Articolo La mia economia corretto e trasformato

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Articolo La mia economia corretto e trasformato
LA MIA ECONOMIA
Il giorno venerdì 15 Maggio 2015 al Teatro della Gioventù le classi 1B, 3C, 2D, 1E, 3B e 2E hanno
partecipato alla premiazione del concorso “LA MIA ECONOMIA”.
“LA MIA ECONOMIA” è un progetto nato per sensibilizzare i ragazzi sul tema dell’economia
organizzato da “Fondazione Educazione Finanziaria Risparmio” e UBI.
Si tratta di una sfida letteraria tra i ragazzi delle scuole medie della Liguria, alla quale la 2D ha
partecipato con dei testi ispirati al tema “Giovani e denaro: racconti di valore”: il testo di Marta
Giacopelli si è classificato primo e quello di Lisa Merciadri terzo. La classe IE ha partecipato con il
Rap futuribile.
Eccoli.
Testo di MARTA GIACOPELLI
Il processo economico è un problema di scelte: scelte da parte dei consumatori e scelte da parte dei
produttori. In un'ultima analisi le scelte si impongono poiché le risorse sono limitate rispetto ai
desideri (CARLO MARIA CIPOLLA).
ALESSANDRA, 22 anni STUDENTESSA
Mi chiamo Alessandra, ho 22 anni e studio giurisprudenza all' Università di Bologna.
Momentaneamente per mantenermi agli studi, affitto e tasse universitarie, lavoro come cameriera in
un noto locale nel centro di Bologna. Vorrei presto diventare un avvocato e comprare una casa
insieme al mio ragazzo, Michele, nella mia città natale di Alessandria, anche se per noi giovani
ottenere un mutuo sembra quasi un'utopia. Lavorare e studiare è molto dura, è difficile a volte finire
tardi un turno al locale la sera prima e poi il mattino seguente svegliarsi presto per studiare o andare
a lezione.E' sicuramente più difficoltoso per me che per i miei compagni che non lavorano e che
sono mantenuti dai genitori. Lo vedo anche da come affronto io gli esami e come li gestiscono i
miei coetanei. Per loro quello è il lavoro che devono svolgere, la loro vita gira intorno a quello.
Possono permettersi di andare alle feste, organizzare aperitivi e uscire anche tutte le sere se
vogliono; per me invece questo non è possibile perché a fine mese ci sono le bollette, l'affitto, i
libri... Loro vivono la vita universitaria con una leggerezza diversa dalla mia e se non passano un
esame lo riprovano semplicemente. Io invece devo cercare di farcela alla prima perché vivere
lontano da casa ha dei costi molti elevati. A volte ho pensato di mollare e di tornare ad Alessandria,
poi però mi ricordo perché faccio tutto questo: per i miei genitori. Non posso piombare così da un
giorno all'altro di nuovo nelle loro vite e sentirmi un peso. Non posso, non posso proprio.
GIORGIO, 45 anni MEDICO
Salve, sono Giorgio, ho 45 anni e faccio il medico e sono uno specialista in endocrinologia. Mia
moglie fa la mamma a tempo pieno da quando sono nati i nostri due figli Anna ed Edoardo. Prima
lavorava in una farmacia ma ora ha deciso di realizzare la sua più grande aspirazione: stare a casa
per prendersi cura della propria famiglia. Anna, la primogenita, è in seconda media mentre
Edoardo, il più piccolo, è solo al terzo anno della scuola primaria. Vanno entrambi in una scuola
privata ad indirizzo internazionale, cioè fanno il doppio delle ore di lingua inglese, rispetto alle altre
scuole, con l'aggiunta di due pomeriggi alla settimana di dialogo con un'insegnante madre lingua.
Per far fare loro pratica ogni estate li mando due settimane in un college in Inghilterra, prima del
viaggio in famiglia . Faccio di tutto perché siano felici e vivano una vita serena; cerco di
accontentarli in ogni loro richiesta. Anna va due volte alla settimana a tennis e adesso mia moglie
ha deciso di iscriverla a lezioni di violino; mentre Edoardo fa nuoto e calcio. Io invece per
mantenermi in forma ogni domenica mattina mi incontro con i miei colleghi per una bella partita di
golf.
ANGELA, 40 anni INSEGNANTE
Sono Angela, abito a Firenze, ho 40 anni e una magnifica figlia di 8 anni di nome Noemi. Faccio
l'insegnante di lettere in una piccola scuola secondaria di I grado vicino al centro. Ho divorziato dal
mio ex marito circa cinque anni fa, quando Noemi aveva solo 3 anni. Adesso per vedere entrambi i
genitori sta i giorni feriali con me ed il weekend con lui. Odio questa situazione. E come se non
bastasse il mio lavoro mi impegna molto e per questo motivo pago una baby sitter perché vada a
prenderla a scuola, le prepari il pranzo e le faccia compagnia fino alle quattro del pomeriggio,
orario in cui arrivo a casa; vorrei prendermi cura io di lei ma purtroppo non posso permettermelo.
Con un solo stipendio cerco di risparmiare dove si può e magari rifiutare di comprare qualche bene
materiale del quale posso fare anche a meno. Di questo però mia figlia ne risente. Io come madre
sarei felicissima di mandarla a fare il corso di danza con le sue amichette, però io non mi posso
permettere di spendere quei 200 euro in più al mese. E per questo motivo quando mi chiede la
magliettina rosa con i lustrini che va tanto di moda tra le bambine della sua età io cedo e quando
posso gliela compro, ma non sempre basta e più cresce più le sue richieste aumentano di numero e
di prezzo. Non so cosa darei per vederla sempre sorridere, è l'unico mio desiderio, ma purtroppo al
giorno d'oggi anche i sogni hanno un costo economico. Io le ho insegnato i valori e ad
accontentarsi, però già a 8 anni vivere con gli altri fa crescere il bisogno di uniformarsi.
MIRKO, 34 anni DISOCCUPATO
Mi chiamo Giovanni Maria Fernando, ma per tutti ormai a Siracusa sono Mirko. Ho ben 34 anni e
sono un disoccupato attivo, ovvero, cerco lavoro ma nessuno sembra disposto a darmelo. Vivo
ancora con i miei genitori in una piccola casa nel centro della provincia. Svolgo uno stile di vita
molto monotono: mi sveglio ogni giorno alla stessa ora, faccio colazione e spero che la giornata
scorra abbastanza in fretta fino al momento di tornare a dormire. Non avere un lavoro, oltre che
causarti problemi economici di qualunque tipo, ti fa sentire inutile alla società, un fallito. Una
persona la quale presenza è irrilevante, anzi, l'assenza di tale potrebbe anche essere un sollievo. Ci
sono mattine in cui mi ripeto che non è così, che c'è una via d'uscita da questo labirinto, deve
esserci. Nonostante io sia molto depresso, ci sono giorni in cui provo a cambiare la mia situazione,
ma non è semplice: per alcuni lavori servirebbe la patente ma prenderla ha dei costi troppi alti per
me; senza macchina né soldi in tasca anche trovare una ragazza diventa difficile e anche i miei
amici organizzano serate alle quali io non posso partecipare. Il mio unico desiderio in questo
momento non è avere il telefono più nuovo e costoso o la macchina più veloce e famosa; ora vorrei
solo trovare anche io il mio posto nel mondo e smetterla di essere l'ingrediente in più in un piatto di
pasta già completo e gustoso.
IL PROCESSO ECONOMICO E' UN PROBLEMA DI SCELTE. E' questo il messaggio che questi
esempi di vita vogliono evidenziare.Le proprie possibilità economiche influenzano le nostre
decisioni, le nostre azioni, quello che noi facciamo. Ma non possono determinare ciò che siamo
perché siamo più della singola azione, della singola scelta, della singola situazione economica.
Forse capire questo è l'unico modo per essere felici in qualsiasi circostanza, perché comunque stare
dietro ai ritmi della società del consumo non è possibile. Spesso siamo spinti più da una firma
piuttosto che dalla qualità. Ma d'altronde è la società che ci insegna questo. Se non sei come tutti, se
non segui il gregge c'è il pericolo di smarrirsi e quindi il mondo, insieme all'economia, si muovono
di conseguenza.
Friederich Nietzsche,un grande filosofo, diceva "DIVENTA CIO' CHE SEI", non ciò che hai.
Testo di LISA MERCIADRI
Lara era una bambina di otto anni, che aveva una grande passione per la ginnastica artistica, così
decise di farsi iscrivere al corso.
All’ inizio era quasi un gioco, c’era chi riusciva a evitare gli esercizi più faticosi con molte
strategie, ad esempio facendo finta di stare male o chiedendo di andare a bere.
Un giorno la maestra di ginnastica chiese a Lara di fare un esercizio alle parallele, che dall’esterno
sembrava molto semplice ma non ci riuscì perché non aveva abbastanza forza nelle braccia, così
pensò che se avesse fatto tutte le flessioni che abitualmente la maestra dava da fare ci sarebbe
sicuramente riuscita.
Lara capì che se voleva diventare una bravissima ginnasta ed esaudire il suo più grande sogno
doveva impegnarsi fino in fondo e, ogni esercizio, anche quello più noioso più faticoso era la base
degli altri.
Lara incominciò subito, per recuperare tutto ciò che non aveva fatto precedentemente: decise di fare
due ore di allenamento a settimana al posto di una. Scopri che molti esercizi che all’ inizio erano
noiosi, perché non riusciva a farli, erano in realtà molto divertenti e semplici.
I mesi passavano e lei, così, decise di iscriversi alle gare. Le prime volte non ebbe grandi successi,
perché non essendo abituata si agitava troppo e sbagliava ma in poco tempo imparò a dominare l’
emozione e raggiunse grandi risultati, che non si sarebbe mai aspettata.
Finalmente la maestra le propose di entrare nel gruppo di acrobatica e lei ovviamente accettò.
Le ore di allenamento divennero quattro a settimana e più il tempo passava più diventava difficile
continuare,non solo per la difficoltà degli esercizi di ginnastica ma anche per riuscire a studiare e
fare i compiti scolastici bene e in poco tempo. Lara si promise che non avrebbe mai lasciato la
ginnastica artistica e continuò ad allenarsi duramente.
All’ età di diciotto anni, dopo aver vinto gare di livello molto alto venne presa alle olimpiadi e
divenne campionessa mondiale.
Un giorno, mentre era seduta alla scrivania a guardare le sue preziosissime medaglie vinte, si
ricordò come era all’inizio e che se non si fosse impegnata non sarebbe sicuramente arrivata a
successi così grandi: IL FUTURO DIPENDE DA CIO’ CHE FACCIAMO NEL PRESENTE.
RAP FUTURIBILE
Solita sera, solitaTV
di buone notizie non ce ne sono più!
La crisi aumenta e la paura ci tormenta:
una parola azzardata, un’immagine sbagliata
e l’offesa pubblicata non viene perdonata…
Due, tre, cento morti in Medio Oriente,
ma chi è che dice: “non si può fare niente”?
Il Nostro Mare è diventato un cimitero:
dove inizi un viaggio e se arrivi è un mistero
in Italia i giovani non hanno lavoro
è impossibile vivere senza denaro
ma se ci penso io sono fortunato
a non contare su un barcone malandato
R: Ma come si fa
a continuare in questo modo qua?
Smog, confusione più rivalità…
è questo il futuro dell’umanità?
Oggi il mondo è una competizione
il prossimo è un nemico per la mia realizzazione…
Ma se dò una mano a un amico o al mio vicino
Un giorno lui aiuterà quel ragazzino
scappato dalla guerra e dalla fame senza niente
con solo il vuoto nel cuore e nella mente
e domani quel ragazzo chissà
darà un futuro a questa umanità…
R: Ma come si fa a non vedere e capire la realtà?
Basta un po' di amore e di generosità…
Diamoci da fare, il destino è da cambiare,
facciam del nostro meglio:non basta sperare!
Iniziamo a costruire il nostro aeroplano
per volare tutti insieme verso un giorno lontano…
Il futuro non è niente,
dipende da ciò che facciamo nel presente!
Il futuro non è niente,
dipende da ciò che facciamo nel presente!
A cura di Sara Cuccubita, Serena Ricci, Aurora Strixioli