chel`expodia buoni frutti
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N.4 - OTTOBRE 2009 - POSTE ITALIANE SPED.IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L.46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO N°4 - Ottobre 2009 Euro 2,50 CHE L’EXPO DIA BUONI FRUTTI STILI DI VITA ARCHITETTURA Milano: Villa Marino semaforo verde? IDEE ARTE E CULTURA ENERGIA EcoArt Project Verso Copenhagen I supereroi non esistono e l’ecosostenibilità ambientale non piove dal cielo. Impariamo a sostenerci da soli, insieme. Il pianeta Terra ha bisogno di essere salvato e quel che è certo è che non si salverà da solo. Stare seduti ad aspettare non risolverà niente: bisogna fare, rinnovare, sostenere e sostenersi. Ecco perché Rinenergy informa, divulga e riunisce sotto la sua ala chiunque voglia battersi per la causa. Bisogna pensare a una soluzione, ma insieme. Perché l’unione, a volte, fa la forza di un supereroe. Via Sardegna, 57 - 20146 Milano - Tel. 0236642800 - Fax 0236642803 - [email protected] Stampato su carta ecologica Periodico di cultura, informazione, stili di vita e progetti sui temi dell’ecosostenibilità www.ecoideare.it Pag. 4 SOMMARIO Rubriche Editoriale SostenibilMente > I buoni propositi di Ottobre - Serenella Sala Idee > L’Expo 2015 secondo Carlo Petrini: agricoltura, paesaggio, urbanizzazione e ambiente - Gaia Gusso Stili di vita > È ora che la plastica teli! - Edgar Meyer > Milano: semaforo verde? - Giorgia Giavenni > L’erba del vicino non è sempre più verde - Federico Bertazzo Architettura > Villa Marino. C’era una volta...il presente - a cura della redazione > La sostenibilità della filiera legno-arredo: il progetto Bosco Mobile - Serenella Sala Arte e cultura > EcoArt Project: in art we trust - Barbara Masseroni > Evoluzione - in origine fu Darwin - Gaia Gusso Energia > Cambiamenti climatici! da l’Aquila a Copenhagen senza più blabla - Gaia Gusso > La foto di Ecoideare > Giorgio Nebbia: Garrett Hardin e la parabola della mucca > Rinenergy: Turismo sostenibile per Expo 2015 - a cura della redazione > Umano stupidario...ma per fortuna - a cura di Edgar Meyer > Comuni virtuosi: I rifiuti? sotto terra! - a cura della redazione > EcoNews - Gaia Gusso > Prospettive sostenibili - Giorgia Giavenni > L’Eco Bandi - Michela Romano e Luisa Belloni 2 3 4 8 13 16 Pag. 8 18 22 24 28 30 Pag. 18 33 34 36 39 40 42 44 45 Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Brand Evolution srl • Via Sardegna, 57 • 20146 Milano Tel 0236642800 • Fax 0236642803 • E-mail: [email protected] Pag. 24 Periodico realizzato da Brand Evolution srl Direttore editoriale: Nicoletta Cova Direttore responsabile: Edgar Meyer ([email protected]) Progetto grafico e art direction: Franca Lissi Redazione: Giorgia Giavenni, Barbara Masseroni, Gaia Gusso ([email protected]) Pubblicità: Luca Gennari ([email protected]) Si ringraziano per la collaborazione: Giorgio Nebbia, Serenella Sala, Green Planet, Federlegno Segreteria di redazione: Federica Tringali Impaginazione: Giuseppe Grippa Sito internet: www.ecoideare.it - Daniele Sala Rivista realizzata in collaborazione con: Rinenergy – associazione no-profit Stampa: Faenza Industrie Grafiche S.r.l. - Via Vittime Civili di Guerra, 35 - I-48018 Faenza (RA) Foto in copertina: Jan-Tore Egge Registro Tribunale di Milano N. 60 del 13 Febbraio 2009 - Registro stampa periodica Pag. 30 1 editoriale La scommessa dell’ecocompatibilità E co-compatibilità. Un concetto molto serio. Che, finalmente, sta diventando patrimonio di molti. C’è, in questa direzione, un miglioramento del quadro legislativo internazionale. E un crescente interesse dell’industria. Mentre molti giornali si distraggono, le preoccupazioni ambientali scendono in profondità, cominciano a modificare i comportamenti quotidiani, orientano grandi flussi di investimenti. E questo è un bene. Ma il fiorire di prodotti “ecologici” è così caotico e ambiguo da creare fenomeni di rigetto verso una massa indistinta di oggetti tinti di verde. Le pubblicità in chiave ambientalista sono inflazionate e la vera difficoltà è oggi individuare i falsari, imparare a distinguere a colpo d’occhio i “trompe l’oeil”. Tra segnali fasulli e prodotti trappola, la lotta delle industrie per conquistare il mercato ecologico sta diventando una spy story: trucchi e contro trucchi in una spirale che rischia di rendere faticosa la vita del consumatore coscienzioso. Per evitare di dover passare la mattina studiando la formula dei saponi e delle creme da barba che assicurano di preoccuparsi dell’ambiente più che della tua pelle, il pomeriggio in preda ai sensi di colpa per non avere acquistato un numero sufficiente di deodoranti “che salvano l’ozono”, la sera a controllare la lista delle denunce delle eco truffe, ecco che c’è Ecoideare. Perché questo, anche, vuole fare Ecoideare: selezionare le aziende seriamente impegnate nel percorso della ecocompatibilità -per esserne il megafono- e rappresentare una guida autorevole al consumo consapevole per i cittadini. Si può vincere la scommessa ecologista? Sì, se si sarà in grado di governare bene la Green Economy. Indirizzando il mercato, che già autonomamente si sta muovendo, a fare gli interessi della collettività e non solo di qualche impresa. Se vinciamo questa scommessa potremo affrontare con meno difficoltà le battaglie sui diritti per tutti, e riaffermare i principi di solidarietà e civiltà. Edgar Meyer “Le imprese guidate dall’impegno sociale possono rivaleggiare a pieno titolo con le imprese fondate sulla cupidigia e credo che giocando bene le proprie carte riusciranno a piazzarsi in buona posizione sul mercato”. Muhammad Yunus, Il banchiere dei poveri 2 ecoIDEARE - ottobre 2009 SostenibilMente Rubrica a cura di Serenella Sala, coordinatore del Gruppo di Ricerca sullo Sviluppo Sostenibile del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. Ecoideare continua ad ospitare una rubrica dedicata alla sostenibilità vista dalla prospettiva del mondo della ricerca. Una “vetrina” di progetti, casi pilota, riflessioni che mettano in relazione mondo accademico, enti, imprese e cittadini. I buoni propositi di Ottobre N onostante la pausa estiva, l’onda lunga della crisi economica e lo spettro delle sue possibili conseguenze hanno riempito giornali e trasmissioni, come un brusio continuo e confuso. La panacea che viene proposta per arginare questa ostinata tendenza del PIL, refrattario a qualsiasi incremento, è l’aumento dei consumi. La soluzione della crisi sta nel (ri) cominciare ad essere compulsivi consumatori anziché coscienti cittadini e dare così slancio alla crescita del nostro Paese. Questa crisi e le sue conseguenze, ad oggi, ci hanno ulteriormente dimostrato che “crescita economica” e pressione sull’ambiente vanno di pari passo: al ridursi del PIL si sono ridotti i nostri consumi energetici (e, quindi, presumibilmente anche le nostre emissioni di CO2) cosi come è diminuita la produzione procapite di rifiuti. Non è certamente questa la via auspicabile per ridurre le pressioni sull’ambiente ma, d’altra parte, spingere ad un consumo ben oltre le capacità della Terra non può che mettere un piccolo argine ad una impetuosa ondata di eventi a cascata correlati alla non equa distribuzione delle risorse. Questa crisi mi vede, in realtà, ottimista. Spero, in cuor mio, che ci scuota un po’ dal torpore di cittadini compulsivi consumatori, muovendo da “automi” vittime della crisi ad “autonomi” propositori di nuovi modelli di sviluppo del Paese, più o meno influenti sulla crescita economica e quindi sul PIL. Infatti, come ben ci esemplifica Latouche, se confrontiamo il PIL di due paesi, il paese A che spende 10 per fare una buca e 10 per coprirla, e il paese B che investe 20 in istruzione, per entrambi il totale è 20, ma il paese B avrà prodotto crescita economica e sviluppo, il paese A avrà solo registrato degli scambi economici. Questa è chiaramente un’estrema esemplificazione ma dovrebbe rappresentare uno spunto di riflessione, soprattutto per noi cittadini del “Bel Paese” che grazie alle risorse artistiche, culturali e naturali abbiamo un patrimonio di inestimabile valore per far crescere l’economia riducendo le pressioni e “consumando” beni immateriali più che oggetti. Questo è uno degli aspetti della cosiddetta dematerializzazione dell’economia, che prevede sì di contribuire alla crescita economica ma basandosi su un ridotto utilizzo di risorse. Una possibile e percorribile via, alternativa al consumare di più in senso lato, ci chiede di usare più cuore e cervello, stimolando la nostra intraprendenza e creatività per sostenere l’economia attraverso nuove modalità che individuino ambiti di sviluppo complessivo del Paese. Per dirlo con le parole di Konrad Lorenz, aumentare la complessiva consapevolezza ecologica per arginare “l’atteggiamento incurante e rapace verso la vita” che caratterizza l’archetipo del cittadino compulsivo consumatore. Se la crisi rappresenta un fattore limitante, e prendiamo ad esempio le dinamiche dei sistemi ecologici per capire cosa succederà alla “popolazione”, la selezione naturale ci insegna che i più resistenti saranno coloro che avranno sviluppato maggiori capacità di adattamento, che con nuove risorse riusciranno a continuare a soddisfare i propri bisogni. Se questo, in natura, avviene per via istintiva, in una società fatta di uomini è frutto anche di conoscenza e di nuova conoscenza. Può sembrare estremamente utopistico ma il “sapere” (ipsa scientia potestas est, dicevano i latini) può diventare la chiave di volta e la formazione, l’istruzione e la ricerca, le leve fondamentali dell’evoluzione della nostra era, l’antropocene. Non è forse la classica lettura da ombrellone ma tra i buoni propositi dell’autunno possiamo inserire la lettura del libro di Lorenz, “Gli otto peccati capitali della nostra civiltà”: qualche decina di pagine di una straordinaria modernità da leggere pensando al futuro. Buona lettura. 3 JACOPO FERRARIO 4 ecoIDEARE - ottobre 2009 IDEE L’EXPO 2015 SECONDO CARLO PETRINI: AGRICOLTURA, PAESAGGIO, URBANIZZAZIONE E AMBIENTE di Gaia Gusso I Carlo Petrini Presidente di Slow Food l 16 e 17 luglio si sono svolti a Milano gli Stati Generali di Expo 2015, un’occasione unica di partecipazione e di confronto che ha permesso a istituzioni, enti, associazioni, aziende, cittadini di incontrare i rappresentanti di Comune di Milano, Regione Lombardia e Società di Gestione Expo 2015 per proporre idee, progetti, visioni e metodologie sul prossimo evento internazionale. La giornata del 17 luglio, dedicata in particolar modo agli operatori, all’associazionismo, alle rappresentanze e alle istituzioni è stata aperta dall’intervento di Carlo Petrini, presidente di Slow Food. Il tema scelto per l’Expo 2015 è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e nessuno meglio del dott. Petrini sarebbe stato più qualificato per descrivere al meglio le opportunità, le problematiche, le aspettative e il significato vero di questa manifestazione internazionale. 5 Ecoideare ha intervistato il presidente di Slow Food, per farsi illustrare la sua visione di Expo 2015. Petrini, il tema dell’Expo 2015 è l’alimentazione: cosa significa per Lei “nutrire il Pianeta”? Per la precisione il tema dell’Expo riguarda l’alimentazione e l’energia; non dimentichiamoci che produrre cibo, considerando l’iter della produzione alimentare, comporta consumo di risorse energetiche enormi e altrettanto consistenti sprechi. Nutrire il pianeta perciò significa approcciarsi a queste tematiche in maniera olistica considerando la complessità legata al mondo della produzione e declinando quest’ultima a livello mondiale, rispettando ogni comunità del cibo senza distinzioni legate alla ricchezza o alla loro evoluzione sociale. Il sistema agroalimentare a livello mondiale rappresenta uno dei maggiori fattori di inquinamento. Il nostro pianeta sta vivendo un momento critico, perciò nutrire il pianeta non significherà solamente intervenire sulla produzione di cibo ma anche sul sistema agroalimentare in generale, per ridurre al minimo i danni che stiamo perpetrando nei confronti dell’ambiente. riciclabili, del supporto energetico fornito solo da energie rinnovabili e della possibilità di riutilizzare il terreno agricolo occupato per il suo utilizzo originario: la coltivazione. Si parla tanto di promuovere la filiera corta e i prodotti agricoli a chilometro zero. Milano è circondata da un ampio territorio agricolo, fondamentale per la città e il suo hinterland ma minacciato da brame edilizie e speculative. Come fare per difenderlo e renderlo economicamente vantaggioso anche per chi ci lavora? Questa è una delle tante sfide che la società civile italiana e la classe politica dovrebbero porsi in vista dell’Expo, ma anche rispetto al futuro del comparto agricolo italiano. La popolazione agricola italiana è in costante decrescita e in Italia l’età media dei contadini è la più alta in Europa. E’ necessario ridare a questo settore la dignità che gli è stata rubata da un processo di industrializzazione agricola miope e irrispettoso delle leggi della natura più elementari. Per andare avanti dovremo fare alcuni piccoli passi indietro, riconsiderando la sapienza contadina formatasi nei secoli passati. Questo significa utilizzare tutte le tecnologie a nostra “Abbiamo una grande occasione per definire alcune scelte politiche importanti per la sopravvivenza del pianeta. Cerchiamo di non sprecarle.” Lei, in occasione degli Stati Generali di Expo 2015, ha espresso la sua visione per rendere davvero utile e sostenibile il prossimo evento internazionale. Ce la può descrivere? Uscire dalla visione monumentale che da sempre accompagna le Esposizioni internazionali sarà il primo segnale di cambiamento. Il senso è proprio legato al nuovo approccio che avremo tutti: il nostro vero monumento sarà il sito dell’Expo che rappresenterà l’esempio di un’agricoltura sostenibile, dell’utilizzo di strutture leggere costruite con materiali Foto di Roberto Re 6 ecoIDEARE - ottobre 2009 disposizione per ricominciare a praticare un’agricoltura che sia il meno impattante possibile nei confronti dell’ambiente. Significa creare un sistema di interconnessioni virtuose fra la produzione agricola e le realtà cittadine che possono usufruirne. Ad esempio, è necessario intercettare le necessità della ristorazione ospedaliera e della ristorazione collettiva creando un canale diretto con gli agricoltori, bypassando il maggior numero di intermediazioni fra domanda e offerta che in questo momento penalizzano a dismisura la produzione agricola. IDEE “Uscire dalla visione monumentale che accompagna le Esposizioni internazionali” recentemente ha affermato che lo le scienze propriamente definite Secondo Lei Expo 2015 per spreco è un indicatore di libertà di dall’accademia classica devono Milano, o l’Italia in generale, è scelta. stabilire insieme una politica di un’occasione o una minaccia? Bene, io preferisco essere meno salvaguardia della biodiversità Quali sono i maggiori rischi? “libero” sapendo che la produzione allo scopo di mantenere in vita Quali le opportunità di fare vera alimentare viene utilizzata in tradizioni fondamentali e il pianeta sostenibilità ambientale? maniera razionale e non buttata per stesso. Finchè ai saperi tradizionali Sarà sicuramente una grande il 50% del suo totale nel mondo. non verrà riconosciuto il valore e occasione per il sistema Italia, l’importanza accademica ma andrà colta a tutti gli che loro spetta, saremo effetti e non solamente “Siamo chiamati a impegnarci per costretti ad assistere a un sbandierando buone declino progressivo e forse intenzioni. Tutti noi siamo impostare dei cambiamenti che irreversibile della Terra e chiamati, in questi anni di conseguenza dell’uomo. puntino al raggiungimento di una che precedono l’evento, a impegnarci per impostare sostenibilità ambientale effettiva.” In conclusione, quale si dei cambiamenti (a volte auspica possa essere un radicali) che puntino al raggiungimento di una sostenibilità Lei è impegnato da anni, con Slow buon risultato alla fine di Expo ambientale effettiva. Si dovrà Food, a tutelare la biodiversità 2015? cominciare dai piccoli gesti: alimentare, e non solo, e i diritti La presa di coscienza di una controllando gli sprechi, assumendo delle popolazioni alla sovranità nazione e l’impegno della un comportamento responsabile al alimentare. Qual è il rischio che medesima nella ricerca di momento degli acquisti, scegliendo corriamo se non difendiamo questi alternative pratiche e praticabili alimenti provenienti da produzioni principi fondamentali? che rappresentino un modello per rispettose dell’ambiente, sostenendo Il rischio è il collasso di il mondo. Abbiamo una grande l’economia locale e rispettando i un sistema produttivo che, occasione per definire alcune valori della stagionalità. sebbene faticosamente regga, scelte politiche importanti per Un economista importante è inequivocabilmente votato al la sopravvivenza del pianeta. durante un contraddittorio avuto declino. I saperi tradizionali e Cerchiamo di non sprecarle. 7 È ORA CHE LA PLASTICA TELI! CONTRO L’INQUINAMENTO PROVOCATO DALLA PLASTICA, MEGLIO LE BORSE IN TELA. di Edgar Meyer Mari e oceani sono invasi da gigantesche isole formate da plastica. Si moltiplicano le iniziative per abolire i sacchetti della spesa usa e getta 8 ecoIDEARE - ottobre 2009 STILI DI VITA S i è recentemente aperto un nuovo fronte nell’emergenza inquinamento: i rifiuti di plastica, finiti a galleggiare negli oceani in tutto il mondo, rilasciano sostanze tossiche in grado di danneggiare la vita in fondo al mare. L’allarme è stato lanciato da uno studio giapponese condotto alla Nihon University a Chiba. Gli scienziati hanno scoperto che quando la plastica si decompone nel mare emette una serie di sostanze chimiche, come il bisfenolo A (già noto per causare uno squilibrio del sistema ormonale degli animali) e sostanze a base di polistirolo (PS). Non solo. La plastica in mare rilascia monomeri cancerogeni, ma anche dimeri e trimeri. La situazione è pesante: le buste di plastica negli oceani formano ormai vere e proprie “isole”. Nel Pacifico è stato scoperto un agglomerato di plastica galleggiante in un’area grande il doppio dell’intera superficie del Texas. Una sorta di “sesto continente” dal nome Pacific Trash Vortex. Centomila tonnellate di rifiuti in balia delle correnti: un ammasso di plastiche del diametro di 2.500 chilometri che il mare ha polverizzato, ma non è riuscito a digerire e che galleggia a qualche metro di profondità (i satelliti non riescono a localizzarlo). Questo è mescolato da “The Gyre”, una delle più potenti correnti circolari oceaniche, dotata di un particolare movimento a spirale orario che permette alle particelle di rifiuti di aggregarsi fra di loro. Il risultato è un minestrone micidiale. Queste molecole assomigliano a zooplancton, la vita animale dominante nell’area, di cui si cibano i molluschi. Così il “blob” tossico entra nella catena alimentare. Pesci, delfini, tartarughe, uccelli marini. E, in cima, l’uomo. In realtà, il “continente di plastica” non è tutt’uno: c’è una massa orientale, a sud-ovest del Giappone, e una occidentale, a nord-ovest delle Hawaii. Le “isole” di immondizia, prese insieme, si spingerebbero dalle coste giapponesi a quelle californiane, ma in verità nessuno è ancora riuscito a determinarne con esattezza i confini: c’è chi dice che insieme siano grandi come il Canada. Si ignora anche la loro origine. Secondo un recente rapporto della Fao e del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep), milioni di prodotti costituenti rifiuti vengono rilasciati in mare ogni giorno per un totale di 6,4 milioni di tonnellate l’anno. 9 IL SACCHETTO È TRA I DODICI RIFIUTI PLASTICI CHE SI TROVANO PIÙ COMUNEMENTE DISPERSI NELL’AMBIENTE. ALCUNI DATI SULLA PLASTICA: • La produzione di plastica assorbe l’8% della produzione mondiale di petrolio. • La produzione mondiale di plastica assomma a 200 milioni di tonnellate all’anno, di cui solamente il 3% viene riciclato. • Della produzione mondiale di plastica circa la metà viene usata per produrre articoli monouso o imballaggi che vengono buttati entro l’anno. • La produzione mondiale della plastica sta crescendo al ritmo del 3,5% all’anno: ciò significa che ogni 20 anni la quantità di plastica prodotta raddoppia. L’INQUINAMENTO DA PLASTICA NEI MARI E NELLE COSTE: • Quasi il 90% del rifiuto galleggiante in mare è costituito da plastica. • Si stima che sia finito in mare il 5% di tutta la plastica prodotta dagli anni ‘50 in poi. • Nel giugno del 2006 un rapporto elaborato all’interno di un programma di salvaguardia ambientale delle Nazione Unite ha stimato in circa 20.000 unità i detriti presenti in 1 km quadrato di superficie marina. In alcune aree la quantità di unità in detriti presenti superava i 400.000 pezzi per km quadrato. • Negli ultimi 10 anni la quantità delle bottiglie di plastica abbandonata è aumentata del 67%, quella dei sacchetti di plastica del 54% e quella dei mozziconi di sigaretta del 44% (non biodegradabili poiché contengono acetato di cellulosa). EFFETTI SULA FAUNA MARINA • 1 milione di uccelli marini muore strozzato o a causa dell’ingestione di plastica proveniente da rifiuti urbani o reti da pesca dismesse e abbandonate. • Oltre 100.000 tra mammiferi marini e tartarughe subiscono la stessa sorte. 10 ecoIDEARE - ottobre 2009 STILI DI VITA I mostri di plastica ci aggrediscono. Un’immagine dell’iniziativa di Gaia, Amici della Terra e Lush Da più parti si cerca di correre ai ripari. Vari paesi, dal Bangladesh al Rwanda, dal Botswana al Kenya, dalla Tanzania a Israele, dal Canada a Taiwan e Singapore hanno proibito l’uso dei sacchetti di plastica. La Cina ne ha proibito la distribuzione gratuita. L’Irlanda è stato il primo paese europeo, nel 2002, a mettere una tassa sui sacchetti di plastica. In questo modo ne ha ridotto il consumo del 90%. Le iniziative si moltiplicano: l’11 settembre scorso si è celebrata in tutto il mondo la prima giornata internazionale senza sacchetto in plastica indetta da The Marine Conservation Society, non profit inglese dedicata alla conservazione dell’ecosistema marino: una giornata in cui tutti i consumatori sono stati invitati a non accettare o usare sacchetti della spesa in plastica bensì borse riutilizzabili. E in Italia? Da noi c’è la campagna Porta la Sporta (www. portalasporta.it), organizzata dall’associazione Comuni Virtuosi. L’obiettivo è soprattutto quello di convincere gli amministratori locali a impegnarsi attivamente, mettendo in pratica strumenti di dissuasione dall’uso delle buste di plastica per promuovere quelle di tela, più ecologicamente corrette. Finora a Porta la Sporta hanno aderito le Regioni Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Marche ed Emilia Romagna, ma soprattutto moltissimi sindaci di piccoli Comuni, dove cominciare a cambiare stile di vita dovrebbe essere più facile. Non mancano le iniziative più “movimentiste”: le associazioni Gaia Italia e Amici della Terra Lombardia hanno deciso di unire le forze con Lush Italia, azienda produttrice di cosmetici privi di packaging, nella campagna “Basta sacchetti di plastica” per fermare l’uso dei sacchetti non biodegradabili derivanti dalla lavorazione del petrolio. 11 Il 16 settembre, in tutti i 21 negozi Lush d’Italia, dei “mostri di plastica” hanno invitato i cittadini a firmare una petizione indirizzata al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, chiedendo di giungere al definitivo divieto della commercializzazione di borse della spesa non biodegradabili. L’obiettivo della petizione (è possibile firmare online per tutto ottobre sui siti www.lush.it e http:// www.ipetitions.com/petition/Nosacchetti/ index.html) è presto detto: “Siamo alle solite”, spiegano Denise Cumella e Elena Strano, responsabili di Lush Italia. “Il 31 dicembre 2009 sarebbe dovuto scattare il divieto di utilizzare sacchetti di polietilene in negozi e supermercati, sostituiti per legge da buste esclusivamente biodegradabili. La norma, che recepisce la direttiva europea EN13432, era già stata approvata in Parlamento nel 2007. Invece nel giugno scorso è stato deciso di ritardarne nuovamente l’attuazione, facendola slittare al 2011. Ci auguriamo non ci siano altre proroghe”. Anche perché il tempo stringe. Secondo Coldiretti, ogni anno solo in Italia utilizziamo 15 miliardi di buste di plastica: per produrle consumiamo 200.000 tonnellate di gasolio ed emettiamo 400.000 tonnellate di anidride carbonica. E il Protocollo di Kyoto? Di più. “Le buste di plastica sono usate mediamente 12 minuti, dal momento in cui facciamo la spesa a quello in cui le gettiamo. Poi però impiegano 200 anni per decomporsi”, conclude Claudia Taccani di Gaia Italia. Buste di carta 100% riciclata, sacchetti biodegradabili e borse di tela sono pronte a sostituire i sacchetti di plastica. Altre immagini della campagna “Basta sacchetti di plastica”. 12 ecoIDEARE - ottobre 2009 MILANO: SEMAFORO VERDE? STILI DI VITA di Giorgia Giavenni Ecopass, BikeMi, potenziamento del trasporto pubblico, aumento delle piste ciclabili: Milano prova a uscire dall’incubo del traffico e dell’inquinamento. Con politiche coraggiose che non vanno fermate. I l 2009 si avvia al termine e il 2010 è alle porte: Milano prosegue la sua corsa contro il tempo, per migliorare la qualità dell’aria e per dimostrare di non essere una grigia metropoli, soffocata dalle emissioni inquinanti e ingorda di energie. Un lungo percorso, che comincia a produrre ora i primi effetti e che è necessario portare avanti con tenacia, anche in vista dell’appuntamento con l’Expo 2015, in cui la nostra città si presenterà all’Europa e alla comunità mondiale. Totalmente inseriti nel contesto europeo, a diretto confronto con grandi capitali ormai avviate sulla strada della sostenibilità, le iniziative intraprese non possono infatti che essere rivolte in quest’unica, imprescindibile direzione. Il Comune di Milano, grazie all’Assessore alla Mobilità Edoardo Croci, ha messo a punto e sta portando avanti interventi che rappresentano una buona base di partenza e che vogliamo sottolineare, trattandosi di esempi positivi di governo sostenibile della città. Purtroppo però, considerato lo stato della qualità dell’aria e l’enorme portata di energie che confluiscono ogni giorno a Milano, questi interventi, pur positivi, finiscono inevitabilmente per risultare ancora troppo timidi, con effetti poco determinanti. 13 Edoardo Croci Assessore alla Mobilità, Trasporti e Ambiente recentemente ostacolato per le iniziative intraprese in campo ambientale. Milano, così come molti comuni della pianura padana, a causa della sua collocazione, si trova a dover fare i conti con emissioni nocive che tendono ad accumularsi, anche a causa della scarsa ventilazione del nostro territorio. Di fronte ad emissioni provocate da traffico urbano, industrie, riscaldamento, traffico delle grandi arterie stradali, si impone l’esigenza di adottare interventi incisivi ed energici che possano dare vigore a quelli già adottati. Tra questi, primo fra tutti, l’intervento dell’amministrazione comunale tra i più criticati: l’Ecopass. Una misura che senza dubbio farà ancora discutere, soprattutto in vista della consultazione con i cittadini prevista per dicembre, e che non piace a settori populisti della stessa maggioranza in Comune. Un provvedimento che agisce su più fronti, riducendo le percorrenze veicolari e vincolando i cittadini a modificare la composizione del parco auto. Il bilancio del primo semestre 2009 rivela chiaramente quelli che sono i risultati conseguiti: le auto circolanti nella cerchia dei bastioni sono diminuite del 14 %, circa 23.000 vetture in meno al giorno. Il traffico si è ridotto sull’intero territorio cittadino del 6,8 % (e in area Ecopass del 14,4%). Per quanto riguarda invece le emissioni, i giorni di superamento della soglia di allarme di 50 µg/m3 sono 6 in meno rispetto allo stesso periodo nel 2008 e, dato più significativo, ben 42 in meno (- 34%) rispetto alla media dei 6 anni precedenti l’introduzione. In totale, le emissioni atmosferiche di PM10 da traffico stradale in area Ecopass si sono ridotte del 17%. Ecopass non è che uno -potremmo dire il più incisivo- degli strumenti utilizzati dal Comune per fronteggiare il problema dell’inquinamento urbano. Parallelamente è stato attuato un potenziamento del trasporto pubblico, sia per quanto riguarda le linee della metropolitana, sia per quanto riguarda TIRA UNA BRUTTA ARIA • 3.500 morti l’anno da smog nelle città italiane; • 31.500 bronchiti e 30.000 attacchi d’asma da traffico; • 73 accessi al pronto soccorso al giorno “potenzialmente correlabili all’inquinamento” (a Milano); • 675.000 giornate di lavoro perse ogni anno nel traffico di Milano; • 181 morti l’anno nel capoluogo lombardo provocate da PM10 e PM5, le micropolveri assassine; • solo un centinaio di chilometri di piste per le biciclette in tutta la città. E’ necessario proseguire? Possibile non si capisca che quella del traffico e dell’inquinamento è un’emergenza incombente e che amministratori e media di questo dovrebbero occuparsi, invece che di gossip, escort e reality? E ancora. Secondo stime Ocse, l’Organismo per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, la velocità media dei veicoli è diminuita del 10% negli ultimi 20 anni nelle principali città dei paesi Ocse. In alcune città europee, Milano compresa, la velocità media del traffico, nelle ore di punta, è inferiore a quella dei tempi in cui i veicoli erano trainati coi cavalli. Secondo l’Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro, il rischio di contrarre un tumore alle vie respiratorie è, per chi abita in città, più elevato del 40%. Secondo l’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio di Milano, il numero di anni di vita persi nel milanese, per morte prematura attribuibile al PM2.5 antropogenico, è maggiore di 1. Fonte: Gaia Italia - www.gaiaitalia.it Serve un aumento dell’efficienza e della frequenza della rete di trasporto pubblica. Servono biglietti unici per tutti i Comuni di prima fascia metropolitana. Servono disincentivi per il traffico automobilistico privato. Serve la sostituzione del parco auto ed autobus pubblici con veicoli non inquinanti. Serve raggiungere i livelli medi europei di chilometri di piste ciclabili. Servono mezzi di trasporto pubblici e treni attrezzati per il trasporto delle biciclette. Servono incentivi all’utilizzo e alla diffusione di Gpl, biodiesel, veicoli elettrici. Servono parcheggi di corrispondenza e di interscambio. Servono politiche coraggiose e una classe dirigente meno sonnacchiosa. 14 ecoIDEARE - ottobre 2009 STILI DI VITA i mezzi di superficie. Di questi ultimi, sono stati eliminati tutti i mezzi Euro 0 ed è in corso un’operazione di riduzione delle emissioni prodotte dai veicoli diesel Euro 2 e 3, attraverso l’applicazione di filtri per il particolato e l’utilizzo di gasolio emulsionato e desolforato. Altro intervento interessante è BikeMi: un progetto di bike sharing proposto da Comune di Milano e ATM, che ha visto la creazione di una rete di biciclette a noleggio diffuse nei luoghi a maggior concentrazione di traffico dell’area urbana. Un sistema di trasporto pubblico alternativo, che offre una soluzione valida e sostenibile per gli spostamenti brevi (non più di 2 ore). Parallelamente, il Comune ha previsto l’intensificazione delle piste ciclabili, con un totale di 123 km dedicati alle biciclette, cercando di privilegiare le zone interessate dalla presenza di scuole, musei, uffici pubblici, fermate della metropolitana. Il tutto accompagnato dalla progettazione di “8 raggi verdi”, un vero e proprio sistema di parchi e giardini lungo 72 km, che collegherà il centro alle periferie, con un piano di piantumazione di 40.000 nuovi alberi (ma che per ora è allo stadio di progetto). Altra importante iniziativa legata alla mobilità è la promozione del car sharing: un’alternativa sempre più diffusa, che permette di avere numerosi vantaggi in termini di risparmio economico, ma soprattutto in termini di riduzione dell’inquinamento. Anzitutto, le auto in condivisione possono liberamente transitare nelle zone Ecopass e parcheggiano gratuitamente nelle strisce blu. Non solo. Si tratta sempre di auto in linea con le più aggiornate norme anti-inquinamento e in molti casi dotate di soluzioni a basso impatto ambientale, come il metano. Oltre alla mobilità, che influisce sull’inquinamento atmosferico in modo massiccio, bisogna però considerare anche un’altra rilevante fonte di inquinamento dell’aria: il riscaldamento. A questo proposito, il Comune di Milano ha intrapreso l’azione di metanizzazione degli impianti termici comunali (su 180, 80 impianti sono già stati sostituiti) e si accinge a proseguire su questa linea anche per quanto riguarda gli impianti privati, con l’avvio di una campagna di metanizzazione su 15.000 impianti cittadini. Su alcune aree del territorio milanese, il Comune, allo stesso tempo, sta lavorando per la realizzazione di impianti di teleriscaldamento, già attivi in 1500 stabili. In seguito ad un accordo con a2a, entro il 2010 il teleriscaldamento arriverà in 8.700 stabili della città, servendo così quasi il 40 % dei milanesi. Tutti questi interventi dimostrano che c’è, all’interno dell’amministrazione comunale, Una lunga fila di biciclette BikeMi disponibili in piazza Duomo. chi ci sta provando sul serio. Ci sono però anche forti resistenze. L’augurio è che la forza dell’innovazione e la tutela della salute e dell’ambiente abbiano il sopravvento su inerzia e piccoli interessi di bottega. L’ECOPASS IN CIFRE – I RISULTATI OTTENUTI * • riduzione traffico in area Ecopass: - 14,4 % pari a – 23.000 veicoli al giorno; • riduzione traffico fuori area Ecopass: - 6,8 %; • velocità media commerciale trasporto pubblico di superficie in area Ecopass: + 7,1 %; • aumento passeggeri trasportati dalla metropolitana: + 8,6 %; • riduzione incidenti stradali totali in area Ecopass: - 11,7 %; • riduzione emissioni atmosferiche di PM10 totale da traffico stradale in area Ecopass: - 17 %; • riduzione del numero di giorni di superamento del valore limite di 50 µg/m3 nel Comune di Milano: - 42 giorni, per il periodo compreso tra il 1° gennaio e il 30 novembre 2008 rispetto alla media dei sei anni precedenti (2002 - 2007); • totale introiti Ecopass: 17.939.845 h, integralmente reinvestiti in azioni a favore della mobilità sostenibile, in particolar modo al potenziamento del trasporto pubblico (come da previsioni di bilancio). * dati aggiornati al primo semestre 2009, in riferimento al periodo pre-Ecopass. Fonte: Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio. 15 L’ERBA DEL VICINO NON È SEMPRE PIÙ VERDE di Federico Bertazzo - www.greenplanet.net 8 italiani su 10 scelgono prodotti nazionali. Il 62% è per il “bio” mentre il 76% non vuole Ogm. E oltre il 90% vuole un’etichetta chiara con l’indicazione d’origine. Anticipati durante la Conferenza economica di Lecce i risultati di una ricerca della Cia, la Confederazione italiana agricoltori. I l “made in Italy”, per i consumatori, è più sicuro, soprattutto se tipico e legato al territorio. Il biologico è preferito sia per la sicurezza alimentare che per la qualità. Infatti l’83 % degli italiani preferisce il prodotto nazionale, in particolar modo quello tradizionale, il 62 % ritiene che il biologico sia più sicuro, il 75 % considera le Dop (Denominazioni d’origine protetta) e le Igp (Indicazione geografica protetta) prodotti di grande qualità e sicurezza, ma troppo cari per le loro tasche. Il 65 % sceglie vini a denominazione, il 76 % dice “no” agli Ogm, il 91 % vuole un’etichetta chiara dove risulti soprattutto l’indicazione d’origine, l’84 % vorrebbe meno passaggi dal campo alla tavola proprio per frenare la corsa dei prezzi. Questi alcuni dei dati più significati contenuti in un’indagine della Cia - anticipata nel corso della terza Conferenza economica di Lecce - condotta sull’intero territorio nazionale attraverso le sue strutture provinciali e regionali e con l’ausilio delle rilevazioni Istat e Ismea. I risultati definitivi saranno resi noti entro dicembre prossimo. 16 ecoIDEARE - ottobre 2009 STILI DI VITA VIVA IL MADE IN ITALY Il “made in Italy” è, quindi, il prodotto più ricercato dai nostri connazionali. Le motivazioni di questa scelta si spiegano sia dalle consolidate abitudini delle famiglie sia dalla certezza che tali prodotti, oltre a rispondere alle caratteristiche di tipicità, tradizionalità e legame con il territorio, sono più sicuri di quelli d’importazione. Convinzione rafforzatasi ultimamente dopo la scoperta di sofisticazioni, adulterazioni e truffe relative a prodotti stranieri, in particolare quelli provenienti dalla Cina. Un’altra motivazione che spinge a comprare “made in Italy” viene dal fatto che questi prodotti siano più convenienti di altri. Una caratteristica che si riscontra soprattutto nelle zone rurali e di campagna e meno nelle grandi città, dove, tuttavia, si registra una sempre maggiore propensione per il prodotto italiano. DENOMINAZIONE D’ORIGINE OK. MA I PREZZI? Ben marcata è anche la maggioranza degli italiani favorevoli ai prodotti a denominazione d’origine, che sono un patrimonio formidabile per il nostro Paese. L’Italia, con 182 prodotti a marchio, conserva la leadership nella classifica europea, seguita dalla Francia con 166 prodotti e dalla Spagna con 123. Il problema, però, è relativo ai prezzi, che vengono ritenuti cari specialmente in una fase di crisi economica come quella attuale. Un orientamento che si è tradotto in un 2008 alquanto difficile per tali prodotti. L’export e i consumi hanno mostrato diffusi segnali di stagnazione, anche se il valore del fatturato ha toccato i 7,8 miliardi di euro, che sale a 9,6 miliardi se si considera anche l’estero. Un trend positivo che è proseguito anche nel primo semestre del 2009, che segna un incremento tra il 4 e il 5 %. Una scelta - si rileva nell’indagine Cia - che per il 58 % del totale dei “bio-appassionati” viene motivata sia dalla sicurezza alimentare che dalla qualità del prodotto. ETICHETTE TRASPARENTI E FILIERE CORTE Dall’indagine emerge anche evidente l’attenzione che gli italiani hanno per l’etichetta, che deve essere assolutamente trasparente. Se il 91 % dei nostri connazionali è favorevole all’indicazione d’origine del prodotto, il 72 % guarda, nel caso del trasformato, alle composizioni delle materie prime agricole, il 64 per cento controlla invece la data di scadenza. Sotto accusa da parte degli italiani le filiere agroalimentari troppo lunghe e complesse, che sarebbero responsabili dei rincari dei prodotti. Oltre 8 nostri connazionali su dieci sono, quindi, per una riduzione drastica dei passaggi, che permetterebbe un contenimento dei costi e un freno a qualsiasi manovra speculativa. NO AL CIBO BIOTECH Più di 7 italiani su dieci sono contro il cibo “biotech”, che viene ritenuto dannoso alla salute dal 55 %, mentre il 78 % degli “anti-Ogm” ritiene che siano meno salutari di quelli tradizionali. L’82 % dichiara invece di non aver mai acquistato prodotti provenienti da manipolazioni genetiche. CRESCITA DEL BIO L’attenzione verso i prodotti “bio” degli italiani è confermata dalla crescita dei consumi registrata negli ultimi anni. Solo nel 2008 si è avuto un aumento, in termini monetari, del 5,4 % rispetto l’anno precedente. 17 C’ERA UNA VOLTA... IL PRESENTE a cura della redazione A 500 anni dalla sua costruzione Villa Marino è ancora cuore pulsante della provincia milanese 18 ecoIDEARE - ottobre 2009 C amminando lungo le sponde del Naviglio Grande, sull’Alzaia che da Milano declina dolcemente verso la campagna agricola del sud milanese, si incontra Gaggiano: un paese dagli scorci suggestivi, che ancora oggi conserva il fascino dei piccoli centri agricoli lombardi. Prima che il Naviglio faccia una piccola curva, non è difficile notare sulla destra un cancello cintato da due grandi pilastri in pietra, che lascia intravedere, lontana, una villa dall’aria antica e misteriosa. E’ Villa Stampa Aloardi, meglio conosciuta come Villa Marino: un raro esempio di architettura nobiliare del tardo cinquecento, incastonata in una distesa di risaie e campi di mais, oggi perfettamente inserita nel centro storico di Gaggiano. Siamo andati a sbirciare tra le mura di questa villa e quello che abbiamo scoperto è un patrimonio unico, ricco di bellezze culturali, architettoniche, naturalistiche; un insieme di tradizioni agricole, popolari e culinarie sopravvissute nel tempo e che a distanza di 500 anni possono ancora essere riscoperte. Rinenergy vuole parlarvi di questa realtà perché, come associazione alla continua ricerca di contesti sostenibili, è esattamente ciò che vorremmo fosse scoperto e valorizzato nel territorio milanese. Villa Marino è un bellissimo esempio di cosiddetta villa di delizia, ossia quelle ville di campagna riservate all’otium dei signori di città. Di rara bellezza e perfettamente conservata, Villa Marino, così come molte altre ville in Lombardia, era il luogo in cui il signore locale, oltre a risiedere nel periodo di villeggiatura, controllava lo svolgimento dell’attività agricola. Le ville diffusesi nella seconda metà del Cinquecento, collocate lungo i corsi d’acqua, permettevano ai signori cittadini di alloggiare in esse anche per gran parte dell’anno, potendo usufruire di un canale navigabile come il Naviglio sia per i trasporti alimentari sia come vera e propria via di comunicazione. Gaggiano si presentava come uno dei maggiori centri di scambio e transito merci da e per Milano, proprio attraverso il Naviglio Grande, pensato da Leonardo e rivelatosi fondamentale per il trasporto del marmo, necessario per la costruzione del Duomo. ARCHITETTURA Villa Marino risale alla seconda metà del Cinquecento, nonostante lo stile architettonico possa far pensare ad una costruzione del Sei-Settecento. Proprietari illustri si sono succeduti all’interno delle sue mura, tra i quali Luigi Arcimboldi, Stefano Stampa, Pietro Aloardi e, appunto, Tommaso Marino, discusso finanziere della Milano spagnola. Successivamente, la Villa passò ai Luoghi Pii Elemosinieri di Milano (divenuti in seguito l’Ente comunale di Assistenza); una volta messa in vendita, la proprietà passò agli attuali proprietari. Oggi la Villa è un’avviata azienda agricola a conduzione familiare, custode di quel patrimonio di tradizioni e tecniche agrarie che fanno delle aziende agricole del Parco Sud il fiore all’occhiello della provincia di Milano. L’azienda vanta da generazioni una solida tradizione nella coltivazione del riso, nelle qualità Carnaroli, Arborio e Roma, e del mais, dal quale si ricava la farina per polenta, disponibile anche in una versione dal gusto ruvido e naturale, senza dimenticare il fioretto per i dolci. Inoltre viene prodotta anche la farina di riso, particolarmente indicata per i celiaci. L’azienda già da tempo si occupa, oltre che della produzione, della vendita diretta dei propri prodotti. Anche in relazione alla posizione strategica che ricopre (situata proprio sulle sponde del Naviglio, a due passi dall’attracco gaggianese del bateau mouche che arriva da Milano), la villa è divenuta un punto informativo e di supporto al turismo locale, essendo anche una delle tappe del percorso culturale e ciclo-turistico “Camminando sull’Acqua”. La professionalità e la lungimiranza dei proprietari li hanno spinti negli anni a puntare ad offrire un servizio di qualità, finalizzato alla valorizzazione del patrimonio locale, nel rispetto delle risorse di cui dispone il territorio in cui l’azienda è inserita. Villa Marino è stata, infatti, anche inclusa nel Master Plan dei Navigli, promosso dalla Regione Lombardia, finalizzato alla conservazione e riqualificazione del Sistema Navigli. Avvalendosi del supporto dello Studio di Architettura Giavenni, da anni specializzato in recupero conservativo e restauro di edifici storici, la proprietà ha deciso di intervenire con una riqualificazione dell’esistente, in 19 particolare di alcuni edifici agricoli, nell’ottica di un utilizzo della proprietà come struttura ricettiva, soprattutto in vista dell’Expo 2015 a Milano. “L’intervento interesserà in un primo momento la struttura una volta utilizzata come stallino per il ricovero dei cavalli dell’azienda”, ci spiega l’architetto Giorgio Giavenni, progettista e titolare dell’omonimo studio d’architettura. “Questa, in seguito all’intervento di ripristino, diverrà al piano terreno uno spazio adibito alla vendita dei prodotti dell’azienda; al piano superiore verranno, invece, ricavate 4 camere con bagno ad uso bed & breakfast”. La creazione di un porticato antistante il vecchio stallino completerà l’opera, divenendo un piacevole punto di ristoro per cicloturisti. “Inoltre - sottolinea l’architetto - la realizzazione dell’intervento sarà un’occasione per dotare la struttura di alcuni strumenti necessari a qualificarla con una buona efficienza energetica: piccoli accorgimenti che possono permettere di avere negli anni un notevole risparmio sotto molti punti di vista”. In particolare, la struttura sarà dotata di un impianto per la raccolta dell’acqua piovana, da utilizzare per l’irrigazione dei giardini e per gli impianti sanitari; inoltre sarà dotata di un sistema di riscaldamento e raffrescamento dei locali attraverso pannelli a pavimento, prevedendo l’utilizzo dell’acqua di falda e delle pompe di calore. Verranno utilizzati materiali naturali e la struttura sarà dotata Lo Studio d’Architettura dell’arch. Giorgio Giavenni svolge la propria attività a Milano dal 1980. Dopo realizzazioni nell’ambito dell’architettura residenziale, da alcuni anni lo Studio si dedica principalmente a interventi volti al recupero e al restauro di edifici di importanza storica, sia privati, sia nell’ambito dell’architettura sacra, con un’attenzione particolare alla scelta dei materiali, al rispetto degli equilibri esistenti e all’inserimento armonioso nel contesto circostante. Tra i principali interventi ricordiamo il completamento della facciata del Santuario di S. Michele e S. Rita a Milano; il recupero di Villa Liberty a Celle Ligure; il recupero della Pieve Collegalle a Greve in Chianti. Lo Studio attualmente si sta occupando del recupero di Casa Camurati e degli edifici rurali di Villa Marino, a Gaggiano, oltre che del Mulino “Star Quà” a Nerviano; queste ultime, dopo la riqualificazione, diverranno strutture ricettive – agrituristiche, anche in vista dell’Expo 2015. Per maggiori informazioni: [email protected] Tel. 02 86463853 r.a. La planimetria dei giardini della villa, con il corpo centrale e gli edifici rurali oggetto di recupero e una stampa del prospetto frontale di Villa Marino, realizzata dallo Studio d’Architettura Giavenni. 20 ecoIDEARE - ottobre 2009 di quanto necessario ad un buon isolamento, come rivestimento esterno a cappotto, serramenti in legno con vetri isolanti e tetto ventilato. “In un secondo momento – spiega l’architetto - la proprietà prevede già di intervenire nel recupero e restauro conservativo di alcune sale presenti nel corpo centrale, la cosiddetta villa padronale, le quali diverranno un contesto unico per ospitare eventi (organizzati anche in accordo con l’Amministrazione comunale), banchetti, concerti e mostre. L’intervento di valorizzazione delle ricchezze culturali custodite in questa azienda agricola è senza dubbio un segno positivo, un atto che non permetterà che tradizioni dal valore inestimabile possano andare perse per sempre. ARCHITETTURA VILLA MARINO, TRA STORIA E LEGGENDA Ara bell’Ara,/ discesa Cornara,/ de l’or fin, del Cont Marin / strapazza burdocch, / dent e foeura trii pitocch, / tri pessitt e ona massoeura, / quest l’è dent e quest / l’è foeura. Una filastrocca in milanese, usata dai bambini come conta, per raccontare una storia. Una storia legata ad una villa che, come molte altre, racchiude tra le sue mura un patrimonio unico, celato nei suoi misteriosi saloni affrescati. Una storia che oggi a Gaggiano tutti conoscono grazie ai racconti tramandati dai nonni. Si narra che nel 1550 il conte Tommaso Marino, passeggiando per le vie di Milano, incontrò vicino alla Chiesa di San Fedele una giovane donna, talmente bella che subito se ne innamorò. Era la bella Ara Cornaro, figlia di un nobile veneto, discendente in linea diretta con la regina di Cipro, in visita a Milano col padre. Il conte Marino chiese al nobile veneziano la mano della figlia, ma questi rifiutò, dicendo che Milano non aveva nessun palazzo tanto bello da poter ospitare sua figlia. Il conte Marino, disposto a tutto pur di avere la bella Ara, la fece rapire dai suoi bravi e riuscì ad ottenerne la mano, promettendo al nobile Cornaro di costruire per la figlia uno dei più bei palazzi mai costruiti a Milano: quello che poi venne chiamato Palazzo Marino, costruito proprio vicino alla Chiesa di San Fedele, luogo in cui il conte aveva incontrato la fanciulla. In seguito, fece costruire per la giovane moglie una villa fuori Milano, sulle sponde del Naviglio Grande, in modo che la bella Ara potesse ricordare Venezia e i suoi canali. Ma la differenza di età e i tradimenti presto fecero naufragare il matrimonio e il Conte Marino, accecato dalla gelosia, uccise la moglie Ara proprio nella Villa di Gaggiano, seppellendone le spoglie in un angolo nascosto della casa. Secondo molti ancora oggi, nelle sue notti tormentate, è possibile scorgere il fantasma della contessa che vaga per i saloni della Villa, avvolta nel buio e nel mistero. Villa Marino in una foto degli anni ’30. Abbiamo voluto raccontare questa realtà perché ci piace pensare che possano nascere nuove opportunità e nuove soluzioni da ciò che è già esistente e radicato nel territorio, ma non sufficientemente valorizzato e conosciuto. Ci piace pensare che un’agricoltura genuina, basata sulle tradizioni più autentiche e rispettosa del territorio, possa acquistare nuovamente un ruolo primario, divenire una soluzione innovativa, recuperando ciò che può sembrare scontato e passato. Perché siamo convinti che i punti di forza del nostro territorio siano unici, ma soprattutto già esistenti, racchiusi nelle bellezze naturali e nel patrimonio culturale di cui troppo spesso ci dimentichiamo. Una veduta di Villa Marino oggi VILLA MARINO AZIENDA AGRICOLA GORINI Cascina Maggiore Via Gozzadini, 27 20083 Gaggiano (Mi) Tel. 02 9085060 www.risogorini.it www.villamarino.it Rinenergy ha presentato al Bando “Expo dei Territori – Verso il 2015” della Provincia di Milano e Milano Metropoli un progetto sul turismo sostenibile, “Bed & Breakfast Milano”, risultato tra i vincitori (v. pag. 36-37). L’Associazione ha deciso poi di sviluppare questo progetto su un asse parallelo, per dare un impulso in più al processo di valorizzazione del territorio: offrire il nostro supporto e la competenza dei professionisti che collaborano con noi a tutte quelle aziende o privati che vedono l’Expo come l’occasione per implementare la propria attività e riqualificare l’esistente. Per avere maggiori informazioni, per parlarci della vostra attività o per sapere come partecipare al nostro progetto sul Turismo Sostenibile, inviateci una mail all’indirizzo [email protected] o contattateci telefonicamente. 21 LA SOSTENIBILITÀ DELLA FILIERA LEGNO-ARREDO: IL PROGETTO di Serenella Sala I l 26 settembre 2009, presso la MIA di Monza, è stato presentato il “Bosco Mobile” (BOMO), un progetto cofinanziato dalla Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia con lo scopo di valutare la sostenibilità della filiera legno-arredo lombarda. Alla presenza di tutti i partner di progetto e dei rappresentanti della Regione Lombardia e della Provincia di Como è stata illustrata la specificità e l’innovatività della proposta, che prevede la realizzazione e l’ottimizzazione di una filiera corta lombarda bosco - legno. Vediamo, in breve, quali sono i punti chiave del progetto. LA VALORIZZAZIONE DEL LEGNO LOCALE IN CHIAVE IMPRENDITORIALE E’ una delle domande a cui cercherà di rispondere il progetto, che prevede un’analisi di sostenibilità della filiera legno-arredo contestuale al tentativo, da parte di alcune realtà imprenditoriali lombarde, di tradurre nella pratica le indicazioni delle politiche europee e nazionali su produzione e consumo sostenibile in modo tale da instaurare un sistema che sia nel contempo sostenibile e competitivo sul mercato sia privato che pubblico (in particolare quello degli acquisti verdi pubblici). LE REALTÀ COINVOLTE La proposta nasce dall’esperienza di due realtà del territorio brianzolo - comasco, una pubblica e una privata, che hanno intrapreso un percorso per migliorare la sostenibilità delle proprie attività: il Consorzio Forestale della Val d’Intelvi e Progetto Lissone, un consorzio di circa 200 PMI operanti nel 22 ecoIDEARE - ottobre 2009 settore dell’arredo. Il Consorzio Forestale della Val d’Intelvi, tra le prime realtà in Lombardia a certificare il proprio patrimonio forestale secondo lo standard PEFC (una delle certificazioni della gestione sostenibile delle foreste), ha realizzato in collaborazione con la Provincia di Como un progetto per la definizione di standard comuni per il legno da opera proveniente dalle proprie foreste per favorire gli acquisti verdi delle strutture pubbliche del territorio. La seconda realtà, Progetto Lissone, è invece una società pubblico-privata posseduta per il 51% dal Comune di Lissone e creata per favorire l’incontro tra i diversi attori della filiera arredo (dai progettisti, alle imprese che producono semi lavorati, agli artigiani e infine ai rivenditori al dettaglio) e per rafforzarne la posizione sul mercato nazionale e internazionale. GLI OBIETTIVI Il progetto BOMO mira alla realizzazione di una filiera corta legno-mobile che permetta alle realtà produttive locali, quali Progetto Lissone, di produrre mobili utilizzando legno locale, proveniente da foreste certificate, riducendo quindi l’impatto derivato dal trasporto della materia prima dal luogo di prelievo al luogo di lavorazione. Inoltre, la creazione di un mercato per l’utilizzo del legname locale nel settore dell’arredo permetterà al Consorzio Forestale di valorizzare le risorse naturali della Val d’Intelvi, promuovendo al tempo stesso la tutela del territorio e la creazione di nuovi posti di lavoro. Il progetto ha quindi l’obiettivo di attivare una filiera locale legno-arredo caratterizzata dall’utilizzo di materiale legnoso proveniente da foreste certificate ARCHITETTURA secondo i criteri della Gestione Forestale Sostenibile e da modalità operative a basso impatto ambientale. La sfida è quella di individuare modalità di applicazione dei principi della sostenibilità (e in particolare della strategia per Produzioni e Consumi Sostenibili) che non comportino passaggi particolarmente critici, che potrebbero determinare il fallimento di tutto il sistema in caso di lievi variazioni delle condizioni attuali (ad esempio per quanto riguarda la disponibilità della materia prima o la presenza delle competenze necessarie per la lavorazione della stessa sul territorio) – che siano economicamente sostenibili, ovvero che siano competitive rispetto alle modalità operative attuali, e che garantiscano, a fronte di costi maggiori, la conquista di nuove porzioni di mercato. Sviluppo Sostenibile dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e il CNR-Ivalsa di Trento) e di due società di comunicazione (Brand Evolution e EcoNetwork). IL PROSSIMO EVENTO Al Salone del Mobile del 2010 verranno presentati i prototipi di mobili, nati dalle indicazioni e dagli studi realizzati in questi primi mesi di attività. L’auspicio è che questo sia solo un primo esempio di applicazione di una filiera corta e che l’esempio possa essere replicato in altri contesti territoriali. Per maggiori informazioni sul progetto è disponibile online il sito web dedicato: www.boscomobile.it. LA COMPATIBILITÀ AMBIENTALE DEL PROCESSO E DEL PRODOTTO Va sottolineato che non tutti i prodotti che derivano da materiale naturale sono necessariamente sostenibili, ma che il loro livello di sostenibilità deriva dalle caratteristiche dell’intero ciclo di vita. Per questo motivo, il progetto prevede un’analisi dettagliata dell’intero processo che consideri tutti gli aspetti del ciclo di vita, e che quindi prenda in considerazione il consumo di risorse e la produzione di scarti o rifiuti nel suo complesso, evidenziando anche le possibilità di recupero all’interno della filiera stessa. LA PARTNERSHIP Oltre ai già citati Consorzio Forestale della Val d’Intelvi, capofila del progetto e a Progetto Lissone, la partnership si compone di due rappresentanti del mondo ricerca (il GRISS, Gruppo di Ricerca sullo 23 ECOART PROJECT IN ART WE TRUST 24 ecoIDEARE - ottobre 2009 di Barbara Masseroni ARTE E CULTURA D a sempre le forme artistiche sono l’espressione del tempo e dell’era in cui si collocano. Si nutrono di storia, di progresso, di luoghi e di esperienze di vita. Di valori. Accompagnano le diverse epoche dandogli forma, una forma estetica, in grado di racchiudere e concentrare tutto il sentimento di un gruppo o di una civiltà. Portano avanti tale civiltà e la rendono comprensibile a coloro che vivranno il futuro. Fu così per l’arte greca, che attraverso i suoi miti ed eroi esprimeva il valore primo dell’onore, delle gesta eroiche e della grandezza di spirito. Fu così nel Medioevo, epoca in cui l’arte si fondeva con la teologia attraverso le sue allegorie, diventando uno strumento utile all’educazione morale e religiosa dei fedeli cristiani. E fu così per le Avanguardie, che intrecciandosi con la scienza e le sue scoperte analizzavano ed esprimevano quell’Io interiore simbolo della volontà individuale di rompere o ribaltare i valori di una società ormai divisa. Ma ora che il mondo è stato studiato, sperimentato, ribaltato e lasciato senza forze, qualcos’altro si è fatto strada sgomitando per trovare espressione: il mondo stesso e la necessità di cambiamento radicale nel modo di vivere e di vedere le cose. La nostra epoca ha dovuto trovare un modo per esprimere quel senso di urgenza che la pervade. Ed ecco che l’arte contemporanea torna ad essere uno strumento civile attraverso il quale sensibilizzare la società intera. Tradotto: l’arte si fa eco-sostenibile e riprende le tematiche ambientali elevandole a valori fondamentali e di vitale importanza. E se la realtà odierna vive di comunicazioni virtuali, scambi di idee immediati e distanze pressoché inesistenti, ne deriva il bisogno di creare uno spazio virtuale in grado di riunire sotto lo stesso “tetto” le diverse proposte di produzione artistica che si rifanno ad un’unica grande tematica. Come risposta a tale esigenza nasce EcoArt Project, un contenitore di creatività messa a servizio della salute del pianeta. Il progetto è una libera iniziativa organizzata da Fortunato Productions, con la partecipazione dell’Associazione Culturale Art For Pro-motion e vuole essere un network internazionale di artisti, creativi, critici d’arte, editori, galleristi, buyers, istituzioni e aziende, tutti uniti per una diffusione efficace delle tematiche legate al clima, alle nuove energie, alla sostenibilità ambientale, all’inquinamento e al riciclo dei materiali. L’arte come mezzo di comunicazione immediata e di grande impatto emotivo, che va a colpire e risvegliare la sensibilità umana. Tra i numerosi artisti coinvolti troviamo Andrei Molodkin, che attraverso la sua opera violenta di sculture fluide e quasi vive, esprime quel senso di sfruttamento e sbilanciamento sociale e culturale proprio della società capitalistica e industriale. Il petrolio come sangue nero che passa per tubi venosi, come una memoria che racchiude l’evoluzione della specie e la storia degli individui. Il petrolio anche al centro dell’opera di Robert Gligorov, nella quale le immagini danno una loro versione della realtà, che sia essa plausibile o deformata, e la rendono lampante agli occhi dell’osservatore. Scosse visive, che lasciano a chi guarda il compito di arrivare alla conclusione e poi metabolizzare. Altro artista coinvolto nel progetto è Paolo Consorti, che dà una sua visione surreale della storia, in cui la realtà è alterata e si fonde con l’immaginazione, rigenerandosi da un punto di vista ecologico. E così abbiamo una Woodstock che si immerge nel petrolio come un’ultima oasi vicina al deterioramento, o una genesi umana snaturata e oleosa: rappresentazioni visionarie che raccontano una realtà ipotetica, ma più vicina di quanto si possa pensare. < Andrey Molodkin, - “Liquid Black”, 2008 Mixed Media, 237 x 310 x 100 cm (courtesy of Galleria Pack, Milano) > Stefano Canto - “Vaso Inferno”, 2005, catena di bicicletta, rocchetto: Ø 31 cm, h 10 cm 25 1 Artista giovane, ma dalla visione già ben delineata e precisa, è Germano Serafini. Il suo progetto artistico, Eco G-Block, nasce dall’esigenza di comunicare direttamente con il pubblico, rendendolo parte attiva dell’opera. L’opera è composta da due scatti fotografici: uno rappresenta l’installazione da lui creata e l’altro la possibile azione dell’uomo nella natura: ossia rimboccarsi le maniche e lavorare affinché essa venga preservata. L’installazione è composta da una bara di zinco divisa in 4 settori. Ogni spicchio contiene un diverso elemento: il fumo per l’aria piena di CO2, il fuoco come distruzione, l’acqua e la terra ormai inquinati. Ecco che l’osservatore è subito messo di fronte al fatto che la Terra sta morendo, e con lei i quattro elementi che la compongono. Ma di nuovo si ritorna al primo scatto, che vuole essere una guida d’azione su come salvare qualcosa che sì, sta morendo, ma non è ancora morta e può essere quindi ancora salvata. Ilkka Halso, artista di scuola finlandese, si concentra sui cambiamenti della natura e del paesaggio, su come esso reagisca agli abusi e al costante avvelenamento 1 - Paolo Consorti - “Genesi”, 2004, cm. 260x140, tecnica mista su tela. (courtesy of Gas Art Torino) 2 - Paolo Consorti - “T.M.4”, Mixed media on canvas, cm 120x180 , 2009. 2 26 ecoIDEARE - ottobre 2009 ARTE E CULTURA 3 di ogni sua piccola parte. Analizza la distruzione del paesaggio e studia strutture a difesa delle sue singole componenti: come ad esempio in Restoration, opera nella quale una sorta di serra di soccorso avvolge e protegge un grosso albero e lo eleva a simbolo di ciò che va salvato. L’italiano Stefano Canto opera, invece, sui materiali funzionali della città e sugli scarti. Riutilizza tali frammenti e dà loro altro senso e altra funzione. Il tetto di un’auto diventa, così, un tavolino da caffè e la catena di una bicicletta si trasforma in un vaso. Ribalta il senso del reale e metabolizza in chiave eco-sostenibile una catena consumistica che rigetta in breve ciò che produce. Questi sono solo alcuni degli artisti impegnati nel progetto EcoArt, che nasce sì come attività online, ma non solo: l’obiettivo che si pone è quello di 4 creare eventi, concorsi e mostre. Quattro fasi, infatti, caratterizzano il progetto: • l’organizzazione di un Contemporary EcoArt Contest, al fine di ricercare tutti quegli artisti la cui opera è legata alla tutela dell’ambiente; • l’allestimento di un EcoArt Show che riunisca tali artisti; • la pubblicazione del Catalogo EcoArt Book; • la programmazione di un EcoArt Tour che diffonda il messaggio a livello internazionale. Il tutto supportato dalla presenza di EcoArt Ambassadors, di partners e friends che localmente o internazionalmente collaboreranno allo sviluppo e alla crescita dell’attività di EcoArt. Che l’arte sia fondamentale nella diffusione del messaggio ambientalista è cosa certa: noi, nell’arte, confidiamo. 3 - Germano Serafini - “Eco G-Block”, 2009, fotografia digitale + montaggio, stampa lito-offset su cartoncino*. tagliata in 100 parti, 98 x 137 cm, 100 copie (80 copie distribuite, 20 copie per la realizzazione delle opere). 4 - Robert Gligorov - “Art For Oil”, 2005, fotografia su d-bond e plexiglass, 171 x 126 cm. (courtesy of Galleria Pack, Milano) 5 - Ilkka Halso - “Restoration 11”, 2005, C-print, diasec or white glass, cm 100 x 130. (courtesy of Photology, Milano) 6 - Stefano Canto - “Tavolo TG1”, 2006, tetto di auto, portapacchi: 180x125x45 cm. 5 6 27 EVOLUZIONE IN ORIGINE FU DARWIN di Gaia Gusso “Nulla in biologia ha senso se non alla luce dell’evoluzione” Theodosius Dobzhansky (biologo) DARWIN 1809-2009 Milano, Rotonda della Besana, 4 giugno – 25 ottobre 2009 Orari: da martedì a domenica 9.30 – 19.30 lunedì 14.30 – 19.30 giovedì 9.30 – 22.30 Promossa dal Comune di Milano-Cultura, la mostra è ideata e organizzata da Codice Idee per la Cultura ed è curata da Niles Eldredge, responsabile della divisione invertebrati dell’American Museum of Natural History di New York, Ian Tattersall, direttore della Hall of Human Evolution dello stesso museo e Telmo Pievani, filosofo della scienza e esperto di teoria dell’evoluzione. L’evento espositivo è prodotto da Palazzo Reale, Codice Idee per la Cultura e Civita, con la partnership di Intesa Sanpaolo, il sostegno di National Geographic Channel, Bayer e Fondazione Veronesi e la media partnership di ATM, Ferrovie dello Stato e LifeGate. 28 ecoIDEARE - ottobre 2009 S ono passati 200 anni dalla nascita di Charles Darwin e 150 anni dalla pubblicazione de L’Origine delle specie (On the origin of species), l’opera che ha cambiato la nostra concezione della natura introducendo il concetto fondamentale di evoluzione. Per ricordare queste due date storiche, Milano ospita la mostra “Darwin 1809 – 2009” alla Rotonda della Besana fino al 25 ottobre 2009. La mostra ha già fatto tappa a New York, Boston, Toronto, Londra, San Paolo, Rio de Janeiro, Tokyo, Auckland, Lisbona e Roma e si è affermata come una delle mostre scientifiche più visitate al mondo. L’ipotesi evoluzionistica, espressa per la prima volta da Darwin, oggi può sembrare ovvia: nessuno si scandalizza più della stretta relazione genetica tra uomo e scimmie antropomorfe, i primati, e dell’idea che tutti gli organismi abbiano un progenitore comune e siano “imparentati”, anche se alla lontana. In realtà, fino all’intuizione geniale di Darwin, la teoria consolidata era quella di un mondo naturale, generato da Dio, immutato e immutabile, dal quale l’Uomo - come essere superiore dalle facoltà eccezionali e uniche - era escluso. Questa concezione antropocentrica e classista derivava da idee antiche e preconcetti storici, dovuti in gran parte a dogmi religiosi, dalla scarsa attitudine al viaggio e dalla limitata propensione allo studio e all’osservazione del mondo naturale. Il merito di Darwin, tra i più grandi scienziati al pari di Galileo, Newton e Einstein, è stato quello di non limitarsi a osservare la natura, ma di porsi domande e, soprattutto, cercare risposte. Una curiosità infinita, che lo ha spinto a chiedersi il perché di piccole differenze in animali simili, di analogie tra animali estinti e viventi, dell’importanza dell’ambiente sulle caratteristiche fisiche delle diverse specie. Dopo anni passati per mare, con il mitico brigantino Beagle, Darwin ha visitato ambienti nuovi, conosciuto una flora e una fauna mai viste prima, raccolto e catalogato centinaia di esemplari di animali e piante. Questa incredibile esperienza gli fornisce le evidenze fondamentali su cui riflettere e lo spunto per la teoria a cui lavora per il resto della sua vita: una teoria che spiega lo stretto legame tra gli ambienti e i suoi abitanti e la “trasmutazione” da una specie all’altra. La teoria dell’evoluzione e della selezione naturale, alla base de L’Origine delle specie, nasce negli anni successivi al suo rientro a Londra, ma viene pubblicata solo venti anni dopo, quando il giovane ricercatore Wallace arriva, per altre vie, alla sua stessa idea. È dal 1859, infatti, che intere generazioni di studiosi scoprono quanto sia stato fondamentale il suo lavoro. Gli scienziati moderni possono dare oggi risposte alle domande sul mondo naturale con modalità che erano impensabili all’epoca in cui Darwin rimuginava pensoso sui temi della variazione e dell’ereditarietà dei caratteri. ARTE E CULTURA Dopo Darwin abbiamo scoperto i cromosomi, i geni e la struttura del DNA. Abbiamo indagato le leggi che regolano la trasmissione dell’informazione biologica di generazione in generazione. Nuovi strumenti e nuove tecnologie, come le comparazioni genetiche, sono in grado di rilevare relazioni tra gruppi apparentemente diversi fra loro. I metodi di datazione fossile dimostrano che l’evoluzione procede secondo ritmi variabili e non sempre lenti e graduali. Le ricerche più raffinate sulla fauna e sugli ecosistemi, passati e presenti, contribuiscono a fornire spiegazioni più approfondite sulla formazione delle specie. Darwin sarebbe sorpreso – e molto felice - di poter vedere come le nostre nuove conoscenze abbiano contribuito al progresso, l’aggiornamento e l’integrazione della sua teoria. La mostra è articolata in più sezioni, che prendono origine dal contesto storico-culturale in cui Darwin è nato, per poi descrivere le varie fasi della vita dello scienziato (il periodo giovanile, il lungo viaggio in giro per il mondo, il rientro a Londra e gli anni passati in campagna a studiare). Il viaggio, in particolare, rappresenta la sezione espositiva centrale della mostra, la più spettacolare ed emozionante. E’ possibile seguire le tracce dell’evoluzione del pensiero di Darwin attraverso il suo viaggio di cinque anni intorno al mondo. La mostra offre al visitatore molti documenti inediti: tra questi appunti e lettere ad amici e famigliari che mostrano come il naturalista inglese già durante il viaggio abbandona le vecchie convinzioni fissiste per diventare un convinto trasformazionista. La mostra si chiude con due sezioni inedite, che raccontano il rapporto tra Darwin e l’Italia e l’evoluzione umana. Un secolo e mezzo fa Charles Darwin offrì al mondo una spiegazione scientifica unificata della diversità della vita sulla Terra. Ci racconta le nostre discendenze comuni («la mano per afferrare [...], l’ala del pipistrello per volare, la pinna della focena per nuotare») e mai come oggi sembra che questo messaggio debba trovare accoglienza nella nostra visione del mondo e delle nostre relazioni umane e sociali. “Vi è qualcosa di grandioso in questa visione della vita”, e nel fatto che “da un così semplice inizio infinite forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e continuano a evolversi” (Charles Darwin). 29 CAMBIAMENTI DA L’AQUILA A COPENHAGEN di Gaia Gusso “Né da un punto di vista morale, né economico o politico sarebbe possibile giustificare la mancanza di un accordo di ampio respiro a Copenhagen. Anzichè insistere che siano gli altri a fare concessioni domandiamoci che cosa sia il contributo che possiamo dare per il bene comune”. Ban-Ki Moon, Segretario Generale ONU 30 ecoIDEARE - ottobre 2009 CLIMATICI! ENERGIA SENZA PIÙ BLABLA I l G8 de L’Aquila si è concluso con una serie di documenti di programma molto ambiziosi dai quali emerge la necessità (e la determinazione?) dei Grandi Paesi ad impegnarsi per un futuro sostenibile. La dichiarazione ufficiale dei leader degli otto Stati rappresentati si apre con l’impegno ad assicurare una crescita sostenibile, ad affrontare le sfide correlate della crisi economica, della povertà e dei cambiamenti climatici. Queste sfide richiedono necessariamente un’azione immediata e una visione di lungo termine. Tra i tanti temi, si è affrontato quello sui cambiamenti climatici e sulle strategie da adottare per contrastarlo. Il G8 de L’Aquila ha ospitato la prima riunione a livello di Leader del Foro delle Maggiori Economie su Energia e Clima (MEF), istituito dal presidente americano Obama nel marzo del 2009. Il documento finale si articola in alcuni obiettivi chiave che indicano le priorità su cui si dovrà discutere alla Conferenza delle Nazioni Unite di Copenhagen del prossimo dicembre. Principalmente, gli Stati si impegnano a limitare l’aumento globale della temperatura media a due gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali e a condividere con tutti i Paesi l’obiettivo di raggiungere una riduzione di almeno il 50% delle emissioni globali entro il 2050. Queste possono sembrare delle ottime basi da cui partire per raggiungere un ampio consenso in vista della Conferenza Onu di Copenhagen, ma un’attenta analisi dei documenti ufficiali evidenzia alcune carenze fondamentali: la totale mancanza di obiettivi vincolanti, di scadenze temporali a medio termine per la riduzione dei gas a effetto serra e di un impegno deciso a investire per combattere il cambiamento climatico e la deforestazione nei Paesi in via di sviluppo. 31 CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO Copenhagen, 7 – 18 Dicembre 2009 STEFANO PARADISI Si terrà nella capitale danese la quindicesima Conferenza Onu sul clima. Al centro del vertice internazionale vi saranno i negoziati per un ampliamento della Convenzione sui cambiamenti climatici e per la firma di un nuovo accordo sul clima che dovrebbe succedere al Protocollo di Kyoto. Secondo gli analisti delle associazioni ambientaliste più accreditate, l’assenza di impegni concreti e di misure finanziarie adeguate per supportare i Paesi emergenti a limitare le proprie emissioni rende l’esito del summit piuttosto deludente. Più che un’assunzione di responsabilità, sembra di leggere un elenco di desiderata, che qualcuno, in futuro, forse, si prenderà l’impegno di realizzare. E’ infatti troppo lontana nel tempo la scadenza del 2050: gli scienziati ci esortano ad agire subito. Tempus fugit, dicevano i latini. Sembrava che il limite posto dal Protocollo di Kyoto, il 2012, fosse sufficiente per realizzare delle azioni concrete per limitare l’immissione di gas serra in atmosfera. In realtà, a causa dell’inerzia di molti Stati e dell’opposizione di altri, gli anni dalla firma alla ratifica e all’entrata in vigore sono passati senza che si notassero grandi cambiamenti. Il rischio è che altri anni passino e che la scadenza del 2050 si avvicini senza che si siano compiuti gli sforzi necessari per invertire la tendenza. C’è da dire che l’Europa ha provato a darsi una scadenza temporale intermedia, il 2020, entro cui si dovranno diminuire le emissioni di CO2 del 20% ed aumentare della stessa quota l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Questo però è un impegno solo europeo, che anche tra gli Stati membri ha creato non pochi malumori. Eppure le evidenze scientifiche sui rischi del 32 ecoIDEARE - ottobre 2009 cambiamento climatico in atto sono ogni giorno più numerose. Una nuova prova si aggiunge a quelle già conosciute. Uno studio appena pubblicato su Science del 4 settembre 2009 (“Recent Warming Reverses Long-Term Arctic Cooling”) a cura del professor Kaufman e dei suoi collaboratori dimostra come negli ultimi duemila anni le temperature medie della Terra indichino inequivocabilmente una tendenza verso il raffreddamento. Tale tendenza si interrompe intorno al 1950, invertendosi: dal 1950 le temperature hanno cominciato ad aumentare. Cosa ci aspettiamo dalla Conferenza delle Nazioni Unite di Copenhagen? Una presa di coscienza sull’improcrastinabilità delle azioni a favore di una riduzione delle emissioni di gas serra e di inquinanti, un’accelerata allo sviluppo della green economy, un sostegno concreto alle economie dei Paesi emergenti e di quelli in via di sviluppo, un’azione più incisiva contro il disboscamento e la perdita di biodiversità, una maggiore collaborazione tra gli Stati, una forte sinergia per diffondere buone pratiche, cultura e informazione. Vogliamo dei numeri e delle date, pensati in modo che siano degli obiettivi raggiungibili e non degli slogan pubblicitari, nel rispetto, soprattutto, dell’equità sociale. Per fare ciò, però, è necessario porre dei vincoli seri e delle sanzioni per quelle nazioni che non li rispettino, in modo che sia chiaro che il “fare” sia più economicamente vantaggioso del “non fare”. La foto di I RAGGI DELLA SPERANZA C ome ci muoveremo nel futuro? Con macchine volanti? Con mini-elicotteri? Con il teletrasporto? Di sicuro, anche, e ancora, con la bicicletta. Lo scrittore di fantascienza H.G. Wells, che con i suoi libri ha fatto tremare di paura intere generazioni di lettori e dal quale ci saremmo aspettati, forse, un’ipotesi futuristica, commenta con tristezza, ma con un pizzico di speranza, la natura umana. Wells è vissuto a cavallo tra l’800 e il ‘900, un periodo non certo intasato di automobili come il nostro, anzi, in cui possedere un mezzo di trasporto come l’automobile era un privilegio. Se non conoscessimo l’autore di questa frase potremmo tranquillamente dire che appartiene ad un uomo “moderno”, abituato al traffico, allo smog, all’invasione delle auto e all’arroganza che, spesso, queste hanno nei confronti di pedoni e ciclisti. Come ha fatto Wells a prevedere, con più di mezzo secolo, la lotta quotidiana tra le due ruote a trazione muscolare e le quattro a trazione chimica? Forse ha soltanto osservato. Ha osservato il carattere degli uomini, le sue abitudini, lo ha visto propendere per una vita più facile rispetto ad una più faticosa ma più naturale. Ha intuito che, nel giro di pochi anni, la bicicletta, la magnifica creazione di metà ‘800, sarebbe stata scalzata dal suo ruolo di mezzo di locomozione principe a favore di mezzi più potenti e, soprattutto, autonomi. Per tanti, ma non per tutti. Per fortuna, c’è ancora speranza per il mondo: la bicicletta è ancora molto amata e giorno dopo giorno sono tanti quelli che lasciano le proprie auto nei box per inforcare una bici e pedalare. Fatica e sudore, ma anche passeggiata tranquilla a godersi i percorsi ciclabili di un parco: le possibilità sono tante. Sì, c’è ancora speranza per la razza umana... 33 di Giorgio Nebbia Ecoideare, da questo numero, ha una marcia in più. La pubblicazione di alcuni pezzi di Giorgio Nebbia tratti da www.gaiaitalia.it, il sito dell’associazione Gaia Italia con cui il “patriarca” dell’ecologismo italiano collabora. In essi si ritrovano tutta la verve ma anche la profondità del pensiero di Nebbia, la densità delle riflessioni eppure la leggerezza di lettura, il rigore scientifico eppure la capacità di raccontare e appassionare. Giorgio Nebbia è uno dei padri nobili del movimento ambientalista italiano e internazionale. E’ stato -ed è ancora- uno dei protagonisti di assoluto rilievo nello studio della questione ambientale, affrontata nell’ottica del chimico, dell’economista e del merceologo. GARRETT HARDIN E LA PARABOLA DELLA MUCCA I mmaginate un pascolo, grande ma non illimitato, attraversato da un ruscello ricco di acqua fresca e pulita, uno di quei pascoli che possono essere utilizzati da tutti gli abitanti del villaggio vicino; in Inghilterra si chiamano beni collettivi, “commons”, in Italia sono beni soggetti a “usi civici”. Qualunque abitante del villaggio può far pascolare i propri animali o raccogliere la legna. Una primavera un pastore, abitante nel villaggio, porta a pascolare nel prato le sue dieci mucche; le mucche passano l’estate al pascolo, trovano nel ruscello acqua buona 34 ecoIDEARE - ottobre 2009 e nel prato erba abbondante, si nutrono e producono latte; i loro escrementi cadono nel terreno e vengono assorbiti e anzi forniscono elementi nutritivi per la crescita dell’erba la primavera successiva. Alla fine dell’estate sono contenti tutti: il pastore che ha venduto il latte abbondante con un buon guadagno; le mucche che hanno vissuto bene; il pascolo che è pronto a fornire erba quando tornerà la primavera, il ruscello che ha le sue acque ancora incontaminate. Ma, si sa come sono gli uomini: durante l’inverno il pastore pensa che potrebbe guadagnare di più se portasse a pascolare, come del resto è suo diritto, in quanto membro del villaggio, cinquanta mucche invece di dieci. E così fa quando arriva la primavera: ma adesso le mucche sono “troppe”, rispetto alla dimensione del pascolo e alla portata del ruscello; il pascolo non fornisce erba sufficiente, anche perché gli zoccoli delle mucche pestano e schiacciano l’erba e fanno indurire il terreno; gli escrementi di così tante mucche non sono più assorbiti dal suolo e ristagnano nel terreno e scorrono verso il ruscello che viene così inquinato e non è più grado di fornire acqua da bere. GIORGIO NEBBIA Garrett Hardin (1915-2003), professore di ecologia umana Alle fine dell’estate il pastore ha ottenuto un po’ più latte, ma non certo cinque volte di più dell’anno prima, ed è infelice perché sono sfumate le sue speranze di grandi guadagni; sono scontente le mucche che hanno trovato poca erba e poca acqua pulita; è scontentissimo il pascolo la cui fertilità è compromessa e il suolo indurito dagli zoccoli delle mucche ed è infelicissimo anche il ruscello la cui acqua è ora sporca. L’avidità del pastore ha fatto sì che la prossima primavera non ci sarà più erba né per cinquanta né per dieci mucche e neanche per le mucche degli altri abitanti del villaggio che, come il pastore, hanno diritto a pascolare nello stesso prato - di proprietà comune, come si è detto - e neanche per quelle degli abitanti futuri. Si tratta di una parabola, proposta nel 1833 da un certo Lloyd, un quasi sconosciuto demografo inglese, e “ripescata” da Garrett Hardin (1915-2003), professore di ecologia umana nell’Università della California, in un celebre articolo apparso nel dicembre 1968 nella rivista “Science”. Il pascolo corrisponde alla Terra, un pianeta grande, ricco di beni materiali e di acque, che fornisce tutte le risorse necessarie alla vita degli umani. Che hanno tutti uguale diritto, in quanto abitanti e “proprietari” del comune pianeta. Le risorse sono sufficienti e si rigenerano finché gli umani sono pochi e si accontentano di trarre dalla Terra quei beni che si rinnovano nei grandi cicli della natura. Ma quando il numero delle persone aumenta, quando aumenta la loro avidità di possesso e di vantaggio individuale, arriva un punto in cui le risorse diventano insufficienti per gli occupanti di oggi e per quelli che verranno e il loro possesso diventa motivo di competizione e di conflitti. In ecologia si dice che un territorio, che può anche essere l’intera Terra, grande ma non infinito, ha una capacità ricettiva o portante (una “carrying capacity”) limitata per gli esseri viventi, umani compresi, e per le loro attività “economiche”. L’articolo di Hardin fu tradotto in tutte le lingue (anche in italiano, su “Sapere” nel marzo 1969) e fu ristampato decine di volte nelle antologie che circolavano, trent’anni fa, ai tempi della contestazione ecologica e fu oggetto di roventi dibattiti, ormai dimenticati come è stato dimenticato l’autore, come dimostra il silenzio che ha circondato la sua morte all’età di 88 anni. Su questo controverso ecologo e pensatore si veda utilmente il sito: www.garretthardinsociety.org. C’è materiale per qualche bella tesi di laurea. La “parabola delle mucche”, il regalo che Hardin ci ha lasciato, ripreso poi nei suoi numerosi scritti e libri, si presta a varie interpretazioni. La più banale è che la crisi ambientale, lo sfruttamento delle limitate risorse naturali, fino al loro impoverimento, dipendono dal numero “eccessivo” di esseri umani. Era la tesi di Malthus, fortemente contestata da parte cattolica, anche se l’invito ad una paternità responsabile si trova nelle encicliche Populorum progressio e Humanae vitae. L’altra lettura della parabola riguarda la contestazione dell’“economia”, la quale si basa sulla legge fondamentale dell’aumento della crescita della massa dei beni materiali usati, “consumati”, dagli individui e dalle comunità, espressa con quel curioso indicatore che è il “prodotto interno lordo”. La crescita economica in un pianeta di dimensione e risorse limitate comporta inevitabilmente l’impoverimento dei beni naturali disponibili ad altri componenti della stessa comunità umana (nella parabola l’avidità di un pastore toglie agli altri pastori la possibilità di usare lo stesso pascolo) presente e futura. Una terza lettura riguarda come si può e chi deve regolare l’appropriazione individuale dei beni collettivi, considerando che, fino a quando tali beni sono di tutti, il più veloce, o il più “furbo”, o il più prepotente si appropria della maggior parte e lascia poveri gli altri; alcuni pensano che solo una autorità centrale, “uno stato”, possa e debba decidere quanto, dei beni comuni, ciascun soggetto economico può ottenere; altri pensano che il bene comune collettivo vada diviso fra vari privati, ciascuno dei quali si comporterà nei confronti degli altri usando il meccanismo dei prezzi e del mercato. Per farla breve: col povero professor Hardin se la sono presa tutti. I cattolici per le prospettive di controllo della popolazione, i comunisti per le proposte di liberalizzazione dei beni collettivi a favore del mercato, i conservatori per il pericolo di tentazioni comunistiche. Il che non esclude che Hardin abbia con coraggio descritto ed indicato il problema centrale non solo dell’economia e della democrazia, ma del futuro dell’umanità in questo pianeta di dimensioni e risorse limitate e di crescente avidità dei suoi abitanti. Forse proprio nella gestione solidale e più giusta delle risorse della Terra, nostra unica casa comune nello spazio, sta la ricetta per sradicare la violenza del terrorismo e delle guerre e per aiutare l’umanità ad avviarsi verso un genuino sviluppo umano. 35 TURISMO SOSTENIBILE A RINENERGY IL COMPITO DI DARE ALLA CITTÀ a cura della redazione N el 2015 Milano sarà sede dell’Expo. Tra i tanti temi da affrontare c’è sicuramente quello dell’accoglienza: saranno milioni i turisti che visiteranno l’area espositiva e il capoluogo lombardo che, ad oggi, non sarebbe in grado di accoglierli tutti. L’Associazione Rinenergy si è posta il problema, proponendo un progetto di accoglienza turistica sostenibile a “Expo dei Territori: Verso il 2015”, un bando promosso da Provincia di Milano e MilanoMetropoli per conoscere proposte innovative e idee progettuali di Amministrazioni e Associazioni per Expo. Il progetto di Rinenergy, “Bed&Breakfast Milano”, è risultato tra i vincitori. La proposta nasce dalla constatazione che a Milano l’offerta di ricettività turistica low cost è molto modesta. Il capoluogo lombardo non è considerato come città turistica e il turismo esistente è prevalentemente d’affari e congressuale. Siamo però consapevoli che il necessario sviluppo turistico collegato all’evento non può essere legato solo a quello dei servizi e dell’offerta alberghiera, ma necessita di un approccio multidisciplinare che delinei al meglio le linee guida della sostenibilità turistica. Non si possono realizzare solo grandi complessi alberghieri, nati per intercettare la domanda di un 36 ecoIDEARE - ottobre 2009 turismo business, con una possibilità economica elevata o comunque sopra la media. Il consumo di nuovo suolo, l’antropizzazione massiccia e la necessità di nuove infrastrutture per rendere i nuovi alberghi facilmente accessibili non sono la strada che riteniamo migliore: l’Expo deve essere l’occasione per cambiare il nostro paradigma culturale e per identificare nuove forme di sviluppo compatibile. Non esiste una reale tutela del territorio senza la valorizzazione, la promozione e la difesa dell’esistente. Per questo motivo il progetto originario, che prevede la messa in rete delle strutture ricettive alternative agli alberghi (B&B, agriturismi, cascine, case vacanze) e la creazione di un portale a esse dedicato, strettamente legato al territorio sia sotto il profilo commerciale che culturale, è stato incluso e ampliato in una nuova proposta che ha accolto le indicazioni emerse in questi mesi. Con la nuova proposta Rinenergy vuole farsi portavoce di tutte quelle realtà marginali (piccoli Comuni, piccoli e medi imprenditori agricoltori, gestori di agriturismi) che vedono nella gestione sostenibile del territorio agricolo un’opportunità di rilancio in vista di Expo 2015, ma soprattutto uno sviluppo delle proprie attività compatibile con l’ambiente. RINENERGY PER EXPO 2015 NUOVO VALORE. Gli obiettivi che il nostro progetto si prefigge di conseguire sono: • la creazione di una forte partnership tra pubblico e privato, finalizzata alla creazione di una specifica offerta di turismo sostenibile locale che, prendendo spunto dalle opportunità previste dall’evento Expo 2015, possa poi continuare autonomamente, arricchendo le proposte turistiche del territorio e valorizzando le micro-eccellenze; • lo sviluppo di una nuova forma di turismo legato ai giovani e alle famiglie: nuovi fruitori ai quali il mercato, specialmente milanese, si è rivolto in maniera modesta, offrendo servizi limitati e poche soluzioni; • la considerazione dell’Expo 2015 come un’occasione per migliorare e implementare lo sviluppo turistico ed economico del territorio, con la consapevolezza che le ricadute positive supereranno l’evento e che, una volta realizzati, gli investimenti serviranno da volano per le aree interessate; • la valorizzazione, attraverso interventi mirati (ove necessari) di ripristino e riqualificazione, delle strutture esistenti, destinandole al servizio di ricettività turistica; • la messa in rete di strutture ricettive, comprese quelle già esistenti, attraverso la realizzazione di un portale “ad hoc” che riunisca l’offerta dei B&B, degli agriturismi e quella extralberghiera; • l’ottimizzazione degli investimenti, in modo che il ritorno economico sia certo, veloce e con ampie ricadute territoriali. Per realizzarlo, Rinenergy ha cominciato a prendere contatti con le varie realtà portatrici di possibile interesse, assumendo il ruolo di coordinatore di azioni e idee complementari. Il nostro auspicio è che si riesca a sviluppare una rete di soggetti, rappresentanti delle diverse realtà territoriali, con le quali portare avanti la nostra idea di sostenibilità turistica. Per saperne di più e per far parte del nostro gruppo di lavoro, contattateci telefonicamente o all’indirizzo: [email protected] 37 Modulo di richiesta adesione I supereroi non esistono e l’ecosostenibilità ambientale non piove dal cielo. L’adesione è libera e subordinata al versamento della quota associativa annuale da versarsi, contestualmente alla presente richiesta, presso: Barclays Bank IBAN IT69L0305101628000030740013 Socio collaboratore 50 euro (colui che presta la sua collaborazione di lavoro o volontariato) Socio professionista 100 euro (colui che lavora nel settore energetico ed ambientale) Socio artigiano/commerciante 250 euro Socio azienda 1.000 euro (fino a 20 dipendenti) Socio azienda 2.000 euro (oltre 20 dipendenti) Il presente modulo di adesione e la fotocopia del versamento dovranno essere inviati a Rinenergy, via fax, allo 02.36642803. L’accettazione avverrà tramite delibera del Consiglio Direttivo, che provvederà ad avvisare il nuovo socio, inviando la ricevuta del versamento, la carta dei servizi i dati per il login e lo statuto associativo. Nome Cognome Nato/a il Residente in Cap Via n° E-mail Tel. Sostenersi a vicenda per sostenere il pianeta. Cell. Professione P.IVA Indirizzo professionale Breve descrizione dell’attività svolta (solo per i soci professionisti): (Solo per i soci azienda) • Possono essere Soci Rinenergy ® i professionisti operatori nel settore e le aziende di prodotti o servizi ad alta sostenibilità e sensibili alla Responsabilità Sociale d’impresa. Azienda Via Città Associarsi a Rinenergy ® vuol dire credere fermamente che la qualità del vivere debba e possa migliorare. Vuol dire prendere parte a un’azione concreta. I soci avranno la possibilità di entrare in un network di conoscenze e contatti nel settore, potranno coinvolgere Rinenergy ® in iniziative, progetti ed eventi. Potranno inoltre avvalersi della consulenza e del supporto di professionisti della comunicazione e del marketing. Cap Tel. E-mail • Possono essere Partners Rinenergy ® enti pubblici e privati, associazioni, università, scuole e istituti formativi. P.IVA Nominativo di contatto Breve descrizione dell’attività svolta: In base agli art. 6 e 7 del nostro statuto, la sua ammissione sarà deliberata dal Consiglio Direttivo. I dati personali acquisiti saranno utilizzati da parte di Rinenergy, anche con l’ausilio di mezzi elettronici e /o automatizzati esclusivamente per l’evasione della sua richiesta. Ai sensi del D.L. n° 196/2003, è garantito comunque il diritto di accedere ai propri dati chiedendone la correzione, l’integrazione e ricorrendone gli estremi, la cancellazione in blocco. Quanto sopra indirizzando richiesta scritta a Rinenergy, via Sardegna 57, 20146 Milano. MEDIA PARTNER ECORADIO data 38 Firma ecoIDEARE - ottobre 2009 Via Sardegna, 57 • 20146 Milano Tel. 0236642800 • Fax 0236642803 [email protected] umano stupidario...ma per fortuna a cura di Edgar Meyer DETRAZIONI DEL 55% Tutti con la green economy di Obama! In realtà, non proprio tutti: il Governo italiano non ha riconfermato, nella Finanziaria del 2010, la detrazione del 55% per gli investimenti di efficienza energetica negli edifici. Il rischio, se non ci sarà una proroga, è che questo strumento, che ha dato ottimi risultati in fatto di risparmio energetico e di emissioni di CO2, si perda per sempre e sia così un’altra occasione sprecata. PANNELLI SOLARI, RECORD DI FURTI LA VERA GREEN ECONOMY DI OBAMA Il presidente Obama prosegue la sua politica di rinnovamento in salsa verde. La Camera dei rappresentanti ha approvato il “Climate change bill”, la nuova legge sul clima, che impone alle compagnie di ridurre le emissioni di gas climalteranti dell’83% entro il 2050. La norma ha l’obiettivo di incentivare la scelta di energie rinnovabili e di ridurre la dipendenza dell’economia americana da petrolio e carbone. BOOM DEL FOTOVOLTAICO Il motivo dell’aumento di furti è semplice: sempre più famiglie, scuole, enti pubblici e uffici scelgono le fonti rinnovabili, economiche (ma facili da rubare). Furti a parte, per il fotovoltaico in Italia è finalmente boom. Nel 2020, secondo quanto emerge da un rapporto realizzato dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano per Assosolare, il mercato del fotovoltaico italiano potrebbe potenzialmente superare i 50 GW. Cento milioni di euro. A tanto ammontano i furti di pannelli solari e fotovoltaici messi a segno in Italia nel 2008. E alla fine del 2009 il fenomeno è destinato a risultare in crescita. I pannelli trafugati, che hanno un dispositivo che li rende inutilizzabili in Italia, finiscono per lo più in Nord Africa. ECOMOSTRI L’albergo di Alimuri nella penisola Sorrentina, classico esempio di speculazione edilizia; le palazzine di Lido Rossello a Realmonte (AG), case degli ex assessori del Comune in riva al mare sulla spiaggia; le ville “Palafitta” sul bagnasciuga a Falerna Scalo (CZ); le villette abusive di Torre Mileto (FG), vera e propria città illegale di 2.500 seconde case costruite negli anni settanta, di cui 500 interamente sul demanio marittimo. Sono questi i primi 4 ecomostri costieri, la “top four” del cemento illegale. Gli ambientalisti di tutta Italia chiedono da anni che vengano demoliti perché scompaiano dal panorama italiano. ECOMOSTRI ABBATTUTI Nel corso del 2009 finalmente è stato abbattuto il mostro di cemento di Palmaria (Sv), che da oltre 30 anni sfregiava uno dei più bei tratti della Liguria. Un’ altra importante battaglia contro il cemento selvaggio è stata vinta. Un enorme scheletro di cemento alto 30 metri che incombeva sul paesaggio del Parco Regionale di Portovenere. Dopo il Fuenti, il Villaggio Coppola Pineta Mare e Punta Perotti è andato giù un’altro storico ecomostro della costa italiana. 39 I RIFIUTI? SOTTO TERRA! a cura della Redazione A Rozzano, come a Lugano, la raccolta dei rifiuti è sotterranea R Il sindaco Massimo D’Avolio (a sinistra) e l’assessore Stefano Apuzzo 40 ecoIDEARE - ottobre 2009 ozzano è un Comune di circa 40 mila anime, confinante con il capoluogo lombardo e inserito nel Parco Agricolo Sud Milano. Noto negli scorsi anni come “quartiere dormitorio” o “Bronx” o “periferia degradata”, ha subìto nell’ultimo quinquennio una rivoluzione urbanistica e sociale. Il tessuto cittadino è sempre popolare - il 40% delle famiglie risiede in alloggi Aler - ma l’amministrazione ha realizzato un palpabile miglioramento urbano e delle condizioni di vita. Merito, soprattutto, del giovane sindaco Massimo D’Avolio, riconfermato di recente con oltre il 57% dei consensi. Grazie a parchi urbani, oasi, molto verde, rotonde snellisci traffico, scuole e servizi. E una novità: l’innovativo sistema di raccolta interrata dei rifiuti. Come funziona? Semplice. Il sistema è costituito da isole ecologiche interrate per la raccolta differenziata, denominate EcoPoint, che sostituiscono i tradizionali cassonetti dei rifiuti. Invece di utilizzare i cassonetti, dunque, gli abitanti ricevono una chiave elettronica personalizzata con cui possono accedere al proprio EcoPoint e conferire i rifiuti. I diversi contenitori COMUNI VIRTUOSI per carta, plastica, vetro, secco e umido sono facilmente identificabili. L’introduzione delle isole lascia a vista contenitori poco più grandi di un cestino. I vantaggi sono notevoli sia sotto il profilo dell’arredo urbano, che viene migliorato, sia sotto quello dell’igiene: i rifiuti vengono depositati sottoterra, dove la temperatura dimezzata rallenta i processi di decomposizione. Notevoli i vantaggi anche sotto il profilo del risparmio per le famiglie, che eliminano i costi condominiali per l’acquisto e la pulizia dei cassonetti, la rotazione dei sacchi e il lavaggio del locale spazzatura. Più estetica, meno degrado ambientale e più risparmio. “Eliminando i cassonetti abbiamo eliminato molti problemi di igiene, cattivi odori e pulizia”, afferma l’assessore all’Ambiente Stefano Apuzzo, che ha operato di concerto con l’assessore all’Ecologia Ciro Piscelli. “Non solo. L’attivazione del sistema, unico nel suo genere in Italia, ha consentito di incrementare la raccolta differenziata, facendole superare quota 54%”. Le isole, della capienza di 5 metri cubi ciascuna, sono gestite in modo del tutto automatizzato per le operazioni di svuotamento e di disinfezione e sono dotate di un sistema di rilevazione in tempo reale che fornisce tutte le informazioni necessarie a programmare al meglio il servizio di raccolta, segnalando quando i contenitori sono pieni e necessitano di essere svuotati. Di più. Tutta l’energia che alimenta l’impianto è assicurata da pannelli solari. Si è pensato anche alla sicurezza (degli utenti e delle strutture): gli EcoPoint sono dotati di un sistema di videosorveglianza che serve ad impedire l’abbandono indiscriminato di rifiuti. Il sistema, già testato con successo a Lugano in Svizzera, è stato adottato prima sperimentalmente nel nuovo quartiere di AlboretoToscana e nei quartieri al confine con Moirago, poi si è esteso e si sta estendendo a tutti i quartieri Aler. “L’investimento dell’amministrazione e di Area Sud Milano-Ama sta contribuendo ad elevare la qualità della vita, dell’ordine e della pulizia di Rozzano, con un visibile incremento della raccolta differenziata dei rifiuti e, quindi, con il recupero di materiali preziosi che confluiscono nuovamente nel sistema produttivo”, conclude soddisfatto Apuzzo. Il sistema ha dimostrato di funzionare molto bene. Gli EcoPoint attivati all’autunno del 2009 sono 19 e già oggi servono oltre 2.000 famiglie. La percentuale di raccolta differenziata registrata nel quartiere Alboreto (dove gli EcoPoint funzionano da due anni) si attesta oltre il 60%. “Le caratteristiche dei nuovi impianti, il presidio delle isole e il personale a disposizione dei cittadini hanno consentito di migliorare le percentuali di raccolta differenziata che fino a poco tempo fa erano molto più basse”, osserva Romeo Bianchini, direttore tecnico di Area Sud Milano, la società che gestisce i rifiuti. “Con gli Ecopoint crediamo di aver realizzato un sistema di assoluta innovazione in un settore, quello della raccolta dei rifiuti, dove l’innovazione è scarsa o inesistente.” Sopra: le isole ecologiche interrate “EcoPoint”, da cui spuntano solo i cestini. Per attivare le “bocche” ogni famiglia ha una chiavetta personalizzata. A lato: le eccellenze ambientali e storiche di Rozzano sono raccontate addirittura in un libro. L’immagine del Comune sta cambiando. 41 EcoNews BENESSERE BIOCERTIFICATO PER TERME E SPA Le strutture che si certificano Bio Wellness si impegnano per accrescere il benessere del cliente nel rispetto dei principi del biologico, del naturale e dell’ecosostenibile. Bio Wellness è la nuova certificazione volontaria di Icea dedicata a beauty farm, terme, centri benessere e SPA che adottano una gestione delle proprie attività compatibile con l’ambiente. Sono previsti l’utilizzo di prodotti biologici nei trattamenti cosmetici della persona e nella somministrazione di alimenti e bevande, la promozione della formazione del personale e il rispetto dell’ambiente, in un’ottica di miglioramento continuo delle prestazioni. www.icea.info NUOVA VITA AL PNEUMATICO! Gli pneumatici sono uno dei prodotti più difficili da smaltire, una volta che hanno finito il loro ciclo di utilizzo: infatti, la qualità che li rende perfetti durante l’utilizzo (la resistenza a usura e sollecitazioni) è quella che li rende difficilmente degradabili. Ma ora è possibile riutilizzare la loro gomma per realizzare asfalti più ecocompatibili, mantenendo al contempo le caratteristiche fisiche necessarie. Inoltre, una maggiore percentuale di gomma nell’asfalto permette di ridurre la quantità di catrame e bitume, due derivati del petrolio particolarmente impattanti sull’ambiente. www.autoambiente.com L’ENERGIA DAL COCOMERO L’estate è ormai finita e anche quest’anno sono state eliminate tonnellate di angurie. Perché non hanno raggiunto la maturazione, o perché di forma irregolare, o ammaccate e quindi poco appetibili per i consumatori. Spesso i coltivatori reputano più conveniente lasciare marcire sul terreno questi frutti piuttosto che sprecare soldi per raccoglierle con il rischio che rimangano invendute. Ma dal prossimo anno anche questo scarto potrebbe diventare economicamente vantaggioso: secondo uno studio dei ricercatori Benny Bruton e Vincent Russo del South Central Agricultural Research Laboratory degli Stati Uniti, apparso sulla rivista americana Biotechnology for Biofuels, dal succo dei cocomeri, fermentato, è possibile ricavare bioetanolo. Una nuova opportunità per il frutto più fresco dell’estate! www.modusvivendi.it 42 ecoIDEARE - ottobre 2009 ECOMONDO Si terrà a Rimini, dal 28 al 31 ottobre 2009, ECOMONDO, la 13° Fiera Internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile. Ecomondo è uno dei maggiori appuntamenti dedicati alle soluzioni tecnologicamente avanzate per la tutela dell’ambiente e per la compatibilità ambientale. E’ infatti pensato e realizzato per l’industria dell’ambiente e della sostenibilità che vuole cogliere la sfida globale di coniugare, con profitto, sviluppo e sostenibilità, ambiente ed energia, globalizzazione e cura del territorio per ridurre le emissioni nocive attraverso l’applicazione di nuovi sistemi e nuove tecnologie e ridurre la dipendenza dalle fonti fossili. La fiera ha un ricco programma di convegni, seminari e tavole rotonde. www.ecomondo.com MALDIVE RINNOVABILI L’arcipelago delle Maldive è incantevole, ma è anche uno dei luoghi più a rischio per gli effetti del cambiamento climatico. Il presidente Mohammed Nasheed ha deciso di intervenire introducendo una “green tax” per gli oltre 700.000 turisti che ogni anno si recano in vacanza alle Maldive. Il contributo, di tre dollari al giorno, servirà per investire, nei prossimi anni, oltre 1 milione di dollari in energie rinnovabili. La proposta non è stata ancora ufficialmente approvata, ma il Presidente si augura che lo sia in tempi rapidi, per poter partire il prima possibile con l’iniziativa. www.yeslife.it CAR POOLING IN AUTOSTRADA E’ partito il 31 agosto, un po’ in sordina per la verità, la nuova promozione di car pooling sull’Autostrada dei Laghi. L’iniziativa prevede uno sconto significativo sul prezzo del pedaggio (0,50 euro invece di 1,30) per quelle vetture con almeno 4 persone a bordo. Lo sconto si applica solo nei giorni feriali e nelle ore di traffico intenso, ovvero la mattina dalle 6.30 alle 9.30 nella direzione di Milano e dalle 17.30 alle 20.00 verso Como e Varese. Lo scopo è quello di invogliare i pendolari a condividere l’auto per gli spostamenti, riducendo così emissioni inquinanti, intasamento stradale e costi. Ci sarà bisogno sicuramente di un po’ di organizzazione da parte degli automobilisti (è disponibile sul sito di Autostrade il servizio per trovare compagni di viaggio) e di maggiore pubblicità, ma questa iniziativa è un ottimo segnale verso una mobilità più sostenibile. www.autostradecarpooling.it 43 Prospettive sostenibili di Giorgia Giavenni Nuova luce per l’Europa C i siamo: con il recepimento della direttiva dell’Unione Europea non potranno più essere immesse sul mercato le lampadine a incandescenza al di sopra di 80 watt. I negozi potranno però continuare a vendere le scorte ancora presenti nei magazzini. Ha inizio così il programma, entrato in vigore l’1 settembre, che prevede una riduzione graduale sul mercato della vendita delle lampadine incandescenti fino ad arrivare all’eliminazione totale nel 2016. Le lampadine incandescenti potranno essere sostituite dalle lampadine alogene e dalle lampadine compatte fluorescenti, oltre naturalmente che dalle lampade a tecnologia LED. La direttiva europea è stata emanata con l’obiettivo di creare una normativa comune a tutti gli Stati membri, per quanto riguarda il mercato dei prodotti che consumano energia, con un occhio di riguardo all’ottimizzazione delle prestazioni ambientali dei prodotti. Considerato che uno degli obiettivi primari della Comunità europea è la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, il miglioramento dell’efficienza energetica rappresenta un contributo essenziale al raggiungimento di questo obiettivo. A questo proposito, è necessario che l’efficienza energetica venga considerata fondamentale fin dalle fasi di progettazione del prodotto, passaggio nel quale si determina il livello di inquinamento che il prodotto genera. I vantaggi nell’utilizzo di apparecchiature elettriche a basso consumo energetico, ai fini della riduzione di emissioni di CO2, è ben evidente: con questo intervento il risparmio energetico a livello europeo sarà dai 5 ai 10 miliardi di euro, con una riduzione di CO2 pari a 38 milioni di tonnellate. Le lampadine ad incandescenza producono molto calore e solo il 10 % dell’energia prodotta viene convertito in luce. La lampada alogena (o lampada incandescente efficiente), invece, ottiene un’incandescenza più alta, con un rendimento maggiore del 50-100% rispetto alle lampadine a incandescenza e con un risparmio di energia pari al 25 - 50%. Le lampade a basso consumo energetico (o fluorescenti compatte) hanno una durata maggiore, con un risparmio di energia del 75% rispetto alla lampadine incandescenti, grazie al maggior rendimento luminoso. Queste lampadine hanno un costo più alto, ma garantiscono un risparmio notevole nel tempo. Parallelamente bisogna però considerare alcuni aspetti negativi, che sicuramente saranno fonte di discussione, legati alle lampadine a basso consumo energetico e al loro smaltimento. Queste ultime, infatti, contengono al loro interno mercurio, anche se in quantità minima. Quando si esauriscono diventano quindi un rifiuto pericoloso. Senza dimenticare che sono costituite per il 90% da vetro. Ecolamp, il Consorzio per il Recupero e lo Smaltimento di Apparecchiature di Illuminazione, ricorda che è importante evitarne la rottura e che non vanno gettate nella normale pattumiera o nei cassonetti, ma che vanno separate dagli altri rifiuti e portate nelle apposite isole ecologiche. Le lampade ad incandescenza, le alogene e le lampade a LED non sono invece soggette a raccolta differenziata. I consumatori dovranno però necessariamente essere informati; sarà dunque fondamentale che la disposizione venga accompagnata da un’adeguata campagna di informazione. Per permettere a tutti di poter contribuire al raggiungimento degli obiettivi; ognuno con le proprie azioni, responsabilmente. IL PROGRAMMA FINO AL 2016 • dal 1 settembre 2009: non saranno più immesse sul mercato le lampade con bulbo diffondente e le lampade ad incandescenza trasparenti con potenza superore a 80 watt; • dal 1 settembre 2010: non saranno più immesse sul mercato lampadine incandescenti trasparenti con potenza superiore a 65 watt; • dal 1 settembre 2011: non saranno più immesse sul mercato lampadine incandescenti con potenza superiore a 45 watt; • dal 1 settembre 2012: non saranno più immesse sul mercato lampadine incandescenti con potenza superiore a 7 watt; • dal 1 settembre 2013: previsto un innalzamento dei requisiti di qualità; • dal 1 settembre 2016: non saranno più immesse sul mercato le lampadine in classe di efficienza C. 44 ecoIDEARE - ottobre 2009 ECO BANDI Il Professionista: l’Eco Bandi Consulenza specifica per imprese e professionisti a cura di Luisa Belloni e Michela Romano Nel mese di luglio Regione Lombardia ha pubblicato una serie di bandi a sostegno dell’innovazione. Le nuove iniziative regionali si rivolgono a: • artigianato • industria con specifico riferimento agli ambiti dell’edilizia, della diagnostica dei processi industriali, macchine e motori elettrici, delle tecnologie avanzate per l’illuminazione BANDO SALVAMBIENTE 2009: CONTRIBUTI ALLE IMPRESE ARTIGIANE PER SOSTEGNO AL RISANAMENTO AMBIENTALE Per le IMPRESE ARTIGIANE è ripubblicato un bando a sostegno del risanamento ambientale, con scadenza 30 ottobre p.v., inteso come investimenti finalizzati alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento derivante dai processi produttivi. Vengono quindi finanziati, con un contributo a fondo perso pari al 25% delle spese e per importo massimo di Euro 80.000,00, gli interventi di: • conseguimento di certificazioni ambientali europee/internazionali/nazionali: EMAS, ISO 14001, ECOLABEL, certificaz. Ambientale di prodotto; realizzazione di impianti innovativi di produzione di energia, funzionali al processo produttivo artigiano, da fonti rinnovabili; • introduzione di tecnologie innovative per ridurre l’impatto ambientale in termini di emissioni d’aria, acqua, rifiuti, rumore e consumo energetico; • soluzioni per il risparmio di materie prime o all’impiego di materie prime meno inquinanti; • soluzioni per il risparmio di materie prime, impiego di sostanze meno inquinanti, riduzione scarti da lavorazione, trasformazione di scarti/rifiuti in materie secondarie riutilizzabili nello stesso ciclo produttivo; • riduzione del peso degli imballaggi. Al momento della presentazione/domanda il 10% delle spese deve essere già stato sostenuto. Le spese decorrono dal 15 Luglio 2009 e devono essere terminate entro il 15 Luglio 2010. www.lom.camcom.it BANDO PER PROGETTI DI RICERCA NEL SETTORE DELL’EFFICIENZA ENERGETICA Questo bando è rivolto alle PICCOLE E MEDIE IMPRESE, anche artigianali, produttrici di beni e di servizi, singole o in raggruppamento (Associazioni temporanee di imprese), nonché organismi di ricerca, che effettuino investimenti di ricerca industriale e sviluppo pre-competitivo per la produzione di prototipi nei seguenti campi: • EDILIZIA: materiali, prodotti, processi che consentano la riduzione dei consumi energetici negli usi finali, building integration, domotica, sistemi integrati edificio/impianti; • PROCESSI INDUSTRIALI: sistemi di diagnostica energetica dei processi produttivi, recupero di calore, razionalizzazione dell’uso dell’energia negli edifici industriali, commerciali, artigianali; • MACCHINE E MOTORI ELETTRICI: sistemi elettrici ed elettronici, macchine e motori elettrici ad alta efficienza, inverter, sistemi innovativi di gestione reti elettriche locali; • TECNOLOGIE AVANZATE PER L’ILLUMINAZIONE: indoor e outdoor. Le spese ammissibili, minimo Euro 250.000,00, si riferiscono a: • personale: ricercatori, tecnici; • strumentazione e attrezzature necessarie: ammissibili i costi di ammortamento pari alla durata del progetto ricerca contrattuale delle competenze tecniche e dei brevetti acquisiti o ottenuti in licenza da fonti esterne spese generali direttamente imputabili all’attività di progetto, imputate con calcolo pro-rata e giustificate per importo max del 10% del costo complessivo del progetto • altri costi d’esercizio, inclusi costi dei materiali, forniture o prodotti imputabili all’attività di ricerca. L’agevolazione consta in un contributo a fondo perso per l’importo massimo di Euro 1.000.000,00, con percentuali diverse a seconda della tipologia del richiedente. I progetti devono essere avviati dopo la presentazione domanda e conclusi entro 24 mesi dall’avvio. La scadenza del bando è il 22 ottobre 2009. www.industria.regione.lombardia.it Per ulteriori informazioni: Via Sardegna, 57 - 20146 Milano Tel. 0236642800 - Fax 0236642803 [email protected] - www.rinenergy.it 45 Le schede di ECOIDEARE - STILI DI VITA STILI DI VITA RIFIUTI • Evitare gli imballaggi superflui e scegliere, quando possibile, prodotti che siano imballati con un unico tipo di materiale: sarà più facile il loro smaltimento. Privilegiare prodotti con confezioni ridotte incoraggia le imprese a limitare il sovra-imballaggio. • Preferire i prodotti sfusi e alla spina, come i detersivi: si risparmia e si riutilizza più volte lo stesso contenitore. • Riusare, riciclare e ricaricare un prodotto il più possibile prima di eliminarlo. Le buste e i sacchetti di plastica e di carta possono essere riutilizzati più volte; alla fine, possono essere usati per contenere la spazzatura. Per la spesa, scegliere le sporte in tessuto. CAPOVOLGI LA RIVISTA, acquista sostenibilità! • Anche le bottiglie possono essere riutilizzate: avete mai provato a tagliarle a metà e riempirle di fiori? Consumare acqua del rubinetto: è buona, è gratuita e aiuta a limitare il consumo di bottiglie in plastica! Se proprio non riusciamo a rinunciare all’acqua in bottiglia, è meglio preferire le bottiglie con vuoto a rendere. • Cercare di riparare gli oggetti, invece che buttarli via, è un’attenzione in più per l’ambiente e per il portafogli. Q • Riciclare il più possibile: ormai quasi tutti i materiali sono recuperabili ed esistono moltissimi consorzi di recupero e riciclo. Alcuni materiali sono differenziabili già in casa (carta, vetro, plastica, umido, alluminio), mentre oggetti di materiale diverso o ingombranti possono essere portati nelle piazzole ecologiche comunali per un corretto smaltimento. Anche i vestiti possono avere una seconda vita: molte associazioni benefiche ritirano gli indumenti vecchi per le persone bisognose. 47 Le schede di ECOIDEARE - STILI DI VITA ecoIDEARE - ottobre 2009 • CONAI: Consorzio Nazionale Imballaggi. E’ il consorzio privato senza fini di lucro costituito dai produttori e utilizzatori di imballaggi con la finalità di perseguire gli obiettivi di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio. www.conai.it • COREPLA: Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio ed il Recupero dei Rifiuti di Imballaggi in Plastica. www.corepla.it • COMIECO: Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica. www.comieco.org • COOU: Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati. www.coou.it • CIAL: Consorzio Produttori di Alluminio, produttori e utilizzatori di imballaggi in Alluminio. www.cial.it CAPOVOLGI LA RIVISTA, Cambia il tuo stile di vita! • COREVE: Consorzio Nazionale recupero e Riciclo dei Rifiuti di Imballaggio in Vetro. www.coreve.it • COBAT: Consorzio Nazionale Batterie al Piombo Esauste e Rifiuti Piombosi. www.cobat.it • RILEGNO: Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclaggio degli Imballaggi in Legno. www.rilegno.it • ECOLAMP: Consorzio per il Recupero e lo Smaltimento di Apparecchiature di Illuminazione. www.ecolamp.it Q • CONSORZIO NAZIONALE ACCIAIO: Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio. www.consorzio-acciaio.org 48 I CONSORZI CHE SI OCCUPANO DI RECUPERO E RICICLO N.4 - OTTOBRE 2009 - POSTE ITALIANE SPED.IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L.46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO ILLUMINAZIONE, ENERGIA, LEGNO: RISPETTIAMO I SEGNALI DELL’AMBIENTE Sistema Fee Cassano Parquet Federlegno Ecoabitare Gas Service N°4 - Ottobre 2009 Dove passa Area Sud i fiori crescono Un comune pulito per assicurare la vita dell’ambiente. Questa l’azione di Area Sud Milano S.p.A., affinché la gestione dei rifiuti sia sempre compatibile con la tutela del territorio. Opera nei comuni di Rozzano, Corsico, Cesano Boscone, Cologno Monzese, Locate di Triulzi e Pieve Emanuele, prendendosi cura di un territorio che è pronto per rifiorire. AREA SUD MILANO S.p.A. www.areasudmilano.it Periodico di cultura, informazione, stili di vita e progetti sui temi dell’ecosostenibilità Pag. 5 editoriale Giriamo pagina C on Ecoideare lo si fa simbolicamente ma anche fisicamente. Per trovare alcune soluzioni ai temi sollevati dalla rivista nella prima parte, è necessario capovolgerla. Così come è necessario capovolgere la visione del mondo che da 50 anni ci accompagna. Una visione del mondo esclusivamente sviluppista e incurante dell’ambiente che ci accoglie. La nostra convinzione è che tutela ambientale e sviluppo industriale possano e debbano marciare nella stessa direzione. Ecco allora, in queste pagine, alcune aziende verdi che rappresentano l’eccellenza italiana nello sviluppo sostenibile. Imprese attente alle tematiche ambientali, che hanno attuato un cambiamento dei propri modelli di sviluppo e dei rapporti economico-sociali: un rinnovamento che mira alla qualità della vita garantendo i bisogni del presente senza compromettere le opportunità delle generazioni future. Sono esempi di aziende che confermano l’attenzione crescente da parte del sistema imprenditoriale rispetto alle tematiche ambientali e dello sviluppo sostenibile, che va diffondendosi da Nord a Sud dello Stivale e che riconosce l’esigenza di una costante relazione tra attività economiche e ambiente naturale. Pag. 8 Pag. 10 a cura della Redazione SOMMARIO > Spostare energia, non produrla: questa è la sfida - Marino Piasentà > Dove va la luce? qualità dell’illuminazione e risparmio energetico: gli obiettivi del lighting design - Edgar Meyer > Ecoabitare: spazio alla nuova casa sostenibile - A cura della redazione > Innovazione in vendita: Gas Service presenta la nuova casa passiva a Ossona - Salvatore Di Pierro > Ecologia in vetrina - Gaia Gusso > Biblioteca della sostenibilità - Gaia Gusso 5 Pag. 12 8 10 12 13 14 Pag. 13 1 2 ecoIDEARE - ottobre 2009 FederlegnoArredo I l concetto di sostenibilità ambientale è importante. Non solo per il fatto che la tutela dell’ambiente è assicurata da leggi sempre più puntuali ma anche e soprattutto perché risponde a un bisogno profondo dei consumatori. Oggi è la sostenibilità una delle chiavi che permettono alle economie più attente di riprendere in mano la strada della crescita. Il valore legato a comportamenti ambientali virtuosi è sempre più riconosciuto dai mercati. Mai come oggi le parole chiave sono eco-innovazione, ecodesign, certificazioni forestali, attenzione ai consumi energetici e all’utilizzo di sostanze chimiche. In questo contesto diviene decisiva la capacità di identificare percorsi evolutivi di medio – lungo periodo che permettano di modificare progressivamente i modelli di progettazione, sviluppo e realizzazione dei prodotti attraverso logiche di efficienza economica e di sostenibilità, comunicando al mercato il valore, anche ambientale, insito nei prodotti della filiera legnoarredo italiana. Così, FederlegnoArredo ha realizzato per il secondo anno consecutivo il proprio Rapporto Ambientale. Questo documento, che prende in considerazione i dati relativi al 2008, vede una maggiore partecipazione delle aziende (75 contro le 48 dell’edizione precedente: +56%), che da sole rappresentano più del 6% del fatturato dell’intero sistema LegnoArredo italiano. E’ quindi un campione altamente significativo di tutte le realtà che compongono il panorama della filiera legno-arredamento. Dall’analisi del settore si evince come l’attenzione ai temi della sostenibilità sia strettamente legata alla competitività delle aziende stesse e che, in un anno difficile come il 2008, molte aziende si sono comunque orientate verso produzioni più sostenibili per essere più appetibili nei confronti dei consumatori e per soddisfare le esigenze specifiche dei mercati internazionali. L’elaborazione dei dati di prestazione ambientale rivela un impegno ed un’attenzione degni di nota. I valori di performance monitorati, infatti, sono in molti casi migliorativi rispetto ai dati del primo Rapporto Ambientale. L’attenzione verso le tematiche di sostenibilità emerge anche dall’evidente aumento nell’uso delle materie prime con caratteristiche ecologiche, soprattutto in comparti della filiera che fino ad oggi erano parsi meno propensi al loro utilizzo. Il settore che ha avuto i maggiori risultati in termini di miglioramento delle performance ambientali è stato quello energetico, che ha visto una buona riduzione dei consumi energetici e delle emissioni in atmosfera, anche grazie ai grossi investimenti effettuati in questi comparti. Grazie al secondo Rapporto ambientale abbiamo quindi la fotografia di una filiera viva e vivace, che sa leggere e in qualche caso anticipare i cambiamenti in atto e che risponde con velocità. FederlegnoArredo continua ad essere al fianco degli operatori sulla strada della produzione sostenibile. FederlegnoArredo www.federlegnoarredo.it 3 4 ecoIDEARE - ottobre 2009 SPOSTARE ENERGIA, NON PRODURLA: QUESTA È LA SFIDA di Marino Piasentà C i troviamo in questo momento storico all’inizio della terza grande rivoluzione industriale. La prima fu quella delle macchine, del movimento e dei motori e ci ha portato dal telaio all’aereo; la seconda è stata quella delle comunicazioni, accompagnandoci attraverso due secoli, dal telegrafo al telefonino e dalla radio al computer. La terza grande rivoluzione tecnologica oggi è già in corso: è iniziata la rivoluzione dell’energia, che porterà il singolo individuo a possedere le sue fonti energetiche. Nascerà un nuovo uomo potentissimo e più libero. Sta accadendo sotto i nostri occhi: senza alcuna scelta politica e senza alcuna filosofia ideologica anzi, in modo quasi anarchico un po’ come nell’epoca delle libertà comunali nell’Italia rinascimentale. Noi oggi non possiamo neppure immaginare a quali cambiamenti di vita, ma anche politici e di struttura economica e statuale porterà questa rivoluzione, ma certamente siamo immersi nel corso della storia e chiamati a dare il nostro contributo. Certo, perché ogni singolo individuo divenga proprietario della sua propria fonte energetica è necessario che la sorgente di questa energia sia naturale; solo in questo modo ci sarà sempre e nella quantità voluta. Per questo motivo questa terza grande rivoluzione industriale sarà nei fatti ecologica e saremo costretti ad utilizzare l’energia della natura (certamente ci saranno eccezioni e molte resistenze ed errori, ma saranno inutili intestardimenti privi di sviluppo). Solo sfruttando la forza energetica contenuta in natura e diffusa accanto a noi possiamo realizzare concretamente questo mutamento tecnologico. Il sistema f.e.e. s’inquadra in questa filosofia perché si basa sull’idea di recuperare sia il calore di processo sia tutte le altre energie disponibili e latenti per imprigionarle in un ambiente artificiale da cui andremo ad estrarle alla bisogna. Siamo all’alba di un nuovo giorno e nulla resterà come prima. Stanno cambiando tutte le idee sulla produzione e sull’utilizzo dell’energia. Serviranno ancora le centrali nucleari? Finirà il petrolio o finirà l’era del petrolio? La storia e le nuove tecnologie a disposizione dell’umanità hanno già emesso il loro verdetto: è l’alba di una nuova era, dove gli uomini saranno più liberi e potenti. Le centrali nucleari saranno inutili ben prima di essere finite ed il petrolio ha terminato il suo ciclo energetico. Il Sistema F.E.E. è un brevetto d’invenzione industriale, ottenuto da Marino Piasentà (nell’immagine a destra), che sfrutta i principi fisici dell’acqua fino ad ora mai utilizzati. E’ un sistema integrato che si compone di un pompa di calore, pannelli solari idrotermici e sistema F.e.e.. Un sistema molto semplice i cui costi di investimento non si scostano da quelli di un equivalente sistema ”tradizionale”. Dati i risparmi in termini energetici, economici ed il livello di efficienza, i costi degli impianti vengono ammortizzati in meno di due anni. Per ulteriori informazioni: www.sistemafee.it • [email protected] • [email protected] 5 Daniele Cassano. Scopri la differenza. Daniele Cassano. Arte in posa. Quando si parla di legno nessuno ne sa quanto lui: Daniele Cassano mette la propria esperienza e capacità artigianale al servizio di coloro che vogliono arricchire la propria casa con le naturali essenze del legno. Specializzato nella consulenza, nella vendita e nella posa di parquet, aiuta non solo a trovare il pavimento perfetto, ma anche a studiare particolari come rifiniture ed elementi di design in legno per una casa 6 ecoIDEARE - ottobre 2009 all’insegna della naturalezza. Non a caso è l’unico distributore in Lombardia dei prodotti Franco Ceccotti, azienda specializzata nei complementi d’arredo per il bagno in legno. Un’attività dalle mille sfaccettature, che non solo offre pavimenti in legno tradizionale, prefiniti, a disegno a mano, con la tecnologia laser o inchiodati, finiture con vernice all’acqua o ad olio eco-compatibili, ma anche la sicurezza di un lavoro personalizzato, in grado di rispondere alle esigenze dell’ambiente e di chi lo vive. Cassano, inoltre, è sempre attento a utilizzare legno certificato (FSC e PEFC) proveniente da foreste a gestione sostenibile e non da foreste primarie. Abilità artigianale, attenzione all’ambiente, ma soprattutto al cliente: qualità che rendono Daniele Cassano unico nel suo genere. Cassano Parquet è presente a: www.ilmioparquet.it Cassano Parquet [email protected] tel. 348 8844891/393 0712220rs 7 DOVE VA LA LUCE? QUALITÀ DELL’ILLUMINAZIONE E RISPARMIO ENERGETICO: GLI OBIETTIVI DEL LIGHTING DESIGN L a luce sta vivendo un cambiamento epocale. Due sono i motivi. Il passaggio dalla pluricentenaria lampadina a incandescenza (messa al bando dal recepimento italiano della direttiva europea) alle nuove sorgenti luminose come il Led da un lato. Dall’altro per la maggiore attenzione al risparmio energetico e al rispetto ambientale. Ecoideare esplora questi “temi incandescenti” con Cinzia Ferrara, presidente dell’Apil, l’associazione professionisti dell’illuminazione italiana. L’Unione Europea, con la recente direttiva che ha stabilito che le “vecchie” lampadine a incandescenza dovranno progressivamente essere sostituite da quelle a fluorescenza, ha dato un segnale forte in termini di necessità di risparmio energetico e di diminuzione di emissioni di CO2. Non tutti sono convinti di questo provvedimento, anche perché le lampade a fluorescenza contengono una quantità di mercurio che, sebbene ridottissima, ne rende difficile il corretto smaltimento. Si tratta di un momento di transizione. Tra qualche tempo tutti useranno i Led, i Light emitting diode. Non c’è dubbio che siamo di fronte a una grande rivoluzione, data dal passaggio dalle fonti luminose elettriche a quelle elettroniche, come il Led appunto. Si determina così maggiore interazione e personalizzazione della luce artificiale. Il settore ha la grande possibilità di interpretare il cambiamento in atto. Certo, non basta cambiare la lampadina per risolvere il problema energetico. Il tema APIL Associazione Professionisti dell’Illuminazione è stata fondata nel 1998. E’ di pochi anni fa il suo ingresso nel contesto di FederlegnoArredo affiancandosi ad altre realtà associative per promuovere e sviluppare la cultura dell’illuminazione. APIL si propone di rappresentare i liberi professionisti autonomi nella progettazione e/o consulenza di prodotti e impianti del settore illuminotecnica. Possono diventare soci Apil architetti o ingegneri titolari di uno studio con esperienza pluriennale, giovani professionisti che lavorano per uno studio con il supporto di un socio che garantisce l’idoneità, studenti futuri professionisti che frequentano un master o svolgono uno stage post laurea. L’Attività di APIL è centrata a promuovere la qualità della buona illuminazione e la centralità del progetto e opera nei seguenti ambiti: • progettazione e pianificazione urbanistica e territoriale dell’illuminazione pubblica piani della luce; • progettazione dell’illuminazione in tutti gli ambienti interni ed esterni; 8 ecoIDEARE - ottobre 2009 del risparmio energetico è molto più ampio. Bisogna progettare la luce: è nel progetto la soluzione per un serio risparmio energetico. Parliamo dei benefici di una corretta illuminazione. E’ noto quanto forti siano le relazioni che intercorrono nel rapporto tra uomo, luce naturale ed illuminazione artificiale. I benefici apportati da un buon progetto di luce sono tangibili e si manifestano in differenti ambiti. Prendiamo ad esempio gli uffici ed i posti di lavoro: una corretta illuminazione favorisce il rendimento lavorativo e la diminuzione degli errori incrementando il benessere psicologico. La progettazione è dunque fondamentale. Certo. Tramite la realizzazione di un impianto di illuminazione ben progettato è possibile dare valore aggiunto ad un’architettura. È palese che le persone sono attratte dai monumenti, dalle vetrine dei negozi e dai parchi pubblici ben illuminati. Una illuminazione “pensata” crea atmosfere e rende fascinosi questi spazi così come è in grado di riqualificare e rendere dignitose porzioni di città degradate. Non solo. Tramite tecniche di gestione e controllo il lighting designer dà un contributo fondamentale alla realizzazione di impianti energeticamente efficienti riducendo i costi di gestione. L’investimento iniziale nel coinvolgere la figura professionale del “progettista di luce” è ripagato da una • illuminazione naturale; • consulenza ad enti, aziende e imprese su materiali dispositivi, strumenti componentistici, verifiche, collaudi conformità a normative di legge; • Attività di formazione in università e altre scuole. Il livello di esperienza e professionalità di un progettista APIL è garantito dal curriculum di ogni socio. Coinvolgere un professionista APIL significa avere un contributo essenziale nella realizzazione delle aspettative di architetti, interior designer, committenti nell’ottica di bilanciare risparmio energetico e qualità illuminotecnica del progetto. Presidente di APIL è l’arch. Cinzia Ferrara, lighting designer nello studio Ferrara Palladino di Milano, che ha incentrato la sua ricerca professionale sulla relazione specifica tra luce e architettura. Numerosi i progetti realizzati fra cui Palazzo Grassi a Venezia, Teatro Margherita a Bari, ampie aree delle stazioni ferroviarie di Roma, Firenze e Milano, Facoltà di Ingegneria di Bologna, Nuovo Museo d’Arte Contemporanea di Punta della Dogana a Venezia. www.apilitalia.it riduzione dei costi in fase di installazione e di esercizio dell’impianto. La progettazione illuminotecnica non rappresenta più una raffinatezza tecnica a margine del progetto architettonico o un particolare di scarsa rilevanza. Si tratta senz’altro di una parte fondamentale e integrante di un progetto in grado di apportare un elevato valore aggiunto all’opera sia che si tratti di un lavoro in interno od esterno, pubblico o privato. Si sta dunque sviluppando una nuova figura professionale. Il lighting designer è una figura professionale ancora troppo poco utilizzata ma indispensabile a curare aspetti essenziali per la creazione del benessere ambientale. L’unica che può concretamente elevare la qualità delle installazioni, che può indirizzare gli utenti verso un corretto utilizzo della luce e dell’energia, anche in considerazione del fatto che le contingenze energetiche attuali impongono appunto la razionalizzazione dei consumi derivanti dall’illuminazione. Si tratta di andare verso una luce pensata, capace di valorizzare gli ambienti costruiti e quelli di pubblica utilità, di creare la scena luminosa ottimale per ogni attività, prendendo a modello le realtà del Nord America e del Nord Europa, dove il lighting design ha trovato da anni una sua specifica collocazione. Siamo alle soglie di una nuova era dell’illuminazione? I recenti progressi tecnologici che si registrano nel campo della generazione e del controllo della luce sono interessantissimi. Come detto, la luce elettronica dei Led sostituirà progressivamente la luce elettrica. Il rapporto che l’uomo ha con la luce artificiale è destinato a mutare radicalmente: cambieranno l’approccio, la fruizione, le esigenze, le aspettative. I processi evolutivi sono rapidi e l’introduzione sui mercati è praticamente già iniziata, sostenuta dai vantaggi oggettivi che si possono ottenere in termini di efficienza, durata e flessibilità d’impiego. La luce, insomma, sarà l’arredamento del futuro? In un certo senso sì. Anche perché se un divano non si può cambiare tutti i giorni, l’illuminazione di una stanza sì. L’importante è non tradire la fondamentale ricerca della naturalezza. Il colore va usato con sensibilità, altrimenti si rischia di peggiorare un ambiente Finirà in soffitta, dunque, il lampadario della sala da pranzo, totem del pasto domenicale? No, si reinventerà con ironia. E comunque la tendenza è verso la distribuzione di più punti luce, che permettano una molteplicità di effetti invece che di una sola fonte luminosa. Insomma: spazio al confort e alla naturalezza. Meglio se con il patentino verde. Cinzia Ferrara, presidente dell’Apil, l’associazione professionisti dell’illuminazione italiana. 9 ECOABITARE: SPAZIO ALLA NUOVA CASA SOSTENIBILE a cura della redazione Finiture e impianti per la casa, terrazzi, giardini e per l’abitare ecologico all’interno di Artigiano in Fiera 2009 S i svolgerà dal 5 al 13 dicembre, all’interno di Artigiano in Fiera 2009, la seconda edizione del Salone Ecoabitare: un’area all’interno della mostra che occuperà i padiglioni 5-7. Ecoabitare rappresenta una novità nel panorama fieristico italiano: è il primo salone dedicato in generale a tutto ciò che concerne la casa e i servizi connessi a essa, per gli interni e per gli esterni: finiture e impianti ecosostenibili e prodotti ad alta efficienza energetica; arredamento per l’esterno (balconi, terrazzi, attici e giardini), il verde e i suoi accessori, benessere, sport e piscine. Non mancheranno poi i servizi per la casa intesa come “immobile”, quindi costruttori di case in legno, chalet o prefabbricati. Spazio anche ai prodotti agro-alimentari biologici. Artigiano in Fiera è la mostra-mercato internazionale dell’artigianato più grande del mondo. 140.000 mq espositivi che hanno visto partecipare, nella scorsa 10 ecoIDEARE - ottobre 2009 edizione, 3 milioni di visitatori e 2775 espositori provenienti da 106 paesi. Anche quest’anno l’evento coinvolge così un nuovo settore e amplifica la propria offerta con nuove merceologie, per un target maggiormente diversificato che potrà scoprire le innovazioni e le tecnologie che domani saranno necessarie per una casa a basso impatto ambientale. Oggi il Piano Casa e le nuove normative sulla sostenibilità ambientale pongono in grande rilevanza il tema dell’abitazione. Alcune Regioni si sono da poco adeguate agli standard europei, attivando importanti incentivi sulle nuove costruzioni e sulle ristrutturazioni, rendendo interessanti e convenienti anche al singolo consumatore investimenti nel settore del risparmio energetico. Appuntamento quindi dal 5 al 13 dicembre nel nuovo polo di Fieramilano. L’ingresso ad Artigiano in Fiera, così come a Ecoabitare, come sempre è gratuito. 11 INNOVAZIONE IN VENDITA: GAS SERVICE PRESENTA LA NUOVA CASA PASSIVA A OSSONA di Salvatore Di Pierro I l tema del risparmio energetico ricopre ormai da anni un ruolo primario nelle politiche dei principali Paesi a livello mondiale. La Gas Service Energy S.r.l., nella sua ultra ventennale esperienza del settore gas e termoidraulico, si è sempre distinta in professionalità, competenza e nell’abbinare e installare le tecnologie più evolute e innovative per il comfort ambientale e il risparmio energetico. Con sede in Ossona, in provincia di Milano, l’azienda è alla continua ricerca di nuovi prodotti per lo sviluppo della propria attività che ha raggiunto massima competenza e specializzazione nella vendita di abitazioni che sfruttano energie alternative. Accreditata dalla Regione Lombardia per l’istallazione di pannelli solari, è convenzionata con la Provincia di Milano per le manutenzioni. Specialista del risparmio energetico dal 1994, Gas Service Energy si avvale della partnership esclusiva di fornitori di prodotti, di servizi ed energie leader nel settore e di esperti progettisti: una sinergia unica di competenza che parte dall’esperienza e dalla realizzazione di moltissimi impianti ad alta efficienza. Quella stessa esperienza che ha reso possibile il progetto della casa passiva ad Ossona: una nuova tipologia di costruzione che permette bassi consumi energetici ed un comfort abitativo assolutamente unico. In collaborazione con Alp House S.r.l. di Vipiteno, esperti in costruzioni di immobili ad alta efficienza e con TBZ, Ente di certificazione di Bolzano nella persona di Günther Gantioler, massimo esperto di Passive House in Italia, saranno realizzate e poi messe in vendita cinque unità abitative di circa 100 m2 ciascuna, realizzate in maniera tale da non aver bisogno dell’impianto di riscaldamento, ma solo del controllo meccanico dell’aria. Il sistema di classificazione (che riprende in tutto e per tutto quella che caratterizza gli elettrodomestici) è particolarmente pratico ed efficace in quanto, grazie a un’ottima campagna di informazione, in Sud Tirolo è oramai noto a tutti che 10 kwh equivalgono (con buona approssimazione) a 1 litro di gasolio o, in alternativa, ad 1 metro cubo di metano. La classificazione, avendo valore ufficiale, prevede necessariamente una omologazione, quindi prende come riferimento i dati climatici di Bolzano. Al lato pratico si parla di: classe C = casa da 7 litri classe B = casa da 5 litri classe A = casa da 3 litri classe Gold (casa passiva) = casa da 1 litro Un’abitazione di Classe C di 100 mq di superficie abitabile consumerà a Bolzano 100 x 7 = 700 litri di gasolio (o metri cubi di metano) in un anno: in pratica la metà di quanto ammesso dalla Legge 10/1991 in vigore nel resto dell’Italia. La cosa più interessante è che questo tipo di abitazione dimostra la convenienza economica delle case a basso consumo. Gas Service Energy è a vostra disposizione per tutte le informazioni riguardanti le specifiche tecniche e la vendita delle nuove case passive. IL PROGETTO FINALE DELLA CASA PASSIVA Per informazioni: GAS SERVICE ENERGY S.r.l. Viale Europa, 40 20010 OSSONA (MI) Tel: 02/90381136 • Fax: 02/90384677 [email protected] • www.gas-service.it 12 ecoIDEARE - ottobre 2009 ECOLOGIA IN VETRINA Proponiamo, in questa rubrica, alcuni oggetti innovativi e dal design accattivante realizzati con materiali ecocompatibili e dedicati al consumatore attento all’ambiente ma che non rinuncia al glamour di un prodotto speciale. GIOCHI ECOLOGICI PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE Finalmente anche i nostri amici animali possono giocare felici e rispettare l’ambiente! Sono infatti disponibili dei giochi realizzati da Simply Fido in puro cotone ecologico o in caucciù naturale, privi di sostanze chimiche e colorati secondo un procedimento di colorazione ecocompatibile. Anche l’imballaggio è attento all’ambiente: i giochi sono confezionati in scatole di materiale riciclabile e fissati all’interno con delle cordicine di cotone. EARTHKEEPERS: LE PRIME SCARPE RICICLABILI DI TIMBERLAND Novità in arrivo per tutte le fashion victim attente all’ecologia! Questo autunno potremo indossare le nuove scarpe di Timberland pensate e progettate per essere completamente riciclate a fine vita. Si chiamano Earthkeepers e sono realizzate in pelle, cotone organico e plastica riciclata. L’Azienda si impegna a ritirarle, una volta dismesse, e a riciclarne le varie componenti per almeno l’80%, riducendo così le emissioni di gas serra del 15%. DESIGN DALLA NATURA La linea bagno di Franco Ceccotti: un caldo abbraccio donato da elementi naturali lavorati con sapere artigianale, eleganza da designer e stile italiano. Un unico obiettivo, quello di reinterpretare lavabi, vasche ed accessori nei materiali e nelle forme per portare originalità e funzionalità, eleganza ed energia negli ambienti bagno. Distribuita in Lombardia solo da Cassano Parquet, è caratterizzata da un’elevata ecocompatibilità: viene utilizzato solo legno proveniente da boschi soggetti a riforestazione (certificazione FSC e PEFC) e le essenze scelte sono naturalmente idrorepellenti, in modo da ridurre al minimo l’utilizzo di sostanze chimiche. Non solo. Provengono, ove possibile, dal territorio nazionale, per limitare i danni all’ambiente dovuti a lunghi trasporti. 13 Biblioteca della sostenibilità Questa rubrica nasce con l’intento di dare alcuni consigli di lettura per poter approfondire le tematiche della sostenibilità. In ogni numero della rivista saranno presentati dei libri o delle pubblicazioni che riteniamo utili sia per stimolare la curiosità sugli argomenti trattati negli articoli, sia per fornire gli strumenti base per poter comprendere i concetti chiave dello sviluppo sostenibile. LIBRO STORICO TERRA MADRE. SOPRAVVIVERE ALLO SVILUPPO di Vandana Shiva - Utet Università, 2004 - pagine 232 V andana Shiva è una delle più brillanti promesse della fisica indiana quando abbandona una sicura carriera nel programma di energia nucleare nel suo Paese, denunciandone le possibili ripercussioni sull’uomo e l’ambiente. In breve tempo diventa una tra le più note attiviste del movimento ecologico internazionale e leader del World Social Forum. In questo libro la risposta alla globalizzazione esasperata imposta dall’Occidente è indicata principalmente in una diversa concezione della natura, nel segno della tradizione indiana e dei principi gandhiani. ECO LOGO L’INDUSTRIA ITALIANA DIFENDE O DISTRUGGE L’AMBIENTE? LE PAGELLE AMBIENTALI di Stefano Apuzzo, Danilo Bonato Stampa Alternativa - Ecoalfabeto/I libri di Gaia, 2008 - pagine 274 L ’industria italiana contribuisce a distruggere o a salvare il pianeta? Il quesito è fondamentale per i cittadini-consumatori perché sappiano quali scelte fare nella vita di ogni giorno e per le stesse aziende che, promuovendo brand e politiche “verdi”, possono affermarsi sul mercato tutelando l’ambiente. Eco Logo “viviseziona” i più importanti comparti industriali e le aziende italiane per raccontare come si comportano e se hanno a cuore le sorti della Terra. Le “pagelle verdi” di Eco Logo all’industria italiana rappresentano, oltre che un utile e veritiero confronto tra i vari comparti, un incentivo a fare meglio e a imboccare la rotta della sostenibilità e della salvezza collettiva. Alcune interessanti casistiche industriali dimostrano che fare impresa tutelando l’ambiente è possibile. SENZA TRUCCO COSA C’È, DAVVERO, NEI COSMETICI CHE USIAMO OGNI GIORNO di Nadia Tadioli - Stampa Alternativa - Ecoalfabeto/I libri di Gaia, 2009 - pagine 176 C i spalmiamo la faccia di creme agli isoflavoni della soia e ai polifenoli dell’uva per combattere ossidazione e radicali liberi e nutriamo una passione smodata per l’acido ialuronico e il collagene. A volte però leggere gli ingredienti dei prodotti è un’esperienza ardua. Etichette alla mano, ecco un manuale sintetico e semplice, per scoprire i principali ingredienti di creme, saponi e bagnoschiuma, soprattutto quelli su cui si concentrano critiche e sospetti. Non mancano i capitoli dedicati alla cosmesi naturale: uno all’aromaterapia – con un essenziale e pratico vademecum delle principali essenze e delle relative proprietà – un altro agli oli, per impararne composizione, uso e conservazione. L’ultimo capitolo insegna a mescolare fra loro oli ed essenze, con ricette di base per preparare semplici dopobagno, unguenti, creme, burro per il corpo, lucidalabbra, deodoranti... 14 ecoIDEARE - ottobre 2009 CALDO, PIATTO E AFFOLLATO di Thomas L. Friedman - Mondadori, 2009 - pagine 535 I n questo libro l’autore mette a fuoco altri due elementi problematici della situazione attuale: il mondo non è solo piatto, ma anche caldo e affollato. E lo sarà sempre di più. Se le economie asiatiche, con le loro immense popolazioni, iniziano a consumare le risorse naturali al ritmo di noi occidentali, nessuno più dubita che il sistema ecologico globale potrebbe subire un tracollo drammatico, con conseguenze terribili per l’umanità intera. Ma ciò che differenzia Friedman da molti profeti di sventura è che alla diagnosi preoccupata dello stato di salute del nostro pianeta fa seguire la descrizione di una via d’uscita, la concreta speranza di evitare il disastro ecologico, capace anche di far ripartire l’economia. Se si tratta di inventare un nuovo modello economico, fondato su tecnologie “verdi” e su nuovi prodotti non inquinanti, questo sforzo può costituire il volano per una crescita economica impetuosa, in cui le economie già sviluppate, come gli Usa e l’Europa, possono giocare il ruolo di avanguardia della ricerca e della sperimentazione. La visione di Friedman, in cui l’ecologia diventa la strada maestra per la ripresa dell’economia mondiale, è oggi esplicitamente condivisa da molti, tra cui il nuovo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e promette di diventare la base della discussione pubblica dei prossimi anni. IN VIAGGIO SULLE ALPI LUOGHI E STORIE AD ALTA QUOTA di Marco A. Ferrari - Einaudi, 2009 - pagine 236 I l viaggio proposto in queste pagine dense di riflessioni e curiosità avviene nel cuore di un immaginario che sì è convertito nel tempo. Un viaggio illuminante dal quale si evince come ognuna delle montagne incontrate abbia assunto la propria attuale riconoscibilità. Come, ad esempio, il Cervino sia diventato il simbolo onnicomprensivo di un idealizzato eden alpino, di quel mito della Svizzera conosciuto come elvetismo. Oppure, come il Monte Bianco sia stato il laboratorio naturale per i viaggiatori-scienziati di fine Settecento. Un viaggio che si anima attraverso l’incontro con personaggi, storie, drammi, avventure. E che si rivela anche un percorso letterario tra i libri che hanno contribuito a formare una nuova mitologia delle montagne. Segnaliamo, tra tutti, il bel capitolo dedicato al Gran Paradiso e all’uomo simbolo del suo Parco nazionale, Renzo Videsott, che ha dedicato la maggior parte della sua vita alla protezione del Parco e dei suoi stambecchi. CONFESSIONI DI UN ECO-PECCATORE VIAGGIO ALL’ORIGINE DELLE COSE CHE COMPRIAMO di Fred Pearce - EdizioniAmbiente, 2009 - pagine 352 D a dove vengono i prodotti che acquistiamo ogni giorno? Chi li ha fatti, e con quali costi per l’ambiente? Che cosa gli succede dopo che vengono buttati? Per rispondere a queste domande Fred Pearce, uno dei più quotati giornalisti ambientali del mondo, ha viaggiato in più di venti paesi per conoscere le persone e i luoghi da cui provengono le cose che usiamo quotidianamente. Dalle miniere d’oro del Sud Africa agli allevamenti di gamberi in Bangladesh, dalle fabbriche di giocattoli cinesi ai campi di cotone in Australia, Pearce indaga sugli aspetti economici, ambientali e morali di quel gigantesco processo chiamato “globalizzazione”. Ne emerge un quadro spiazzante, che mette in discussione luoghi comuni e presunte verità care a una parte del pensiero ambientalista, e indica soluzioni possibili ai grandi problemi della nostra epoca. Riscaldamento globale, problema demografico e crisi energetica: Pearce sottolinea come ciascuna di queste sfide possa essere vinta servendoci di ingegno, capacità di adattarci e fiducia, le nostre qualità più preziose. 15 16 ecoIDEARE - ottobre 2009