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Arianna Bianchi 1^C
tradafacendo
Periodico dell’Istituto Comprensivo “Célestin Freinet”
Consultabile sul sito: www.icpergine2.it
Direttore responsabile: Antonio Di Seclì
Redattore capo: Bernardo Barra
La posta va spedita a:
Scuola Scondaria di 1° grado “Tullio Garbari”
Redazione “Stradafacendo”
Via Amstetten, 4
38057 Pergine Valsugana
oppure all’indirizzo e-mail:
[email protected]
Periodico di informazione e confronto dell’Istituto Comprensivo “Célestin Freinet”
38057 Pergine Valsugana (TN) – Via Amstetten n°4 – tel. 0461512312 – fax 0461530043
Il
Giugno 2014
Sommario
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Progetto Scuola - Fer… pag.1,9
Diversyty4Kids
pag.1,3
Viaggio d’istruzione….
pag.1,7
I giochi della Gioventù
pag.1.4
Uscita a Ferrara in bici
pag.2
Bacheca appuntamenti
pag.2
Concerto di Percussioni
pag.2
Competizione a premi….
pag.3
Tre piccoli viaggi - 1^F
pag.4
Una nuova esperienza:… pag.5
Hu Kazama e la….
pag.5,6
AIDA Amore è coraggio…
pag.6
Giornata dello Sport ….
pag.7
Non riesco a stare…
pag.8,9
Il gigante e il drago
pag.10
I nonni raccontano la…
pag.10
Docenti tedeschi a…
pag.11
Un poster per la pace…. pag.11
Il Fiore della Felicità
pag.12
giorno martedì 8 aprile io e la mia
classe ci siamo recati a Trento per
visitare gli impianti della ferrovia. Assieme a
noi erano presenti il signor Renato Nisco,
Presidente del Dopolavoro Ferroviario di
Trento, e le maestre Mariangela, Renata ed
Eva.
Siamo
partiti
dalla stazione di
Pergine
con
l’autobus;
una volta arrivati
a Trento
siamo entrati nella stazione per
raggiungere il
binario 1.
Lì
ci
aspettava
un
Minuetto, riservato completamente a
noi! Una volta saliti sul treno, il macchinista
ha eseguito una manovra per condurci
alle officine ormai non più utilizzate. Qui
abbiamo visto una pedana girevole che
serviva un tempo per indirizzare la locomotiva dentro l’officina.
N
Diversyty4Kids
el mese di novembre la
nostra classe, 2^A, ha
partecipato ad un progetto
intitolato
“Diversyty4Kids”,
proposto
dall’Accademia
europea di Bolzano.
L’esperta Francesca Braito è
venuta nella nostra classe e ci
ha presentato questo progetto
europeo, finalizzato a far
riflettere noi ragazzi sul tema
della diversità.
Ci ha poi proposto un’attività che consisteva nel chiudere gli occhi e concentrarsi, per pensare, in modo
guidato, alla nostra casa e
Continua a pag. 3
PROGETTO SCUOLA - FERROVIA
VIAGGIO D'ISTRUZIONE A ROMA
Gi
ovedì 27 marzo siamo partiti per andare a
Roma accompagnati dalle professoresse
Carta, Drezza e Eccel. Ci siamo trovati alle ore
7:00 del mattino alla Stazione di Trento e siamo
partiti con la Freccia Argento. Il viaggio in treno è
s t a t o
abbastanza
divert e n t e
anche
se è stat
o
lungo.
G i à
d o p o
mezz'or
a
Omaima
si
è
f a t t a
sequestrare il
cellulare perché si
s t a v a
facendo foto e quindi non ha più potuto usarlo per tutta la gita.
Siamo arrivati alla stazione di Roma Termini alle
ore 11:00 e abbiamo camminato
Continua a pag. 7
quaranta
minuti per raggiun-
O
gni anno a maggio si disputano
al Campo C.O.N.I. dei giochi,
organizzati dai due Istituti di
Pergine. Quest’anno, per le classi
quinte, il giorno dei giochi è stato
lunedì 5 maggio. Questi giochi
hanno sei specialità: corsa di
resistenza, corsa di velocità, vortex,
salto in lungo, salto in alto e
staffetta. Le specialità sono differenziate per maschi e
femmine. In classe, prima dei giochi, abbiamo avuto
una discussione dove l’insegnante ci chiedeva la nostra
opinione sui giochi. Più della metà della classe era
favorevole, qualcuno era contrario e certi hanno messo in
evidenza sia gli aspetti positivi che quelli negativi
dell’esperienza.
Io e miei compagni, Mirko e Francesca, abbiamo
affermato che l’importante è partecipare al di là del
risultato. Riccardo invece è intervenuto dicendo che
è contrario perché non gli piace perdere. Simone,
Continua a pag. 4
C
’era una volta, un paese felice nell’Italia meridionale; qui viveva un ragazzo con la sua famiglia.
Il padre del ragazzo, era malato, aveva male in
tutto il corpo e da un giorno all’altro poteva morire
e per questo motivo Teone, il figlio decide di restare accanto al padre negli ultimi giorni di vita che gli restavano.
Teone aveva un sogno: voleva viaggiare e visitare tutto il
mondo, ma lui e la sua famiglia erano poveri e capì che
non poteva per il momento realizzare il suo sogno.
In quel paese vivevano molte famiglie, con molti bambini
che giocavano e rallegravano il posto. Qui il sole splendeva
quasi sempre, per questo motivo i giardini erano sempre
colmi di piante e fiori bellissimi.
Un giorno Teone stava andando nel bosco a raccogliere
dei frutti da mangiare, quando all’improvviso vide spuntare
dal terreno un fiore così bello e lucente che decise di
raccoglierlo e di portarlo a suo padre. Il fiore raccolto da
Teone non era un fiore qualunque, ma era il “Fiore della
Felicità” ed era rarissimo, aveva il potere di donare la felicità per tutta la vita…
Ma Teone non sapeva del potere di quel
fiore appena raccolto… Mentre camminava, incontrò una
vecchietta
che
raccoglieva dei fiori,
vedendo il fiore che
aveva in mano il
ragazzo,
che
lei
cercava da tutta la
vita, chiese a Teone
di
entrare a casa
sua per scambiare o
rubare quel fiore che da molto tempo cercava.
Il ragazzo entrò nella casa della vecchietta, ma la trovò
inquietante; le sue pareti erano scure, i mobili erano vecchi
e c’erano dappertutto ragnatele. La vecchietta era molto
brutta, gli offrì dell’acqua e cercò in tutti i modi di sapere
dove aveva raccolto quel fiore, gli offrì anche del denaro
per quel fiore, ma Teone ci pensò un attimo e decise di
portarlo al padre malato. Arrivò a casa nel tardo pomeriggio, perché la vecchietta non lo lasciava andar via, ma lui
riuscì ugualmente a scappare da quella casetta mentre la
vecchina gli preparava qualcosa da mangiare. Appena il
padre vide il fiore, lo guardò felice per tutta la serata.
Il giorno dopo, il padre di Teone non aveva più male da
nessuna parte del corpo…
Era guarito!!! La madre aprì il cassetto dove custodivano i
loro pochi risparmi…. Era pieno di soldi e gioielli, mentre il
frigorifero che era sempre vuoto, ora era pieno di cibi
Continua a pag. 9
Il Fiore della Felicità
buonissimi...
Teone
allora
decise
di
cercare
sul libro
dei fiori
il nome
di quel
fiore
tanto
“miracoloso”, dopo tanto cercare, lo
trovò e non riusciva a crederci, era
proprio il FIORE della FELICITA’
per tutta la vita.
Teone, si rese conto che la sua
famiglia ora stava bene, decise che
era giunto il momento di realizzare
il suo sogno di viaggiare per il
mondo, prese dei soldi dal cassetto
dei risparmi di famiglia e partì.
La prima tappa fu l’Inghilterra, li
Teone incontrò la ragazza più bella
che avesse mai incontrato: Marta,
una ragazza italiana, in viaggio
anche lei, lui si innamorò subito di
lei e le chiese di sposarlo, Marta
accettò e tornarono subito in Italia
per sposarsi.
Il matrimonio avvenne nel paese di
Teone, al matrimonio furono invitati
tutti gli abitanti del paese e tutti
furono felici…. Tutti proprio no!!!
La vecchietta morì lo stesso giorno
delle nozze di Teone & Marta.
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USCITA A FERRARA IN BICI
9 maggio 2014 -- 2^A - 2^B - 2^E
La cattedrale di Ferrara
L
a cattedrale di San Giorgio Martire è il principale luogo di culto cattolico di Ferrara. Si
trova al centro della città, di fianco alla Piazza
delle Erbe, poco lontano dal Castello Estense. È
collegata al Palazzo Arcivescovile attraverso una
volta coperta. La cattedrale oggi non è più la
sede parrocchiale ma lì si celebrano le cerimonie
più importanti. Fu costruita a partire dal XII secolo, con l'aiuto di Guglielmo degli Adelardi, quando la città si stava allargando sulla riva sinistra
del Po e di conseguenza il centro della città si
spostava verso Nord. La cattedrale fu dedicata a
San Giorgio, come si legge nell'atrio della chiesa.
Tra il 1451 e il 1493 venne costruito il campanile
su progetto di Leon Battista Alberti….
Per maggiori informazioni su Ferrara e
sull’itinerario, si può consultare il blog
creato dagli alunni della 2^B con l’aiuto
della prof.ssa Casamassima.
Bacheca degli appuntamenti
LE LEZIONI
TERMINANO
MERCOLEDI’
11 GIUGNO 2014
BUONE VACANZE
A TUTTI
CI VEDIAMO
MERCOLEDI’
10 SETTEMBRE 2014
Concerto di percussioni
Gi
ovedì 3 aprile la scuola media “Tullio Garbari” si è
recata al Teatro comunale di Pergine Valsugana (TN),
per assistere al concerto di percussioni eseguito dal famoso
percussionista Andrea Dulbecco e il gruppo dei “Double
Mallets Trio”.
All’inizio del concerto i
percussionisti
hanno
suonato sui cosiddetti
“bidoni”, cioè dei tamburi
ricavati da bidoni di
metallo che normalmente
vengono utilizzati per
contenere olio per motori o
gasolio. In seguito i
percussionisti
hanno
suonato dei brani con il
vibrafono e il metallofono.
Dopo alcuni brani, uno dei
percussionisti ci ha fatto
fare un gioco musicale, ha
diviso il teatro in due parti:
metà suonava con le mani
e l’altra metà con i piedi. Successivamente i percussionisti
hanno suonato un ritmo con la batteria e la grancassa.
A conclusione del concerto i musicisti ci hanno annunciato che
la sera ci sarebbe stata un’altra esibizione con l’aggiunta di
altri brani musicali.
A noi sono piaciuti in particolare i “BIDONI”.
Denis, Mirco, Marianna e Giulia – 1^E
Double Mallets Trio
Alessandro Bianchini, Roberto Pangrazzi e Daniele Palma,
ovvero il Double Mallets Trio, propongono assieme ad Andrea
Dulbecco, musicista diviso fra composizione contemporanea e
jazz, originali arrangiamenti di Piazzolla e di altri compositori.
Il vibrafono solista ricopre un ruolo di primo piano, attorniato
da percussioni di svariata foggia. E a un certo punto del
concerto, il quartetto mette da parte i consueti strumenti per
percuotere bidoni di latta e lasciarsi andare a una sorta di
rituale dal forte impatto acustico.
come seguire gli alunni in difficoltà
Docenti tedeschi a lezione nella
scuola media di Pergine
PERGINE. Una delegazione di docenti tedeschi
della “mittelschule” guidata dal dirigente scolastico,
provenienti dalla città di Soest, 48.000 abitanti nel
Nordrhein
Westfalen a quasi 900 chilometri di
distanza da Trento, ha fatto visita ieri alla scuola
media Tullio Garbari, incontrandosi con il dirigente
dottor
Gianfranco Pedrinolli. «Scopo di questa
visita – ha ricordato il
dirigente - era principalmente per gli ospiti quello di vedere e capire come
nella scuola media di Pergine vengono inseriti e
poi seguiti gli alunni che sono in difficoltà nel curricolo scolastico».
Dopo il benvenuto e le presentazioni di rito, il dottor
Pedrinolli, accompagnato nella circostanza dai
componenti dello staff di dirigenza composto da
Carla Eccher, Maria Grazia Corradi, Ivan Bernardi
e Pietro Mandia, ha spiegato le iniziative intraprese
e il sostegno dato a questi alunni, rispondendo agli
interrogativi e alle richieste dei docenti ospiti. Di seguito
l’attenzione è stata rivolta al settore laboratori della scuola, cominciando da quello della legatoria, per passare poi
alla falegnameria e alle costruzioni manuali con materiali
di recupero, concludendo infine in quello del cucito e
della cucina; qui agli ospiti è stato
servito un rinfresco. Il dirigente delle
“Tullio Garbari” ha valutato assai interessante la visita, lo scambio di informazioni e opinioni, e il
confronto
intervenuto sulla didattica applicata
nelle scuole delle due città, ora legate
da vincoli
professionali e di
amicizia.
La delegazione di insegnanti del
Nordrhein Westfalen ha ringraziato
per l’attenta accoglienza ed ha poi
proseguito il viaggio di studio fermandosi a Trento per
visitare poi una
scuola media a Gardolo. (f.v.)
Dal TRENTINO di venerdì
18 aprile 2014
Il poster per la pace di Maria
premiato dal Lions Club
PERGINE. Prestigioso 3° premio per Maria Elisabetta Gretter, alunna della III B delle medie Tullio
Garbari, che ha partecipato con un disegno al 26°
concorso internazionale “Un poster per la pace – Il
nostro presente e il nostro futuro”, bandito dal Lions
Club Italiano, distretto nordest. Un diploma personale
con targa, un orologio e dei libri, un diploma alla
classe che ha partecipato con altri alunni al concorso
oltre ad un premio di 400 euro, costituiscono il
riconoscimento all’allieva per il disegno eseguito, ma
anche alla classe e al professor Giuseppe Berlanda.
Con il premio la III B ha effettuato una gita
culturale a Venezia visitando la città e in particolare la
mostra Guggenheim Collection.
Il premio è stato consegnato a Maria Elisabetta Gretter, accompagnata dai genitori e dal dirigente Gianfranco Pedrinolli nel corso delle premiazioni svoltesi
presso l’istituto Andrea Palladio di
Treviso. Grande la soddisfazione dell’allieva, ma anche del suo
insegnante, che sottolinea le
qualità pittoriche della ragazza, assieme all’impegno di altri alunni della
classe che si sono
impegnati nel concorso. Il
disegno premiato raffigura due aspetti di un ambiente: a sinistra
condomini con i camini fumanti, rifiuti sulla strada colline con alberi spogli, nella parte
destra, di là di un ruscello prati verdi e alberi in fiore;
nel mezzo una persona che sta facendo rotolare il
Mondo verso un ambiente migliore.
In merito a questo suo disegno, che rappresenta
l’idea che la giovane artista ha su come dovrebbe
essere il futuro di pace nell’ambiente, Maria
Elisabetta spiega: «Ho voluto illustrare in un unico
quadro la situazione del nostro ambiente, come lo
si vede spesso oggi, assieme al nostro impegno e
quello di tutti per cambiarlo, renderlo più bello e
più salubre, un desiderio di trasformazione
rappresentato nella persona che sta facendo
rotolare la nostra Terra verso un futuro generale
migliore». (f.v.)
Dal
TRENTINO di
mercoledì 16
aprile 2014
10
3
Il gigante e il drago
In
ghilterra, 1492.
Fu intorno alla fine del XV secolo che un Drago
Occidentalis Magnus ingaggiò un lungo combattimento
contro un Gigantes Giganticus, detto il vecchio
Raddbuch di Nottingham.
Il drago, il cui nome era
Swong,
gli
dichiarò
guerra, perché aveva stretto un patto con il gigante,
ma e poi quest’ultimo non
aveva rispettato il patto.
In realtà, ambedue le creature erano state ingannate
da un viscido Goblin, che
rispondeva al nome di
Gulluz l’inaffidabile, che,
fingendosi il “segretario”
del gigante, all’insaputa di
quest’ultimo, promise un
grande scrigno pieno
zeppo di gemme preziose al drago in cambio di un
“piccolo lavoretto”. Swong accettò ed eseguì il lavoro
assegnato ma, una volta finito, al momento di riscuotere
la ricompensa, il Goblin sparì e nessuno lo rivide mai
più, guadagnando così un favore gratis dal drago, che,
sempre credendolo il segretario del gigante, si arrabbiò
tantissimo con il gigante.
Il drago decise di vendicarsi e attaccava senza farsi
vedere e scoprire, tanto che il giorno che incendiò la
casa di Raddbuch, il gigante se ne accorse solo quando i
vecchi vestiti che indossava iniziarono a prendere fuoco
e a bruciare.
Ecco il resoconto di Richard Robert di Leicester, un povero pastore che assistette in prima persona ad uno scontro
tra i due colossi: “Aprile 1493; sto guardando impotente
due mastodontiche creature; quella che vola grazie alle
possenti ali e sputa enormi fiammate dalla bocca, credo
sia un drago, mentre quella che si erge torreggiante e massiccia con braccia ciclopiche che reggono ben
salde titaniche armi,
suppongo sia un gigante, ma non ne sono
certo. Sta di fatto che
fino a quando uno dei
due non cede, o si allontana almeno di due miglia, dove nessuno delle
due creature possa vedermi o sentire il mio
odore, non azzarderò un
passo, a costo di aspettare giorni interi”.
Ebbene, Richard Rodert
morì d’infarto tre giorni dopo aver assistito al
combattimento, lasciando alla moglie Rose cinque figli da
mantenere.
Pare che Raddbuch poco dopo si trasferì in un territorio
isolato nel nord-ovest, dove trovò pace per qualche mese,
prima che Swong lo scovasse. In realtà, il gigante era
molto più grande del drago e possedeva tutte le qualità e
le virtù per sconfiggerlo, tuttavia si manteneva sempre
sulla difensiva, per paura di essere visto dagli umani, da
cui non era molto apprezzato. Gli scontri tra i due continuarono in altri luoghi, ma questa è un’altra storia…
Matteo Carta 1^D
dal TRENTINO di venerdì 28 marzo 2014
Diversyty4Kids (continua dalla prima) a
noi
quando bianca e indossavano abiti corti. Ma presto iniziò ad
eravamo piccoli.
annoiarsi, perché tutti credevano in Dio, mentre lui
In seguito a questa attività abbiamo scritto su un era ateo.
foglio ciò che avevamo visualizzato nella nostra Entrò allora in un palazzo in cui abitavano persone
mente. Chi ha voluto ha letto cosa aveva scritto e di pelle bianca, con i capelli corti, che portavano
gli altri hanno ascoltato e immaginato com’era la vestiti corti ed erano anche atei. Ma anche qui non
casa descritta.
era felice, perché tutti mangiavano riso una volta al
Infine Francesca ci ha letto una storia che si intito- giorno, mentre lui era abituato a mangiare carne due
lava “Un bel posto in cui vivere”, che ci ha fatto ri- volte al giorno.
flettere sul fatto che la diversità è una cosa naturale Infine trovò una piccola porta con la seguente scrite non deve portarci a isolarci o a isolare gli altri.
ta: “Ammesse solo persone di pelle bianca, con i
Alla fine dell’attività ci ha fatto passare un foglio nel capelli corti e gli abiti corti, che mangiano carne due
quale abbiamo scritto se questa esperienza ci è volte al giorno”.
piaciuta e se abbiamo conosciuto cose nuove sui
nostri compagni.
A tutti noi l’attività è piaciuta parecchio!
Daniele, Andrea, Amine 2^A - Garbari
Ecco il racconto che ci ha letto Francesca
’era una volta un uomo con i capelli corti che
non era felice, perché viveva con persone che
avevano i capelli lunghi.
Decise allora di andare in un posto in cui poter essere felice e dopo un lungo viaggio, trovò una città
in cui tutti gli abitanti avevano i capelli cortissimi.
Ben presto, tuttavia, si rese conto che anche lì non
poteva essere felice, perché tutti gli uomini avevano la pelle scura, mentre lui era bianco.
Lasciò la città e scoprì un paesino in cui gli uomini
avevano la pelle bianca e i capelli corti. Ma anche
qui non riusciva ad essere felice, perché tutti gli
abitanti indossavano abiti lunghi, lui invece no.
Finalmente trovò un quartiere della città in cui tutti
gli abitanti avevano i capelli corti, erano di pelle
C
Competizione a premi su Skellig
I
uovo di Pasqua. La 2^B, invece, è stata premiata con un
uovo di Pasqua di media grandezza, mentre la 2^E ha
ricevuto come premio di consolazione una confezione di
cioccolatini. Al pubblico sono state invece distribuite
delle caramelle gommose. E' stata una gara davvero
entusiasmante e soprattutto ci siamo divertiti tutti un
mondo, professoresse comprese!
'11 aprile 2014, quattro valorosi membri delle classi 2^B, 2^D e 2^E, disposti a sacrificare qualsiasi
cosa pur di vincere il misterioso premio in palio, si
sono sfidati a colpi di quiz a sorpresa che riguardavano Skellig, il libro letto da ognuna delle classi partecipanti. La fantomatica gara del secolo è iniziata con la
lettura di alcuni brani del libro da parte di cinque vo- Eugenio Crepaldi 2^B
lontari che si erano precedentemente
offerti. Gli
esponenti di ogni classe dovevano lavorare in coppia
per
cercare di risolvere i quiz. Poi la prof.ssa
Casamassima ha aperto i giochi con una gara a tempo
che consisteva nel trovare il prima possibile un brano
nel libro. Il secondo gioco consisteva invece nel completare un brano tratto da Skellig prima che la parola
-chiave venisse trovata dagli avversari. C'erano giochi
in cui si doveva scrivere, il più dettagliatamente e
velocemente possibile, una descrizione - tratta sempre dal libro – entro un tempo dato. Alla fine, per pochi punti di differenza, la
competizione è stata
vinta dalla 2^D, che ha ricevuto in premio un grande
4
9
to, perché ci siamo trovati nella stessa
situazione di un ragazzo straniero appena
primo viaggio che la nostra classe ha
trasferito nella scuola di un altro paese.
fatto è stato quando è venuta a trovarci
una professoressa che ha cominciato a parlare …. D’ora in poi apprezzeremo di più gli
in spagnolo e solo una nostra compagna di sforzi dei nostri compagni extracomunitari e
classe, che è cubana, capiva tutto. Io ho cercheremo di aiutarli il più possibile con la
provato agitazione e stupore
nostra amicizia e i nostri consigli.
perché non capivo niente …..
Il terzo viaggio è stato in Russia …
…. Abbiamo capito quanto è
… ci ha letto una fiaba russa ma in italiano…
diverso
l’italiano
dallo
…e questa favola russa è bella come una
spagnolo: io pensavo che
favola italiana e quasi come una favola
queste due lingue fossero
francese e una cubana… perché nel mondo
molto simili …
ci sono favole che si assomigliano….
Tre piccoli viaggi - classe I^F
Il
… ma tra italiani e spagnoli
possono crearsi delle incomprensioni perché
alcune parole di una lingua somigliano a quelle
dell’altra ma poi scopri che hanno un
significato diverso!
E per concludere
Mi è piaciuta molto l’idea delle mini – lezioni…. Perché ci fanno capire come si sentono
le persone ….
Il secondo viaggio è stato in
Cina …
Il cinese all’inizio sembrava
difficile ma poi Zusel ha
cominciato a capire qualcosa e
così ci ha aiutati a vedere che
non era così complicato…
…. Arrivati a metà lezione
abbiamo iniziato tutti a capire
qualcosa…
…abbiamo imparato a scrivere
i numeri e a fare la divisione
“in cinese”…
…lo zero è un concetto e non
è un numero…
….ci hanno fatto pensare molI giochi della Gioventù (continua dalla prima) Silvia e Jia Min hanno osservato che è bello partecipare ai giochi perché
sono l’occasione per fare un’esperienza nuova.
Duca ha detto che è bello fare i giochi perché corre veloce. Giorgia ha messo in evidenza il disagio da lei provato per
il fatto che chi perde viene preso in giro. Marina ha affermato che la condivisione con la classe è importante ma è
contraria perché non ottiene i risultati che vuole. Davide Facchinelli prima dei giochi era contrario, dopo i giochi ha
cambiato parere evidenziando che, a volte, fai meglio di quello che ti aspetti. Davide Lelli e Leonardo Bertoldi hanno dichiarato che l’importante è stare in compagnia, Arianna invece ha posto l’attenzione sulla condivisione della
gara. Leonardo Beber e Anna ritengono che fare sport sia divertente e importante.
Anche Luca era d’accordo e ha aggiunto che ai giochi puoi sfidare alunni delle
altre scuole. Gabriele infine si è espresso a favore dei giochi perché pensava di
vincere.
L’esperienza di quest’anno per me è stata la più positiva
perché ho scelto vortex e ho superato le mie aspettative.
Gianni Biasi della classe V A della Scuola Primaria “Rodari”
Non riesco a stare attento in classe (continua dall’ottava) S u a
mamma era molto fiera di lui e così gli diede una bella
sberla. Scherzone!!! ... gli regalò un cellulare di ultima
generazione.
Versione negativa
Un ragazzo di nome Japato Adloni, un africano appena
arrivato in Italia a Montepulciano in Toscana, iniziò a
frequentare la scuola secondaria di primo grado e il
dirigente scolastico lo accolse come se fosse un lingotto
d’oro.
Aveva 13 anni e avrebbe frequentato la terza media, era alto come un
tronco di un albero e magro come
una formica, le braccia sembravano
dei rami. L’unica cosa normale che lo
caratterizzava erano gli occhi color
azzurro cielo senza una nuvola.
Il suo carattere era aperto come un
albero squarciato e socializzava
molto facilmente.
A volte però esagerava, infatti il suo
problema era che non riusciva a
stare attento e serio in classe.
Era l’ora di inglese, la prof. era
molto severa. Mentre la prof spiegava un nuovo
argomento lui stupidamente iniziò a fare una costruzione
con il preziosissimo materiale della scuola.
L’ora proseguiva e lui continuava nella sua disperata
costruzione. La prof si fermò e urlò così forte:” portami
il libretto Japato!” che il suo urlo si sentì fino alla classe
2^E che si trovava dall’altra parte della scuola.
La prof. gli scrisse la seguente nota:” Japato Adloni nel
corso della lezione, mentre io la sottoscritta prof. Bella,
affascinante e attraente spiegavo il nuovo argomento
suo figlio tentava di costruire una torre con il
prezioso materiale scolastico.
Cordiali saluti dalla sottoscritta prof. bella, affascinante e carina prof. di inglese.
Tornato a casa la mamma dopo una risata per la nota
assai buffa fece la sua parte cacciandoli un urlo e gli
disse che non doveva prendere nessuna nota fino
alla fine dell’anno scolastico.
Giovedì. Ora di inglese, la prof. approfondiva
l’argomento precedente del
Present Continuous ma Japato con
ancora più entusiasmo ricominciò
un’altra costruzione ma un suo
amico se ne accorse e istintivamente gli disse:” Sa fat? Set
mona, vot ciapar n’altra nota?”
Lui lo ignorò e continuò con la sua
fantastica costruzione fino a che
la prof. ormai stanca di lui e del
suo comportamento gli diede una
seconda nota.
Tornato a casa, decise di non dire
niente a sua madre, ma dopo
qualche giorno la prof. chiese
cortesemente il libretto a Japato, ma lui le rispose
che aveva dimenticato il libretto a casa e che la
mamma aveva visto la nota.
Per tutta risposta la prof telefonò a casa, la mamma
ricevuta la notizia, decise di: Toglierli il cellulare,
toglierli la tv, non lasciarlo andare a giocare, togliergli la play, toglierli la wii … e tante altre …..
Finì cosi l’anno scolastico con questo brutto avvenimento... una materia insufficiente in più sulla scheda
e con il rischio di essere bocciato!!
Una volta conclusa la visita abbiamo fatto una pausa per la merenda. Terminata la pausa siamo andati a visitare la cabina di comando del treno FLIRT cioè l’ETR 180, acquistato e messo in servizio dalla provincia di Bolzano. Subito dopo ci siamo divisi in due gruppi: io e il mio gruppo siamo andati ad osservare il plastico motorizzato del quale due modellisti ci hanno raccontato la storia.
Alla fine abbiamo visitato la sala di comando della linea Trento - Marilleva e
poi siamo ritornati a scuola con il treno delle 11.30.
È stata un’esperienza interessante ed unica!!
Leonardo Bertoldi
Progetto Scuola - Ferrovia (continua dalla prima)
8
5
Non riesco a stare attento
in classe
Japato Adloni e la sua sfida
di: Jakupi Admir, Tomelin Nicola, Parisi Lorenzo,
classe 2^E
U
Versione positiva
n ragazzo di nome Japato Adloni, un africano
appena arrivato in Italia, a Montepulciano in
Toscana, iniziò a frequentare la scuola secondaria di
primo grado e il dirigente scolastico lo accolse come se
fosse un lingotto d’oro. Aveva 13 anni e avrebbe
frequentato la terza media.
Era alto come il tronco di un
albero, magro come una formica, le braccia sembravano dei
rami e l’unica cosa normale che
lo caratterizzava erano gli
occhi color azzurro come il
cielo senza una nuvola.
Il suo carattere era aperto
come un albero squarciato e
socializzava molto facilmente.
A volte però esagerava in questa sua apertura: il suo problema era infatti che non riusciva
a stare attento e serio in classe perché durante le lezioni
chiacchierava troppo. Se nessuno lo ascoltava, addirittura parlava con se stesso.
Una cosa di cui era pazzo e da cui non sarebbe mai
riuscito a separarsi era la sua “Play”.
Era l’ora di inglese. La prof. era molto severa ma anche
molto carina e lui voleva fare colpo in un modo o
nell’’altro. Mentre lei spiegava un nuovo argomento lui
iniziò a recitarle una poesia romantica. Lui sperava che
lei si complimentasse per la sua fantasia e che si
innamorasse di lei all’istante.
L’ora proseguiva e lui continuava nella sua disperata
impresa. La prof. si fermò e invece di congratularsi con
lui, gli lanciò uno sguardo tenebroso fissando i suoi
occhi azzurro cielo. Avrebbe dovuto capire che era ora
di smetterla. Ma lui stupidamente non capì. Iniziò così a
fare una costruzione con il preziosissimo materiale
della scuola.
L’ora proseguiva e lui continuava nella sua complessa
costruzione. La prof si fermò. Gli lanciò uno sguardo
infuocato e poi urlò: ” portami il libretto Japato!” tanto
forte che il suo urlo si sentì fino alla classe 2^E che si
trovava dall’altra parte della scuola.
Japato spaventato, immediatamente nascose la sua
costruzione facendola cadere, ma ormai la prof. era
colma di rabbia fino al collo.
E pensare che il preside l’aveva accolto come un lingotto d’oro, perché era noto per la sua memoria formidabile. Aveva già pensato di iscriverlo alla famosa
“Gara nazionale della supermemoria” che avrebbe
dato notorietà alla scuola.
La prof. gli scrisse la seguente nota:” Japato Adloni
nel corso della lezione, mentre io la sottoscritta prof.
Bella, affascinante, attraente spiegavo il nuovo argomento, tentava di costruire una torre o qualcosa del
genere con il prezioso materiale scolastico.
Cordiali saluti dalla sottoscritta prof. Bella, affascinante e carina insegnante di inglese.”
Tornato a casa, la
mamma, dopo una
risata per la nota
assai buffa, fece la
sua parte cacciandogli un urlo e dandogli un castigo molto difficile per lui;
da quel giorno non
avrebbe potuto più
utilizzare: Il telefono, il Ds, il computer
e infine una cosa
che
Japato
non
avrebbe mai voluto
sentire, la PLAY!!!
Japato andò in crisi. Doveva assolutamente tirare
fuori tutte le sue abilità. Intelligenza. Furbizia. Attenzione. Giovedì... Ora di inglese, la prof. approfondiva l’argomento precedente del “Present Continuous”
ma Japato con ancora più entusiasmo ricominciò a
recitare un’altra delle sue poesie imbarazzanti. Per
fortuna un suo amico se ne accorse e istintivamente
gli disse:” Sa fat? Set m***, vot ciapar n’altra nota?
Stai in silenzio!”
Per fortuna che la prof. non si accorse di quello che
era appena accaduto.
Japato rifletté sulle parole del suo amico Adalciso
Brunello, detto il malgaro della classe e giunse alla
conclusione che doveva cambiare strategia.
Cominciò a seguire attentamente le lezioni di inglese.
La prof. era molto contenta del suo comportamento e
alla fine della scuola si congratulò con lui.
11 giugno. Inizio estate. Fine scuola. Balla!
Inizio esami!
Dopo aver vinto questa dura sfida era arrivata l’ora
della cosa più complicata. GLI ESAMI.
Si mise a studiare per due settimane intere. La
fatica che aveva fatto produsse i suoi frutti, infatti
riuscì a passare con un bell'8.
Continua a pag. 9
Una nuova esperienza: la creta
N
el mese di aprile, durante le ore di Arte e
Immagine, abbiamo svolto un’attività sulla
ceramica con l’esperta, Ilaria Demozzi, che ci ha
insegnato a creare ciotole, vasi o qualsivoglia altro
oggetto con la creta e poi a decorarli e colorarli con
smalti appositi.
Nel primo incontro Ilaria ci ha spiegato
che l’argilla con cui avremmo lavorato si
chiamava chamotte, una creta cotta e
macinata che è mescolata all’argilla in
modo da darle più consistenza e la tecnica che avremmo utilizzato si chiamava
colombino. Abbiamo iniziato facendo
una pallina di creta che abbiamo schiacciato e utilizzato come base, con l’altra
creta, facendola rotolare sul tavolo, formavamo dei serpentelli: i colombini. Sulla
base abbiamo messo la barbottina, una
preparazione con aceto, acqua e creta,
fatto dei taglietti con il coltello e applicato
il primo colombino. Sul primo colombino,
abbiamo sovrapposto un secondo ed altri
ancora alternandoli con la barbottina fino
a raggiungere l’altezza che volevamo.
Con una stecca di legno abbiamo poi
unito i colombini e rifinito il
lavoro.
Abbiamo lasciato asciugare il lavoro finché raggiunta
la durezza cuoio, è stato cotto nel forno per la ceramica a 900 -1000°.
Nel secondo incontro abbiamo
imparato ad utilizzare la tecnica a sfoglia o a lastra: abbiamo modellato una sfoglia di creta con un matterello e due
spessori di legno e con questa abbiamo rivestito una
ciotola o un barattolo. Sulla ciotola o sul barattolo
avevamo prima messo della pellicola da cucina per
non far
attaccare la creta. Per lisciare la creta
abbiamo usato spugne, stecche e spatole.
Nel terzo e quarto incontro potevamo unire le due
tecniche: abbiamo rivestito una ciotola e poi ognuno
di noi ha lavorato come voleva…..” io ho fatto un co-
perchio con la tecnica del colombino e poi la prof.
Catellani mi ha modellato un uccellino come manico che ho
attaccato con la barbottina.”….” io
non ho utilizzato il colombino per finire la mia ciotola, ma per
decoro ho tagliato la creta sul bordo come i merli della torre di un castello.”
Nel quinto incontro abbiamo scelto il lavoro che più
ci piaceva tra
quelli che erano
stati cotti e l’abbiamo colorato
con gli smalti.
Ilaria ci ha spiegato che esistono quattro tecniche per colorare: a spruzzo,
per immersione,
per colate e a
pennello, dopo
la colorazione è
necessaria
un’altra cottura.
Prima di colorare bisogna anche preparare la
superficie che
deve essere levigata (con la carta vetro) e bagnata
per togliere i residui di polvere. Abbiamo scelto
due colori che stavano bene tra loro e abbiamo
usato la tecnica a
pennello.
E’ stata una bellissima esperienza ed abbiamo imparato ad usare un nuovo materiale!
Sara, Bryan,
Gianluca e
Jonathan
Classe 2^D
mezzo metro, chiaramente
appartenenti alla
vittima del caso.
stato ucciso ieri, verso mezzanotte; - Lo
- Ci sono pochi indizi, sarà difficile venire a
vedo, il sangue è ancora rosso. – Koyuki
capo di questa storia – mormorò l’investistava
gatrice con rammarico.
esaminando il
Koyuki
Azimaya
era
corpo del Maestro Hu
conosciuta in tutta la Cina
Kazama, senza vita ormai
come una persona brillante,
da 8 ore.
astuta, perspicace e per
Vicino ai suoi resti vi
questi motivi era consideraerano:
una
katana
ta una investigatrice molto
insanguinata, uno specbrava. Le sue osservazioni
chio in frantumi e un
erano acute e dirette e nulla
mucchio di capelli color
le sfuggi- Continua a pag. 6
ebano, lunghi più di
Hu Kazama e la Veste del Drago
È
6
Hu Kazama e la veste del drago (continua dalla quinta)
va…. O forse qualcosa si?
- Mi permetta di mostrarle una cosa, signorina. –
Xiaoyu Wang, la fidata aiutante della ragazza,
aveva scoperto qualcosa che l’investigatrice
stessa non era stata in grado di notare.
Sotto il corpo del Maestro qualcosa luccicava. La
sfilarono da sotto il corpo per vedere meglio di cosa si
trattasse, dopo qualche attimo capirono e i loro occhi
si riempirono
di meraviglia:
stringeva fra le
mani
una uniforme
d’allenamento
color giada, con ricami dorati e bordure in velluto
rosso.
- Ma questa… è ….è…
Si Xiaoyu. La Veste del Drago. Solo i guerrieri più
affidabili e valorosi hanno l’onore di indossarla!
…. È per questo motivo che doveva finire nelle mie
mani.
Una terza voce si unì alla conversazione e all’ingresso
del Tempio Proibito comparve una figura femminile,
7
snella, bassa, in
uniforme d’allenamento nera e rossa,
aveva i capelli lunghi fino ai piedi,
raccolti in una bellissima treccia.
Lui aveva quello che
volevo, quello che
sognavo da una vita!
Indossare la Veste
del Drago e sono
stata persino sua allieva, pur di averla.
Ma è stato lui a impedirmi di realizzare il mio sogno, era ora che
quel vecchio si togliesse dai piedi, era d’intralcio,
non solo a me….
- Ma tu chi sei? Chiese Koyuki. Il mio nome è
Ling Tao, rispose la sconosciuta.

Pagherai per quello che hai fatto!!! Non
mi avrete mai! Mai… Dico! Ling si precipitò verso Koyuki con il pugnale in
mano, ci fu una bella lotta e alla fine
Ling fu disarmata da Koyuki che vinse e
risolse il suo ennesimo caso…..
Dopo alcuni giorni Ling Tao fu processata e
condannata per l’uccisione del Maestro.
Melissa Di Corrado 3^B
Viaggio d’istruzione a Roma (continua dalla prima)
g e r e
l'ostello. Durante questi quaranta minuti, trascinando i nostri trolley ci siamo fatti sgambetti
cadendo giù dai marciapiedi. Quando siamo arrivati all'ostello abbiamo incontrato Padre Pietro
che ci ha detto le regole dell'ostello: non era
permesso bere, fumare e rientrare dopo le
23:00. Il Padre era di origini olandesi e ci ha
detto che la droga in Olanda è legalizzata e ci ha
raccontato dell'esistenza dei Coffee Shop, ovvero dei bar nei quali insieme al caffè si possono
prendere delle quantità di
droga. Infine ci siamo sistemati nelle stanze. La disposizione delle
stanze ci è piaciuta molto perché noi (Chiara,
Erica, Lisa e Omaima) eravamo vicine alla stanza di Giacomo, Hekuran,
Lorenzo e Stefano e
spesso andavamo da loro per chiacchierare e
passare il tempo.
Abbiamo visitato molti posti e monumenti tra cui
il Campidoglio, la Cupola di San Pietro, il
Colosseo, la Bocca della Verità, Palazzo del
Quirinale e la Fontana di Trevi.
Prima di partire per la gita ci eravamo
organizzati a gruppi di tre o quattro persone; in
questi gruppi abbiamo fatto delle ricerche sulle
diverse cose che saremmo andati a visitare. A
Roma ci siamo divisi in tre gruppi da sette persone; ogni componente del gruppo aveva degli
argomenti diversi da spiegare da quelli degli
altri, per esempio Ghita, Nicol e Omaima dovevano
esporre la Fontana di Trevi e altri argomenti a loro
assegnati.
Sabato 29 marzo c'è stata concessa un'ora di
shopping in Via del Corso, una via bellissima e
piena di negozi. Noi eravamo contentissime perché
non avevamo mai visto così tanti negozi in una
volta sola e per questo eravamo agitatissime.
È stato molto divertente girare per la città perché
ovunque trovavi i “vu cumprà” che ti volevano
vendere ogni tipo di oggetto inutile, per esempio i
laser che sono stati sequestrati dalle prof dopo
poco tempo oppure fischietti, cover per i cellulari e
mazzi di rose.
Durante questi quattro giorni ci sono stati alcuni
litigi: Chiara e Hekuran si sono scontrati sia
verbalmente che fisicamente per un malinteso di
Hekuran mentre Giorgia e Sebastian hanno litigato
perché Giorgia ha sporcato le scarpe a Sebastian.
Questa gita è stata molto bella perché abbiamo
avuto abbastanza libertà e abbiamo imparato e
visitato moltissime cose nuove che sono importanti
da sapere perché riguardano la nostra nazione.
Agostini Erica e Filippi Chiara 3^F
Giornata dello SPORT - “Garbari” 21 maggio 2014