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5 di Stefano Tassini I giovani parte viva nel Congresso Fidas Giovani di Verona, presenti! In occasione del Congresso Nazionale ci siamo adoperati attivamente e al meglio delle nostre possibilità per ricambiare la fiducia dei consiglieri provinciali, con in testa il presidente Silvano Salvagno, che da sempre credono nelle nostre capacità e nel nostro lavoro. Mi ricordo che nei precedenti quattro congressi a cui ho partecipato, nelle sale adibite ai lavori erano sempre presenti delle hostess contattate tramite agenzie, e aventi il compito di assistere i vari delegati d’Italia. Ma noi di Verona abbiamo fatto di più! Nelle sezioni di Badia Calavena e Villafranca abbiamo trovato dieci giovani donatrici o simpatizzanti che si sono rese disponibili a ricoprire questo ruolo. Con il prezioso supporto del nostro consigliere provinciale Maurizia Grisi, sono state realizzate dalle signore Fabiana, Dolores, Dora, Alma e dal signor Antonio, le divise personalizzate per le ragazze. Nelle giornate congressuali il risultato è stato sotto gli occhi di tutti: Katia, Valeria P., Marta, Lorena e Valeria D.M. di Badia, e Alice, Giorgia, Elsa, Ilaria e Barbara di Villafranca erano presenti nel Palazzo della Gran Guardia in piazza Bra per accoglie- re i congressisti e fornire supporto durante i lavori. La loro è stata una presenza fresca e spumeggiante che ha dato un tocco di vitalità all’ambiente. I congressisti sono rimasti favorevolmente sorpresi quando sono stati messi al corrente che le giovani ragazze che si sono avvicendate alla Gran Guardia erano tutte volon- tarie di Fidas Verona. Avuta la notizia, tutti i presenti hanno rivolto alle nostre hostess un caloroso e spontaneo applauso. Grazie ragazze per il vostro aiuto e disponibilità! Ma i giovani veronesi non si sono fermati qui. Il sabato pomeriggio ci siamo recati assieme ad un bel gruppo di giovani di altre Fidas d’Italia in quel di Pedemonte, dove siamo stati ospitati nella cantina vinicola del simpaticissimo sig. Ezio Tommasi, il quale ci ha spiegato l’arte di produrre il buon vino e ci ha deliziato il palato con ottimi Amarone e Recioto, vini veronesi per eccellenza. Alla sera, adeguatamente carburati e pieni di voglia di stare ancora assieme, in un bel gruppo di settanta ragazzi e ragazze ci siamo trovati a mangiare la pizza a Parona. Anche nella giornata clou di domenica, in occasione della grande sfilata nazionale in centro città, i giovani veronesi hanno garantito la loro presenza. Molti di noi hanno contornato con le bandiere della Fidas il labaro provinciale e lo hanno “scortato” lungo il percorso; altri giovani hanno partecipato alla sfilata con il nostro striscione. Le nuove magliette che abbiamo sfoggiato per l’occasione erano proprio belle e hanno avuto molto successo fra i presenti. Sono state realizzare con una grafica accattivante dotandole del nostro nuovo logo Fidas Giovani e della scritta “100% puro sangue”. Uno slogan proprio d’effetto! I giovani sono parte attiva della vita associativa di Fidas Verona, ma la nostra presenza è strettamente legata alla disponibilità di tanti nuovi amici ad unirsi al gruppo. Ormai tutti sapete dell’esistenza di Fidas Giovani e quindi contiamo sul supporto delle varie sezioni e di altri giovani. Su queste pagine voglio ringraziare tutti i ragazzi e ragazze che credono in questo gruppo collaborando con disponibilità e impegno costante, permettendoci così di raggiungere quegli obiettivi che ogni anno ci prefiggiamo e che tanto ci soddisfano e gratificano. 6 di Stefano Tassini Tu chiamale se vuoi... emozioni L’attesa nei giorni prima del Congresso, l’ansia che mi prende pensando se davvero abbiamo curato ogni particolare, l’arrivo dei delegati, il vestito della festa indossato chiedendomi se sarà sufficientemente elegante, i saluti e gli abbracci con amici provenienti da tutta Italia, la nostra Piazza Bra, l’Arena e la Gran Guardia con le sue immense scale interne, le tante corse fatte, le montagne di fotocopie. Come non ricordare il giorno del raduno e della sfilata nazionale: una Verona vuota e silenziosa alle sette del mattino e in poco tempo invasa da decine di pullman e migliaia di persone, i colori, gli striscioni per le strade e quelli in mano ai gruppi di donatori, i cappellini, i labari a perdita d’occhio, le bandiere sventolate con orgoglio, le bande musicali, la moltitudine di persone alla partenza del corteo, l’incontro con un’amica proveniente da lontano, la gioiosa confusione e l’attesa del via alla sfilata, gli agenti municipali in alta uniforme col gonfalone di Verona, Enrico col nostro labaro provinciale circondato dai giovani, i donatori della mia sezione di Caselle in sfilata, i giovani Fidas Verona con le loro bellissime magliette, i portoni della Bra, la scalinata del municipio stracolma di labari, piazza Bra invasa dalle varie associazioni italiane, la prima lettura durante la messa, i ringraziamenti e l’emozione di Giuseppe, i tremila palloncini lanciati dall’Arena, il sole di quella giornata. Nelle mente scorrono le immagini dell’ultimo giorno di Congresso: i preparativi per le elezioni del nuovo Consiglio Nazionale, l’interminabile spoglio, le espressioni stanche degli scrutatori e del presidente del seggio, la nomina degli eletti tra cui il nostro Gilberto, gli applausi, i vari ringraziamenti. Come fare a non ricordare le nostre belle hostess, le cene, il signor Tommasi con il suo vino e il suo dialetto veronese parlato a tutti i giovani d’Italia, le notti a spasso con gli amici, le otto ore dormite in quattro notti, la sveglia e le micidiali levatacce, le risate e la stanchezza, il confronto con ragazzi e ragazze di varie realtà italiane. Arriva alla fine il momento dei saluti, le strette di mano, i baci, gli abbracci, la tristezza pensando che tutto è finito, il sollievo pensando che tutto è finito, lo sgombero dei nostri materiali dalla Gran Guardia, la birra con alcuni volontari sotto le mura in piazza Bra. L’intensità con cui ho vissuto e partecipato a questo evento, le sensazioni e i ricordi rimasti nella mente…Tu chiamale se vuoi… emozioni… Impressioni di un Congresso nazionale di Katia Aldegheri I tre giorni di Congresso Nazionale Fidas a Verona sono stati intensissimi e io posso dire con soddisfazione “c’ero!”; infatti, ho avuto la fortuna di parteciparvi come hostess insieme ad altre nove ragazze, tutte giovani donatrici come me. Le attività congressuali vere e proprie si sono tenute alla Gran Guardia nei giorni 22 e 24 aprile. È stata un’esperienza unica, innanzitutto perché non tutti hanno la possibilità di parteciparvi: i lavori sono aperti ai delegati delle varie federate Fidas d’Italia e a qualche decina di congressisti. In quei due giorni abbiamo potuto assistere a convegni, dibattiti, tavole rotonde tutte incentrate sul mondo del sangue. Sono stati incontri di livello molto alto perché vi partecipavano medici di importanza notevole, nonché i vertici della Fidas nazionale. Io ero già andata al Congresso Nazionale del 2002 a Reggio Calabria, ma allora avevo partecipato solo alla sfilata per le vie della città. Questa volta, invece, ho assistito al Congresso vero e proprio, non che la sfilata sia di minore importanza, anzi, però ho avuto l’opportunità di vedere in cosa consiste un Congresso Nazionale, la fatica che si fa per organizzarlo, la soddisfazione che nasce quando i congressisti entusiasti fanno i complimenti per come è andato l’evento! Sono stati tutti molto gentili con noi hostess, ci siamo sentite importanti. Ammetto però che il nostro contributo è stato minimo in confronto a tutto il lavoro di organizzazione che c’è stato dietro questo Congresso. Non va dimenticata anche la sfilata della domenica mattina, con gli striscioni e i labari in Corso Porta Nuova... eravamo in tantissimi! Era impressionante vedere tutto il viale percorso da migliaia di donatori che provenivano da tutta Italia! Arrivato il lunedì non mi sarebbe dispiaciuto che il Congresso fosse durato qualche altro giorno, perché ormai mi stavo “affezionando” a quell’ambiente e mi intristiva un po’ l’idea che quel pomeriggio sarebbe finito tutto… però le cose belle finiscono prima o poi, e quindi è finito anche il Congresso. Sicuramente mi restano nel cuore tanti bei ricordi, nuove amicizie e la voglia di continuare a collaborare con la Fidas perché c’è sempre bisogno di volontari e di gente che si impegni in qualcosa in cui crede! Non mi resta che ringraziare le persone che hanno avuto la splendida idea di scegliere noi come hostess per il Congresso e tutti coloro che sono stati assieme a noi in quei giorni e che ci hanno dato una “dritta”. Mi auguro di ritrovarci tutti insieme l’anno prossimo a Bari per il Congresso Nazionale Fidas del 2007!!! 7 AS FID VER O NA RI N AT GU E D ON O VOL I O N TA R I D SA PROGETTO SCUOLA Per far comprendere agli studenti di tutte le età l’importanza della donazione di sangue, l’Amministrazione provinciale di Verona appoggia, ormai da qualche anno, “Progetto scuola” condotto da Fidas ed Avis provinciali. Si tratta di un progetto in atto da cinque anni nelle scuole elementari, medie e superiori attraverso l’operato di numerosi volontari e medici per far conoscere ai ragazzi il mondo della solidarietà umana, del dono di sangue, di organi e midollo osseo. Attraverso fumetti e quaderni, con immagini e comunicazioni adatte alle diverse età dei ragazzi coinvolti, i Prosegue intensa la campagna di sensibilizzazione nelle scuole elementari, medie e superiori per far comprendere l’indispensabilità del dono del sangue appoggiata dall’Amministrazione provinciale A scuola piccoli donatori crescono volontari forniscono informazioni di tipo medico e scientifico su che cos’è il sangue, i gruppi sanguigni, su chi può donare, quali rischi si corrono fino alle sue tipologie di impiego che vanno dalle trasfusioni, ai trapianti di organi e di midollo osseo. “In pochi anni - ha sottolineato Luigi Piva, presidente provinciale Avis - questo volontariato nelle scuole è riuscito a raggiungere obiettivi estremamente ammirevoli. Dai 10 mila alunni contattati quattro anni fa si è passati ai 14 mila del 2005 e si spera possano diventare 15 mila nel 2006”. Silvano Salvagno, presidente provinciale Giovani, ma sanno sognare! Fidas ha rilevato che: “In confronto alla media nazionale i risultati di Verona sono molto positivi. Dalle 50 mila donazioni di fine ‘900 si è passati alle oltre 61 mila di quest’anno. Se si confrontano le percentuali italiane che vedono in media 33 donatori su 1000 abitanti, questa sensibilità a Verona sembra essere ormai radicata su 72 donazioni ogni 1000 abitanti”. I ragazzi avranno modo di diventare donatori in futuro e sicuramente non si dimenticheranno di questo tipo di volontariato ed è grazie a questa intermediazione che stimola il buon esempio, che i risultati sono davvero evidenti. Orari dei Centri Trasfusionali e dei Centri di Raccolta Nei mesi scorsi, gli alunni delle classi quinte della scuola elementare di Palazzolo di Sona, grazie all’intervento di alcuni rappresentanti della Fidas di S.Giorgio in Salici, hanno conosciuto il mondo della donazione di sangue. Gli insegnanti hanno valutato molto positivamente l’esperienza perché ha permesso agli alunni di conoscere un gruppo che opera sul loro territorio, perché l’argomento si inserisce nel programma scolastico che prevede lo studio del corpo umano, e perché la donazione è propositiva di valori quali l’attenzione all’altro e l’aiuto reciproco che anche la scuola, quotidianamente, si preoccupa di perseguire, risaltando i valori della solidarietà e del volontariato. I bambini, sulla spinta di questo incontro, hanno composto delle poesie che pubblichiamo qui di seguito. Scritte con il semplice linguaggio della loro età, lanciano un messaggio forte alla nostra società. Il dono Dal profondo del cuore A scuola, una calda sabbia fermò la corsa del sangue che, con il suo colore rosa, portò un dolce suono: dono. Elisa, Michele La giostra del dono stimola l’energia del sangue, emergendo dal profondo del cuore. Alessandro, Enrico Il via-vai del sangue Lo sforzo del sangue Nel mondo c’è un sentiero: il percorso del sangue. Ogni donatore ne regala una goccia e salva una vita. Veronica, Emanuele, Elena Con un grande sforzo scorre silenziosa la sfida del sangue e sente crescere la felicità del dono. Jessica, Michele Il nonno donatore Il nostro prato • Nogara dal Mercoledì a Venerdì ore 8.00 - 10.00 Nel mondo, mio nonno, con il dono del sangue salvò molte vite, silenziosamente. Francesca, Mouchine Il nostro prato è sacro, come il percorso del sangue che racconta il suo dono al sognatore. Stefano, Federica • Zevio il Martedì e Venerdì ore 8.00 - 10.00 Il salto Grazie Fidas • Caprino il Giovedì e Sabato ore 8.00 - 10.30 Tra l’arida sabbia che appena mormorava l’amicizia del sangue, con un salto, salvo una vita. Andrea, Jessica, Manuel Grazie alla Fidas siamo usciti dai guai; la sfida del sangue, con piccoli globuli genera fiducia. Stefano, Federica • Malcesine il Martedì ore 8.00 - 10.30 • Negrar dal Lunedi al Venerdì ore 8.00 - 10.30 AZIENDA OSPEDALIERA • Borgo Trento dal Lunedì al Sabato ore 8.00 - 11.00 e tutte le Domeniche (chiuso il 2.01 / 27.03 / 1.05 / 7-14.08 / 25.12) ore 8.00 - 11.30 • Borgo Roma dal Lunedì al Sabato ore 8.00 - 11.00 Domeniche (quando ci sono le raccolte) ore 8.00 - 11.30 ULSS 20 • S. Bonifacio dal Lunedì al Sabato ore 7.30 - 11.00 • Cologna Veneta il Martedì e Venerdì ore 8.00 - 11.00 • Tregnago Mercoledì ore 8.00 - 11.00 (Agosto chiuso) ULSS 21 • Legnago dal Lunedì al Sabato ore 8.00 - 11.00 Ultima Domenica ore 8.00 - 11.00 • Bovolone il Lunedì e Giovedì ore 8.00 - 10.00 Terzo Sabato del mese 8.00 - 10.00 Prima Domenica del mese 8.00 - 10.00 Seconda e Terza Domenica ore 8.00 - 10.00 ULSS 22 • Bussolengo dal Lunedì alla Domenica ore 8.00 - 11.00 • Isola Della Scala il Venerdì ore 8.00 - 10.30 Seconda Domenica ore 8.00 - 10.30 • Villafranca Sabato ore 8.00 - 11.00 8 Piero Confortini: appartiene alla storia dei trapianti Piero Confortini: medico umanista, aveva l’ansia, la gioia, l’orgoglio di rendersi utile agli amici e soprattutto agli sconosciuti. Operò il primo trapianto di rene a Verona il 29 novembre 1968, fu presidente della Società Italiana dei Trapianti e fu primario di Urologia degli Ospedali riuniti di Verona, docente universitario e chirurgo di fama internazionale. Nel 25° della Sua scomparsa desidero ricordare questo grande scienziato che tanto ha fatto per le persone malate e in lista d’attesa e ha effettuato a Verona i primi 237 trapianti di rene. Successivamente il nostro Centro di trapianti di rene ha continuato la sua opera con i medici che facevano parte della sua equipe raggiungendo a tutto il 2005 la cifra record di 1.245 trapianti d’organo. Nel 1969 ero in una conferenza di volontari all’assistenza degli ammalati presso l’ospedale di Borgo Trento e lo incontrai per la prima volta. Confesso che quel medico mi affascinò non poco e scoprii alcuni lati buoni di quest’uomo: l’auto-ironica umiltà, la modestia, la simpatia umana, la curiosità, la capacità e la sicurezza, unite alla tenacia di chi cerca sempre soluzioni semplici, che non creano spunto a polemiche e che risolvono con la bontà ogni piccolo o grande problema dell’ammalato. Nella mente ritornano le accorate parole che rivolse a tutti noi presenti nel corso dell’udienza: “È nostro dovere curare il malato nel fisico e nello spirito e non lasciarlo mai solo nella sofferenza”. Rimpiango i tanti lati della personalità del prof. Piero Confortini che non ho avuto il tempo di cogliere, forse anche per mia colpa ma il tempo è stato insufficiente perché venne a mancare troppo in fretta. Ed è per questo che resta in me, e sono certo in molti altri, il rammarico di non aver conosciuto abbastanza quest’uomo che ha fatto dell’ospedale di Verona, del Centro trapianti di rene, uno dei centri più invidiati in Europa. Nato l’8 maggio 1924 a Ferrara, studiò a Padova alla scuola di Vittorio Pettinati, che iniziò la specializzazione dei trapianti di rene. A Verona si trasferì intorno al 1965, quando vinse il concorso per la terza divisione chirurgica dell’ospedale di Borgo Trento, dove istituì un centro di emodialisi tra i più efficienti d’Italia. A quel tempo negli Stati Uniti, dove i trapianti erano eseguiti correntemente, i malati mantenuti in vita con l’emodialisi erano 47 per milione di abitanti, mentre in Italia eravamo giunti già a 81 e la situazione era difficilmente contenibile. Se anche era possibile ovviare con la dialisi alla mancanza dei trapianti, tuttavia veniva meno a quei malati, ed erano moltissimi in Italia che lo richiedevano, la possibilità di essere operati. Si continuava perciò ad assistere al triste fenomeno di malati costretti a cercare all’estero quello che non potevano trovare in casa loro. Era inevitabile la discriminazione tra poveri e i ricchi che potevano sostenere le spese rilevanti di trasferte onerose. Il passo avan- di Gianni Chesta ti è stato consentito dall’acquisita possibilità di conservare il rene per molte ore, una volta distaccato dal corpo umano. La concentrazione di sali in determinate concentrazioni e la bassa temperatura pongono l’organo in uno stato di ibernazione che rallenta tutti i processi vitali e quindi ne prolunga la vita. Complesse operazioni che potevano prevedere una sospensione dei processi di circolazione sanguigna uniti alla pratica dei trapianti hanno dimostrato che il rene, ben lavato e raffreddato, può rimanere vitale anche per oltre trenta ore. I primi risultati erano incoraggianti e lo sviluppo dei trapianti divenne straordinario. Nuovi orizzonti dunque nella chirurgia del rene a Verona. I trapianti d’organo a Verona prendevano campo e si realizzarono i primi impensabili interventi. Il giornalista C e s a r e Marchi scriveva: “Arrivati alla vigilia del Natale 1981 con 237 trapianti di rene eseguiti a Verona, Piero Confortini si sentiva felice da morire affermava ai colleghi che erano con lui in quel tremendo giorno - e il destino lo ha preso in parola: all’ospedale giunse cadavere; aveva il volto non contratto degli infartuati, ma sorridente, quel sorriso che tutti gli amici gli conoscevano”. Lo scorso autunno è stata approvata la nuova legge sangue, la 219/05, che sostituisce la 107/90 e che riteniamo, nei suoi dettati, una buona legge. La Fidas nazionale, per meglio illustrarne i contenuti, ha pubblicato un interessante depliant riassuntivo diviso in due articoli: uno riguardante i criteri della donazione, l’altro che tratta la sospensione temporanea e permanente dalla donazione. In questo numero pubblichiamo la prima parte del depliant riguardante i criteri di donazione. La seconda sarà pubblicata sul prossimo numero del nostro giornale. DONAZIONE MULTI-COMPONENT: cos’é È un nuovo tipo di donazione che permette di realizzare, in un unica seduta, la raccolta di globuli rossi concentrati, piastrine e plasma in varie associazioni tra loro. Rispetta e tutela la salute del donatore in quanto permette di personalizzare la donazione. Ciò significa che il donatore in base alle proprie caratteristiche ematologiche e fisiche, donerà l’emocomponente o gli emocomponenti la cui sottrazione comporterà le minime variazioni dei valori normali. Assicura che il paziente nel pieno rispetto della salute del donatore, riceva da quest’ultimo gli emocomponenti con il giusto contenuto di emoglobina e di piastrine ottenendo così la migliore risposta terapeutica. TUTELA DELLA SALUTE Prima di ogni donazione il medico responsabile della selezione accerta che il candidato donatore possegga i requisiti ideali affinché la sua stessa donazione non debba arrecare danni a sè o al ricevente. Il candidato donatore risponderà in maniera veritiera sia alle domande del medico che al questionario riguardante il suo attuale stato di salute. INTERVALLI TRA DONAZIONI Il numero massimo di donazioni di sangue intero nell’anno non deve essere superiore a 4 per l’uomo e 2 per la donna in età fertile; con intervallo minimo tra 2 donazioni di 90 gg.. L’intervallo di tempo minimo tra due donazioni di plasma e tra una di plasma e una di sangue intero è di 14 gg.; tra una donazione di sangue intero e una di plasma l’intervallo è di 1 mese. Lo stesso intervallo valido per la plasmaferesi vale per la piastrinoaferesi. L’intervallo tra due donazioni multi-component varia tra 14 e 180 gg. a seconda del tipo di componente oggetto del prelievo. LA DONAZIONE Il sangue e i suoi derivati hanno una sola provenienza: l’uomo. La donazione è indispensabile per coprire il fabbisogno ematico. Il donatore periodico è la principale garanzia di sicurezza per l’ammalato che è certo di ricevere sangue proveniente da persone costantemente controllate, ma è anche un modo affinché il donatore possa fare prevenzione attraverso un monitoraggio costante del proprio benessere fisico. Il donatore deve rispondere ai principali requisiti di sicurezza per se e per gli altri. In qualunque momento può sospendere la propria donazione o invalidarla comunicando al medico, in totale riservatezza, la propria decisione di autoesclusione. I REQUISITI DEL BUON DONATORE - Età compresa tra i 18 e 65 anni. Fino a 60 anni per la prima donazione - Emoglobina per donazione di sangue intero > 13,5 per gli uomini > 12,5 per le donne - Emoglobina per plasmaferesi > 12,5 per gli uomini > 11,5 per le donne - Peso: almeno 50 Kg. almeno 60 Kg. per donazione multi-component dove un elemento sia Globuli Rossi - Pressione Arteriosa almeno 60/110