muraria. Pagina 27 Manuale d'Uso Corpo d'Opera: 02 INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE Insieme delle unità e degli elementi tecnici aventi funzione di attenuare i danni creati dal dissesto idrogeologico realizzando interventi di consolidamento, interventi antierosivi e di riprodurre ecosistemi simili ai naturali. Unità Tecnologiche: ° 02.01 Opere di ingegneria naturalistica Pagina 28 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 02.01 Opere di ingegneria naturalistica L’ingegneria naturalistica si applica per attenuare i danni creati dal dissesto idrogeologico; in particolare essa adopera le piante vive, abbinate ad altri materiali quali il legno, la pietra, la terra, ecc., per operazioni di consolidamento e interventi antierosivi, per la riproduzione di ecosistemi simili ai naturali e per l’incremento della biodiversità. I campi di intervento sono: - consolidamento dei versanti e delle frane; - recupero di aree degradate; - attenuazione degli impatti causati da opere di ingegneria: barriere antirumore e visive, filtri per le polveri, ecc.; - inserimento ambientale delle infrastrutture. Le finalità degli interventi sono: tecnico-funzionali, naturalistiche, estetiche e paesaggistiche e economiche. Per realizzare un intervento di ingegneria naturalistica occorre realizzare un attento studio bibliografico, geologico, geomorfologico, podologico, floristico e vegetazionale per scegliere le specie e le tipologie vegetazionali d’intervento. Alla fase di studio e di indagine deve seguire l’individuazione dei criteri progettuali, la definizione delle tipologie di ingegneria naturalistica e la lista delle specie flogistiche da utilizzare. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.01.01 Cordonata viva ° 02.01.02 Fascinate ° 02.01.03 Geostuoie ° 02.01.04 Gradonata viva ° 02.01.05 Tiranti Pagina 29 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.01 Cordonata viva Unità Tecnologica: 02.01 Opere di ingegneria naturalistica Le cordonate si adoperano per consolidare pendii molto ripidi su terreni instabili. Modalità di uso corretto: La cordonata con stanghe di legname durevole, ramaglie di conifere o latifoglie, talee di salice o tamerice e terreno vegetale, si deve creare su banchine orizzontali larghe almeno 50 cm in leggera controtendenza (minimo 10 °) e tracciando i solchi dal basso verso l’alto. Longitudinalmente, sul gradone aperto e pulito, si posano in opera per supporto stanghe con corteccia di larice o castagno (diametro 6-12 cm, lunghezza superiore a 2 m) su due file parallele, una verso l’interno e una verso l’esterno dello scavo. In un secondo tempo si copre la base con ramaglie e il letto con terreno su cui porre in opera talee di salice o tamerice. Controllare periodicamente l'integrità delle superfici a vista mediante valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.01.A01 Depositi superficiali Accumuli di materiale vario quali pietrame, ranaglie e terreno sulla superficie delle cordonate. 02.01.01.A02 Difetti di ancoraggio Difetti di tenuta delle chiodature e/o delle graffe di ancoraggio della struttura. 02.01.01.A03 Difetti di attecchimento Difetti di attecchimento delle talee di salice o tamerice e/o delle piantine radicate. 02.01.01.A04 Infradiciamento Infradiciamento dei tronchi scortecciati che costituiscono la cordonata. 02.01.01.A05 Mancanza di terreno Mancanza di terreno che mette a nudo le talee. 02.01.01.A06 Mancata aderenza Imperfetta aderenza tra la rete ed il terreno che provoca mancati inerbimenti. 02.01.01.A07 Perdita di materiale Perdita del materiale costituente la cordonata quali terreno, radici, ecc.. 02.01.01.A08 Eccessiva vegetazione Eccessiva presenza di vegetazione che non favorisce lo sviluppo delle talee. 02.01.01.A09 Scalzamento Pagina 30 Manuale d'Uso Fenomeni di smottamenti che causano lo scalzamento delle ramaglie. 02.01.01.A10 Sottoerosione Fenomeni di erosione dovuti a mancanza di terreno sulle verghe. Pagina 31 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.02 Fascinate Unità Tecnologica: 02.01 Opere di ingegneria naturalistica Le fascinate sono realizzate con fascine di ramaglia (sono da preferirsi specie con elevata capacità vegetativa quali pioppi, salici) che vengono collocate lungo i pendii (max pendenza 30°-35°) e fissate a pali di legno infissi nel terreno. Possono essere utilizzate sia lungo i pendii montani sia lungo gli argini dei fiumi al piede delle sponde soggette ad erosione. Modalità di uso corretto: La corretta posa in opera delle fascinate prevede: - scavo di una banchina (lungo le curve di livello) di 40 cm di larghezza e 40 cm di altezza; - riempimento degli scavi con fascine di ramaglia e fissaggio delle stesse a pali di legno infissi nel terreno per almeno 50-60 cm; - riempimento della banchina con il terreno risultante dallo scavo effettuato; - eventuale messa a dimora di piantine radicate che realizzeranno il popolamento definitivo. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.02.A01 Corrosione Fenomeni di corrosione delle armature metalliche delle fascinate. 02.01.02.A02 Deformazioni Deformazioni della struttura per cui si verificano difetti di tenuta dei pali. 02.01.02.A03 Eccessiva vegetazione Eccessiva presenza di vegetazione che non favorisce lo sviluppo delle talee. 02.01.02.A04 Infradiciamento Infradiciamento dei pali che sostengono la fascinata. Pagina 32 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.03 Geostuoie Unità Tecnologica: 02.01 Opere di ingegneria naturalistica Sono strutture a tre dimensioni con uno spessore che va da 1 a 2,5 cm. Sono formate da filamenti sottili di materiale sintetico attorcigliati fino a formare uno strato molto deformabile con un indice dei vuoti superiore al 90%. Esistono anche stuoie preintasate con ghiaino e bitume e con manto vegetale già cresciuto. Modalità di uso corretto: Le geostuoie si utilizzano su pendii e scarpate per aumentare la resistenza all’erosione causata dalle piogge e dalle acque di ruscellamento in quanto formano un rinforzo superficiale nella fase di crescita della vegetazione. Le modalità di esecuzione, per una corretta posa in opera, prevedono: - eliminazione di pietrame e ramaglie, livellamenti e scoronamenti delle scarpate; - realizzazione di uno scavo di circa 20-30 cm di profondità a monte della zona da proteggere; - semina (minimo 40 g/m2) di sementi di specie erbacee e relativa concimazione; - inserimento nello scavo realizzato di un doppio strato di rete e successivo ricoprimento con terreno (può essere utilizzato anche quello proveniente dallo scavo); - stesura dei rotoli di rete lungo la linea di massima pendenza (verificare che la rete non sia troppo tesa e che i vari rotoli abbiano una sovrapposizione di almeno 15 cm); - controllare la perfetta aderenza tra rete e terreno naturale per evitare mancati inerbimenti; - fissaggio della rete utilizzando picchetti di legno (della lunghezza minima di 30-40 cm), di plastica o di acciaio zincato (con profili ad U della lunghezza di 15-50 cm e spessore di 3-6 mm) ad interasse di circa 1 metro lungo le sovrapposizioni laterali e trasversali ed al centro della rete; - intasamento dei bordi laterali con terreno vegetale; - semina (minimo 40 g/m2) di sementi di specie erbacee e relativa irrigazione (soprattutto nei periodi di siccità); - eventuale concimazione per garantire una adeguata germogliazione. Nel caso di piantumazione di talee o delle piantine di arbusti verificare la maglia della rete in funzione dell'altezza delle piantine. Controllare periodicamente l'integrità delle superfici a vista mediante valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.03.A01 Depositi superficiali Accumuli di materiale vario quali pietrame, ranaglie e terreno sulla superficie delle geostuoie. 02.01.03.A02 Difetti di ancoraggio Difetti di tenuta delle chiodature e/o delle graffe di ancoraggio della struttura. 02.01.03.A03 Difetti di attecchimento Difetti di attecchimento delle talee di salice o tamerice e/o delle piantine radicate. 02.01.03.A04 Mancanza di terreno Mancanza di terreno che mette a nudo la struttura delle geostuoie. 02.01.03.A05 Mancata aderenza Imperfetta aderenza tra la rete ed il terreno che provoca mancati inerbimenti. Pagina 33 Manuale d'Uso 02.01.03.A06 Perdita di materiale Perdita del materiale costituente la geostuoia quali terreno, radici, ecc.. Pagina 34 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.04 Gradonata viva Unità Tecnologica: 02.01 Opere di ingegneria naturalistica La gradonata è una tecnica di consolidamento di versanti e scarpate che consiste nel realizzare dei gradoni lungo il versante o la scarpa che vengono riempiti con ramaglie, talee e piantine. Modalità di uso corretto: Realizzata una banchina (profondità minima 50 cm, contropendenza del 10%) e delle file parallele dal basso verso l’alto (interasse di 1,5-3 m), si mettono a dimora ramaglie e talee di salice o tamerice, interrate per 3/4 della lunghezza, posizionate a pettine alternando le diverse specie e diametri dei rami (densità minima 10 rami per metro, lunghezza 1-2 m, diametro 1-7 cm). In aggiunta o in alternativa si possono mettere a dimora piante già radicate di 2-3 anni di specie resistenti all’inghiaiamanento e capaci di emettere radici avventizie dal fusto; si aggiunge, infine, terreno vegetale, o paglia, o compost di corteccia per ottimizzarne la crescita. I gradoni possono essere realizzati secondo le curve di livello o inclinati lievemente a valle, per favorire il drenaggio. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.04.A01 Eccessiva vegetazione Eccessiva presenza di vegetazione che non favorisce lo sviluppo delle talee. 02.01.04.A02 Infradiciamento Infradiciamento dei rami che costituiscono la gradonata. 02.01.04.A03 Mancanza di terreno Mancanza di terreno che mette a nudo la struttura delle gradonate. 02.01.04.A04 Perdita di materiale Perdita del materiale costituente la gradonata quali terreno, radici, ecc.. 02.01.04.A05 Scalzamento Fenomeni di smottamenti che causano lo scalzamento delle gradonate. 02.01.04.A06 Sottoerosione Fenomeni di erosione dovuti a mancanza di terreno sulle gradonate. Pagina 35 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.05 Tiranti Unità Tecnologica: 02.01 Opere di ingegneria naturalistica Sono elementi strutturali che agiscono in trazione e che trasferiscono forze al terreno attraverso un’armatura e i bulbi di ancoraggio. Un tirante è formato da una testa con piastra di ripartizione e sistema di bloccaggio connessi ad una parte libera (porzione tensionabile e guaina di rivestimento) ed una fondazione fornita di armatura. La fondazione si ancora alla roccia intatta o per cementazione o con ancoraggio meccanico. I tiranti di ancoraggio possono essere: - pretesi o attivi: se gli stessi elementi sono sollecitati in esercizio da sforzi di trazione impressi all’atto di esecuzione; - non pretesi o passivi: se gli elementi di rinforzo sono sollecitati a trazione a seguito di movimenti e deformazioni dell’ammasso; - parzialmente pretesi: se all’atto dell’installazione si imprime loro una tensione minore di quella d’esercizio; - provvisori: se la loro funzione è limitata ad un periodo prestabilito; - permanenti: se la loro funzione deve essere espletata per tutto il periodo di vita dell’opera ancorata. Modalità di uso corretto: Si adoperano per stabilizzare pareti rocciose, per fissare al terreno paratie o muri di sostegno, per stabilizzare volte di gallerie sottoposte a notevole pressione idrostatica, ecc.. I tiranti di ancoraggio, quindi, trasferiscono i vincoli necessari alla statica dell’opera in zone in cui il terreno dà la possibilità di assorbire le sollecitazioni in gioco. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.05.A01 Corrosione Fenomeni di corrosione degli elementi dei tiranti. 02.01.05.A02 Difetti di tenuta Difetti di tenuta dei tiranti dovuti ad erronea posa in opera degli stessi e/o alla rottura dei chiodi di ancoraggi. 02.01.05.A03 Rotture Rotture degli elementi dei tiranti. Pagina 36 Manuale d'Uso Corpo d'Opera: 03 ARREDO URBANO E VERDE Insieme delle unità e degli elementi tecnici aventi funzione di consentire l'esercizio di attività degli utenti negli spazi esterni connessi con il sistema edilizio stesso Unità Tecnologiche: ° 03.01 Aree a verde Pagina 37 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Le aree a verde costituiscono l'insieme dei parchi, dei giardini e delle varietà arboree degli spazi urbani ed extra urbani. La distribuzione degli spazi verdi varia in funzione a standard urbanistici ed esigenze di protezione ambientale. Il verde urbano può avere molteplici funzioni di protezione ambientale: ossigenazione dell'aria, assorbimento del calore atmosferico e barriera contro i rumori ed altre fonti di inquinamento. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 03.01.01 Alberi ° 03.01.02 Altre piante ° 03.01.03 Arbusti e cespugli ° 03.01.04 Ghiaia e pietrisco ° 03.01.05 Siepi ° 03.01.06 Sistemi di ancoraggio ° 03.01.07 Staccionate Pagina 38 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.01 Alberi Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di piante legnose caratterizzate da tronchi eretti e ramificati formanti una chioma posta ad una certa distanza dalla base. Gli alberi si differenziano per: tipo, specie, caratteristiche botaniche, caratteristiche ornamentali, caratteristiche agronomiche, caratteristiche ambientali e tipologia d'impiego. Modalità di uso corretto: La scelta dei tipi di alberi va fatta: in funzione dell'impiego previsto (viali, alberate stradali, filari, giardini, parchi, ecc.), delle condizioni al contorno (edifici, impianti, inquinamento atmosferico, ecc.), della massima altezza di crescita, della velocità di accrescimento, delle caratteristiche del terreno, delle temperature stagionali, dell'umidità, del soleggiamento e della tolleranza alla salinità. In ogni caso in fase di progettazione e scelta di piante affidarsi a personale specializzato (agronomi, botanici, ecc.). Dal punto di vista manutentivo le operazioni previste riguardano: la potatura, l'irrigazione, la concimazione, contenimento della vegetazione, cura delle malattie, semina e messa a dimora. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.01.A01 Crescita confusa Crescita sproporzionata (chioma e/o apparato radici) rispetto all'area di accoglimento. 03.01.01.A02 Malattie a carico delle piante Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie e/o alterazione della cortecce, nelle piante di alto fusto. 03.01.01.A03 Presenza di insetti In genere sono visibili ad occhio nudo e si può osservarne l'azione e i danni provocati a carico delle piante. Le molteplici varietà di specie di insetti dannosi esistenti fa si che vengano analizzati e trattati caso per caso con prodotti specifici. In genere si caratterizzano per il fatto di cibarsi di parti delle piante e quindi essere motivo di indebolimento e di manifestazioni di malattie che portano le specie ad esaurimento se non si interviene in tempo ed in modo specifico. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 03.01.01.I02 Innaffiaggio Cadenza: quando occorre Innaffiaggio delle piante. L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. Pagina 39 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.02 Altre piante Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Sotto la questa denominazione vengono raggruppate le seguenti piante: acquatiche, palustri, erbacee annuali, biennali, perenni, bulbose, rizomatose, tuberose, tappezzanti, rampicanti, ricadenti e sarmentose. Modalità di uso corretto: In fase di progettazione e scelta di piante affidarsi a personale specializzato (agronomi, botanici, ecc.). Dal punto di vista manutentivo le operazioni previste riguardano: la potatura, l'irrigazione, la concimazione, contenimento della vegetazione, cura delle malattie, semina e messa a dimora. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.02.A01 Crescita confusa Presenza di varietà arboree diverse e sproporzionate all'area di accoglimento. 03.01.02.A02 Malattie a carico delle piante Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie. 03.01.02.A03 Presenza di insetti In genere sono visibili ad occhio nudo e si può osservarne l'azione e i danni provocati a carico delle piante. Le molteplici varietà di specie di insetti dannosi esistenti fa si che vengano analizzati e trattati caso per caso con prodotti specifici. In genere si caratterizzano per il fatto di cibarsi di parti delle piante e quindi essere motivo di indebolimento e di manifestazioni di malattie che portano le specie ad esaurimento se non si interviene in tempo ed in modo specifico. 03.01.02.A04 Terreno arido L'aridità del terreno, spesso per mancanza di acqua, si manifesta con spaccature e lesioni degli strati superficiali e con il deperimento della vegetazione esistente. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 03.01.02.I02 Innaffiaggio Cadenza: quando occorre Innaffiaggio delle piante. L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. Pagina 40 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.03 Arbusti e cespugli Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di piante perenni, legnose, aventi tronco con ramificazioni prevalenti a sviluppo dalla base. Possono essere del tipo a foglia decidua o sempreverdi. Modalità di uso corretto: In fase di progettazione e scelta di piante affidarsi a personale specializzato (agronomi, botanici, ecc.). Dal punto di vista manutentivo le operazioni previste riguardano: la potatura, l'irrigazione, la concimazione, contenimento della vegetazione, cura delle malattie, semina e messa a dimora. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.03.A01 Crescita confusa Presenza di varietà arboree diverse e sproporzionate all'area di accoglimento. 03.01.03.A02 Malattie a carico delle piante Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie e/o alterazione della cortecce. 03.01.03.A03 Presenza di insetti In genere sono visibili ad occhio nudo e si può osservarne l'azione e i danni provocati a carico delle piante. Le molteplici varietà di specie di insetti dannosi esistenti fa si che vengano analizzati e trattati caso per caso con prodotti specifici. In genere si caratterizzano per il fatto di cibarsi di parti delle piante e quindi essere motivo di indebolimento e di manifestazioni di malattie che portano le specie ad esaurimento se non si interviene in tempo ed in modo specifico. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 03.01.03.I02 Innaffiaggio Cadenza: quando occorre Innaffiaggio delle piante. L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. Pagina 41 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.04 Ghiaia e pietrisco Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di materiale alluvionale o proveniente dalla frantumazione di rocce con dimensioni comprese fra i 2 e 50 mm utilizzato generalmente nella sistemazione di vialetti e percorsi pedonali adiacenti ad aree a verde. Nel caso della riserva si utilizzerà un materiale simile per creare una pavimentazione all'interno della chiesa di san Bonaventura. Modalità di uso corretto: Provvedere alla corretta distribuzione e costipamento del materiale lungo i percorsi in uso nonché al riempimento di zone sprovviste. Particolare attenzione va posta nella messa in opera in zone adiacenti a tombini o griglie in uso. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.04.A01 Granulometria irregolare Granulometria e consistenza del materiale irregolare rispetto ai diametri standard. 03.01.04.A02 Mancanza Mancanza di materiale lungo le superfici di distribuzione. Pagina 42 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.05 Siepi Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di recinzioni naturali realizzate con essenze diverse e con funzione di delimitazione di aiuole e/o aree verdi di proprietà privata o di uso pubblico. Modalità di uso corretto: Provvedere alle fasi di potatura e diradazione delle siepi vegetali. Conservazione delle sagome e delle geometrie costituenti le siepi. Estirpazione delle piante esaurite e pulizia delle zone adiacenti. Innaffiaggio e concimazione appropriati a secondo delle qualità e varietà delle vegetazioni. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.05.A01 Crescita confusa Crescita sproporzionata delle sagome a siepi rispetto all'area e agli spazi di accoglimento. 03.01.05.A02 Malattie a carico delle piante Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie e/o alterazione della cortecce. Pagina 43 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.06 Sistemi di ancoraggio Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Essi hanno funzione di sostegno alle piante. Sono generalmente costituiti da: pali, picchetti, tiranti e tutori. Possono essere costituiti da materiali diversi, legno, materie plastiche, cls prefabbricato, ecc.. Modalità di uso corretto: Le tipologie geometriche, dimensionali, estetiche variano in funzione: del tipo di pianta, del clima (in particolare della ventosità del luogo) e della sistemazione a verde prevista. Le parti interrate (pali,picchetti, tutori) vanno preventivamente trattati, per una altezza di almeno 1 metro, con sostanze antimuffa e antimarciume. Particolare attenzione va posta nella messa in opera degli ancoraggi e nella legatura (legacci, materiali in gomma o plastica) delle piante che comunque dovrà consentirne un certo grado di movimento. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.06.A01 Infracidimento Infracidimento delle parti interrate (legno) per insufficiente trattamento con sostanze antimarciume. 03.01.06.A02 Instabilità Instabilità degli ancoraggi per insufficiente ancoraggio al suolo o in seguito ad eventi esterni (vento, neve, traumi, ecc.). 03.01.06.A03 Legatura inadeguata Caratteristiche della legatura pianta-ancoraggio inadeguata rispetto al grado di movimento delle piante. Pagina 44 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.07 Staccionate Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di elementi generalmente realizzati in pali di pino o di castagno, con trattamento della parte appuntita interrata, decorticati e di diametro diverso (10 - 12 cm) posti a croce di Sant’Andrea costituiti da corrimano e diagonali a sezione semicircolare posti su montati verticali ad un altezza di circa 1 m fuori terra e ad un interasse di circa 2 m, ed assemblati con elementi di acciaio zincato ed eventuali plinti di fondazione. In genere vengono impiegati lungo i percorsi montani e congiuntamente ad interventi di opere di ingegneria naturalistica. Modalità di uso corretto: Verificare la corretta disposizione dei montanti e la loro stabilità. Sostituire eventuali parti ammalorate o mancanti con altre di analoga essenza. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.07.A01 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di cancelli e barriere. 03.01.07.A02 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulenti dovuta ad eccesso di umidità. 03.01.07.A03 Perdita della stabilità Perdita della stabilità degli elementi fissati al suolo. Pagina 45 Manuale d'Uso Corpo d'Opera: 04 OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE Le opere di adeguamento, miglioramento e riparazione rappresentano quelle unità tecnologiche individuate attraverso la normativa vigente, come quelle fasi di intervento sulle strutture civili e industriali esistenti che in seguito ad eventi e/o variazioni strutturali necessitano di ripristino delle condizioni di sicurezza e di collaudo statico. Le variazioni strutturali possono dipendere da fattori diversi: - variazioni indipendenti dalla volontà dell'uomo, (come ad esempio: danni dovuti a sisma, a carichi verticali eccessivi, a danni dovuti per cedimenti fondali, al degrado delle malte nella muratura, alla corrosione delle armature nel c.a., ad errori progettuali e/o esecutivi, a situazioni in cui i materiali e/o la geometria dell'opera non corrispondano ai dati progettuali, ecc.); - variazioni dovute all'intervento dell'uomo, che incide direttamente e volontariamente sulla struttura (vedi 8.4 delle NTC) oppure sulle azioni (ad esempio: aumento dei carichi verticali dovuto a cambiamento di destinazione d'uso), o che incide indirettamente sul comportamento della struttura (ad esempio gli interventi non dichiaratamente strutturali). Unità Tecnologiche: ° 04.01 Interventi su strutture esistenti Pagina 46 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti Gli interventi sulle strutture esistenti, rappresentano tutte quelle opere di adeguamento, miglioramento e riparazione, attraverso le quali avviene il ripristino delle condizioni di sicurezza delle stesse nel rispetto della normativa vigente. Tali interventi possono avere come finalità: - di riportare gli elementi strutturali alla situazione iniziale di capacità resistente; - di rafforzare gli elementi strutturali per cambiamento di destinazione d'uso, per adeguamento alle normative sismiche, ecc.. Prima di ogni intervento è opportuno avere un quadro conoscitivo completo delle strutture. In particolare avviare un processo diagnostico per una valutazione dello stato di salute della struttura. Il grado di approfondimento e le metodologie più adeguate andranno ogni volta misurate sulla base delle destinazioni d'uso dell'organismo strutturale in esame e delle sue tipologie e schemi strutturali-statici. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.01.01 Catene ° 04.01.02 Elementi di raccordo ° 04.01.03 Rappezzi degli elementi murari ° 04.01.04 Rappezzi in pietra ° 04.01.05 Rappezzi in blocchi di tufo ° 04.01.06 Tiranti Pagina 47 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.01.01 Catene Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti Le catene svolgono una funzione statica di sostegno di contrasto a spostamenti orizzontali. In genere vengono utilizzate in caso di dissesti dovuti a traslazioni orizzontali di parti di pareti murarie o di un orizzontamento. La loro azione impedisce un eventuale incremento della traslazione. Esse vengono inserite in corrispondenza della parete muraria o di orizzontamento da presidiare. Esse possono avere sezione diversa (circolare, rettangolare, ecc.). L'intervento può essere localizzato o diffuso. Esse vanno predisposte attraverso elementi di ripartizione (piastre, giunti di tensione,organi di ritegno, ecc.). Modalità di uso corretto: L'uso di catene va opportunamente dimensionate in fase progettuale e dopo uno studio approfondito sul comportamento del manufatto. Proteggere le catene dall'azione degli agenti atmosferici con guaine di protezione e trattamenti opportuni. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.01.A01 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 04.01.01.A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio. 04.01.01.A03 Tensione insufficiente Tensione insufficiente tra tirante e massa muraria. Pagina 48 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.01.02 Elementi di raccordo Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti Gli elementi di raccordo rappresentano quegli elementi di unione intermedia tra sostegni diversi (ad es. catene, tiranti, ecc.). Essi sono rappresentati da piastre, giunti di tensione intermedi a vite, organi di ritegno, paletti,ecc.. Modalità di uso corretto: Essi vanno scelte e dimensionate in fase progettuale e dopo uno studio approfondito sul comportamento del manufatto. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.02.A01 Corrosione Corrosione di parti metalliche per il decadimento dei materiali a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 04.01.02.A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio. 04.01.02.A03 Serraggi inadeguati Serraggi inadeguati delle giunzioni a forchetta e delle biette. Pagina 49 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.01.03 Rappezzi degli elementi murari Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti Si tratta di interventi che interessano il ripristino della struttura muraria. In particolare le parti danneggiate dei muri portanti vengono sostitue, con la tecnica dello scuci e cuci, da altri elementi (mattoni pieni, conci di pietra, ecc.) dello stesso materiale del muro o di materiale diverso. Modalità di uso corretto: Non compromettere l'integrità delle pareti. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista. Riscontro di eventuali anomalie. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.03.A01 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 04.01.03.A02 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 04.01.03.A03 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 04.01.03.A04 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.01.03.A05 Esfoliazione Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.01.03.A06 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto dovute a fenomeni diversi. 04.01.03.A07 Lesioni Si manifestano con l'interruzione delle superfici dell'elemento strutturale. Le caratteristiche, l'andamento, l'ampiezza ne caratterizzano l'importanza e il tipo. Pagina 50 Manuale d'Uso 04.01.03.A08 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 04.01.03.A09 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 04.01.03.A10 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 04.01.03.A11 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 04.01.03.A12 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. 04.01.03.A13 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi. 04.01.03.A14 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento. Pagina 51 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.01.04 Rappezzi in pietra Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti Si tratta di interventi che interessano il ripristino della struttura muraria. In particolare le parti danneggiate dei muri portanti vengono sostitue, con la tecnica dello scuci e cuci, da elementi di pietra. Modalità di uso corretto: Non compromettere l'integrità delle pareti. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista. Riscontro di eventuali anomalie. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.04.A01 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 04.01.04.A02 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 04.01.04.A03 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 04.01.04.A04 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.01.04.A05 Esfoliazione Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.01.04.A06 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto dovute a fenomeni diversi. 04.01.04.A07 Lesioni Si manifestano con l'interruzione delle superfici dell'elemento strutturale. Le caratteristiche, l'andamento, l'ampiezza ne caratterizzano l'importanza e il tipo. Pagina 52 Manuale d'Uso 04.01.04.A08 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 04.01.04.A09 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 04.01.04.A10 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 04.01.04.A11 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 04.01.04.A12 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. 04.01.04.A13 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi. 04.01.04.A14 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento. Pagina 53 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.01.05 Rappezzi in blocchi di tufo Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti Si tratta di interventi che interessano il ripristino della struttura muraria. In particolare le parti danneggiate dei muri portanti vengono sostitue, con la tecnica dello scuci e cuci, da blocchi di tufo. Modalità di uso corretto: Non compromettere l'integrità delle pareti. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista. Riscontro di eventuali anomalie. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.05.A01 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 04.01.05.A02 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 04.01.05.A03 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 04.01.05.A04 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.01.05.A05 Esfoliazione Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.01.05.A06 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto dovute a fenomeni diversi. 04.01.05.A07 Lesioni Si manifestano con l'interruzione delle superfici dell'elemento strutturale. Le caratteristiche, l'andamento, l'ampiezza ne caratterizzano l'importanza e il tipo. Pagina 54 Manuale d'Uso 04.01.05.A08 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 04.01.05.A09 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 04.01.05.A10 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 04.01.05.A11 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 04.01.05.A12 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. 04.01.05.A13 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi. 04.01.05.A14 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento. Pagina 55 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.01.06 Tiranti Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti I tiranti svolgono una funzione statica di sostegno di contrasto a spostamenti orizzontali. In genere vengono utilizzati in caso di dissesti dovuti a traslazioni orizzontali di parti di pareti murarie o di un orizzontamento. La loro azione impedisce un eventuale incremento della traslazione. Essi vengono inserite in corrispondenza della parete muraria o di orizzontamento da presidiare. Essi possono avere sezione diversa (circolare, rettangolare, ecc.). L'intervento può essere localizzato o diffuso. Essi vanno predisposte attraverso elementi di ripartizione (piastre, giunti di tensione,organi di ritegno, ecc.). Modalità di uso corretto: L'uso di tiranti va opportunamente dimensionate in fase progettuale e dopo uno studio approfondito sul comportamento del manufatto. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.06.A01 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 04.01.06.A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio. 04.01.06.A03 Tensione insufficiente Tensione insufficiente tra tirante e massa muraria. Pagina 56 Manuale d'Uso INDICE 01 RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO 01.01 pag. Restauro 5 6 01.01.01 Cornicioni in pietra e laterizio 01.01.02 Volte in pietra facciavista 10 Volte in pietra con paramento 12 01.01.03 01.02 7 Ripristino e consolidamento 14 01.02.01 Catene 15 01.02.02 Congiunzioni 16 01.02.03 Controventi 17 01.02.04 Murature in pietra facciavista: arenaria grigia 18 01.02.05 Murature in pietra facciavista:pietra calcarea 21 01.02.06 Murature in pietra facciavista: tufo 24 01.02.07 Tiranti 27 02 INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE 02.01 pag. Opere di ingegneria naturalistica 28 29 02.01.01 Cordonata viva 30 02.01.02 Fascinate 32 02.01.03 Geostuoie 33 02.01.04 Gradonata viva 35 02.01.05 Tiranti 36 03 ARREDO URBANO E VERDE 03.01 pag. Aree a verde 37 38 03.01.01 Alberi 39 03.01.02 Altre piante 40 03.01.03 Arbusti e cespugli 41 03.01.04 Ghiaia e pietrisco 42 03.01.05 Siepi 43 03.01.06 Sistemi di ancoraggio 44 03.01.07 Staccionate 45 04 OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE 04.01 pag. Interventi su strutture esistenti 46 47 04.01.01 Catene 48 04.01.02 Elementi di raccordo 49 04.01.03 Rappezzi degli elementi murari 50 04.01.04 Rappezzi in pietra 52 04.01.05 Rappezzi in blocchi di tufo 54 04.01.06 Tiranti 56 IL TECNICO Arch. Anelinda Di Muzio Pagina 57 Comune di Canale Monterano Provincia di Roma PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: Interventi sulle mura urbane di Monterano (tra Porta Cretella e Porta Romana), sul convento di San Bonaventura e la chiesa di San Rocco COMMITTENTE: Riserva Naturale Regionale Monterano Canale Monterano, 21/05/2012 IL TECNICO Arch. Anelinda Di Muzio Pagina 1 R.T.P. R.T.P. Arch. Monica Morbidelli (Capogruppo) Manuale di Manutenzione Comune di: Provincia di: Canale Monterano Roma Oggetto: Interventi sulle mura urbane di Monterano (tra Porta Cretella e Porta Romana), sul convento di San Bonaventura e la chiesa di San Rocco Gli interventi di consolidamento della rupe e dei due edifici ruderali di San Bonaventura e di San Rocco costutuiscono la voce di maggior peso all'interno del programma d'intervento. Gli interventi che riguardano la rupe sono volti alla stabilizzazione dei picchi tufacei aggettanti o fratturati con disgaggio parziale, in rare occasioni, e, più spesso, con un consolidamento locale ottenuto con un numero limitato di tiranti metallici, con iniezioni nelle fratture e con interventi murari tradizionali. Per evitare l'azione aggressiva della vegetazione infestante si prevede un diserbo, che è stato preceduto da un'analisi vegetazionale, distinguendo la flora essenziale per valore storico-naturalistico dalla componenete invasiva ridondante e dannosa per la conservazione del sito. Sono previti inoltre interventi di protezione e risanamento delle murature e delle basi fondali e interventi di restauro delle superfici. Gli interventi previsti sulle mura, dopo la pulitura dei depositi e delle polveri e la rimozione della vegetazione superficiale e profonda, sono i seguenti: sigillatura delle lesioni e iniezioni a pressione con malte a base di calce, acqua e pozzolana, sabbia fine e additivi opportunamente miscelati, stilatura dei giunti e integrazione delle lacune murarie mediante il rimontaggio dei conci caduti, ricostruzione delle parti mancanti necessarie alla stabilità statica con la tecnica del scuci e cuci dei conci, murature in blocchi o in scheggioni di tufo, a seconda dei casi, protezione sommitale con muratura a scheggioni, consolidamento finale di protezione. In caso di tratti liberi di mura si inseriranno tiranti di ancoraggio con posa in opera di armatura metallica di contenimento di tipo diverso a seconda dei casi. Anche gli intonaci saranno consolidati con pulitura, ristabilimento dell'adesione con iniezioni di resina acrilica, microstuccatura, bordatura e consolidamento di protezione. La problematica della mancanza di continuità formale è stata affrontata con la creazione di una staccionata rustica doppia dove possono essere lasciati crescere i rovi rimossi dalle strutture architettoniche in modo da ottenere una sorta di "reintegrazione dell'immagine" della continuità delle mura saturando gli spazi oggi vuoti con una fascia di vegetazione. Sui costoni tufacei sono previsti la rimozione degli apparati radicali superficiali e profondi, la pulizia della parete rocciosa e il riempimento con malta cementizia delle fessurazioni e sconnessure, iniezioni a pressione in perfori non armati con miscele fluide cementizie, il consolidamento del costone tufaceo con muratura in pietrame tufaceo posta a integrare le parti mancanti o a sostenere quelle molto aggettanti, l'ancoraggio dei pezzi distaccati e il disgaggio, ovvero l'abbattimento di volumi rocciosi in equilibrio precario e non recuperabili, la stabilizzazione degli accumuli di terreno o dei materiali superficiali instabili con geostuoie biodegradabili e cordonate vive, il miglioramento del deflusso dell'acqua con la creazione di canaline in tufo. Si prevede inoltre l'inserimento di tiranti di ancoraggio con posa in opera di armatura metallica di Pagina 2 Manuale di Manutenzione contenimento del tipo Dywiag per l'ancoraggio di porzioni a rischio caduta a seguito di perforo di adeguata dimensione e profondità e che varia da punto a punto. Le alberature di pregio che dovranno essere conservate saranno potate in modo da non costituire pericolo per i costoni, le mura e i visitatori. La tecnica dell'anastilosi, che permetterà di ricollocare le bozze in tufo originarie cadute alla base delle mura, permetterà anche di liberare da parte dei detriti dei crolli le pendici di mura e costoni a vantaggio della sicurezza dei percorsi e del recupero del declivio naturale. Sul convento di San Bonaventura si prevede di colmare la grande lacuna muraria dell'angolo per eliminare la pericolosa discontinuità esistente nei collegamenti murari tra le pareti adiacenti; in altre parti della fabbrica sono previste alcune reintegrazioni parziali che sono costituite da limitati ripristini della continuità tra setti adiacenti. Inoltre si prevede d'inserire una serie di intirantature metalliche per miglorare la qualità delle connessioni murarie verticali e predisporre delle armature cautelative capaci di ridurre il rischio di collassi per le murature del convento. Ad esse se ne affiancano altre, in minor numero, inserite direttamente negli spessori murari e di minimo impatto visivo. Più precisamente sono previste reintegrazioni murarie e incatenamenti nella zona posteriore verso valle; incatenamenti diffusi nell'ala posteriore verso monte, intervento di ricollegamento dello spigolo a sinistra della facciata, interventi di anastilosi e reintegrazione dei piloni centrali, convogliamento e irreggimentazione delle acque pluviali, riduzione con isolamento dalla muratura della pianta di fico presente nella navata. Tra gli interventi assume rilievo il sistema di tiranti metallici previsto nelle ali posteriori e il risarcimento del cantone mancante a sinistra della facciata della chiesa. Si prevede anche la protezione della parte sommitale degli altari e il restauro della pavimentazione antica mediante la bordatura perimetrale e la stilatura delle fughe del cotto originario conservato. Nel pavimento della chiesa verrà modellato in superficie l'attuale piano di calpestio creando un sistema di pendenze per la raccolta dell'acqua meteorica verso il centro della chiesa da dove, attraverso la posa di un pozzetto con griglia di raccolta e una tubazione in pvc che permetta l'allontanamento delle acque a valle. Per quanto esposto in merito alla presenza del fico e ai vuoti sottostanti, sarà mantenuta l'immagine della pavimentazione in terra all'interno della chiesa anche se ottenuta da uno strato sottostante di tessuto non tessuto e una finitura superficiale a cretoni di pozzolana legati con poca calce, che permetta la traspirabilità degli strati sottostanti e costituisca un piano di calpestio pulito e asciutto. Quanto alle parti visitabili, qui si procederà a consolidare gli intonaci e gli elementi della muratura a rischio di caduta, operando una verifica anche dei bauletti sommitali e l'apposizione di adeguati parapetti per regolare il flusso di visita il cui disegno sarà identico a quelli già presenti nel castello costituiti da inferriate a semplici montanti verticali e corrimano, in ferro zincato verniciato al forno. Gli interventi programmati sul fico sono: potatura contenitiva e marginamento perimetrale del pane di terra con fascinata viva legnosa. Anche la chiesa di San Rocco sarà sottoposta ad operazioni di consolidamento locale con la tecnica dello Pagina 3 Manuale di Manutenzione scuci e cuci, reimpiegando gli stessi elementi tufacei e malta compatibile di buona qualità meccanica; nelle zone di minor degrado si adotterà la tecnica delle iniezioni di malta da effettuare all'interno delle discontinuità murarie. Gli interventi previsti sono perlopiù di consolidamento e prevedono il riempimento con malta cementizia delle fessurazioni e sconnessure, iniezioni a pressione in perfori non armati con miscele fluide a base di calce, acqua e pozzolana, sabbia fine e additivi opportunamente miscelati, stilatura dei giunti e integrazione delle lacune murarie e delle due angolate nord mediante il rimontaggio dei conci caduti, ricostruzione delle parti mancanti necessarie alla stabilità statica con la tecnica del scuci e cuci dei conci, inclusa la ricostruzione della chiusura ad arco di una monofora della cappella est, la realizzazione di perfori e l'inserimento di tiranti, il consolidamento delle murature in perfori non armati con miscele base di calce, acqua, pozzolana e sabbia fine, di iniezioni armate e non armate di materiale consolidante compatibile con le murature antiche e a base di calce e il consolidamento finale di protezione. Interventi mirati dove necessario saranno fatti anche sulle creste delle murature perimetrali con l'aggiunta di protezione sommitale costituita da muratura a scheggioni tufacei che mantenga la finitura a rudere presente nelle altre parti dove non si interverrà. Elenco dei Corpi d'Opera: ° 01 RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO ° 02 INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE ° 03 ARREDO URBANO E VERDE ° 04 OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE Pagina 4 Manuale di Manutenzione Corpo d'Opera: 01 RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO Rappresentano l'insieme delle unità tecnologiche e di tutti gli elementi tecnici che definiscono le attività ed operazioni di manutenzione legate al restauro, al ripristino e al consolidamento dei beni culturali per il mantenimento dell'integrità e dell'efficienza funzionale del bene e delle sue parti. Unità Tecnologiche: ° 01.01 Restauro ° 01.02 Ripristino e consolidamento Pagina 5 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 01.01 Restauro Il Restauro può definirsi come una serie di attività, operazioni coerenti, coordinate e programmate che hanno per fine la conservazione, l’integrità materiale ed il recupero del patrimonio storico, artistico, architettonico ed ambientale in cui si riconosce un valore che si attua nel rispetto delle metodologie e criteri condivisi e diffusi attraverso norme, leggi vigenti e le carte internazionali del restauro. La manutenzione legata al restauro rappresenta quel complesso di attività e di interventi destinati al controllo del bene culturale e al mantenimento dell’integrità, dell’efficienza funzionale e dell’identità del bene e delle sue parti. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 01.01.R01 Conservazione dell'identità storica Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Gli interventi di restauro non devono alterare l'identità storica del manufatto. Prestazioni: L'applicazione di metodi ed interventi di restauro non devono alterare in nessun modo l'architettura, la conformazione ed i segni storici del manufatto. Livello minimo della prestazione: Ogni intervento di restauro deve essere effettuato nel rispetto delle leggi e delle norme di tutela dei beni architettonici e artistici. 01.01.R02 Permeabilità all'aria Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Le pareti restaurate debbono controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione attraverso delle aperture. Prestazioni: Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. In particolare si rimanda alle norme:UNI 10969, UNI 11131, UNI EN 12207, UNI EN 12208, UNI EN 12210. Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m3/(h m2) e della pressione massima di prova misurata in Pa. 01.01.R03 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Le pareti restaurate debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Prestazioni: Le superfici delle pareti interne non devono presentare anomalie e/o comunque fessurazioni, screpolature, sbollature superficiali, ecc.. Le tonalità dei colori dovranno essere omogenee e non evidenziare eventuali tracce di ripresa di colore e/o comunque di ritocchi. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità; l'assenza di difetti superficiali; l'omogeneità di colore; l'omogeneità di brillantezza; l'omogeneità di insudiciamento, ecc.. Pagina 6 Manuale di Manutenzione 01.01.R04 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le pareti restaurate devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Prestazioni: Le pareti devono essere idonee a contrastare in modo concreto il prodursi di eventuali rotture o deformazioni rilevanti in conseguenza dell'azione di sollecitazioni meccaniche che possono in un certo modo comprometterne la durata e la funzionalità nel tempo e costituire pericolo per la sicurezza degli utenti. A tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio, carichi di esercizio, sollecitazioni sismiche, carichi provocati da dilatazioni termiche, eventuali assestamenti e deformazioni di strutturali. Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti le pareti si rimanda comunque alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. 01.01.R05 Tenuta all'acqua Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere La stratificazione delle pareti restaurate debbono essere realizzata in modo da impedire alle acque meteoriche di penetrare negli ambienti interni provocando macchie di umidità e/o altro ai rivestimenti interni. Prestazioni: Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m3/(h m2) e della pressione massima di prova misurata in Pa. 01.01.R06 Assenza di emissioni di sostanze nocive Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti utilizzati nel restauro non debbono in condizioni normali di esercizio emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi per gli utenti. Prestazioni: I materiali costituenti i rivestimenti non devono emettere sostanze nocive per gli utenti (gas, vapori, fibre, polveri, radiazioni nocive ecc.), sia in condizioni normali che sotto l'azione dell'ambiente (temperatura, tasso di umidità, raggi ultravioletti, ecc.). In particolare deve essere assente l'emissione di composti chimici organici, quali la formaldeide, nonché la diffusione di fibre di vetro. Livello minimo della prestazione: Dovranno essere rispettati i seguenti limiti: - concentrazione limite di formaldeide non superiore a 0,1 p.p.m. (0,15 mg/m3); - per la soglia olfattiva valori non superiori a 0,09 p.p.m. (0,135 mg/m3); - per la soglia di irritazione occhi-naso-gola non superiore 0,66 p.p.m. (1 mg/m3). 01.01.R07 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti utilizzati nel restauro non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Prestazioni: I materiali costituenti i rivestimenti esterni ed interni delle pareti perimetrali non devono deteriorarsi o comunque perdere le prestazioni iniziali in presenza di agenti chimici presenti negli ambienti. I materiali devono comunque consentire le operazioni di pulizia. I rivestimenti plastici ed i prodotti a base di vernici dovranno essere compatibili chimicamente con la base di supporto. Pagina 7 Manuale di Manutenzione Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego. 01.01.R08 Resistenza agli attacchi biologici Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti utilizzati nel restauro a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire alterazioni evidenti. Prestazioni: I materiali costituenti i rivestimenti non devono permettere lo sviluppo dei funghi, larve di insetto, muffe, radici e microrganismi in genere, anche quando impiegati in locali umidi. In ogni caso non devono deteriorarsi sotto l'attacco dei suddetti agenti biologici, resistere all'attacco di eventuali roditori e consentire un'agevole pulizia delle superfici. Livello minimo della prestazione: I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio, delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico. Distribuzione degli agenti biologici per classi di rischio (UNI EN 335-1): Classe di rischio 1 - Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (secco); - Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: nessuna; - Distribuzione degli agenti biologici: insetti = U, termiti = L. Classe di rischio 2 - Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (rischio di umidificazione); - Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: occasionale; - Distribuzione degli agenti biologici: funghi = U; (*)insetti = U; termiti = L. Classe di rischio 3 - Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, non al coperto; - Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: frequente; - Distribuzione degli agenti biologici: funghi = U; (*)insetti = U; termiti = L. Classe di rischio 4; - Situazione generale di servizio: a contatto con terreno o acqua dolce; - Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente; - Distribuzione degli agenti biologici: funghi = U; (*)insetti = U; termiti = L. Classe di rischio 5; - Situazione generale di servizio: in acqua salata; - Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente; - Distribuzione degli agenti biologici: funghi = U; (*)insetti = U; termiti = L; organismi marini = U. U = universalmente presente in Europa L = localmente presente in Europa (*) il rischio di attacco può essere non significativo a seconda delle particolari situazioni di servizio. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.01.01 Cornicioni in pietra e laterizio ° 01.01.02 Volte in pietra facciavista ° 01.01.03 Volte in pietra con paramento Pagina 8 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.01.01 Cornicioni in pietra e laterizio Unità Tecnologica: 01.01 Restauro Si tratta di cornicioni realizzati con elementi in pietra calcarea e filari di mattoni. Il cornicione è un elemento architettonico sporgente. In genere conclude il prospetto di un edificio ed è spesso decorato da modanature, intagli, fregi, ecc. Si appoggia spesso su mensole. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.01.01.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 01.01.01.A02 Bolle d'aria Alterazione della superficie dell'intonaco caratterizzata dalla presenza di fori di grandezza e distribuzione irregolare, generati dalla formazione di bolle d'aria al momento della posa. 01.01.01.A03 Cavillature superficiali Sottile trama di fessure sulla superficie del rivestimento. 01.01.01.A04 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 01.01.01.A05 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 01.01.01.A06 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.01.01.A07 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.01.01.A08 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.01.01.A09 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. Pagina 9 Manuale di Manutenzione 01.01.01.A10 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 01.01.01.A11 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 01.01.01.A12 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 01.01.01.A13 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.01.01.A14 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.01.01.A15 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 01.01.01.A16 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 01.01.01.A17 Pitting Degradazione puntiforme che si manifesta attraverso la formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma tendenzialmente cilindrica con diametro massimo di pochi millimetri. 01.01.01.A18 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 01.01.01.A19 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. 01.01.01.A20 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità. 01.01.01.A21 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi di rivestimento. 01.01.01.A22 Sfogliatura Rottura e distacco delle pellicole sottilissime di tinta. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.01.01.C01 Controllo generale delle parti a vista Pagina 10 Manuale di Manutenzione Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura delle parti in vista in particolare di depositi sulle cornice. Controllare l'assetto statico dei cornicioni e l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (macchie, disgregazioni superficiali, rigonfiamenti, distacco, ecc.) e/o difetti di esecuzione. Requisiti da verificare: 1) Assenza di emissioni di sostanze nocive; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza agli agenti aggressivi; 4) Resistenza agli attacchi biologici. • Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Bolle d'aria; 3) Cavillature superficiali; 4) Crosta; 5) Decolorazione; 6) Deposito superficiale; 7) Disgregazione; 8) Distacco; 9) Efflorescenze; 10) Erosione superficiale; 11) Esfoliazione; 12) Fessurazioni; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Penetrazione di umidità; 17) Pitting; 18) Polverizzazione; 19) Presenza di vegetazione; 20) Rigonfiamento; 21) Scheggiature; 22) Sfogliatura. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.01.I01 Pulizia Cadenza: ogni anno Pulizia delle superfici mediante prodotti idonei. • Ditte specializzate: Operatore del restauro, Tecnici di livello superiore. 01.01.01.I02 Sostituzione elementi decorativi degradati Cadenza: quando occorre Sostituzione degli elementi decorativi usurati o rotti con altri analoghi o se non possibile riparazione dei medesimi con tecniche appropriate tali da non alterare gli aspetti geometrici-cromatici delle superfici di facciata. Sostituzione e verifica dei relativi ancoraggi. Inserire eventuali canali di gronda e pluviali per la raccolta delle acque meteoriche onde evitare il dilavamento e la disgregazione degli elementi in pietra e laterizio. • Ditte specializzate: Specializzati vari, Intonacatore. Pagina 11 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.01.02 Volte in pietra facciavista Unità Tecnologica: 01.01 Restauro Si tratta di volte realizzate con elementi in pietra faccia vista. Gli elementi caratterizzanti di una volta sono la concavità interna e il fatto di essere una struttura spingente, cioè che, come l'arco, genera spinte laterali che devono essere annullate da contrafforti o elementi di trazione. Con l'arco ha molti elementi in comune, sia nella nomenclatura, sia nella statica che nei metodi di costruzione. Le volte si distinguono in volte semplici, con una sola superficie curva di intradosso, o composte, con più superfici in concorso. In particolare sono volte semplici le seguenti: volta a botte (la volta più semplice), volta a vela e volta a cupola. Sono definite volte composte le seguenti: volta a crociera (diffusissima, generata dall'intersezione di due volte a botte uguali), volta a lunetta (intersezione di due volte a botte aventi raggio diverso), volta a padiglione (volta a crociera senza gli archi perimetrali), volta a schifo (volta a padiglione sezionata da un piano orizzontale) e volta a crociera gotica. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.01.02.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 01.01.02.A02 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 01.01.02.A03 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 01.01.02.A04 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.01.02.A05 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.01.02.A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.01.02.A07 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 01.01.02.A08 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). Pagina 12 Manuale di Manutenzione 01.01.02.A09 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 01.01.02.A10 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 01.01.02.A11 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.01.02.A12 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.01.02.A13 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 01.01.02.A14 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 01.01.02.A15 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 01.01.02.A16 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.01.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello strato superficiale ed in particolare dei rivestimenti in pietra. Verificare l'assenza di eventuali anomalie. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica; 4) Tenuta all'acqua. • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Efflorescenze; 3) Mancanza; 4) Penetrazione di umidità. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.02.I01 Ripristino superfici Cadenza: quando occorre Pulizia degli strati superficiali ed in particolare degli elementi in pietra facciavista. In particolare: - rimuovere manualmente eventuali elementi vegetali infestanti; - in caso di patina biologica rimuovere i depositi organici ed i muschi mediante cicli di lavaggio con acqua e spazzole di saggina. • Ditte specializzate: Operatore del restauro, Tecnici di livello superiore. Pagina 13 Manuale di Manutenzione Pagina 14 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.01.03 Volte in pietra con paramento Unità Tecnologica: 01.01 Restauro Si tratta di volte realizzate con elementi in pietra con paramento. Gli elementi caratterizzanti di una volta sono la concavità interna e il fatto di essere una struttura spingente, cioè che, come l'arco, genera spinte laterali che devono essere annullate da contrafforti o elementi di trazione. Con l'arco ha molti elementi in comune, sia nella nomenclatura, sia nella statica che nei metodi di costruzione. Le volte si distinguono in volte semplici, con una sola superficie curva di intradosso, o composte, con più superfici in concorso. In particolare sono volte semplici le seguenti: volta a botte (la volta più semplice), volta a vela e volta a cupola. Sono definite volte composte le seguenti: volta a crociera (diffusissima, generata dall'intersezione di due volte a botte uguali), volta a lunetta (intersezione di due volte a botte aventi raggio diverso), volta a padiglione (volta a crociera senza gli archi perimetrali), volta a schifo (volta a padiglione sezionata da un piano orizzontale) e volta a crociera gotica. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.01.03.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 01.01.03.A02 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 01.01.03.A03 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 01.01.03.A04 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.01.03.A05 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.01.03.A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.01.03.A07 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 01.01.03.A08 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). Pagina 15 Manuale di Manutenzione 01.01.03.A09 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 01.01.03.A10 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 01.01.03.A11 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.01.03.A12 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.01.03.A13 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 01.01.03.A14 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 01.01.03.A15 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 01.01.03.A16 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.01.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello strato superficiale ed in particolare dei rivestimenti in pietra. Verificare l'assenza di eventuali anomalie. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica; 4) Tenuta all'acqua. • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Efflorescenze; 3) Mancanza; 4) Penetrazione di umidità. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.03.I01 Ripristino superfici Cadenza: quando occorre Pulizia degli strati superficiali ed in particolare degli elementi in pietra facciavista. In particolare: - rimuovere manualmente eventuali elementi vegetali infestanti; - in caso di patina biologica rimuovere i depositi organici ed i muschi mediante cicli di lavaggio con acqua e spazzole di saggina. • Ditte specializzate: Operatore del restauro, Tecnici di livello superiore. Pagina 16 Manuale di Manutenzione Pagina 17 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Per ripristino e consolidamento s’intendono quegli interventi, tecniche tradizionali o moderne di restauro statico eseguite su opere o manufatti che presentano problematiche di tipo statico, da definirsi dopo necessarie indagini storiche, morfologiche e statiche, relative all’oggetto d’intervento e che vanno ad impedire ulteriori alterazioni dell’equilibrio statico tale da compromettere l’integrità del manufatto. La disponibilità di soluzioni tecniche diverse e appropriate sono sottoposte in fase di diagnosi e progetto da tecnici competenti e specializzati del settore. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 01.02.R01 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Le pareti restaurate debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Prestazioni: Le superfici delle pareti interne non devono presentare anomalie e/o comunque fessurazioni, screpolature, sbollature superficiali, ecc.. Le tonalità dei colori dovranno essere omogenee e non evidenziare eventuali tracce di ripresa di colore e/o comunque di ritocchi. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità; l'assenza di difetti superficiali; l'omogeneità di colore; l'omogeneità di brillantezza; l'omogeneità di insudiciamento, ecc.. 01.02.R02 Resistenza agli urti Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le pareti restaurate debbono essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità della parete, né provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. Prestazioni: Le pareti non devono manifestare segni di deterioramento e/o deformazioni permanenti a carico delle finiture (tinteggiatura, rivestimento pellicolare, ecc.) con pericolo di cadute di frammenti di materiale, se sottoposte alle azioni di urti sulla faccia esterna e su quella interna. Livello minimo della prestazione: Le pareti devono resistere all'azione di urti sulla faccia interna, prodotti secondo le modalità riportate di seguito che corrispondono a quelle previste dalla norma UNI 9269 P: - Tipo di prova: Urto con corpo duro; Massa del corpo [Kg] = 0,5; Energia d’urto applicata [J] = 3; Note: - ; - Tipo di prova: Urto con corpo molle di grandi dimensioni; Massa del corpo [Kg] = 50; Energia d’urto applicata [J] = 300; Note: Non necessario, per la faccia esterna, oltre il piano terra; - Tipo di prova: Urto con corpo molle di piccole dimensioni; Massa del corpo [Kg] = 3; Energia d’urto applicata [J] = 60 - 10 - 30; Note: Superficie esterna, al piano terra. Pagina 18 Manuale di Manutenzione 01.02.R03 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le pareti restaurate devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Prestazioni: Le pareti devono essere idonee a contrastare in modo concreto il prodursi di eventuali rotture o deformazioni rilevanti in conseguenza dell'azione di sollecitazioni meccaniche che possono in un certo modo comprometterne la durata e la funzionalità nel tempo e costituire pericolo per la sicurezza degli utenti. A tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio, carichi di esercizio, sollecitazioni sismiche, carichi provocati da dilatazioni termiche, eventuali assestamenti e deformazioni di strutturali. Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti le pareti si rimanda comunque alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. 01.02.R04 Assenza di emissioni di sostanze nocive Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti utilizzati nel restauro non debbono in condizioni normali di esercizio emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi per gli utenti. Prestazioni: I materiali costituenti i rivestimenti non devono emettere sostanze nocive per gli utenti (gas, vapori, fibre, polveri, radiazioni nocive ecc.), sia in condizioni normali che sotto l'azione dell'ambiente (temperatura, tasso di umidità, raggi ultravioletti, ecc.). In particolare deve essere assente l'emissione di composti chimici organici, quali la formaldeide, nonché la diffusione di fibre di vetro. Livello minimo della prestazione: Dovranno essere rispettati i seguenti limiti: - concentrazione limite di formaldeide non superiore a 0,1 p.p.m. (0,15 mg/m3); - per la soglia olfattiva valori non superiori a 0,09 p.p.m. (0,135 mg/m3); - per la soglia di irritazione occhi-naso-gola non superiore 0,66 p.p.m. (1 mg/m3). 01.02.R05 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti utilizzati nel restauro non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Prestazioni: I materiali costituenti i rivestimenti esterni ed interni delle pareti perimetrali non devono deteriorarsi o comunque perdere le prestazioni iniziali in presenza di agenti chimici presenti negli ambienti. I materiali devono comunque consentire le operazioni di pulizia. I rivestimenti plastici ed i prodotti a base di vernici dovranno essere compatibili chimicamente con la base di supporto. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego. 01.02.R06 Resistenza agli attacchi biologici Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti utilizzati nel restauro a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire alterazioni evidenti. Prestazioni: I materiali costituenti i rivestimenti non devono permettere lo sviluppo dei funghi, larve di insetto, muffe, radici e microrganismi in genere, anche quando impiegati in locali umidi. In ogni caso non devono deteriorarsi sotto l'attacco dei suddetti agenti biologici, resistere all'attacco di eventuali roditori e consentire un'agevole pulizia delle superfici. Pagina 19 Manuale di Manutenzione Livello minimo della prestazione: I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio, delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico. Distribuzione degli agenti biologici per classi di rischio (UNI EN 335-1): Classe di rischio 1 - Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (secco); - Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: nessuna; - Distribuzione degli agenti biologici: insetti = U, termiti = L. Classe di rischio 2 - Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (rischio di umidificazione); - Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: occasionale; - Distribuzione degli agenti biologici: funghi = U; (*)insetti = U; termiti = L. Classe di rischio 3 - Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, non al coperto; - Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: frequente; - Distribuzione degli agenti biologici: funghi = U; (*)insetti = U; termiti = L. Classe di rischio 4; - Situazione generale di servizio: a contatto con terreno o acqua dolce; - Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente; - Distribuzione degli agenti biologici: funghi = U; (*)insetti = U; termiti = L. Classe di rischio 5; - Situazione generale di servizio: in acqua salata; - Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente; - Distribuzione degli agenti biologici: funghi = U; (*)insetti = U; termiti = L; organismi marini = U. U = universalmente presente in Europa L = localmente presente in Europa (*) il rischio di attacco può essere non significativo a seconda delle particolari situazioni di servizio. 01.02.R07 (Attitudine al) controllo della freccia massima Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza La freccia di inflessione di un solaio consolidato costituisce il parametro attraverso il quale viene giudicata la deformazione sotto carico e la sua elasticità. Prestazioni: Il controllo della freccia massima avviene sullo strato portante o impalcato strutturale che viene sottoposto al carico proprio, a quello degli altri strati ed elementi costituenti il solaio e a quello delle persone e delle attrezzature ipotizzati per l'utilizzo. Livello minimo della prestazione: Le deformazioni devono risultare compatibili con le condizioni di esercizio del solaio e degli elementi costruttivi ed impiantistici ad esso collegati secondo le norme vigenti. 01.02.R08 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Durabilità tecnologica Classe di Esigenza: Durabilità Gli elementi metallici utilizzati per il consolidamento non devono decadere in processi di corrosione. Prestazioni: Gli elementi metallici utilizzati per il consolidamento non devono decadere in processi di corrosione se sottoposti all'azione dell'acqua e del gelo. Livello minimo della prestazione: I materiali utilizzati per il consolidamento devono soddisfare i requisiti indicati dalla norme. 01.02.R09 Resistenza alla trazione Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Pagina 20 Manuale di Manutenzione Gli elementi utilizzati per realizzare opere di consolidamento devono garantire resistenza ad eventuali fenomeni di trazione. Prestazioni: Le opere devono essere realizzate con materiali idonei a resistere a fenomeni di trazione che potrebbero verificarsi durante il ciclo di vita. Livello minimo della prestazione: Devono essere garantiti i valori previsti in sede di progetto. 01.02.R10 Tenuta all'acqua Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere La stratificazione delle pareti restaurate debbono essere realizzata in modo da impedire alle acque meteoriche di penetrare negli ambienti interni provocando macchie di umidità e/o altro ai rivestimenti interni. Prestazioni: Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m3/(h m2) e della pressione massima di prova misurata in Pa. 01.02.R11 Permeabilità all'aria Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Le pareti restaurate debbono controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione attraverso delle aperture. Prestazioni: Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. In particolare si rimanda alle norme:UNI 10969, UNI 11131, UNI EN 12207, UNI EN 12208, UNI EN 12210. Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m3/(h m2) e della pressione massima di prova misurata in Pa. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.02.01 Catene ° 01.02.02 Congiunzioni ° 01.02.03 Controventi ° 01.02.04 Murature in pietra facciavista: arenaria grigia ° 01.02.05 Murature in pietra facciavista:pietra calcarea ° 01.02.06 Murature in pietra facciavista: tufo ° 01.02.07 Tiranti Pagina 21 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.02.01 Catene Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Le catene svolgono una funzione statica di sostegno di contrasto a spostamenti orizzontali. In genere vengono utilizzate in caso di dissesti dovuti a traslazioni orizzontali di parti di pareti murarie o di un orizzontamento. La loro azione impedisce un eventuale incremento della traslazione. Esse vengono inserite in corrispondenza della parete muraria o di orizzontamento da presidiare. Esse possono avere sezione diversa (circolare, rettangolare, ecc.). L'intervento può essere localizzato o diffuso. Esse vanno predisposte attraverso elementi di ripartizione (piastre, giunti di tensione,organi di ritegno, ecc.). ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.01.A01 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 01.02.01.A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio. 01.02.01.A03 Tensione insufficiente Tensione insufficiente tra tirante e massa muraria. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.01.C01 Controllo strutture Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesti statici. Controllare la giusta collaborazione degli elementi di ripartizione. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della freccia massima; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.01.I01 Ripristino Cadenza: quando occorre Ripristino degli stati tensionali adeguati attraverso la registrazione degli elementi di ripartizione collaboranti. Sostituzione di eventuali elementi degradati con altri di analoghe caratteristiche. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari. Pagina 22 Manuale di Manutenzione Pagina 23 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.02.02 Congiunzioni Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Le congiunzioni rappresentano quegli elementi di unione intermedia tra sostegni diversi (ad es. catene, tiranti, ecc.). Esse sono rappresentati da piastre, giunti di tensione intermedi a vite, organi di ritegno, paletti,ecc.. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.02.A01 Corrosione Corrosione di parti metalliche per il decadimento dei materiali a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 01.02.02.A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio. 01.02.02.A03 Serraggi inadeguati Serraggi inadeguati delle giunzioni a forchetta e delle biette. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali. In particolare controllare la posizione corretta dei vari elementi formanti le congiunzioni. Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza alla trazione. • Ditte specializzate: Specializzati vari, Tecnici di livello superiore. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.02.I01 Ripristino serraggi Cadenza: quando occorre Ripristino delle fasce attraverso il serraggio delle parti e se necessario provvedere allo smontaggio e rimontaggio delle stesse. • Ditte specializzate: Specializzati vari, Tecnici di livello superiore. Pagina 24 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.02.03 Controventi Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Nelle strutture metalliche, data la loro deformabilità, i controventi sono essenziali,sia per dare maggiore stabilità complessiva, sia per contrastare le azioni orizzontali, tra le quali il vento è la più consistente. I controventi possono essere disposti sia sulle falde di copertura che sulle pareti. In genere sono realizzati con tirantini incrociati e tesi con tenditori. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.03.A01 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 01.02.03.A02 Deformazioni termiche Deformazioni termiche dovute a temperature particolari degli elementi di esercizio. 01.02.03.A03 Insufficiente resistenza Insufficiente resistenza ai carichi. 01.02.03.A04 Tensione insufficiente Tensione insufficiente tra controventi e parte presidiata. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.03.C01 Controllo strutture Cadenza: ogni mese Tipologia: Ispezione a vista Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesti statici. Controllare la giusta collaborazione degli elementi di ripartizione. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni termiche; 2) Insufficiente resistenza; 3) Tensione insufficiente. • Ditte specializzate: Specializzati vari. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.03.I01 Ripristino Cadenza: quando occorre Ripristino degli stati tensionali adeguati attraverso la registrazione degli elementi di ripartizione collaboranti. Sostituzione di eventuali elementi degradati con altri di analoghe caratteristiche. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 25 Manuale di Manutenzione Pagina 26 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.02.04 Murature in pietra facciavista: arenaria grigia Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Si tratta di murature realizzate in conci di pietra arenaria grigia. Il tipo di pietra sottoposta con una certa frequenza ad agenti atmosferici può subire una perdita di coesione che con il tempo la rende piuttosto friabile e fragile. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.04.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 01.02.04.A02 Assenza di malta Assenza di malta nei giunti di muratura. 01.02.04.A03 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 01.02.04.A04 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 01.02.04.A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.02.04.A06 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.02.04.A07 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.02.04.A08 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 01.02.04.A09 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). Pagina 27 Manuale di Manutenzione 01.02.04.A10 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 01.02.04.A11 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 01.02.04.A12 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.02.04.A13 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.02.04.A14 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 01.02.04.A15 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 01.02.04.A16 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 01.02.04.A17 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.02.04.C01 Controllo giunti Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato dei giunti e dell'integrità degli elementi. Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza agli attacchi biologici; 4) Tenuta all'acqua. • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Disgregazione; 3) Efflorescenze; 4) Mancanza; 5) Presenza di vegetazione. • 01.02.04.C02 Controllo superfici Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello strato superficiale dei conci, dei basamenti e delle cornici d'angolo. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica; 4) Tenuta all'acqua. • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Efflorescenze; 3) Mancanza; 4) Penetrazione di umidità. • Pagina 28 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.04.I01 Ripristino facciata Cadenza: quando occorre Pulizia della facciata e reintegro dei giunti. In particolare: - rimuovere manualmente eventuali elementi vegetali infestanti; - in caso di patina biologica rimuovere i depositi organici ed i muschi mediante cicli di lavaggio con acqua e spazzole di saggina; - in caso di fenomeni di disgregazione per fenomeni di efflorescenza provvedere al consolidamento delle superfici murarie mediante l'impiego di prodotti riaggreganti aventi base di acido siliceo con applicazione a pennello; - in caso di assenza di malta nei giunti provvedere ad applicare prodotti consolidanti mediante stilatura con malta di grassello di calce, additivi polimerici e sabbia; • Ditte specializzate: Muratore. 01.02.04.I02 Sostituzione elementi Cadenza: quando occorre Sostituzione degli elementi usurati o rovinati con elementi analoghi di caratteristiche fisiche, cromatiche e dimensionali rispetto a quelli esistenti con il metodo del "cuci e scuci". • Ditte specializzate: Muratore. Pagina 29 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.02.05 Murature in pietra facciavista:pietra calcarea Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Si tratta di murature realizzate con blocchi di calcare. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.05.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 01.02.05.A02 Assenza di malta Assenza di malta nei giunti di muratura. 01.02.05.A03 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 01.02.05.A04 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 01.02.05.A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.02.05.A06 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.02.05.A07 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.02.05.A08 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 01.02.05.A09 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). Pagina 30 Manuale di Manutenzione 01.02.05.A10 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 01.02.05.A11 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 01.02.05.A12 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.02.05.A13 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.02.05.A14 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 01.02.05.A15 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 01.02.05.A16 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 01.02.05.A17 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.02.05.C01 Controllo giunti Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato dei giunti e dell'integrità degli elementi. Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza agli attacchi biologici; 4) Tenuta all'acqua. • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Disgregazione; 3) Efflorescenze; 4) Mancanza; 5) Presenza di vegetazione. • 01.02.05.C02 Controllo superfici Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello strato superficiale dei conci, dei basamenti e delle cornici d'angolo. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica; 4) Tenuta all'acqua. • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Efflorescenze; 3) Mancanza; 4) Penetrazione di umidità. • Pagina 31 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.05.I01 Ripristino facciata Cadenza: quando occorre Pulizia della facciata e reintegro dei giunti. In particolare: - rimuovere manualmente eventuali elementi vegetali infestanti; - in caso di patina biologica rimuovere i depositi organici ed i muschi mediante cicli di lavaggio con acqua e spazzole di saggina; - in caso di fenomeni di disgregazione per fenomeni di efflorescenza provvedere al consolidamento delle superfici murarie mediante l'impiego di prodotti riaggreganti aventi base di acido siliceo con applicazione a pennello; - in caso di assenza di malta nei giunti provvedere ad applicare prodotti consolidanti mediante stilatura con malta di grassello di calce, additivi polimerici e sabbia; • Ditte specializzate: Muratore. 01.02.05.I02 Sostituzione elementi Cadenza: quando occorre Sostituzione degli elementi usurati o rovinati con elementi analoghi di caratteristiche fisiche, cromatiche e dimensionali rispetto a quelli esistenti con il metodo del "cuci e scuci". • Ditte specializzate: Muratore. Pagina 32 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.02.06 Murature in pietra facciavista: tufo Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento Si tratta di murature realizzate con blocchi di pietra squadrata detta tufo. Definito come un calcare granulare, tenero, poroso e poco compatto, di colore giallastro. Le dimensioni dei blocchi di tufo variano secondo il periodo di coltivazione e secondo l’utilizzo di strumenti manuali o meccanici. Di conseguenza le dimensioni possono essere di circa 47-50 cm di lunghezza, 20 cm di altezza e 25-27 cm di profondità. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.06.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 01.02.06.A02 Assenza di malta Assenza di malta nei giunti di muratura. 01.02.06.A03 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 01.02.06.A04 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 01.02.06.A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.02.06.A06 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.02.06.A07 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.02.06.A08 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 01.02.06.A09 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). Pagina 33 Manuale di Manutenzione 01.02.06.A10 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 01.02.06.A11 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 01.02.06.A12 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.02.06.A13 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.02.06.A14 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 01.02.06.A15 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 01.02.06.A16 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 01.02.06.A17 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. 01.02.06.A18 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.02.06.C01 Controllo facciata Cadenza: ogni 3 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo della facciata e dello stato dei corsi di malta. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. • Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Crosta; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Fessurazioni; 11) Macchie e graffiti; 12) Mancanza; 13) Patina biologica; 14) Penetrazione di umidità; 15) Polverizzazione; 16) Presenza di vegetazione; 17) Scheggiature. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.06.I01 Ripristino facciata Cadenza: quando occorre Pagina 34 Manuale di Manutenzione Pulizia della facciata e reintegro dei giunti. In particolare: - rimuovere manualmente eventuali elementi vegetali infestanti; - in caso di patina biologica rimuovere i depositi organici ed i muschi mediante cicli di lavaggio con acqua e spazzole di saggina; - in caso di fenomeni di disgregazione per fenomeni di efflorescenza provvedere al consolidamento delle superfici murarie mediante l'impiego di prodotti riaggreganti aventi base di acido siliceo con applicazione a pennello; - in caso di assenza di malta nei giunti provvedere ad applicare prodotti consolidanti mediante stilatura con malta di grassello di calce, additivi polimerici e sabbia; • Ditte specializzate: Muratore. 01.02.06.I02 Sostituzione elementi Cadenza: ogni 40 anni Sostituzione degli elementi usurati o rovinati con elementi analoghi di caratteristiche fisiche, cromatiche e dimensionali rispetto a quelli esistenti con il metodo del "cuci e scuci". • Ditte specializzate: Muratore. Pagina 35 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.02.07 Tiranti Unità Tecnologica: 01.02 Ripristino e consolidamento I tiranti svolgono una funzione statica di sostegno di contrasto a spostamenti orizzontali. In genere vengono utilizzati in caso di dissesti dovuti a traslazioni orizzontali di parti di pareti murarie o di un orizzontamento. La loro azione impedisce un eventuale incremento della traslazione. Essi vengono inserite in corrispondenza della parete muraria o di orizzontamento da presidiare. Essi possono avere sezione diversa (circolare, rettangolare, ecc.). L'intervento può essere localizzato o diffuso. Essi vanno predisposte attraverso elementi di ripartizione (piastre, giunti di tensione,organi di ritegno, ecc.). ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.07.A01 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 01.02.07.A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio. 01.02.07.A03 Tensione insufficiente Tensione insufficiente tra tirante e massa muraria. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.07.C01 Controllo strutture Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesti statici. Controllare la giusta collaborazione degli elementi di ripartizione. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della freccia massima; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.07.I01 Ripristino Cadenza: quando occorre Ripristino degli stati tensionali adeguati attraverso la registrazione degli elementi di ripartizione collaboranti. Sostituzione di eventuali elementi degradati con altri di analoghe caratteristiche. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari. Pagina 36 Manuale di Manutenzione Corpo d'Opera: 02 INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE Insieme delle unità e degli elementi tecnici aventi funzione di attenuare i danni creati dal dissesto idrogeologico realizzando interventi di consolidamento, interventi antierosivi e di riprodurre ecosistemi simili ai naturali. Unità Tecnologiche: ° 02.01 Opere di ingegneria naturalistica Pagina 37 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 02.01 Opere di ingegneria naturalistica L’ingegneria naturalistica si applica per attenuare i danni creati dal dissesto idrogeologico; in particolare essa adopera le piante vive, abbinate ad altri materiali quali il legno, la pietra, la terra, ecc., per operazioni di consolidamento e interventi antierosivi, per la riproduzione di ecosistemi simili ai naturali e per l’incremento della biodiversità. I campi di intervento sono: - consolidamento dei versanti e delle frane; - recupero di aree degradate; - attenuazione degli impatti causati da opere di ingegneria: barriere antirumore e visive, filtri per le polveri, ecc.; - inserimento ambientale delle infrastrutture. Le finalità degli interventi sono: tecnico-funzionali, naturalistiche, estetiche e paesaggistiche e economiche. Per realizzare un intervento di ingegneria naturalistica occorre realizzare un attento studio bibliografico, geologico, geomorfologico, podologico, floristico e vegetazionale per scegliere le specie e le tipologie vegetazionali d’intervento. Alla fase di studio e di indagine deve seguire l’individuazione dei criteri progettuali, la definizione delle tipologie di ingegneria naturalistica e la lista delle specie flogistiche da utilizzare. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 02.01.R01 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Durabilità tecnologica Classe di Esigenza: Durabilità Le reti utilizzate devono essere realizzate con materiali idonei in modo da garantire la funzionalità del sistema. Prestazioni: Le reti devono essere realizzate con ferri capaci di non generare fenomeni di corrosione se sottoposti all'azione dell'acqua e del gelo. Possono essere rivestiti con rivestimenti di zinco e di lega di zinco. Livello minimo della prestazione: I materiali utilizzati per la formazione delle reti devono soddisfare i requisiti indicati dalla normativa UNI di settore. 02.01.R02 Resistenza alla trazione Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi utilizzati per realizzare opere di ingegneria naturalistica devono garantire resistenza ad eventuali fenomeni di trazione. Prestazioni: Le opere devono essere realizzate con materiali idonei a resistere a fenomeni di trazione che potrebbero verificarsi durante il ciclo di vita. Livello minimo della prestazione: Devono essere garantiti i valori previsti in sede di progetto. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.01.01 Cordonata viva ° 02.01.02 Fascinate ° 02.01.03 Geostuoie ° 02.01.04 Gradonata viva ° 02.01.05 Tiranti Pagina 38 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.01.01 Cordonata viva Unità Tecnologica: 02.01 Opere di ingegneria naturalistica Le cordonate si adoperano per consolidare pendii molto ripidi su terreni instabili. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.01.A01 Depositi superficiali Accumuli di materiale vario quali pietrame, ranaglie e terreno sulla superficie delle cordonate. 02.01.01.A02 Difetti di ancoraggio Difetti di tenuta delle chiodature e/o delle graffe di ancoraggio della struttura. 02.01.01.A03 Difetti di attecchimento Difetti di attecchimento delle talee di salice o tamerice e/o delle piantine radicate. 02.01.01.A04 Infradiciamento Infradiciamento dei tronchi scortecciati che costituiscono la cordonata. 02.01.01.A05 Mancanza di terreno Mancanza di terreno che mette a nudo le talee. 02.01.01.A06 Mancata aderenza Imperfetta aderenza tra la rete ed il terreno che provoca mancati inerbimenti. 02.01.01.A07 Perdita di materiale Perdita del materiale costituente la cordonata quali terreno, radici, ecc.. 02.01.01.A08 Eccessiva vegetazione Eccessiva presenza di vegetazione che non favorisce lo sviluppo delle talee. 02.01.01.A09 Scalzamento Fenomeni di smottamenti che causano lo scalzamento delle ramaglie. 02.01.01.A10 Sottoerosione Fenomeni di erosione dovuti a mancanza di terreno sulle verghe. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.01.C01 Controllo generale Pagina 39 Manuale di Manutenzione Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione Controllare la tenuta delle diverse file di paletti e delle verghe verificando che non ci sia fuoriuscita di materiale. Verificare che le talee siano attecchite e che non ci sia vegetazione infestante. Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla trazione. • Anomalie riscontrabili: 1) Eccessiva vegetazione; 2) Infradiciamento; 3) Scalzamento; 4) Sottoerosione. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.01.I01 Ceduazione Cadenza: ogni anno Eseguire il taglio delle essenze messe a dimora per consentire alle radici di ramificare alla base. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 02.01.01.I02 Diradamento Cadenza: ogni anno Eseguire il diradamento delle piante infestanti. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 02.01.01.I03 Revisione Cadenza: ogni 6 mesi Verificare la tenuta delle file dei pali in legno serrando i chiodi e le graffe metalliche; sistemare le verghe eventualmente fuoriuscite dalle file. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. Pagina 40 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.01.02 Fascinate Unità Tecnologica: 02.01 Opere di ingegneria naturalistica Le fascinate sono realizzate con fascine di ramaglia (sono da preferirsi specie con elevata capacità vegetativa quali pioppi, salici) che vengono collocate lungo i pendii (max pendenza 30°-35°) e fissate a pali di legno infissi nel terreno. Possono essere utilizzate sia lungo i pendii montani sia lungo gli argini dei fiumi al piede delle sponde soggette ad erosione. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.02.A01 Corrosione Fenomeni di corrosione delle armature metalliche delle fascinate. 02.01.02.A02 Deformazioni Deformazioni della struttura per cui si verificano difetti di tenuta dei pali. 02.01.02.A03 Eccessiva vegetazione Eccessiva presenza di vegetazione che non favorisce lo sviluppo delle talee. 02.01.02.A04 Infradiciamento Infradiciamento dei pali che sostengono la fascinata. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni anno Tipologia: Ispezione Controllare la tenuta delle diverse file di paletti verificando che non ci sia fuoriuscita di materiale e che le talee siano attecchite e che non ci sia vegetazione infestante. • • Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazioni; 3) Eccessiva vegetazione; 4) Infradiciamento. Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.02.I01 Ceduazione Cadenza: ogni anno Eseguire il taglio delle essenze messe a dimora per consentire alle radici di ramificare alla base. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. Pagina 41 Manuale di Manutenzione 02.01.02.I02 Diradamento Cadenza: ogni anno Eseguire il diradamento delle piante infestanti. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 02.01.02.I03 Revisione Cadenza: ogni anno Verificare la tenuta delle file dei pali in legno serrando i chiodi e le graffe metalliche. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. Pagina 42 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.01.03 Geostuoie Unità Tecnologica: 02.01 Opere di ingegneria naturalistica Sono strutture a tre dimensioni con uno spessore che va da 1 a 2,5 cm. Sono formate da filamenti sottili di materiale sintetico attorcigliati fino a formare uno strato molto deformabile con un indice dei vuoti superiore al 90%. Esistono anche stuoie preintasate con ghiaino e bitume e con manto vegetale già cresciuto. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.01.03.R01 Resistenza alla trazione Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica Classe di Esigenza: Controllabilità Gli elementi che compongono le geostuoie devono essere in grado di resistere a fenomeni di sollecitazioni in particolare quelli di trazione. Prestazioni: Le geostuoie devono garantire una determinata resistenza alla trazione senza compromettere la stabilità dell'intero apparato. Livello minimo della prestazione: I valori di resistenza dipendono dal tipo di geostuoia: - nel caso di geostuoia tridimensionale i valori di resistenza alla trazione devono essere compresi tra 1,3 e 1,8 kN/m; - nel caso di geostuoia tridimensionale rinforzata i valori di resistenza alla trazione devono essere compresi tra 38 e 200 kN/m. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.03.A01 Depositi superficiali Accumuli di materiale vario quali pietrame, ranaglie e terreno sulla superficie delle geostuoie. 02.01.03.A02 Difetti di ancoraggio Difetti di tenuta delle chiodature e/o delle graffe di ancoraggio della struttura. 02.01.03.A03 Difetti di attecchimento Difetti di attecchimento delle talee di salice o tamerice e/o delle piantine radicate. 02.01.03.A04 Mancanza di terreno Mancanza di terreno che mette a nudo la struttura delle geostuoie. 02.01.03.A05 Mancata aderenza Imperfetta aderenza tra la rete ed il terreno che provoca mancati inerbimenti. 02.01.03.A06 Perdita di materiale Perdita del materiale costituente la geostuoia quali terreno, radici, ecc.. Pagina 43 Manuale di Manutenzione CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.03.C01 Verifica generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare lo stato di attecchimento delle talee e delle piantine radicate. Verificare la tenuta dei picchetti di ancoraggio. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di attecchimento; 2) Mancanza di terreno; 3) Difetti di ancoraggio; 4) Perdita di materiale; 5) Depositi superficiali; 6) Mancata aderenza. • Ditte specializzate: Giardiniere. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.03.I01 Diradamento Cadenza: ogni 2 anni Eseguire un diradamento dei salici piantati sulla geostuoia. • Ditte specializzate: Giardiniere. 02.01.03.I02 Registrazione picchetti Cadenza: quando occorre Eseguire la registrazione dei picchetti di tenuta delle reti. • Ditte specializzate: Generico, Giardiniere. 02.01.03.I03 Semina Cadenza: quando occorre Eseguire la semina della superficie della geostuoia. • Ditte specializzate: Giardiniere. 02.01.03.I04 Taglio Cadenza: ogni 2 anni Eseguire il taglio dei rami dei salici in maniera scalare. • Ditte specializzate: Giardiniere. Pagina 44 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.01.04 Gradonata viva Unità Tecnologica: 02.01 Opere di ingegneria naturalistica La gradonata è una tecnica di consolidamento di versanti e scarpate che consiste nel realizzare dei gradoni lungo il versante o la scarpa che vengono riempiti con ramaglie, talee e piantine. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.04.A01 Eccessiva vegetazione Eccessiva presenza di vegetazione che non favorisce lo sviluppo delle talee. 02.01.04.A02 Infradiciamento Infradiciamento dei rami che costituiscono la gradonata. 02.01.04.A03 Mancanza di terreno Mancanza di terreno che mette a nudo la struttura delle gradonate. 02.01.04.A04 Perdita di materiale Perdita del materiale costituente la gradonata quali terreno, radici, ecc.. 02.01.04.A05 Scalzamento Fenomeni di smottamenti che causano lo scalzamento delle gradonate. 02.01.04.A06 Sottoerosione Fenomeni di erosione dovuti a mancanza di terreno sulle gradonate. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.04.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione Verificare che le talee e/o le ramaglie siano attecchite e che non ci sia vegetazione infestante. Anomalie riscontrabili: 1) Eccessiva vegetazione; 2) Infradiciamento; 3) Scalzamento; 4) Sottoerosione. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 45 Manuale di Manutenzione 02.01.04.I01 Ceduazione Cadenza: ogni anno Eseguire il taglio delle essenze messe a dimora per consentire alle radici di ramificare alla base. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 02.01.04.I02 Diradamento Cadenza: ogni anno Eseguire il diradamento delle piante infestanti. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 02.01.04.I03 Piantumazione Cadenza: quando occorre Eseguire una ri-piantumazione delle talee e/o delle ramaglie nel caso di mancato attecchimento delle stesse. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. Pagina 46 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.01.05 Tiranti Unità Tecnologica: 02.01 Opere di ingegneria naturalistica Sono elementi strutturali che agiscono in trazione e che trasferiscono forze al terreno attraverso un’armatura e i bulbi di ancoraggio. Un tirante è formato da una testa con piastra di ripartizione e sistema di bloccaggio connessi ad una parte libera (porzione tensionabile e guaina di rivestimento) ed una fondazione fornita di armatura. La fondazione si ancora alla roccia intatta o per cementazione o con ancoraggio meccanico. I tiranti di ancoraggio possono essere: - pretesi o attivi: se gli stessi elementi sono sollecitati in esercizio da sforzi di trazione impressi all’atto di esecuzione; - non pretesi o passivi: se gli elementi di rinforzo sono sollecitati a trazione a seguito di movimenti e deformazioni dell’ammasso; - parzialmente pretesi: se all’atto dell’installazione si imprime loro una tensione minore di quella d’esercizio; - provvisori: se la loro funzione è limitata ad un periodo prestabilito; - permanenti: se la loro funzione deve essere espletata per tutto il periodo di vita dell’opera ancorata. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.01.05.R01 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica Classe di Esigenza: Controllabilità I tiranti devono essere realizzati con materiali idonei a sopportare eventuali fenomeni di trazione. Prestazioni: Le opere devono essere realizzate con materiali idonei a resistere a fenomeni di trazione che potrebbero verificarsi durante il ciclo di vita. Livello minimo della prestazione: Devono essere garantiti i valori di resistenza nominale a trazione pari a 550 N/mm2 ricavati con modalità di prova conformi alla normativa ASTM A975-97. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.05.A01 Corrosione Fenomeni di corrosione degli elementi dei tiranti. 02.01.05.A02 Difetti di tenuta Difetti di tenuta dei tiranti dovuti ad erronea posa in opera degli stessi e/o alla rottura dei chiodi di ancoraggi. 02.01.05.A03 Rotture Rotture degli elementi dei tiranti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.05.C01 Controllo generale Pagina 47 Manuale di Manutenzione Cadenza: ogni settimana Tipologia: Ispezione Verificare che i tiranti siano efficienti. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti di tenuta; 3) Rotture. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.05.I01 Sistemazione Cadenza: quando occorre Sistemare gli elementi dei tiranti in seguito ad eventi meteorici eccezionali e in ogni caso quando occorre. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 48 Manuale di Manutenzione Corpo d'Opera: 03 ARREDO URBANO E VERDE Insieme delle unità e degli elementi tecnici aventi funzione di consentire l'esercizio di attività degli utenti negli spazi esterni connessi con il sistema edilizio stesso Unità Tecnologiche: ° 03.01 Aree a verde Pagina 49 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Le aree a verde costituiscono l'insieme dei parchi, dei giardini e delle varietà arboree degli spazi urbani ed extra urbani. La distribuzione degli spazi verdi varia in funzione a standard urbanistici ed esigenze di protezione ambientale. Il verde urbano può avere molteplici funzioni di protezione ambientale: ossigenazione dell'aria, assorbimento del calore atmosferico e barriera contro i rumori ed altre fonti di inquinamento. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 03.01.R01 Integrazione degli spazi Classe di Requisiti: Adattabilità degli spazi Classe di Esigenza: Fruibilità Le aree a verde devono integrarsi con gli spazi circostanti. Prestazioni: La distribuzione e la piantumazione di prati, piante, siepi, alberi, arbusti, ecc. deve essere tale da integrarsi con gli spazi in ambito urbano ed extraurbano. Livello minimo della prestazione: - Si devono prevedere almeno 9 m2/abitante previsti per le aree a spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade; - Le superfici permeabili ( percentuale di terreno priva di pavimentazioni, attrezzata o mantenuta a prato e piantumata con arbusti e/o piante di alto fusto) devono essere opportunamente piantumate con specie di alto fusto con indice di piantumazione minima pari ad 1 albero/60 m2. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 03.01.01 Alberi ° 03.01.02 Altre piante ° 03.01.03 Arbusti e cespugli ° 03.01.04 Ghiaia e pietrisco ° 03.01.05 Siepi ° 03.01.06 Sistemi di ancoraggio ° 03.01.07 Staccionate Pagina 50 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 03.01.01 Alberi Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di piante legnose caratterizzate da tronchi eretti e ramificati formanti una chioma posta ad una certa distanza dalla base. Gli alberi si differenziano per: tipo, specie, caratteristiche botaniche, caratteristiche ornamentali, caratteristiche agronomiche, caratteristiche ambientali e tipologia d'impiego. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.01.A01 Crescita confusa Crescita sproporzionata (chioma e/o apparato radici) rispetto all'area di accoglimento. 03.01.01.A02 Malattie a carico delle piante Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie e/o alterazione della cortecce, nelle piante di alto fusto. 03.01.01.A03 Presenza di insetti In genere sono visibili ad occhio nudo e si può osservarne l'azione e i danni provocati a carico delle piante. Le molteplici varietà di specie di insetti dannosi esistenti fa si che vengano analizzati e trattati caso per caso con prodotti specifici. In genere si caratterizzano per il fatto di cibarsi di parti delle piante e quindi essere motivo di indebolimento e di manifestazioni di malattie che portano le specie ad esaurimento se non si interviene in tempo ed in modo specifico. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Aggiornamento Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. Requisiti da verificare: 1) Integrazione degli spazi. Anomalie riscontrabili: 1) Crescita confusa; 2) Presenza di insetti. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. • • 03.01.01.C02 Controllo malattie Cadenza: ogni settimana Tipologia: Aggiornamento Controllo periodico delle piante al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. ldentificazione dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.). Pagina 51 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 03.01.01.I02 Innaffiaggio Cadenza: quando occorre Innaffiaggio delle piante. L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.01.I01 Concimazione piante Cadenza: quando occorre Concimazione delle piante con prodotti, specifici al tipo di pianta per favorire la crescita e prevenire le eventuali malattie a carico delle piante. La periodicità e/o le quantità di somministrazione di concimi e fertilizzanti variano in funzione delle specie arboree e delle stagioni. Affidarsi a personale specializzato. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 03.01.01.I03 Potatura piante Cadenza: quando occorre Potatura, taglio e riquadratura periodica delle piante in particolare di rami secchi esauriti, danneggiati o di piante malate non recuperabili. Taglio di eventuali rami o piante con sporgenze e/o caratteristiche di pericolo per cose e persone (rami consistenti penzolanti, intralcio aereo in zone confinanti e/o di passaggio, radici invadenti a carico di pavimentazioni e/o impianti tecnologici, ecc.). La periodicità e la modalità degli interventi variano in funzione delle qualità delle piante, del loro stato e del periodo o stagione di riferimento. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 03.01.01.I04 Trattamenti antiparassitari Cadenza: quando occorre Trattamenti antiparassitari e anticrittogamici con prodotti, idonei al tipo di pianta, per contrastare efficacemente la malattie e gli organismi parassiti in atto. Tali trattamenti vanno somministrati da personale esperto in possesso di apposito patentino per l'utilizzo di presidi fitosanitari,ecc., nei periodi favorevoli e in orari idonei. Durante la somministrazione il personale prenderà le opportune precauzioni di igiene e sicurezza del luogo. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 52 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 03.01.02 Altre piante Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Sotto la questa denominazione vengono raggruppate le seguenti piante: acquatiche, palustri, erbacee annuali, biennali, perenni, bulbose, rizomatose, tuberose, tappezzanti, rampicanti, ricadenti e sarmentose. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.02.A01 Crescita confusa Presenza di varietà arboree diverse e sproporzionate all'area di accoglimento. 03.01.02.A02 Malattie a carico delle piante Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie. 03.01.02.A03 Presenza di insetti In genere sono visibili ad occhio nudo e si può osservarne l'azione e i danni provocati a carico delle piante. Le molteplici varietà di specie di insetti dannosi esistenti fa si che vengano analizzati e trattati caso per caso con prodotti specifici. In genere si caratterizzano per il fatto di cibarsi di parti delle piante e quindi essere motivo di indebolimento e di manifestazioni di malattie che portano le specie ad esaurimento se non si interviene in tempo ed in modo specifico. 03.01.02.A04 Terreno arido L'aridità del terreno, spesso per mancanza di acqua, si manifesta con spaccature e lesioni degli strati superficiali e con il deperimento della vegetazione esistente. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.02.C01 Controllo generale Cadenza: quando occorre Tipologia: Aggiornamento Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. Requisiti da verificare: 1) Integrazione degli spazi. • Anomalie riscontrabili: 1) Crescita confusa; 2) Terreno arido. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. • 03.01.02.C02 Controllo malattie Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Aggiornamento Controllo periodico delle piante al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. ldentificazione dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va Pagina 53 Manuale di Manutenzione eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.). Anomalie riscontrabili: 1) Malattie a carico delle piante; 2) Presenza di insetti. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 03.01.02.I02 Innaffiaggio Cadenza: quando occorre Innaffiaggio delle piante. L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.02.I01 Concimazione piante Cadenza: quando occorre Concimazione delle piante con prodotti, specifici al tipo di pianta per favorire la crescita e prevenire le eventuali malattie a carico delle piante. La periodicità e/o le quantità di somministrazione di concimi e fertilizzanti variano in funzione delle specie arboree e delle stagioni. Affidarsi a personale specializzato. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 03.01.02.I03 Potatura piante Cadenza: quando occorre Potatura, taglio e riquadratura periodica delle piante in particolare di rami secchi esauriti, danneggiati o di piante malate non recuperabili. Taglio di eventuali rami o piante con sporgenze e/o caratteristiche di pericolo per cose e persone (rami consistenti penzolanti, intralcio aereo in zone confinanti e/o di passaggio, radici invadenti a carico di pavimentazioni e/o impianti tecnologici, ecc.). La periodicità e la modalità degli interventi variano in funzione delle qualità delle piante, del loro stato e del periodo o stagione di riferimento. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 03.01.02.I04 Trattamenti antiparassitari Cadenza: quando occorre Trattamenti antiparassitari e anticrittogamici con prodotti, idonei al tipo di pianta, per contrastare efficacemente la malattie e gli organismi parassiti in atto. Tali trattamenti vanno somministrati da personale esperto in possesso di apposito patentino per l'utilizzo di presidi fitosanitari, ecc., nei periodi favorevoli e in orari idonei. Durante la somministrazione il personale prenderà le opportune precauzioni di igiene e sicurezza del luogo. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 54 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 03.01.03 Arbusti e cespugli Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di piante perenni, legnose, aventi tronco con ramificazioni prevalenti a sviluppo dalla base. Possono essere del tipo a foglia decidua o sempreverdi. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.03.A01 Crescita confusa Presenza di varietà arboree diverse e sproporzionate all'area di accoglimento. 03.01.03.A02 Malattie a carico delle piante Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie e/o alterazione della cortecce. 03.01.03.A03 Presenza di insetti In genere sono visibili ad occhio nudo e si può osservarne l'azione e i danni provocati a carico delle piante. Le molteplici varietà di specie di insetti dannosi esistenti fa si che vengano analizzati e trattati caso per caso con prodotti specifici. In genere si caratterizzano per il fatto di cibarsi di parti delle piante e quindi essere motivo di indebolimento e di manifestazioni di malattie che portano le specie ad esaurimento se non si interviene in tempo ed in modo specifico. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Aggiornamento Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. Requisiti da verificare: 1) Integrazione degli spazi. • Anomalie riscontrabili: 1) Crescita confusa. • Ditte specializzate: Specializzati vari, Giardiniere. • 03.01.03.C02 Controllo malattie Cadenza: ogni settimana Tipologia: Aggiornamento Controllo periodico delle piante al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. ldentificazione dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.). Anomalie riscontrabili: 1) Malattie a carico delle piante; 2) Presenza di insetti. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. • Pagina 55 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 03.01.03.I02 Innaffiaggio Cadenza: quando occorre Innaffiaggio delle piante. L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.03.I01 Concimazione piante Cadenza: quando occorre Concimazione delle piante con prodotti, specifici al tipo di pianta per favorire la crescita e prevenire le eventuali malattie a carico delle piante. La periodicità e/o le quantità di somministrazione di concimi e fertilizzanti variano in funzione delle specie arboree e delle stagioni. Affidarsi a personale specializzato. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 03.01.03.I03 Potatura piante Cadenza: quando occorre Potatura, taglio e riquadratura periodica delle piante in particolare di rami secchi esauriti, danneggiati o di piante malate non recuperabili. Taglio di eventuali rami o piante con sporgenze e/o caratteristiche di pericolo per cose e persone (rami consistenti penzolanti, intralcio aereo in zone confinanti e/o di passaggio, radici invadenti a carico di pavimentazioni e/o impianti tecnologici, ecc.). La periodicità e la modalità degli interventi variano in funzione delle qualità delle piante, del loro stato e del periodo o stagione di riferimento. • Ditte specializzate: Giardiniere. 03.01.03.I04 Trattamenti antiparassitari Cadenza: quando occorre Trattamenti antiparassitari e anticrittogamici con prodotti, idonei al tipo di pianta, per contrastare efficacemente la malattie e gli organismi parassiti in atto. Tali trattamenti vanno somministrati da personale esperto in possesso di apposito patentino per l'utilizzo di presidi fitosanitari, ecc., nei periodi favorevoli e in orari idonei. Durante la somministrazione il personale prenderà le opportune precauzioni di igiene e sicurezza del luogo. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 56 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 03.01.04 Ghiaia e pietrisco Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di materiale alluvionale o proveniente dalla frantumazione di rocce con dimensioni comprese fra i 2 e 50 mm utilizzato generalmente nella sistemazione di vialetti e percorsi pedonali adiacenti ad aree a verde. Nel caso della riserva si utilizzerà un materiale simile per creare una pavimentazione all'interno della chiesa di san Bonaventura. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.04.A01 Granulometria irregolare Granulometria e consistenza del materiale irregolare rispetto ai diametri standard. 03.01.04.A02 Mancanza Mancanza di materiale lungo le superfici di distribuzione. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.04.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Verifica Controllo della granulometria del materiale. Verificare la corretta distribuzione e costipamento del materiale lungo i percorsi in uso. • • Anomalie riscontrabili: 1) Granulometria irregolare; 2) Mancanza. Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.04.I01 Ridistribuzione materiale Cadenza: ogni 6 mesi Provvedere alla corretta ridistribuzione e costipamento del materiale, di analoghe caratteristiche, lungo le zone sprovviste e/o comunque carenti. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. Pagina 57 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 03.01.05 Siepi Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di recinzioni naturali realizzate con essenze diverse e con funzione di delimitazione di aiuole e/o aree verdi di proprietà privata o di uso pubblico. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.05.A01 Crescita confusa Crescita sproporzionata delle sagome a siepi rispetto all'area e agli spazi di accoglimento. 03.01.05.A02 Malattie a carico delle piante Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie e/o alterazione della cortecce. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.05.C01 Controllo generale Cadenza: ogni settimana Tipologia: Controllo Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. Anomalie riscontrabili: 1) Crescita confusa; 2) Malattie a carico delle piante. • Ditte specializzate: Giardiniere. • 03.01.05.C02 Controllo malattie Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllo periodico delle siepi al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. Identificazione dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.). • • Anomalie riscontrabili: 1) Malattie a carico delle piante. Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.05.I01 Eliminazione vegetazione Pagina 58 Manuale di Manutenzione Cadenza: ogni 4 mesi Eliminazione della vegetazione spontanea e/o infestante (arborea, arbustiva ed erbacea) in modo manuale o mediante l'impiego di diserbanti disseccanti. Vangatura e preparazione del terreno con trattamento di prodotti antigerminanti e rinnovo dello strati di pacciamatura naturale. • Ditte specializzate: Giardiniere. 03.01.05.I02 Fertilizzazione Cadenza: ogni 6 mesi Fertilizzazione con prodotti idonei (concimi organici-minerali). • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 03.01.05.I03 Irrigazione Cadenza: ogni mese Innaffiaggio delle siepi, in modo particolare delle zone di nuovo impianto e dei tratti aridi. L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. • Ditte specializzate: Generico, Giardiniere. 03.01.05.I04 Potatura Cadenza: ogni 6 mesi Potatura di contenimento e taglio differenziato, in forma e/o sagoma obbligata, a secondo dell'età e specie vegetale. • Ditte specializzate: Giardiniere. Pagina 59 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 03.01.06 Sistemi di ancoraggio Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Essi hanno funzione di sostegno alle piante. Sono generalmente costituiti da: pali, picchetti, tiranti e tutori. Possono essere costituiti da materiali diversi, legno, materie plastiche, cls prefabbricato, ecc.. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.06.A01 Infracidimento Infracidimento delle parti interrate (legno) per insufficiente trattamento con sostanze antimarciume. 03.01.06.A02 Instabilità Instabilità degli ancoraggi per insufficiente ancoraggio al suolo o in seguito ad eventi esterni (vento, neve, traumi, ecc.). 03.01.06.A03 Legatura inadeguata Caratteristiche della legatura pianta-ancoraggio inadeguata rispetto al grado di movimento delle piante. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.06.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Controllo Controllo della stabilità al suolo e verifica delle legature alle piante in funzione dei gradi di movimento. • • Anomalie riscontrabili: 1) Infracidimento; 2) Instabilità; 3) Legatura inadeguata. Ditte specializzate: Giardiniere. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.06.I01 Ripristino della stabilità Cadenza: quando occorre Ripristino della stabilità degli ancoraggi mediante l'esecuzione di scavo di sezione adeguata e relativo ancoraggio al suolo con l'utilizzo di idoneo materiale di riempimento (pietrame, terra, ecc.). • Ditte specializzate: Generico, Giardiniere. 03.01.06.I02 Ripristino dei legami Cadenza: quando occorre Ripristino dei legami tra ancoraggi e piante mediante riposizionamento degli attacchi, anche in funzione dei gradi di movimento, e se Pagina 60 Manuale di Manutenzione necessario sostituzione di quest'ultimi con altri idonei. • Ditte specializzate: Generico, Giardiniere. Pagina 61 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 03.01.07 Staccionate Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di elementi generalmente realizzati in pali di pino o di castagno, con trattamento della parte appuntita interrata, decorticati e di diametro diverso (10 - 12 cm) posti a croce di Sant’Andrea costituiti da corrimano e diagonali a sezione semicircolare posti su montati verticali ad un altezza di circa 1 m fuori terra e ad un interasse di circa 2 m, ed assemblati con elementi di acciaio zincato ed eventuali plinti di fondazione. In genere vengono impiegati lungo i percorsi montani e congiuntamente ad interventi di opere di ingegneria naturalistica. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.07.A01 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di cancelli e barriere. 03.01.07.A02 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulenti dovuta ad eccesso di umidità. 03.01.07.A03 Perdita della stabilità Perdita della stabilità degli elementi fissati al suolo. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.07.C01 Controllo Generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllo generale con verifica della stabilità degli elementi. Anomalie riscontrabili: 1) Perdita della stabilità; 2) Deformazione; 3) Infracidamento. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.07.I01 Sostituzione Cadenza: ogni 2 anni Sostituzione di elementi rovinati o mancanti con altri di analoghe caratteristiche. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. Pagina 62 Manuale di Manutenzione Corpo d'Opera: 04 OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE Le opere di adeguamento, miglioramento e riparazione rappresentano quelle unità tecnologiche individuate attraverso la normativa vigente, come quelle fasi di intervento sulle strutture civili e industriali esistenti che in seguito ad eventi e/o variazioni strutturali necessitano di ripristino delle condizioni di sicurezza e di collaudo statico. Le variazioni strutturali possono dipendere da fattori diversi: - variazioni indipendenti dalla volontà dell'uomo, (come ad esempio: danni dovuti a sisma, a carichi verticali eccessivi, a danni dovuti per cedimenti fondali, al degrado delle malte nella muratura, alla corrosione delle armature nel c.a., ad errori progettuali e/o esecutivi, a situazioni in cui i materiali e/o la geometria dell'opera non corrispondano ai dati progettuali, ecc.); - variazioni dovute all'intervento dell'uomo, che incide direttamente e volontariamente sulla struttura (vedi 8.4 delle NTC) oppure sulle azioni (ad esempio: aumento dei carichi verticali dovuto a cambiamento di destinazione d'uso), o che incide indirettamente sul comportamento della struttura (ad esempio gli interventi non dichiaratamente strutturali). Unità Tecnologiche: ° 04.01 Interventi su strutture esistenti Pagina 63 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti Gli interventi sulle strutture esistenti, rappresentano tutte quelle opere di adeguamento, miglioramento e riparazione, attraverso le quali avviene il ripristino delle condizioni di sicurezza delle stesse nel rispetto della normativa vigente. Tali interventi possono avere come finalità: - di riportare gli elementi strutturali alla situazione iniziale di capacità resistente; - di rafforzare gli elementi strutturali per cambiamento di destinazione d'uso, per adeguamento alle normative sismiche, ecc.. Prima di ogni intervento è opportuno avere un quadro conoscitivo completo delle strutture. In particolare avviare un processo diagnostico per una valutazione dello stato di salute della struttura. Il grado di approfondimento e le metodologie più adeguate andranno ogni volta misurate sulla base delle destinazioni d'uso dell'organismo strutturale in esame e delle sue tipologie e schemi strutturali-statici. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 04.01.R01 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli interventi sulle strutture esistenti dovranno garantire il ripristino delle condizioni di sicurezza e dovranno contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Prestazioni: Gli interventi sulle strutture esistenti dovranno contrastare in modo concreto il prodursi di eventuali rotture o deformazioni rilevanti in conseguenza dell'azione di sollecitazioni meccaniche che possono in un certo modo comprometterne la durata e la funzionalità nel tempo e costituire pericolo per la sicurezza degli utenti. A tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio, carichi di esercizio, sollecitazioni sismiche, carichi provocati da dilatazioni termiche, eventuali assestamenti e deformazioni di strutturali. Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti le pareti si rimanda comunque alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. 04.01.R02 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Gli interventi sulle strutture esistenti non dovranno essere causa di dissoluzioni o disgregazioni e/o mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Prestazioni: I materiali costituenti le strutture non dovranno deteriorarsi e/o comunque perdere le prestazioni iniziali in presenza di agenti chimici presenti negli ambienti. I materiali utilizzati dovranno comunque consentire tutte le operazioni di pulizia e dovranno essere compatibili chimicamente con la base di supporto. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego. 04.01.R03 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Durabilità tecnologica Classe di Esigenza: Durabilità Gli interventi sulle strutture esistenti e/o gli elementi metallici utilizzati non dovranno decadere in processi di corrosione. Prestazioni: Gli interventi sulle strutture esistenti e/o gli elementi metallici utilizzati non dovranno decadere in processi di corrosione se Pagina 64 Manuale di Manutenzione sottoposti all'azione dell'acqua e del gelo. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.01.01 Catene ° 04.01.02 Elementi di raccordo ° 04.01.03 Rappezzi degli elementi murari ° 04.01.04 Rappezzi in pietra ° 04.01.05 Rappezzi in blocchi di tufo ° 04.01.06 Tiranti Pagina 65 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.01.01 Catene Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti Le catene svolgono una funzione statica di sostegno di contrasto a spostamenti orizzontali. In genere vengono utilizzate in caso di dissesti dovuti a traslazioni orizzontali di parti di pareti murarie o di un orizzontamento. La loro azione impedisce un eventuale incremento della traslazione. Esse vengono inserite in corrispondenza della parete muraria o di orizzontamento da presidiare. Esse possono avere sezione diversa (circolare, rettangolare, ecc.). L'intervento può essere localizzato o diffuso. Esse vanno predisposte attraverso elementi di ripartizione (piastre, giunti di tensione,organi di ritegno, ecc.). ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.01.A01 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 04.01.01.A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio. 04.01.01.A03 Tensione insufficiente Tensione insufficiente tra tirante e massa muraria. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.01.C01 Controllo strutture Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Revisione Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesti statici. Controllare la giusta collaborazione degli elementi di ripartizione. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Tensione insufficiente. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore. • • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.01.I01 Ripristino Cadenza: quando occorre Ripristino degli stati tensionali adeguati attraverso la registrazione degli elementi di ripartizione collaboranti. Sostituzione di eventuali elementi degradati con altri di analoghe caratteristiche. Pagina 66 Manuale di Manutenzione • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 67 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.01.02 Elementi di raccordo Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti Gli elementi di raccordo rappresentano quegli elementi di unione intermedia tra sostegni diversi (ad es. catene, tiranti, ecc.). Essi sono rappresentati da piastre, giunti di tensione intermedi a vite, organi di ritegno, paletti,ecc.. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.02.A01 Corrosione Corrosione di parti metalliche per il decadimento dei materiali a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 04.01.02.A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio. 04.01.02.A03 Serraggi inadeguati Serraggi inadeguati delle giunzioni a forchetta e delle biette. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali. In particolare controllare la posizione corretta dei vari elementi di raccordo. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza alla corrosione. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Serraggi inadeguati. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore. • • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.02.I01 Ripristino serraggi Cadenza: quando occorre Ripristino degli elementi di raccordo attraverso il serraggio delle parti e se necessario provvedere allo smontaggio e rimontaggio delle stesse. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 68 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.01.03 Rappezzi degli elementi murari Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti Si tratta di interventi che interessano il ripristino della struttura muraria. In particolare le parti danneggiate dei muri portanti vengono sostitue, con la tecnica dello scuci e cuci, da altri elementi (mattoni pieni, conci di pietra, ecc.) dello stesso materiale del muro o di materiale diverso. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.03.A01 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 04.01.03.A02 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 04.01.03.A03 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 04.01.03.A04 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.01.03.A05 Esfoliazione Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.01.03.A06 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto dovute a fenomeni diversi. 04.01.03.A07 Lesioni Si manifestano con l'interruzione delle superfici dell'elemento strutturale. Le caratteristiche, l'andamento, l'ampiezza ne caratterizzano l'importanza e il tipo. 04.01.03.A08 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 04.01.03.A09 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La Pagina 69 Manuale di Manutenzione patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 04.01.03.A10 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 04.01.03.A11 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 04.01.03.A12 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. 04.01.03.A13 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi. 04.01.03.A14 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.03.C01 Controllo di eventuale quadro fessurativo Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Attraverso un esame visivo del quadro fessurativo approfondire ed analizzare eventuali dissesti strutturali anche con l'ausilio di indagini strumentali in situ. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni e spostamenti; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Penetrazione di umidità. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore. • • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.03.I01 Interventi sulle strutture Cadenza: quando occorre Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 70 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.01.04 Rappezzi in pietra Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti Si tratta di interventi che interessano il ripristino della struttura muraria. In particolare le parti danneggiate dei muri portanti vengono sostitue, con la tecnica dello scuci e cuci, da elementi di pietra. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.04.A01 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 04.01.04.A02 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 04.01.04.A03 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 04.01.04.A04 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.01.04.A05 Esfoliazione Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.01.04.A06 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto dovute a fenomeni diversi. 04.01.04.A07 Lesioni Si manifestano con l'interruzione delle superfici dell'elemento strutturale. Le caratteristiche, l'andamento, l'ampiezza ne caratterizzano l'importanza e il tipo. 04.01.04.A08 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 04.01.04.A09 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. Pagina 71 Manuale di Manutenzione 04.01.04.A10 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 04.01.04.A11 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 04.01.04.A12 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. 04.01.04.A13 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi. 04.01.04.A14 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.04.C01 Controllo di eventuale quadro fessurativo Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Attraverso un esame visivo del quadro fessurativo approfondire ed analizzare eventuali dissesti strutturali anche con l'ausilio di indagini strumentali in situ. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. • Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni e spostamenti; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Penetrazione di umidità. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.04.I01 Interventi sulle strutture Cadenza: quando occorre Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 72 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.01.05 Rappezzi in blocchi di tufo Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti Si tratta di interventi che interessano il ripristino della struttura muraria. In particolare le parti danneggiate dei muri portanti vengono sostitue, con la tecnica dello scuci e cuci, da blocchi di tufo. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.05.A01 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 04.01.05.A02 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 04.01.05.A03 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 04.01.05.A04 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.01.05.A05 Esfoliazione Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.01.05.A06 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto dovute a fenomeni diversi. 04.01.05.A07 Lesioni Si manifestano con l'interruzione delle superfici dell'elemento strutturale. Le caratteristiche, l'andamento, l'ampiezza ne caratterizzano l'importanza e il tipo. 04.01.05.A08 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 04.01.05.A09 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. Pagina 73 Manuale di Manutenzione 04.01.05.A10 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 04.01.05.A11 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 04.01.05.A12 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. 04.01.05.A13 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi. 04.01.05.A14 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.05.C01 Controllo di eventuale quadro fessurativo Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Attraverso un esame visivo del quadro fessurativo approfondire ed analizzare eventuali dissesti strutturali anche con l'ausilio di indagini strumentali in situ. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. • Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni e spostamenti; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Penetrazione di umidità. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.05.I01 Interventi sulle strutture Cadenza: quando occorre Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 74 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.01.06 Tiranti Unità Tecnologica: 04.01 Interventi su strutture esistenti I tiranti svolgono una funzione statica di sostegno di contrasto a spostamenti orizzontali. In genere vengono utilizzati in caso di dissesti dovuti a traslazioni orizzontali di parti di pareti murarie o di un orizzontamento. La loro azione impedisce un eventuale incremento della traslazione. Essi vengono inserite in corrispondenza della parete muraria o di orizzontamento da presidiare. Essi possono avere sezione diversa (circolare, rettangolare, ecc.). L'intervento può essere localizzato o diffuso. Essi vanno predisposte attraverso elementi di ripartizione (piastre, giunti di tensione,organi di ritegno, ecc.). ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.06.A01 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 04.01.06.A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio. 04.01.06.A03 Tensione insufficiente Tensione insufficiente tra tirante e massa muraria. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.06.C01 Controllo strutture Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesti statici. Controllare la giusta collaborazione degli elementi di ripartizione. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. • Anomalie riscontrabili: 1) Fessure; 2) Tensione insufficiente. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore. • MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.06.I01 Ripristino Cadenza: quando occorre Ripristino degli stati tensionali adeguati attraverso la registrazione degli elementi di ripartizione collaboranti. Sostituzione di eventuali elementi degradati con altri di analoghe caratteristiche. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 75 Manuale di Manutenzione Pagina 76 Manuale di Manutenzione INDICE 01 RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO 01.01 Restauro 01.01.01 Cornicioni in pietra e laterizio 01.01.02 Volte in pietra facciavista 01.01.03 01.02 pag. 5 6 9 12 Volte in pietra con paramento 15 Ripristino e consolidamento 18 01.02.01 Catene 22 01.02.02 Congiunzioni 24 01.02.03 Controventi 25 01.02.04 Murature in pietra facciavista: arenaria grigia 27 01.02.05 Murature in pietra facciavista:pietra calcarea 30 01.02.06 Murature in pietra facciavista: tufo 33 01.02.07 Tiranti 36 02 INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE 02.01 pag. Opere di ingegneria naturalistica 37 38 02.01.01 Cordonata viva 39 02.01.02 Fascinate 41 02.01.03 Geostuoie 43 02.01.04 Gradonata viva 45 02.01.05 Tiranti 47 03 ARREDO URBANO E VERDE 03.01 pag. Aree a verde 49 50 03.01.01 Alberi 51 03.01.02 Altre piante 53 03.01.03 Arbusti e cespugli 55 03.01.04 Ghiaia e pietrisco 57 03.01.05 Siepi 58 03.01.06 Sistemi di ancoraggio 60 03.01.07 Staccionate 62 04 OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE 04.01 pag. Interventi su strutture esistenti 63 64 04.01.01 Catene 66 04.01.02 Elementi di raccordo 68 04.01.03 Rappezzi degli elementi murari 69 04.01.04 Rappezzi in pietra 71 04.01.05 Rappezzi in blocchi di tufo 73 04.01.06 Tiranti 75 IL TECNICO Arch. Anelinda Di Muzio Pagina 77 Comune di Canale Monterano Provincia di Roma PIANO DI MANUTENZIONE PROGRAMMA DI MANUTENZIONE SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: Interventi sulle mura urbane di Monterano (tra Porta Cretella e Porta Romana), sul convento di San Bonaventura e la chiesa di San Rocco COMMITTENTE: Riserva Naturale Regionale Monterano Canale Monterano, 21/05/2012 IL TECNICO Arch. Anelinda Di Muzio Pagina 1 R.T.P. R.T.P. Arch. Monica Morbidelli (Capogruppo) Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Adattabilità degli spazi 03 - ARREDO URBANO E VERDE 03.01 - Aree a verde Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 03.01 Aree a verde 03.01.R01 Requisito: Integrazione degli spazi 03.01.02.C01 03.01.03.C01 03.01.01.C01 Le aree a verde devono integrarsi con gli spazi circostanti. Controllo: Controllo generale Controllo: Controllo generale Controllo: Controllo generale Tipologia Frequenza Aggiornamento Aggiornamento Aggiornamento quando occorre ogni 6 mesi ogni 6 mesi Pagina 2 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Controllabilità tecnologica 02 - INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE 02.01 - Opere di ingegneria naturalistica Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.01.03 Geostuoie 02.01.03.R01 Requisito: Resistenza alla trazione Tipologia Frequenza Gli elementi che compongono le geostuoie devono essere in grado di resistere a fenomeni di sollecitazioni in particolare quelli di trazione. 02.01.05 Tiranti 02.01.05.R01 Requisito: Resistenza meccanica I tiranti devono essere realizzati con materiali idonei a sopportare eventuali fenomeni di trazione. Pagina 3 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Di stabilità 01 - RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO 01.01 - Restauro Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.01 Restauro 01.01.R04 Requisito: Resistenza meccanica 01.01.03.C01 01.01.02.C01 Le pareti restaurate devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Controllo: Controllo generale Controllo: Controllo generale Tipologia Frequenza Controllo a vista Controllo a vista ogni 2 anni ogni 2 anni 01.02 - Ripristino e consolidamento Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.02 Ripristino e consolidamento 01.02.R02 Requisito: Resistenza agli urti Tipologia Frequenza Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista ogni 6 mesi ogni 6 mesi ogni 2 anni ogni 2 anni Controllo a vista Controllo a vista ogni 6 mesi ogni 6 mesi Controllo a vista ogni 6 mesi Le pareti restaurate debbono essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urtitipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità della parete, né provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. 01.02.R03 Requisito: Resistenza meccanica Le pareti restaurate devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. 01.02.07.C01 01.02.01.C01 01.02.05.C02 01.02.04.C02 Controllo: Controllo strutture Controllo: Controllo strutture Controllo: Controllo superfici Controllo: Controllo superfici 01.02.R07 Requisito: (Attitudine al) controllo della freccia massima 01.02.07.C01 01.02.01.C01 La freccia di inflessione di un solaio consolidato costituisce il parametro attraverso il quale viene giudicata la deformazione sotto carico e la sua elasticità. Controllo: Controllo strutture Controllo: Controllo strutture 01.02.R09 Requisito: Resistenza alla trazione 01.02.02.C01 Gli elementi utilizzati per realizzare opere di consolidamento devono garantire resistenza ad eventuali fenomeni di trazione. Controllo: Controllo generale 02 - INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE 02.01 - Opere di ingegneria naturalistica Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.01 Opere di ingegneria naturalistica 02.01.R02 Requisito: Resistenza alla trazione 02.01.01.C01 Gli elementi utilizzati per realizzare opere di ingegneria naturalistica devono garantire resistenza ad eventuali fenomeni di trazione. Controllo: Controllo generale Tipologia Frequenza Ispezione ogni 6 mesi Pagina 4 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 04 - OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE 04.01 - Interventi su strutture esistenti Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.01 Interventi su strutture esistenti 04.01.R01 Requisito: Resistenza meccanica Tipologia Frequenza Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista Revisione ogni 6 mesi ogni 12 mesi ogni 12 mesi ogni 12 mesi ogni 12 mesi ogni 12 mesi Gli interventi sulle strutture esistenti dovranno garantire il ripristino delle condizioni di sicurezza e dovranno contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. 04.01.06.C01 04.01.05.C01 04.01.04.C01 04.01.03.C01 04.01.02.C01 04.01.01.C01 Controllo: Controllo strutture Controllo: Controllo di eventuale quadro fessurativo Controllo: Controllo di eventuale quadro fessurativo Controllo: Controllo di eventuale quadro fessurativo Controllo: Controllo generale Controllo: Controllo strutture Pagina 5 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Durabilità tecnologica 01 - RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO 01.02 - Ripristino e consolidamento Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.02 Ripristino e consolidamento 01.02.R08 Requisito: Resistenza alla corrosione Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 6 mesi Gli elementi metallici utilizzati per il consolidamento non devono decadere in processi di corrosione. 01.02.02.C01 Controllo: Controllo generale 02 - INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE 02.01 - Opere di ingegneria naturalistica Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.01 Opere di ingegneria naturalistica 02.01.R01 Requisito: Resistenza alla corrosione Tipologia Frequenza Le reti utilizzate devono essere realizzate con materiali idonei in modo da garantire la funzionalità del sistema. 04 - OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE 04.01 - Interventi su strutture esistenti Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.01 Interventi su strutture esistenti 04.01.R03 Requisito: Resistenza alla corrosione 04.01.02.C01 Gli interventi sulle strutture esistenti e/o gli elementi metallici utilizzati non dovranno decadere in processi di corrosione. Controllo: Controllo generale Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 12 mesi Pagina 6 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Protezione dagli agenti chimici ed organici 01 - RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO 01.01 - Restauro Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.01 Restauro 01.01.R06 Requisito: Assenza di emissioni di sostanze nocive 01.01.01.C01 I rivestimenti utilizzati nel restauro non debbono in condizioni normali di esercizio emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi per gli utenti. Controllo: Controllo generale delle parti a vista 01.01.R07 Requisito: Resistenza agli agenti aggressivi 01.01.01.C01 I rivestimenti utilizzati nel restauro non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Controllo: Controllo generale delle parti a vista 01.01.R08 Requisito: Resistenza agli attacchi biologici Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi I rivestimenti utilizzati nel restauro a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire alterazioni evidenti. 01.01.01.C01 Controllo: Controllo generale delle parti a vista 01.02 - Ripristino e consolidamento Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.02 Ripristino e consolidamento 01.02.R04 Requisito: Assenza di emissioni di sostanze nocive Tipologia Frequenza Controllo a vista Controllo a vista ogni 2 anni ogni 2 anni Controllo a vista Controllo a vista ogni 2 anni ogni 2 anni I rivestimenti utilizzati nel restauro non debbono in condizioni normali di esercizio emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi per gli utenti. 01.02.R05 Requisito: Resistenza agli agenti aggressivi I rivestimenti utilizzati nel restauro non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. 01.02.05.C01 01.02.04.C01 Controllo: Controllo giunti Controllo: Controllo giunti 01.02.R06 Requisito: Resistenza agli attacchi biologici I rivestimenti utilizzati nel restauro a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire alterazioni evidenti. 01.02.05.C01 01.02.04.C01 Controllo: Controllo giunti Controllo: Controllo giunti 04 - OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE 04.01 - Interventi su strutture esistenti Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.01 Interventi su strutture esistenti 04.01.R02 Requisito: Resistenza agli agenti aggressivi Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 12 mesi Gli interventi sulle strutture esistenti non dovranno essere causa di dissoluzioni o disgregazioni e/o mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. 04.01.02.C01 Controllo: Controllo generale Pagina 7 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Termici ed igrotermici 01 - RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO 01.01 - Restauro Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.01 Restauro 01.01.R02 Requisito: Permeabilità all'aria 01.01.03.C01 01.01.02.C01 Le pareti restaurate debbono controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione attraverso delle aperture. Controllo: Controllo generale Controllo: Controllo generale 01.01.R05 Requisito: Tenuta all'acqua Tipologia Frequenza Controllo a vista Controllo a vista ogni 2 anni ogni 2 anni Controllo a vista Controllo a vista ogni 2 anni ogni 2 anni La stratificazione delle pareti restaurate debbono essere realizzata in modo da impedire alle acque meteoriche di penetrare negli ambienti interni provocando macchie di umidità e/o altro ai rivestimenti interni. 01.01.03.C01 01.01.02.C01 Controllo: Controllo generale Controllo: Controllo generale 01.02 - Ripristino e consolidamento Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.02 Ripristino e consolidamento 01.02.R10 Requisito: Tenuta all'acqua Tipologia Frequenza Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista ogni 2 anni ogni 2 anni ogni 2 anni ogni 2 anni ogni 3 anni Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista ogni 2 anni ogni 2 anni ogni 3 anni La stratificazione delle pareti restaurate debbono essere realizzata in modo da impedire alle acque meteoriche di penetrare negli ambienti interni provocando macchie di umidità e/o altro ai rivestimenti interni. 01.02.05.C02 01.02.05.C01 01.02.04.C02 01.02.04.C01 01.02.06.C01 Controllo: Controllo superfici Controllo: Controllo giunti Controllo: Controllo superfici Controllo: Controllo giunti Controllo: Controllo facciata 01.02.R11 Requisito: Permeabilità all'aria 01.02.05.C02 01.02.04.C02 01.02.06.C01 Le pareti restaurate debbono controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione attraverso delle aperture. Controllo: Controllo superfici Controllo: Controllo superfici Controllo: Controllo facciata Pagina 8 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Visivi 01 - RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO 01.01 - Restauro Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.01 Restauro 01.01.R01 Requisito: Conservazione dell'identità storica Tipologia Frequenza Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista ogni 12 mesi ogni 2 anni ogni 2 anni Gli interventi di restauro non devono alterare l'identità storica del manufatto. 01.01.R03 Requisito: Regolarità delle finiture Le pareti restaurate debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. 01.01.01.C01 01.01.03.C01 01.01.02.C01 Controllo: Controllo generale delle parti a vista Controllo: Controllo generale Controllo: Controllo generale 01.02 - Ripristino e consolidamento Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.02 Ripristino e consolidamento 01.02.R01 Requisito: Regolarità delle finiture 01.02.07.C01 01.02.01.C01 01.02.05.C02 01.02.05.C01 01.02.04.C02 01.02.04.C01 01.02.06.C01 Le pareti restaurate debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Controllo: Controllo strutture Controllo: Controllo strutture Controllo: Controllo superfici Controllo: Controllo giunti Controllo: Controllo superfici Controllo: Controllo giunti Controllo: Controllo facciata Tipologia Frequenza Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista Controllo a vista ogni 6 mesi ogni 6 mesi ogni 2 anni ogni 2 anni ogni 2 anni ogni 2 anni ogni 3 anni Pagina 9 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni INDICE Elenco Classe di Requisiti: Adattabilità degli spazi pag. 2 Controllabilità tecnologica pag. 3 Di stabilità pag. 4 Durabilità tecnologica pag. 6 Protezione dagli agenti chimici ed organici pag. 7 Termici ed igrotermici pag. 8 Visivi pag. 9 IL TECNICO Arch. Anelinda Di Muzio Pagina 10 Comune di Canale Monterano Provincia di Roma PIANO DI MANUTENZIONE PROGRAMMA DI MANUTENZIONE SOTTOPROGRAMMA DEI CONTROLLI (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: Interventi sulle mura urbane di Monterano (tra Porta Cretella e Porta Romana), sul convento di San Bonaventura e la chiesa di San Rocco COMMITTENTE: Riserva Naturale Regionale Monterano Canale Monterano, 21/05/2012 IL TECNICO Arch. Anelinda Di Muzio Pagina 1 R.T.P. R.T.P. Arch. Monica Morbidelli (Capogruppo) Programma di Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli 01 - RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO 01.01 - Restauro Codice Elementi Manutenibili / Controlli 01.01.01 Cornicioni in pietra e laterizio 01.01.01.C01 Controllo: Controllo generale delle parti a vista Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 2 anni Controllo a vista ogni 2 anni Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura delle parti in vista in particolare di depositi sulle cornice. Controllare l'assetto statico dei cornicioni e l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (macchie, disgregazioni superficiali, rigonfiamenti, distacco, ecc.) e/o difetti di esecuzione. 01.01.02 Volte in pietra facciavista 01.01.02.C01 Controllo: Controllo generale Controllo dello strato superficiale ed in particolare dei rivestimenti in pietra. Verificare l'assenza di eventuali anomalie. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. 01.01.03 Volte in pietra con paramento 01.01.03.C01 Controllo: Controllo generale Controllo dello strato superficiale ed in particolare dei rivestimenti in pietra. Verificare l'assenza di eventuali anomalie. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. 01.02 - Ripristino e consolidamento Codice Elementi Manutenibili / Controlli 01.02.01 Catene 01.02.01.C01 Controllo: Controllo strutture Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 6 mesi Controllo a vista ogni 6 mesi Ispezione a vista ogni mese Controllo a vista ogni 2 anni Controllo a vista ogni 2 anni Controllo a vista ogni 2 anni Controllo a vista ogni 2 anni Controllo a vista ogni 3 anni Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesti statici. Controllare la giusta collaborazione degli elementi di ripartizione. 01.02.02 Congiunzioni 01.02.02.C01 Controllo: Controllo generale Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali. In particolare controllare la posizione corretta dei vari elementi formanti le congiunzioni. 01.02.03 Controventi 01.02.03.C01 Controllo: Controllo strutture Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesti statici. Controllare la giusta collaborazione degli elementi di ripartizione. 01.02.04 Murature in pietra facciavista: arenaria grigia 01.02.04.C01 Controllo: Controllo giunti Controllo dello stato dei giunti e dell'integrità degli elementi. 01.02.04.C02 Controllo: Controllo superfici Controllo dello strato superficiale dei conci, dei basamenti e delle cornici d'angolo. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. 01.02.05 Murature in pietra facciavista:pietra calcarea 01.02.05.C01 Controllo: Controllo giunti Controllo dello stato dei giunti e dell'integrità degli elementi. 01.02.05.C02 Controllo: Controllo superfici Controllo dello strato superficiale dei conci, dei basamenti e delle cornici d'angolo. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. 01.02.06 Murature in pietra facciavista: tufo 01.02.06.C01 Controllo: Controllo facciata Pagina 2 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli Controllo della facciata e dello stato dei corsi di malta. In caso di dissesti verificarne l'origine, l'entità e il l'opera di consolidamento da effettuarsi. 01.02.07 Tiranti 01.02.07.C01 Controllo: Controllo strutture Controllo a vista ogni 6 mesi Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesti statici. Controllare la giusta collaborazione degli elementi di ripartizione. Pagina 3 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli 02 - INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE 02.01 - Opere di ingegneria naturalistica Codice Elementi Manutenibili / Controlli 02.01.01 Cordonata viva 02.01.01.C01 Controllo: Controllo generale Tipologia Frequenza Ispezione ogni 6 mesi Ispezione ogni anno Ispezione a vista ogni 6 mesi Ispezione ogni 6 mesi Ispezione ogni settimana Controllare la tenuta delle diverse file di paletti e delle verghe verificando che non ci sia fuoriuscita di materiale. Verificare che le talee siano attecchite e che non ci sia vegetazione infestante. 02.01.02 Fascinate 02.01.02.C01 Controllo: Controllo generale Controllare la tenuta delle diverse file di paletti verificando che non ci sia fuoriuscita di materiale e che le talee siano attecchite e che non ci sia vegetazione infestante. 02.01.03 Geostuoie 02.01.03.C01 Controllo: Verifica generale Verificare lo stato di attecchimento delle talee e delle piantine radicate. Verificare la tenuta dei picchetti di ancoraggio. 02.01.04 Gradonata viva 02.01.04.C01 Controllo: Controllo generale Verificare che le talee e/o le ramaglie siano attecchite e che non ci sia vegetazione infestante. 02.01.05 Tiranti 02.01.05.C01 Controllo: Controllo generale Verificare che i tiranti siano efficienti. Pagina 4 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli 03 - ARREDO URBANO E VERDE 03.01 - Aree a verde Codice Elementi Manutenibili / Controlli 03.01.01 Alberi 03.01.01.C02 Controllo: Controllo malattie Tipologia Frequenza Aggiornamento ogni settimana Aggiornamento ogni 6 mesi Aggiornamento quando occorre Aggiornamento ogni 6 mesi Aggiornamento ogni settimana Aggiornamento ogni 6 mesi Verifica ogni 6 mesi Controllo ogni settimana Controllo ogni 6 mesi Controllo ogni 3 mesi Controllo ogni 6 mesi Controllo periodico delle piante al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. ldentificazione dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.). 03.01.01.C01 Controllo: Controllo generale Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. 03.01.02 Altre piante 03.01.02.C01 Controllo: Controllo generale Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. 03.01.02.C02 Controllo: Controllo malattie Controllo periodico delle piante al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. ldentificazione dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.). 03.01.03 Arbusti e cespugli 03.01.03.C02 Controllo: Controllo malattie Controllo periodico delle piante al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. ldentificazione dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.). 03.01.03.C01 Controllo: Controllo generale Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. 03.01.04 Ghiaia e pietrisco 03.01.04.C01 Controllo: Controllo generale Controllo della granulometria del materiale. Verificare la corretta distribuzione e costipamento del materiale lungo i percorsi in uso. 03.01.05 Siepi 03.01.05.C01 Controllo: Controllo generale Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. 03.01.05.C02 Controllo: Controllo malattie Controllo periodico delle siepi al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. Identificazione dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.). 03.01.06 Sistemi di ancoraggio 03.01.06.C01 Controllo: Controllo generale Controllo della stabilità al suolo e verifica delle legature alle piante in funzione dei gradi di movimento. 03.01.07 Staccionate 03.01.07.C01 Controllo: Controllo Generale Controllo generale con verifica della stabilità degli elementi. Pagina 5 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli 04 - OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE 04.01 - Interventi su strutture esistenti Codice Elementi Manutenibili / Controlli 04.01.01 Catene 04.01.01.C01 Controllo: Controllo strutture Tipologia Frequenza Revisione ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 6 mesi Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesti statici. Controllare la giusta collaborazione degli elementi di ripartizione. 04.01.02 Elementi di raccordo 04.01.02.C01 Controllo: Controllo generale Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali. In particolare controllare la posizione corretta dei vari elementi di raccordo. 04.01.03 Rappezzi degli elementi murari 04.01.03.C01 Controllo: Controllo di eventuale quadro fessurativo Attraverso un esame visivo del quadro fessurativo approfondire ed analizzare eventuali dissesti strutturali anche con l'ausilio di indagini strumentali in situ. 04.01.04 Rappezzi in pietra 04.01.04.C01 Controllo: Controllo di eventuale quadro fessurativo Attraverso un esame visivo del quadro fessurativo approfondire ed analizzare eventuali dissesti strutturali anche con l'ausilio di indagini strumentali in situ. 04.01.05 Rappezzi in blocchi di tufo 04.01.05.C01 Controllo: Controllo di eventuale quadro fessurativo Attraverso un esame visivo del quadro fessurativo approfondire ed analizzare eventuali dissesti strutturali anche con l'ausilio di indagini strumentali in situ. 04.01.06 Tiranti 04.01.06.C01 Controllo: Controllo strutture Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesti statici. Controllare la giusta collaborazione degli elementi di ripartizione. Pagina 6 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli INDICE 01 RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO 01.01 pag. 2 2 Restauro 01.01.01 Cornicioni in pietra e laterizio 2 01.01.02 Volte in pietra facciavista 2 Volte in pietra con paramento 2 01.01.03 01.02 Ripristino e consolidamento 2 01.02.01 Catene 2 01.02.02 Congiunzioni 2 01.02.03 Controventi 2 01.02.04 Murature in pietra facciavista: arenaria grigia 2 01.02.05 Murature in pietra facciavista:pietra calcarea 2 01.02.06 Murature in pietra facciavista: tufo 2 01.02.07 Tiranti 3 02 INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE 02.01 pag. Opere di ingegneria naturalistica 4 4 02.01.01 Cordonata viva 4 02.01.02 Fascinate 4 02.01.03 Geostuoie 4 02.01.04 Gradonata viva 4 02.01.05 Tiranti 4 03 ARREDO URBANO E VERDE 03.01 pag. Aree a verde 5 5 03.01.01 Alberi 5 03.01.02 Altre piante 5 03.01.03 Arbusti e cespugli 5 03.01.04 Ghiaia e pietrisco 5 03.01.05 Siepi 5 03.01.06 Sistemi di ancoraggio 5 03.01.07 Staccionate 5 04 OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE 04.01 pag. Interventi su strutture esistenti 6 6 04.01.01 Catene 6 04.01.02 Elementi di raccordo 6 04.01.03 Rappezzi degli elementi murari 6 04.01.04 Rappezzi in pietra 6 04.01.05 Rappezzi in blocchi di tufo 6 04.01.06 Tiranti 6 IL TECNICO Arch. Anelinda Di Muzio Pagina 7 Comune di Canale Monterano Provincia di Roma PIANO DI MANUTENZIONE PROGRAMMA DI MANUTENZIONE SOTTOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: Interventi sulle mura urbane di Monterano (tra Porta Cretella e Porta Romana), sul convento di San Bonaventura e la chiesa di San Rocco COMMITTENTE: Riserva Naturale Regionale Monterano Canale Monterano, 21/05/2012 IL TECNICO Arch. Anelinda Di Muzio Pagina 1 R.T.P. R.T.P. Arch. Monica Morbidelli (Capogruppo) Programma di Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi 01 - RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO 01.01 - Restauro Codice Elementi Manutenibili / Interventi 01.01.01 Cornicioni in pietra e laterizio 01.01.01.I02 Intervento: Sostituzione elementi decorativi degradati Frequenza quando occorre Sostituzione degli elementi decorativi usurati o rotti con altri analoghi o se non possibile riparazione dei medesimi con tecniche appropriate tali da non alterare gli aspetti geometrici-cromatici delle superfici di facciata. Sostituzione e verifica dei relativi ancoraggi. Inserire eventuali canali di gronda e pluviali per la raccolta delle acque meteoriche onde evitare il dilavamento e la disgregazione degli elementi in pietra e laterizio. 01.01.01.I01 Intervento: Pulizia ogni anno Pulizia delle superfici mediante prodotti idonei. 01.01.02 Volte in pietra facciavista 01.01.02.I01 Intervento: Ripristino superfici quando occorre Pulizia degli strati superficiali ed in particolare degli elementi in pietra facciavista. In particolare: - rimuovere manualmente eventuali elementi vegetali infestanti; - in caso di patina biologica rimuovere i depositi organici ed i muschi mediante cicli di lavaggio con acqua e spazzole di saggina. 01.01.03 Volte in pietra con paramento 01.01.03.I01 Intervento: Ripristino superfici quando occorre Pulizia degli strati superficiali ed in particolare degli elementi in pietra facciavista. In particolare: - rimuovere manualmente eventuali elementi vegetali infestanti; - in caso di patina biologica rimuovere i depositi organici ed i muschi mediante cicli di lavaggio con acqua e spazzole di saggina. 01.02 - Ripristino e consolidamento Codice Elementi Manutenibili / Interventi 01.02.01 Catene 01.02.01.I01 Intervento: Ripristino Frequenza quando occorre Ripristino degli stati tensionali adeguati attraverso la registrazione degli elementi di ripartizione collaboranti. Sostituzione di eventuali elementi degradati con altri di analoghe caratteristiche. 01.02.02 Congiunzioni 01.02.02.I01 Intervento: Ripristino serraggi quando occorre Ripristino delle fasce attraverso il serraggio delle parti e se necessario provvedere allo smontaggio e rimontaggio delle stesse. 01.02.03 Controventi 01.02.03.I01 Intervento: Ripristino quando occorre Ripristino degli stati tensionali adeguati attraverso la registrazione degli elementi di ripartizione collaboranti. Sostituzione di eventuali elementi degradati con altri di analoghe caratteristiche. 01.02.04 Murature in pietra facciavista: arenaria grigia 01.02.04.I01 Intervento: Ripristino facciata quando occorre Pulizia della facciata e reintegro dei giunti. In particolare: - rimuovere manualmente eventuali elementi vegetali infestanti; - in caso di patina biologica rimuovere i depositi organici ed i muschi mediante cicli di lavaggio con acqua e spazzole di saggina; - in caso di fenomeni di disgregazione per fenomeni di efflorescenza provvedere al consolidamento delle superfici murarie mediante l'impiego di prodotti riaggreganti aventi base di acido siliceo con applicazione a pennello; - in caso di assenza di malta nei giunti provvedere ad applicare prodotti consolidanti mediante stilatura con malta di grassello di calce, additivi polimerici e sabbia; 01.02.04.I02 Intervento: Sostituzione elementi quando occorre Pagina 2 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi Sostituzione degli elementi usurati o rovinati con elementi analoghi di caratteristiche fisiche, cromatiche e dimensionali rispetto a quelli esistenti con il metodo del "cuci e scuci". 01.02.05 Murature in pietra facciavista:pietra calcarea 01.02.05.I01 Intervento: Ripristino facciata quando occorre Pulizia della facciata e reintegro dei giunti. In particolare: - rimuovere manualmente eventuali elementi vegetali infestanti; - in caso di patina biologica rimuovere i depositi organici ed i muschi mediante cicli di lavaggio con acqua e spazzole di saggina; - in caso di fenomeni di disgregazione per fenomeni di efflorescenza provvedere al consolidamento delle superfici murarie mediante l'impiego di prodotti riaggreganti aventi base di acido siliceo con applicazione a pennello; - in caso di assenza di malta nei giunti provvedere ad applicare prodotti consolidanti mediante stilatura con malta di grassello di calce, additivi polimerici e sabbia; 01.02.05.I02 Intervento: Sostituzione elementi quando occorre Sostituzione degli elementi usurati o rovinati con elementi analoghi di caratteristiche fisiche, cromatiche e dimensionali rispetto a quelli esistenti con il metodo del "cuci e scuci". 01.02.06 Murature in pietra facciavista: tufo 01.02.06.I01 Intervento: Ripristino facciata quando occorre Pulizia della facciata e reintegro dei giunti. In particolare: - rimuovere manualmente eventuali elementi vegetali infestanti; - in caso di patina biologica rimuovere i depositi organici ed i muschi mediante cicli di lavaggio con acqua e spazzole di saggina; - in caso di fenomeni di disgregazione per fenomeni di efflorescenza provvedere al consolidamento delle superfici murarie mediante l'impiego di prodotti riaggreganti aventi base di acido siliceo con applicazione a pennello; - in caso di assenza di malta nei giunti provvedere ad applicare prodotti consolidanti mediante stilatura con malta di grassello di calce, additivi polimerici e sabbia; 01.02.06.I02 Intervento: Sostituzione elementi ogni 40 anni Sostituzione degli elementi usurati o rovinati con elementi analoghi di caratteristiche fisiche, cromatiche e dimensionali rispetto a quelli esistenti con il metodo del "cuci e scuci". 01.02.07 Tiranti 01.02.07.I01 Intervento: Ripristino quando occorre Ripristino degli stati tensionali adeguati attraverso la registrazione degli elementi di ripartizione collaboranti. Sostituzione di eventuali elementi degradati con altri di analoghe caratteristiche. Pagina 3 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi 02 - INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE 02.01 - Opere di ingegneria naturalistica Codice Elementi Manutenibili / Interventi 02.01.01 Cordonata viva 02.01.01.I03 Intervento: Revisione Frequenza ogni 6 mesi Verificare la tenuta delle file dei pali in legno serrando i chiodi e le graffe metalliche; sistemare le verghe eventualmente fuoriuscite dalle file. 02.01.01.I01 Intervento: Ceduazione ogni anno Eseguire il taglio delle essenze messe a dimora per consentire alle radici di ramificare alla base. 02.01.01.I02 Intervento: Diradamento ogni anno Eseguire il diradamento delle piante infestanti. 02.01.02 Fascinate 02.01.02.I01 Intervento: Ceduazione ogni anno Eseguire il taglio delle essenze messe a dimora per consentire alle radici di ramificare alla base. 02.01.02.I02 Intervento: Diradamento ogni anno Eseguire il diradamento delle piante infestanti. 02.01.02.I03 Intervento: Revisione ogni anno Verificare la tenuta delle file dei pali in legno serrando i chiodi e le graffe metalliche. 02.01.03 Geostuoie 02.01.03.I02 Intervento: Registrazione picchetti quando occorre Eseguire la registrazione dei picchetti di tenuta delle reti. 02.01.03.I03 Intervento: Semina quando occorre Eseguire la semina della superficie della geostuoia. 02.01.03.I01 Intervento: Diradamento ogni 2 anni Eseguire un diradamento dei salici piantati sulla geostuoia. 02.01.03.I04 Intervento: Taglio ogni 2 anni Eseguire il taglio dei rami dei salici in maniera scalare. 02.01.04 Gradonata viva 02.01.04.I03 Intervento: Piantumazione quando occorre Eseguire una ri-piantumazione delle talee e/o delle ramaglie nel caso di mancato attecchimento delle stesse. 02.01.04.I01 Intervento: Ceduazione ogni anno Eseguire il taglio delle essenze messe a dimora per consentire alle radici di ramificare alla base. 02.01.04.I02 Intervento: Diradamento ogni anno Eseguire il diradamento delle piante infestanti. 02.01.05 Tiranti 02.01.05.I01 Intervento: Sistemazione quando occorre Sistemare gli elementi dei tiranti in seguito ad eventi meteorici eccezionali e in ogni caso quando occorre. Pagina 4 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi 03 - ARREDO URBANO E VERDE 03.01 - Aree a verde Codice Elementi Manutenibili / Interventi 03.01.01 Alberi 03.01.01.I01 Intervento: Concimazione piante Frequenza quando occorre Concimazione delle piante con prodotti, specifici al tipo di pianta per favorire la crescita e prevenire le eventuali malattie a carico delle piante. La periodicità e/o le quantità di somministrazione di concimi e fertilizzanti variano in funzione delle specie arboree e delle stagioni. Affidarsi a personale specializzato. 03.01.01.I02 Intervento: Innaffiaggio quando occorre Innaffiaggio delle piante. L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. 03.01.01.I03 Intervento: Potatura piante quando occorre Potatura, taglio e riquadratura periodica delle piante in particolare di rami secchi esauriti, danneggiati o di piante malate non recuperabili. Taglio di eventuali rami o piante con sporgenze e/o caratteristiche di pericolo per cose e persone (rami consistenti penzolanti, intralcio aereo in zone confinanti e/o di passaggio, radici invadenti a carico di pavimentazioni e/o impianti tecnologici, ecc.). La periodicità e la modalità degli interventi variano in funzione delle qualità delle piante, del loro stato e del periodo o stagione di riferimento. 03.01.01.I04 Intervento: Trattamenti antiparassitari quando occorre Trattamenti antiparassitari e anticrittogamici con prodotti, idonei al tipo di pianta, per contrastare efficacemente la malattie e gli organismi parassiti in atto. Tali trattamenti vanno somministrati da personale esperto in possesso di apposito patentino per l'utilizzo di presidi fitosanitari,ecc., nei periodi favorevoli e in orari idonei. Durante la somministrazione il personale prenderà le opportune precauzioni di igiene e sicurezza del luogo. 03.01.02 Altre piante 03.01.02.I01 Intervento: Concimazione piante quando occorre Concimazione delle piante con prodotti, specifici al tipo di pianta per favorire la crescita e prevenire le eventuali malattie a carico delle piante. La periodicità e/o le quantità di somministrazione di concimi e fertilizzanti variano in funzione delle specie arboree e delle stagioni. Affidarsi a personale specializzato. 03.01.02.I02 Intervento: Innaffiaggio quando occorre Innaffiaggio delle piante. L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. 03.01.02.I03 Intervento: Potatura piante quando occorre Potatura, taglio e riquadratura periodica delle piante in particolare di rami secchi esauriti, danneggiati o di piante malate non recuperabili. Taglio di eventuali rami o piante con sporgenze e/o caratteristiche di pericolo per cose e persone (rami consistenti penzolanti, intralcio aereo in zone confinanti e/o di passaggio, radici invadenti a carico di pavimentazioni e/o impianti tecnologici, ecc.). La periodicità e la modalità degli interventi variano in funzione delle qualità delle piante, del loro stato e del periodo o stagione di riferimento. 03.01.02.I04 Intervento: Trattamenti antiparassitari quando occorre Trattamenti antiparassitari e anticrittogamici con prodotti, idonei al tipo di pianta, per contrastare efficacemente la malattie e gli organismi parassiti in atto. Tali trattamenti vanno somministrati da personale esperto in possesso di apposito patentino per l'utilizzo di presidi fitosanitari, ecc., nei periodi favorevoli e in orari idonei. Durante la somministrazione il personale prenderà le opportune precauzioni di igiene e sicurezza del luogo. 03.01.03 Arbusti e cespugli 03.01.03.I01 Intervento: Concimazione piante quando occorre Concimazione delle piante con prodotti, specifici al tipo di pianta per favorire la crescita e prevenire le eventuali malattie a carico delle piante. La periodicità e/o le quantità di somministrazione di concimi e fertilizzanti variano in funzione delle specie arboree e delle stagioni. Affidarsi a personale specializzato. 03.01.03.I02 Intervento: Innaffiaggio quando occorre Innaffiaggio delle piante. L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. 03.01.03.I03 Intervento: Potatura piante quando occorre Potatura, taglio e riquadratura periodica delle piante in particolare di rami secchi esauriti, danneggiati o di piante malate non recuperabili. Taglio di eventuali rami o piante con sporgenze e/o caratteristiche di pericolo per cose e persone (rami consistenti penzolanti, intralcio aereo in zone confinanti e/o di passaggio, radici invadenti a carico di pavimentazioni e/o impianti tecnologici, ecc.). La periodicità e la modalità degli interventi variano in funzione delle qualità delle piante, del loro stato e del periodo o stagione di riferimento. 03.01.03.I04 Intervento: Trattamenti antiparassitari quando occorre Trattamenti antiparassitari e anticrittogamici con prodotti, idonei al tipo di pianta, per contrastare efficacemente la Pagina 5 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi malattie e gli organismi parassiti in atto. Tali trattamenti vanno somministrati da personale esperto in possesso di apposito patentino per l'utilizzo di presidi fitosanitari, ecc., nei periodi favorevoli e in orari idonei. Durante la somministrazione il personale prenderà le opportune precauzioni di igiene e sicurezza del luogo. 03.01.04 Ghiaia e pietrisco 03.01.04.I01 Intervento: Ridistribuzione materiale ogni 6 mesi Provvedere alla corretta ridistribuzione e costipamento del materiale, di analoghe caratteristiche, lungo le zone sprovviste e/o comunque carenti. 03.01.05 Siepi 03.01.05.I03 Intervento: Irrigazione ogni mese Innaffiaggio delle siepi, in modo particolare delle zone di nuovo impianto e dei tratti aridi. L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. 03.01.05.I01 Intervento: Eliminazione vegetazione ogni 4 mesi Eliminazione della vegetazione spontanea e/o infestante (arborea, arbustiva ed erbacea) in modo manuale o mediante l'impiego di diserbanti disseccanti. Vangatura e preparazione del terreno con trattamento di prodotti antigerminanti e rinnovo dello strati di pacciamatura naturale. 03.01.05.I02 Intervento: Fertilizzazione ogni 6 mesi Fertilizzazione con prodotti idonei (concimi organici-minerali). 03.01.05.I04 Intervento: Potatura ogni 6 mesi Potatura di contenimento e taglio differenziato, in forma e/o sagoma obbligata, a secondo dell'età e specie vegetale. 03.01.06 Sistemi di ancoraggio 03.01.06.I01 Intervento: Ripristino della stabilità quando occorre Ripristino della stabilità degli ancoraggi mediante l'esecuzione di scavo di sezione adeguata e relativo ancoraggio al suolo con l'utilizzo di idoneo materiale di riempimento (pietrame, terra, ecc.). 03.01.06.I02 Intervento: Ripristino dei legami quando occorre Ripristino dei legami tra ancoraggi e piante mediante riposizionamento degli attacchi, anche in funzione dei gradi di movimento, e se necessario sostituzione di quest'ultimi con altri idonei. 03.01.07 Staccionate 03.01.07.I01 Intervento: Sostituzione ogni 2 anni Sostituzione di elementi rovinati o mancanti con altri di analoghe caratteristiche. Pagina 6 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi 04 - OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE 04.01 - Interventi su strutture esistenti Codice Elementi Manutenibili / Interventi 04.01.01 Catene 04.01.01.I01 Intervento: Ripristino Frequenza quando occorre Ripristino degli stati tensionali adeguati attraverso la registrazione degli elementi di ripartizione collaboranti. Sostituzione di eventuali elementi degradati con altri di analoghe caratteristiche. 04.01.02 Elementi di raccordo 04.01.02.I01 Intervento: Ripristino serraggi quando occorre Ripristino degli elementi di raccordo attraverso il serraggio delle parti e se necessario provvedere allo smontaggio e rimontaggio delle stesse. 04.01.03 Rappezzi degli elementi murari 04.01.03.I01 Intervento: Interventi sulle strutture quando occorre Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. 04.01.04 Rappezzi in pietra 04.01.04.I01 Intervento: Interventi sulle strutture quando occorre Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. 04.01.05 Rappezzi in blocchi di tufo 04.01.05.I01 Intervento: Interventi sulle strutture quando occorre Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. 04.01.06 Tiranti 04.01.06.I01 Intervento: Ripristino quando occorre Ripristino degli stati tensionali adeguati attraverso la registrazione degli elementi di ripartizione collaboranti. Sostituzione di eventuali elementi degradati con altri di analoghe caratteristiche. Pagina 7 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi INDICE 01 RESTAURO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO 01.01 pag. 2 2 Restauro 01.01.01 Cornicioni in pietra e laterizio 2 01.01.02 Volte in pietra facciavista 2 Volte in pietra con paramento 2 01.01.03 01.02 Ripristino e consolidamento 2 01.02.01 Catene 2 01.02.02 Congiunzioni 2 01.02.03 Controventi 2 01.02.04 Murature in pietra facciavista: arenaria grigia 2 01.02.05 Murature in pietra facciavista:pietra calcarea 3 01.02.06 Murature in pietra facciavista: tufo 3 01.02.07 Tiranti 3 02 INGEGNERIA NATURALISTICA E AMBIENTALE 02.01 pag. Opere di ingegneria naturalistica 4 4 02.01.01 Cordonata viva 4 02.01.02 Fascinate 4 02.01.03 Geostuoie 4 02.01.04 Gradonata viva 4 02.01.05 Tiranti 4 03 ARREDO URBANO E VERDE 03.01 pag. Aree a verde 5 5 03.01.01 Alberi 5 03.01.02 Altre piante 5 03.01.03 Arbusti e cespugli 5 03.01.04 Ghiaia e pietrisco 6 03.01.05 Siepi 6 03.01.06 Sistemi di ancoraggio 6 03.01.07 Staccionate 6 04 OPERE DI ADEGUAMENTO, MIGLIORAMENTO E RIPARAZIONE 04.01 pag. Interventi su strutture esistenti 7 7 04.01.01 Catene 7 04.01.02 Elementi di raccordo 7 04.01.03 Rappezzi degli elementi murari 7 04.01.04 Rappezzi in pietra 7 04.01.05 Rappezzi in blocchi di tufo 7 04.01.06 Tiranti 7 IL TECNICO Arch. Anelinda Di Muzio Pagina 8