Le strategie di “pacing” nelle competizioni Concetti generali
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Le strategie di “pacing” nelle competizioni Concetti generali
Le strategie di “pacing” nelle competizioni Concetti generali Carlo Capelli, Università degli Studi di Verona 13/03/14 Fisiologia dello Sport 1 Definizione della strategia di “pacing” • Pacing strategy • Studio di come un atleta possa distribuire la produzione di lavoro meccanico, l’espressione di potenza e la velocità nel corso di una gara in modo da ottimizzare il risultato • Scopo: posticipare l’insorgenza di fatica e vincere • Competizioni a “closed-loop” • L’atleta deve coprire una determinata distanza nel minor tempo possibile • “head-to-head” competitions: la tattica di gara può essere più importante della strategia di pacing • “time trials”: in questo caso i test e le ricerche di laboratorio, replicando le competizioni, possono aiutare a definire la migliore strategia di pacing (espressione di potenza-velocità) 13/03/14 Fisiologia dello Sport 2 Pacing Negativo • Pacing negativo • Una competizione è svolta con pacing negativo (o negative split) quando si assiste ad un incremento di velocità durante l’evento • E’ spesso osservato durante prove sulle medie distanze ove la velocità e/o la potenza aumentano nella fase finale di eventi a cronometro veri o simulati • L’aumento della potenza è dovuto al reclutamento di nuove UM e all’utilizzazione di fonti energetiche anaerobiche 13/03/14 Fisiologia dello Sport 3 Pacing Negativo • Vantaggi di un pacing negativo • Diminuisce la deplezione di carboidrati e mantiene più basso il V’O2 • Limita l’accumulo di metaboliti nella fase precoce della competizione • P..E.: il pacing negativo conduce ad un accumulo minore di La nei primi 9 minuti di gara ciclistica a cronometro di 20-km • Un inizio caratterizzato dall’espressione di potenze più basse (15 % in meno di quella spontaneamente selezionata) conduce ad un miglioramento significativo della performance 13/03/14 Fisiologia dello Sport 4 All-Out Pacing • In quali competizioni • Brevi distanze (50-200 m) nelle quali circa il 40-60 % della gara è trascorso in accelerazione aumentando l’energia cinetica • Dopo questa fase, l’energia spesa per mantenere una velocità costante è minore di quella spesa nella fase di accelerazione • Dal momento che non possiamo evitare di spendere energia per accelerare, si ritiene che sia più opportuno distribuire questa energia all’inizio per accelerare al più presto sino alla velocità finale più elevata possibile 13/03/14 Fisiologia dello Sport 5 All-Out Pacing • In quali competizioni • • Poiché la fase di accelerazione è proporzionalmente maggiore durante le prove di sprint, è possibile che la migliore performance sia ottenuta con una strategia all-out Modelli matematici suggeriscono che questa si ala strategia migliore per competizioni < 300 m circa 13/03/14 Fisiologia dello Sport 6 Positive Pacing • Pacing positivo • • • • E’ una strategia che conduce alla diminuzione graduale di velocità/potenza durante la gara E’ comune nelle competizioni dove è possibile ridurre il tempo necessario ad accelerare: nuoto (partenze dai blocchi), staffetta di corsa (partenza lanciata) Ma la si riscontra anche nel canottaggio e negli 800 m piani Questa strategia è associata ad un maggiore V’O2, un maggiore accumulo di metaboliti (La) e a valori più elevati di RPE La diminuzione della velocità è quindi inevitabile al fine di evitare l’esaurimento 13/03/14 Fisiologia dello Sport 7 Positive Pacing • Pacing positivo e ultraendurance • • • • Lo si riscontra comunemente anche in eventi di endurance, ultraendurance (p.e. Ironman) Riduce la deplezione di GLY? Riduce l’insorgenza di fatica neuromuscolare ? Riduce la percezione della fatica ? 13/03/14 Fisiologia dello Sport 8 Even Pacing • Even pacing • • • Si ritiene che sia la strategia ottimale per gare superiori ai 2 minuti dove la percentuale del tempo impiegato e l’energia spesa per accelerare non sono importanti Comune e redditizio nella corsa, ciclismo, pattinaggio, nuoto, sci di fondo E’ redditizio evitare le oscillazioni di velocità soprattutto quando l’aòiquota di energia spesa contro la resistenza del mezzo (aria ad alte velocità, acqua nel nuoto) è la frazione prevalente della potenza totale spesa. 13/03/14 Fisiologia dello Sport 9 Even Pacing • Even pacing • • • La potenza spesa è grosso modo proporzionale al cubo della velocità rispetto al mezzo (E’D = k v3) In presenza di oscillazioni della velocità, il mantenimento della velocità media costa molto di più che mantenere la stessa velocità assolutamente costante In presenza di decelerazioni e accelerazioni – oscillazioni attorno alla velocità media – ogni accelerazione ci costerà molta più potenza rispatto a quella risparmiata rallentando vista la relazione cubica con la velocità 13/03/14 Fisiologia dello Sport 10 Even Pacing • Even pacing • • • Inoltre non è redditizio esprimere potenze inferiori alla cosiddetta “potenza critica”, ovvero l’intensità di esercizio più elevata compatibile con lo stato stazionario di Lattato nel sangue e con un livello stabile di V’O2 Potenze più elevate conducono all’esaurimento Potenze inferiori sarebbero “subottimali” al fine della prestazione 13/03/14 Fisiologia dello Sport 11 Even Pacing • Un caso particolare di even pacing: i record dell’ora di ciclismo 13/03/14 Fisiologia dello Sport 12 Parabolic Shaped Pacing • Parabolic shaped pacing • • • La tecnologia oggi ci consente di misurare durante le gare velocità/potenza espresse dagli atleti. Ciò ha consentito di evidenziare una particolare strategia di pacing. U-shaped o parabolic shaped pacing: nella la prima metà della gara la velocità diminuisce per poi aumentare nella seconda metà 13/03/14 Fisiologia dello Sport 13 Parabolic Shaped Pacing • Parabolic shaped pacing • • • • Esempio: gare di canottaggio olimpiche Sydney 2000 Perché questa strategia? Non si sa molto E’ stato suggerito che la graduale diminuzione di vleocità in ambienti caldi ed umidi sia attuata per prevenire disidratazione ed esaurimento L’accelerazione finale è eseguita per guadagnare posizioni… 13/03/14 Fisiologia dello Sport 14 Parabolic Shaped Pacing • Variable pacing • • • • • Quasi tutte le informazioni sulla strategia di pacing sono state ottenute durante simulazioni in laboratorio La gara è una situazione diversa! Esempio del ciclismo: discese, salite, sfruttamento della scia… In gara si è visto che la stategia di un pacing variabile è molto comune Consente di sfruttare le inclinazioni del terreno e la scia per mantenere costante la velocità variando la potenza E’ una strategia redditizia, ma le oscillazioni devono essere limitate (+/- 5 %) 13/03/14 Fisiologia dello Sport 15 Regolazione della Cadenza • Variable pacing • • • Il reclutamento di MU e l’intensità dell’esercizio sono regolati in risposta a segnali intrinseci (fisiologici, cognitivi) o estrinseci (ambiente) al fine di mantenere un’adeguata omeostasi Fattori intrinseci: si suppone che l’intensità sia autoselezionata e controllata in modo “teleo-anticipatorio” in maniera che il soggetto possa comunque completare un dato compito prefissato (finire la gara) Esempio: in un gruppo di ciclisti la potenza di pacing non è stata influenzata modificando artatamente la distanza di gara da 36 a 46 km 13/03/14 Fisiologia dello Sport 16 Regolazione della Cadenza • Variable pacing • • • • Fattori estrinseci: sono responsabili di fatica periferica Esempio: è stato dimostrato il progressivo aumento di iEMG ei muscoli reclutati per mantetenere costante la potenza. Quindi non sembra esserci nessun meccanismo “protettivo” di origine centrale Teniamo comunque conto che anche le “cinetiche” di utilizzazione delle vie energetiche e della deplezione dei substrati (fattori fisiologici intrinseci) potrebbero essere il fattori predominanti, come sembrano suggerire glistudi che applicano modelli fisiologici predittivi delle velocità record 13/03/14 Fisiologia dello Sport 17 Bibliografia • Abbiss CR, Laursen PB. Describing and Understanding Pacing Strategies during Athletic Competition. Sports Med 38: 239 – 262, 2008. • Nikolopulos V. Arkinstall MJ, Hawley JA. Pacing strategy in simulated time-trial is based on perceived rather than actual distance. J Sci Med Sport 4: 212-219, 2001. • Hettinga FJ, De Koning JJ, Broersen FT, Van Geffen P, Fostre C. Pacing Strategy and the Occurrence of Fatigue in 4000-m Cycling Time Trials. Med. Sci. Sports Exerc., Vol. 38, No. 8, pp. 1484–1491, 2006. 13/03/14 Fisiologia dello Sport 18