IL GUERRIERO MODERNO

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IL GUERRIERO MODERNO
IL GUERRIERO MODERNO
Vivendo nell’era tecnologica dove si va sempre di fretta non c’è mai tempo per riflettere, tutti
ormai ci stiamo abituando a questo status imposto dagli eventi ed è proprio in questi frangenti
che prende vita l’embrione del guerriero moderno.
Sono nato nel secolo scorso, ma non così “scorso” da farmene
una ragione, correva l’anno 1967 ed era il 30 di Gennaio, neanche in quel periodo le cose
erano facili ed il cambiamento di stili ed epoche ha sempre fatto il suo corso.
Il 3 Dicembre di quell’anno il Dott. Christian Barnard esce da
una sala operatoria e annuncia al mondo intero di aver effettuato con successo il primo
trapianto di cuore, un grande passo nella storia della medicina, il mondo rimase strabiliato ed
incredulo e tutti col fiato sospeso si misero a contare i giorni di sopravvivenza di quel paziente.
Per una crisi di rigetto immunitario quell’uomo morì dopo 18 giorni, inevitabili le polemiche e le
considerazioni etico morali, ma la scienza comunque andò avanti lo stesso ed è anche grazie
alla caparbietà di questi uomini coraggiosi se noi oggi godiamo di benessere e salute.
Sempre in quell’anno PAOLO VI rese nota la sua enciclica
“Popularum Progressio” fu considerata dai più molto scomoda, il Santo Padre mise in evidenza
le difficoltà dei popoli disagiati e toccati da fame, mancanza di istruzione, epidemie e
incapacità di provvedere a se stessi in quanto privi di qualsiasi forma di benessere e chiamava
in causa l’opulenza dei paesi moderni e civilizzati che si dovevano sentire in obbligo di
provvedere ad aiutare chi non ha nulla.
Con questa tematica sullo sviluppo dei popoli veniva chiamato in causa il diritto alla vita di ogni
essere umano, diritto che prescinde da razza, costume e religione.
Tutti si dovrebbero sentire in obbligo di aiutare chi ha bisogno, privandosi del superfluo ed
approfittando della ricchezza e fortuna che ci hanno contraddistinto e assegnato il luogo di
nascita.
Non credo sia stato un caso se il 7 Agosto di
quell’anno la Repubblica Popolare Cinese inviò aiuti umanitari, sotto forma di sussidi al
Vietnam del Nord, reduce da una dura guerra.
Passando ad argomenti più frivoli, l’11
Giugno Felice Gimondi vince il 50° giro d’Italia, mentre qualche mese prima e precisamente a
Febbraio, decolla il primo Boeing 747, allora conosciuto da tutti col nome di Jumbo Jet.
Volendo
menzionare anche il mondo musicale, i Beatles pubblicano Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club
Band che ancora oggi è uno dei più famosi album di tutta la storia del rock, la sua recensione è
del 1° Giugno ’67 ed il 5 Agosto i Pink Floyd facevano uscire il loro primo album: The piper at
the gates of dawn, con questo loro primo lavoro vollero rendere fin subito ben visibile lo stile
che li caratterizzava ed il “concept psichedelico” dell’epoca.
Parlando invece di
scienza e ricerca a Giugno venne lanciata la sonda Mariner 5, con destinazione Venere, il lancio
avvenne con successo il 14 Giugno e sorvolò il pianeta il 19 Ottobre di quello stesso anno ad
una quota di circa 4000 km, studiò temperatura e pressione di quella particolare atmosfera ed
inviò i dati sulla Terra , funzionò fino al Novembre del ’67, data in cui divenne inerme,
attualmente si trova in orbita eliocentrica (ruota intorno al sole) ed è questa la fine che fanno
tutte le sonde divenute inattive nel corso degli anni.
Questa piccola, ma per me utile premessa era doverosa per sintetizzare le origini che hanno
caratterizzato i tempi e le epoche in cui sono nato, perché sono queste “auree infarinature” che
hanno formato la generazione dei miei tempi ed il mio modo di essere e pensare.
I nati in quel periodo hanno ricevuto educazione e istruzione scolastica nei primi anni ’70, era
un’educazione contraddistinta dal rispetto verso il prossimo, verso la famiglia ed il senso civico.
L’unione famigliare era molto caratterizzata dai poteri forti del capofamiglia, quello che
dicevano i genitori lo si ascoltava con fiducia ed anche timore in quanto difficilmente il loro
giudizio lasciava spazio a repliche.
La figura dei nonni, sempre presente, era molto gradita da tutti noi, i loro racconti venivano
dispensati con parsimonia e ripetitività, ma sempre molto graditi e belli da ascoltare, la
maggior parte dei nostri nonni erano reduci di guerra e avevano molte storie da raccontare.
I valori educativi e la responsabilizzazione per la propria autonomia ruotavano al centro degli
insegnamenti, c’era anche un ambire a fare mestieri artigianali e manuali e non solo la
predilezione a lavori intellettuali, dirò di più, allora non era ben visto chi si trovava dietro una
scrivania, ma si preferiva vedere un meccanico o un metalmeccanico impegnato a lavorare in
una catena di montaggio, che nel collettivo immaginario era fonte di guadagno, ricchezza e
indipendenza economica, non dimentichiamo che stiamo parlando degli anni di pieno sviluppo
economico legato alle industrie e all’automatizzazione.
Purtroppo quegli anni erano anche segnati da ideali politici e movimenti autonomi che diedero
vita a idee contorte di socializzazione, nacquero i movimenti terroristici e brigatisti che
caratterizzarono gli anni di piombo e delle stragi, dove a loro dire, per dar fede a ideali
comportamentali, uccidevano persone inermi e innocenti e solo per dare un forte messaggio
all’opinione pubblica, come sempre la storia si ripete e non siamo mai in grado di imparare
dagli errori commessi in passato per rimediare ad un futuro migliore.
La mia generazione ha frequentato la prima elementare a quasi 7 anni, mio figlio ne aveva
appena 5 quando è entrato a scuola.
Noi si impiegava quasi tutto il primo anno per imparare a leggere e scrivere, facevamo sui
quaderni a quadretti una marea di asticine: prima dritte, poi oblique ed in fine orizzontali, oggi
arrivano dalla scuola dell’infanzia con un bagaglio informatico e tutti sanno già scrivere e
leggere ancor prima di entrare alle elementari, anche le ore di frequenza settimanali sono
aumentate a dismisura, se poi aggiungiamo per alcuni i doposcuola pomeridiani, le lezioni
private di musica, danza, calcio, varie palestre e catechismo, beh allora mi rendo conto che le
nuove generazioni nascono già con un bagaglio non indifferente di stress e non hanno il tempo
per divertirsi e giocare nel modo che si concepiva ai miei tempi.
Io mi ricordo ancora i pomeriggi interi passati a giocare per strada con i miei coetanei,
chiaramente prima si facevano i compiti e poi ci si divertiva, le ginocchia sbucciate erano la
normalità e lo standard per tutti, il contatto con la natura, la vita all’aperto, le corse nei campi,
le lucertole, i palloni rattoppati, le fionde, le trottole, i sassi arrotolati e smussati usati come
pedine, i monopattini fatti di legno che per ruote avevano i cuscinetti a sfera usati e recuperati
dai contenitori dei ferri vecchi dei vari meccanici autoriparatori, le biciclette con la molletta che
teneva ferma nella forcella una carta da gioco napoletana facendola sfregare in mezzo ai raggi
della ruota, producendo un rumore ritmico che simulava il suono di un fantomatico motore di
cui c’era d’andar fieri.
Una cosa ci accomunava sia a scuola che per strada: eravamo tutti amici dello stesso sesso,
erano rare le classi miste e nelle amicizie comuni non c’erano femmine che giocavano con noi,
maschi con i maschi e femmine con le femmine. Per certi versi questo è stato un grande
handicap, perché col passare degli anni e con l’inizio dell’adolescenza l’approccio con l’altro
sesso era una difficile prova da superare, oggi per fortuna questo ostacolo non c’è più e ci si
abitua fin da piccoli a condividere tutto con compagni e compagne e lo stare insieme crea
menti molto più aperte e disinvolte di quanto lo fosse prima.
Il guerriero moderno inizia la sua resistenza pian piano e senza rendersene conto, travolto
dalla normalità odierna che Lui stesso stenta a capire, per fare un paragone è come se ci
mettessero in una grande vasca piena d’acqua fredda, solo che questo contenitore è
posizionato su di un fornello ed una volta dentro si dà fuoco alla fiamma, pensate che quando
l’acqua comincia a divenire tiepida ci regala pure un sollievo rispetto al freddo che c’era prima,
ma sappiamo tutti che col passare del tempo quell’acqua comincerà a bollire.
E’ solo una questione di tempo...
Le differenze cominciano a farsi sentire quando si nota che leggere un libro è meno appagante
che guardare la televisione, usare il computer per comunicare con internet attraverso social
network lo si preferisce a discapito dei classici messaggi indirizzati attraverso una lettera di
posta ordinaria, per non trascurare il fatto che l’uso delle chat mediatiche contribuisce
parecchio al ritorno all’ignoranza, rendendo vani tutti gli insegnamenti di italiano e grammatica
che fino ad allora si erano appreso attraverso studi scolastici.
Comincio a rendermi conto che il modo di comunicare veloce ed essenziale prende il
sopravvento sullo stile di chi scrive, riducendo a veri e propri codici cifrati quello che si
comunica all’altro, basta vedere i messaggi che si scambiano gli adolescenti attraverso sms di
telefonini e chat in rete, sono sparite del tutto le preposizioni semplici e articolate, le
congiunzioni non hanno lo stesso significato classico e l’apostrofo lo si mette quasi in ogni
parola, per non parlare dei numeri che hanno soppiantato i verbi.
I ragazzi usano riserbo totale con la famiglia e comunicano molto poco con i genitori, ma non
hanno nessuna difficoltà a spiattellare informazioni private a destra e manca sui social
network, lì si che si può dire tutto e confidarsi con chiunque ed anche se si tratta di un “amico”
conosciuto da poco, nulla importa, gli si da comunque fiducia, perché abbiamo letto i suoi gusti
e tendenze attraverso le “info” della sua pagina e sono molto attinenti con le nostre, quindi è
uno di noi.
Devo dire che da queste pratiche non ci salviamo neanche noi adulti, sarà la voglia di
adeguarsi ai tempi, sarà l’incapacità di avere dei rapporti normali con le persone
frequentandole in modo classico, ma anche noi facciamo amicizie in questo modo e tendiamo a
fidarci un po’ troppo di chi sta dall’altra parte, pur non conoscendolo fisicamente.
Sono sempre attuali le cronache di giornalismo che riportano episodi di misteriose scomparse
di persone che si sono fidate del loro interlocutore virtuale a tal punto da prendere un
appuntamento al buio per conoscersi meglio e non sospettando mai minimamente che chi c’era
dall’altra parte potesse essere un mostro.
Senza arrivare a questi drammatici episodi, si può anche definire l’altissima percentuale di casi
di matrimoni e unioni finite per colpa di questi mezzi: si comincia a conoscere una persona per
scherzo, ci si frequenta sempre on-line, ognuno tende a mostrare il lato migliore del proprio
carattere, si condividono emozioni, gusti e sentimenti, poco importa se falsi o finti,
specialmente quando uno dei due ha visto nell’altro una facile preda da esibire come trofeo o
togliersi lo sfizio del rapporto extra coniugale, tanto è un qualcosa che va di moda, c’è lo
illustrano le soap ed i reality show.
Di certo c’è solo che quando si viene scoperti dal proprio partner, le reazioni talvolta possono
essere incontrollabili e mandare all’aria un qualcosa che si è costruito nel corso degli anni...
La carne è debole e nessuno lo può negare, solo il buon senso sarà in grado di fare qualcosa e
questo è un elemento di cui nessuno dovrebbe esserne sprovvisto, per il guerriero moderno è
l’unica qualità da ricercare assiduamente e senza sosta.
Le innovazioni tecnologiche da sempre hanno aiutato l’uomo a vivere meglio, solo che talvolta
un uso inappropriato di una scoperta può essere in grado di scatenare effetti collaterali dannosi
e non voluti da chi aveva avuto l’idea originale di quel progetto.
Ricordo ancora la prima volta che venne presentato un telefonino
cellulare, oddio di “ino” aveva ben poco, sembrava più un mattone da costruzione che un
telefono, ma comunque segnava l’inizio di un’era che avrebbe cambiato per sempre il nostro
modo di vivere, di rapportarci e comunicare.
Secondo me fece più clamore l’invenzione della telefonia mobile che quella del personal
computer e nel giro di pochissimi anni tutti diventarono possessori di un cellulare, divenne il
regalo di culto per eccellenza, la sua rapida diffusione fu tale che le famose case costruttrici si
diedero subito un gran da fare per potenziare tutta la rete di copertura di segnale a livello
nazionale, con il conseguente “inquinamento elettromagnetico” che noi tutti oggi conosciamo.
Lo standard di costruzione e la veloce evoluzione delle funzioni col conseguente abbassamento
dei prezzi di vendita, fu in grado di fare arrivare quest’ambìto oggetto nelle mani della maggior
parte degli adolescenti che con la scoperta della funzione “SMS” cominciarono a smanettare in
una maniera mostruosa a tal punto che aumentarono in quella fascia di età gli interventi
chirurgici ai tunnel carpali delle mani.
Ai tempi odierni il telefono cellulare ha così tante funzioni che ci si è dimenticati per quale
scopo fu inventato e cioè telefonare, è entrato con prepotenza nella lista degli oggetti
essenziali per la sopravvivenza e nei gusti adolescenziali ed in oltre lo si preferisce per
ascoltare musica, fare video e foto, come rubrica e agenda, guardare film, ricevere e inviare
posta e perché no anche per navigare on-line e sapere anche dove ci si trova con il navigatore
satellitare, tra le ultime funzioni c’è anche quella di usarlo come moneta elettronica e nei posti
dove viene accettato lo si usa anche per fare shopping, non oso pensare l’evoluzione di questo
oggetto tra un decina di anni.
Ahimè la fretta e la velocità con cui viaggiano queste novità spesso non danno molto tempo
“all’homo non tecnologicus” di ambientarsi e prendere confidenza col “novus”, specialmente nel
vedere i propri figli trovarsi perfettamente a loro agio con queste innovazioni e non lamentarsi
mai di non aver capito qualcosa.
Il guerriero moderno si deve per forza tenere aggiornato per non essere lasciato indietro o
peggio ancora, messo da parte, io mi chiedo che fine abbiano fatto la voglia di vedere un film
al cinema, invece di guardarlo in “streaming” sul pc, il gusto di ascoltare musica mettendo sul
giradischi un ottimo LP di vinile, il quale oltre a farti ascoltare il brano ti rapiva con la bellezza
della copertina da osservare, leggere e aprire, anche il profumo del cartone “vissuto” faceva la
sua parte, non credo sia la stessa cosa comprare e scaricare dei brani musicali in rete, la
maggior parte delle persone che fanno uso di queste pratiche moderne forse le preferiscono
perché magari non hanno mai provato altro prima, non me lo spiego diversamente ed è per
questo che io cerco di capirli, anche se loro però non vogliono capire null’altro che non ruoti
attorno al loro mondo e “compatiscono” tutto il resto.
Ahimè è dura la vita per il guerriero moderno, che a
dirla tutta di “guerriero” non ha nulla se non e solo l’istinto di sopravvivenza che vuole
difendere a denti stretti...
Stefano Mauramati.
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