Progetti ORFEO 2 e 3 ORientamento, Formazione Ed Occupazione

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Progetti ORFEO 2 e 3 ORientamento, Formazione Ed Occupazione
Progetti ORFEO 2 e 3
ORientamento, Formazione Ed Occupazione detenuti
Relazione conclusiva azioni e attività
ottobre 2003/ottobre 2005
Soggetti attuatori:
Associazione AgeSoL - Agenzia di Solidarietà per il Lavoro Consorzio Nova Spes
Consorzio Sistema Imprese Sociali
Consorzio Sociale CS&L
Soggetto Finanziatore:
Provincia di Milano
Assessora all’integrazione sociale per le persone in carcere o ristrette nella
libertà
Assessore al lavoro e attività produttive
1
Ringraziamenti:
si ringraziano tutte le persone che a vario titolo hanno lavorato a questi
progetti con passione e professionalità e che hanno contribuito alla
stesura della relazione conclusiva.
Un grazie particolare a Francesca Corso e Mariella Fracasso della
Provincia di Milano che hanno sostenuto e contribuito fattivamente
alla realizzazione dei progetti fin dal 1999.
Dedica:
dedichiamo questo nostro lavoro a tutti i bambini e bambine che sono
nati durante lo svolgimento dei progetti ORFEO.
Una dedica speciale alla memoria di Cesare Maserati,
che rimarrà sempre nel ricordo di tutti noi, quale esempio d’impegno
positivo di riscatto e di reinserimento sociale.
Licia Rita Roselli
Direttrice AgeSoL e dei Progetti ORFEO
Milano, luglio 2006
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Premessa
La situazione del mercato del lavoro ovvero dal fordismo al postfordismo
La transizione dal fordismo al postfordismo viene definita come il passaggio da un regime
produttivo caratterizzato dalla “carenza” a un regime produttivo definito dall' ”eccedenza”.
Di fatto viviamo un mondo paradossale. Il primo paradosso sta nel fatto che il venir meno
dell'«impiego» non equivale affatto alla «scomparsa del lavoro». Anzi, nel postfordismo il
lavoro, inteso come complesso di azioni, performances, si estende sempre più fino ad investire
l'intera esistenza sociale. Oggi siamo di fronte ad un elevato processo di scomposizione e
frammentazione di tutto ciò che concorre a definire la sfera produttiva, economica, sociale e
spaziale: una realtà che non può essere descritta in modo univoco e omogeneo.
Il postfordismo si caratterizza per un tipo di produzione basata grandemente sulla produzione di
servizi e la trasformazione della conoscenza e dei saperi, per realizzare merci personalizzate ad
alto tasso di specializzazione e a decadimento temporale, distribuiti in tempo reale. Un tipo di
produzione a carattere transnazionale che si fonda sulla cultura del limite in uno scenario dove
è il primato delle reti di relazione ad affermarsi come fattore produttivo e in cui le qualità del
territorio sono messe direttamente in produzione.
Una conferma di ciò è la nuova divisione del lavoro basata non più solo sulla specializzazione
produttiva e organizzativa (progettazione, esecuzione e valorizzazione), ma sui saperi e
sull'area di provenienza, ovvero sulla propria esperienza di vita e di nascita. Il livello
d’istruzione e di saperi, così come il colore della pelle, definiscono una nuova segmentazione
qualitativa del mercato del lavoro, che vede i lavoratori più specializzati in termini di saperi
adibiti ad attività cognitive, quelli più specializzati in termini di competenze tecniche e mestiere
adibiti alle attività flessibili di tipo esecutivo-materiale, i migranti ( o comunque i soggetti
socialmente più svantaggiati) adibiti in maggioranza ai lavori servili.
In questo scenario, che riguarda non solo il nostro territorio provinciale milanese ma attiene al
livello globale, si inserisce l’agire di AgeSoL e dei Consorzi soci con cui si sono realizzati
operativamente i progetti di orientamento al lavoro dal 1999 al 2005.
I dati che illustriamo di seguito sono la dimostrazione di quanto si è riusciti a fare, non
sottacciamo i tanti nodi che ancora restano da risolvere, ma comunque crediamo siano da
sottolineare i risultati ottenuti nel cambiamento.
Sintesi dei risultati dei progetti d’orientamento e inserimento lavorativo 1999/2005
Progetto
Anni di
svolgimento
Persone con
percorso
d’orientamento
Persone
inserite al
lavoro
1999/2001
651
417
117
Progetto Cercare Lavoro
2001/2002
1.446
613
221
Progetto ORFEO
2002/2003
1.041
356
70
Progetto ORFEO 2
ed Euridice 2
2003/2005
1.417
531
116
2005
408
261
59
4.963
2.178
583
Progetto Sportelli
Progetto ORFEO 3
Totale
1
1
Persone contattate
con il Progetto
4
3
Nel 1999 AgeSoL ha iniziato l’attività d’orientamento ed inserimento al lavoro con il Progetto Sportelli, finanziato dalla Provincia di
Milano; quindi negli anni a seguire ha costituito delle A.T.S. con i Consorzi di cooperative che già realizzavano attività dentro/fuori di
formazionee d’inserimento lavorativo di detenuti (Consorzio Nova Spes, Consorzio SIS, Consorzio CS&L), per gestire i progetti
d’orientamento ed inserimento lavorativo finanziati su diversi bandi della Provincia di Milano (ed anche dalla Regione Lombardia progetto Euridice).
2
Si ricorda che il progetto Euridice (2003/2004) si è caratterizzato per le azioni di sensibilizzazione alle imprese a compendio dei
progetti ORFEO ed ORFEO 2 e non per le azioni vere e proprie di presa in carico di utenti.
3
Per quanto riguarda il Progetto ORFEO 3, i risultati conseguiti sembrano minori di quelli dei progetti precedenti perché sia il
finanziamento sia la durata sono di molto inferiori rispetto agli altri: infatti la durata effettiva è stata di sei mesi.
4
Attualmente è in corso il progetto Multimisura ORFEO 4, novembre 2005/dicembre 2006, gestito da ATS formata dagli stessi
partner.
3
Si rileva che delle persone contattate nel corso degli anni: poco meno della metà - il 44% circa
- aveva i requisiti per intraprendere un percorso d’approfondimento e di orientamento al lavoro,
di questi per il 27% si è reperita una postazione lavorativa:quindi un utente su tre ha concluso
il percorso d’orientamento con l’ inserimento lavorativo.
Le attività dei progetti (causa le diverse fonti di finanziamento) si sono svolte con modalità
differenti, di conseguenza si sono utilizzati strumenti di rilevazione/monitoraggio/valutazione
diversi, per cui non è sempre possibile confrontare dati omogenei per tutte le categorie di
intervento.
Nel tempo con la costituzione di Associazioni Temporanee di Scopo e l’avvio della gestione delle
azioni di orientamento/avviamento al lavoro con i Consorzi di Cooperative del privato sociale
che da anni operano su questi temi nelle carceri e fuori, si è ampliato il raggio di attività e il
numero degli operatori (con professionalità diverse secondo le funzioni/azioni) aggiungendo e
modificando l’intervento col mutare della popolazione carceraria e dei bisogni, in un costante
confronto con gli operatori penitenziari e dei servizi/associazioni operanti nelle carceri e sul
territorio.
Tutto ciò si è sempre scontrato sia con una limitata varietà d’offerte lavorative, per l’aggravarsi
della crisi economica che colpisce tutti i soggetti ed a maggior ragione quelli più deboli sul
mercato del lavoro, sia con la professionalità della maggioranza degli utenti che risulta piuttosto
generica e con la loro età piuttosto elevata per le esigenze del mercato.
I casi trattati non sono ovviamente omogenei e poco generalizzabili, alcuni sono stati esauditi in
tempi abbastanza ragionevoli, altri hanno richiesto interventi molto complessi, per altri ancora
si è dovuto abbandonare per svariati motivi.
Il bisogno preponderante rilevato è sicuramente una collocazione lavorativa “urgente” e che
porti ad un realizzo economico stabile e possibilmente adeguato al costo della vita.
La condizione socioeconomica prevalente degli utenti evidenzia la stretta necessità di un lavoro
e di un reddito pieno e continuato, inoltre non tutti hanno la possibilità di muoversi con un
mezzo proprio e questo limita ulteriormente il ventaglio delle possibilità d’inserimento
lavorativo. Parecchi interventi hanno visto percorsi articolati, necessitando di molto tempo e
riprogettazione in itinere, col coinvolgimento di molteplici figure.
Altro capitolo sono i detenuti od ex detenuti stranieri la cui problematicità primaria risiede nel
possesso o meno del permesso di soggiorno, con situazioni abitative/familiari instabili o
inesistenti.
I profili dei detenuti in stato di restrizione comportano il confronto con: avvocati, operatori
sociali, volontari, educatori e direzioni penitenziarie, per comprendere l’effettiva fattibilità di
accedere ad una misura alternativa al carcere. Questo dilata notevolmente i tempi d’attuazione
di un progetto, in contrasto con i tempi delle aziende che, qualora fossero disponibili ad un
inserimento, rispondono al ritmo e alle necessità del mercato e che talvolta esprimono il
desiderio di avere un contatto diretto con i candidati.
Si nota un andamento dei risultati oscillante negli anni, nonostante le potenzialità dei progetti si
siano talvolta anche amplificate, sia in termini di durata sia di finanziamenti ottenuti.
Non è certo venuta meno la capacità operativa: infatti si sono potenziate e affinate le
professionalità degli operatori e le azioni, si nota quindi evidente la modifica e la flessione della
domanda di lavoro, che in momenti di contrazione allontana in prima battuta le figure più
problematiche o comunque segnate da percorsi di disagio sociale.
La filosofia di fondo che ha accompagnato negli anni il nostro agire è di costruire progetti
d’orientamento/inserimento personalizzati, comporre quindi percorsi d’inserimento “mirati”.
L’obiettivo generale è stato di sperimentare azioni e attività per giungere ad un modello di
servizio di politiche attive del lavoro, strutturato sul soggetto preveniente da percorsi penali, e
di consegnarlo alla Provincia di Milano quale soggetto finanziatore,, affinché lo comprenda tra i
servizi per l’occupabilità delle persone disoccupate.
Licia Rita Roselli
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Progetto ORFEO 2
5
ORientamento, Formazione Ed Occupazione detenuti
Relazione Finale
ottobre 2003/marzo2005
1. Premessa
L’art. 4 della Costituzione, garantisce, valorizza e promuove il Lavoro, riconoscendo la
piena libertà d’accesso e di scelta delle attività lavorative o delle professioni e al tempo
stesso il diritto all’astensione da qualsiasi interferenza nella scelta, nel modo d’esercizio e
nello svolgimento delle medesime.
La Costituzione Italiana esplicitamente stabilisce, all’art. 27, che la pena irrogata ad un
condannato deve tendere essenzialmente ai fini rieducativi.
Uno strumento indispensabile per raggiungere questo scopo è senza dubbio il lavoro.
L’art. 20, comma 2 dell’Ordinamento Penitenziario precisa che il lavoro penitenziario non
ha carattere afflittivo ed è remunerato. Il quinto comma della norma dispone inoltre che
l’organizzazione ed i metodi del lavoro penitenziario devono riflettere quelli del lavoro nella
società libera, al fine di far acquisire ai detenuti una preparazione professionale adeguata,
per agevolarne l’inserimento sociale.
Ecco perché il lavoro, indipendentemente dalla sua importanza intrinseca per ciascun
individuo, acquista una particolare valenza in rapporto al mondo della detenzione.
Il lavoro si pone quindi come alternativa concreta al reato, sia durante la fase della
detenzione quale elemento di rieducazione, sia nella fase post-detentiva al fine di
escludere il ricorso al crimine quale cespite di sopravvivenza.
Il detenuto deve essere avviato a percorsi d’inserimento al lavoro non tanto per essere
sottratto all’ozio avvilente, quanto perché il lavoro è un dovere sociale, è un diritto
costituzionale, è un essenziale strumento di rieducazione, con notevoli vantaggi anche di
ordine psicologico e sociale.
Per porre rimedio alla carenza di opportunità di lavoro, la società libera è chiamata a
concorrere con impegno, di concerto con l’Amministrazione Penitenziaria, attivando proficui
collegamenti con l’esterno, direttamente con il mondo del lavoro, ma anche con le
istituzioni ed in primo luogo con Regioni ed Enti locali, secondo anche il recente Decreto
Legislativo 297/2003 che demanda a Regioni e alle Province la gestione del cosiddetto
“nuovo collocamento”. Diversamente, continuerà a gravare sul carcere e sulla postdetenzione il circolo vizioso che pone detenuti ed ex detenuti ai margini dell’attività
produttiva e della società, con forte rischio di reiterazione dei reati commessi.
5
Il progetto ORFEO 2 è stato finanziato inizialmente dall’Assessorato Lavoro della Provincia di Milano da ottobre 2003/ottobre
2004, quindi il finanziamento è stato prorogato fino al 31 marzo 2005, con un piccolo contributo dell’Assessorato Diritti delle persone
ristrette nella libertà della Provincia di Milano (con la denominazione V.I.L. Verso l’Integrazione Lavorativa). per comodità
espositiva seguito si relazionerà su tutto l’arco temporale del progetto chiamandolo ORFEO 2
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Sviluppare attività che favoriscano il lavoro all'interno e all'esterno del carcere, raccordarsi
con tutte le realtà di volontariato e sociali per aumentare opportunità abitative e di
accompagnamento al reinserimento, sostenere le famiglie, sperimentare azioni di
risarcimento e di gestione della pena senza passare dal carcere, sostenere azioni concrete
per offrire alternative alla pena del carcere, tenendo conto delle esigenze di sicurezza ma
anche che il tempo passato in carcere ha una sua dimensione di afflittività superiore al
tempo vissuto in un contesto di normalità, sono obiettivi che i soggetti promotori del
progetto ORFEO si impegnano a portare avanti da molti anni.
2. Obiettivi del Progetto
Questo progetto - OR.F.E.O 2 – ha proseguito nello sviluppo organico d’azioni
d’orientamento al lavoro, d’accompagnamento e sostegno (precedute da fasi
d’informazione/accoglienza) tali da perseguire sia l’ingresso in percorsi formativi che la
successiva integrazione lavorativa delle persone giovani e adulte:
•
•
•
•
detenute negli Istituti Penitenziari siti nel territorio della Provincia di Milano (San Vittore,
Opera, Bollate, Monza)
ex detenute,
sottoposte a misure alternative o in detenzione domiciliare,
eventualmente segnalate dalle diverse direzioni del Centro Giustizia Minorile (C.G.M.).
Lo scopo finale è: la promozione dell'inserimento sociale, attraverso la formazione,
l’orientamento e il lavoro, di giovani ed adulti ristretti nella libertà, superando le difficoltà
strutturali del mercato del lavoro, i vincoli della condizione detentiva e i luoghi comuni
associati alla figura del detenuto, in un'ottica di equiparazione ad ogni altra persona.
Il progetto si è basato sulla pluriennale esperienza di:
• Progetto “Sportelli” di AgeSoL, 1999/2000; sostenuto dalla Provincia di Milano
• Progetto Formativo “Meglio Fuori” di Provincia di Milano e AgeSoL, 1999/2000;
• Progetto “Cercare Lavoro”, co-finanziato dalla Regione Lombardia (con risorse del
Protocollo d’intesa Ministero della Giustizia e Regione Lombardia) e dalla Provincia di
Milano e realizzato nel periodo 2001/2002 da apposita A.T.S. (costituita da: Consorzio
Nova Spes, AgeSoL, Consorzio CS&L, Consorzio SIS);
• Sulle pluriennali esperienze c/o l’IPM Beccaria ed il Centro Giustizia Minorile attivate dal
Consorzio CS&L;
• sulle risultanze del I° Progetto Multimisura ORFEO, 2002/2003 realizzato da apposita
A.T.S. (tra: Provincia di Milano, Consorzio Nova Spes, AgeSoL, Consorzio CS&L,
Consorzio SIS, Fondazione Enaip)
• sulle risultanze del Progetto Euridice, realizzato da medesima A.T.S. e finanziato dalla
Regione Lombardia e Provincia di Milano, anno 2002/2004.
Si è dimostrato rilevante configurare un modello d’intervento complesso, in cui
interagiscono soggetti del privato sociale e dell’Istituzione Provinciale - titolare delle
Politiche della Formazione e del Lavoro e dei diritti di cittadinanza - che si collegano
strettamente alle istanze dell’Amministrazione Penitenziaria: Direzioni degli Istituti,
Provveditorato Regionale, Centro Giustizia Minorile, ex C.S.S.A oggi UEPE.
6
3. Aree d’attività
ORFEO 2 ha proseguito con un modello di welfare mix per realizzare azioni, già avviate
con progetti precedenti in tema di orientamento e di accompagnamento al lavoro rivolte alla
popolazione sottoposta a differenti misure restrittive o al termine del periodo di pena:
a) una prima area di bisogni relativa all’accesso, alla conoscenza e all’informazione
delle tematiche del mercato del lavoro e dell’accesso all’impiego. In una società in
continua evoluzione, i soggetti ristretti nella libertà personale restano ad alto rischio di
esclusione da precise e puntuali informazioni e dai conseguenti percorsi formativi ed
occupazionali.
Da qui nasce l’esigenza di informare i detenuti dei profondi cambiamenti legislativi e di
scenario in atto, quali l’assunzione da parte dell’Amministrazione Provinciale delle
competenze in materia di politica del lavoro, lo sviluppo di nuove forme di lavoro,
l’evoluzione della normativa e dei servizi dell’impiego - aperti anche al privato -, le nuove
forme contrattuali, al fine di conseguire un livello adeguato di conoscenza propedeutica alle
scelte successive.
b) Una seconda area ha riguardato i servizi d’orientamento finalizzati all’inserimento
nei percorsi di formazione ed a quelli di reinserimento lavorativo di detenuti ed exdetenuti.
Nella concezione attuale l’orientamento viene definito come: “… un processo continuo, di
carattere essenzialmente formativo e finalizzato ad aiutare l’individuo ad affrontare
momenti relativi a situazioni di scelta o di presa di decisione, e in particolare
nell’inserimento in nuovi contesti lavorativi e nell’assunzione di ruolo. L’utilizzo di colloqui
orientativi, a valenza ‘psico-sociale’, consentono all’individuo, anche ristretto nella libertà, di
conoscere e valutare se stesso in modo di potersi coinvolgere in un progetto personale di
formazione e di accesso all’impiego”.
c) Il terzo ordine di bisogni si è collocato a livello “educativo” e di counseilling
orientativo attivato nei confronti del singolo individuo ristretto e nasce dalla considerazione
che molti dei soggetti reclusi sviluppano dipendenza da servizi. Spesso si tratta di persone
giovani ed adulte alla ricerca di qualcuno che “si occupi di loro”, con l’aspettativa che siano
altri a prendere decisioni che li riguardano, consentendo loro di evitare una personale
assunzione di responsabilità. L’intervento intendeva sviluppare l’autonomia e le capacità
progettuali delle persone, attraverso un processo di attivazione di e per se stessi, nonché di
autopromozione e valorizzazione.
d) Infine, quale area relativa al percorso d’inclusione lavorativa, si rendono
opportune azioni di tirocinio, di accompagnamento del detenuto nella ricerca guidata
di occasioni lavorative e di servizi di tutoraggio personalizzato nel contesto di
lavoro6.
Oltre alle azioni rivolte ai destinatari finali, per il rafforzamento del sistema sono state
anche previste azioni di sistema al fine di:
•
migliorare l’andamento e lo svolgimento organizzativo, facilitando i flussi delle
comunicazioni fra i differenti attori progettuali, nonché fra questi e le istituzioni
preposte (in primis la Amministrazione Penitenziaria e Provinciale);
•
migliorare ed ampliare le conoscenze e le competenze professionali degli operatori.
6
Gli incentivi economici individuali agli utenti finali hanno fatto riferimento anche alla risorsa del Fondo Nazionale per
l’Occupazione, mediante destinazione specifica riservata a cura della Provincia di Milano.
7
4. Durata del progetto
Tenendo conto che il Progetto ORFEO 2 è il naturale proseguimento del Progetto
Multimisura ORFEO (e il completamento del Progetto Euridice - aprile 2003/aprile 2004),
che è terminato il 30 settembre 2003, per dare continuità ed efficacia alle azioni, per non
creare disagi all’utenza già particolarmente svantaggiata si considererà comunque l’avvio a
far data dal 1 ottobre 2003, inizialmente per una durata di 12 mesi di lavoro effettivi fino al
30 ottobre 2004, prorogato poi con ulteriore piccolo finanziamento della Provincia di Milano
fino al 31 marzo 2005
5. Partenariato
I soggetti che hanno realizzato il Progetto ORFEO 2 sono quattro realtà del privato sociale,
in forte sinergia con la Provincia di Milano:
1. Consorzio Nova Spes, consorzio di cooperative sociali, esperto nella promozione e
gestione di ambiti lavorativi dentro e fuori le istituzioni carcerarie, titolare di progetti nelle
carceri di Opera, San Vittore, Monza e Bollate nonché in altre province lombarde (Busto
Arsizio, Pavia, Lodi, Bergamo, Como, Voghera). Il Consorzio realizza progetti di supporto
ed accompagnamento al lavoro di persone ex detenute.
2. Agenzia di Solidarietà per il Lavoro, AgeSoL organizzazione esperta nella
sperimentazione di progetti, strategie, metodi e strumenti per la promozione
dell’inserimento lavorativo di soggetti ristretti nella libertà personale.
3. Consorzio Sistema Imprese Sociali, SIS, con esperienza nella progettazione e
realizzazione di percorsi formativi e poli produttivi all’interno ed all’esterno degli Istituti
Penitenziari di San Vittore, Opera, Bollate, Monza.
4. Consorzio Sociale CS&L (già Consorzio Lavorint e Cascina Sofia) con esperienza nel
sostegno ed accompagnamento dei processi d’integrazione lavorativa e negli inserimenti
lavorativi di soggetti svantaggiati, adulti e minori.
6. Ripartizione dei compiti tra i partner
•
•
•
•
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Consorzio Nova Spes ha gestito prevalentemente le azioni A1, A2, C1, negli Istituti di
Milano San Vittore, Milano Opera e Monza, la gestione dell’orientamento per i soggetti
non reclusi, la sede e la Segreteria Generale del progetto.
AgeSoL, Agenzia di Solidarietà per il Lavoro, ha gestito la Direzione e il Coordinamento
del Progetto, la Segreteria di Direzione, alcune azioni D2, i gruppi A1 per gli operatori
del sistema.
Consorzio SIS ha realizzato prevalentemente le azioni A1, A2, C1, nell’Istituto di Milano
Bollate, nonché buona parte delle azioni D2 e D4.
Il Consorzio Sociale CS&L ha realizzato alcune azioni A2 e C1 per soggetti non reclusi,
tutta l’azione D1, parte delle azioni D2 e D4.
7. Descrizione delle azioni del Progetto
Le azioni successivamente dettagliate sono state definite mantenendo le titolazioni
dei bandi Multimisura, al fine di consentire sia la continuità sia la confrontabilità con
il precedente Progetto Multimisura ORFEO 2002/2003.
A1 Incontri di Informazione Orientativa, piccoli gruppi dentro le carceri per detenuti
Incontri volti a fornire ai detenuti, destinatari finali, le informazioni necessarie a conoscere il
sistema locale dell’offerta formativa e dei possibili sbocchi occupazionali, nonché le
opportunità di sostegno atte a favorire l’integrazione lavorativa delle fasce deboli.
Si prevedeva la realizzazione di circa 50 piccoli gruppi di due ore ciascuno,
mediamente composti da dieci persone, di cui alcuni gruppi saranno rivolti all’utenza
straniera.
Totale azione A1: max 50 gruppi di 2 ore ciascuno per max 500 persone per totale
max ore 100
A2 Colloqui individuali di accoglienza da svolgersi sia all'esterno che all'interno delle
carceri milanesi
Colloqui individuali svolti all'esterno del carcere per persone ex detenute o ristrette nella
libertà, e all'interno delle carceri milanesi; tesi a valutare il livello di occupabilità della
persona. La definizione di specifici obiettivi orientativi, scaturirà da parte del soggetto
attivato ad analizzare i propri bisogni di formazione, di alfabetizzazione, di accesso alle
informazioni. Sarà possibile prevedere rinvii ad altri servizi al fine di rispondere a differenti
necessità sociali.
1 colloquio individuale di 1 ora ciascuno (la suddivisione dei colloqui si farà secondo la
capienza dell'istituto, la tipologia delle persone e secondo la richiesta delle persone ristrette
nella libertà).
Totale max 560 persone, per un totale ore 560
C 1 Colloqui individuali di orientamento, da svolgersi sia all'interno che all'esterno
delle carceri, rivolti a detenuti/e, soggetti ristretti nella libertà, ex detenuti/e (in
questa azione sono inseriti anche azioni C4)
Colloqui individuali, da svolgere all’interno e all’esterno degli Istituti, per enucleare con gli
utenti risorse, vincoli, opportunità formative e professionali, identificare e riaggregare le
potenzialità individuali, sostenere l’utente nella predisposizione di un progetto realistico,
verificabile e completo nei suoi elementi interni.
Max 470 persone detenute ed ex detenute adulte, mediamente 3 ore di colloqui
individuali per utente , monte ore totale max 1.400 ore
Questa azione risulta essere un passaggio logico, in quanto snodo tra il primo contatto (A1)
e la possibilità di accedere alle diverse azioni incentrate sull’inserimento lavorativo (D1 –
D2 – D4).
D1 Accompagnamento e supporto individuale nella ricerca attiva del lavoro per
persone ristrette nella libertà oppure ex detenute, esterne agli istituti penitenziari
Supportare il soggetto nella gestione della ricerca attiva del lavoro, far acquisire un metodo
di ricerca attiva del lavoro, infine sviluppare una capacità di autopromozione della persona;
con colloqui individuali, utilizzo di strumenti informatici e cartacei, visite ed
accompagnamenti sul territorio.
Colloqui/azioni individuali solo per persone esterne al carcere, sono stati previsti max 15
utenti, max ore per azione 20. Totale monte ore max 300
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D 2 Tutoraggio all’inserimento lavorativo
Favorire un adattamento produttivo e realizzante nell’ambiente di lavoro, mediante
supporto nella fase d’inserimento, accompagnamento e verifica dell’inserimento,
elaborazione di strategie nella tenuta del lavoro. Questa azione è stata finalizzata
principalmente a potenziali consolidamenti del rapporto di lavoro, di varia natura come
previsto anche dalle nuove regole e strumenti del mercato del lavoro.
Max 20 azioni (detenuti/e, detenuti/e in misure alternative ed ex detenuti/e)
Totale, max 20 persone per max 30 ore, monte ore 600
D 4 Tutoraggio work experience e tirocini di orientamento, stage, borse lavoro
Accompagnare e supportare l’utente, ristretto nella libertà o ex detenuto, nell’acquisizione o
potenziamento delle conoscenze lavorative di base, in un progetto professionale o di
presocializzazione al lavoro. Questa azione non si è finalizzata a stabilizzazione del
rapporto di lavoro in seguito a tirocinio/stage/borsa lavoro, stante la peculiarità dell'utenza,
altamente problematica e plurisvantaggiata.
Previsti max 50 tutoraggi, di max 30 ore, totale max monte ore 1.500
A1 Incontri d’informazione per operatori del sistema carcerario e del territorio
Incontri rivolti agli operatori del sistema e del progetto circa le informazioni, le innovazioni
legislative nonché le opportunità di sostegno atte a favorire l’integrazione lavorative delle
fasce deboli. Incontri ad hoc saranno programmati anche per la conoscenza del progetto
stesso.
15 gruppi per gli operatori del sistema penitenziario milanese e del progetto ORFEO
2, nonché a gruppi organizzati di detenuti su specifici progetti.
Totale 15 gruppi. Incontri della durata di 2 ore per gruppo. Durata totale dell’azione di
sistema 30 ore.
Azioni preventivate ORFEO 2
A1 Gruppi (max 50 gruppi utenti)
A2 Colloqui individuali
C1/C4 Colloqui individuali, Counselling
D1 Accompagnamento Ricerca lavoro
D2 Tutoraggio inserimento lavorativo
D4 Tutoraggio tirocini
A1 Gruppi di sistema
Operatore ricerca aziende
Coordinamento
Direzione Valutazione e monitoraggio
Diffusione risultati
Amministrazione
10
ore
per azione
2
1
3 o 10
max 20
max 30
max 30
2
ore
totali
100
560
1.400
300
600
1.500
30
160
650
450
forfait
forfait
azioni
totali
500
560
470
15
20
50
150
AZIONI SVOLTE DALL’EQUIPE DI NOVA SPES
AZIONI SPORTELLO ESTERNO
Nel complesso le attività dello Sportello Esterno si sono svolte regolarmente e senza
soluzione di continuità rispetto al progetto precedente, con due operatori che si sono
dedicati tre giorni alla settimana ai colloqui individuali.
Non sono stati previsti incontri informativi di gruppo.
L'accesso allo sportello esterno è avvenuto attraverso due canali:
1. le richieste di colloquio pervenute telefonicamente. In questo caso la segreteria
provvede a fissare un primo appuntamento con gli operatori di orientamento.
Qualora la persona fosse in condizioni particolari e si rendesse necessaria
l'autorizzazione da parte del tribunale competente, viene inviata - all'avvocato o
all'utente - una lettera o un fax per la richiesta.
2. le segnalazioni pervenute da servizi pubblici (UEPE, Servizi di Inserimento
lavorativo di ASL) e privati (associazioni di varia natura presenti sul territorio). In
questo caso, è stata predisposta un'apposita scheda di segnalazione in cui gli
operatori invianti annotano, insieme alle generalità, una valutazione del candidato.
Il percorso può essere poi concordato e monitorato con il servizio inviante.
Percorso d’ orientamento
Il percorso proposto agli utenti prevede un colloquio di accoglienza (A2) e almeno due/tre
colloqui (C1) di approfondimento della conoscenza con finalità orientativa.
Ore realizzate
Di seguito sono riportate le ore realizzate dagli operatori dello sportello esterno nell'ambito
del progetto Orfeo 2 e rendicontate.
Assegnate
Rendicontate
ore
utenti
ore
utenti
A2
100
100
100
100
C1/C4
650
170
653
173
L’elevato numero di richieste pervenute allo sportello esterno, spesso non idonee all’offerta
del servizio, ha richiesto un impegno considerevole da parte degli operatori: sia in termini
di numero di colloqui sia di numero di ore dedicate all’attività di back office.
Pertanto risulta altresì complesso rendicontare precisamente le ore dedicate e la situazione
degli utenti in carico.
Avvii al lavoro
Nell'ambito delle attività dello sportello esterno sono state avviate al lavoro 47 persone
Tipologia di contratto:
Borse Lavoro erogate dal CSSA 2003-2004: 10
Contratti d’assunzione/collaborazione: 29
Tirocini FNO (Provincia di Milano): 6
Volontari: 2
11
Reperimento postazione
Postazione reperita dagli operatori del Progetto (equipe aziende, equipe tutor ed equipe
orientatori): 34
Postazione reperita attraverso attività di consulenza fornita dall’operatore
dell’orientamento: 13
Collaborazione equipe aziende
Al fine di consentire una maggiore e più proficua collaborazione fra gli operatori dello
sportello esterno e quelli dell'equipe aziende del progetto Euridice, è stata calendarizzata
una riunione quindicinale per facilitare il confronto e la discussione sui singoli casi, con
l'obiettivo di progettare percorsi di reinserimento praticabili, nonché la realizzazione di un
efficace matching utenti/aziende.
E' stato predisposto un database/promemoria che consente di tenere traccia di quanto
stabilito, dei tempi in cui realizzarlo e della relativa distribuzione dei compiti.
La Rete, i servizi e il territorio
In questo periodo, in continuità con le attività degli anni precedenti, è stata rinsaldata e
ulteriormente sviluppata la rete dei contatti con le realtà operanti sul territorio: Ser.t,
assistenti sociali dei comuni, associazioni specializzate in precisi campi di intervento
(Associazione Naga per gli stranieri, comunità residenziali e centri diurni per
tossicodipendenti, Segreteria Carcere della Caritas Ambrosiana, Associazione Incontro e
Presenza, Associazione Il Bivacco, Coop. A&I, Celav, etc).
Tale lavoro di rete si è rivelato uno strumento prezioso e insostituibile per affrontare la
complessità richiesta dagli interventi e dai percorsi, e per orientare nella maniera più
efficace possibile le persone ai servizi presenti sul territorio.
AZIONI PRESSO CASA CIRCONDARIALE DI MILANO SAN VITTORE
Il progetto prende avvio ai primi di gennaio 2004 con un incontro tra la Direzione della
Casa Circondariale, l’operatrice del progetto Orfeo e il funzionario della Provincia di Milano.
Si definiscono tempi e modalità di lavoro. Viene coinvolto anche un volontario che da
sempre si occupa dell’iscrizione all’ufficio del collocamento obbligatorio dei detenuti invalidi
civili.
Viene preparato un volantino di presentazione del progetto e un foglio di “istruzioni” per
l’accesso al servizio della Provincia per l’iscrizione al Centro per l’Impiego. I volantini
vengono esposti nelle bacheche dei raggi, in tutti i piani. Vengono anche predisposti moduli
ad hoc per la richiesta di partecipazione alle attività del progetto disponibili presso gli uffici
degli scrivani di reparto.
Si decide di fare una riunione con gli scrivani dei raggi per illustrare il progetto e addestrarli
nella raccolta e primo filtro delle domande di partecipazione al progetto. Dovranno svolgere
attività di sensibilizzazione e attivazione dei detenuti presenti in carcere (il turn over è
altissimo a causa di continui trasferimenti).
Le attività di gruppo si svolgono presso la scuola al terzo raggio e sono organizzati con
l’ausilio degli agenti preposti. I gruppi al COC (Centro di Osservazione Clinica
prevalentemente tossicodipendenti), al femminile e per i detenuti “protetti” si svolgono nei
12
rispettivi raggi e ognuno ha una modalità diversificata di organizzazione e accesso (questo
sulla base delle singole esigenze organizzative di reparto).
Presso l’ufficio educatori sono presenti dei moduli per la segnalazione da parte dei vari
operatori volontari o penitenziari di casi particolari.
PECULIARITA’ DEL CONTESTO:
in questo carcere sono presenti detenuti che per quasi l’85 % sono in attesa di giudizio.
Di questi quasi il 70 % sono extracomunitari e/o tossicodipendenti.
I detenuti definitivi presenti nel reparto penale sono già occupati in attività lavorative e
sono già molto sostenuti dagli operatori o dai volontari presenti. Per questa ragione si
decide, in accordo con il funzionario della Provincia di rivolgere l’attenzione anche ai
soggetti stranieri e ai detenuti tossicodipendenti con attività essenzialmente
d’orientamento.
Si organizzano dei gruppi specifici per gli stranieri nei quali l’attenzione è particolarmente
rivolta alla spiegazione della legge vigente in materia di immigrazione. Vengono
successivamente presi in considerazione quegli stranieri che hanno particolari condizioni di
favore (o già in possesso di permesso di soggiorno, o con reati particolarmente leggeri o
che hanno familiari italiani) e quindi sostenuti (in accordo anche con gli operatori
dell’Associazione Naga con la quale abbiamo fatto un accordo di collaborazione) per
individuare percorsi specifici di regolarizzazione.
Per i soggetti tossicodipendenti si sono svolte azioni di orientamento in accordo con gli
operatori del SerT al fine di non intralciare le prioritarie esigenze di cura, e con i volontari
del Progetto Ekotonos.
In molti casi abbiamo avuto colloqui A2 con detenuti che non hanno posizioni giuridiche
definite (in attesa di giudizio), che non hanno mai effettuato colloqui con operatori
penitenziari e che sono alla prima carcerazione. In questi casi il colloquio non solo verte
sulla raccolta e organizzazione delle informazioni utili ad un orientamento lavorativo ma
soprattutto a spiegare ed orientare rispetto ai servizi interni al carcere e ad un lavoro di
“accoglienza” emotiva delle problematiche personali.
Grande collaborazione si è avuta dagli agenti e dai detenuti scrivani nella segnalazione dei
casi.
Buona la collaborazione con gli operatori delle altre Associazioni (di volontariato e non).
Ottima la collaborazione dell’educatrice di riferimento, che si è dimostrata molto efficiente
nel sostenere tutta l’organizzazione del progetto.
Ottima anche la collaborazione con l’operatrice del Celav che ha preso in carico alcuni
detenuti da noi segnalati al fine di concedere Borse Lavoro del Comune di Milano.
NOTE CARATTERISTICHE:
il lavoro svolto presso questo istituto ha avuto (come negli anni precedenti) più valore di
sostegno emotivo e orientamento personale che una possibilità reale d’inserimenti lavorativi
esterni.
RISULTATI DELL’ATTIVITA’:
• Sono stati effettuati 13 gruppi. Di questi due presso la sezione femminile, tre presso la
sezione tossicodipendenti, tre presso la sezione protetti (più bisognosi in quanto sono
rari i contatti che hanno con l’esterno) tre esclusivi per stranieri e tre per detenuti
italiani. (Uno dei gruppi per stranieri è stato fatto presso la sezione protetti)
• Sono stati effettuati 142 colloqui A2, essenzialmente impostati sull’orientamento e sul
sostegno alla persona, con qualche accenno alle problematiche lavorative (tutti
13
•
chiedono il lavoro ma prima è bene che sappiano declinare correttamente le priorità che
si presentano al momento della costruzione di un progetto di vita che includa la
possibilità di lavorare). Di questi 42 sono stranieri.
Tra i detenuti che hanno partecipato alle azioni A1 e A2 sono stati scelti 40 soggetti che
hanno proseguito con percorsi C1. Di questi 14 sono cittadini stranieri. Per otto di questi
è stato fatto un lavoro congiunto con l’Associazione Naga che ha avuto come fine la
possibilità di ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno.
AZIONI PRESSO CASA DI RECLUSIONE DI MILANO OPERA
Il progetto OR.F.EO2 all’interno della Casa di Reclusione di Milano Opera si è avviato
ufficialmente nel gennaio 2004, quale proseguimento della prima edizione del medesimo.
Questa condizione ha fatto sì che gli operatori interni ed i detenuti stessi conoscessero già
la procedura e come il progetto intendeva svilupparsi e fin dall’inizio l’adesione da parte
degli utenti è stata massiccia.
L’attenzione si è concentrata principalmente sulle sezioni “comuni” (maschile e femminile) e
“attenuata”, mentre nelle sezioni “alta sicurezza” e “protetti” gli interventi si sono limitati
all’azione A1, come convenuto con gli educatori e la direzione.
La collaborazione da parte dell’area “trattamentale” e degli agenti di reparto è sempre stata
piuttosto ampia e puntuale, con continui reciproci aggiornamenti delle situazioni individuali.
L’affissione dei bandi nelle sezioni ha avuto un esito positivo e, si è definito, a differenza
degli anni precedenti, che la raccolta delle “domandine” per poter partecipare agli incontri
d’orientamento fosse indirizzata all’area educativa, per mancanza di bibliotecari di sezione,
anche se questo procedimento ha effettivamente rallentato le fasi del progetto.
Si è comunque positivamente rafforzato il rapporto con altre realtà di volontariato presenti
a Opera, soprattutto nell’ambito di una collaborazione tra il nostro Progetto e l’inserimento
socio-abitativo (progetto Punto e a Capo della Cooperativa A&I) o affiancando gli interventi
del SER.T interno alla struttura.
E’ stato inoltre richiesto l’intervento dell’operatore del progetto per una serie di colloqui di
selezione per conto dell’associazione E-Skill, che ha svolto per l’intero anno un corso di
formazione interno dalla Casa di Reclusione e che in vista di un inserimento professionale
degli utenti che hanno partecipato alla formazione ha sviluppato con i referenti d’OR.F.EO2
un percorso di orientamento ed anche di tutoraggio al termine del percorso di studio (per 4
persone).
Si è collaborato anche con il progetto di formazione per Saldatori, realizzato dalla
Fondazione Adecco con AgeSoL.
Ore e azioni del progetto.
Nello specifico, queste sono state le azioni d’orientamento e accompagnamento svolte
dall’operatore del progetto, in collaborazione con i referenti dell’area trattamentale e/o con
enti esterni alla casa di reclusione:
Totale ore preventivate:
Azione di gruppo A1: 24 ore (ovvero, 12 gruppi di 2 ore ciascuno)
Azione individuale A2: 100 ore
Azione individuale C1: 171 ore (57 utenti, 3 ore ciascuno)
14
Totale ore e azioni svolte:
• Colloqui di orientamento lavorativo nella sezione maschile, area “comuni”:
Numero di utenti incontrati per le azioni di gruppo A1: 49 (Totale gruppi: 5)
Numero di utenti incontrati per l’azione individuale A2: 60
Numero di utenti incontrati per le azioni C1: 6 (per un totale di 3 ore ciascuno)
• Colloqui di orientamento lavorativo nella sezione maschile, area “alta sicurezza”
Numero di utenti incontrati per le azioni di gruppo A1: 10 (Totale gruppi: 2)
• Colloqui di orientamento lavorativo nella sezione maschile, area “protetti:
Numero di utenti incontrati per le azioni di gruppo A1: 16 (totale gruppi: 2)
• Colloqui di orientamento lavorativo nella sezione femminile.
Numero di utenti incontrati per le azioni di gruppo A1: 12 (Totale gruppi: 2)
Numero di utenti incontrati per le azioni individuali A2: 4
Numero di utenti incontrati per le azioni C1: 4 (per un totale di 3 ore ciascuno)
• Colloqui di orientamento e selezione in vista del progetto di formazione professionale
per “Operatore d’ufficio” dell’associazione E-Skill
Numero di utenti incontrati per l’azione individuale A2: 9
• Colloqui di orientamento a conclusione del progetto di formazione professionale per
“Saldatori” dell’Associazione Adecco e AgeSoL
Numero di utenti incontrati per le azioni individuali A2: 8
Numero di utenti incontrati per le azioni C1: 8 (per un totale di 2 ore ciascuno)
In sintesi:
ORE SVOLTE
UTENTI
Azione A1
24
91
Azione A2
81
81
Azione C1
46
18
In particolare, l’azione individuale C1, su richiesta specifica dell’educatore di riferimento, si
è realizzata per due utenti in stretta collaborazione con il SERT interno e/o con realtà
lavorative già in essere e che attendevano l’arrivo del lavoratore ristretto.
In questi due casi, l’azione d’orientamento e di bilancio individuale è stata cioè finalizzata a
progetti di supporto alla persona già definiti in precedenza, e che hanno visto l’apporto
dell’operatore di OR.F.EO2 anche per quanto concerne i contatti con i servizi sociali e il
CSSA, e in un caso con l’azienda ospitante il lavoratore.
Avvii al lavoro e percorsi esterni ed interni.
Vista la situazione giuridica particolare della maggioranza della popolazione detenuta nella
Casa di Reclusione di Opera, sono stati solo 5 i colloqui finalizzati a un inserimento
esterno (quindi a una postazione lavorativa individuata), conclusisi poi con esito positivo.
L’apporto del progetto è stato più incisivo su percorsi individuali interni al carcere.
A questo proposito, è stato dato largo spazio a percorsi d’orientamento con le lavoratrici
del laboratorio di data entry del Consorzio Nova Spes, in vista, per tre di loro, della
conclusione della loro situazione detentiva o di un procedimento verso pene alternative
15
(che in un caso si è definito con un contratto di lavorativo in un laboratorio esterno gestito
dallo stesso Consorzio Nova Spes).
Inoltre, con il consenso e il supporto degli educatori, per due detenuti della sezione
maschile i colloqui del progetto OR.F.EO2 si sono riferiti ad un bilancio delle competenze
scolastiche/formative, in vista dell’iscrizione ad un progetto di studio specifico (universitario
per un utente e di aggiornamento professionale per l’altro).
Conclusioni
Si ritiene che il progetto OR.F.E.O 2, pur in una realtà complessa e poco vivace come quella
della Casa di Reclusione di Opera, sia stato in questo anno un importante punto di
riferimento per utenti e operatori.
Infatti, anche se in alcuni casi il progetto ha stentato a decollare nelle azioni individuali,
(anche nel caso di segnalazioni specifiche da parte degli educatori, in quanto la maggior
parte dei reclusi a Opera deve scontare lunghi periodi di detenzione) è stato decisamente
rafforzato e reso proficuo il rapporto tra le varie figure istituzionali interne ed esterne al
carcere, portando a risultati soddisfacenti sia in termini di riuscita dei percorsi esterni ed
interni, sia nella reciproca collaborazione e fiducia tra gli operatori e con gli utenti.
AZIONI PRESSO CASA CIRCONDARIALE DI MONZA
Le attività dello Sportello ORFEO 2, per l’avvicendarsi della Direzione iniziano ad aprile 2004
con una presentazione del progetto alla Direttrice7, occasione questa in cui sono stati
definiti i tempi e fatte le prime ipotesi di modalità di lavoro.
Sono stati coinvolti due operatori per la gestione dei colloqui individuali e informativi di
gruppo ed inizialmente anche un’operatrice del Centro per l’Impiego di Monza (poi in
seguito non più operativa).
Viene preparato un volantino di presentazione del progetto da esporre nelle bacheche di
sezione e si prevede di utilizzare dei moduli prestampati per la richiesta di partecipazione
alle varie attività:
1. Colloqui individuali
2. Gruppo informativo
3. Iscrizione al Centro per l’Impiego
L’accesso allo sportello interno è avvenuto principalmente attraverso due canali:
• le “domandine” di autosegnalazione inoltrate dai detenuti stessi.
• le segnalazioni pervenute dagli educatori, dagli assistenti Sociali e dagli
psicologi, nonché dagli operatori del volontariato.
Ore realizzate
Le ore realizzate sono state:
A1
12
7
A2
56
C1
54
Nella Casa Circondariale di Monza per tutta la durata del progetto abbiamo visto e presentato lo stesso a quattro
Direttori in tutto, ciò spiega la partenza tardiva rispetto gli altri istituti ed anche le minor ore realizzate.
16
Sono stati effettuati 56 colloqui A2 individuali, con lo scopo di raccogliere dati anagrafici del
detenuto/a e valutare l’opportunità e la necessità di un percorso d’orientamento al lavoro.
Delle 18 persone che sono state seguite con colloqui di counselling C1 (tale decisione è
stata sovente presa in accordo con l’educatore di riferimento) tre sono uscite in misura
alternativa, una si è iscritta alle scuole superiori e per altre tre sono stati progettati percorsi
in uscita, ma con termini più lunghi.
Sono stati effettuati 6 colloqui di gruppo (di 1 soltanto al femminile)
La Rete Sociale sul territorio
In questo periodo, in continuità con le attività degli anni precedenti, è stata rinsaldata e
ulteriormente sviluppata la rete dei contatti con le realtà operanti sul territorio: Sert,
assistenti sociali dei comuni, associazioni specializzate in precisi campi di intervento.
Particolare attenzione è stata posta nel rapporto e con il Comitato Carcere e Territorio di
Monza e Brianza, che si riunisce periodicamente presso la Casa Circondariale di Monza, alla
presenza di tutti gli operatori penitenziari, del volontariato e di progetto nonché con
amministratori pubblici e funzionari sindacali.
Tale lavoro di rete si è rivelato uno strumento molto utile per affrontare la complessità
degli interventi e dai percorsi e per orientare nella maniera più efficace le persone ai
servizi/progetti presenti su questo territorio, per altro molto sensibile alle tematiche del
carcere.
AZIONI SVOLTE DALL’EQUIPE S.I.S.
Il gruppo di lavoro è composto da:
• 4 tutor
• 1 orientatore
• 1 counsellor
• 1 coordinatore (che assume anche ruolo di quarto tutor nei percorsi di
accompagnamento esterno).
L’attività
Il metodo di lavoro ha ricalcato quello della precedente edizione ed è stato condiviso da
tutte le équipes di lavoro attive negli Istituti ove è stato presente il Progetto; in particolare
le azioni di orientamento sono state svolte principalmente presso la Seconda casa di
reclusione di Bollate, le azioni possono essere riassunte nelle seguenti voci:
• incontri di orientamento informativo (A1): si è trattato di incontri di gruppo,
durante i quali sono state presentate caratteristiche e finalità del Progetto. Si è
inoltre fornita agli utenti una breve panoramica sul nuovo assetto dei Servizi per
l’Impiego e si è proceduto a far sottoscrivere la dichiarazione di Disponibilità
all’Impiego a coloro i quali ne fossero sprovvisti.
• Incontri individuali d’accoglienza (A2), con raccolta dati anagrafici e ricostruzione
della storia professionale di ciascun utente.
• Orientamento individuale (C1): durante questa fase è stato condotto un lavoro
con l’utente e, contemporaneamente, con gli operatori istituzionali del carcere, per
armonizzare il nostro intervento con quello delle altre figure di riferimento dei
17
•
•
•
detenuti, ed evitare che si creassero interferenze e/o incongruenze con i progetti
educativi individuali concepiti dall’équipe Trattamentale del carcere.
Percorsi di counselling orientativo (C4) i percorsi introdotti sperimentalmente (si
specifica che le azioni di counselling sono state erogate, contrariamente alle altre
tipologie di azioni, solo nella seconda Casa di Reclusione di Milano-Bollate ovvero
dove opera l’équipe SIS) in questa edizione del Progetto si sono rivolti ad un numero
ristretto di utenti, con lo scopo di sostenerli, riforzandone gli aspetti positivi che
mostravano di avere, per permettere loro di affrontare adeguatamente le situazioni
problematiche.
Accompagnamento al tirocinio formativo (D4).
Accompagnamento all’inserimento lavorativo (D2).
Il gruppo di lavoro è riuscito ad entrare in buona sintonia con tutti gli operatori istituzionali
della Casa di Reclusione; l’interazione costante con la Direzione, gli Educatori, le
Psicologhe, gli Assistenti Sociali e la Polizia Penitenziaria ha permesso di creare condizioni
di accesso e di movimento più che buone sia agli operatori del Progetto, che ad esponenti
della realtà produttiva esterna con cui il Progetto ha poi intrattenuto rapporti di
collaborazione.
Rispetto al numero preventivato di utenti da raggiungere l’équipe, attraverso le modalità
organizzative implementate, è stata in grado di erogare il servizio ad un numero ben più
ampio di utenti; in particolare si rileva il superamento del numero di utenti relativamente ai
colloqui d’accoglienza, a causa di una richiesta sempre in crescita da parte della
popolazione detenuta (autosegnalazioni), ma anche di segnalazioni costanti provenienti
dall’Equipe Trattamentale dell’Istituto e dai singoli legali degli utenti.
Il dato è da considerare positivamente sotto un aspetto almeno duplice: in primo luogo
l’entusiasmo dell’accoglienza del Progetto da parte della popolazione detenuta è
espressione significativa della necessità di un servizio; la seconda considerazione riguarda il
rapporto di fiducia che si è instaurato anche con la Magistratura di Sorveglianza che, a
fronte delle garanzie fornite dai percorsi di tutoraggio previsti dal Progetto, ha dimostrato
apertura ed ottimo potenziale di collaborazione.
A progetto concluso possiamo considerare di aver avuto quindi una giusta intuizione
nell’essere usciti dallo schema previsto dal Progetto in origine, relativamente alla durata dei
colloqui di orientamento individuale (C1), fissata in tre ore/percorso; l’operatività ci ha
indotti a non considerare il dato come assoluto, adattando la durata dell’intervento al
singolo caso. Ciò ha significato il dilatarsi dell’azione per alcuni utenti, ma ci ha permesso di
lavorare con maggior consapevolezza sui casi, nel tentativo di contrazione della percentuale
di fallimento degli inserimenti.
Col monte ore previsto inizialmente per erogare azioni di orientamento di base (colloqui)
l’équipe ha introdotto l’erogazione di percorsi di counselling orientativo, avvalendosi di un
professionista di settore.
Sono stati individuati 4 utenti, per altrettanti percorsi, ciascuno della durata di 10 ore;
queste azioni hanno coinvolto 4 persone che avessero desiderio di sviluppare un processo
di cambiamento nell’esperienza formativo-lavorativa.
Nello specifico gli utenti, pur diversi per fascia d’età, erano portatori dei seguenti bisogni:
•
•
•
18
Riorganizzazione delle relazioni
Potenziamento delle capacità personali
Ricostruzione delle motivazioni, partendo dall’analisi del proprio vissuto
• Risoluzione di un processo di progettualità bloccato.
Soprattutto i due utenti più giovani hanno aderito alla proposta con entusiasmo e sono stati
messi in grado di utilizzare strumenti interni di cui non avevano mai avuto consapevolezza;
hanno riconquistato senso di autostima e desiderio di progettare un futuro oltre il carcere.
Dei tre casi, uno solo è stato coinvolto anche in azioni D4.
Azioni interne alla Seconda Casa di Reclusione di Milano Bollate
Tipo azione
Ore/azione
n°
azioni
n°
utenti
Ore
erogate
A1 - Gruppo informativo
2
11
61
22
A2 - Colloquio d’accoglienza (individuale)
1
132
132
132
C1 - Colloqui d’orientamento (individuale)
3
94
94
409
La considerazione generale, dopo quest’ultimo periodo di attività, è relativa alla profonda
integrazione dell’équipe ORFEO 2 in Istituto; gli operatori sono infatti considerati parte
integrante ed irrinunciabile del trattamento penitenziario; hanno sempre partecipato
attivamente ad ogni équipe dei singoli reparti, accogliendo le segnalazioni degli operatori
istituzionali e proponendo loro stessi i casi di alcuni detenuti che, per impostazione
personale, risultavano scarsamente visibili all’istituzione.
Il Progetto è pertanto divenuto parte significativa di una rete territoriale che ha inglobato il
carcere; è stato possibile consolidare ulteriormente il tradizionale rapporto di collaborazione
con il settore della cooperazione sociale, ma anche inaugurare la fase degli inserimenti con
borsa lavoro/tirocini presso aziende profit, dall’Istituto di Bollate 16 detenuti hanno
potuto uscire al lavoro, usufruendo di art. 21 O.P. oppure altre misure alternative alla
detenzione (13 art. 21 e 3 affidati).
Azioni esterne all’Istituto
Tipo azione
Supporto all’inserimento in tirocinio
(tutoraggio) D2
Supporto all’inserimento lavorativo
(tutoraggio) D4
Ore/
azione
30
N° azione
preventivato
18
N° utenti
tutorati
138
Ore
erogate
390
30
23
25
750
Lo strumento economico utilizzato prevalentemente per realizzare l’avviamento degli utenti
al tirocinio è stato l’utilizzo del finanziamento F.N.O.; durante il finale del progetto si sono
rese disponibili anche le Borse Lavoro erogate dal C.S.S.A., con valenza puramente
trattamentale e dedicate ad utenti tossicodipendenti e/o con un quadro clinico di
sieropositività.
Tali percorsi si caratterizzano con una estrema complessità delle singole situazioni personali
e di salute degli utenti.
8
Di questi tirocini 5 sono stati prorogati al semestre
19
Relativamente ai Tirocini F.N.O. è stata significativa l’interazione con l’Equipe Aziende del
Progetto, ai fini dell’individuazione delle aziende disponibili all’accoglienza dei tirocinanti.
In alcuni casi gli inserimenti sono avvenuti grazie a segnalazioni da parte di associazioni di
Volontariato attive in carcere; in altri è stata accolta l’autocandidatura delle aziende.
La criticità forte di tutti i tirocini è relativa all’aspetto economico: il rimborso mensile di €
300 appare assolutamente inadeguato, considerando che spesso è appena sufficiente a
coprire le spese di trasferimento dal carcere alla sede lavorativa.
I tirocini che hanno avuto come conseguenza l’assunzione sono stati 8.
Si segnala infine il grande sforzo compiuto dalla Direzione del Carcere e dalla Magistratura
di Sorveglianza per tentare di razionalizzare i tempi d’autorizzazione agli art. 21 (lavoro
all’esterno), che negli ultimi mesi del progetto hanno avuto grande impulso, purtroppo la
richiesta da parte dei detenuti è molto alta e le disponibilità di postazioni lavorative sono
ormai scarse.
AZIONI SVOLTE DALL’EQUIPE DI CS&L
L’équipe di tutor di CS&L ha preso in carico, nell’ambito del progetto Orfeo 2 45
utenti, per i quali sono state erogate le seguenti azioni:
Azioni
Azione A2 Incontri d’accoglienza
Azione C1 Orientamento
Ri Azione D1 Ricerca attiva del lavoro
Ti Azione D2 Tirocinio lavorativo
– Azione D4 Tutoraggio sul lavoro
Preventivo
numero azioni
60
30
15
25
7
Numero Utenti
presi in carico
45
26
11
169
9
Tali azioni, eseguite singolarmente o in successione e tutte all’esterno degli istituti di
pena, rappresentano i diversi gradi di un ideale percorso verso il lavoro, percorso che non è
semplicemente legato al reperimento di un “posto” di lavoro e non si esaurisce in tale
attività, dovendo nel nostro caso collocarsi in un momento doloroso e difficile nella vita
degli utenti, momento che va contestualizzato e supervisionato, per evitare il rischio di
ricadute, spesso rovinose sia dal punto di vista umano che giuridico.
Così spesso la richiesta di lavoro, che è il punto di incontro tra operatore sociale e
utente, diviene il punto di partenza, la piattaforma su cui progettare azioni che inizialmente
sono condizionate dal bisogno o dalla volontà di migliorare la propria condizione economica
o penale, ma che sempre più devono acquisire la forma della autonoma presa di coscienza
della possibilità di cambiare in meglio la propria situazione complessiva.
Un simile percorso naturalmente non è facile, per le condizioni soggettive in cui
versano la maggior parte delle persone che seguiamo ed anche per la situazione attuale del
mondo del lavoro, attraversato da mutamenti e difficoltà strutturali che certo non facilitano
il raggiungimento dell’obiettivo finale, cioè il conseguimento di un’occupazione.
9
Va tenuto in considerazione, nella valutazione di questo dato, che 8 di queste borse lavoro/tirocini sono stati prolungati
al semestre.
20
Rispetto a questo possiamo segnalare che circa 14 utenti, tra quelli da noi presi in
carico hanno consolidato posizione lavorativa ovvero hanno trovato
un'occupazione stabile al termine del tirocinio lavorativo o borsa lavoro, oppure con la
ricerca lavorativa assistita da un nostro operatore.
Per una completa considerazione dei risultati è anche utile sottolineare anche altri
obiettivi 'minori' che comunque, all’interno del nostro intervento, vengono tenuti in
considerazione, per la loro importanza nel contribuire alla buona riuscita finale di un
intervento.
Tali obiettivi sono:
•
Rilettura del proprio percorso di vita e aumento della progettualità
•
Aumento dell’autostima e della consapevolezza delle proprie capacità
•
Maturazione della capacità di analisi della propria situazione e della determinazione
nell’affrontare difficoltà e frustrazioni
•
Effettivo miglioramento delle proprie condizioni economici e sociali
•
Miglioramento dei rapporti con eventuali figure parentali
•
Consolidamento del proprio progetto educativo personalizzato e dei rapporti con i
servizi istituzionali di riferimento (Servizi Sociali Territoriali, Sert, rete del volontariato
e agenzie competenti del Terzo Settore)
Azioni svolte
Orientamento
Durante le primissime fasi di un percorso educativo si gioca una considerevole
percentuale delle possibilità di successo finale. Il tutor, fin dal suo primo incontro con
l’utente, deve apparire credibile e affidabile, suscitare empatia ma senza assolutamente
patteggiare per ottenerla, assumendo atteggiamenti condiscendenti o paternalistici. Fin
dall’inizio va stabilita la giusta distanza, che è data dalla chiara consapevolezza dei reciproci
ruoli. Questa distanza (che permetterà al tutor di essere vicino alla persona senza però
compromettere il suo metro di giudizio e la sua capacità di valutare) è lo spazio dove
utente e tutor costruiscono la loro ipotesi operativa finalizzata al reinserimento
sociolavorativo.
Normalmente questa fase viene svolta per mezzo di un primo incontro di conoscenza
(possibilmente alla presenza degli operatori che avevano precedentemente incontrato
l’utente) e due/tre incontri successivi, che servono a definire meglio, se necessario, il tipo
di azioni possibili e le procedure da seguire. Si tratta quindi di una forma di orientamento
molto centrata su “che fare”, sulle modalità del progetto e sulle problematiche relative alla
sua attuazione.
Ricerca attiva del lavoro
La ricerca attiva di un’attività professionale o formativa è un’attività che viene spesso
proposta ad utenti già in grado di proporsi autonomamente ad un possibile datore di lavoro
e che quindi vengono spronati ad uscire dalla posizione attendista di chi aspetta che gli sia
trovata una borsa lavoro, anche temporanea. Molto spesso il problema affonda le sue radici
in atteggiamenti oramai consolidati, insicurezze ormai assunte come regola, o anche
soltanto scarsa motivazione rivestita di vittimismo. Il compito dell’operatore sarà quindi da
una parte quello di promuovere le buone prassi e sostenere i soggetti sinceramente alle
prese con le proprie difficoltà, quanto invece mettere di fronte ai soggetti passivi l’esiguità
del loro sforzo, cercando con loro una ridefinizione delle problematiche personali, il che di
solito porta l’utente a un utile cambiamento di prospettiva, oppure all’abbandono del
progetto.
21
Tirocinio lavorativo
Il tirocinio lavorativo è lo strumento centrale tra le azioni di reinserimento lavorativo
erogate. Esso rappresenta un ingresso facilitato e per alcuni una possibilità forse unica, per
tornare di nuovo a svolgere un’attività lavorativa. Per la popolazione penitenziaria esso può
contribuire all’ottenimento di misure alternative. Non va dimenticato inoltre che, nei casi
estremi, la borsa lavoro è una fonte preziosa di sostentamento per persone che si trovano
in uno stato di vera e propria indigenza.
Tutte queste caratteristiche lo rendono quindi un intervento molto richiesto ed
appetibile, ma di cui va fatto un uso oculato, sia per la scarsità di risorse disponibili, sia
perché, nonostante le affermazioni di principio, non tutti i soggetti possiedono le
caratteristiche minime per poter sostenere un impegno lavorativo effettivo, per quanto “a
misura” della persona stessa. Il successo di un tirocinio richiede infatti un grande impegno
da parte dell’utente, nonché un lavoro molto attento da parte del tutor, il quale si trova a
gestire un sistema regolato di rapporti che interessano diversi attori che sono, di volta in
volta, le istituzioni del tribunale e degli istituti di pena, il datore ed i colleghi di lavoro, i
servizi sociali competenti, le figure parentali, i servizi sanitari, solo per citare le parti
fondamentali.
Su nove dei tirocini attivati dall’équipe CS&L, ben otto sono stati portati a termine con
esito positivo dopo aver raddoppiato il loro periodo da trimestrale a semestrale. Di questi,
quattro hanno trovato un’occupazione lavorativa a seguito del tirocinio, presso la stessa
azienda (o cooperativa) o altrove. In tutti i percorsi lavorativi si è registrato un basso livello
di conflittualità da parte dei soggetti che, generalmente, sono riusciti a esplicitare le loro
difficoltà, stabilendo proficui rapporti di fiducia con i tutor e con le aziende ospitanti10.
Tutoraggio sul lavoro
Si tratta di un monitoraggio dei problemi professionali e relazionali per quegli utenti
(all’interno degli istituti e non) che hanno già a disposizione un lavoro ma che hanno
bisogno, per motivi personali o procedurali, di essere ulteriormente seguiti da un operatore,
con compiti di sostegno, coordinamento con i servizi sociali oppure garanzia di corretta
esecuzione di quanto decretato dal Tribunale di Sorveglianza (Art. 21). Tale attività riveste
una grande importanza in quei casi in cui una mancata attenzione in un momento di crisi
dell’utente o un suo prematuro ritorno alla completa autonomia potrebbe generare ricadute
in atteggiamenti devianti, passivi o addirittura delinquenziali. Va sempre sottolineato come
il momento del ritorno alla normalità rappresenti per molti un passaggio estremamente
difficile e rischioso, dove le proprie debolezze, la solitudine e la tentazione al ritorno ostili di
vita precedenti sono spesso in agguato.
Alcune considerazioni conclusive
Modalità
Il senso dell'intervento del Consorzio CS&L, conseguentemente con la sua mission
generale, è quello di offrire un sistema integrato di interventi finalizzati alla risocializzazione e all'inserimento lavorativo di soggetti in difficoltà.
I punti forti di questo sistema sono:
10
Il fatto che la quasi totalità delle borse lavoro attivate sia andata a buon fine stà a testimoniare che la struttura del
progetto Orfeo è realmente in grado di raggiungere il suo obiettivo, grazie ad un lavoro ben coordinato delle diverse
funzioni, che può essere messo a frutto, nella sua parte conclusiva dalle capacità professionali dei tutors.
22




esperienza consolidata e utilizzo di metodologie di intervento costantemente
aggiornate al cambiamento del mercato del lavoro, delle normative generali ed anche
delle esigenze dell'utenza.
contatto capillare con un gran numero di servizi sociali territoriali dell'area milanese,
con cui intratteniamo rapporti di collaborazione già collaudati ed attivi.
grande attenzione alle componenti educative dell'intervento e alla salvaguardia della
dignità dell'utente.
utilizzo di una banca dati propria, dedicata alle risorse lavorative (aziende e
cooperative sociali), la quale rappresenta uno strumento di eccezionale utilità, sia per
quanto riguarda il reperimento di postazioni lavorative 'adatte' all'utenza, che per
gestire la comunicazione con il mondo del lavoro in generale, un mondo che sta
attraversando mutamenti abbastanza traumatici e che rischia costantemente di
chiudersi alle esigenze del 'sociale'
AZIONI SVOLTE DA AGESOL
AgeSoL ha svolto le seguenti funzioni: tutoraggio (parte delle azioni), azioni di sistema,
monitoraggio e valutazione, Coordinamento e Direzione.
1. Tutoraggi
I percorsi di tutoraggio e le azioni di accompagnamento che si è riservata AgeSoL in questo
progetto, sono percorsi con soggetti particolarmente problematici o sperimentali. Infatti si
sono attivate competenze trasversali che mirano a promuovere l'empowerment, facilitando
anche l'accesso ai servizi alla persona attraverso un lavoro di rete ed infine promuovendo
percorsi di inserimento lavorativo volti anche alla riscoperta delle competenze relazionali.
Grazie all'approfondita conoscenza della rete dei servizi sociali del territorio e all'attenta
osservazione del livello di sviluppo delle particolarità personali e dell'autonomia dei
soggetti, il tutor di AgeSoL è stato così in grado di co-progettare adeguati percorsi evolutivi
e non solo di inserimento lavorativo.
Una volta individuato il percorso appropriato, il tutor ha svolto l'attività di
accompagnamento, tutoraggio e sostegno tesi a facilitare il superamento delle
problematiche del soggetto, offrendo alla persona un punto di riferimento costante,
credibile e riconoscibile.
I percorsi di integrazione lavorativa vera e propria sono stati realizzati nell'ambito di realtà
imprenditoriali disponibili ad accogliere persone in borsa lavoro o tirocinio e hanno visto
un'azione di tutoraggio e sostegno rivolta sia alla persona, sia all'impresa ospitante.
Un discorso a parte merita la collaborazione messa in atto con il CGM di Milano (prima e
forse unica in Italia), collaborazione finalizzata allo svolgimento di tirocini lavorativi
formativi destinati a persone detenute (parliamo di tirocini formativi in quanto il CGM può
assumere personale solo tramite concorso pubblico).
L’esperienza và sottolineata per il suo carattere di rilevante novità in tema di progetti di
questo tipo. Esperienza che, soprattutto nella sua fase iniziale, ha dovuto scontrarsi anche
con la resistenza e la diffidenza preconcetta anche di alcuni del personale presente al
CGM.
Grazie alla forte determinazione e motivazione della dirigente del Centro e al lavoro di
accompagnamento e mediazione del tutor, lavoro che si è concretizzato in una presenza
23
continua e costante presso gli uffici del Centro, tutti i tirocini attivati presso il CGM si sono
risolti in maniera completamente soddisfacente sia per le persone protagoniste del percorso
sia per la struttura ospitante, tanto che quest’ultima si è resa nuovamente disponibile ad
accogliere ulteriori segnalazioni, risultato questo, viste le premesse ed il carattere
sperimentale dell’esperienza, non assolutamente scontato.
Come si è accennato in premessa quattro persone prese in carico dal tutor AgeSoL, di cui 3
dopo un percorso di tirocinio (anche di sei mesi) sono state poi accompagnate ed
indirizzate verso altri servizi per recuperare problemi personali non risolti o in via di
risoluzione attraverso la progettazione di percorsi ad hoc, di questi due sono donne.
Per gli altri, i percorsi di inserimenti lavorativo, con l’aiuto propedeutico dei tirocini o delle
borse lavori, si sono conclusi positivamente anche con assunzioni a tempo indeterminato.
I casi di AgeSoL sono così sintetizzabili:
9 persone prese in carico (di cui una persona accompagnata alla rete dei servizi del
territorio, dopo l’orientamento si è ritenuto non idoneo l’ inserimento lavorativo immediato,
ma, necessitante ancora di un passaggio ai servizi sociali territoriali)
8 inserimenti lavorativi, di cui 7 tirocini con F.N.O. (di questi 5 di sei mesi)
Degli 8 inserimenti lavorativi, questa è la situazione successiva:
• 1 assunto subito a tempo indeterminato
• 3 assunti a tempo indeterminato dopo Tirocinio
• 1 fatto ricerca attiva
• 1 ritornato alla città d’origine fuori Regione
• 1 attivate le pratiche di pensione d’invalidità
• 1 in carcere in altra Regione per reato definitivo pregresso
Persone prese in carico
9
Tirocini attuati
Assunti
Ricerca Attiva
2.
Inserimenti lavorativi
Altro
8
1
7
4
1
Azioni di sistema: ovvero Incontri d’informazione per operatori del
territorio
Queste azioni sono state rivolte agli operatori del sistema e del progetto. Si sono fornite
informazioni varie ed aggiornamenti, le innovazioni legislative nonché le opportunità di
sostegno atte a favorire l’integrazione lavorative delle fasce deboli in generale, dei detenuti
in particolare.
Incontri ad hoc sono stati programmati anche per la conoscenza/miglioramento del
progetto stesso.
Per gli incontri rivolti agli operatori/trici di sistema territoriale e penitenziario: la
metodologia
utilizzata
è
stata
della
massima
interazione
tra
esperti
nell'orientamento/accompagnamento, del mercato del lavoro e del sistema penale (già
sperimentati nel progetto ORFEO 2002/2003), utilizzando strumenti di varia natura,
secondo esigenze ed argomenti trattati nonché cartacei realizzati ad hoc (per la
particolarità dei destinatari finali).
24
Si sono realizzati:
4 gruppi rivolti agli operatori penitenziari della Giustizia Minorile
7 gruppi rivolti agli operatori del progetto ORFEO 2
2 gruppi rivolti al sistema penitenziario milanese, in particolare sugli stranieri
2 gruppi per i detenuti e le detenute del Gruppo Lavoro di San Vittore
Totale 15 gruppi. Incontri della durata di 2 ore per gruppo.
Durata totale dell’azione di sistema 30 ore
3. Coordinamento e Direzione
Per quanto riguarda queste specifiche attività si sono svolte con la continuità e la
metodologia implementata con successo già dal Progetto Cercare Lavoro e con il Progetto
Multimisura ORFEO.
Alla Coordinatrice sono stati affidati i compiti di gestione e coordinamento delle attività
tecniche vere e proprie, nonché il prezioso lavoro di raccordo delle tre equipe di operatori:
equipe sportelli, equipe aziende ed equipe tutor, e la supervisione dei casi in carico.
Alla Direttrice sono stati affidati i compiti di direzione politica del progetto, i contatti con gli
enti territoriali ed istituzionali, nonché con le varie ramificazioni dell’amministrazione
penitenziaria. L’interfaccia con l’Ente Provincia e il raccordo tra i partner.
La Direttrice ha svolto inoltre tutte le azioni di sistema, il monitoraggio e la valutazione.
4. Monitoraggio e Valutazione
4.1 Il monitoraggio di progetti complessi: come si valutano le esperienze in
Europa11
Le procedure e regole della programmazione dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea
hanno contribuito ad introdurre attività rilevanti ed innovative di verifica dell’attuazione
delle politiche e dei progetti e di controllo sull’impiego delle risorse. Tra queste emerge
l’attività di monitoraggio, un complesso di procedure, tecniche ed operazioni volte alla
rilevazione dei dati – indicatori che occorre rilevare periodicamente secondo modalità
definite in relazione al sistema dei flussi informativi, di realizzazione fisica, finanziari,
procedurali – relativi allo stato di attuazione progressivo di un programma.
Attraverso le definizioni restituite da alcuni saggi della letteratura valutativa è possibile
provare a costruire un breve glossario per il monitoraggio:
“Una funzione del management che, attraverso una raccolta metodica di dati, verifica se le
risorse materiali e finanziarie impiegate in un’iniziativa sono sufficienti, il personale
impiegato è adeguatamente preparato e qualificato, le attività in atto sono previste nei
termini di riferimento e sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati nei piani di lavoro”
(Pennisi, 1991, 421);
“Il monitoraggio consiste nell’accertamento e nella descrizione puntuale e metodica
dell’avanzamento di un progetto e nella segnalazione tempestiva (spesso in tempo reale) di
manifeste discrepanze rispetto a quanto prestabilito” (Masoni, 1997, 55);
“In Olanda, si rimarca il fatto che il concetto di monitoraggio non dovrebbe essere
associato a quello di controllo, in quanto deve invece venire inteso come una continua
raccolta e analisi di dati per poter verificare i progressi di un progetto e poter fare i
necessari aggiustamenti. In Francia, si fa una distinzione tra monitoraggio interno ed
esterno, ovvero tra un’attività effettuata all’interno o all’esterno di un progetto. In questa
11
Di Gabriele Pasqui in Il monitoraggio dei progetti integrati territoriali: esperienze e riflessioni, Consorzio Metis –
Politecnico di Milano Vibo Valentia – 15-16 maggio 2003
25
attività viene ricompreso un esame non solo dell’attuazione dell’iniziativa ma anche dei
concetti di base e delle strategie. Le Nazioni Unite definiscono il monitoraggio come una
supervisione continua delle attività progettuali per verificare se le attività procedono come
erano pianificate. La Banca Mondiale preferisce il termine supervisione per indicare le
funzioni di monitoraggio” (Pennisi, 1991, 421).
Il termine monitoraggio può dunque essere impiegato come sinonimo di verifica puntuale
sullo stato di avanzamento di singoli progetti e di lettura ed analisi aggregata
sull’implementazione di interi programmi d’intervento.
A livello di gestione Regionale dei fondi comunitari, il sistema di monitoraggio viene
strettamente legato alla procedura di erogazione dei contributi finanziari ed i momenti di
rilevazione delle informazioni coincidono con alcune tappe obbligate dell’iter
amministrativo: I) presentazione della domanda di finanziamento; II) ammissione al
contributo; III) erogazioni di quote parti del contributo complessivo in relazione alla
progressiva realizzazione delle attività legate al progetto. Il sistema di monitoraggio così
disegnato permette perciò di avere una descrizione contabile-finanziaria dell’avanzamento
dei singoli progetti ed indicazioni sulla capacità/velocità di spesa dei soggetti coinvolti
nell’intervento.
Lo stesso sistema offre però scarse informazioni sul modo in cui sta davvero “funzionando”,
al di là degli aspetti meramente contabili, quella particolare politica; ovvero sui problemi
legati alla sua implementazione, sulle ragioni di eventuali momenti di impasse, sulle
reazioni e i comportamenti dei soggetti coinvolti, sui concreti risultati che sta raggiungendo.
4.2 Monitoraggio e valutazione in ORFEO 2
Le attività di valutazione e di monitoraggio del Progetto OR.F.E O. 2 sono state soprattutto
improntate, oltre che alla valutazione dell’andamento in termini di risultati gestionali ed e
di andamenti economici in linea con le azioni progettate, hanno visto un ruolo attivo della
Provincia di Milano, mediante l’intervento dei funzionari del Settore Politiche del Lavoro Presidio Carcere. Incontri a cadenza periodica degli operatori e del Responsabile Operativo
del Progetto con i Funzionari della Provincia, hanno consentito di presidiare l’intera
iniziativa, evidenziandone immediatamente i flussi e gli aspetti di rilievo ed i punti di
caduta, anche in prospettiva di diffonderne e trasferire i risultati.
Si è valutato il grado di successo dell’insieme delle attività, in ordine all’emancipazione dei
soggetti detenuti ed ex detenuti da condizioni di esclusione sociale e lavorativa ed il loro
attivo e realistico impegno in un progetto orientativo e occupazionale locale.
All’allegato 2 in sintesi i risultati delle schede che sono state distribuite e compilate a
campione dai soggetti che hanno intrapreso percorsi di orientamento, dentro e fuori le
carceri, e dai soggetti (imprese e lavoratori) che sono stati coinvolti in azioni di tutoraggio.
Questi risultati riassumono molto fedelmente l’andamento, il grado di efficacia e di
gradimento delle azioni sui soggetti coinvolti.
26
Allegato 1 Grafici dei risultati più significativi
modalità e strumenti d'inserimento lavorativo
38; 46%
30; 36%
Assunz. con vari contratti
15; 18%
Borse lavoro CSSA o altro Ente
Tirocini F.N.O.
azioni D e stabilizzazione dell'inserimento lavorativo
83
100
90
80
70
60
27
30
50
40
30
2
20
10
0
Tot. az ioni D
assunti subito
assunti dopo
altro
tutoraggio/ricerca
attiva
Si ricorda che le Azioni D si dividono: D1 Ricerca Attiva del lavoro, D2 Tutoraggio all’inserimento
lavorativo, D4 Tutoraggio Tirocini
27
Provenienza tutoraggi
Sportello esterno; 57%
Bollate; 19%
Opera; 6%
Altre
segnalazioni/progetti;
14%
Monza; 4%
San Vittore; 0%
Azioni e Utenti Sportello Esterno
D2/D4; 47; 15%
A2; 100; 31%
A2
C1/C4; 173; 54%
C1/C4
D2/D4
28
Azioni e Utenti Sportelli Interni
D2 e D4; 24; 3%
C1; 170; 20%
A1; 266; 31%
A1
A2
C1
A2; 411; 46%
D2 e D4
Ore Sportelli Interni per Carcere
288; 26%
San Vittore
563; 50%
Monza
122; 11%
Opera
Bollate
151; 13%
Utenti Sportelli Interni per Carcere
287; 34%
260; 31%
San Vittore
Monza
Opera
Bollate
190; 22%
110; 13%
Negli sportelli Interni si sono svolte azioni A1(di gruppo) e azioni A2, C1 e C4 (individuali)
29
Allegato 2 Valutazione dei risultati
Premessa
Analisi dei risultati e valutazione di Orfeo 2
di Stefania Carrera12
Il disegno di ricerca valutativa prevede in questo caso esclusivamente la valutazione ex post,
poiché Orfeo 2 ha avuto termine. Ciò permette di valutare il percorso nella sua globalità, di
trarre spunti di riflessione dall’esperienza da poco conclusa e di mettere a frutto i risultati
per le programmazioni successive. Nel nostro caso valutare significa principalmente voler
imparare da ciò che si è fatto per trarne un bilancio, renderlo noto, apprendere dagli errori e
dai successi, eventualmente replicare altrove l’esperienza e poterla proporre come servizio
stabile.
Per numerose ragioni non è mai possibile valutare tutto, per primo il regime di scarsità in cui si
opera -nota caratteristica dei servizi alla persona è infatti la limitazione delle risorse-. Ma
siamo consapevoli che anche le valutazioni più articolate rappresentano un punto di vista
necessariamente incompleto e parziale. Si è cercato di mettere in luce innanzitutto due
dimensioni: l’efficacia e l’efficienza di Orfeo2.
Il concetto di efficacia è facilmente definibile come il rapporto fra obiettivi e risultati, il
raggiungimento degli obiettivi relativi ai beneficiari del programma o del servizio; indica
l’interesse a rispondere ai bisogni della popolazione indipendentemente dalle implicazioni
dell’organizzazione.
Per efficienza s’intende invece il rapporto tra risultati raggiunti e risorse impiegate.
Abbiamo deciso di dare enfasi e priorità all’efficacia. Isoleremo quindi l’efficacia, ovvero il
raggiungimento dell’obiettivo nelle sue due declinazioni (reale cambiamento che Orfeo2 ha
realizzato, capacità di rispondere ai problemi originali che hanno motivato il progetto,
inserimenti lavorativi effettuati).
I Servizi alla persona sono fra i più delicati, in virtù del disagio umano cui cercano di
rispondere e la valutazione della qualità e dell’efficacia di Orfeo2 è complicata da alcuni
fattori. Innanzitutto dalla alta componente di intangibilità: le prestazioni fornite non sono
materiali, quindi risultano difficilmente misurabili. L’intangibilità significa perciò impossibilità
all’uso preponderante di tecniche di ricerca basate sulla raccolta ed analisi di dati altamente
formalizzati, di misurazioni, di applicazioni di test statistici. Ne consegue che anche il
concetto di efficacia non può essere determinato in modo certo, con parametri rigidi. Un’altra
peculiarità dei servizi alla persona è la negoziabilità, termine che rinvia al fatto che il modello
a cui ci troviamo di fronte è cangiante e non possono esistere standard se non basati su un
accordo di massima fra gli attori: da un punto di vista metodologico l’approccio deve essere
qualitativo e partecipato, ritenuto più idoneo alla valutazione dei servizi.
Ciò premesso, i problemi principali risultano essere di ordine metodologico: come raccogliere
informazioni certe per poter esprimere il giudizio valutativo se il contesto è fluido e incerto?
La risposta proposta parte dal principio che gli elementi di debolezza possono essere
considerati da un punto di vista diverso, che ne mostri la duttilità, realizzando un approccio
valutativo partecipato che utilizzi diverse metodologie e diverse tecniche, ma tenti di produrre
risultati affidabili e argomentabili.
12
Questo scritto quale contributo significativo, è stato tratto dalla tesi di laurea di Stefania Carrera (operatrice AgeSoL
per i progetti di accompagnamento sociale) in Statistica per la Facoltà di Scienze Politiche di Pavia, A.A. 2005/2006.
30
L’approccio metodologico può essere essenzialmente qualitativo e generale, partecipato, con il
valore aggiunto dato dall’interpretazione e dalla riflessione.
Utilizzeremo metodi d’indagine di natura quantitativa (indagini mediante somministrazione
questionari) con raccolta di dati che hanno una prevalente natura numerica congiuntamente ad
indagini qualitative (interviste discorsive) .
Gli attori coinvolti:
Nella valutazione di servizi e progetti rivolti alla persona i più recenti approcci si appoggiano
molto alla partecipazione dei diversi attori sociali coinvolti nel servizio che si valuta, in virtù
della forte componente di comunicazione e relazione che vi è implicata.
Sono quindi considerate le opinioni dei soggetti coinvolti necessarie per favorire una migliore
efficacia dell’intero processo valutativo.
La partecipazione dovrebbe essere intesa dunque come una caratteristica fondamentale della
valutazione, con l’intervento diretto di quegli informatori (decisori, operatori, beneficiari,
testimoni privilegiati) che hanno contribuito a determinare l’esito del progetto stesso. Per
questo motivo la nostra scelta è caduta senz’altro su una modalità di valutazione partecipata,
legata ad un processo di confronto e coinvolgimento dei principali soggetti operanti nella rete
del progetto, per avere così un quadro completo delle opinioni, approfondito nelle sue
sfaccettature.
La rilevazione riguarda inizialmente i soggetti destinatari dell’intervento, detenuti ed ex
detenuti. L’assegnazione di un ruolo attivo all’utente è elemento importante, così come il
tentativo di riequilibrare i rapporti di forza nell’erogazione dei servizi, dando voce al punto di
vista di chi fruisce del servizio.
La customer satisfaction ovvero alla soddisfazione dei beneficiari (o più in generale il loro
parere) è considerata una componente importantissima, spesso fondamentale della valutazione.
Ma deve restare una delle componenti, valida se inserita in un più ampio contesto basato anche
su altre informazioni, poichè i destinatari delle azioni hanno generalmente un’informazione
limitata circa le modalità di erogazione del servizio (solitamente all’oscuro dei vincoli normativi,
finanziari e gestionali entro cui il servizio va collocato) e tendono ad assumere un orientamento
centrato solo sul loro bisogno, quello al quale il servizio cerca di dare una risposta, e ciò implica
una rappresentazione poco serena.
Ma con un chiaro senso del limite con cui utilizzarlo, il parere dei beneficiari può essere
utilmente messo in valutazione. E’ quindi oggetto della nostra indagine, oltre al parere degli
utenti, anche quello degli altri attori coinvolti a vario titolo, che chiameremo testimoni
privilegiati (aziende, operatori, decisori).
La raccolta di informazioni:
Per la raccolta di informazioni ci siamo serviti:
• Dell’identificazione degli obiettivi assegnati ad Orfeo2: è un buon punto di partenza perché
hanno a che fare con la comparazione fra obiettivi attesi e risultati conseguiti. I valutatori
sono soliti basarsi su documenti ufficiali che riassumano le caratteristiche del servizio, per
estrarre dal documento le caratteristiche assumendole integralmente come proprietà
dell’evaluando. E’ quello che abbiamo fatto con Orfeo. Il Progetto Orfeo, essendo molto
operativo e specifico, presenta obiettivi ed azioni semplici e chiaramente esposti. (per
esempio: obiettivi: inserimento lavorativo. Su n. utenti abbiamo ottenuto n. inserimenti.
Orientamento: su n. ore preventivate ne sono state realizzate tot.)
31
•
•
32
Di questionari valutativi: creando condizioni di raccolta delle informazioni nelle quali il
soggetto si è potuto sentire libero di esprimere il proprio punto di vista (garantendo per
esempio l’anonimato) ed andando a ritirare i questionari precedentemente distribuiti a un
campione significativo di utenti e di aziende ospitanti. I questionari, molto rapidi da
compilare, sono stati somministrati direttamente dagli operatori agli utenti e alle aziende
ospitanti durante i momenti d’incontro e colloquio. Contengono domande strutturate e
misurano la soddisfazione del cliente rispetto alle differenti azioni in cui è scomponibile
ORFEO2: le risposte conducono necessariamente all’elaborazione statistica dei risultati e
ad un rapporto di ricerca basato su tali elaborazioni.
Di interviste: non sempre è opportuno chiedere l’opinione dei testimoni privilegiati
attraverso questionari strutturati. Un’alternativa interessante è intervistare poche
persone, con uno strumento molto meno strutturato, l’ intervista colloquiale o discorsiva,
sia telefonicamente, sia direttamente nei luoghi di lavoro dei testimoni stessi.
L’ordine delle domande non è rigido, e più che di domande si tratta di argomenti da
sviluppare. Non è stata prevista alcuna elaborazione statistica dei risultati, infatti nella
valutazione sui servizi alla persona, sono essenziali le informazioni basate sul racconto: gli
attori del processo non hanno dato una semplice narrazione descrittiva, ma la chiave
interpretativa per dare un senso non astratto anche ai dati numerici che si hanno a
disposizione. Le interviste, fatte a poche decine di testimoni, sono realizzate ad un
testimone per volta, lasciando alla cura del ricercatore la sintesi delle molteplici risposte.
Gli argomenti e le riflessioni emerse confluiscono in un breve rapporto di ricerca di tipo
narrativo.
Per i nostri fini, l’opinione è stata chiesta alle aziende, agli operatori, alla Direzione
AgeSoL, ai funzionari responsabili della Provincia di Milano, poiché è importante che nel
gruppo siano rappresentati tutti i punti di vista.
Questionari di rilevamento della soddisfazione degli Utenti
RISULTATI
Domanda n.1: Chiarezza delle informazioni ricevute in merito alle attività del Progetto
OR.F.EO ed alle finalità del progetto in corso.
Con la prima domanda si è inteso valutare quanto e come gli utenti avessero percepito le
informazioni fornite dagli operatori in merito al significato del Progetto OR.F.EO 2.
Dalle 167 schede compilate, la restituzione avuta è stata senz’altro positiva: più del 70% ha
dato il massimo del punteggio (buono), e più del 27% si colloca nella posizione immediatamente
precedente (discreto) come mostra l’istogramma ricavato trasformando in percentuale i valori
assoluti dei punteggi dati.
Risultati:
Non applicabile: 1
scarso: 3
Discreto: 46
Buono: 117
Totale: 167
70,10%
80,00%
70,00%
60,00%
50,00%
27,50%
40,00%
30,00%
20,00%
0,60%
1,80%
10,00%
0,00%
non a pplica bile
sca rso
discre to
buono
Domanda n.2: Professionalità degli operatori: ascolto, aiuto, suggerimenti, competenza
sulle problematiche e sugli strumenti che riguardano l’orientamento e l’inserimento
lavorativo.
Rispetto alla professionalità degli operatori, il punteggio massimo è stato assegnato dal 71.2 %
degli utenti (ovvero un punto percentuale in più rispetto alla prima domanda) seguito dal
discreto, dato dal 24 % dei 167 detenuti che hanno compilato il questionario. Emerge
chiaramente la valutazione globale positiva che gli utenti hanno dato alla professionalità degli
operatori impegnati nel Progetto, in merito alle variabili ascolto, aiuto, suggerimenti,
competenza, strumenti.
33
Risultati:
Non applicabile: 6
Scarso: 2
Discreto: 40
Buono: 119
Totale: 167
71,20%
80,00%
70,00%
60,00%
50,00%
24,00%
40,00%
30,00%
3,60%
20,00%
1,20%
10,00%
0,00%
non applicabile
scarso
discreto
buono
Domanda n.3: Assistenza durante i colloqui e la presentazione all’ Azienda.
Alla terza domanda del questionario hanno risposto solo i candidati di cui è stato valutato
idoneo il livello di occupabilità, e quindi sono stati messi in contatto con aziende ed altre realtà
lavorative. Dei 167 utenti iniziali, 148 hanno potuto rispondere anche alla terza domanda. Dalle
valutazioni date si nota una forte prevalenza del “buono”, attribuito dalla maggioranza di chi
ha avuto accesso alle azioni mirate direttamente all’inserimento lavorativo.
Risultati:
Scarso: 6
Discreto: 38
Buono: 104
Totale: 148
70,00%
80,00%
70,00%
60,00%
50,00%
25,50%
40,00%
30,00%
4,50%
20,00%
10,00%
0,00%
scarso
34
discreto
buono
Domanda n. 4: Assistenza durante l’avvio al lavoro
Non tutti gli utenti hanno avuto accesso alle azioni di tutoraggio all’inserimento (lavorativo, in
work experience, stage o borsa lavoro) bensì 83 sul numero iniziale. La rosa degli utenti che
hanno effettivo accesso a postazione lavorativa è sensibilmente ridotta, se messa a confronto
col numero iniziale, ed i motivi principali si possono ricondurre essenzialmente alle seguenti
variabili:
• Congiuntura economico-sociale particolarmente sfavorevole
• Difficoltà ad incontrare la disponibilità delle aziende ad inserire soggetti provenienti dal
penale
• Scarsità di opportunità di inserimenti protetti
• Profili professionali generici o non conciliabili con le offerte
Per quanto riguarda gli esiti delle valutazioni alla quarta domanda, analizzando i questionari
compilati dall’universo degli 83 utenti inseriti, i risultati sono confortanti. L’assistenza durante
l’avvio al lavoro da parte dei tutor dell’inserimento ha ottenuto un giudizio prevalentemente
positivo.
Risultati:
Scarso: 0
Discreto: 19
Buono: 64
Totale: 83
77,10%
100,00%
80,00%
22,90%
60,00%
40,00%
20,00%
0,00%
discreto
buono
Domanda n.5: Assistenza successiva all’inserimento lavorativo
Anche per la variabile che riguarda l’assistenza all’ inserimento lavorativo riferita agli 83
utenti che hanno trovato una collocazione professionale, il riscontro è buono, come mostra la
sintesi della valutazione e l’istogramma corrispondente.
Risultati:
Scarso: 2
Discreto: 17
Buono: 64
Totale: 83
35
100,00%
90,00%
80,00%
70,00%
60,00%
50,00%
40,00%
30,00%
20,00%
10,00%
0,00%
36
77,10%
20,50%
2,40%
Risultati questionari a confronto
scarso
discreto
buono
Le osservazioni alle risposte del questionario di valutazione, prima considerate singolarmente,
possono essere messe a confronto con l’ausilio di grafici a torta.
Domanda n.1: Chiarezza informazioni ricevute
Non applicabile
Scarso
Discreto
Buono
Domanda n.2: Professionalità degli operatori
Non applicabile
Scarso
Discreto
Buono
Domanda n.3: Assistenza fase presentazione e colloqui candidati
Scarso
Discreto
Buono
Domanda n.4: Assistenza burocratica pratiche di inserimento
Scarso
Discreto
Buono
Domanda n.5: Tutoraggio successivo all'inserimento
Scarso
Discreto
Buono
37
Questionari di rilevamento della soddisfazione delle Aziende
RISULTATI
Per la valutazione della soddisfazione aziende, abbiamo considerato un campione di 31
realtà lavorative che hanno accolto gli 83 utenti che hanno trovato una collocazione
professionale.
Tali aziende comprendono: enti privati e pubblici, profit e no-profit, cooperative di tipo
A e B, consorzi ed associazioni.
Domanda n.1: Chiarezza delle informazioni ricevute in merito alle attività del Progetto
OR.FEO2 ed alle finalità del progetto in corso
Risultati:
Non applicabile: 0
Scarso: 0
Discreto: 4
Buono: 27
Totale: 31
La valutazione che emerge dall’analisi delle risposte alla prima domanda è soddisfacente.
Gli operatori dimostrano di saper rispondere in modo adeguato alle esigenze di chiarezza ed
informazione provenienti dalle realtà lavorative disposte ad intraprendere un percorso di
inserimento per gli utenti di OR.FEO2.
Domanda n.2: Professionalità degli operatori: comportamento, comunicazione,
competenza sulle problematiche del lavoro.
Risultati:
Non applicabile: 0
Scarso: 0
Discreto: 4
Buono: 27
Totale: 31
Anche le risposte alla seconda domanda del questionario di valutazione sono senz’altro positive.
Delle 31 realtà lavorative intervistate, 27 hanno dato il valore massimo. La professionalità
degli operatori viene giudicata buona dall’87% degli intervistati .
Domanda n.3: Assistenza durante le fasi di presentazione dei candidati e dei colloqui.
Risultati:
Non applicabile: 0
Scarso: 0
Discreto: 4
Buono: 27
Totale: 31
Come per la prima e la seconda domanda, anche alla terza domanda le aziende intervistate
danno una valutazione decisamente positiva. I punteggi sono identici a quelli delle prime due
38
domande, facendo emergere che le tre variabili analizzate (chiarezza informazioni,
professionalità operatori, assistenza) hanno avuto lo stesso livello di soddisfazione.
Le risposte alle domande 1,2 e 3 sono esemplificate nel grafico sottostante
87,00%
90,00%
80,00%
70,00%
60,00%
50,00%
40,00%
30,00%
13,00%
20,00%
10,00%
0,00%
discreto
buono
Domanda n.4: Assistenza per l’espletamento degli adempimenti di legge riguardanti
l’inserimento.
Risultati:
Non applicabile: 1
Scarso: 0
Discreto: 4
Buono: 26
Totale: 31
Per la variabile “assistenza adempimenti di legge per l’inserimento” le aziende che hanno
espresso massima soddisfazione sono state 26 su 31, pari all’84% del campione intervistato. Il
13% delle frequenze si concentrano nella voce “discreto”. Nessuna realtà lavorativa ha indicato
la voce “scarso”.
84,00%
90,00%
80,00%
70,00%
60,00%
50,00%
40,00%
30,00%
20,00%
13,00%
3,00%
0,00%
10,00%
0,00%
39
non applicabile
scarso
discreto
buono
Domanda n.5: Assistenza successiva all’inserimento lavorativo
Risultati:
Non applicabile: 2
Scarso: 1
Discreto: 2
Buono: 26
Totale: 31
Per la quinta ed ultima domanda del questionario le aziende si sono espresse positivamente.
Guardando le frequenze rappresentate nell’istogramma, la classe modale corrisponde al
gradimento massimo, espresso dalla voce “buono”. Una minima percentuale (in valore assoluto 2
aziende su 31) si sono espresse barrando la voce “discreto”. Una percentuale ancor più esigua
(un’azienda su 31) segnala come “scarsa” l’assistenza che gli operatori hanno fornito
successivamente all’inserimento lavorativo.
84,00%
100,00%
90,00%
80,00%
70,00%
60,00%
50,00%
40,00%
30,00%
20,00%
6,50%
3,00%
6,50%
10,00%
0,00%
non applicabile
40
scarso
discreto
buono
Come per gli utenti, anche per le aziende è possibile fare un raffronto delle risposte alle
differenti domande del questionario di valutazione, con l’ausilio di grafici a torta.
Domanda n.1: Chiarezza informazioni ricevute
Non applicabile
Scarso
Discreto
Buono
Domanda n.2: Professionalità degli operatori
Non applicabile
Scarso
Discreto
Buono
Domanda n.3: Assistenza presentazione candidati e colloqui
Non applicabile
Scarso
Discreto
Buono
Domanda n.4: Assistenza espletamento adempimenti burocratici
Non applicabile
Scarso
Discreto
Buono
Domanda n.5: Assistenza successiva all'inserimento
Non applicabile
Scarso
Discreto
Buono
41
Risultati qualitativi delle interviste ai testimoni privilegiati
Il parere dei testimoni privilegiati
Ognuno dei temi trattati nelle interviste meriterebbe un’indagine specifica, ma per non
appesantire troppo la relazione finale ci si obbliga a sintetizzare di molto le risposte e le
riflessioni raccolte, suddivise per “ruolo” del testimone privilegiato.
Tipologia intervistato
Educatori Penitenziari
Operatori ORFEO 2
Direzione AgeSoL
Funzionaria Provincia
Aziende e Cooperative
Totale
1.
2.
3.
4.
Num. Interviste
2
4
1
1
9
17
Traccia dell’intervista a domande aperte
Quali elementi peculiari ed innovativi ha riscontrato nel Progetto Orfeo2 rispetto ad altri
progetti analoghi?
Qual è l’utilità da lei percepita nei confronti degli obiettivi di orientamento ed inserimento
lavorativo dichiarati da Orfeo2?
In particolare, indicare punti di forza e debolezza più rilevanti.
Cosa si potrebbe fare per migliorare i risultati di Orfeo2?
Sintesi sui pareri dei testimoni privilegiati
Gli Operatori di Orfeo2:
Gli operatori di Orfeo2, sia orientatori che tutor, percepiscono Orfeo2 come progetto utile,
considerando tale utilità in due ordini: in primo luogo viene evidenziato il supporto che il
progetto offre nell’individuazione di una risorsa lavorativa e nel conseguimento della posizione
professionale compatibilmente con i vincoli presenti; in secondo luogo il fatto che Orfeo2,
ponendosi come interfaccia di garanzia tra aziende e lavoratori svantaggiati, faciliti e stimoli
l’incontro delle parti.
Nei punti di forza, viene ribadito quanto detto sopra, aggiungendo altre e varie considerazioni,
che in questa sede andremo necessariamente a sintetizzare nei seguenti punti:
• La possibilità di attuare l’inserimento lavorativo all’esterno anche ai soggetti ristretti,
sfollando così gli Istituti da una parte di forza lavoro attiva.
• Lavoro di rete e buon grado di interazione con i referenti esterni al progetto (educatori
dell’area trattamentale e della rete esterna)
• Creazione, attraverso le azioni di orientamento, di condizioni di partenza favorevoli alla
pianificazione ed attuazione di un piano di sviluppo personale e di una sostenibilità basale di
vita
• Processi che, sia pur modellizzati, permettono di operare “ad personam” giungendo a
progetti individuali, supportati da percorsi di tutoring e di stretto monitoraggio che
caratterizzano l’accompagnamento nell’inserimento sociale – benché l’intervento sia mirato
al lavoro -
42
La possibilità per l’utente di “svestirsi” dei condizionamenti dovuti alla vita in reclusione
riappropriandosi di atteggiamenti di autonomia, innescando così un processo di sviluppo
delle personali competenze relazionali
• La figura del tutor che segue l’utente in tutte le fasi, monitorandone le dinamiche di
relazione e gestione, sino all’affrancamento dal progetto
Punti di debolezza principali:
• L’ambito dell’orientamento risulta compresso e sacrificato a favore di altre azioni, pur
essendo uno degli strumenti privilegiati dell’operatore che ha il compito di salvaguardare e
valorizzare la professionalità dell’utente da riavviare al lavoro
• La struttura a termine di Orfeo2, che come tutti i progetti ha vita finché dura il
finanziamento: non è pensabile proporre a spot un percorso nel quale i detenuti investono
speranze ed energie, Senza una reale continuità molte persone vedranno svanire, assieme
ad Orfeo, il loro futuro.
• Mancanza di adeguato marketing di progetto, che consenta di uscire dalla nicchia del mondo
no-profit (terzo settore, mondo cooperativistico) permettendo una maggior diffusione di
inserimenti lavorativi presso le aziende profit.
Alla domanda: ”Cosa si potrebbe concretamente fare per migliorare i risultati di Orfeo2?” le
risposte che appaiono con maggior frequenza possono riassumersi in 2 punti:
• Individuazione di collaboratori a progetto che svolgano un’azione di comunicazione e
sponsorizzazione presso le realtà aziendali presenti nel territorio di pertinenza
• Trasformare Orfeo2 da progetto in servizio strutturato, con caratteristiche di continuità
ed autonomia finanziaria.
•
Gli Educatori penitenziari:
Non è stato semplice raccogliere le testimonianze degli educatori all’interno delle strutture
penitenziarie, poichè lavorando costantemente in regime di scarsità di risorse e in sottoorganico (a ciascun educatore sono assegnati dai 200 ai 400 detenuti) non è stato loro
possibile dedicare tempo per un’intervista a fini valutativi, che fosse completa ed esaustiva.
In ogni caso, le risposte che siamo riusciti a raccogliere sono concordanti almeno su tre punti:
1. Orfeo2 è percepito come progetto utile, anzi molto utile, per le potenzialità di inserimento
lavorativo in art.21
2. Gli operatori di Orfeo2 sono stati valutati positivamente, tanto che è stato chiesto di
mantenere gli stessi anche nelle eventuali edizioni future. Si sono infatti rivelati un valido
supporto al grosso carico di lavoro degli educatori penitenziari anche per la soluzione di
problemi che gli educatori stessi non riescono a gestire, sia per quanto riguarda la
necessaria “scrematura” delle domandine, che per il passaggio di informazione sui casi (a
volte meglio conosciuti dagli operatori di Orfeo2 a causa del numero maggiore di colloqui
effettuati) e di monitoraggio dei percorsi.
3. Nei punti di debolezza viene indicato il rischio che Orfeo2 resti vincolato alle cooperative
sociali ed allo strumento della borsa lavoro come canale privilegiato di reinserimento,
rischiando da una parte la chiusura nei confronti del mondo profit, e dall’altro escludendo
inserimenti di persone normo-inserite e normo-dotate, che quindi non necessitino di canali
protetti e per cui lo strumento della borsa lavoro potrebbe essere etichettante. In sintesi:
si teme che Orfeo2 evolva in modo marcatamente assistenziale, cosa che precluderebbe un
orientamento al mondo aziendale, e di conseguenza all’esclusione di azioni di maggiore
sensibilizzazione alle imprese che potrebbero invece condurre a rapporti di lavoro stabili e
43
tradizionali. Per questo viene auspicato che il Progetto Orfeo2 possa farsi promotore di un
maggiore raccordo tra il mondo del carcere ed il settore imprese.
I rappresentanti delle Imprese
Circa l’80% dei referenti aziendali intervistati operano in contesto cooperativo o associativo, e
questo rispecchia la proporzione degli inserimenti lavorativi dei nostri utenti, che trovano
essenzialmente collocazione in cooperative di servizi o di inserimento lavorativo.
All’unanimità esprimono un giudizio positivo dichiarando che Orfeo2 è un progetto molto utile:
“Assolutamente sì, come strumento funziona”; “La sensazione è che sia un ottimo progetto”;
“Orfeo2 risponde ai bisogni reali”; “Ci siamo trovati molto bene”; “Siamo soddisfatti”
Tra le varie motivazioni emergono l’importanza dell’inclusione lavorativa di soggetti deboli,
difficilmente inseribili senza un progetto mirato.
Punti di forza evidenziati:
• La figura del tutor: avere un punto di riferimento sempre disponibile dà maggior
affidabilità all’azienda e stabilità al progetto
• Apprezzamento del percorso di tutoring e del monitoraggio (valorizzati maggiormente
rispetto all’orientamento), che evitano “ricadute”
• Elaborazione di percorsi di inserimento personalizzati e tarati anche sui bisogni della
struttura ospitante
Punti di debolezza emersi con più frequenza:
• Vincoli orari e di mobilità delle persone in semilibertà ed articolo 21 che mal si coniugano
con la dinamicità e flessibilità del mondo del lavoro
• Disomogeneità tra orientamento (che prevede un numero eccessivo di ore) ed inserimenti
lavorativi (che non sempre seguono all’orientamento)
• Professionalità generica, tendenzialmente bassa, degli utenti
• Dispersione e turnazione degli operatori e dei tutor
• Mancanza di confronto e di lavoro di squadra tra gli operatori
Le indicazioni in merito ad un possibile miglioramento di Orfeo2:
• Coinvolgere nella progettazione anche le attività produttive
• Avere un unico tutor come interlocutore, mantenere lo stesso operatore per il medesimo
utente
• Proporre agli Istituti Penitenziari l’idea di un “carnet di libertà”, che permetta maggior
flessibilità di orari e di spostamento sul territorio per i semiliberi e gli art.21
• Progettare corsi per sviluppare potenzialità e competenze specifiche nel lavoratore
• Erogare più borse lavoro, o di durata maggiore.
In conclusione è doveroso riportare una considerazione che emerge con forza: tutti i referenti
intervistati avevano ben presente il Progetto Orfeo2, mentre in alcuni casi stentavano a
ricordare l’utente accolto col medesimo Progetto. Questo rimanda al fatto che il tourn-over di
soggetti in borsa-lavoro è molto alto, e che lo strumento borsa-lavoro, necessariamente a
termine, continua a rappresentare una risorsa molto utilizzata dalle cooperative sociali, che va
ad integrare il contesto di scarsità di economico-finanziaria e di personale nel quale si trovano
ad operare. La quasi totalità degli intervistati ha dichiarato che la persona “andava bene, era
adeguata alla mansione”, ma che al termine del percorso, non avendo i fondi necessari per
assumerla stabilmente (quindi per cause indipendenti da Orfeo2) loro malgrado hanno dovuto
sospendere il rapporto; ed in alcuni casi, al termine del rapporto, la persona è rimasta a titolo
volontario.
44
La Direzione AgeSoL e del Progetto:
L’Agenzia di Solidarietà per il Lavoro, nella persona della Direttrice, mette in evidenza come
elementi innovativi e peculiari di Orfeo2, anche in qualità di direttrice dei progetti ORFEO:
• La completezza delle azioni di orientamento ed accompagnamento che facendosi carico di
un tutoring globale, seguono l’utente durante l’intero percorso, includendo anche
l’attivazione di una rete di sostegno in caso di bisogni altri
• sinergia tra settore pubblico, privato e no-profit
• il fatto di aver potuto testare e sperimentare le politiche attive del lavoro sul particolare
target di utenza proveniente da circuiti penali, e di conseguenza migliorando le azioni
previste nei progetti multimisura.
• L’elemento innovativo per eccellenza resta senz’altro il fatto che ad oggi, Orfeo2 sia l’unico
progetto a livello nazionale che tratta il tema dell’orientamento e dell’inclusione lavorativa
di detenuti ed ex detenuti in modo sistemico e strutturale.
Riguardo alla seconda domanda, Orfeo2 viene percepito come senz’altro utile almeno su 4
livelli, contribuendo a:
1. Diminuire la recidiva
2. Aumentare la sicurezza
3. Creare “capitale sociale” a chi ne è sprovvisto
4. Inserire al lavoro soggetti potenzialmente attivi
Nei punti di forza viene sottolineata l’importanza della rete sociale con il territorio e gli altri
Progetti che permette una presa in carico complessiva, ed il fatto di aver testato e migliorato
le azioni previste dai Progetti europei Multimisura ad hoc per soggetti detenuti ed ex detenuti.
Non da ultimo la considerazione che il Progetto Orfeo2 sia giunto a regime con obiettivi,
strumenti, organizzazione dei flussi.
Punto di debolezza principale, l’assenza di risorse per azioni di ricerca e sensibilizzazione del
contesto produttivo, e la scarsità degli strumenti di mediazione al lavoro (tirocini, stages,
borse lavoro).
L’indicazione di miglioramento viene focalizzata innanzitutto sul potenziamento e l’aumento di
opportunità lavorative (azione di sensibilizzazione delle aziende, strumenti di mediazione al
lavoro, incentivi e sgravi per le aziende che assumono) ma soprattutto sulla possibilità di
render stabile il Servizio almeno sostituendo gli attuali finanziamenti su bandi annuali almeno
con bandi di durata triennale, e con risorse adeguate all’aumento esponenziale dell’utenza
carceraria.
I funzionari della Provincia di Milano:
Anche il funzionario provinciale dell’Assessorato competente - ovvero del Progetto Diritti,
tutele e cittadinanze sociali - che ha reso l’intervista percepisce l’utilità di Orfeo2, pur non
potendo fare paragoni con l’edizione precedente o con progetti analoghi essendo la sua carica
relativamente recente.
Punto di forza evidenziato:
• Importanza dei percorsi di inserimento diversificati, flessibili e modulati sulle esperienze
specifiche del singolo individuo
45
Sui punti di debolezza la riflessione verte essenzialmente su un punto:
• I diversi partner del progetto non si sono presentati questa volta come gruppo compatto,
né hanno utilizzato strumenti e metodologie comuni e condivise. Il raccordo tra gli enti,
soprattutto per ciò che riguarda le modalità di intervento, è stato piuttosto scarso.
Sulla possibilità di miglioramento dei risultati di Orfeo2 viene quindi indicata la costruzione di
metodologie, prassi e cultura comuni e condivisi da tutti i partner dell’A.T.S. e la formazione di
un gruppo di lavoro che si confronti costantemente su un terreno di scambio e condivisione.
Da migliorare ed implementare sono poi le azioni volte all’inserimento lavorativo. Si ritiene
necessario spostare l’attenzione dalla fase pre per investire maggiormente sulla fase post
successiva all’orientamento, favorendo le concrete possibilità di inserimento lavorativo e di
assunzione, che allo stato attuale non sempre sono continuazione naturale della fase di
orientamento.
Il commento alle interviste
Il primo commento guardando i risultati della valutazione del progetto ORFEO2, è senz’altro
positivo: ORFEO2, da quello che emerge, è un buon progetto, un progetto utile, efficace.
Parlando di efficacia (rapporto tra obiettivi e risultati) è in riferimento all’outcome, ovvero al
raggiungimento degli obiettivi relativi ai beneficiari del programma, agli effetti concretamente
prodotti, all’esito finale.
Grazie ad ORFEO2 sono stati inseriti al lavoro 83 soggetti svantaggiati, che con ogni
probabilità se lasciati soli con le proprie risorse non avrebbero trovato collocazione.
I detenuti presenti nelle carceri del territorio milanese, all’inizio del progetto, erano 4.168, di
cui solo 2.717 definitivi, il 65% sul totale. I restanti erano imputati in attesa di giudizio. Dei
2.717 detenuti definitivi, circa il 40% erano stranieri non regolari13. Il bacino di utenza di
coloro che possono accedere ad un percorso di inserimento lavorativo si riduce quindi
ulteriormente, arrivando ad una rosa di 1.000/1.100 unità. Di questi, 774 hanno avuto accesso
al progetto (numero che si ottiene sottraendo dai 947 utenti complessivi coloro che avevano
già concluso il percorso detentivo, e quindi si configuravano come ex detenuti in carico allo
sportello esterno): il numero dei fruitori di ORFEO2 risulta senz’altro significativo.
Per ciò che riguarda invece l’output – la capacità di produrre del progetto- tutte le azioni
preventivate sono state erogate, ORFEO2 è riuscito ad accogliere il numero di utenti
programmato.
Non si evidenziano quindi distanze tra il servizio programmato e quello realizzato: sono stati
rispettati i termini contrattuali, è stato implementato nella maniera prevista, le risorse sono
state indirizzate agli obiettivi indicati.
Analizzando i risultati delle relazioni degli operatori si può senz’altro dire che l’obiettivo è
stato raggiunto, basandoci sull’evidenza che le ore preventivate sono state effettivamente
realizzate. Si può inoltre puntualizzare che il monte ore effettivo ha superato quello
rendicontato, per l’abitudine degli operatori sociali a non fare colloqui o accompagnamenti con
“l’orologio alla mano” ma secondo la necessità dell’utente.
Se poi passiamo alla customer-satisfaction ed osserviamo gli esiti dei questionari di utenti ed
aziende ospitanti, ci appare senza ombra di dubbio che il gradimento è alto.
13
Ciò spiega anche il motivo per cui nel carcere di San Vittore non sono stati effettuati inserimenti lavorativi all’esterno: quasi l’85% si trovava in
attesa di giudizio, ed il 70% erano extracomunitari o tossicodipendenti. Per questo motivo si è deciso di rivolgere a questo target d’utenza attività
essenzialmente di orientamento personale, sostegno emotivo, con l’organizzazione di gruppi specifici per stranieri nei quali l’attenzione è stata
rivolta alla spiegazione della legge vigente in materia di immigrazione e sostenuti, laddove possibile, per individuare percorsi di regolarizzazione.
46
Se per ciascun grafico si osserva la distribuzione dei voti assegnati, tenendo in considerazione
il valore che ha ottenuto più frequenza: cade nel “buono”, cioè il valore massimo, tale da
presentare una distribuzione unimodale (la stragrande maggioranza).
Ma non necessariamente raccogliere un giudizio positivo su un servizio è un’informazione utile
per chi la riceve. In effetti, sugli esiti dei questionari possiamo avanzare due ordini di
osservazioni.
Innanzitutto sarebbe interessante approfondire se questo risultato dipenda dalla percezione
reale di chi ha risposto: potrebbe infatti riguardare un atteggiamento accondiscendente sia
degli utenti, i quali sono grati perché qualcuno finalmente “si occupa di loro”, che delle delle
aziende ospitanti in quanto costituite da cooperative sociali per l’80%. Quindi, nonostante la
restituzione positiva, abbiamo delle riserve sull’utilizzo unico del questionario come indicatore
attendibile e puntuale.
Per ciò che concerne le interviste discorsive, si sono trasformate in interventi a braccio, e
necessariamente si è dovuto procedere a filtrare e selezionare le informazioni ricevute.
Nonostante il campione degli intervistati fosse necessariamente limitato a 17, per la natura e
la complessità delle risposte è sensato affermare la rappresentatività delle opinioni rilevate,
che riesce a produrre costanti interpretative attendibili, valide per fotografare la realtà in
modo fedele, attraverso l’analisi di soggetti che tale realtà vivono quotidianamente. Ed è
proprio dalle interviste qualitative che emergono gli spunti di riflessione più significativi.
Dall’analisi delle opinioni rilevate si evince che i testimoni privilegiati, nonostante la diversità
dei ruoli rivestiti, convergono nella medesima interpretazione su molteplici aspetti.
Il filo comune emerso dall’esame, porta ad identificare quattro punti di forza di ORFEO 2:
•
Molto apprezzata la figura dell’orientatore/tutor che segue il soggetto in tutte le fasi
del progetto: avere un punto di riferimento sempre disponibile dà maggior affidabilità
all’azienda, stabilità al progetto, sicurezza all’utente.
•
Viene più volte sottolineata l’utilità del lavoro di rete sociale che OEFEO2 ha attivato
con il territorio, raggiungendo buona integrazione con referenti interni ed esterni al
carcere, operando in sinergia tra settore pubblico, privato e no-profit anche in campi
che esulano strettamente dal lavoro.
•
Elemento riconosciuto all’unisono come molto importante e qualificante è costituito dai
percorsi di inserimento ad hoc, modulati sulle esperienze specifiche del singolo
individuo, diversificati, flessibili.
•
Sicuramente l’orientamento viene percepito come uno degli strumenti privilegiati: resta
elemento fondamentale per un progetto che intenda inserire al lavoro persone
svantaggiate, poichè le attività di orientamento portano ad una rivisitazione critica del
proprio vissuto professionale, ad un cambiamento interno, a condizioni di partenza
favorevoli alla pianificazione ed attuazione di un piano di sviluppo personale e permette
di valorizzare la professionalità dell’utente da riavviare al lavoro.
Passiamo ai punti di debolezza, che hanno in qualche modo ostacolato il percorso e le azioni di
ORFEO, punti di debolezza dovuti principalmente a vincoli endogeni e di contesto su cui una
nuova progettazione non può influire e sui quali un progetto di reinserimento lavorativo come
ORFEO2 non ha capacità di modifica
Indeterminatezza dei tempi . Il mondo carcerario e quello economico hanno una concezione del
tempo diversa e difficilmente conciliabile. Purtroppo la mancanza di tempestività affinché si
47
giunga a una decisione sull’ammissione al lavoro esterno dell’istituto o alla concessione di
misure alternative, o l’incertezza sui tempi di definizione delle Camere di Consiglio, rallenta od
ostacola notevolmente i tempi di progettazione, giacché la risorsa lavorativa (azienda,
cooperativa o altro) offre un’opportunità d’assunzione di un detenuto in tempi brevi e non dopo
mesi. Non di rado capita, infatti, che al momento della verifica del posto di lavoro, non vi sia
più la disponibilità del datore a suo tempo espressa, quindi bisogna intraprendere un nuovo
percorso di reinserimento lavorativo (ma questo è stato più volte segnalato già nelle relazioni
finali dei progetti precedenti).
Scarsità d’agevolazioni e di strumenti attuativi. Le normative rappresentano un progresso nel
tentativo di migliorare la realtà lavorativa carceraria, ma non sono ancora in grado di risolvere
il problema. Per ciò che riguarda le agevolazioni economiche che sono erogate a favore delle
categorie svantaggiate, la fascia di disagio che comprende “detenuti ed ex-detenuti” non
rientra tra quelle più favorite. I Comuni hanno la possibilità di attivare borse lavoro tramite i
servizi SIL promossi dalle Asl, o in modo autonomo. La procedura per accedere a tale
agevolazione è nella maggior parte dei casi complessa e le risorse limitate. Va da sé che se vi
fossero agevolazioni economiche maggiormente accessibili sia con risorse sia con procedure
attuative snelle, le aziende sarebbero più incentivate all’assunzione di persone detenute o exdetenute.
Affrontiamo ora i principali nodi problematici rilevati che possono essere affrontati e
superati in una riprogettazione, che porterebbero a migliorare l’efficacia ed i risultati di
un’edizione futura di ORFEO:
Maggior coordinamento fra operatori
Più che un punto problematico è indubbiamente sempre faticoso coordinarsi fra operatori
provenienti da progetti ed esperienze differenti. Operatori abituati a utilizzare loro
strumenti, linguaggi, modalità e tempistica, soprattutto se si pensa che durante l’attuazione
del progetto ci sono state molte sostituzioni. In passato si hanno sempre avute risorse per la
Formazione degli operatori, in ORFEO 2 queste risorse erano ridotte all’essenziale.
Genericità della professionalità degli utenti
Le aziende chiedono figure sempre più specializzate, e di fatto, risulta complicato
l’inserimento di soggetti con bassi profili scolastici, e soprattutto con limitate esperienze
professionali ed un’esclusione dall’ambito lavorativo che dura da anni. La formazione ed i titoli
di studio degli aspiranti sono poco adeguati alle esigenze del mercato del lavoro, in quanto
molto generici e poco significativi. Inoltre l’interesse ad intraprendere percorsi formativi da
parte dell’utenza è poco sollecitato: solo due persone hanno iniziato un percorso di studi
all’esterno.
Ricerca aziende e collocazione dell’inserimento al lavoro
Un elemento di grande criticità resta la ricerca di opportunità lavorative, in passato una quota
del budget era destinata a questa attività con ORFEO 2 queste risorse hanno cominciato ad
assottigliarsi, in favore della presa in carico degli utenti.
La difficoltà al reperimento di un posto di lavoro diventa sempre più problematica.
Le cooperative sociali sono state la risorsa più disponibile, dovrebbero essere invece palestre
per acquisire professionalità e quindi trampolino di lancio verso il profit, come afferma
giustamente un educatore penitenziario.
L’indicazione di miglioramento viene focalizzata innanzitutto sul potenziamento e l’aumento di
opportunità lavorative. Per questo viene auspicato che i Progetto Orfeo in futuro possano
48
essere raccordo tra il mondo del carcere ed il settore imprese, con un adeguato marketing di
progetto che consenta di uscire dal circuito del mondo no-profit.
Si evidenzia la necessità di una migliore politica di marketing, di cui i canali possibili:
• Individuazione di figure professionali dedicate che svolgano azioni di marketing,
ricerca, comunicazione e sponsorizzazione presso le realtà profit presenti nel territorio
• Coinvolgimento delle Agenzie di lavoro interinale, utili con persone che non hanno vincoli
• Sensibilizzazione settore produttivo con iniziative dedicate
• Servizio di consulenza fiscale/contributiva offerto alle aziende (servizio attivo dal
mese di settembre 2006, presso AgeSoL, con il nome di Infopoint)
• Un maggior coinvolgimento/collaborazione da parte dei Centri per l’Impiego della
Provincia
Figura del Tutor Sociale
A completezza delle azioni di orientamento ed accompagnamento lavorativo, sarebbe
opportuno affiancare anche la figura del tutor sociale, che facendosi carico di un tutoring
globale che comprenda aree differenti dal lavoro, possa attivare una rete di sostegno per chi
avesse bisogno di un accompagnamento più generale (dalla consulenza legale, al sostegno
familiare, all’area sanitaria, al reperimento di un alloggio per chi ne fosse sprovvisto al fine
pena).
La considerazione finale, ma non per ordine di importanza, riguarda un’esigenza, una speranza
che hanno espresso tutti gli intervistati (tutor, detenuti, educatori, aziende) ovvero
trasformare ORFEO2 da Progetto a Servizio Strutturato, con caratteristiche di continuità,
valutato e finanziato stabilmente dall’ente pubblico competente in materia di politiche attive
del lavoro, poiché, come in modo incisivo precisa un’operatrice: “Non è possibile proporre a spot
un percorso nel quale detenuti investono speranze ed energie; senza una reale continuità,
vedranno svanire, assieme al progetto, il loro futuro.”
49
Allegato 3
Diagrammi di flusso operativo del progetto ORFEO 2
Equipe SPORTELLI DI ORIENTAMENTO
Equipe
Sensibilizzazione
AZIENDE
Matching
Equipe TUTOR
50
Progetto ORFEO 3
ORientamento, Formazione Ed Occupazione detenuti
Relazione Finale
aprile 2005/ottobre 2005
Obiettivi del Progetto
Il progetto OR.F.E O 3 ha inteso proseguire, seppur in un arco temporale molto delimitato
(sei mesi), nello sviluppo di azioni di orientamento al lavoro, di accompagnamento e
sostegno tali da perseguire sia l’ingresso in percorsi formativi che la successiva
integrazione lavorativa a favore delle persone:
• detenute negli Istituti Penitenziari siti nel territorio della Provincia di Milano (San Vittore,
Opera, Bollate, Monza)
• ex detenute,
• sottoposte a misure alternative o in detenzione domiciliare,
• eventualmente segnalate dalle diverse direzioni del Centro Giustizia Minorile (C.G.M.).
Si è dimostrato rilevante comunque configurare un modello di intervento complesso, in cui
interagiscono soggetti del privato sociale in sinergia con l’Ente Provinciale - titolare delle
Politiche della Formazione e delle Politiche attive per il Lavoro e di un programma
complessivo che riguarda i diritti di cittadinanza delle persone ristrette - che si collegano
strettamente alle istanze dell’Amministrazione Penitenziaria: Direzioni degli Istituti,
Provveditorato Regionale, Centro Giustizia Minorile, U.E.P.E. (ex C.S.S.A.)
ORFEO 3 ha concretizzato ulteriormente il modello di welfare mix per realizzare azioni14
che si rivolgono a diverse aree:
a) una prima area di bisogni relativa all’informazione delle tematiche del mercato del
lavoro e dell’accesso all’impiego, al fine di conseguire un livello adeguato di conoscenza
propedeutica alle scelte successive.
b) una seconda area riguarda i servizi di orientamento finalizzati all’inserimento nei
percorsi di formazione, quelli di reinserimento lavorativo di detenuti ed ex-detenuti.
c) un’area relativa al percorso d’inclusione lavorativa, con opportune azioni di tirocinio,
di accompagnamento del detenuto nella ricerca guidata di occasioni lavorative e di servizi
di tutoraggio personalizzato nel contesto di lavoro.
d) il coinvolgimento e la sensibilizzazione delle imprese profit e no profit, la
consulenza e l’assistenza normativa procedurale circa gli strumenti che facilitano
l’assunzione e l’integrazione lavorativa.
Oltre alle azioni rivolte ai destinatari finali, sono previste azioni al fine di migliorare
l’andamento e lo svolgimento organizzativo, facilitando i flussi delle comunicazioni fra i
14
già avviate con progetti precedenti in tema di orientamento, di sensibilizzazione e di accompagnamento al lavoro
rivolte alla popolazione sottoposta a differenti misure restrittive o al termine del periodo di pena
51
differenti attori progettuali, nonché fra questi e le istituzioni preposte (in primis
l’Amministrazione Penitenziaria e Provinciale);
1. Durata del progetto
Tenendo conto che il Progetto ORFEO 3 è il naturale proseguimento del Progetto ORFEO
2 e del progetto Multimisura ORFEO (ed il completamento del Progetto Euridice - aprile
2003/aprile 2004), per dare continuità ed efficacia alle azioni, per non creare ulteriori disagi
all’utenza già particolarmente svantaggiata si è considerato l’avvio ufficiale a far data dal 1
giugno al 31 dicembre 2005, pur sapendo che nell’arco temporale di tempo intercorso tra
un finanziamento e l’altro (ORFEO 2+VIL), in pratica i soggetti attuatori non hanno mai
smesso di seguire gli utenti in carico dai precedenti progetti.
2. Ripartizione dei compiti, e tra i partner
• Consorzio Nova Spes gestirà il coordinamento generale, nonché le azioni negli Istituti
di Milano San Vittore, Milano Opera e Monza, la gestione dell’orientamento per i
soggetti non reclusi, la sensibilizzazione e la ricerca aziende, la sede e la segreteria del
progetto.
• Consorzio SIS realizzerà le azioni nell’Istituto di Milano Bollate, nonché parte delle
azioni D2 e D4.
• Il Consorzio Sociale CS&L realizzerà l’azione D1, parte delle azioni D2 e D4.
• AgeSoL, Agenzia di Solidarietà per il Lavoro, gestirà la Responsabilità Scientifica e
Progettuale ed il sistema di Valutazione e Monitoraggio.
3. Descrizione delle azioni
Le azioni successivamente dettagliate sono state definite mantenendo le titolazioni assunte
dalla Regione Lombardia (nella classificazione delle azioni di orientamento a valere sul
piano per l’offerta formativa) ciò al fine di consentire la continuità e la leggibilità sia rispetto
a quanto già realizzato sia rispetto alla programmazione regionale più complessiva delle
azioni di orientamento ed accompagnamento al lavoro.
A2 Colloqui individuali di accoglienza da svolgersi sia all'esterno che all'interno delle
carceri milanesi (eventualmente da organizzare su richiesta anche incontri di
gruppo)
Colloqui individuali svolti all’interno delle carceri di San Vittore, Opera, Bollate e Monza, ed
all'esterno per persone ex detenute o ristrette nella libertà, tesi a valutare il livello di
occupabilità della persona. La definizione di specifici obiettivi orientativi, scaturirà da parte
del soggetto attivato ad analizzare i propri bisogni di formazione, di alfabetizzazione, di
accesso alle informazioni. Sarà possibile prevedere rinvii ad altri servizi al fine di
rispondere a differenti necessità sociali.
1 colloquio individuale di 1 ora ciascuno (la suddivisione dei colloqui si farà in seguito
secondo le linee guida del Piano Pedagogico di ogni singolo Istituto, la capienza dell'Istituto
stesso, la tipologia delle persone e secondo la richiesta delle persone ristrette nella libertà)
C 1 Colloqui individuali di orientamento, da svolgersi sia all'interno che all'esterno
delle carceri, rivolti a detenuti/e, soggetti ristretti nella libertà, ex detenuti/e
Colloqui individuali, da svolgere all’interno ed all’esterno degli Istituti, per enucleare con gli
utenti risorse, vincoli, opportunità formative e professionali, identificare e riaggregare le
potenzialità individuali, sostenere l’utente nella predisposizione di un progetto realistico,
verificabile e completo nei suoi elementi interni.
52
Questa azione risulta essere il passaggio logico alle diverse azioni incentrate
sull’inserimento lavorativo (D1 – D2 – D4).
Gli obiettivi dei colloqui individuali di orientamento sono i seguenti:
a) affrontare illusioni e preconcetti che ostacolano e rallentano l’assunzione di
responsabilità e la progettazione del proprio futuro lavorativo, migliorando la
consapevolezza degli utenti rispetto ai propri limiti ed alle proprie potenzialità;
b) permettere agli utenti di riflettere sul proprio passato lavorativo al fine di individuare le
abilità, le conoscenze, le potenzialità e le attitudini spendibili nei diversi contesti lavorativi;
c) ragionare sul futuro lavorativo definendo obiettivi realistici e stimolanti, integrati in un
progetto lavorativo strutturato (definizione di tempi, azioni, interlocutori, risorse necessarie);
individuare le mansioni professionali che l’utente potrebbe ricoprire od apprendere;
d) fornire informazioni sui seguenti argomenti: attuale situazione della domanda di lavoro
da parte delle imprese del territorio, trasformazioni del mercato del lavoro, principali tipi di
rapporto lavorativo, servizi per l'impiego od agenzie che facilitano l'incontro tra domanda e
offerta di lavoro, incentivi e facilitazioni per le assunzioni, ecc.
Nella fattispecie delle azioni C1 ci si riserva la possibilità di erogare azioni C4 ovvero di
Counselling Orientativo (per un massimo di complessive 50 ore) per sostenere alcuni casi
particolarmente problematici nel percorso di accompagnamento al lavoro.
A complemento delle azioni di colloquio individuale si sono promosse azioni di
sensibilizzazioni e ricerca aziende (profit e no profit) ove proporre le persone che hanno le
caratteristiche per un inserimento lavorativo.
D1 Accompagnamento e supporto individuale nella ricerca attiva del lavoro per
persone ristrette nella libertà oppure ex detenute, esterne agli istituti
penitenziari
Azioni individuali solo per persone esterne al carcere per supportare il soggetto nella
gestione della ricerca attiva del lavoro, far acquisire un metodo di ricerca attiva del lavoro e
per sviluppare una capacità di autopromozione della persona.
Gli operatori lavoreranno su tre elementi: a) analisi e rielaborazione del vissuto dell’utente;
b) conoscenza delle tecniche di ricerca del lavoro: definizione di curricula differenziati e di
lettere di accompagnamento, simulazioni di colloqui di lavoro e rilettura di queste
esperienze, scrittura di un’offerta di lavoro, lettura guidata degli annunci di lavoro su
quotidiani e siti internet; c) definizione di un piano d’azione finalizzato all’inserimento
lavorativo. Gli operatori definiranno insieme agli utenti obiettivi, tempi, modi e soggetti a cui
rivolgersi al fine di pianificare e rendere più efficace la ricerca del lavoro.
L’accompagnamento prevede momenti di supporto, confronto e verifica finalizzati al
raggiungimento della completa autonomia progettuale.
D 2 Tutoraggio all’inserimento lavorativo
Favorire un adattamento produttivo e realizzante nell’ambiente di lavoro, mediante
supporto nella fase di inserimento, accompagnamento e verifica dell’inserimento,
elaborazione di strategie nella tenuta del lavoro. Questa azione viene finalizzata
principalmente a potenziali consolidamenti del rapporto di lavoro, di varia natura come
previsto anche dalle nuove regole e strumenti del mercato del lavoro. L’azione
d’accompagnamento è tesa a favorire una piena integrazione dell’utente ed una crescita o
un consolidamento delle capacità produttive e professionali. In particolare gli aspetti su cui
operare sono i seguenti: a) analisi del ruolo professionale richiesto, della struttura
organizzativa aziendale e del contesto relazionale connesso; b) accompagnamento
all’inserimento lavorativo tramite colloqui e verifiche sia con l’utente che con il datore di
lavoro; c) monitoraggio tramite visite periodiche in azienda al fine di facilitare la costruzione
53
di relazioni interne, la gestione di eventuali conflitti, la verifica del rispetto delle regole
aziendali e la messa in atto di strategie per superare difficoltà nella tenuta del lavoro.
L’operatore della mediazione socio-lavorativa è la risorsa professionale che verrà
impiegata per gestire efficacemente i percorsi di inserimento lavorativo. Si tratta di
operatori esperti di questi percorsi di integrazione che lavorano per favorire la
comunicazione e la collaborazione tra utente e azienda. Intervengono sul contesto
relazionale con lo scopo di accrescere l’autonomia e le potenzialità delle persone
svantaggiate.
D 4 Tutoraggio work experience e tirocini di orientamento, stages, borse lavoro
Accompagnare e supportare l’utente, ristretto nella libertà o ex detenuto, nell’acquisire o
potenziare conoscenze lavorative di base, in un progetto professionale o di
presocializzazione al lavoro. Questa azione non è finalizzata a stabilizzazione del rapporto
di lavoro in seguito a tirocinio/stage/borse lavoro. Le figure professionali impiegate per le
azioni D1 D2 D4 sono state tutors esperti, per la gran parte già sperimentati nel Progetto
ORFEO 2. Azioni ipotizzate in fase di progettazione: fino a un massimo di 27 persone
impegnate in azioni D1 D2 D4 (detenuti/e, detenuti/e in misure alternative ed ex detenuti/e)
per un massimo di 30/35 ore ad azione, secondo le caratteristiche dei soggetti.
Tabella riassuntiva ore ed attività progettate con ORFEO 3
Ente Attuatore
Consorzio Nova Spes
Consorzio SIS
Consorzio CS&L
AgeSoL
Attività previste
Coordinamento Generale
Ricerca Aziende e Coordinam. azioni partners
Orientamento CR Opera
Orientamento CC Monza
Orientamento CC San Vittore
Sportello esterno
Segreteria
Coordinamento Azioni partners
Orientamento CR Bollate
Tutoraggi D2 e D4 (circa 12 utenti)
Coordinamento Azioni partner ed orientamento
Tutoraggi D1 D2 D4 (circa 15 utenti)
Progettazione, Resp. Scientifica, Valutaz./Monit.
Ore previste
175
forfait
80
80
80
427
forfait
90
250
360
150
500
forfait
4. Monitoraggio
Le attività di monitoraggio del Progetto OR.F.E O. 3 hanno visto incontri a cadenza
periodica degli operatori e del Responsabile Scientifico del Progetto, anche con momenti
appositi con i Funzionari della Provincia ed i Responsabili degli Enti Partners, ciò ha
consentito di presidiare l’intero andamento dell’iniziativa, evidenziandone immediatamente i
flussi e gli aspetti di rilievo, con la prospettiva di diffonderne e trasferire i risultati in altri
contesti territoriali e nelle fasi di riprogettazione dell’intervento (Dispositivo Multimisura
Orientamento provinciale denominato ORFEO 4).
La Provincia stessa si è impegnata con propri funzionari a collaborare al percorso di
valutazione/monitoraggio.
54
5. Valutazione
Nelle relazioni che seguono, a cura dei partner e dei responsabili delle azioni (o sportelli),
sono riassuntivi dei dati quantitativi.
Contengono inoltre osservazioni qualitative e valutazioni non solo del servizio, ma anche
dei punti di forza e di debolezza riscontrati e in merito agli scenari futuri di implementazione
di un servizio strutturale di orientamento al lavoro per persone provenienti da percorsi
penali 15.
Si è lasciato volutamente una certa disomogeneità nella descrizione 16 per non perdere il
senso vero di quanto descritto ed espresso dagli operatori direttamente interessati, a cui va
il nostro sincero ringraziamento nel dare un resoconto il più completo possibile dell’operato
e di tentare di delineare gli scenari futuri.
15
gli indici e le griglie di valutazione sono state approntate da AgeSoL e discusse con i referenti dei partner e con gli
operatori addetti in incontri ad hoc durante il percorso del progetto, e con i funzionari referenti della Provincia di Milano
dell’Assessorato Diritti e tutele dei cittadini ristretti nella libertà.
16
dovuta sia per diverse tipologie di servizio realizzato e analizzato, sia per le diverse esperienze e vissuti degli operatori
che hanno redatto le relazioni parziali
55
Tabella riassuntiva risultati progetto ORFEO 3
Progetto
ORFEO 3
Persone
Persone
contattate con orientamento
con le azioni
al lavoro
Persone
inserite
al lavoro
con azioni
D1, D2 e D4
Sportello San Vittore
75
34
0
Sportello Opera
31
9
3
Sportello Monza
29
13
1
Sportello Esterno
Nova Spes
178
140
25
Sportello esterno
CS&L
26
11
17
18
Sportello Bollate
S.I.S.
69
54
13
19
Numero max di
inserimenti
lavorativi
ipotizzati in
progettazione
con azioni
D1, D2 e D4
17
27
Totale
17
408
261
59
utente in semilibertà. Altri 2 utenti a cui era stato preparato il percorso d’inserimento non hanno potuto
essere avviati al lavoro perché è mancata la chiusura della sintesi in tempi utili da parte degli operatori
penitenziari
18
solo nelle azioni di questo ente attuatore oltre alle azioni di accompagnamento D2 e D4 si sono previste
anche azioni D1 di ricerca attiva del lavoro.
19
Si è escluso nei numeri complessivi un Art .21 che è stato autorizzato e realizzato solo a progetto concluso.
Dei 13 inserimenti lavorativi: 9 sono D2 e 4 sono D4
56
Equipe Consorzio Nova Spes
Sportelli interni alle Carceri di San Vittore, Opera e Monza e Sportello esterno
1. Sportello S. Vittore
1.1 Fotografia Organizzativa del Servizio
Spazi dove si sviluppa il servizio (interni agli Istituti Penitenziari)
Il progetto, dopo un anno quasi di sospensione in Casa Circondariale, ha ripreso avvio ad
ottobre 2005 con un incontro con l’educatrice di riferimento per le attività
scolastico/lavorative.
I tempi stretti e le condizioni di vincolo presenti, dovute agli elementi di contesto - S. Vittore
è diventato un carcere quasi esclusivamente giudiziario e quindi è difficile trovare detenuti
definitivi che possano partecipare a percorsi di inserimento sociale – hanno implicato
obiettivi di progetto che non prevedevano azioni d’accompagnamento all’inserimento
lavorativo ma solo azioni informative e di bilancio di competenze. L’attività è maturata
quindi all’interno della Casa Circondariale, come descritto in seguito, in dettaglio per le
singole azioni innescate.
1.2 Risorse tecniche, risorse umane, orari
L’incarico per l’operatrice di Sportello, Dott.ssa Paola Guerzoni, è di 80 ore; tre i mesi a
disposizione per l’operatività effettiva del progetto.
Come prima azione, è stato preparato un volantino di pubblicizzazione/presentazione del
progetto. I volantini sono stati esposti nelle bacheche dei raggi, in tutti i piani.
Parimenti sono stati anche predisposti moduli ad hoc per la richiesta di partecipazione alle
attività del progetto, disponibili presso gli uffici degli scrivani di reparto.
Una riunione con gli scrivani dei raggi ha funto da momento di addestramento degli stessi
nella raccolta e prima scrematura delle domande di partecipazione al progetto. Gli scrivani
hanno, infatti, svolto attività di sensibilizzazione, informazione di progetto ed attivazione dei
detenuti presenti in carcere (il turn-over è altissimo a causa di continui trasferimenti).
Presso l’ufficio educatori inoltre erano a disposizione i moduli per la segnalazione da parte
dei vari operatori volontari o penitenziari di casi particolari.
Si rileva un ottimo grado di collaborazione da parte degli agenti e dei detenuti scrivani nella
segnalazione dei casi.
Buona la collaborazione con gli operatori delle altre Associazioni di volontariato e non.
Infine ottima è stata la collaborazione con l’educatrice di riferimento, molto efficiente nel
sostenere tutta l’organizzazione del progetto.
1.3 Azioni e procedure (accoglienza, informazione orientativa, orientamento ecc.)
Conformemente agli obiettivi individuati, l’attività ha visto l’innescarsi di azioni informative e
di bilancio di competenze, mediante momenti di informazione orientativa di gruppo e
colloqui individuali di orientamento e bilancio più mirato.
Le attività di informazione orientativa di gruppo si sono svolte presso la scuola al terzo
raggio e sono state organizzate con l’ausilio degli agenti preposti.
I gruppi al COC (secondo raggio per detenuti tossicodipendenti), al femminile e per i
detenuti “protetti” si sono svolti nei rispettivi raggi; ogni gruppo ha implicato una modalità
diversificata di organizzazione ed accesso (questo sulla base delle singole esigenze
organizzative di reparto), tutti ciò dovuto anche alla fattiva collaborazione con i volontari del
Progetto Ekotonos, ormai collaudata negli anni.
57
In questo carcere sono presenti detenuti che, per quasi il 90 % dei casi, sono in attesa di
giudizio. Di questi, quasi il 70 % sono extracomunitari e/o tossicodipendenti. I detenuti
definitivi sono quasi tutti già occupati in attività lavorative e sono molto sostenuti dagli
operatori o dai volontari presenti.
Per questa ragione si è deciso di rivolgere l’attenzione anche ai soggetti stranieri (che
abbiano avuto un permesso di soggiorno anche se ora è scaduto) ed ai detenuti
tossicodipendenti con attività essenzialmente di orientamento.
Nei gruppi in cui erano presenti gli stranieri, si sono organizzati momenti di
approfondimento volti all’illustrazione della legge vigente in materia di immigrazione. Quegli
stranieri che hanno manifestato particolari condizioni di favore (o già in possesso di
permesso di soggiorno, o con reati particolarmente leggeri o che hanno familiari italiani)
sono stati indirizzati agli operatori dell’Associazione Naga, con cui si è stabilito un accordo
di collaborazione, per individuare percorsi specifici di regolarizzazione.
Per i soggetti tossicodipendenti si sono svolte azioni di orientamento in accordo con gli
operatori del SerT, in modo tale da non intralciare le prioritarie esigenze di cura.
In questo reparto, utilizzando spazi e collaborazioni con gli operatori della CPA del Progetto
Ekotonos, sono state organizzati momenti di orientamento di gruppo, articolati, per i
medesimi partecipanti, in una serie di quattro incontri con i seguenti contenuti trattati:
1) Presentazione del progetto, descrizione dei cambiamenti del mercato del lavoro
nell’ultimo secolo, definizione di lavoratore ed identità associata, riforma dei
collocamenti e nascita dei Centri per l’Impiego e loro funzionamento
2) Legge Biagi e contrattualistica
3) Leggi a favore dei lavoratori svantaggiati, Legge 381, Legge Smuraglia, stages, tirocini,
borse lavoro, lavoro interinale.
4) Il curriculum e simulazioni di colloquio di lavoro. Approfondimenti di problematiche
individuali.
Sono stati strutturati quattro gruppi di tal genere (di cui uno nei reparti) per serie di quattro
incontri di due ore ciascuno.
Con alcuni utenti che hanno partecipato ai gruppi ma presentavano anche una richiesta di
approfondimento individuale, si sono effettuati colloqui individuali focalizzati
essenzialmente sul bilancio di competenze.
PUNTI CRITICI ED ASPETTATIVE PER IL FUTURO:
Con questa edizione del Progetto si è lavorato essenzialmente sui “grandi numeri” e
sull’informazione a livello di gruppo.
La richiesta da parte dell’educatrice è invece di poter impostare per il futuro un lavoro molto
approfondito sui piccoli numeri che però possa sfociare in un reale inserimento lavorativo.
Si è visto, infatti, che malgrado la partecipazione ai gruppi sia alta, il livello di scolarità,
salute e di capacità di elaborazione delle informazioni ed i contenuti proposti è sempre più
bassa. Al fine di non sprecare risorse utili, sarebbe meglio concentrare gli sforzi,
finalizzandoli il più possibile al conseguimento dell’obiettivo di effettuare concretamente
inserimenti socio-lavorativi all’esterno.
I NUMERI:
• Sono stati effettuati dieci gruppi, quattro dei quali condotti per serie di quattro
incontri.
Di questi, due presso la sezione femminile, quattro presso la sezione
tossicodipendenti, uno presso la sezione protetti (più bisognosi in quanto sono rari i
58
•
•
contatti che hanno con l’esterno), uno presso l’ex sezione penale, due presso la
scuola al terzo raggio.
Sono stati effettuati colloqui individuali con 34 utenti, 31 dei quali ha partecipato
anche al gruppo - 3 solo al momento singolo.
In tutto sono stati contattati direttamente 75 detenuti.
2. Sportello Opera
2.1 Fotografia Organizzativa del Servizio
Spazi dove si sviluppa il servizio (interni agli Istituti Penitenziari)
L’attuazione del progetto, nel contesto della Casa di Reclusione di Opera, ha messo in
luce, sia negli anni delle precedenti edizioni che attualmente, una oggettiva difficoltà nel
condurre progetti di inserimento lavorativo: questo sia per la natura stessa della Casa di
Reclusione sia per il numero elevato di detenuti con pene molto consistenti.
Anche per questa ragione, gli educatori in molti casi hanno proposto l’attuazione di percorsi
di inserimento “interno”, sia lavorativo sia di studio (per la frequenza di corsi di formazione
professionali promossi all’interno della struttura), e su queste basi si è quindi strutturato il
coinvolgimento dell’operatrice di Sportello.
2.2. Risorse tecniche, risorse umane, orari
L’intervento per percorsi d’orientamento, gestiti, all’interno della struttura, dall’operatrice di
Sportello dott.ssa Marta Fortini, dopo un faticoso inizio - dovuto prevalentemente alla
scarsa collaborazione dell’area educativa – è risultato di più facile organizzazione,
nell’ultimo anno e mezzo, grazie ad una maggiore sinergia con gli educatori di riferimento e
con le altre associazioni interne ed esterne al carcere, in particolare, con il SERT interno e
con l’associazione “Punto e a Capo”, per quanto concerne la soluzione abitativa.
Si è inoltre istaurato un discreto rapporto di collaborazione con la criminologa. La direzione
non ha potuto mai essere consultata dall’operatrice; gli educatori hanno sempre funto da
filtro per i suoi interventi.
Soprattutto per l’ultima edizione del progetto, le segnalazioni e le conseguenti prese in
carico sono pervenute quasi esclusivamente dagli educatori. Non sono state più utilizzate
le domandine spontanee dei detenuti, in quanto il loro numero era elevatissimo ed, al
contrario, molto stretto il filtro che veniva imposto dall’Area Trattamentale.
La scelta compiuta dall’operatrice è stata quindi quella di proporre, nelle eventualità
occorse, agli educatori solo casi che rientravano nell’obiettivo generale di un reinserimento
non esclusivamente lavorativo.
Il criterio di scelta adottato è stato funzionale sia per gli utenti presi in carico, che
risultavano maggiormente informati sulle concrete possibilità sondabili, facilitando una
scelta più consapevole del proprio piano d’azione personale, sia per gli educatori stessi,
comportando, come effetto secondario, il miglioramento della relazione tra l’operatrice e gli
stessi.
2.3 Azioni e procedure (accoglienza, informazione orientativa, orientamento ecc.)
Non potendo contare su numeri significativi per un eventuale percorso esterno, l’obiettivo
degli interventi è stato, in accordo con l’area educativa, quello di facilitare “stimoli” (in
particolare di studio e di formazione professionale) atti a rendere “meno gravosa” la
permanenza spesso molto lunga degli utenti.
A questo proposito, fin dagli inizi del 2005, l’operatrice si è occupata prevalentemente di
inserimenti scolastici (in particolare, per il conseguimento di diploma superiore o di laurea)
da conseguire come privatisti presso strutture esterne.
59
Inoltre, per un paio di casi, si è attuata la presa in carico di utenti che, a fine pena, avevano
necessità di un supporto nel collegamento tra interno ed esterno del carcere per
individuare una risorsa lavorativa.
Si è svolta, in tal occasione, la funzione di “trait d’union” con i colleghi dello Sportello
Esterno, presentando i casi e decidendo insieme a loro quali risorse lavorative impiegare,
sulla base della conoscenza pregressa degli utenti.
L’intervento si è articolato attraverso lo svolgimento di colloqui individuali di
informazione orientativa, con focus su scuola e/o lavoro, percorsi caratterizzati da
colloqui d’orientamento lavorativo e scolastico individuali che consentissero una più
approfondita analisi delle competenze personali.
Gli utenti presi in carico sono stati tutti uomini di età compresa tra i trentacinque e i
cinquant’anni, con fine pena variabile tra i dieci e i vent’anni.
Sono in larga misura persone in regime detentivo da parecchio tempo, giunti all’attenzione
dei referenti dell’Area del Trattamento in seguito a percorsi di presa in carico psicologica
che sono sfociati nell’intenzione di porre in atto piani di sviluppo personale più ad ampio
raggio.
2.4 Strumenti utilizzati
Per gli incontri d’accoglienza e conoscenza, che sono stati, per tutti gli utenti, almeno tre,
l’operatrice ha utilizzato in larga misura i questionari messi a punto dall’equipe dello
Sportello Esterno, decidendo poi, dopo consulto con gli educatori, se focalizzare il piano di
sviluppo e d’azione personale verso un obiettivo lavorativo od un obiettivo più di carattere
formativo (di conseguenza adottando o meno, nei colloqui, strumenti/schede che facessero
riferimento principalmente alle esperienze ed alle aspettative professionali).
Si sono verificati, purtroppo, casi di percorsi su utenti segnalati dall’Area Educativa - e per
cui era stato pensato un progetto esterno - che, per “lungaggini” tecniche interne (ritardo
nell’aggiornamento della sintesi o nella discussione giuridica del caso), hanno accusato
forzatamente un rallentamento od una sospensione a tempo indefinito, nell’attesa di una
soluzione delle criticità.
Per quanto concerne i percorsi d’orientamento scolastico, sono stati sviluppati progetti di
formazione personale, per gli utenti, con enti esterni (scuole professionali, università).
In tal senso, l’operatrice ha goduto di una puntuale collaborazione con i referenti delle
diverse strutture coinvolte (direttrice didattica, tutor universitaria, …), e ha fatto da tramite
tra gli utenti e le istituzioni scolastiche sia dal punto di vista strettamente pratico
(reperimento di materiale scolastico e di programmi) sia progettando con i referenti
scolastici percorsi di studio “mirati”, poi sottoposti all’area educativa ed agli utenti stessi per
il conseguimento dell’obiettivo finale (esame di idoneità superiore o universitario).
I colloqui si sono sviluppati in serie di due o tre incontri settimanali, di durata compresa tra
una/due ore. In questo sviluppo orario è da considerarsi anche il confronto diretto con i
referenti dell’Area Educativa per aggiornare o decidere gli obiettivi e le scansioni temporali
del progetto individuale.
OSSERVAZIONI:
Punti forti del processo attivato
Una maggiore collaborazione con l’Area Trattamentale e con l’utente, in quanto soprattutto
i progetti scolastici si sono sviluppati in molti mesi, permettendo la costruzione di un
rapporto di fiducia e di collaborazione positivo ed in evoluzione.
60
Punti deboli del processo attivato
La scarsa possibilità di poter optare su percorsi prevalentemente lavorativi esterni, se non
per rari casi di occorsa fine pena; di conseguenza, il concreto limite di poter proporre agli
utenti solo percorsi di lunga attuazione e non concernenti l’ambito professionale in senso
stretto.
I NUMERI:
• Sono state contattate 31 persone
Di queste 9 hanno partecipato a percorsi di orientamento al lavoro. In particolare
con 2 è stato realizzato un percorso di accompagnamento per l’iscrizione a Istituti
Scolastici.
• 3 persone sono state avviate al lavoro.
3. Sportello Casa Circondariale di Monza
Contesto
Per molti mesi, la Casa Circondariale di Monza si è trovata in una condizione molto critica,
a causa dell’alto numero di detenuti e della carenza di personale dell’area trattamentale: ci
sono infatti solo due educatori per circa 850 detenuti. Tuttavia, dal mese di ottobre 2005 è
aumentato il numero degli assistenti sociali UEPE, attualmente sono sei. Si è stabilizzata la
Direzione, per altro molto disponibile nei confronti del progetto e per quanto riguarda la
concessione di art. 21 o misure alternative se ben organizzate e motivate.
3.1 Spazi, orari e risorse umane
I colloqui si svolgono nell’ufficio degli agenti delle varie sezioni o nelle aule.
L’operatore è presente 4 ore alla settimana generalmente il mercoledì dalle 9 alle 13 (in
alternativa il venerdì mattina).
In questa edizione del progetto non è stata prevista la presenza di un’operatrice del Centro
per l’Impiego di Monza per provvedere alla registrazione dello stato di disoccupazione dei
detenuti interessati.
3.2 Obiettivo del percorso di orientamento
Il progetto Orfeo a Monza è da sempre stato percepito, da operatori e detenuti, come il
seguito del progetto “Cercare Lavoro” iniziato nel 2001, pertanto la principale aspettativa
risulta essere la ricerca di un lavoro all’esterno, rendendo difficile realizzare percorsi di puro
orientamento.
3.3 Azioni e procedure
L’incontro con gli operatori del progetto è avvenuto attraverso due canali: le domandine
inoltrate dai detenuti, le segnalazioni pervenute dagli educatori, dagli assistenti sociali,
dagli psicologi e dagli assistenti volontari.
Dal mese di giugno, è stata nominata un’assistente sociale del Comune di Monza,
incaricata di svolgere azioni di orientamento informativo ai residenti in zona ASL3, con la
quale è stato possibile un confronto e la reciproca segnalazione dei casi critici.
Ulteriore novità rispetto all’anno precedente è la presenza di un progetto per i detenuti
Stranieri che opera, dal mese di maggio, all’interno del carcere. E’ stato possibile segnalare
diversi casi che richiedevano non tanto un orientamento al lavoro quanto un supporto
specifico legato al permesso di soggiorno.
Su alcuni casi invece è stato molto utile un lavoro d’équipe.
61
Azioni
Prima fase
Raccolta domandine e segnalazioni. Primo confronto con gli educatori e valutazione della
posizione giuridica.
Seconda fase
Azione A2
Tutti i percorsi iniziano con un colloquio individuale di un’ora circa con il detenuto/a che ne
ha fatto richiesta o è stato segnalato. Questo primo colloquio ha come finalità la definizione
e valutazione dei bisogni specifici e l’individuazione di un percorso possibile di
orientamento e di inserimento lavorativo. In questa prima fase, si analizzano e spesso
ridimensionano, le aspettative dell’utente, le richieste fatte al progetto sono sovente alte e
inadeguate, e la situazione del detenuto che si rivolge a noi è in generale complessa e
multiproblematica. Non sono stati effettuati colloqui di gruppo, soprattutto per la difficoltà
oggettiva ad avere uno spazio a disposizione.
Terza fase
Confronto con gli operatori
Colloquio con l’educatore di riferimento e/o assistente sociale per valutare insieme la
situazione e concepire un percorso coerente ed adeguato. In questa fase, l’operatore
valuta la necessità di confronto con altri operatori (Ser.T e psicologa) e l’opportunità di
segnalazione ad altri servizi.
Quarta fase
Colloqui individuali (C1)
Prosecuzione del percorso ipotizzato attraverso ulteriori colloqui individuali a scadenza
quindicinale. L’obiettivo è identificare le potenzialità individuali, valutare le competenze
professionali e trasversali, predisporre un progetto professionale realistico e realizzabile a
breve e medio termine. Si lavora principalmente sull’analisi e rielaborazione del vissuto
lavorativo dell’utente, utilizzando schede di vario tipo ed il colloquio verbale. Spesso, su
indicazione degli stessi educatori, si lavora sull’urgenza data da una Camera di Consiglio
fissata a breve termine, in occasione della quale è necessario avere una collocazione
lavorativa idonea e credibile all’ottenimento di una misura alternativa.
Quinta fase
Colloquio con operatori Area Trattamentale + GOT.
Dal mese di settembre 2005, l’operatore del progetto Orfeo è stato convocato per
partecipare alle riunioni per la chiusura od aggiornamento della sintesi degli utenti in carico.
3.4 Strumenti utilizzati
Scheda 1° colloquio – accoglienza, analisi del bisogno ed individuazione del percorso
Schede per l’analisi delle esperienze lavorative
Schede tipologie di lavori possibili
Schede di autovalutazione - varie schede che facilitano il percorso di autovalutazione.
Modello di curriculum vitae
Scheda profilo
Suggerimenti ed ipotesi di lavoro futuro
Nella prossima edizione di Orfeo sarebbe opportuno ripresentare il progetto focalizzando
molto l’attenzione sull’attività di orientamento al lavoro più che sulla possibilità di
inserimento lavorativo. Durante una riunione del Comitato Carcere e Territorio di Monza
(che si tiene periodicamente presso la Direzione del carcere) il servizio inserimenti
62
lavorativi di Monza (ASL3) aveva fatto esplicita richiesta di ricevere utenti a fine pena che
avessero già fatto oltre che percorso di orientamento anche un bilancio di competenze.
Si potrebbe partire da questi suggerimenti ed allacciare sinergie più strette con i vari
progetti/sportelli che si apriranno all’interno del carcere (lo sportello stranieri, lo sportello
sociale del Comune di Monza, il progetto/sportello rivolto alle persone detenute con disturbi
psichici).
I NUMERI:
• Sono state contattate 29 persone.
• 13 persone hanno partecipato a percorsi di orientamento al lavoro.
• 1 persona è stata avviata al lavoro. Altri 2 utenti a cui era stato preparato il
percorso d’inserimento non hanno potuto essere avviati al lavoro perché è
mancata la chiusura della sintesi in tempi utili da parte degli operatori
penitenziari.
4 Sportello esterno presso il Consorzio Nova Spes
4.1 Fotografia Organizzativa del Servizio
L’organizzazione del servizio di Sportello Esterno del progetto ORFEO 3 provvede a
gestire e fornire:
• servizi d'orientamento ed accompagnamento finalizzato al reinserimento lavorativo di
detenuti ed ex-detenuti, adulti e minori
• supportare i soggetti ristretti nella libertà nella ricerca di opportunità lavorative
• informare le persone detenute sugli strumenti e la realtà del mondo del lavoro
• fornire servizi d'orientamento finalizzati ai percorsi di formazione professionale
• fornire servizi che riguardano l'accesso al lavoro
• supportare la crescita d'autonomia e capacità progettuale con interventi sulla singola
persona
4.2 Spazi dove si sviluppa il servizio (esterni agli Istituti Penitenziari)
La sede operativa dello Sportello Esterno gestito da Nova Spes è accreditata presso la
Regione Lombardia ed operante con sistema di controllo qualità ISO 9001.2000 (BVQI152574) certificato per la “progettazione di servizi di orientamento al lavoro per soggetti
svantaggiati e da riqualificare”.
Lo Sportello Esterno è sito presso la sede del Consorzio Nova Spes in Via Montecuccoli,
21/a Milano facilmente raggiungibile da Metro (MM Primaticcio).
I locali a disposizione del servizio sono:
n°1 locale adibito all’accoglienza e all’attesa degli utenti
n°2 locali in cui svolgere i colloqui individuali
n°1 locale in cui è possibile svolgere azioni di gruppo
n°1 ufficio (open space) dotato di postazioni informatiche (pc, stampante, internet) in cui è
possibile svolgere azioni di ricerca attiva
n°1 ufficio (chiuso) a disposizione degli operatori dotato di postazioni informatiche (pc,
stampante, internet) in cui svolgere le azioni di back-office
n°1 postazione riservata alla segreteria dotata di telefono pc ed accesso alla Rete Internet
Spazi idonei e riservati per l’archiviazione dei documenti
n°1 locale adibito a sala riunioni
63
4.3 Risorse tecniche, risorse umane, orari
Come previsto dal sistema qualità, l’organizzazione dello Sportello Esterno di Orfeo 3
provvede affinché le attività dei servizi siano effettuate da persone competenti per
formazione, per conoscenze acquisite, per abilità o per esperienza.
Ove richiesto, l’organizzazione provvede, attraverso strumenti di pianificazione,
all’addestramento dei dipendenti ovvero all’inserimento od impiego di risorse umane
qualificate allo svolgimento dei compiti assegnati.
Alla gestione degli sportelli concorrono le seguenti risorse umane
- Este Ezio coordinatore e operatore sportello esterno
- Roncalli Barbara operatrice sportello esterno
- Carlo Riva Segreteria Operativa
Lo sportello esterno in via Montecuccoli, 21/a è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì
dalle ore 8.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00
La segreteria è attiva per consulenze telefoniche e per fissare gli appuntamenti dal lunedì
al venerdì dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00
I colloqui vengono fissati per appuntamento. Per meglio gestire il servizio sono stati
previsti due giorni la settimana (lunedì e giovedì) in modo da valutare le priorità e preparare
la richiesta per eventuali autorizzazioni necessarie ad accedere allo sportello
Rimane, tuttavia, la possibilità di riservare, per le emergenze una quota del monte ore
gestita con flessibilità.
4.4 Azioni e procedure (accoglienza, matching, accompagnamento, ricerca aziende)
L’accesso allo sportello
1. - Le richieste di colloquio posso avvenire direttamente recandosi allo sportello, per
telefono o per lettera.
La segreteria provvede a fissare un primo appuntamento con gli operatori di orientamento.
Qualora la persona fosse in condizioni particolari e si rendesse necessaria l' autorizzazione
da parte del Tribunale competente, viene inviata - all'avvocato o all'utente - una lettera o un
fax da allegare all’istanza.
2. - Possono pervenire anche segnalazioni da servizi pubblici (UEPE - già CSSA -, Servizi
di inserimento lavorativo di ASL, etc.) e privati (associazioni di varia natura presenti sul
territorio). In questo caso, è stata predisposta un'apposita scheda di segnalazione in cui gli
operatori invianti annotano, insieme alle generalità, una valutazione del candidato.
Il percorso può essere poi concordato e monitorato con il servizio inviante.
All’accoglienza è deputata la segreteria operativa/organizzativa che ha i seguenti compiti:
Gestione dell’agenda e del calendario dei colloqui (sono stati predisposti all’uopo
appositi strumenti sia cartacei sia informatici)
Consulenza informativa telefonica: qualora non si verifichino le condizioni minime
per poter accedere allo sportello ad un colloquio con l’operatore, su richiesta
dell’utente o di un familiare vengono fornite tutte quelle informazioni necessarie
relative alla conoscenza del contesto penitenziario e del mondo del lavoro.
I percorsi possibili
Il percorso proposto agli utenti prevede un colloquio di accoglienza (A2) ed almeno due/tre
colloqui (C1) di approfondimento della conoscenza con finalità orientativa e/o di
inserimento lavorativo
Gli obiettivi
a) affrontare illusioni e preconcetti che ostacolano e rallentano l’assunzione di
responsabilità e la progettazione del proprio futuro lavorativo, migliorando la
consapevolezza degli utenti rispetto ai propri limiti e alle proprie potenzialità;
64
b) permettere agli utenti di riflettere sul proprio passato lavorativo al fine di individuare le
abilità, le conoscenze, le potenzialità e le attitudini spendibili nei diversi contesti lavorativi;
c) ragionare sul futuro lavorativo definendo obiettivi realistici e stimolanti, integrati in un
progetto lavorativo strutturato (definizione di tempi, azioni, interlocutori, risorse necessarie);
individuare le mansioni professionali che l’utente potrebbe ricoprire od apprendere;
d) fornire informazioni sui seguenti argomenti: attuale situazione della domanda di lavoro
da parte delle imprese del territorio, trasformazioni del mercato del lavoro, principali tipi di
rapporto lavorativo, servizi per l'impiego od agenzie che facilitano l'incontro tra domanda e
offerta di lavoro, incentivi e facilitazioni per le assunzioni, ecc.
Le azioni
A2 Colloqui individuali di accoglienza di 1 ora ciascuno.
Colloqui individuali tesi a valutare il livello di occupabilità della persona. La definizione di
specifici obiettivi orientativi, scaturisce da parte del soggetto attivato ad analizzare i propri
bisogni di formazione, di alfabetizzazione, di accesso alle informazioni.
In questa prima fase particolare l’attenzione viene posta nella definizione del percorso
possibile. Vengono analizzate le aspettative dell’utente e se possibile allineate con i servizi
offerti dallo sportello.
Tale fase è molto delicata ed importante per la prosecuzione di un percorso efficace.
Tipicamente, in questo contesto e considerata le condizioni spesso complesse e
multiproblematiche che connotano la situazione di chi si rivolge allo sportello, le aspettative
sono molto alte e convergono verso la richiesta immediata di un’opportunità lavorativa.
Il primo obiettivo, dunque, dell’accoglienza è quello di portare su un livello di realtà tali
(legittime) aspettative.
L’esperienza ci ha dimostrato che tale modalità è apprezzata dall’utenza.
Statisticamente è molto bassa la percentuale di chi rinuncia a proseguire – od iniziare – il
percorso di orientamento (l’ordine è del 2/3%).
C1 Percorsi di orientamento e inserimento lavorativo
Colloqui individuali di orientamento per enucleare con gli utenti risorse, vincoli, opportunità
formative e professionali, identificare e riaggregare le potenzialità individuali, sostenere
l’utente nella predisposizione di un progetto realistico, verificabile e completo nei suoi
elementi interni.
Sono previste azioni individuali per supportare il soggetto nella gestione della ricerca attiva
del lavoro, far acquisire un metodo di ricerca attiva del lavoro e per sviluppare una capacità
di autopromozione della persona.
Gli operatori lavorano su tre elementi:
a) analisi e rielaborazione del vissuto dell’utente;
b) conoscenza delle tecniche di ricerca del lavoro: definizione di curricula differenziati e di
lettere di accompagnamento, simulazioni di colloqui di lavoro e rilettura di queste
esperienze, scrittura di un’offerta di lavoro, lettura guidata degli annunci di lavoro su
quotidiani e siti internet;
c) definizione di un piano d’azione finalizzato all’inserimento lavorativo. Gli operatori
definiranno insieme agli utenti obiettivi, tempi, modi e soggetti a cui rivolgersi al fine di
pianificare e rendere più efficace la ricerca del lavoro.
L’accompagnamento prevede momenti di supporto, confronto e verifica finalizzati al
raggiungimento della completa autonomia progettuale.
Durante tutto il percorso riservato all’utente, l’operatore, provvede anche ad azioni di
consulenza finalizzata ad aiutare a comprendere meglio alcuni aspetti principali, le
tempistiche del percorso ed in modo particolare:
65
Le varie possibilità che le leggi attuali prevedono in materia di sgravi fiscali a ditte privati od
a Cooperative che assumono ex detenuti o detenuti ammessi ai benefici previsti dalla
legge.
Tempi e modalità contemplate dall’Ordinamento Penitenziario per potere accede ai benefici
alternativi alle detenzione, ammissione al lavoro esterno, autorizzazioni necessarie per gli
utenti che si trovano già in regime alternativo come la detenzione od arresti domiciliari, in
sorveglianza speciale, affidati od in sospensione pena.
I NUMERI:
• Sono state contattate 178 persone.
• 140 persone hanno partecipato a percorsi di orientamento al lavoro.
• 25 persone sono state avviate al lavoro.
Considerazioni in merito alle attività dello Sportello esterno Nova Spes
Per effettuare l’analisi delle attività dello sportello esterno sono state prese le mosse da
considerazioni e lavori di valutazione intercorsi durante le diverse edizioni del progetto
risistematizzati ed attualizzati.
Gli elementi che hanno caratterizzato l’analisi sono:
1. il flusso di lavoro (allegato1) consente di avere la visione d’insieme di tutto il
percorso.
2. Le schede di registrazione dei diversi colloqui. Sono state elaborate, negli anni, una
serie di strumenti che consentono di gestire e monitorare le varie tipologie di
percorsi.
In particolare:
- scheda 1° colloquio – accoglienza, analisi del bisogno ed individuazione del
percorso
- schede per l’analisi delle esperienze lavorative
- schede tipologie di lavori possibili: si tratta di più schede da usare in base alle
caratteristiche dell’utente che consentono di individuare delle tipologie di lavoro
possibili
- schede di autovalutazione – varie schede che facilitano il percorso di
autovalutazione
- strumenti per effettuare percorsi semi-strutturati di bilancio di competenze
(schede elaborate ed adattate sulla scorta del volume “Il bilancio di competenze”
di Selavatici, D’Angelo ed in confronti con altre esperienze maturate in ambiti di
intervento analoghi)
- Modelli curriculum vitae
- Scheda profili
Tali schede consentono di adattare il percorso alle esigenze e potenzialità
individuali.
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Equipe CS&L – Tutoraggio e azioni d’orientamento in esterno
Azioni
All’interno del progetto Orfeo 3, il Consorzio CS&L sviluppa, per mezzo del settore
denominato “Arealavoro”, una serie di azioni ed interventi tese a favorire l’inserimento e
l’integrazione sociolavorativa degli utenti presi in carico (ex-detenuti, detenuti in uscita o
che usufruiscono di misure alternative alla detenzione) che possono essere riunite
secondo questo schema:
a. Accompagnamento alla ricerca attiva dell’impiego
b. Monitoraggio e sostegno all’inserimento lavorativo
c. Tutoraggio per utenti che usufruiscono di una borsa-lavoro.
Si tratta di azioni ad ampio raggio, con una forte componente educativa e basate sul
lavoro di rete. Questo perché l’integrazione socio-lavorativa è possibile soltanto se si
agisce sul contesto (e non soltanto sull’utente) affrontando problematiche anche
extralavorative, ma comunque portatrici di un disagio che, se non viene neutralizzato, di
fatto impedisce da parte dell’utente l’erogazione di una soddisfacente prestazione
lavorativa. In quest’ottica diventa imprescindibile che l’utente abbia un proprio Progetto
Educativo Personalizzato, gestito da un servizio sociosanitario che ne abbia la titolarità,
con il quale concordare gli obiettivi ed il tenore delle azioni. Il lavoro di rete serve appunto
per mettere in comunicazione utente, servizi e territorio, rendendo così significativo e
trasparente il percorso ed i suoi risultati.
Strumenti
Luogo di lavoro dell’équipe è presso la sede del Consorzio (vicolo del Gallo, 10 –
Cinisello Balsamo), dotata di tutti gli strumenti tecnologici necessari:
• diverse postazioni – computer a disposizione degli operatori e fornite del
collegamento a internet, nonché alcune destinate agli utenti della Ricerca
attiva
• Un telefono dedicato (con numero proprio) per ogni postazione
• Due fotocopiatrici
• Due fax
• Spazi a disposizione su richiesta per colloqui individuali
• Possibilità di utilizzo di una sala-riunioni
• Una propria banca-dati di aziende, fondazioni e cooperative sociali
disponibili a collaborare per l’attivazione di tirocini lavorativi e borselavoro.
Equipe
L’équipe CS&L è formata da un coordinatore e tre operatori della mediazione sociolavorativa, collaboratori abituali di CS&L e dotati di esperienza pluriennale specifica del
settore in oggetto, i quali hanno avuto a disposizione, per i sei mesi del progetto, di un
budget settimanale medio rispettivamente di 9 ore per il primo e di 12 per i secondi (più
un cospicuo budget per affrontare i costi degli spostamenti), che vengono utilizzate dagli
operatori in modo flessibile, così da poter rispondere in ogni momento alle esigenze
dell’utenza e degli altri servizi coinvolti nel progetto educativo.
Il Coordinatore svolge i seguenti ruoli:
o coordina e supervisiona tutte le azioni dell’équipe CS&L attraverso incontri
d’équipe, monitoraggio dei singoli casi, valutazione collettiva dei risultati ottenuti.
67
o raccoglie le segnalazioni provenienti dallo sportello esterno e dagli Istituti
Penitenziari (gestito dal Consorzio Nova Spes) destinate agli operatori CS&L
o sovrintende la redazione e l’invio della rendicontazione economica del progetto,
delle schede di monitoraggio e di tutta la documentazione richiesta.
o gestisce per CS&L le relazioni con la Provincia di Milano e con gli altri partners
progettuali.
Gli operatori della mediazione:
o si occupano di erogare le azioni relative ai casi loro assegnati.
o Gestiscono i rapporti con le aziende, con i Servizi Sociali e con altre figure
significative in termini di progetto educativo.
o Effettuano, se necessario, ricerche di aziende sulla banca-dati di ArealavoroCS&L
Report azioni equipe CS&L
Funzione
L’équipe CS&L si occupa, all’interno del progetto Orfeo 3, delle azioni di
accompagnamento al lavoro per i seguenti gruppi di utenti:
 reclusi negli Istituti Penali di Monza, Opera e San Vittore
 affidati al CSSA (Centro dei Servizi Sociali per gli Adulti) di Milano
 soggetti a misure alternative, con presenza di carichi pendenti o sottoposti a misure
terapeutiche e quindi affidati ai Servizi Sociali Territoriali o ai Ser.T.
Si tratta di un target disomogeneo, che si caratterizza per la presenza di situazioni
generalmente molto gravi e pluriproblematiche20 che necessitano di un intervento molto più
complesso di un semplice tutoraggio sul luogo aziendale.
Per questo motivo la nostra équipe ha continuamente affinato e rielaborato il suo bagaglio
metodologico ed esperienziale, e può attualmente offrire una serie di interventi21 fortemente
caratterizzati da:
grande attenzione al rapporto personale tutor/utente
attenta rielaborazione degli aspetti motivazionali, relazionali e cognitivi
fondamentale collegamento con il progetto educativo espresso dall’Ente inviante o
da chi ne detiene la titolarità
utilizzo ampliamento e valorizzazione della rete coinvolta in ogni progetto
educativo.
Per ognuna delle segnalazioni ricevuta è stata aperta un’ istruttoria che prevedeva: incontri
con gli orientatori dello Sportello Esterno (Consorzio Nova Spes) e con gli Assistenti Sociali
(o altre figure equiparabili) che detenevano la titolarità del Progetto Educativo e, infine, con
gli utenti.
Dopo questa fase informativa e propedeutica, una volta verificata l’effettiva possibilità di
avviare azioni educative finalizzate al reinserimento ed all’integrazione lavorativa, si
prosegue con lo stabilire obiettivi e modalità di azione, condivise sia dall’Utente che dai
Servizi invianti, modalità ed obiettivi da verificare poi durante la fase attuativa.
20
carenze nei rapporti familiari, scarse competenze lavorative e generale disabitudine al lavoro, presenza di problemi
legati alla tossicodipendenza o all’abuso di alcool e talvolta di problematiche psichiche (doppia diagnosi)
21
codificati per comodità documentaristica in: orientamento, ricerca attiva del lavoro, tutoraggio lavorativo e borse
lavoro
68
A questo punto il Tutor avvia le azioni stabilite attraverso incontri regolari con l’utente e con
verifiche periodiche durante l’équipe di lavoro ed incontri espressamente dedicati a questo
con i Servizi.
Équipe
L’équipe è formata da tre tutors di consolidata esperienza professionale, che collaborano al
progetto da diversi anni e da un coordinatore, che si occupa della gestione dei rapporti con
i partners progettuali, dei rapporti con i Servizi Pubblici, per quanto essi rientrino nell’ambito
delle azioni di progetto, della supervisione dei tutoraggi e della qualità dell’attività
dell’équipe.
Il nostro gruppo di lavoro utilizza la sede di CS&L di Cinisello Balsamo, fornita di sale
dedicate agli incontri con l’utenza e di tutte le strutture tecnologiche necessarie.
Tra gli strumenti più importanti va certamente menzionata la Banca-dati delle Aziende e
delle Cooperative Sociali di Arealavoro (Consorzio CS&L), per cui abbiamo fornito al
Progetto Orfeo numerose aziende già selezionate e con le quali gli operatori del nostro
Consorzio intrattengono rapporti di reciproca stima e fiducia, elemento spesso
fondamentale nell’accoglienza di tirocinanti “difficili” o ancora carenti per quanto riguarda le
caratteristiche socio-lavorative.
Stessa cosa può dirsi per le relazioni di collaborazione che gli operatori intrattengono con i
Servizi Pubblici presenti sul territorio della provincia di Milano e con le agenzie del Privato
Sociale, grazie alle quali cerchiamo di ottimizzare l’efficacia delle azioni socio-educative
massimizzando la condivisione delle stesse, il flusso e la trasparenza di informazioni e
agiti, l’omogeneità e coerenza dei messaggi che vengono indirizzati agli utenti.
Risultati
Durante il progetto Orfeo 3, la nostra équipe ha ricevuto 26 segnalazioni, a seguito delle
quali sono state avviate le seguenti azioni:
Azione
Descrizione
Segnalazione ed accoglienza
Numero
26
PERCORSI DI
ORIENTAMENTO
Definizione degli obiettivi personali, chiarimento della
motivazione e delle problematiche presenti, bilancio delle
competenze e rilettura delle esperienze passate e
rielaborazione dei vissuti.
11
RICERCA ATTIVA
Stesura del Curriculum Vitae, lettura di quotidiani ed annunci
dedicati all’inserimento professionale. Ricerca guidata. Utilizzo
degli strumenti informatizzati.
5
TUTORAGGIO
LAVORATIVO
Accompagnamento, assistenza e monitoraggio dell’attività
lavorativa, anche attraverso regolari contatti con i responsabili
aziendali
3
TIROCINI
LAVORATIVI
Tutoraggio e verifica dell’andamento delle Borse Lavoro o dei
Tirocini attivati
9
DEL LAVORO
69
Utenti e azioni equipe CS&L
30
26
25
20
15
11
9
10
5
5
8
3
1
0
segnalati
orientamento ricerca attiva
tutoraggio
lavorativo
tirocini
lavorativi e
borse lavoro
continuità
rapporto
lavorativo
possibile
continuità
I risultati raggiunti sono conformi o superiori agli obiettivi prefissati e molto soddisfacenti,
soprattutto guardando al dato di quanti utenti, grazie all’attività svolta, hanno poi ottenuto il
continuamento del rapporto di lavoro al termine del tirocinio, od addirittura hanno
conseguito una nuova occupazione. Questo rafforza la nostra opinione che, quando gli
interventi di integrazione lavorativa sono gestiti in modo corretto (cioè valorizzando
realmente le capacità dell’utente, ma anche tutti i possibili elementi di contesto), trovano
spesso e volentieri risposte molto positive da parte del panorama lavorativo e produttivo,
dove un sempre maggior numero di aziende, nonostante la gravissima crisi occupazionale
che sta investendo il nostro Paese (e che nel nostro ambito sta avendo conseguenze
catastrofiche), si stanno rendendo conto dell’utilità di un supporto educativo all’inserimento
professionale.
70
Equipe S.I.S.
Sportello 2^ Casa di Reclusione – MI-Bollate e Tutoraggio
1. Introduzione
L’attuale edizione del Progetto è la naturale prosecuzione delle precedenti.
Nel caso specifico dello sportello attivo presso la Casa di Reclusione di MI-Bollate va
sottolineato che non c’è mai stata interruzione del servizio - neppure durante il primo
semestre dell’anno in corso – poiché la Direzione del carcere, in accordo con gli Enti
partners del Progetto, ha destinato un piccolo finanziamento del Comune di Milano
esplicitamente allo scopo di non interrompere il flusso delle azioni di ORFEO all’interno
dell’Istituto.
Ciò ha permesso agli operatori di non perdere mai il contatto con gli utenti, con l’Istituzione
ospitante e con le aziende che hanno dato continuità nella collaborazione.
Il vantaggio è stato di essere divenuti un punto di riferimento costante in Istituto e presso la
Magistratura di Sorveglianza, che, a fronte di richieste d’autorizzazione per nuovi percorsi
in art. 21, non richiede l’indagine presso le aziende da parte dell’U.E.P.E. (ex C.S.S.A.),
riponendo la massima fiducia nel lavoro di orientamento ed accompagnamento garantito
dagli operatori di ORFEO.
Lo svantaggio è invece quello di essere percepiti ormai in maniera anomala, rispetto agli
obiettivi del progetto; infatti la presenza costante degli operatori in Istituto, unita alla
fortunata serie di inserimenti lavorativi di detenuti registrati dall’inizio della storia di ORFEO
ad oggi, ha contribuito a spostare l’asse della percezione del Progetto stesso verso una
sorta di sezione decentrata del Centro per l’Impiego. In queste condizioni il carico di lavoro
è molto aumentato, sia rispetto al numero di utenti, sia per l’importanza delle richieste e
delle aspettative: molto spesso infatti si ricevono richieste da parte degli Educatori per il
reperimento di risorse lavorative destinate a detenuti prossimi ad udienze per la
concessione di misure alternative. Risulta evidente che, in questi casi, il percorso con gli
utenti subisca un’accelerazione brusca, e che spesso la componente ansiogena insita nella
richiesta ribalti il naturale ordine sequenziale delle azioni.
Questi casi, per esplicita presa di posizione degli operatori, sono stati limitati alle sole
situazioni di emergenza; nonostante ciò si ricevono continuamente richieste analoghe, ora
anche da parte degli utenti.
Da segnalare un elemento significativo di novità, inaugurato nel corso di quest’ultima
edizione: il lavoro in rete con CELAV, con il Progetto Equal TESI e con il Progetto Punto a
Capo.
Nel primo caso si è resa indispensabile la collaborazione - pur nell’identità di obiettivi - a
causa dell’inadeguatezza del finanziamento sulle borse/lavoro; per ciò che attiene invece
alla collaborazione con TESI e PUNTO a CAPO si è trattato di organizzare percorsi
funzionali agli utenti (si parla soprattutto di utenti in dimissione dal carcere), sia a livello del
sostegno socio-abitativo, che di quello lavorativo. Si sono pertanto costituiti team di lavoro
ad hoc, nel rispetto delle esigenze individuali dell’utenza, scorporando i tanti aspetti dei
bisogni ed affrontandoli in maniera condivisa tra operatori.
2. Fotografia Organizzativa del Servizio
2.1 Spazi dove si sviluppa il servizio (interni ed esterni agli istituti penitenziari)
La Direzione della Casa di Reclusione di Bollate ha predisposto, all’interno dell’Area
Trattamentale dell’Istituto, un ufficio; tale spazio è condiviso dai vari Progetti e dalle
Associazioni di Volontariato, ed è il luogo ove si svolgono le riunioni di staff ed una parte
dei colloqui con gli utenti. La parte preponderante dei colloqui, tuttavia, avviene in apposite
sale dei reparti di residenza di quegli utenti che non hanno libertà di movimento all’interno
dell’Istituto.
71
Sempre all’interno dell’Area Trattamentale si svolgono poi le riunioni con l’équipe d’Istituto
e con operatori di altri Progetti eventualmente coinvolti sui singoli casi.
Ancora all’interno si svolgono le sedute di selezione promosse dalle aziende che
ospiteranno i detenuti in art. 21.
A partire dal momento in cui inizia il percorso in art. 21, la maggior parte del lavoro si
svolge all’esterno del carcere (soprattutto in azienda, seguendo tutte le fasi di
accompagnamento e di monitoraggio dell’inserimento).
2.2 Risorse tecniche, risorse umane, orari
L’ufficio utilizzato dagli operatori è dotato di personal computer (messo a disposizione dalla
Direzione del carcere) e di una stampante, ricevuta in omaggio da CISCO.
Non è possibile utilizzare collegamento ad Internet; per l’uso del telefono invece gli
operatori ORFEO hanno ricevuto autorizzazione dalla Direzione ad effettuare le chiamate
entro il distretto di Milano senza passare dal centralino, utilizzando il telefono della
Segreteria Tecnica.
L’ufficio è pure dotato di un armadio, ove però non è possibile depositare le schede
colloqui, poiché è in condivisione con operatori di altri servizi, e non esiste la possibilità di
chiuderlo a chiave.
È uno spazio molto angusto, ma è molto frequentato, soprattutto dai detenuti che godono di
“consegna”, e che quindi si possono spostare autonomamente all’interno dell’Area
Trattamentale.
Il Computer non è collegato alla LAN d’Istituto; ciò comporta che, ogniqualvolta si presenti
la necessità di consultare il database dei detenuti, ci si debba recare in Segreteria Tecnica;
il fatto non implica problemi di relazione - poiché i rapporti con il personale di Segreteria
sono improntati alla massima collaborazione - ma rappresenta una perdita di tempo. Per
ovviare parzialmente al problema, la Direzione ha stabilito che gli operatori di ORFEO
possano avere libero accesso alla consultazione dei fascicoli personali dei detenuti.
L’ufficio non ha le caratteristiche classiche dello sportello, aperto a giorni ed orari
prestabiliti, ma è il luogo deputato alla raccolta delle segnalazioni; in apposito contenitore,
infatti, vengono raccolte le schede di segnalazione utente che provengono dagli operatori
(istituzionali e di altri servizi), e le domandine degli utenti.
Gli operatori
Nome
Ruolo
Iolanda Baggini
Coordinamento eq. Bollate
Roberto Frigerio
Tutor
Anna Semeraro *
Tutor
Emanuele Longo
Counsellor
Maura Acquistapace
Orientatore
* eroga azioni solo all’esterno del carcere.
Ore di incarico
20h/settimana
20h/settimana
10h/settimana
50h complessive
100h complessive
Coordinatore:
• raccoglie le segnalazioni degli operatori istituzionali del carcere di Bollate;
• promuove incontri periodici con gli operatori di staff per l’assegnazione delle
segnalazioni ricevute e per gli aggiornamenti sui casi;
• effettua i colloqui d’accoglienza ai nuovi utenti;
• attiva una parte dei percorsi individuali di orientamento;
• si relaziona con gli educatori del carcere sui singoli utenti del Progetto e partecipa
alle équipes d’Istituto;
• partecipa alle équipes generali di Progetto.
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2 tutor: uno lavora prevalentemente sugli inserimenti in tirocinio formativo e/o lavorativo;
l’altro ha anche ruolo attivo all’interno del carcere, conducendo una parte dei percorsi di
orientamento.
1 counsellor: interviene, con percorsi individualizzati, su utenti (art. 21) in tirocinio
formativo e/o in inserimento lavorativo, a supporto del lavoro dei tutors, per situazioni
particolarmente problematiche durante il percorso di accompagnamento al lavoro.
L’orientatore, su indicazione del coordinatore d’équipe, conduce gli utenti attraverso
percorsi individualizzati di orientamento, con tempi, modi ed obiettivi diversi, secondo il
mutare della situazione giuridica dell’utente.
In particolare si individuano 3 macrotipologie di interventi, determinate soprattutto dal
residuo di pena che ogni utente deve ancora espiare:
• orientamento propedeutico all’inserimento lavorativo: viene utilizzato soprattutto nei
casi in cui si verifichi l’imminenza della Camera di Consiglio per l’affidamento in
prova ai Servizi Sociali. In questi casi gli operatori di Progetto prendono in carico
l’utente e, in conseguenza dell’esito del percorso orientativo, si attivano per
l’individuazione di una risorsa lavorativa sul territorio. L’orientamento ha anche
valenza informativa rispetto ai mutamenti del mercato del lavoro. Gli utenti sono
ormai in uscita dal carcere.
• Orientamento professionale: si tratta del percorso destinato ad utenti con un fine
pena medio/breve (non imminente); ha lo scopo di far ripercorrere all’utente la sua
storia formativa e lavorativa, facendogli acquisire consapevolezza di punti di forza e
di debolezza; non presuppone l’attivazione in tempi brevi per la ricerca di una risorsa
lavorativa.
• Bilancio di competenze: è destinato ad utenti con fine pena molto lungo, ma che
abbiano desiderio di prendere coscienza del proprio patrimonio di abilità e
competenze. È un ottimo strumento per individuare le lacune formative e stimolare
l’utente ad attivarsi - anche durante il periodo della detenzione - a colmarle.
2.3 Azioni e procedure (accoglienza,
accompagnamento, ricerca aziende, ecc.)
orientamento,
counselling,
matching,
L’azione C1
L’impegno dello staff è stato di 250h, suddivise nel modo seguente:
• 30h destinate ai colloqui d’accoglienza di utenti non provenienti da precedenti
edizioni del Progetto; il colloquio è individuale ed ha durata di circa 1 ora; viene
utilizzato per la dichiarazione degli obiettivi del Progetto, per un primo approccio con
l’utente e la compilazione della sua scheda anagrafica;
• 170h sui percorsi individuali di orientamento; a seconda della macrotipologia di
appartenenza dell’utente il percorso varia dalle 3 - 4 ore, sino alla durata massima di
7 ore, utilizzate per i bilanci di competenze. Durante gli incontri l’utente è stimolato
nella ricostruzione della propria storia professionale, e sostenuto verso un processo
di acquisizione di consapevolezza nella lettura dei propri limiti e potenzialità. Viene
compilato il curriculum vitae e l’utente è sollecitato a rendersi protagonista nella
definizione di un progetto professionale. Vengono poi fornite informazioni sulla
situazione del mercato del lavoro, sulla normativa vigente e sui servizi territoriali
deputati all’agevolazione d’incontro tra domanda ed offerta. Durante l’intero percorso
di orientamento l’operatore si relaziona con l’educatore e le altre figure istituzionali di
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riferimento dell’utente, per evitare di lavorare su ipotesi incompatibili con la
posizione dell’utente stesso;
• 50h per 5 percorsi di counselling orientativo (ciascuno di circa 10 ore), riservate ad
utenti in art.21, in affidamento, oppure appena dimessi dal carcere in fine pena, ma
con un percorso non ancora perfettamente delineato.
Le segnalazioni sono fatte dagli operatori istituzionali e da quelli di altri progetti attivi presso
il carcere di Bollate.
Le azioni D2 e D4 rappresentano, ove possibile, la naturale evoluzione del percorso di
orientamento.
Per poter effettuare gli inserimenti su una delle due azioni va considerato un attento lavoro
preliminare a ciascun tirocinio e/o inserimento che si attiverà.
In particolare si è rispettato il seguente ordine:
• analisi e discussione con la direzione e gli educatori del carcere sulle singole ipotesi
di art.21
• ricerca della risorsa lavorativa/formativa da offrire all’utente, in raccordo con gli
operatori dello Sportello Aziende (dal mese di settembre, e con la ricerca fai da te
nel periodo precedente)
• facilitazione dell’incontro tra azienda e lavoratore; nel caso specifico sono stati
promossi incontri (generalmente in carcere, se l’utente non fruisce di permessi
premio) tra il rappresentante dell’azienda ed il potenziale lavoratore; a questo
momento ha partecipato anche l’operatore dell’orientamento;
• se l’esito del colloquio con l’azienda è stato positivo, si è proceduto nella
predisposizione, insieme alla Segreteria Tecnica del carcere, di un Programma da
presentare al Magistrato di Sorveglianza;
• reperimento e/o verifica dell’efficienza del mezzo di trasporto (bicicletta, motorino,
ecc,) che l’utente utilizzerà per raggiungere il luogo di lavoro;
• accompagnamento in azienda, come da progetto.
Si rileva l’importanza di poter disporre di finanziamenti sulle borse lavoro, strumento in
assenza del quale molto difficilmente è possibile attuare gli inserimenti.
L’esperienza delle edizioni precedenti ne ha dimostrato l’efficacia, soprattutto ai fini del
consolidamento del rapporto lavorativo.
2.4 Strumenti utilizzati
• scheda anagrafica utente, compilata in fase d’accoglienza , ed aggiornata nel corso
degli incontri successivi
• kit di schede per il bilancio di competenze, e per i percorsi d’orientamento in genere;
non sono state proposte le schede in modo indifferenziato a tutti gli utenti, ma - di
caso in caso - l’operatore ha valutato la somministrazione di strumenti, secondo la
ricettività dell’utente
• scheda riassuntiva azioni/utente; si tratta di uno strumento non validato, ma di uso
interno per gli operatori, e permette di avere una visione immediata di tutto ciò che è
stato trattato con ogni singolo utente.
Per rendere poi più agili le procedure di proposta sui percorsi in art.21, è stata predisposta
una piccola serie di moduli; i più utilizzati, tra questi, sono:
• dichiarazione di presa in carico utente (uguale per tutti gli sportelli)
• richiesta del certificato di detenzione
• dichiarazione di autorizzazione al trattamento dei dati personali.
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3. I dati dell’edizione
3.1 Considerazioni generali
Lo staff è stato operativo dal 1 giugno 2005 al 31 dicembre 2005; durante il mese di
agosto, per non lasciare scoperto il servizio, si sono alternati il coordinatore ed il tutor che
opera anche all’interno del carcere.
L’attività di questo semestre è stata molto intensa, non rispetto al numero di utenti seguiti,
ma quanto a percorsi esterni avviati.
Le condizioni di lavoro in Istituto sono migliorate significativamente, con l’insediamento di
quattro educatori ministeriali, con i quali si è instaurato un ottimo rapporto di
collaborazione.
Un ulteriore progresso si è registrato con l’apertura di un reparto destinato esclusivamente
ai detenuti in art.21, come gli operatori del Progetto chiedevano da tempo, ad evitare che
gli utenti fossero sottoposti - al loro rientro in Istituto - a perquisizioni eccessive ed a
richieste pressanti da parte dei compagni non autorizzati ad uscire dal carcere. La
situazione di questo nuovo reparto è ancora in fase di sperimentazione, soprattutto per ciò
che attiene al rapporto tra detenuti e custodia, ma si può già leggere un miglioramento
della condizione psicologica delle persone che devono fare rientro in carcere dopo una
giornata di lavoro: tutti i compagni di reparto si misurano con gli stessi problemi e le stesse
difficoltà; a nessuno verrebbe la tentazione di utilizzare l’uscita di un compagno a fini illeciti.
Rispetto all’assetto generale del Progetto si rileva il grande sforzo compiuto dagli operatori
per surrogare - da giugno a settembre - l’operatore Aziende; è stato fatto il possibile per
fare opera di sensibilizzazione presso aziende e/o cooperative conosciute personalmente
dagli operatori, o segnalate da persone attive all’interno del carcere di Bollate.
Di fatto tutta l’attività risultava già impostata nel momento in cui è tornato ad essere
operativo lo sportello aziende; ciò ha anche comportato l’impossibilità ad essere di
sostegno significativo per i tutoraggi che stavano impostando i colleghi dello sportello
esterno, avendo già provveduto ad avviare le azioni partendo dal carcere di Bollate.
3.2 Le azioni erogate
Sono stati presi in carico 41 nuovi utenti; a monte del colloquio di accoglienza si è sempre
avuto un momento di raccordo con i rispettivi educatori, soprattutto per avere cognizione
del tipo di percorso che si poteva ipotizzare su ciascun utente.
In due casi si sono verificate le condizioni - interne ed esterne - per l’accesso all’art.21; uno
di questi utenti è alle battute finali dell’azione D2, l’altro è in attesa di autorizzazione per
l’inserimento in tirocinio formativo.
L’orientamento ha rappresentato, insieme alle azioni di tutoring, l’asse portante del
Progetto; sono stati coinvolti in quest’ambito 60 utenti, che sono stati seguiti, secondo le
peculiarità dei singoli casi, con percorsi di orientamento informativo, professionale e
bilancio di competenze. Il tempo dedicato a ciascun utente è variato da 2 ad 8 ore. In alcuni
casi l’intervento dell’orientatore è stato caldeggiato dagli stessi educatori; pertanto le
relazioni conclusive dei percorsi diventeranno parte integrante dei fascicoli personali degli
utenti, fornendo ulteriori elementi di valutazione ai fini della stesura della relazione di
sintesi.
Analoga la situazione dei percorsi di counselling.
Complessivamente questa azione ha coinvolto 6 utenti, dei quali solo 4 riusciranno a
portare a termine il percorso completo; degli altri due, infatti, uno è stato arrestato
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nuovamente e destinato ad Istituto diverso da Bollate, l’altro - in art.21 - ha dovuto
interrompere a causa dell’inconciliabilità tra i suoi orari di lavoro e gli spazi dell’operatore.
Per quanto riguarda gli altri percorsi presentano caratteristiche completamente diverse
l’uno dall’altro; infatti:
• percorso 1 – detenuto ultracinquantenne, alla prima detenzione, in “art.21 interno”;
si è trovato catapultato all’improvviso in una situazione surreale (il carcere), ed ha
perso la capacità di controllo dei propri stati d’ansia. Il counsellor ha lavorato proprio
sul recupero e sulla riattivazione di questa risorsa interna (il detenuto è persona di
ottima cultura e buona posizione sociale e professionale), per mettere in condizione
la persona di utilizzare strumenti di autodifesa da un contesto ostile;
• percorso 2 – affidato trentaquattrenne, uscito dopo un’unica detenzione durata 16
anni; i termini del problema sono esattamente agli antipodi di quelli del caso 1, ma
gli effetti sono identici, con l’aggravante che la persona ha difficoltà nel controllo
dell’aggressività. L’utente è attualmente nella fase terminale di un tirocinio in borsa
lavoro presso una cooperativa sociale; è seguito costantemente dal tutor, che ha
concordato con l’assistente sociale dell’UEPE di inserire anche il couselling nella
fitta rete di sostegno dell’utente. Il percorso è alle battute iniziali e si concluderà,
presumibilmente, entro la fine di gennaio 2006;
• percorso 3 – detenuto rientrato in carcere con provvedimento di revoca
dell’affidamento in prova ai Servizi Sociali. In questo caso la persona ha
consapevolezza delle difficoltà che incontra nella relazione con gli altri: ha chiesto di
poter lavorare con il counsellor su questo aspetto;
• percorso 4 – detenuto, all’ennesima carcerazione, con un residuo pena breve, ma
con altissima probabilità di ulteriore recidiva, a causa della perdita di tutti i familiari.
Anche questo percorso è iniziato da poco e si concluderà a gennaio 2006.
Le azioni di tutoring sono state erogate dai due tutor ed, in parte, dal coordinatore e sono
suddivise nel modo seguente:
• 9 azioni D2
• 4 azioni D4 con inserimento in borsa lavoro FNO (uno di questi percorsi è
attualmente in fase d’avvio)
• 1 azione D4 con inserimento in borsa lavoro ex CSSA.
Si propone la descrizione di un “percorso teorico individuale” degli utenti del progetto
ORFEO 3, nel quale si analizzano tutte le fasi, step by step, dall’accoglienza fino
all’inserimento lavorativo.
Ovviamente tale griglia di comportamento è teorica; spesso la realtà contingente
non permette di agire secondo questo modello, poiché ciascun soggetto è portatore di
proprie criticità e bisogni, difficilmente incasellabili in schemi predefiniti.
1
ACCOGLIENZA
La fase di accoglienza - un colloquio di 1 ora - si compone di due momenti distinti:
● esposizione delle finalità del progetto all’utente;
● primo approccio e raccolta dei dati anagrafici.
2
RACCORDO CON GLI OPERATORI ISTITUZIONALI
La fase di raccordo con gli Operatori Istituzionali ha lo scopo di definire con certezza
la posizione giuridica dell’utente. Il tempo necessario è difficilmente quantificabile,
poiché il vaglio di ciascuna posizione presuppone l’analisi del fascicolo personale,
76
oltre alla raccolta di informazioni da educatori, direzione ed altri operatori afferenti
alla rete di sostegno dell’utente.
3
ORIENTAMENTO
Il percorso di orientamento si suddivide in tre fasi di lavoro:
● Anamnesi, con privilegio di quella lavorativa, senza però escludere quella
personale (nel caso sia l’utente stesso ad affrontare tali tematiche); circa 1
ora.
● Analisi e progettazione di un percorso personale, ovvero disamina dei
vincoli contingenti e professionali e delle potenzialità personali dell’utente; si
prevedono due colloqui di circa 1 ora ciascuno.
● Stesura del curriculum vitae insieme all’utente; circa 1 ora.
4
DISCUSSIONE DEL CASO CON L’EQUIPE D’ISTITUTO
VALUTAZIONE DI UN’IPOTESI TRATTAMENTALE
PER LA
5
APPROVAZIONE DELL’IPOTESI TRATTAMENTALE
Se l’ipotesi trattamentale viene accettata si riunisce l’équipe di progetto per valutare
e reperire una risorsa lavorativa.
6
RIMANDO ALL’UTENTE
7
RIMANDO AGLI EDUCATORI
8
FASE PRELIMINARE ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO
La fase preliminare all’inserimento lavorativo è costituita da diversi step:
contatto con l’azienda;
• promozione di un incontro tra il rappresentante dell’azienda e l’utente;
• formalizzazione della disponibilità aziendale;
• predisposizione del programma trattamentale in raccordo con l’educatore e la
segreteria tecnica.
9
INSERIMENTO LAVORATIVO
L’inserimento lavorativo si suddivide in due distinti canali:
a)
tirocinio formativo, con rapporto economico di borsa lavoro;
b)
contratto di lavoro con l’azienda.
In entrambi i canali di inserimento lavorativo il tutor deve compiere una serie di
azioni:
● accompagnamento in azienda e presentazione del tirocinante/lavoratore;
● monitoraggio dell’inserimento lavorativo con cadenza settimanale;
• Presentazione, discussione e predisposizione (con educatori e segreteria
tecnica) di eventuali modifiche ai singoli piani di trattamento degli utenti, per il
mutare delle necessità dell’azienda, o per il perfezionamento di situazioni di cui
era stato considerato solo l’aspetto teorico.
● équipe periodica di progetto per fornire aggiornamenti sui singoli casi, per
vagliare situazioni critiche e per considerare i casi particolarmente ben riusciti
come spunto per ottimizzare percorsi analoghi;
● concordare ed organizzare eventuali prosecuzioni contrattuali con l’azienda, al
termine del periodo di borsa lavoro;
77
Nel caso in cui, a conclusione della borsa lavoro, prosegua il rapporto dell’utente con
l’azienda (stipula del contratto) il tutor lavorerà su un doppio canale:
a)
con l’utente: si prosegue il monitoraggio nel nuovo contesto (con cadenza
iniziale settimanale, in seguito valutata a seconda della necessità);
b)
con l’azienda: vengono fornite tutte le informazioni sulle opportunità di legge
rispetto allo sgravio fiscale cui è possibile far riferimento. Il tutor rimane
l’intermediario della comunicazione tra azienda ed Istituto Penitenziario,
agevolando lo scambio di informazioni e rendendosi facilitatore nel processo
di ridefinizione del programma di trattamento, al mutare delle necessità
lavorative segnalate dall’azienda.
Monitoraggio dei percorsi d’orientamento
(Sportello Interno – 2^ Casa di Reclusione di Milano – Bollate)
Si è già, in altra sede, messo in rilievo come l’orientatore, su indicazione del coordinatore
d’equipe, conduca gli utenti attraverso percorsi individualizzati di orientamento, con tempi,
modi ed obiettivi diversi, secondo il mutare della situazione giuridica dell’utente.
In particolare abbiamo individuato 3 macrotipologie di interventi, determinate soprattutto dal
residuo di pena che ogni utente deve ancora espiare:
•
Orientamento propedeutico all’inserimento lavorativo:
viene utilizzato soprattutto nei casi in cui si verifichi l’imminenza della Camera di
Consiglio per l’affidamento in prova ai Servizi Sociali. In questi casi gli operatori di
Progetto prendono in carico l’utente ed, in conseguenza, dell’esito del percorso
orientativo, si attivano per l’individuazione di una risorsa lavorativa sul territorio.
L’orientamento ha anche valenza informativa rispetto ai mutamenti del mercato del
lavoro. Gli utenti sono ormai in uscita dal carcere.
•
Orientamento professionale:
si tratta del percorso destinato ad utenti con un fine pena medio/breve (non
imminente); ha lo scopo di far ripercorrere all’utente la sua storia formativa e
lavorativa, facendogli acquisire consapevolezza di punti di forza e di debolezza; non
presuppone l’attivazione in tempi brevi per la ricerca di una risorsa lavorativa.
•
Bilancio di competenze:
è destinato ad utenti con fine pena molto lungo, ma che abbiano desiderio di
prendere coscienza del proprio patrimonio di abilità e competenze. È un ottimo
strumento per individuare le lacune formative e stimolare l’utente ad attivarsi - anche
durante il periodo della detenzione - a colmarle.
Alcune considerazioni in merito ai percorsi attivati, a monte di un’analisi più specifica delle
singole casistiche individuate:
• i tempi, per ragioni di progetto, si contraggono; vengono infatti previste da 3 al più a
5 ore da dedicare a ciascun percorso;
• gli utenti molto difficilmente sono disponibili a lasciarsi condurre in un lavoro di
introspezione;
• l’anamnesi e la ricostruzione della storia professionale molto spesso sono
difficoltose, a causa della scarsa rilevanza delle occasionali esperienze lavorative di
cui riescono a far memoria gli utenti stessi.
78
Per rispondere in modo più significativo ai singoli bisogni degli utenti abbiamo individuato
“strategie” di orientamento diverse, suddividendo i casi soprattutto in considerazione dei
vincoli, primo tra tutti il fine pena.
In questa fase, preliminare anche al contatto con l’utente, è stato fondamentale il raccordo
con gli educatori, per la valutazione delle posizioni degli utenti e di eventuali ipotesi già
formulate in sede di stesura della relazione di sintesi.
Sono quindi stati assegnati all’operatrice dell’orientamento – Maura Acquistapace – i casi
per cui poter favorire l’innescarsi di un percorso di orientamento lavorativo tout court o un
percorso di bilancio di competenze.
Jolanda Baggini e Roberto Frigerio si sono fatti carico di seguire i percorsi di orientamento
propedeutico all’inserimento lavorativo: a tal merito si può parlare di Colloqui individuali
di informazione orientativa, con un breve screening delle precedenti esperienze
lavorative, finalizzati alla ricerca di una possibile risorsa lavorativa.
Dati di contesto:
In questo ambito, la presa in carico è avvenuta per utenti almeno prossimi ai termini di
legge per la richiesta di affidamento in prova ai Servizi Sociali, o con ipotesi di concessione
di art. 21 già prevista dal G.O.T.
L’invio è quasi sempre ad opera degli educatori; le auto-candidature presentate erano solo
l’anticipazione della segnalazione degli operatori penitenziari.
Abbiamo ricevuto anche alcune segnalazioni da AgeSoL e dallo Sportello Esterno del
Progetto (in questo caso si trattava di utenti già in carico dall’esterno, che sono entrati in
carcere essendo diventati definitivi).
Per due casi abbiamo innescato un percorso di orientamento con gli stessi strumenti
utilizzati nella precedente edizione del progetto. Il percorso si è concluso con la ricerca
della risorsa lavorativa, con conseguente inserimento.
Obiettivi del percorso di orientamento:
Spesso risulta necessario, in termini di considerazione degli obiettivi del percorso,
ridimensionare le aspettative degli utenti, il cui obiettivo principe è l’uscita dal carcere.
Le segnalazioni relative alla casistica d’intervento considerata, si riportano a richieste di
presa in carico, da parte degli educatori, di persone che sono prossime all’udienza per
l’affidamento, e che non hanno una risorsa lavorativa.
In tal caso gli obiettivi dell’intervento si focalizzano sul mettere in luce le principali
esperienze lavorative pregresse o maturate a seguito di percorsi formativi e/o esperienze
lavorative all’interno della struttura carceraria.
Successivamente risulta importante il matching con le risorse lavorative disponibili o la
ricerca di un possibile contesto di impiego, in relazione alle competenze espresse.
Utenti presi in carico:
Il fine pena per questo tipo di percorso non supera quasi mai i tre anni.
L’età non è un valore discriminante.
Metodologia:
Quando si presentano situazioni con le caratteristiche descritte, almeno due risultano
essere le possibili linee di azione:
• l’utente è già stato in carico al Progetto:
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si aggiorna la situazione (recuperando le informazioni contenute nella documentazione
pregressa). Il passo successivo risulterà essere, favorire il matching tra candidato e
possibile risorsa di destinazione.
• l’utente risulta una nuova presa in carico:
il percorso si focalizza sull’accoglienza, una serie breve di colloqui di informazione
orientativa e volti all’emersione delle precedenti esperienze formative/lavorative
maturate. Il passo successivo risulterà essere quindi la ricerca ed il matching con la
risorsa lavorativa.
Infine ulteriore casistica di intervento possibile è relativa ad utenti che sono in procinto di
lasciare l’istituto per fine pena; nella quasi totalità di questi casi una presa in carico fattiva
dell’utente è risultata impraticabile a causa di vincoli formali cui gli utenti erano sottoposti
(rottura di precedenti benefici, problemi disciplinari durante la detenzione, ecc,). In tali casi
ci sembra comunque utile e fondamentale fornire informazioni utili sui servizi territoriali cui
potranno fare riferimento all’esterno. Particolare evidenza viene data anche ai riferimenti
normativi sugli sgravi fiscali e contributivi a favore di aziende che assumano ex detenuti
entro sei mesi dal fine pena.
Tempi:
Gli incontri sono in numero variabile – da 3 a 6 – e dipendono dalla necessità manifestata
dall’approccio con l’utente.
La cadenza degli incontri è generalmente settimanale; la durata di ciascun incontro è di 1
ora circa.
Strumenti/Attività:
• Scheda anagrafica utente
• Anamnesi professionale
• Stesura (ove possibile) del Curriculum Vitae
L’orientatrice Maura Acquistapace, relativamente ai percorsi di orientamento lavorativo e
bilancio di competenze, ha individuato le seguenti macrotipologie di casistiche riscontrate:
- Detenuti extracomunitari
- Detenuti con fine pena lungo
- Detenuti collaborativi
- Detenuti non collaborativi
GRUPPO A: detenuti extracomunitari
Obiettivi del percorso di orientamento
L’obiettivo principale individuato per questa tipologia d’utenza riguarda la costruzione di un
proprio curriculum vitae; altri obiettivi complementari possono essere l’analisi delle proprie
capacità ed attitudini personali sia nell’area sociale che in quella lavorativa.
Utenti presi in carico (Età, Fine Pena, …)
Un detenuto maschio dell’età di 41 anni con fine pena giugno 2008, nazionalità albanese. Il
detenuto parla bene la lingua italiana ma presenta difficoltà espositive e di comprensione
quando si usano parole specifiche o non elementari. Ha frequentato un corso di
alfabetizzazione alla lingua italiana in un altro carcere.
80
Motivazione
Il detenuto ha dimostrato una buona motivazione a seguire il percorso proposto, si è
sempre presentato puntuale e motivato al colloquio.
Metodologia
Uso prevalente di schede scritte data la complessità nell’esposizione verbale da parte del
detenuto. Non si è comunque tralasciata la componente verbale per integrare quanto
emerso dalle schede. Le domande proposte prevedevano delle risposte sintetiche o
dicotomiche, sono state usate solo alcune domande aperte poiché, un uso esclusivo di
questa tipologia di domande, rendeva troppo impegnativo e stressante il colloquio.
Tempi (numero incontri, scansione temporale, …)
4 incontri di circa 1 ora ciascuno, frequenza settimanale o bisettimanale.
Strumenti/Attività
Strumenti: schede scritte come supporto al colloquio verbale.
Attività: analisi delle proprie capacità ed attitudini personali, sociali e lavorative, bilancio
personale circa le attività lavorative pregresse, analisi di una precisa attività lavorativa
(punti di forza, di debolezza, da potenziare…).
Osservazioni Difficoltà linguistiche invalidanti l’intero percorso: difficoltà di comprensione
ma soprattutto di esposizione dei propri pensieri.
Punti forti (del percorso attivato)
Elemento positivo risulta essere la possibilità data a questi utenti di utilizzare le stesse
opportunità dei detenuti italiani. Relativamente alle finalità del percorso innescato non è
stato possibile andare oltre la produzione di un proprio curriculum vitae. Si vuole
sottolineare la buona motivazione del detenuto anche a seguito delle difficoltà espositive
incontrate.
Punti deboli (del percorso attivato)
1All’interno di un percorso di orientamento risulta indispensabile una buona capacità
espositiva e comunicativa, abilità carenti nelle persone non madrelingua. Gli utenti
extracomunitari, anche se alfabetizzati, presentano severe difficoltà soprattutto
nell’esposizione orale mentre nella comprensione scritta le difficoltà sono inferiori. I tempi di
comunicazione e di comprensione si dilungano, le schede e le domande devono essere
costruite ad hoc per il singolo utente.
2Durante i colloqui possono subentrare anche vissuti di imbarazzo e vergogna dettati
da una inadeguata capacità di farsi capire in modo corretto ma soprattutto da un’incapacità
di esprimere concetti ritenuti importanti.
NOTE: Si devono ideare/prevedere percorsi differenziati per detenuti stranieri. Potrebbe
essere utile la presenza di una persona di fiducia che li aiuti nella traduzione in italiano dei
loro pensieri.
GRUPPO B: detenuti fine pena lungo 22
Obiettivi del percorso di orientamento
L’obiettivo principale individuato per questa tipologia d’utenza si focalizza sull’analisi e la
costruzione di un bilancio personale di analisi di sé; altri obiettivi complementari possono
essere l’analisi delle proprie capacità ed attitudini personali sia nell’area sociale che in
quella lavorativa (bilancio personale di competenze).
22
Con fine pena lunga si intende una scarcerazione oltre il 2010
81
L’idea di fondo è che persone con un fine pena lunga debbano, dapprima, cominciare a
focalizzarsi su di sé, capire chi sono, dove sono, etc.. e solo in un secondo momento
affrontare il tema del lavoro che nella maggior parte dei casi è ancora un’ipotesi molto
lontana. In questo modo si evita anche di costruire false speranze ed illusioni senza una
base concreta di attualizzazione.
Utenti presi in carico (Età, Fine Pena, …)
Quattro utenti:
Detenuto maschio di 36 anni con fine pena gennaio 2016, non sposato, in
carcere dal 1993.
Detenuto maschio di 43 anni con fine pena gennaio 2021, divorziato, in carcere
dal 1997.
Detenuto maschio di 40 anni con fine pena gennaio 2015, sposato, in carcere dal
2003.
Detenuto maschio di 44 anni, divorziato, con una figlia minorenne che non vede
da molto tempo, prima carcerazione nel 2002.
Motivazione
I detenuti hanno manifestato una buona motivazione a seguire il percorso proposto; tale
buona collaborazione è stata dettata soprattutto da una gran voglia di parlare con persone
esterne all’ambiente carcerario, mentre, un vero interesse per l’attività trattata non è stato
mostrato apertamente.
Metodologia
Il percorso si è articolato prediligendo l’utilizzo di domande aperte, chiuse ed esposizione
libera del detenuto; le schede di lavoro sono state soprattutto utilizzate nei compiti tra un
incontro e l’altro.
Ad ogni nuovo incontro, dopo un breve momento di accoglienza e scambio di novità, si
analizzavano i compiti lasciati all’attenzione degli utenti, riflettendo verbalmente sui temi
trattati, sulle difficoltà emerse dalla compilazione e sui concetti chiave dedotti dalle schede.
Successivamente il lavoro procedeva o con domande aperte od utilizzando come scheletro
del colloquio un’altra scheda pre-formata.
Il lavoro è stato impostato in modo più o meno simile per entrambi i detenuti anche se il
grado di elaborazione personale del materiale proposto (schede e colloquio verbale) è
risultato differente.
Tempi (numero incontri, scansione temporale, …)
4 incontri di circa un’ora abbondante, frequenza settimanale o bisettimanale, ore totali per
detenuto circa 5.
Strumenti/Attività
Strumenti: schede scritte come supporto al colloquio verbale.
Attività: analisi di sé, dei propri valori, bisogni e credenze, ricostruzione delle proprie
capacità ed attitudini personali, sociali e lavorative, bilancio personale circa le attività
lavorative pregresse, analisi di una precisa attività lavorativa (punti di forza, di debolezza,
da potenziare…)
Osservazioni All’interno di questa categoria risulta importante esplicitare chiaramente ai
detenuti che il percorso di orientamento è solo un bilancio personale e di competenze e
non una possibilità di trovare immediata collocazione lavorativa all’esterno.
82
Punti forti (del percorso attivato)
I detenuti con fine pena lungo sono molto concentrati su di sé, hanno avuto modo e tempo
per ascoltarsi ed analizzarsi in modo più o meno approfondito, per questo motivo il bilancio
personale è un’ottima occasione per esternare i propri vissuti ad altri.
Punti deboli (del percorso attivato)
Al contrario i detenuti in carico hanno riscontrato difficoltà nel valutare le proprie capacità
ed attitudini in campo lavorativo; ciò molto spesso risultava correlato alle esigue esperienze
lavorative precedenti la carcerazione.
NOTE: Per questa tipologia di utenza, risulta preferibile suddividere il lavoro in due parti:
una prima parte (2-3 colloqui) in cui si lavora sul detenuto facendo particolare attenzione
agli aspetti personali, una seconda parte (1 o 2 colloqui) in cui ci si concentra sull’analisi
degli aspetti lavorativi.
GRUPPO C: detenuti che collaborano attivamente
Obiettivi del percorso di orientamento
L’obiettivo principale individuato per questa tipologia d’utenza si focalizza sull’analisi e la
costruzione di un bilancio personale ed un progetto lavorativo individualizzato.
Si parte dall’idea che persone con una buona capacità di attenzione, di rielaborazione
personale di quanto emerso, una genuina motivazione al cambiamento ed un discreto
interesse per il lavoro proposto, sono persone ottimali per costruire un percorso che spazia
dall’analisi personale di sé (mappatura di sé…) all’analisi dettagliata delle proprie capacità,
attitudini e potenzialità ancora tutte da esplorare.
Con questa tipologia di utenza è prevedibile anche una buona analisi dell’esperienza
lavorativa che potrebbero concretizzare, successivamente, in un lavoro extra murario.
-
Utenti presi in carico (Età, Fine Pena, …)
Detenuto maschio di 32 anni con fine pena gennaio 2008, non sposato, in
carcere dal 2004.
Detenuto maschio di 29 anni con fine pena gennaio 2007, non sposato, in
carcere dal 2004.
Detenuto maschio di 31 anni con fine pena gennaio 2009, non sposato, in
carcere dal 2003.
Detenuto maschio di 36 anni, celibe, con fine pena 2016, prima carcerazione nel
carcere di Bollate nel 2004.
Detenuto maschio di 42 anni, sposato, con tre figlie; fine pena 2014 (prima
carcerazione nel carcere di Bollate nel 2001).
Ottimo percorso personale ma fine pena molto lungo:
-
83
Detenuto maschio di 40 anni con fine pena gennaio 2015, sposato, in carcere dal
2003.
Detenuto maschio di 36 anni con fine pena gennaio 2016, non sposato, in
carcere dal 1993.
Motivazione
I detenuti hanno manifestato una buona motivazione a seguire il percorso proposto; hanno
sempre svolto i loro compiti e durante i colloqui hanno collaborato attivamente e con
interesse alla buona riuscita del lavoro.
La motivazione era dettata soprattutto dal forte desiderio di rimettersi in gioco, di riprovare
a credere in se stessi, nelle proprie capacità in campo lavorativo oltre che in quello socio
familiare. Hanno dimostrato un gran desiderio di raccontarsi.
Metodologia
Il percorso si è caratterizzato dall’utilizzo sia di domande aperte/chiuse, sia di schede
strutturate; le schede erano anche i compiti tra un incontro e quello successivo, come
stimolo per continuare a riflettere da soli su quanto emerso durante il colloquio. Tutte le
persone di questo gruppo erano dotate di una discreta capacità di rielaborazione personale
del materiale emerso, oltre che di una buona motivazione a collaborare ed a parlare di sé.
Ad ogni nuovo incontro, dopo un breve momento di accoglienza e scambio di novità, si
correggevano i compiti riflettendo verbalmente sui temi trattati, sulle difficoltà emerse dalla
compilazione e sui concetti chiave dedotti dalle schede, successivamente il lavoro
procedeva o con domande aperte od utilizzando come scheletro del colloquio un’altra
scheda pre-formata.
Tempi (numero incontri, scansione temporale, …)
4 incontri di circa un’ora abbondante, frequenza settimanale o bisettimanale, ore totali per
detenuto circa 5.
Strumenti/Attività
Strumenti: schede scritte e colloquio verbale.
Attività: analisi di sé, dei propri valori, bisogni e credenze, valutazione della propria
autoefficacia, valutazione dei propri successi e insuccessi personali (sociali e lavorativi),
ricostruzione delle proprie capacità ed attitudini personali, sociali e lavorative, bilancio
personale circa le attività lavorative pregresse, analisi di una precisa attività lavorativa
(punti di forza, di debolezza, da potenziare…), progetto lavorativo personale.
Osservazioni Questo gruppo di detenuti ha manifestato una buona collaborazione e una
capacità di gestione autonoma sia delle attività/domande in aula, sia dei compiti; per tale
motivi utile potrebbe risultare l’ideazione di schede di rielaborazione personale più
approfondite. Altrettanto utile potrebbe risultare l’aggiunta di un ulteriore momento di
colloquio per riuscire ad ideare e costruire, con loro, un curriculum vitae.
Punti forti (del percorso attivato)
Buona motivazione, collaborazione e capacità di rielaborazione personale del materiale
proposto.
Punti deboli (del percorso attivato)
Sono state sollevate dagli utenti richieste, talvolta esagerate, di lavoro extramurario. Molti
di loro si sono illusi di un posto di lavoro immediato o comunque di poter usufruire di
percorsi agevolati a seguito dei colloqui svolti nel progetto ORFEO.
NOTE: Potrebbe essere utile aver disponibilità di usufruire di un colloquio aggiuntivo.
84
GRUPPO D: detenuti che non collaborano attivamente
Obiettivi del percorso di orientamento
Per questa tipologia d’utenza gli obiettivi principali individuati sono: l’ideazione e l’analisi di
un progetto lavorativo individualizzato, la compilazione di un curriculum vitae.
Si sono individuati questi obiettivi poiché, tale tipologia di detenuti, non mostra una
particolare propensione per lavori di rielaborazione personale di sé e di auto-valutazione
delle proprie capacità ed attitudini lavorative. Sono persone più incentrate sull’aspetto
pratico delle cose, manifestano difficoltà nella riflessione personale o semplicemente nella
valutazione delle loro precedenti esperienze lavorative.
Diversamente, sono persone volenterose ma con scarsa capacità di rielaborazione
personale del materiale proposto, sia mediante stimoli scritti, sia con stimolazioni verbali.
-
Utenti presi in carico (Età, Fine Pena, …)
Detenuto maschio di 28 anni con fine pena gennaio 2010, non sposato, in
carcere dal 2004.
Detenuto maschio di 41 anni con fine pena novembre 2007, sposato, in carcere
dal 2004.
Detenuto maschio di 59 anni con fine pena aprile 2010, sposato, in carcere dal
2002.
Detenuto maschio di 51 anni, sposato, con due figli, con fine pena ottobre 2007
(prima carcerazione).
Motivazione
I detenuti hanno evidenziato una sufficiente motivazione a seguire il percorso proposto; con
difficoltà e superficialità compilavano le schede utilizzate e spesso non facevano i compiti
tra un incontro e l’altro. A mio parere, la motivazione che spingeva questi detenuti a
partecipare ai colloqui era dettata soprattutto dalla voglia di parlare con persone esterne e
dall’idea infondata che ORFEO fosse “un’agenzia di lavoro”.
Metodologia
Il percorso si è caratterizzato dall’utilizzo sia di domande aperte/chiuse, sia di schede
strutturate. Le schede venivano proposte anche come attività tra un incontro e quello
successivo, ma, dato che spesso i compiti non venivano compilati o risultavano incompleti,
si è pensato di articolare gli incontri utilizzando prevalentemente il colloquio verbale libero.
Tempi (numero incontri, scansione temporale, …)
4 incontri di circa 1 ora abbondante, frequenza settimanale o bisettimanale, ore totali per
detenuto circa 5.
Strumenti/Attività
Strumenti: schede scritte e colloquio verbale.
Attività: ricostruzione delle proprie capacità ed attitudini personali, sociali e lavorative,
bilancio personale circa le attività lavorative pregresse, analisi di una precisa attività
lavorativa (punti di forza, di debolezza, da potenziare…).
Osservazioni È risultato adeguato al fine dei percorsi attivati incentrare il lavoro
esclusivamente sull’analisi delle proprie abilità e capacità in riferimento all’attività lavorativa
che pensano di poter svolgere in un lavoro extramurario. Si è invece tralasciato o trattato in
maniera superficiale tutto ciò che concerne il vissuto più personale (come conseguenza
della loro difficoltà a riflettere su sé).
Punti forti (del percorso attivato)
85
Con questa tipologia di utenza è stato possibile instaurare una buona relazione
comunicativa anche se, nella maggior parte dei colloqui, si parlava di argomenti non
strettamente concernenti il progetto, ma utili a creare “clima”.
Punti deboli (del percorso attivato)
I detenuti presi in carico non hanno dimostrato gran voglia di raccontarsi e di mettersi in
gioco; la concentrazione e collaborazione è risultata a tratti difficoltosa.
Molti di loro erano orientati soprattutto a trovare subitaneamente un lavoro sia intra che
extramurario o, comunque, di poter usufruire di percorsi agevolati a seguito dei colloqui
svolti nel progetto ORFEO.
86
ALLEGATO 1 DIAGRAMMA DI FLUSSO DEL PROGETTO
Operatore
aziende
AZIENDE
Operatore
aziende
SPORTELLI INTERNI
DB
AZIENDE
A2
C1
Matching
2 colloqui
analisi del
bisogno
elaborazione
profilo
Equipe
D
A
T
A
B
A
S
E
segreteria
87
sportellista
Ritorno
No inserimento
Ricerca
mirata
Inserimento
Tecniche
di ricerca
sportellista
consulenza
Operatore
aziende
DB
POSTAZIONI
TUTOR
Allegato 2
Relazione di valutazione quantitativa dei questionari somministrati agli utenti (per
orientamento e tutoring) ed alle aziende
PREMESSA
Nella valutazione complessiva del progetto oltre alle osservazioni ed analisi qualitative redatte dagli
operatori nella narrazione dell’attività svolta, abbiamo comunque voluto inserire un’indagine a
campione su piccoli numeri utilizzando (lievemente modificate) le schede di rilevazione utilizzate negli
altri progetti ORFEO, così da dare anche una continuità a livello di serie storica dei risultati via via
acquisiti nel corso degli anni.
Sono state distribuite e compilate 3 schede:
1. di rilevazione di soddisfazione degli utenti in merito all’attività di orientamento, prendendo
un campione di 20 utenti provenienti dallo sportello esterno e dalla seconda Casa di
Reclusione di Bollate, ove è stato possibile espletare anche le azioni counselling orientativo.
2. di rilevazione di soddisfazione degli utenti in merito all’attività di preparazione
all’inserimento lavorativo, l’avvio al lavoro ed il tutoraggio sul posto di lavoro. Le schede
compilate sono di 23 utenti che hanno svolto azioni D1,D2 e D4.
3. di rilevazione di soddisfazione di alcune aziende ospitanti utenti/lavoratori provenienti
dall’area penale. Abbiamo avuto la disponibilità alla compilazione da parte di 11 aziende, di cui
5 profit e 6 cooperative sociali o consorzi, questi ultimi hanno ovviamente inserito più di un
utente ma hanno compilato un unico questionario.
Questionari di rilevamento della soddisfazione utente
RISULTATI DELL’ATTIVITA’ DI ORIENTAMENTO
Domanda n. 1: Chiarezza delle informazioni ricevute in merito alle attività del Progetto OR.F.EO ed
alle finalità del progetto in corso.
Con la prima domanda si è inteso valutare quanto e come gli utenti avessero percepito le
informazioni fornite dagli operatori in merito al significato del Progetto.
Dalle 20 schede compilate a campione, la restituzione avuta è stata senz’altro positiva: la metà ha
dato il massimo del punteggio (buono), il resto si colloca nella posizione immediatamente precedente
(discreto), solo uno ha dichiarato l’opzione SCARSO
Risultati:
Scarso: 1
Discreto: 9
Buono: 10
Totale: 20
Domanda n. 2: Professionalità degli operatori: ascolto, aiuto, suggerimenti, competenza sulle
problematiche e sugli strumenti che riguardano l’orientamento e l’inserimento lavorativo.
Rispetto alla professionalità degli operatori, il punteggio massimo è stato assegnato da più della metà
degli utenti seguito dal discreto. La valutazione globale degli utenti è indubbiamente positiva.
Risultati:
Discreto: 9
Buono: 11
Totale: 20
88
Domanda n. 3: Assistenza e attività d’informazione.
Dalle valutazioni date prevale ancora il “buono”, attribuito dalla maggioranza, 7 hanno valutato con
DISCRETO, però stavolta 2 persone hanno attribuito la valutazione su SCARSO, indice che questa
attività non è da sottovalutare e che bisogna comunque trovare sempre le parole giuste per ogni
utente e non dare mai nulla per scontato.
Risultati:
Scarso: 2
Discreto: 7
Buono: 11
Totale: 20
Domanda n. 4: Assistenza attività di orientamento/counselling
Sugli esiti delle valutazioni alla quarta domanda, per quanto riguarda la parte che è il cuore della
valutazione i risultati sono confortanti, infatti 12 persone hanno dato la massima valutazione, ovvero
BUONO, 8 DISCRETO
Risultati:
Discreto: 8
Buono: 12
Totale: 20
Le osservazioni alle risposte del questionario di valutazione, prima considerate singolarmente,
possono essere meglio visualizzate con l’ausilio di grafici a torta.
orientamento utenti
Domanda 1: chiarezza informazioni su progetto ORFEO 3
scarso; 1; 5%
scarso
discreto
buono
discreto; 9;
43%
buono; 11; 52%
Domanda 2: professionalità operatori
discreto; 9;
45%
discreto
buono; 11; 55%
89
buono
Domanda 3: assistenza durante attività di informazione
scarso
scarso; 2; 10%
discreto
buono
discreto; 7;
35%
buono; 11; 55%
Domanda 4: assistenza attività di
orientamento/counselling
discreto; 8;
40%
discreto
buono
buono; 12; 60%
90
Questionari di rilevamento della soddisfazione utente
RISULTATI DELL’ATTIVITA’ DI TUTORING
Domanda n. 1: Chiarezza delle informazioni ricevute in merito alle attività del Progetto OR.F.EO ed
alle finalità del progetto in corso.
Risultati:
Scarso: 1
Buono: 22
Totale: 23
Domanda n. 2: Professionalità degli operatori: ascolto, aiuto, suggerimenti, competenza sulle
problematiche e sugli strumenti che riguardano l’orientamento e l’inserimento lavorativo.
Risultati:
Buono: 23
Totale: 23
Domanda n. 3: Assistenza e attività d’informazione.
Risultati:
Non rilevato. 1
Buono: 22
Totale: 23
Domanda n. 4: Assistenza attività di orientamento/counselling
Risultati:
Non rilevato. 3
Buono: 20
Totale: 23
Domanda 5: assistenza per preparazione e avvio al lavoro
Risultati:
Non rilevato: 8
Non applicabile: 1
Discreto: 1
Buono: 13
Totale: 23
Per questo questionario vale la pena fare una valutazione complessiva delle risposte per cui prevale
il giudizio ai massimi livelli, infatti alla domanda 2 tutti gli intervistati hanno risposto BUONO.
Più problematica la valutazione all’ultima domanda che comporta un’attività più complessa ed irta di
difficoltà, comunque su 23 utenti più della metà lo considera BUONO, gli 8 non rilevati consistono
nelle persone che hanno svolto solo percorsi D1 di “ricerca attiva”, il non applicabile corrisponde ad
un utente che poi, alla fine del percorso, non ha accettato il posto di lavoro offerto.
Anche in questo caso ci facciamo aiutare dai grafici per avere una valutazione visivamente più facile
da cogliere:
91
Tutoring Domanda 1: chiarezza informazioni su progetto ORFEO 3
Scarso; 1; 4%
scarso
Buono; 22; 96%
buono
Tutoring Domanda 3: attività d'informazione
Non rilevato; 1;
4%
non rilevato
Buono; 22; 96%
buono
Tutoring Domanda 4: attività d'orientamento/couselling
non rilevato; 3;
13%
non rilevato
buono; 20; 87%
buono
Tutoring Domanda 5: assistenza per preparazione avvio al lavoro
non rilevato; 8;
35%
non rilevato
non applicabile
buono; 13; 57%
discreto
buono
discreto; 1; 4%
92
non
applicabile; 1;
4%
Questionari di rilevamento della soddisfazione delle Aziende RISULTATI
Per la valutazione della soddisfazione aziende, abbiamo considerato un campione di 11 realtà
lavorative che hanno accolto gli utenti per una collocazione professionale (temporanea o definitiva).
Tali aziende comprendono: enti privati e pubblici, profit e no-profit, cooperative di tipo A e B, consorzi
ed associazioni, equamente ripartite tra profit e no profit.
Il questionario prevedeva 5 domande, le prime due identiche a quelle rivolte agli utenti, le rimanenti 3
specifiche per le aziende:
• domanda 3: assistenza durante le fasi di presentazione dei candidati e ai colloqui;
• domanda 4 assistenza per l’espletamento degli adempimenti di legge (sia sul versante penale
che del lavoro);
• domanda 5 assistenza successiva all’inserimento lavorativo/tutoraggio.
A tutte le domande l’universo degli intervistati hanno risposto dando il massimo punteggio
(BUONO), tranne in un caso alla domanda 4 dove non è stato rilevato.
Diamo una panoramica complessiva di tutta la scheda, dove si esprime il gradimento delle aziende
su questa esperienza: nei confronti del Progetto, per gli operatori e per gli utenti selezionati ed
inseriti.
Grado di soddisfazione delle aziende totale campione 11
11
11
chiarezza informazioni buono
professionalità operatori buono
11
11
assistenza presentazione
candidati buono
10
assistenza adempimenti legge
buono
tutoraggio buono
93
Allegato 3 Modello scheda di rilevazione per utenti
94
Allegato 4 Modello scheda di rilevazione per aziende
95