Storia della cardiologia ospedaliera pugliese

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Storia della cardiologia ospedaliera pugliese
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Cultura
Storia della cardiologia ospedaliera
pugliese
Un cammino lungo cinquant’anni - 1959/2009
Donato Messina*
L
a cardiologia ospedaliera della Regione Puglia ebbe il suo primo riconoscimento ufficiale presso
l’Ospedale Civile di Barletta. Infatti nel 1959 il
dott. Donato Messina, specializzato in Cardiologia
presso l’Università di Torino, venne destinato,
quale Assistente Medico-Chirurgo di ruolo, al Reparto di Chirurgia però “addetto alla cardiologia”. Tale qualifica
era ben specificata nel provvedimento di nomina adottato dall’amministrazione ospedaliera. Accadeva così che, per la prima
volta nella Regione Puglia, dove non esistevano strutture cardiologiche “autonome”, un cardiologo veniva destinato a svolgere funzioni specifiche in piena autonomia.
In realtà, altri medici già svolgevano le medesime funzioni
presso reparti ospedalieri o universitari, ma tutti operavano
sotto la diretta responsabilità dei Primari della Medicina interna e dei Direttori delle cliniche mediche universitarie. Negli anni
’50-’60, infatti, le varie branche mediche venivano considerate
figlie della “grande madre”, cioè la “Medicina Interna”: in effetti lo sviluppo di una cardiologia autonoma era molto avversato
dai Primari medici e dai Clinici Universitari, che temevano lo
smembramento della Medicina interna. E ciò si verificava particolarmente in Puglia.
Procedendo sempre in salita, nel 1961, presso l’O.C. di
Barletta, venne attivato un Centro di Cardioreumatologia, che
consentì l’utilizzazione di fondi del ministero finalizzati alla lotta
alle malattie sociali. Il compito di questi centri di tipo preventivo, assistenziale e culturale, era quello di combattere le patologie croniche degenerative. L’affluenza dei pazienti al Centro
barlettano fu rilevante.
In seguito, nel 1965, l’Amministrazione ospedaliera istituì
anche il Servizio di Cardiologia, affidato poi alla responsabilità
di un Primario; pertanto questo Servizio costituì l’unica Unità
Operativa autonoma operativa nella Regione Puglia. Fu nel
1970 che il servizio venne trasformato in Divisione, comprendente anche l’UTIC.
Nel gennaio del ’66 il dott. Messina, che aveva aderito
all’ANMCO, iniziò ad avviare un processo di coinvolgimento e
aggregazione dei cardiologici ospedalieri della Puglia. L’iniziativa
trovò la condivisione di Guido Bianco di Putignano, Luigi Colonna di Bari, Donato De Matteis di Foggia, Alfonso Verrienti di
Brindisi, Nicola Nazzaro di Foggia e Vito Cascella di Conversano. In Italia i primari di cardiologia iscritti all’ANMCO, a
tutto il 1966, erano solo 13. Essi erano presenti in 8 regioni: ad
Ancona (F. Di Giuseppe, C. Fuà), Barletta (D. Messina), Cagliari
(G. Binaghi), Catania (A. Galassi), Milano (F. Rovelli e G. Fraù),
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Castello di Barletta
Roma (V. Puddu), Torino (F. De Matteis, F. Penati), Varese (C.
Roella), Venezia (G. Caturelli), Udine (G. Feruglio).
Il modesto gruppo dei cardiologi pugliesi si attivò presso i
responsabili della politica sanitaria regionale e delle amministrazioni ospedaliere, prospettando la necessità di far nascere,
anche in Puglia, sezioni autonome di Cardiologia Ospedaliera.
Modello organizzativo che altrove era già attivo e registrava
una significativa riduzione della morbilità e della mortalità cardiovascolare della popolazione.
Col sostegno dell’ANMCO Nazionale, ed in particolare dai
presidenti A. Lotto e P. Solinas, vennero avviati “incontri informativi”, con l’obiettivo di sensibilizzare le Autorità istituzionali,
gli operatori sanitari e la popolazione residente nel territorio.
Si rese necessario un preliminare censimento delle realtà cardiologiche già strutturate o in via di attivazione sul territorio pugliese, onde evidenziare le carenze strutturali ed organizzative.
Al marzo 1972, le strutture cardiologiche pubbliche nella
Puglia, erano le seguenti:
n. 1 Divisione di Cardiologia presso l’Ospedale Provinciale di
Barletta dotata di 30 posti letto
n. 1 Servizio Cardiologico presso l’Ospedaletto dei Bambini di
Bari con 15 posti letto;
n. 1 Unità operativa UTIC annessa alla Clinica Medica l dell’Università di Bari;
I Servizi di Cardiologia, però NON erano presenti in tutti gli
Ospedali;
n. 1 Centro di Cardiochirurgia Universitario;
nello stesso anno era in corso di realizzazione, presso il
Policlinico di Bari, la riconversione e ristrutturazione del
Servizio di Cardiologia in Divisione con UTIC.
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All’Assessorato della Sanità della Regione Puglia venne così
consegnato il “Primo schema di programmazione delle istituzioni cardiologiche”, elaborato dal Consiglio Direttivo dell’ANMCO regionale. In esso veniva per la prima volta indicato
uno standard minimo regionale che prevedeva 500 posti-letto
di degenza cardiologica, 20 UTIC e almeno 2 Centri di Cardiochirurgia ospedaliera (di cui 1 pediatrico), mentre un Servizio autonomo di Cardiologia veniva indicato come indispensabile in tutti gli ospedali.
Tali suggerimenti intendevano superare le precedenti ipotesi di Piano Regionale, che vedevano esclusa la cardiologia dai
servizi ospedalieri essenziali e che limitavano le strutture ospedaliere ad 1 solo “Presidio cardiologico” ogni 375.000 ed i postiletto a 0,08‰ abitanti.
L’inchiesta ANMCO del 1978 sulle strutture cardiologiche in
Italia, rivelò che, in parziale accoglimento delle precedenti
istanze, erano diventate operative in Puglia le Divisioni di
Cardiologia, Universitaria e Ospedaliera del Policlinico, dell’Ospedale “Di Venere” e dell’Ospedale Giovanni XXIII nella
città di Bari, oltre che quelle degli Ospedali di Acquaviva delle
Fonti, Barletta, Lecce e Gallipoli.
Un Centro Cardiochirurgico era attivo presso l’Università di
Bari mentre i Servizi di Cardiologia nelle 5 province erano così
distribuiti:
● provincia di Bari: Altamura, Andria, Canosa, Monopoli,
Putignano;
● provincia
di Brindisi: Brindisi, Francavilla Fontana,
S.Pietro Vernotico;
● provincia di Foggia: OO. Riuniti di Foggia (con UTIC),
Cerignola (Servizio aggregato alla Divisione medica), Lucera
(Servizio aggregato alla Divisione medica), Manfredonia;
● provincia di Lecce: Campi Salentina, Copertino, Galatina,
Tricase.
● provincia di Taranto: Ospedale SS Annunziata.
In definitiva, dopo un primo atteggiamento istituzionale
improntato alla diffidenza, l’assistenza cardiologica nella nostra
regione venne rafforzata ed allineata ai livelli nazionali per
competenza, modernità e tecnologia.
Oggi in Puglia la Cardiologia ospedaliera può contare su
circa 500 posti letto distribuiti fra circa 30 Unità Operative di
cardiologia con UTIC ed una diffusa rete di servizi. Numerosi
sono i cardiologi in esse impegnati di cui ben 500 sono iscritti
all’ANMCO. Va inoltre segnalato che proprio in questo periodo,
a tutti i livelli istituzionali regionali, si sta discutendo del nuovo
Piano Sanitario Regionale e dei Piani Attuativi Locali (PAL).
Attività culturale, scientifica e organizzativa
Nel 1983 l’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri - A.N.M.C.O - individuò la Puglia quale sede per lo svolgimento dei primi Corsi di Aggiornamento sulla cardiopatia
ischemica.
I corsi, pensati e promossi dall’A.N.M.C.O, e patrocinati dal
Ministero della Sanità e dagli Assessorati della Sanità regionali, furono solo tre per tutta l’Italia e si svolsero a Milano per il
Nord-Italia, a Roma per il Centro e a Bari per il Sud. Le lezioni
magistrali e le specifiche relazioni vennero tenute da massimi
Esperti nazionali, che furono affiancati da relatori e moderatori ospedalieri operativi nel nostro territorio. Il successo del
corso fu notevole. Il consiglio regionale A.N.M.C.O proprio in
considerazione della numerosa partecipazione dei sanitari e,
purtroppo, del non accoglimento di molte domande di iscrizio-
ne (per evitare il sovraffollamento delle sale congressuali),
decise di programmare altri corsi da tenersi però in sedi territoriali periferiche.
Uno di questi corsi si svolse a Barletta e si protrasse per
circa due mesi con sedute e sessioni con scadenza settimanale o quindicinale. Questo corso di aggiornamento – teorico/pratico – rivolto ai medici di base, aveva come tema: ”La Cardiologia e le Emergenze di Ordine Medico”. Aveva ottenuto il riconoscimento giuridico da parte della Federazione Nazionale
Ordine dei Medici di Roma ed il Patrocinio dell’Assessorato alla
Sanità della Regione Puglia e dell’Ordine dei Medici della
Provincia di Bari.
Nella sessione inaugurale il Presidente della Regione Puglia,
Prof. Giuseppe Colasanto, ebbe a congratularsi con gli organizzatori e dichiarò la piena disponibilità, Sua e della Giunta
Regionale, a confrontarsi con gli esponenti della Cardiologia
Ospedaliera proprio per migliorare tutta l’assistenza sanitaria
del nostro territorio.
Rivolgendosi ai medici egli testualmente disse: ”Mi compiaccio per l’iniziativa che vi fa onore perché il vostro tempo libero
lo utilizzate proprio per questo auto aggiornamento, cioè volete essere, sul piano culturale e professionale, al passo coi tempi.
Sarei felice se a questa iniziativa dovesse seguire poi, con il concorso di tutti, soprattutto degli operatori sanitari, una ristrutturazione delle USL in senso comprensoriale e dipartimentale”.
Che cosa significa dipartimentale? Sono quelle iniziative di
quei settori che in realtà superano la parte comunale o addirittura della stessa USL, per una considerazione molto più vasta,
molto più larga che possa essere però capace di incidere sulla
realtà sanitaria locale.
Io voglio sperare soprattutto che, se i tempi sono cambiati
e noi cambieremo il nostro atteggiamento, il nostro modo di
pensare verso questi problemi, avremo iniziato a ricostruire la
sanità dei nostri comuni. Se questi esempi possono essere
positivi, possono essere anche motivo di imitazione, di sprone
per gli altri Comuni, per le altre USL, in modo da avere in
Puglia, speriamo, una Sanità efficiente grazie soprattutto al
contributo degli stessi medici ”.
Il presidente dell’Ordine dei Medici di Bari, Prof. M. Bellomo,
ebbe a dichiarare: “Rilevo che il presidente Colasanto è pienamente a conoscenza dei problemi della sanità pugliese e mi
auguro una futura completa e totale collaborazione con l’Ordine. Quando il collega ed amico Dott. Messina, direttore del
corso, mi parlò della volontà di organizzare questo corso, come
Ordine fummo particolarmente felici, perché da tempo avevamo intenzione ed interesse a sollecitare l’organizzazione periferica di Corsi di Aggiornamento. Costato che a questo corso
sono presenti docenti Universitari ed Ospedalieri ed è proprio
in tal senso, già da tempo che noi, come Ordine, ci siamo mossi
sia per quel che riguarda un allargamento dell’insegnamento
anche agli ospedalieri, ma anche una simbiosi con gli stessi ed
un decentramento di questi corsi di formazione”.
Oggi tutti i cittadini vogliono capire, vogliono più qualità
assistenziale e soprattutto chiedono maggiore informazione e
più prevenzione.
I cardiologi ospedalieri hanno operato in tal senso ed hanno
sempre avuto come obiettivo primario quello di assicurare
un’assistenza sanitaria qualificata alle nostre comunità pugliesi.
Il presente excursus vuole essere un riconoscimento agli
sforzi da loro compiuti.
* Primario Cardiologo Benemerito.
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