(ei social) vietati ai minori di 16 anni

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(ei social) vietati ai minori di 16 anni
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Home ‐ Attualità ‐ Facebok (e i social) vietati ai minori di 16 anni
GIORNI MODERNI
Facebok (e i social) vietati ai
minori di 16 anni
Il Parlamento europeo ha appena approvato una legge che, se
entrerà in vigore, vieterà ai minori di 16 anni di iscriversi ai vari
social (Facebook, Instagram, Snatpchat, Whatsapp e perfino
Gmail). Ed è già polemica. Era necessario? E poi, perché 16 anni?
Gonzalo, ex senza tetto
che chiede aiuto per i
clochard
di Monica Triglia
Ma che meraviglia questo mondo
bestiale!
di Mara Minoia
di Silvia Calvi - 16 Dicembre 2015
La domanda del giorno
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Vietare gli spot tv dei
giochi d'azzardo
durante il giorno può
essere utile a ridurre
questa piaga?
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Tag: giovani, social network, genitori e figli
Fecondazione
assistita: da oggi
c’è una speranza
in più contro le
malattie rare
La notizia ha fatto il giro del mondo: l’Unione Europea
ha votato una legge (ma è solo il primo di quattro
passaggi, ora servono i pareri di altre tre commissioni:
diritti civili, giustizia e affari interni) per regolamentare
l’accesso dei giovanissimi ai vari social (Facebook,
Facciamo bene a
non partecipare
ai
bombardamenti
in Siria
Instagram, Snatpchat, Whatsapp e perfino Gmail, in
pratica: tutti quelli che richiedono una registrazione). I
28 Paesi dell’Unione Europea hanno deciso che, per
poter entrare in questi social, bisogna aver compiuto 16
anni. Chi vuole farlo prima, avrà bisogno
Decreto
Salvabanche: 4
domande per
capire cos'è
dell’autorizzazione di entrambi i genitori (o del tutore
legale). In attesa di capire come evolveranno le cose (al
momento la Ue ha lasciato facoltà ai singoli Stati
membri di decidere se adeguarsi o tenere la soglia dei 13
anni), ecco la fotografia della situazione.
Il 60% dei ragazzini è iscritto a un social network
Vedi tutti
Il 42% della popolazione mondiale (stiamo parlando di
più di 3 miliardi di persone) naviga regolarmente in
Internet. Percentuale che, se restiamo solo all’Italia,
sale al 62%. Tra i social, con 1,36 miliardi di utenti attivi,
Facebook resta saldamente in vetta (Instagram ha
Scopri le ricette con il
formaggio in collaborazione con
Exquisa
“solo” 50 milioni di utenti al mese). Ma, dagli ultimi
due anni, è sempre più incalzato dai servizi di Instant
Messaging come Whatsapp (600 milioni di utenti) e
Facebook Messenger (500 milioni). E un’indagine della
Scopri Vacanze ai Caraibi, il
nuovo film di Natale!
Swg rivela che il 60% dei ragazzini tra i 10 e i 13 anni è
iscritto ad almeno un social network (quindi, in buona
parte, ha mentito sull’età per potersi registrare) e chatta
per una media di un’ora e mezzo al giorno. Più nel
E se a Natale accendessimo un
desiderio?
dettaglio: l’11,8 per cento di tutti gli iscritti a Facebook
ha tra i 13 e i 18 anni (la parte del leone qui la fanno gli
utenti tra i 36 e i 45 anni).
Come funziona negli altri Paesi
Ma quali sono le regole dei vari Paesi? La stragrande
maggioranza segue le regole Usa dei 13 anni. Con
qualche eccezione. La Polonia, per esempio, è la più
severa: sotto i 18 anni non ci si può registrare sui social
senza il permesso di mamma e papà. Mentre in
Ungheria è già in vigore il tetto dei 16 anni. C’era
davvero bisogno di rivedere le regole?
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Misura eccessiva, ma almeno coinvolge i genitori
Lo chiediamo a Matteo Lancini, presidente
dell’Associazione il Minotauro, docente presso il
dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-
«Personalmente mi sembra una misura eccessiva, forse
sarebbe bastato alzare il limite di un solo anno. Ma la
cosa davvero più importante è che il governo europeo si
stia occupando di regolamentare l’uso della rete e lo
faccia coinvolgendo i genitori: saranno loro, di fronte
alle pressioni dei figli, a dover decidere se registrarli
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Codice abbonamento:
sostenere la crescita dei nativi digitali (Erickson 2015).
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Bicocca e autore del libro Adolescenti navigati. Come
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oppure aspettare che maturino ancora un po’. Tutte le
iniziative che stimolano una riflessione educativa non
possono che trovarmi d’accordo».
Più attenzione alla vita virtuale dei figli
Perché uno dei temi in gioco è proprio questo: «a fronte
di uno sviluppo sempre più precoce su tutti i fronti, con
mamma e papà che stimolano l’autonomia dei loro
bambini fin da quando sono piccoli, man mano che
crescono i genitori sembrano fare marcia indietro e
improvvisamente sono ossessionati dal controllo e dai
limiti. Salvo poi non saper gestire questo autoritarismo
dell’ultimo minuto» prosegue Lancini. «Quindi ben
venga la nuova legge, non come alibi per vietare ai
ragazzi i social tout court, cosa che darebbe loro solo il
fascino del proibito, ma come occasione per riflettere
seriamente sulla direzione da prendere come educatori
».
Insomma, in attesa di sapere come evolveranno le cose,
dovremmo tutti iniziare ad avere più attenzione alla vita
virtuale dei nostri figli. Anche perché, alla fine, siamo
noi –come faremo anche questo Natale, secondo i trend
dei regali 2015- a regalare loro la tecnologia. «E
facciamo bene. Solo, sarebbe ora che cominciassimo
anche a parlarne» conclude l’esperto.
Addio social, siamo ventenni
Non usano Facebook né Twitter. Non amano parlare di
sé al mondo, però fanno gruppo con chi ha i loro stessi
interessi. Ecco i giovani di oggi. Che hanno una parola
d’ordine: concretezza
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