[C-RE - 11] CARLINO/GIORNALE/REM/10 07/06/09
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[C-RE - 11] CARLINO/GIORNALE/REM/10 07/06/09
REGGIO DOMENICA 7 GIUGNO 2009 il Resto del Carlino 11 •• SCUOLA PREMIATA Borse di studio Baldi per i migliori del Bus «Pascal» SI È SVOLTA ieri l’annuale premiazione degli studenti dell’Istituto Bus Pascal di Reggio al Palahockey. Davant ia studneti èe docenti è stato comunicato che in occasione della terza edizione di «Politest Top Schools» della Facoltà Universitaria del Politecnico di Milano, il Pascal è stato selezionato con altre 19 scuole superiori di tutta Italia da cui provenivano gli studenti che hanno ottenuto i migliori risultati ai test di ammissione dello scorso anno. In particolare il corso Grafico Beni Culturali dell’Istituto cittadino ha vinto il premio come “Primo Istituto d’Arte nel Test di Architettura e Design”. Sono state inoltre consegnate le borse di studio promosse e sostenute dalla fondazione Carlo Baldi, destinate ai lavori più innovativi prodotti dagli studenti, sia sotto forma di “tesine” da presentare all’esame di stato che di progetti curricolari. Gra- zie al contributo delle ditte Express, Dorando e Chiosco Betty sono stati premiati i migliori studenti dell’istituto, le produzioni di scrittura creativa (il futurismo e Darwin gli argomenti proposti) in e in inglese, le produzioni artistiche, le ricer- che scientifiche, i vincitori delle olimpiadi della matematica, dell’informatica, della chimica e dell’inglese. Numerosi pure i riconoscimenti sportivi. NELLA FOTO sopra il dirigente scolastico Marco Zam- belli dell’Itgs BUS Pascal con i vincitori delle borse di studio della fondazione Carlo Baldi: Alessandro Cionini, Matteo Guidetti, Stefano Gombi, Alessandri Cipolletti, Sara Bigi, Benedetta Arduini, Natasha Balduini e Giulia Caffarri I crolli misteriosi delle chiese reggiane L’architetto Maccarini autore del saggio denuncia «L’armonia e i conflitti» sito dal Comune e, dopo complicate trattative con seminario e orfanotrofi, capitolò nel 1951 di fronte all’aggressività edilizia del “faraonico” (ma oggi, finalmente, tanto detestato) isolato che porta il suo nome. di GLAUCO BERTOLINI OTO ARCHITETTO, autore di varie pubblicazioni, consulente per il restauro della basilica di San Prospero, Stefano Maccarini Foscolo spezza più di una lancia denunciando arbitrarie manomissioni e crolli procurati in chiese cittadine. Lo fa con un agile ma denso volumetto (“L’armonia e i conflitti”, biblioteca di Reggiostoria, sugli scaffali di Bizzocchi), ricco di iconografia anche inedita. E ricco pure di critiche al nuovo modo di vivere la cattedrale. L’autore sostiene, per esempio, che organizzarne lo spazio “per varie e diversificate esigenze” può far rischiare una perdita di sacralità all’edificio di culto, e lancia un appello perché lo storico altare maggiore settecentesco torni al suo posto: è sua convinzione che nulla giustifichi – in nome dell’adeguamento liturgico – il suo occultamento, dal momento che altrove, e non solo in Italia, pur introducendo forme innovative e creative, l’altare monumentale è sempre stato lasciato integro. Altre perplessità, riguardanti i criteri attuativi delle raccomandazioni formulate in proposito anche dalla Cei, vengono espresse da Fra’ Giovanni Scaravelli, che firma presentazione del volumetto. A questo punto Maccarini allarga il suo discorso: “Non vorremmo – scrive – che fra alcuni anni ci si dovesse rammaricare per ciò che oggi è stato trasformato e travolto, così come ora ci rattristiamo per quelle chiese, opere dell’ingegno e della fede, che sono state abbattute nella nostra città in un recente passato”. E traccia un panorama di guasti N (solo dei più gravi: basti pensare che a metà ‘800 nell’area compresa fra la cittadella e piazza d’armi esistevano ben otto edifici di culto, e che in un secolo ne sono stati demoliti sette, lasciando in piedi solo San Francesco). ORATORIO di San Rocco – Ele- gante nel radicale rifacimento del 1761, valorizzato da pale di valenti pittori, fu centro di vita ecclesiale perché fece corpo – nell’omonima via – con gli edifici che nel dopoguerra ospitarono il seminario e le frequentatissime strutture per la ricreazione e l’educazione cristiana della gioventù. Ma fu acqui- stente: il luogo sacro era oggetto di massima tutela, perché si era già nel 1960 e la legge 1089/’39, ormai, era cosa seria. E allora? Allora, ecco un bel crollo improvviso (nella foto tratta dalla copertina del libro). Nessuno ha mai potuto accertarne la causa. Ma la pagina reggiana del quotidiano “Avvenire” avvalorò l’ipotesi che si fosse trattato del troppo fragoroso “bang” di un aereo supersonico. ORATORIO del Signor morto – Affacciato dal 1656 sulla piazzetta a lato di San Francesco, artisticamente notevole per le opere contenute L’APPELLO (poi distribuite in chiese diverse) fu «L’altare maggiore SFUGGONO a abbattuto sulla fine questo elenco altri settecentesco del 1800 perché sacasi consimili. Tra deve tornare crificato a una trancui quello dell’oranella cattedrale» sazione col comutorio di San Nicola ne. da Tolentino, condannato a morte per disfacimento SANTA MARIA della Consola- e abbandono tra via Emilia e ferrozione – Faceva parte integrante via, a ponente dell’abitato di Madell’isolato che ospitava la vec- sone nonostante le ripetute pubchia sede del Pio Istituto Artigia- bliche denunce lanciate anche da nelli poi trasferitosi alla Canalina, Italia Nostra, anche dalla stampa fin dal 1991. Non si sa e – dal 1769 – sorgeva sul lato cittadina, su quale tipo di altare economico orientale di via Fontanelli, all’an- siano state sacrificate le preziosità golo con viale Monte Grappa dei suoi decori che andavano dal (con cui, all’epoca, non comunica- pavimento alla volta, e che in amva). Risultò d’impaccio quando si bito reggiano rappresentavano il trattò di sventrare per realizzare il massimo esempio di architettura complesso residenziale oggi esi- dipinta. MANCASALE OGGI IN SAN SILVESTRO LA PRIMA MESSA IN LATINO CON RITO ANTICO OGGI alle 16 nella Chiesa di San Silvestro a Mancasale verrà celebrata dopo moltissimi anni una Messa col rito del Missale Romanum o Ritus Sancti Pii V, il cui uso è stato di recente liberalizzato da Papa Benedetto XVI col Motu proprio Summorum Pontificum. Per decreto del vescovo Adriano Caprioli la celebrazione sarà mensilmente replicata ogni prima domenica del mese. Questo forma straordinaria del Rito Romano venne usata nella Chiesa fino alla riforma del 1969, salva nel 1965 l’introduzione del “Messale provvisorio”, emendato nel 1967 e che preparò l’introduzione del Novus Ordo Missae, quale oggi noi lo conosciamo. La messa celebrata col rito antico è chiamata anche con il titolo di messa tridentina e comunemente viene detta “Messa in latino”, ma è una definizione sbagliata: anche il messale attuale è in latino, al punto che per l’ultima Editio typica, quella di Giovanni Paolo II del 2002, ancora non esisterebbe la traduzione ufficiale in italiano. Ciò che caratterizza il Vetus Ordo non è dunque la lingua, ma il Rito in sé, la sottolineatura, cioè, del carattere della messa, intesa come rinnovazione del sacrificio di Cristo sulla croce.