1 - IPSSAT Rocco Chinnici
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1 - IPSSAT Rocco Chinnici
ISTITUTO PROFESSIONALE STATALE PER I SERVIZI ALBERGHIERI E TURISTICI “ROCCO CHINNICI” NICOLOSI (prov. CT) -codice meccanografico CTRH05000N -C.F. 93128180879 Via Mantova, s.n.c. 95030 Nicolosi (CT)Telefono 095910270 Fax 0957914650 Pec: [email protected]: [email protected] Web: www.ipssarnicolosi.it Programma Operativo Nazionale 2007/2013 “Competenze per lo Sviluppo” Obiettivo/Azione F3“Realizzazione di prototipi di azioni educative in aree di grave esclusione sociale e culturale, anche attraverso la valorizzazione delle reti esistenti” “In.Pri.Me.S” Infanzia/Inclusione-Primaria/Partecipazione-media/multimedialità-Superiore/Socializzazione Codice progetto F-3-FSE-2013-101 autorizzazione Prot. n: AOODGAI-3918del 04/04/2013 CUP B45C13000120007 1 PROTOTIPO EDUCATIVO Data inizio: 04/04/2013 ”In.Pri.Me.S.” 2 Data fine: 31/01/2015 STAFF GRUPPO DI DIREZIONE E CCORDINAMENTO DIRIGENTE SCOLASTICO Anna Maria Mondati DIRIGENTE SCOLASTICO Giuseppina Consoli DIRIGENTE SCOLASTICO Fernando Rizza DSGA Domenico Mazzeo DSGA Giuseppe Interdonato REFERENTE VALUTAZIONE Maria Carmela Pappalardo REFERENTE ENTE PARTNER Antonello Faraci CONSULENTE SPECIALISTICO Elisabetta Sagone FACILITATORE Giuseppina Barbarotto ESPERTI ESTERNI Chiara Andrà Egle Doria Simonetta Siega Ercole Castagnola Cristiano Corsini Marco Mangione Cristian Riolo Sergio Spinoccia Elisabetta Sagone Rosa Maria Croazzo Agata Di Maita Concetta Di Prima Agata Di Stefano Rita Dicuzzo Salvatore Famiani Francesca Gigantini Milena Gurrieri Rosalba La Piana Letizia Lanza Giuseppina Maccarrone Francesca Maida Rosaria Maria Maio Adriana Laura Anna Maltese Santa Marchesano Emanuela Marino Angela Maria Martines Concetta Mazzaglia Catarina Novarria Anna Maria Pappalardo Rita Maria Pappalardo Grazia Platania Grazia Poma Simona Concetta Previti Maria Grazia Pulvirenti Marina, Amalia Rizzo Maria Saeli Rosa Scuderi Maria Daniela Sichel Angela Sinatra Domenica Sotera Francesco Spinello Grazia Tineo ESPERTI INTERNI Karen Avarello Rosa Costa Salvatore Massimo Domina Tiziana Dominici Giuseppe Gemmellaro Concetta Adriana Giordano Elena Anna Giuffrida Nunzia Leonardi Antonio Lo Coco Carmela Lo Re Carmela Rita Pappalardo Carmelo Pavone Salvatore Sciuto Stefania Silviani TUTOR Domenico Battaglia Vito Bonaccorso Angela Calì Concetta Giuseppa Chiovetta Giovanna Antonina Conti 3 Maria Domenica Vasta Maria Domenica Vasta Giuseppa Zammataro TUTOR LOGISTICI Anna Rita Bonoccorso Giovanni Conti Alessandro Safonte PERSONALE ATA Giuseppe Di Mauro Umberto Carta Giovanni Bruno Vito Chillemi Marcello Lo Sauro Teresa Musumeci Agata Zappalà Calogero Di Caro Grazia Maria Di Salvo Giuseppe Vascone Rosa Arcifa Giuseppe Bonanno Grazie Coco Concetto Tomasello Poma Silvio Trovato Angelo Valenti Maria Virzì Graziella Ciaurella Carmela Di Dio Alfio Carbonaro Giovanni Di Mauro SCHEDA ANAGRAFICA DENOMINAZIONE ISTITUTO CAPOFILA CODICE MECCANOGRAFICO TIPOLOGIA DI ISTITUTO CITTA’/INDIRIZZO TELEFONO E-mail INTERNET TIPOLOGIA ALTRI ISTITUTI IN RETE ISTITUTO PROFESSIONALE STATALE “ROCCO CHINNICI” di NICOLOSI CTRH05000N ISTITUTO PROFESSIONALE STATALE PER I SERVIZI ALBERGHIERI E TURISTICI NICOLOSI (prov. CT), via Mantova, s.n. - c.a.p. 95030 Nicolosi (CT) 095.910270 [email protected] Istituto Comprensivo Statale “Federico II di Svevia”, via Del Sole s.n., Massannunziata – Mascalucia (CT) Istituto Comprensivo Statale “Casella”, via D’Angiò n.14 – Pedara (CT) NOME E COGNOME DS ISTITUTO CAPOFILA Prof.ssa Anna Maria Mondati E-MAIL/TEL DS ISTITUTO CAPOFILA NOME E COGNOME FACILITATORE DI RIFERIMENTO PER IL PROTOTIPO Prof.ssa Giuseppina Barbarotto E-MAIL/TEL- FACILITATORE ISTITUTO DI APPARTENENZA IPSSAT “Rocco Chinnici” DENOMINAZIONE PROGETTO “In.Pri.Me.S” - Infanzia/Inclusione-Primaria/Partecipazionemedia/multimedialità-Superiore/Socializzazione FACILITATORE 4 a) Sezione descrittivo-progettuale Il Progetto In.Pri.Me.S, inserito nell’Azione F3 centrata sullo “Sviluppo di reti contro la dispersione scolastica e la creazione di prototipi innovativi”, è nato dall’idea di svolgere un’attività di promozione e valorizzazione del successo scolastico a sostegno di quelle realtà “più critiche”, finora etichettate mediante le tradizionali caratteristiche tipicamente attribuite alle zone in cui la dispersione scolastica appare essere un indicatore non sempre chiaramente identificabile; queste realtà c.d. “a rischio” accolgono una popolazione studentesca, dall’infanzia alla tarda adolescenza, per la quale si registrano condizioni di profondo disagio scolastico con conseguenti percorsi di abbandono temporaneo e/o interruzione definitiva, che, in entrambi i casi, compromettono la qualità della crescita della persona sia come individuo sia come cittadino socialmente attivo. Se, da un lato, l’analisi dei bisogni di questa popolazione ha rivelato una situazione maggiormente critica nei gradi di istruzione superiore, più visibile e rintracciabile con indicatori quantitativi più diretti (ad es., numero di assenze, numero di alunni di bocciati già nei primi anni, valutazione disciplinare, ecc.), dall’altro, la medesima ha inserito interventi di prevenzione della possibile insorgenza di problematiche scolastiche, con successivo abbandono, fin dall’infanzia. Tra le problematiche di maggiore rilevanza, che hanno guidato la realizzazione del presente progetto in rete, sono emerse dalla ricognizione iniziale (effettuata dall’Istituto Capofila IPSSAT Rocco Chinnici), riferita sia al background socio-culturale sia alle caratteristiche dell’utenza fino ad oggi accolta negli Istituti Partner, coinvolti in questo progetto: a) la presenza di ridotte “competenze di base”, lacunose e deficitarie in differenti ambiti, e di inadeguate “metodologie di apprendimento” dei contenuti offerti; b) la ridotta, e talvolta totalmente assente, “motivazione al conseguimento di obiettivi” di crescita personale e scolastica a breve e medio termine; c) la presenza di condizioni di “marginalità sociale”, spesso causate da difficoltà di accesso, diretto e/o mediato, a spazi di condivisione culturale e trasmissione tra generazioni. 5 La linea progettuale di questo piano d’azione integrato ha cercato di fornire degli strumenti operativi (tutt’oggi perfezionabili anche in relazione alle risorse materiali ed immateriali a disposizione ed alla tempistica di realizzazione), supportati dalla logica dell’impegno non tanto contro la dispersione scolastica, quanto contro quella psicologica (individuale) e sociale (comunitaria), ripetibili e generalizzabili a contesti che possano presentare caratteristiche riconducibili a quelle presenti nell’In.Pri.Me.S. La scelta del partenariato è avvenuta tenendo in considerazione i dati relativi alla provenienza degli alunni dai gradi di istruzione inferiore a quelle superiore. Il Progetto In.Pri.Me.S. è stato realizzato a partire dal Novembre 2013 fino al Dicembre 2014, per una durata complessiva di 13 mesi, rivelando un cambiamento significativo in corso d’opera nella tempistica di sviluppo di tutte le attività progettate nei percorsi modulari inseriti nel progetto, rispetto a quanto indicato nell’iniziale programmazione. Questo dato, da attenzionare per una futura progettazione, ha contratto inevitabilmente il processo di recupero e potenziamento delle competenze di base e accessorie, previste nella maggioranza delle attività previste per gli alunni (pur non interferendo negativamente sulla qualità delle stesse) ed ha influito sulla partecipazione degli alunni alle medesime attività. Alla luce degli obiettivi generali e specifici, inerenti la logica dell’Azione F3, il presente progetto in rete, rivolto prevalentemente agli alunni che hanno maturato percorsi scolastici deficitari e che si sono collocati nel passaggio da un grado di istruzione inferiore ad uno superiore (cioè, quinta classe della scuola primaria, terza classe nella scuola media di I grado e biennio della scuola media di II grado), ha inteso promuovere il successo scolastico nei diversi gradi di istruzione poiché ogni momento evolutivo è parimenti segnato da importanti e critici “compiti di sviluppo” del soggetto (ad es., rif. a Marcia ed Erikson) che lo pongono di fronte a sfide il cui risultato viene vissuto come più o meno controllabile (ad es., rif. al concetto di “locus of control interno/esterno”) e leggibile in funzione dell’autoefficacia percepita nel contesto scolastico (e non solo) e nel raggiungimento di una maggiore autonomia personale. Nello specifico, il progetto in rete è stato strutturato: 1) a livello curriculare-culturale, in percorsi di “recupero delle lacune di base” e di “potenziamento delle competenze presenti ma insufficienti” (differenziati per grado di istruzione) nell’uso della lingua italiana e della logica matematica; operativamente, con l’impegno dei docenti curriculari e degli esperti esterni attenti, oltre che all’accoglienza, soprattutto all’analisi degli stili cognitivi e di apprendimento degli alunni coinvolti nel 6 progetto (rif. Sternberg e Kolb), sono stati creati dei percorsi differentemente rivolti agli alunni anche mediante l’innovativo impiego di una “piattaforma didattica” (Ed-Modo) a cui gli alunni sono stati esposti diventando essi stessi artefici della costruzione delle proprie competenze e delle più moderne tecnologie didattiche (prevedendo l’ausilio ormai indispensabile delle LIM) impiegate in relazione alle problematiche degli alunni; 2) a livello sociale, in attività di “condivisione degli spazi di vita scolastica” e di “valorizzazione delle risorse personali” in funzione del miglioramento della qualità della vita e dello “star bene a scuola”; operativamente, anche in questo caso a seguito dell’accoglienza (proposta da docenti-tutor ed esperti del settore) realizzata nei diversi gradi di istruzione ed utile a condividere gli obiettivi e le strategie di intervento, ogni attività è stata proposta e modulata in forma laboratoriale, più facilmente e piacevolmente fruibile dagli alunni, ed è stata supportata da metodologie di lavoro cooperativo in piccoli gruppi e di peer tutoring. Nel progetto In.Pri.Me.S., sono stati creati sette percorsi educativi che vanno dalla realizzazione di un “orto didattico” in chiave moderna, per recuperare le potenzialità offerte dal nostro contesto (valorizzando, contestualmente, sia il contatto diretto con il territorio più vicino agli alunni sia la sua concreta utilizzabilità) alla creazione di “unità di apprendimento” fruibili nella “piattaforma didattica Ed-modo” accessibile agli alunni (mantenendo i “riflettori” puntati sui linguaggi ormai più che familiari alle nuove generazioni e coniugandoli con l’acquisizione dei contenuti curriculari e delle nozioni di base). Ciascun percorso è stato articolato in uno o più moduli correlati tra loro, rivolto agli alunni appartenenti ai tre Istituti Partner del progetto ed ha previsto il monitoraggio, dalla fase iniziale a quella finale, delle competenze acquisite, maturate e potenziate da ogni alunno, mediante la compilazione di diari di bordo e schede preposte a tale scopo da parte dei docenti-tutor inseriti nei differenti moduli. Ogni esperto esterno, coinvolto nel presente progetto, è stato reclutato mediante l’indizione di bandi pubblici sull’Albo Pretorio e sul sito web dell’Istituto Capofila, con valutazione comparativa dei titoli inerenti le attività e la formazione richiesta, ed ha prodotto una relazione conclusiva sulle attività svolte, sui contenuti delle stesse e sui risultati raggiunti dai destinatari delle attività. Nel dettaglio, sono stati ideati e sviluppati i percorsi educativi di seguito elencati, con le comuni finalità di: 7 promuovere la conoscenza tra gli alunni formando gruppi-classe affiliativi e prosociali, con l’ausilio di giochi psicologici e role playing proposti e monitorati da esperti psicologi; migliorare le capacità relazionali e di cooperazione con gli altri compagni, mediante le metodologie del cooperative learning e del circle time; migliorare l’autostima ed il senso di autoefficacia scolastica e generalizzata; favorire la riflessione, in termini meta-cognitivi, su capacità carenti e stili di apprendimento inadeguati al fine di modificarli e/o potenziarli, impiegando la metodologia del brainstorming; costruire il “portfolio delle competenze”, includendo la biografia dell’alunno (chi sono, cosa ho fatto e cosa farò), lo stile di apprendimento caratterizzante, il dossier (cioè, una raccolta degli elaborati più significativi prodotti dall’alunno) e il frontespizio personalizzato. Nel complesso, l’obiettivo generale di tali percorsi è stato quello di incrementare l’empowerment degli alunni e di metterne in risalto le risorse, personali e relazionali, utili al superamento di situazioni problematiche relative al percorso scolastico (come rilevabile da quanto emerso nei moduli dall’accoglienza). Il percorso “C-ORTO” è stato destinato agli alunni a rischio di dispersione scolastica presenti nei tre Istituti Partner del progetto e articolato nei moduli dell’accoglienza, dell’orto didattico e del cortometraggio con le relative attività di laboratorio gestite da esperti del settore (per i due ICS CASELLA e Federico II di Svevia) e nei moduli dell’accoglienza, dell’orto didattico e del cortometraggio, a loro volta, articolati nei moduli “aggiungi un posto a tavola”, “le ricette dell’orto”, “l’orto … a tavola” con le relative attività di laboratorio con esperti del settore (rivolti agli alunni a rischio frequentanti l’IPSSAT Rocco Chinnici); questo percorso è stato ideato, in particolare, al fine di: a. migliorare il contatto con gli spazi verdi esterni alla scuola, potenziare la capacità di progettare, nello specifico, un orto ed eseguire la semina, la piantumazione e la raccolta delle specie orticole perenni scelte in fase progettuale, e di prendersi cura dello spazio condiviso godendo dei “frutti” prodotti a fine attività; b. potenziare le capacità relazionali e artistiche degli alunni a rischio mediante la realizzazione di un cortometraggio sulle attività realizzate dagli stessi. 8 Il percorso “FORMIAMOCI…IN RETE” è stato articolato nei moduli dell’accoglienza, della “formazione in situazione” e delle “metodologie del successo formativo”, rivolti sia agli alunni a rischio sia ai docenti presenti nei tre Istituti Partner del progetto; gli obiettivi specifici di questo percorso hanno riguardato a) l’acquisizione della environmental mastery negli ambienti virtuali da parte di alunni e docenti; b) il miglioramento delle metodologie adeguate al raggiungimento del successo formativo nel personale docente; c) la condivisione degli apprendimenti e delle competenze maturate con gli adulti di riferimento nel contesto scolastico (cioè, i docenti); d) nella specificità di tale percorso, è stato rilevante, inoltre, l’impiego di linguaggi comuni e la condivisione di canali di scambio comunicativo, alternativi e tecnologicamente avanzati, tra gli alunni ed i loro docenti. Il percorso “RE.TE.IT” è stato suddiviso nei moduli dell’accoglienza, della “formazione in situazione” e della “realizzazione di un prodotto”, proposti agli alunni dell’ICS Federico II di Svevia e dell’IPSSAT Rocco Chinnici e cogestiti dai docenti di riferimento che, a loro volta, si sono formati con esperti del settore nel recupero delle competenze in italiano e in matematica; questo percorso è stato progettato con i seguenti obiettivi specifici: a) sviluppare le competenze chiave degli alunni e migliorare le strategie di insegnamento/apprendimento in relazione ai nuovi linguaggi; b) potenziare la fruizione delle molteplici forme di espressione verbale e non verbale; c) migliorare l’attività didattica nella logica di tipo interattivo-costruttivista mediante il feedback continuo promosso dagli alunni e dai docenti; d) recuperare le lacune presenti nelle competenze degli alunni in italiano e in matematica, grazie all’intervento diretto dei loro docenti, a loro volta, formati sulle modalità più aggiornate di costruzione delle unità didattiche; e) valorizzare l’utilizzazione di una piattaforma didattica (Ed-modo), similare nella logica interna e nella struttura ai più diffusi social network, consentendo agli alunni di condividere tra di loro e con i docenti i contenuti e le modalità interattive finalizzate a migliorare le carenze linguistiche in atto. 9 Il percorso “LOGICA…MENTE”, composto dai moduli dell’accoglienza e della “creazione di unità di apprendimento” da impiegare nella piattaforma didattica Ed-modo e rivolti agli alunni a rischio di dispersione scolastica frequentanti l’ICS Federico II di Svevia e dell’IPSSAT Rocco Chinnici ed ai docenti partecipanti, è stato indirizzato verso l’obiettivo specifico di a) rivisitare i contenuti didattici con l’ausilio della c.d. “robotica educativa” in relazione alle carenze in matematica e in italiano; b) sperimentare nuove modalità di apprendimento mediante la piattaforma didattica, colmando le lacune presenti negli alunni potenzialmente a rischio di dispersione scolastica. I due percorsi denominati, rispettivamente, “ARTE E MOVIMENTO” (con i moduli dell’accoglienza e del teatro) e “DIDATTICA E TECNOLOGIA” (con i moduli dell’accoglienza e della “robotica educativa”), destinati agli alunni a rischio frequentanti l’ICS CASELLA, hanno inteso perseguire l’obiettivo di: a) sviluppare la creatività ed il pensiero divergente mediante la rivisitazione di oggetti in disuso e la creazione di murales o altra opera; b) potenziare le competenze espressive mediante la realizzazione di laboratori tematici; c) migliorare le generali capacità di memorizzazione. Il percorso “PSICOMOTRICITÁ ED EDUCAZIONE”, proposto agli alunni dell’ICS Federico II di Svevia, è stato ideato con l’obiettivo di: a) accrescere la creatività degli alunni mediante l’espressione corporea; b) approfondire la conoscenza di sé a livello meta-rappresentativo; c) migliorare le capacità relazionali con gli altri compagni. Nella complessiva realizzazione e nello sviluppo dell’idea progettuale sono stati considerati gli assunti di base delle più note prospettive teoriche della psicologia dello sviluppo e dell’educazione (lo “sviluppo intellettivo” secondo Piaget, la “zona di sviluppo prossimale” per Vygotsky, l’attività di “scaffolding” ed il “pensiero narrativo” secondo Bruner, la “costruzione identitaria” secondo le teorie di Marcia ed Erikson), della psicologia dell’apprendimento scolastico (gli stili cognitivi e di apprendimento secondo i modelli teorici di Sternberg e di Kolb) e della didattica per competenze (con riferimento al modello della Life Skills Education). 10 I percorsi di rete sono stati progettati rispettando il seguente ordine, pur evidenziando, talvolta, sovrapposizioni tra le differenti attività, tali da ridurre concretamente la possibilità di partecipazione diretta da parte di tutti gli alunni che si sono distribuiti nelle differenti attività: il primo percorso che ha dato l’avvio all’intero progetto è stato quello denominato “FORMIAMOCI …IN RETE” con un periodo di svolgimento compreso tra Novembre 2013 e Marzo 2014; il secondo percorso è stato quello intitolato “LOGICA…MENTE”, differenziato in “Robotica educativa e matematica” e “Robotica educativa e italiano”, con sviluppo tra Gennaio e Maggio 2014; a seguire, è stato avviato il terzo percorso “RE.TE.IT” nel periodo compreso tra Gennaio e Maggio 2014; il quarto percorso è stato quello relativo al “C-ORTO”, articolato nei moduli dell’Orto didattico e del Cortometraggio con periodo di svolgimento tra Marzo e Giugno 2014; infine, a conclusione sono stati avviati il percorso di “ARTE E MOVIMENTO”, “DIDATTICA E TECNOLOGIA” e “PSICOMOTRICITÀ ED EDUCAZIONE” da Aprile a Giugno 2014. Come è possibile notare alcuni percorsi sono stati realizzati in parallelo poiché hanno interessato alunni a rischio di dispersione provenienti da gruppi differenziati. Ciascun modulo è stato suddiviso in tre momenti fondamentali (fase iniziale, fase intermedia e fase finale), le cui peculiarità è possibile evincere da quanto emerso nelle indicazioni presentate nei diari di bordo e nelle relazioni conclusive, redatti a cura dell’azione congiunta tra tutor interni ed esperti esterni, rilevando, mediante schede di monitoraggio predisposte a tale scopo, oltre alla percentuale delle frequenze, anche i livelli di autonomia e i progressi raggiunti dagli studenti coinvolti nelle attività, la loro partecipazione, l’impegno profuso e la valutazione complessivamente maturata. Da quanto emerso, complessivamente, è possibile rilevare un buon grado di partecipazione e coinvolgimento da parte di tutti gli alunni coinvolti nel percorso. b) Sezione tematico-analitica 1. Funzionamento della rete e del gruppo di coordinamento Il Gruppo di Coordinamento, composto dai Dirigenti Scolastici dei tre Istituti Partner coinvolti nel progetto, dal docente-facilitatore, da un componente del gruppo di lavoro, dal referente per la valutazione e dal DSGA, ha svolto la funzione di raccordo tra le parti al fine di garantire la continuità tra le diverse fasi progettuali, al fine di rilevare 11 tempestivamente eventuali ritardi e/o inadempienze nella realizzazione di tutte le attività. Gli incontri periodici del Gruppo di Coordinamento, programmati in accordo con le esigenze di tutti i partecipanti e con una data calendarizzazione, sono avvenuti durante le ore pomeridiane con cadenza abbastanza regolare e prevalentemente nella sede dell’Istituto Capofila del progetto. Questi incontri, formalizzati attraverso un verbale per ogni riunione, sono stati svolti con lo scopo di monitorare l’evoluzione dell’intero progetto, organizzare tutte le attività promosse e fissare di volta in volta le fasi successive. Ogni Dirigente Scolastico ha agito in piena autonomia nella gestione e nella supervisione delle attività progettuali in sede, pur mantenendo sempre un contatto diretto con gli altri Partner coinvolti nel progetto. Uno dei principali fattori chiave del funzionamento della rete è, infatti, stato rappresentato dalla condivisione degli obiettivi progettuali e dalla continuità di percorso degli alunni dalla scuola primaria alla secondaria superiore. Le criticità emerse negli incontri hanno riguardato le plurime esigenze di raccordare concretamente, evitando il più possibile, sovrapposizioni tra tutte le attività previste nel progetto indirizzato agli alunni a rischio di dispersione scolastica con il regolare svolgimento delle attività e degli impegni curriculari seguiti dagli alunni e dai loro docenti. 2. Selezione del target prioritario La scelta del target di riferimento da coinvolgere nell’intero progetto è stata orientata da diversi indicatori quantitativi e monitorabili anche durante ogni percorso proposto agli alunni, mediante la compilazione di schede preposte a tale scopo. Per tutti e tre gli Istituti Partner del progetto, è stato impiegato il medesimo set di indicatori quantitativi. L’analisi di questa popolazione studentesca ha rivelato una situazione critica nei gradi di istruzione superiore, più visibile e rintracciabile con indicatori quantitativi più diretti (ad es., numero di assenze, numero di bocciature già nei primi anni, media delle votazioni riportate nelle discipline curriculari, frequenza di ritardi, ecc.), tutti elementi, che, pur nella loro scarsezza di contenuto e nell’impossibilità di far comprendere al meglio le motivazioni sottese a queste rilevazioni problematiche, sostengono e confermano la necessità di intervenire per arginare il fenomeno in oggetto e lavorare per progettare percorsi che riescano efficacemente a prevenire l’insorgenza di ulteriori criticità. 12 Tra i suggerimenti da tenere in considerazione per la progettualità futura è emersa la necessità di attenzionare indicatori di tipo qualitativo inseriti in questionari conoscitivi self-report ed anonimi (ad es., misure di autoefficacia scolastica percepita, analisi della motivazione all’apprendimento, valutazione della tipologia di stile cognitivo, analisi della percezione della scuola, ecc.) che possano consentire la costruzione di una sorta di “profilo psico-educativo” di ciascun alunno (realizzato da esperti del settore con il supporto dei docenti), da cui si evincano i punti di forza e quelli di debolezza e che consentano di rivolgersi ad un target differentemente definito. 3. Formazione docenti La formazione dei docenti coinvolti nel progetto ha rappresentato un nodo cruciale nella realizzazione del presente progetto in quanto il dialogo tra le nuove generazioni e gli adulti di riferimento nel contesto scolastico (cioè, i loro docenti) ha aperto la strada alla realizzazione di una didattica alternativa sia nelle metodologie impiegate sia nei contenuti offerti, anche alla luce dell’ausilio della piattaforma didattica, elemento di spicco del presente progetto In.Pri.Me.S. Ad inizio progetto, è stata avviata un’attività di formazione dei docenti afferenti ai diversi gradi di istruzione, inerente le metodologie del successo formativo, con l’ausilio di un esperto nelle risorse umane e ricercatore universitario nell’ambito della psicologia scolastica e delle istituzioni educative. Questo modulo iniziale è stato centrato sull’approfondimento di tematiche inerenti l’attività professionale di ciascun docente e l’immagine di sé in quanto tale e all’interno di una logica istituzionale-scolastica quanto più centrata sulla richiesta di flessibilità e di buona capacità di adattamento ai cambiamenti continui e prorompenti cui si è diretti destinatari e non sempre attori protagonisti. L’iniziale livello medio-basso di motivazione ad intraprendere un percorso volto a migliorare e potenziare le personali capacità di resilienza ed autoefficacia professionale, oltre che personale, si è trasformato in un livello medio-alto e soddisfacente di interesse a sperimentare in prima persona quanto analizzato ed appreso durante gli incontri con l’esperto. Con uno sguardo più attento rivolto ai propri alunni, buona parte dei docenti ha dichiarato l’intenzione di usare e, in alcuni casi, ha direttamente applicato alcuni strumenti utili ad analizzare le relazioni intraclasse (ad es., il sociogramma), soprattutto in una logica educativa di intervento nelle situazioni c.d. a rischio di 13 dispersione scolastica. L’esperto ha provveduto ad offrire alcuni esempi riguardanti: 1) l’uso più idoneo di tali strumenti in relazione al tipo di criticità evidenziabili nei differenti contesti scolastici, includendo anche i casi di conclamato bullismo adolescenziale e di vittimizzazione tra pari; 2) l’uso dei medesimi strumenti in progetti a medio e lungo termine inerenti il potenziamento della qualità della vita a scuola; 3) l’abbinamento ad altre attività pratiche ed utili a gestire il benessere psicologico in classe. In relazione alla seconda macro-area trattata all’interno del percorso formativo in oggetto, l’approfondimento della creatività ideativa applicata all’attività didattica, sia come verifica del grado di flessibilità e fluidità presenti in ciascun alunno (mediante strumenti di misura della resa creativa, spiegati dall’esperto e mostrati durante il percorso formativo), sia come elemento di partenza per la costruzione di percorsi didattici applicabili ad ogni disciplina e volti al potenziamento delle capacità di problem solving e di resilienza, ha sollecitato nei docenti l’elaborazione di idee e attività applicabili al micro-contesto della propria classe e, dunque, utilmente proponibili agli studenti di ogni ordine e grado di istruzione (con le opportune differenze legate all’età di riferimento) nella logica della sperimentazione di strategie alternative impiegabili nella didattica curriculare al fine di ridurre i rischi della dispersione scolastica, talvolta e non in maniera esclusiva, connessi alla negativa visione che gli studenti maturano rispetto all’istituzione scolastica. Per ciascuna proposta educativa e di intervento volti a potenziare il successo formativo, si è reso indispensabile declinare ogni dimensione analizzata in riferimento alle specificità della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. La condivisione di esperienze e metodologie differenti già adottate dai docenti-corsisti e di quelle adottabili nella futura pratica didattico-educativa ha consentito di rilevare molteplici punti di contatto tra professionalità differenti anche se appartenenti al medesimo contesto territoriale. L’esito del percorso svolto dall’esperto è stato ritenuto più che soddisfacente sia per la ricchezza degli spunti emersi dagli stessi docenti-corsisti in merito agli interventi da praticare nei contesti scolastici “a rischio di dispersione”, sia per il raggiungimento delle finalità del progetto. A riprova di ciò, dal questionario auto-valutativo compilato dai docenti partecipanti al suddetto modulo, è emerso un livello elevato di interesse e soddisfazione per le attività proposte, anche se appare rilevabile l’esigenza futura di articolare gli incontri sulle competenze trasversali in tre differenti momenti (uno iniziale di apertura, uno intermedio di monitoraggio ed uno finale di resoconto unitario dell’esperienza svolta e dei cambiamenti intervenuti) al 14 fine di accompagnare gli stessi docenti lungo l’intero percorso progettuale per monitorare gli aspetti non direttamente visibili dalle attività curriculari svolte con gli alunni; ad es., il grado di interesse, le ricadute applicative, la consapevolezza dei cambiamenti avvenuti, le eventuali criticità in itinere, la messa in discussione della didattica più tradizionale, ecc. Gli altri moduli destinati alla formazione dei docenti, con riferimento all’ausilio più competente della piattaforma didattica e-learning e dei network didattici, sono stati condotti da formatori esterni ed esperti nel settore della didattica scolastica ed universitaria; in questi moduli, i docenti-corsisti hanno ulteriormente affinato le proprie competenze in merito all’impiego delle piattaforme on-line come strumenti di potenziamento degli apprendimenti da parte degli alunni e di rivisitazione della didattica tradizionale con la costruzione di unità di apprendimento multimediali, oltre che applicato e declinato al meglio gli strumenti compensativi per il successo formativo. Per tutti i moduli rivolti alla formazione dei docenti è stato previsto un percorso di valutazione, effettuato da un docente esperto nei processi di valutazione e referente designato per tale scopo all’interno del progetto, mediante la compilazione di schede di valutazione e monitoraggio degli esiti formativi rispetto alle aspettative iniziali e del grado complessivo di soddisfazione per le attività svolte; i risultati finali hanno mostrato un buon livello di interesse e di motivazione alla declinazione di quanto appreso anche nel contesto classe in cui sono presenti gli alunni a rischio di dispersione scolastica e in condizioni di recupero delle competenze lacunose in matematica ed italiano. 4. Interprofessionalità L’interprofessionalità, ovvero la presenza di diverse professionalità che hanno cooperato all’attuazione delle diverse attività, ha costituito sin dall’inizio un punto di forza dell’intera proposta progettuale, che prevedeva, peraltro sin dalla sua candidatura, il partenariato con la COOPERATIVA PROSPETTIVA SOC.COOP.SOCIALE a.r.l. ONLUS, che da anni opera a favore dei soggetti svantaggiati attraverso educatori e tecnici fortemente motivati. Poiché il fenomeno della dispersione scolastica è un problema vasto e composito e, per tale ragione, richiede un approccio integrato ed ampio, la scuola da sola non può essere l’unico attore dell’intervento ma deve aprire le porte al territorio, e, in particolare, a tutte quelle Associazioni, che, mettendo a disposizione le loro competenze acquisite direttamente 15 sul campo, possono svolgere la funzione di contenimento e mediazione culturale e, attraverso il contatto con giovani motivati e impegnati, promuovere il ruolo di “fratelli maggiori” dei ragazzi con più rilevanti difficoltà. In particolare, nel corso dell’attuazione del progetto In.Pri.Me.S., è stato possibile che insegnanti e personale appartenente alla Cooperativa sociale interagissero e si confrontassero su tematiche comuni quali lo sviluppo delle competenze emotive e sociali oppure la ricognizione dei saperi informali, riconoscendo gli uni all’altro la legittimità delle reciproche azioni, nella costruzione dell’identità progettuale e nella condivisione di obiettivi, strategie e strumenti di intervento. 5. Organizzazione moduli accoglienza I moduli di accoglienza rivolti agli alunni sono stati realizzati con l’obiettivo di far conoscere agli alunni diretti interessati i contenuti e le modalità operative di realizzazione delle strategie di intervento per ridurre la dispersione e promuovere il successo scolastico e sono stati avviati in parallelo ai moduli tematici con la funzione di “accompagnamento” delle attività svolte dagli esperti esterni. Questi moduli sono stati condotti da psicologi esperti in problematiche relative all’infanzia e all’adolescenza, coadiuvati da docenti interni agli Istituti Scolastici coinvolti nella rete che ben conoscono le criticità ed i punti di forza dei contesti e degli alunni frequentanti i medesimi contesti. Le attività si sono svolte sia in orario antimeridiano e pomeridiano, in funzione delle esigenze organizzative degli Istituiti Scolastici coinvolti. La cadenza degli incontri è stata perlopiù settimanale e le modalità di gestione delle attività sono state rivolte al gruppo nel suo insieme. Sono stati evidenziati alcuni nodi negativi nell’organizzazione dei moduli preposti all’accoglienza (come ad es., l’elevato numero di ore dedicate a tali attività), che, in una futura progettazione, dovrebbero essere modificati in “moduli di monitoraggio delle competenze trasversali e curriculari”. 6. Centralità degli apprendimenti: percorsi progettuali e connessioni con l’attività scolastica ordinaria Nella maggior parte dei casi, le attività progettate nell’In.Pri.Me.S. sono state realizzate nelle ore pomeridiane, strutturate in laboratori e concentrate in una sola annualità. Oltre alla valutazione prevista dal progetto, sia nel corso degli scrutini del I quadrimestre che di quelli finali, è stata data grande rilevanza alla valutazione della ricaduta delle 16 attività progettuali sia in riferimento alle competenze disciplinari che a quelle trasversali. Per molti alunni è stato possibile rilevare positivi progressi sia nell’ambito delle capacità linguistico–espressive che in quello delle abilità logico-matematiche. Ciò ha contribuito a ridare fiducia e a migliorare l’autostima di tanti alunni con difficoltà ed a rischio di marginalità sociale e a far loro ristabilire un rapporto di fiducia con l’Istituzione scuola. Certo, non tutti gli alunni individuati come “a rischio” hanno fatto registrare progressi; ciò probabilmente è dovuto al fatto che dietro al rischio di abbandono si registra a volte un più ampio disagio sociale che la scuola può solo contenere, ma su cui da sola non può incidere in maniera radicale e duratura. 7. Continuità verticale La realizzazione del progetto ha creato una nuova consapevolezza tra i docenti coinvolti dei diversi ordini di scuola, non più inclini a pensarsi in qualità di protagonisti unici ed autoreferenziali nel loro processo educativo, pronti a riservare la colpa dell’insuccesso di alcuni loro alunni come dovuta ad altri, che hanno operato in maniera inadeguata negli anni precedenti, ma come parte di un unico sistema formativo che deve porre al centro dei suoi interventi l’orientamento, non inteso come attività informativa sui diversi percorsi scolastici, ma come attività FORMATIVA di riflessione sul sé, sul proprio potenziale individuale, sul proprio atteggiamento verso il futuro, sulla propria autostima, come si è reso evidente dai contenuti presenti nel portfolio delle competenze. Attraverso il confronto ed il lavoro dei protagonisti (tutor docenti ed esperti) dei tre ordini di scuola si è, inoltre, messa in campo una nuova metodologia, all’interno di una nuova visione della scuola che pone al centro dei suoi processi non più l’insegnamento ma l’apprendimento dei suoi ragazzi e che è capace di valorizzare anche i saperi informali, ovvero, tutto il campo dell’esperienza come campo di apprendimento. Strumento importante di tale nuova impostazione è stato certamente il ricorso alla didattica laboratoriale che ha rappresentato la soluzione ottimale in cui coniugare sapere e saper fare e concretizzare la dimensione formativa ed educativa dell’apprendimento. 17 8. Il Portfolio Il modello del portfolio delle competenze si ispira al lavoro di ricerca di Barbara Olper (da: Il Portfolio dello studente - Percorso attraverso le pagine Web) ed è stato adattato al target di studenti di riferimento dagli esperti psicologi che hanno condotto i moduli dell’accoglienza. È stato utilizzato il modello di struttura base (durante lo svolgimento dei moduli relativi all'Accoglienza) che comprende: Copertina personalizzata; Griglie di auto e co-valutazione; Attività ed esperienze “a scuola”; Attività ed esperienze “fuori dalla scuola”; Piani e progetti personali; Biografia di apprendimento; Dossier; Raccolta attestati. L’impiego del portfolio delle competenze, personalizzato da un frontespizio creato dagli alunni per identificarne l’appartenenza, è stato articolato in aree specifiche: la presentazione e la descrizione di sé; lo spazio relazionale; le attività preferite; i progetti futuri; i bisogni e le aspettative. Il Portfolio è un potente strumento che ha favorito la crescita dell’identità personale del soggetto. Attraverso la riflessione critica sui materiali inseriti all’interno del Portfolio, lo studente ha legato la percezione di sé in riferimento al proprio passato, alle prospettive di una progettualità futura. Ne consegue una concezione dinamica dell’identità che coinvolge nel suo sviluppo il singolo e il suo microcosmo. Uno dei principali punti di forza del progetto In.Pri.Me.S. è stato rappresentato dal coinvolgimento attivo degli alunni a rischio di dispersione scolastica nella 18 realizzazione del proprio portfolio delle competenze in relazione alle indicazioni proposte dagli esperti psicologi e coadiuvati dai docenti-tutor dell’accoglienza. Non sono stati evidenziati particolari punti di criticità, pur rilevando la necessaria specificità delle proposte per il target di riferimento. 9. Coinvolgimento famiglie Uno dei punti più critici in ogni percorso progettuale che intenda costituire il file rouge tra il mondo della scuola e quello dell’extrascuola è stato rappresentato dal ridotto, talvolta pressoché assente, coinvolgimento delle famiglie degli alunni a rischio di dispersione scolastica. Appare plausibile rilevare che le difficoltà delle famiglie nei contesti socio-culturali di appartenenza degli Istituti scolastici coinvolti nel presente progetto si riverberino negativamente anche sulla vita scolastica e personale dei figli-alunni; in tal senso, un’azione di supporto educativo-psicologico alle famiglie con queste criticità, che parta dalla scuola come offerta formativa, potrebbe migliorare il coinvolgimento e, in una relazione di mutuo aiuto, la gestione delle problematiche connesse all’assetto scolastico. 10. Indicatori Gli indicatori scelti per monitorare la partecipazione ai differenti percorsi hanno riguardato l’interruzione di frequenza e/o partecipazione ai singoli percorsi, la percentuale di assenze maturate, la votazione curriculare nelle discipline oggetto del recupero di competenze, i contatti diretti e telefonici con la famiglia degli alunni. 19 c) Sezione prospettico-progettuale Il percorso formativo proposto è stato caratterizzato da importanti elementi di innovazione riguardanti sia la tipologia delle attività proposte sia la metodologia didattica impiegata, volte entrambe a supportare e potenziare il recupero delle competenze di base degli alunni a rischio di dispersione scolastica. Al fine di accostarsi alle modalità di apprendimento più modernamente diffuse tra i giovani, è stata considerata innovativa, in primo luogo, la scelta di utilizzare una “piattaforma didattica” come strumento operativo ed “impalcatura dinamica” per la condivisione dei contenuti, la co-costruzione del sapere tra docenti e alunni in difficoltà e la riutilizzazione progressiva negli anni e, a livello di progettualità integrata, come strumento di comunicazione/scambio tra gli Istituti scolastici coinvolti in rete. È stato, infatti, attribuito a questa piattaforma, flessibile nella strutturazione e stabile nella gestione, il ruolo di risorsa strategica che condizioni positivamente l’acquisizione dei saperi di base e di quelli trasversali; in tal senso, il presente progetto ha inteso puntare l’attenzione, ottenendo risultati più che positivi, proprio sull’utilizzo, anche “divergente”, delle tecnologie informatiche in maniera trasversale a supporto della didattica e dei processi di apprendimento per la creazione di un “prototipo educativo” che porti a delle modalità di intervento e promozione del successo scolastico, generalizzabili a contesti scolastici con medesime o similari caratteristiche di quelli coinvolti in questa sede progettuale. La stessa risorsa strategica ha previsto, contestualmente, una relativa “formazione in situazione”, rivolta sia agli studenti a rischio di dispersione scolastica sia ai docenti coinvolti negli Istituti Scolastici della rete. L’ulteriore scelta, funzionalmente adeguata agli obiettivi generali del presente progetto, di organizzare le differenti attività in laboratori ha consentito ai fruitori di cimentarsi in prima persona sulle diverse tematiche oggetto dei diversi moduli, sperimentando modalità alternative di apprendimento e di insegnamento; in tal senso, gli alunni sono stati direttamente coinvolti nella costruzione di un “bagaglio comune di saperi” attraverso l’utilizzo, a loro più consono, di una piattaforma didattica interattiva che ha previsto spazi condivisibili come forum, bacheche e aule virtuali, arricchendo, finalità principale, le proprie competenze linguistiche con la sezione del “vocabolario on line”, gli eserciziari ed i materiali didattici adeguatamente rielaborati dai docenti. 20 Un ulteriore aspetto innovativo da inserire nel prototipo educativo è stato rappresentato dall’azione “su più fronti” finalizzata a realizzare un’efficace azione di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, nonché degli abbandoni: -introducendo pratiche didattiche alternative come il cooperative learning ed il peer tutoring, per favorire la creazione di relazioni informali di aiuto reciproco; -predisponendo percorsi volti a conseguire le competenze necessarie e trasferirle in contesti comuni, al fine di permettere di migliorare l’integrazione e di orientarsi nella scelta del percorso formativo successivo (soprattutto, per gli alunni afferenti ai gradi di istruzione superiore); -creando le condizioni per migliorare le competenze di base e pertanto l’autostima di questi alunni e di conseguenza la motivazione intrinseca alla riuscita scolastica. La replicabilità del progetto e, dunque, la sua generalizzabilità possono essere garantiti da: 1) l’impiego delle medesime metodologie di approccio al recupero delle competenze di base, applicabili ad alunni che presentino caratteristiche similari a quelli coinvolti nel presente progetto; in tal senso, le attività previste nei sette percorsi del progetto In.Pri.Me.S., svolte in assetto laboratoriale e con l’ausilio di linguaggi più vicini alle nuove generazioni, hanno garantito una maggiore partecipazione rispetto a quelle in modalità più tradizionale ed hanno consentito agli alunni di sperimentare in prima persona la costruzione di prodotti provenienti dalla loro diretta esperienza e condivisili con il gruppo dei pari; 2) la valorizzazione dello “star bene a scuola”, puntando l’attenzione anche su aspetti psicologici individuali ormai divenuti fondamentali per la qualità della vita di ogni alunno, a rischio e non (come, ad es., il senso di autoefficacia, la motivazione alla riuscita, ecc.), evidenziabili dai contenuti presenti nel portfolio delle competenze. La replicabilità del progetto sarebbe auspicabile nel rispetto della tempistica (biennale e non semestrale) in modo tale da rilevare, a medio e lungo termine, se i cambiamenti avvenuti nel recupero delle competenze di base e nel potenziamento delle risorse già in essere si mantengono e addirittura consentano trasversalmente di rafforzare quelle deficitarie. Uno dei punti di maggior attenzione dovrebbe consistere nel monitoraggio della valutazione iniziale, intermedia e finale, effettuato da parte di esperti nel settore con competenze specifiche e con l’uso di strumenti 21 psicometrici validati scientificamente, schede di osservazione del comportamento in atto, questionari auto-valutativi, diari di bordo più dettagliati, ecc., al fine di poter redigere report parziali e finali di quanto emerso e modificatosi durante l’intero percorso. Questa azione di monitoraggio, in parallelo con lo svolgimento delle attività progettuali, consentirebbe di confrontare anche contesti differenti sugli stessi indicatori quantitativi e qualitativi. Uno dei punti critici emersi nel corso della realizzazione del presente progetto ha riguardato il ridotto coinvolgendo delle famiglie, ritenuto, però, fondamentale per garantire la continuità fra educazione formale ed educazione informale, per elaborare il progetto di vita dei figli/alunni, con la creazione di specifici spazi di riflessione e confronto educativo. Questo elemento, la cui portata appare intuitivamente influente, avrebbe consentito di creare un clima più favorevole alla frequenza scolastica degli stessi alunni. Tra gli strumenti prodotti all’interno del progetto F3 e di riconosciuta utilità, è possibile annoverare il magazine on-line e i video multimediali (nello specifico percorso Re.Te.it), ausili didattici spendibili a 360° nei differenti ambiti disciplinari. Da un resoconto finale e complessivo dell’esperienza realizzata all’interno di questo progetto di rete (In.Pri.Me.S.), appare necessario continuare a puntare i riflettori sull’individuazione dei “fattori di rischio” e dei “fattori di protezione”, scarsamente rilevabili esclusivamente dagli indicatori quantitativi più diffusamente e comunemente usati in questo ambito, che contribuiscono alla scelta degli alunni in drop-out e soprattutto, a rischio di dispersione, in termini preventivi. Rafforzare le modalità di reclutamento e selezione degli alunni costituisce probabilmente il lavoro prodromico, sicuramente più oneroso, ma senza dubbio più utile anche per la buona riuscita di ogni progetto ideato nel contesto scolastico e per la spendibilità nella vita quotidiana di ogni alunno. 22