La valutazione degli apprendimenti
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La valutazione degli apprendimenti
La valutazione degli apprendimenti dopo il D.P.R. n. 122/2009, attuativo della l. n. 169/2008 I principi di riferimento • ogni alunno ha diritto ad una valutazione trasparente e tempestiva • la valutazione, che è espressa in decimi, ha per oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo degli alunni • la valutazione concorre ai processi di autovalutazione degli alunni, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al loro successo formativo • le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali devono essere coerenti con gli obiettivi di apprendimento previsti dal P.O.F. 2 Cosa valutare La valutazione concerne “il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo” degli alunni. L’apprendimento è riferibile alle conoscenze e alle competenze riconducibili ai fondamenti delle discipline. Il comportamento, definito attraverso indicatori, riguarda la qualità degli atteggiamenti e delle relazioni. Il rendimento complessivo attiene alle competenze personali, disciplinari e trasversali che l’alunno acquista tramite un percorso di apprendimento personalizzato. 3 La valutazione non è altro dalla didattica La valutazione accompagna la programmazione didattica 1) nella fase iniziale, come valutazione diagnostica che • definisce, anche attraverso test d’ingresso, il livello di partenza per avviare il processo formativo del singolo allievo e della classe dunque, misura l’input 4 2) nella fase intermedia, come valutazione formativa che: • indica il grado di assimilazione delle conoscenze • registra il ritmo dell’apprendimento • permette di apportare le dovute modifiche all’azione didattica dunque, misura i processi 5 3) nella fase finale, come valutazione sommativa che: • si colloca al termine del processo di apprendimento, evidenziando gli effettivi risultati conseguiti dallo studente • esprime un giudizio complessivo sulla qualità delle conoscenze, competenze ed abilità • costituisce il bilancio della programmazione, fungendo da verifica dell’efficacia dell’azione didattica dunque, misura l’output 6 • ha natura riflessiva ed esperienziale sia per il docente, chiamato a rimeditare il proprio repertorio di tecniche e a correlare gli obiettivi didattici agli strumenti di verifica degli apprendimenti, sia per lo studente, indotto ad un processo di autovalutazione dei punti di forza e di debolezza del proprio stile di studio; • ha funzioni orientativa e proattiva, cosicché l’alunno possa maturare scelte ponderate ed impiegare strategie autonome per raggiungere il suo stesso successo formativo. 7 Le distorsioni valutative più frequenti • l’effetto equazione personale si ha quando si tende a comprimere la scala di valutazione appiattendola intorno al valore intermedio, verso l’alto o verso il basso, in base alla visione che si ha della propria immagine professionale, improntata ora a rigore ora ad indulgenza; 8 • l’effetto alone si ha quando il valutatore considera rilevante qualche caratteristica dell’alunno, come tratti di personalità, particolari abilità, affinità o divergenze di opinioni, per cui il risultato viene, a seconda delle circostanze, sopravvalutato o sottovalutato; • l’effetto di stereotipia, noto come Pigmalione la valutazione viene influenzata da particolari aspettative di successo o di insuccesso, con una inesorabile aderenza del risultato alla profezia. 9 Alcune apparenti ovvietà 1. La valutazione deve essere trasparente. Dunque, è contra legem l’omessa comunicazione del voto. Tale condotta contraddice, inoltre, la natura orientante della valutazione. 2. Le verifiche debbono essere ripetute e non occasionali. L’alunno ha bisogno, per progredire, di feedback sull’impegno, di aiuto nell’insuccesso e, di fronte a buone performance, di ricompense gratificanti. 10 3. La valutazione deve essere tempestiva. Comunicare gli esiti delle prove con ritardo • vuol dire ignorare la funzione di supporto all’apprendimento della valutazione; • ostacola il recupero in tempo utile delle lacune; • attenua il ricordo della prova cosicché lo studente non è in grado di risalire alle cause che l’hanno indotto in errore. 11 Una consuetudine discutibile Le “interrogazioni programmate”, quando riguardano parti cospicue del programma e sono concentrate in prossimità degli scrutini, rivelano importanti limiti: • penalizzano gli studenti più vulnerabili, che dovrebbero essere sostenuti in progress; • negano in radice qualsiasi approccio modulare; • limitano gli spazi per la didattica compensativa e il recupero • eludono la valutazione formativa ; • riducono il controllo del docente sul processo di apprendimento. 12 La competenza a valutare nella primaria • appartiene collegialmente ai docenti contitolari della classe, inclusi quelli di sostegno e di IRC nella secondaria di 1° e 2° grado, • al Consiglio di classe, presieduto dal D.S. o da un suo delegato Dall’a.s. 2008/2009, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti e la certificazione delle competenze viene effettuata in voti espressi in decimi e, solo nella primaria, illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno. 13 La non ammissione nella primaria • è consentita solo con deliberazione unanime e comunque limitata a casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione. nella secondaria di 1° e 2° grado • vale il criterio della maggioranza. Per essere ammessi gli studenti devono aver raggiunto un voto non inferiore ai sei decimi in ciascuna disciplina. 14 Il voto di condotta Viene espresso in forma di giudizio nella primaria, di voto in decimi nella secondaria di 1° e 2° grado. La votazione sul comportamento degli studenti concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione all’anno successivo. Il tema ha un forte legame con l’irrogazione delle sanzioni disciplinari. La questione è disciplinata, per gli studenti delle scuole secondarie di 1° e 2° grado, dal D.P.R. n. 249/1998, noto come Statuto delle studentesse e degli studenti, e dal D.P.R. n. 235/2007 che lo ha modificato. 15 Il peso delle assenze Ai fini della validazione dell’anno scolastico, le assenze non devono superare un quarto dell’orario annuale. L’alunno che ha superato il 25% delle assenze neppure accede alla valutazione delle discipline e del comportamento e, in sede di scrutinio finale, il D.S. si limita a compilare un attestato in cui dichiara che l’alunno non ha frequentato le lezioni nella misura minima prevista e per questo non è ammesso alla classe successiva o agli esami di Stato. Tale criterio quantitativo è attenuato dalla possibilità per il Collegio dei docenti di prevedere “motivate deroghe in casi eccezionali”. 16 Tipicità valutative della secondaria superiore • la sospensione del giudizio per gli studenti che non abbiano raggiunto la sufficienza in una o più discipline, secondo i criteri approvati dal Collegio dei docenti e resi pubblici nel POF; • la programmazione e l’attuazione di interventi didattici estivi per il recupero delle carenze rilevate; • lo svolgimento, entro la conclusione dell’anno scolastico e comunque non oltre la data di inizio delle lezioni dell’anno scolastico successivo, di prove di verifica del recupero delle carenze propedeutiche alla formulazione del giudizio finale che, in caso di esito positivo, comporta l’ammissione alla classe successiva e all’attribuzione del credito scolastico; 17 • un sistema di attribuzione di crediti scolastici e formativi in vista dell’esame di Stato conclusivo; • la possibilità, per gli alunni che abbiano conseguito nel 4° anno la votazione di 8 in tutte le discipline e abbiano riportato votazioni non inferiori a sette in tutte le discipline nel biennio precedente al penultimo anno, di anticipare l’esame di Stato conclusivo. 18 Questioni particolari Valutazione dell’IRC • Viene redatta a cura del docente di religione cattolica e comunicata alla famiglia una speciale nota sull’interesse e il profitto, da consegnare insieme alla pagella (D.P.R. n. 297/94). Valutazione dei docenti esterni e degli esperti • Le scuole se ne avvalgono per gli insegnamenti o le attività di ampliamento o potenziamento dell’offerta. Non partecipano allo scrutinio, limitandosi a fornire preventivamente al docente di riferimento elementi conoscitivi sull’interesse e il profitto raggiunto da ciascun alunno. 19 In altri termini, parlano “per bocca” del docente di riferimento. Così, ad es., il docente/esperto di madre lingua inglese che ha svolto corsi di conversazione con un certo gruppo di allievi. Così, ancora, il docente di materie alternative all’IRC che, se avrà, ad es., svolto attività di rinforzo in geometria, non compilerà la scheda della materia alternativa ma fornirà elementi al docente di matematica. 20 Valutazione degli alunni stranieri • Secondo il D.P.R. n. 122/09, “sono valutati nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani”. Viene superato il precedente approccio al tema, viziato da una sorta di discriminazione positiva. Si riporta il testo della C.M. n. 28/07, ormai superata, relativa all’esame conclusivo del primo ciclo di istruzione per l’a.s. 2006/2007. 21 “Potendo essere la preparazione scolastica compromessa da un percorso di studi non regolare e dalla scarsa conoscenza della lingua italiana, pur nella inderogabilità dell’effettuazione di tutte le prove scritte previste per l’esame di Stato e del colloquio pluridisciplinare, le Commissioni vorranno considerare la particolare situazione degli alunni stranieri e procedere ad una opportuna valutazione dei livelli di apprendimento conseguiti che tenga conto anche delle potenzialità formative e della complessiva maturazione raggiunta”. 22 La valutazione degli alunni ospedalizzati Il DPR n. 81/09 prevede che l’USR, d’intesa con le ASL, possano autorizzare il funzionamento di classi di scuola primaria e secondaria di 1° grado per i minori ricoverati presso ospedali. Per la valutazione, si distingue secondo che frequentino corsi di istruzione presso strutture ospedaliere per periodi rilevanti ma inferiori alla metà dell’anno scolastico ovvero superiori. 23 Nel primo caso la valutazione periodica e finale compete al Consiglio di classe della scuola di iscrizione, il quale recepisce gli elementi essenziali dai docenti dei corsi istituiti nei luoghi di cura. Nel secondo caso, coloro che hanno impartito in ospedale gli insegnamenti effettuano lo scrutinio previa intesa con la scuola di riferimento, la quale fornisce gli elementi valutativi eventualmente acquisiti dai docenti del Consiglio di classe. 24 L’art. 45 del D.P.R. n. 394/99 dispone che “I minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all'istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. Essi sono soggetti all'obbligo scolastico secondo le disposizioni vigenti in materia. L'iscrizione dei minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado avviene nei modi e alle condizioni previsti per i minori italiani. Essa può essere richiesta in qualunque periodo dell'anno scolastico”. 25 La certificazione delle competenze Al termine della scuola primaria, abolito dalla l. n. 53/2003 l’esame di Stato conclusivo con l’unificazione in un unico ordine della ex scuola elementare e della ex scuola media, viene rilasciata una certificazione delle competenze. Il percorso formativo dell’alunno ne prevederà altre tre, dopo la scuola secondaria di primo grado, dopo l’adempimento dell’obbligo, al termine del secondo ciclo di istruzione. 26 Con il D.M. n. 9/2010 è stato adottato un modello di certificazione delle competenze al termine dell’obbligo (16 anni di età), diviso in 4 assi disciplinari (dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale) e 3 livelli, definiti di base, intermedio, elevato. Lo schema, con validità nazionale, è ispirato dalle competenze chiave di cittadinanza emergenti dal Quadro europeo (risoluzione U.E. n. 962/06). 27 Caratteristiche salienti degli esami di Stato Nella secondaria di 1° grado, è preceduto dall’ammissione (verifica della frequenza e valutazione non inferiore a sei decimi della condotta e del profitto in ciascuna disciplina). L’esame consta di: • tre prove scritte di italiano, inglese, matematica e scienze (più, eventualmente, quella della seconda lingua comunitaria, che può essere svolta anche in abbinamento alla prova di inglese o con un accertamento orale in sede di colloquio); • una prova scritta nazionale su testi scelti dal MIUR tra quelli disposti annualmente dall’INValSI; • una prova orale. 28 Il voto finale è costituito dalla media aritmetica dei voti in decimi ottenuti nelle singole prove e nel giudizio di idoneità, arrotondata all’unità superiore per frazione pari o superiore a 0.5. Ai candidati che abbiano conseguito il punteggio di dieci può essere assegnata la lode con decisione unanime. 29 Nella secondaria l’ammissione, di 2° grado si prevedono, dopo due prove scritte centralizzate (la seconda tiene conto della tipologia dell’Istituzione scolastica) • una prova pluridisciplinare elaborata direttamente dalla Commissione sulla base della prassi esercitativa (simulazioni) • un colloquio sulla generalità delle discipline impartite nell’ultima annualità. • 30 Per ciascuna prova scritta si prevede l’attribuzione di un punteggio fino a 15 mentre al colloquio possono essere riconosciuti fino a 30 punti. La valutazione massima è 100 (la lode è condizionata a vincoli stringenti), comprensivo di un “tesoretto” di 25 punti che riflette il curriculum del secondo biennio e dell’ultimo anno: tale punteggio è detto credito scolastico. Il credito formativo, cioè il complesso delle attività extrascolastiche reputate rilevanti per la formazione civica e sociale della persona, è valutato nell’ambito del credito scolastico. 31