Artistica - Pro Loco Camerano

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Artistica - Pro Loco Camerano
COMUNE DI CAMERANO
ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO
“CARLO MARATTI” - CAMERANO
Camerano
Artistica
di
Guida
COMUNE DI CAMERANO
ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO
“CARLO MARATTI”- CAMERANO
Camerano
Artistica
di
Guida
Leggere il territorio del Comune
di Camerano in chiave artistica
puo’ rappresentare una autentica
sorpresa per il turista
che si reca nel nostro paese.
Le pagine che seguono aprono,
infatti, su un patrimonio
di assoluto valore, fino ad ora
celato e dimenticato, mai valorizzato.
Il turista potra’ ora percorrere
i sentieri dell’arte cameranese, seguendo
l’ itinerario degli edifici monumentali
ove essa trova la sua collocazione
storica e la sua ragione.
E’ anche l’esemplificazione del felice
abbinamento tra turismo e cultura.
E’ l’immagine di un paese ricco
di cultura, un invito all’arte
nella dimensione di una realta’
che nella sua “quotidianita’ ”
ha ancora la capacita’ di stupire.
E che lo stupore sia l’inizio
di una riflessione che riporti
il visitatore nel nostro territorio!
Il Sindaco
Prof. Carlo Pesco
SAN NICOLA DA COPERTINO
La tela è stata fortemente mutilata con l’asportazione
delle figure della Madonna, degli angeli e di San
Nicola da Copertino. L’iscrizione apposta sul dipinto
informa sull’autore (Fasolilli), la data (1768) e il
luogo d’esecuzione (Prossedi).
Raffigurerebbe lo stesso Fasolilli nell’opera di ritrarre
la Vergine Immacolata per conto dei Frati Minori
Conventuali, come risulta dalle due figure che assistono
all’esecuzione del lavoro pittorico, in occasione del
completamento dei lavori di ristrutturazione della
chiesa di San Francesco.
Dopo il restauro, la tela verrà collocata definitivamente nella Sede Municipale.
Presenze
Picene
In contrada Fontevecchia, alla periferia
nord-ovest dell’abitato del paese, scavi
della Soprintendenza Archeologica
di Ancona hanno riportato in luce
nel 1968 uno stanziamento
con materiali di tipo subappenninico.
In contrada S.Giovanni sono stati rinvenuti
successivamente resti di insediamenti
del neolitico e dell’età del bronzo.
Sono state, inoltre, ritrovate cinque tombe
a grotticella con calatoio di accesso
e suppellettili di tipo Rinaldone.
Le stesse località del territorio cameranese
hanno restituito più di cento tombe
picene databili dall’XI al III sec. a.C., nella forma
tipica della sepoltura ad inumazione distesa.
Il materiale rinvenuto è conservato nel Museo
Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona.
Alcuni reperti invece sono custoditi in loco
presso l’Antiquarium Comunale, allestito
per ora nei locali della Scuola Media: tra essi,
vasi e ciotole di terracotta di tipo arcaico
e vasellame piceno di vario genere,
parte di kylix greco con figure nere su fondo
ocra ed altri frammenti di vasi greci, spadone
ricurvo di tipo celtico, puntali di lancia, ascia
in ferro e resti di armi picene, di monili
e oggetti ornamentali femminili.
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Le Chiese
Sotterranee
L’arenaria che costituisce prevalentemente
il sottosuolo del colle sul quale sorge
Camerano è percorsa da una serie di grotte
e gallerie comunicanti fra loro.
Sicuramente scavate a scopo di difesa
in epoche remote, costituiscono
un patrimonio storico
e culturale di notevole interesse.
Particolarmente degni di attenzione sono
alcuni ipogei che, per l’aspetto architettonico
ed i simboli religiosi scolpiti a bassorilievo,
si presentano come chiese ipogee scavate
in corrispondenza degli edifici di culto
del centro storico del paese.
Gli accessi al complesso sistema ipogeo si dipartono da
edifici pubblici e privati e scendono nel sottosuolo con
dislivelli di 20-30 metri di profondità.
Particolarmente suggestiva, tra gli ipogei di carattere
religioso, la grotta Ricotti, denominata popolarmente
“la Chiesa” scavata all’interno della rupe del Sassone.
Le grotte sorgono su piani diversi e con varie ramificazioni,
alternando ambienti ipogei destinati ad usi diversificati.
Le croci scolpite nell’arenaria rivelano l’uso rituale di
alcuni ambienti ipogei.
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Palazzo
Comunale
Già Convento dei PP. Minori Conventuali,
costruito nel 1788, è oggi sede
del Palazzo Comunale.
MADONNA COL
BAMBINO
Inserita in una
cornice dorata, la
tela mostra l’immagine devozionale di una soave
Madonna in atto
di sostenere tra le
braccia il Bambino,
che ricalca analoghi soggetti felicemente proposti,
accolti e diffusi
in area marchigiana nei secoli
XVII e XVIII. Il
dipinto è stato acquisito alle collezioni comunali dal mercato antiquario come opera di scuola
di Maratti negli anni ‘50.
SIPARIO DEL TEATRO MARATTI
Il Sipario del teatro “Maratti” è stato realizzato su bozzetto firmato dal pittore Ettore Ballarini (Camerano,
1868 – Roma, 1942) nel 1913 in occasione delle celebrazioni per il bicentenario della morte di Carlo Maratti.
Rappresenta l’allegoria dell’Agricoltura e della Pittura.
L’Agricoltura, figura femminile ritratta a sinistra, presenta il giovane Maratti alla Pittura, la figura a destra
classicamente panneggiata, che gli fa dono di una tavolozza con i colori e di un pennello; strumenti indispensabili allo svolgimento della incipiente attività artistica.
Sullo sfondo, visto dalla campagna di San Germano, alto
sul colle, è riconoscibile il paese di Camerano, città
natale di Maratti.
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SANTI PROTETTORI DI CAMERANO
La tela (sec. XVIII) di soggetto devozionale presenta una
semplice struttura compositiva a triangolo, che vede il
vertice superiore occupato dalla figura della B. V. Maria
nell’iconografia dell’Immacolata Concezione, di bianco e
azzurro vestita, con le mani giunte e lo sguardo rivolto
verso San Giovanni Battista in veste d’eremita e contraddistinto dalla croce di canna e dalla presenza dell’agnello, in atto di offrire il modellino del paese di
Camerano, di cui si qualifica come principale protettore,
qui mostrato da un angelo morbidamente panneggiato.
posti sul vassoio che reca, associata non a santa Chiara,
ma alla giovane santa Faustina – o la Maddalena - colta
in atto devozionale. Il Can. Giuseppe Scarafoni,
nell’Estratto di Memorie sulla Terra di Camerano del
1821, annovera infatti i santi Sebastiano, Macario abate
e Faustina tra i protettori “men principali” di Camerano
e ricorda l’esistenza, nei secc. VIII-XI, di un monastero di
Monache sotto il titolo di Santa Maria e Sant’Agata
martire, citato nel Codice Bavaro, nell’area poi occupata dai Frati Minori tra il 1215 e il 1230. Le segnature
apposte sulle tele informano del restauro condotto da
Antonio Lazzari di Pesaro nel 1794. Dunque le tre tele
potrebbero aver fatto parte di un gruppo di opere dedicate ai santi protettori della Terra di Camerano.
CRISTO RISORTO
Nell’opera l’immagine del Cristo risorto è rappresentata
a mezza figura, al di là di un parapetto di nuvole, tra due
angeli: l’uno con le braccia conserte al petto, l’altro con le
mani semigiunte. Sullo sfondo di un cielo dorato si staglia
la sagoma bruna della croce -simbolo della Passione- tesa
a bilanciare compositivamente il gesto del braccio levato
del Redentore. Secondo le indicazioni di Buglioni (1795),
accolte dal Natalucci (1980), la tela, attribuita al Barocci
con datazione al 1588, proviene dalla sacrestia della chiesa di San Francesco. Il Serra (1936) più genericamente riferisce l’opera a un pittore baroccesco.
L’Inventario degli oggetti esistenti nella Chiesa di
S. Francesco del 12 Aprile 1912 ricorda, nell’Altare maggiore, le seguenti “pitture minori”: Sant’Agata, Santa
Chiara, Transito di san Francesco, San Fabiano e San
Sebastiano. La citazione relativa ai santi Sebastiano e
Agata suggerisce un agevole confronto con le due tele
raffiguranti rispettivamente una coppia di sacre figure
da identificare in san Sebastiano, ritratto con la freccia
in mano, simbolo dello strumento del martirio subito,
parzialmente coperto da un probabile san Macario
abate (e non Fabiano), genuflesso in primo piano, e
santa Agata, qualificata dall’attributo dei seni recisi e
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CIVICHE RACCOLTE MUSEALI
La raccolta museale dedicata al pittore cameranese
Carlo Maratti (1625-1713) comprende: il ritratto dell’artista, di autore ignoto, probabilmente commissionato dalla “Comunità Laicale” di Camerano in segno di
riconoscenza verso l’illustre benefattore; alcune incisioni originali; diverse riproduzioni fotografiche di opere
dell’artista in bianco e nero, realizzate agli inizi del
Novecento; lo stemma acquarellato del cav. Maratti; le
gigantografie delle tele firmate dal Maestro e quelle
della sua scuola esistenti nelle Marche; il bozzetto del
busto realizzato nel 1913 da Morelli.
Durante gli scavi realizzati nel 1998 per la ricostruzione
dell’immobile nell’area ex Palazzo Ricotti, sono rinvenuti alla luce frammenti di vasellame (secc. XIV-XIX), alcuni dei quali opportunamente ricomposti nelle forme originali delle brocche, dei piatti e dei boccali, rivelano una
probabile provenienza dalle botteghe operanti nell’area
metaurense (Pesaro, Urbino e Casteldurante-Urbania).
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All’interno del Palazzo Comunale esiste, inoltre, una piccola raccolta di 14 fisarmoniche databili tra il 1850 ed
il 1934, in gran parte realizzate da ditte locali tra cui
Scandali o Scandalli, Accordiola e Soprani.
La pregiata fattura degli elementi decorativi in celluloide e madreperla denuncia la mano delle qualificate
maestranze, all’epoca particolarmente attive, l’una a
Camerano e l’altra nella limitrofa Castelfidardo.
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Chiesa di
S. Francesco
Fondata tra il1215 e il 1230.
Venne ristrutturata tra il 1763 e il 1769 .
ADORAZIONE DEI PASTORI
L’Adorazione dei pastori è opera dipinta a olio su tela da
Ernst van Schayck (1567-1632), che la realizza nel
1600. Tra i personaggi della sacra rappresentazione
descritti in abiti foggiati modernamente, emerge la
figura di san Giuseppe, fortemente connotato dagli
attrezzi di falegnameria riposti nella cesta in primo
piano, che alluderebbero alla committenza di una locale confraternita formata da artigiani o all’identità di un
donatore altrimenti ignoto. La centinatura della tela,
restaurata dal pittore pesarese Antonio Lazzari nel
1794, risale all’epoca della generale ristrutturazione
della Chiesa (1769).
SANT ’ANTONIO
La tela centinata riporta in basso a sinistra l’anno di
esecuzione (1628) e il nome della committente ritratta
(Faustina Bravi). Rappresenta la Vergine Immacolata tra
le figure simboliche della Trinità, i santi Agostino,
Giovanni evangelista, Monica, Apollonia e Antonio di
Padova al centro, nominato “avvocato perpetuo appiè
S.D.N.” dalla Comunità laicale mentre il paese era in
preda alla peste, come riferisce la Platea della Chiesa
Parrocchiale del 1769. Restaurata da Lazzari nel 1794,
la pala d’altare è attribuita da Buglioni (1795) alla
scuola di Pomarancio.
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CROCIFISSIONE
Il dipinto con la Crocifissione di Gesù, la Madonna, la
Maddalena e santi è citato presente nella chiesa di San
Francesco da Buglioni nel 1795. Si ignora il nome dell’autore, che andrebbe comunque ricercato nell’ambito
della scuola romana del sec. XVIII.
L’opera è compresa nell’Inventario del 1912; probabilmente nella attuale collocazione sostituisce la tela di
Fasolilli rappresentante san Giuseppe da Copertino.
TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA E SANTI
Nella pala d’altare, secondo espliciti intenti devozionali,
l’autore spiega il tema della traslazione della Santa Casa
di Loreto portata in volo dagli angeli tra sant’Anna e san
Giuseppe e sovrastante i santi Nicola da Tolentino,
Lucia, Francesco di Paola, Antonio abate, Apollonia,
Biagio, Andrea Avellino sostenuto da un diacono e la
figura isolata di sant’Emidio vescovo.
L’iscrizione apposta sulla tela “Franc[esc]o Fasolilli Pinse
ed / inventò in Prossedi l’Anno 1769” colloca l’esecuzione dell’opera in relazione al completamento dei lavori di
ristrutturazione della chiesa di San Francesco ad opera
dell’architetto Francesco Maria Ciaraffoni.
SAN FRANCESCO
La pala dell’Altare maggiore rappresenta l’estasi del
santo titolare, Francesco d’Assisi, con a destra la figura di frate Leone.
L’esecuzione del dipinto è attribuita da Buglioni (1795)
al pittore Marco Vannetti di Loreto, settecentesco discepolo di Maratti, di cui Ricci (1834) orienta l’attività nell’ambito della cultura artistica bolognese vicina a
Cignani, definendo la tela “cignanesca”.
Il quadro, restaurato nel 1794 da Lazzari, è citato
nell’Inventario del 1912.
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Chiesa
Parrocchiale
Esistente già nel sec. XII
venne ristrutturata con pianta
a croce greca nel 1676.
MADONNA CON BAMBINO E SANTI
Il notevole dipinto raffigura la Madonna in trono con il
Bambino, santa Monica (Donzelli, 1942, riporta santa
Caterina da Siena), sant’Agostino e san Domenico all’interno di un ambiente architettonico aperto sul paesaggio di fondo dall’angelo che solleva il tendaggio
verde scuro. La tela è stata realizzata a Roma dal pittore Carlo Maratti per la famiglia Corraducci di
Camerano, che ne fece dono, a mezzo del Pievano D.
Francesco Mazza, alla Confraternita del SS.mo
Sacramento, a condizione che a sue spese costruisse e
dotasse il quadro della cornice e lo ponesse sul suo altare nella Chiesa Parrocchiale. Ricordata da Bellori (in
Lioni, 1731) tra le opere giovanili dell’artista (ante
1650), l’opera è collocata dietro l’Altare maggiore.
TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI LORETO
La tela di ambito marchigiano del sec. XVIII rappresenta, sullo sfondo di una scena di naufragio, la visione
della Santa Casa di Loreto trasportata in volo dagli
angeli da parte di un probabile san Rocco accompagnato da un cane (suo attributo iconografico). Già conservata nei depositi del Museo Diocesano di Ancona, l’opera è pervenuta alla sede attuale negli anni ’70.
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IMMACOLATA CONCEZIONE
La tela centinata raffigura la Vergine coronata di stelle nell’iconografia dell’Immacolata. Trattasi di un’opera controriformistica di ambito romano o marchigiano del sec. XVIII, di
cui le fonti inventariali pertinenti alla Chiesa Parrocchiale
non hanno memoria fino al 1947.
MADONNA DELLA CINTURA E SANTE AGOSTINIANE
Il quadro relativo alla Madonna della Cintura e tre sante agostiniane (Chiara da Montefeltro a sinistra, Rita da Cascia a destra)
secondo le note riportate da Oretti (1777), Albertini (1790) e
Maggiori (1821) proviene dalla chiesa di Sant’Agostino di
Ancona ed è opera dipinta da Girolamo Donnini (Correggio
1681- Bologna 1743) tra il 1725 e il 1730. Poiché la tela non è
citata negli inventari della Parrocchia fino al 1947, si ipotizza la
sua acquisizione nella attuale collocazione dopo tale data.
APPARIZIONE DELLA MADONNA A SAN FILIPPO NERI
San Filippo Neri è raffigurato secondo la tradizionale iconografia dinanzi all’apparizione della Vergine con il Bambino tra
testine alate. Già nel Seminario Arcivescovile di Ancona fino al
1968, poi nei Depositi del Museo Diocesano di Ancona, dal
Giugno del 2000, il dipinto è stato collocato nella Chiesa
Parrocchiale. Incerti risultano l’autore, la committenza e l’originaria ubicazione, anche se l’opera va comunque datata nella
seconda metà del Seicento. Da confronti iconografici si ricava
che la figura del santo risale, probabilmente attraverso Giacinto
Calandrucci (1646-1707) - Cingoli, chiesa di San Filippo -,
discepolo di Maratti, al prototipo dipinto da Guido Reni nel
1614 per la chiesa romana della Vallicella.
Nell’angolo superiore a destra è uno scudo araldico inquartato
con corona di conte e croce dell’Ordine di Malta (Primo: insegna della Famiglia Camerata).
MADONNA DELLA SPERANZA
Il quadro raffigurante la Madonna con il Bambino proviene dall’altare della Chiesa della Madonna della Speranza, ubicata
fuori paese, e nel 1920 è stato collocato nella cappella omonima annessa alla Chiesa Parrocchiale. Gli inventari della Chiesa
Parrocchiale compilati nella prima metà del ‘900 citano la tela
come opera realizzata nel 1730.
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Chiesa di
S. Faustina
Fondata nel sec. XI, decorata a cura del pittore
Carlo Maratti agli inizi del sec. XVIII,
venne restaurata e riaperta al culto nel giugno del 2000.
MEDAGLIONI DI RUSCONI
I medaglioni sono opera di Camillo Rusconi (16581728), che li realizzò nel 1712 per conto del pittore
Carlo Maratti a corredo della chiesa di San Niccolò.
Gli ovali raffigurano Maratti e la moglie Francesca de
Gommi, ritratti di profilo con mezzobusto nell’iconografia della vecchiaia.
SAN NICOLA DI MIRA
Sullo sfondo di una architettura classica, la tela rappresenta la monumentale figura di san Nicola di Bari, già
vescovo di Mira, con l’attributo iconografico delle tre
sfere d’oro, nel gesto di benedire i tre fanciulli resuscitati.
Il dipinto è unanimemente attribuito alla scuola di
Maratti (Rudolph, 1979) ed è pervenuto alla chiesa di San
Niccolò – detta anche di Santa Faustina – come Legato di
Carlo Maratti di cui al Codicillo del testamento del 1711.
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Chiesa della
Speranza
Edificata nel 1872 di fronte all’antica
diruta Chiesa del sec. XV.
MADONNA COL BAMBINO
Inserita in una icona di legno intagliato, la tela di ambito
marchigiano del sec. XIX raffigura la Vergine con il
Bambino, detta “Madonna della Speranza”.
Nella attuale collocazione il dipinto ha sostituito la tela
di medesimo soggetto, risalente al 1730, trasferita nella
Chiesa Parrocchiale.
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Chiesa di
S. Germano
Fondata nel sec. IX, fu riedificata dagli Schiavoni
nel 1478 e ricostruita nel 1875.
MADONNA DEL CARMINE E ANIME DEL PURGATORIO
La tela è ricordata nei documenti parrocchiali sull’Altare
maggiore (Platea del Pievano Ruggeri e Risposte alla
Sacra Visita, 1853) con la variante di san Simone Stoch,
poi sostituito con sant’Antonio abate per ornamento del
relativo altare. Probabilmente la pala è stata commissionata ad un artista di ambito marchigiano attivo nel
sec. XVII dalla Confraternita del SS. Sacramento che
aveva lo juspatronato sulla Parrocchia.
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STATUA LIGNEA DELLA MADONNA DEL CARMINE
La statua lignea della Madonna del Carmine è opera di
artigiani di Ortisei. Acquisita negli anni ’50, è stata collocata sull’altare maggiore con l’ornato ligneo del XVII
sec. proveniente dalla chiesa di Castel d’Emilio.
BUON PASTORE
La recente tela di ambito marchigiano, da collocare cronologicamente tra la fine del sec. XIX e gli inizi del sec.
XX, raffigura Gesù nell’iconografia del Buon Pastore e
secondo le notizie fornite da Recanatini (1990) proviene dall’omonimo Istituto di Ancona.
APPARIZIONE DELLA MADONNA A SAN GERMANO
Il dipinto settecentesco è dedicato a san Germano, protettore principale della Parrocchia, ed è ricordato negli
stessi documenti parrocchiali sull’Altare maggiore, collocazione da cui è stato rimosso negli anni ’50 per essere destinato all’altare posto a cornu epistolae.
È probabile che l’ignoto autore di ambito marchigiano,
con flessioni lessicali desunte dalla scuola romana, abbia
inteso esaudire le richieste della locale Confraternita.
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Comune di Camerano
Associazione Turistica Pro Loco
“Carlo Maratti” - Camerano
GUIDA ARTISTICA
DI CAMERANO
Responsabili:
Carlo Pesco
Flavio Angeletti
Progetto
e realizzazione dell’opera:
Fabio Toccaceli
Progetto grafico:
IDEAzione Studio Grafico
Castelfidardo (An)
Schede delle opere d’arte:
Nadia Falaschini
Testi:
Alberto Recanatini
Fabio Toccaceli
Referenze fotografiche:
Archivio fotografico
Comune di Camerano
(foto di Mariano Soleggiati)
Archivio fotografico Fabio Toccaceli
(foto opere d’arte di Mariano Soleggiati
e Studio Fotografico Barbini)
Fotolito:
Cromolux di Osimo (An)
Stampa:
Tipolitografia UTJ di Jesi (An)
Dicembre 2000
Ringraziamenti:
Arcidiocesi Ancona - Osimo
Parrocchia Camerano
Parrocchia San Germano
Biblioteca Accademia Marchigiana
di Scienze, Lettere ed Arti di Ancona
ed inoltre:
Mons. Cesare Recanatini
Don Aldo Pieroni
Nadia Falaschini
Alberto Recanatini
Mariano Soleggiati
Pubblicazione a cura
dell’Ufficio Cultura e Turismo
del Comune di Camerano:
Comune di Camerano
via S. Francesco, 24
60021 Camerano (AN)
tel. 0717303058 / 0717303056 • fax 0717303041
e-mail: [email protected]
www.comune.camerano.an.it
Fabio Toccaceli
Fiorenza Pizzicotti
E’ vietata qualsiasi riproduzione,
anche parziale, di foto e testi
Iniziativa realizzata con il
contributo della Provincia di Ancona
Ufficio IAT Informazioni e Accoglienza Turistica
via Maratti, 22
60021 Camerano (AN)
tel. 0717304018 / 071731460 • Fax 0717300992
e-mail: [email protected]
www.marcheonline.net/turismo/camerano