Leggi la relazione - Scuole Maestre Pie

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Leggi la relazione - Scuole Maestre Pie
 LEGGERE INSIEME con loro e per loro incontro con Alessandra Mancaruso psicologa e psicoterapeuta, socia APADEE, si occupa da 15 anni di disagio in età evolutiva scuole maestre pie, 28 gennaio2010 Cosa significa leggere? Leggere è un privilegio esclusivo degli esseri umani: nessun'altra creatura vivente possiede la stessa capacità. Leggere è come esplorare, fare un’escursione. Ci permette di viaggiare in ogni direzione, conoscere nuovi luoghi e nuove persone. Leggere trascende il tempo. Sappiamo che attraverso la lettura possiamo venire a contatto con molte altre vite oltre che con la nostra e abbiamo la possibilità di appropriarci del modo di pensare dell’autore, di provare le sue stesse emozioni, di usare l’immaginazione proprio come fa lui. In questo modo le sue esperienze diventano le nostre. (per questo si dice che NON SI LEGGE UN AUTORE MA CI SI LEGGE ATTRAVERSO DI LUI). Questo è il potere della lettura: può aprire infinite strade verso i tesori dello spirito umano di tutte le epoche e di tutte le parti del mondo. Ci permette di raggiungere una profonda comprensione della vita, delle persone, per offrire a noi stessi la più ampia possibilità di scelta. Leggere, quindi è una fortuna. Certo non lo si può imporre: leggere è innanzitutto un piacere emotivo, intellettivo e fisico. È un’esperienza attiva, non passiva. Mentre leggiamo contribuiamo anche a costruire il testo (ne è un esempio evidente, quando andiamo al cinema per vedere il film tratto da un libro che ci è particolarmente piaciuto…spesso ne usciamo delusi….il film non corrisponde pienamente alla storia che noi abbiamo costruito con quel libro). Leggendo, il cervello si attiva, sia nei bambini, sia negli adulti e negli anziani. Inoltre è noto che leggere aiuta la memoria, stimola la creatività, seda l’ansia, previene l’invecchiamento cerebrale. Per questo speriamo che i nostri figli leggano perché pensiamo sia un’importante opportunità nella vita. Pensiamo sia un’attività estremamente nutriente Cosa significa leggere Dal punto di vista cognitivo: imparare le parole, la concentrazione, la coerenza Dal punto di vista emotivo: dare un nome alle emozioni, riconoscere propri e altrui stati affettivi Dal punto di vista relazionale: lo sviluppo dell’empatia, mettersi nei panni del protagonista; la relazione con l’adulto con il quale si legge. L’importanza della narrazione intesa anche come capacità di raccontarsi e di pensarsi nel rapporto con gli altri. Inizialmente, per il bambino, il libro, prima di essere un testo, è un oggetto attraente, spesso la sua curiosità è attivata dalla consistenza materica (i primi libri sono anche giocattoli che inviano sensazioni tattili, olfattive, sonore) e dalle figure che lo illustrano. I libri stimolano la sensorialità in modo sorprendente: possiamo toccarli, leggerli, coglierne l’odore, sentire il fruscio delle pagine, metaforicamente possiamo “assaggiarli” ed apprezzarne il gusto. I bambini sono attratti dai libri e sappiamo, amano le storie. Per questo, c’è chi sostiene che i bambini siano anche lettori nati. I bambini amano le favole, i racconti. Con l’inizio “C’era una volta, tanto tanto tempo fa” si entra in uno spazio tempo distante, sufficientemente distante per entrare in contatto con paure e passaggi evolutivi che impegnano il bambino. Attraverso il linguaggio metaforico delle favole il bambino comprende e affronta i conflitti che sta attraversando, riconosce le emozioni imparando ad esprimerle. Le storie che da tempi lontani si raccontano ai bambini, li accostano agli aspetti piacevoli della vita ma anche a quelli duri e lo fanno in modo da non traumatizzarli. I bambini hanno bisogno che qualcuno dica loro come affrontare i pericoli, come reagire alle minacce, come ritrovare l’ordine quando c’è il caos. Hanno anche bisogno di sapere come ci si comporta di fronte ai torti e alle ingiustizie. Il pregio delle storie consiste nell’inviare dei messaggi espliciti e dei messaggi impliciti e raggiungere così sia l’intelligenza sia il cuore. Alcuni messaggi parlano alla ragione altri ai sentimenti. Alcuni fanno appello alla consapevolezza altri all’inconscio. Per questa doppia struttura, una superficiale e una profonda, una reale e l’altra metaforica le storie che si raccontano ai bambini possono essere lette in maniera diversa da ascoltatori di età diverse. L’ascoltatore assorbe ciò che gli serve in un determinato momento e lascia cadere ciò di cui non ha bisogno o per cui non è ancora pronto. L’elemento forte delle storie è la metafora. Cioè quella forma figurata d’espressione che esprime una realtà sotto l’apparenza immaginata di un’altra. La metafora cattura l’attenzione e stimola l’immaginazione. Prendiamo Cappuccetto rosso. Ad un primo livello racconta che c’è un lupo cattivo che fa del male ai bambini incauti. A un livello nascosto allude a una violenza sessuale (il letto della nonna lupo). Parlare di violenza sessuale ai bambini di 4‐5‐6 anni non è facile, si rischia di renderli diffidenti nei confronti di tutti gli uomini lupo. La maggior parte dei bambini di età pre‐scolare comprendono quando si racconta la storia di cappuccetto rosso, che dietro alla maschera del lupo può nascondersi un essere umano e che è bene evitare di dare confidenza agli sconosciuti. Comprendono anche che bisogna prestare attenzione a ciò che di insolito possiamo notare nelle persone, familiari e non, come in questo caso, il tono della voce della nonna, le orecchie pelose, la bocca dai denti aguzzi e così via. Ascoltando e riascoltando cappuccetto rosso, i piccoli ascoltatori assimilano il messaggio che non ci si può fidare di tutti gli adulti indiscriminatamente. Matrigne e streghe sono altre creature delle favole che consentono di esplorare la complessità dei rapporti affettivi. Dietro a questi personaggi può nascondersi la mamma. Quella figura protettrice che in alcuni momenti è buona, amorevole, attenta e in altri è invece imprevedibile, nervosa cattiva. Tutti i bambini provano prima o poi sentimenti ambivalenti nei confronti della mamma, il loro primo “oggetto di attaccamento”: le vogliono un gran bene ma la temono, qualche volta la odiano. I bambini non amano però che si dica loro chiaro e tondo che la loro mamma può sbagliare, essere ingiusta o cattiva. La mamma è buona per definizione. Al tempo stesso sono interessati alle storie di matrigne e streghe, che mostrano i lati oscuri della figura materna. Attraverso la metafora possono esplorare i propri sentimenti nei confronti della figura materna, senza esserne consapevoli e senza dover sentirsi in colpa per i “cattivi pensieri”. Alla narrazione si accosta, si può accostare poi, la lettura di un libro Ma prima di giungere alla piacevole solitudine della lettura in proprio, il bambino chiede: ''Mi leggi?''. È una domanda preziosa che possiamo cogliere e corrispondere per accompagnare ancora per un po’ il bambino nel suo percorso verso la lettura. Recenti ricerche scientifiche confermano che leggere ad alta voce i libri ai bambini fin dalla primissima infanzia contribuisce ad ampliarne l’intelligenza, non solo sotto il profilo cognitivo ma anche emozionale ed affettivo. Infatti la stimolazione e il senso di protezione che genera nel bambino, già dal primo anno di vita, il sentirsi accanto un adulto che si prende cura di lui leggendo storie e condividendo con lui il piacere del racconto è impareggiabile. Ciò è confermato a livello scientifico da molti studi che dimostrano come leggere ai bambini in età prescolare accresce le loro abilità emotive, la prosocialità, il sentimento della solidarietà, l’empatia: tutti fattori protettivi contro l’isolamento sociale, l’insuccesso e l’abbandono scolastico, il bullismo. Mi leggi? Il bambino, la bambina chiede “mi leggi” o anche non lo fa, ma possiamo noi proporglielo. Un primo messaggio che diamo ai nostri figli (nipoti o alunni) quando leggiamo o raccontiamo una storia è di tipo affettivo: “non sto leggendo il giornale, guardando la tv o parlando al telefono, non sto lavorando, sono seduto qui con te a leggere una storia, non ho altri pensieri per la testa e mi piace cosa sto facendo. Se in effetti siamo in grado di stare nel qui e ora del momento della lettura (senza pensare a ieri o a quello che dobbiamo ancora fare e senza nemmeno troppo pensare anche al fine di quello che stiamo facendo “leggo con lui o lei così l’aiuto……”) se riusciamo insomma a stare concentrati e presenti nel momento che stiamo vivendo apprezzando anche noi la storia che stiamo leggendo e la vicinanza con nostro figlio nostra figlia, non solo il messaggio affettivo sarà limpido e chiaro, ma probabilmente riusciremo anche noi a godere della situazione. Questo clima positivo che voi create ha il potere di generare un legame tra il bambino e il libro. La parola libro diventa fonte di piacere. La vista, l’odore e le sensazioni generate dai libri saranno sempre legate a quelle sensazioni di calore, sicurezza e piacere che voi siete riusciti a suscitare. Quando leggere? La scelta dei momenti più opportuni per raccontare e leggere ad alta voce ai bambini può essere considerata da due punti di vista: quello dei bambini e quello degli adulti. Per quanto riguarda i bambini, è importante tener conto di due elementi cruciali: 1. innanzitutto, che i tempi di attenzione di un bambino sono relativamente brevi, (ovviamente dipende dall’età e anche dal tipo di bambino o bambina) 2. in secondo luogo che è necessaria, da parte dei bambini, una disponibilità non sempre facile da ottenere, specialmente nei più grandicelli, nei quali maggiore può essere il contrasto fra interessi e attività diversi dall'ascolto (attività fisica, la televisione, i videogiochi). Di questi due fattori è opportuno tenere conto sia per non eccedere nel pretendere un tempo di attenzione che il bambino non è in grado di dare, sia per cercare di creare situazioni ambientali di distensione che favoriscano la disponibilità interiore all'ascolto. Per quanto riguarda noi adulti, dobbiamo considerare sia le oggettive difficoltà a trovare i momenti più opportuni da dedicare al raccontare e al leggere (gli impegni di lavoro, le occupazioni domestiche ecc.), sia la “fatica‐pigrizia” che a volte abbiamo nel pensare di collocare uno spazio così dedicato all’interno della giornata. È inutile porsi obiettivi impossibili, ma importante che ogni genitore a seconda dei propri ritmi personali di quelli famigliari e delle caratteristiche del proprio figlio pensi a come creare questo spazio, facendo magari anche delle prove ” Si può iniziare dapprima a leggere come un fatto eccezionale: "Oggi nevica, non usciamo, ma ci mettiamo in un angolino del divano e leggiamo assieme". Un po' alla volta è però importante che il momento del racconto o della lettura diventi un momento consueto nella giornata o perlomeno nella settimana del bambino. E’ importante che il momento si ritualizzi I RITI AIUTANO A SCANDIRE UN TEMPO E CREANO UN ORDINE MENTALE CHE AIUTA I BAMBINI DANDO LORO SICUREZZA E FIDUCIA. tra i diversi rituali che le mamme conoscono molto bene (i rituali per la nanna, per i pasti o quelli igienici) vi possono essere quelli dedicati al divertimento e al tempo libero, in questi stabilire lo spazio a loro dedicato gli aiuterà ad accettare il tempo che i genitori dedicano ad altre attività, perché la consapevolezza che immancabilmente arriverà anche il momento in cui la mamma o il papà si dedicherà a lui lo aiuterà ad aspettare. Allora quando si dice è importante che il momento della lettura insieme si ritualizzi, significa creare uno spazio ed un tempo che attraverso la ripetitività (può essere il momento prima di andare a letto, o uno spazio dedicato in un pomeriggio alla settimana) diventa prevedibile e quindi atteso dal bambino. Le modalita' Una raccomandazione particolare deve essere formulata con fermezza: quella di non associare mai l'ascolto a una valutazione dei rendimenti cognitivi. Ascoltare deve essere semplicemente un piacere, non la premessa di un test su quanto il bambino ha imparato. È anche opportuno tenere conto che una fiaba o una storia possono aver colpito la sensibilità del bambino tanto che gli è necessario un certo tempo, una pausa, per "sostenerla" interiormente e quindi lo si disturba quando si vuole immediatamente rievocarla per analizzarla e discuterne. Infine, è da considerare il rapporto fra l'adulto che racconta e legge e i bambini che ascoltano. Per l'adulto, un fattore di interesse in una narrazione è la varietà; per il bambino piccolo la ripetitività è un elemento irrinunciabile.