C`è un po` di Italia nel miracolo Borlée «Noi figli di Calvesi»
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C`è un po` di Italia nel miracolo Borlée «Noi figli di Calvesi»
MERCOLEDÌ 21 AGOSTO 2013 LA GAZZETTA DELLO SPORT 35 ATLETICA LA STORIA PIÙ BELLA DEI MONDIALI ANDREA BUONGIOVANNI Senza precedenti. Non era mai successo che una staf fetta centrasse una finale mon diale schierando, in quartetto, tre fratelli. E’ accaduto nella 4x400 maschile del Mondiali di Mosca, protagonisti i belgi Kevin, Jonathan (gemelli 25enni) e Dylan (20enne) Bor lée. Insieme ad Antoine Gillet, sono stati splendidi quinti, a 1’12” dal podio. In Italia Dietro all’exploit – in lontananza, ma non troppo – c’è anche un po’ d’Italia. Il per ché lo spiega papà Jacques, 55enne che fu ottimo atleta tra la fine degli Anni Settanta e l’inizio degli Anni Ottanta (per esempio argento sui 200 agli Euroindoor di Budapest 1983), che è anche l’allenatore dei figli e il responsabile fede rale della 4x400 belga. «Se og gi i miei ragazzi sono dove so no – racconta – lo dobbiamo pure al fatto che io, tra i miei maestri, ho avuto Sandro Cal vesi. Col mio coach di allora, Wilfried Geeroms, finalista olimpico nei 400 hs a Tokyo 1964 al pari di Salvatore Mora le e di Roberto Frinolli, dal 1976 al 1980 ho trascorso tre periodi di allenamento di quindici giorni ogni anno a Brescia, dove Sandro ci svelava i suoi segreti e ci conquistava col suo buon umore. Amo l’Ita lia, ci vengo spesso in vacanza. Brescia non è il più bel posto del mondo, ma di quegli anni ho splendidi ricordi». A La dinastia PADRE E FIGLI C’è un po’ di Italia nel miracolo Borlée «Noi figli di Calvesi» Jacques, padre e coach dei tre fratelli della 4x400 belga 5a a Mosca, ispirato dal bresciano S Jacques Borlée Velocista negli Anni Settanta e Ottanta, argento nei 200 agli Euroindoor di Budapest 1983, oggi (55 anni) allena a Bruxelles anche tutti i figli S Jonathan Borlée Con 44”43 è il primatista belga dei 400. Sesto ai Giochi di Londra, martedì scorso è stato 4° ai Mondiali di Mosca. Ha 25 anni S FAMIGLIA Jacques Borlée, 55 anni, coi tre figli staffettisti. A sinistra Kevin, passa il testimone a Dylan AFP Il passato Mosca e lo stadio Luzhniki, per Jacques, sono S Kevin Borlée Campione europeo dei 400 a Barcellona 2010, è stato bronzo ai Mondial di Daegu 2011. Ha 25 anni S luoghi della memoria. Qui, an che se l’impianto allora era in titolato a Lenin, ha disputato la sua unica Olimpiade. «Arrivai ai quarti dei 400 e della 4x400 – ricorda – ma la notte prima della staffetta fu molto agitata, non si chiuse occhio. Le scelte del responsabile di settore sca tenarono un putiferio. Ci furo no pesanti divisioni, la situa zione degenerò». Ben diverso è stato il clima che si è respirato in squadra 33 anni più tardi. «I ragazzi – sorride – da buoni fratelli, ogni tanto litigano. Ma lavorare con loro è un piacere, anche se per me dividere la fi gura di allenatore da quella di genitore non è sempre facile». Dinastia Kevin, il più giovane dei gemelli per... cinque minu ti, nei 400 è stato oro agli Euro pei di Barcellona 2010 e bron zo ai Mondiali di Daegu 2011. Jonathan detiene il record na zionale e la settimana scorsa, a Mosca, ha chiuso quarto, a 2/100 dalle medaglie (col fra tello eliminato in semifinale). All’Olimpiade di Londra, divisi da 2/100, sono stati quinto e sesto. Poi c’è Dylan, l’ultimo arrivato, il più alto e, forse, il Dylan Borlée E’ l’ultimo arrivato della famiglia, vanta un personale sui 400 di 45”80 ottenuto in questa stagione. Ha 20 anni Olivia Borlée, 27 anni, prima frazionista della 4x100 d’argento ai Giochi ‘08 AFP più talentuoso. E prima c’è sta ta Olivia, oggi 27enne, prima frazionista della 4x100 d’ar gento ai Giochi di Pechino 2008, quest’anno limitata da problemi ai tendini. «Non fos se stato per lei – racconta Jac ques – forse questa storia non esisterebbe. Io, per colpa del doping, mi ero disinnamorato dell’atletica. Per anni ho fatto il preparatore atletico di tenni sti di alto livello e ho lavorato nel calcio e nel basket. Poi Oli via, vedendo Kim Gevaert vin cere gli argenti di 100 e 200 agli Europei di Monaco di Ba viera 2002, ha preso a far velo cità e diventare il suo allenato re è stato inevitabile. Il nostro segreto? Una squadra allarga A Kevin e Jonathan, si è aggiunto il 20enne Dylan: «Il più talentuoso» ta a una decina di persone tra fisiologi, psicologi, fisioterapi sti e biomeccanici. A Bruxelles, nella nostra organizzazione, nulla è lasciato al caso». Modello Mamma, Edith de Martelaere (ora divisa dal ma rito), è una ex sprinter di valo re nazionale. Ma coi Borlée non è solo questione di geneti ca. «Il nostro modello – sostie ne Jacques – è riproducibile. L’80% dei nostri risultati sono figli del lavoro. Tanto è vero che nel mio gruppo ci sono molti ragazzi in crescita. E pu re Kevin e Jonathan, che ora gareggeranno ai meeting di Zurigo e di Bruxelles e quindi ai Giochi francofoni di Nizza, hanno ulteriori margini». E se l’Italia, in un momento in cui s’è deciso di guardare ai tecnici stranieri, prendesse spunto? In fondo, pensando a Calvesi, sa rebbe la chiusura di un cer chio. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CASO LE DUE RUSSE clic CALVESI MAESTRO DEGLI OSTACOLI ANCHE ALL’ESTERO Sandro Calvesi, morto nel 1980 a 67 anni, a Brescia allenò tra i tanti gli specialisti dei 110 hs Eddy Ottoz (suo genero) e Sergio Liani e dei 400 hs Armando Filiput, Salvatore Morale e Roberto Frinolli. Fu anche consulente del francese Guy Drut, del finlandese Arto Bryggare del britannico Alan Pascoe Yulia Gushchina e Kseniya Ryzhova «Quel bacio era di gioia Ci avete umiliato» Non è stato un bacio di protesta contro la legge russa che vieta la propaganda a favo re dei gay in presenza di mino ri. E quello della foto non è sta to neppure fra Kseniya Ryzho va e Tatiana Firova, come tutti hanno riportato sbagliando. La staffettista russa del bacio con la Ryzhova era Yulia Gushchi na. Ieri le due campionesse del mondo della 4x400 hanno chiarito che il loro gesto sul po dio non aveva alcun significa to. «Siamo sposate ambedue — ha detto la 26enne Ryzhova — ci alleniamo insieme da 8 anni e siamo diventate grandi ami che. Non potete immaginare cosa significhi una vittoria co sì. È stata una pioggia di emo zioni. E sul podio le labbra si sono toccate. Ho ricevuto venti telefonate da giornalisti che, anziché congratularsi per la vittoria, hanno deciso di umi liarmi con queste domande». «Non credevo ai miei occhi — ha detto la Guschina — quando ho visto quello che scriveva la stampa di noi. Si sono baciate anche le statunitensi, al nostro fianco sul podio». Ma nessuno le ha fotografate se non nel ca nonico bacio alla medaglia. Il gesto delle due atlete russe ha avuto tale rilevanza soprat tutto per il contesto in cui è av venuto. La legge di Putin ha ali mentato discussioni fin dalla vigilia dei Mondiali, anche in prospettiva dell’Olimpiade in vernale di Sochi nel 2014. Lo statunitense Nick Symmonds aveva dedicato l’argento vinto negli 800 «agli amici omoses suali». Le svedesi Emma Green e Moa Hjelmet si sono smaltate le unghie color arcobaleno, simbolo della comunità gay. In mezzo le dichiarazioni, poi smentite, di Yelena Isinbayeva per cui «noi in Russia siamo normali, i ragazzi vanno con le ragazze e viceversa». © RIPRODUZIONE RISERVATA MEETING S Olivia Borlée Con la 4x100 bronzo ai Mondiali di Osaka 2007 e d’argento ai Giochi di Pechino 2008. Ora infortunata, ha 27 anni Stasera Vizzoni in Slovacchia Domani la Trost A tre giorni dalla conclusione dei Mondiali di Mosca, oggi riprende l’attività dei meeting. Stasera, a Dubnica nad Vahom (Slk), si disputa l’11° Athletics Bridge Memorial Zdenka Hrbacka (appuntamento Eaa): le gare del martello valgono anche per il Challenge Iaaf. In pedana, dopo il settimo posto iridato, anche Nicola Vizzoni che trova quattro dei primi cinque della prova russa. Nei 100 Nesta Carter sfida Kim Collins. Domani, invece, a Stoccolma, con la 12a tappa, riprende la Diamond League. In Svezia, per i colori azzurri, Alessia Trost nell’alto, reduce a sua volta dal 7° posto dei Mondiali.