Il matrimonio di Yoox e Net-A-Porter Marchetti: «Il nostro centro resta

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Il matrimonio di Yoox e Net-A-Porter Marchetti: «Il nostro centro resta
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Mercoledì 1 Aprile 2015 Corriere di Bologna
BO
Primo piano Le sfide dell’economia
Il matrimonio di Yoox e Net-A-Porter
Marchetti: «Il nostro centro resta qui»
Nasce il colosso web del lusso: operazione da 1,3 miliardi. Il titolo vola in Borsa (più 11%). Gli auguri di Renzi
La vicenda
 Yoox si
occupa di ecommerce, nel
settore della
moda e del
design, con
sede a Zola
Predosa. È in
Borsa dal
2009. Le
attività
avvengono in
tre negozi
online:
yoox.com,
thecorner e
shoescribe
 Net-APorter è la
boutique di
lusso on line,
nata a Londra
nel 2000 da
un’idea della
giornalista
Natalie
Massenet. È di
proprietà del
gruppo
Richemont, la
holding
finanziaria che
riunisce marchi
del lusso
Dopo l’ufficialità arrivata in mattinata, il primo
a benedire via Twitter la fusione tra la bolognese
Yoox e Net-A-Porter, la principale bottega mondiale del lusso via web, è stato Matteo Renzi che si
è congratulato coll’ideatore del sito di moda on line di Zola Predosa. «Complimenti a Federico Marchetti a e al team di Yoox. Tanto di cappello, bravissimi. E in bocca al lupo» gli auguri del premier.
Poi è stato il turno della Borsa. Anche ieri il titolo
di Yoox ha registrato forti acquisti, chiudendo con
un aumento dell’11% a 25,75 euro per azione. Ma a
guadagnarci è soprattutto Bologna che, con questa operazione, può ambire a diventare uno dei
centri più importanti delle vendite on line.
«La fusione darà vita a un gruppo leader mondiale destinato a portare un ulteriore cambiamento nella moda on line» ha commentato Marchetti.
Un’operazione che, secondo l’amministratore delegato del nuovo colosso da 1,3 miliardi di fatturato complessivo, aprirà «ulteriore prospettive di
crescita», mentre «l’unione delle competenze distintive permetterà di rafforzare ancora di più il legame con i marchi del lusso, offrendo maggiori
opportunità su una piattaforma indipendente,
che opera a livello globale».
Il nuovo gruppo — che si chiamerà Yoox Net-APorter — continuerà ad essere quotato a Piazza
Affari, e «ad avere la sede in Italia». A Milano dove
si trova la mente commerciale, e a Zola Predosa
dove batte il cuore produttivo. La fusione darà vita
ad un leader globale che potrà contare su una base
di oltre 2 milioni di clienti e la possibilità di raggiungere una platea di 24 milioni di visitatori unici al mese. Ancora qualche altro dato: nel 2014 il
margine operativo lordo delle due realtà è stato di
108 milioni di euro, 5,8 milioni di ordini aggregati, e un’unica piattaforma tecno-logistica che connetterà tutti gli online store e i centri logistici.
Quello tra le due società dell’e-commerce era
un matrimonio del quale si discuteva da tempo.
La fusione tra le due realtà, del resto, era una
delle poche possibilità per sfuggire al cannibalismo di Amazon, il gigante Usa delle vendite
online. Ora Yoox Net-A-Porter potrà giocare la
sua partita. La fusione, il closing è fissato a settembre, produrrà risparmi per 60 milioni a par-

La sede resterà
in Italia e
la quotazione
a Milano
tire dal terzo esercizio dal completamento dell’operazione. A quel punto verrà deciso anche
un aumento di capitale fino a 200 milioni per
finanziare nuove opportunità di crescita.
Richemont, la holding finanziaria, quotata alla
Borsa di Zurigo e con sede a Ginevra, che riunisce
diversi marchi del lusso tra cui Net-A-Porter, deterrà il 50% del capitale della newco. Per poter garantire l’indipendenza di Yoox Net-A-Porter, i diritti di voto di Richemont saranno limitati al 25%.
Presidente della società nata da questo matrimonio, sarà la fondatrice e attuale presidente di NetA-Porter Natalie Massenet. «Abbiamo aperto le
porte del più grande luxury fashion store al mondo, senza confini geografici, che non chiude e mai
e che connette, ispira e offre a milioni di clienti
nel mondo, l’accesso ai migliori brand della moda», il suo commento.
Può quindi ora avere inizio la nuova sfida di
Marchetti, dopo essere uscito indenne dalla crisi
della new economy e da quella ancor più lunga e
pesante, iniziata nel 2008. Il nuovo gruppo ora ha
tutti i numeri per sfidare anche Amazon. Ma tra i
due, assicura Marchetti, non ci sarà competizione. «Non ci sentiamo minacciati, il nostro ordine
medio è il più alto nell’industria e saremo focalizzati nel lusso».
B. P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
 La fusione
tra i due gruppi
ha portato alla
nascita di Yoox
Net A Porter,
un colosso da
1,3 miliardi di
ricavi ,2 milioni
di clienti e 24
milioni di utenti
unici al mese
L’analisi
di Beppe Persichella
Quell’idea di un guru 30enne
che creò la boutique globale
Dalla Columbia a piazza Affari, 15 anni di successi
«The best is yet to .com»
amava ripetere Marchetti, l’imprenditore guru creatore di Yoox. Un gioco di parole per dire a
tutti che il meglio doveva ancora arrivare.
È arrivato ieri. La fusione con
Net-A-Porter non è la ciliegina
sulla torta di un’avventura iniziata 15 anni fa tra Casalecchio
di Reno e Zola Predosa, dalla
mente di un trentenne nato a
Ravenna con un curriculum da
impressionare anche i docenti
della Columbia University, dove negli anni ‘90 ottiene il diploma di in business administration (MBA). È un nuovo importante capitolo di una storia
imprenditoriale nata negli anni
della crisi ma che non conosce
crisi.
La data cruciale, quella dove
tutto ha inizio, è il Natale del
‘99. Marchetti, manager di appena trent’anni nato a Ravenna, decide di licenziarsi da una
prestigiosa società e fondare
l’anno dopo la sua creatura Yoox. Un successo immediato che
colpisce gli analisti impegnati
in quegli anni a contare le perdite delle imprese messe in ginocchio dalla crisi. «Noi siamo
immuni — raccontava invece
Marchetti — perché navighiamo su questo incredibile fiume
in piena che è l’e commerce,
talmente grosso, forte e veloce
che nessuno riesce a fermarlo». E così nel 2001 nasce l’area
vintage, due anni dopo il gruppo di Zola Predosa sbarca per la
prima volta nel mercato Usa,
Quartier generale La sede della multinazionale Yoox a Zola Predosa
nel 2004 in quello giapponese.
Sono gli anni della maturità, i
risultati di Yoox interessano
anche Elserino Piol, vecchio
guru dell’informatica e controllore dei fondi Kiwi specializzati nel finanziamento di
nuove società hi-tech, che deci-
de di entrare nel cda dell’azienda. Nel 2007 Marchetti festeggia il primo milione di ordini
in Europa, un buon biglietto da
visita per la quotazione in Borsa del dicembre del 2009,
quando oramai la società è in
grado di coprire 67 paesi in tut-
to il mondo (oggi supera il centinaio). Sarà l’unica impresa
bolognese quell’anno a sbarcare in piazza Affari. E una delle
poche ad assumere in un unico
blocco 70 lavoratori, chiedendo ai giovani talenti in circolazione di farsi vivi. In tutto
l’azienda oggi può contare su
800 dipendenti (l’87% a tempo
indeterminato), 226 assunti
due anni fa.
Yoox non è più una sorpresa,
ma una grande realtà che ha il
suo cuore operativo a Bologna.
Anche la politica si accorge di
Marchetti, tanto che nel 2012 il
Capo dello Stato Giorgio Napolitano gli consegna il premio
«Leonardo» per l’innovazione.
Nel 2013 la società supera il miliardo di euro di capitalizzazione. Oramai le attività del gruppo avvengono su tre negozi on
line: yoox.com per la moda,
l’arte e il design, la boutique on
line di lusso thecorner.com e
shoescrib.com, l’ultimo arrivato, per le calzature femminili.
Ma «the best is yet to .com», il
meglio è una nuova società
mondiale nata ieri e che non ha
paura di sfidare Amazon.
Il racconto
E-commerce
e Philip Morris,
il rilancio modello
di Zola Predosa
Se dici Yoox a Zola Predosa, in
pochi sanno di cosa stai
parlando. Eppure il colosso del
commercio online del lusso ha
un cuore che palpita a Piazza
Affari ma le fondamenta ben
piantate in questo comune di
18 mila anime.«I dipendenti in
giro non si vedono — spiega il
signor Danilo della tavola
calda nella zona industriale —,
quelli di Philip Morris invece li
conosciamo tutti». Stipata tra
capannoni di fabbriche di
tutto ciò che il settore
manifatturiero può produrre,
si nasconde a malapena la
sede di quella una società più
adatta alla Silicon Valley.
Dall’altra parte della strada c’è
Intertaba, l’affiliata Philip
Morris centro di eccellenza
nell’innovazione delle
tecnologie per la produzione
di sigarette. Due colossi
mondiali, new economy da un
lato e high tech dall’altro, in
una cittadina ad alto tasso di
concentrazione industriale,
«che proprio per questo ha
pagato un prezzo altissimo alla
crisi» commenta il sindaco
Stefano Fiorini. Nel 2016 la
Philip Morris terminerà i lavori
per la nuova fabbrica di
Crespellano, nella quale
lavoreranno 600 persone, 90
sono già state assunte nel
training center di Zola, dopo
che negli anni passati proprio
qui insegne storiche della
meccanica, come Verlicchi e
Fini compressori, sono finite
nella morsa della crisi.
All’indomani della notizia
della fusione con la Net-aPorter, fuori dai cancelli di
Yoox i dipendenti hanno le
bocche cucite, ma si
riconoscono subito:
giovanissimi (età media 32
anni), macchine costose e look
hipster, vestiti alla moda e aria
di chi sa che in pentola bolle
qualcosa di grosso: «Non
possiamo commentare, è
un’operazione delicata» però
«c’è entusiasmo e
fibrillazione» si lascia
scappare qualcuno. «La
vocazione globale di Yoox la
rende famosa più in ambito
internazionale che da noi —
commenta il sindaco —, ma
abbiamo ottimi rapporti. Mi
avevano anticipato la volontà
di allargare il gruppo». La
maggior parte dei dipendenti
arriva da Bologna e Milano:
l’azienda finanzia una navetta
che ogni giorno fa spola da
Bologna. «Speriamo —
aggiunge Fiorini — che
quando termineranno i lavori
della Philip Morris, anche il
pubblico abbia fatto la sua
parte: il casello di Crespellano
e il completamento dell’asse
attrezzato da Bazzano sono
indispensabili».
Andreina Baccaro
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