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LA R IV I S TA
Anno
XXXVII
n. 9
1/30 giugno
2016
on line
D E LLA SC U O LA
Periodico di cultura e di informazioni legislative
Direzione, Amm., Redaz. e Pubblicità: Viale Andrea Doria 10 - 20124 MILANO - Tel. 02/669.2195 - Fax. 02/6698.3333 - ccp 13554209 - Abb. annuo sostenitore: euro 30,00.
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professionale
speciale
Legge approvata dalla Camera il 25 maggio 2016
Disposizioni urgenti
per il sistema scolastico
Nota min. 6 maggio 2016 e Nota min. 20 aprile 2016
√
Valutazione dir ig enti
e docenti
pagine 10/11
a pagina 3
Valutazione
somma rio
dei docenti
-Giornata
e dei dirigenti internazionale
di
contro
ANDREA GIRGENTI l’omofobia
I
-Piano nazionale
per la
dispersione
scolastica
l problema della valutazione del personale docente e
dirigente è stato affrontato
più volte dai governi precedenti e sempre con scarso successo perchè la questione si è presentata assai spinosa. Ora il duo
Renzi-Giannini ci riprova e non
sappiamo con quanto sucesso.
pagina 5
composizione del comitato di
valutazione del personale docente, la definizione dei criteri del
merito e l’utilizzo del bonus da
distribuire. E ciò va fatto entro il
corrente anno scolastico, cioè
entro il 31 agosto prossimo.
Entrando nel dettaglio si deve
osservare che il Comitato per la
valutazione dei docenti è stato istituito ai sensi dell’art. 1, c. 129,
Legge 107/2015 che sostituisce
l’art. 11 del D.lvo 297/1994.
a pagina 18
- Graduatorie
Valutazione dei docenti di circolo e di
Intanto con due rispettive proprie note del 26 aprile e del 6 istituto per
maggio il Ministero intende fare il personale
un monitoraggio, cioè con appo- ata
site schede si vuole esaminare la
segue a pagina 2
pagina 5
- Mobilità
del personale
- Esa mi di
maturità:
Adempimenti
e
org a nizzazione
pagina 18
pagina 19/20
Giugno, tempo d’esami
di BRUNO
O
gni anno alla fine delle
lezioni inizia il rituale degli
esami, croce e delizia per
insegnanti, alunni e genitori. Anche il Ministero si fa sentire con
appropriate disposizioni, circolari,
note, consigli pratici e teorici che
spesso rasentano il ridicolo.
La nota ministeriale n. prot. 5622 del
25 maggio scorso ne rappresenta un
encomiabile esempio. Il Ministero
infatti attraverso i suoi solerti dirigenti e funzionari dispone di suggerimenti a carattere operativo e organizzativo
che vanno a sollecitare e/o integrare i
necessari adempimenti per il corretto
svolgimento degli esami di stato.
Dalla lettura di tali suggerimenti spesso si nota come i predetti funzionari
siano completamente estranei alla realtà in cui si svolgono gli esami presso i
vari istituti scolastici della grandi città
e anche presso gli istituti delle periferie. Dalle loro comode scrivanie ministeriali ponzano e dettano legge.
Ma tentiamo di spulciare cosa scrivono.
Dicono che si ritiene opportuno
richiamare la particolare attenzione
degli interessati su tutti gli adempimenti di carattere tecnico-operativo
ed organizzativo finalizzati al regolare svolgimento delle operazioni di
esame.
Particolare riguardo merita la scrupo-
MÀSTICA
losa osservanza delle disposizioni
relative alle modalità di invio tramite
il plico telematico delle tracce delle
prove scritte degli esami.
I locali individuati nelle scuole
dovranno essere pienamente idonei
allo svolgimento degli esami, sotto il
profilo della sicurezza, dell’agibilità e
dell’igiene, nonché dignitosi e accoglienti in modo da offrire un’immagine della scuola decorosa e consona
alla particolare circostanza.
Per quel che concerne la sicurezza
esterna dei locali utilizzati per lo
svolgimento delle attività di esame, i
relativi accessi, in particolare,
dovranno essere muniti di serrature e
chiavi perfettamente funzionanti e
ciascuna commissione dovrà poter
disporre di un armadio metallico,
adatto a custodire la documentazione
relativa ai candidati, gli atti, gli elaborati, i registri e gli stampati. I locali stessi dovranno essere attrezzati con
fotocopiatrici perfettamente funzionanti.
Le commissioni dovranno essere
messe in condizione di servirsi di
computer collegati alla rete internet e
delle stampanti in uso nelle rispettive
scuole. Inoltre, dovranno essere
messi a disposizione il telefono, il
fax, le attrezzature e i mezzi di
comunicazione in dotazione.
segue a pagina 2
La scuola elea tica e L’ippoter a pia per gli adolescenti
Letture per la preparazione ai concor si
nelle pagine centrali
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
2
Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
DALLA PRIMA - DALLA PRIMA - DALLA PRIMAoperato all’interno della comuValutazione dei docenti e dei dirigenti
nità professionale e sociale; -
A
i sensi del predetto
art. 11 presso ogni
istituzione scolastica
ed educativa è istituito, senza nuovi o maggiori oneri
per la finanza pubblica, il comitato per la valutazione dei
docenti. Il comitato ha la durata
di tre anni scolastici, è presieduto dal dirigente scolastico ed è
costituito da: tre docenti dell’istituzione scolastica, di cui due
scelti dal collegio dei docenti e
uno dal consiglio di istituto; due
rappresentanti dei genitori, per
la scuola dell’infanzia e per il
primo ciclo di istruzione; un
rappresentante degli studenti e
un rappresentante dei genitori,
per il secondo ciclo di istruzione, scelti dal consiglio di istituto; un componente esterno individuato dall’ufficio scolastico
regionale tra docenti, dirigenti
scolastici e dirigenti tecnici.
I criteri per la valorizzazione dei
docenti sono scelti sulla base:
della qualità dell’insegnamento e
del contributo al miglioramento
dell’istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti; dei risultati ottenuti dal docente o dal
gruppo di docenti in relazione al
potenziamento delle competenze
degli alunni e dell’innovazione
didattica e metodologica, nonché
della collaborazione alla ricerca
didattica, alla documentazione e
alla diffusione di buone pratiche
didattiche; delle responsabilità
assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale.
Il comitato esprime anche il
parere sul superamento del
periodo di formazione e di prova
per il personale docente ed educativo. A tal fine il comitato è
composto solo dal dirigente scolastico, che lo presiede, da docenti e dal docente tutor.
Riguardo alla distribuzione del
bonus per la valorizzazione del
merito dei docenti si osserva che
quest’anno gli istituti scolastici
riceveranno una quota media di
23.000 euro ciascuno, da assegnare fra i docenti che si sono distinti per la loro capacità di innovare
la didattica, di potenziare le competenze degli studenti, per il contributo dato al miglioramento
della comunità scolastica.
Si rileva ancora che il Ministero
ha già fatto osservare che il
bonus non potrà essere assegnato a tutti i docenti ma neppure
attribuito ad una cerchia troppo
ristretta di insegnanti. E quindi
siamo alle solite: nell’ottica di
una reale valorizzazione del
merito il problema dell’imparzialità si presenta più che mai
vivo, checchè ne pensi il ministro Giannini, che fra l’altro ha
affermato “quella del bonus è
una novità assoluta per il nostro
Chiuso in Redazione alle ore 19 di martedì 7 giugno 2016
LA RIVISTA DELLA SCUOLA on line
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Paese, per la prima volta disponiamo di uno strumento concreto di valorizzazione ulteriore del
lavoro dei docenti. Con la Buona
Scuola abbiamo destinato a questo scopo risorse aggiuntive per
200 milioni all’anno che rappresentano un investimento sulla
qualità, uno strumento per dare
un riconoscimento in più ai
docenti che meritano di essere
particolarmente valorizzati”.
Valutazione dei dirigenti
Per effetto dell’art.1 della Legge
107/15, la valutazione dei dirigenti scolastici è affidata al
Nucleo per la Valutazione dei
Dirigenti scolastici che è coerente con l’incarico triennale e con il
profilo professionale ed è connessa alla retribuzione del risultato.
Si osserva che per individuare i
criteri per la valutazione dell’operato del dirigente scolastico si
deve tener conto del contributo
del dirigente al perseguimento
dei risultati per il miglioramento
del servizio scolastico previsti
dalle disposizioni contenute nel
D.Lvo 150/09 nonchè dai seguenti criteri generali:
- competenze gestionali ed organizzative finalizzate al raggiungimento dei risultati, correttezza, trasparenza, efficienza ed
efficacia dell’azione dirigenziale,
in relazione agli obiettivi assegnati nell’incarico triennale;
- valorizzazione dell’impegno e
dei meriti professionali del personale dell’istituto, sotto il profilo individuale e negli ambiti
collegiali;
- apprezzamento del proprio
contributo al miglioramento del
successo formativo e scolastico
degli studenti e dei processi
organizzativi e didattici, nell’ambito dei sistemi di autovalutazione, valutazione e rendicontazione sociale;
- direzione unitaria della scuola,
promozione della partecipazione e della collaborazione tra le
diverse componenti della comunità scolastica, dei rapporti con
il contesto sociale e nella rete di
scuole.
Si noterà che si tratta di criteri
assai complessi. Tuttavia anche
qui il ministro Giannini ha voluto dire la sua: “Finalmente un
sistema per valorizzarli e incentivare il miglioramento. Con la
Buona Scuola abbiamo messo i
dirigenti scolastici al centro di un
preciso progetto culturale che
valorizza l’autonomia scolastica.
Abbiamo dato a quelli che una
volta si chiamavano presidi più
strumenti per poter lavorare e
più responsabilità. Per questo è
necessario attivare un sistema
oggettivo e trasparente di valutazione del loro operato che preveda incentivi crescenti per chi raggiunge gli obiettivi di miglioramento della propria scuola”.
A partire dal prossimo settembre
un apposito nucleo di esperti
compilerà la valutazione dei dirigenti con un esito che potrà
andare dal mancato raggiungimento degli obiettivi al completo
raggiungimento che corrisponderà ad una valutazione ‘eccellente’. L’esito della valutazione
sarà utilizzato per la retribuzione
di risultato dei dirigenti.
A.G.
Giugno, tempo d’esami
I
dirigenti scolastici avranno cura
di avvertire tempestivamente i
candidati:
– che è assolutamente vietato, nei
giorni delle prove scritte, utilizzare
a scuola telefoni cellulari, smartphone di qualsiasi tipo, in grado di
consultare file, di inviare fotografie
ed immagini;
– che nei confronti di coloro che
violassero tali disposizioni è prevista, secondo le norme vigenti in
materia di pubblici esami, la esclusione da tutte le prove di esame.
Nel corso dello svolgimento delle
prove scritte dovrà essere disattivato il collegamento alla rete internet
di tutti gli altri computer presenti
all’interno delle sedi scolastiche
interessate dalle prove scritte.
Saranno, altresì, resi inaccessibili
aule e laboratori di informatica.
Inoltre, al fine di garantire il corretto
svolgimento delle prove scritte, la
struttura informatica del Ministero
vigilerà, in collaborazione con la
Polizia delle Comunicazioni, per
prevenire l’utilizzo irregolare della
rete internet da parte di qualunque
soggetto e delle connessioni di telefonia fissa e mobile.
Particolare attenzione deve essere
rivolta sulle disposizioni relative alle
modalità di invio mediante plico
telematico delle prove per candidati
con disabilità visive e per candidati
che svolgono l’esame presso sezioni
carcerarie od ospedaliere.
Disposizioni e suggerimenti che
sembrano superflui ma che per alcuni sembrano essere necessari ed
B.M.
indispensabili.
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
3
Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
Disposizioni urgenti per il funzionamento
del sistema scolastico
********
testo coordinato a cura di
ANDREA GIRGENTI ********
Legge (Camera, 25.5.16)
LEGGE approvata dalla Camera dei
Deputati il 25 maggio 2016 e dal Senato
il 12 maggio 2016.
Testo presentato dal presidente del consiglio dei ministri Renzi, dal ministro
dell’istruzione Giannini di concerto con
il ministro dell’economia e delle finanze
Padoan e con il ministro del lavoro e
delle politiche sociali Poletti.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 marzo 2016, n.
42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico
e della ricerca
TESTO DI LEGGE
Art. 1.
1. Il decreto-legge 29 marzo 2016, n.42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca, è convertito in legge con le modificazioni riportate
in allegato alla presente legge.
2. All’articolo 1, comma 181, della legge 13
luglio 2015, n. 107, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) alla lettera b), numero 3.2), la parola:
«apprendistato» è sostituita dalla seguente:
«tirocinio»;
b) alla lettera e), le parole: «livelli essenziali»,
ovunque ricorrono, sono sostituite dalle
seguenti: «fabbisogni standard».
3. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale.
Allegato
testo in stralcio
Modificazioni apportate in sede di conversione al decreto legge 29 marzo 2016 n. 42
Dopo l’articolo 1 sono inseriti i seguenti:
«Art. 1-bis. – (Disposizioni in materia di assegnazione provvisoria). – 1. All’articolo 1,
comma 108, della legge 13 luglio 2015, n. 107,
sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al quarto periodo, le parole: “Limitatamente
all’anno scolastico 2015/2016” sono sostituite
dalle seguenti: “Limitatamente agli anni scolastici 2015/2016 e 2016/2017” e le parole:
“2014/2015” sono sostituite dalle seguenti:
“2015/2016”;
b) dopo il quinto periodo sono aggiunti i
seguenti: “Per l’anno scolastico 2016/2017
l’assegnazione provvisoria di cui ai periodi
precedenti può essere richiesta sui posti dell’organico dell’autonomia nonché sul contingente di posti di cui al comma 69 del presente
articolo. Nel caso dovesse emergere una spesa
complessiva superiore a quella prevista dalla
presente legge, si applicano i commi 206 e 207
del presente articolo”.
Art. 1-ter. – (Misure urgenti in materia di
assunzioni del personale docente per l’anno
scolastico 2016/2017). – 1. Per l’anno scolastico 2016/2017, le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente della scuola statale sono effettuate entro il 15 settembre 2016.
La decorrenza economica del contratto di lavo-
ro consegue alla presa di servizio. Le funzioni
connesse all’avvio dell’anno scolastico e alla
nomina del personale docente attribuite ai dirigenti territorialmente competenti del Ministero
dell’istruzione, dell’università e della ricerca
sono conseguentemente prorogate al 15 settembre 2016.
2. Per il concorso di cui all’articolo 1, comma
114, della legge 13 luglio 2015, n. 107, il triennio di validità delle graduatorie, se approvate
entro il 15 settembre 2016, decorre dall’anno
scolastico 2016/2017, in deroga alle disposizioni di cui all’articolo 400, comma 01, del
testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni.
Art. 1-quater. – (Disposizioni riguardanti i
docenti della scuola dell’infanzia). – 1. Fino
all’approvazione delle graduatorie della scuola
dell’infanzia del concorso di cui all’articolo 1,
comma 114, della legge 13 luglio 2015, n. 107,
i soggetti inseriti a pieno titolo nelle graduatorie di merito della scuola dell’infanzia del concorso bandito con decreto direttoriale del
Ministero dell’istruzione, dell’università e
della ricerca n. 82 del 24 settembre 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 75 del 25 settembre 2012, che non
sono stati assunti nei ruoli regionali per incapienza rispetto ai posti di cui all’articolo 399,
comma 1, del testo unico di cui al decreto
legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive
modificazioni, sono assunti, in deroga all’articolo 399, comma 2, del medesimo decreto
legislativo n. 297 del 1994, in regioni diverse
da quella per cui hanno concorso e nei ruoli di
cui all’articolo 1, comma 66, della citata legge
n. 107 del 2015, con le seguenti condizioni e
modalità:
a) le assunzioni avvengono in subordine rispetto
ai soggetti ancora inseriti nelle graduatorie di
merito delle regioni indicate ai sensi della lettera b) e nel rispetto della percentuale massima
per ciascuna regione del 50 per cento dei posti,
riservata allo scorrimento delle graduatorie dei
concorsi per titoli ed esami, e comunque nel
limite massimo della percentuale non superiore
al 15 per cento, rispetto ai posti disponibili per
ciascuna regione, individuata con il decreto di
cui al comma 2;
b) i soggetti di cui al presente comma, nei termini e con le modalità stabiliti con il decreto di
cui al comma 2, possono presentare apposita
istanza al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nella quale indicano
l’ordine di preferenza tra tutte le regioni del
sistema scolastico statale.
2. Con decreto del Ministro dell’istruzione,
dell’università e della ricerca, da adottare entro
trenta giorni dalla data di entrata in vigore della
legge di conversione del presente decreto, sono
definiti i termini e le modalità attuative del
comma 1.
3. I soggetti che non accettano la proposta di
assunzione di cui al comma 1 sono definitivamente espunti dalle rispettive graduatorie di
merito e ad esaurimento.
4. All’esito delle procedure di cui ai commi
precedenti, anche in caso di incompleto assor-
bimento dei soggetti di cui al comma 1, le graduatorie di merito del concorso bandito con
decreto direttoriale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca n. 82 del 24
settembre 2012 sono soppresse.
5. Le graduatorie di merito delle scuole dell’infanzia del concorso di cui all’articolo 1,
comma 114, della legge 13 luglio 2015, n. 107,
per il triennio 2016/2017, 2017/2018 e
2018/2019, in deroga all’articolo 400, comma
19, del testo unico di cui al decreto legislativo
16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni, sono valide in ogni caso nell’ambito dei
posti vacanti e disponibili, in luogo di quelli
messi a concorso. All’assunzione dalle medesime graduatorie si provvede previa procedura
autorizzatoria.
Art. 1-quinquies. – (Contribuzione alle scuole
paritarie che accolgono alunni con disabilità).
– 1. A decorrere dall’anno 2017, è corrisposto
un contributo alle scuole paritarie di cui alla
legge 10 marzo 2000, n. 62, in proporzione agli
alunni con disabilità frequentanti, nel limite di
spesa di 12,2 milioni di euro annui.
2. Ai fini della verifica del mantenimento della
parità, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca accerta annualmente, con le
risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, il rispetto del
requisito di cui all’articolo 1, comma 4, lettera
e), della legge 10 marzo 2000, n. 62.
3. Agli oneri derivanti dal comma 1, pari a 12,2
milioni di euro annui a decorrere dal 2017, si
provvede mediante corrispondente riduzione del
fondo di cui all’articolo 1, comma 202, della
legge 13 luglio 2015, n. 107.
Art. 1-sexies. – (Incarichi di supplenza breve e
saltuaria). – 1. Fermo restando quanto disposto
dall’articolo 1, comma 129, della legge 30
dicembre 2004, n. 311, e dall’articolo 1, commi
79 e 85, della legge 13 luglio 2015, n. 107, le
istituzioni scolastiche e le competenti articolazioni del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e del Ministero dell’economia
e delle finanze agiscono attivando ogni opportuna forma di cooperazione al fine di garantire,
ciascuna per la parte di competenza, la tempestiva assegnazione delle risorse alle istituzioni
scolastiche ed il pagamento mensile delle
somme spettanti al personale a tempo determinato per le prestazioni di lavoro rese, con particolare riferimento agli incarichi di supplenza
breve e saltuaria, nel rispetto dei termini previsti
da apposito decreto del Presidente del Consiglio
dei ministri, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con il
Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in
vigore della legge di conversione del presente
decreto. Il pagamento deve comunque avvenire
entro il trentesimo giorno successivo all’ultimo
giorno del mese di riferimento, ferma restando
la disponibilità delle risorse iscritte in bilancio
per il pagamento delle spese per i predetti incarichi di supplenza breve e saltuaria. Gli adempimenti e il rispetto dei termini previsti dal predetto decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri concorrono alla valutazione dei dirigenti scolastici e di quelli delle amministrazioni coinvolte e sono fonte di responsabilità dirigenziale ove le violazioni riscontrate siano
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
riconducibili a cause imputabili al loro operato.
2. Al fine di assicurare un’efficiente e corretta
gestione del personale supplente, è assegnato
un codice identificativo univoco al personale
docente e amministrativo, tecnico e ausiliario
(ATA), individuato quale destinatario di incarichi di supplenza breve e saltuaria, che resta
invariato per tutta la durata del contratto ed
accompagna la vita lavorativa del supplente
breve e saltuario fino
all’eventuale immissione
in ruolo del medesimo
nel comparto scuola e
conseguente ottenimento
della partita di spesa
fissa. È garantita la corrispondenza tra i codici
univoci e le partite stipendiali del supplente breve e saltuario in
modo da semplificare ed ottimizzare le procedure di gestione di stato giuridico del personale scolastico.
Art. 2-quater. – (Incremento dei compensi ai
commissari del concorso per docenti). – 1. Entro
trenta giorni dalla data di entrata in vigore della
legge di conversione del presente decreto, con
decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro
dell’economia e delle finanze, sono definiti i
compensi per i componenti delle commissioni di
esame del concorso di cui all’articolo 1, comma
114, della legge 13 luglio 2015, n. 107, entro il
limite di spesa determinato dagli stanziamenti a
tal fine iscritti nello stato di previsione del
Ministero dell’istruzione, dell’università e della
ricerca, incluse le risorse di cui all’articolo 1,
comma 112, della medesima legge n. 107 del
2015, incrementati di ulteriori 8 milioni di euro
per l’anno 2016.
4
Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
2. Ai fini di cui al comma 1 è autorizzata la spesa
di 8 milioni di euro per l’anno 2016. Al relativo
onere si provvede mediante corrispondente riduzione, per l’anno 2016, del fondo per il funzionamento di cui all’articolo 1, comma 601, della
legge 27 dicembre 2006, n. 296.
3. Il fondo di cui al secondo periodo del
comma 2 è incrementato di 8 milioni di euro
nell’anno 2017. Al relativo onere si provvede
mediante corrispondente riduzione, per
l’anno 2017, del fondo
di cui all’articolo 1,
comma 202, della
legge 13 luglio 2015,
n. 107.
Art. 2-quinquies. –
(Modifica all’articolo
1, comma 979, della legge 28 dicembre 2015, n.
208). – 1. All’articolo 1, comma 979, della legge
28 dicembre 2015, n. 208, al primo periodo, le
parole: “cittadini italiani o di altri Paesi membri
dell’Unione europea” sono soppresse e dopo le
parole: “territorio nazionale,” sono inserite le
seguenti: “in possesso, ove previsto, di permesso di soggiorno in corso di validità,”.
Art. 2-sexies. – (ISEE dei nuclei familiari con
componenti con disabilità). – 1. Nelle more dell’adozione delle modifiche al regolamento di cui
al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, volte a recepire le
sentenze del Consiglio di Stato, sezione IV, nn.
00841, 00842 e 00838 del 2016, nel calcolo dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) del nucleo familiare che ha tra i
suoi componenti persone con disabilità o non
autosufficienti, come definite dall’allegato 3 al
citato decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri n. 159 del 2013, anche ai fini del rico-
Disposizioni
urgenti
noscimento di prestazioni scolastiche agevolate,
sono apportate le seguenti modificazioni:
a) sono esclusi dal reddito disponibile di cui
all’articolo 5 del decreto-legge 6 dicembre 2011,
n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge
22 dicembre 2011, n. 214, i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le
carte di debito, a qualunque titolo percepiti da
amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità, laddove non rientranti nel
reddito complessivo ai fini dell’IRPEF;
b) in luogo di quanto previsto dall’articolo 4,
comma 4, lettere b), c) e d), del citato decreto
del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159
del 2013, è applicata la maggiorazione dello
0,5 al parametro della scala di equivalenza di
cui all’allegato 1 del predetto decreto n. 159
del 2013 per ogni componente con disabilità
media, grave o non autosufficiente.
2. I trattamenti di cui al comma 1, lettera a), percepiti per ragioni diverse dalla condizione di disabilità, restano inclusi nel reddito disponibile di
cui all’articolo 5 del decreto-legge n. 201 del
2011. Gli enti erogatori di tali trattamenti, anche
con riferimento a prestazioni per il diritto allo
studio universitario, ai fini dell’accertamento dei
requisiti per il mantenimento del trattamento
stesso, sottraggono dal valore dell’ISEE l’ammontare del trattamento percepito dal beneficiario eventualmente valorizzato nell’ISEE medesimo, rapportato al corrispondente parametro
della scala di equivalenza.
3. Gli enti che disciplinano l’erogazione delle
prestazioni sociali agevolate adottano entro
trenta giorni dalla data di entrata in vigore della
legge di conversione del presente decreto gli
atti anche normativi necessari all’erogazione
delle nuove prestazioni in conformità con le
disposizioni del presente articolo, nel rispetto
degli equilibri di bilancio programmati.
Restano salve, fino a tale data, le prestazioni
sociali agevolate in corso di erogazione sulla
base delle disposizioni previgenti.
4. L’efficacia delle disposizioni di cui ai commi
1 e 2 cessa a far data dal quarantacinquesimo
giorno successivo alla pubblicazione delle disposizioni di approvazione del nuovo modello di
dichiarazione sostitutiva unica concernente le
informazioni necessarie per la determinazione
dell’ISEE, attuative delle modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159,
di cui al medesimo comma 1.
5. Al maggior onere derivante dall’attuazione
del presente articolo, per gli effetti stimati sul
numero dei beneficiari delle prestazioni che
costituiscono diritti soggettivi, pari a 300.000
euro annui con riferimento all’assegno ai nuclei
familiari con almeno tre figli minori, di cui
all’articolo 65 della legge 23 dicembre 1998, n.
448, e pari a 700.000 euro annui con riferimento all’assegno di maternità di base, di cui all’articolo 74 del testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, per complessivi 1
milione di euro annui a decorrere dal 2016, si
provvede mediante corrispondente riduzione
della dotazione del Fondo nazionale per le politiche sociali, di cui all’articolo 20, comma 8,
della legge 8 novembre 2000, n. 328.
6. Fermo restando quanto previsto al comma 5,
le amministrazioni interessate provvedono agli
adempimenti derivanti dal presente articolo con
le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o
maggiori oneri a carico della finanza pubblica».
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
5
Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
17 maggio - Giornata internazionale contro l’omofobia
Nota min. 17 maggio 2016
Giornata Internazionale contro l’Omofobia
L’
Unione Europea ha
indetto, per il giorno
17 maggio di ogni
anno, la Giornata
internazionale contro l’omofobia
ovvero contro ogni forma di atteggiamento pregiudiziale basata sull’orientamento sessuale (risoluzione del Parlamento Europeo del 26
aprile 2007). I principi a cui si ispira la giornata sono quelli costitutivi
sia dell’Unione Europea sia della
Costituzione italiana: il rispetto dei
diritti umani e delle libertà fondamentali, l’uguaglianza fra tutti i cittadini e la non discriminazione.
Tali sono anche le condizioni che
consentono alla società di promuovere l’inclusione di tutti e di
battersi contro ogni offesa alle
persone.
La scuola è costantemente impegnata nel realizzare al suo interno
una reale inclusione in grado di
valorizzare le singole individualità ed ha il compito di educare le
nuove generazioni alla cultura del
rispetto, per la nascita di una dialettica che, nel rapporto tra identità e diversità, coltivi, con l’idea di
alterità, la più compiuta affermazione dell’individuo.
La scuola è chiamata ad affrontare importanti sfide educative legate ai continui cambiamenti che
interessano i più giovani, coordinando il lavoro svolto in classe
con i costanti rapporti con le famiglie. L’ obiettivo è quello di rendere consapevoli i ragazzi delle
scelte responsabili che orienteranno la loro vita.
Una scuola realmente inclusiva può
favorire la costruzione dell’identità
sociale e personale da parte degli
allievi e il suo ruolo educativo risulta ancor più rilevante nell’accompagnare e sostenere anche le fasi più
delicate della crescita dei nostri
ragazzi, interagendo positivamente
con le famiglie nel pieno rispetto
del “Patto di Corresponsabilità educativa Scuola-Famiglia” sancito dal
D.P.R. 235/2007.
Nello svolgere tale prezioso lavoro
ogni giorno, le scuole educano al
contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione, tra cui anche
la discriminazione omofobica.
Solo con l’educazione si superano
i pregiudizi e gli stereotipi ancora
presenti nella nostra società; in tal
senso, la scuola deve fornire strumenti, metodologie e deve attivare
tutte le necessarie pratiche per
interventi di prevenzione.
In particolare, la Giornata del 17
maggio rappresenta l’occasione in
cui tutte le scuole possono attuare
iniziative di sensibilizzazione contro le disuguaglianze, dando quindi maggior rilievo alle buone pratiche e ai migliori percorsi educat.
Il MIUR intende supportare le
istituzioni scolastiche fornendo
agli insegnanti strumenti per il
proprio aggiornamento e la conoscenza del contesto giovanile, ma
anche agli studenti e alle famiglie
spazi per potersi confrontare sulle
Scuola al Centro - Piano Nazionale
per la dispersione scolastica
C
Nota min. 4250 del 17-05-2016
on D.M. 27.04.2016, n. 273, del sono stati stanziati 10.000.000,00 di
euro (dieci milioni) per la realizzazione di interventi per la prevenzione della dispersione scolastica nelle zone periferiche delle città
metropolitane caratterizzate dall’elevato tasso di tale fenomeno.
Il decreto, in corso di registrazione presso la Corte dei Conti, riporta i criteri e le modalità stabiliti per l’avvio di un programma sperimentale di didattica integrativa e innovativa da realizzare in orario extra-curricolare nelle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado delle aree sopra indicate.
Le istituzioni scolastiche delle città in indirizzo sono chiamate a candidarsi
per ricevere un finanziamento, nel limite massimo di 15.000,00 euro (quindicimila), presentando un progetto di didattica integrativa e innovativa attraverso la compilazione del formulario online che sarà pubblicato nell’area
riservata del sito www.areearischio.it, nella sezione “Scuola al Centro - Piano
Nazionale per le Periferie”, a partire dal 18 maggio p.v. e fino alla data ultima
del 20 giugno 2016.
Per accedere all’area riservata del sito, le istituzioni scolastiche dovranno utilizzare la medesima password assegnata per l’inserimento dei progetti per le
“Aree a rischio”, di cui all’art. 9 del CCNL. In caso di smarrimento della password potrà essere utilizzata l’apposita funzione di richiesta presente sul sito.
I progetti dovranno essere finalizzati alla riduzione del numero di abbandoni
delicate questioni legate all’identità di genere o a qualsiasi altra
forma di violenza.
Occorre anche che le scuole sperimentino nuovi spazi e metodi di
sensibilizzazione che sappiano
sfruttare linguaggi e strumenti più
vicini al mondo degli studenti, per
esempio attraverso l’utilizzo dei linguaggi del cinema o del teatro e per
affrontare ad ampio spettro i temi
del rispetto e della non discriminazione anche in momenti di apprendimento non formale. A questo proposito, il sito www.noisiamopari.it
curato dalla Direzione Generale per
lo Studente, l’Integrazione e la
Partecipazione, mette a disposizione materiali di varia natura e strumenti didattici, nonché ospita iniziative già realizzate da istituzioni
scolastiche del territorio che possono essere divulgate in qualità di
buone pratiche da diffondere negli
altri istituti scolastici. A questo proposito, considerata l’elevata quantità di materiali prodotti dalle scuole,
se ne sollecita l’invio utilizzando
l’apposita funzione di trasmissione
presente sul sito.
Ma non solo, con la consapevolezza che occorra mantenere alta
l’attenzione rispetto alle possibili
derive più gravi delle diverse
forme di discriminazione, con il
Protocollo d’Intesa siglato in data
10/12/2015 tra il Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca e l’Istituto di
Ortofonologia, le parti si impegnano, nel rispetto dei principi di
autonomia e delle scelte delle singole istituzioni scolastiche, a pro-
muovere “progetti in favore delle
Scuole di ogni ordine e grado del
territorio nazionale, al fine di diffondere la cultura della prevenzione dei comportamenti a rischio,
della legalità, del rispetto dell’altro e dell’integrazione sociale
attraverso iniziative che accrescano, nei giovani, il rispetto per gli
altri e per loro stessi”.
Tutta la comunità scolastica, grazie
all’accordo con l’Istituto anzidetto,
potrà avvalersi di un servizio di
messaggistica al n.345/3916485,
attraverso il quale segnalare casi e
verificare con gli esperti dell’Istituto
tutte le possibili forme di intervento,
prevedendo un raccordo costante
con l’amministrazione centrale e
territoriale per verificare la possibilità di effettuare interventi direttamente in collaborazione con gli istituti scolastici stessi, anche in accordo con altri Enti e Associazioni
maggiormente impegnate nella lotta
alle discriminazioni. Inoltre, è possibile rivolgersi agli esperti
dell’Istituto anche tramite indirizzo
di posta elettronica: [email protected].
Alla luce quindi di tutte le indicazioni finora fornite, si auspica che
vengano organizzati interventi di
varia natura in occasione della
Giornata e che venga data la massima diffusione della presente nota
a tutte le componenti scolastiche.
• Nota prot. 4213 del 16 maggio 2016
Il Direttore Generale: Giovanna Boda
non formalizzati nel corso dell’anno scolastico e nel passaggio da un anno
scolastico all’altro, nonché alla riduzione del numero di ripetenze e debiti
formativi nella scuola secondaria di secondo grado, del numero di giorni di
assenza e del numero di sanzioni disciplinari. Ulteriore obiettivo è ridurre gli
impatti della presenza di fenomeni di disagio sociale che spesso caratterizzano le aree periferiche delle grandi realtà metropolitane del Paese.
Il finanziamento sarà erogato a tutte le istituzioni scolastiche che presenteranno un progetto didattico coerente con i criteri che sono riportati nel
citato D.M., allegato alla presente, dando priorità alle istituzioni scolastiche
con il più elevato tasso di dispersione. Si procederà secondo tale ordine fino
al completamento della risorsa massima disponibile per ciascuna area, come
indicato nel già citato D.M.
A chiusura della candidature sarà reso noto l’elenco ufficiale delle scuole
beneficiarie. La Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione verificherà la rispondenza degli interventi proposti con i criteri
stabiliti e potrà procedere, a insindacabile giudizio, all’esclusione dei progetti ritenuti non idonei.
Oltre alla compilazione di campi pre-impostati sarà possibile inserire anche
documenti riportanti la descrizione dettagliata delle attività proposte. I
campi di inserimento rimarranno aperti e modificabili fino alla data di chiusura della piattaforma del 20 giugno p.v. Oltre tale data non saranno ammesse richieste di modifica per alcun motivo.
A ciascun Ufficio scolastico regionale sarà inoltrata la lista dei beneficiari
affinchè possano monitorare l’andamento delle attività, nonché pianificare
successivi interventi, in coerenza con quanto previsto nel più volte citato
D.M., anche in raccordo con pianificazioni e finanziamenti regionali provenienti da Enti Locali.
Il Direttore Generale: Giovanna Boda
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
6
Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
Storia della filosofia/appunti per la preparazione ai concorsi
La scuola elea tica
********** di FILIPPO
La città di Elea
L
a città di Elea fu fondata intorno alla
metà del VI secolo a.C. (probabilmente l’anno 540) dai Focesi di Alalia (città
della Corsica, detta anche Aleria).
Focèa era stata fondata dai Greci nel VII secolo
a.C. in Asia Minore, su una penisoletta posta di
fronte all’isolotto di Bacchion; era stata sottomessa nel 546 a.C. dai Persiani (al tempo del re
Ciro). I Focesi, sfruttando la loro abilità marinaresca e commerciale, cominciarono ad emigrare
verso occidente, navigando e svolgendo affari
lungo il Mediterraneo, l’Adriatico, lo Jonio e il
Tirreno, fondando importanti colonie; tra queste
Alalia (poi Aleria) in Corsica.
I Focesi di Alalia, a loro volta, nel 540 a.C.,
fondarono Elea, sulla costa tirrenica dell’antica Lucania (oggi ricadente in Campania). La
città di Elea proprio alle origini (tra il VI e il V
secolo a.C.) ebbe un periodo di massimo fulgore, dovuto anche al fatto di trovarsi in buoni
rapporti con la città di Posidonia e con gli
Etruschi; infatti, dopo la caduta di Sibari (ad
opera di Crotone nel 510 a.C.), si trovò in una
condizione favorevole per affermare la sua
supremazia economica e politica nel contesto
del suo territorio circostante, così come è testimoniato dall’emissione di monete, che ne rivelano la massima floridezza. Nel III secolo a.C.
entrò nell’orbita della dominazione romana
(dopo la guerra di Pirro e la sottomissione di
Taranto avvenuta nel 272 a.C.); da ciò il suo
nome latino di Velia imposto dai Romani. Nel
periodo medioevale cominciò la sua decadenza e all’inizio del IX secolo fu conquistata e
distrutta dagli Arabi. Di solito viene ricordata
per l’importanza ricoperta dalla scuola filosofica, risalente a Parmenide, Zenone e Melisso;
e ancor prima di loro a Senofane.
La tradizione eleatica
Infatti non è chiaro se la fondazione della scuola filosofica nella città di Elea si debba a
Parmenide o a Senofane. Di certo non si può
misconoscere l’importanza ricoperta da questa
scuola nell’ambito della filosofica greca, che,
ancora nel corso dei secoli VI e V a.C., si distinse per il contributo dato dalle colonie della
Magna Graecia. Dopo avere esaminato la rilevanza della scuola fondata da Pitagora a
Crotone, l’attenzione su quest’altra scuola fondata e sviluppata ad Elea, testimonia la floridezza sociale di queste città, oltre che dal punto
di vista economico, anche dal punto di vista culturale; e non ultimo filosofico.
Lo studio dell’opera e del pensiero dei suoi singoli rappresentanti consente di potere cominciare ad avere un quadro più completo della
filosofia greca sviluppatasi nel variegato contesto dei presocratici; si può notare la specificità
della scuola pitagorica rispetto a quella ionica;
e quindi la specificità della scuola eleatica
rispetto a quella ionica e a quella pitagorica. Per
certi versi si potrebbe parlare di reazione al
naturalismo e all’ilozoismo ionico, ma senza
dubbio si può parlare di diversità, nel modo di
NOBILE
**********
concepire la realtà della natura. Si va dalle
problematiche di ordine teologico, poste da
Senofane; a quelle di ordine logico-metafisiche, poste da Parmenide; a quelle di ordine dialettico, poste da Zenone e Melisso.
Senofane
Vita e opere
Anche se gli si attribuisce il merito di avere
fondato la scuola di Elea o quanto meno di
averne anticipato i temi trattati dai suoi rappresentanti (Parmenide, Zenone, Melisso),
Senofane è la prova del fatto che già in quell’epoca la stessa filosofia rappresentava un
circuito ampio che andava dall’Asia Minore
alla Magna Graecia; esser nato a Colofone
(una delle città della Ionia) conferma questo
rapporto a distanza tra oriente e occidente.
Sulla sua data di nascita e sullo svolgimento
della sua vita non si hanno notizie concordanti; alcuni lo fanno vivere addirittura oltre
i cento anni; probabilmente la sua vita si
svolse tra il 570 e il 470 a.C. e fu caratterizzata da continui viaggi svolti per molti paesi
del Mediterraneo. Per questo motivo gli si
attribuivano due opere, rispettivamente dedicate alla Fondazione di Colofone e alla
Colonizzazione di Elea. Pur non essendo nativo di Elea, il suo rapporto con la scuola rappresentata da Parmenide, si deve alla concezione monistica della natura. Ma, prima ancora di essere considerato filosofo, si deve ricordare la sua attività di poeta e di rapsodo che
cantava le sue stesse composizioni; le sue
Elegie e suoi Silli testimoniano la versatilità di
un poeta che passava dalle composizioni serie
alle parodie che egli stesso recitava nel corso
di banchetti. Con Senofone ci troviamo di
fronte ad un autore in grado di passare dalla
poesia alla filosofia, così come testimoniato
dal suo componimento Sulla natura (περι;
φυϖσεω⌡), dove elabora la sua concezione
monistica e panteistica della natura. Tuttavia
proprio nei Silli espone la sua critica sferzante
ad ogni forma di antropomorfismo.
La critica all’antropomorfismo
Senofane obiettava che gli uomini si raffigurano gli dei a loro immagine e somiglianza, in quanto «hanno l’opinione che gli dèi
siano generati e che abbiano il loro modo di
vestire, la loro voce e il loro aspetto» (Silli,
fr. 14); sicché, ad esempio, «gli Etiopi asseriscono che i loro dèi sono camusi e neri, i
Traci che sono azzurri di occhi e rossi di
capelli» (Ivi, fr. 16).
La sua critica all’antropomorfismo della
religione del tempo è sorprendente e trova
riscontro a lunga distanza nel secolo dei
lumi, allorquando si recupera la dimensione
della religione naturale, contrapponendo il
deismo al teismo. La sua non è una critica al
politeismo, bensì alla ritualità della religione che, anziché avvicinare, allontana l’uomo dalla divinità; e per questo motivo prende in giro i suoi simili, pensando che anche
gli animali, se ne avessero la capacità, si raffigurerebbero le divinità a propria immagine e
somiglianza. «Per altro se avessero mani i bovi,
i cavalli e i leoni, o fossero in grado di dipingere e di compiere con le proprie mani opere
d’arte come gli uomini, i cavalli rappresenterebbero immagini di dèi e plasmerebbero statue simili a cavalli, i bovi a bovi, in modo
appunto corrispondente alla figura che ciascuno possiede» (Ivi, fr. 15).
Monismo e panteismo
Leggendo i frammenti del suo poema Sulla
natura si ricava la concezione che Senofane
aveva della divinità: un essere unico, che però
non va considerato, contraddittoriamente, nei
termini di quell’antropomorfismo da lui criticato; il dio unico di Senofane non è un essere
trascendente, così come concepito dalle teologie occidentale; si tatta di una divinità, che
«tutto vede, tutto percepisce, tutto ode» (Sulla
natura, fr. 24), ma in stretta relazione con la
natura; un dio che non può essere rapportato
all’uomo e che, senza essere sottoposto al divenire della natura, determina il movimento e la
vita di tutte le cose contingenti. Volendo si può
parlare di panteismo, ma in un senso critico ed
intelligente, che, come esclude la trascendenza,
così esclude l’immanenza; dio è presente nella
natura, ma non si confonde con essa.
In Senofane assistiamo al tentativo di trasformare il fisicalismo della scuola ionica in una
forma di sofisticato razionalismo, che esclude
pure ogni forma di gretto antropomorfismo.
Per questa sua tesi sulla unicità dell’essere
(implicante la stretta relazione tra dio e la natura), spesso si è pensato a Senofane come fondatore della scuola di Elea o, quanto meno,
come predecessore di Parmenide; ma non bisogna trascurare che, nel riprendere il naturalismo degli ionici, egli ribadisce un principio
fondamentale della scienza moderna, secondo
il quale «tutto quanto nasce è soggetto a corruzione» (Ivi, fr. 1).
Partendo da questo presupposto della sua fisica, si
può comprendere la sua particolare teologia, per
cui tutto ciò che accade nel mondo è subordinato
all’intelligenza divina. In questo senso, anticipando il tema centrale della filosofia di Anassagora,
concepisce dio come nous (νου⌡), ossia come
intelligenza che dà vita alla natura; in tal mondo
tenta si superare la dicotomia tra unicità e molteplicità, proprio perché sostiene che tutto è uno,
pur essendo composto di più parti, che però sono
alimentate da questa intelligenza divina che sta
dentro il cosmo.
Parmenide
Vita e opere
Anche di Parmenide non si hanno testimonianze concordanti; ad esempio Apollodoro lo
vuole nato nel 540, mentre Platone nel 515
a.C.; ma di lui si può dire che certamente nacque e visse ad Elea tra la fine del VI secolo e la
prima metà del V secolo a.C.; e che in vita
godette di grande fama dentro e fuori la sua
città natale. Solo così si spiega che proprio
Platone sia rimasto influenzato dalla sua dottri-
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
na, dedicandogli uno dei suoi dialoghi principali (il Parmenide), nel quale addirittura parla
di un ipotetico incontro avvenuto ad Atene,
intorno al 450 a.C., tra Parmenide molto vecchio e Socrate molto giovane. Se oggi possiamo continuare a parlare di Parmenide, ciò si
deve soprattutto a Simplicio che, nel VI secolo
d.C., commentando la Fisica di Aristotele,
ritenne opportuno riportare ampi brani della
sua opera Sulla natura (periŸ fuvsewı); un’opera, già all’epoca di Simplicio, divenuta
molto rara, e di cui per fortuna ci sono stati tramandati 19 frammenti per un totale di 154
versi. Si tratta infatti di un’opera scritta in
versi (esametri) e non in prosa (usata dagli
ionici); la forma poetica, il carattere allegorico
e la complessità del suo contenuto rendono il
pensiero di Parmenide tra i più interessanti e i
più suggestivi dell’antichità, ma pure tra quelli maggiormente soggetti a rischi interpretativi.
Allegoria e mito
Il poema si apre con un’introduzione nella
quale l’autore immagina di essere trasportato
su un cocchio dalle Eliadi (le figlie del sole),
dal mondo delle tenebre verso il mondo della
luce; là dove regna sovrana Dike, dea della
giustizia, che sta dinanzi alla porta che separa
la notte della terra dal giorno del cielo. Si tratta di un espediente letterario, proprio della
poesia dell’epoca, che si serviva di questo tipo
di allegoria; Parmenide vi fece ricorso per
esprimere concetti e idee su cui ancora oggi
discutiamo. La strada, da seguire e seguita da
Parmenide, è quella della verità (ajlhvqeia)
contrapposta all’opinione (dovxa); si tratta di
un percorso che conduce dal mondo umano,
contraddittorio e fallace, a quello divino, stabile e inalterabile. L’allegoria del poema è sviluppata attraverso altri artifici: il viaggio dal
basso verso l’alto, evidentemente rappresenta
il primo simbolo, indicando una linea da
seguire progressivamente; le cavalle, che tirano il cocchio lungo questo sentiero (oJdov"),
rappresentano le facoltà del ragionamento; le
Eliadi (le fanciulle figlie del sole) rappresentano la parte illuminante; la porta, che separa la
notte dal giorno, rappresenta il limite tra il
mondo dell’opinione (da abbandonare) e il
mondo della verità (da perseguire); Dike (dea
della Giustizia) rappresenta la garante di questa realtà da scoprire. Spalancandogli la porta
e consentendogli il passaggio da una parte
all’altra della via, Dike così ammonisce
Parmenide: «È pertanto necessario che tu
apprenda tutto, tanto il cuore immobile della
Verità rotonda, quanto le opinioni dei mortali,
in cui non si trova verace certezza. Tuttavia
anche questo apprenderai come sia necessario
che chi percorra incessantemente tutto il dominio delle esperienze ammetta l’esistenza di ciò
che appare [ai mortali]» (Sulla natura, fr. 2).
Le tre vie (verità, opinione, verosimile)
Quindi le vie indicate sono tre: quella della
verità che è propria delle divinità, ma che gli
uomini possono scoprire mediante un corretto
uso della ragione; quella della opinione che è
propria degli uomini, quando si lasciano trascinare dalla fallacia dei sensi, e quella del
verosimile, che è pure propria degli uomini e
che comunque è il caso di non trascurare allo
scopo di comprendere in pieno la prima. Il
passaggio dalla notte al giorno avviene attraverso un sentiero (oJdov") che è da intendere
come via di ricerca, ossia come metodo (mevqodo") di indagine per cogliere l’essere
(ejovn). Il che ha comportato notevoli difficol-
7
Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
tà interpretative, perché, in buona sostanza, si
è sempre e molto discusso se Parmenide abbia
voluto intendere l’essere, come realtà cosmica,
secondo una dimensione fisiologica, oppure
come categoria logico-metafisica, secondo una
dimensione metafisica. In ogni caso i versi di
Parmenide consentono di cogliere e di esprimere un senso del discorso su un piano filosofico comune. Egli parte dalla celebre affermazione che si trova nel frammento terzo del suo
poema, dove dice che «identico è il pensare e
l’esistere». Su questo punto il buon senso, che
la dea Dike suggerisce a Parmenide, consente di
sottolineare che, qualunque linea interpretativa
si voglia assumere su questo concetto della filosofia del caposcuola di Elea, si può essere d’accordo nel sostenere che il pensiero umano non
può concepire il non essere, ma solo l’essere;
l’identificazione tra pensiero ed essere può
essere assunta proprio in questo modo, secondo
il quale ogni atto del pensare implica come
oggetto pensato l’essere (ει∴ναι) ed esclude il
La scuola elea tica
nulla (µηδεϖν). Non potrà mai accadere che il
pensiero concepisca il nulla, perché il nulla, in
quanto tale, non esiste; siccome il pensiero non
può pensare ciò che non esiste, ma solo ciò che
esiste, se ne deduce che pensare ed essere sono
la medesima cosa.
Gli attributi dell’essere
A questo punto Parmenide passa a definire gli
attributi dell’essere. Esso deve risultare «ingenerato», altrimenti deriverebbe o da un altro
essere o dal non essere; nel primo caso,
ammetteremmo l’esistenza di due esseri, mentre nel secondo caso la derivazione di ciò che
è da ciò che non è; tra l’altro in un certo
momento risulterebbe non essere stato e da un
altro momento in poi risulterebbe essere; in tal
senso, oltre che come ingenerato, va concepito
come incorruttibile, ossia come ciò che non
può mutare nel tempo, altrimenti, nel tempo,
acquisirebbe la forma di tanti esseri.
«Ne segue, dunque, che esiste realmente ancora una sola rivelazione di via: su questa vi sono
ben numerosi segnavie che l’essere è ingenerato e indistruttibile: è, infatti, un tutto nella
sua struttura, immobile, privo di fine temporale, poiché non fu, né sarà un tutto di parti
unite, ma è soltanto nella sua natura un tutto»
(Ivi, fr. 8). Di conseguenza l’essere non ha né
un passato né un futuro, ma sempre è in assoluto e non già in termini cronologicamente
relativi; esso è immutabile e immobile.
L’essere non può risultare divisibile, ma sempre uguale a se stesso; altrimenti implicherebbe la differenza dentro se stesso; «infatti tutto
è pieno di essere; perciò è tutto connesso, ché
l’essere aderisce all’essere» (Ibidem).
Parmenide concepisce l’essere «limitato», di
forma sferica, «egualmente pesante dal centro
in ogni parte» (Ibidem); se le sue parti fossero
diseguali tra di loro, l’essere sarebbe affetto
dall’attributo della diseguaglianza.
Non ci si stranizzi all’idea di limite e di sfericità, poiché, secondo l’antica concezione della
natura, il concetto di perfezione coincideva
con quello di limite e di sfera; ciò che è illimitato o infinito risulta pure imperfetto, in quanto solo ciò che è limitato o finito risulta perfetto; a sua volta il concetto di perfezione coincide con quello di sfericità, poiché l’essere, in
quanto tale, cioè finito e perfetto, non può che
essere compatto e quindi di forma sferica (così
come vedremo in Empedocle).
A confronto con Eraclito e con
gli altri presocratici
Leggendo i frammenti di Parmenide, non si può
dimenticare che il caposcuola di Elea si muove
nel contesto di una fisiologia, anche se già sotto
l’influsso del pitagorismo (per essere stato allievo di Aminia), oltre che di Anassimandro e di
Senofane.
Egli concepisce la natura, partendo dall’esperienza della scuola ionica, ma recependo il
carattere della scuola pitagorica, per via dell’allegoria, del misticismo e della mitologia
che caratterizzano la sua opera e il suo pensiero. Lo si è considerato filosofo contrapposto a
Eraclito, ma il suo modo di pensare è talmente
raffinato e profondo, da non potere risultare il
prodotto di un antagonismo culturale; ciò evidentemente vale pure per Eraclito, ma in tanto
vale per Parmenide, al quale va il merito di
avere arricchito ulteriormente la filosofia di
questo periodo storico, contribuendo alla nascita di una scuola che, seppure entro i limiti di
una concezione aristocratica della società civile, contribuì alla formulazione di buone leggi
della città di Elea. La sua concezione dell’essere, come di una realtà unica, ha fatto molto discutere per tutta la storia della filosofia. Ma, ciò
che può sorprendere, è che la sua tesi sull’unicità dell’essere viene problematizzata già a partire dal suo allievo più fedele, Zenone.
La fortuna di Parmenide
La filosofia di Parmenide è molto presente
nella Scienza della logica di Hegel, che l’ha
assunta soprattutto nel primo libro, specificamente dedicato alla logica dell’essere, per quel
che riguarda appunto il problema del cominciamento, posto ad apertura della sua opera,
che così risulta imperniata proprio sulla categoria dell’essere indeterminato.
«Furono gli Eleati i primi ad enunciare il semplice pensiero del puro essere, soprattutto
Parmenide, che lo enunciò come l’Assoluto e
come l’unica verità, e ciò, nei frammenti di lui
rimastici, col puro entusiasmo del pensiero,
che per la prima volta si afferra nella sua assoluta astrazione: soltanto l’essere è, e il nulla
non è punto» (W.F.G. Hegel, Scienza della
logica, Laterza, Bari 1968, vol. I, pagg. 71-2).
Passando alla filosofia del secolo XX, non si
può trascurare Heidegger che morì nel 1976,
leggendo i presocratici e, tra questi, soprattutto Parmenide, proprio per il problema dell’essere, considerato il fondamento, oltre che logico, metafisico di una filosofia contemporanea
che deve riscoprire le proprie radici nella filosofia greca. Nella sua opera principale, in
Essere e tempo, pubblicata nel 1927, ancor
prima che in Platone e in Aristotele, Heidegger
intravede in Parmenide il fondatore della
metafisica occidentale, avendo concettualizzato il problema dell’essere che, pur risultando
«il più oscuro di tutti», rappresenta la base
della verità che l’uomo deve perseguire, così
come Parmenide ci ha suggerito metaforicamente, ad apertura del suo poema con la figura della dea Dike che gli apre la porta, per
introdurlo nel mondo della luce. La verità
(αϕληϖθεια) coincide con il disvelamento
dell’essere che si nasconde dietro l’ente; sic-
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
ché, nel richiamarsi a Parmenide, Heidegger
sottolinea che «l’essere è ciò che si manifesta
alla visione intuitiva pura: solo questo vedere
scopre l’essere» (M. Heidegger, Essere e
tempo, UTET, Torino 1969, pag. 273).
Zenone di Elea
Vita e opere
Come Parmenide, Zenone nacque e trascorse
la sua vita ad Elea; probabilmente era più giovane di circa venticinque anni e visse nel corso
del V secolo a.C.; sebbene non sia da escludere che abbia viaggiato molto (recandosi persino in Grecia), egli rappresenta una figura tipica della scuola di Elea, dove, succedendo al
maestro nella guida, rappresentò uno stadio più
avanzato e, per certi versi, più problematico dell’eleatismo. Della sua opera Sulla natura (περι;
φυϖσεω∀), scritta in prosa, ci sono stati tramandati solo alcuni frammenti prevalentemente
rivolti ad una critica serrata contro la tesi sulla
molteplicità dell’essere e contro la tesi sul
movimento. Infatti anche se da Aristotele fu
considerato l’inventore della dialettica, dallo
stesso Aristotele fu pure considerato pensatore
di poco conto, che in effetti si sarebbe limitato
a sostenere la tesi del maestro (sulla unicità dell’essere), confutando quella dei suoi avversari e
denigratori che sostenevano la tesi contraria
(sulla molteplicità dell’essere). Platone lo definì il «Palamede eleatico», chiarendo comunque
che non si trattava di un ripetitore pedissequo
della tesi del maestro, ma di un acuto filosofo,
che metteva in ridicolo i sostenitori della molteplicità, dimostrando che da tale tesi (sulla molteplicità) derivavano più difficoltà di quante ne
potessero derivare dalla tesi di Parmenide sulla
unicità.
«Infatti Zenone dimostrava che la medesima
cosa sarebbe stata simile e dissimile, eguale e
diseguale, e che ne sarebbe seguito assolutamente intero l’annientamento dell’ordine del
reale e un disordinato sconvolgimento del tutto»
(Fedro, 261d).
In effetti, a ben leggere le argomentazioni del suo
scritto, si ricava l’impressione che ci si trova di
fronte ad un pensatore intelligente ed originale,
che, se non prende le distanze dal maestro, quanto meno, va oltre, anticipando di molti secoli le
problematiche che, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, saranno riproposte con la
scoperta del calcolo infinitesimale e la elaborazione della teoria degli insiemi.
Aporie e dialettica
Zenone non intese negare la molteplicità dell’essere e, di conseguenza, il movimento,
bensì porre un problema fisico, che implicava
risvolti di natura logica e matematica. Il movimento comprende, non solo la molteplicità,
ma pure il cambiamento; per cui non si tratta
di negare il movimento che osserviamo con i
nostri sensi, ma di spiegarlo epistemicamente.
Non a caso, secondo Popper, Zenone si sarebbe chiesto: «Come è possibile il mutamento,
possibile, cioè, da un punto di vista logico?
Come può una cosa mutare, senza perdere la
propria identità? Se rimane la stessa, non
muta; e se perde la propria identità, non è più
quella cosa che è mutata» (K.R. Popper,
Ritorno ai Presocratici, in Congetture e confutazioni, Il Mulino, Bologna 1972, pag. 246). I
suoi discorsi (λοϖγοι) erano svolti in modo
pungente e polemico; partendo da una ipotesi,
8
Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
venivano sviluppate considerazioni sulla sua
legittimità logica e sulla ipotesi contraria; ad
esempio, nella seconda parte del Parmenide,
Platone dà l’impressione di recepire il metodo
dialettico dalle argomentazioni contenute nell’opera di Zenone, affidando al personaggio
Parmenide il compito di discutere dell’essere e
non essere. Tali discorsi si rivelano delle vere
e proprie aporie, ossia paradossi, in quanto si
tratta di argomentazioni che conducono a delle
ipotesi finali, solo apparentemente assurde;
come nel caso, appunto, della tesi sulla molteplicità dell’essere e sul movimento.
Le aporie sulla molteplicità
Sulla molteplicità dell’essere ci sono pervenuti quattro argomenti, tutti quanti imperniati
sulla tesi «se vi sono molte cose» (ειϕ πολ−
λαϖ εϕστι). Partendo da tale ipotesi sulla
molteplicità, l’essere, sotto l’aspetto della
grandezza, dovrebbe risultare, ad un tempo,
infinitamente piccolo e infinitamente grande;
La scuola elea tica
sotto l’aspetto del numero, finito e infinito;
inoltre, se tutto ciò che esiste sta nello spazio,
anche lo spazio dovrebbe stare in un altro spazio e così via all’infinito; il quarto argomento
sulla molteplicità è relativo al rumore prodotto
da un moggio di grano, quando invece il singolo granello non produce alcun rumore; più
precisamente l’obiezione riguarda l’azione
prodotta da una massa, a differenza dell’azione prodotta da ogni sua singola parte.
Le aporie sul movimento
Contro il movimento ci sono pervenuti pure
quattro argomenti. Il primo è riferito alla freccia che si muove da un punto A ad un altro
punto B; in questo caso il movimento non troverebbe spiegazione né logica né matematica,
perché, prima di pervenire da A a B, ciò che si
muove dovrebbe pervenire a C, ossia ad un
punto intermedio tra A e B; seguendo tale procedimento, si presuppone una scomposizione
all’infinito del segmento AB che, pur essendo
composto da una serie infinita di punti, dovrebbe essere percorso in un tempo finito; evidentemente si tratta di una ipotesi paradossale di
tipo logico-matematico, perché nella realtà la
freccia si sposta da A e raggiunge B. Tale aporia può essere così esemplificata e raffigurata
A--------------------C--------------------B
Russell ha dato una soluzione alle presunte
aporie di Zenone sul movimento, riferendosi
soprattuto a questo primo argomento, secondo
il quale è da supporre che, tra i due limiti estremi, aritmeticamente assunti con i numeri 0 e 1,
bisogna presupporre una variabile x, che può
acquisire tutti i valori intercorrenti tra 0 e 1. La
classe dei valori, che può acquisire la variabile x, è costituita da un tutto infinito le cui
«parti non sono logicamente anteriori ad esso»
(B. Russell, I principi della matematica,
Longanesi, Milano 1963, pag. 486), giacché il
tutto non solo è costituito da una serie di parti,
ma non sussisterebbe se ad esso venisse meno
una sola delle sue parti.
Il secondo argomento è quello di Achille e la
tartaruga che, seguendo il medesimo ragiona-
mento del primo, non consentirebbe di spiegare il movimento, qualora i due contendenti
nella corsa (il veloce Achille e la lenta tartaruga) si trovassero su due punti diversi (l’uno più
avanti dell’altro) su due linee parallele; nell’istante in cui Achille va da un punto all’altro, la
tartaruga va pure da un punto all’altro, senza
che il primo possa raggiungere e superare la
seconda; in questo caso ci troveremmo di fronte ad una ipotesi paradossale, se non facessimo
ricorso alla spiegazione logico-matematica
data al primo paradosso, perché in effetti
Achille è più veloce della tartaruga. L’aporia
può essere così raffigurata
Achille
A’-A”--------------------------------------Tartaruga
A’-A”---------------------------------Il terzo argomento è riconducibile pure al
primo ed è riferito ad una freccia che, in un
determinato istante, si trova su di un determinato punto; in questo caso l’ipotesi prevede la
situazione paradossale di ritenere la freccia
simultaneamente in quiete e in movimento.
Dallo schema si evince che un corpo, considerato in un medesimo istante, relativo ad un
determinato punto, potrebbe trovarsi sia in
quiete che in movimento, in quanto da A è già
passato in B, ma da B non è passato in C; quindi, pur non negando il passaggio da un punto
ad un altro, in un determinato istante, su un
punto specifico, si troverebbe, oltre che in
movimento, pure in quiete
Freccia
A---------------B---------------C
Il dato, solo apparentemente paradossale, è
stato chiarito dallo stesso Platone che, nel
Parmenide (specificamente nella terza ipotesi
esposta nella seconda parte del dialogo per
bocca dello stesso Parmenide), considera che
l’uno nel medesimo istante partecipa dell’essere e del non essere. Esponendo la famosa
terza ipotesi sull’unicità dell’essere, nel
Parmenide, sull’uno in relazione al tempo,
Platone dice che l’uno, nel contempo sta in
quiete e si muove è; sicché, riprendendo le argomentazioni, più che di Parmenide, di Zenone,
mediante il personaggio-Parmenide, prosegue,
sottolinenando che l’istante (εϕξαιϖφνη⌡)
possiede una strana natura, tale da costituire il
limite spazio-temporale, nel quale l’uno è e non
è, ovvero si trova in quiete e in moto; «questa
natura dell’istante è qualche cosa di assurdo che
giace fra la quiete e il moto, al di fuori di ogni
tempo, e così verso l’istante e dall’istante ciò
che si muove si muta nello stare e ciò che sta si
muta nel muoversi» (Parmenide, 156 d-e).
Il quarto argomento si riferisce a due masse
che si muovono in senso contrario, l’uno verso
l’altro su due linee, parallele ad una terza linea
dentro uno stadio. Apparentemente le due
masse dovrebbero coprire il medesimo percorso in un medesimo arco di tempo; muovendosi l’una verso l’altra e viceversa, accade che le
due masse si trovino l’una di fronte all’altra
con una velocità doppia, apparentemente
determinata dal loro senso contrario di marcia.
Anche in questo caso lo schema grafico aiuta a
comprende il fondamento logico e matematico
dei presunti paradossi del filosofo di Elea
-----------------------------------------------------------------------------------------
9A RIVISTA DELLA SCUOLA
La fortuna di Zenone
Abbiamo già accennato al fatto che Zenone di
Elea, sia presso gli antichi che presso i moderni, ha rappresentato una sorta di Giano bifronte; ora considerato semplicemente il fedele
allievo del maestro, ora il prosecutore intelligente delle tematiche, poste da Parmenide,
sino al punto di impegnare pensatori come
Platone nell’antichità e come Russell nella
contemporaneità. A tal proposito basti ricordare il dibattito avviatosi in Francia alla fine
dell’Ottocento con Renouvier Evellin, Dunan,
Brochard e, nella Revue de Méthaphysique et
de Morale, a partire dal 1893; per non dire del
contributo dato da Russell con la pubblicazione, nel 1903, de I principi della matematica.
Melisso
Vita e opere
Melisso fu coetaneo o poco più giovane di
Zenone, essendo vissuto (anno più anno meno)
intorno al V secolo a.C.; ma, pur essendo stato
coetaneo e condiscepolo di Zenone, risulta
nativo di Samo (cioè di una delle città della
Ionia), da dove dovette emigrare per ragioni
politiche, dopo la caduta del regime aristocratico, di cui faceva parte o che addirittura rappresentava.
L’anno di riferimento, della sconfitta della città
di Samo da parte di Atene, è il 442 a.C.; Melisso
addirittura guidava la flotta samiense contro
quella ateniese e fu artefice di una momentanea
battaglia navale. Della vita di Melisso si hanno
comunque poche notizie sopratutto in ordine al
periodo successivo all’anno 442; probabilmente
riprese a viaggiare, così come aveva fatto precedentemente alla sua esperienza politica e
militare, entrando a contatto con la Scuola di
Elea (sia con Parmenide che con Zenone),
senza però farne parte organicamente. Ci troviamo di fronte ad un pensatore solitario, sebbene il suo scritto Sulla natura o sull’essere
riprenda chiaramente le problematiche elaborate da Parmenide sulla tesi relativa all’unicità
dell’essere.
L’essere infinito e incorporeo
All’essere parmenideo egli riconosce alcuni
attributi (uno, finito, eterno, uguale, immutabile, inalterabile, impassibile, immobile, pieno),
che avrebbe sottoscritto lo stesso caposcuola
di Elea; egli aggiunge quelli di infinito
(α[πειρον) e di incorporeo (αϕσωϖµατο∀).
Il primo attributo di infinito sembra affermato
in contrapposizione a quello di finito, riconosciuto all’essere da Parmenide; ma in effetti si
tratta di un attributo elaborato proprio per ribadire la tesi parmenidea sul fatto che l’essere,
nel tempo, non muta e non si altera e risulta
senza principio e senza fine; sicché deve essere concepito pure infinito, a meno che non si
voglia presupporre che provenga dal nulla. Lo
definisce incorporeo, associandolo all’attributo di infinito, perché ciò che è infinito risulta
privo di corpo finito, cioè immediatamente
palpabile o visibile; quindi infinito e incorporeo risultano omonimi, in quanto sono riferiti
ad un essere che non ha né confini né limiti
predeterminati; tale essere, non essendo soggetto al cambiamento, risulta un tutto sempre
uguale a se stesso, che era e sempre è, nel
senso che sfugge al flusso del continuo divenire. L’avere presupposto la formula dell’eterni-
9
Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
tà dell’essere (che ritroveremo nella teologia
cristiana), consente di considerarlo come pensatore che ripropone problematiche antiche,
arricchite però di nuovi contenuti che suggeriscono di riflettere sullo scambio culturale esistente tra la filosofia dell’Asia minore e quella
della Magna Graecia (in questo caso tra la
scuola ionica e quella eleatica). Tra l’altro
Melisso non accetta la presunta dicotomia esi-
La scuola elea tica
stente tra ragione e sensi (tra verità e opinione), perché solo la ragione consente all’uomo
di cogliere la realtà nel suo vero essere, al di là
delle apparenze, che suggeriscono ai sensi il
cambiamento continuo (sia quantitativo che
qualitativo) della realtà. Anche se non vi sono
stati rapporti diretti con i successivi filosofi
pluralisti, senza dubbio Melisso, seppure indirettamente e senza volerlo, anticipa la nuova
visione che della natura viene elaborata sia dal
pluralismo di Empedocle e di Anassagora sia
dall’atomismo di Leucippo e Democratico.
F.N.
Bibliografia
Sui filosofi presocratici non si può fare a meno di
ricordare la raccolta dei frammenti curata da H.
Diels e W. Kranz: I frammenti dei presocratici
(Die Fragmente der Vorsokratiker, Berlin 1903)
furono inizialmente pubblicati dal solo Diels;
dopo varie edizioni (1906-10,1912), l’ultima fu
curata pure da Kranz (Berlin 1922) ed è quella
alla quale ci si richiama, ancora oggi, nell’utilizzo delle fonti. La prima edizione italiana è
stata pubblicata con il contributo di vari studiosi di filosofia antica (G. Giannantoni, R.
Laurenti, A. Maddalena, P. Albertelli, V.E.
Alfieri, M. Timpanaro Cardini) dalla Casa
Editrice Laterza (Bari 1969).
Tra le testimonianze degli antichi risulta esemplare quella di Diogene Laerzio (erudito greco,
vissuto nel III secolo d.C.), autore delle Vite dei
filosofi (Laterza, Bari 1976; I edizione, 1962), in
dieci libri che trattano dai primordi della filosofia ellenica (gli ionici) alle origini dell’età ellenistica (Epicuro).
Per uno studio della storia della filosofia greca
esistono tante opere che costituiscono dei veri e
propri classici: La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico di E. Zeller, pubblicata a Lipsia nel
1892; l’edizione italiana, curata da R. Mondolfo,
è stata pubblicata, a partire dal 1938, da La
Nuova Italia di Firenze.
Tra gli altri autori di storie della filosofia antica
si possono ricordare: T. Gomperz, Pensatori
greci, Lipsia nel 1896; tr. it., La Nuova Italia di
Firenze a partire dal 1933; E. Hussey, I presocratici (del 1972; tr. it., Mursia, Milano 1977); L.
Robin, Storia del pensiero greco, (del 1951; tr.
it., Einaudi, Torino 1951); G. Reale, vol. I, I problemi del pensiero antico dalle origini ad
Aristotele (Celuc, Milano 1972); F. Adorno, La
filosofia antica, Feltrinelli, Milano 19….. ; J.P.
Vernant, Mito e pensiero presso i Greci, (del
1965; tr. it., Einaudi, Torino 1970).
Per una lettura diretta dei frammenti dei singoli
presocratici e dei relativi commenti svolti dai
vari specialisti della materia, rimane sempre
attuale la “Biblioteca di Studi Superiori” di
“Filosofia antica”, avviata intorno al 1950 da
La Nuova Italia di Firenze, sotto la direzione di
R. Mondolfo con la collaborazione di M.
Untersteiner.
Sugli Ionici (Talete, Anassimandro, Anassimene)
il volume è stato curato da A. Maddalena
(Firenze 1970; I edizione, 1963).
Su Eraclito il volume è stato curato da R.
Mondolfo e L. Tarán (Firenze 1972).
Sui Pitagorici i tre volumi sono stati curati da M.
Timpanaro Cardini; il primo volume riguarda
Pitagora, Alcmeone e altri pitagorici minori
(Firenze 1969; I edizione, 1958); il secondo
volume riguarda Filolao, Archita ed altri
(Firenze 1969; I° edizione, 1962); il terzo volume riguarda il catalogo di Giamblico e di
Porfirio ed altre testimonianze, tra cui quella di
Aristosseno (Firenze 1973; I edizione, 1964).
Sugli Eleati sono stati pubblicati quattro volumi,
specificamente dedicati a Senofane (a cura di M.
Untersteiner; Firenze 1967; I° edizione, 1956), a
Parmenide (a cura di M. Untersteiner; Firenze
1967; I edizione, 1958), a Zenone (a cura di M.
Untersteiner; Firenze 1970; I edizione 1963), a
Melisso (a cura di G. Reale; Firenze 1970).
Su Empedocle il volume è stato curato da C.
Gallavotti (Arnaldo Mondadori Editore, Milano
1975); risulta inserito nella collana della
Fondazione Lorenzo Valla, dedicata ai classici
dell’età antica e medievale, realizzata in analogia alla Biblioteca di Studi Superiori de La
Nuova Italia di Firenze. Il volume, curato da C.
Gallavotti, offre una diversa interpretazione di
quella che ne aveva dato ad inizio del Novecento
E. Bignone, il cui testo su Empedocle era stato
pubblicato a Torino (1916) e poi ristampato a
Roma (1963).
Su Anassagora il volume è stato curato da D.
Lanza nella Biblioteca di Studi Superiori de La
Nuova Italia (Firenze 1966).
Sugli Atomisti (Leucippo e Democrito) dobbiamo risalire al volume curato da V.E. Alfieri
(Laterza, Bari 1936), ripreso in Atomos Idea.
L’origine del concetto dell’atomo nel pensiero
greco (La Nuova Italia, Firenze 1953).
Franck Snaldy1041925
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
10
Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
Valutazione Docenti
Nota 20 aprile 2016, AOODGOSV 4370
il MIUR avvia un pr imo monitor a g g io sulle a tti vità dei Comita ti
di Valutazione e sull’utilizzo del Bon us
Il monitoraggio avverrà attraverso tre schede:
• La composizione del Comitato di valutazione: 6 aprile – 6 maggio 2016
• La definizione dei criteri per la valorizzazione
del merito: 26 aprile – 6 maggio 2016
• L’utilizzo del bonus: 20 giugno – 31 agosto
2016
Con la Nota 27 aprile 2016, AOODGOSV
4542, il MIUR ha chiarito che:
• le prime due schede di monitoraggio (la composizione del Comitato e la definizione dei criteri) resteranno regolarmente aperte e ogni dirigente scolastico le compilerà nel momento in
cui avrà a disposizione tutte le informazioni
richieste;
• la prima rilevazione sulla compilazione delle
schede avverrà il 6 di Maggio (come indicato
nella nota), le altre rilevazioni avverranno a
seguito con cadenza settimanale e fino al 31 di
Agosto, data ultima della chiusura definitiva del
monitoraggio.
Il Comitato per la Valutazione dei Docenti è
istituito ai sensi dell’art. 1, c. 129, Legge
107/2015 che sostituisce l’art. 11 del D.lvo
297/1994:
Art. 11 (Comitato per la valutazione dei
docenti)
• Presso ogni istituzione scolastica ed educativa è istituito, senza nuovi o maggiori oneri per
la finanza pubblica, il comitato per la valutazione dei docenti.
• Il comitato ha durata di tre anni scolastici, è
presieduto dal dirigente scolastico ed è costituito dai seguenti componenti: a) tre docenti dell’istituzione scolastica, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto;
b) due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di
istruzione, scelti dal consiglio di istituto;
c) un componente esterno individuato dall’ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti
scolastici e dirigenti tecnici.
• Il comitato individua i criteri per la valorizzazione dei docenti sulla base:
a) della qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico
degli studenti;
b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo
di docenti in relazione al potenziamento delle
competenze degli alunni e dell’innovazione
didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione
e alla diffusione di buone pratiche didattiche;
c) delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale.
• Il comitato esprime altresì il proprio parere sul
superamento del periodo di formazione e di
prova per il personale docente ed educativo. A
tal fine il comitato è composto dal dirigente scolastico, che lo presiede, dai docenti di cui al
comma 2, lettera a) , ed è integrato dal docente
a cui sono affidate le funzioni di tutor.
• Il comitato valuta il servizio di cui all’articolo
448 su richiesta dell’interessato, previa relazione del dirigente scolastico; nel caso di valutazione del servizio di un docente componente del
comitato, ai lavori non partecipa l’interessato e
il consiglio di istituto provvede all’individuazione di un sostituto. Il comitato esercita altresì
le competenze per la riabilitazione del personale docente, di cui all’articolo 501.
da TESTO UNICO, FAQ MIUR e Nota 19
aprile 2016, AOODPIT 1804:
• Costituzione: “l’organo collegiale è validamente costituito anche nel caso in cui non tutte
le componenti abbiano espresso la propria rappresentanza” (art. 37, c. 1, D.lvo 297/94).
• Convocazione e Verbalizzazione: la convocazione del Comitato spetta al Dirigente
Scolastico, che lo presiede. Il Presidente affida
ad uno dei componenti il compito di redigere
sintetico verbale della seduta.
• Attività del Comitato: individuazione dei criteri per la valorizzazione della professionalità
docente prodromici alla successiva attività del
Dirigente Scolastico.
• Attività del Dirigente Scolastico: individuazione dei destinatari e assegnazione del bonus
sulla base dei criteri espressi dal Comitato
nonché “sulla base di una motivata valutazione” (art.1, c. 127, Legge 107/15).
• Validità sedute: le sedute del Comitato sono
valide con la presenza della sola maggioranza dei
suoi componenti effettivamente nominati (quorum strutturale).
• Deliberazioni e Votazioni: per quanto attiene al
quorum deliberativo “le deliberazioni sono adottate a maggioranza assoluta dei voti validamente
espressi, salvo che disposizioni speciali prescrivano diversamente” (art. 37, c. 3, D.lvo 297/94).
“La votazione è segreta solo quando si faccia
questione di singole persone” (art. 37, c. 4,
D.lvo 297/94).
Gli eventuali astenuti o le schede
bianche/nulle (nei casi di votazione a scrutinio
segreto) non concorrono a determinare il quorum deliberativo.
In caso di parità, prevale il voto del presidente.
• Destinatari: tutti i Docenti di ruolo in dotazione organica.
• Distribuzione: il fondo dovrà essere utilizzato
non attraverso una generica distribuzione allargata a tutti e nemmeno, di converso, attraverso la
destinazione ad un numero troppo esiguo di
Docenti.
• Comunità scolastica: è opportuno che venga
attivato un coinvolgimento della comunità scolastica nel suo complesso.
Bonus docenti, al via monitoraggio e attività
di supporto alle scuole
Dal 26 aprile disponibile piattaforma dedicata
ai Comitati di valutazione
Al via il monitoraggio e le attività di supporto
alle scuole in vista della distribuzione del bonus
per la valorizzazione del merito dei docenti.
Quest’anno, per la prima volta, grazie alla legge
‘Buona Scuola’ gli istituti scolastici saranno
dotati di un budget – una media di 23.000 euro
ciascuno – da distribuire fra gli insegnanti che si
sono distinti per la loro capacità di innovare la
didattica, di potenziare le competenze degli studenti, per il contributo dato al miglioramento
della comunità scolastica.
Nei giorni scorsi il Ministero ha inviato alle
scuole una circolare con alcuni approfondimenti relativi alle modalità di erogazione del
bonus e alla composizione dei Comitati di
valutazione. é stato specificato, ad esempio,
che il bonus non potrà essere assegnato a tutti
i docenti ma neppure attribuito ad una cerchia
troppo ristretta di insegnanti, nell’ottica di una
reale valorizzazione del merito.
“Quella del bonus è una novità assoluta per il
nostro Paese – ricorda il Ministro Stefania
Giannini – per la prima volta disponiamo di uno
strumento concreto di valorizzazione ulteriore
del lavoro dei docenti. Con la Buona Scuola
abbiamo destinato a questo scopo risorse
aggiuntive, 200 milioni all’anno che rappresentano un investimento sulla qualità, uno strumento per dare un riconoscimento in più a quei
docenti che, secondo il giudizio della loro
comunità scolastica, meritano di essere particolarmente valorizzati”.
Data la novità assoluta del bonus il Ministero
ha deciso di avviare un monitoraggio attraverso tre schede di rilevazione per conoscere la
composizione finale dei comitati di valutazione, quali criteri si stanno dando le scuole per
valorizzare i docenti, le modalità di distribuzione del bonus. Il monitoraggio servirà anche
ad individuare buone pratiche da condividere
attraverso una specifica piattaforma. Viene
infine messo a disposizione delle scuole un
ambiente on line, disponibile dal 26 aprile, per
offrire supporto ai Comitati di valutazione in
questa prima fase di attuazione.
La Salita
Rocciosa
Liriche e
racconti
con nota
critica di
Bruno
Maier,
pagg.
120,
Euro
7,75,
Milano,
1997
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
11
Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
Valutazione Dirigenti
Nota min. 6 maggio 2016
Direttiva sulla valutazione dei Dirigenti scolastici
C
ome pre
previsto dall’art.
dall’art. 1, cc . 9394, della Leg
Leg g e 107/15, la valu
valu tazione dei dirig
dirig enti scolastici è
eff
eff ettua ta dal Nuc leo per la
Valutazione dei Dirig
Dirig enti scolastici (art.
(art.
25, c . 1, D .Lvo
.Lvo 165/01) ed è:
• coerente
coerente con l’incarico
l’incarico triennale
triennale e con
il prof
ilo prof
essionale,,
profilo
professionale
• connessa alla retr
retr ibuzione
ibuzione di r isultato.
isultato.
Nell’individuazione
Nell’individuazione degli
degli indicator
indicatorii per
la valutazione
valutazione del dirig
dirig ente scolastico si
tiene conto:
• del contrib
uto del dir ig ente al perse
gui contributo
persegui
mento dei risulta
ti per il miglioramento
risultati
miglioramento
del servizio
servizio scolastico pr evisti nel RAV
RAV
(DPR 80/13), in coerenza
coerenza con le disposi zioni conten ute nel D .Lvo
.Lvo 150/09,
• dei seguenti
seguenti criter
criterii g ener ali:
a) competenze
competenze g estionali ed org
org anizza tiv
tiv e
finalizza te al ra
ra g g iung imento dei risulta
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rendicontazione sociale;
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troppo
tempo attesa
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attesa e mai realizza
realizzata
fino in
fondo”.
Per richiedere i volumi delle collane
“Aggiornarsi” e “Scuola Duemila”
collegarsi al nostro sito www.girgenti.it
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
Annata XXXVII - 2015-2016
sono usciti
- n. 1 - settembre 2015
Piano straordinario di assunzioni di personale
Corso di formazione per dirigenti
Approvato lo Statuto dell’Invalsi
- n. 2 - ottobre 2015
Acquisizione del piano assunzionale
Riforma del sistema nazionale di istruzione
e formazione
Anmagrafe nazionale degli studenti
- n. 3 - novembre 2015
Riforma del sistema nazionale di istruzione
e formazione (terza e quarta parte)
Esami di Stato (maturità)
Limite nelle retribuzioni agli statali
- n. 4 - gennaio 2016
Pensione/Domande entro il 22 gennaio
Piano triennale dell’offerta formativa
Conferimento incarichi extraistituzionali
Iscrizione degli alunni alle scuole
- n. 5 - febbraio 2016
Prossimo il concorso per docenti
Razionalizzazione e accorpamento
delle classi di concorso
- n. 6 - marzo 2016
Concorso per per titoli ed esami per il personale
docente
Regolamento per le classi di concorso
Le tabelle allegate al riordino
Le Colonie della Magna Grecia
- n. 7 - aprile 2016
Visite guidate e viaggi d’istruzione
Concorsi ata
Formazione docenti neoassunti
- n. 8 - maggio 2016
Esami di maturità
Modalità organizzative
Concorso docenti: prova computarizzata
----------------------Per l’abbonamento annuo sostenitore di 30,00 euro:
versamenti in conto corrente postale 13554209 intestato a La Rivista della Scuola - Milano
AG/09 - euro 10,33 - richiedetelo
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
12
Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
Pedagogia, psicologia, sociologia / appunti per la preparazione ai concorsi
L’ippoter a pia e i pr ob lemi
psicolo g ici de gli adolescenti
======== di ANTONIO
Un’esperienza sul campo
I
ppoterapia è un termine che deriva da due
termini greci: ippos che significa cavallo
e terapia che significa cura; etimologicamente il termine Ippoterapia sta quindi a
significare cura mediante il cavallo, rivolta ai
soggetti portatori di handicap fisico e psichico.
Per molti versi è ancora misterioso e sconosciuto il modo in cui l’ippoterapia abbia questa funzione, ma in effetti costituisce una forma di
terapia, non solo nei confronti dei disabili, ma
anche nei confronti dei giovani disagiati.
Di solito il cavallo è visto come un atleta legato al mondo dello sport nelle varie discipline
dell’equitazione, del trotto, del galoppo, del
salto, del polo, del turismo equestre.
In effetti il cavallo non è solo un agonista utile
all’uomo, per praticare determinate discipline
sportive; il cavallo è pure funzionale alla terapia
riabilitativa e al recupero dei ragazzi disabili.
L’ippoterapia è una terapia strettamente vicina
all’equitazione, non nella sua forma agonistica
delle varie discipline, ma come sport di base.
A questo proposito è opportuno tenere presente come si accudisce un cavallo, per potere
comprendere il tipo di rapporto che si stabilisce tra l’uomo e questo animale in particolare.
II cavallo si accudisce tenendo conto di alcune
sue particolari esigenze: bisogna tenerlo in una
scuderia che abbia dei box muniti di lettiera
composta da truciolato o paglia che vengano
pulite tutti i giorni; l’alimentazione composta
da due pasti giornalieri, deve essere a base di
foraggi come avena, orzo e fieno; è necessario
muovere il cavallo almeno una volta al giorno
per due ore, compresa la pulizia, prima e dopo
l’allenamento.
Di notevole importanza è il rapporto uomocavallo nella fase di preparazione all’attività,
come nel caso del sellaggio, che consiste nel
mettere la testiera e la sella, e il dissellaggio
alla fine dell’addestramento; per tale motivo si
parla di binomio tra cavaliere e cavallo cioè tra
due esseri viventi.
Nell’ippoterapia si fa leva su questo rapporto
affettivo che si stabilisce tra l’uomo e il cavallo; il cavallo comprende il rapporto che ha con
il cavaliere, anche quando si tratta di un soggetto giovane o portatore di handicap; infatti,
nonostante la sua portata che può ammontare a
cinquecento o seicento chilogrammi, è da sottolineare la docilità del cavallo il quale stimola il disabile contribuendo a ridurre il livello di
handicap fisico o psichico da cui è affetto.
II disabile non deve diventare un agonista; deve
invece ricevere stimoli attraverso questo rapporto particolare che si stabilisce di volta in volta
con questo animale, così intelligente e sensibile.
Certamente il portatore di handicap non è in
grado di padroneggiare il cavallo da solo; se
non è in grado di controllare il suo corpo, da
solo, non può controllare un altro essere vivente, cui conferire determinati comandi. Perciò
FUNDARÒ
========
ha bisogno dell’assistenza di un artiere ippico,
che accudisca il cavallo, e di un istruttore di
equitazione avere indicazioni e suggerimenti
nella pratica dello sport equestre.
Ovviamente il portatore di handicap ha bisogno di un sostegno supplementare; non solo
quello dell’artiere ippico e dell’istruttore, ma
pure quello del fisioterapista e, se occorre, del
medico sportivo.
Tuttavia è importante che il disabile, come
qualunque altro atleta, cominci a conoscere i
rudimenti dell’equitazione; non solo la bardatura del cavallo o la tenuta sportiva dell’atleta
(cavaliere o amazzone), ma pure i comandi da
impartire al cavallo. Deve pure conoscere gli
elementi di base dell’equitazione: l’assetto
delle gambe, delle mani e del corpo, sino a
divenire un tutt’uno con il cavallo.
In ogni caso va sottolineato che il disabile a
cavallo, anche se ha bisogno di adeguate assistenze, riceve stimoli, che lo portano ad impegnare il proprio corpo e fa propria mente; in
questo rapporto interattivo con il cavallo, l’uomo non stabilisce un rapporto con un oggetto
inanimato (il pallone, la racchetta, la canoa),
bensì con un altro essere vivente, che lo sottopone a stimoli materiali e psichici positivi.
II segreto dell’ippoterapia (cioè dell’equitazione praticata dai portatori di handicap) sta tutto
qui: nel rapporto che si instaura tra due esseri
viventi dal punto di vista psico-somatico.
II rapporto con il cavallo non comporta uno
stress, ma un impegno che quanto meno aiuta a
far regredire l’handicap fisico o psichico; infatti, anche se in taluni casi tale handicap non è
guaribile, esso può essere ridimensionato entro
certi limiti. In ogni caso la pratica dello sport
equestre (e la stessa ippoterapia) aiuta a socializzare e a non considerare i portatori di handicap malati da rifiutare. L’ippoterapia, piú che un
recupero clinico e medico, è una forma di recupero sociale.
Tale forma di recupero sociale vale, non solo
per i portatori di handicap, ma anche per i soggetti a rischio, provenienti dalle famiglie meno
abbienti. A questo punto bisogna tener conto
del fatto che la maggior parte dei giovani,
vivendo in un contesto urbano, non hanno mai
potuto scoprire il mondo della natura.
Al di là di cani e gatti, i giovani delle città non
sanno nulla del mondo vegetale e animale. Tra
questi giovani bisogna comunque distinguere
quelli provenienti dalle famiglie agiate e quelli provenienti da famiglie disagiate.
I primi possono fare tutte le esperienze che
vogliono; i secondi non possono assolutamente, vivendo in una condizione di profonda
emarginazione.
Da questo punto di vista l’equitazione, al di là
della sua dimensione sportiva, riveste un’enorme importanza anche dal punto di vista sociale, perché contribuisce in una certa misura al
recupero e all’inserimento dei giovani nella
società civile. Pertanto si deve confermare
l’importanza che il cavallo ha per l’uomo, non
solo per la cura dell’handicap, ma pure per il
suo recupero sociale.
Il problema dell’ippoterapia, ultimamente, è
stato posto al centro delle attenzioni della stessa F.I.S.E. (Federazione Italiana Sport
Equestri) e del C.O.N.I. (Comitato Olimpico
Nazionale Italiano), che, oltre che seguire l’equitazione dal punto di vista agonistico, segue
l’ippoterapia come possibilità di recupero dei
giovani o dei meno giovani affetti da handicap
fisico, psichico e sociale.
La F.I.S.E. fu costituita nel 1911 per iniziativa di
un gruppo di enti e di privati, con la denominazione di “Società per il Cavallo da Sella”, ed è
entrata di pieno diritto, nel 1926, a far parte del
CONI.
L’organo direttivo della F.I.S.E. è costituito dal
Presidente e dal Consiglio Federale (dodici
membri elettivi) che vengono designati
dall’Assemblea delle Associazioni Affiliate, ogni
quattro anni, in concomitanza con l’inizio del
quadriennio olimpico.
Il Consiglio Federale si avvale dei Comitati
Regionali, come supporto per la gestione della
propria attività a livello periferico. Attualmente
i Comitati Regionali sono ventuno (tre delegazioni, due comitati provinciali e sedici comitati
regionali) ed hanno il compito di decentrare
nell’ambito dell’intero territorio nazionale l’attività del Consiglio Federale.
La F.E.I. (Federazione Equestre Internazionale) è
la sola autorità per tutti gli eventi internazionali
nelle tre discipline equestri olimpiche (salto ostacoli, dressage e concorso completo), come anche
negli attacchi, nell’endurance, nel volteggio.
Sono affiliate alla F.I.S.E. le Società, le
Associazioni o gli Enti Sportivi che intendono
praticare attività sportiva equestre senza scopo di
lucro. Possono essere aggregati alla FISE quegli
Enti che, pur organizzando e promuovendo attività equestri, non possiedono però i requisiti né
la natura per conseguire l’affiliazione.
Le Affiliazioni devono essere costituite come
Associazioni, in quanto Enti morali o Società
senza scopo di lucro. Devono avere almeno dieci
soci con pieno diritto al voto ed avere la disponibilità giuridica esclusiva di impianti, attrezzature
e cavalli idonei alla pratica di sport equestri (salto
ostacoli, equitazione di campagna, attacchi, volteggio, western e dressage). Tutti gli impianti e le
attrezzature dell’ente devono essere in buono
stato funzionale.
Sono richiesti un minimo di 10 box e 2 campi
(uno come campo prova con misure 30x60, ed un
secondo come campo gara con misure 50x80)
Le Aggregazioni che non vorranno rilasciare
alcun tipo di patente non saranno tenute a
dimostrare la disponibilità di impianti, attrezzature e cavalli
Le Scuole di Equitazione attualmente riconosciute dalla FISE sono circa 100. Sono riconosciuti come Scuole gli enti che dimostrano una
capacità addestrativi e agonistica che consenta
il raggiungimento dei rispettivi traguardi adde-
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
strativi e agonistici (che per chiarezza e comodità vengono tramutati in punti).
Gli sport equestri non possono essere disgiunti dall’ambiente naturale, anche se gli impianti sportivi si trovano spesso, loro malgrado,
circondati dall’edificazione urbana. Ma tutti
gli impianti, anche quelli specializzati nel salto
ostacoli in cui l’esigenza di spazio è più limitata rispetto ad altre specialità, la superficie
coperta è una percentuale modesta rispetto alla
superficie complessiva necessaria. Anche le
installazione stesse (campo ostacoli, recinti,
maneggi scoperti, tondini, corridoi), destinate
all’addestramento e alle gare, non sono superfici artificiali, ma sono costituite da un prato o,
tutt’al più da un fondo sabbioso. Ogni impianto deve contenere i componenti tipici: scuderia
e relativi servizi, maneggio coperto e servizi,
campo ostacoli, campi di esercizio. Si deve
inoltre presupporre la possibilità di accedere a
percorsi naturali. Le tre discipline olimpiche
(salto ostacoli, dressage e concorso completo)
hanno caratteristiche che richiedono impianti
in parte differenziati: il salto ostacoli consiste
nello svolgimento di percorsi di breve lunghezza posti in un campo chiuso di dimensioni comparabili a quelle di un campo di calcio
e più, il fondo può essere erba o sabbia. Gli
ostacoli sono colorati e consentono variazioni
fantasiose. L’attività agonistica d’inverno si
svolge negli impianti indoor, ormai diffusi
ovunque. Il dressage richiede come spazi di
attività campi in sabbia all’aperto o al coperto
e non prevede obbligatoriamente l’esistenza di
ostacoli. Il concorso completo si svolge ovviamente in ambiente naturale, senza installazioni particolari, e sempre all’aperto.
Tutte e tre queste specialità hanno in comune
alcune installazioni fisse, poche, e la natura
intatta (boschi, prati, sentieri e percorsi di
campagna).
Tuttavia bisogna sottolineare che la F.I.S.E., in
questi ultimi anni, ha prestato la dovuta attenzione al problema dell’ippoterapia, non più
riservata alla federazione dei disabili o alle
varie associazioni che operano settore senza
scopo di lucro. Oltre la Federazione Italiana
Sport Equestri, bisogna ricordare le varie associazioni che in questi ultimi anni hanno affrontato il problema e lo seguono costantemente.
A partire dagli anni intorno al 1970 in Italia si è
avuta una maggiore attenzione nei confronti di
“diverse” possibilità riabilitative, di inserimento
sociale e di recupero. L’ippoterapia si è inserita
in tale nuova attenzione. Sono nate molte associazioni, anche se l’utilizzo del cavallo a fini
terapeutici risale a molti secoli or sono.
Riportiamo, e non soltanto come curiosità storica, questi illustri precedenti.
3000 a.C. Maestri Ittiti: uso generale della
disciplina equestre in pedagogia.
458-370 a.C. Ippocrate di Coo nel Libro delle
diete rimedio per l’insonnia.
124-40 a.C. Ascepiade di Prusia Il moto a
cavallo per l’epilessia e le paralisi.
Scienza Araba: descrizione dei benefici legati
all’attività equestre.
1569 Merkurialis: De Arte gymnastica.
1681 Thoms Sindenham: Trattatus de podagra,
Observationes medicae. Per i disturbi circolatori.
1660-1734 Giorgio E. Stahl: Medico personale di Maria Teresa d’Austria.
1719 Friedric Hoffmann: Istruzioni approfondite su come una persona può mantenere la sua
salute e liberarsi di gravi malattie tramite eser-
13
Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
cizi fisici.
1704 Francesco Fuller: De Medicina gymnastica.
1734 Carlo L. Castel, detto l’Abate di Sant
Pierr: inventò la sedia vibrante “Tremoussoir”
usata anche da Voltaire.
1758 Samuel Theodor Quelmalz di Lipsia:
inventò la “Macchina Equestre”; La salute tramite l’equitazione movimento tridimensionale
del dorso del cavallo.
1752 Giovanni Pringle: Osservazioni sopra le
malattie delle armate.
1772 In Italia Giuseppe Benvenuti: Riflessioni
ippoterapia
sopra gli effetti del moto a cavallo.
1782 J. C. Tissot: Ginnastica medica o chirurgia
o esperimento sui benefici ricavabili dal movimento.
Zander: Vibrazioni con 180 oscillazioni al
minuto stimolano il sistema nervoso simpatico.
La danese Lis Hartl (affetta da paraplegia)
vinse la medaglia d’argento di dressage alle
Olimpiadi del 1952 e del 1956.
1965 in Francia nasce la riabilitazione equestre.
De Lubersac e Lalleri: Rieducazione attraverso
l’educazione; Killilea: Da Karen con amore.
Nel 1965 l’ippoterapia diventa materia di studio, mentre nel 1969 si organizza la prima presentazione scientifica di un lavoro al centro
ospedaliero universitario Salpetrie. Nel 1972
viene preparata la prima tesi di laurea in medicina sulla riabilitazione equestre alla Facoltà
di medicina di Parigi. 1976 in Italia il dott.
Luciano Cucchi avvia l’attività rieducativa.
In tempi moderni i primi paesi che hanno
attuato un trattamento riabilitativo con l’uso
del cavallo risultano i paesi scandinavi ed
anglosassoni, che hanno limitato, però, questa
attività a fini ricreativi.
AG/10 - euro 12,39 - richiedetelo
La riabilitazione equestre in Norvegia ed in
Danimarca ha una storia ormai trentennale; nel
1960 si fonda in Inaghilterra la famosa R.D.A.
(Riding for Disabled Associacion); nel 1970,
in Spagna, sorge l’A.N.D.R.E. (Association
Nationale de Rieducacion por l’Equitation).
In Italia il 20 ottobre 1977 nasce l’A.N.I.R.E.
(Associazione Nazionale Italiana Riabilitazione
Equestre). Negli anni intorno al 1980
l’A.N.I.R.E., in collaborazione con l’Esercito e
la Croce Rossa Italiana, ha iniziato l’attività di
ippoterapia presso la caserma S.Barbara di
Milano, quest’avvenimento rappresenta un fatto
senza precedenti a livello mondiale. In tal modo
l’A.N.I.R.E. viene riconosciuta, dalla
Federazione Italiana Sport Equestre, come
Associazione di Interesse Federale.
L’A.N.I.R.E., oltre che partecipare ai congressi
di Warwich e di Amburgo, promuove a Milano,
nel 1985, il V Congresso Internazionale di
Riabilitazione Equestre.
Nel 1986, con il Decreto n. 610 del Presidente
della Repubblica, all’A.N.I.R.E., su proposta del
Ministero della Sanità, viene riconosciuta la personalità giuridica e ne viene approvato lo Statuto.
Tra i vari riconoscimenti ricordiamo che, nel
1987, all’A.N.I.R.E. è stato conferito, dal Rotary
International, il premio Ara Pacis per la solidarietà umana, premio che annualmente viene assegnato a personalità, Enti o Stati che si siano
distinti per migliorare la qualità della vita dell’uomo; sempre nello stesso anno la Provincia di
Milano conferisce all’Associazione la medaglia
d’oro di riconoscenza per i 10 anni di intensa attività finalizzata a rieducare e riabilitare i portatori di handicap mediante l’attività equestre.
Nel 1988 all’A.N.I.R.E. sono stati conferiti altri
riconoscimenti quali, il premio “Amico del
cavallo” e il premio speciale della RassegnaConcorso del cavallo Sanfratellano.
Ma vediamo di conoscere meglio questo organismo e le sue attività, dalla lettura diretta dell’atto
costitutivo, onde ricostruire le sue specifiche
finalità sul piano, oltre che sportivo, sociale e
sanitario.
Infatti l’A.N.I.R.E. si propone di rieducare ed
alleviare nel soggetto umano i problemi della
menomazione (fisici, mentali o sensoriali),
affinché lo stesso soggetto umano possa trarne
benefici dalla rieducazione in un ambiente
equestre ed inserirsi meglio socialmente.
Inoltre si propone di promuovere ricerche
mediche nel settore e far conoscere la terapia
con l’ausilio del cavallo in Italia, anche con la
divulgazione della sua rivista specializzata e di
altri; formare medici della riabilitazione e specialisti nella terapia e promuovere la pratica
equestre a scopo ricreativo ed integrativo su
tutto il territorio nazionale.
Il servizio documentazione dell’A.N.I.R.E. con
la sua raccolta bibliografica consente ai suoi
affiliati e non di ricevere una documentazione e
una bibliografia sui temi relativi all’handicap;
nella biblioteca, attualmente, sono a disposizione più di 300 testi in italiano, francese, inglese
e tedesco suddivisi per argomenti: riabilitazione, rieducazione e sport; si possono visionare e
richiedere filmati tecnici, sportivi e divulgativi.
Oltre l’A.N.I.R.E., occorre ricordare l’A.G.R.E.S.
(Associazione Genitori per la Rieducazione
Equestre e Sportiva) costituita il 23 gennaio 1982,
con sede legale presso il Centro Giovanile del
Comune di Rescaldina (in Provincia di Milano); la
sua fonte storica è la scuola della Dott.ssa Citterio
Danielle, presso l’A.N.I.R.E, dove i genitori, fon-
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
datori dell’A.G.R.E.S., da circa tre anni si recavano per offrire ai loro figli la terapia a cavallo.
Lo spunto per costituire l’Associazione era
determinato dalla constatazione dei miglioramenti ottenuti dai ragazzi sul piano psico-fisico, grazie alla terapia ippica alternativa e di
mantenimento che, tra l’altro, permette di
superare gli inconvenienti della fisioterapia
svolta in palestra.
Il centro ippico per l’espletamento dell’ippoterapia è stato ubicato a Rho (sempre in Provincia
di Milano), per poi essere trasferito definitivamente a Cislago presso il Centro Ippico che fa
capo al Sig. Giovanni Ceriani che ha sempre
aiutato l’Associazione a superare tutte le difficoltà.
Soci dell’A.G.R.E.S. sono i genitori di ragazzi
che, per motivi fisici e/o psichici, hanno bisogno di ippoterapia. Essendo una associazione di
volontariato senza fini di lucro, iscritta all’albo
della Regione Lombardia, tutte le prestazioni
organizzative ed operative espletate dagli organi direttivi dell’A.G.R.E.S. non sono retribuite;
per espletare l’attività terapeutica è prevista la
presenza di uno psichiatra, di un fisiatra e di due
terapisti diplomati in ippoterapia e anche in psicomotricità; inoltre è necessaria la collaborazione di volontari che offrano, oltre alle loro
capacità tecniche, solidarietà e di amicizia.
Gli utenti dell’ippoterapia sono per un 50 %
portatori di handicap fisico (paraplegie, tetraplegie, spasmi muscolari, atresie cerebellari ed
anche cecità) e per un 50% di ordine psichico
e genetico (autismo, psicosi, sindrome di
Down e dell’ X-fragile). Gli utenti, le operatrici ed i volontari sono coperti da assicurazione
pagata dall’A.G.R.E.S. oltre che da quella che
garantisce l’ A.N.I.R.E ai suoi affiliati.
Anche la F.I.S.E., nella riunione del 28 ottobre
2003, ha deliberato la costituzione del
“Dipartimento di Riabilitazione Equestre”, allo
scopo di coordinare tutte le iniziative considerate utili. La F.I.S.E. ha stipulato un protocollo
d’intesa con la F.I.S.D. (Federazione Italiana
Sport Disabili).
Tra le due Federazioni del C.O.N.I. (cioè
F.I.S.D. e F.I.S.E.) è stato, infatti, elaborato e
sottoscritto un protocollo di intesa per promuovere e diffondere l’ippoterapia su tutto il
territorio nazionale. La Federazione Italiana
Sport Disabili ha ritenuto di dover chiedere
alla Federazione Italiana Sport Equestri di
concertare un’azione comune, per fornire servizi sportivi ai disabili.
Di seguito riportiamo gli ambiti nei quali le
due Federazioni del C.O.N.I. hanno ritenuto di
operare, sia a livello agonistico che di promozione dello sport di base.
a) La giuria nelle manifestazioni F.I.S.D. di
equitazione (Dressage) per i cavalieri disabili
potrà essere costituita solo da Giudici F.I.S.E. di
dressage e/o di completo; essi avranno lo stesso
trattamento (rimborso spese) previsti nei concorsi F.I.S.E., ma il loro numero sarà conforme
alla normativa contenuta nel Regolamento per
le manifestazioni di equitazione F.I.S.D. Fa
eccezione l’Ispettore della manifestazione che
sarà un ufficiale di gara F.I.S.D. con la qualifica
di Ispettore di equitazione F.I.S.D.
b) Nei corsi per aspiranti Giudici e negli stage di
aggiornamento per Giudici F.I.S.E. sarà possibile informare i Giudici, a cura della F.I.S.D., sulle
modalità attraverso le quali giudicare i cavalieri
disabili in gare F.I.S.D. Questo può avvenire sia
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attraverso l’intervento di Giudici F.I.S.E. qualificati come Giudici I.P.E.C. (International
Paralympic Equestrian Committee) sia attraverso
la distribuzione di “Linee Guida” predisposte a
tal proposito dalla F.I.S.D.
c) I Comitati Regionali della F.I.S.D. forniscono, su richiesta dei Comitati Organizzatori di
gare, l’elenco dei Giudici competenti per specialità residenti nella regione. La F.I.S.D. redige
un elenco di Giudici qualificati anche I.P.E.C. o
con esperienza in gare per soggetti disabili.
Concorsi Abbinati
La F.I.S.E. si impegna ad autorizzare e ad inco-
ippoterapia
raggiare l’organizzazione di concorsi F.I.S.E. di
dressage, gestiti dai propri Comitati organizzatori, nell’ambito dei quali vengano inserite, previa approvazione del tecnico Nazionale F.I.S.D.
di equitazione, categorie F.I.S.D., con modalità
di competizione integrata o a seguire alle categorie F.I.S.E. Le modalità di attuazione di queste categorie saranno stabilite dal Regolamento
per le manifestazioni di equitazione F.I.S.D.
Detta organizzazione darà luogo allo svolgimento di due concorsi abbinati, uno F.I.S.E. ed
uno F.I.S.D., giudicati dalla stessa giuria ed utilizzando gli stessi servizi ed organizzazione.
Concorsi F.I.S.E.
Ai cavalieri disabili in regola con il tesseramento F.I.S.D. viene consentito di partecipare
a gare ufficiali, se in possesso dei seguenti
requisiti: possesso della patente “A” F.I.S.E.
da almeno otto mesi (o superiore); certificazione o “carta del cavaliere” emessa dalla
F.I.S.D. che specifichi la classificazione medico-funzionale (grado e profilo) dei cavalieri
disabili, nonché gli aiuti non regolamentari
consentiti anche in gara (es: frustini, sella
adattata, per non vedenti richiami sonori alle
lettere del rettangolo).
La partecipazione è limitata alle categorie cui
dà diritto la relativa patente F.I.S.E.. I concorrenti F.I.S.D. e F.I.S.E. saranno giudicati con
modalità paritetiche. Dovranno obbligatoriamente essere presentati in gara da un istruttore
F.I.S.D. o da un Istruttore F.I.S.E.
Affiliazione e Tesseramento
La F.I.S.D. e la F.I.S.E. concordano sulla possibilità della doppia affiliazione delle Società, per
poter partecipare ufficialmente ai programmi
agonistici. Le Società Sportive della F.I.S.E.
possono aprire una Sezione Disabili.
Per l’affiliazione alla F.I.S.D. (presso la quale
dovranno tesserare gli atleti disabili) i Centri
Ippici aggregati o affiliati F.I.S.E. non dovranno
ripresentare i documenti per l’affiliazione
(Statuto, Atto Costitutivo, ecc.), ma solamente
compilare la modulistica tecnica corredata dell’attestazione di affiliazione alla F.I.S.E., pagando la quota annua ridotta del 50%. Un cavaliere
disabile, già tesserato per una delle due
Federazioni, potrà ottenere il tesseramento da
parte della seconda Federazione, pagando una
quota ridotta del 50% rispetto all’importo previsto da ciascuna Federazione, purché si tratti di
primo tesseramento richiesto entro e non oltre la
stagione sportiva di riferimento.
Un proficuo sviluppo dell’informazione tra la
F.I.S.D. e la F.I.S.E. avviene attraverso i rispettivi Uffici Stampa, che provvedono allo studio
delle strategie da adottare per la divulgazione del
maggior numero di notizie utili alla conoscenza
dei problemi in comune. A tal proposito possono
essere organizzati dei seminari sui contenuti culturali, tecnici ed organizzativi. La F.I.S.E. destina
propri Funzionari e Collaboratori per sovrintendere ai rapporti con la F.I.S.D., allo scopo di
garantire il necessario collegamento utile per
fluire le informazioni.
Lo sviluppo della diffusione della cultura e dell’immagine della F.I.S.D., per mezzo del proprio Centro Studi Federale, si può articolare con
la collaborazione della F.I.S.E. attraverso:
a) la divulgazione e lo scambio delle pubblicazioni di stampa e web su argomenti specifici
sia promozionali che tecnici;
b) eventuale assistenza redazionale per i materiali a stampa, di produzione F.I.S.D.;
c) divulgazione nell’ambito delle realtà periferiche della F.I.S.E., di informazioni riguardo
all’attività FISD, con l’obiettivo di sensibilizzare i propri quadri, attraverso la corrispondenza con le Società affiliate;
d) assistenza per la realizzazione di produzioni audiovisive su temi tecnici e promozionali
congiunti;
e) da parte della F.I.S.D., predisporre e dotare
la FISE, di materiali promozionali, tecnici e
organizzativi ritenuti utili per la diffusione
della propria attività;
f) la F.I.S.E. offrirà uno spazio all’interno di
manifestazioni, in occasione della Fieracavalli
di Verona, presso gli stand della F.I.S.D., al
fine di favorire la divulgazione delle attività
equestri della F.I.S.D. stessa.
Per sviluppare l’aspetto culturale la F.I.S.D.,
attraverso personale specializzato si correla
alle aree di ricerca applicata della F.I.S.E., con
proposte operative riguardo la sperimentazione da sviluppare sui soggetti disabili.
Possono essere pertanto utilizzate le attrezzature specifiche in dotazione della F.I.S.E. concordandone, se necessario, l’eventuale adattamento alle peculiarità dell’handicap.
Inoltre è stata attivata la collaborazione tra il
Centro Studi della F.I.S.D. ed il relativo settore studi e documentazione della F.I.S.E., attraverso scambi bibliografici e partecipazione dei
responsabili a seminari e convegni.
A questo scopo la F.I.S.E. fornisce alla F.I.S.D.
assistenza tecnica, pedagogica e didattica. Tale
forma di assistenza può essere fornita:
a) organizzando sia a livello nazionale sia a
livello periferico, stages di allenamento F.I.S.D.
con la partecipazione di esperti della F.I.S.E.;
b) riservando quota a parte negli stages e raduni permanenti e non, a livello nazionale e periferico, ad atleti F.I.S.D. di interesse nazionale;
c) organizzando stages congiunti con atleti
F.I.S.D. e F.I.S.E.
La F.I.S.D. e la F.I.S.E., con scambio congiunto, supportano la promozione dei propri quadri
tecnici e dirigenziali.
Per quanto riguarda la formazione degli
Istruttori:
a) La F.I.S.E. si impegna a rendere disponibili i
propri formatori nell’ambito dei corsi di formazione F.I.S.D., per ciò che concerne “accenni di
tecnica e didattica dell’equitazione”.
b) Gli Istruttori F.I.S.E. (O.T. di base, Istruttori di
ogni, livello, Tecnici di Equitazione di
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
Campagna di 2° e 3° livello) possono accedere ai
corsi Istruttori F.I.S.D. di equitazione con il riconoscimento del Credito Formativo relativo al
modulo “accenni di tecnica e didattica dell’equitazione”, del quale non è richiesta la frequenza e
la valutazione in sede di esame. Per i restanti
moduli formativi si rimanda al “Regolamento
per la formazione e l’inquadramento nei ruoli
tecnici e professionali della F.I.S.D.”.
c) Gli Istruttori ed i Tecnici F.I.S.E. potranno frequentare come uditori uno o più moduli della formazione per Istruttori F.I.S.D. di equitazione, al
fine di approfondire la conoscenza degli ambiti
di intervento dell’equitazione per disabili.
d) Gli Istruttori ed Allenatori F.I.S.D. di equitazione possono frequentare come uditori i
corsi di formazione per Tecnici F.I.S.E., al fine
di migliorare la propria cultura e tecnica equestre. Se in possesso dei requisiti previsti, possono altresì frequentare come discenti i corsi
suddetti, conformandosi all’iter della F.I.S.E.,
al fine di ottenere il brevetto relativo.
In conclusione è da osservare che la stessa
F.I.S.E. oltre che promuovere lo sport dell’equitazione, ha ritenuto opportuno garantire,
con la F.I.S.D., la pratica di tale sport anche ai
soci disabili, allo scopo di un recupero fisico e
psichico, con una forte valenza sociale e sanitaria. Infatti, l’equitazione e l’ippoterapia congiuntamente si pongono l’obbiettivo del recupero e dell’inserimento, allo scopo di agevolare il superamento del disagio fisico e psichico,
che a volte risulta essere pure una forma particolare di disagio sociale.
Ippoterapia e disagio
A riprova dell’interesse suscitato dall’argomento, relativo all’ippoterapia, negli ultimi
anni, il problema è stato esaminato nel suo
aspetto teorico e scientifico, soprattutto sul
piano della psicologia e della medicina. A questo proposito non sono mancati i contributi da
parte di vari studiosi, che hanno appunto
approfondito l’argomento.
In particolare riteniamo opportuno ricordare il
convegno di studi, organizzato, nel marzo del
2003, nella sede dell’Università di Messina, sul
tema “La mossa del cavallo: percorsi e traguardi
dell’ippoterapia”. Al convegno hanno dato il loro
contributo: il centro di riabilitazione equestre
A.N.I.R.E. “Il Centauro” onlus; l’Assessorato
provinciale alla solidarietà sociale; la Presidenza
della Regione Siciliana; gli Assessorati alla
Sanità e degli Enti locali della Regione Siciliana;
l’Azienda A.S.L. n. 5; il Comune di Messina,
l’Ordine dei Medici della provincia di Messina e
l’Ordine dei Veterinari della provincia di
Messina; la Fondazione Bonino Pulejo; oltre che
la stessa A.N.I.R.E., la F.I.S.E.
Nei confronti di questo problema l’Università
di Messina, che tra l’altro è sede dell’unico
corso di laurea in Veterinaria in Sicilia, ha
mostrato una certa sensibilità, coinvolgendo
esperti e studiosi, per approfondire e chiarire
questa forma di disagio fisico e psichico, nella
sua dimensione sociale.
Dal resoconto delle varie relazioni e dei vari
interventi si può dedurre che la pratica dell’ippoterapia, ossia della terapia per mezzo del
cavallo, costituisce una vera e propria possibilità di riduzione del disagio da cui è affetto il
soggetto umano.
In tal modo si vuole indicare la possibilità che
l’animale diventi supporto ed elemento motivante per il soggetto umano, nei limiti imposti
dalla sua patologia; il cavallo, sin dal primo rap-
15
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porto con il soggetto umano, costituisce uno stimolo, da utilizzare pure in altri momenti della
sua vita quotidiana. La relazione utente-cavallo,
infatti, costituisce il punto nodale per i benefici
della riabilitazione equestre, da un punto di
vista, non certo sportivo, ma psicologico.
Il cavallo, essendo non un oggetto inanimato,
ma un essere vivente, fornisce occasioni uniche di stimolo e di recupero al soggetto
umano, portatore di handicap fisico o psichico.
In ogni caso è da sottolineare che già la fase di
governo del cavallo rientra a pieno titolo nel
processo di riabilitazione. La fase di nutrimento, di pulizia, di cura, in genere, dell’animale, infatti, consente il potenziamento di
ippoterapia
quello rapporto tra l’uomo e l’animale. In tal
modo il soggetto umano comprende che l’igiene personale e l’alimentazione del cavallo
dipendono dalla propria responsabilità.
Se il soggetto umano può essere in grado di svolgere questi compiti per un altro organismo, sarà
ancora più motivato a svolgerli nei confronti di se
stesso. Attraverso un ascolto più attento ai bisogni del cavallo, l’individuo imparerà a divenire
più conscio delle proprie esigenze, molto spesso
offuscate dalle decisioni e dalla volontà dei genitori o di chi si occupa di lui.
Con ciò sia la psicologia che la medicina ritengono e suggeriscono di superare le presunte
barriere tra normodotati e disabili, poiché gli
stessi disabili possono fare ciò che fanno i normodotati; con relative differenze il disabile
riceve stimoli ed è portato a credere nelle sue
possibilità di pensare e di agire.
Infatti, a tal proposito, non vanno trascurate le
potenzialità insite nell’esecuzione di alcune
semplici attività; la manualità incoraggia il
disabile a credere di più nelle possibilità di
recupero o di inserimento sociale. Preparare il
pasto all’animale, accudire alla sua pulizia,
occuparsi della sella e dei finimenti richiedono
azioni, non ripetitive, bensì finalizzate e precise, in quanto inserite in un ambiente di collaborazione e di spontaneità creativa. Progettare,
coordinare e organizzare le proprie competenze, integrandole con le proprie strategie e i
propri schemi d’azione, significa riuscire a
favorire l’utilizzo “cognitivo” di un gesto o di
un’azione motoria. In questo modo si favorisce
lo sviluppo dell’“Io psicomotorio” del soggetto umano in tutta la sua globalità.
Completate queste attività preliminari, il soggetto umano può ritenere di essere riuscito a
stabilire una relazione totale e completa con il
suo interlocutore; cioè con il cavallo, che è un
animale tra i più intelligenti, in grado di comprendere la condizione nella quale si trova il
soggetto umano che gli sta di fronte.
Nonostante la mole, il cavallo, che nella scala
del genere animale occupa la decima posizione per intelligenza, è in grado di comprendere
e di risultare più docile di quanto si possa credere a prima vista.
Il fatto che il cavallo comprende più di altri animali consente a questo animale di nutrire affetti e comprensione, adattandosi alle particolari
esigenze del soggetto umano, sia egli portatore
di handicap o età giovane. Se il cavallo è maltrattato reagisce, ma se è accudito o amato, è in
grado di ricambiare affetto e amicizia.
Il rapporto tra l’uomo (il disabile o il minore)
e l’animale (il cavallo di normale statura o il
pony, cioè il cavallo di media statura) rappresenta il modo in cui si realizza la pratica dell’ippoterapia. Soprattutto nella fase iniziale di
conoscenza diventa importante l’esplorazione
dell’animale attraverso i sensi, ed in modo particolare attraverso il tatto. Si tratta di un lavoro costituito dal riconoscimento delle parti del
cavallo. Questo costituisce il punto di partenza, per il soggetto disabile, anche al fine dell’apprendimento e della costruzione del proprio corporeo, che, nella maggior parte dei
casi, risulta compromesso dalla malattia.
Tra l’altro il contatto con gli elementi costitutivi dell’animale risulta un vero e proprio gioco,
un gioco serio che pure il soggetto disabile sa
svolgere in modo giocoso e serio, e comunque
in modo costruttivo. Quanto appreso durante la
seduta riabilitativa può costituire un mezzo utile
per transitare dalla fase pratica a quella teorica,
dal contatto fisico alla comprensione dell’animale e di se stesso.
Per dirigere il proprio cavallo occorre, innanzitutto, definire lo spazio in cui si vuole andare e poi sapersi orientare in questo spazio. Il
cavaliere (in questo caso il disabile) deve saper
organizzare i propri movimenti e quelli dell’animale; deve acquisire quella padronanza che
gli consenta di garantire l’esatta sequenza e il
preciso coordinamento di ogni movimento del
binomio. Se il soggetto non compie le azioni
corrette, il cavallo non seguirà la direzione
programmata; infatti il soggetto umano deve
trovarsi nella condizione di sapere cosa fare,
trasmettendo al cavallo i comandi necessari.
Pertanto il soggetto umano deve sapere esprimere la capacità di muoversi nello spazio e nel
tempo; divenendo padrone di sé e dell’altro.
La capacità di orientarsi nello spazio e nel
tempo, cioè nelle due categorie della realtà di
cui fa parte sia il soggetto umano che l’animale, si tramuta nella possibilità di muoversi liberamente, forte solo delle proprie doti cognitive
e corporie. Il binomio si muove in uno spazio
delimitato, all’interno del maneggio la cui
forma rettangolare presuppone alcuni punti di
riferimento obbligati.
Il rettangolo si solito possiede il lato lungo che
è il doppio del lato corto (si tratta di una figura geometrica le cui dimensioni sono di almeno metri 18 per metri 36): all’interno di questo
spazio geometrico si trovano delle figure e
delle lettere che vengono utilizzate dall’istruttore della seduta riabilitativa per concentrare
l’attenzione del soggetto umano sui punti di
riferimento che servono all’esecuzione degli
esercizi e dei movimenti da suggerire a sé e
all’animale.
Il riconoscimento delle figure e dei vari punti
all’interno del maneggio, costituisce un vero e
proprio gioco, che, soprattutto, durante le prime
esperienze, serve al soggetto umano per
ambientarsi nello spazio e nel tempo, seppure
ridotti e delimitati. La realizzazione di percorsi
e di figure all’interno del maneggio favorisce
l’organizzazione spazio-temporale e la lateralità. Anche in questo caso, le nuove acquisizioni
del soggetto umano possono essere ulteriormente stimolate al termine della seduta. Al soggetto umano, infatti, può essere richiesto di rappresentare graficamente i percorsi eseguiti sulla
groppa del cavallo.
Evidentemente è importante che lo stesso istruttore sia in grado di garantire un rapporto adeguato con il soggetto umano che si trova di
fronte, cioè il disabile; per questo motivo l’ope-
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
ratore utilizza linguaggi e gesti diversi a seconda dell’età del soggetto e delle condizioni psicosomatiche del disabile. Sia per adulto che per
il giovane l’utilizzo del vocabolario tecnico dell’equitazione rappresenta un modo per sentirsi
vicino agli altri cavalieri “normali”, e per sentirsi normale in un contesto normale.
Un esempio è rappresentato dalla sostituzione
di “volta” con “cerchio”, che rappresenta la
figura che viene effettivamente disegnata sul
terreno del maneggio dal cavaliere, durante
l’esecuzione dell’esercizio. Una caratteristica
fondamentale dell’operatore è quella di valutare le potenzialità del soggetto affinché il cavallo possa essere utilizzato realmente come stimolo a fare meglio. Egli deve essere, quindi,
paziente e attento a valutare il momento più
opportuno per introdurre un nuovo elemento di
difficoltà e di stimolo per il soggetto umano.
Pertanto è necessario dire quali siano la funzione e il ruolo dell’istruttore in questo processo, all’interno del quale il soggetto umano
coinvolto deve risultare attivo e pieno delle
proprie facoltà fisiche e mentali, in grado tra
l’altro di trasmettere comandi all’animale. In
tale circostanza l’istruttore deve interviene su
problematiche legate al disagio psicologico e
sociale e alla malattia fisica o psichica; il suo
intervento deve essere di ausilio e non certo
sostitutivo nei confronti del soggetto umano.
L’intervento o, se si preferisce, la presenza di
guida dell’istruttore non è comunque limitato
alle situazioni che si determinano nello spazio
del rettangolo, bensì si estende pure fuori, cioè
nel tempo che il disabile trascorre in altri luoghi, ossia nella sua vita quotidiana. Per cui la
presenza dell’istruttore diviene una presenza
particolare, che coincide con quella dell’educatore; un educatore particolare che deve sapere, a
sua volta, orientarsi nel contesto specifico di
quel binomio particolare (disabile-cavallo) che
si trova al centro del processo di ippoterapia.
In tal modo l’istruttore acquisisce una funzione pedagogica ed educativa, allo scopo di
guida e di accompagnare il soggetto umano
che è stato avviato alla terapia con il cavallo;
anzi si potrebbe dire che gli educatori sono
due: il cavallo e l’istruttore di equitazione.
Indubbiamente il portatore di handicap non
potrà mai guarire definitivamente dal proprio
malessere fisico o psichico, ma potrà agevolare
il suo inserimento sociale, oltre che nel cosiddetto mondo dello sport, nel mondo in cui vive
quotidianamente. L’istruttore sostiene e, al
tempo stesso, proietta verso una meta da raggiungere il soggetto umano, guidandolo con il
cavallo. All’istruttore compete la programmazione e la gestione di un intervento, in modo
intenzionale e strategico, utilizzando strumenti
e risorse adeguati, per tentare di risolvere o di
alleviare il problema che affligge il soggetto
umano; in tale lavoro di recupero l’istruttore ha
bisogno della piena collaborazione del soggetto
umano e del cavallo; ma non bisogna trascurare
altre figure che possono, a prima vista, apparire
complementari.
Ci riferiamo al personale di scuderia (gli artieri ippici) che in questo caso debbono sapere
prestare attenzioni particolari alla preparazione della lezione di equitazione, in considerazione del soggetto umano particolare che si
trova di fronte. In alcuni casi (cioè nei casi di
soggetti umani particolarmente disabili) è
opportuna, se non necessaria, la loro presenza
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Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
per controllare il cavallo e quindi dare maggiore sicurezza al portatore di handicap.
Per poter esercitare il proprio ruolo, è necessario che l’istruttore acquisisca svariate competenze di natura, oltre che sportiva, pedagogica
e psicologica; nella prima tipologia rientrano
le funzioni tipiche dello sport equestre, mentre
nella seconda, specificamente rivolta ai portatori di handicap, rientrano le professionalità
dello psicologo.
Tuttavia, nei casi più gravi, non bisogna
dimenticare la necessità della presenza-assistenza di uno psicologo, se non addirittura di
un medico sportivo. Nei casi meno gravi, invece, di solito l’istruttore può ricoprire, per così
dire, il ruolo dello psicologo e del medico
sportivo; nel senso che di solito l’istruttore,
quando assiste un disabile, si trasforma in educatore, in psicologo, in medico, coadiuvato in
ciò dal personale di scuderia e dal cavallo.
ippoterapia
Nell’ambito psicologico, compare la possibilità, per l’istruttore, di comprendere le caratteristiche proprie della fase evolutiva e le dinamiche relazionali emergenti nei diversi contesti
d’intervento. Tra le competenze riabilitative
emerge la necessità di potenziare e individuare le risorse ancora disponibili nel soggetto
disabile, aiutandolo ad utilizzarle. Per realizzare ciò, l’istruttore deve conoscere le patologie di cui sono affetti gli utenti che prende in
carico. Questo operatore si trova, spesso, a
svolgere la propria azione all’interno di gruppi. Per questo motivo è fondamentale che egli
favorisca la collaborazione attiva dei soggetti,
imparando ad utilizzare anche la gestualità
come modalità comunicativa. Un’occasione
per realizzare tutto ciò è rappresentata dalle
risorse a disposizione sul territorio: risorse da
individuare sulla base dei bisogni dei soggetti
a cui è diretta l’azione educativa. Inoltre, compito dell’istruttore è quello di sapere organizzare servizi in grado di coinvolgere attivamente il territorio nella gestione del processo di
socializzazione dei soggetti da recuperare e di
analizzare le richieste di quest’ultimo, individuando le risorse adeguate per soddisfarle.
Le competenze precedentemente indicate rappresentano i prerequisiti fondamentali affinché
l’istruttore sia in grado di svolgere le proprie
funzioni. La prima di queste consiste nel divenire fonte di sostegno e di appoggio, ma, allo
stesso tempo, anche suggeritore di regole e di
norme comportamentali.
Evidentemente l’intervento, da parte dell’istruttore, deve essere finalizzato alla promozione
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delle potenzialità del soggetto umano che attraverso lo sport (ossia l’ippoterapia) può e deve
riscoprire le proprie potenzialità, seppure limitate, di tipo fisico e psichico; ciò vale tanto per
il portatore di handicap quanto per i giovani che
in qualche modo, rispetto agli adulti si trovano
in una certa funzione di inferiorità. Quindi recupero e sviluppo delle proprie energie sia per i
disabili per i giovani; che si traduce in una
migliore condizione di inserimento sociale e del
superamento del proprio disagio.
Non a caso l’istruttore deve svolgere un periodo
iniziale di osservazione del soggetto umano,
allo scopo di conoscerne le condizioni, oltre che
fisiche e psichiche, morali e spirituali; sulla
base di queste osservazioni l’istruttore, di intesa
con la équipe di supporto, può iniziare a programmare il lavoro di recupero e di inserimento sociale, tenendo conto appunto delle condizioni in cui si trova la persona assistita.
Pertanto l’istruttore deve possedere buone capacità di osservazione, allo scopo di programmare
il lavoro di recupero in tutte le sue fasi e in tutti
i suoi momenti, durante i quali debbono vedere
e trovare al centro il soggetto umano, che con
l’ausilio del cavallo deve potere ricavare il maggior numero d’informazioni possibili riguardo i
bisogni, le attitudini, le potenzialità e i limiti
della propria persona. Il settino, non ospedalizzato e naturale in cui si svolge la riabilitazione
equestre, facilita l’istruttore, affinché il comportamento del soggetto risulti il più spontaneo
possibile.
Una seconda competenza richiesta all’istruttore
consiste nella capacità di collaborare con le
altre figure professionali dell’équipe di lavoro,
al fine di stabilire insieme un progetto individualizzato e finalizzato al benessere globale di
ogni singolo soggetto umano; infatti il programma di lavoro, pur possedendo contenuti di
massima per tutti quanti gli utenti, deve prevedere esercizi e compiti specifici per ogni singolo soggetto. In tal senso la “lezione” deve essere personalizzata, in considerazione soprattutto
della particolare condizione in cui si trova ogni
singolo soggetto disabile.
Una volta stabiliti gli obiettivi di lavoro, l’istruttore può svolgere la sua funzione educativa e formativa, per interagire con il soggetto
umano e l’animale. In un primo momento si
deve porre come mediatore tra i due componenti il binomio (appunto il soggetto umano ed il
cavallo), allo scopo di favorire la reciproca
conoscenza e rimuovere eventuali paure che
nella fase di approccio possono inibire il soggetto umano.
In un secondo momento, l’animale inizia a svolgere una funzione attiva nei confronti del disabile, sino al punto di consentirgli, con l’assistenza
dell’istruttore, di acquisire padronanza piena
della propria posizione. A questo punto il disabile svolge un ruolo di primo piano, non solo
nei confronti dell’animale, ma pure nei confronti degli altri disabili che prendono parte alla
lezione-terapia. Infatti compito dell’istruttore è
quello di agevolare il rapporto tra l’uomo e l’animale, ma pure di favorire la relazione tra i vari
soggetti umani, che a questo punto costituiscono
un vero e proprio gruppo.
Tenendo conto del fatto che alcune sedute di
riabilitazione equestre ed i lavori di governo del
cavallo presuppongono la collaborazione di
tutti coloro che seguono la lezione-terapia, l’istruttore può agevolmente creare le occasioni di
conoscenza e di aiuto reciproco tra i vari soggetti. Per cui la lezione, per quanto personaliz-
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
zata, risulta lezione di gruppo, senza ovviamente perdere di mira il singolo individuo.
Un’altra competenza dell’istruttore è data dalla
capacità di sfruttare la motivazione legata al
lavoro con il cavallo, per far svolgere al soggetto quei compiti che risulteranno utili anche
nella sua vita quotidiana. L’andare a cavallo stimola, infatti, l’attenzione, la concentrazione e
altre funzioni cognitive superiori del soggetto. I
nuovi apprendimenti, acquisiti dal soggetto
durante la seduta terapeutica a cavallo, potranno essere utilizzati anche nella risoluzione dei
problemi quotidiani.
La costruzione di questo rapporto di fiducia, che
si instaura tra il soggetto umano, il cavallo e l’istruttore, è possibile grazie alle capacità di quest’ultimo di orientare l’azione educativa verso il
perseguimento degli obiettivi educativi prestabiliti. È necessario, quindi, che l’istruttore abbia
una buona conoscenza delle caratteristiche della
patologia dell’utente, con particolare riferimento
alle componenti psicologico-relazionali.
Tuttavia non bisogna dimenticare che il cavallo rappresenta il terzo partner della relazione,
in grado di svolgere una funzione attiva, non
solo con la sua stazza fisica, ma pure con la
sua intelligenza, posto che, come già abbiamo
osservato, si tratta di un essere vivente, particolarmente intelligente, in grado di comprendere il proprio ruolo e di svolgere una funzione benefica. A questo proposito è importante
che il soggetto umano conosca l’animale e che
l’animale conosca il soggetto umano; Infatti,
l’istruttore si pone come osservatore e come
mediatore per il raggiungimento del risultato
programmato.
Un’ulteriore competenza dell’istruttore riguarda
la capacità di mediazione con le famiglie e con le
altre istituzioni del territorio con le quali il soggetto umano si confronta quotidianamente. Per
l’istruttore che si trova a lavorare con soggetti
disabili, la famiglia non può che rappresentare un
ambiente fondamentale, con cui collaborare
affinché i nuovi apprendimenti siano utilizzati
adeguatamente anche nel contesto di vita quotidiana. L’istruttore, infatti, informa i genitori delle
nuove acquisizioni del figlio e li aiuta a collaborare sul piano della realizzazione del progetto di
lavoro da svolgere anche fuori della struttura
sportiva ove si volge l’ippoterapia.
Pertanto è non secondario il fatto che l’istruttore mantenga contatti pure con le istituzioni
del territorio che si occupano del soggetto, ad
esempio quelle scolastiche. In questo modo si
mantiene uno scambio d’informazioni relative
alle nuove acquisizioni del soggetto e sulle
modalità di lavoro. Nel caso in cui il soggetto
umano si trovi in una condizione d’isolamento
sociale, sarà compito specifico dell’istruttore
quello di agevolargli quanto più possibile l’inserimento sociale.
Negli anni Settanta De Lubersac e Lallery definiscono come uno dei ruoli assunti dall’istruttore della riabilitazione equestre quello di “uomo
dei cavalli”. Ciò significa che l’istruttore deve
essere, a sua volta cavaliere, quindi conoscere le
sensazioni di paura, ansia e agitazione sperimentate nel primo approccio con il cavallo.
Solo in questo modo, il cavaliere riuscirà a stabilire una giusta relazione con il soggetto
umano e con il cavallo. In questo senso essere
definito “uomo dei cavalli” non può avere una
valenza negativa, bensì positiva.
Il secondo ruolo dell’istruttore di riabilitazione
equestre consiste, nell’essere “curatore”, cioè
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Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
colui che accoglie il soggetto disabile, consapevole dei limiti connessi alla sua patologia, offrendogli occasioni per nuovi apprendimenti che lo
conducano in direzione della maggior autonomia
possibile. Con questo concetto si intende: la
capacità di progettare la propria esistenza per
entrare in relazione con gli altri e partecipare attivamente alla costruzione della società.
Non a caso il terzo ruolo, definito da De
Lubersac e Lallery, è quello di “pedagogo”.
Questo concetto riassume, infatti, le peculiarità
dell’educatore prima esposte. Occorre aggiungere che è stato definito come compito di que-
ippoterapia
sto operatore quello di utilizzare ogni occasione
della vita quotidiana in funzione educativa.
L’ambiente del maneggio, con le sue componenti sportive e le persone che lo frequentano,
offre moltissime occasioni in questo senso; si
tratta appunto di un ambiente che possiede
caratteristiche sportive e sociali.
La modalità d’espressione non verbale è la
prima utilizzata durante lo sviluppo psicomotorio e richiama la relazione con il primo oggetto
d’amore, vale a dire la madre. L’approccio dell’educatore al soggetto a cavallo, infatti, ricorda
quello utilizzato dalla madre. È per questo
motivo che a questo operatore è affidato, spesso, un ruolo simile a quello materno. Il rapporto tra utente ed educatore potrà essere
caratterizzato da una fase d’iniziale dipendenza del primo nei confronti del secondo che,
gradualmente, dovrà lasciare il passo alla conquista di una sempre maggiore autonomia.
Questo processo ricorda quello che si compie
a partire dalla nascita fino a circa quattro anni,
al termine del quale il bambino acquista una
propria individualità, venendo meno la dipendenza totale dalla madre.
AG/07 - euro 12,39 - richiedetelo
Se occorre (ma occorre quasi sempre e quasi
sempre risulta importante nella fase iniziale
della lezione), l’istruttore deve presentarsi
come cavaliere; mostrare come si monta a
cavallo; in un secondo momento stabilisce un
rapporto strettissimo con il soggetto umano,
tenendo il cavallo con la longina; per cui l’istruttore tiene alla corda l’animale mentre il
soggetto cavalca; in questo modo si tiene sotto
controllo totale il cavallo e si dà completa fiducia al soggetto umano nella delicata fase di
avvio all’ippoterapia. Nella fase più avanzata
l’istruttore potrà lasciare il cavallo al controllo
del soggetto umano, sempre più proiettato
verso la meta: divenire cavaliere e acquisire le
istruzioni provenienti dalla lezione.
Infatti, durante la lezione, può accadere che si
verifichi un evento improvviso, che possa
generare particolare paura ed ansia nel soggetto umano. L’individuo necessita di un ricongiungimento con l’operatore per riacquistare
fiducia; quest’ultimo sarà pronto a fornirglielo,
ma, al tempo stesso, sarà attento a cogliere la
richiesta di una maggiore autonomia. Questo
processo sarà graduale e basato sulle esigenze
del singolo soggetto. Quando l’istruttore riterrà
che il soggetto ha acquisito capacità di piena
autonoma, lascerà il soggetto umano solo con il
cavallo posizionandosi al centro del maneggio.
Nel momento in cui il soggetto umano sarà in
grado di lavorare in una squadra, con tutte le
problematiche che comporta, sarà pronto per
l’inserimento e l’integrazione nei piccoli gruppi sociali del suo ambiente di vita. La funzione
di accompagnamento verso l’autonomia da
parte dell’istruttore/educatore si sarà, in questo
modo, esaurita.
A questo punto bisogna ricordare che il soggetto umano è un individuo che, nel corso della
riabilitazione equestre, pone in essere le sue
componenti somatiche e psichiche, finalizzandole al proprio inserito sociale a tutti gli effetti. E ciò, se si tiene conto del fatto che l’ippoterapia, pur provenendo dallo sport dell’equitazione, è transitata sul piano della psicologia.
Infatti la lezione di ippoterapia presenta i caratteri della Pet Therapy. Nell’attuale realtà
sociale, ricca di beni di consumo ma anche di
solitudine, si tende ad “allargare” la famiglia
inserendovi il cane, il gatto, il canarino, che,
oltre a colmare le carenze affettive del bambino (spesso figlio unico) e la solitudine dell’anziano, non di rado si trasformano in un “valido
strumento terapeutico” per la cura di alcune
affezioni psicosomatiche o quale supporto alle
terapie.
In questo ambito psicologico e terapeutico gli
animali ricoprono un ruolo importante per il
recupero dei soggetti umani. Il termine “Pet”
oltre ad essere tradotto come “animale favorito”, sta ad indicare una serie di azioni: accarezzare, viziare, coccolare, ecc. Infatti gli effetti
che la compagnia di un cane o di un gatto può
procurare un piacevole contatto fisico e psichico, che meglio si realizza con il cavallo.
Tuttavia, per quanto positivi possano risultare
gli effetti della ippoterapia, non bisogna ritenere che, ricorrendo a questo sport, si possano
superare definitivamente gli handicap di natura
fisica e psichica, che la stessa medicina non
può rimuovere. Se Sport svolge una funzione
positiva per i soggetti “normali”, l’ippoterapia
può alleviare ma non superare le sofferenze
(fisiche o psichiche) dal cui è affetto il soggetto umano.
A.Fundarò
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
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Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
Gr adua tor ie di circolo e di istituto
di 1^ f ascia ATA
Nota min. 01 giugno 2016
Graduatorie di circolo e di istituto di 1° fascia A.T.A. ( All. G )
- Istanze on-line -
C
ome è noto i candidati, già inclusi o
che concorrono per l’inclusione
nella graduatoria permanente provinciale A.T.A., hanno titolo ad essere inseriti nella prima fascia delle corrispondenti graduatorie di circolo e di istituto per le
supplenze temporanee della medesima provincia.
Conseguentemente i candidati che vogliono
essere inseriti anche nelle citate graduatorie di
circolo e di istituto devono produrre l’apposita
domanda (all. G ) per la scelta delle istituzioni scolastiche in cui intendono figurare.
E’ noto, altresì, che tale domanda dovrà essere inviata tramite le “istanze on line”, e che
non è richiesto l’invio del modello cartaceo in
formato pdf prodotto dall’applicazione in
quanto l’Ufficio territoriale destinatario lo
riceverà automaticamente al momento dell’inoltro dell’istanza.
Tale modalità di trasmissione consentirà la
visualizzazione delle sedi già trasmesse per
l’anno precedente, ove presenti, e la conseguente selezione delle sedi scolastiche esprimibili per l’a.s. 2016/2017, evitando così
qualsiasi possibilità di incorrere in errori di
digitazione.
L’applicazione per l’invio on-line del modello
di domanda (all. G) sarà disponibile a partire
dalle ore 9.00 del 3 giugno.
La presentazione dell’istanza con modalità
Web, conforme al codice dell’amministrazione
digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo
2005, n. 82 e successive modifiche ed integrazioni, si articola in due momenti principali, il
primo propedeutico al secondo:
• la “Registrazione” da parte dell’utente, che
prevede il riconoscimento fisico presso un’istituzione scolastica statale a scelta dell’aspirante (funzione sempre disponibile). Tale operazione deve essere effettuata solo dagli utenti
non registrati;
• l’ “Inserimento” dell’istanza on line da parte
dell’utente (funzione disponibile dal 3 giugno).
Nell’apposita sezione dedicata, “Istanze on
line - Registrazione” allestita sul sito
www.istruzione.it sono disponibili strumenti
informativi e di supporto per gli utenti che
dovranno utilizzare gli strumenti informatici
per la presentazione delle istanze in questione.
Con riferimento alla procedura in oggetto, si
precisa quanto segue:
• ciascun aspirante alla supplenza temporanea
può indicare complessivamente non più di
trenta istituzioni scolastiche per l’insieme dei
profili professionali cui ha titolo.
L’apposita funzione on-line dovrà essere utilizzata nei seguenti casi:
• aspirante già inserito a pieno titolo nelle graduatorie permanenti di cui all’art. 554 del D.
Lvo 297/94 e nella prima fascia delle graduatorie di circolo e di istituto per le supplenze
temporanee della medesima provincia per l’a.
s. 2015/2016 che intenda mantenere le stesse
sedi per l’a.s. 2016/2017 o sostituirle del tutto
o in parte o comunicarne di nuove nel limite
delle trenta consentite per tutti i profili professionali cui ha titolo.
• aspirante già inserito a pieno titolo nelle graduatorie permanenti di cui all’art. 554 del D.
Lvo 297/94, ma non inserito nella prima fascia
delle graduatorie di circolo e di istituto per le
supplenze temporanee della medesima provincia per l’a. s. 2015/2016, sempre che desideri
figurare nelle citate graduatorie di circolo e di
istituto per l’a. s. 2016/2017.
• infine, l’aspirante che, avendone titolo, concorra per l’inclusione nelle citate graduatorie
permanenti, e desideri anche l’inclusione nella
1° fascia delle graduatorie di circolo e di istituto per le supplenze temporanee della medesima provincia per l’a.s. 2016/2017.
L’aspirante già inserito a pieno titolo nelle graduatorie permanenti di cui all’art. 554 del D.
Lvo 297/94 e nella prima fascia delle graduatorie di circolo e di istituto per le supplenze
temporanee della medesima provincia per l’a. s.
2015/2016 che, intenda mantenere per l’a. s.
2016/2017 le stesse sedi del suddetto anno scolastico, può anche non comunicare le sedi tramite la funzionalità delle istanze on line. In questa ipotesi sarà effettuata, a cura del sistema
informativo, una procedura di conferma automatica che tuttavia confermerà le sole sedi che
hanno mantenuto lo stesso codice dell’a.s.
2015/2016 eliminando le sedi che per effetto
della razionalizzazione della rete scolastica
hanno cambiato codice.
Tutti gli aspiranti della 1° fascia sono inclusi
in graduatoria in base all’automatica trasposizione dell’ordine con cui figurano nelle corrispondenti graduatorie permanenti di cui
all’art. 554 del D. Lvo 297/94.
Al fine di favorire la procedura on line si raccomanda ai competenti uffici di invitare tutti
gli aspiranti non registrati, interessati alle graduatorie d’istituto a procedere alla registrazione, in quanto questa fase rappresenta un prerequisito essenziale per poter trasmettere l’allegato G via web.
Si richiama all’attenzione che la procedura
non rappresenta in nessun caso una riapertura
dei termini per l’inserimento e/o aggiornamento delle graduatorie permanenti di cui all’art.
554 del D. Lvo 297/94, ma solo l’acquisizione/aggiornamento delle sedi scolastiche, ai fini
dell’inserimento nelle graduatorie di circolo e
di istituto di 1° fascia.
L’istanza per la scelta delle sedi rimarrà disponibile fino alle ore 14.00 del 4 luglio 2016.
IL DIRIGENTE: Giacomo Molitierno
MOBILITÀ
DEL PERSONALE
Alcuni termini previsti
dall’ordinanza ministeriale
8 aprile 2016, prot.241
I termini per le successive operazioni e
per la pubblicazione dei movimenti,
definiti secondo i criteri previsti dal
CCNI 2016/17 sono i seguenti:
Prima fase dei movimenti (punto A dell’art. 6)
a) personale docente
scuola dell’infanzia
1 – termine ultimo comunicazione al
SIDI delle domande di mobilità e dei
posti disponibili. 30/4
2 – pubblicazione dei movimenti. 13/5
scuola primaria
1 – termine ultimo comunicazione al
SIDI delle domande di mobilità e dei
posti disponibili 12/5
2 – pubblicazione dei movimenti 26/5
scuola secondaria di I grado
1 – termine ultimo comunicazione al
SIDI delle domande di mobilità e dei
posti disponibili 25/5
2 – pubblicazione dei movimenti 9/6
scuola secondaria di II grado
1 – termine ultimo comunicazione al
SIDI delle domande di mobilità e dei
posti disponibili 8/6
2 – pubblicazione dei movimenti 24/6
I docenti che intendano avvalersi della
prima precedenza prevista dall’art. 13
del CCNI presentano la propria
domanda di trasferimento nei termini e
con la modulistica della fase A indipendentemente dalla fase di partecipazione
al movimento.
Seconda fase dei movimenti personale
docente (punti B, C e D dell’art. 6)
scuola dell’infanzia
1 – termine ultimo comunicazione al
SIDI delle domande di mobilità 24/6
2 – pubblicazione dei movimenti. 18/7
scuola primaria
1 – termine ultimo comunicazione al
SIDI delle domande di mobilità 24/6
2 – pubblicazione dei movimenti 18/7
scuola secondaria di I grado
1 – termine ultimo comunicazione al
SIDI delle domande di mobilità 24/6
2 – pubblicazione dei movimenti 28/7
scuola secondaria di II grado
1 – termine ultimo comunicazione al
SIDI delle domande di mobilità 24/6
2 – pubblicazione dei movimenti 9/8
b) personale educativo
1 – termine ultimo comunicazione
all’ufficio delle domande di mobilità e
dei posti disponibili 30 maggio
2 – pubblicazione dei movimenti 30 giugno
c) personale A.T.A.
1 – termine ultimo comunicazione al
SIDI delle domande di mobilità e dei
posti disponibili 28/6.
2 – pubblicazione dei trasferimenti 22/7
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
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Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9
ESAMI MATURITÀ
ADEMPIMENTI E ORGANIZZAZIONE
Nota min. 25 maggio 2016, prot. 5622
Adempimenti di carattere operativo ed organizzativo relativi all’esame di Stato
anno scolastico 2015-2016
C
on l’approssimarsi dei tempi d’inizio
degli esami di Stato conclusivi dei
corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado, nello spirito
della consueta collaborazione, si ritiene opportuno richiamare la particolare attenzione delle
SS.LL. su tutti gli adempimenti di carattere
tecnico-operativo ed organizzativo finalizzati
al regolare svolgimento delle operazioni di
esame dei quali le SS.LL. medesime e i
Dirigenti scolastici dovranno farsi carico per la
parte di rispettiva competenza con la sperimentata cura e tempestività.
A riguardo, si ritiene di dover fare presente che
nelle scuole sede di seggio elettorale, in caso
di ballottaggio, la riunione plenaria si svolgerà
il giorno martedì 21 giugno, alle ore 8.30.
Invio del plico telematico
Particolare riguardo merita la scrupolosa osservanza delle disposizioni relative alle modalità di
invio tramite il plico telematico delle tracce
delle prove scritte degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio dell’istruzione secondaria
di secondo grado anche sulla base della circolare prot. n. 1134 del 18 aprile 2016 della
Direzione generale per i contratti, gli acquisti e
per i sistemi informativi e la statistica.
Utilizzo di locali idonei, sicuri e attrezzati
I locali individuati nelle scuole dovranno essere
pienamente idonei allo svolgimento degli
esami, sotto il profilo della sicurezza, dell’agibilità e dell’igiene, nonché dignitosi e accoglienti in modo da offrire un’immagine della
Scuola decorosa e consona alla particolare circostanza.
Nel caso in cui i locali dovessero risultare
insufficienti o inidonei in relazione al numero
di candidati o per altri fatti e situazioni di
carattere straordinario, si dovrà procedere in
tempo utile al reperimento di altri ambienti,
anche appartenenti ad altre istituzioni scolastiche, che abbiano i requisiti sopra indicati.
Per quel che concerne la sicurezza esterna dei
locali utilizzati per lo svolgimento delle attività
di esame, i relativi accessi, in particolare,
dovranno essere muniti di serrature e chiavi perfettamente funzionanti e ciascuna Commissione
dovrà poter disporre di un armadio metallico,
adatto a custodire la documentazione relativa ai
candidati, gli atti, gli elaborati, i registri e gli
stampati.
I locali stessi dovranno essere attrezzati con fotocopiatrici perfettamente funzionanti, in modo da
garantire che le tracce delle prove scritte siano
riprodotte in un numero di esemplari esattamente corrispondente al fabbisogno dei candidati
assegnati a ciascuna Commissione.
Strutture, strumenti e personale per le commissioni di esame
Le Commissioni, per poter svolgere nella manie-
vigenti in materia di pubblici esami, la esclusione da tutte le prove di esame.
Le SS.LL vorranno ricordare tale divieto anche ai
Presidenti ed ai Commissari, che hanno il compito di vigilare sul rispetto del divieto stesso, al fine
di evitare il verificarsi di episodi che, oltre a turbare il sereno svolgimento delle prove scritte,
risulterebbero gravemente penalizzanti per gli
stessi candidati.
Analoga cura dovrà essere rivolta alla vigilanza sulle apparecchiature elettronico-telematiche in dotazione alle scuole, al fine di evitare
che durante lo svolgimento delle prove scritte
se ne faccia un uso improprio.
ra più agevole i propri compiti (elaborazione
di verbali e di atti, esame di testi e documenti,
formulazione della terza prova, correzione
degli elaborati e conservazione di atti e fascicoli, ecc.), utilizzando di norma le funzioni
dell’applicativo “Commissione web”, dovranno essere messe in condizione di servirsi di
computer collegati alla rete Internet e delle
stampanti in uso nelle rispettive scuole.
Inoltre, dovranno essere messi a disposizione
delle Commissioni, per le varie esigenze operative, il telefono, il fax, le attrezzature e i
mezzi di comunicazione in dotazione.
Dovrà, inoltre, essere assicurata un’attività
continua e puntuale di assistenza e di supporto alle Commissioni, garantendo, con un’adeguata preventiva programmazione, la presenza e la collaborazione del personale
amministrativo, tecnico e ausiliario presente
in ciascuna istituzione scolastica nell’assolvimento, per la parte di rispettiva competenza, degli specifici e delicati compiti connessi
allo svolgimento delle operazioni di esame.
In particolare, gli uffici di segreteria dovranno provvedere a caricare tutti i dati degli studenti necessari per l’utilizzo dell’applicativo
“Commissione web”.
Dovranno, poi, essere preparati, con ragionevole anticipo, gli atti, i documenti, gli stampati e il materiale di cancelleria occorrenti
alle Commissioni per l’espletamento del loro
mandato; a tal fine può rivelarsi utile il riferimento al modello di “verbale di consegna al
Presidente della commissione di esame dei
registri, degli stampati, delle chiavi dei locali e della documentazione relativa ai candidati interni ed esterni”, facente parte dei modelli di verbali allegati all’annuale Ordinanza
Ministeriale recante istruzioni, modalità
organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di
studio del secondo Ciclo nelle scuole statali e
paritarie.
Utilizzo ristretto della rete internet nei giorni delle prove scritte
Tenuto conto della necessità di consentire l’espletamento delle operazioni di estrazione e
stampa delle tracce delle prove scritte, inviate
con la modalità del plico telematico, in ognuno
dei giorni dedicati a tali prove, sarà consentito,
fino al completamento della stampa delle tracce relative, rispettivamente, alla prima prova
scritta, alla seconda prova scritta e, eventualmente, alla quarta prova scritta, il collegamento con la rete internet esclusivamente da parte
dei computer utilizzati:
1) dal Dirigente scolastico o di chi ne fa le veci;
2) dal Direttore dei servizi generali ed amministrativi, ove autorizzato dal Dirigente scolastico o da chi ne fa le veci;
3) dal Referente o dai Referenti di sede.
Nel corso dello svolgimento delle prove scritte
dovrà essere disattivato il collegamento alla
rete Internet di tutti gli altri computer presenti
all’interno delle sedi scolastiche interessate
dalle prove scritte.
Saranno, altresì, resi inaccessibili aule e laboratori di informatica.
Inoltre, al fine di garantire il corretto svolgimento delle prove scritte, la Struttura
Informatica del Ministero vigilerà, in collaborazione con la Polizia delle Comunicazioni, per
prevenire l’utilizzo irregolare della rete internet
da parte di qualunque soggetto e delle connessioni di telefonia fissa e mobile.
Utilizzo di cellulari e apparecchiature
elettroniche nei giorni delle prove scritte
I Dirigenti scolastici avranno cura di avvertire tempestivamente i candidati:
– che è assolutamente vietato, nei giorni delle
prove scritte, utilizzare a scuola telefoni cellulari, smartphone di qualsiasi tipo, dispositivi di qualsiasi natura e tipologia in grado di
consultare file, di inviare fotografie ed immagini, nonché apparecchiature a luce infrarossa o ultravioletta di ogni genere;
– che è vietato l’uso di apparecchiature elettroniche portatili di tipo palmare o personal
computer portatili di qualsiasi genere in
grado di collegarsi all’esterno degli edifici
scolastici tramite connessioni wireless,
comunemente diffusi nelle scuole, o alla normale rete telefonica con qualsiasi protocollo;
– che nei confronti di coloro che violassero
tali disposizioni è prevista, secondo le norme
Casi specifici
Si richiama l’attenzione sulle disposizioni contenute nella nota prot. n. 1018 del 2 maggio 2013
relativa alle modalità di invio mediante plico telematico delle prove per candidati con disabilità
visive e per candidati che svolgono l’esame presso sezioni carcerarie od ospedaliere.
Eventuali esigenze speciali, ivi comprese le
richieste di “plico cartaceo”, per candidati con
disabilità visive, dovranno essere indirizzate alla
Struttura Tecnica Esami di Stato dalle Istituzioni
scolastiche o dalle Commissioni e saranno esaminate caso per caso, previo puntuale approfondimento tecnico con i richiedenti.
Per quanto riguarda i candidati che svolgono l’esame presso sezioni carcerarie od ospedaliere
(ovvero presso il proprio domicilio), eventuali
richieste di “plico cartaceo” saranno indirizzate,
in via eccezionale, dai competenti Uffici scolastici territoriali o dalle loro Articolazioni territo-
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
riali alla Struttura Tecnica Esami di Stato.
Le prove in formato Braille e le altre che non
sarà comunque possibile inviare con la modalità del “plico telematico” dovranno essere ritirate nei locali dell’Amministrazione Centrale con
modalità che saranno successivamente rese
note.
collegamento con gli uffici territoriali
Le SS.LL. vorranno dare alle Istituzioni scolastiche interessate tutte le indicazioni e le informazioni atte a garantire i necessari collegamenti con i rispettivi Uffici territoriali, con
ESAMI MATURITÀ
particolare riferimento alle modalità di invio
delle tracce delle prove d’esame che prevedono specifiche forme di intervento dei Nuclei
tecnici di supporto ai Dirigenti scolastici e ai
Referenti di sede, nel caso in cui i Presidenti di
Commissione, coadiuvati dai rispettivi
Referenti di sede, non fossero in grado di
estrarre e stampare le tracce delle prove contenute nel “plico telematico”.
Tenuto conto dei numerosi e complessi impegni connessi con lo svolgimento dell’esame, le
SS.LL., per tutta la durata delle relative operazioni, vorranno garantire la più ampia funzionalità dei citati Uffici territoriali, assicurando,
in particolare, che durante detto periodo le
SS.LL. medesime e i Dirigenti dei sopra indicati Uffici o Funzionari appositamente delegati siano presenti nell’Ufficio e comunque reperibili anche nelle ore pomeridiane e serali.
A tal fine si prega di comunicare i rispettivi
recapiti alla Direzione Generale per gli
Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del
Sistema Nazionale di Istruzione e alla
Struttura Tecnica Esami di Stato, secondo i
riferimenti sotto riportati.
Supporto a livello di amministrazione centrale - Struttura Tecnica Esami di Stato
Aspetti organizzativi e gestionali concernenti le
prove scritte Tel. 06/58492116
E-mail [email protected] alla quale
si dovrà fare riferimento. (N.B. La mail di cui al
punto 4 art. 22 dell’O.M. n. 252/2016 deve
essere letta – [email protected]).
Email [email protected]
Ufficio III della Direzione Generale per gli
Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del
Sistema Nazionale di Istruzione
Si forniscono per profili amministrativi ed
organizzativi riguardanti lo svolgimento degli
esami di Stato, i seguenti recapiti telefonici e
relativa mail di questo Ufficio, ad uso esclusivo degli Uffici Scolastici Regionali:
06/58.49.3242 – 06/58.49.2299
06/58.49.3240 – 06/58.49.2136
06/58.49.2288 – 06/58.49.3222
E-mail: [email protected]
Si precisa che le Istituzioni scolastiche e le
Commissioni di esame, per problematiche connesse agli esami di Stato, devono contattare in
via esclusiva i dirigenti e/o referenti degli esami
di Stato dei competenti Uffici Scolastici
Regionali e degli Uffici territoriali, di cui all’allegato A.
Vigilanza
Le SS.LL. sono pregate di vigilare sulla osservanza, da parte dei Dirigenti scolastici interessati, delle disposizioni contenute nella presente
nota.
Il Direttore Generale: Carmela Palumbo
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