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8 12 Arianna Bianchi 1^C tradafacendo Periodico dell’Istituto Comprensivo “Célestin Freinet” Consultabile sul sito: www.icpergine2.it Direttore responsabile: Antonio Di Seclì Redattore capo: Bernardo Barra La posta va spedita a: Scuola Scondaria di 1° grado “Tullio Garbari” Redazione “Stradafacendo” Via Amstetten, 4 38057 Pergine Valsugana oppure all’indirizzo e-mail: [email protected] Periodico di informazione e confronto dell’Istituto Comprensivo “Célestin Freinet” 38057 Pergine Valsugana (TN) – Via Amstetten n°4 – tel. 0461512312 – fax 0461530043 Il Giugno 2014 Sommario Progetto Scuola - Fer… pag.1,9 Diversyty4Kids pag.1,3 Viaggio d’istruzione…. pag.1,7 I giochi della Gioventù pag.1.4 Uscita a Ferrara in bici pag.2 Bacheca appuntamenti pag.2 Concerto di Percussioni pag.2 Competizione a premi…. pag.3 Tre piccoli viaggi - 1^F pag.4 Una nuova esperienza:… pag.5 Hu Kazama e la…. pag.5,6 AIDA Amore è coraggio… pag.6 Giornata dello Sport …. pag.7 Non riesco a stare… pag.8,9 Il gigante e il drago pag.10 I nonni raccontano la… pag.10 Docenti tedeschi a… pag.11 Un poster per la pace…. pag.11 Il Fiore della Felicità pag.12 giorno martedì 8 aprile io e la mia classe ci siamo recati a Trento per visitare gli impianti della ferrovia. Assieme a noi erano presenti il signor Renato Nisco, Presidente del Dopolavoro Ferroviario di Trento, e le maestre Mariangela, Renata ed Eva. Siamo partiti dalla stazione di Pergine con l’autobus; una volta arrivati a Trento siamo entrati nella stazione per raggiungere il binario 1. Lì ci aspettava un Minuetto, riservato completamente a noi! Una volta saliti sul treno, il macchinista ha eseguito una manovra per condurci alle officine ormai non più utilizzate. Qui abbiamo visto una pedana girevole che serviva un tempo per indirizzare la locomotiva dentro l’officina. N Diversyty4Kids el mese di novembre la nostra classe, 2^A, ha partecipato ad un progetto intitolato “Diversyty4Kids”, proposto dall’Accademia europea di Bolzano. L’esperta Francesca Braito è venuta nella nostra classe e ci ha presentato questo progetto europeo, finalizzato a far riflettere noi ragazzi sul tema della diversità. Ci ha poi proposto un’attività che consisteva nel chiudere gli occhi e concentrarsi, per pensare, in modo guidato, alla nostra casa e Continua a pag. 3 PROGETTO SCUOLA - FERROVIA VIAGGIO D'ISTRUZIONE A ROMA Gi ovedì 27 marzo siamo partiti per andare a Roma accompagnati dalle professoresse Carta, Drezza e Eccel. Ci siamo trovati alle ore 7:00 del mattino alla Stazione di Trento e siamo partiti con la Freccia Argento. Il viaggio in treno è s t a t o abbastanza divert e n t e anche se è stat o lungo. G i à d o p o mezz'or a Omaima si è f a t t a sequestrare il cellulare perché si s t a v a facendo foto e quindi non ha più potuto usarlo per tutta la gita. Siamo arrivati alla stazione di Roma Termini alle ore 11:00 e abbiamo camminato Continua a pag. 7 quaranta minuti per raggiun- O gni anno a maggio si disputano al Campo C.O.N.I. dei giochi, organizzati dai due Istituti di Pergine. Quest’anno, per le classi quinte, il giorno dei giochi è stato lunedì 5 maggio. Questi giochi hanno sei specialità: corsa di resistenza, corsa di velocità, vortex, salto in lungo, salto in alto e staffetta. Le specialità sono differenziate per maschi e femmine. In classe, prima dei giochi, abbiamo avuto una discussione dove l’insegnante ci chiedeva la nostra opinione sui giochi. Più della metà della classe era favorevole, qualcuno era contrario e certi hanno messo in evidenza sia gli aspetti positivi che quelli negativi dell’esperienza. Io e miei compagni, Mirko e Francesca, abbiamo affermato che l’importante è partecipare al di là del risultato. Riccardo invece è intervenuto dicendo che è contrario perché non gli piace perdere. Simone, Continua a pag. 4 C ’era una volta, un paese felice nell’Italia meridionale; qui viveva un ragazzo con la sua famiglia. Il padre del ragazzo, era malato, aveva male in tutto il corpo e da un giorno all’altro poteva morire e per questo motivo Teone, il figlio decide di restare accanto al padre negli ultimi giorni di vita che gli restavano. Teone aveva un sogno: voleva viaggiare e visitare tutto il mondo, ma lui e la sua famiglia erano poveri e capì che non poteva per il momento realizzare il suo sogno. In quel paese vivevano molte famiglie, con molti bambini che giocavano e rallegravano il posto. Qui il sole splendeva quasi sempre, per questo motivo i giardini erano sempre colmi di piante e fiori bellissimi. Un giorno Teone stava andando nel bosco a raccogliere dei frutti da mangiare, quando all’improvviso vide spuntare dal terreno un fiore così bello e lucente che decise di raccoglierlo e di portarlo a suo padre. Il fiore raccolto da Teone non era un fiore qualunque, ma era il “Fiore della Felicità” ed era rarissimo, aveva il potere di donare la felicità per tutta la vita… Ma Teone non sapeva del potere di quel fiore appena raccolto… Mentre camminava, incontrò una vecchietta che raccoglieva dei fiori, vedendo il fiore che aveva in mano il ragazzo, che lei cercava da tutta la vita, chiese a Teone di entrare a casa sua per scambiare o rubare quel fiore che da molto tempo cercava. Il ragazzo entrò nella casa della vecchietta, ma la trovò inquietante; le sue pareti erano scure, i mobili erano vecchi e c’erano dappertutto ragnatele. La vecchietta era molto brutta, gli offrì dell’acqua e cercò in tutti i modi di sapere dove aveva raccolto quel fiore, gli offrì anche del denaro per quel fiore, ma Teone ci pensò un attimo e decise di portarlo al padre malato. Arrivò a casa nel tardo pomeriggio, perché la vecchietta non lo lasciava andar via, ma lui riuscì ugualmente a scappare da quella casetta mentre la vecchina gli preparava qualcosa da mangiare. Appena il padre vide il fiore, lo guardò felice per tutta la serata. Il giorno dopo, il padre di Teone non aveva più male da nessuna parte del corpo… Era guarito!!! La madre aprì il cassetto dove custodivano i loro pochi risparmi…. Era pieno di soldi e gioielli, mentre il frigorifero che era sempre vuoto, ora era pieno di cibi Continua a pag. 9 Il Fiore della Felicità buonissimi... Teone allora decise di cercare sul libro dei fiori il nome di quel fiore tanto “miracoloso”, dopo tanto cercare, lo trovò e non riusciva a crederci, era proprio il FIORE della FELICITA’ per tutta la vita. Teone, si rese conto che la sua famiglia ora stava bene, decise che era giunto il momento di realizzare il suo sogno di viaggiare per il mondo, prese dei soldi dal cassetto dei risparmi di famiglia e partì. La prima tappa fu l’Inghilterra, li Teone incontrò la ragazza più bella che avesse mai incontrato: Marta, una ragazza italiana, in viaggio anche lei, lui si innamorò subito di lei e le chiese di sposarlo, Marta accettò e tornarono subito in Italia per sposarsi. Il matrimonio avvenne nel paese di Teone, al matrimonio furono invitati tutti gli abitanti del paese e tutti furono felici…. Tutti proprio no!!! La vecchietta morì lo stesso giorno delle nozze di Teone & Marta. 11 2 USCITA A FERRARA IN BICI 9 maggio 2014 -- 2^A - 2^B - 2^E La cattedrale di Ferrara L a cattedrale di San Giorgio Martire è il principale luogo di culto cattolico di Ferrara. Si trova al centro della città, di fianco alla Piazza delle Erbe, poco lontano dal Castello Estense. È collegata al Palazzo Arcivescovile attraverso una volta coperta. La cattedrale oggi non è più la sede parrocchiale ma lì si celebrano le cerimonie più importanti. Fu costruita a partire dal XII secolo, con l'aiuto di Guglielmo degli Adelardi, quando la città si stava allargando sulla riva sinistra del Po e di conseguenza il centro della città si spostava verso Nord. La cattedrale fu dedicata a San Giorgio, come si legge nell'atrio della chiesa. Tra il 1451 e il 1493 venne costruito il campanile su progetto di Leon Battista Alberti…. Per maggiori informazioni su Ferrara e sull’itinerario, si può consultare il blog creato dagli alunni della 2^B con l’aiuto della prof.ssa Casamassima. Bacheca degli appuntamenti LE LEZIONI TERMINANO MERCOLEDI’ 11 GIUGNO 2014 BUONE VACANZE A TUTTI CI VEDIAMO MERCOLEDI’ 10 SETTEMBRE 2014 Concerto di percussioni Gi ovedì 3 aprile la scuola media “Tullio Garbari” si è recata al Teatro comunale di Pergine Valsugana (TN), per assistere al concerto di percussioni eseguito dal famoso percussionista Andrea Dulbecco e il gruppo dei “Double Mallets Trio”. All’inizio del concerto i percussionisti hanno suonato sui cosiddetti “bidoni”, cioè dei tamburi ricavati da bidoni di metallo che normalmente vengono utilizzati per contenere olio per motori o gasolio. In seguito i percussionisti hanno suonato dei brani con il vibrafono e il metallofono. Dopo alcuni brani, uno dei percussionisti ci ha fatto fare un gioco musicale, ha diviso il teatro in due parti: metà suonava con le mani e l’altra metà con i piedi. Successivamente i percussionisti hanno suonato un ritmo con la batteria e la grancassa. A conclusione del concerto i musicisti ci hanno annunciato che la sera ci sarebbe stata un’altra esibizione con l’aggiunta di altri brani musicali. A noi sono piaciuti in particolare i “BIDONI”. Denis, Mirco, Marianna e Giulia – 1^E Double Mallets Trio Alessandro Bianchini, Roberto Pangrazzi e Daniele Palma, ovvero il Double Mallets Trio, propongono assieme ad Andrea Dulbecco, musicista diviso fra composizione contemporanea e jazz, originali arrangiamenti di Piazzolla e di altri compositori. Il vibrafono solista ricopre un ruolo di primo piano, attorniato da percussioni di svariata foggia. E a un certo punto del concerto, il quartetto mette da parte i consueti strumenti per percuotere bidoni di latta e lasciarsi andare a una sorta di rituale dal forte impatto acustico. come seguire gli alunni in difficoltà Docenti tedeschi a lezione nella scuola media di Pergine PERGINE. Una delegazione di docenti tedeschi della “mittelschule” guidata dal dirigente scolastico, provenienti dalla città di Soest, 48.000 abitanti nel Nordrhein Westfalen a quasi 900 chilometri di distanza da Trento, ha fatto visita ieri alla scuola media Tullio Garbari, incontrandosi con il dirigente dottor Gianfranco Pedrinolli. «Scopo di questa visita – ha ricordato il dirigente - era principalmente per gli ospiti quello di vedere e capire come nella scuola media di Pergine vengono inseriti e poi seguiti gli alunni che sono in difficoltà nel curricolo scolastico». Dopo il benvenuto e le presentazioni di rito, il dottor Pedrinolli, accompagnato nella circostanza dai componenti dello staff di dirigenza composto da Carla Eccher, Maria Grazia Corradi, Ivan Bernardi e Pietro Mandia, ha spiegato le iniziative intraprese e il sostegno dato a questi alunni, rispondendo agli interrogativi e alle richieste dei docenti ospiti. Di seguito l’attenzione è stata rivolta al settore laboratori della scuola, cominciando da quello della legatoria, per passare poi alla falegnameria e alle costruzioni manuali con materiali di recupero, concludendo infine in quello del cucito e della cucina; qui agli ospiti è stato servito un rinfresco. Il dirigente delle “Tullio Garbari” ha valutato assai interessante la visita, lo scambio di informazioni e opinioni, e il confronto intervenuto sulla didattica applicata nelle scuole delle due città, ora legate da vincoli professionali e di amicizia. La delegazione di insegnanti del Nordrhein Westfalen ha ringraziato per l’attenta accoglienza ed ha poi proseguito il viaggio di studio fermandosi a Trento per visitare poi una scuola media a Gardolo. (f.v.) Dal TRENTINO di venerdì 18 aprile 2014 Il poster per la pace di Maria premiato dal Lions Club PERGINE. Prestigioso 3° premio per Maria Elisabetta Gretter, alunna della III B delle medie Tullio Garbari, che ha partecipato con un disegno al 26° concorso internazionale “Un poster per la pace – Il nostro presente e il nostro futuro”, bandito dal Lions Club Italiano, distretto nordest. Un diploma personale con targa, un orologio e dei libri, un diploma alla classe che ha partecipato con altri alunni al concorso oltre ad un premio di 400 euro, costituiscono il riconoscimento all’allieva per il disegno eseguito, ma anche alla classe e al professor Giuseppe Berlanda. Con il premio la III B ha effettuato una gita culturale a Venezia visitando la città e in particolare la mostra Guggenheim Collection. Il premio è stato consegnato a Maria Elisabetta Gretter, accompagnata dai genitori e dal dirigente Gianfranco Pedrinolli nel corso delle premiazioni svoltesi presso l’istituto Andrea Palladio di Treviso. Grande la soddisfazione dell’allieva, ma anche del suo insegnante, che sottolinea le qualità pittoriche della ragazza, assieme all’impegno di altri alunni della classe che si sono impegnati nel concorso. Il disegno premiato raffigura due aspetti di un ambiente: a sinistra condomini con i camini fumanti, rifiuti sulla strada colline con alberi spogli, nella parte destra, di là di un ruscello prati verdi e alberi in fiore; nel mezzo una persona che sta facendo rotolare il Mondo verso un ambiente migliore. In merito a questo suo disegno, che rappresenta l’idea che la giovane artista ha su come dovrebbe essere il futuro di pace nell’ambiente, Maria Elisabetta spiega: «Ho voluto illustrare in un unico quadro la situazione del nostro ambiente, come lo si vede spesso oggi, assieme al nostro impegno e quello di tutti per cambiarlo, renderlo più bello e più salubre, un desiderio di trasformazione rappresentato nella persona che sta facendo rotolare la nostra Terra verso un futuro generale migliore». (f.v.) Dal TRENTINO di mercoledì 16 aprile 2014 10 3 Il gigante e il drago In ghilterra, 1492. Fu intorno alla fine del XV secolo che un Drago Occidentalis Magnus ingaggiò un lungo combattimento contro un Gigantes Giganticus, detto il vecchio Raddbuch di Nottingham. Il drago, il cui nome era Swong, gli dichiarò guerra, perché aveva stretto un patto con il gigante, ma e poi quest’ultimo non aveva rispettato il patto. In realtà, ambedue le creature erano state ingannate da un viscido Goblin, che rispondeva al nome di Gulluz l’inaffidabile, che, fingendosi il “segretario” del gigante, all’insaputa di quest’ultimo, promise un grande scrigno pieno zeppo di gemme preziose al drago in cambio di un “piccolo lavoretto”. Swong accettò ed eseguì il lavoro assegnato ma, una volta finito, al momento di riscuotere la ricompensa, il Goblin sparì e nessuno lo rivide mai più, guadagnando così un favore gratis dal drago, che, sempre credendolo il segretario del gigante, si arrabbiò tantissimo con il gigante. Il drago decise di vendicarsi e attaccava senza farsi vedere e scoprire, tanto che il giorno che incendiò la casa di Raddbuch, il gigante se ne accorse solo quando i vecchi vestiti che indossava iniziarono a prendere fuoco e a bruciare. Ecco il resoconto di Richard Robert di Leicester, un povero pastore che assistette in prima persona ad uno scontro tra i due colossi: “Aprile 1493; sto guardando impotente due mastodontiche creature; quella che vola grazie alle possenti ali e sputa enormi fiammate dalla bocca, credo sia un drago, mentre quella che si erge torreggiante e massiccia con braccia ciclopiche che reggono ben salde titaniche armi, suppongo sia un gigante, ma non ne sono certo. Sta di fatto che fino a quando uno dei due non cede, o si allontana almeno di due miglia, dove nessuno delle due creature possa vedermi o sentire il mio odore, non azzarderò un passo, a costo di aspettare giorni interi”. Ebbene, Richard Rodert morì d’infarto tre giorni dopo aver assistito al combattimento, lasciando alla moglie Rose cinque figli da mantenere. Pare che Raddbuch poco dopo si trasferì in un territorio isolato nel nord-ovest, dove trovò pace per qualche mese, prima che Swong lo scovasse. In realtà, il gigante era molto più grande del drago e possedeva tutte le qualità e le virtù per sconfiggerlo, tuttavia si manteneva sempre sulla difensiva, per paura di essere visto dagli umani, da cui non era molto apprezzato. Gli scontri tra i due continuarono in altri luoghi, ma questa è un’altra storia… Matteo Carta 1^D dal TRENTINO di venerdì 28 marzo 2014 Diversyty4Kids (continua dalla prima) a noi quando bianca e indossavano abiti corti. Ma presto iniziò ad eravamo piccoli. annoiarsi, perché tutti credevano in Dio, mentre lui In seguito a questa attività abbiamo scritto su un era ateo. foglio ciò che avevamo visualizzato nella nostra Entrò allora in un palazzo in cui abitavano persone mente. Chi ha voluto ha letto cosa aveva scritto e di pelle bianca, con i capelli corti, che portavano gli altri hanno ascoltato e immaginato com’era la vestiti corti ed erano anche atei. Ma anche qui non casa descritta. era felice, perché tutti mangiavano riso una volta al Infine Francesca ci ha letto una storia che si intito- giorno, mentre lui era abituato a mangiare carne due lava “Un bel posto in cui vivere”, che ci ha fatto ri- volte al giorno. flettere sul fatto che la diversità è una cosa naturale Infine trovò una piccola porta con la seguente scrite non deve portarci a isolarci o a isolare gli altri. ta: “Ammesse solo persone di pelle bianca, con i Alla fine dell’attività ci ha fatto passare un foglio nel capelli corti e gli abiti corti, che mangiano carne due quale abbiamo scritto se questa esperienza ci è volte al giorno”. piaciuta e se abbiamo conosciuto cose nuove sui nostri compagni. A tutti noi l’attività è piaciuta parecchio! Daniele, Andrea, Amine 2^A - Garbari Ecco il racconto che ci ha letto Francesca ’era una volta un uomo con i capelli corti che non era felice, perché viveva con persone che avevano i capelli lunghi. Decise allora di andare in un posto in cui poter essere felice e dopo un lungo viaggio, trovò una città in cui tutti gli abitanti avevano i capelli cortissimi. Ben presto, tuttavia, si rese conto che anche lì non poteva essere felice, perché tutti gli uomini avevano la pelle scura, mentre lui era bianco. Lasciò la città e scoprì un paesino in cui gli uomini avevano la pelle bianca e i capelli corti. Ma anche qui non riusciva ad essere felice, perché tutti gli abitanti indossavano abiti lunghi, lui invece no. Finalmente trovò un quartiere della città in cui tutti gli abitanti avevano i capelli corti, erano di pelle C Competizione a premi su Skellig I uovo di Pasqua. La 2^B, invece, è stata premiata con un uovo di Pasqua di media grandezza, mentre la 2^E ha ricevuto come premio di consolazione una confezione di cioccolatini. Al pubblico sono state invece distribuite delle caramelle gommose. E' stata una gara davvero entusiasmante e soprattutto ci siamo divertiti tutti un mondo, professoresse comprese! '11 aprile 2014, quattro valorosi membri delle classi 2^B, 2^D e 2^E, disposti a sacrificare qualsiasi cosa pur di vincere il misterioso premio in palio, si sono sfidati a colpi di quiz a sorpresa che riguardavano Skellig, il libro letto da ognuna delle classi partecipanti. La fantomatica gara del secolo è iniziata con la lettura di alcuni brani del libro da parte di cinque vo- Eugenio Crepaldi 2^B lontari che si erano precedentemente offerti. Gli esponenti di ogni classe dovevano lavorare in coppia per cercare di risolvere i quiz. Poi la prof.ssa Casamassima ha aperto i giochi con una gara a tempo che consisteva nel trovare il prima possibile un brano nel libro. Il secondo gioco consisteva invece nel completare un brano tratto da Skellig prima che la parola -chiave venisse trovata dagli avversari. C'erano giochi in cui si doveva scrivere, il più dettagliatamente e velocemente possibile, una descrizione - tratta sempre dal libro – entro un tempo dato. Alla fine, per pochi punti di differenza, la competizione è stata vinta dalla 2^D, che ha ricevuto in premio un grande 4 9 to, perché ci siamo trovati nella stessa situazione di un ragazzo straniero appena primo viaggio che la nostra classe ha trasferito nella scuola di un altro paese. fatto è stato quando è venuta a trovarci una professoressa che ha cominciato a parlare …. D’ora in poi apprezzeremo di più gli in spagnolo e solo una nostra compagna di sforzi dei nostri compagni extracomunitari e classe, che è cubana, capiva tutto. Io ho cercheremo di aiutarli il più possibile con la provato agitazione e stupore nostra amicizia e i nostri consigli. perché non capivo niente ….. Il terzo viaggio è stato in Russia … …. Abbiamo capito quanto è … ci ha letto una fiaba russa ma in italiano… diverso l’italiano dallo …e questa favola russa è bella come una spagnolo: io pensavo che favola italiana e quasi come una favola queste due lingue fossero francese e una cubana… perché nel mondo molto simili … ci sono favole che si assomigliano…. Tre piccoli viaggi - classe I^F Il … ma tra italiani e spagnoli possono crearsi delle incomprensioni perché alcune parole di una lingua somigliano a quelle dell’altra ma poi scopri che hanno un significato diverso! E per concludere Mi è piaciuta molto l’idea delle mini – lezioni…. Perché ci fanno capire come si sentono le persone …. Il secondo viaggio è stato in Cina … Il cinese all’inizio sembrava difficile ma poi Zusel ha cominciato a capire qualcosa e così ci ha aiutati a vedere che non era così complicato… …. Arrivati a metà lezione abbiamo iniziato tutti a capire qualcosa… …abbiamo imparato a scrivere i numeri e a fare la divisione “in cinese”… …lo zero è un concetto e non è un numero… ….ci hanno fatto pensare molI giochi della Gioventù (continua dalla prima) Silvia e Jia Min hanno osservato che è bello partecipare ai giochi perché sono l’occasione per fare un’esperienza nuova. Duca ha detto che è bello fare i giochi perché corre veloce. Giorgia ha messo in evidenza il disagio da lei provato per il fatto che chi perde viene preso in giro. Marina ha affermato che la condivisione con la classe è importante ma è contraria perché non ottiene i risultati che vuole. Davide Facchinelli prima dei giochi era contrario, dopo i giochi ha cambiato parere evidenziando che, a volte, fai meglio di quello che ti aspetti. Davide Lelli e Leonardo Bertoldi hanno dichiarato che l’importante è stare in compagnia, Arianna invece ha posto l’attenzione sulla condivisione della gara. Leonardo Beber e Anna ritengono che fare sport sia divertente e importante. Anche Luca era d’accordo e ha aggiunto che ai giochi puoi sfidare alunni delle altre scuole. Gabriele infine si è espresso a favore dei giochi perché pensava di vincere. L’esperienza di quest’anno per me è stata la più positiva perché ho scelto vortex e ho superato le mie aspettative. Gianni Biasi della classe V A della Scuola Primaria “Rodari” Non riesco a stare attento in classe (continua dall’ottava) S u a mamma era molto fiera di lui e così gli diede una bella sberla. Scherzone!!! ... gli regalò un cellulare di ultima generazione. Versione negativa Un ragazzo di nome Japato Adloni, un africano appena arrivato in Italia a Montepulciano in Toscana, iniziò a frequentare la scuola secondaria di primo grado e il dirigente scolastico lo accolse come se fosse un lingotto d’oro. Aveva 13 anni e avrebbe frequentato la terza media, era alto come un tronco di un albero e magro come una formica, le braccia sembravano dei rami. L’unica cosa normale che lo caratterizzava erano gli occhi color azzurro cielo senza una nuvola. Il suo carattere era aperto come un albero squarciato e socializzava molto facilmente. A volte però esagerava, infatti il suo problema era che non riusciva a stare attento e serio in classe. Era l’ora di inglese, la prof. era molto severa. Mentre la prof spiegava un nuovo argomento lui stupidamente iniziò a fare una costruzione con il preziosissimo materiale della scuola. L’ora proseguiva e lui continuava nella sua disperata costruzione. La prof si fermò e urlò così forte:” portami il libretto Japato!” che il suo urlo si sentì fino alla classe 2^E che si trovava dall’altra parte della scuola. La prof. gli scrisse la seguente nota:” Japato Adloni nel corso della lezione, mentre io la sottoscritta prof. Bella, affascinante e attraente spiegavo il nuovo argomento suo figlio tentava di costruire una torre con il prezioso materiale scolastico. Cordiali saluti dalla sottoscritta prof. bella, affascinante e carina prof. di inglese. Tornato a casa la mamma dopo una risata per la nota assai buffa fece la sua parte cacciandoli un urlo e gli disse che non doveva prendere nessuna nota fino alla fine dell’anno scolastico. Giovedì. Ora di inglese, la prof. approfondiva l’argomento precedente del Present Continuous ma Japato con ancora più entusiasmo ricominciò un’altra costruzione ma un suo amico se ne accorse e istintivamente gli disse:” Sa fat? Set mona, vot ciapar n’altra nota?” Lui lo ignorò e continuò con la sua fantastica costruzione fino a che la prof. ormai stanca di lui e del suo comportamento gli diede una seconda nota. Tornato a casa, decise di non dire niente a sua madre, ma dopo qualche giorno la prof. chiese cortesemente il libretto a Japato, ma lui le rispose che aveva dimenticato il libretto a casa e che la mamma aveva visto la nota. Per tutta risposta la prof telefonò a casa, la mamma ricevuta la notizia, decise di: Toglierli il cellulare, toglierli la tv, non lasciarlo andare a giocare, togliergli la play, toglierli la wii … e tante altre ….. Finì cosi l’anno scolastico con questo brutto avvenimento... una materia insufficiente in più sulla scheda e con il rischio di essere bocciato!! Una volta conclusa la visita abbiamo fatto una pausa per la merenda. Terminata la pausa siamo andati a visitare la cabina di comando del treno FLIRT cioè l’ETR 180, acquistato e messo in servizio dalla provincia di Bolzano. Subito dopo ci siamo divisi in due gruppi: io e il mio gruppo siamo andati ad osservare il plastico motorizzato del quale due modellisti ci hanno raccontato la storia. Alla fine abbiamo visitato la sala di comando della linea Trento - Marilleva e poi siamo ritornati a scuola con il treno delle 11.30. È stata un’esperienza interessante ed unica!! Leonardo Bertoldi Progetto Scuola - Ferrovia (continua dalla prima) 8 5 Non riesco a stare attento in classe Japato Adloni e la sua sfida di: Jakupi Admir, Tomelin Nicola, Parisi Lorenzo, classe 2^E U Versione positiva n ragazzo di nome Japato Adloni, un africano appena arrivato in Italia, a Montepulciano in Toscana, iniziò a frequentare la scuola secondaria di primo grado e il dirigente scolastico lo accolse come se fosse un lingotto d’oro. Aveva 13 anni e avrebbe frequentato la terza media. Era alto come il tronco di un albero, magro come una formica, le braccia sembravano dei rami e l’unica cosa normale che lo caratterizzava erano gli occhi color azzurro come il cielo senza una nuvola. Il suo carattere era aperto come un albero squarciato e socializzava molto facilmente. A volte però esagerava in questa sua apertura: il suo problema era infatti che non riusciva a stare attento e serio in classe perché durante le lezioni chiacchierava troppo. Se nessuno lo ascoltava, addirittura parlava con se stesso. Una cosa di cui era pazzo e da cui non sarebbe mai riuscito a separarsi era la sua “Play”. Era l’ora di inglese. La prof. era molto severa ma anche molto carina e lui voleva fare colpo in un modo o nell’’altro. Mentre lei spiegava un nuovo argomento lui iniziò a recitarle una poesia romantica. Lui sperava che lei si complimentasse per la sua fantasia e che si innamorasse di lei all’istante. L’ora proseguiva e lui continuava nella sua disperata impresa. La prof. si fermò e invece di congratularsi con lui, gli lanciò uno sguardo tenebroso fissando i suoi occhi azzurro cielo. Avrebbe dovuto capire che era ora di smetterla. Ma lui stupidamente non capì. Iniziò così a fare una costruzione con il preziosissimo materiale della scuola. L’ora proseguiva e lui continuava nella sua complessa costruzione. La prof si fermò. Gli lanciò uno sguardo infuocato e poi urlò: ” portami il libretto Japato!” tanto forte che il suo urlo si sentì fino alla classe 2^E che si trovava dall’altra parte della scuola. Japato spaventato, immediatamente nascose la sua costruzione facendola cadere, ma ormai la prof. era colma di rabbia fino al collo. E pensare che il preside l’aveva accolto come un lingotto d’oro, perché era noto per la sua memoria formidabile. Aveva già pensato di iscriverlo alla famosa “Gara nazionale della supermemoria” che avrebbe dato notorietà alla scuola. La prof. gli scrisse la seguente nota:” Japato Adloni nel corso della lezione, mentre io la sottoscritta prof. Bella, affascinante, attraente spiegavo il nuovo argomento, tentava di costruire una torre o qualcosa del genere con il prezioso materiale scolastico. Cordiali saluti dalla sottoscritta prof. Bella, affascinante e carina insegnante di inglese.” Tornato a casa, la mamma, dopo una risata per la nota assai buffa, fece la sua parte cacciandogli un urlo e dandogli un castigo molto difficile per lui; da quel giorno non avrebbe potuto più utilizzare: Il telefono, il Ds, il computer e infine una cosa che Japato non avrebbe mai voluto sentire, la PLAY!!! Japato andò in crisi. Doveva assolutamente tirare fuori tutte le sue abilità. Intelligenza. Furbizia. Attenzione. Giovedì... Ora di inglese, la prof. approfondiva l’argomento precedente del “Present Continuous” ma Japato con ancora più entusiasmo ricominciò a recitare un’altra delle sue poesie imbarazzanti. Per fortuna un suo amico se ne accorse e istintivamente gli disse:” Sa fat? Set m***, vot ciapar n’altra nota? Stai in silenzio!” Per fortuna che la prof. non si accorse di quello che era appena accaduto. Japato rifletté sulle parole del suo amico Adalciso Brunello, detto il malgaro della classe e giunse alla conclusione che doveva cambiare strategia. Cominciò a seguire attentamente le lezioni di inglese. La prof. era molto contenta del suo comportamento e alla fine della scuola si congratulò con lui. 11 giugno. Inizio estate. Fine scuola. Balla! Inizio esami! Dopo aver vinto questa dura sfida era arrivata l’ora della cosa più complicata. GLI ESAMI. Si mise a studiare per due settimane intere. La fatica che aveva fatto produsse i suoi frutti, infatti riuscì a passare con un bell'8. Continua a pag. 9 Una nuova esperienza: la creta N el mese di aprile, durante le ore di Arte e Immagine, abbiamo svolto un’attività sulla ceramica con l’esperta, Ilaria Demozzi, che ci ha insegnato a creare ciotole, vasi o qualsivoglia altro oggetto con la creta e poi a decorarli e colorarli con smalti appositi. Nel primo incontro Ilaria ci ha spiegato che l’argilla con cui avremmo lavorato si chiamava chamotte, una creta cotta e macinata che è mescolata all’argilla in modo da darle più consistenza e la tecnica che avremmo utilizzato si chiamava colombino. Abbiamo iniziato facendo una pallina di creta che abbiamo schiacciato e utilizzato come base, con l’altra creta, facendola rotolare sul tavolo, formavamo dei serpentelli: i colombini. Sulla base abbiamo messo la barbottina, una preparazione con aceto, acqua e creta, fatto dei taglietti con il coltello e applicato il primo colombino. Sul primo colombino, abbiamo sovrapposto un secondo ed altri ancora alternandoli con la barbottina fino a raggiungere l’altezza che volevamo. Con una stecca di legno abbiamo poi unito i colombini e rifinito il lavoro. Abbiamo lasciato asciugare il lavoro finché raggiunta la durezza cuoio, è stato cotto nel forno per la ceramica a 900 -1000°. Nel secondo incontro abbiamo imparato ad utilizzare la tecnica a sfoglia o a lastra: abbiamo modellato una sfoglia di creta con un matterello e due spessori di legno e con questa abbiamo rivestito una ciotola o un barattolo. Sulla ciotola o sul barattolo avevamo prima messo della pellicola da cucina per non far attaccare la creta. Per lisciare la creta abbiamo usato spugne, stecche e spatole. Nel terzo e quarto incontro potevamo unire le due tecniche: abbiamo rivestito una ciotola e poi ognuno di noi ha lavorato come voleva…..” io ho fatto un co- perchio con la tecnica del colombino e poi la prof. Catellani mi ha modellato un uccellino come manico che ho attaccato con la barbottina.”….” io non ho utilizzato il colombino per finire la mia ciotola, ma per decoro ho tagliato la creta sul bordo come i merli della torre di un castello.” Nel quinto incontro abbiamo scelto il lavoro che più ci piaceva tra quelli che erano stati cotti e l’abbiamo colorato con gli smalti. Ilaria ci ha spiegato che esistono quattro tecniche per colorare: a spruzzo, per immersione, per colate e a pennello, dopo la colorazione è necessaria un’altra cottura. Prima di colorare bisogna anche preparare la superficie che deve essere levigata (con la carta vetro) e bagnata per togliere i residui di polvere. Abbiamo scelto due colori che stavano bene tra loro e abbiamo usato la tecnica a pennello. E’ stata una bellissima esperienza ed abbiamo imparato ad usare un nuovo materiale! Sara, Bryan, Gianluca e Jonathan Classe 2^D mezzo metro, chiaramente appartenenti alla vittima del caso. stato ucciso ieri, verso mezzanotte; - Lo - Ci sono pochi indizi, sarà difficile venire a vedo, il sangue è ancora rosso. – Koyuki capo di questa storia – mormorò l’investistava gatrice con rammarico. esaminando il Koyuki Azimaya era corpo del Maestro Hu conosciuta in tutta la Cina Kazama, senza vita ormai come una persona brillante, da 8 ore. astuta, perspicace e per Vicino ai suoi resti vi questi motivi era consideraerano: una katana ta una investigatrice molto insanguinata, uno specbrava. Le sue osservazioni chio in frantumi e un erano acute e dirette e nulla mucchio di capelli color le sfuggi- Continua a pag. 6 ebano, lunghi più di Hu Kazama e la Veste del Drago È 6 Hu Kazama e la veste del drago (continua dalla quinta) va…. O forse qualcosa si? - Mi permetta di mostrarle una cosa, signorina. – Xiaoyu Wang, la fidata aiutante della ragazza, aveva scoperto qualcosa che l’investigatrice stessa non era stata in grado di notare. Sotto il corpo del Maestro qualcosa luccicava. La sfilarono da sotto il corpo per vedere meglio di cosa si trattasse, dopo qualche attimo capirono e i loro occhi si riempirono di meraviglia: stringeva fra le mani una uniforme d’allenamento color giada, con ricami dorati e bordure in velluto rosso. - Ma questa… è ….è… Si Xiaoyu. La Veste del Drago. Solo i guerrieri più affidabili e valorosi hanno l’onore di indossarla! …. È per questo motivo che doveva finire nelle mie mani. Una terza voce si unì alla conversazione e all’ingresso del Tempio Proibito comparve una figura femminile, 7 snella, bassa, in uniforme d’allenamento nera e rossa, aveva i capelli lunghi fino ai piedi, raccolti in una bellissima treccia. Lui aveva quello che volevo, quello che sognavo da una vita! Indossare la Veste del Drago e sono stata persino sua allieva, pur di averla. Ma è stato lui a impedirmi di realizzare il mio sogno, era ora che quel vecchio si togliesse dai piedi, era d’intralcio, non solo a me…. - Ma tu chi sei? Chiese Koyuki. Il mio nome è Ling Tao, rispose la sconosciuta. Pagherai per quello che hai fatto!!! Non mi avrete mai! Mai… Dico! Ling si precipitò verso Koyuki con il pugnale in mano, ci fu una bella lotta e alla fine Ling fu disarmata da Koyuki che vinse e risolse il suo ennesimo caso….. Dopo alcuni giorni Ling Tao fu processata e condannata per l’uccisione del Maestro. Melissa Di Corrado 3^B Viaggio d’istruzione a Roma (continua dalla prima) g e r e l'ostello. Durante questi quaranta minuti, trascinando i nostri trolley ci siamo fatti sgambetti cadendo giù dai marciapiedi. Quando siamo arrivati all'ostello abbiamo incontrato Padre Pietro che ci ha detto le regole dell'ostello: non era permesso bere, fumare e rientrare dopo le 23:00. Il Padre era di origini olandesi e ci ha detto che la droga in Olanda è legalizzata e ci ha raccontato dell'esistenza dei Coffee Shop, ovvero dei bar nei quali insieme al caffè si possono prendere delle quantità di droga. Infine ci siamo sistemati nelle stanze. La disposizione delle stanze ci è piaciuta molto perché noi (Chiara, Erica, Lisa e Omaima) eravamo vicine alla stanza di Giacomo, Hekuran, Lorenzo e Stefano e spesso andavamo da loro per chiacchierare e passare il tempo. Abbiamo visitato molti posti e monumenti tra cui il Campidoglio, la Cupola di San Pietro, il Colosseo, la Bocca della Verità, Palazzo del Quirinale e la Fontana di Trevi. Prima di partire per la gita ci eravamo organizzati a gruppi di tre o quattro persone; in questi gruppi abbiamo fatto delle ricerche sulle diverse cose che saremmo andati a visitare. A Roma ci siamo divisi in tre gruppi da sette persone; ogni componente del gruppo aveva degli argomenti diversi da spiegare da quelli degli altri, per esempio Ghita, Nicol e Omaima dovevano esporre la Fontana di Trevi e altri argomenti a loro assegnati. Sabato 29 marzo c'è stata concessa un'ora di shopping in Via del Corso, una via bellissima e piena di negozi. Noi eravamo contentissime perché non avevamo mai visto così tanti negozi in una volta sola e per questo eravamo agitatissime. È stato molto divertente girare per la città perché ovunque trovavi i “vu cumprà” che ti volevano vendere ogni tipo di oggetto inutile, per esempio i laser che sono stati sequestrati dalle prof dopo poco tempo oppure fischietti, cover per i cellulari e mazzi di rose. Durante questi quattro giorni ci sono stati alcuni litigi: Chiara e Hekuran si sono scontrati sia verbalmente che fisicamente per un malinteso di Hekuran mentre Giorgia e Sebastian hanno litigato perché Giorgia ha sporcato le scarpe a Sebastian. Questa gita è stata molto bella perché abbiamo avuto abbastanza libertà e abbiamo imparato e visitato moltissime cose nuove che sono importanti da sapere perché riguardano la nostra nazione. Agostini Erica e Filippi Chiara 3^F Giornata dello SPORT - “Garbari” 21 maggio 2014