Schema di carico 1 - Dipartimento di Strutture per l`Ingegneria e l
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Schema di carico 1 - Dipartimento di Strutture per l`Ingegneria e l
LE NUOVE NORMATIVE TECNICHE PER I PONTI IN ZONA SISMICA ASPETTI GENERALI E NORMATIVI PER IL PROGETTO E L’ESECUZIONE DEI PONTI PROF. ING. BRUNO PALAZZO DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE UNIVERSITA’ DI SALERNO BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile CONTENUTI • ASPETTI TIPOLOGICI, AZIONI • CONCETTO DI LINEA DI INFLUENZA • RIPARTIZIONE TRASVERSALE DEI CARICHI • IL PROBLEMA DELLA FATICA • ASPETTI SISMICI BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile ASPETTI TIPOLOGICI AZIONI BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile CLASSIFICAZIONE DEI PONTI IN BASE ALLA VIA SERVITA IN BASE ALLO SCHEMA STATICO - ponti stradali di 1a categoria - ponti stradali di 2a categoria - passerelle pedonali 3a categoria - ponti ferroviari - ponti canale - ponti a travata - ponti ad arco - ponti a telaio - ponti collaboranti arco-trave - ponti strallati - ponti sospesi N.B. Nel Nuovo Testo Unico tutte le costruzioni sono suddivise in due classi d’importanza: Classe 1: Vita utile 50 anni, periodo di ritorno per fenomeni naturali Tr = 500 anni; Classe 2: Vita utile 100 anni, periodo di ritorno per fenomeni naturali Tr = 1000 anni. Tutte le opere devono soddisfare la sicurezza con il metodo degli Stati Limite SLU – SLE e nel caso di azioni accidentali (urti, incendi, etc). Per opere di classe 1, in presenza di materiali con modesto comportamento plastico è possibile ancora applicare il Metodo delle Tensioni Ammissibili. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile TRAVATE SEMLICEMENTE APPOGGIATE BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile TRAVATE CONTINUE BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile PONTE A TRAVATA CONTINUA Aramon Bridge Tipologia LUCE Anno completamento Utilizzo BRUNO PALAZZO ponte a travata in cls Precompresso a 6 campate 210 m 1992 Ponte stradale Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile TRAVATE RETICOLARI BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile PONTE A TELAIO BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile SISTEMI ARCO TRAVE BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile ARCO A SPINTA ELIMINATA BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile Barqueta Bridge BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile ARCO NIELSEN BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile PONTE STRALLATO A TRAVATA FLESSORIGIDA CON ANCORAGGI A TERRA BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile PONTE STRALLATO AUTOANCORATO A COMPORTAMENTO RETICOLARE BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile Seville, Spain Over the River Guadalquivir BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile PONTE SOSPESO Lunghezza tipica delle campate 70m - +1000m Il più lungo al mondo Akashi Kaikyo Bridge, Giappone Lunghezza totale 3911m Campata centrale 1991m Ohnaruto Bridge Hakata, Fukuoka, Japan BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile PONTI SOSPESI STOREBAELT BRIDGE BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile OPERE CORRENTI BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile ELEMENTI STRUTTURALI DEL PONTE ELEMENTI STRUTTURALI: SEZIONE TRASVERSALE - Soletta - Travi - Traversi - Appoggi - Pila - Pulvino - Spalle SOLETTA TRAVE SEZIONE LONGITUDINALE PULVINO TRAVERSO PILA SPALLA BRUNO PALAZZO APPOGGIO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile DISPOSIZIONE APPOGGI IN TRAVATE SEMLICEMENTE APPOGGIATE BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile DISPOSIZIONE APPOGGI IN TRAVATE SEMLICEMENTE APPOGGIATE IN OBLIQUO BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile APPARECCHI DI APPOGGIO IN ELASTOMERO BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile APPARECCHI DI APPOGGIO ACCIAIO TEFLON E GOMMA INCAPSULATA Cerniera sferica fissa Cerniera sferica unidirezionale BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile GEOMETRIA DELLA SEDE STRADALE • CARREGGIATA: parte della sezione stradale destinata allo scorrimento dei veicoli composta da una o più corsie di marcia e di banchina. • CORSIA: parte longitudinale della strada di larghezza idonea a permettere il transito di una sola fila di veicoli. Si distingue in : a) corsia di marcia: destinata alla normale percorrenza o al sorpasso; b) corsia convenzionale: larghezza pari a 3 m; c) -------etc • PIATTAFORMA: parte della sede stradale che comprende i seguenti elementi: a) una o più carreggiate; b) il margine interno e laterale; c) le corsie riservate, specializzate e le piazzole di sosta. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile AZIONI SUI PONTI STRADALI • carichi permanenti: - Peso proprio degli elementi strutturali : g1 - Carichi permanenti portati: g2 (pavimentazione, marciapiedi,sicurvia, parapetti, attrezzature; - Altre azioni permanenti: g3 (spinta delle terre, spinte idrauliche,). • distorsioni - Distorsioni e presollecitazioni di progetto: ε1. - Ritiro (ε2), variazioni termiche (ε3), e viscosità (ε4); - Cedimenti vincolari: ε5 • azioni variabili da traffico - Carichi mobili q1 - Incremento dinamico dei carichi mobili q2 - Azione di frenamento o di accelerazione q3 - Azione centrifuga q4 • azioni del vento • azione sismiche • azioni accidentali BRUNO PALAZZO - Resistenze passive dei vincoli q7 - Urto di un veicolo in svio q8 - Altre azioni variabili (azioni idrauliche, urto di un veicolo o di natanti su pile) Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile AZIONI VARIABILI DA TRAFFICO (NUOVO TESTO UNICO) CARICHI MOBILI ( 1a categoria) Il numero delle colonne di carichi mobili da considerare nel calcolo dei ponti di 1° e 2° Categoria è quello massimo compatibile con la larghezza della carreggiata, comprese le eventuali banchine di rispetto e per sosta di emergenza, nonché gli eventuali marciapiedi non protetti e di altezza inferiore a 20 cm, tenuto conto che la larghezza di ingombro convenzionale è stabilita per ciascuna colonna in 3,00 m. I carichi mobili sono definiti da 5 Schemi di carico q1: Schema di carico 1: costituito da una coppia di assi in tandem carichi concentrati Qik (per asse) per un tratto di 15 m e da un carico uniformemente distribuito qik per il resto della lunghezza. Posizione Carico asse Q1k [KN] Carico distr. q1k [KN/m²] Corsia n° 1 300 9.00 Corsia n° 2 200 2.50 Corsia n° 3 100 2.50 Altre corsie 0.00 2.50 INCREMENTO DINAMICO L’entità dei carichi mobili deve essere maggiorata per tener conto degli effetti dinamici. q2 = (φ -1) q1 φ = 1÷1.4 BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile AZIONI VARIABILI DA TRAFFICO Schema di carico 2: è costituito da un carico ad asse Qak = 360 KN applicato su specifiche impronte di pneumatico. Questo schema va considerato autonomamente ed è da assumere a riferimento solo per verifiche locali. Qualora sia significativo si considererà il peso di una singola ruota di 180 KN. Schema di carico 3: è costituito da un carico isolato da 100 KN con impronta quadrata di lato 0.30 m. Si utilizza per verifiche locali su marciapiedi non protetti da sicurvia. Schema di carico 4: è costituito da un carico isolato da 10 KN con impronta quadrata di lato 0.70 m. Si utilizza per verifiche locali su marciapiedi protetti da sicurvia e sulle passerelle pedonali. Schema di carico 5: folla compatta, agente con intensità di 4 KN/m². Schema di carico 6: per opere singole di luce maggiore di 300 m, ai fini della statica complessiva del ponte, si farà riferimento ai seguenti carichi q6.a e q6,b: BRUNO PALAZZO RUOTA DI SVIO q6 . a ⎛1⎞ = 211.33 ⎜ ⎟ ⎝L⎠ 0.3265 q6.b ⎛1⎞ = 80.48 ⎜ ⎟ ⎝L⎠ Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile 0.3430 AZIONI VARIABILI DA TRAFFICO (D.M. 04-05-1990) CARICHI MOBILI q1 Schema di carico 1: è costituito da carichi concentrati q1a = 60 t per un tratto di 15 m e da carichi uniformemente distribuiti q1b = 3 t/m per il resto della lunghezza. Schema di carico 2: è costituito da un carico isolato da 10 t con impronta quadrata di lato 0.30 m. Schema di carico 3: è costituito da un carico isolato da 1 t con impronta quadrata di lato 0.70 m. Schema di carico 4: è costituito dalla folla compatta, agente con intensità di 0.4 t/m². BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile AZIONI VARIABILI DA TRAFFICO (NUOVO TESTO UNICO) AZIONE DI FRENAMENTO O DI ACCELERAZIONE q3 La forza di frenamento o di accelerazione q3 si assume agente nella direzione dell’asse della carreggiata ed al livello della sua superficie finita. L’intensità di tale forza è pari ad 1/10 della colonna di carico più pesante per ciascuna carreggiata e non deve risultare inferiore al 20% (per i ponti di 1° Categoria) o al 15% (per i ponti di 2° Categoria) del totale carico Qik che può interessare la struttura. AZIONE CENTRIFUGA q4 Nei ponti con asse curvo di raggio R (in metri) l’azione centrifuga corrispondente ad ogni colonna di carico si assume convenzionalmente pari a: BRUNO PALAZZO R [m] Intensità q4 [KN/m] R < 60 5.00 60 < R < 1500 300/R R > 1500 0.00 Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile AZIONE DEL VENTO q5 L'azione del vento può essere convenzionalmente assimilata ad un carico orizzontale statico, diretto ortogonalmente all'asse del ponte e/o diretto nelle direzioni più sfavorevoli per alcuni dei suoi elementi (ad es. le pile). La superficie dei carichi transitanti sul ponte esposta al vento si assimila ad una parete rettangolare continua dell'altezza di 3 m a partire dal piano stradale. AZIONE SISMICA q6 Per la determinazione degli effetti sismici si farà riferimento alle sole masse corrispondenti ai pesi propri ed sovraccarichi permanenti. In relazione all’importanza dell’opera, si può definire una opportuna massa corrispondente al carico variabile. RESISTENZE PARASSITE DEI VINCOLI q7 Si devono considerare le forze che derivano dalle resistenze parassite dei vincoli per il calcolo delle pile, delle spalle, delle fondazioni e degli apparecchi di appoggio. AZIONI SUI PARAPETTI - URTO DI UN VEICOLO IN SVIO q8 L’altezza dei parapetti non potrà essere inferiore ad 1 m. I parapetti devono essere calcolati in base ad un’azione orizzontale di 1.3 kN/m applicata al corrimano. I sicurvia e gli elementi strutturali ai quali sono collegati devono essere dimensionati per un’azione orizzontale trasversale non inferiore a 100 kN, distribuita su 0,50 m ed applicata ad una quota h, misurata dal piano viario, pari alla minore delle dimensioni h1, h2: h1 = (altezza della barriera - 0,10 m), h2 = 1,00 m. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile AZIONI ACCIDENTALI AZIONI IDRAULICHE Per opere in attraversamento di corsi d’acqua naturali o artificiali, il progetto dovrà essere corredato da una relazione riguardante i problemi idrologici, idrografici ed idraulici. Per pile e spalle in zone golenali o in zone potenzialmente interessate da correnti idrauliche, sono richiesti uno studio dei potenziali fenomeni di erosione e di scalzamento e la definizione delle azioni idrauliche agenti sulle pile e sulle spalle interessate dalla corrente. Per la valutazione dell'azione idraulica agente sulle pile e sulle spalle il periodo di ritorno sul quale va valutata la massima intensità dell'azione è assunto pari a 200 anni. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile VALUTAZIONE DELLE PORTATE DI PIENA IN CORRISPONDENZA DEGLI ATTRAVERSAMENTI FLUVIALI PER EVENTI DI PERIODO DI RITORNO CORRELATO ALLA VITA UTILE DELL’OPERA RISPETTO DEL FRANCO MINIMO BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile COMBINAZIONI DI CARICO di esercizio Stato limite Verifiche Tensionali perm.+ distors. + neve + resistenze passive dei vincoli + altre azioni perm. + distors. + caric. mobili + amplif. din. + vento + resist. pass. dei vinc. + veic. in svio + altre azioni perm. + distors. + caric. mobili + amplif. din. + frenam. + vento + resist. pass. dei vinc. + veic. in svio + altre azioni perm. + distors. + caric. mobili + amplif. din. + centrif. + vento + resist. pass. dei vinc. + veic. in svio + altre azioni Stato limite Ultimo 1a) 2a) 3a) 4a) g1 g2 g3 ε1 ε2 ε3 ε4 q1 q2 q3 q4 q5 q6 q7 q8 q9 TI 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 1 0 1 0 1 T II 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0,6 0 1 1 1 T III 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0,2 0 1 1 1 T IV 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 0,2 0 1 1 1 TV 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 QP 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0,4 0 0 0 0 FR 1 1 1 1 1 1 1 ψ ψ 0 0 0 0 0 0 0 UI 1,4 1,4 1,4 1,2 (0,85) 1,2 (0) 1,2 (0) 1,2 (0) 0 0 0 0 1,5 - 1,5 1,5 - U II 1,4 1,4 1,4 1,2 (0,85) 1,2 (0) 1,2 (0) 1,2 (0) 1,5 1,5 0 0 0,9 - 1,5 1,5 - U III 1,4 1,4 1,4 1,2 (0,85) 1,2 (0) 1,2 (0) 1,2 (0) 1,5 1,5 1,5 0 0,3 - 1,5 1,5 - U IV 1,4 1,4 1,4 1,2 (0,85) 1,2 (0) 1,2 (0) 1,2 (0) 1,5 1,5 0 1,5 0,3 - 1,5 1,5 - QP = combinazione quasi permanente; FR = combinazione frequente Il coefficiente ψ vale: ψ = 0.7 per solette, traversi, strutture principali di luce L < 10 m; ψ = 0.5 per strutture principali con luce di luce 10 < L < 100 m; ψ = 0.25 per luci L > 100 m; BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile VERIFICHE GLOBALI In particolare nelle opere di Classe 2, devono essere effettuate le verifiche allo stato limite ultimo ed agli stati limite di servizio riguardanti gli stati di fatica, di fessurazione e di deformazione. VERIFICHE ALLO SLU Si deve verificare che Ed < Rd, dove Ed è il valore di progetto degli effetti delle azioni e Rd la corrispondente resistenza di progetto. VERIFICHE ALLO SLE Verifiche allo Stato Limite di Fessurazione Per le strutture in calcestruzzo armato ordinario, devono essere rispettate le limitazioni seguenti: - per combinazioni di carico quasi permanenti, l’apertura teorica delle fessure deve risultare inferiore a 0,2 mm in ambiente aggressivo e comunque all’estradosso delle solette, ed a 0,3 mm in ambiente normale. - per combinazioni di carico frequenti l’apertura teorica delle fessure deve risultare inferiore rispettivamente a 0,3 e 0,4 mm. Per le strutture in cemento armato precompresso, nelle combinazioni di carico quasi permanenti non si deve verificare decompressione in alcuna sezione. Per combinazioni di carico frequenti l’apertura delle fessure deve risultare inferiore a 0,2 mm in ambiente aggressivo ed a 0,3 mm in ambiente normale. Verifiche allo Stato Limite di Deformazione L’assetto di una struttura deve risultare compatibile con la geometria della struttura stessa in relazione alle esigenze del traffico. Le deformazioni della struttura non devono arrecare disturbo al transito dei carichi mobili alla velocità di progetto della strada. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile VERIFICHE LOCALI DIFFUSIONE DEI CARICHI LOCALI I carichi concentrati da considerarsi ai fini delle verifiche locali ed associati agli Schemi di Carico 1, 2, 3 e 4 si assumono uniformemente distribuiti sulla superficie della rispettiva impronta. La diffusione attraverso la pavimentazione e lo spessore della soletta si considera avvenire secondo una diffusione a 45°, fino al piano medio della struttura della soletta sottostante. CALCOLO DELLE STRUTTURE SECONDARIE Per il calcolo delle strutture secondarie dell’impalcato (solette, marciapiedi, traversi, ecc.) si devono prendere, nelle posizioni di volta in volta più gravose per l’elemento considerato, i carichi precedentemente definiti. In alternativa si considera, se più gravoso, il carico associato allo Schema 2, disposto nel modo più sfavorevole. Per i marciapiedi non protetti da sicurvia si considera il carico associato allo Schema 3. Per i marciapiedi protetti da sicurvia e per i ponti di 3° Categoria si considera il carico associato allo Schema 4. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile CRITERI DI VERIFICA ALLO STATO LIMITE DI FATICA Al fine di limitare il danneggiamento delle strutture causato dall'azione ripetuta dei carichi variabili, per le combinazioni di carico che risultino determinanti tra quelle prima indicate, vanno eseguite idonee verifiche a fatica. Numero di ripetizioni: • strutture principali: 2 x 106 cicli di carico, considerando un carico mobile con esclusione del coefficiente dinamico per il carico distribuito qik; • strutture secondarie (solette, traversi, etc.): 2 x 106 cicli di carico considerando l’intero carico Q1k. Metodi di verifica: - Metodi di Classe 1: prevedono di limitare le tensioni massime a valori inferiori a prefissati valori dei limiti di fatica. - Metodi di Classe 2 che prevedono di limitare un funzionale di danno cumulato rapportato alla frequenza di transito rapportata alla vita utile dell’opera BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile METODO SEMIPROBABILISTICO STATO LIMITE ULTIMO Sd ≤ Rd BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile IL CONCETTO DI LINEA DI INFLUENZA BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile LINEE D’INFLUENZA LA PROBLEMATICA Le strutture da ponte sono generalmente sollecitate da carichi accidentali “mobili” i quali definiscono un numero illimitato di combinazioni di carico. Per le verifiche è necessario individuare le condizioni in cui risulta essere massima/minima una caratteristica di sollecitazione o di deformazione nelle sezioni da verificare Lo strumento che permette tale individuazione prende il nome di “linea d’influenza” BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile DEFINIZIONE LINEE D’INFLUENZA Diagramma che con le sue ordinate lette in corrispondenza della generica posizione della causa soll. fornisce il valore dell’effetto ricercato nella sezione P azione viaggiante di posizione S sezione di posizione G effetto in S x xS Il valore di G sarà in generale funzione di 3 variabili: - l’intensità dell’azione applicata; essendoci proporzionalità diretta tra P e G, si assume P=1. - la posizione dell’azione applicata - la posizione della sezione considerata G = G ( x, x S , P ) BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile DIAGRAMMI DI STATO E D’INFLUENZA Diagramma di stato Linea d’influenza x variabile xs variabile Si ottengono i noti diagrammi di stato delle sollecitazioni, e la linea elastica in termini di deformazioni. diagramma che con la sua ordinata η(x) letta in corrispondenza della forza indica l’effetto nella sezione fissata al variare della posizione del carico. M=Px BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile IMPIEGO DELLE LINEE D’INFLUENZA Carico concentrato G = P ⋅η L’effetto massimo si ottiene posizionando il carico nella posizione in cui la linea d’influenza ha valore massimo. Treno di carichi concentrati G= ∑ Pi ⋅η i i L’effetto massimo si ottiene per tentativi successivi. Carico segmentabile Condizioni di carico che rendono massimo e minimo l’effetto nella sezione S BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile METODI DI ANALISI Metodo diretto Consiste nel costruire le linee d’influenza per punti, calcolando la grandezza G per diverse posizione del carico. Metodo di scambio (o indiretto) Tale metodo utilizza i risultati del Teorema di Betti generalizzato permettendo di ottenere le linee di influenza come particolari diagrammi di stato equivalenti di sistemi ausiliari di carico. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile LINEE D’INFLUENZA TEOREMA DI BETTI GENERALIZZATO Fi (1) Fi (1) , ∆(i1) (1) Si Sj F j( 2 ) , ∆( 2j ) F j( 2 ) ∆( 2j ) (2) Si Sj δ i(1) , Ci(1) δ (j 2) , C (j 2) Enti sollecitanti (forze e distorsioni) Effetti (spostamenti e caratteristiche) (1) ( 2 ) (1) ( 2 ) ( 2 ) (1) ( 2 ) (1) F δ + C ∆ = F δ + C ∑ i i ∑ j j ∑ j j ∑ i ∆i i j j i Dati due sistemi risultano eguali i lavori mutui che gli enti forza dell’uno compiono per gli enti spostamento dell’altro BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile LINEE D’INFLUENZA APPLICAZIONE DEL TEOREMA DI BETTI - sistema (1): sistema effettivo soggetto all’ente sollecitante viaggiante, - sistema (2): sistema ausiliario nel quale determinare il diagramma equivalente alla linea d’influenza voluta. Enti: - ente viaggiante (causa); - effetto ricercato; - enti duali nel sistema ausiliario nel quale determinare ol diagramma equivalente. F (1)δ ( 2 ) + C (1) ∆( 2 ) = F ( 2 )δ (1) + C ( 2 ) ∆(1) BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile LINEE D’INFLUENZA CASO 1: ente viaggiante forza (F(1)) - linea d’influenza di una caratteristica della sollecitazione (C(1)) F (1)δ ( 2 ) + C (1) ∆( 2 ) = F ( 2 )δ (1) + C ( 2 ) ∆(1) F (1)δ ( 2) + C (1) ∆( 2 ) = 0 F ( 2 ) = ∆(1) = 0 C (1) = −δ ( 2) 1 ⋅ ( 2) ∆ “La linea d’influenza di una caratteristica della sollecitazione per forza unitaria viaggiante coincide col diagramma dello spostamento, duale della forza viaggiante, provocato da una distorsione ∆(2) unitaria e negativa duale della sollecitazione ricercata” BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile LINEE D’INFLUENZA CASO 2: ente viaggiante forza - linea d’influenza di uno spostamento 1 δ (1) = δ ( 2) ⋅ CASO 3: F ( 2) ente viaggiante distorsione - linea d’influenza di una caratteristica 1 C (1) = C ( 2 ) ⋅ CASO 4: ∆( 2) ente viaggiante distorsione - linea d’influenza di uno spostamento 1 δ (1) = −C ( 2 ) ⋅ F ( 2) “La linea d’influenza di un effetto in S per un ente viaggiante (causa), coincide con il diagramma di stato dell’ente duale di quello che viaggia, provocato dall’ente duale dell’effetto cercato M F = v∆ ϕ Esempio: y BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile LINEE D’INFLUENZA Trave appoggiata-appoggiata Linee d’influenza reazioni vincolari Linee d’influenza taglio in S TA = R A = 1 − ( x / l ) TS = RB x ≤ xS − TB = RB = x / l TS = R A x > xS BRUNO PALAZZO Linee d’influenza momento in S MS = l−x x S − ( x S − x) l Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile LINEE DI INFLUENZA Linee d’influenza del taglio e del momento per forza verticale viaggiante BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile MASSIME E MINIME SOLLECITAZIONI Per carico uniformemente distribuito segmentabile MASSIMO E MINIMO TAGLIO Tmin - Tmax = BRUNO PALAZZO qx' 2l 2 s + Tmax = qxs2 =− 2l ql 8 Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile DIAGRAMMI DEI MASSIMI E MINIMI Diagrammi dei massimi e minimi del momento in una trave continua BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile LA RIPARTIZIONE TRASVERSALE DEI CARICHI BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile RIPARTIZIONE TRASVERSALE COEFFICIENTE DI RIPARTIZIONE Impalcato a graticcio Si definisce coefficiente di ripartizione ri,j la quota parte del carico unitario che grava sulla nervatura “j” quando P=1 si trova sulla nervatura “i” trave P=1 traverso i j ∑ ri , j = 1 Dalla definizione deriva: BRUNO PALAZZO Pj = ri , j P per l’equilibrio alla traslazione del traverso se P≠1, per la sovrapposizione degli effetti Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile RIPARTIZIONE TRASVERSALE Il calcolo dei coefficienti si semplifica notevolmente nel caso in cui si ipotizzano traversi a cortina infinitamente rigidi e travi con rigidezza torsionale primaria nulla. In tal caso, infatti, la sua deformata è caratterizzata da soli due parametri. e P=1 Coefficiente di ripartizione: yp G Ki ri , y P yi ⋅ y p Ki = + ⋅ Ki 2 ∑ K i ∑ K i yi i λ δ φ i Linea d’influenza del coefficiente di ripartizione della trave di bordo Caso particolare di molle aventi rigidezza uguale ed equidistanti yi ri BRUNO PALAZZO 1 6e rbordo (e) = (1 + ) λ ⋅ (n + 1) n Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile LA FATICA BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile SOLLECITAZIONI CICLICHE Quando si sottopone un dettaglio costruttivo a numerosi cicli di carico sinusoidali si arriva alla rottura fragile per valori di tensione σ inferiori alla σr di rottura che caratterizza il materiale BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile NUMERO DI CICLI - ROTTURA FRAGILE La riduzione della tensione di rottura per “fatica” è tanto più sensibile quanto maggiore è il numero di cicli N in cui varia la tensione, e quanto maggiore è l’escursione della stessa ∆σ . Le curve che danno la σ di rottura in funzione di N sono note come curve di Wohler e sono rappresentate in scala logaritmica: N = a · ∆σr-m Log N = log a – m log ∆σr dove ∆σr = resistenza a fatica per N cicli; m = pendenza delle curve; log a = costante. Le leghe di ferro presentano un livello di tensione al di sotto del quale non si verifica la rottura per fatica. Nel c.a. occorre riferirsi alle indicazioni dell’EC2 parte 2: Concrete Bridges BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile FATICA Le curve di Wohler sono completamente definite valutando il delta di tensione per carichi sinusoidali in corrispondenza di 2x10 6 cicli FATICA ILLIMITATA Se ∆σmax< ∆σD tutti i cicli di tensione sono minori del limite di fatica. Il valore ∆σD rappresenta il limite al di sotto del quale la vita a fatica diventa infinita. Nell’EC3 tale limite corrisponde alla resistenza a fatica per 5 · 106 cicli. VERIFICA A DANNO CUMULATO Negli altri casi si effettua la verifica a Danno cumulato nello spirito della teoria di Palmgren – Miner BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile VERIFICHE A FATICA VERIFICA CON VITA ILLIMITATA • • • • Definizione dello spettro di carico con carichi equivalenti; Determinazione dello spettro di tensione ∆σi Determinazione della massima escursione di tensione ∆σmax; Se ∆σmax < ∆σD la verifica è soddisfatta. MODELLO DI CARICO 1 Il modello di carico 1 è analogo al modello di carico adottato per le verifiche di resistenza con valori dei carichi ridotti al 70 % per i carichi concentrati Qik, ed al 30 % per i carichi distribuiti qik. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile FATICA VERIFICA DI DANNEGGIAMENTO • Scelta del modello di carico • Determinazione della variazione di tensione ∆σi • Determinazione del numero di cicli di rottura Ni per ciascun livello tensionale; • Calcolo dell’indice di danneggiamento D per i 5 veicoli secondo la legge di Palmgren – Miner; • Se D < 1 la verifica è soddisfatta. ∑ Di = ∑ i MODELLO DI CARICO 4 Lo spettro di carico è definito da 5 veicoli tipo, differenziati in base al numero di assi e al loro interasse . ni ≤1 Ni - Ni = numero di cicli a rottura; - ni = numero di cicli attuali dato da: ni = nv · p · t nv = 2 · 106, numero annuo di veicoli per corsia; p = percentuale di autocarri, in base alla percorrenza; t = 100 anni, vita di progetto dell’opera. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile ASPETTI SISMICI BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile LA LETTURA DEGLI EFFETTI DEI RECENTI TERREMOTI San Fernando, 9 Febbraio 1971. Magnitudo 6.5 Loma Prieta, 17 Ottobre 1989. Magnitudo 7.09 Northridge,17 Gennaio 1994. Magnitudo 6.69 Kobe, 17 Gennaio 1995. Magnitudo 6.69 LA LETTURA DEI DANNI SUBITI DAI PONTI (soprattutto in c.a.), LA CONSTATAZIONE CHE MOLTI DISASTRI POTEVANO ESSERE EVITATI HA GENERATO UN PROCESSO DI REVISIONE RADICALE DEI CRITERI DI PROGETTAZIONE E DEI CODICI SISMICI SPECIFICI PER I PONTI: JAPAN ROAD ASSOCIATION (1996-2002), CALTRANS (2000). ATC 49a (2001), AASHTO (1999 ), EC-8/2 Draft Bridges (2003) Norme tecniche per il progetto sismico dei ponti (ord n.3274 20/03/03) Il D.M. 16.01.96 prescrive criteri generali ma non contiene specifiche indicazioni per i ponti, per cui la norma sul progetto sismico dei ponti costituisce in Italia un’importante novità. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile INSUFFICIENZA LUNGHEZZE DI APPOGGIO SAN FRANCISCO BAY BRIDGE Loma Prieta Earthquake, 1989 ML=7 BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile COLLASSO CAMPATE PER FENOMENI DI LIQUEFAZIONE Showa Bridge. Terremoto di Niigata, Giappone, 1964. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile COLLASSO CAMPATA Nishinomiya – Ko Bridge Kobe. 17 Gennaio 1995. Magnitudo 6.69. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile Nishinomiya Bridge Kobe, Japan earthquake, Jan. 17, 1995 BRUNO PALAZZO Magnitudo 6.69 Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile INTERVENTI POVERI PER LA LIMITAZIONE DEGLI SPOSTAMENTI ECCESSIVI MEDIANTE RESTRAINERS NEI PONTI ESISTENTI PROGRAMMA DI RETROFIT DI PRIMO LIVELLO (Caltrans 1971 -1990) a) a) b) b) BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile CONCENTRAZIONE AZIONI ORIZZONTALI SULLE SPALLE State Route 118, Balboa Boulevard Bridge. Northridge, 17 Gennaio 1994. Magnitudo 6.69. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile ANCORAGGIO POSTERIORE DELLE SPALLE 8.7 SPALLE: TENER CONTO DELLA DEFORMABILITA’ DEL TERRENO RETROSTANTE – Azione di progetto valutata con q=1 BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile Gavin Canyon - bridge no. 53-1797 Northridge, California earth., Jan. 17 ’94, Magnitudo 6.69 BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile Gavin Canyon - bridge no. 53-1797 Northridge, California earth., Jan. 17 ’94, Magnitudo 6.69 BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile VULNERABILITA’ SISMICA DEI VIADOTTI BASSO GRADO DI IPERSTATICITÀ CONCENTRAZIONE DELLE COMPONENTI ORIZZONTALI REAZIONI VINCOLARI DELLE ELEVATE DIMENSIONI LONGITUDINALI FONDAZIONI NON COLLEGATE – EFFETTI DELLE DISLOCAZIONI DOVUTE AL NON SINCRONISMO DEL MOTO DELLE FONDAZIONI FREQUENTE IRREGOLARITA’ RIGIDEZZE DELLE PILE DELLA DISTRIBUZIONE DELLE DISLOCAZIONI INDOTTE DA DEFORMAZIONI PLASTICHE DEL SUOLO FREQUENTE COLLOCAZIONE IN TERRENI DIFFICILI SUOLO SOFFICE - AMPLIFICAZIONI MOTO SISMICO SENSITIVITA’ A FENOMENI DI LIQUEFAZIONE INSTABILITA’DEI PENDII SOTTOVALUTAZIONE DELLE SOLLECITAZIONI BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile INFLUENZA DELLA INTENSITA’ DELL’AZIONE SISMICA SULLA VALUTAZIONE DELLE SOLLECITAZIONI BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile RILEVANZA DELLA VALUTAZIONE DEGLI SPOSTAMENTI NON E’ SUFFICIENTE LA SOLA VALUTAZIONE DELLE SOLLECITAZIONI MA E’ NECESSARIO STIMARE CORRETTAMENTE GLI SPOSTAMENTI PRODOTTI DAL SISMA TENENDO CONTO DEL COMPORTAMENTO NON LINEARE L’APPROCCIO ELASTICO, ALLA BASE DEL METODO DELLE T.A., NON CONSENTE UNA CORRETTA VALUTAZIONE DEGLI SPOSTAMENTI. GLI SPOSTAMENTI VALUTATI IN REGIME ELASTICO RISULTANO GENERALMENTE SOTTOSTIMATI NELLA NORMATIVA ITALIANA DEL ‘96 PER I PONTI NON SONO CONSIDERATE TRA LE AZIONI PARTICOLARI “DISLOCAZIONI”, DELLE FONDAZIONI DOVUTE A VARIE CAUSE ORIGINATESI A LIVELLO DEL SOTTOSUOLO COME IL NON SINCRONISMO DEL MOTO AL PIEDE DI PILE DISTONTI FRA LORO BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile 8.5.4 LUNGHEZZE DI SOVRAPPOSIZIONE (APPOGGIO) lS = lm + d eg + d Ed Nelle zone di appoggio: d Ed = µd E = qd E deg: spostamento rel. dovuto al terreno lm: apparecchio di appoggio VARIABILITÀ SPAZIALE DEL MOTO DEL CARATTERE INTRINSECAMENTE PROPAGATORIO DEL MOTO DELLE DISOMOGENEITÀ E DELLE DISCONTINUITÀ EVENTUALMENTE PRESENTI DELLA DIVERSA RISPOSTA LOCALE DEL TERRENO DOVUTA A PARTICOLARI CARATTERISTICHE MECCANICHE E MORFOLOGICHE SPOSTAMENTI RELATIVI d ri ,long = xri v g / ca ≤ d + d 2 gr 2 gi d ri ,tras = xri v g / 2ca ≤ d gr2 + d gi2 BRUNO PALAZZO dove dgr e dgi sono rispettivamente i massimi spostamenti al suolo dei punti r ed i distanza xri e del rapporto tra la massima velocità al suolo del generico punto vg e della velocità apparente di propagazione delle onde sismiche ca Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile OBIETTIVI DEL PROGETTO SISMICO DEI PONTI le nuove norme dichiarano esplicitamente gli obiettivi prestazionali che intendono raggiungere DOMANDA SISMICA PRESTAZIONE SISMICA EVENTO SEVERO PERIODO MEDIO DI RITORNO COMMISURATO ALL’IMPORTANZA DELL’OPERA, T>475 ANNI DANNI STRUTTURALI CHE NON COMPROMETTONO LA TRANSITABILITÀ CON CAPACITA’ RIDOTTA DI TRAFFICO PER LE OPERAZIONI DI SOCCORSO POSTSISMA EVENTO PROBABILE PERIODO MEDIO DI RITORNO COMMISURATO ALL’IMPORTANZA DELL’OPERA T>150 ANNI DANNI STRUTTURALI DI ENTITÀ TRASCURABILE SENZA RIDUZIONE DEL TRAFFICO NÉ INTERVENTI URGENTI DI RIPRISTINO Gli obiettivi si intendono raggiunti se la struttura progettata soddisfa le verifiche relative allo SLU (Stato Limite Ultimo) per l’evento severo e allo SLD (Stato Limite di Danno) per l’evento probabile BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile 4. LIVELLI DI PROTEZIONE Categoria I II Descrizione Fattore di importanza Ponti di importanza critica per il mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente dopo un evento sismico , e ponti il cui collasso potrebbe provocare un numero particolarmente elevato di vittime 1,3 Ponti di importanza ordinaria 1,0 LA NORMA RICHIEDE UNA VALUTAZIONE TRASPORTISTICA E SULLA RILEVANZA STRATEGICA NON SEMPRE DISPONIBILE NELL’AMBITO DI UN SINGOLO PROGETTO BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile AZIONE SISMICA SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO COMPONENTI ORIZZONTALI T ⎧ ( ) ( 1 (η ⋅ 2,5 − 1)) S T = a S + g ⎪ e TB ⎪ ⎪S (T ) = a S ⋅η ⋅ 2,5 g ⎨ e ⎪S e (T ) = a g S ⋅η ⋅ 2,5 ⋅ (TC T ) ⎪ ⎪S e (T ) = a g S ⋅η ⋅ 2,5 ⋅ (TDTC T 2 ) ⎩ a/ag,max 3.5 Suolo classe A Suolo classe B,C,E 3 Suolo classe D 2.5 ξ=5% 0 ≤ T < TB TB ≤ T < TC TC ≤ T < TD TD ≤ T 2 D 1.5 1 y A x Suolo S TB TC A 1,0 0,15 B,C,E 1,25 0,15 0,50 2,0 D 1,35 0,20 0,80 2,0 η = 10 (5 +ξ) 0,40 0.5 0 0 0.5 1 1.5 2 BRUNO PALAZZO 2.5 3 3.5 4 Zona sismica Valori di ag 5 1 0,35g T (sec) 2 0,25g 3 0,15g 4 0,05g 4.5 Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile TD 2,0 5.1 CATEGORIE DI SUOLO DI FONDAZIONE A FORMAZIONI LITOIDI O TERRENI OMOGENEI (Vs30 > 800 m/sec) B DEPOSITI DI SABBIE O GHIAIE MOLTO ADDENSATE O ARGILLE MOLTO CONSISTENTI (360 m/sec < Vs30 < 800 m/sec) C DEPOSITI DI SABBIE E GHIAIE MEDIAMENTE ADDENSATE O DI ARGILLE DI MEDIA RIGIDEZZA (180 m/sec < Vs30 < 360 m/sec) D DEPOSITI DI TERRENI GRANULARI DA SCIOLTI A POCO ADDENSATI OPPURE COESIVI DA POCO A MEDIAMENTE CONSISTENTI (Vs30 < 180 m/sec) E PROFILI DI TERRENO COSTITUITI DA STRATI SUPERFICIALI ALLUVIONALI GIACENTI SU UN SUBSTRATO DI MATERIALI PIÙ RIGIDO (Vs30 simili alle classi “C” e “D”) S1 DEPOSITI COSTITUITI, O CHE INCLUDONO, UNO STRATO SPESSO ALMENO 10 M DI ARGILLE/LIMI DI BASSA CONSISTENZA, CON ELEVATO INDICE DI PLASTICITÀ ( PI > 40 ) E CONTENUTO D’ACQUA (Vs30 < 100 m/sec) S2 DEPOSITI DI TERRENI SOGGETTI A LIQUEFAZIONE, DI ARGILLE SENSITIVE, O QUALSIASI ALTRA CATEGORIA DI TERRENO NON CLASSIFICABILE NEI TIPI PRECEDENTI BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO COMPONENTE VERTICALE a/ag,max 3 Suolo classe A,B,C,D,E 2.5 ⎧S e (T ) = 0,9a g S (1 + (T TB )(η ⋅ 3 − 1)) 0 ≤ T < TB ⎪ TB ≤ T < TC ⎪S e (T ) = 0,9a g S ⋅η ⋅ 3 ⎨ TC ≤ T < TD ⎪S e (T ) = 0,9 g S ⋅η ⋅ 3 ⋅ (TC T ) ⎪S (T ) = 0,9a S ⋅η ⋅ 3 ⋅ (T T T 2 ) TD ≤ T g D C ⎩ e 2 1.5 ξ=5% 1 η = 10 (5 +ξ) 0.5 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 Suolo S TB TC TD A,B,C,D,E 1,0 0,05 0,15 1,0 T (sec) L’AZIONE SISMICA VERTICALE PUO’ ESSERE TRASCURATA PER TIPOLOGIE E LUCI ORDINARIE DEVE ESSERE PRESA IN CONTO PER LUCI >60m E QUANDO I SUOI EFFETTI SONO SIGNIFICATIVI BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile Eguaglianza degli spostamenti Eguaglianza dell’energia F F Fe Fe R R dex µ= dp dex BRUNO PALAZZO dp = de q= Fe =µ R D dex q= de dp D Fe = 2µ - 1 R Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile COMBINAZIONE DELL’AZIONE SISMICA CON LE ALTRE AZIONI - SLU γ I E + GK + PK γI Fattore d’importanza E Azione sismica per lo stato limite in esame GK PK Valore caratteristico carichi permanenti Valore caratteristico della precompressione, a cadute di carico avvenute Per la verifica della compatibilità degli spostamenti dell’opera con le dimensioni dei giunti e delle sedi di appoggio si dovrà considerare anche l’effetto delle variazioni termiche Combinazione Azioni nelle Tre direzioni EFFETTI VALUTATI SEPARATAMENTE E = E x2 + E y2 + E z2 BRUNO PALAZZO AZIONI AEx "+"0,30 AEy "+"0,30 AEz (PERMUTAZIONE INDICI) Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile INADEGUATA DUTTILITA’ SEZIONALE 8.4.2 Armature per la duttilità Cerniere plastiche alla base delle pile Northridge, 17 Gennaio 1994. Magnitudo 6.69 8.4.2BRUNO Armature di confinamento PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile INADEGUATO CONFINAMENTO Interstatale 10, Fairfax Avenue – Washington Boulevard, colonna della curva n°3. L’ARMATURA TRASVERSALE CONTRASTA L’INSTABILITA’ DELLE BARRE COMPRESSE E INTODUCE UNO STATO TRIASSIALE BENEFICO NEL CALCESTRUZZO Route 118, Bull Creek Canyon Channel Bridge. Northridge, 17 Gennaio 1994. Magnitudo 6.69 BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile MECCANISMI DUTTILI E FRAGILI Per garantire un meccanismo plastico flessionale duttile è essenziale che i modi di deformazione fragili (rottura per taglio) siano inibiti Formazione cerniere plastiche Rottura per taglio CHI-CHI Eq. Taiwan 1999 BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile ROTTURA FRAGILE PER TAGLIO Interstate-10/La CienegaVenice Blvd. Northridge, California Earthquake, Jan. 17, 1994 M=6.69 BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile Hanshin Expressway Kobe, Japan earthquake, Jan. 17, 1995 Magnitudo 6.69 BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile DETTAGLI COSTRUTTIVI: PREMATURA ERRATA INTERRUZIONE DELL’ARMATURA LONGITUDINALE Kobe. 17 Gennaio 1995. Magnitudo 6.69. Route 3 Hanshin Expressway BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile Hanshin Expressway Kobe, Japan earthquake, Jan. 17, 1995 Magnitudo 6.69 ANALISI DEL DANNO 12,30m 3,50m Momento Resistente Deficienza di resistenza φ3.30m Sollecitazione di calcolo BRUNO PALAZZO Sollecitazione massime Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile Cypress Viaduct, Interstate 880 Loma Prieta, California earthquake, Oct. 17, 1989 Mag. 7.04 BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile DETTAGLI COSTRUTTIVI : ROTTURA A TAGLIO DEL NODO azione sismica azione sismica accelerazione al suolo Cypress Viaduct, Interstatale 880. Loma Prieta, 17 Ottobre 1989. Magnitudo 7.04. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile Cypress Viaduct, Interstate 880 Loma Prieta, California earthquake, Oct. 17, 1989 Mag. 7.04 BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile INSUFFICIENTE LUNGHEZZA DI ANCORAGGIO SFILAMENTO DELL’ARMATURA DEL FUSTO DALLA FODAZIONE Golden State Freeway Interchange S. Fernando Eq. 1871 L’ANALISI DEL DANNEGGIAMENTO SISMICO HA EVIDENZIATO LA ASSOLUTA RILEVANZA DEI DETTAGLI COSTRUTTIVI GRAN PARTE DELLA NORMA E’ DEDICATA AI DETTAGLI COSTRUTTIVI ( PUNTO 8) BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile CRITERI DI PROGETTO NORME SISMICHE FORMAZIONE DI UN MECCANISMO DISSIPATIVO STABILE FLESSIONALE NEL QUALE LA DISSIPAZIONE SIA LIMITATA ALLE PILE FAVORENDO LA PLASTICIZZAZIONE DEL MAGGIOR NUMERO DI ESSE ED ESCLUDENDO MECCANISMI DI ROTTURA PER TAGLIO E’ RICHIESTO CHE L'IMPALCATO, GLI APPARECCHI DI APPOGGIO, LE STRUTTURE DI FONDAZIONE E LE SPALLE RESTINO IN CAMPO ELASTICO ADOTTANDO IL CRITERIO DI "GERARCHIA DELLE RESISTENZE” ESCLUSIONE DEI MECCANISMI DI ROTTURA PER TAGLIO ADOTTANDO IL CRITERIO DI "GERARCHIA DELLE RESISTENZE” LA CINEMATICA TRA LE PARTI DEVE ESSERE TALE DA LIMITARE GLI SPOSTAMENTI RELATIVI. IN OGNI CASO SI DEVONO ESCLUDERE MARTELLAMENTI E/O PERDITE DI APPOGGIO BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile NORME TECNICHE PER IL PROGETTO SISMICO DEI PONTI - ORD. 3274 ZONE DISSIPATIVE Elementi, parti o componenti strutturali che esibiscono meccanismi di collasso fragile – devono essere progettati per rimanere in campo elastico ZONE NON DISSIPATIVE Elementi, parti o componenti strutturali che possono esibire cicli isteretici ampi e stabili – progetto adeguato dei dettagli costruttivi BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile NORME TECNICHE PER IL PROGETTO SISMICO DEI PONTI - ORD. 3274 MECCANISMI DISSIPATIVI 1. Creazione di meccanismi dissipativi stabili nelle pile 2. Creazione di meccanismi dissipativi flessionali 3. Esclusione di meccanismi dissipativi a taglio 4. Esclusione di meccanismi dissipativi negli impalcati, negli appoggi, nelle spalle e nelle fondazioni 5. Esclusione di meccanismi di martellamento BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile NORME TECNICHE PER IL PROGETTO SISMICO DEI PONTI - ORD. 3274 CAPACITY DESIGN 1. Selezione delle zone dissipative 2. Le zone dissipative vanno progettate in considerazione delle caratteristiche di sollecitazione valutate per le azioni di progetto 3. Le zone non dissipative vanno progettate in considerazine delle massime caratteristiche di sollecitazione che le zone dissipative sono in grado di trasmettere BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile CRITERIO DI GERARCHIA DELLE RESISTENZE La nuova normativa prevede l’adozione dei concetti del “capacity design” o “gerarchia delle resistenze” (GR) introdotti dai Neozelandesi Park, Paulay, Priestley, Chapman etc. Gli elementi strutturali che devono mantenersi in regime lineare (appoggi, fondazioni, spalle) ed i meccanismi da inibire, vanno dimensionati per una resistenza superiore a quella corrispondente al meccanismo previsto / prescelto considerando un fattore di sovraresistenza: γ 0 M Rd ,i γ0 M Rd ,i Fattore di sovraresistenza: γ 0 = 0,7 + 0,2q ≥ 1 ! Momento resistente effettivo della cerniera plastica i-esima La formazione di un meccanismo plastico impedisce l’incremento di sollecitazione agendo come una sorta di soglia di isolamento dalla violenza dell’eccitazione sismica BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile CONCETTO DI OVERSTRENGTH R* : RESISTENZA DEI MECCANISMI DA INIBIRE R > γ 0 ⋅ Rd * Rd γ0Rd Distribuzione probabilistica delle resistenze BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile ESEMPIO DI APPLICAZIONE DELLA GERARCHIA DELLE RESISTENZE RESISTENZA TAGLIANTE DEL FUSTO VRd > 266.6 da “Seismic Design and Retrofit of Bridges” Priestley – Seible - Calvi BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile IL COMPORTAMENTO DUTTILE FATTORE DI STRUTTURA x T F x Fe Ee Fy µ=xp/xy Ee+Ep xy xe BRUNO PALAZZO xp x Duttilità Fe = q Fattore di struttura Fy Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile SPETTRO DI PROGETTO SLU 3 a/ag,max Suolo classe A ξ=5% 2.5 Fattore di struttura q” Spettro elastico Spettro di progetto Ponti con pile a comportamento flessionale (H/L ≥ 3,5) q = 3,5 2 Ponti con pile tozze (H/L ≤ 1) q = 1,0 1.5 Fattore di struttura 1 Valore di q per il calcolo delle spalle q = 1,0 q 0.5 T (sec) 0 0 1 2 3 4 5 Per 0,3<ηk = NEd /Acfck < 0,6: N.B. LO SPETTRO DI SPOSTAMENTO TENDE AL MAX SPOSTAMENTO AL SUOLO PER SISTEMI DI PERIODO ELEVATO BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile NORME TECNICHE PER IL PROGETTO SISMICO DEI PONTI - ORD. 3274 COEFFICIENTI DI STRUTTURA – PONTI REGOLARI - ponti con pile a comportamento flessionale (H/L 3,5) q = 3,5 - ponti con pile tozze (H/L 1) q = 1,0 - valore di q per il calcolo delle spalle q = 1,0 Valori di q>1 per sforzo normale µk = NEd /Acfck < 0,3 BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile NORME TECNICHE PER IL PROGETTO SISMICO DEI PONTI - ORD. 3274 COEFFICIENTI DI STRUTTURA – PONTI REGOLARI Valori di q per sforzo normale 0,3 < ηk < 0,6 ⎡ µk ⎤ q(µ k ) = q − ⎢ − 1⎥ (q − 1) ⎣ 0,3 ⎦ H/L BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile NORME TECNICHE PER IL PROGETTO SISMICO DEI PONTI - ORD. 3274 DEFINIZIONE PONTI REGOLARI Un ponte è regolare se i rapporti ri valutati per ogni pila: ri = M Ed ,i MEd,i Ed,i momento di calcolo alla base M Rd ,i MRd,i Rd,i momento resistente Se BRUNO PALAZZO ri ,max rj ,min <2 Regolare Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile NORME TECNICHE PER IL PROGETTO SISMICO DEI PONTI - ORD. 3274 RIDUZIONE DEI COEFFICIENTI DI STRUTTURA PER PONTI IRREGOLARI Nel caso di ponti irregolari il coefficiente di struttura si riduce: 2 qr = q ~ r con ri ,max ~ r= ri ,min Per ponti a tipologia diversa da quella a pile e travi, oppure per ponti a geometria irregolare si adotterà un fattore globale di riduzione q pari a 1. Valori maggiori di 1, e comunque non superiori a 3.5, potranno essere adottati solo se le richieste di duttilità vengono verificate mediante analisi dinamica non lineare. BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile Confinamento delle sezioni Metodologie di confinamento BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE • CON L’ORDINANZA N.3274 DEL PCM SONO STATE EMANATE PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA NUOVE NORME PER IL PROGETTO SISMICO DEI PONTI • IL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI HA APPROVATO RECENTEMENTE IN SEDE TECNICA (C.S.LL.PP) LE NORME TECNICHE SULLE COSTRUZIONI (Testo Unico) • LE FILOSOFIE DI PROGETTO, LE AZIONI, I PRINCIPI RISULTANO SOSTANZIALMENTE DIVERSI RISPETTO ALLE PRECEDENTI NORME RICHIEDENDO IL SODDISFACIMENTO DI PIU’ ARTICOLATI OBIETTIVI PRESTAZIONALI NELL’AMBITO DELLA FILOSOFIA DELLA SICUREZZA AGLI STATI LIMITE INTRODUCENDO NUOVE AZIONI (SCALZAMENTO, INTERAZIONE VENTO STRUTTURA, URTI, INCENDIO, ESPLOSIONI ETC) • IN PARTICOLARE SONO STATI INTRODOTTI CRITERI E METODOLOGIE DI PROGETTO PER CONTROLLARE IL COMPORTAMENTO POST ELASTICO ED IL DANNO, IN RELAZIONE ALLA DURATA DELLA VITA UTILE DELLA COSTRUZIONE CONSIDERANDO ESPLICITAMENTE LO STATO LIMITE DI FATICA E LE FASI TRANSITORIE • L’AZIONE SISMICA NON E’ PIU’ CONVENZIONALE MA REALISTICA E VA SCALATA IN RELAZIONE ALLA DUTTILITA’ DISPONIBILE ESCLUDENDO MECCANISMI FRAGILI COL CRITERIO DELLA GERARCHIA DELLE RESISTENZE • GRANDE RILIEVO VIENE DATO ALLA RISPOSTA DI SITO ED ALLA VALUTAZIONE DEGLI SPOSTAMENTI RELATIVI DELLE FONDAZIONI • PER LA PRIMA VOLTA SI FORNISCONO PRESCRIZIONI SUL PROGETTO DI PONTI DOTATI DI DISPOSITIVI DI ISOLAMENTO E DISSIPAZIONE • VIENE DATA FACOLTA’ DI UTILIZZARE NORME EUROPEE ED INTERNAZIONALI AVANZATE PURCHE’ IN LINEA CON I PRINCIPI DELLA NORMA BRUNO PALAZZO Università degli Studi di Salerno - Dipartimento Ingegneria Civile