Bilancio Sociale 2003
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Bilancio Sociale 2003
Bilancio Sociale 2003 Bilancio Sociale 2003 3 Lettera del Presidente Con il Bilancio sociale 2003 proseguiamo l’esperienza avviata lo scorso anno che consideriamo positiva per i riscontri ricevuti dall’esterno ma, soprattutto, per la consapevolezza cresciuta entro la Cooperativa dell’importanza dei temi della Responsabilità sociale nell’economia delle complessive attività d’impresa. Credo che il quid da cogliere sia proprio la naturalezza con cui questo nuovo strumento è stato compreso nella cultura aziendale, e già venga considerato non come una scelta facoltativa ma come un impegno inderogabile. Lo dimostra la maggiore immediatezza con cui le strutture aziendali hanno collaborato alla raccolta dei dati e delle informazioni, e la completezza e la correttezza degli stessi; e lo dimostra il nostro ragionare che non si è limitato all’esercizio in esame, ma si è naturalmente esteso al prossimo e a quelli successivi in una logica di continuità che dovremo saper coniugare con adeguati processi di qualificazione e innovazione, per non scadere nella consuetudine e nella ripetitività che, alla lunga, finiscono anche per indebolire significati e contenuti. Quest’anno, comunque, abbiamo soprattutto sentito la necessità di con- 4 solidare la struttura del documento messa a punto con la prima edizione, razionalizzando e meglio distribuendo argomenti e contenuti, e perfezionando le procedure e i processi informatici. Nello stesso tempo, ci siamo preoccupati di corrispondere agli impegni assunti nel 2002. Mi riferisco, in primo luogo, a quelli riguardanti l’ambiente che abbiamo affrontato attraverso il lavoro di una specifica Commissione che ha fornito alcuni primi risultati, ma il cui compito è evidentemente da considerarsi solo agli inizi. Ma anche sulle altre principali tematiche – l’impegno sul territorio, il rafforzamento economico e patrimoniale e dei processi democratici dell’impresa, l’avvio del processo di adeguamento alla riforma del diritto societario secondo logiche coerenti con la natura mutualistica della Cooperativa, la valorizzazione del rapporto associativo e del lavoro, il rapporto con gli stakeholder - riteniamo di aver svolto un lavoro puntuale, anche se per forza di cose non sempre risolutivo. Quando affrontiamo i temi della Rsi dobbiamo avere presente che il concetto di responsabilità implica la piena consapevolezza delle conseguenze del nostro agire sull’ambiente, il territorio, gli stakeholder. Ed è questa impegnativa realtà che affrontiamo con la redazione del bilancio sociale, con il quale cerchiamo di costruire un rapporto più effettivo con tutti i nostri interlocutori, dando conto di quello che siamo, facciamo e ci proponiamo, e aspettandoci un ritorno in termini di credibilità e di sostegno critico e costruttivo ai nostri progetti e programmi. Riteniamo non vi sia modo più efficace, nell’attuale economia globale, per assicurare alle aziende e ai distretti economici dei territori in cui operano tassi di competitività coerenti con uno sviluppo sano ed equilibrato. Ed è soprattutto su questi temi che, con il Bilancio sociale 2003, chiamiamo a un confronto il territorio e la comunità ravennati. Massimo Matteucci 5 Organi sociali Consiglio di Amministrazione Massimo Matteucci, Presidente Fulvio Bartolini, Vicepresidente Marco Bulgarelli Lorenzo Cottignoli Valerio Giuliani Riccardo Gualtieri Guido Leoni Tamara Magalotti Sergio Mazzotti Oreste Parrucci Roberto Ravaioli Direttore Generale Vittorio Morigi Collegio Sindacale Benito Venturi, Presidente Gian Luca Bandini Pietro Mieti Direzione Personale e Organizzazione Manlio Malatesta Comitato di Direzione Assistente alla Direzione Generale Marco Abbondanza Direzione Promozione e Sviluppo Dario Foschini Direzione Amministrazione, Finanza, Controllo e Sistemi Roberto Macrì Direzione Costruzioni Italia Giorgio Giorgioni Direzione Costruzioni Estero Fausto Faustetti 6 Nota per il lettore Per il secondo anno consecutivo CMC ha deciso di pubblicare il proprio bilancio sociale, per integrare la tradizionale informativa economico – finanziaria con elementi di natura sociale e ambientale. Il documento è stato redatto seguendo i principi e le linee guida definite dal GBS (Gruppo di Studio per la statuizione dei principi di redazione del Bilancio sociale). I contenuti sono organizzati in modo da evidenziare l’identità aziendale – la missione, la storia e l’assetto istituzionale e di governo della Cooperativa – il valore aggiunto prodotto e distribuito – l’effetto economico indotto sulle principali categorie di portatori d’interesse della Cooperativa - infine la relazione sociale, che espone gli effetti sugli stakeholder dei programmi attuati. In particolare, quest’ultima parte, è articolata nelle seguenti aree tematiche: • i soci e lo scambio mutualistico • il lavoro • la partecipazione al governo dell’impresa • il mercato • la qualità, l’ambiente e la sicurezza • la comunità e la tradizione cooperativa. Rispetto agli impegni assunti con la precedente edizione, CMC ha iniziato un percorso di approfondimento sui temi dell’ambiente e dei rapporti con il mondo della scuola, le cui prime riflessioni costituiscono parte integrante del presente documento. In termini processuali, i dati e le informazioni sono state raccolte e rendicontate tramite rilevazioni dal sistema di contabilità aziendale o da archivi cartacei da parte delle Direzioni e funzioni competenti che le hanno trasmesse alla Segreteria sociale. Per quanto riguarda il coinvolgimento degli stakeholder, CMC ha deciso di presentare per questa seconda edizione gli atti - integrati da una prefazione del Prof. Primo Salani, docente all’Università “La Sapienza” di Roma, e voce esperta sul tema entro Legacoop - della tavola rotonda “La responsabilità sociale d’impresa”, organizzata nel settembre 2003, in occasione della presentazione del primo bilancio sociale della Cooperativa. L’iniziativa, a cui hanno partecipato diversi esponenti delle istituzioni, del mondo politico, economico, sindacale a livello locale, nazionale e internazionale, è stata una preziosa occasione di dibattito e confronto che CMC intende divulgare quale contributo generale ai temi dell’etica, del lavoro e della responsabilità sociale cooperativa. Nel corso del 2004 CMC ha, inoltre, avviato un’indagine sui soci e dipendenti dell’organico fisso, al fine di migliorare la comprensione delle trasformazioni in atto e della probabile evoluzione della base sociale della Cooperativa nel medio periodo. Tale indagine sarà completata entro l’anno e i suoi risultati costituiranno l’ossatura dell’edizione 2004 del bilancio sociale. 8 Sommario IDENTITÀ DI CMC Profilo dell’organizzazione L’attestazione di qualificazione all’esecuzione dei lavori pubblici Storia della cooperativa Assetto istituzionale e di governo Orientamenti strategici e scelte politiche 11 12 12 14 18 20 LA PRODUZIONE DI VALORE ECONOMICO 25 I SOCI E LO SCAMBIO MUTUALISTICO La base sociale e la sua evoluzione I soci cooperatori Il capitale sociale Il ristorno Il prestito sociale I vantaggi per i soci L’ammissione a socio cooperatore 29 30 33 39 42 43 44 48 IL LAVORO La composizione delle risorse umane L’organico fisso Le condizioni contrattuali e il sistema di relazioni industriali Il sistema retributivo La formazione Cooperazione e immigrazione 51 52 53 56 60 61 63 LA PARTECIPAZIONE AL GOVERNO DELL’IMPRESA Il sistema normativo interno Gli organi sociali e gli organismi della partecipazione L’informazione e la comunicazione 67 68 70 76 L’IMPRESA, IL MERCATO E L’INNOVAZIONE La realtà e il valore dell’impresa Innovazione e sviluppo 79 80 86 QUALITÀ, AMBIENTE, SICUREZZA Il sistema integrato della qualità La sicurezza dei lavoratori L’impegno per l’ambiente 93 94 97 100 LE COMUNITÀ E LA TRADIZIONE COOPERATIVA Le relazioni con le comunità CMC e Ravenna Il patrimonio storico e sociale Il movimento cooperativo 109 110 112 118 120 SINTESI E IMPEGNI 123 APPENDICE 129 10 Missione • Realizzare il patto tra i soci di cooperare per aumentare il valore della loro impresa e in tal modo del loro lavoro. • Sviluppare la democrazia come base per il governo della società cooperativa e la partecipazione come mezzo di espressione delle capacità e delle aspirazioni d’ognuno. • Far crescere l’impresa, la sua capacità di competere, la sua possibilità di espandersi, la sua volontà di innovare e investire. Rendere evidente la produzione di valore per il mercato, per i finanziatori e per le comunità con cui s’interagisce. • Dimostrare la consapevolezza e la responsabilità di costruttori che hanno a cuore la sicurezza dell’ambiente fisico e sociale. • Garantire nel tempo la crescita delle riserve indivisibili, come patto principale verso la società. Rappresentare negli obiettivi e nei comportamenti i valori dei cooperatori che hanno fatto la storia di CMC, per trasmetterli alle generazioni future. Identità di CMC 13 Identità di CMC Profilo dell’organizzazione La Cooperativa Muratori & Cementisti – C.M.C. di Ravenna è una cooperativa di produzione e lavoro con sede a Ravenna, dove è stata fondata nel 1901. Attiva in Italia e all’estero, la società realizza il 90% del fatturato consolidato annuo (oltre 400 milioni di euro) nel settore delle costruzioni; dà occupazione a oltre 5.000 persone delle quali circa 500 compongono l’organico fisso; fra queste ultime più di 350 sono soci lavoratori. I requisiti tecnico–organizzativi ed economico–finanziari posseduti e la vasta esperienza acquisita, collocano Cmc fra i pochi General Contractor italiani abilitati a concorrere agli appalti di maggiori dimensioni. In ambito nazionale, la Cooperativa è soprattutto presente nei mercati delle Grandi Opere, dei Lavori Pubblici (grandi infrastrutture, edilizia pubblica, lavori portuali e marittimi), dei lavori ferroviari con particolare riguardo all’Alta Velocità, dei lavori privati (ipermercati, hotel, centri direzionali) e degli interventi edili e in infrastrutture del territorio in cui ha sede e nel quale è impegnata ad assicurare presenza imprenditoriale e sociale. All’estero, dove opera da più di 25 anni, Cmc privilegia le aree geografiche in cui vanta una radicata presenza e i lavori più affini alle specializzazioni acquisite; al momento, realizza interventi in Mozambico, Repubblica Popolare Cinese, Sudan, Swaziland, Malesia e Algeria. La Cooperativa ha ottenuto nel 2000 la certificazione di qualità ai sensi della norma UNI EN ISO9001, relativamente alla progettazione e costruzione di opere civili, idrauliche e infrastrutturali. Nel 2001 tale certificazione è stata estesa alle attività realizzate all’Estero e nel luglio 2003 il sistema qualità è stato adeguato ai nuovi cambiamenti imposti dalla Vision 2000. L’attestazione di qualificazione all’esecuzione dei lavori pubblici Alla definitiva abolizione dell’albo Nazionale Costruttori, sancita dal DPR 25 gennaio 2000 n. 14, ha fatto seguito un nuovo sistema di qualificazione dei soggetti esecutori di lavori pubblici, basato sulla presenza in azienda del sistema qualità e di determinati requisiti tecnico–organizzativi ed economico–finanziari. Le principali caratteristiche dell’attestazione conseguita da Cmc, con decorrenza 23.03.2001 e successive revisioni, ultima emissione il 24 giugno 2004, ai sensi del DPR 34/2000, sono: • totale categorie di iscrizione: n. 32; • totale opere generali: n. 12; • categorie opere generali con importo illimitato: n. 10; Identità di CMC 14 • totale categorie opere specializzate: n. 20; • categorie opere specializzate con importo illimitato: n. 3; • qualificazione per prestazione di progettazione e costruzione fino alla VIII classifica (illimitato). La cooperativa, fra le prime imprese di costruzioni ad aver conseguito l’attestazione, vanta dunque l’iscrizione a numerose categorie di lavoro con buoni livelli di importo: per 13 categorie di opere, Cmc è attestata con importo illimitato. 15 Identità di CMC Storia della cooperativa La Cmc di Ravenna ha più di cent’anni; per raccontarli sono state date alle stampe, ad oggi, 5 pubblicazioni di autori diversi1. Le poche frasi che seguono, dunque, non possono che rappresentare un richiamo rapido e incompleto ad alcuni eventi ritenuti emblematici di una storia che ha nelle vicende umane e nel lavoro la sua parte più intensa. Inizio ‘900: la costituzione, la missione Il 7 marzo 1901, 35 operai firmano l’Atto costitutivo della “Società anonima cooperativa fra gli operai, muratori e manuali del Comune di Ravenna”. “La società si propone di assumere ed eseguire in cooperazione lavori murari pubblici e privati, affinché ogni socio lavoratore consegua il profitto del proprio lavoro”2. Figura 1. Trend fatturato CMC, anni 1901-1909 3.000,00 2672,1 2.500,00 1999,2 2.000,00 1248,1 1.500,00 955,8 1.000,00 500,00 0,00 125,3 331,2 370,8 80,0 1901 1902 1903 1904 546,6 1905 1906 1907 1908 1909 (valori in milioni di lire, attualizzati al 1999) - Fonte: Pedrocco, pag. 16 I primi vent’anni del ‘900: il fuori sede, la grande guerra Il primo decennio vede una progressiva crescita e la propensione a uscire dall’ambito locale e ad acquisire dimensioni nazionali; la Cooperativa partecipa, a partire dal 1908, alla ricostruzione di diverse zone colpite dal terremoto: Reggio Calabria, Messina, Conca del Fucino. Ma le tensioni politiche e sociali del periodo non consentono uno sviluppo lineare e la grande guerra introduce inevitabilmente ulteriori elementi di difficoltà. Anni ‘20 e ‘30: il fascismo, la guerra Il fascismo porta un attacco frontale a tutte le organizzazioni politiche, sindacali e cooperative della Provincia, sopravvive però un concetto cooperativistico che assicura a Cmc un certo sviluppo. La seconda guerra mondiale provoca una profonda battuta d’arresto, ma non blocca le attività. 1 Roberto Malucelli, La Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna 1901-1915, Galeati, Imola, 1979; Pierpaolo Vichi, La Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna 1916-1926, Galeati, Imola, 1981; Giovanni Montanari, La Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna durante il fascismo 1926-1945, Feltrinelli, Milano, 1986; Giulio Sapelli, Stefano Zan, Costruire l’impresa. La Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna dal 1945 al 1972, il Mulino, Bologna, 1991; Giorgio Pedrocco, a cura di, 1901, 2001 Cmc cent’anni. 2 Dallo statuto del 1901, l’art.2. 17 Identità di CMC Figura 2. Trend fatturato CMC, anni 1931-1944 20,0 18,5 16,7 18,0 18,0 18,8 15,6 16,0 18,4 16,6 14,3 14,0 12,0 12,2 9,7 10,0 8,0 11,0 7,3 7,9 6,0 4,0 2,0 1,3 0,0 1931 1932 1933 1934 1935 1936 1937 1938 1939 1940 1941 1942 1943 1944 (valori in miliardi di lire, attualizzati al 1999) - Fonte: Pedrocco, pag. 56 Anni ‘40 e ‘50: la ricostruzione, “la betoniera” Alla fine del conflitto, Cmc è dunque in grado di ricostituire l’assetto organizzativo aziendale e la capacità di intervento, partecipando, su tutto il territorio nazionale, ai numerosi lavori intrapresi per la ricostruzione del Paese. Nel marzo 1954 vede la luce “La betoniera”, il giornale aziendale che, pur con vicende alterne, non interrompe più le pubblicazioni. Anni ‘60: lo sviluppo tecnologico, nuovi settori di intervento, nuove specializzazioni Anche l’edilizia conosce un intenso sviluppo tecnologico: la Cooperativa adotta nuove tecnologie di costruzione, acquisendo importanti competenze e specializzazioni che le consentono una costante crescita economica e sociale. I settori di intervento di Cmc si ampliano fino a comprendere: la viabilità ordinaria e le autostrade, la realizzazione di importanti complessi industriali e di edilizia residenziale, opere ospedaliere, sportive, scolastiche, marittime e idrauliche. La società acquista inoltre un brevetto svedese per la costruzione di silos e piloni e introduce l’uso del prefabbricato nei lavori industriali. Anni ‘70: la diversificazione, la complessità organizzativa, l’Estero Cmc avvia processi di diversificazione in settori affini alle costruzioni, acquista diverse partecipazioni azionarie e assume una dimensione di gruppo. Conseguenti e intensi sono i processi di crescita professionale, e di sviluppo e adeguamento organizzativo, culturale e sociale per corrispondere alle più complesse esigenze gestionali e di governo societario. Nel 1975, Cmc entra nel mercato estero, anche tramite iniziative in consorzio e raggruppamenti di imprese. I primi lavori li realizza in Iran, poi in Algeria e a seguire in diversi altri Paesi africani. Identità di CMC 18 Figura 3. Trend fatturato CMC, anni 1972-1976 47,3 50 45 40 35 30,7 30 26,4 25 20 21,1 16,3 15 10 5 0 1972 1973 1974 1975 1976 (valori in miliardi di lire) - Fonte: Pedrocco, pag. 116 Anni ‘80: i grandi interventi in infrastrutture, l’Asia, il Mozambico La Cooperativa rafforza la presenza nei grandi interventi infrastrutturali in Italia e all’estero e nelle opere di edilizia civile e industriale; entra inoltre nel comparto della produzione di energia con la costruzione di importanti centrali termoelettriche. All’Estero, espande le aree di interesse all’Asia, in particolare in Cina dove partecipa al gigantesco progetto di irrigazione delle zone aride del Paese, realizzando diverse gallerie idrauliche: un impegno che prosegue tuttora. In Africa, assume connotati di continuità e crescente importanza la presenza in Mozambico che diviene negli anni la principale area di intervento della Cooperativa all’estero. Anni ‘90: la crisi, il risanamento, lo sviluppo L’Italia conosce una grave crisi economica e politica che sfocia nel crollo degli investimenti e dei lavori pubblici; gli effetti di questa negativa congiuntura si sommano in Cmc con difficoltà gestionali e tensioni finanziarie interne e determinano uno dei cicli più difficili della storia aziendale. La Cooperativa avvia una complessa strategia di risanamento, volta a ridisegnare una nuova impresa secondo moderni parametri di competitività: alienazione delle partecipazioni non strategiche, concentrazione nel core business delle Costruzioni, mantenimento delle dimensioni e dell’articolazione internazionale, recupero di efficienza organizzativa. Il completamento del Piano di Risanamento e Sviluppo 1996-1998 sancisce il successo di questa strategia, reso possibile dalle capacità del nuovo gruppo dirigente, dal sostegno del Movimento Cooperativo, dalla coesione e dall’impegno professionale della base sociale, dalla partecipazione dei soci alla capitalizzazione dell’impresa. Alla fine del decennio, Cmc torna competitiva in tutti i suoi mercati di rife- 19 Identità di CMC rimento e lancia un nuovo progetto di crescita, puntando ad affermarsi nel Settore delle Grandi Opere Pubbliche e nella realizzazione dei Grandi interventi in infrastrutture. Il nuovo secolo: 100 anni, il Piano 2003-2005, il general contractor Il 7 marzo 2001 Cmc festeggia i 100 anni, lo fa ribadendo la sua missione sociale e di primaria impresa di costruzioni profondamente radicata nel territorio di origine. Il Piano aziendale 2003-2005 indica obiettivi di equilibrata, ma intensa crescita e conferma la vocazione dell’impresa verso la realizzazione delle grandi opere pubbliche in infrastrutture. In Italia, la “Legge Obiettivo” e il “General Contractor” rappresentano la nuova frontiera ed è in questa dimensione che Cmc punta a collocarsi; coglie l’obiettivo già nell’estate del 2003 con l’acquisizione del 1 maxi lotto dell’Autostrada Salerno – Reggio Calabria, il primo grande lavoro appaltato in Italia con la nuova normativa. Assetto istituzionale e di governo Nominato dall’Assemblea dei soci, il Consiglio di Amministrazione di Cmc ha durata triennale, è composto da undici membri, nove scelti dai soci cooperatori e due dai soci sovventori, ed elegge al suo interno il Presidente e il Vice Presidente le cui cariche scadono con quella degli altri Amministratori. Al Consiglio compete l’attività di indirizzo strategico e di controllo, mentre la responsabilità gestionale e operativa dell’impresa è affidata alla Direzione Generale, alla quale spetta inoltre predisporre e sottoporre all’approvazione del C.d.A. i Bilanci consuntivi e preventivi, i Piani pluriennali e i principali indirizzi strategici imprenditoriali e di mercato. La carica di Amministratore non è compatibile con quella di Direttore Generale. La Direzione Generale si avvale per la conduzione dell’azienda di 3 Direzioni di staff: Promozione e Sviluppo, Amministrazione Finanza e Controllo, Personale e Organizzazione; e di due Divisioni Produttive: Costruzioni Italia per le attività svolte sul territorio nazionale e Costruzioni Estero per quelle realizzate nei mercati oltre confine. È operante, come strumento di sintesi del processo direzionale, un Comitato di Direzione presieduto dal Direttore Generale e composto dai Direttori di Direzione e Divisione; il Presidente vi partecipa come invitato permanente. In figura è riportata una rappresentazione grafica della struttura istituzionale ed organizzativa del Gruppo CMC. Identità di CMC 20 Figura 4. Struttura organizzativa ASSEMBLEA SOCI Consiglio dei Delegati CDA Commissione Consiliare delle Politiche e delle Comunicazioni Sociali Commissioni Ad hoc G.E.D. srl S.I.C. SpA Vice Presidente PRESIDENTE Assistenza Direzione Generale DIRETTORE GENERALE Comitato di Direzione CMC Immobiliare SpA Ufficio Legale Approvvigionamenti Direzione Amminis. Finanza Controllo Sistemi Direzione Promozione e Sviluppo Direzione Personale Organizz. Divisione Costruzioni Italia Divisione Costruzioni Estero 21 Identità di CMC Orientamenti strategici e scelte politiche Da diversi anni, le politiche aziendali evolvono con coerenza e successo lungo alcune definite direttrici strategiche: la concentrazione nel core business delle Grandi Opere Pubbliche in infrastrutture, l’articolazione internazionale, la valorizzazione e la qualificazione delle risorse professionali e delle specializzazioni tecniche, il contenimento delle spese generali, il rafforzamento patrimoniale e l’equilibrio finanziario, la sfida infine di collocare Cmc nel ristretto novero dei General Contractor nazionali. Il Piano 2004 - 2006 In questo schema di riferimento il 2003 si colloca, insieme, come punto di arrivo di un ciclo aziendale e base di partenza di una nuova fase di sviluppo. Figura 5. Valore della produzione consolidato Piano 2004-2005 600 550 535 547 2005 2006 500 510 450 410 400 350 340 338 342 2000 2001 2002 300 250 200 2003 2004 (milioni di euro) - Fonte: Piano 2004-2006 della CMC, approvato dall’Assemblea dei soci il 28 febbraio 2004 Nell’anno trascorso, i volumi produttivi hanno registrato rispetto all’esercizio precedente un incremento di quasi il 20%, mentre l’acquisizione del 1° maxi lotto dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria ha portato l’entità del portafoglio ordini della Cooperativa a livelli mai primi raggiunti, a circa 1.300 milioni di euro. Gli effetti di questi due eventi, unitamente alla realizzazione di un sistema di relazioni imprenditoriali che assicura all’impresa la presenza in tutti i principali progetti il cui sviluppo è previsto nei prossimi anni (Ponte di Messina, E 55, Metropolitane e Trafori Alpini), hanno giustificato la previsione di una crescita ancora più consistente nel 2004 e negli anni a venire. Il valore della produzione, stabilmente posizionato nel periodo 2000-2002 sui 340 milioni, è previsto collocarsi nel triennio 2004-2006 fra i 500 e i 550 milioni: l’aumento fra il 2002 e il 2004 sfiora il 50%. È alla luce di questi risultati che il Piano 2004-2006 della Cooperativa, approvato dall’Assemblea dei soci nel febbraio 2004, non rappresenta un Identità di CMC 22 semplice aggiornamento dei precedenti programmi di medio termine, bensì l’avvio di un nuovo ciclo aziendale che origina non da una “discontinuità” rispetto alle strategie aziendali, che vengono anzi confermate, ma piuttosto dall’anticipata realizzazione dei programmi perseguiti che ha determinato una crescita dei volumi produttivi di entità tale da imporre a tutta la struttura un salto qualitativo altrettanto consistente e impegnativo. Nei prossimi anni, la vera sfida non consisterà dunque nel raggiungimento degli obiettivi quantitativi, quanto nel salto di qualificazione anche culturale a cui tutte le risorse professionali, l’organizzazione, le stesse modalità di governance sono chiamate, per posizionare stabilmente i volumi produttivi della Cooperativa ai livelli indicati. Nel nuovo Piano occupa una posizione di rilievo l’impegno per la qualificazione della presenza della Cooperativa in ambito regionale e locale, non solo attraverso la tradizionale attività di costruttori, ma anche tramite la promozione di iniziative, progetti e alleanze. L’obiettivo è favorito dalle risorse dedicate nei prossimi anni dai Piani pubblici in infrastrutture all’Emilia Romagna e a Ravenna, e dai progetti di qualificazione urbana della città che, dopo molto tempo, offrono a Cmc la possibilità di coniugare la sua naturale propensione sociale al radicamento territoriale con concrete opportunità imprenditoriali affini, per tipologia e dimensioni, al suo core business. Prospettive imprenditoriali e sociali In tutti questi anni, com’è tradizione della Cooperativa, è stata sempre assicurata una stretta coerenza fra i programmi industriali e i processi sociali. È nel solco di questa cultura aziendale che si colloca la ricerca avviata sui soci e i dipendenti dell’organico fisso i cui risultati saranno trattati nel Bilancio sociale 2004; con essa si punta infatti a cogliere e interpretare per tempo l’impatto che l’accelerata crescita imposta dal Piano 2004-2006 avrà, fin dai prossimi anni, sulla composizione della base sociale. Attraverso la stessa chiave di lettura, va giudicata la crescente attenzione dedicata ai temi della Responsabilità sociale d’impresa, culminata con la redazione del Bilancio sociale 2002, il primo di Cmc; un impegno al quale si dà continuità nella convinzione che ciò rappresenti anche un investimento funzionale alle strategie aziendali. Nell’edizione 2003, secondo gli impegni assunti l’anno scorso, si affrontano, con il supporto di un gruppo di lavoro nominato dal Consiglio, il tema dell’ambiente e si dà conto dei programmi e delle iniziative che sono state attivate per favorire un più organico rapporto con il mondo della scuola. In questa fase un posto particolare è occupato dall’applicazione delle nuove norme di diritto societario che rappresentano un passaggio composito e delicato. 23 Rispetto a questa complessità, Cmc intende porsi con spirito critico e aperto, consapevole della necessità di cogliere tutti quegli elementi che possono rappresentare dei vantaggi competitivi, senza tuttavia dimenticare che in un’impresa cooperativa l’efficienza operativa e i legittimi interessi mutualistici dei soci devono sempre contemperarsi con i processi democratici e le finalità sociali. Nell’azione delle generazioni di cooperatori che si sono succedute alla guida di Cmc è possibile cogliere una coerenza non solo ideale, ma attinente anche alla cultura di gestione e di governo della società, che è doveroso salvaguardare non respingendo le innovazioni, ma recependole in una logica di continuità e rafforzamento. In quest’ottica, il Consiglio ha nominato una Commissione Consiliare alla quale ha affidato il compito di predisporre, secondo i criteri richiamati, e rispetto ad alcune tematiche considerate sensibili (prevalenza mutualistica, patrimonio e regime delle riserve, strumenti finanziari, ammissione a socio, politiche di remunerazione del capitale e di destinazione dell’utile, governance) gli indirizzi di politica generale cui orientare le successive modifiche da apportare allo statuto e ai regolamenti sociali, in ottemperanza alle recente riforma del diritto societario (D.lgs. n.6/2003). I risultati del lavoro della Commissione sono stati consegnati al Consiglio che, nella seconda parte del 2004, procederà alla stesura delle proposte definitive. Questa prudenza è ritenuta necessaria a fronte dell’ampia autonomia statutaria che la nuova normativa concede anche su aspetti determinanti, come le regole di governance e le riserve, dai quali deriva la sopravvivenza della natura cooperativistica di Cmc e che ora, dopo l’introduzione della possibilità di trasformazione, dipende unicamente dalla volontà e dalle autonome scelte dei Gruppi dirigenti e della base sociale. Come è inevitabile, la maggiore autonomia comporta maggiori e più dirette responsabilità singole e collettive, e la necessità di una conoscenza ed una consapevolezza ancora più puntuali dei principi istitutivi dai quali origina il valore della specificità cooperativa e il suo essere fattore di competitività, che è necessario attualizzare e trasmettere, affinché possano continuare a corrispondere alle necessità e alle attese delle nuove generazioni di cooperatori. Identità di CMC La produzione di valore economico 27 La produzione di valore economico Tabella 1. Prospetto di determinazione 2001 A) Valore della Produzione 2002 2003 320.310.197 333.264.471 396.901.773 -230.297.200 -240.207.795 -287.705.942 Valore aggiunto caratteristico lordo 90.012.997 93.056.676 109.195.831 C) Saldo gestione accessoria -6.598.642 -6.222.008 -11.807.593 B) Costi intermedi della produzione D) Saldo gestione straordinaria 18.101.449 6.526.936 14.257.782 Valore aggiunto globale lordo 101.515.804 93.361.604 111.646.020 E) Ammortamenti -27.345.638 -22.919.935 -29.113.817 74.170.166 70.441.669 82.532.203 Valore aggiunto globale netto (valori in euro) - Fonte: riclassificazione Bilancio Consolidato Tabella 2. Prospetto di distribuzione A) Remunerazione del personale V.A 2001 % V.A 2002 % V.A 2003 % 56.246.301 75,8 54.371.065 77,2 63.653.611 77,1 B) Remunerazione della Pubblica Amm.ne 5.446.291 7,3 3.528.018 5,0 4.416.622 5,4 C) Remunerazione del capitale di credito 7.682.685 10,4 4.414.609 6,3 3.215.859 3,9 D) Remunerazione del capitale di rischio 1.116.156 1,5 913.826 1,3 974.384 1,2 E) Quote di riparto del reddito (Ristorno) 0 0,0 740.750 1,0 971.200 1,2 2.569.958 3,5 5.464.632 7,8 8.018.241 9,7 291.972 0,4 272.223 0,4 301.669 0,4 F) Remunerazione dell'azienda G) Movimento Cooperativo H) Contributi alla collettività 565.280 0,8 279.087 0,4 367.965 0,4 I) Spese sociali e mutualistiche (Soci e dip.) 251.523 0,3 457.459 0,6 612.652 0,7 74.170.166 100,0 70.441.669 100,0 82.532.203 100,0 Valore aggiunto globale netto (valori in euro) - Fonte: riclassificazione Bilancio Consolidato Il prospetto di produzione e quello di distribuzione del valore aggiunto hanno lo scopo, rispettivamente, di misurare la capacità della Cooperativa di generare ricchezza e di individuare le modalità attraverso cui tale ricchezza viene ripartita fra i diversi interlocutori significativi. In particolare, osservando il modo in cui il valore aggiunto viene distribuito si ha un’idea sintetica dei rapporti economici fra l’impresa e i suoi principali stakeholder. Nel caso di CMC, il valore aggiunto è stato calcolato attraverso la riclassificazione, secondo le indicazioni metodologiche del GBS3, dei conti economici di periodo dei bilanci consolidati. Il bilancio consolidato del Gruppo CMC viene redatto secondo le norme introdotte dal Decreto Legislativo n.127 del 9 aprile 1991, in attuazione della VII Direttiva CEE. Le società che costituiscono il Gruppo CMC sono, per oltre l’80%, società di scopo costituite per la realizzazione di opere edili in Italia e all’estero, e destinate ad essere liquidate al termine dei loro lavori o, in ogni caso, ad operare in via stabile nel settore delle costruzioni; le società rimanenti, a parte una realtà operante nel settore turistico in 3 GBS, Principi di redazione del bilancio sociale, 2001, per approfondimenti si rimanda all’Appendice. La produzione di valore economico 28 esaurimento (ancora presente nel 2003, ma alienata nella prima parte del 2004), appartengono a settori economici - immobiliare, produzione di materiali inerti per l’edilizia, prefabbricazione - adiacenti a quello delle costruzioni. Il 2003 registra una crescita complessiva del valore aggiunto (+17,2%), la cui ripartizione presenta il seguente andamento: • La quota preponderante del valore aggiunto - il 77% (63,65 milioni di euro) - è destinata al personale sotto forma di remunerazione diretta (salari, stipendi) e indiretta (oneri sociali). • Al personale è destinato un ulteriore 0,7% (612 mila euro) sotto forma di spese mutualistiche e sociali (pranzi sociali, pacchi natalizi e befane, borse di studio per familiari, spese sociali, trattamenti di inabilità e pensioni sociali, polizze infortuni, spese funerarie)4; rispetto al 2002, c’è un evidente aumento in gran parte ascrivibile ai maggiori oneri sostenuti per le polizze infortuni e vita del personale espatriato, a fronte dei crescenti rischi politici e militari presenti in alcuni paesi. • Ai soci, in quanto proprietari e quindi apportatori di capitale di rischio, è destinato l’1,2% del valore aggiunto prodotto (974 mila euro), sotto forma di remunerazione e rivalutazione del capitale sociale. Ad esso si deve aggiungere il ristorno cooperativo che, per il secondo anno, CMC ha deciso di erogare ai soci a titolo di aumento delle quote di capitale sociale nella misura di 971.200 euro; • La quota parte destinata ai finanziatori sotto forma di oneri finanziari a lungo e a breve termine (comprendendo anche gli interessi corrisposti sul prestito sociale verso soci) ammonta al 3,9% della ricchezza prodotta (3,21 milioni di euro); • Il 5,4% della ricchezza (4,41 milioni di euro) è destinato allo Stato sotto forma di imposte dirette sul reddito d’esercizio, imposte indirette e tasse; • La parte destinata al movimento cooperativo ammonta, invece, a 300 mila euro ed è composta dalla quota versata al Fondo Mutualistico, pari a 69.669 euro corrispondenti al 3% degli utili, e dai contributi associativi a Legacoop ammontanti a 232.000 euro; • Verso la comunità sono stati destinati 367.965 euro a sostegno di varie iniziative sociali, culturali, sportive e solidaristiche; l’incremento che si registra rispetto al 2002 deriva, in particolare, dal maggior sostegno assicurato alle attività sportive e alle manifestazioni culturali del territorio. • Al rafforzamento patrimoniale del gruppo è destinato il 9,7% del valore aggiunto pari a più di 8 milioni di euro. 4 Vedi tab. 15 di pag. 36. I soci e lo scambio mutualistico [Realizzare il patto tra i soci di cooperare per aumentare il valore della loro impresa e in tal modo del loro lavoro] 31 I soci e lo scambio mutualistico La mutualità determina l’impresa cooperativa e la distingue dalle altre forme di società: essa designa un concetto complesso, direttamente riconducibile alla natura del patto originario fra cooperativa e soci. Associandosi volontariamente in cooperativa, il socio, tramite la gestione diretta e democratica di un’attività imprenditoriale, si propone di soddisfare in maniera vantaggiosa alcuni propri specifici bisogni – di lavoro, nel caso di Cmc - e solo marginalmente di perseguire interessi patrimoniali. Per questi motivi, la mutualità si realizza attraverso diverse componenti: il servizio al socio, la gestione democratica, il rispetto dei diritti liberamente costituiti dai soci mutualistici (quali i diritti amministrativi e patrimoniali riconosciuti ai soci finanziatori), la mutualità esterna (“porta aperta”, indivisibilità delle riserve, adesione ai Fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione), la produzione di benefici sociali esterni. È questo il modello preso a riferimento per l’esame dei comportamenti mutualistici di Cmc. La base sociale e la sua evoluzione La struttura societaria di Cmc non ha subito nel corso del 2003 sostanziali modifiche. Essa comprende, accanto a quelle mutualistiche o di stretta derivazione mutualistica, anche le figure sociali di capitale – soci sovventori e possessori di apc - introdotte dalla Legge n. 59/92. Tabella 3. Articolazione della base sociale Categorie sociali N° soci Soci Cooperatori 330 Soci Pensionati Soci Sovventori Possessori APC Totale 2001 voti assem. v.a. % N° soci 330 95,7 353 816 0 0,0 3 15 4,3 2002 voti assem. v.a. % N° soci 2003 voti assem. v.a. % 353 95,9 356 356 96,0 791 0 0,0 770 0 0,0 3 15 4,1 3 15 4,0 77 0 0,0 24 0 0,0 24 0 0,0 1.226 345 100,0 1.171 368 100,0 1.153 371 100,0 I soci cooperatori sono il soggetto mutualistico di Cmc, la categoria di riferimento dalla quale dipendono la continuità sociale e imprenditoriale della Cooperativa, e per questo a essi vengono successivamente riservati uno spazio e un’analisi più estesi. Storicamente presenti, anche se solo informalmente, i soci pensionati sono stati ordinati dallo statuto in una distinta categoria solo al momento del recepimento delle norme della L. 59/92, e rappresentano quei soci cooperatori che, una volta maturato il diritto alla pensione, scelgono di convertire il rapporto di cooperazione in quello di quiescenza, conservando una quota di capitale sociale pari a un quinto di quella minima stabilita ai fini I soci e lo scambio mutualistico 32 dell’ammissione a socio cooperatore. Essi partecipano alle attività sociali della Cooperativa, si riuniscono in speciale assemblea e nominano un Rappresentante comune che interviene all’Assemblea dei soci ed è invitato permanente ai lavori del Consiglio. Alla categoria non sono riconosciuti diritti amministrativi. Dopo il picco del 1994, quando la categoria sfiorò le 900 unità, il trend è stato in costante flessione a causa, in primo luogo, del ridimensionamento del fenomeno dei pensionamenti che, al contrario, era stato molto forte durante gli anni ‘80 e soprattutto ‘90. In Cmc, per statuto, le azioni di sovvenzione non possono essere sottoscritte dai soci cooperatori: il vincolo impedisce un cumulo di diritti amministrativi e di aspettative patrimoniali antagoniste in capo a un unico soggetto. La categoria è dotata di diritti amministrativi (tab. 3) riconosciuti nei limiti massimi consentiti dalla L. 59/92 per quanto riguarda i voti assembleari (non più di 5 in capo ad un unico soggetto), a cui si aggiunge il diritto di nomina di 2 amministratori. La prima emissione di azioni di sovvenzione (5,2 milioni di euro, c.a.) si è avuta nel 1997; successivamente, nel 2002, ne è seguita una seconda (7 milioni di euro) integrativa dei Fondi costituiti nella precedente. Le azioni emesse sono state riservate esclusivamente ad investitori professionali del sistema Legacoop: da qui la stabilità del numero e della natura dei componenti la categoria. Ad oggi, sono soci sovventori di Cmc: la Federazione delle Cooperative di Ravenna (struttura finanziaria, di assistenza e servizi del sistema Legacoop della Provincia di Ravenna), Coopfond S.p.A. di Roma, FINEC HOLDING S.p.A. di Bologna. 33 I soci e lo scambio mutualistico I possessori delle azioni di partecipazione cooperativa non possiedono, per legge, diritti amministrativi (tab. 3) ma godono di maggiori garanzie patrimoniali (dividendi superiori, postergazione nelle perdite, ecc.); essi si riuniscono in speciale assemblea e nominano un rappresentante comune che partecipa di diritto all’Assemblea dei soci; almeno la metà delle azioni emesse devono essere offerte in opzione ai soci e dipendenti. Figura 6. Numero possessori di Apc negli anni 1995-2003 800 700 625 651 664 664 600 500 400 300 200 73 100 77 76 24 24 2002 2003 0 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 In Cooperativa si sono succedute tre emissioni di apc tutte ben rilevabili nel grafico di fig. 6, per le variazioni nel numero di sottoscrittori che hanno comportato. La prima (5,2 Mio di euro, c.a.) effettuata a fine 1995 cui ha fatto seguito, ad inizio ‘97, un’emissione integrativa della medesima (1,5 Mio di euro, c.a.) è stata rivolta oltre che a investitori professionali del sistema Legacoop, anche ai soci e ai dipendenti della Cooperativa. Allo scadere dei titoli (1998), la cui durata è legata a quella, solitamente triennale, del piano di sviluppo in funzione del quale sono emesse, ai soci è stato chiesto di utilizzare le somme della liquidazione per sottoscrivere nuove azioni ordinarie, ai dipendenti di utilizzarle per la sottoscrizione e versamento della quota di ammissione a socio cooperatore. L’ampia adesione all’invito della Cooperativa ha determinato la drastica contrazione dei componenti la categoria in occasione dell’emissione del 1999 (5,2 Mio di euro, c.a.). Analoga offerta è stata proposta alla scadenza del 2001, e dopo l’emissione 2002 (5 Mio di euro) la categoria risulta composta da 23 dipendenti e dalla Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna. D.Lgs. n. 6/2003 – Nuovi strumenti finanziari: determinazioni del Consiglio. Le categorie sociali introdotte dalla L. 59/92 sono state per Cmc strumenti efficaci per rafforzare il patrimonio e stabilizzare il capitale sociale dell’impresa; questa legge ha tuttavia limiti evidenti, in particolare in tema di diritti amministrativi e patrimoniali assegnabili ai capitali investiti, che il I soci e lo scambio mutualistico 34 D.Lgs. n. 6/2003, almeno in teoria, consente di superare, rendendo disponibili alle cooperative l’intera strumentazione finanziaria delle spa. Al riguardo, il Consiglio ha assunto le seguenti determinazioni che orienteranno le prossime modifiche dello statuto: • Prevedere la possibilità di emettere, con deliberazione dell’assemblea, strumenti finanziari e obbligazioni dotate di diritti amministrativi e patrimoniali diversi, funzionali agli scopi perseguiti; • Vietare la loro assegnazione ai soci cooperatori; • Introdurre la facoltà di elevare fino a un terzo dei componenti il Consiglio il numero degli amministratori eleggibili dai soci finanziatori. I soci cooperatori L’evoluzione della categoria sociale di riferimento della Cooperativa rappresenta una sorta di testimonianza visiva degli avvenimenti che, nell’ultimo decennio del secolo scorso e nei primi anni del nuovo, hanno segnato non solo la vita dell’impresa, ma anche e soprattutto il contesto esterno in cui essa si confronta (fig. 7). Figura 7. Soci cooperatori, anni 1995-2003 600 550 536 500 458 430 450 367 400 365 347 350 330 353 356 300 250 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Le vicende dei soci lavoratori di una realtà come Cmc inevitabilmente si intrecciano con quelle del mercato del lavoro, ne manifestano le tensioni e le torsioni conseguenti alle ristrutturazioni e trasformazioni industriali e imprenditoriali che si susseguono, e con esso mutano in termini quantitativi e qualitativi. Ed è nelle caratteristiche di queste mutazioni, inevitabili quanto necessarie, che va indagata la continuità e la coerenza con una natura mutualistica che, come accade anche ai riferimenti ideali, per rimanere vitale deve necessariamente evolvere. Sotto questo profilo, il periodo considerato è stato sicuramente fra i più intensi. Basta citare i processi di razionalizzazione e recupero di efficienza che negli anni ‘90 hanno interessato l’intero sistema delle imprese chiamate a competere in un mondo sempre più globale, e le difficoltà gestionali e 35 I soci e lo scambio mutualistico finanziarie interne della Cooperativa che, nella parte centrale dello stesso decennio, hanno imposto il blocco del turnover e rallentato i naturali meccanismi di ricambio generazionale. Altrettanto importanti e sicuramente incidenti, inoltre, sono state le modificazioni legislative: la già citata L. 59/92 che ha fra l’altro consentito il superamento dei limiti della Basevi all’ammissione a socio cooperatore degli impiegati, e la successiva legge del 2001 sul socio lavoratore di cooperativa. Nello stesso tempo, bisogna però riconoscere che nella complessità di queste dinamiche è possibile rintracciare, a un tempo, le cause di determinate difficoltà e gli strumenti e i processi innovativi che hanno consentito di superarle secondo criteri inediti, più moderni, dunque, più competitivi: premesse ineludibili di qualsiasi rilancio. Leggendo la storia recente di Cmc secondo questo schema interpretativo, la sintesi che se ne può trarre è che, in ogni caso, centrale è la capacità di assumere la realtà dei problemi e la durezza delle soluzioni necessarie per risolverli, affrontandoli attraverso un rapporto responsabile e trasparente con tutti i principali stakeholder perché, oltretutto, solo così è possibile assicurare equità e solidarietà; sarà un caso, probabilmente non lo è, che nel contempo la Cooperativa abbia sentito l’esigenza di confrontarsi in maniera più stringente con i temi della Rsi e sia giunta alla redazione del Bilancio sociale. Oltre mille agli inizi degli anni ‘90, il numero dei soci cooperatori ha registrato un trend in flessione fino al 2001, anno che ha registrato il minimo storico di 330 unità; nel 2002 la tendenza si è invertita – a conferma della rinnovata fiducia nei confronti dell’impresa ed a seguito di precise politiche aziendali - e i soci sono risaliti a 353 unità; nel 2003 la crescita è stata di 3 sole unità a fronte di 10 ammissioni e 7 uscite per recesso e conversione: un rallentamento prevedibile, dopo il consistente aumento dell’esercizio precedente. Figura 8. Trend ammissione soci cooperatori 100 95 90 80 70 60 50 42 40 32 30 23 20 14 10 10 3 0 0 1996 1997 1998 10 7 0 0 1992 1993 1994 1995 1999 2000 2001 2002 2003 37 I soci e lo scambio mutualistico La Fig. 8 consente un ulteriore riscontro degli avvenimenti già descritti: il picco del 1992 segnala l’entrata in vigore della L. 59/92 che ha consentito l’ingresso a socio degli impiegati, la stasi del triennio 1996-1998 coincide con l’impegno nella sottoscrizione di apc da parte degli ausiliari, mentre alla liquidazione dei medesimi titoli si devono i picchi del 1999 e del 2002: indubbiamente questo strumento finanziario si è dimostrato anche un efficace mezzo di sostegno alle politiche di rafforzamento della base sociale della Cooperativa. Tabella 4. Soci cooperatori per età anagrafica Fascia d’età V.A 2001 % V.A 2002 % V.A 2003 % Da 20 a 30 anni 3 0,9 4 1,1 3 0,8 Da 31 a 40 anni 77 23,3 78 22,1 62 17,4 Da 41 a 50 anni 171 51,8 188 53,3 189 53,1 Da 51 a 60 anni 76 23,0 82 23,2 100 28,1 Oltre 60 anni Totale 3 0,9 1 0,3 2 0,6 330 100,0 353 100,0 356 100,0 La maggioranza dei soci cooperatori ha un’età compresa fra i 40-50 anni e l’età media sale a 46,5 anni contro i 45,8 del 2002: un valore ancora elevato che solo un consistente ingresso nella compagine sociale delle numerose giovani risorse assunte negli ultimi anni potrà equilibrare. L’ammissione a socio cooperatore 2003 non ha apportato modifiche apprezzabili alle caratteristiche professionali (tab. 5) del corpo sociale di CMC: l’incidenza dei soci operai scende ulteriormente e si attesta al 41,9%, mentre quella delle qualifiche impiegatizie sale al 58,1%; i rapporti fra le qualifiche contrattuali si stanno, in ogni caso, stabilizzando dopo la costante e accelerata flessione operaia registrata nei precedenti esercizi. Tabella 5. Soci cooperatori per qualifica professionale Qualifica N. 2001 % N. 2002 % N. 2003 % 162 49,1 151 42,8 149 41,9 99 30,0 122 34,6 122 34,3 Quadri 46 13,9 52 14,7 55 15,4 Dirigenti 23 7,0 28 7,9 30 8,4 330 100,0 353 100,0 356 100,0 Operai Impiegati Totale Il dato più significativo che emerge dall’esame delle dinamiche che interessano l’anzianità aziendale è quello che riguarda la fascia fra 0 e 5 anni che si conferma in progressiva, anche se ancora contenuta, crescita ed I soci e lo scambio mutualistico 38 attesta gli sforzi che si stanno producendo per l’ampliamento della base sociale. Le modificazioni, in alcuni casi anche accentuate, che interessano le altre fasce sono da far risalire evidentemente a una precedente concentrazione delle risorse in “zone di confine”: il fenomeno riguarda maggiormente le classi comprese fra i 6 e i 20 anni. Tabella 6. Soci cooperatori per anzianità aziendale e anzianità sociale Fascia anzianità Anz. aziendale V.A. % 2002 Anz. sociale V.A. % Anz. aziendale V.A. % 2003 Anz. sociale V.A. % Da 0 a 5 anni 15 4,2 80 22,7 21 5,9 87 24,4 Da 6 a 10 anni 14 4,0 76 21,5 8 2,2 30 8,4 Da 11 a 20 anni 72 20,4 88 24,9 74 20,8 120 33,7 Da 21 a 30 anni 234 66,3 109 30,9 226 63,5 119 33,4 Oltre 30 anni Totale 18 5,1 0 0,0 27 7,6 0 0,0 353 100,0 353 100,0 356 100,0 356 100,0 L’articolazione dei soci cooperatori per titolo di studio mostra, pur senza variazioni eclatanti rispetto alla situazione del 2002, un progressivo innalzamento dei livelli di scolarizzazione coerente con le considerazioni di carattere generale già svolte. Tabella 7. Soci cooperatori per titolo di studio Titolo studio Obbligo Diploma breve N. 2002 % N. 2003 % 169 47,9 169 47,5 25 7,1 25 7,0 115 32,6 117 32,9 Laurea 44 12,4 45 12,6 Totale 353 100 356 100,0 Diploma Anche il dato di genere non mostra sostanziali variazioni, confermando una presenza femminile poco significativa soprattutto nelle qualifiche più elevate. I processi di terziarizzazione in atto nella Cooperativa dovrebbero favorire nei prossimi anni un progressivo recupero che, quasi sicuramente, non potrà essere rapido come sarebbe auspicabile stante la realtà di un settore produttivo storicamente refrattario alla presenza femminile. 39 I soci e lo scambio mutualistico Tabella 8. Soci cooperatori per sesso e qualifica professionale Qualifica popolazione femminile 2001 2002 2003 Dirigenti 1 Quadri Impiegati 1 popolazione maschile 2001 2002 2003 2001 1 22 27 29 23 totale generale 2002 2003 28 30 4 4 3 42 48 52 46 52 55 29 31 31 70 91 91 99 122 122 Operai 0 0 0 162 151 149 162 151 149 Totale 34 36 35 296 317 321 330 353 356 Tabella 9. Soci cooperatori sul totale delle risorse umane Qualifica Dirigenti Quadri 2001 Totale dipend. di cui N. soci 32 23 71,9 2002 Totale % dipend. 33 di cui N. soci 2003 Totale % dipend. 28 84,8 37 di cui N. soci % 30 81,1 70 46 65,7 74 52 70,3 80 55 68,8 Impiegati 153 99 64,7 171 122 71,3 172 122 70,9 Operai 222 162 73,0 210 151 71,9 215 149 69,3 Totale 477 330 69,2 488 353 72,3 504 356 70,6 L’incidenza percentuale dei soci cooperatori sul totale complessivo dei lavoratori dell’organico fisso della Cooperativa subisce una leggera flessione rispetto all’esercizio trascorso in quanto le assunzioni sono state superiori alle ammissioni. La dinamica è peraltro naturale, considerata la scelta aziendale di confermare la responsabilizzazione degli aspiranti soci: fra i requisiti di ammissione, stabiliti dallo statuto e da uno specifico Regolamento sociale, sono infatti previsti un periodo minimo di 2 anni di permanenza in azienda e l’avvenuta assunzione presso la sede di Ravenna. La quota minima ai fini dell’ammissione è stabilita annualmente dal Consiglio: negli ultimi anni è stata pari a 3.750 euro. D.Lgs. n. 6/2003 – La mutualità prevalente: determinazioni del Consiglio In base al decreto, sono a mutualità prevalente quelle cooperative di lavoro in cui il costo del lavoro dei soci è superiore al 50% del costo del lavoro totale. Il calcolo effettuato sui bilanci Cmc, secondo i criteri stabiliti dalla norma in vigore dal 1 gennaio 2004, mostra che la Cooperativa, pur avendo goduto di un regime di netta prevalenza nell’ultimo triennio, tende nel medio termine a collocarsi in una zona di confine ad ampia banda di oscillazione causata da: cicli di sviluppo aziendale, natura dei contratti, fasi delle commesse, soluzioni societarie adottate per i nuovi lavori acquisiti. Il mantenimento della prevalenza sarà perseguito con politiche volte a valorizzare il ristorno e a favorire l’allargamento della base sociale, men- I soci e lo scambio mutualistico 40 tre non sono state ritenute opportune ipotesi quali: soci speciali, forme di lavoro relativamente ai soci diverse dal rapporto subordinato a tempo indeterminato, scelte che possano limitare lo sviluppo della Cooperativa. Il capitale sociale Il capitale sociale sottoscritto è passato dai 17,8 milioni del 31.12.2002 ai 18,8 milioni del 31.12.2003. L’aumento è a carico dei soci cooperatori e di quelli di sovvenzione, mentre l’entità del capitale sociale riferibile ai soci pensionati ed ai possessori di apc rimane stabile. Tabella 10. Capitale sociale sottoscritto per categorie sociali Categorie sociali Soci cooperatori cap. soc. 2001 % cap. soc. 2002 % cap. soc. 2003 % diff. % 02-03 6.502.033 35,6 6.987.337 39,3 7.839.638 41,7 12,2 Soci pensionati 553.944 3,0 511.721 2,9 471.964 2,5 -7,8 Soci sovventori 7.675.947 42,1 7.964.671 44,8 8.154.814 43,4 2,4 Apc Totale 3.519.834 19,3 2.316.550 13,0 2.316.550 12,3 0,0 18.251.758 100,0 17.780.279 100,0 18.782.966 100,0 5,6 L’incremento delle azioni ordinarie deriva in parte dalla rivalutazione del capitale versato (art.7, L. 59/92), ma soprattutto dal ricorso nel 2002 all’istituto del ristorno destinato interamente ad aumento gratuito delle quote di capitale. L’efficacia di quest’ultimo strumento ai fini della capitalizzazione della cooperativa risulta evidente se si osserva l’andamento dell’entità della quota media sottoscritta da ciascun socio lavoratore, che è passata dai 19.794 euro del 2002 ai 22.021 euro del 31.12.2003 con un incremento medio di 2.247 euro. Tabella 11. Quota media di capitale sociale sottoscritta dai soci cooperatori Anno quota media detenuta diff. Con anno precedente 2000 19.204 N.A. 2001 19.703 499 2002 19.794 91 2003 22.021 2.227 Unicamente alla rivalutazione è da ascriversi l’incremento della quota di azioni di sovvenzione. 41 I soci e lo scambio mutualistico Figura 9. Quota percentuale di capitale sociale posseduta dalle diverse categorie sociali 50 40 30 20 10 39,9 32,2 40,8 32,5 39,5 40,8 42,1 38,3 19,8 37,3 19,8 35,6 19,3 44,8 43,4 39,3 41,7 13,0 12,3 26,0 24,2 1,9 2,5 2,4 2,1 3,0 2,9 2,5 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 0 azioni ordinarie azioni di quiescenza az. di sovvenzione az. di partecipazione cooperatione La Fig. 9, che riporta - fatto 100 il capitale sociale della Cooperativa - la quota percentuale di capitale posseduta dalle diverse categorie sociali, evidenzia il graduale recupero dei soci cooperatori dopo il minimo storico del 1998 e, dunque, il loro costante e positivo impegno per il rafforzamento patrimoniale aziendale e per l’affermazione del loro ruolo sociale e politico. La maggiore articolazione della compagine societaria, che Cmc ha realizzato nel contesto del Piano di risanamento e sviluppo 1996-1998, si conferma fattore di stabilità dell’entità del capitale sociale, e elemento di solidità imprenditoriale da salvaguardare con la credibilità dei piani industriali, e con politiche puntuali di remunerazione del capitale di rischio, che rendano tangibile e vantaggioso l’impegno finanziario espresso. Tabella 12. Remunerazione del capitale: rivalutazione e dividendi per categorie di soci Categorie Soci Cooperatori** 2001 2002 2003 332.421 291.818 330.593 Soci Pensionati 31.099 22.299 21.327 Soci Sovventori 583.519 507.047 529.852 Apc Totale *approvato dall’assemblea il 10 giugno 2004 **escluso il ristorno di euro 971.200 La tab. 12 mostra, in valore assoluto e sull’ultimo triennio, la convenienza ottenuta dalle diverse categorie sociali in termini di entità della remunerazione sul capitale (dividendi e rivalutazione). 169.117 92.662 92.612 1.116.156 913.826 974.384 I soci e lo scambio mutualistico 42 Figura 10. Remunerazione (rivalutazione e dividendi) per categorie di soci 9 8 7,7 7 6 5 4 5,7 5 6,4 6,5 4,4 4,5 4 4,4 3 4 3,4 2 2,2 1 0 2002 2001 2003 soci sovventori apc soci cooperatori/pensionati bot a 12 mesi (valori in %) Al riguardo, la fig. 10 evidenzia, in particolare, che nel 2003 la remunerazione delle azioni di sovvenzione, il cui apporto è tipicamente finanziario, è stata pari al 6,5%: un valore che nell’attuale fase congiunturale è sicuramente competitivo, come peraltro dimostra il raffronto con il rendimento dei bot a 12 mesi. Una politica che è stato possibile perseguire grazie al rendimento crescente del capitale investito (rapporto fra utile netto e patrimonio netto) che nell’ultimo triennio ha avuto l’andamento raffigurato in fig. 11. Figura 11. Rendimento capitale investito (rapporto fra utile netto e patrimonio netto) Gruppo CMC 20 17,8 18 16 13,7 14 12 10 8 7,8 6 2001 2002 2003 D. Lgs. N. 6/2003 – Diritto dei soci cooperatori agli utili: determinazioni del Consiglio Secondo il decreto, le cooperative a mutualità non prevalente devono stabilire a statuto, in totale autonomia, la percentuale massima di ripartizione dei dividendi fra i soci cooperatori. Al riguardo, il Consiglio ha assunto la determinazione di mantenere, anche qualora Cmc rientri fra le Cooperative a mutualità non prevalente, 43 I soci e lo scambio mutualistico il divieto di distribuire i dividendi fra i soci cooperatori in misura superiore all’interesse massimo dei buoni postali fruttiferi, aumentato di due punti e mezzo rispetto al capitale versato. Il ristorno Cmc ha fatto ricorso all’istituto del ristorno per la prima volta nel 2002, destinandolo, come consente l’attuale normativa, ad aumento gratuito del capitale sociale. Figura 12. Somme, in euro, distribuite ai soci a titolo di ristorno secondo i livelli contrattuali negli anni 2002 e 2003 3200 3000 2800 2600 2500 2550 2600 2650 2000 2050 2100 1 2 3 2750 3000 2850 2400 2500 4 8Q DIR 2200 2300 2150 2250 2350 4 5 6 7 7Q 2400 2200 2700 2900 2800 2000 1800 2003 2002 Nel 2003, si è data continuità a questa positiva esperienza che, come è stato in precedenza affermato, si è dimostrata un mezzo particolarmente efficace per il rafforzamento patrimoniale della Cooperativa. Su proposta del Consiglio, l’Assemblea dello scorso 10 giugno ha approvato l’attribuzione ai soci di somme a titolo di ristorno da destinare ad aumento del capitale secondo le stesse identiche modalità di distribuzione applicate lo scorso esercizio, ma elevando le quote: a ciascun socio è stata riconosciuta, a titolo di aumento del capitale sottoscritto, una somma non inferiore a 2.500 euro (2.000 nel 2002) né superiore a 3.000 euro (2.500 nel 2003), differenziata secondo il livello contrattuale di appartenenza (fig. 12). Questa modalità, diversa da quella suggerita dalla legge basata su una somma calcolata percentualmente sulle retribuzioni percepite, ha lo scopo di evitare eccessive sperequazioni di trattamento a fronte di un impegno, non solo sociale ma anche finanziario, che, soprattutto nei recenti anni passati, si è dimostrato alto e diffuso. I soci e lo scambio mutualistico 44 Tabella 13. Ristorno erogato ai soci lavoratori, anni 2002-2003 Ristorno ai soci lavoratori 2002 2003 Var. % 740.750 971.200 31,1 D.lgs. n. 6/2003 – Il ristorno: determinazioni del Consiglio In tema di ristorno il Consiglio ha assunto i seguenti orientamenti: • Considerarlo una componente dell’utile; • Destinarlo unicamente ad aumento gratuito del capitale sociale; • Riconferma dei criteri adottati nell’ultimo biennio circa la modalità di distribuzione. Il prestito sociale La maggiore solidità finanziaria dell’impresa è provata inoltre dalla costante crescita registrata, nell’ultimo triennio, dal capitale netto e dal prestito sociale: le tipiche fonti di autofinanziamento di una cooperativa. Figura 13. Andamento patrimonio netto di Gruppo e prestito sociale 80 70 60 58,5 50 40 67,9 62,6 56,1 48,4 51,8 10,1 10,8 11,8 2001 2002 2003 30 20 10 0 prestito sociale patrimonio netto totale (in ml di euro) Per il socio, il prestito sociale rappresenta una modalità, ulteriore rispetto al concorso alla formazione del capitale di rischio, per sostenere finanziariamente la società che si conferma particolarmente vantaggiosa come dimostra la comparazione fra il rendimento del prestito sociale e quello dei titoli di Stato (BOT a 12 mesi) della Fig. 14. 45 I soci e lo scambio mutualistico Figura 14. Rendimento del prestito sociale e dei BOT a 12 mesi nel triennio 2001-2003 5,0% 4,5% 4,0% 4,4% 4,0% 4,0% 3,4% 3,5% 3,1% 3,0% 2,5% 2,2% 2,0% 1,5% 2001 2002 2003 tasso prestito sociale Bot a 12 mesi I vantaggi per i soci In una cooperativa di produzione lavoro cardini del rapporto mutualistico fra il socio e la società sono, naturalmente, l’attività professionale prestata e la relativa remunerazione che dopo l’entrata in vigore della L. 142/2001 hanno assunto caratteristiche in linea di massima comparabili con quelle delle normali forme di lavoro. Il cosiddetto vantaggio mutualistico non si è esaurisce però su quest’unica dimensione che è parte importante, ma non il tutto, della mutualità la quale si avvera su diversi livelli fra loro non scindibili: la partecipazione al rischio di impresa e dunque alla governance e al dividendo, e l’ottenimento di altri riconoscimenti economici come il ristorno e gli interessi sul prestito sociale. Sono solitamente presenti, inoltre, altri benefici di natura assistenziale e socio culturale, che in Cmc sono regolati dal Regolamento sociale disciplinante le attività previdenziali, assistenziali e ricreative a beneficio dei soci che comprende vari istituti in parte estesi anche ai dipendenti. Sono istituti rivolti esclusivamente ai soci cooperatori: • Il trattamento di inabilità: rendita mensile concessa ai soci che cessano l’attività a seguito del riconoscimento di un’invalidità permanente superiore al 22%; • Il trattamento di pensione sociale: rendita mensile riconosciuta ai soci che erano già in quiescenza al 31.12.1975 quando l’istituto, che aveva lo scopo di mitigare i limiti della previdenza pubblica, venne soppresso seppur non con effetto retroattivo; • Assistenza integrativa sanitaria: somma annuale riconosciuta per l’erogazione di prestazioni integrative assistenziali, tramite l’iscrizione a “FUTURA – Mutua territoriale di tutela e prevenzione della salute”; • Prestiti personali e mutui prima casa: convenzione stipulata con un Isti- I soci e lo scambio mutualistico 46 tuto di Credito per la concessione, a condizioni competitive e con modalità agevolate, di prestiti personali e mutui. Tabella 14. Dall’analisi del valore aggiunto: risorse destinate ai soci tasso 2001 importo tasso 2002 importo Soci cooperatori 2,70% 157.557 2,40% Soci pensionati Soci sovventori 2,70% 14.957 2,70% 204.611 Soci cooperatori 3,00% Soci pensionati A Rivalutazione capitale sociale tasso 2003 importo 159.250 2.50% 183.492 2,40% 12.282 2,50% 11.851 2,40% 190.143 2,50% 203.843 174.864 2,00% 132.568 2,00% 147.101 377.125 B - Dividendo 361.675 739.031 399.186 552.151 575.198 3,00% 16.142 2,00% 10.017 2,00% 9.476 Soci sovventori 5,00% 378.908 4,00% 316.904 4,00% 326.009 Apc 5,00% 169.117 4,00% 92.662 4,00% C - Remunerazione tot. cap. soc. (A+B) 1.116.156 D - Ristorno ai soci cooperatori come 92.612 913.826 974.384 740.750 971.200 aumento gratuito capitale sociale E - Remunerazione prestito sociale F - Spese sociali e mutualistiche Totale 4,00% 447.980 4,00% 409.254 3,10% 347.852 251.523 457.459 612.652 1.815.659 2.521.289 2.906.088 La voce F non contiene i costi di gestione delle mense aziendali che risultano difficilmente rilevabili, riguardando un servizio spesso allocato in realtà fra loro molto diverse anche sotto il profilo giuridico: sede, attività fuori sede, società di scopo, realtà estere. La complessiva remunerazione del capitale, nella quale com’è noto non rientra il ristorno, è scomposta nelle due voci che la formano: la rivalutazione gratuita, la cui finalità è il recupero della svalutazione monetaria, ai sensi della L. 59/92, e il dividendo. Sono istituti rivolti ai soci, cooperatori e pensionati, e ai dipendenti: • Assicurazioni integrative: polizze infortuni professionali ed extra professionali stipulate annualmente dalla Cooperativa a favore dei soci cooperatori, dei dipendenti assunti presso la sede sociale, degli espatriati ed in alcuni casi anche dei loro familiari qualora il paese estero interessato rientri fra quelli considerati a rischio di eventi bellici; polizze analoghe di minor entità sono stipulate per i soci pensionati; • Assistenza fiscale e tributaria: convenzione stipulata annualmente con una società specializzata, per l’assistenza nella compilazione dei modelli per la dichiarazione dei redditi e ICI; il costo della prestazione, già altamente competitivo, è sostenuto in parte preponderante dalla Cooperativa; • Pacco natalizio, pacco befana: istituti storici; il primo consiste nella distribuzione di generi alimentari in occasione delle festività natalizie; il secondo riguarda la distribuzione di giocattoli, in occasione dell’Epifania, ai figli di età inferiore ai 14 anni dei soci e dei dipendenti operanti presso la Sede; • Borse di studio: somma in denaro riconosciuta annualmente ai figli dei soci cooperatori e pensionati, e dei dipendenti dell’organico fisso, che hanno conseguito un prefissato livello di votazioni. 47 I soci e lo scambio mutualistico Tabella 15. Dettaglio spese sociali e mutualistiche rivolte a soci e dipendenti 2002 Spese sociali 2003 138.888 149.961 Pranzi e gite sociali 17.449 11.386 Pacchi natalizi e befana 66.507 88.364 la Betoniera 18.800 13.560 Polisportiva 25.823 25.823 Teorema: denuncia redditi 6.120 7.224 Spese varie 4.189 Borse di studio 3.604 18.851 15.848 Polizza sanitaria (Futura Mutua territoriale) 29.057 30.021 Trattamenti di inabilità e pensione sociale 60.223 54.519 Polizza infortuni professionali ed extraprofesionali 210.440 362.303 Totale 457.459 612.652 Le attività ricreative, sportive e culturali costituiscono un momento importante di coesione sociale al quale la Cooperativa dedica attenzione e risorse. Per favorire forme più coinvolgenti di partecipazione dei soci e dei dipendenti, nel 1991 Cmc ha promosso la costituzione della Cooperativa Culturale Gruppo CMC successivamente ridenominata Cooperativa Servizi e Cultura (CSC). Possono essere soci di CSC i soci, cooperatori e pensionati, e i dipendenti di Cmc e delle società del Gruppo e i loro familiari. In particolare, CSC si propone di: • favorire un maggior coinvolgimento dei soci e dei dipendenti di Cmc nelle attività del tempo libero; • consentire forme di partecipazione ai dipendenti delle società del Gruppo; • sviluppare strumenti e attività che consentano di mantenere legami più stretti e continui con i soci pensionati; • favorire lo sviluppo di forme di volontariato; • valorizzare ed arricchire le attività sociali, nonché le iniziative di impiego del tempo libero; • fornire servizi di assistenza e consulenza in materia di amministrazione del personale. Nella Cooperativa è confluita la Polisportiva CMC che, sorta nel 1980 allo scopo di promuovere iniziative sportive prevalentemente non agonistiche, ispirate ai criteri della partecipazione, è oggi articolata in cinque sezioni – ciclismo, pesca, tennis, calcio e bowling – nelle quali sono particolarmente significative la presenza e la partecipazione dei soci pensionati. Nel 2003, CSC ha realizzato 711.000 euro di ricavi con un utile pari a 12.500 euro; a fine esercizio i soci erano 1.020. 49 I soci e lo scambio mutualistico L’ammissione a socio cooperatore La Cooperativa ha sempre attuato, in equilibrio con l’andamento economico e produttivo dell’impresa, una politica improntata al principio della porta aperta volta a favorire l’ampliamento della base sociale mutualistica (fig. 7). Questo senza mai derogare ad alcuni rigorosi e definiti criteri sociali ed economici. Se all’aspirante socio vengono richiesti adeguati requisiti professionali, convinzione sociale e oneri finanziari, Cmc, a sua volta, si impegna a garantirgli senza distinzioni e nei limiti concessi dal normale rischio di impresa, continuità occupazionale e opportunità di crescita professionale e retributiva, unitamente al pieno e immediato accesso ai complessivi benefici mutualistici e ai processi di governance. In coerenza con questa impostazione, può richiedere di essere ammesso a socio cooperatore della Cooperativa il dipendente che, assunto con contratto a tempo indeterminato presso la sede sociale, lavora stabilmente presso la società da almeno due anni ed è professionalmente in grado di partecipare allo scambio mutualistico. L’accettazione della richiesta, che lo statuto assegna all’assemblea, è subordinata ai risultati di un processo di valutazione condotto dal Consiglio in collaborazione con i Responsabili della struttura operativa di volta in volta interessati. I criteri e le procedure di ammissione descritte sono disciplinate dallo statuto e dal Regolamento sociale disciplinante l’ammissione a socio cooperatore e gli organismi di partecipazione democratica della cooperativa il quale, come rivela la stessa titolazione, tratta inoltre alcuni basilari elementi di partecipazione democratica. Nel 2003 si è data continuità all’attività formativa per i neo soci, ripresa con buoni risultati nel 2002 dopo un periodo di sospensione durato diversi anni; con essa la Cooperativa si propone di fornire ai nuovi associati maggiori informazioni circa la natura societaria di Cmc e la sua attività economica e imprenditoriale. Il corso, rivolto in primo luogo ai 10 soci cooperatori ammessi nel 2003, è stato inoltre esteso a quei soci che, ammessi gli anni precedenti, non hanno avuto la possibilità di partecipare alla precedente analoga iniziativa; dei 27 invitati, 14 hanno partecipato: un risultato soddisfacente se si considera che diversi di essi erano professionalmente impegnati in località distanti dalla sede. D.Lgs. n. 6/2003 – L’ammissione a socio: determinazioni del Consiglio In tema di ammissione a socio il decreto introduce criteri e procedure più dettagliate e stringenti rispetto alla precedente normativa, nonché la previsione della possibilità del ricorso all’assemblea da parte dell’aspirante socio a cui non sia stata accolta la domanda. I soci e lo scambio mutualistico 50 Al riguardo, il Consiglio ha assunto le seguenti determinazioni che orienteranno le prossime modifiche allo statuto: • Riconfermare la struttura - criteri e procedure - dell’attuale modello, compresa l’impostazione che prevede un’unica deliberazione di ammissione all’anno; • Riportare in capo al Consiglio la competenza della delibera di ammissione che oggi lo statuto assegna all’assemblea; • La norma che impone la comunicazione scritta della motivazione di rigetto della domanda di ammissione è già prevista dal Regolamento Cmc, serve comunque un maggior raccordo con la nuova disciplina in particolare per quanto attiene alle procedure di ricorso all’assemblea da parte dell’interessato; nel caso prevarrà la deliberazione assembleare; • È stata ritenuta non compatibile con il profilo culturale Cmc la previsione dei “soci speciali”. Il lavoro 53 Il lavoro È la natura della cooperativa che rende difficile distinguere il suo aspetto imprenditoriale da quello sociale e rende soprattutto difficile distinguere i diversi caratteri del lavoro, se esso sia l’antecedente che dà vita allo scambio mutualistico oppure se sia lo scopo e obiettivo dell’attività della cooperativa stessa. In ogni caso il lavoro è certamente mezzo e fine ed esso deve essere trattato in modo congiunto agli aspetti più istituzionali, anche perché il lavoratore di CMC o è socio o può aspirare a esserlo. La composizione delle risorse umane La composizione dell’organico raffigurata in tabella 16 rappresenta un dato consolidato che comprende sia le risorse direttamente assunte dalla Cooperativa sia quelle delle società di scopo (raggruppamenti di imprese, consorzi, ...) rientranti nelle competenze Cmc, ma non i dipendenti delle società del gruppo SIC, GED e CMC Immobiliare. Tabella 16. Risorse umane per qualifica e tipologia contrattuale Qualifica Italia Estero Totale Organico fisso Locali e consorzi CE e TCN Locali dic-01 dic-02 dic-03 dic-01 dic-02 dic-03 dic-01 dic-02 dic-03 dic-01 dic-02 dic-03 dic-01 dic-02 dic-03 Dirigenti 32 33 37 0 0 0 3 2 2 0 0 0 35 35 39 Quadri 70 74 80 0 0 0 0 0 0 0 0 0 70 74 80 Impiegati 153 171 172 83 112 138 94 128 129 342 358 307 672 769 746 Operai 222 210 215 124 416 624 18 43 31 3.095 2.979 3.661 3.459 3.648 4.531 Totale 477 488 504 207 528 762 115 173 162 3.437 3.337 3.968 4.236 4.526 5.396 La suddivisione, operata in funzione del rapporto contrattuale instaurato, può risultare complessa, per cui è forse utile precisare che s’intende per: • Organico fisso, le risorse assunte con contratto a tempo indeterminato presso la Sede Sociale e inquadrate nei Contratti Collettivi Cooperativi o nel Contratto Aziendale Mezzi Marittimi, alle quali la Cooperativa assicura continuità di lavoro: i soci cooperatori appartengono solo a questo gruppo; • Locali e consorzi Italia, le risorse assunte nel luogo ove si svolgono i lavori, sia direttamente dalla Cooperativa sia dalle Società Consortili e dai Consorzi in cui CMC è sponsor; esse hanno quindi un contratto di lavoro che si risolve al termine del cantiere o della fase lavorativa in funzione delle quali sono state assunte; • Contratti Estero (CE) e Third Country Nationals (TCN), le risorse assunte con contratto individuale per il Paese estero in cui si sono acquisiti i lavori al termine dei quali il contratto si risolve; in particolare, i CE riguardano personale di nazionalità italiana, i TCN riguardano personale di nazionalità terza rispetto all’Italia ed al Paese in cui si svolge l’attività lavorativa; Il lavoro 54 • Locali estero, le risorse assunte direttamente dal cantiere estero (attività diretta o società di scopo in cui Cmc è sponsor) nel luogo in cui si svolgono i lavori e per la durata degli stessi. Prima di procedere all’esame del personale assunto stabilmente presso la sede sociale sul quale si concentreranno i successivi approfondimenti, si segnala la crescita costante, e coerente con i programmi di sviluppo della Cooperativa, registrata nell’ultimo triennio da tutte le componenti dell’organico. In particolare risultano significative le variazioni del personale locale conseguenti, all’estero, dall’avvio di importanti commesse, in Italia, dal maggior utilizzo di maestranze locali a fronte del minor ricorso al subappalto (tab. 16). L’organico fisso A fine 2003, l’organico fisso sale a 504 dipendenti con un incremento al netto delle uscite, rispetto all’anno precedente, di 16 unità quasi totalmente ascrivibile alle politiche di rafforzamento degli organici di cantiere richiesto dal maggior numero di unità produttive in attività. È opportuno segnalare che i dati della tab. 16 non sempre sono sovrapponibili a quelli della tabella 17, relativa al turnover del personale, perché quest’ultima non è esaustiva delle variazioni che concorrono, fra un anno e il successivo, al definitivo dimensionamento dell’organico, in quanto non coglie le movimentazioni interne relative ai passaggi di personale da contratti locali a struttura fissa e ai passaggi di qualifica dei processi di valutazione professionale. Tabella 17. Turnover del personale inquadrato nell’organico fisso, anni 2001-2003 Qualifica in out 2001 T.O. in out 2002 T.O. in out 2003 T.O. Dirigenti 2 0 2 2 1 1 3 0 3 Quadri 7 8 -1 4 4 0 9 7 2 Impiegati 8 3 5 15 5 10 13 7 6 Operai 20 30 -10 26 30 -4 25 20 5 Totale 37 41 -4 47 40 7 50 34 16 L’esame dell’incidenza percentuale delle diverse qualifiche professionali mostra una situazione di stabilità nell’ultimo biennio, non compromessa dalla variazione contenuta nell’1% (fig. 15) registrata da quadri e impiegati; il trend parrebbe indicare il raggiungimento di un nuovo equilibrio professionale che vede gli operai attestati a valori di poco superiori al 40%: dato peraltro coerente con l’analoga rilevazione condotta sui soci cooperatori (tab. 5). 55 Il lavoro Figura 15. Organico fisso per inquadramento professionale, anni 2002-2003 45% 43% 40% 43% 35% 35% 34% 30% 25% 20% 16% 15% 10% 5% 15% 7% 7% dirigenti quadri impiegati operai 2003 2002 L’esame della distribuzione per fasce d’età, analogamente a quanto avvenuto per i soci (tab. 4), conferma il persistere di una certa inerzia al decollo di efficaci politiche aziendali capaci di imprimere un più lineare processo di riequilibrio dell’età media del gruppo professionale della Cooperativa che nel 2003 si attesta a 44,01 contro i 43,84 anni del 2002 e i 44,28 anni del 2001. Tabella 18. Organico fisso suddiviso per fasce di età, anni 2001-2003 Fascia d’età V.A 2001 % V.A 2002 % V.A 2003 % Da 20 a 30 anni 28 5,9 45 9,2 40 7,9 Da 31 a 40 anni 128 26,8 112 23,0 115 22,8 Da 41 a 50 anni 230 48,2 209 42,8 223 44,2 Da 51 a 60 anni 88 18,4 119 24,4 124 24,6 3 0,6 3 0,6 2 0,4 477 100,0 488 100,0 504 100,0 Oltre 60 anni Totale La riflessione, però, rischierebbe di essere fuorviante e penalizzante se non si considerasse che l’analisi qui condotta, circoscritta all’organico fisso per garantire omogeneità e certezza all’esposizione e alla comparazione dei dati, coglie solo in parte le dinamiche che in questa fase interessano la Cooperativa. Oggi, al contrario di quanto avveniva fino a non molti anni fa, gli inserimenti di nuovo personale, soprattutto di quello giovane, sono effettuati in netta prevalenza presso i cantieri dei grandi lavori fuori sede e solo per successive selezioni queste risorse, in coerenza con i ritmi di crescita imprenditoriale e le politiche di sviluppo del personale, sono assunte in forma permanente presso la sede. Il personale locale Italia sta dunque assumendo nell’economia aziendale dimensione e importanza centrali, soprattutto se si considera che il suo Il lavoro 56 progressivo e strutturale inserimento nell’organico fisso ha effetti immediati ed evidenti sui meccanismi che determinano la formazione e la continuità della base sociale. Su esso, la Cooperativa si propone dunque di investire nei prossimi anni anche in termini di formazione sociale per favorirne una compiuta integrazione con la missione, i valori cooperativi e la complessiva cultura d’impresa del sistema Cmc. Queste considerazioni, che sicuramente consentono una lettura più reale del sistema professionale della Cooperativa e dei processi che in questa fase presiedono al suo ricambio e rafforzamento, dovranno essere approfondite e indagate già a partire dai prossimi anni, in coerenza, oltretutto, con le politiche del personale della Cooperativa, che il Piano 2004-2006, fatte salve le richiamate politiche di inserimento di giovani, orienta principalmente a due obiettivi strategici: la valorizzazione delle risorse interne e l’inserimento di professionalità specialistiche ed esperte per corrispondere alle più immediate necessità delle più recenti acquisizioni. In particolare, il crescente peso delle “Grandi Opere” nel fatturato aziendale e le maggiori funzioni e responsabilità progettuali e gestionali che il ruolo di General Contractor comporta sollecitano un progressivo sviluppo, quantitativo e qualitativo, dei servizi tecnici centrali e quindi la crescita numerica e professionale della struttura fissa di sede, da realizzare mantenendo entro valori programmati l’incidenza delle spese generali sui volumi produttivi. Sul piano delle maestranze, si è già avuto modo di accennare al maggior utilizzo di manodopera diretta a cui si sta facendo ricorso da alcuni anni. La tendenza, destinata con ogni probabilità a proseguire, renderà presso- 57 Il lavoro ché inevitabile il reclutamento di maestranze presso paesi extracomunitari secondo orientamenti che hanno fornito, fino ad oggi, risultati soddisfacenti e che vengono specificamente trattati in un successivo paragrafo. Tabella 18. Organico fisso suddiviso per fasce di età, anni 2001-2003 Fascia d’età V.A 2001 % V.A 2002 % V.A 2003 % Da 20 a 30 anni 28 5,9 45 9,2 40 7,9 Da 31 a 40 anni 128 26,8 112 23,0 115 22,8 Da 41 a 50 anni 230 48,2 209 42,8 223 44,2 Da 51 a 60 anni 88 18,4 119 24,4 124 24,6 3 0,6 3 0,6 2 0,4 477 100,0 488 100,0 504 100,0 Oltre 60 anni Totale Tabella 19. Organico fisso per genere e inquadramento professionale Qualifica 2001 V.A. *% Donne 2002 V.A. *% 2003 V.A. *% 2001 V.A. *% Uomini 2002 V.A. *% 2003 V.A. *% Totale generale 2001 2002 2003 V.A. **% V.A. **% V.A. **% Dirigenti 1 3,1 1 3,0 1 2,7 31 96,9 32 97,0 36 97,3 32 6,7 33 6,8 37 7,3 Quadri 5 7,1 5 6,8 5 6,3 65 92,9 69 93,2 75 93,8 70 14,7 74 15,2 80 15,9 39 25,5 46 26,9 46 26,7 114 74,5 125 73,1 126 0 0,0 0 0,0 0 0,0 45 9,4 52 10,7 52 10,3 Impiegati Operai Totale** 73,3 153 32,1 171 35,0 172 34,1 222 100,0 210 100,0 215 100,0 222 46,5 210 43,0 215 42,7 432 436 452 477 100,0 90,6 89,3 89,7 488 100,0 504 100,0 * percentuale calcolata sul totale dei componenti la qualifica ** percentuale calcolata sul totale organico fisso L’analisi per genere, infine, conferma le difficoltà già emerse esaminando l’analogo dato relativo alla base sociale. C’è un oggettivo ritardo il cui recupero non potrà avvenire che nel medio periodo. Le condizioni contrattuali e il sistema di relazioni industriali La Cooperativa contribuisce alla definizione delle politiche del lavoro della propria Associazione di rappresentanza, partecipando alla Commissione Nazionale e Regionale delle Relazioni Industriali di ANCPL e, a livello locale, assistendo Legacoop nelle vertenze contrattuali e nelle complessive Relazioni Sindacali e Industriali. L’attività estera e la realizzazione di una parte importante del proprio fatturato attraverso società di scopo, impostale dalle caratteristiche intrinseche del settore in cui ha il proprio core business, comportano inoltre per Cmc una maggiore complessità gestionale che si riverbera anche sul sistema delle relazioni industriali, richiedendo l’applicazione di diversi e distinti contratti di lavoro. Il lavoro 58 Tabella 20. Distribuzione delle risorse umane Cmc secondo i diversi contratti applicati (sono esclusi i Locali estero e il personale delle società del gruppo) Tipo di contratto CCNL - Dirigenti Imprese Cooperative CCNL - Lavoratori cooperative P.L. edilizia Contratto Collettivo Aziendale Lavoratori Mezzi Marittimi CCNL - Lavoratori Imprese Edili Privati (ANCE) Contratti Estero TCN Totale Risorse 2002 Risorse 2003 33 37 509 541 13 11 461 677 94 102 79 60 1.189 1.428 Per alcuni di questi, sono opportune alcune note esplicative. • CCNL per i lavoratori delle cooperative di produzione lavoro È il contratto di riferimento del Movimento Cooperativo nel Settore Edile (ne sono esclusi i soli dirigenti che sono disciplinati da uno specifico contratto cooperativo) i cui istituti sono sicuramente più vantaggiosi di quelli degli analoghi contratti dell’Industria e dell’Artigianato; è applicato ai lavoratori dell’organico fisso ed al personale locale Italia assunto presso i cantieri ad attività diretta. Integrativo Provinciale I lavoratori edili inquadrati nel CCNL delle Cooperative di Produzione Lavoro hanno inoltre questo secondo livello di contrattazione che definisce, in particolare, l’Elemento Economico Territoriale (premio legato al risultato) e le aliquote dei contributi alla Cassa Edile; Integrativo Aziendale Riguarda i soli lavoratori dell’organico fisso; regolamenta soprattutto: orario di lavoro, ferie, reperebilità, sviluppo professionale e retributivo (formazione, valutazioni, incentivi), indennità di trasferta Italia ed estero, utilizzo e gestione dei mezzi aziendali. • Contratto Collettivo Aziendale di lavoro per i Lavoratori dei Mezzi Marittimi della CMC di Ravenna Disciplina il rapporto di lavoro dei soci e dei dipendenti della Cooperativa imbarcati su Pontoni e Draghe per i lavori di dragaggio e portuali. Il contratto è simile a quello degli edili, con alcune differenziazioni volte a cogliere, soprattutto in termini di indennità, la specificità del settore e delle sue condizioni di lavoro. • CCNL per i lavoratori delle imprese edili private e affini (ANCE) È il contratto dei lavoratori edili della Confindustria; simile a quello cooperativo, viene applicato a quei lavoratori, già definiti e descritti come “Locali e Consorzi Italia”, assunti presso le Società di scopo in cui Cmc è sponsor. • Contratti Estero Le attività all’estero comportano la definizione, l’applicazione e la gestio- 59 ne di un contratto per ogni paese in cui la Cooperativa è impegnata, volto a cogliere, caso per caso, la specificità delle condizioni politiche, ambientali e di lavoro. Attualmente i principali contratti estero riguardano Cina, Mozambico, Algeria, Swaziland, Malaysa, Sudan e Filippine. • Contratti disciplinanti i “locali estero” I “locali estero” sono soggetti alle norme che nel loro paese disciplinano il rapporto di lavoro; i trattamenti economici – corrisposti in moneta locale - e gli istituti previdenziali, assistenziali e assicurativi si differenziano dunque da paese a paese e sarebbe arduo tentarne anche un semplice riepilogo. A titolo esemplificativo si cita la realtà mozambicana, dove i lavoratori sono assunti sulla base di un Contratto di lavoro definito dalle leggi locali e aggiornato ogni 6-7 anni. Annualmente, i sindacati nazionali, che si differenziano secondo i settori aziendali, contrattano con il Governo l’aumento del salario minimo nazionale in base al quale, successivamente, definiscono con le aziende la nuova tabella salariale: lo stipendio lordo mensile di un operaio si aggira attorno ai 100 euro, quello di un impiegato ai 300. Il Contratto di lavoro prevede un’assicurazione infortuni obbligatoria da stipularsi con una delle Società assicuratrici presenti sulla piazza; a questo titolo, Cmc versa a una Compagnia statale il 3,73% del valore del salario base e straordinario. Per quanto riguarda gli aspetti previdenziali, è presente l’INSS (Insituto Nacional de Seguranca Social) che corrisponde all’INPS italiana, ma non è obbligatoria e garantisce in realtà prestazioni molto limitate; per i lavoratori iscritti i contributi ammontano al 7% dello stipendio lordo: il 3% a carico del lavoratore e il 4% a carico dell’azienda. Non sono previsti assegni familiari né esiste in Mozambico l’as- Il lavoro Il lavoro 60 sistenza sanitaria; l’azienda, sulla base di accordi stipulati con il sindacato - SINTICIM - Sindicato Nacional dos Trabalhadores da Industria de Construçao Civil, Madeiras e Minas de Moçambique - assicura ai lavoratori e ai loro familiari l’assistenza medica e i medicinali. Il sistema fiscale, simile a quello italiano, prevede trattenute mensili a titolo di acconto con conguaglio finale a fine anno. Nel 2003, il confronto con le Organizzazioni Sindacali è stato intenso. A livello nazionale ha dominato la necessità di uniformarsi alla nuova legislazione del lavoro, attraverso un confronto spesso segnato dalle tensioni derivanti dalle posizioni assunte dalle diverse parti sociali nei confronti della cosiddetta “Legge Biagi”. L’atteggiamento della Cooperazione, in cui Cmc si riconosce, orientato alla concertazione, ha comunque consentito la concretizzazione di importanti risultati quali la sottoscrizione, nei primi mesi del 2004, del nuovo CCNL per i lavoratori delle cooperative di produzione lavoro. Localmente, si segnala il rinnovo dell’integrativo provinciale, che ha interessato oltre 500 addetti, e di quello aziendale, che ha innovato i trattamenti relativi a indennità, mezzi di trasporto, servizi, disagi della percorrenza e frequenza dei rientri del personale in trasferta e missione (circa 160 i lavoratori interessati); rinnovato, infine, anche il Contratto Collettivo Aziendale di lavoro per i Lavoratori dei Mezzi Marittimi che ha introdotto forme di riconoscimento dell’anzianità di imbarco similari alle normative del contratto edile. Il Sistema contrattuale Edile, sia Cooperativo che Privato, prevede inoltre una rete di servizi assistenziali integrativi formata dalle Casse Edili e dalle Scuole Edili. Le Casse Edili sono Enti autonomi che garantiscono alle maestranze iscritte, tramite riscossione dei contributi versati in parte dalle aziende ed in parte dai lavoratori, prestazioni previdenziali e assistenziali aggiuntive a quelle pubbliche: gratifica natalizia, ferie e coperture per le riduzioni dell’orario di lavoro dovute a cause diverse (malattia, infortunio, cassa integrazione per maltempo); svolgono inoltre un ruolo determinante, che la nuova legislazione ha rafforzato con l’introduzione della certificazione di regolarità contributiva, nell’azione di contrasto ad abusi e lavoro nero. Le Scuole Edili garantiscono al Settore la formazione e l’ingresso di nuove risorse, operando anche attraverso esperienze innovative come l’inserimento di lavoratori extra – comunitari, vedi fra tutte l’esperienza della Consortile Rodano; svolgono inoltre un’attività di formazione su sicurezza e prevenzione. CMC è presente negli enti bilaterali di Ravenna in rappresentanza dell’Associazione di categoria. Un rapido cenno, infine, al Regolamento interno disciplinante il rapporto di lavoro che il socio lavoratore istituisce con la cooperativa istituito nel novembre 2001, secondo la previsione della L. n. 142/2001, che disciplina, sotto il profilo normativo ed economico, le tipologie di rapporto di lavoro che pos- 61 Il lavoro sono essere stabilite fra il socio e la Cooperativa. Fra gli elementi salienti del Regolamento è sicuramente da citare quello che ammette, fra socio e Cmc, solo il rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Per quanto concerne le condizioni economiche praticate al personale, un’indagine retributiva condotta nel 2002 ha mostrato, rispetto alle tendenze di mercato, una politica aziendale competitiva e retribuzioni proporzionalmente crescenti al crescere delle responsabilità ricoperte. Annualmente, coordinato dalla Direzione del Personale e con il concorso del Vertice Aziendale e dei Responsabili delle unità organizzative interessate, viene condotto un processo di valutazione professionale che consente di verificare la crescita professionale, le prestazioni ed il potenziale delle risorse della Cooperativa, nonché di definire premi e incentivi che si articolano secondo le seguenti forme: • Passaggio di qualifica, riconosce l’assunzione di maggiori margini di responsabilità e autonomia; • Bonus una tantum, riconosce prestazioni particolari fornite nel corso dell’anno in termini di impegno, capacità e risultati; • Adeguamenti retributivi, riconosce un’espansione del ruolo che non comporta maggiori margini di responsabilità. Il sistema retributivo Tabella 21. Sistema premiante Qualifica Dirigenti Quadri Adeg. Retr. Bonus 4 4 22 4 2002 Totale Adeg. Retr. Bonus 2003 Totale 8 8 12 20 26 24 16 40 Impiegati 36 4 40 39 15 54 Operai 21 9 30 21 9 30 Totale 83 21 104 92 52 % su totale occupati 21,3 Nel 2003, oltre il 28% degli occupati fissi di CMC è stato interessato da adeguamenti retributivi e premi di produttività contro il 21% dell’anno precedente (nella tab. 21, nella colonna “adeguamenti retributivi” sono compresi anche i passaggi di qualifica). Il costante impegno per la qualificazione professionale del personale aziendale è inoltre attestato dall’introduzione di nuovi strumenti di flessibilità retributiva fra i quali l’adozione di un’assistenza sanitaria per i quadri aziendali. In tema di valutazioni professionali, è stato recentemente avviato un confronto con le Rappresentanze dei lavoratori volto a una qualificazione delle procedure e degli strumenti della valutazione. 144 28,6 Il lavoro 62 Tabella 22. Adesione al fondo di previdenza integrativa Qualifica N. Quadri 2001 Contrib. Coop.va N. 2002 Contrib. Coop.va N. 2003 Contrib. Coop.va 43 12.444 42 12.540 43 12.906 Impiegati 109 29.715 111 29.896 113 31.319 Operai 116 28.798 109 26.102 101 25.842 Totale 268 70.957 262 68.538 257 70.067 Nella convinzione che la previdenza integrativa possa contribuire significativamente al miglioramento delle future condizioni economiche e sociali dei lavoratori, Cmc aderisce al fondo Cooperlavoro, costituito dalle Centrali Cooperative e dalle tre Confederazioni sindacati CGIL, CISL e UIL. Al 31.12.2003 risulta iscritto il 51% (fra quadri, impiegati, operai) dei lavoratori della struttura fissa di Cmc; il trend in flessione conferma i limiti normativi dell’istituto, non adeguatamente sostenuto finora con reali incentivi, che lo rendono poco apprezzato soprattutto fra i giovani neo assunti: proprio coloro che invece dovrebbero esserne più interessati stante il progressivo indebolimento del Sistema previdenziale pubblico. Il problema non è risolvibile a livello aziendale, ma è chiara la sua importanza che è auspicabile sia mantenuta al centro del confronto fra le parti sociali e istituzionali. La formazione Nel 2003, sono stati organizzati 14 percorsi formativi frequentati da 16 dirigenti, 33 quadri, 53 impiegati e 14 operai, per un totale di 116 partecipanti. Tabella 23. Percorsi formativi, anni 2001-2003 2001 2002 2003 Ore uomo totali 160 1.922 2.250 risorse umane* 34 120 116 * fra cui sono compresi alcuni consulenti Fra le iniziative, sono sicuramente da citare quelle relative alla qualità, alla gestione del personale e alla formazione sociale con le quali si è data continuità alle analoghe edizioni degli anni precedenti; di sicuro rilievo, inoltre, gli interventi sul Project Management e sul Project Financing, nonché i corsi di aggiornamento sulla legislazione degli Appalti Pubblici rivolti ai giovani. Una trattazione a parte meritano i processi di addestramento in campo e i tirocini formativi. 63 Con l’addestramento in campo vengono fornite, durante l’attività lavorativa, specifiche conoscenze a risorse già assunte, e prevalentemente impegnate in mansioni esecutive, allo scopo di incrementarne le prestazioni; esso si realizza affiancando ai partecipanti un tutor aziendale di consolidata esperienza nel ruolo; nel corso dell’esperienza, che dura circa un anno e mezzo, vengono condotte diverse valutazioni intermedie e al termine viene espresso un giudizio finale. Il tirocinio formativo, invece, è finalizzato all’inserimento in azienda di giovani neo laureati e neo diplomati, e si realizza attraverso un’esperienza di formazione condotta in azienda tesa a favorire una conoscenza diretta del mondo del lavoro; il programma formativo è concordato fra l’azienda e gli Enti di formazione riconosciuti dalla legge che ne garantiscono la corretta gestione tramite il supporto di un loro coordinatore o tutor. Il percorso di apprendimento ha una durata di sei mesi, ed il suo successo è favorito dalla presenza di un tutor aziendale, rappresentato da una risorsa di consolidata esperienza che ha il compito di trasmettere competenze professionali idonee al raggiungimento degli obiettivi formativi e al definitivo inserimento. Nel 2003, Cmc ha realizzato 4 programmi di addestramento e 3 tirocini che si sono positivamente conclusi con l’assunzione presso la Cooperativa. Il lavoro Il lavoro 64 Cooperazione e immigrazione Nel corso del 2003 si sono realizzati i primi effetti di un importante progetto di ricerca, selezione, formazione e inserimento di lavoratori non comunitari nei cantieri di costruzione delle Grandi opere pubbliche in Italia settentrionale, che vede attualmente coinvolte CMC e altre imprese di costruzioni del movimento cooperativo o partecipate da cooperative. Il settore delle costruzioni vive da diversi anni una difficoltà crescente nel reclutamento di manodopera e, in alcuni casi, anche di addetti tecnici di produzione in quanto la crisi che lo ha colpito nella seconda metà degli anni ‘90 ha comportato una generale dispersione delle professionalità tipiche di questo segmento lavorativo, a cui si è aggiunta la sempre minore propensione dei giovani italiani a occuparsi in edilizia, non solo per le mansioni operaie, ma anche per le posizioni intermedie e di vertice della produzione. La ripresa dei lavori – in concomitanza al varo delle c.d. grandi opere – ha reso dunque necessario il reclutamento di lavoratori al di fuori dei confini nazionali. Legacoop e ANCPL hanno infatti stimato un fabbisogno per i cantieri legati alle grandi opere di 600 lavoratori stranieri per il 2004, di 1.000 per il 2005 e di 1.200 nel 2006, dove le figure più richieste sono fondamentalmente costituite da carpentieri, ferraioli, operatori macchine movimento terra, muratori, saldatori, capi squadra e capi cantiere. Da queste premesse, è stato pensato e realizzato da CMC in Rodano scarl5 e successivamente fatto proprio da ANCPL/Legacoop in partnership con la società di fornitura di lavoro temporaneo Obiettivo Lavoro, un progetto per l’assunzione di manodopera straniera. Il progetto, in ottemperanza con i nuovi vincoli posti dalla legge Bossi - Fini (L. 189/02), prevede la realizzazione di attività di formazione professionale già a partire dai Paesi di origine e la garanzia di una serie di condizioni contrattuali. Tabella 24 Rodano consortile: manodopera suddivisa per nazionalità Italiani 262 Romeni 141 Extracomunitari (assunz. Locale) 36 Portoghesi 15 Tedeschi 6 Totale 460 In particolare, la formazione è articolata in tre moduli per un totale di circa 120 ore: il primo modulo di 40-60 ore di orientamento e apprendimento della lingua italiana viene svolto nel paese di origine, il secondo di 40 ore è realizzato all’arrivo in Italia e affronta i temi della sicurezza e le nozioni tecniche di base per le lavorazioni nel cantiere, il terzo, di forma- 5 Rodano Consortile soc. cons. r. l. è la società partecipata da CMC per una quota del 46,4% deputata ai lavori dell’Alta velocità ferro- viaria nella Tratta Milano –Bologna, appalti da T.A.V Spa. 65 Il lavoro zione permanente e ulteriore specializzazione, si sviluppa durante il primo anno di lavoro. Le condizioni contrattuali sono quelle applicate ai lavoratori italiani, come per altro prevede la normativa sull’immigrazione. I lavoratori stranieri alloggiano in cantiere con i colleghi italiani, usufruiscono della stessa mensa, raggiungono la città con i pullman aziendali e possono rientrare nel Paese di origine tre volte all’anno in occasione delle festività. I loro contratti possono essere prorogati o trasformati a tempo indeterminato, rinnovando in tal modo il loro permesso di soggiorno in Italia. Il progetto, unico nel suo genere nel panorama italiano, ha ricevuto il riconoscimento ufficiale del Ministero del Lavoro - Direzione Generale per l’Immigrazione che, attraverso la circolare n. 5/2004, ha riservato in sede di definizione delle quote flussi per il 2004 una quota di 1.600 lavoratori proprio al fine di soddisfare la domanda di assunzione di manodopera da impiegare nelle c.d. Grandi Opere. Ad oggi, nella sola Romania – il Paese in cui si sono ottenuti i maggiori risultati per la presenza di personale specializzato con esperienza maturata in altri paesi esteri, ma sono stati avviati rapporti anche con altri paesi extra UE: Egitto, Tunisia, Argentina - sono stati condotti più di 600 colloqui di selezione e sono stati reclutati 311 lavoratori. Tabella 25. Lavoratori extracomunitari presso cooperative e società cooperative Rodano 146 Coop. Costruzioni di Modena 14 Eurovie (CMB, Coopsette, CESI) 55 GED (CMC) 9 Totale 224 A giugno 2004, gli operai non comunitari inseriti tramite il progetto in imprese cooperative o loro società sono 224. Nel solo Gruppo CMC i lavoratori stranieri inseriti sono 150. Tabella 26. Lavoratori extracomunitari in imprese del gruppo CMC Rodano GED Totale 141 9 150 La partecipazione al governo dell’impresa [Sviluppare la democrazia come base per il governo della società cooperativa e la partecipazione come mezzo di espressione delle capacità e delle aspirazioni d’ognuno] 69 La partecipazione al governo dell’impresa Il sistema normativo interno Il raggiungimento dei complessivi obiettivi di impresa richiede una struttura organizzativa in cui chiari e definiti siano i livelli di responsabilità e i valori della competenza e della professionalità, e dove permanente sia l’impegno dei Gruppi dirigenti a formare chi dovrà sostituirli. Questo è valido non solo sotto il profilo gestionale, ma ancor più sotto quello sociale, perché altrettanto trasparenti e accessibili devono essere i percorsi attraverso i quali, al termine di un processo di identificazione con i valori mutualistici e la missione dell’impresa, e dunque di crescita ad un tempo sociale e manageriale, il socio possa giungere ad occupare anche le maggiori responsabilità di governo della Cooperativa. In Cmc, “la questione” è stata costantemente affrontata con una peculiare produzione di norme interne con cui negli anni si è teso a delimitare, precisandole, le funzioni di indirizzo e controllo degli Organi sociali e le competenze e le responsabilità gestionali della Direzione, in coerenza con le esigenze della competitività e con un paradigma aziendale storicamente fondato sull’incompatibilità fra la carica di Consigliere e le funzioni di Direzione della società. Questa ininterrotta elaborazione ha prodotto lo stato attuale in cui il confronto fra il Consiglio e la Direzione si articola sulla preventiva definizione degli obiettivi e sulla programmata verifica dei risultati, e dove la distinzione fra funzioni implica una suddivisione di competenze fra soggetti interessati, tramite il perseguimento di obiettivi condivisi perché preventivamente concordati, ad ottimizzare i risultati dell’Impresa Coopera- La partecipazione al governo dell’impresa 70 tiva quale fonte di fattori economici e valori sociali fra loro non scindibili. Questo complesso di disposizioni – che definisce inoltre con una certa analiticità il ruolo del socio nell’ambito della compagine societaria e della struttura organizzativa aziendale, e le modalità della sua partecipazione ai processi democratici di governo, nonché di quelle che stabiliscono la nomina e le competenze degli organismi sociali e il loro rapporto con il management – è oggi organizzato in un sistema composto dallo statuto e da 4 regolamenti sociali: il Regolamento interno disciplinante il rapporto di lavoro che il socio lavoratore stabilisce con la cooperativa, il Regolamento sociale disciplinante l’ammissione a socio cooperatore e gli organismi di partecipazione democratica della cooperativa, il Regolamento sociale disciplinante la composizione ed il funzionamento del consiglio di amministrazione, il Regolamento sociale disciplinante le attività previdenziali assistenziali e ricreative a beneficio dei soci. Un impianto articolato che si è precisato nell’attuale configurazione attraverso due tappe basilari: quelle del dicembre 1992 e del novembre 2001 con la quali si sono recepite, rispettivamente, le norme della L. 59/92, e della L. 142/01 sul socio lavoratore di cooperativa. L’organizzazione però non è fissabile in una foto, e l’organigramma è solo un’immagine di un film che scorre svelando il progredire ininterrotto di generazioni e volti nuovi che interpretano forse lo stesso soggetto, ma in modo originale, e secondo le proprie attitudini e lo sviluppo tecnologico e culturale aziendale per mantenere competitiva l’impresa entro scenari politici, sociali ed economici che mutano; e, inevitabilmente, la coerenza nel tempo con uno 71 La partecipazione al governo dell’impresa schema societario diventa una linea che unisce innumerevoli discontinuità. Le trasformazioni di questi anni - l’ingresso dei soci finanziatori, i maggiori impegni nella composizione del capitale di rischio, la legge sul socio lavoratore, la riforma del diritto societario, la crescita dell’impresa e i suoi piani di sviluppo – chiamano già a nuovi confronti, complessi quanto ineludibili, a proseguire questa ininterrotta ricerca. Gli organi sociali e gli organismi della partecipazione Agli organi sociali istituzionali, Consiglio e Assemblea, si affiancano in Cmc alcuni organismi volti a favorire la crescita sociale dei soci e dei dipendenti tramite un loro più diretto coinvolgimento nei processi democratici di governo della cooperativa, e ad assicurare una maggiore informazione sui principali accadimenti aziendali. L’assemblea Compongono l’assemblea di Cmc i soci cooperatori e i soci sovventori; ne fanno inoltre parte, ma senza diritto di voto, i Rappresentanti Comuni dei Possessori delle apc e dei Soci pensionati; i soci pensionati vi possono partecipare come invitati. Come da previsione statutaria, l’assemblea è convocata almeno due volte all’anno per l’approvazione del Bilancio di esercizio (maggio/giugno) e per quello di previsione (febbraio/marzo). Ulteriori convocazioni vengono effettuate a fronte di specifiche esigenze. Figura 16. Indice di partecipazione dei soci cooperatori alle assemblee sociali 0,9 0,7 0,70 0,67 0,6 0,58 0,51 0,47 0,5 0,4 0,79 0,78 0,8 0,54 0,31 0,3 0,35 0,47 0,47 0,46 0,41 0,32 0,32 1998 1999 0,46 0,37 0,37 2000 2001 0,40 0,2 1994 1995 1996 1997 approvazione bilancio/nomina cda approvazione budget La figura 16, che riporta, relativamente ai soli cooperatori, l’indice di partecipazione alle assemblee (rapporto fra i soci presenti e quelli totali, dove 0 rappresenta l’assemblea deserta e 1 quella totalitaria), mostra soddisfacenti livelli di presenza, soprattutto se si considera l’elevata dispersione geo- 2002 2003 La partecipazione al governo dell’impresa 72 grafica delle risorse provocata dall’attività produttiva caratteristica: un limite a cui nei prossimi anni si cercherà di sopperire anche con il ricorso al voto a distanza. La distinzione operata fra le assemblee secondo l’argomento trattato evidenzia, inoltre, come quelle convocate per l’approvazione del bilancio di esercizio abbiano un indice più elevato costantemente posizionato attorno allo 0,5, con punte marcate in concomitanza dell’elezione del consiglio (anni 1994, 1996, 1999 e 2002) che dimostrano come alla nomina di questo fondamentale organo di governo concorra un parte preponderante di soci; questa maggiore affluenza non stupisce, considerato che la convocazione di giugno rappresenta anche un consolidato appuntamento di incontro – ritrovo sociale cui fa da contrappunto la tradizionale “braciolata” organizzata nei locali della sede sociale. Rientrano inoltre fra le materie di competenza dell’assemblea, oltre naturalmente alle modificazioni dello statuto, l’approvazione dei Piani pluriennali, l’emissione degli strumenti finanziari e l’ammissione di nuovi soci; le votazioni avvengono solitamente con voto palese a maggioranza assoluta dei presenti, tranne che per la nomina del consiglio per la quale è obbligatorio il voto segreto; sono richieste maggioranze qualificate per l’approvazione/modifica dei Regolamenti sociali (2/3 dei voti assembleari presenti). D.Lgs. n. 6/2003 – L’assemblea: determinazioni del Consiglio Il decreto introduce ampi margini di discrezionalità anche in merito alle materie di competenza e alle modalità di convocazione, a cui per le cooperative si aggiunge un’autonomia pressoché totale in tema di quorum costitutivi e deliberativi. Al riguardo, il Consiglio ha assunto le seguenti determinazioni che orienteranno le prossime modifiche allo statuto: • Quorum dell’assemblea straordinaria in seconda convocazione: - 1/3 dei voti assembleari per la costituzione, 2/3 dei voti assembleari presenti per la validità delle deliberazioni; - almeno 3/4 dei voti assembleari per la costituzione e la validità della deliberazione relativamente a: scioglimento, modificazione dell’oggetto sociale, trasferimento della sede all’estero della società; - almeno 4/5 dei voti assembleari per la costituzione e la validità della deliberazione relativamente alla trasformazione della società; • pubblicazione della convocazione sulla Gazzetta Ufficiale; • recepimento della norma, ai sensi dell’art.2538 cc, per l’espressione del voto tramite mezzi di comunicazione e/o per corrispondenza; • voto delegato: 1 delega per socio e solo a un altro socio della stessa categoria; non possono ricevere delega gli amministratori; • materie dell’assemblea delegate al Consiglio: l’istituzione e la soppressione di sedi secondarie (all’estero, questo provvedimento è per Cmc un normale atto gestionale in quanto propedeutico alla realizzazione dei 73 La partecipazione al governo dell’impresa lavori acquisiti), del provvedimento si dovrà dare informazione nell’assemblea successiva e sul giornale aziendale; • l’ammissione di nuovi soci è più opportunamente ricollocata in capo al consiglio; • istituzione di un Regolamento dei lavori assembleari ritenuto opportuno in previsione di: possibili ricorsi di aspiranti soci respinti, eventuale necessità di determinare i voti spettanti ai Possessori di strumenti finanziari in ciascuna assemblea, regolamentazione del voto a distanza; • non vi sono le condizioni per l’istituzione delle assemblee separate. Il Consiglio di Amministrazione Il Consiglio di amministrazione di Cmc è composto da 11 membri: 9 nominati dai soci cooperatori, i restanti 2 dai soci sovventori. La sua composizione (tab. 27) riflette le linee di tendenza emerse nel precedente esame della base sociale ed evidenzia inoltre una preponderante presenza, in questa fase, di amministratori inquadrati nelle qualifiche più elevate, dirigenti e quadri, a fronte di un unico impiegato e della totale assenza di operai. Tabella 27. Composizione del consiglio di amministrazione al 31.12.2003 Genere Inquadramento professionale uomini donne dirigenti quadri impiegati operai Settore attività servizi prod.ne esterni (1) Consiglieri cooperatori 8 1 3 5 1 0 4 5 0 Consiglieri sovventori (1) 2 0 2 0 0 0 0 0 2 10 1 5 5 1 0 4 5 2 Totali parziali (1) dirigenti in strutture del Sistema Legacoop Questa situazione, che per certi versi rappresenta uno squilibrio e sotto altri punti di vista un processo di qualificazione coerente con lo sviluppo aziendale, è in ogni caso derivata dalle modalità di nomina dell’Organo di governo della Cooperativa che dal 1994 sono totalmente centrate, senza intermediazioni di sorta, sull’autocandidatura. In base a questo sistema, possono candidarsi alla carica di consigliere tutti i soci iscritti nel libro soci da almeno due anni e che non ricoprono incarichi di direzione (il Direttore Generale e i dirigenti da lui direttamente dipendenti che detengono la responsabilità di una divisione costruzioni o di una direzione di staff) entro la società; la candidatura, inoltre, deve essere sostenuta da almeno 20 soci con la condizione che ogni socio non può sostenere più di 5 candidati. Tutti i soci in possesso dei requisiti richiesti che si candidano formano automaticamente la lista dei candidati sui quali si esprime l’assemblea. Le votazioni si svolgono, per statuto, a scrutinio segreto e ciascun socio può esprimere un numero massimo di preferenze pari alla metà più uno dei consiglieri da eleggere: risultano eletti quelli che hanno ottenu- La partecipazione al governo dell’impresa 74 to il più alto numero di voti. Soci cooperatori e soci sovventori votano separatamente, ciascuno esclusivamente per i candidati della propria categoria. Questa procedura è disciplinata dal Regolamento sociale disciplinante la composizione ed il funzionamento del Consiglio di amministrazione già in precedenza richiamato che, inoltre, regola l’attività del Consiglio, del Presidente e del Vice Presidente definendone gli ambiti di responsabilità e le principali funzioni con particolare riguardo ai rapporti con la Direzione; il medesimo Regolamento stabilisce, infine, che un Consigliere non può ricoprire per più di 3 mandati consecutivi la carica di Presidente né quella di Vice Presidente. Figura 17. Indice di rinnovamento dei componenti il Consiglio 0,8 0,69 0,7 0,6 0,69 0,67 0,55 0,67 0,45 0,5 0,4 0,44 0,3 0,33 0,2 1994 1996 1999 2002 consiglieri cooperatori consiglieri totali L’indice di rinnovamento di fig. 17 - rapporto fra i consiglieri di nuova nomina e quelli totali (consiglieri di nuova nomina più quelli riconfermati), dove 0 indica la presenza di soli consiglieri confermati e 1 il totale rinnovamento - considera i mandati intercorsi dal 1994 (anno del primo consiglio eletto con l’autocandidatura) ad oggi e mostra chiaramente come questo sistema abbia finora assicurato un costante e significativo ricambio. Rafforza questa valutazione il fatto che nessuno dei componenti il consiglio nominato nel 1992 è presente in quello nominato nel 2002; nell’arco di un decennio, dunque, l’Organo di Amministrazione della Cooperativa è stato totalmente rinnovato. È opportuno chiarire, infine, che nella fig. 17, per numero totale dei consiglieri si intende quello comprensivo degli amministratori nominati dai soci sovventori, il primo ingresso dei quali è avvenuto nel 1997 a mandato in corso e non è dunque colto dal tracciato; nel 1994 e 1996 erano pertanto presenti solo i soci cooperatori e per questo il loro numero coincideva con il numero totale dei componenti il Consiglio. D.Lgs. n. 6/2003 – L’Organo di Amministrazione: determinazioni del Consiglio Il decreto introduce significative innovazioni consentendo, per la prima volta in Italia, la possibilità di scegliere fra tre diversi sistemi di amministrazione e controllo. 75 La partecipazione al governo dell’impresa Al riguardo, il Consiglio ha assunto le seguenti determinazioni che orienteranno le prossime modifiche allo statuto: • conferma del sistema tradizionale o latino; • introduzione della facoltà di elevare fino a un terzo dei componenti il Consiglio il numero degli amministratori eleggibili dai soci finanziatori; • recepimento a statuto del limite al numero dei mandati consecutivi imposto dalla nuova normativa che rende superfluo il mantenimento dei precedenti analoghi vincoli contenuti nel Regolamento sociale della Cooperativa; valutazioni complessive fanno propendere per l’azzeramento delle posizioni pregresse, facendo partire per tutte le cariche amministrative il conteggio dei mandati ai fini dei predetti vincoli dalla prossima nomina; • conferma delle procedure di nomina del Consiglio centrate sull’autocandidatura e sull’incompatibilità fra la carica di Amministratore e quelle di Direzione; • non sono state previste innovazioni relativamente all’Organo di controllo; attualmente, tutti i Sindaci, effettivi e supplenti, della Cooperativa sono iscritti all’Albo dei Revisori Contabili. Gli organismi della partecipazione Consiglio dei Delegati Nominato dal Consiglio di Amministrazione, il Consiglio dei delegati è composto da un numero di membri non superiore a 100, rappresentativi delle categorie professionali e dei settori aziendali; ne possono far parte anche dipendenti non soci. I suoi componenti scadono con gli Amministratori. Il Consiglio dei Delegati si riunisce almeno tre volte all’anno per esaminare e discutere Budget, Bilancio di Esercizio e Verifica Semestrale. Commissione Consiliare delle Politiche e delle Comunicazioni Sociali Nominata dal Consiglio conta una decina di membri che scadono con gli Amministratori; ne è responsabile il Vice Presidente del Consiglio, il Presidente e il Direttore Generale sono invitati permanenti. La Commissione supporta l’azione del Consiglio e del Presidente in tema di formazione, informazione e comunicazioni sociali, e nella redazione del Bilancio sociale. In tal senso, risponde direttamente al Consiglio in merito alla corretta applicazione e sviluppo delle norme e degli Istituti contemplati dai Regolamenti sociali disciplinanti l’ammissione a socio e le attività previdenziali e ricreative, nonché delle altre incombenze ad essa specificatamente assegnate dal Consiglio. Nel corso del 2003 e nei primi mesi del 2004 sono stati attivi, con durata e impegni circoscritti al compimento degli obiettivi loro assegnati dal Consiglio, altri due organismi: 77 La partecipazione al governo dell’impresa • Commissione consiliare per la modifica dello statuto e dei regolamenti sociali ai sensi del D.Lgs. n. 6/2003 Ha avuto il compito di predisporre gli indirizzi di politica generale cui orientare le modifiche da apportare allo statuto e ai regolamenti sociali. • Gruppo di lavoro sull’ambiente Ha curato e approfondito le tematiche relative all’ambiente e le iniziative volte a favorire un più organico rapporto con il mondo della scuola. L’informazione e la comunicazione La rendicontazione economica La credibilità e l’affidabilità di un’impresa dipendono, in larga misura, dalla trasparenza e dalla regolarità con cui trasmette ai propri stakeholder informazioni esaustive sul suo andamento economico e gestionale. Per questo, pur non essendone obbligata per legge, Cmc da molti anni redige e presenta all’esterno una relazione semestrale certificata che espone l’andamento gestionale consolidato di Gruppo a metà esercizio. In particolare, essa viene proposta alle Istituzioni finanziarie nel corso di uno specifico incontro; a questi stessi interlocutori, e secondo le medesime modalità, vengono inoltre presentati i budget annuali e i Piani di medio periodo dopo la loro approvazione da parte dell’Assemblea, consentendo dunque una costante verifica sull’attendibilità delle previsioni della Cooperativa e sulla sua capacità di rispettare gli impegni presi. Altrettanto intensa è l’informazione economica e gestionale interna rivolta a soci e dipendenti. Almeno tre volte all’anno, il Consiglio dei Delegati e l’Assemblea dei soci pensionati sono chiamati ad esaminare e discutere il budget e i piani di medio periodo, il bilancio di esercizio e la verifica semestrale; nelle medesime occasioni e con identico ordine del giorno, vengono inoltre convocate le Assemblee sociali in tutti i cantieri ed i posti di lavoro, condotte dagli Amministratori; su questi temi, infine, La betoniera pubblica ampie sintesi della documentazione ufficiale. “La betoniera” La betoniera è da 50 anni il giornale aziendale della Cooperativa, il primo numero è infatti uscito nel marzo del 1954. Un risultato in sé già di tutto rispetto, che Cmc ha deciso di ricordare degnamente non solo in chiave storica, ma soprattutto attraverso una lettura che aiuti a meglio comprendere l’attualità di questo strumento e il suo ruolo nelle politiche sociali e aziendali di informazione e comunicazione. Per questo è stato dato incarico ad alcuni docenti dell’Università di Bologna, esperti in comunicazione, di condurne una valutazione d’insieme anche attraverso l’interpretazione del suo linguaggio e della sua gra- La partecipazione al governo dell’impresa 78 fica. I risultati della ricerca saranno presentati nel prossimo autunno in occasione di una specifica iniziativa celebrativa; in seguito, essi potranno costituire per l’impresa un utile materiale di lavoro. La betoniera esce con cadenza in linea di massima bimestrale e registra una tiratura annua di circa 15.000 copie; è infatti inviata a soci cooperatori e pensionati, dipendenti, strutture del movimento cooperativo, amministrazioni locali, istituti finanziari e opinion leader locali. I temi maggiormente trattati riguardano l’andamento della gestione, lo sviluppo dei lavori, i processi democratici interni, le iniziative di carattere sociale e le problematiche della cooperazione. “La betoniera web” Nel corso del 2003 si è tentato l’avvio, in via sperimentale, di un giornale di natura informatica consultabile, attraverso il sistema di posta elettronica aziendale, dai soci e dipendenti; l’obiettivo era quello di favorire un dialogo più costante e immediato fra le diverse e composite realtà della Cooperativa. Il progetto ha incontrato difficoltà maggiori di quelle previste; non è dunque riuscito a decollare soprattutto perché non si è riusciti a stabilire un adeguato e costante flusso di notizie in entrata in particolare con i cantieri. L’iniziativa, comunque, non è stata abbandonata; si continuerà ad operare per il suo successo, anche perché si è convinti che essa rappresenti una soluzione innovativa e di sicure prospettive. Sito web (www.cmcra.com) Il sito web di Cmc, che nel 2004, nell’ambito della manifestazione “Coopnet 2004” organizzata da Legacoop, è stato premiato tra i migliori siti internet cooperativi, è stato realizzato secondo criteri di chiarezza e semplicità per favorire una navigazione facile e veloce. Esso è composto da pagine istituzionali e da alcune sezioni dedicate alle news e alla rassegna stampa. In particolare, le pagine istituzionali informano sulla storia e la missione dell’impresa e riportano i principali dati economici e gestionali riguardanti le sue diverse attività; alcuni documenti, come i bilanci consolidati e lo stesso bilancio sociale, sono “scaricabili”. Presenti e in corso di implementazione, inoltre, alcuni servizi on line quali l’e – procurement, la ricerca del personale e i beni vendita. In funzione delle attività svolte all’estero, il sito è consultabile sia in italiano che in inglese, presto lo sarà anche in francese. L’impresa, il mercato e l’innovazione [Far crescere l’impresa, la sua capacità di competere, la sua possibilità di espandersi, la sua volontà di innovare e investire. Rendere evidente la produzione di valore per il mercato, per i finanziatori e per le comunità con cui s’interagisce] 81 L’impresa, il mercato e l’innovazione Nonostante il quadro di riferimento nazionale e internazionale continui a registrare, pur con alcuni segnali di ripresa, una difficile situazione congiunturale sotto il profilo economico, geo - politico e sociale, i principali indicatori economici della gestione 2003 di Cmc confermano e rafforzano il trend positivo degli ultimi esercizi. Questi risultati, che testimoniano la buona capacità competitiva dell’impresa in tutti i settori del mercato, e in particolare nel comparto delle grandi opere infrastrutturali, pongono la Cooperativa di fronte ad ambiziosi traguardi di ordine quantitativo e qualitativo, che il Piano 2004-2006 sintetizza e aggiorna. La realtà e il valore dell’impresa Gli obiettivi e i programmi pluriennali di CMC poggiano sul costante rafforzamento dell’impresa registrato negli ultimi esercizi, in termini di crescita dei volumi di attività, di redditività della gestione e di controllo della situazione patrimoniale e finanziaria. Tabella 28. Principali risultati di esercizio Gruppo CMC 2001 Valore della produzione 2002 337,6 2003 341,7 187,9 costruzioni estero 119,2 85,5 96,5 30,5 33,7 41,4 altre attività Risultato operativo Risultato ante imposte Imposte/Risultato di terzi Utile (Perdita) netto Ammortamenti 222,5 410,2 costruzioni Italia 272,3 21,2 22,1 25,5 8,3 9,8 12,6 -4,5 -2,7 -2,6 3,8 7,1 10,0 27,3 22,9 29,1 Cash flow (Risultato netto + ammortamenti) 31,1 30,0 39,1 Patrimonio netto 48,4 51,8 56,1 Portafoglio ordini 1.015,1 estero 172,4 Italia 842,7 Indebitamento bancario netto 916,2 235,6 680,6 -51,8 In particolare il 2003 si caratterizza per: • una significativa crescita del volume della produzione consolidato che, dopo la sostanziale stabilizzazione del triennio 2000-2002, registra un incremento del 20%, portando i 410 milioni di euro a rappresentare il passo intermedio per l’obiettivo tracciato nel triennio 2004-2006, di un volume medio stabile fra i 500 e i 550 milioni di euro; 1.287,0 276,4 1.010,6 -39,4 -56,7 L’impresa, il mercato e l’innovazione 82 • il risultato ante imposte consolidato si attesta a circa 12,6 milioni di euro (+2,8 milioni di euro rispetto al 2002). Tale variazione si riflette anche a livello di utile netto, dove si consuntivano 10,0 milioni di euro con un aumento del 30% rispetto all’esercizio precedente; • la situazione finanziaria del Gruppo, grazie anche a un cash flow di 39,1 milioni in netta ripresa rispetto al biennio precedente, presenta un indebitamento bancario netto di 56,7 milioni di euro, in crescita rispetto all’esercizio precedente, ma ampiamente previsto e di valore contenuto se rapportato al considerevole incremento delle produzioni dovuto all’entrata in piena produzione di alcuni importanti progetti in Italia e all’Estero; in tal modo, l’indebitamento bancario si mantiene stabilmente sotto il 15% del giro d’affari, mentre il rapporto fra indebitamento bancario e patrimonio netto si riconferma attorno all’unità, a riprova del ritrovato equilibrio economico – finanziario della Cooperativa; • l’entità del portafoglio ordini raggiunge un livello senza precedenti, collocandosi attorno ai 1.300 milioni di euro principalmente per effetto dell’acquisizione nel 2003 del 1° maxi lotto della Autostrada Salerno – Reggio Calabria: la prima grande opera in infrastrutture appaltata in Italia con la normativa del General Contractor, la cui acquisizione colloca Cmc nel ristretto numero dei General Contractor nazionali e consolida il suo posizionamento nella fascia alta del mercato, dando credibilità e slancio agli obiettivi di sviluppo del prossimo triennio. I principali obiettivi del Piano 2004-2006 Il Piano triennale 2004-2006, approvato dall’Assemblea dei soci nel febbraio 2004, rappresenta la naturale evoluzione degli obiettivi fissati nell’ambito del precedente Piano 2003-2005; le sue linee guida sono dunque così riassumibili: • concentrazione nel settore delle costruzioni, con particolare enfasi alle grandi infrastrutture, e con l’obiettivo di realizzare nel triennio volumi globali a livello di gruppo di 500-550 milioni di euro; • volontà di operare come General Contractor, posizionando stabilmente Cmc fra le prime cinque imprese italiane del Settore; • applicazione di politiche commerciali mirate all’acquisizione di commesse in grado di offrire margini di remunerazione soddisfacenti, di essere tecnologicamente compatibili con le specializzazioni del Gruppo, e di entità tale da mantenere la consistenza media del portafoglio lavori a circa 1 miliardo di euro; • rilancio dell’attività all’Estero, posizionando i volumi medi annui sui 150 milioni di euro e consolidamento di quella italiana con l’acquisizione in ogni triennio di almeno una commessa rientrante nella tipologia delle “Grandi Opere”; • contenimento delle spese generali attorno agli attuali livelli percentuali 83 L’impresa, il mercato e l’innovazione pari a circa il 3% del giro di affari; • controllo e ottimizzazione dell’indebitamento, compatibilmente con gli obiettivi di sviluppo fissati; • continuo miglioramento qualitativo e rinnovamento delle risorse umane per rafforzare la struttura operativa/gestionale della Cooperativa in maniera coerente con l’andamento quantitativo e qualitativo della produzione. I clienti e i mercati di riferimento La massima valorizzazione delle risorse umane favorita dalla sua natura cooperativistica, le specializzazioni ed i requisiti di qualità posseduti, hanno consentito a CMC di incrementare la sua capacità di realizzare opere tecnologicamente complesse. I mercati di interesse della Cooperativa sono l’Estero e in Italia quelli delle Grandi Opere, dei lavori tradizionali pubblici e privati e dei Lavori Ferroviari Alta Velocità. L’esperienza acquisita nella realizzazione di grandi interventi in infrastrutture consente alla Cooperativa di proporsi come uno dei principali attori sul mercato delle Grandi Opere, riservate alle nuove norme del General Contractor. L’esperienza maturata all’Estero, dove questa figura è da tempo più diffusa, e nei lavori in associazione con altre imprese dell’Alta Velocità ferroviaria (Bologna – Firenze, Milano – Bologna) consentono a Cmc di porsi nel limitato gruppo dei grandi costruttori nazionali che si distinguono per la capacità di coordinare e gestire la progettazione e la realizzazione dei grandi interventi in infrastrutture del Paese. Dopo l’aggiudicazione del primo dei maxi – lotti dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria, CMC intende proseguire l’impegno in progetti di questo tipo, pur continuando a mantenere un giusto equilibrio fra lavori acquisiti in posizione di leader e altre iniziative partecipate con quote minoritarie. Tabella 29. Valore della produzione in attività di costruzioni Gruppo CMC distinta per specializzazioni Specializzazioni Estero Edilizia 2002 Italia Totale V.A. Estero 2003 Italia % Totale V.A. % 7.100 61.700 68.800 22,3 16.100 55.600 71.700 19,4 Opere idrauliche e irrigue 25.900 0 25.900 8,4 21.700 0 21.700 5,9 Trasporti 52.500 142.300 194.800 63,2 48.200 206.400 254.600 69,0 Ecologia e Ambiente 0 5.700 5.700 1,9 4.900 1.500 6.400 1,7 Opere Portuali e Marittime 0 12.800 12.800 4,2 0 8.800 8.800 2,4 Altro (attività collaterali) 0 0 0 0,0 5.600 0 5.600 1,5 85.500 222.500 308.000 100,0 96.500 272.300 368.800 100,0 Totale L’impresa, il mercato e l’innovazione 84 Tabella 30. Valore della produzione in attività di costruzioni Gruppo CMC distinta per natura di appalto Appalti Estero Pubblici 2002 Italia Totale V.A. Estero 2003 Italia % 44.100 85.300 129.400 42,0 Alta Velocità 0 82.300 82.300 26,7 Contraente Generale 0 0 0 0,0 Clienti Esteri in Italia (1) 0 20.600 20.600 6,7 53.300 Totale V.A. % 50.800 104.100 28,2 127.800 127.800 34,7 0 0,0 29.000 29.000 7,9 Clienti Privati 41.400 34.300 75.700 24,6 43.200 64.700 107.900 29,3 Totale 85.500 222.500 308.000 100,0 96.500 272.300 368.800 100,0 (1) Cantiere di Sigonella appaltato dalla Marina USA Il mercato italiano dei lavori pubblici, tuttora penalizzato dalla pratica dei ribassi eccessivi e da un processo di adeguamento del contesto normativo non ancora ultimato, continua a rimanere fra le scelte strategiche della Cooperativa, con particolare riguardo ai grandi interventi infrastrutturali. In attesa di una normalizzazione del mercato, l’azione commerciale di CMC è quella di concorrere solo in presenza di condizioni economico finanziarie equilibrate e compatibili con gli obiettivi aziendali. 85 L’impresa, il mercato e l’innovazione Naturale punto di approdo dell’azione commerciale della società si riconferma il mercato dei clienti privati, specie nello sviluppo di Centri Commerciali in cui CMC vanta una storia di successo nella realizzazione di interventi “chiavi in mano”. Ad oggi, tale settore rappresenta un comparto dotato delle risorse necessarie per affrontare, a condizioni economicamente remunerative, lavori complessi incluse anche possibili operazioni di project financing. Tra i principali obiettivi della società rientra, inoltre, il rafforzamento della presenza in ambito locale attraverso la partecipazione alle Grandi Opere da realizzare nell’Area Romagna, non solo concorrendo alle gare per gli appalti di costruzione, ma anche promuovendone, in accordo con altri attori imprenditoriali, la realizzazione e partecipando eventualmente alla loro gestione. In quest’ottica, va ricordata la “Intesa Generale Quadro” sulle Grandi Opere viarie dell’Emilia Romagna, firmata il 19 dicembre del 2003 dai Presidenti della Regione e del Consiglio dei Ministri. Questo documento programmatico, che include rilevanti investimenti per lo snodo intermodale del Porto di Ravenna, prevede interventi complessivi a livello regionale in linee ferroviarie, metropolitane e autostrade, ideali punti di approdo per Cmc sia per capacità esecutiva che per radicamento sociale sul territorio. Accanto all’importante crescita dell’attività in Italia, Cmc intende operare per il consolidamento delle attività all’Estero, che contribuiscono in media con circa il 30% al raggiungimento del giro di affari annuo delle complessive attività di costruzioni. Le politiche commerciali di Cmc sono orientate, ormai da diversi anni, al consolidamento delle posizioni acquisite nelle aree geografiche di storico radicamento e alla realizzazione di opere capaci, per tipologia, di valorizzare il know how tecnologico accumulato, e le capacità organizzative e di alleanza con grandi imprese italiane e straniere acquisite nel tempo. Ad oggi, Cmc mantiene la propria presenza in Mozambico e nei Paesi limitrofi dove realizza un fatturato annuo di circa 50 milioni di euro nei settori stradali, idraulici ed edili. È inoltre impegnata nell’esecuzione di gallerie in Cina e Malesia, nella costruzione di un Hotel a cinque stelle in Sudan e di una diga in Algeria. I fornitori Il rapporto con i fornitori e la funzione acquisti sono strategici in qualsiasi impresa. In Cmc, la selezione e valutazione dei fornitori avvengono attraverso metodi di tipo indiretto (basati su titoli posseduti e appartenenza a Albi imprenditoriali) o diretto (visite ispettive, ordini di prova); una valutazione positiva, anche se con riserva, porta all’inserimento nell’Albo aziendale dei Fornitori utilizzabili. Con cadenza trimestrale, i fornitori utilizzati vengono sottoposti a moni- L’impresa, il mercato e l’innovazione 86 toraggio da parte del Servizio Approvvigionamenti che provvede alla rielaborazione informatica delle schede di giudizio emesse dai direttori tecnici di cantiere sulle forniture prestazioni che li hanno riguardati, pervenendo a valutazioni di sintesi (Rapporti di sorveglianza) che possono presentare esito “approvato, approvato con riserva, non approvato”. Tabella 31. Fornitori: esiti rapporti di sorveglianza, anni 2002-2003 2002 2003 % Rapporti di sorveglianza N. 100,0 % 1.542 N. 100 1.380 approvati 58,56 903 70,00 966 approvati con riserva 40,66 627 29,57 408 0,78 12 0,43 6 non approvati Nel 2003, il 70% dei 1.380 rapporti elaborati ha presentato esito “approvato”: il dato migliora sensibilmente l’analogo risultato del 2002, quando i rapporti con esito “approvato” erano stati pari al 58,56%, e parrebbe confermare la validità delle procedure adottate e la crescente efficienza del servizio. Nel 2003, sono stati utilizzati 866 fornitori (dato depurato dei rapporti tra le società del gruppo); ai primi 63, circa il 7,27%, del totale, è stato affidato l’80% circa dell’importo totale degli ordini e/o dei contratti emessi, a conferma di una politica degli approvvigionamenti decisamente orientata al perseguimento e al consolidamento dei rapporti di partnership. L’importo generale annuo dell’ordinato ha registrato nell’ultimo triennio un andamento in linea di massima coerente con il trend di crescita della Cooperativa. Figura 18. Fornitori: ammontare dell’ordinato, anni 2001-2003 300 250 200 150 256,8 237,4 191,1 237 206,9 182,8 100 50 8,3 30,5 19,8 2002 2003 0 2001 Italia totale estero valori in milioni di euro, non depurati dei giri contabili interni Nel 2003, l’importo complessivo degli ordini è ammontato a 256,76 milioni di euro, di questi circa il 92% ha riguardato le attività realizzate in Italia. 87 L’impresa, il mercato e l’innovazione Innovazione e sviluppo L’impegno verso l’innovazione per incrementare la capacità di creare o ridisegnare i prodotti, introdurre nuovi processi, sviluppare nuove tecniche e inserire nuove forme di gestione a vantaggio dell’efficienza organizzativa e operativa, sta diventando l’elemento discriminante nel decretare il successo di un’impresa, di un sistema di imprese, addirittura dell’intero sistema paese. All’interno di un’economia globalizzata, la ricerca, la sperimentazione, la formazione di base e quella continua sono fattori sempre più decisivi per far crescere il valore e la qualità di un’azienda e con essa la sua capacità innovativa. CMC ha acquisito negli anni diverse competenze e specializzazioni che oggi costituiscono fattori basilari della sua competitività sul mercato: in particolare l’attività di escavazione e di lavori in sotterraneo rappresentano un punto di forza della società, attraverso la specializzazione nell’utilizzo di macchine escavatrici ad alto contenuto tecnologico (Tunnel Boring Machine). In un settore come quello delle costruzioni ad alta maturità dal punto di vista tecnologico – produttivo, la vera sfida per le imprese sembra essere rappresentata dall’innovazione organizzativa, manageriale, finanziaria, L’impresa, il mercato e l’innovazione 88 per far fronte ad un mercato nazionale che, terminata la recessione del decennio scorso, si sta avviando - sulla spinta dei recenti interventi normativi e di rilancio dei grandi interventi in infrastrutture – verso un cambiamento strutturale. La cosiddetta Legge Obiettivo (L. n. 443/2001) ha introdotto per la prima volta in Italia la figura del General Contractor, come ulteriore modalità di appalto e realizzazione di opere pubbliche di rilevanti dimensioni. Contemporaneamente sono state apportate importanti modiche alla cd. Legge Merloni (n. 109/1994), che continua ad essere il riferimento per le opere non comprese nella Legge Obiettivo. Tali novità normative, inserite all’interno di un programma ambizioso di investimenti, rappresentano una svolta epocale per un settore appena uscito dalla peggiore crisi del dopoguerra. Al Direttore Generale di Cmc, Vittorio Morigi, è stato chiesto di commentare tali recenti modificazioni, di illustrarne le prospettive e gli sviluppi, con particolare riguardo alle configurazioni e agli adattamenti a cui la Cooperativa è chiamata, nel breve – medio periodo, per dar corpo agli obiettivi e piani che si è posta. Che valutazione si può dare all’attuale situazione del mercato nazionale delle costruzioni? Si intravedono segnali di ripresa, si è realmente di fronte ad un’auspicata svolta epocale? Direi che esistono segnali di promettente cambiamento, ma che vanno osservati con molta attenzione. Sulla spinta della Legge Obiettivo, si assiste ad un incremento della domanda di grandi infrastrutture. Secondo Il Sole 24, l’incidenza delle grandi opere sul totale delle gare rilasciate cresce infatti nel 2002 dal 12,7% al 40% circa del totale degli appalti. Il portafoglio delle grandi imprese, con cui CMC si confronta, si è immediatamente elevato, e i ribassi si sono ridotti al di sotto del 15% contro il 2530% della maggioranza delle gare pubbliche degli ultimi anni. Nonostante ciò, la redditività delle prime grandi aziende del settore, pur migliorando, rimane bassa, al di sotto del 3% del giro di affari. Alcuni segnali di insoddisfazione del mondo imprenditoriale nella valutazione fra rischi e remunerazione di lavori di tale complessità sono infatti emersi, tanto che importanti appalti per importi superiori ai 400 milioni di euro sono andati deserti. Assistiamo quindi – incalzati dal cambiamento delle regole del gioco – ad un progressivo risveglio, ma esistono ancora due aspetti irrisolti che hanno caratterizzato il mercato degli ultimi tempi. In primo luogo la burocratizzazione che, nonostante i miglioramenti, comporta ancora mediamente un anno di tempo fra l’approvazione del progetto e la pubblicazione del bando di gara, e altri dieci – dodici mesi per l’avvio dei lavori. Si tratta di ritardi che rappresentano un costo per le imprese e per la collettività. Altro nodo tuttora da sciogliere riguarda il finanziamento delle grandi opere che, di fronte ad una ineludibile carenza finanziaria del- 89 L’impresa, il mercato e l’innovazione lo Stato, finisce per gravare sulle imprese. Per fare un esempio, mentre un tempo le imprese usufruivano di un anticipo contrattuale per l’avvio dei lavori, oggi sono chiamate a finanziare o prefinanziare l’opera con forme di pagamento differito alla consegna. Le aziende, anche se in salute, non dispongono di tali risorse finanziarie, se non facendo ricorso al sistema bancario, che a sua volta però non sembra nelle condizioni di poter rispondere adeguatamente a queste sollecitazioni. Il ruolo delle istituzioni creditizie e assicurative diventa quindi cruciale, pena il rischio di frenare lo sviluppo di importanti progetti. Il 2003 sembra aver sancito anche per CMC il decollo della figura del General Contractor. In termini generali, quali cambiamenti ha significato l’introduzione di tale istituto nell’ordinamento italiano? In realtà CMC ha acquisito esperienze di GC già all’Estero e nei lavori legati all’Alta Velocità ferroviaria a partire dal ‘92-’95: un bagaglio di esperienze, qualifiche tecniche e capacità esecutive che si è andato consolidando nel tempo. In termini concettuali, il General Contractor è un’entità che si fa carico di acquisire un lavoro pubblico di notevole dimensione, impegnando la propria struttura nella progettazione e realizzazione dell’opera ed eventualmente nel mantenimento della stessa per un certo periodo di tempo. Il finanziamento o prefinanziamento dell’opera può esserci, ma in funzione della situazione del contraente generale. Il General Contractor è in pratica colui che assume su di sé le funzioni di progettista, costruttore ed in L’impresa, il mercato e l’innovazione 90 parte eventualmente di finanziatore dell’opera, assumendosi il rischio e la responsabilità di fornire un “pacchetto finito” a prezzi, termini di consegna e qualità predeterminati contrattualmente. Ciò significa garantire un’opera a costi e tempi certi, laddove la complessità e le dimensioni dell’intervento suggeriscono il ricorso ad unico soggetto responsabile. L’aspetto da marcare è proprio la responsabilità complessiva dell’opera, il suo coordinamento, in quanto il GC non implica necessariamente l’esecuzione diretta dei lavori: CMC – ad esempio – ha scelto di appaltare nelle commesse acquisite come GC la maggioranza dei lavori e di eseguire direttamente le parti più complesse che, proprio per ragioni di garanzie e di rispetto dei tempi, ha ritenuto più idoneo mantenere all’interno. In tutto questo, come si pone il rapporto con l’Amministrazione Pubblica appaltante? Il CG è un concetto completamento diverso dall’appalto, non solo rispetto a quello di sola esecuzione, ma anche a quello integrato progettazione - esecuzione, in quanto il GC – in virtù della sua responsabilità unica e primaria – assume su di sé anche una serie di attività collaterali o di direzione complessiva, un tempo riservate alla Pubblica Amministrazione. Lo Stato, in pratica, pone in essere dei vincoli sul risultato finale in termini di prezzo e tempi, dando massima libertà al GC nella progettazione, realizzazione dell’opera, ivi compresi l’espletamento di alcuni atti necessari alla realizzazione del lavoro: ad esempio gli espropri, le conferenze dei servizi con EE.LL. per ottenere le relative autorizzazioni. La stessa Direzione lavori, che dal 1895 faceva capo alla PA, è affidata al GC, perché sua è la responsabilità dell’opera, il quale può appaltare a sua volta i lavori seguendo regole di evidenza pubblica, o comunque informando preventivamente il committente dell’appalto e del relativo importo. L’Amministrazione continua comunque ad approvare i progetti, e a sovrintendere e difendere i vincoli di natura ambientale e paesaggistica. Affidando ad un unico soggetto progettazione, esecuzione, finanziamento dell’opera, ed eventualmente anche la gestione per un certo periodo di tempo della stessa, non si corre forse il rischio di incorrere in sistemi e procedure poco trasparenti, senza individuazione chiara delle responsabilità? Le imprese sono chiamate a un cambiamento profondo della propria mentalità, da qui l’innovazione professionale e manageriale, perché devono adeguarsi ad un tipo di lavoro che è una connessione fra attività un tempo riservate alla PA e attività di tipo economico – finanziarie tipiche dell’impresa. Valga a esempio il “Protocollo di Intesa” che Cmc ha siglato con ANAS e Prefettura di Salerno per rafforzare l’attività di prevenzione dalle infiltrazioni della criminalità durante l’esecuzione dei lavori del primo maxilotto dell’autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria. L’iniziativa, la prima di questo genere in Italia, è stata particolarmente apprezzata e indicata come 91 L’impresa, il mercato e l’innovazione emblematica dal Presidente dell’ANAS e dal Ministro Lunardi. Tutto questo dovrebbe portare diversi benefici. I lavori stessi dovrebbero avere un corso diverso. Vincolando, ad esempio, un 30% del finanziamento dell’opera alla sua effettiva consegna a collaudo ottenuto, l’impresa ha tutto l’interesse a far rispettare al massimo i tempi della programmazione e delle esecuzioni, nel medesimo tempo la PA si deve impegnare a garantire le condizioni che permettano il rispetto dei tempi. In questo modo le responsabilità delle parti, che prima erano più offuscate, incominciano ad essere evidenziate. Il CG implica attenzione soprattutto alla progettazione e programmazione dei lavori, perché è da questo che deriva il risultato economico. L’ottimizzazione del progetto nel suo insieme porta ad un risultato positivo per il CG, in termini di margini e redditività, ma anche per l’Amministrazione in termini di efficienza, efficacia, rispetto dei tempi. Al contraente generale sono affidate quindi grandi responsabilità (obbligazione di risultato) a fronte di grandi libertà organizzative e procedurali. Quali abilità devono quindi manifestare le imprese che vogliano giocare un ruolo di primo piano nel ristretto novero dei General Contractor? In estrema sintesi, la concessione degli appalti in GC si basa su cinque elementi fondamentali, rispetto ai quali vengono valutate le proposte al fine della formulazione del punteggio di gara. Questi elementi sono il progetto, il prezzo, i tempi ovvero il programma, la manutentabilità dell’opera e infine la quantità del finanziamento anticipata dal GC (ad es. 10-20-30% del valore complessivo dell’opera). Ognuno di questi tasselli – che fanno vincere o meno la gara – devono diventare altrettante nuove specializzazioni per l’impresa e nuovo knowhow aziendale: tutte le funzioni aziendali dall’ufficio acquisti, alla progettazione, dallo sviluppo lavori, alla gestione finanziaria, devono concorrere sinergicamente al risultato finale. Ciò che l’impresa deve implementare è un’altissima capacità gestionale – manageriale, proprio perché molte attività non è detto che il GC le debba fare direttamente. Oltre che nel saper progettare o saper realizzare, l’impresa GC – e quindi i suoi lavoratori a tutti i livelli – devono maturare competenze nel “saper far fare e coordinare”. Per fare un esempio per tutti: non è detto che io come impresa debba saper progettare direttamente un ponte in carpenteria metallica, o il dimensionamento di una galleria, ma devo aver al mio interno dei progettisti che sappiano gestire e coordinare progetti altrui nell’ambito di un progetto generale, di un programma e di un budget economico. Rispetto a questo percorso, come si sta attrezzando allora CMC? Indubbiamente quella delle grandi opere è l’area di intervento di maggior interesse in cui CMC cercherà nel prossimo triennio di collocarsi, sviluppando adeguate politiche di alleanza con altre imprese italiane e straniere, nonché nell’ambito del movimento cooperativo. In attesa che il Decre- L’impresa, il mercato e l’innovazione 92 to legge sulla qualificazione dei General Contractor diventi legge, le nostre qualifiche ci permettono oggi di proporci come GC per progetti fino a 700 milioni di euro, valore coerente con le nostre potenzialità esecutive, i nostri obiettivi e la struttura dei rischi entro i quali riteniamo di operare. La strategia primaria in questo scenario rimane quella di ridurre il numero di commesse, allungandone l’orizzonte temporale, in modo da ottimizzare la struttura organizzativa dell’azienda in termini di impiego delle risorse e di assorbimento dei costi. In tutto questo, CMC si sta avviando verso un cambiamento o meglio un’evoluzione delle professionalità nei diversi settori aziendali (progettazione, esecuzione lavori, acquisti, gestione finanziaria, ecc.) e verso un’eventuale specializzazione in attività di supporto alla produzione un tempo riservate alla PA ( vedi l’attivazione delle Conferenze di servizio o la gestione degli espropri). Cresce dunque l’importanza del lavoro di team, delle sinergie fra le diverse funzioni aziendali, anche alla luce in prospettiva della maggior incidenza della componente finanziaria. Ci deve essere una buona unità centralizzata aziendale che conosce tutti questi settori e quelli di corredo per riuscire nella delicata attività manageriale. Lo sviluppo all’interno o la ricerca sul mercato di tali professionalità è quindi un aspetto prioritario. Per questo CMC si pone l’obiettivo di acquisire altri lavori secondo questi canoni, ma in un’ottica di sviluppo graduale, in coerenza con la crescita dei propri soci e dipendenti. Qualità, ambiente, sicurezza [Dimostrare la consapevolezza e la responsabilità di costruttori che hanno a cuore la sicurezza dell’ambiente fisico e sociale] 95 Qualità, ambiente, sicurezza Il sistema integrato della qualità L’11 luglio 2003 Cmc ha rinnovato la Certificazione di Qualità, già ottenuta nel luglio 2000, in conformità ai cambiamenti introdotti dalla nuova edizione della Norma UNI EN ISO 9001:2000. Il rinnovo della certificazione ha consentito anche il rinnovo dell’attestazione SOA di qualificazione all’esecuzione dei lavori pubblici. L’adeguamento del Sistema Qualità della Cooperativa ai dettami dell’edizione 2000 della Norma ha richiesto numerosi adempimenti quali l’emissione di un nuovo “Manuale della Qualità” e della Tabella degli Indicato- Qualità, ambiente, sicurezza 96 ri e della revisione dei documenti di sistema; la realizzazione della “mappa” dei processi aziendali per ognuno dei quali sono stati precisati alcuni indicatori di qualità per monitorarne l’efficienza e l’efficacia; la definizione, infine, degli obiettivi di miglioramento di ogni singolo processo il cui raggiungimento sarà valutato in sede di riesame annuale del Sistema di Gestione per la Qualità. In quest’ambito, si colloca l’obiettivo organizzativo di integrare il Sistema Qualità Aziendale con quello della Sicurezza e dell’Ambiente per qualificare ulteriormente l’impresa sui più importanti aspetti che attengono alla tutela della salute dei soci e dei dipendenti, alla difesa dell’ambiente nel quale l’impresa svolge la propria attività e, infine, alla produzione di opere realizzate con metodologie testate e verificate dal Sistema di Qualità Aziendale. Una qualificazione che potrà costituire un fattore critico di successo, quanto più il mercato, superando i limiti odierni di una competitività ancora per lo più orientata al prezzo, saprà realmente premiare chi propone i progetti più rispettosi della tutela della salute e dell’ambiente e dunque in grado di esprimere maggiori valori sociali. La metodologia di approccio dei tre sistemi è, peraltro, simile e si sviluppa attraverso l’emissione di procedure aziendali che vengono costantemente verificate per ottenere un’attività finalizzata al continuo miglioramento. L’obiettivo di ottenere Piani di Qualità in ogni singolo cantiere che integrino in modo omogeneo le problematiche riferite all’Ambiente e alla Sicurezza, consente di indirizzare gli impegni in un’unica direzione e di ottemperare non solo alle vigenti normative in materia, ma anche e soprattutto di utilizzare una metodologia di lavoro efficiente su questioni delicate e rilevanti come quelle inerenti alla tutela della persona. Nel corso del 2003 è stato introdotto nel sistema di Gestione per la Qualità Aziendale il Customer Satisfaction Survey (Soddisfazione del Cliente) attraverso la predisposizione di un questionario che, inviato a Clienti Pubblici e Privati, ha consentito di confrontare la qualità percepita da ogni singolo Cliente rispetto a quella attesa. L’elaborazione dei risultati, relativi a 20 Commesse e 11 Clienti, ha dimostrato che il livello della qualità percepita risulta essere mediamente alto, superiore spesso alle aspettative. Come negli anni precedenti, Cmc ha effettuato una serie di Verifiche Ispettive interne: 10 presso le Funzioni di Sede e 14 presso le commesse (italiane ed estere), allo scopo di verificare l’applicazione e l’implementazione del proprio Sistema di gestione per la Qualità e individuare aree di miglioramento. 97 Qualità, ambiente, sicurezza Tabella 32. Anno 2003: verifiche ispettive condotte e subite Verifiche ispettive N. verifiche Interne 24 Funzioni di sede 10 Commesse 14 Condotte presso altre organizzazioni Unità di progettazione 2 2 Subite, condotte dall'Ente di certificazione 2 Subite, condotte da altre organizzazioni Committente commessa Malesia Totale verifiche ispettive Ha visitato, inoltre, 2 Unità di Progettazione per verificare la loro idoneità ad entrare a far parte dell’Albo Fornitori aziendali qualificati. Tutte le verifiche ispettive sono state effettuate da personale addestrato e formato per questa specifica attività (auditors interni). Cmc, a sua volta, ha subito 2 Verifiche Ispettive da parte dell’Ente di certificazione che hanno avuto esito positivo ed ha, infine, subito e superato positivamente una Verifica Ispettiva da parte del Cliente nella Commessa in Malesia. In tal modo, la Cooperativa ha dimostrato all’Ente di Certificazione l’efficacia del proprio Sistema di gestione per la Qualità, la capacità di individuare e migliorare i punti critici dei propri processi e di sapere realizzare opere conformi alle richieste dei Clienti ed ai requisiti cogenti applicabili. 1 1 29 Qualità, ambiente, sicurezza 98 La sicurezza dei lavoratori Nel 2003, Cmc ha proseguito l’opera volta al continuo miglioramento dei processi organizzativi finalizzati al raggiungimento di standard di sicurezza ottimali considerato il settore in cui si trova ad operare. Attenzione è stata assicurata, oltre che all’azione di predisposizione di procedure operative per i cantieri (Piani Operativi di sicurezza e PSC), anche e soprattutto ai principali fattori che possono influire sulla sensibilizzazione di tutte le risorse verso i temi della sicurezza e sull’acquisizione di idonee capacità di affrontare il lavoro in sicurezza . In tal senso, si è data continuità alla pubblicazione di articoli sul giornale aziendale e si è proseguita l’attività di formazione attraverso interventi esterni ed interni. Tabella 33. Formazione in materia di sicurezza, anni 2001-2003 Tipo di corso D. Lgs. 626/94 - operai durata in ore n. part. 8 8 2001 n. ore n. part. 64 26 2002 n. ore n. part. 208 9 2003 n. ore 72 D. Lgs. 626/94 - impiegati 4 4 16 122 488 12 48 Lotta antincendio 8 17 136 16 128 11 88 Addetto amianto 30 0 0 3 90 0 0 Dirigente amianto 50 0 0 0 0 1 50 Preposto locali 16 2 32 0 0 12 192 Primo soccorso 12 3 36 1 12 4 48 8 0 0 0 0 5 40 32 0 0 0 0 0 0 Primo soccorso RLS 494 Altro Preposto comandati Totale 120 0 0 0 0 1 120 4(120) 1 4 0 0 0 0 20 0 0 0 0 9 180 35 288 168 926 64 838 Particolare importanza ha assunto la formazione interna con la quale sono stati coinvolti sia i nuovi assunti per la formazione di legge ad essa destinata, sia anche nuove figure in organico per nuove mansioni o per nuovi incarichi. 99 Qualità, ambiente, sicurezza Figura 19. Formazione in materia di sicurezza: risorse umane coinvolte 168 180 160 140 120 100 80 60 40 46 35 20 0 2001 2002 2003 Con la formazione effettuata nel 2003 è stato raggiunto un grado di copertura pressoché pari al 100% dell’obbligo formativo di legge per l’organico presente a fine 2003. L’evidente diminuzione del numero di partecipanti rispetto al 2002 è appunto dovuto alle diminuite necessità formative residue dal 2002. Figura 20. Formazione in materia di sicurezza: ore totali 1000 926 838 900 800 700 600 500 400 300 288 200 2001 2002 Nonostante questo, l’accadimento infortunistico, non sempre direttamente rispondente a quanto messo in campo, ha registrato un andamento che, seppur ottimale se confrontato con gli indici del settore, non manca di evidenziare qualche contraddizione. 2003 Qualità, ambiente, sicurezza 100 Tabella 34. Personale operaio Cmc: dati riepilogativi su infortuni Anno ore lavorate Numero infortuni perse fino a 3 gg oltre 3 gg totale IG IF 2001 385.236 8.172 5 51 56 2,12 145 2002 378.183 66.296 4 2003 391.567 6.908 8 30 34 17,53 90 46 54 1,76 138 media triennio 384.995 27.125 6 42 48 7,04 124 Indice di Gravità IG = (ore perse/ore lavorate x 100) Indice di Frequenza IF = (n. infortuni/ore lavorate x 1.000.000) Infatti, l’indice di gravità registra un significativo miglioramento non solo se confrontato con il dato del 2002, anomalo purtroppo a causa di un infortunio mortale, ma anche con quello dell’anno precedente in cui non si erano verificati eventi di una tale gravità. Figura 21. Indice di gravità infortuni personale operaio Cmc 20 17,53 18 16 14 12 1 8 7,04 7,04 7,04 5 4 2,12 2 1,76 0 2001 2002 2003 I.G. I.G. medio nel triennio L’indice di frequenza, invece, registra valori non altrettanto migliorativi se non rispetto al 2001. 101 Qualità, ambiente, sicurezza Figura 22. Indice di frequenza infortuni personale operaio CMC 150 145 138 140 130 124 124 124 120 100 90 90 80 2001 2003 2002 I.F. I.F. medio nel triennio L’impegno per l’ambiente Nel corso del 2003 il Consiglio ha istituito un apposito Gruppo di lavoro, con l’incarico di approfondire le tematiche ambientali connesse all’attività della cooperativa, in linea con la strategia intrapresa volta alla realizzazione di un sistema integrato della qualità. È importante sottolineare che le attività di Cmc riguardano, in misura preponderante, la realizzazione di opere progettate da terzi, e che l’attività di costruzione avviene nel rispetto degli standard e delle normative vigenti in materia di tutela ambientale e paesaggistica; tra le principali, si ricordano: il DPR n.203/1988, “Attuazione di direttive europee concernenti norme in materia di qualità dell’aria”; il D.Lgs. n.22/1977, “Attuazione delle direttive europee in tema di rifiuti, rifiuti pericolosi e imballaggi”; il DPCM del 01.03.1991, “Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”; e il D.Lgs. n.152/1999, “ Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento”. Smaltimento rifiuti speciali Il corretto smaltimento su tutto il territorio nazionale dei rifiuti speciali è un’operazione particolarmente importante e delicata. Qualità, ambiente, sicurezza 102 Figura 23. Smaltimento rifiuti nel biennio 2002-2003: distribuzione percentuale per area 63% sede fuori sede 37% Le procedure aziendali ne consentono una gestione efficace attraverso il coinvolgimento delle unità produttive coordinate dal Servizio Protezione e Prevenzione di Sede. I grafici che seguono forniscono una rapida sintesi di questa attività. Figura 24. Smaltimento rifiuti nel biennio 2002-2003: quantità in tonnellate 27.903 817 rifiuti da costruzione e demolizione altri rifiuti In primo luogo, sotto il profilo quantitativo e della suddivisione tipologica, vengono distinti i rifiuti da costruzione e demolizione, che rappresentano il 97% del totale pari a 28.720 tonnellate, da tutti gli altri. Figura 25. Smaltimento rifiuti nel biennio 2002-2003: distribuzione rifiuti speciali 0% 14% 7% 1% 1% rifiuti legno oli esauriti imballaggi rifiuti non specificati rifiuti urbani rifiuti contenimento amianto 77% Infine, si rappresentano la natura e l’incidenza percentuale delle diverse categorie che compongono i rifiuti speciali (fig. 26). 103 Qualità, ambiente, sicurezza Gestione ambientale nell’attività caratteristica Si è già sottolineato come Cmc svolga per lo più un ruolo di costruttore con margini di intervento sulla progettazione spesso irrilevanti quando non addirittura nulli. Una situazione obiettivamente scomoda, soprattutto in questa fase dove i temi ambientali, giustamente, richiamano attenzione e chi costruisce, e questo purtroppo è sbrigativo e non aiuta il formarsi delle sinergie che sarebbero invece necessarie per dare soluzione a problematiche tanto complesse quanto delicate, è spesso interpretato, a priori, come antagonista. È presente, inutile negarlo, una difficoltà fatta anche di preconcetti; per cercare di superali non si può che partire dalla conoscenza di ciò che si fa ed è richiesto, anche in termini di tutela e salvaguardia dell’ambiente, quando si è chiamati a realizzare un’opera soprattutto se relativa a una grande infrastruttura. Perché, anche se minimale, è comunque dal rispetto dalla legge che bisogna partire per poter successivamente porre l’asticella un poco più in alto, e perché forse non sempre sono noti gli adempimenti richiesti, e le competenze, le risorse e i costi necessari per assicurarne il rispetto. Laddove la tipologia di intervento consente margini autonomi di progettazione o discrezionalità Cmc tende, inoltre, a porre in essere azioni che vanno oltre al semplice rispetto dei vincoli regolamentari. Non sono forse grandi cose, certamente non sono risolutivi, ma i due casi riportati di seguito possono comunque essere considerati come esempi di buone prassi verificatesi nel corso del 2003-2004. Caso della variante di progetto T.A.V. Milano-Bologna ad opera della società consortile Rodano La Rodano consortile scarl è la società per la realizzazione della linea ferroviaria veloce Milano – Bologna nella Provincia di Reggio Emilia, alla quale Cmc partecipa con una quota del 46,4% insieme con Snam Progetti S.p.A e Acquater S.p.A. Per incarico di Cepav Uno, la società è impegnata, oltre che nella realizzazione della nuova tratta ferroviaria ad Alta Velocità, anche nell’adeguamento della viabilità ordinaria che incrocia la linea ferroviaria in costruzione. Le principali interferenze delle attività di costruzione con l’Ambiente sono sintetizzate nella tab. 35. 105 Qualità, ambiente, sicurezza Tabella 35. Fattori d’impatto ambientale Interferenza con le acque superficiali e sotterranee Inquinamento atmosferico Alterazione della vegetazione Occupazione e modifica suoli Rumore Vibrazioni Modifica del paesaggio Traffico mezzi Consumo inerti Consumi idrici Dopo l’individuazione dei principali fattori d’impatto, nella successiva fase della progettazione della linea ferroviaria ad Alta Velocità si sono ricercate quelle soluzioni in grado di mitigarne gli effetti durante la realizzazione delle opere e in corso di esercizio, garantendo la maggiore tutela possibile dell’ambiente. La procedura di compatibilità ambientale si è conclusa con l’emissione da parte del Ministero dell’Ambiente di ben 73 prescrizioni. A garanzia dell’esatto adempimento di questi impegni sono state prestate fidejussioni bancarie e assicurative al Ministero per complessivi 170 miliardi delle vecchie lire. Inoltre, sono state sottoscritte Convenzioni, con i singoli Comuni ed Enti territoriali convocati in Conferenza dei Servizi, con le quali sono stati definiti ulteriori vincoli e accordi a loro volta garantiti da fideiussioni bancarie aggiuntive a favore dei Comuni per 100 miliardi delle vecchie lire. Per la verifica del corretto rispetto degli obblighi previsti negli accordi, è stato istituito l’Osservatorio Ambientale formato da membri del Ministero dell’Ambiente, dell’Arpa, delle Regioni, e da consulenti specifici per ogni componente ambientale. I compiti principali dell’Osservatorio sono essenzialmente quelli di verificare l’attuazione delle previsioni del progetto esecutivo per l’ambiente, esprimere pareri sulle eventuali varianti progettuali predisposte in sede di realizzazione dell’opera e, infine, sovrintendere, approvare o modificare il Programma dei Monitoraggi, esaminando gli esiti delle misure e prescrivendo gli ulteriori interventi che dovessero risultare necessari. Il General Contractor, nel caso specifico il Cepav Uno e le Consortili quale la Rodano, sono impegnati a svolgere le proprie attività di costruzione nel pieno rispetto delle leggi, e secondo modalità che garantiscano un’interferenza ambientale ridotta ai livelli più bassi tecnicamente ed economicamente conseguibili. In linea con questi intendimenti, nel corso del 2003 i tecnici della Cmc impegnati nella consortile Rodano hanno proposto e fatto approvare dagli enti competenti alcune modifiche progettuali. Qualità, ambiente, sicurezza 106 Il progetto esecutivo approvato in atto integrativo della T.A.V., a seguito della Conferenza dei Servizi con gli enti proposti, prevedeva infatti l’abbattimento di alberi di pregio per l’esecuzione delle opere relative al tracciato ferroviario e alla struttura della viabilità interferente. La variante di progetto presentata al Comune di Rubiera, che l’ha successivamente approvata, ha permesso invece di salvare 7 querce di alto fusto dal diametro particolarmente significativo, di cui una con una circonferenza di 313 cm. In fig. 27 è riportato, in nero, il tracciato esecutivo del progetto e, in rosa, la variante che ha permesso il salvataggio delle querce ad alto fusto: due di queste sono riportate in foto. Figura 34. Variante di progetto T.A.V. Milano-Bologna ad opera della società consortile Rodano 107 Qualità, ambiente, sicurezza Caso dell’intervento immobiliare a Punta Marina (RA) ad opera di CMC L’intervento riguarda la costruzione di 2 piccoli condomini e alcuni villini unifamiliari abbinati, di utilizzo soprattutto stagionale e turistico, su una fascia di terreno situato nella zona litoranea di Ravenna separata dall’abitato di Punta Marina6 da un’ampia fascia di pineta di sicuro pregio ambientale, e integrata in un sistema di verde diffuso, pubblico e privato, che si spinge fino a Marina di Ravenna. Il progetto, finalizzato alla massima valorizzazione dell’ambiente, è parte di un Piano del PRG di Ravenna che prevede la cessione al Comune della metà dell’area su cui si costruisce da destinare a verde attrezzato, parcheggi e viabilità. I fabbricati sono dunque di piccole dimensioni con un numero di abitazioni limitato, e sono curati nei minimi particolari – dalla scelta delle piante dei giardini privati fino ai materiali di finitura: colori chiari per le pareti intonacate, paramenti di mattoncini a faccia vista, coppi per le coperture, legno per persiane e scuroni in tinte naturali - per integrarsi in modo naturale con l’habitat circostante. Nello spirito dell’intervento, e di una sua ulteriore valorizzazione, si colloca la revisione del progetto urbanistico promosso dalla Cooperativa e concesso dal Comune con il quale, in un’area di particolare valore paesaggistico adiacente alla precedente, al posto di uffici direzionali e centri commerciali previsti dal progetto originale si sono potuti realizzare strutture residenziali e turistico alberghiere sicuramente più integrabili nell’ambiente. Questa variante è stata ottenuta destinando quote maggiori di superficie ad aree verdi e di pubblica utilità. 6 Nota località turistica del Comune di Ravenna. Qualità, ambiente, sicurezza 108 Le comunità e la tradizione cooperativa [Garantire nel tempo la crescita delle riserve indivisibili, come patto principale verso la società. Rappresentare negli obiettivi e nei comportamenti i valori dei cooperatori che hanno fatto la storia di CMC, per trasmetterli alle generazioni future] 111 Le comunità e la tradizione cooperativa Le relazioni con le comunità Da vari anni, Ravenna sta puntando ad un turismo di qualità in grado di coniugare le bellezze paesaggistiche del territorio, dal mare alle colline, con il patrimonio artistico di valore mondiale di cui è depositaria. Alla realizzazione di questo impegno non manca il contributo di Cmc che anche nel 2003 ha destinato risorse crescenti alle mostre, alle feste, agli spettacoli teatrali, alle attività sportive e alle altre iniziative di giovani, anziani e Enti diversi che compongono il ricco e multiforme programma culturale realizzato nel ravennate. Tabella 36. Attività ricreative, culturali, sportive, solidaristiche sponsorizzate (dall’analisi del valore aggiunto) 2001 2002 2003 Sponsorizzazioni sportive 20.142 55.126 149.328 Sponsorizzazioni culturali 47.369 57.430 122.015 Donazioni 190.589 96.037 96.622 Manifestazioni culturali e ricreative (1) 307.180 70.494 0 Totale 565.280 279.087 367.965 (1) La voce comprendeva solo le spese relative alle celebrazioni del centenario Cmc Fra le sponsorizzazioni sportive, oltre al consolidato rapporto con il “Ravenna Calcio”, va citato quello con i cosiddetti sport minori più bisognosi di aiuti economici - canottaggio, volley, basket, ciclismo, sport d’acqua - praticati soprattutto dai giovani. In campo culturale, al tradizionale sostegno all’Università degli Adulti e ad alcuni dei principali avvenimenti della Città, come il Ravenna Festival e il programma musicale dell’Angelo Mariani, e ad altre minori ma non meno eclatanti manifestazioni locali, è da segnalare nel 2003, quale iniziativa di particolare valore, la sponsorizzazione della mostra da “Renoir a De Stael” allestita presso la “Loggetta Lombardesca” a cura del Museo d’Arte della Città di Ravenna. Una citazione a parte, infine, merita la presenza di Cmc fra le aziende italiane sponsor dell’evento culturale La Fenice in Beijing che si è svolto nell’ottobre del 2003 a Pechino, presso il Poly Theatre, in occasione del “Primo Vertice Economico Europa - Cina”. Il concerto, dedicato a Venezia e alla Fenice con ampi estratti delle opere verdiane la Traviata e il Rigoletto, ha riscosso un enorme successo a conferma della passione di questo grande Paese per la lirica. Nella voce donazioni sono compresi sia i contributi destinati a manifestazioni locali di beneficenza e liberalità varie quali quelle di Telethon, Amref Italia e di Onlus diverse sia, e in particolare, le risorse volte alla realizzazione, in Mozambico, di iniziative di solidarietà sociali e di informazione e prevenzione sanitaria che da sole impegnano oltre 80.000 dei quasi 97.000 euro indicati in tabella. Le comunità e la tradizione cooperativa 112 Il rapporto con il Mozambico In Mozambico la Cooperativa vanta una lunga esperienza, iniziata agli inizi degli anni ‘80 con la realizzazione della complessa e imponente Diga di Pequenos Libombos, e poi proseguita pressoché ininterrottamente in tutti questi anni e tuttora in corso, che ha favorito un profondo radicamento dell’impresa con il territorio e le comunità di questa nazione estremamente povera di mezzi e risorse, e dunque particolarmente bisognosa di aiuti. In questo momento, Cmc sta fra l’altro costruendo in varie parti del Paese, su incarico della Comunità di San Egidio e di altre Organizzazioni Umanitarie, dei poliambulatori per i quali si è impegnata a fornire un contributo per l’acquisto di alcune apparecchiature elettromedicali; la Cooperativa, inoltre, prosegue l’attività di sostegno alle campagne di prevenzione e lotta all’AIDS - problema particolarmente serio in quest’area dove circa una persona su sei sessualmente attiva è sieropositiva - promosse dall’ONU e da diverse altre Organizzazioni umanitarie, fra le quali la stessa Comunità di San Egidio. Il rapporto con la scuola e l’università In linea con gli impegni assunti nel precedente bilancio sociale, CMC ha provveduto nel corso del 2003 ad attivare programmi e iniziative volte a favorire - tenendo conto della crescente presenza universitaria a Ravenna - un più organico rapporto con il mondo della scuola. In particolare, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di partecipare - unitamente ad altre realtà imprenditoriali della Città - al finanziamento per sei anni di un posto di ricercatore nel settore scientifico di tecniche della costruzione presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna - sede di Ravenna. Il costo complessivo, stimato pari a 250 mila euro, vedrà una partecipazione annuale pro - quota della Cooperativa di circa 20 mila euro. L’iniziativa è nata in concomitanza con l’istituzione, in occasione dell’anno accademico 1993-1994, del nuovo corso di laurea “Tecnico del territorio” che ha integrato l’offerta formativa del polo universitario ravennate. Cmc, inoltre, vanta da vari decenni un peculiare rapporto con l’università rappresentato dagli studenti delle varie facoltà che a essa si rivolgono in cerca di documentazione e materiali di studio per la preparazione di esami e tesi di laurea. L’archivio fotografico e quello dei progetti della Cooperativa contengono una documentazione il cui valore progettuale, storico e documentario fornisce concrete applicazioni a studi teorici delle facoltà di Ingegneria e Architettura. Ma “il caso Cmc” è stato preso a modello anche per tesi di natura amministrativa, gestionale - organizzativa e storica delle facoltà di Giurisprudenza, di Economia e di varie discipline Umanistiche. Fra le tante, fa piacere citare per la loro singolarità le recenti tesi di due giovani laureande 113 Le comunità e la tradizione cooperativa che hanno riguardato una la Cina, e l’altra l’intervento di “Cinema itinerante” realizzato in Mozambico alcuni anni fa nell’ambito delle celebrazioni del centenario della Cooperativa. È in corso un progetto di raccolta delle tesi di laurea realizzate negli anni su Cmc da archiviare nella Sala del Consiglio come materiale facilmente accessibile alla consultazione. RavennAntica: uno scavo archeologico realizzato con attrezzature di cantiere della Cooperativa La Fondazione RavennAntica, l’Università di Bologna, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, con il sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, hanno promosso una delle più rilevanti campagne di scavo finora condotte nel ravennate. Lo scavo sarà effettuato nell’area archeologica del “Podere Chiavichetta”, situato nell’antica città di Classe, dove nel passato sono stati trovati i resti di un settore della città prospicienti un canale, allo scopo precipuo di aumentare le conoscenze su questa zona, portando alla luce un nuovo tratto di strada lastricata in trachite e alcuni edifici del settore produttivo dell’epoca: ceramica in particolare e probabilmente anche altri tipi di manufatti. È forse opportuno ricordare che l’insediamento antico di Classe si è formato in epoca romana imperiale e che il porto, voluto dall’imperatore Augusto e collegato tramite canali artificiali alle valli di Comacchio e alla laguna veneta, era principalmente destinato alla flotta militare. Operativamente, il progetto prevede l’impianto contemporaneo di tre cantieri collocati in zone diverse allo scopo di condurre indagini distinte circa gli edifici e gli insediamenti produttivi, le stratificazioni successive all’uso della strada in trachite e, infine, le stratificazioni e l’eventuale presenza di strutture riferibili a epoche precedenti. L’organizzazione e la gestione di un’attività così impegnativa e complessa richiede, evidentemente, attrezzature e supporti logistici di cantiere adeguati che saranno messi a disposizione dalla Cooperativa nel contesto di un pluriennale accordo di collaborazione con RavennAntica. La natura stessa dell’intervento, d’altronde, necessita di strutture utili per un corretto e sicuro svolgimento delle visite al sito da parte del pubblico, che saranno consentite già durante gli scavi, nell’ambito di un vasto programma di diffusione che contempla visite guidate per scolaresche e gruppi, conferenze, mostre e altre iniziative. CMC e Ravenna La navata centrale del vecchio magazzino della Cmc - che nella prima capriata porta la data d’inizio costruzione: 13 novembre 1938 - tanto ampio da consentire in origine facile movimentazione a camion e macchine operatrici e oggi, ristrutturato, Sede centrale della Cooperativa, da 115 Le comunità e la tradizione cooperativa alcuni anni si trasforma, in occasione delle feste natalizie, in sala concerto aperta alla cittadinanza. Vi sono, a volte, eventi che assumono significati simbolici non cercati ma non per questo meno effettivi: e questo, in questo luogo, a ridosso dell’ultimo tratto del porto - canale che si spinge fin quasi alle mura della Rocca veneziana e alla massa compatta del Mausoleo di Teodorico a formare la Darsena di città, sintetizza per certi versi il passato, coglie l’attualità e anticipa, si confida, l’immediato futuro di un rapporto, quello fra Cmc e Ravenna, che non è stato mai riducibile a mere logiche mercantili, ma si è sempre basato sulla condivisione di un comune paradigma culturale, sociale ed economico. Il Sindaco della Città ha più volte sottolineato, portando il suo saluto alle assemblee della Cooperativa, che nel secolo scorso le vicende di Ravenna si sono spesso intrecciate, nei tempi buoni come nelle difficoltà, con quelle di Cmc lungo un percorso comune in cui ogni progresso ha significato faticoso impegno. Certo, sarebbe pretenzioso per la Cooperativa esasperare questo accostamento con una città che vanta oltre 2.500 anni di storia; da Porto romano a Bisanzio d’Occidente; più volte Capitale durante il V e il VI secolo: prima dell’Impero d’Occidente, successivamente di un Regno barbarico, e infine Bizantina; custode di un raro patrimonio architettonico paleocristiano e di mosaici esclusivi che testimoniano e narrano questo incontro di civiltà che a Ravenna convissero, ma non seppero fondersi; così come, diversi secoli dopo, il dominio veneziano ne segnò lo sviluppo economico e urbanistico, rimanendone comunque una presenza distinta7. E questa vicenda, tanto ricca quanto complessa, Cmc ha voluto onorare contribuendo in modo sostanziale negli anni ‘90 alla pubblicazione dei cinque volumi della Storia di Ravenna che va dall’evo antico all’età contemporanea, consentendo la realizzazione di un progetto che il Comune, attraverso una delle sue istituzioni culturali più prestigiose, la Biblioteca Classense, aveva promosso nella metà degli anni ‘80. Questa dovuta consapevolezza delle proporzioni non svaluta, semmai valorizza, le esperienze che Cmc e Ravenna hanno condiviso nel corso dell’ultimo di questi 25 secoli, e che ha lasciato tracce evidenti, in alcuni casi di una certa importanza, nel tessuto urbanistico e civile della Città, il cui profilo - stabilimenti, porto, nuovi quartieri, strutture commerciali e di servizio prestigiose, infrastrutture significative – risulta oggi ridisegnato, a volte in misura anche tangibile, dall’attività della Cooperativa. E volendo tracciare un itinerario, ipotetico eppur concreto quanto purtroppo largamente incompleto, di questa testimonianza viene naturale partire proprio dal porto - canale, scavato per oltre 10 chilometri nella piana fra il mare e la Città, dove già nel 1912, sulla riva sinistra all’altezza della sua sede, Cmc costruì il Molino Spagnoli e Padovani, un corpo fabbri- 7 Per i cenni storici su Ravenna si è fatto riferimento al saggio storico di Nullo Pirazzoli pubblicato nel libro “Ravenna foto di Paolo Zap- paterra”, Edizioni Essegi. Le comunità e la tradizione cooperativa 116 ca immenso alto 5 piani e lì vicino, nel 1931, la caserma della Guardia di Finanza, intitolata al Generale Masi. Se si scende lungo il canale verso il mare, a destra e a sinistra si incontrano continuamente le fabbriche, le darsene, le banchine e gli impianti costruiti a più riprese da Cmc; fra questi, uno dei “cantieri” maggiori è stato sicuramente quello dell’ANIC dove la Cooperativa ha realizzato tra l’altro, nel 1961, un gigantesco capannone le cui caratteristiche furono tanto apprezzate che lo stesso committente, 10 anni dopo, chiamò Cmc ad applicare la medesima tecnica nella costruzione dello stabilimento di Manfredonia. Ma l’opera più significativa è forse quella che sta sott’acqua e non si vede, perché ogni volta che si è deciso di allargare il porto canale, di approfondire i fondali, di costruire nuove palizzate per permettere la navigazione a navi di maggior stazza, Cmc è sempre stata chiamata a operare. La Cooperativa ha costruito più volte le “palizzate” per Ravenna: le ultime, di pochi anni fa, si protendono per 2 chilometri in mare e racchiudono e difendono, nel grande bacino ricavato, l’imboccatura del porto e la grande superficie per l’attracco delle barche da diporto. Ancor più frequenti sono le opere realizzate in città e nelle quali è tuttora possibile imbattersi. A partire dal cavalcavia costruito nel 1914 e che consente il superamento del fascio di binari del parco ferroviario, tra la Rocca Brancaleone e il Mausoleo di Teodorico; e i cavalcavia più recenti di via S. Cavina costruito con la tecnica delle terre armate e quello sulla via Faentina, e tralasciando quelli più numerosi della circonvallazione esterna e dei diversi raccordi stradali; il Ponte Nuovo, che supera i Fiumi Uniti e porta alla Basilica di Classe, ricostruito dopo la Liberazione in solo 58 giorni, secondo il progetto originario del 1700, nell’inverno fra il 1944 e il 1945. Nel centro urbano non c’è praticamente piazza o luogo che non testimoni una qualche attività di Cmc ed è ineluttabile limitarsi a pochi emblematici esempi: il restauro della Chiesa di S.Francesco (1921), che le ha conferito l’aspetto attuale; la costruzione, tra il 1926 ed il 1928, dell’attuale palazzo della Provincia; il restauro, nel 1934, di casa Rizzetti, adibita a sede della Biblioteca Oriani, e dei suoi portici che guardano i giardini adiacenti la zona dantesca; in Piazza Garibaldi, la realizzazione dell’importante facciata con i due grandi portoni della Questura e della sede centrale delle Poste e, nella piccola piazza adiacente intitolata a Einaudi, il profondo restauro del retro del Teatro Alighieri; in Piazza del Popolo, tra il 1925 ed il 1928, la Cooperativa, salvando la splendida facciata della Dogana Vecchia eretta alla fine del 1700 e la torre dell’orologio, costruì quella che per decenni sarà la sede della Banca Nazionale del Lavoro; da quest’ultimo intervento è nata la piazza retrostante il cui ultimo lato Cmc completò erigendo la palazzina ornata da bifore e da una piccola loggia che ricordano le archi- 117 Le comunità e la tradizione cooperativa tetture dell’eclettismo restaurativo fiorentino; nel vicino viale della Stazione, la costruzione, nel 1938, della sede del Liceo Classico. La zona in cui, negli anni ‘60, Cmc costruì lo stadio di calcio Benelli era periferica e confinava ancora con vaste propaggini di aperta campagna. Lo scenario nel frattempo è completamente mutato, e l’area, interamente inglobata nella città, gravita ora nell’orbita del nevralgico centro direzionale cresciuto attorno ai Viali Randi e Berlinguer e alla Circonvallazione Classicana. A questo sviluppo, la Cooperativa ha contribuito in misura significativa e con un ruolo addirittura di precursore avendovi cominciato a costruire, già nella seconda metà degli anni ‘30, l’Ospedale Civile: opera alla cui continua espansione Cmc ha concorso realizzando, in fasi successive, nuove ali e più recentemente la Palazzina ingressi posta proprio su Viale Randi. Ma l’importanza di quest’area è segnata, oltre che dall’intenso sviluppo immobiliare - residenziale, commerciale e direzionale - dalla presenza di opere fondamentali per la vita pubblica e istituzionale della Città che la Cooperativa ha realizzato in alcuni casi non solo in qualità di costruttore, ma anche come soggetto promotore e progettista. È in questo modo che Ravenna è stata dotata di un moderno Tribunale, di una nuova Questura che ha riunito in un sol punto oltre alle varie branchie della Polizia di Stato anche quella Stradale, e di una più funzionale Caserma dei Vigili del Fuoco. Altre opere costruite da Cmc in questa parte della Città sono inoltre gli edifici delle Poste e dei Telefoni e l’Ipermercato della Coop Adriatica. Ma ora è necessario tornare al porto e partire per un nuovo itinerario non più rivolto alle cose fatte, ma a quelle da fare: per costruire un più efficace collegamento, un ponte solo in parte metaforico, con la modernità del mondo e dei mercati e dare respiro e nuova vitalità alle multiformi attività di questo strategico insediamento economico e produttivo, e in questo modo a quelle di tutta la Città. Dà concretezza a questa prospettiva l’intesa generale quadro sulle grandi opere viarie dell’Emilia Romagna siglata verso la fine dello scorso anno fra Regione e Governo che, nel prossimo decennio, destina ingenti risorse alla realizzazione in Emilia Romagna di linee ferroviarie, metropolitane e autostrade e, in specifico, anche al Porto di Ravenna al quale è stato riconosciuto un ruolo di snodo intermodale strategico per lo sviluppo del sistema produttivo e logistico regionale e nazionale. Entro questo disegno generale, si individua dunque una sorta di “Progetto Ravenna”, che ha come elementi sostanziali, oltre allo sviluppo delle attività del Porto e la realizzazione del by-pass del canale Candiano, il collegamento con il “Corridoio Adriatico”: il progetto centrato sulla E55 che, secondo la più recente soluzione approvata, dovrebbe unire Mestre a Civitavecchia, attraversando trasversalmente l’Italia e collegando fra loro i porti di Ancona, Ravenna e Trieste. Le comunità e la tradizione cooperativa 118 Il raccordo con questa nuova direttrice, deputata a risolvere i problemi viari della Statale Romea, attraverso una sorta di anello che trasformerà sensibilmente la viabilità logistica della Città, consentirà quel collegamento diretto fra le attività e i traffici portuali e la grande viabilità nazionale ed europea le cui carenze hanno finora obiettivamente limitato le possibilità di sviluppo dell’intero territorio. Nel Progetto Ravenna è inoltre compreso l’obiettivo della valorizzazione e del recupero a uso urbano dell’ultimo tratto del canale Candiano: la già citata Darsena di città su cui si trovano gli edifici di Cmc. È questa una vasta area che la barriera del complesso ferroviario - stazione passeggeri e scalo merci - costruito all’inizio del secolo scorso e le successive vicende hanno caratterizzato come zona industriale oggi in evidente e avanzato declino: una spaccatura fra il centro storico e la zona portuale che è necessario superare attraverso soluzioni sopra o sotto elevate. Ma questo specchio d’acqua, che oggi delimita una zona degradata, contiene indubbie potenzialità che se adeguatamente valorizzate possono divenire una ricchezza, uno strumento di qualificazione e rilancio. Esperienze analoghe, di cosiddetta riqualificazione dei “watersides” - la riconversione cioè di aree dismesse dove l’acqua costituisce l’elemento dominante del paesaggio - come scelta di strategia urbana per realizzare distretti con funzioni terziarie di pregio (cultura, tempo libero, nuove tecnologie) e residenze di alta qualità ambientale, recuperando a un uso corrente manufatti industriali, ne sono state realizzate diverse in Europa e ne sono esempi di incontestabile pregio Genova, Rotterdam, Bilbao, Lisbona, Danzica e altre città olandesi. È guardando a questo modello che si è costituito recentemente un Consorzio fra alcuni proprietari della zona che rappresentano circa 30-35 ettari dei circa 130 complessivi (circa 9 di proprietà CMC), per coordinare le attività di valorizzazione della banchina, della bonifica del Canale Candiano e di tutta la zona. Ma è evidente che questo progetto, che se realizzato esalterebbe la vocazione turistico museale di Ravenna, collegando il centro storico al porto, e rafforzando quegli interventi di razionalizzazione della viabilità secondaria della città e della funzionalità logistica del porto prima introdotti, potrà essere perseguito solo se sostenuto da un’azione sinergica che faccia convergere su di esso l’impegno dell’intera Città: delle Amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni, del mondo imprenditoriale e finanziario, dell’intera Comunità politica, sociale e civile. Scriveva Italo Calvino, “[…] Anche se il disegno generale è stato minuziosamente progettato, ciò che conta non è il suo chiudersi in una figura armoniosa, ma è la forza centrifuga che da esso si sprigiona, la pluralità dei linguaggi come garanzia d’una verità non parziale”8. E sempre più appare certo che crescita e sviluppo stanno nella capacità di 8 I. Calvino: “Lezioni Americane. Sei proposte per il prossimo millennio”; Ed. Oscar Mondadori, pag.127.I 119 Le comunità e la tradizione cooperativa investire le proprie risorse, di qualunque natura esse siano - economiche, produttive, culturali e ambientali - proiettandole all’esterno affinché liberino e nello stesso tempo attraggano nuove energie, avendo a riferimento uno scenario comunque globale dove la competizione riguarda le imprese, ma con esse pure i distretti economici di cui sono espressione. Ancora una volta, Cmc c’è; dopo molto tempo, la naturale propensione sociale al radicamento territoriale della sua natura cooperativa può efficacemente sposarsi con le concrete opportunità imprenditoriali locali dell’Intesa Regionale e del Progetto Ravenna affini, per tipologia e dimensioni, al suo core business: le sue competenze, le sue esperienze e le sue risorse sono dunque disponibili a convergere con quelle delle altre realtà imprenditoriali e con quelle pubbliche per favorire un equilibrato e qualificato sviluppo del territorio ravennate. Il patrimonio storico e sociale La destinazione a riserva indivisibile degli utili prodotti è stata storicamente la vera forza motrice dello sviluppo delle cooperative, e dunque anche di Cmc, cardine e garanzia del patrimonio intergenerazionale che ha tenuto uniti nel tempo accumulazione economica e natura mutualistica. Tabella 37. Patrimonio netto Gruppo CMC 2001 2002 2003 Capitale sociale 18.251.758 17.780.279 18.782.966 Riserva indivisibile ordinaria 18.464.506 20.109.262 21.153.254 7.893.731 6.695.943 6.119.546 3.771.503 7.184.849 10.033.494 48.381.498 51.770.333 56.089.260 Altre riserve P.N. di terzi Risultato di esercizio Totale patrimonio netto gruppo E se è relativamente facile misurare l’accumulazione economica, interpretarla lo è un po’ meno perché richiede anche la conoscenza di quella componente del patrimonio dell’impresa fatta di storia, di vicende umane e del lavoro, di lenta ma costante crescita imprenditoriale: professionalità, esperienze, sapere, competenze, specializzazioni, organizzazione, governance. A questi ultimi aspetti si dedica soprattutto il Bilancio sociale, cercando di fornire conoscenze e risposte inevitabilmente parziali, e introducendo inoltre riflessioni di prospettiva anch’esse, per forza, di cose limitate. Molte sono le modificazioni intervenute negli ultimi anni, di natura sociale, economica e legislativa; il socio continua certamente a riferirsi ai valori etici fondanti del lavoro e della solidarietà, ma nello stesso tempo è chiamato a maggiori impegni nella formazione del capitale di rischio ed è più consapevole della necessità di affermare un’impresa cooperativa più 121 Le comunità e la tradizione cooperativa competitiva e dunque dotata di maggiori mezzi propri. Al riguardo, le nuove norme in materia di diritto societario offrono una vasta gamma di strumenti innovativi, soprattutto consentono alle cooperative il superamento di vincoli storici, consentendo la possibilità di formare riserve divisibili disponibili anche ai soci cooperatori, di emettere strumenti finanziari di varia natura e di trasformarsi in società lucrativa. In tutto questo ci sono delle opportunità, ma anche dei pericoli evidenti; ragionandone, in Cmc, si è cercato di cogliere i primi e di evitare i secondi, prevedendo modifiche statutarie aperte a quegli strumenti che rafforzando il patrimonio ne accrescano la competitività secondo gli indirizzi di sviluppo del Piano 2004-2006, ma senza dimenticare che l’affermazione dell’impresa e la produzione di ricchezza devono soprattutto servire a valorizzare il lavoro, la solidarietà e a creare nuova occupazione: condizioni imprenscindibili per il rinnovamento e la continuità della base sociale. D.Lgs. n. 6/2003 – Le riserve: determinazioni del Consiglio In tema di riserve, le determinazioni assunte dal Consiglio portano a distinguere, con il recepimento delle nuove norme, il regime delle future riserve della Cooperativa: • Riserva legale da dichiarare indivisibile a statuto; • Prevedere la costituzione di quote di riserve divisibili da alimentare con la parte di utili assoggettata a tassazione che residua dopo gli accantonamenti e utilizzi di legge/statuto; • Prevedere una norma statutaria con la quale destinare a riserva indivisibile, oltre alla riserva legale, almeno il 20% del residuo: in tal modo l’assemblea può destinare a riserva indivisibile anche una quota maggiore ovvero l’intero residuo; • Escludere l’assegnazione di riserve divisibili ai soci cooperatori, anche qualora Cmc rientri fra le Cooperative a mutualità non prevalente, riservando la loro distribuzione ai soli possessori di strumenti finanziari. Il movimento cooperativo CMC è parte integrante del Movimento Cooperativo, delle sue diverse articolazioni, territoriali e di Settore, nonché delle strutture consortili e contribuisce, in tal modo, alla definizione delle linee guida destinate ad accrescere l’efficacia dell’azione di rappresentanza, il cui ambito politico sindacale, che rimane importante e fondamentale, deve essere oggi integrato con maggiori competenze e capacità specialistiche e di interazione. In questi anni, il rapporto socio - cooperativa ha subito importanti trasformazioni; allo stesso modo occorre innovare il rapporto tra le cooperative e le strutture del Movimento Cooperativo, per meglio cogliere la forza e le maggiori opportunità che possono derivare dalle sinergie di siste- Le comunità e la tradizione cooperativa 122 ma e dalla valorizzazione dei punti di eccellenza presenti nei diversi settori produttivi, per accrescere il peso di Legacoop nel sistema economico e politico del Paese, rendendo virtuose ed evidenti le convenienze dell’operare e dello stare insieme. Le discussioni sviluppate nell’ambito della riforma del diritto societario e del regime tributario delle cooperative e, prima ancora quelle sulla nuova Legge del socio lavoratore, che, pur registrando momenti di aspra tensione, hanno consentito al Movimento Cooperativo un buon recupero di immagine con ricadute soddisfacenti nel sistema dei rapporti a cominciare dagli enti di governo del paese, rappresentano un’efficace testimonianza della validità di questa impostazione. Legacoop è il naturale presidio di questi valori e, allo stesso tempo, è l’organizzazione a cui compete portare a sintesi e rappresentare con forza ed efficacia gli interessi delle Cooperative associate, attraverso iniziative politiche aperte, autonome e disponibili al confronto con tutte le forze politiche e istituzionali del Paese sulle grandi questioni nazionali e internazionali. Il Congresso di Legacoop svoltosi a fine novembre 2002 a Roma non ha mancato di riprendere questi temi, definendo precisi orientamenti che porteranno ad una revisione della governance della struttura associativa; il dibattito è tuttora in corso ed impegnerà buona parte del 2004. CMC aderisce inoltre all’Associazione Nazionale delle Cooperative di Produzione e Lavoro (ANCPL) ed è socia delle principali strutture consortili del Settore delle costruzioni: il Consorzio Cooperative Costruzioni, il Consorzio Ravennate, il Conscoop di Forlì, il COVECO in Veneto, per citare i principali, attraverso i quali si sviluppa parte dell’attività promozionale e commerciale della Cooperativa. La Cooperativa collabora, inoltre, con ANCPL e le strutture territoriali di Legacoop sulle problematiche inerenti alle Relazioni industriali, oggi particolarmente intense in tema di rinnovi contrattuali e di definizione degli enti bilaterali, della Scuola edile, dei Comitati paritetici per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e della medicina preventiva a tutela dell’integrità fisica dei lavoratori. Tabella 38. Risorse destinate al movimento cooperativo, dall’analisi del valore aggiunto 2001 Fondi mutualistici (3% dell'utile)* 2002 2003 85.389 65.641 69.669 Contributi associativi 206.583 206.582 232.000 Totale 291.972 272.223 301.669 * calcolato sull'utile di CMC S.c.a r.l. Sintesi e impegni 125 Come sintetizzato nel Piano 2004-2006, l’esercizio 2003 rappresenta per Cmc contemporaneamente un punto di arrivo di un ciclo aziendale e la base di partenza per una nuova fase di sviluppo. Le direttrici strategiche assunte dalle politiche aziendali degli ultimi anni hanno portato Cmc a realizzare esiti di notevole rilievo. Sotto il profilo imprenditoriale, i volumi di attività hanno registrato rispetto all’esercizio precedente un incremento di circa il 20%, l’acquisizione - secondo la normativa nuova del General Contractor - del 1° maxi lotto dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria ha portato l’entità del portafoglio ordini a livelli senza precedenti. Dal punto di vista sociale, per il secondo anno consecutivo si è fatto ricorso all’istituto del ristorno – segno contemporaneamente di una ripristinata condizione reddituale e di un nuovo impegno sotto il profilo societario - destinandolo, come previsto dalla normativa, ad aumento gratuito del capitale sociale. Inoltre ciò ha coinciso con la crescita della base sociale, dopo il trend negativo degli ultimi dieci anni. Il 2003 è stato anche l’anno del confronto con le nuove norme del diritto societario (D.lgs. n. 6/2003): i lavori dell’apposita Commissione Consiliare hanno tracciato alcuni orientamenti di politica generale su tematiche considerate sensibili al fine del mantenimento e della valorizzazione dell’identità cooperativa. Ora questi intendimenti dovranno guidare il Consiglio nella stesura delle proposte definitive di adeguamento dello statuto e dei regolamenti sociali, entro i termini previsti dalla legge. Negli orientamenti di Cmc figura inoltre la volontà di riconsolidare la propria presenza imprenditoriale e sociale sul territorio di Ravenna: diverse azioni sono state intraprese, altre vedranno la luce nel prossimo futuro, nella massima disponibilità di dialogo e confronto con le Istituzioni e il mondo economico e imprenditoriale locale. Questo bilancio sociale si è presentato in una forma assai analitica e per certi versi “tecnica”, proprio per enfatizzare i suoi caratteri di rapporto che deve dar conto in modo completo delle principali dinamiche dell’esercizio, collegandole a una prospettiva che si presenta assai impegnativa, sia per i caratteri del mercato, sia per quell’evoluzione legislativa tante volte richiamata in questo rapporto. In un momento di ripensamento di ciò che è avvenuto e di progettazione del futuro un approccio analitico di questo tipo è stato considerato necessario, non solo per sostenere le scelte, ma per offrire a tutti i protagonisti – a partire dai soci – una base su cui definire posizioni, atteggiamenti, attese. Probabilmente con il prossimo bilancio sociale si chiuderà un ciclo, dopodichè il rapporto assumerà un’altra caratteristica, senza nulla perdere dei suoi fondamentali contenuti informativi. Verrà dato più spazio alle trattazioni monografiche e alle riflessioni di tipo strategico, senza per questo Sintesi e impegni Sintesi e impegni 126 appesantire la lettura, che anzi dovrà essere agevolata, ma si tratta di elementi che saranno descritti l’anno venturo. Ovviamente Cmc intende e intenderà ribadire la sua natura di cooperativa di lavoro e impresa di costruzione, capace di coniugare strettamente lo sviluppo con gli obiettivi sociali della sua missione. Anche l’esercizio 2004 tenderà ad inserirsi all’interno di questa tradizione, con particolare enfasi su alcuni aspetti: • soci, patto mutualistico e lavoro: nell’impegno assunto di conoscere maggiormente i soci e i lavoratori, le loro disponibilità, richieste ed opinioni, si colloca la ricerca recentemente avviata sui soci e i dipendenti dell’organico fisso. I risultati di tale progetto costituiranno l’ossatura del futuro bilancio sociale che sarà quindi incentrato sulla figura dei soci e dei lavoratori, primi grandi stakeholder della cooperativa, arrivando così a chiudere il primo ciclo triennale di rendicontazione sociale intrapreso da Cmc; • nuovo diritto societario e governance: l’approfondimento e la discussione avviati in questi ultimi mesi in concomitanza all’entrata in vigore delle nuove norme sul diritto societario hanno permesso di chiarire e ribadire i capisaldi della natura cooperativistica di Cmc. Quest’atteggiamento di positivo confronto dovrà ora manifestarsi sul piano delle scelte così da permettere dinamiche di adattamento coerenti ma quanto mai necessarie; • mercato, impresa, movimento cooperativo: di fronte alle sfide lanciate dal mercato, Cmc intende rispondere con piani di sviluppo credibili e affidabili, manifestando la massima disponibilità a concorrere ad una modificazione sostanziale degli assetti e al miglioramento delle relazionali fra le imprese cooperative a favore di una politica di alleanze all’interno e all’esterno del movimento cooperativo capace di corrispondere alle potenzialità del mercato e ai bisogni e alle capacità del mondo cooperativo. 127 Sintesi e impegni Ai collaboratori La redazione della seconda edizione del Bilancio sociale della Cmc è stata sicuramente facilitata dall’esperienza maturata nella prima; ma, per altri versi, ha richiesto ancora più impegno: è sempre presente il bisogno di migliorarsi o almeno di non regredire. Si può avere solo la speranza che questo risultato sia stato raggiunto; di sicuro, in ogni caso, questo lavoro non sarebbe stato possibile senza la collaborazione dell’organizzazione che, anche quest’anno, è stata tempestiva, corretta ed esaustiva, e qualificata. Si ringraziano dunque tutte indistintamente le strutture della Cooperativa, ma sia consentito richiamare, al di fuori di qualsiasi gerarchia e solo nella neutralità dell’ordine alfabetico, quanti hanno assicurato un apporto più immediato. In primo luogo Silvano Baldacci, Fulvio Bartolini, Pompeo Bortolussi, Fiorenzo Fabbri, Giuliana Fiammenghi, Valeria Garavini, Giorgio Giordani, Valerio Giuliani, Peter Guiducci, Adele Lalli, Guido Leoni, Manlio Malatesta, Massimo Matteucci, Gianluca Mazza, Sergio Mazzotti, Valda Miani, Alberto Morigi, Vittorio Morigi, Domenico Pasi, Stefano Quadrelli, Remo Ranieri, Monica Rossi, Michela Santandrea, Massimo Tesei, Sandra Trampetti, Giuseppe Trifirò, Mirella Vicari; inoltre, Giampietro Saviotti che è sempre pronto a offrire la propria collaborazione; e, infine, gli amici di DTN Consulenza, Cristina Galliera e Mario Viviani, che con la solita competenza e sensibilità hanno ancora una volta consentito la realizzazione di questo impegnativo compito. Il Consiglio di Amministrazione Appendice 131 Appendice 2003 2002 (1) 2001 375.344.796 326.487.650 384.802.812 -5.786.021 1.120.934 755.243 8.608.543 -15.590.848 -81.082.172 A) Valore della Produzione 1. Ricavi delle vendite e delle prestazioni (meno rettifiche di ricavo) (1) 2. Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti 3. Variazione dei lavori in corso su ordinazione (1) 4. Altri ricavi e proventi Totale Ricavi della Produzione Tipica 5.187.278 5.128.582 3.306.330 383.354.596 317.146.318 307.782.213 13.547.177 16.118.153 12.527.984 396.901.773 333.264.471 320.310.197 5. Ricavi per produzioni atipiche (produzioni in economia) Totale Valore della Produzione B) Costi intermedi della produzione 6. Consumi di materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 7. Costi per servizi 8. Costi per godimento di beni di terzi 9. Accantonamenti per rischi 10. Altri accantonamenti 11. Oneri diversi di gestione Totale Costi Intermedi della Produzione VALORE AGGIUNTO CARATTERISTICO LORDO -88.654.289 -62.299.609 -49.434.272 -176.227.993 -153.373.800 -154.560.005 -11.495.322 -9.797.207 -5.916.023 -1.657.186 -3.178.124 -5.691.484 -236.657 -126.874 -150.897 -9.434.495 -11.432.181 -14.544.519 -287.705.942 -240.207.795 -230.297.200 109.195.831 93.056.676 90.012.997 -11.807.593 -6.222.008 -6.598.642 C) Gestione accessoria e straordinaria 12. Saldo Gestione Accessoria + Ricavi accessori 10.398.853 10.068.652 8.740.771 - Costi accessori -22.206.446 -16.290.660 -15.339.413 13. Saldo Gestione Straordinaria 14.257.782 6.526.936 18.101.449 + Ricavi straordinari 16.750.556 10.432.796 20.479.233 - Costi straordinari -2.492.774 -3.905.860 -2.377.784 2.450.189 304.928 11.502.807 111.646.020 93.361.604 101.515.804 -29.113.817 -22.919.935 -27.345.638 82.532.203 70.441.669 74.170.166 Totale Gestione Accessoria e Straordinaria VALORE AGGIUNTO GLOBALE LORDO - Ammortamenti della gestione per gruppi omogenei di beni VALORE AGGIUNTO GLOBALE NETTO (1) A partire dall’esercizio 2003 il criterio di contabilizzazione dei lavori “a forfait”, che prevede la registrazione dei Ricavi solo al completamento della commessa, è stato uniformato a quello dei lavori “a misura”, che invece prevede la registrazione dei Ricavi durante l’arco di svolgimento della commessa. Per agevolare la comparazione tale riclassificazione è stata operata anche per l’esercizio 2002 Appendice 132 2003 2002 2001 A) Remunerazione del personale Personale non dipendente 0 0 0 Personale dipendente 63.653.611 54.371.065 56.246.301 a) remunerazioni dirette 46.560.300 39.948.481 43.118.427 b) remunerazioni indirette 17.093.311 14.422.584 13.127.874 63.653.611 54.371.065 56.246.301 Imposte dirette 2.599.522 2.678.711 4.117.033 Imposte indirette 1.817.100 849.307 1.329.258 - oneri tributari diversi 1.817.100 849.307 1.329.258 4.416.622 3.528.018 5.446.291 2.579.043 3.597.302 6.492.380 c) … Totale Remunerazione del Personale B) Remunerazione della pubblica amministrazione - sovvenzioni in c/esercizio Totale Remunerazione della Pubblica Amministrazione C) Remunerazione del capitale di credito Oneri per capitali a breve termine Oneri per capitali a lungo termine (mutui a medio / lungo termine) 288.964 408.053 742.325 Remunerazione del prestito dai soci 347.852 409.254 447.980 3.215.859 4.414.609 7.682.685 Dividendi distribuiti 575.198 552.151 739.031 Rivalutazione del capitale sociale Totale Remunerazione del Capitale di Credito D) Remunerazione del capitale di rischio 399.186 361.675 377.125 Totale Remunerazione del Capitale di Rischio 974.384 913.826 1.116.156 E) Quote di riparto del reddito (ristorni) 971.200 740.750 0 8.018.241 5.464.632 2.569.958 8.018.241 5.464.632 2.569.958 69.669 65.641 85.389 F) Remunerazione dell’azienda Variazione delle riserve Totale Remunerazione dell’Azienda G) Movimento Cooperativo Fondi mutualistici (3% dell’utile) 232.000 206.582 206.583 Totale Movimento Cooperativo Contributi associativi 301.669 272.223 291.972 H) Contributi alla collettività 367.965 279.087 565.280 I) Spese sociali e mutualistiche (Soci e dipendenti) 612.652 457.459 251.523 82.532.203 70.441.669 74.170.166 VALORE AGGIUNTO GLOBALE NETTO 133 Appendice Nota esplicativa sulla determinazione del valore aggiunto globale netto Per la determinazione del Valore Aggiunto si è partiti dal Conto Economico del Bilancio Consolidato del Gruppo Cmc rettificando e/o riclassificando le voci in ottemperanza a quanto indicato nei Principi di Redazione del Bilancio Sociale (GBS). In particolare: 1. la voce A4) “Altri ricavi e proventi” è costituita dalla voce A5c) del Bilancio Civilistico al netto dei ricavi derivanti da rimborsi danni, rimborsi assicurativi e plusvalenze da alienazioni di macchinari. Tali proventi sono compresi nei ricavi della Gestione Straordinaria; 2. la voce A5) “Ricavi per produzioni atipiche” è costituita dalle voci A4) (incrementi di immobilizzazioni per lavori interni) e A5a) (patrimonializzazioni di partite ad utilizzazione differita) del Bilancio Civilistico; 3. la voce B6) “consumi di materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci” è costituita dalla somma delle voci B6) (costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci) e B11) (variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci) del Bilancio Civilistico; 4. la voce B7) “Costi per servizi” è costituita dalla voce B7) del Bilancio Civilistico al netto dei costi per spese sociali e mutualistiche verso soci e dipendenti (polizze infortuni dipendenti e familiari dipendenti); 5. la voce B8) “Costi per godimento di beni di terzi” è costituita dalla voce B8) del Bilancio Civilistico, 6. le voci B9) e B10) sono costituite rispettivamente, dalle voci B12) (accantonamenti per rischi) e B13) (altri accantonamenti) del Bilancio Civilistico; 7. la voce B11) “Oneri diversi di gestione” è costituita dalla voce B14) (oneri diversi di gestione) del Bilancio Civilistico al netto dei costi relativi alla remunerazione della Pubblica Amministrazione (Oneri Tributari ed Imposte varie), di quelli relativi al Movimento Cooperativo (Contributi Associativi), dei costi sostenuti per la collettività (sponsorizzazioni sportive e culturali, donazioni, manifestazioni culturali e ricreative, etc.) e di quelli sostenuti per spese sociali e mutualistiche verso soci e dipendenti (spese sociali, borse di studio, polizze sanitarie, etc.); 8. la voce C12) “Gestione Accessoria” è costituita dalle voci C15) (proventi da partecipazioni), C16) (altri proventi finanziari), C17) (interessi ed altri oneri finanziari) e D) (rettifica di valore di attività finanziarie) del Bilancio Civilistico al netto dei costi sostenuti per la remunerazione del capitale di credito (interessi passivi verso le banche e per il prestito sociale); 9. la voce C13) “Gestione Straordinaria” è costituita dalle voci E) (proventi ed oneri straordinari), B10d) (svalutazione dei crediti) e A5b) (uti- Appendice 134 lizzo fondi) del Bilancio Civilistico più i proventi non ordinari riclassificati dalla voce A) (valore della produzione) ed il risultato di pertinenza di terzi; 10. gli Ammortamenti della gestione sono costituiti dalle voci B10a) e B10b) del Bilancio Civilistico; Nota esplicativa sulla ripartizione del valore aggiunto globale netto Il Valore Aggiunto determinato come sopra viene ripartito secondo le seguenti modalità: 1. la Remunerazione del Personale A) costituita dalla voce B9) del Bilancio di Esercizio (Costo del Personale); 2. la Remunerazione della Pubblica Amministrazione B) costituita dalla voce 22) del Bilancio di Esercizio (Imposte sul Reddito) e da una parte della voce B14) del Bilancio di Esercizio (Altre Imposte e Tasse); 3. la Remunerazione del Capitale di Credito C) costituita da una parte della voce C17e) del Bilancio di Esercizio (Interessi passivi verso le banche, Interessi passivi sui mutui e Interessi passivi sul prestito da soci); 4. distribuzione al Movimento Cooperativo G) costituito dal 3% dell’utile di esercizio e da una parte della voce B14) del Bilancio di Esercizio (contribuuti associativi versati alla Lega delle Cooperative); 5. i Contributi alla Collettività H) costituiti da una parte della voce B14) del Bilancio di Esercizio (sponsorizzazioni varie, contributi per manifestazioni culturali, ricreative e sportive, donazioni varie etc.); 6. le Spese Sociali e Mutualistiche I) nei confronti di soci e dipendenti del Gruppo, costituiti da una parte della voce B14) del Bilancio di Esercizio (polizze sanitarie, polizze infortuni, borse di studio, pacchi natalizi, attività sportive, etc.), 7. il Risultato di Esercizio di Pertinenza del Gruppo, infine, viene considerato come segue: 8. Remunerazione del Capitale di Rischio D) e Quote di Riparto del Reddito (Ristorno) E), costituite rispettivamente, dal Dividendo dell’esercizio, dalla Rivalutazione del capitale Sociale e dal Ristorno come deliberati dall’assemblea dei Soci; 9. Distribuzione al Movimento Cooperativo G) in termini di distribuzione del 3% dell’utilte di Esercizio della Capogruppo ai Fondi Mutualistici; 10. Remunerazione dell’Azienda F) in termini di variazione netta delle riserve (risultato di esercizio al netto delle distribuzioni di cui sopra). Foto: Alberto Bevilacqua; Foto Zani; Foto Archivio CMC Grafica e coordinamento: TUTTIFRUTTI, Ravenna Impaginazione: Full Service, Ravenna Stampa: Grafiche Morandi, Fusignano