Pag 10 - Federazione Coldiretti Torino

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Pag 10 - Federazione Coldiretti Torino
IL COLTIVATORE PIEMONTESE
1-31 dicembre 2012
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anno 68 – numero 22
Italia
pagina 10
Imu: occorre rivedere l’aliquota Vino: le imprese che esportano
Sergio Marini: «Ci sono le condizioni per una riduzione»
❚❚❚ Roma – L’agricoltura ha pagato più del dovuto per l’Imu sui
terreni e l’eccedenza di gettito
comporta la riduzione dell’aliquota della seconda rata, come
concordato con il Governo e previsto dalla legge». Lo afferma il
presidente della Coldiretti, Sergio Marini, che chiede l’applicazione dell’articolo 13, comma
8, del decreto legge “Salva Italia”
con il quale si prevede che con
decreto del presidente del Consiglio dei ministri, da emanare entro il 10 dicembre 2012, si provveda, sulla base dell’andamento
del gettito derivante dal paga-
mento della prima rata dell’Imu,
alla modifica dell’aliquota da applicare ai fabbricati strumentali
agricoli e ai terreni, in modo da
garantire che il gettito complessivo non superi per l’anno 2012
l’ammontare previsto dal ministero dell’Economia e delle finanze.
«Naturalmente, aspettiamo –
conclude Sergio Marini – che ci
vengano forniti anche i dati Imu
relativi ai fabbricati strumentali
per verificare se, anche in questo
caso, si riscontrano le condizioni
per la riduzione delle aliquote,
così come previsto dalla legge».
Ambiente: ingiusto
l’obbligo di assicurazione
sui rischi climatici
❚❚❚ Roma – L’obbligo di stipulare
un’assicurazione contro alluvioni
e altri eventi naturali che presentano un elevato grado di rischio
per le popolazioni e i territori non
sembra che possa rappresentare
una soluzione né giusta né efficace, considerando che la tutela riguarda i soli soggetti danneggiati
che siano nelle condizioni economiche di far ricorso a tale strumento. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare le anticipazioni sui contenuti della bozza sulle linee strategiche per la tutela del
territorio inviate al Cipe dal ministro
dell’Ambiente,
Corrado Clini. Ci sono
27 milioni di italiani
che – sottolinea la Coldiretti – sono esposti al
rischio idrogeologico e
a quello sismico, che rispettivamente riguardano 6.631 comuni,
equivalente al 10 per
cento della superficie
territoriale italiana (29.500 kmq)
e 2.893 comuni pari al 44 per cento del territorio complessivo
(131.000 kmq). Nella frequenza
degli eventi che offendono l’integrità idrogeologica del nostro Paese non è peraltro in gioco un diritto
privato all’indennizzo, ma – precisa la Coldiretti – la tutela di beni
comuni irriducibili negli schemi
del mercato assicurativo. La proposta sembra, in realtà, neutralizzare le responsabilità che sono in
capo agli enti pubblici nell’intraprendere opere e iniziative di
adattamento in osservanza al riparto di competenza e –
conclude la Coldiretti –
affievoliscono l’impegno a introdurre opportune garanzie per l’adozione di misure riguardanti soprattutto le
aree deboli e più esposte allo spopolamento e
nelle quali l’economia è
più debole.
Agriturismi
di Campagna Amica:
la App per sceglierli
arriva anche su Android ❚❚❚ Roma – Dopo il lancio per i
dispositivi Apple iPhone e iPad,
l’applicazione che consente di
scegliere gli agriturismi di Terranostra è ora disponibile su Google Play anche per i sistemi Android. Come sono, cose c’è intorno, quanto costano, cosa si mangia, quel che si vede, divisi per
regione, per provincia: con il sistema di ricerca sarà possibile
trovare e scegliere il posto ideale
per la vacanza.
Per ogni
agriturismo
sono, infatti, disponibili tutte le
informazioni sulla
struttura,
sui servizi
offerti, su
quel che c’è
di bello nelle vicinanze, ma anche sui prodotti saporiti e genuini che si potranno portare a casa dopo un bel soggiorno
o una ricca cena.
Con l’applicazione si potrà telefonare all’agriturismo che interessa direttamente dalla App o
mandare una mail, sapere subito
come raggiungerlo attivando la
navigazione Gps e sfogliare le foto dei luoghi e delle strutture.
crescono il triplo delle altre
❚❚ Roma – È l’export il principale motore di sviluppo per il settore vitivinicolo, tanto che le imprese che vendono all’estero crescono il triplo delle altre. Ad affermarlo è un’indagine realizzata da Ismea-Mps
sull’andamento del mercato mondiale del vino, sfuso e imbottigliato,
per volume e valore.
Secondo i dati, l’Italia produce il doppio della domanda interna e il consumo pro capite cala di un litro all’anno, che ora si attesta fra i 35 e i
37 litri, mentre negli anni Settanta arrivava a 100. La ricerca mostra
come solo il 14 per cento delle aziende che non esportano continui a
crescere. Il dato invece quasi triplica (43%) per le imprese che operano sui mercati internazionali. Le aziende italiane che esportano sono il
70 per cento del campione e raccolgono mediamente fuori dai confini
nazionali circa il 37 per cento del proprio fatturato.
Nonostante l’Italia rischi il sorpasso da parte della Spagna come primo
fornitore mondiale, in volume, grazie soprattutto al contributo dei vini
sfusi, non sembra arrestarsi la crescita in valore del vino italiano che,
dopo l’ottima performance del 2011 (4,4 mld di euro), è cresciuto di un
ulteriore 8 per cento nei primi sette mesi del 2012. Ed è proprio la crescita in valore il dato più attendibile per valutare la capacità di penetrazione dei vini di pregio (il dato in volume risente infatti dell’incidenza
degli sfusi, cresciuta fino al 40% del totale).
I dati sui paesi importatori nel mondo mostrano come la Cina, pur
restando un nuovo mercato, si sia avviata a raggiungere volumi e
valori che la mettono alla pari con i principali mercati consolidati
mondiali. La Cina sale al quinto posto assoluto in valore, con 1.037
milioni di euro, facendo segnare un +71 per cento e superando in un
solo anno Giappone, Belgio, Svizzera e Paesi Bassi.
Secondo Ismea, le maggiori potenzialità si riscontrano nei nuovi
mercati dell’Europa dell’Est, comunitari e non, che negli ultimi cinque
anni hanno incrementato notevolmente la propria domanda: Bulgaria, Slovacchia, Ungheria, Estonia, Lituania, Lettonia. A questi si
affiancano, fuori dal Continente, alcuni Paesi sudamericani, come
Brasile, Argentina e Messico, o quelli dell’Estremo Oriente quali
India, Corea del Sud e Thailandia. I volumi sono ancora piuttosto
limitati e solo in pochi casi superano il milione di ettolitri importati, ma
i tassi di crescita sono talvolta travolgenti.
Oggi l’Italia è leader in Bulgaria (58% davanti a Spagna e Francia),
Slovacchia (36% davanti a Ungheria e Repubblica Ceca), Ungheria
(88% davanti a Germania e Spagna), è seconda in Estonia (14% dietro alla Spagna, davanti alla Francia), Lituania (27% dietro la Francia,
prima della Spagna), Romania (15% dietro la Spagna e davanti alla
Bulgaria), e terza in Lettonia (20% dietro Francia e Spagna).
Fuori dal continente europeo, il Belpaese è il maggiore fornitore in
Thailandia (24% davanti ad Australia e Francia) ed è terzo in Brasile
(17% dietro Cile e Argentina), Messico (dietro Spagna e Cile), Corea
del Sud (dietro Cile e Spagna), India (dietro Francia e Australia),
Australia (dietro Nuova Zelanda e Francia), Argentina (1% dietro a
Cile con 87%, Spagna e a pari quota con la Francia).