RASSEGNA STAMPA SISTEMA AGROALIMENTARE E FILIERE
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RASSEGNA STAMPA SISTEMA AGROALIMENTARE E FILIERE DEL PIEMONTE Febbraio 2011 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 I LINK DELLA RASSEGNA STAMPA AGRISOLE www.agrisole.it AGRICOLTURA ITALIANA ON – LINE http://www.agricolturaitalianaonline.gov.it/contenuti/attualit/news L’INFOMATORE AGRARIO http://www.informatoreagrario.it/ita/Riviste/infoagri/lia4707/sommario.asp IL VELINO http://www.ilvelino.it/canale.php?IdCanale=4 TERRA E VITA http://www.edagricole.it/terraevita/default.asp ERMESAGRICOLTURA http://www.ermesagricoltura.it/Informazioni/Agricoltura AGRIREGIONIEUROPA http://agriregionieuropa.univpm.it/ ENTE RISI http://www.enterisi.it/index.jsp REGIONE PIEMONTE http://www.regione.piemonte.it/ COLDIRETTI http://www.coldiretti.it/ CIA http://www.cia.it/cia/ MONDO AGRICOLO – Rivista Confagricoltura on line http://www.mondoagricolo.crol.it/index.asp NEWSFOOD.COM http://www.newsfood.com INEA – RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA http://www.inea.it/rassegna/index.cfm IL NOTIZIARIO AGRICOLO http://www.asti.coldiretti.it/Default.aspx?KeyPub=GP_CD_ASTI_STRUTTURA%7C10310473&ssostatus=ANO NYMOUS IL COLTIVATORE PIEMONTESE http://www.torino.coldiretti.it/Default.aspx?KeyPub=GP_CD_TORINO_ATTIVITA%7C10310960&ssostatus=A NONYMOUS, I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 2 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 IL COLTIVATORE CUNEESE http://www.agricolbiz.it/coltivatore.asp?artic=1120&start=999999999. L’ARATRO http://www.confagricolturalessandria.it/aratro.htm: completamente scaricabile dal sito; contiene informazioni soprattutto interessante per la filiera del vino, delle orticole/frutta e delle bioenergie. ASSOCIAZIONE STAMPA AGROALIMENTARE ITALIANA http://www.asa-press.com/ ITALIAOGGI http://www.italiaoggi.it/giornali/giornali.asp?codiciTestate=1&codTt=(AO)&argomento=AgricolturaOggi VENETO AGRICOLTURA http://www.venetoagricoltura.org/content.php?IDSX=19&SIDSX=81) Rapporto sul mercato del frumento, del mais e della soia: viene aggiornato periodicamente Bollettino "Il florovivaismo Veneto": viene aggiornato periodicamente MIDA AGRICOLTURA http://www.midagri.inea.it/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1 Sito su cui navigare per scaricare materiale vario del settore agroalimentare DATI ANNUALI SULLE SUPERFICI E LE UTILIZZAZIONI FORESTALI http://www.istat.it/agricoltura/datiagri/foreste/ COMMISIONE UE SULL’AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE http://ec.europa.eu/agriculture/index_it.htm Vi segnaliamo inoltre di monitorare i siti: http://www.newsfood.com/ che offre una finestra panoramica sul settore agroalimentare nelle sue diverse componenti. http://www.milkmaps.com/ che fornisce in particolare informazioni sulla dislocazione dei distributori automatici di latte crudo in Italia. http://agricolturaonweb.imagelinenetwork. che offra una panoramica sulle ultime notizie del settore agroalimentare italiano e europeo. Siti energie rinnovabili: http://www.fonti-rinnovabili.it/index.php http://atlasole.gsel.it/viewer.htm I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 3 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA Riportiamo il sommario delle riviste e delle newsletter scaricabili on line di maggior interesse per tutte le filiere del sistema agroalimentare piemontese. Per scaricare il testo degli articoli occorre collegarsi al link indicato oppure al link che compare come collegamento ipertestuale. Dal link http://www.agrisole.it/ è possibile scaricare la prima pagina e gli articoli di primo piano dei numeri n° 3, 4, 5, 6, e 8. Nel numero 3 vi segnaliamo a pag. 3 “Il flop italiano dell’interprofessione” e “Tensione per il grano tenero anche per le difficoltà logistiche” insieme con “Latte e formaggi sono in ripresa ma prevalgono gli accordi spot”, a pag. 5 “Dossina, si alza lo scudo della Salute”, a pag. 6 “ Un miliardo di bottiglie certificate”. Nel numero 4 troverete articoli interessanti a pag. 3 “L’etichetta diventa un passaporto” e “Ma Bruxelles accende i riflettori e chiede chiarimenti sui trasformati”, a pag. 5 “ Studio sul dopo Pac 2013, Così la produzione rischia di non coprire la domanda globale” e “Cereali, quarto bando di gara per l’acquisto di scorte” e infine “Latte in polvere: in vendita dagli stock 5.400 tonnellate”, a pag. 8 “La UE studia lo stoccaggio privato per i suini”, a pag. 9 “Un fixing unico per il Parmigiano” e uno speciale sulla filiera vino. Segnaliamo articoli interessanti nel numero 5 a pag. 2 “ Etichetta, aperti i tavoli per salumi e lattiero-caseari”, a pag. 3 “Multe latte, un altro blitz della Lega”, a pag. 4 “La distillazione di crisi diventa DOC”, a pag.5 “Ortofrutta, l’OCM non può attendere”, a pag. 8 “Pesche speciali, terapia d’emergenza”, a pag.9 “Suinicoltura, subito lo stato di crisi”, a pag. 11 “Osservatori Ismea: Consumi alimentari, bio scaccia-crisi” e uno speciale cereali. Nel numero 6 troverete articoli interessanti a pag. 3 “Etichetta, primo stop da Bruxelles” a pag. 6 “Vino, giochi aperti sulla deregulation”, a pag. 7 “Una strategia Ue contro la volatilità”, a pag. 9 “Vola la spesa nei farmer market”, a pag. 10 “L’agricoltura ora è più sostenibile” e uno speciale sullo zootecnia. Nell’ultimo numero, 8/2011, vi segnaliamo articoli interessanti a pag. 3 “Multe latte, slittano 7 milioni di rate”, a pag. 5 “Decollano gli investimenti in cantina”, a pag. 6 “Sospesi fino a giugno i dazi per i cereali destinati ai mangimi” e “Suini, finora 129mila tonnellate all’ammasso privato”, a pag.9 “Pomodoro, prezzo ritoccato del 26%”, a pag.11 “Il tetto per le colture da biogas divide le organizzazioni agricole”. Dal link http://www.edagricole.it/terraevita/default.asp è scaricabile il pdf dei sommari dei numeri 3, 4, 5, 6, 7 e 8 del 2011. Nel numero potete trovare articoli interessanti a pag. 3 “Ortofrutta, sfida Op anche dopo il 2013”, a pag. 8 “Mercato latte, senza quote”, a pag. 12 “OSSERVATORIO Annata modesta, ma mais e soia aumenteranno le superfici”, a pag. 17 “INDICAZIONE D’ORIGINE L’etichettatura è legge. Ora la palla passa a Bruxelles”, a pag. 42 “Parmigiano, i nuovi vincoli possono condizionare i costi”. Nel numero 4 vi segnaliamo a pag.12 “CEREALI Mais, 2010 piovoso e fresco e le produzioni non decollano”, a pag. 14 “AGROALIMENTARE Parmigiano, i prezzi volano: +19%”, a pag. 15 “MERCATO La rivincita dei vini senza blasone”. Dei numeri 5 e 6 troverete articoli interessanti rispettivamente a pag. 8 “Nuovo scenario nel mercato cereali con l’arrivo della crisi nel Maghreb” e a pag. 17 “ZOOTECNIA Suini, necessario lo stato di crisi”, a pag. 18 “RIFORMA PAC Gioco di squadra per l’ortofrutta”, mentre nel numero 6 a pag. 8 “Pac, come cambieranno gli aiuti. Quattro ipotesi per il post 2013”, a pag. 15 “ORTOFRUTTA Triplice alleanza in difesa delle Op”, a pag. 16 “VENDITA DIRETTA Farmers market, i conti in tasca” e uno speciale sul mais e sullo patata. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 4 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 AGRICOLTURA ITALIANA ON - LINE Link: http://www.aiol.it/ La Regione Piemonte adotta la Carta della capacità d’uso dei suoli 25.02.11 Con la Dgr n. 75-1148 del 30 novembre 2010 la Regione Piemonte ha adottato la Carta della capacità dei suoli quale strumento cartografico di riferimento sul tema delle potenzialità d’uso dei suoli in Piemonte. Oltre all’adozione della Carta a scala 1:250.000, utile per studi di area vasta, la delibera adotta anche la carta a scala 1:50.000 sullo stesso tema, necessaria per valutazioni a scala locale e distribuita on line sul sito web istituzionale della Regione Piemonte. La delibera ribadisce inoltre che gli studi pedologici finalizzati alla definizione della classe di capacità d’uso del suolo a scala aziendale devono essere condotti utilizzando la metodologia regionale per la valutazione della Capacità d’uso a scala aziendale – già adottata con D.G.R. n. 88 – 13271 dell’ 8 febbraio 2010. Tutti questi strumenti sono un utile supporto per le Pubbliche amministrazioni piemontesi e per i professionisti nelle diverse fasi di pianificazione, progettazione e valutazione di interventi che implicano la trasformazione dell’uso del suolo o che comportano un diffuso utilizzo del territorio, ancorché con caratteristiche di reversibilità a medio-lungo termine, quali gli impianti fotovoltaici a terra. “Con questo provvedimento, dichiara l’assessore regionale Claudio Sacchetto, vogliamo garantire la qualità e la produttività dell’agricoltura piemontese. Le aree con i suoli ad elevata capacità d’uso, infatti, sono quelle ove si possono ottenere colture di qualità con il minore dispendio energetico, realizzando sistemi produttivi efficaci e sostenibili sotto il profilo ambientale”. La messa a punto del sistema regionale della Capacità d’uso dei suoli è stata realizzata dall’Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente), una società controllata della Regione Piemonte che vanta una attività trentennale nell’acquisizione e gestione di informazioni sul suolo. “La Regione Piemonte, afferma Mauro Piazzi, direttore dell’Ipla, è stata la prima in Italia ad affrontare il tema della capacità d’uso dei suoli con una prima carta pubblicata nel 1982. Gli strumenti cartografici oggi disponibili sul tema della Capacità d’uso in Piemonte sintetizzano tutti i dati sul suolo acquisiti dall’Ipla per conto della Regione in oltre trent’anni di attività, costituendo un “sistema della conoscenza” omogeneo e scientificamente valido. Si tratta di uno strumento di lavoro concreto per il contenimento del consumo di suolo e per il supporto alle scelte di destinazione d’uso”. L’intera documentazione sulla Capacità d’uso dei suoli è consultabile all’indirizzo http://www.regione.piemonte.it/agri/suoli_terreni/index.htm I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 5 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Agricoltura, raggiunto l'accordo sul pomodoro da industria 21.02.11 Pomodoro da industria: raggiunto il 19 febbraio a Parma l’accordo tra le organizzazioni dei produttori del nord Italia e le industrie di trasformazione aderenti all’Aiipa. Il prezzo indicativo di riferimento è stato fissato a 88 euro la tonnellata, con prodotto ritirato presso l’azienda agricola. L’incremento di prezzo di 18 euro la tonnellata rispetto alla campagna precedente è scattato soprattutto in considerazione del cambiamento delle compensazioni comunitarie, che per il pomodoro italiano a partire dal 2011 non sono più accoppiate alla produzione. Nella formazione del prezzo è stato inoltre introdotto un sistema premiante per valorizzare la qualità del prodotto e incentivare la raccolta di pomodori con un basso contenuto di difetti. Il prodotto consegnato con una percentuale di difetti inferiore al 3% potrà avere un incremento di prezzo fino ad un massimo del 3% del prezzo base. E’ infine stato aumentato il rimborso del trasporto per gli agricoltori che consegnano il prodotto con mezzi propri. La trattativa, costantemente seguita dall'assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, si è chiusa con largo anticipo rispetto all’avvio della coltivazione e questo permetterà agli agricoltori e alle industrie di programmare adeguatamente la produzione 2011. “Il pomodoro trasformato rappresenta un settore strategico per l’Emilia-Romagna, ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni. L’accordo 2011 è stato un banco di prova molto importante nel consolidamento delle relazioni di filiera che negli anni scorsi erano agevolate dai regolamenti comunitari. Un ulteriore consolidamento potrà avvenire quando l’attuale distretto del pomodoro da Industria potrà evolvere col riconoscimento quale organismo interprofessionale”. “Stiamo lavorando, conclude Rabboni, perché anche questo obiettivo possa essere raggiunto quanto prima. Nel quadro evolutivo della politica agricola comunitaria il dialogo tra i soggetti di ciascuna filiera assumerà sempre maggiore importanza, nella programmazione della produzione e nell’affrontare a livello di sistema le sfide del mercato globale”. Pronto il decreto “salva kiwi” 18.02.11 Si tratta di un provvedimento molto atteso dagli operatori del settore, varato a seguito del parere favorevole del Comitato fitosanitario nazionale e della Conferenza Stato – Regioni, con il quale si completa il quadro delle prescrizioni da mettere in atto per difendere le nostre preziose coltivazioni di kiwi da questo pericolosissimo batterio, soprattutto per la parte riguardante la produzione e la commercializzazione del materiale di propagazione. Manca solo la registrazione della Corte dei conti al Decreto ministeriale “salva kiwi” del 7 febbraio 2011, elaborato dal Ministero delle politiche Agricole per contrastare la diffusione del batterio Pseudomonas syringae pv. Actinidiae, una delle patologie più diffuse e dannose per la coltivazione del kiwi. Si tratta di un provvedimento molto atteso dagli operatori del settore, varato a seguito del parere favorevole del Comitato fitosanitario nazionale e della Conferenza Stato – Regioni, con il quale si completa il quadro delle prescrizioni da mettere in atto per difendere le nostre preziose coltivazioni di kiwi da questo pericolosissimo batterio, soprattutto per la parte riguardante la produzione e la commercializzazione del materiale di propagazione. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 6 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Il decreto prevede l’esecuzione di una serie di controlli avvalendosi della rete di monitoraggio gestita dai servizi fitosanitari regionali, comportamenti standardizzati nei casi in cui venga rilevata la presenza del batterio e le misure da mettere in atto, da parte degli agricoltori, dei responsabili dei servizi fitosanitari e dell’intera filiera vivaistica. La diffusione di questa fitopatologia è seguita con estrema attenzione, date le pesanti ripercussioni, sia sotto il profilo economico che fitosanitario, che la mancanza di un provvedimento di questo tipo avrebbe comportato. Poco meno dell’80% della nostra produzione di kiwi è infatti destinata all’esportazione e gli operatori internazionali, come è giusto che sia, pretendono garanzie sui rischi di diffusione di avversità di questo tipo. Gli interventi messi in atto sono poi completati dal finanziamento di un programma di ricerca che vede il coinvolgimento del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) e di istituti di ricerca delle Regioni in cui la coltura è più diffusa, con cui si tenta di dare risposte sempre più puntuali agli operatori della filiera, per quanto riguarda la selezione di varietà resistenti al batterio, le tecniche di lotta e di prevenzione da mettere in atto. Tra gli strumenti messi in atto per difendere il reddito degli agricoltori, da non sottovalutare è la possibilità di stipula di polizze assicurative garantite dal contributo dello stato. Il piano assicurativo nazionale nel settore agricolo, anch’esso recentemente approvato, prevede infatti, tra le avversità di natura fitopatologica assicurabili per la campagna 2011, anche quello che viene chiamato il “cancro batterico” del kiwi. Ue: sospensione fino a giugno dei dazi d’importazione per frumento di media e bassa qualità e orzo 18.02.11 La sospensione si applica agli attuali contingenti tariffari per frumento di qualità media e bassa e orzo, per i quali i le tariffe preferenziali, pari rispettivamente a 12 € a tonnellata e a 16 € a tonnellata saranno ridotte a 0 €, per i volumi autorizzati nell'ambito delle quote. Il regolamento verrà pubblicato la prossima settimana sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue. Dalla prossima settimana verrà sospesa (fino alla fine di giugno 2011) l'applicazione dei dazi d'importazione per talune categorie di cereali, al fine di allentare la pressione sul mercato europeo e in particolare per il settore della produzione di mangimi, informa un comunicato della Ue. Il provvedimento, approvato il 17 febbraio dagli Stati membri in seno al Comitato di gestione, dovrebbe contribuire a mantenere un buon equilibrio sul mercato comunitario. La sospensione si applica agli attuali contingenti tariffari per frumento di qualità media e bassa e orzo, per i quali i le tariffe preferenziali, pari rispettivamente a 12 € a tonnellata e a 16 € a tonnellata saranno ridotte a 0 €, per i volumi autorizzati nell'ambito delle quote. Il regolamento verrà pubblicato la prossima settimana sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE. Agricoltura, nel 2010 sale valore aggiunto 15.02.11 "Inverte la rotta e riprende a salire il valore aggiunto in agricoltura, che chiude il 2010 con segno positivo dopo il crollo del 3,1% dello scorso anno per effetto dei segnali incoraggianti di ripresa nei prezzi alla produzione, dopo le insostenibili riduzioni". E' quanto emerge da una stima della Coldiretti sull'andamento del settore agricolo in occasione della diffusione dei dati Istat, che evidenziano un aumento del Pil dell'1,1% nel corso del 2010". Per l'agricoltura, sottolinea Coldiretti, lo scorso anno si è verificato "un leggero recupero dei prezzi alla produzione che in media hanno fatto registrare un aumento del 3,7%", e I.rur Innovazione rurale – www.irur.it 7 via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte questo per effetto soprattutto del recupero Febbraio 2011 negli ultimi mesi dell'anno. Per cereali e lattiero caseari l'aumento è stato rispettivamente del 10,2% e del 10%, dopo i crolli degli anni scorsi. Ad aumentare, nel 2010, sono stati "anche i costi di produzione, con una crescita dello 0,5%". Mangimi ed energia le voci che hanno fatto segnare le maggiori tensioni nell'anno appena concluso. Per i composti destinati all'alimentazione animale l'aumento medio, continua Coldiretti, è stato del 5,4% rispetto al 2009, mentre i prodotti energetici hanno avuto un rincaro del 2,7%, con un punte del +4,7% per i carburanti. La produzione agricola, invece, complessivamente subisce "una contrazione imputabile alla riduzione delle colture vegetali e ad una crescita di tutte le attività di allevamento". Migliora quadro agricolo nel quarto trimestre 2010 15.02.11 È quanto rileva l’Ismea nell’ultimo numero di Tendenze, il trimestrale di analisi e previsioni sull’agroalimentare italiano, da cui si evince, inoltre, che la produzione agricola totale avrebbe chiuso il 2010 con una flessione dello 0,6%, per effetto di una contrazione del 2,1% delle coltivazioni vegetali compensata, solo parzialmente, da una crescita dell’1,7% delle produzioni zootecniche. Gli aumenti dei prezzi sui mercati all’origine dell’ultimo trimestre (+14,1% rispetto allo stesso periodo del 2009), a fronte di una crescita più contenuta dei costi di produzione (+4%), segnalano un graduale recupero nei livelli di redditività in agricoltura. È quanto rileva l’Ismea nell’ultimo numero di Tendenze, il trimestrale di analisi e previsioni sull’agroalimentare italiano, da cui si evince, inoltre, che la produzione agricola totale avrebbe chiuso il 2010 con una flessione dello 0,6%, per effetto di una contrazione del 2,1% delle coltivazioni vegetali compensata, solo parzialmente, da una crescita dell’1,7% delle produzioni zootecniche. In particolare per i cereali si stima un generale incremento della produzione, con aumenti soprattutto per il frumento duro (+6,6%) e il granoturco (+3,1%). Per frutta e agrumi, al contrario, sono previste flessioni rispettivamente del 4,3% e del 22,3%, a causa dell’andamento climatico sfavorevole e della batteriosi che ha colpito le piantagioni di kiwi laziali. Riguardo agli ortaggi, la riduzione degli investimenti e le condizioni climatiche negative hanno determinato una forte riduzione dei raccolti di pomodoro da industria (-10,7%) e patate (-9,9%). L’offerta zootecnica è indicata invece in aumento, grazie a una crescita dello 0,8% delle consegne di latte e a una maggiore produzione nazionale di carni bovine, suine e avicole. Sul fronte industriale, infine, la produzione alimentare ha fatto segnare un aumento del 2% tra gennaio e ottobre 2010, rispetto al corrispondente periodo del 2009. Un risultato che, sebbene più contenuto rispetto alla performance dall’intero settore manifatturiero, conferma la buona tenuta del settore alimentare che consolida i livelli produttivi del periodo pre-crisi. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 8 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Istat, le intenzioni di semina delle principali colture erbacee 11.02.11 L’Istat stima una diminuzione delle superfici destinate alla coltivazione di frumento duro e tenero e un aumento di quelle di mais da granella e cereali minori, quali sorgo, orzo e avena. Le intenzioni di semina relative all’annata agraria 2010-2011 mostrano cambiamenti rispetto alle scelte effettuate l’anno precedente, dovuti a diversi fattori quali le modifiche alle disposizioni nazionali di applicazione dell’art.68 della Politica agricola comunitaria (Pac), l’instabilità dei mercati e la conseguente variabilità dei prezzi di vendita dei principali prodotti agricoli, nonché il clima particolarmente avverso in alcune regioni italiane nel periodo di rilevazione dei dati. Con riferimento alle specifiche coltivazioni, si stima una diminuzione delle superfici destinate alla coltivazione di frumento duro (-13,5 per cento) e tenero (-5 per cento) e un aumento di quelle di mais da granella (+5,8 per cento) e cereali minori, quali sorgo (+54,8 per cento), orzo (+18,4 per cento) e avena (+5,9 per cento). In aumento risultano anche le superfici destinate alla coltivazione dei semi oleosi, in particolare del girasole (+9,3 per cento) e della soia (+15,3 per cento), mentre la colza registra una diminuzione del 19,5 per cento. Con riferimento alle ortive si registra una diminuzione complessiva delle superfici investite a pomodoro (-15,5 per cento) e ad altre ortive (-28,5 per cento), a fronte di un aumento di quelle destinate a legumi freschi (+8,8 per cento). Per quanto riguarda le leguminose da granella, diminuisce sia la superficie investita a piselli (-19,8 per cento) sia quella a fagioli e fave (-27 per cento). Risulta sostanzialmente stabile la superficie investita a foraggere temporanee, mentre è in aumento quella coltivata a patate (+16,5 per cento). La rilevazione ha inoltre osservato un significativo aumento dei terreni dichiarati a riposo (+19,1 per cento) e dei terreni per i quali non era ancora stata decisa la coltivazione da mettere in atto. Dal punto di vista territoriale, le superfici a frumento tenero mostrano un calo sia al Nord-est (-12,3 per cento) che al Nord-ovest (-10 per cento) mentre sono in aumento in quelle centrali (+16,7 per cento); per quelle a frumento duro viene stimata una diminuzione, in prevalenza al Centro (-20,5 per cento). L’atteso aumento, a livello nazionale, delle superfici destinate a mais da granella è da ricondurre, in primo luogo, ad un consistente investimento nelle regioni del Nord-est (+9 per cento), mentre per la coltivazione di girasole l’aumento dovrebbe interessare quasi esclusivamente le regioni del Centro (+17,3 per cento). Per quanto riguarda il pomodoro, infine, è prevista una riduzione delle superfici sia nel Mezzogiorno (-20,5 per cento) sia, in misura minore, nel Nord-est (-5,3 per cento) e nel Centro (-7,2 per cento). Torino, la green economy protagonista di Energethica 2011 14.02.11 Green Economy protagonista della sesta edizione di Energethica, mostra convegno dedicata all'energia sostenibile, alle soluzioni per il risparmio energetico e alle fonti rinnovabili, in programma al Lingotto di Torino dal 7 al 9 aprile prossimi. Al centro della manifestazione, la Smart City del futuro in tutti i suoi aspetti: trasporti, rifiuti, produzione di energia, comportamenti, consumi e costruzioni, per rendere le citta' sempre piu' a impatto zero. ''Il nostro obiettivo - spiega Edgar Maeder, presidente Circuito Energethica - e' mettere in rete tra loro industria, I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 9 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 istituzioni, ricerca e cittadini per creare una piattaforma di dialogo e confronto sulle nuove tecnologie e sviluppare nuove opportunita' di crescita economica durevole. Un evento focalizzato sulle esigenze del territorio per fornire risposte locali a domande globali, portando alla ribalta le best practice italiane nel campo dell'energia sostenibile''. Ismea, pubblicato l’Outlook dell’agroalimentare italiano 09.02.11 La situazione di medio-lungo termine dell’agricoltura vede una produzione agricola stabile o in moderata espansione, un aumento dei prezzi sui mercati internazionali e un inasprimento dei costi legati all’approvvigionamento dei fattori produttivi. Produzione agricola stabile o in moderata espansione, aumento dei prezzi sui mercati internazionali e inasprimento dei costi legati all’approvvigionamento dei fattori produttivi. E’ lo scenario di medio-lungo termine dell’agricoltura delineato nell’Outlook dell’agroalimentare italiano - Rapporto annuale 2009-2010, pubblicato da Ismea. Per quanto riguarda l’evoluzione della produttività, spiega l’Ismea, non ci sono, alle attuali condizioni, elementi per ritenere che le rese possano crescere in maniera significativa nei prossimi sette anni per effetto di innovazioni tecnologiche. Viceversa i vincoli di compatibilità ambientali imposti dalla Pac determineranno presumibilmente una riduzione del grado d’intensificazione dell’agricoltura. Nel dettaglio, le previsioni Ismea indicano una produzione vitivinicola in lieve flessione nel periodo 20112017 rispetto al 2009, per l’effetto di diversi fattori: il regime di aiuti all’estirpazione volontaria, la possibilità di attivare la vendemmia verde, i disciplinari delle produzioni di qualità che impongono limiti produttivi per ettaro. Uno scenario di crescita per i prossimi sette anni emerge, invece, per le produzioni frutticole e olivicole, nonostante le difficoltà di reperimento della manodopera e le crescenti pressioni competitive sui mercati internazionali, più evidenti nel settore dell’olio d’oliva. Tenderebbe inoltre ad aumentare progressivamente la produzione di ortaggi e legumi, anche in virtù del forte incentivo derivante dall’ammissibilità dei terreni coltivati ad ortive e patate per l’abbinamento dei titoli. Il pomodoro da industria, al contrario, con il disaccoppiamento totale a partire dal 2011, risulterebbe meno attrattivo rispetto alle altre orticole, con conseguente contrazione dell’offerta. Nell’ambito della zootecnia, le elaborazioni Ismea indicano un recupero, sempre rispetto al 2009, della produzione di latte bovino, con previsioni di crescita ancora più accentuate dopo il 2015, con la fine del regime delle quote latte. Il bestiame bovino da carne manterrebbe invece i livelli produttivi del 2009, anche in conseguenza degli alti costi dei mangimi e delle diseconomie derivanti dall’applicazione della condizionalità e delle norme relative allo smaltimento dei reflui. Per quanto riguarda i seminativi, si evidenzia, sempre rispetto alla situazione del 2009, un calo della produzione di frumento tenero a vantaggio di mais e cereali minori, oltre che delle coltivazioni foraggere irrigue nel Nord Italia e di girasole e patate nel Centro-Sud. Si conferma invece, come tendenza di fondo, la sostanziale perdita di competitività delle maggiori coltivazioni industriali, con ricadute soprattutto sulla produzione di tabacco e soia. In contrazione anche l’offerta ittica, che sconta la politica comunitaria di riduzione dello sforzo di pesca e di I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 10 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte ridimensionamento Febbraio 2011 della flotta. Relativamente ai prezzi, lo scenario è di crescita progressiva, per effetto sia della riduzione dell’offerta, limitatamente a talune colture, sia di un’ulteriore espansione della domanda, soprattutto nel settore mangimistico. A incidere sull’andamento dei prezzi agricoli sarebbe anche la tendenza all’aumento dei costi dei fattori di produzione. L’Outlook Ismea dell’agroalimentare italiano fornisce annualmente un’analisi di scenario sul settore, in un’ottica predittiva di medio-lungo termine. Lo studio è scaricabile integralmente collegandosi al sito www.ismea.it. Comparto suino: Agea, al via richieste di aiuto per ammasso privato 09.02.11 L’Unione europea ha varato un piano straordinario di aiuti per il comparto che si realizza con il pagamento di contributi a favore del cosiddetto ammasso privato. In sostanza le varie parti delle carni suine vengono congelate per un periodo che va dai 90 ai 150 giorni e di conseguenza non vengono immesse sul mercato, che sta appunto vivendo un momento di difficoltà. A seguito della crisi di mercato che si sta verificando nel settore suinicolo dopo l’individuazione di carni alla diossina in Germania, l’Unione europea ha varato un piano straordinario di aiuti per il comparto che si realizza con il pagamento di contributi a favore del cosiddetto ammasso privato. In sostanza le varie parti delle carni suine vengono congelate per un periodo che va dai 90 ai 150 giorni e di conseguenza non vengono immesse sul mercato, che sta appunto vivendo un momento di difficoltà. Al fine della presentazione delle domande di aiuto, Agea, Agenzia delle erogazioni in agricoltura, nei giorni scorsi ha pubblicato sul proprio sito (www.agea.gov.it) la circolare contenente le modalità operative e i modelli dei documenti necessari alle aziende per presentare le richieste di aiuto. Bruxelles ha stabilito l’inizio dell’ammasso privato dal 1° febbraio scorso, riservandosi di comunicarne la data di conclusione e solo a quel punto ripartirà gli stanziamenti fra i Paesi membri. Una volta ricevute le domande dalle aziende delle regioni per le quali è Organismo pagatore nel settore, Agea provvederà ad effettuare i controlli presso i richiedenti attraverso le strutture di Agecontrol Spa. Nel definire il testo della circolare i dirigenti di Agea, su espresso mandato del presidente prof. Dario Fruscio, hanno operato in stretta collaborazione con le associazioni di categoria dei produttori e dei commercianti di carni suine. Di questo positivo confronto, che ha consentito di individuare soluzioni che agevolano le procedure dell’ammasso privato, ne ha dato conto nei giorni scorsi anche Assi.i.ca (Associazione industriali delle carni aderente a Confindustria) attraverso un comunicato che ha espresso soddisfazione per la costruttività del dialogo intercorso con Agea. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 11 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Carne veneta: i dati 2010 04.02.11 Il comparto carni in Italia e nel Veneto ha vissuto un anno altalenante per la produzione e i consumi. I dati dalle ultime ricerche di Veneto agricoltura. Bene l’avicola, male la cunicola, stazionaria la bovina, così così la suina. Il comparto carni in Italia e nel Veneto ha vissuto un 2010 altalenante per la produzione e i consumi. Ecco i dati dalle ultime ricerche di Veneto Agricoltura. Nel 2010 il quantitativo di carni bovine immesse nel mercato nazionale ha segnato una leggera ripresa sul 2009 (+1,2%). Non sono aumentati i capi macellati ma è cresciuto il peso morto, in particolare della categoria vitelloni femminili. Fortemente negative le stime sui consumi dove i dati Ismea evidenziano una contrazione del 3,5%. Particolarmente colpito il bovino adulto, categoria importante nel Veneto. Aumentano, inoltre, le difficoltà di collocazione del prodotto allevato in Italia rispetto, soprattutto, alla carne fresca e refrigerata importata dall’estero e acquistabile attraverso i canali della Gdo (Grande distribuzione organizzata). Diminuiscono del -2,5% (622.000 capi) il numero di bovini importati in Veneto (per la maggior parte ristalli) nel 2010. Dalla sola Francia sono arrivati 404.000 capi (+3,3%), per lo più di razza Charolaise, Limousine e incroci, 89.000 (-15%) dalla Polonia, dall’Irlanda 31.000 (+29%) ed il resto da Austria, Germania e Romania. A peggiorare il reddito degli allevamenti ha contribuito, in particolare, l’aumento del costo di alimentazione da agosto 2010 in poi, lievitato mediamente negli ultimi 5 mesi di oltre il 15%. Aumenta la disponibilità di carne suina nel 2010 grazie, soprattutto, all’importazione di carne (+7,8%) e di animali vivi (+7%) da ingrasso e da macello, ma frenano i consumi. Diminuisce (-1%) la macellazione di suini destinati alla filiera Dop (cosce marchiate). In controtendenza il prosciutto Veneto Berico–Euganeo Dop che ha registrato un incremento nella richiesta di cosce omologate destinate alla stagionatura del 30% (oltre 80.000). Il prezzo medio annuo di vendita dei suini pesanti ha ricalcato l’andamento del 2009. Da anni il comparto versa in una situazione di stagnazione dovuta ai bassi prezzi degli animali da macello e all’aumento costante dei costi di produzione, in particolare quelli di alimentazione. Il comparto avicolo italiano, dominato dal Veneto (40% del totale nazionale), fa segnare la migliore produzione degli ultimi anni (+5%) con circa 1,2 milioni di tonnellate a peso morto. Aumentate le macellazioni dei polli (+5,4%) e dei tacchini (+3%). Meno debole, rispetto agli anni scorsi, l’andamento nazionale della domanda: aumento (+1,8%) per i polli e leggera flessione per i tacchini (-2,7%). La redditività delle aziende ha risentito negativamente dell’aumento dei costi del mangime, soprattutto nel secondo semestre dell’anno, con aumenti medi superiori al +25/30%. Da segnalare che il Veneto detiene una produzione di uova pari a circa due miliardi di pezzi, mantenutasi sugli stessi livelli del 2009 grazie alla tenuta della domanda interna. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 12 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Negativo il 2010 in termini di redditività per la carne cunicola, con una produzione nel 2010 in calo del 5% circa sul 2009. Diverse le motivazioni. Nel corso del 2010 il Piano cunicolo nazione per il rilancio del settore è stato approvato dalla conferenza Stato-Regioni ed è ora in attesa dei decreti attuativi. Inoltre sono rimasti attivi in Veneto solamente tre macelli specializzati, dei quali due di piccole dimensioni e uno grande gestito dall’Aia (Associazione italiana allevatori). 03.02.11 I discendenti della pecora Dolly e altri animali clonati destinati a finire nei piatti dei consumatori europei. O almeno così chiede il Consiglio dei ministri dell'Ue, che ha espresso parere favorevole all'import e al consumo di carne clonata in Europa. Ieri la questione è stata animatamente ridiscussa in un incontro tra i ministri delle politiche alimentari dell'Ue e gli eurodeputati. Tra Europarlamento e Consiglio, infatti, è in corso da mesi un braccio di ferro sulla proposta di utilizzo per finalità alimentari degli animali clonati e della loro progenie. Molti Stati membri, Gran Bretagna in testa, con il sostegno del parere favorevole espresso sia dalla britannica Fsa (Food standard agency) sia dall'europea Efsa, l'Agenzia per la sicurezza alimentare con sede a Parma, sono propensi ad aprire le porte ai prodotti alimentari ottenuti da questi animali. Il Parlamento europeo, invece, reputa inaccettabile questa ipotesi e la restituisce al mittente, chiedendo alla Commissione di presentare una proposta di regolamento. Verso un mercato interno dell'energia rinnovabile 02.02.11 La comunicazione presentata dalla Commissione europea esorta gli Stati membri a mettere in atto meccanismi di cooperazione che creino un vero e proprio mercato interno delle energie rinnovabili, in cui sia possibile uno scambio facilitato dell'energia e la condivisione delle spese, nel rispetto delle prerogative nazionali per quanto riguarda il rifornimento energetico. Un'Europa che soddisfa il proprio fabbisogno energetico per il 20% attraverso fonti rinnovabili: questo l'obiettivo della strategia Europa 2020 e della direttiva sull'energia rinnovabile del 2009. Gli Stati membri hanno presentato, nel 2010, piani d'azione che permetteranno loro di raggiungere questo obiettivo entro il 2020, ma è necessario un deciso incremento degli investimenti (soprattutto dal settore privato) e una precisa coordinazione transnazioale. La comunicazione presentata il 31 gennaio dalla Commissione europea esorta gli Stati membri a mettere in atto meccanismi di cooperazione che creino un vero e proprio "mercato interno delle energie rinnovabili", in cui sia possibile uno scambio facilitato dell'energia e la condivisione delle spese, nel rispetto delle prerogative nazionali per quanto riguarda il rifornimento energetico. I meccanismi di cooperazione menzionati dalla comunicazione comprendono trasferimenti statistici, progetti comuni e schemi di supporto concordati. Gli Stati che supereranno i propri obiettivi 2020 potranno vendere il loro surplus a chi non ha ancora raggiunto il proprio target, assicurando in questo modo uno sviluppo armonico del mercato energetico europeo. La Commissione auspica inoltre una convergenza dei finanziamenti, con un maggiore dialogo tra gli Stati membri sui dazi imposti all'energia rinnovabile. La costituzione di un mercato unico delle energie rinnovabili permetterà di ridurre i costi complessivi e di aumentare la competitività del settore, grazie all'economia di scala. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 13 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Tra il 2007 e il 2009 l'Ue ha investito 9,8 miliardi nelle energie rinnovabili, per la maggior parte sotto forma di prestiti dalla Banca europea per gli investimenti. L'energia rinnovabile (eolica, solare, idroelettrica, geotermica…) ha, in aggiunta agli ovvi vantaggi per l'ambiente e il cambiamento climatico, un enorme potenziale per la creazione di posti di lavoro. L'industria energetica "verde" dà lavoro oggi a 1,5 milioni di ingegneri, tecnici, installatori e costruttori e si stima che l'occupazione in questi settori raggiungerà i 3 milioni nel 2020. Ismea, nel 2010 costi agricoli in aumento dello 0,5% 01.02.11 Nell’ultimo decennio, sottolinea l’Istituto, i costi dei fattori produttivi hanno registrato un tasso di crescita medio annuo del 3,7%, mentre i prezzi dei prodotti agricoli sono aumentati mediamente dell’1,5%. Il 2010 ha chiuso complessivamente con un aumento dello 0,5% dei costi a carico degli agricoltori. Lo rileva l’Ismea sulla base dell’indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione agricoli che si è attestato, nell'anno appena trascorso, su un valore medio di 129,5. Nell’ultimo decennio, sottolinea l’Istituto, i costi dei fattori produttivi hanno registrato un tasso di crescita medio annuo del 3,7%, mentre i prezzi dei prodotti agricoli sono aumentati mediamente dell’1,5%. Mangimi ed energia sono le voci che hanno fatto segnare le maggiori tensioni nell’anno appena concluso. Per i composti destinati all’alimentazione animale le rilevazioni Ismea indicano in media un aumento del 5,4% rispetto al 2009, mentre i prodotti energetici hanno registrato un rincaro del 2,7%, con un punte del +4,7% per i carburanti. Seguono i salari, con variazioni al rialzo dell’1,5%, e gli animali da allevamento (+1,1%). In linea con il dato medio generale l’aumento dei prezzi delle sementi (+0,5%), mentre gli antiparassitari hanno limitato i rincari a un più 0,3%. In controtendenza i concimi, i cui prezzi si sono invece ridotti, su base annua, dell’8,3%. Nel solo mese di dicembre, conclude l’Istituto, l’indice ha fatto registrare un incremento dello 0,7% sul mese precedente e del 4,3% in rapporto allo stesso periodo del 2009. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 14 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Articoli tratti da http://agronotizie.imagelinenetwork.com/view-newsletter.cfm?idSet=1514 Pomodoro da industria, raggiunto l'accordo sul prezzo Siglata a Parma l'intesa tra organizzazioni dei produttori di pomodoro del Nord e industrie di trasformazione dell'Aiipa. Il prezzo indicativo è stato fissato a 88 euro a tonnellata, con prodotto ritirato nell'azienda Pomodoro da industria, raggiunto l'accordo tra produttori e industriali Raggiunto l'accordo per il pomodoro da industria tra le organizzazioni dei produttori del Nord e le industrie di trasformazione aderenti all'Aiipa, Associazione italiana industrie prodotti alimentari, per la campagna 2011. L'intesa è stata siglata nella notte tra sabato e domenica scorsi a Parma. Il prezzo indicativo di riferimento è stato fissato a 88 euro la tonnellata - fa sapere l'assessorato all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna in una nota - con prodotto ritirato presso l’azienda agricola. L’incremento di prezzo di 18 euro la tonnellata rispetto alla campagna precedente è scattato soprattutto in considerazione del cambiamento delle compensazioni comunitarie, che per il pomodoro italiano a partire dal 2011 non sono più accoppiate alla produzione. Nella formazione del prezzo è stato inoltre introdotto un sistema premiante per valorizzare la qualità del prodotto e incentivare la raccolta di pomodori con un basso contenuto di difetti. Il prodotto consegnato con una percentuale di difetti inferiore al 3% potrà avere un incremento di prezzo fino ad un massimo del 3% del prezzo base. E’ infine stato aumentato il rimborso del trasporto per gli agricoltori che consegnano il prodotto con mezzi propri. La trattativa, costantemente seguita dall'assessorato all’Agricoltura, si è chiusa con largo anticipo rispetto all’avvio della coltivazione e questo permetterà agli agricoltori e alle industrie di programmare adeguatamente la produzione 2011. “Il pomodoro trasformato rappresenta un settore strategico per l’Emilia-Romagna - ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni -. L’accordo 2011 è stato un banco di prova molto importante nel consolidamento delle relazioni di filiera che negli anni scorsi erano agevolate dai regolamenti comunitari. Un ulteriore consolidamento potrà avvenire quando l’attuale distretto del pomodoro da Industria potrà evolvere col riconoscimento quale organismo interprofessionale”. “Stiamo lavorando – ha concluso Rabboni – perché anche questo obiettivo possa essere raggiunto quanto prima. Nel quadro evolutivo della politica agricola comunitaria il dialogo tra i soggetti di ciascuna filiera assumerà sempre maggiore importanza, nella programmazione della produzione e nell’affrontare a livello di sistema le sfide del mercato globale”. Con l’accordo viene sancito un preciso impegno per proteggere la filiera del pomodoro dal rischio degli Ogm e per la salvaguardia dell’italianità del prodotto nei confronti dell’invasione del concentrato dalla Cina, afferma Coldiretti. L’accordo, secondo l'organizzazione, traccia per la prima volta una strada per la definizione del prezzo sulla base della condivisione dei costi di produzione e introduce dei miglioramenti sul riconoscimento qualitativo del prodotto. La costruzione di seri rapporti tra agricoltura ed industria deve estendersi I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 15 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 sostiene Coldiretti - anche negli accordi per la produzione di pomodoro del Sud e coinvolgere anche la Gdo. "Il prezzo fissato rappresenta un passo avanti, ma non è certo remunerativo". Così la Cia - Confederazione italiana agricoltori. "Il prezzo fissato non copre i pesanti costi di produzione del pomodoro - prosegue l'organizzazione in una nota -. Non solo: sulla trattativa hanno inciso anche i ritardi di efficienza di una parte dell’industria di trasformazione che ha condizionato l’intero negoziato. A ciò si deve aggiungere che il prossimo anno gli agricoltori non usufruiranno più del premio accoppiato previsto dalla Pac. La Cia auspica auspica che questi ritardi possano essere recuperati da qui alla prossima campagna anche grazie alla collaborazione di filiera. Piemonte Nuovo gruppo di lavoro regionale per il comparto florovivaistico Il 18 febbraio si è costituito il nuovo gruppo di lavoro regionale che segue il settore florovivaistico, coordinato dall'Osservatorio mercati della Federazione. "All'incontro - rende noto la Coldiretti - hanno partecipato i rappresentanti di tutte le province del Piemonte per analizzare e progettare il nuovo percorso sindacale, a servizio delle imprese". "Il florovivaismo - sottolinea Bruno Rivarossa, direttore della Coldiretti regionale - è uno dei punti di forza dell'economia piemontese e, con questa nuova progettualità, vogliamo valorizzare le aziende del settore con un'azione sindacale mirata, per far sentire la loro voce in Regione e sollecitare, anche in ambito nazionale, una forte attenzione a livello legislativo". Fonte: Agrapress Alimentazione animale, no alla carne e sì agli Ogm Ribadito a Bruxelles il divieto all'impiego delle farine di carne mentre si ammette una piccola tolleranza per la presenza di Ogm Resta il divieto per l'impiego delle farine di carne ma nel prossimo autunno Il dossier europeo su questa materia sarà rimesso in discussione Farine di carne, grandi imputate nella comparsa della Bse, il morbo di vacca pazza che ha imperversato nelle stalle (e sopratutto sui media...) di tutta Europa e in particolare in quelle inglesi dalle quali l'emergenza sanitaria è partita. C'è voluto un po' di tempo per comprendere il legame (ancora non del tutto chiaro, peraltro) fra proteine della carne, prioni e comparsa delle encefalopatie trasmissibili, come la Bse. Per questo motivo si è dovuto attendere il 2001 per far scattare in tutta l'Unione europea il divieto di impiegare le farine di carne nell'alimentazione degli animali in produzione zootecnica. Nessun divieto invece per l’impiego delle farine di carne nelle diete di quegli animali che nulla hanno a che vedere con l'alimentazione dell'uomo, come ad esempio cani e gatti. Una misura drastica, ma bisogna prendere atto della sua efficacia nella prevenzione della Bse, di fatto scomparsa. Vantaggi sanitari, ma costi esorbitanti Agli allevamenti è però venuta a mancare un'importante fonte proteica che ha costretto ad aumentare il ricorso alle proteine vegetali, soia e altre proteaginose, delle quali l'Unione europea è deficitaria. Maggiore sicurezza, dunque, ma anche maggiori costi di produzione. E ora che la Bse fa meno paura ecco I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 16 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 arrivare dalla Polonia, un po' a sorpresa, la proposta di accelerare i tempi per la revisione del divieto all’impiego delle farine di carne nell'alimentazione di ruminanti, suini e polli (questi ultimi possono già usare però le farine di pesce). La proposta, giunta a margine del Consiglio dei ministri agricoli della Ue che si è svolto a Bruxelles il 21 febbraio, ha trovato parziale accoglimento da parte del Commissario europeo alla Salute, John Dalli. Secondo il Ministro polacco Marek Sawicki il ritorno delle farine di carne nell’alimentazione degli animali consentirebbe di ridurre di ben il 35% la dipendenza della Ue nei confronti delle importazioni, in particolare di soia. Un vantaggio al quale si aggiungerebbe la riduzione dei costi di smaltimento degli scarti di macellazione e un conseguente miglioramento della competitività delle produzioni animali della Ue nel confronto internazionale. Motivazioni economiche che non sgombrano il campo dalle preoccupazioni di carattere sanitario. L’Italia contraria Il Consiglio dei ministri, infatti, ha ribadito la necessità che ogni decisione su questa materia debba sottostare al preventivo parere delle risultanze scientifiche. Una posizione condivisa con convinzione dal ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan. “Si tratta - ha detto il ministro - di un argomento estremamente delicato non solo dal punto di vista politico, ma anche per le ripercussioni sulle produzioni alimentari nell’Unione europea e per il forte impatto che esso ha sull’opinione pubblica. Ogni nuova proposta - ha continuato il ministro - dovrà essere basata su solidi criteri scientifici.” Una posizione accolta da molti con favore e fra questi il presidente di Copagri, Franco Verrascina, dal quale è giunto l'auspicio che “la richiesta del ministro Galan trovi concreto riscontro prima nel necessario rinvio di qualsiasi decisione e, quindi, nell'inequivocabile valutazione della scienza.” Ogm, maglie più larghe Resta dunque il no alle farine di carne, ma in compenso si allenta, seppure di poco, la tolleranza zero per gli Ogm su mais, soia e altre materie prime importate e fondamentali nella preparazione dei mangimi. La Ue ha infatti deciso che la presenza di tracce di Ogm, non comporterà il respingimento delle partite. Tracce che devono in ogni caso essere inferiori allo 0,1% e riguardare Ogm autorizzati nei paesi di origine oppure in attesa di autorizzazione da parte della stessa Ue. Ora la parola passa al Parlamento Europeo che potrà eventualmente opporsi a questa decisione che ha però il merito di armonizzare le procedure di controllo, mantenendo al contempo alta la soglia di vigilanza. I soldi degli allevatori Mentre il Milleproroghe continua la sua corsa contro il tempo per essere approvato prima della scadenza, il 'sistema allevatori' deve fare i conti con l'assenza di sostegni Per l'Associazione allevatori potrebbe defilarsi un grave problema se non saranno resi disponibili i finanziamenti alle attività di selezione e controllo degli allevamenti Fonte immagine: Poolie E adesso? Dopo lo stop al “Milleproroghe” promosso dal Quirinale e la sua nuova formulazione, il rinvio del pagamento delle multe latte, almeno per il momento, sembra riconfermato. Ma l'ultima parola sarà detta nel pomeriggio di sabato 26 febbraio, quando l'iter legislativo sarà completato. Sempre che si faccia in tempo, perché il decreto dovrà essere votato alla Camera e poi tornare al Senato dopo aver superato I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 17 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 l'esame delle Commissioni. Insomma una vera e propria corsa a ostacoli. Si farà in tempo? La posta in palio è la decadenza del decreto legge e il suo annullamento. Se così fosse c'è da chiedersi quali saranno le conseguenze per gli allevatori che non hanno rispettato la scadenza del 31 dicembre 2010. Potranno risolvere il ritardo pagando una “mora”? O dovranno rinunciare al programma di rateizzazione e pagare tutto e subito? O si provvederà ad un nuovo rinvio? Ma inutile ora fare congetture, aspettiamo cosa accadrà sabato pomeriggio. Il sostegno all'Aia Intanto preoccupa l'assenza, prima e dopo lo stop al Milleprorghe, dei sostegni alle attività dell'Associazione italiana allevatori (Aia). E non si tratta solo di selezione e miglioramento genetico, pur importanti, ma di un articolato lavoro di controllo che riguarda tutta la filiera produttiva sia del latte, sia della carne. Ed è stravagante che mentre si porta avanti un forte impegno per avere etichette trasparenti, dove sia indicata l'origine dei prodotti, si tolgano risorse al mondo degli allevatori la cui associazione ha dato ampia dimostrazione di efficienza e professionalità nei suoi 60 e passa anni di attività. Oggi al sistema Aia fanno riferimento oltre 76mila allevamenti per un totale di capi bestiame che supera i 5 milioni. Quasi tutto il latte prodotto in Italia (circa l'80%) viene sottoposto a controlli nei 24 laboratori dell'associazione allevatori e i risultati di oltre 16 milioni di analisi sono utilizzati anche nei programmi di miglioramento e selezione. Un lavoro imponente realizzato anche grazie al contributo degli allevatori e al sostegno finanziario dello Stato. Un sostegno destinato a contrarsi anche in relazione alle difficoltà generate dalla crisi economica in atto e che ha indotto il “sistema allevatori” a mettere in atto già da tempo una profonda riorganizzazione interna, indirizzata a migliorare l'efficienza, comprimendo al contempo i costi. Riorganizzazione che per quanto efficace non risolve l'azzeramento delle coperture finanziarie alle attività dell'associazione allevatori che lo scorso anno hanno ancora potuto contare su un contributo di circa 65 milioni di euro. I commenti “Sono momenti particolarmente difficili - dichiara Nino Andena presidente di Aia - per il sistema zootecnico nazionale. L’amarezza è ancora maggiore - aggiunge Andena - perché vediamo calpestata la dignità di un sistema che in prima persona si è messo in discussione decidendo di riorganizzarsi. E’ difficile frenare la delusione se pensiamo che a luglio 2010 la Conferenza Stato-Regioni ha validato il testo del Programma annuale dei controlli 2010 e successivamente reso operativo con DM, nel quale il processo di ristrutturazione approvato dal Sistema Allevatori è definito come funzionale agli obiettivi di efficienza ed efficacia raccomandati, considerando che tale percorso esige tempi di messa a punto ed attuazione che tengono conto di vari aspetti, non ultime le specificità regionali.” Parole dure arrivano anche dal segretario generale della Fai-Cisl, Augusto Cianfoni, che “condanna senza reticenze i comportamenti irresponsabili di chi, insidiando il sistema associativo degli allevatori, sta costruendo un grave pregiudizio su tre mila posti di lavoro altamente specializzati.” Una situazione difficile che ha indotto la stessa Fai-CIsl, insieme ad altre sigle sindacali, ad indire uno sciopero nazionale di 8 ore per l'11 marzo. Le speranze I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 18 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Le preoccupazioni degli allevatori sono approdate in Regione Lazio dove l'assessore all'Agricoltura, Angela Birindelli, ha annunciato l'aumento della cifra stanziata per il 2011 in favore del comparto zootecnico nazionale, che passa da 1,5 a 3 milioni di euro. Con queste risorse, ha affermato l'assessore, si conta di garantire la continuità dei servizi e dei controlli affidati all'Associazione allevatori. Una iniziativa lodevole anche per il significato, ma che non modifica il quadro della situazione. Gli allevatori, e i programmi di selezione e miglioramento genetico, attendono una risposta a livello nazionale. Potrà questa risposta venire dalla Conferenza Stato Regioni che si sta svolgendo a Roma mentre scriviamo queste righe? Non resta che aspettarne la conclusione. Assosementi: la Pac del futuro deve puntare sul seme certificato La posizione dell'associazione sulla riforma della Pac parte da innovazione e tracciabilità legate al seme certificato Assosementi: nella nuova Pac il grano duro dovrà essere una coltura strategica Fonte immagine: TwoBlueDay "Per sottolineare la funzione che il seme svolge sarebbe sufficiente riprendere la notizia di qualche giorno fa sul Malawi, dove grazie anche all'impiego di semente di qualità la produzione agricola di quel Paese in pochi anni è aumentata considerevolmente, tanto da renderlo autosufficiente. Qualora ce ne fossimo dimenticati – afferma Paolo Marchesini, presidente dell'Associazione italiana sementi (Assosementi), all'atto della presentazione della posizione dell'associazione sulla riforma della Pac – è necessario ricordare che anche per la nostra agricoltura la semente di qualità e la corretta scelta varietale continuano a restare elementi di fondo e quindi non possono venire trascurati dal dibattito in corso sul futuro della Pac". "Difesa della produttività e quindi del reddito degli agricoltori, ambiente e cambiamenti climatici, tracciabilità ed innovazione: dietro questi obiettivi della futura Pac non si possono non vedere le garanzie ed i benefici assicurati dalle sementi certificate e di qualità, in particolare per un paese come l'Italia che sta cercando di esaltare la qualità dei propri prodotti, il legame con il territorio e la loro origine", aggiunge il presidente di Assosementi. "Se queste scelte sono corrette, allora sono altresì necessarie decisioni coerenti a favore dell'utilizzo e dello sviluppo delle sementi certificate". "Sono almeno tre – sottolinea Marchesini - i punti per i quali l'Associazione italiana sementi intende battersi nell'ambito del dibattito sul futuro della Pac: considerare il grano duro una coltura strategica per il Paese e per l'equilibrio socio-economico delle aree centro-meridionali, attribuendogli un aiuto specifico accoppiato e legato all'impiego di sementi certificata; prevedere il vincolo delle sementi certificate negli accordi e nei contratti di filiera che andassero a beneficiare di aiuti; infine, per favorire la ricerca varietale e quindi l'innovazione assicurata dalle aziende sementiere". Fonte: Assosementi I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 19 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Mele: export in ripresa, il mercato è ottimista In occasione di Fruit Logistica Assomela ha fatto il punto sulla situazione di mercato nell'emisfero Sud, in Europa e in Italia Il 5 febbraio 2011 si è tenuta a Berlino in occasione di Fruit Logistica l'assemblea di Wapa, l'associazione mondiale dei produttori di mele e pere. Attorno al tavolo di Wapa si trovano due volte ogni anno i produttori di mele dei 15 Paesi più rappresentativi a livello globale, per uno scambio di informazioni e valutazioni reciprocamente utili per meglio comprendere le dinamiche di mercato. Con l'edizione 2011 ha preso parte per la prima volta un operatore della Cina, che ha presentato i dati base del sistema produttivo cinese. Questa presenza ha permesso di aprire un canale diretto con l'associazione degli esportatori cinesi di mele, importante per avere notizie più affidabili e precise riguardo questo importante Paese. La situazione per l'emisfero Sud In questa occasione sono stati ufficializzate le previsioni di produzione di mele dei maggiori Paesi dell'Emisfero Sud e degli orientamenti riguardo all'esportazione. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 20 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 I dati riportati come previsione di produzione globale sono sostanzialmente in linea con le annate precedenti e confermano il normale potenziale produttivo dei sei Paesi. E' peraltro interessante notare come la significativa riduzione di produzione del Brasile, dovuta a problemi climatici sia compensata da Argentina e Nuova Zelanda. Il volume totale di mele esportate è previsto in aumento del 5%. Il Brasile segnala un -45% di frutti in esportazione, sia per la minore disponibilità che per problemi di svalutazione della moneta locale verso Euro e Dollaro. In incremento invece sono le previsioni per Argentina, Nuova Zelanda e Sud Africa. Bisognerà ora vedere dove tali esportazioni andranno a concentrarsi tra Europa, Asia ed America. Considerato che l'esportazione totale di mele verso la Comunità Europea nel 2010 è stata di 543.474 ton, contro le 651.983 ton. del 2009, vista la situazione produttiva comunitaria è ragionevole prevedere un leggero incremento nel volume di mele in arrivo contro stagione. Importante anche la segnalazione di un ritardo di circa una settimana nella raccolta in alcuni dei Paesi. La situazione europea A livello comunitario il quadro commerciale si conferma positivo, con una giacenza complessiva di 2.784.485 ton, (-9,7% sul 2010). A livello di singolo paese, di rilievo è la situazione della Germania, che con un - 25,6% di giacenze rispetto al 2010 rappresenta uno sbocco interessante per le mele italiane. La Polonia, con una produzione fortemente ridotta rispetto al normale, presenta una giacenza del 19,6% minore del 2010, che libera aree di mercato, particolarmente verso la Russa e l'Est Europa tradizionalmente orientate alla produzione polacca. Belgio, Danimarca ed Olanda hanno comunicato giacenze nell'ordine del 25 / 30% inferiori al 2010, mentre la Francia è sufficientemente allineata con l'Italia, con un -4,9% sul 2010. Nel complesso quindi il mercato nella Comunità Europea presenta dati molto confortati con ottime prospettive di assorbimento per i mesi a venire. La situazione in Italia Le giacenze di mele in Italia al primo febbraio risultano inferiori del 2% rispetto allo stesso momento del 2010, con un volume totale di vendite di 209.893 ton rispetto alle 208.635 dello stesso mese di gennaio 2010. Dal punto di vista varietale la Golden Delicious, con una giacenza del 3% inferiore al 2010 ed un volume di vendita a gennaio pari a 89.828 ton, in leggero aumento rispetto alle 88.295 ton del mese di gennaio 2010, conferma una domanda buona e costante, sostenuta anche da una qualità più che soddisfacente, con buone prospettive per la parte restante della stagione. Bene vanno giudicati i ritmi di vendita anche per le altre varietà, con la Gala che, con una giacenza di 51.512 ton. contro le 52.344 del 2010, si avvicina ormai senza problemi alla fase di chiusura della stagione. Le giacenze della Red Delicious sono del 3,9% inferiori sul 2010 e tale dinamica si riflette con leggeri scostamenti in pratica su tutte le varietà. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 21 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 La carenza di mele a livello di diversi Paesi comunitari sostiene molto bene l'export. Il mercato interno ha manifestato qualche incertezza in avvio di annata ma si presenta oggi dinamico ed interessante. Nel complesso le quotazioni sono stabili ad un livello che si può individuare in un 15 / 20% superiore rispetto alla stagione 2009/2010. Pur in attesa delle produzioni primaverili ed estive, che potrebbero in qualche misura condizionare la chiusura della stagione, tutti i maggiori player confermano un ragionevole ottimismo, guidato non solo dal ritmo di vendita ma anche dalla buona qualità del prodotto in conservazione e dalla conferma di buoni spazi commerciali sia nella Comunità Europea che nelle aree dell'Est Europa e del Nord Africa, dove esistono ulteriori spazi di penetrazione. Fonte: Assomela Cereali, import ed export nei primi undici mesi del 2010 I dati Anacer Cereali, i dati Anacer pei primi undici mesi del 2010 Le importazioni in Italia nel settore dei cereali, semi oleosi e farine proteiche nei primi undici mesi del 2010 (gennaio-novembre) sono aumentate di 932.000 t rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+6,4%). Gli arrivi dall’estero di cereali in granella registrano complessivamente un incremento di 942.000 tonnellate (+10,8%), dovuto in particolare al grano tenero (+495.000 t), al grano duro (+298.000 t), all’orzo (+201.000 t) ed all’avena (+14.000 t). Diminuiscono invece le importazioni di mais (-73.000 t) e di altri cereali minori (-10.000 t). Per quanto riguarda il riso, considerato nel complesso (risone, riso semigreggio, riso lavorato e rotture di riso), l’import risulta in diminuzione di circa 34.000 t. (-26%). Rispetto al 2009 l’approvvigionamento complessivo di proteine vegetali diminuisce di 260.000 t. (-9,5%), mentre nei semi e frutti oleosi si registra un aumento di 174.000 t (+9,6%). I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 22 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte L'export complessivo risulta in aumento nelle quantità Febbraio 2011 di 370.000 tonnellate (+11,1%). Tra i prodotti presi in esame aumentano le vendite all’estero di cereali in granella (+185.000 t), paste alimentari In (+45.000 diminuzione le t) esportazioni e prodotti di semola (+39.000 trasformati di grano duro (-12.000 t). t). Relativamente al riso, considerato nel complesso (risone, riso semigreggio, riso lavorato e rotture di riso) le esportazioni aumentano di 81.000 tonnellate (+12,3%). Saldo valutario I movimenti valutari relativi all’import/export del settore hanno comportato un esborso di valuta pari a 3710,5 milioni di Euro (3536,5 nel 2009) e introiti per 2350,0 milioni di Euro (2368,9 nel 2009). Pertanto il saldo valutario netto è pari a -1360,5 milioni di Euro, contro -1167,6 milioni di Euro nel 2009. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 23 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 N.B.: I suddetti dati, basati sull’anno solare, sono stati elaborati ai fini della bilancia commerciale del settore cerealicolo. Per una corretta analisi dei flussi commerciali import/export deve essere considerato il periodo 1 luglio – 30 giugno, corrispondente alla campagna di commercializzazione agricola. Fonte: Anacer - Associazione nazionale cerealisti Colture erbacee, in calo grano duro e pomodoro Pubblicato il rapporto Istat sulle intenzioni di semina per l'annata agraria 2010-2011. Secondo Confagricoltura il dato va rivisto al rialzo, meno ottimiste Cia e Copagri Istat, intenzioni di semina per l'annata 2010-2011 L'attualità del panorama agricolo ricorda i personaggi di un libro. In alcuni casi appaiono molto lontani tra loro, sia geograficamente che per le vicende che li vedono protagonisti, ma alla fine, incanalati nel medesimo imbuto, danno vita ad un unico fluire della narrazione. Così, l'imprenditore agricolo impegnato nel processo decisionale che lo porterà a definire la strategia aziendale, deve essere in grado di cogliere i tratti salienti di ciascuna trama e costruire l'intreccio ideale per la propria realtà produttiva. Tra i paletti dello slalom, la crisi finanziaria che dal 2008 non concede tregua, l'instabilità dei mercati e la volatilità dei prezzi, l'aumento dei costi di produzione e i processi evolutivi che interessano la Politica agricola comunitaria. Lo studio del contesto e la sua traduzione in dati economico-finanziari da parte di esperti ed associazioni, può rappresentare un efficace strumento di guida nel tortuoso percorso verso il processo decisionale. Lo scorso 11 febbraio l'Istat ha pubblicato un'indagine di rilevazione contenente i dati relativi alle semine effettuate nell'annata agraria 2009-2010 ed alle previsioni per l'annata corrente. I dati, come spiegato dall'Istituto, sono stati rilevati tramite l'osservazione di un campione composto da circa 9mila aziende. L'analisi ha tenuto conto del panorama nazionale e mondiale. In particolare, per quanto riguarda l'evoluzione della Pac, si è sentito il peso dell'articolo 68 del Regolamento CE 73/2009, inserito in seguito all'accordo politico del Consiglio dei ministri sull'Healt Chech del 20 novembre 2008 e, da cui, è nato il DM attuativo del 29 luglio 2009. Si tratta di un Sostegno specifico di erogazione di pagamenti supplementari rivolto a cinque tipologie di misure e che riguarda, tra l'altro, anche i seminativi. “Lo studio Istat sulle intenzioni di semina 2010-2011 delle principali colture” che evidenzia non poche variazioni rispetto all'annata precedente, “conferma le gravi difficoltà degli agricoltori, sempre più oberati da costi produttivi, contributivi e burocratici; da prezzi non remunerativi e da redditi in forte calo” è stato il commento della Cia. Un dato significativo si riferisce ai terreni a riposo aumentati del 19,1% rispetto alla precedente annata 2009-2010. Le motivazioni sono riconducibili alla rotazione agronomica nel 43,8% dei casi, alle incertezze sul mercato e alla scarsa remuneratività dell'attività in ben 29,2 casi ogni cento e, infine, alle condizioni meteorologiche avverse che, insieme ad altre cause, vanno a costituire il 27% delle risposte. “Il maltempo” conferma Cia, “soprattutto nei mesi di ottobre e novembre ha avuto conseguenze rilevanti nel lavoro dei campi. Molti i produttori di cereali che non hanno potuto seminare”. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 24 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Scindendo il dato per tipo di coltivazione, risulta un forte dinamismo nella variazione delle superfici investite o disinvestite da parte delle aziende. Secondo Istat, ciò sarebbe il sintomo di una maggiore attenzione dei conduttori verso l'andamento dei mercati e le oscillazioni dei prezzi agricoli. Fanno eccezione e risultano essere piuttosto stabili i settori del riso, delle foraggere, le ortive e le patate. Secondo Confagricoltura però, “molti terreni sono rimasti temporaneamente a riposo per rotazione in vista delle semine primaverili di mais e soia al Nord e di girasole al Sud”. Per questo “riteniamo”, spiega l'organizzazione, “che il dato relativo alle superfici non coltivate verrà dimezzato”. Procedendo nell'analisi dei dati forniti dallo studio, si registra innanzitutto una diminuzione delle superfici a frumento duro e tenero. Meno 13,5% per il primo e un più ridotto calo di 5 punti percentuali per il secondo. Il dato per il tenero è riconducibile ad un disinvestimento nel Nord della penisola: i dati relativi alle superfici investite al Centro sono in crescita. Ribaltata la situazione per il duro che vede in calo le superfici investite soprattutto al Centro. Crescono le superfici a mais da granella (+5,8%), sorgo (+54,8%), orzo (+18,4%) e avena (+5,9%). Tra i semi oleosi sono in aumento il girasole con +9,3%, la soia che cresce di 15,3 punti percentuali ed è in calo la colza che perde 19,5 punti percentuali. Calano, specialmente al Sud, le superfici destinate alle ortive con particolare riferimento al pomodoro (15,5%); crescono, di contro, (+8,8%) le superfici investite a legumi freschi. I dati relativi alle leguminose da granella rilevano un -19,8% per le superfici a piselli e un consistente 27% per fagioli e fave. Cresce, infine, la superficie a patate (+16,5%) e rimane stabile il dato per le foraggere temporanee. Da rivedere, almeno in parte, i dati Istat secondo Confagricoltura. “Le indagini sulle semine sono state condotte a novembre-dicembre scorso” spiega l'associazione, “in quell'epoca le condizioni del maltempo rendevano impossibili le semine in molte aree del paese spingendo gli agricoltori, specie al Centro-Sud, verso considerazioni poi riviste a gennaio. In tale epoca inoltre il grano duro è tornato ad essere una produzione interessante per gli agricoltori grazie all'aumento di 14 punti percentuali dei prezzi”. Meno ottimiste e Cia Copagri. La Cia vede nel quadro disegnato dall'Istituto di statistica “l'immagine di un’agricoltura in affanno non supportata da valide misure”. “I dati Istat” secondo Copagri, “confermano un diffuso clima di sfiducia nelle nostre campagne” imputabile, spiegano, alle ricadute della Pac, all'instabilità dei mercati e alla volatilità dei prezzi. Anche in questo caso a mancare, secondo Copagri, l'attenzione verso il settore agricolo e un organico disegno di politica agraria accompagnato da un adeguato intervento pubblico. Attenti a quei due (formaggi) Parmigiano Reggiano e Grana Padano continuano ad essere i protagonisti del favorevole momento di un mercato che ha sempre più connotati globali L'equilibrio del mercato del latte dipende anche dalla possibilità di 'governare' la produzione dei due più importanti formaggi Dop del nostro Paese I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 25 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Bella coppia quella del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano. Poco più di un anno fa erano stretti nella morsa di una crisi da lasciare senza fiato e ora i loro prezzi fanno registrare un aumento dopo l’altro. Cosa è successo? Anzitutto si erano sbagliati quanti vedevano una connessione fra crisi economica, prezzo dei formaggi e calo dei consumi. Ora il prezzo è salito, e molto, ma i consumi non ne stanno risentendo, anzi tengono a dispetto della crisi economica che invece è tutt'altro che conclusa. Vero al contrario che si era in presenza di un eccesso produttivo che per quanto modesto aveva innescato una spirale di prezzi al ribasso che pareva inarrestabile. Per invertire la tendenza furono ritirate dal mercato 200mila forme (fu uno dei pilastri del piano anticrisi formulato con l'allora ministro Luca Zaia) e si puntò sull'incremento delle esportazioni. Formula azzeccata, visto che dalla fine del 2009 ad oggi i prezzi dei due Dop hanno iniziato la loro risalita, che continua ancora oggi. Le ultime quotazioni del Parmigiano Reggiano hanno già raggiunto e superato quota 11 euro al kg per le stagionature di 12 mesi, come si può constatare dai dati riportati da Clal. Un anno fa si era fermi a 8,60 euro per kg e prima ancora, al picco della crisi, un chilo di prodotto faticava a raggiungere i 7 euro. Meno di quanto costasse produrlo. Analoga la situazione per il Grana Padano. Oggi le quotazioni per le stagionature più lunghe (20 mesi e oltre) si stanno proiettando ai massimi di 9 euro (8,95 euro il 3 febbraio sulla piazza di Mantova) e solo un anno fa erano ferme a poco più di 6 euro. Identica anche per il Grana Padano la ricetta per uscire dalla crisi, ritiro del prodotto e promozione dell'export. Produzione sotto controllo La lunga stagione di crisi dei due formaggi grana ha ribadito quanto sia importante allineare la produzione ai consumi, evitando surplus produttivi che per quanto modesti possono innescare veri e propri “terremoti” sui mercati. Un compito che i Consorzi di tutela vorrebbero assolvere, ma che si scontra con le norme antitrust, un conflitto la cui soluzione può venire dal legislatore europeo e già il “pacchetto” latte e qualità, all'esame in questi mesi, potrebbe essere il contenitore appropriato per una soluzione definitiva. Anche in questo caso il gioco di squadra e le alleanze fra quanti hanno a cuore le sorti del La situazione dei 'Grana' Parmigiano Reggiano Grana Padano Produzione 2009 (milioni di forme) 2,94 4,22 Produzione 2010 (milioni di forme) 3,01 4,34 Prezzi 2009 (euro kg) 7,34** 6,33* Prezzi 2010 (euro kg) 9,09** 7,23* Elaborazione da dati Clal * prodotto di 15 mesi e oltre - ** prodotto di 12 mesi e oltre settore saranno fondamentali. Vedremo. Intanto si può prendere atto che la produzione di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano, nonostante il buon andamento dei prezzi, è rimasta costante. E' il segno, da accogliere con una certa soddisfazione, della maturità e del senso di responsabilità dimostrato dagli operatori del settore. A fine 2010 il numero di forme di Grana Padano era di 4,34 milioni, sostanzialmente stabile rispetto ai 4,22 milioni di forme del I.rur Innovazione rurale – www.irur.it 26 via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 2009. Analoga la situazione del Parmigiano Reggiano che dai 2,94 milioni di forme del 2009 si è portato a 3,01 milioni a fine 2010. Anche se bisogna registrare una certa ripresa produttiva a inizio 2011. Speriamo che i caseifici non si facciano “prendere la mano”, perché le prospettive, sui mercati internazionali non sono tutte all'insegna dell'ottimismo. Attenti al prezzo Le analisi sull'andamento del mercato lattiero-caseario mondiale sono concordi nel prevedere una forte volatilità dei prezzi, anche di quelli del latte. Difficile allora azzardare previsioni, tanto più che la fisionomia del settore sta subendo radicali mutamenti, a iniziare dalla Cina che nel volgere di pochi anni ha quasi triplicato la sua produzione di latte (38,8 milioni di tonnellate), diventando così il terzo produttore mondiale, dietro a India (105 milioni di tonn) e Usa (86,17 milioni di tonn.). L'evoluzione dei prezzi sarà legata al ritmo di crescita della produzione e soprattutto all'evoluzione della domanda di alimenti (e dunque anche di latte) nei paesi emergenti. Un equilibrio difficile da raggiungere e mantenere. In Italia, il prezzo del latte spot continua ad essere alto (max 42,79 centesimi al litro) anche se con qualche cedimento rispetto ai massimi dello scorso settembre quando si era arrivati a superare i 44 Sul podio mondiale del latte (milioni di tonn) 2000 2008 India 76,39 105,00 Usa 76,02 86,18 Cina 11,28 38,80 Mondo 556,63 668,29 Elaborazione da Osservatorio sul mercato dei prodotti zootecnici centesimi al litro. Che siano i primi segnali di una inversione di tendenza? Difficile rispondere. Al momento, è anche questa un'analisi di Clal, la domanda internazionale si mantiene su livelli sostenuti mentre le scorte di prodotti lattiero-caseari sono già impegnate con gli acquirenti abituali. Una situazione che contribuisce a mantenere in tensione i prezzi, anche quelli del latte. Intanto gli allevatori non sono ancora riusciti a raggiungere un accordo con Assolatte per fissare un prezzo che metta d'accordo produttori e industrie. E' quanto accade in Lombardia, regione guida per il latte italiano, dove la fornitura del latte è da quasi un anno affidata ai singoli contratti fra le parti. Mentre gli allevatori “sentono” che il mercato è finalmente dalla loro parte, le industrie del latte intuiscono forse che la situazione sta per ribaltarsi e i prezzi per scendere. Per il momento, però, il mercato sembra dar ragione agli allevatori. Per la frutta serve un gioco di squadra Stretto fra crisi e riforma della Pac il settore si è interrogato sul futuro in un convegno che si è svolto a Bologna e che ha riproposto il tema dell'unità delle rappresentanze agricole Un momento dell’intervento dell’assessore all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, durante l’incontro promosso dalla Regione Emilia Romagna sul tema 'Nuova Pac ed ortofrutta: la posizione italiana' I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 27 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Per fortuna c’è la crisi. Una provocazione, ovviamente, ma per l’ortofrutta italiana le difficoltà vissute oggi potrebbero essere la molla per dire addio, finalmente, alle divisioni nelle rappresentanze agricole. E non c’è solo la crisi dei prezzi e dei consumi a suggerire più unità in un sistema agricolo che conserva lo stesso modello di quando gli addetti agricoli erano sette volte quelli di oggi. All’orizzonte c’è la riforma della Pac, la nuova Ocm del sistema ortofrutticolo e prima ancora, entro luglio, il pacchetto qualità. Appuntamenti ai quali occorre arrivare preparati, con le idee chiare e dopo aver lasciato a casa dissensi e distinguo. Perché è a Bruxelles che si gioca la partita. E’ attorno a questi argomenti che si è svolto un affollato incontro promosso dalla Regione Emilia Romagna per discutere della riforma della Pac ed al quale hanno partecipato le molte (impossibile ricordarle tutte) sigle che rappresentano il mondo dell’ortofrutta. Il quadro A delineare il preoccupante quadro della situazione ci ha pensato Tiberio Rabboni, Assessore all’Agricoltura della regione Emilia Romagna e artefice di questo incontro che ha avuto il merito di lanciare un forte messaggio di rinnovamento verso l’unità. Il settore, ha ricordato Rabboni, si trova stretto fra la certezza dei costi e l’incertezza dei ricavi mentre si devono fare i conti con un mercato dalle regole imperfette, dove si affacciano sulla scena internazionale nuovi protagonisti, talvolta spregiudicati. In questo scenario si discute di riforma della Pac senza conoscere però quali saranno le risorse economiche disponibili e si paventano tagli e nuove formule di distribuzione delle risorse che potrebbero rivelarsi penalizzanti per l’Italia. Nel futuro dell'agricoltura comunitaria si ipotizzano poi strumenti per la gestione del rischio, con forme mutualistiche per la garanzia del reddito agricolo di fronte alle ricorrenti crisi di mercato. Ma quali saranno le formule da adottare in questo campo è argomento ancora al centro delle discussioni. Altro punto nevralgico per il futuro dell'ortofrutta, e non solo, è lo squilibrio nella distribuzione della catena del valore, che lascia i produttori agli ultimi posti rispetto agli altri protagonisti della filiera. Divisi si perde Che sia necessario un migliore funzionamento della filiera alimentare è argomento che Bruxelles sta affrontando, ma al momento non sono ancora state indicate le risorse per arrestare la continua erosione del valore aggiunto che resta all'agricoltura. Ne ha parlato Mario Catania, direttore generale alle Politiche comunitarie del Mipaaf, che ha ricordato le principali tappe della riforma Pac che ci attende e che porterà al superamento degli attuali criteri con una conseguente riduzione del valore dei titoli. Una fase di transizione che si chiede abbia tempi lunghi per ammorbidirne l'impatto, ma che non sarà senza conseguenze. La riforma non tocca al momento l'Ocm ortofrutta, argomento che tatticamente Catania suggerisce di non sollevare in questa fase, e nemmeno le Op dell'ortofrutta, un modello preso come esempio e che Bruxelles intende trasferire ad altre filiere come quella del latte. Un ruolo centrale, dunque, quello delle forme organizzate dei produttori. Parte da questa constatazione l'invito di Mario Catania, poi accolto da tutti pur con sfumature diverse, ad una maggiore coesione del mondo agricolo riprendendo quel processo di unificazione che sembra essersi interrotto da qualche tempo. Mettere al centro il reddito I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 28 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Un tema, questo della coesione delle rappresentanze agricole, ripreso dal presidente della commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro, che nel suo intervento ha definito come straordinariamente positivo lo sforzo unitario che in generale il mondo agricolo sta cercando per fare un passo avanti verso la soluzione delle criticità. E di criticità all'orizzonte ce ne sono molte, a iniziare dal differenziale di crescita della nostra agricoltura che nel 2010, secondo Eurostat, ha segnato un meno 3,6% che stride con la crescita media del reddito agricolo nella Ue che si attesta ad un più 12%. Ma si tratta solo di una media e ben più distanti per l'agricoltura italiana sono i risultati raggiunti dalla Francia, che spicca con il suo incremento del 30% del reddito agricolo. Occorre allora, ha sottolineato con forza De Castro, rimettere al centro della politica agricola italiana il reddito degli agricoltori e “attrezzarsi” per portare rapidamente le nostre proposte sui tavoli di Bruxelles. In arrivo ci sono i due “pacchetti” qualità e latte che si concluderanno con la presidenza ungherese e dunque entro luglio. Molte le implicazioni che entrambi potranno avere anche per l'ortofrutta. Al loro interno potrebbero trovare posto nuovi meccanismi per mettere i consorzi nelle condizioni di gestire i livelli produttivi. Ma non basta. In ballo c'è l'importante capitolo delle etichette con la discussione, il 14 febbraio, al consiglio “Salute” e una bocciatura potrebbe mettere in difficoltà anche la recente normativa italiana. Queste le scadenze immediate, ma presto si concluderanno i lavori per le proposte legislative sulla nuova Pac e anche su questo fronte bisogna lavorare subito per contrastare scelte che potrebbero penalizzarci. Appuntamento a Roma Nel concludere il convegno di Bologna, Rabboni ha espresso la sua soddisfazione per la disponibilità del mondo ortofrutticolo ad una convergenza per delineare le strategie italiane in questo settore. Serviranno cambiamenti per il rilancio del settore e la nuova Pac potrà essere l'occasione per definire nuove regole come la reciprocità negli scambi, la scala transnazionale delle OP e la definizione di nuove reti di protezione per far fronte alle crisi e alle cadute del reddito agricolo. Non meno importante la crescita del potere contrattuale dei produttori e infine la promozione dei consumi. Ma sapremo muoverci in tempo? Lo si potrà capire già dal 22 febbraio, data fissata per il Forum che il ministero dell'Agricoltura ha indetto a Roma per discutere la riforma della Pac. Potrebbe essere l'occasione per assumere una posizione formale, magari fissata in un documento che indichi le strategie da adottare anche per il settore ortofrutticolo italiano. Vedremo. Volatilità dei prezzi e mercati, il documento della Commissione europea Bruxelles - Trasparenza e coordinamento: i punti forti del testo presentato dai tre commissari Tajani, Barnier e Ciolos su come 'Affrontare le sfide dei mercati delle commodities e delle materie prime' Il commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Ciolos Dopo gli annunci dei mesi scorsi, la Commissione europea ha presentato la sua Comunicazione per affrontare la complessa questione della volatilità dei prezzi sui mercati, non solo delle materie prime agricole. Un documento che sottolinea la serietà del tema, come sanno bene gli agricoltori e gli allevatori che vedono salire o scendere i costi di produzione senza motivo apparente, ma non implica alcuna ipotesi operativa, se non quella di studiare meglio il rapporto tra finanza e economia reale, e di porre la I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 29 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 questione sul tavolo del G20 (come sta per fare la Francia, il prossimo giugno) e degli altri organismi della governance economica globale. Il testo, dal titolo 'Affrontare le sfide dei mercati delle commodities e delle materie prime' è stato presentato da tre commissari, Tajani per l'Industria, Barnier per il Mercato interno e Cioloş per l'Agricoltura. Secondo i tre, una maggiore stabilità delle quotazioni delle materie prime passa per un incremento della trasparenza e del coordinamento delle informazioni tra traders, Stati, organismi internazionali. Cioloş ha tenuto a ricordare la particolare vulnerabilità del settore agricolo a fronte della volatilità dei prezzi a livello globale. Per evitare nuove crisi alimentari, ha commentato il commissario Ue all'Agricoltura, bisogna intervenire in sede globale, presso il G20, la Fao o l'Organizzazione mondiale del commercio (Wto). In riferimento al bando dell'export del grano praticato un modo unilaterale dalla Russia, in parte responsabile dell'aumento corrente dei prezzi dei cereali, Cioloş ha tenuto a precisare che la produzione e il consumo di cibo è faccenda "emozionale" e può scatenare "reazioni di riflesso" che non farebbero che "peggiorare la situazione di instabilità", e creare condizioni favorevoli alla speculazione. Contrapponendo bando a bando, insomma, non si arriva da nessuna parte. Più proficuo, ha proseguito l'ex ministro rumeno, "costruire un dialogo" tra partners internazionali per rinforzare la catena dell'approvvigionamento alimentare e investire nella capacità di fare agricoltura, quindi di produrre cibo, in modo sostenibile. Aldilà dei proclami dei mesi scorsi, insomma, anche l'Esecutivo Ue ammette che per risolvere il problema della volatilità dei prezzi sui mercati agricoli non c'è nessuna bacchetta magica. Quote latte e multe, ancora una proposta di rinvio Si riapre la polemica sui pagamenti delle rate che un emendamento al 'milleproroghe' vorrebbe rimandare di altri sei mesi Al primo vaglio di ammissibilità sono stati eliminati 542 emendamenti, ma resta per il momento la proposta per il rinvio delle multe Fonte immagine: Shlabotnik Riecco le quote latte, dove meno te le aspetti. Questa volta tornano con il “milleproroghe”, il decreto che si vara per correggere eventuali lacune lasciate nel Bilancio dello Stato a fine anno. Anche questa volta, come sempre, è assalto a questo decreto nel quale ognuno tenta di inserire richieste e proposte di ogni tipo (non a caso si chiama “milleproroghe”). Sono oltre 1500 gli emendamenti giunti da ogni angolo del Parlamento e si va dall'ennesimo condono edilizio ai fondi per l'editoria passando per talune aperture alla caccia. E fra le tante proposte ecco quella di rinviare di altri sei mesi (un primo rinvio era già stato accordato fra mille polemiche) il pagamento delle multe latte rateizzate il cui termine era scaduto con il 31 dicembre del 2010. Prima della sua approvazione definitiva il decreto subirà una forte “cura dimagrante” passando attraverso una serie di verifiche per valutare l'ammissibilità delle tante, troppe, richieste. Si è iniziato martedì uno febbraio, dove sono caduti sotto la scure dell'ammissibilità 542 emendamenti (e fra questi il condono edilizio) e si continuerà nei prossimi giorni valutando contenuti e costi di ogni voce e vedremo se alla fine, fra le poche decine di emendamenti sopravvissuti, vi sarà anche la proroga al pagamento delle multe latte, che intanto ha superato la prima “scrematura”. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 30 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Le posizioni La proposta di rinvio delle multe ha già aperto un confronto serrato all'interno del Governo, con la Lega che spinge per la proroga e il ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan, che invece è contrario, come già si dichiarò sei mesi fa, quando fu concesso di rimandare il pagamento delle rate dal 30 giugno al 31 dicembre 2010. A fianco del ministro si è schierata Coldiretti per la quale “non esistono motivazioni per un'ulteriore proroga del pagamento delle multe” e sulla stessa lunghezza d'onda si è detta Confagricoltura per la quale “non si possono accettare ulteriori dilazioni”, come pure la Cia che ha sentenziato “basta premiare i furbi che non hanno rispettato le regole”. Un'alzata di scudi che ha rafforzato le richieste del ministro Galan nel suo appello al senso di responsabilità dei parlamentari. “Tanto più - ha sottolineato il Ministro – che il termine di pagamento è già scaduto e le ingiunzioni sono arrivate”. La situazione Il 21 gennaio, infatti, sono scaduti i termini previsti dalla legge 33/2009 per la rateizzazione delle multe. Gli allevatori interessati, informa Agea, sono poco meno di 2000 per un totale di 548,75 milioni di euro. Più in dettaglio si tratta di 541 allevatori che non hanno mai fatto domanda di rateizzazione, ai quali si aggiungono 494 produttori che pur avendo inoltrato la richiesta non hanno poi concluso l'iter di accettazione. Sono 232 gli allevatori le cui domande sono state accettate, mentre per altri 442 sono ancora in corso le procedure di riesame da parte di Agea e del Commissario straordinario. La parte restante di allevatori è rappresentata da quanti hanno azzerato il loro debito grazie alle sospensive o al versamento delle multe e dai pochi che hanno debiti inferiori ai 25mila euro. Il futuro Ora non resta che attendere la conclusione dell'iter legislativo del decreto milleproroghe per sapere come finirà questa ennesima vicenda legata alle quote latte. Con una certezza, di quote latte si parlerà ancora, almeno sino ad aprile 2015 quando finalmente saranno tolti i vincoli alla produzione di latte. Sperando che il rimedio non sia peggiore del male...ma questa è un'altra storia. Al via l'ammasso privato per i suini Dal primo febbraio disponibili gli aiuti della Ue, ma occorrono anche interventi nazionali per superare le difficoltà, più forti in Italia che altrove Lo stoccaggio è previsto per tempi che vanno dai 3 ai 5 mesi Fonte immagine: Fabrymondinophotography Ci ha pensato lo scandalo diossina ad aggravare la già difficile situazione della suinicoltura europea e che in Italia è persino più pesante che negli altri paesi. Bruxelles ha così deciso di riaprire gli aiuti allo stoccaggio privato delle carni (se ne è parlato anche la scorsa settimana su Agronotizie) nel tentativo di ridare sostegno ai mercati, dopo il calo dei consumi che ha fatto precipitare i prezzi. Già dal primo febbraio è così operativo il regolamento Ue n. 68/2011 del 28 gennaio che definisce le misure di aiuto per lo stoccaggio. Hanno accesso a questi sostegni gli operatori che assumendone i costi e i rischi sono disponibili ad immagazzinare la carne suina per un periodo che va da un minimo di tre mesi ad un I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 31 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 massimo di 5. Se le difficoltà di mercato dovessero continuare la Commissione potrebbe prendere in esame la possibilità di ampliare il periodo di stoccaggio. Al termine di questo periodo la carne potrà essere immessa sul mercato europeo o su quello internazionale. L’importo degli aiuti varia in funzione del periodo di stoccaggio e dei tagli stoccati. I commenti e le proposte L’apertura dell’aiuto all’ammasso privato è stata accolta con favore da Fedagri che per voce del presidente del settore zootecnico, Giovanni Bettini, ha chiesto che alle misure comunitarie si affianchino iniziative di carattere nazionale. Fra queste un valido sistema di etichettatura e l’autodisciplina delle produzioni Dop, richieste che devono però fare i conti con quanto si sta discutendo a Bruxelles nell’ambito del “pacchetto” qualità. A tirare per la giacca il ministro Giancarlo Galan per interventi a favore della suinicoltura arriva anche l’Associazione mantovana allevatori che ha ricordato al ministro l’impegno degli allevatori di allineare la genetica in allevamento alle nuove modalità di valutazione dei cosci, impegno che imporrebbe uno slittamento dei controlli sulle cosce. Fra le richieste degli allevatori mantovani figura anche la messa a punto di un listino specifico in Borsa merci per i suini iscritti al Consorzio del suino pesante padano. Al pari dei colleghi suinicoltori di Padova, anche da Mantova arriva la richiesta di aiuti per quegli allevatori che decidono di ridurre la produzione. Una bella idea per ridare tonicità al mercato allentando la pressione produttiva. La difficoltà sarà quella di trovare i fondi necessari a sostenere il progetto. La situazione delle casse dello Stato non lascia spazio all’ottimismo. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 32 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 http://www.ilvelino.it/canale.php?IdCanale=4 ECO - Coldiretti e Unci verso rottura. Aicoop nuova partner dei coltivatori Marini scarica le cooperative di Galligioni, che si "arrabbia" Roma, 3 mar (Il Velino) - Dopo circa un anno dall’alleanza strategica è rottura tra l’Unione nazionale delle cooperative italiane – Unci e la Coldiretti. L’associazione dei coltivatori diretti, che aveva visto nell’Unci una sponda cooperativa per far fronte alla guerra ingaggiata nei confronti di Confcooperative e per mettere in atto i progetti di vendita diretta dei prodotti agricoli all’interno dei supermercati, sembra fare dietrofront, rinnegare il passato e cambiare partner: scegliendo Aicoop, l’associazione italiana cooperative per proseguire gli impegni presi. Accordo, quello del 15 dicembre scorso con le 700 associate Aicoop, che avrebbe portato a quota 2.270 le cooperative aderenti a CoopColdiretti. Ma, cercando sul web, di Aicoop, a parte le notizie rilasciate dall’organizzazione agricola che fa capo a Marini, non c’è traccia. E facendo storcere il naso all’Unione fondata da Luciano D’Ulizia e presieduta da Paolo Galligioni. “La presenza di Coldiretti nel sistema della rappresentanza cooperativa era già stato avviato con l’accordo politico-strategico siglato con UNCI nel luglio 2009”, precisa Galligioni in una nota. “Desta sorpresa il fatto che in questa circostanza tale accordo non venga neppure citato”, insiste. “Sta di fatto che le cooperative aderenti ad AICOOP non aderiscono ad UNCI e certamente non potranno trovare all’interno di Coldiretti tutela, vigilanza e rappresentanza – attività queste di esclusiva competenza delle associazioni di settore giuridicamente riconosciute. Si prende atto che l’assemblea di AICOOP ha anche provveduto ad eleggere alla presidenza il Vicepresidente Nazionale di Coldiretti Mauro Tonello, che – giova ricordare – in virtù degli accordi assunti con UNCI è formalmente anche Presidente di ASCAT-UNCI-COLDIRETTI (Associazione di settore del comparto agricolo ed agroalimentare di UNCI)”. È guerra preannunciata insomma. D’altronde qualche cosa si era annusato quando Galligioni aveva revocato al decano e già segretario generale Coldiretti Franco Pasquali la carica di vicepresidente vicario della stessa Unione Nazionale Cooperative Italiane. Nomina risalente al 18 dicembre 2009. ECO - Quote latte, da Ue richiesta chiarimenti. Verso procedura infrazione Roma, 28 feb (Il Velino) - Passato l’emendamento della Lega nel Milleproroghe che sposta a giugno il pagamento della prima rata relativa alle multe sulle quote latte, da Bruxelles arriva l’avvertimento di un’imminente richiesta di chiarimento da parte del commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos. E se i provvedimenti, ha avvertito il portavoce Roger Waite, risultassero essere contrari alla legislazione europea, saranno prese le misure necessarie. Vale a dire l’avvio di una vera e propria procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Nonostante la legge 33/2009 di Luca Zaia stabilisse che l’operazione di rateizzazione si sarebbe dovuta concludere entro la fine del 2009, il pagamento della prima rata annuale è slittato al mese di luglio 2010, poi a dicembre 2010, e infine al 30 giugno 2011. La copertura di I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 33 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 quest’ultima proroga sarà assicurata da cinque milioni di euro che saranno “tagliati” dallo sviluppo dei territori, alla ricerca e alla sanità. Il debito esigibile ammonta oggi a 781 milioni di euro ma il prelievo supplementare totale imputato all’Italia dal 1984 al 2010 – da quando l’allora ministro dell’Agricoltura Filippo Maria Pandolfi barattò il latte con l’acciaio – ammonta a 4,4 miliardi di euro. Di questi il prelievo imputato nella prima fase e pagato interamente dalle casse dello Stato con l'accordo ECOFIN del 1994 ammonta a 1,9 miliardi di euro. Chiudendo così – con il ministro Giulio Tremonti come negoziatore - la fase relativa alle campagne comprese tra il 1984-85 e il 1992-93. Quindi in sostanza pagato dai contribuenti italiani sotto forma di maggiore pressione fiscale. Oggi si discute la rimanente parte, vale a dire i 2,5 miliardi di euro relativi alle campagne comprese tra 1995-96 e 2009-2010. Di questi i produttori cosiddetti “splafonatori” hanno pagato circa 400 milioni di euro - anche attraverso la vecchia rateizzazione del 2003 condotta dall’allora ministro Gianni Alemanno – mentre il prelievo a loro imputato e non ancora versato corrisponde a 2,1 miliardi di euro. Soldi che sono già stati sottratti da Bruxelles all’Italia sottoforma di trattenute sui trasferimenti della Pac. I produttori che si trovano oggi a dover pagare le multe – relative alle campagne 1995-96 e 2009-2010 – si dividono in due categorie: i produttori con debito non esigibile per effetto di ricorsi – al Tar - ancora in atto, il cui debito ammonta a 1,3 miliardi di euro; e i produttori con debito esigibile (senza ricorsi o con ricorsi chiusi a sfavore per i produttori) il cui debito ammonta a circa 780 milioni di euro. Di questi ultimi – stando ai dati che si evincono dalla circolare Agea del 17 dicembre 2010 – sono stati “coperti”, attraverso la rateizzazione di Zaia, circa 43 milioni di euro. Il debito esigibile rimanente – 740 milioni circa – se non dovessero essere saldati dai produttori multati, ricadrebbero inevitabilmente sui contribuenti italiani sottoforma di pressione fiscale. Stando ai dati Istat 2010, nel secondo trimestre, il numero di occupati (in termini destagionalizzati) risulta pari a 22.915.000 unità. Vale a dire il 57,5 per cento della popolazione attiva compresa tra i 15 e i 64 anni. In base ai dati delle dichiarazioni Irpef 2009 (anno d’imposta 2008) – fanno sapere al VELINO dal dipartimento delle Finanze - sono 41.802.902 i soggetti che hanno assolto l’obbligo dichiarativo in via diretta, attraverso i diversi modelli dichiarativi (Unico, 730) o indiretta come soggetti sottoposti a ritenute da parte del soggetto che eroga loro i redditi (Mod. 770). Tra questi soggetti sono 31.087.681 i contribuenti per i quali risulta un’imposta netta, per un totale complessivo di 146,16 miliardi di euro, con un’imposta netta media di 4.700 euro. Se si analizza nel dettaglio le principali categorie di contribuenti, risulta che 17.657.443 contribuenti con imposta netta risultano avere un reddito da lavoro dipendente (a prescindere dalla titolarità o meno di altri redditi); 10.780.811 contribuenti con imposta netta risultano avere un reddito da pensione (a prescindere dalla titolarità o meno di altri redditi); e 2.593.583 contribuenti con imposta netta risultano essere titolari di partita IVA (a prescindere dalla titolarità o meno di altri redditi). A questi soggetti vanno aggiunti 412.859 contribuenti che pagano l’imposta sostitutiva collegata al regime dei contribuenti minimi. Se si divide il debito esigibile accumulato dalle multe non pagate (781mln) per i soggetti che secondo il Dipartimento delle Finanze hanno assolto lì’obbligo dichiarativo, emerge che ogni lavoratore si troverebbe a dover pagare di tasca propria circa 20 euro nel nome degli splafonatori. Se poi si divide il debito esigibile per il numero di “occupati” stilati dall’Istat per quanto riguarda il secondo trimestre 2010, gli italiani dovrebbero pagare addirittura 32 euro circa, se le multe non dovessero essere I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 34 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 pagate perché rimandate ancora. Se infine gli splafonatori non dovessero saldare il conto e si volessero tirare le somme confrontando il totale del prelievo imputato da Bruxelles nel corso degli anni – vale a dire 4,4 miliardi di euro da cui devono essere sottratti i 440 saldati - e il numero di coloro che secondo il Dipartimento delle Finanze hanno “assolto l’obbligo dichiarativo”, emerge che ogni italiano che paga le tasse si ritroverà ad aver “contribuito” alla causa degli splafonatori, volente o nolente, circa 95 euro. Se poi si divide il debito totale per il numero di occupati risultati dai dati Istat, emerge che ogni lavoratore si troverà alla fine dei conti a dover pagare un conto da oltre 170 euro a testa per via della cattiva applicazione del regime delle quote latte in Italia. Se quello del vino è il settore di punta per l’export made in Italy agroalimentare e l’olio d’oliva è l’oro verde che rappresenta la dieta mediterranea nel mondo, è il comparto lattiero caseario il primo settore alimentare d’Italia. Secondo quando emerge dai dati di Assolatte, l’associazione Italiana dell’industria Lattiero Casearia alla quale aderiscono circa 300 imprese che rappresentano, in termini di fatturato, oltre il 90 per cento dell'intero comparto nazionale, il settore rappresenta più del 12 per cento del fatturato complessivo del food nazionale. E le cifre parlano chiaro: Le industrie lattiero casearie generano un fatturato alla produzione che raggiunge i 14,2 miliardi di euro e danno lavoro a circa 25mila addetti, per un indotto che coinvolge più di 100mila famiglie. Basti pensare al Parmigiano Reggiano e al Grana Padano, che nel 2010 hanno segnato aumenti record per quanto riguarda le esportazioni. Ogni anno le imprese italiane producono un milione di tonnellate di formaggi (di cui 460mila tonnellate di formaggi Dop), 3 milioni di tonnellate di latte alimentare, 1,8 miliardi di vasetti di yogurt e 160mila tonnellate di burro. ECO - Pac, Coldiretti entra in documento unitario. Ed esce Federalimentare Roma, 22 feb (Il Velino) - Entra la Coldiretti ed esce Federalimentare. Da quanto apprende IL VELINO l’organizzazione guidata da Sergio Marini ha deciso di aderire al documento sulla Pac messo a punto e controfirmato dalla Confagricoltura, dalla Cia, dalla Copagri, dalle tre centrali cooperative FedagriConfcooperative, Agci-Agrital e Legacoop e dai sindacati agricoli. Esce però Federalimentare. Motivo: le organizzazioni dei produttori, le cosiddette Op, godono di privilegi vantaggiosi rispetto al mondo dell’industria, che ha in mano il 70 per cento della trasformazione. Si discute oggi all’Excelsior di Roma il futuro della Politica agricola comune post 2013. A raccolta tutti i soggetti del mondo agroalimentare per discutere tutti i nodi del dibattito della nuova politica comunitaria dalla quale oggi come oggi provengono circa sette miliardi di euro l’anno destinati al comparto. L’ammontare delle risorse che verranno destinate alla politica agricola all’interno del bilancio dell’Unione costituisce il vincolo di fondo che consentirà tutta l’impalcatura della Pac. L’ipotesi di un ridimensionamento della spesa agricola è tuttora sul tavolo del negoziato di Bruxelles. Senza il sostegno della Pac molte aziende agricole dell’Unione a 27 sarebbero destinate alla chiususra non riuscendo a sostenere la concorrenza dei Paesi Terzi, dove i costi di produzione sono molto più bassi. Secondo il ministero delle Politiche agricole “è auspicabile – si legge in una nota – una maggiore centralità della produzione e dell’attività agricola finalizzata alla produzione di beni”. All’insegna di “un’economia sostenibile”. Il vulnus della Pac è costituito dalla ripartizione dei fondi I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 35 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 comunitari fra gli Stati membri. Nonostante gli ultimi due negoziati non abbiano generato cambiamenti in tal senso, l’entrata di nuovi stati nella comunità europea cambia inevitabilmente le carte in tavola. Nel caso in cui la superficie diventasse il criterio principale della distribuzione degli aiuti diretti l’Italia non ne uscirebbe bene. Gli aiuti diretti che ricevono le aziende italiane percepiscono un sostegno molto elevato rispetto alla superficie coltivata. Anche vero che l’Italia riceve – nonostante realizzi il 12,5 per cento della produzione agricola lorda vendibile e il 17 per cento del valore aggiunto dell’Unione – solo il 10 per cento della spesa agricola comunitaria. Senza contare che contribuisce al bilancio comunitario per il 13,5 per cento con un saldo negativo del 3,5 per cento. Altro tema “caldo” sulla discussione della Pac è quello degli strumenti di gestione dei mercati. Con la necessità di introdurre – secondo il Mipaaf – strumenti che siano “in grado di prevenire e gestire le crisi e implementare una normativa di regolazione dei mercati più flessibile e diretta ad integrare il reddito dei produttori in presenza di crisi di mercato”. Operazione da condurre anche attraverso il miglioramento del’etichettatura dei prodotti. Infine il “miglioramento della catena agroalimentare” con una politica finalizzata a sostenere l’aggregazione dell’offerta e il miglioramento delle relazioni interprofessionali. Quindi una legislazione comunitaria che ponga le basi giuridiche per la diffusione di nuovi organismi interprofessionali e che stimoli la ceazione di organizzazioni di produttori anche in deroga alle regole sulla concorrenza in materia di contrattazione al fine di accrescere il potere contrattuale dei produttori e di stabilizzare il reddito. Punto probabilmente non gradito dagli industriali del made in Italy. ECO - Nessuna crisi nel 2010 per i simboli del made in Italy agroalimentare L’export raddoppia e “aiuta” in Italia a riequilibrare rapporto domanda-offerta Roma, 9 feb (Il Velino) - Crisi? Non per il made in Italy blasonato dell'agroalimentare. Che all’estero va alla grande e batte nel 2010 tutti i record. E in alcuni casi “aiuta” il rapporto domanda-offerta nazionale. Le esportazioni di vino nel mondo sono aumentate nel 2010 del nove per cento confermandosi la voce più importante dell’export agroalimentare. Per un fatturato che, tradotto in euro, viene stimato in 3,7 miliardi di euro. Se un quinto del vino italiano è stato acquistato negli Stati Uniti, in Cina il valore del nettare di bacco made in Italy ha registrato un aumento del 102 per cento e in Russia – dove si è recato il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan per una “nuova alleanza agroalimentare” - ha segnato una crescita del 51 per cento. Il mercato americano si conferma per i vini italiani in generale e, in particolare per il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino, il Nobile di Montepulciano e per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, un punto di riferimento. Secondo gli ultimi dati diffusi dal Wine & Food Institute di New York, il vino italiano ha confermato nel 2010 il suo ruolo di leader nel mercato americano: l’Italia infatti detiene la prima posizione come paese esportatore di vini negli USA, sia in quantità che in valore, superando l’Australia di oltre 170.000 ettolitri e la Francia di oltre 376 milioni di dollari. Risultati positivi non solo per l'export del vino. Anno record anche per il Prosciutto di Parma che negli Stati Uniti ha raggiunto le 450mila unità vendute per un valore di quasi 40 milioni di euro. Segnando un aumento del 17 per cento rispetto al 2009. Gli Stati Uniti, come per il vino, rappresenta - con il 5 per cento della produzione Dop - il primo mercato per l’export del Prosciutto della corona. Bene anche il mercato del Canada che segna un incremento delle esportazioni made in Italy del 42 per cento per un I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 36 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 valore di 4 milioni di euro per circa 60mila prosciutti. L’export si conferma un escamotage importante per ridurre gli eccessi della produzione nazionale che si sono accumulati nel corso degli ultimi cinque anni. Così da riequilibrare il rapporto tra la domanda e l’offerta. E fare in modo che i prezzi del Re dei prosciutti – dal quale dipendono 5.500 allevamenti, 120 macelli, 162 stagionatori per un giro di affari da 1,7 miliardi di euro l’anno - tornino a regime. Se la domanda supera l’offerta infatti, i prezzi salgono e le imprese tornano a crescere. Performance positiva all’estero anche per il terzo simbolo del made in Italy agroalimentare, il Grana Padano. I consumi del famoso formaggio dell'Emilia Romagna, secondo le stime dell'Istat e della Nielsen, hanno segnato nel 2010 un aumento del +4,8 per cento in Italia, e del 9.5 per cento all’estero. Confermandosi il prodotto a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo, con circa 4 milioni e 200 mila forme commercializzate ogni anno. “Dagli Stati Uniti all’Oriente, attraversando l’intera Europa – precisa in una nota il presidente del Consorzio Cesare Baldrighi - il Grana Padano fa segnare indici di esportazioni in continua ascesa”. E l'agroalimentare italiano, con i suoi simboli in prima linea - si conferma il volano della ripresa economia. Partendo dall'export. ECO - Inea “raddoppia” le entrate per agroalimentare. Ma è senza presidente Tiziano Zigiotto, ex giocatore di calcio, non si è ancora potuto insediare Roma, 8 feb (Il Velino) - L’Istituto nazionale di economia agraria è senza presidente. Il 25 gennaio si sono esauriti i 45 giorni di proroga previsti alla scadenza del mandato di Lino Rava, avvenuta l’11 dicembre scorso. Il nuovo presidente individuato è Tiziano Zigiotto, ex giocatore di calcio, consulente finanziario e titolare dell'agenzia di San Bonifacio, in provincia di Verona, della Banca Mediolanum. Ma non ha potuto ancora insediarsi in maniera operativa a causa del mancato esaurimento della procedura di nomina. La questione parte dal Consiglio dei ministri che delibera la nomina, poi in Parlamento per il parere consultivo delle commissioni competenti, per tornare poi in Cdm che delibera in via definitiva. Infine l’iter successivo prevede la controfirma di alcuni ministeri – come quello dell’Economia e delle Politiche agricole – della Presidenza della Repubblica e della Corte dei Conti. L’Inea ha festeggiato nel 2010 gli 80 anni di attività nel corso dei quali ha studiato i segnali, i cambiamenti e gli scenari della globalizzazione in agricoltura. Attraverso la Politica agricola comunitaria e un processo di modernizzazione che – sotto la presidenza di Rava – si è posta il problema di cogliere le dinamiche e i mutamenti dell’agroalimentare italiano e della pesca nel difficile momento di crisi che il settore primario ha attraversato. L’ente “orfano di presidente” deputato a delineare le dinamiche economiche del secondo Pil nazionale per fatturato, ha incrementato le proprie entrate dai 18 milioni e 725mila euro del 2007 a 43 milioni e 172mila euro del 2010. Raddoppiando il proprio bilancio in un periodo di “vacche magre” per gli enti di ricerca. L’Inea ha operato con una pianta organica sottodimensionata rispetto alle esigenze e alle sue potenzialità. E non è cosa da poco dato che il finanziamento ordinario dell’Ente non copre neppure la spesa per il personale di ruolo. L’Inea opera con progetti di ricerca temporanei o pluriennali e per sostenere gli impegni assunti fa ricorso a personale precario e assunto a tempo determinato. Ciò ha portato ad un notevole allargamento di personale atipico nel 2005, 2006 e 2007. Da quanto apprende IL VELINO i posti in pianta organica occupati sono stati estesi da 107 a 120 e i lavoratori a contratto atipico che erano 228 nel I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 37 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 2007 alla chiusura del processo di stabilizzazione sono stati ridotti a 60 e i dipendenti a tempo determinato che nel 2007 erano 45 a fine 2008 erano 113, con un contratto di 60 mesi. Il Consiglio di Amministrazione scaduto da poche settimane aveva provveduto a richiedere al ministero di Galan l’autorizzazione ad ampliare la pianta organica dell’Istituto che ancora non è pervenuta. Negli ultimi quattro anni l’Inea ha lavorato da una lato alla realizzazione di obiettivi di miglioramento, rafforzamento, modernizzazione della ricerca e dell’attività dell’ente stesso, dall’altro alla costruzione di una strategia organizzativa e scientifica capace di rispondere ad un futuro dell’agricoltura e dell’agroalimentare e infine la messa a punto di una strumentazione tecnica, amministrativa, strutturale di coordinamento capace di creare le condizioni di una ottimale valorizzazione del lavoro di tutti i ricercatori dell’Istituto. In questo senso va l’insediamento nel 2009 del Coordinamento tecnico scientifico quale strumento di consultazione del Presidente, del Direttore Generale, del Consiglio d’Amministrazione e del Tavolo della Ricerca, quale sede di partecipazione dei ricercatori che hanno delle responsabilità di servizio, di area o di progetto. Non a caso si sono consolidati i rapporti con altri Enti di ricerca attraverso l’attuazione di protocolli d’intesa con Enea (agroenergie) e con il Cra (innovazione agricola) e rapporti di collaborazione con l’Ismea e con la rete degli Istituti regionali di Inea che sul territorio svolgono un ruolo di conoscenza e analisi molto ravvicinata e specifica. Nel progetto del Mipaaf sulla Rete Rurale Nazionale 2007/2013, l’Inea è parte e partner fondamentale della sua realizzazione. Si è lavorato attorno alla ricerca sull'irrigazione con due progetti e il Piano Triennale 2007/2009 è stato aggiornato e prorogato fino a tutto il 2010. In sostanza lo scopo che evidentemente si è voluto perseguire è stato quello di sviluppare, concepire e allineare i programmi alle strategie future, favorendo due delle direttrici: elevata capacità di coordinamento e il superamento della frammentarietà tra le attività, che, pur occupandosi delle stesse materie, vengono realizzate da strutture diverse. Tutto ciò è stato anche un modo per dare al bilancio una valenza di strumento di monitoraggio e valutazione dell’efficacia della spesa e di controllo di gestione delle attività. Oggi l’ente ha raggiunto l’obiettivo di ben 125 progetti. Ma non ha più un presidente. ECO - Vino, Confagricoltura: Nota dolente il calo dei consumi interni Ma rimane la prima voce dell'export alimentare made in Italy con 3,5 Mld di euro Roma, 1 feb (Il Velino) - Riduzione del consumo interno, riforma Ocm, eccessiva frammentazione delle aziende italiane e troppe denominazioni, che difficilmente saranno difendibili in Europa. Sono alcuni dei punti affrontati da Confagricoltura nel corso del Focus dedicato al vino che si è tenuto a Palazzo della Valle. Per quanto riguarda il consumo pro capite è stato ricordato che nel nostro paese è sceso dai 55 litri a persona nel 1995 ai 40 litri pro capite, sotto i 20 milioni di ettolitri, con un mercato sempre meno remunerativo, mentre il vino resta la prima voce dell’export alimentare italiano, con 3,5 miliardi di euro. Inoltre il 24 per cento degli italiani ha diminuito il consumo fuori casa e il 7 per cento ha sostituito il vino con bevande a più bassa gradazione alcolica. “A fronte una ripresa sui mercati esteri – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni – desta preoccupazione fra i nostri produttori il calo dei consumi interni. Occorre ridisegnare la filiera che conta imprese polverizzate e 504 denominazioni che forse sono troppe per poter essere difese. I nostri prodotti hanno subito una vera e propria aggressione da I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 38 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 parte dei paesi emergenti con prodotti da fasce di prezzo molto più basse. Noi dobbiamo puntare su vini legati al territorio”. Vecchioni ha poi aggiunto che alcune norme hanno creato criticità al consumo di alcol specie nel mondo della ristorazione. “Noi diciamo sì a un consumo consapevole ma anche sì a un consumo di prodotto caratterizzato dalla qualità”. Per quanto riguarda la frammentazione, è stato ricordato che si contano 770 mila aziende con una superficie media di 2,15 ettari per vini Docg e Doc e di 0,64 ettari per vini Igt e comuni. Poi la riforma Ocm: si è discusso dello stop a partire dal 2012 dei fondi per chi utilizza mosti concentrati, dei vini varietali e dei diritti di impianto. Al dibattito è intervenuto anche il capo dipartimento del ministero delle Politiche agricole Mario Catania: “Gli indicatori dicono che siamo usciti meglio di altri da una fase di mercato problematica, senza aver ridotto i prezzi o i volumi che sono rimasti sulle posizioni storiche. I problemi – ha aggiunto Catania - sono sul mercato interno: continua un trend di riduzione dei consumi riconducibile anche a un cambiamento di stili di vita. Servono politiche a tutto tondo per rilanciare questo prodotto dal valore incommensurabile”. Parlando della riforma del mercato comune il rappresentante del Mipaaf ha detto che “Il prossimo anno sparirà il sostegno ai mosti e non ci sono spazi per riaprire la trattativa a Bruxelles. C’è invece spazio per riaprire il negoziato sul regime dei diritti di impianto”. Un aspetto affrontato anche da Vecchioni: “Vale la pena riaprire il confronto sulle misure che regolano le produzioni con ordino di reimpianto. All’inizio la Commissione europea sembrava orientata a una liberalizzazione. Il Copa Cogeca si era detto contrario e anche Confagricoltura ritiene che questa misura debba essere procrastinata a dopo il 2015”. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 39 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente Anno XXXI – n. 3 Venerdì 28 gennaio 2011 Sommario: Con il progetto “Corona Verde” si sottrae ulteriore terreno fertile all’agricoltura Non sono accettabili altre proroghe del pagamento delle multe per le quote latte Presentato al ministro Galan un articolato piano di rilancio del settore suinicolo Ferme le vendite al dettaglio dei prodotti alimentari, cresce la spesa nei discount Paolo Carrà nominato presidente dell’Ente Nazionale Risi Ad Alba prima riunione del Consiglio della nuova associazione “Confagrimoscato” Approvato dalla Giunta regionale il programma annuale del Consorzio Co.sm.an. Con il progetto “Corona Verde” si sottrae ulteriore terreno fertile all’agricoltura In questi giorni è entrato nel vivo il calendario degli incontri per la presentazione del progetto “Corona Verde”, volto alla creazione di un’area–cintura ecologica intorno a Torino: una sorta di grande parco territoriale, con percorsi ambientali attrezzati, che vede coinvolti Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comuni e rappresentanze territoriali. L’avvio del progetto vede il sostegno da parte della Regione con un finanziamento di 10 milioni di euro. Confagricoltura Torino sta partecipando attivamente ai tavoli di progettazione di “Corona Verde”, nell’ottica di una programmazione condivisa. “La realizzazione del programma – ha spiegato il presidente Vittorio Viora – deve infatti essere subordinata ad una convinta adesione degli agricoltori operanti sul territorio interessato, poiché in questi anni il terreno destinato all’attività agricola è già notevolmente diminuito a favore di nuove infrastrutture o di insediamenti residenziali o produttivi”. In Piemonte, tra il 1990 e il 2008, la perdita di suolo da parte della produzione agricola è stata di circa 24 mila ettari. La sola provincia di Torino ne ha persi quasi 7.500. In diciotto anni si è dunque consumato quasi il 20 per cento di terreno fertile, oltre 3,5 ettari al giorno, tendenza che il settore primario non è più in grado di sopportare. Nella realizzazione di nuove opere, così come per la progettazione di “Corona Verde”, Confagricoltura chiede pertanto che si presti particolare attenzione al rispetto del suolo agricolo e del lavoro degli agricoltori e che si scelga una pianificazione degli interventi in relazione anche alla qualità del contesto globale. “L’agricoltura non può continuare a pagare il prezzo di ogni occupazione di suolo – ha aggiunto Viora – finalizzata alla cementificazione o a interventi ludicoricreativi. Nessuno si sognerebbe di espropriare uno stabilimento o di far passare una pista ciclabile attraverso un ipermercato. Chiediamo dunque rispetto anche per le aziende agricole”. Nella definizione dei piani attuativi di “Corona Verde” è perciò indispensabile che le varie fasi di realizzazione siano effettuate di concerto tra Regione, Provincia, Comuni e associazioni di categoria, che conoscono in modo approfondito il territorio in cui operano gli agricoltori. Analogamente, la realizzazione delle nuove opere previste dal progetto dovrà tenere conto dell’ulteriore sottrazione di suolo fertile ai danni degli agricoltori, a favore dei quali dovranno essere previsti adeguati indennizzi. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 40 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Non sono accettabili altre proroghe del pagamento delle multe per le quote latte Confagricoltura è fermamente convinta che non si possano accettare ulteriori dilazioni nel perseguire la completa applicazione delle disposizioni normative previste dalle leggi 119/2001 e 33/2009, in materia di quote latte. Per questo, è contraria alla richiesta di proroga al 30 giugno 2011 del pagamento delle rate delle multe a carico degli splafonatori, proposta dalla Lega Nord con un emendamento al decreto legge cosiddetto “milleproroghe”, attualmente all’esame del Senato. Confagricoltura ritiene, infatti, che la corretta applicazione della normativa sia l’unico modo per riportare verso la normalità economica un settore duramente provato dalle ricorrenti crisi di mercato e dalle sperequazioni che si sono create tra chi ha rispettato le leggi e chi, invece, le ha eluse. Malgrado non si possa considerare ancora conclusa, la vicenda delle quote latte si sta tuttavia avviando a soluzione, come dimostrano i dati ufficializzati dal commissario straordinario e da Agea sulla rateizzazione del prelievo supplementare dovuto dai produttori eccedentari. E’ assolutamente necessario, ad avviso di Confagricoltura, perseverare nella corretta applicazione del regime comunitario, la cui mancata operatività è costata negli anni al sistema agricolo italiano svariate centinaia di milioni di euro. Presentato al ministro Galan un articolato piano di rilancio del settore suinicolo Con l’intento di far uscire dalla crisi strutturale in cui si trova da diversi anni il settore suinicolo, acuita in questo periodo dall’instabilità delle quotazioni e dei flussi commerciali dopo l’allarme diossina in Germania, Confagricoltura ha predisposto un articolato piano di rilancio del settore e lo ha portato all’attenzione del ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan. Le proposte di intervento previste dal progetto attengono, per quanto riguarda l’emergenza, a credito, riduzione dei costi, biosicurezza, tracciabilità, semplificazione e riprogrammazione produttiva. Per quanto riguarda gli interventi strutturali, le proposte di Confagricoltura riguardano miglioramento genetico, ricerca, diversificazione produttiva, organizzazione dell’offerta e promozione. Il settore suinicolo nazionale è una realtà di primaria importanza, con 10 milioni di capi allevati e una filiera che dà occupazione a 70 mila addetti. Il fatturato complessivo dell’intera filiera è di circa 8 miliardi di euro e le esportazioni ammontano a 900 milioni di euro. Ferme le vendite al dettaglio dei prodotti alimentari, cresce la spesa nei discount I dati Istat sulle vendite al dettaglio evidenziano che, a novembre, le vendite dei prodotti alimentari sono diminuite dello 0,5% rispetto al mese precedente e negli undici mesi (gennaio-novembre 2010 su gennaionovembre 2009) mediamente sono scese dello 0,4%. Registrano però una crescita dell’1% rispetto a novembre 2009. Confagricoltura fa notare quindi come dalle rilevazioni Ismea sugli acquisti domestici di alimentari emerga come i consumatori si orientino verso prodotti ad alto contenuto di servizio, ma sempre tenendo ben presente il fattore prezzo. Ed è significativo in tal senso il dato rilevato da Istat della crescita delle vendite di alimentari nei discount (+2,6% a novembre 2010 su novembre 2009, +1,1% negli undici mesi). Nei primi dieci mesi dell’anno scorso, rispetto all’analogo periodo del 2009, la spesa domestica in prodotti biologici e orticoli imbustati, in base alle rilevazioni Ismea/Nielsen, è cresciuta del 12,1%. Confagricoltura osserva come stiano cambiando le abitudini dei consumatori, in parte per le minori disponibilità economiche conseguenti alla crisi, in parte per i mutamenti degli stili di vita. La filiera alimentare è chiamata a interrogarsi su quanto sta avvenendo nelle dinamiche dei consumi ed operare, nel suo insieme, per venire incontro alle richieste di prodotti trasformati con un buon rapporto prezzo/qualità e già pronti all’uso. Paolo Carrà nominato presidente dell’Ente Nazionale Risi Palazzo Chigi ha reso noto che il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, ha nominato Paolo Carrà presidente dell’Ente Nazionale Risi, a seguito dell’acquisizione del prescritto parere parlamentare. Paolo Carrà, agronomo, 42 anni, è titolare di un’azienda risicola a Vercelli, dove produce anche riso da seme. Formatosi nelle file dell’Anga, dove ha ricoperto vari incarichi di rilievo, è dal 2009 presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella. E’ anche presidente del Consorzio vendita risone e di Cvr Media, società di intermediazione e negoziazione telematica di derrate agricole attraverso la Borsa merci telematica italiana, nonché consigliere della Camera di Commercio di Vercelli. Confagricoltura Piemonte esprime soddisfazione per la nomina di Paolo Carrà ai vertici dell’Ente Nazionale Risi, certa che la lunga esperienza già maturata a vari livelli di responsabilità nell’ambito dell’organizzazione degli imprenditori agricoli permetterà al neopresidente di adoperarsi per il rinnovamento dell’Ente, rilanciando in particolare ricerca e sperimentazione. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 41 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Ad Alba prima riunione del Consiglio della nuova associazione “Confagrimoscato” Si è riunito ad Alba, martedì 25 gennaio, il primo Consiglio direttivo dell’associazione “Confagrimoscato”, costituita il 29 dicembre scorso per aggregare i produttori di moscato aderenti a Confagricoltura delle province di Alessandria, Asti e Cuneo. Oltre al presidente dell’associazione, nonché presidente di Confagricoltura Cuneo, Roberto Arione e ai consiglieri Alessandro Boido, Tommaso Alberto Boido, Renato Borsa, Andrea Bussi, Pietro Cirio, Vittorino Enzo, Andrea Faccio e Pier Luigi Olivieri, alla riunione hanno partecipato anche Gian Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Alessandria, Roberto Abellonio, Direttore di Confagricoltura Cuneo, Francesco Giaquinta, direttore di Confagricoltura Asti, Valter Parodi, direttore di Confagricoltura Alessandria, e Giovanni Demichelis, direttore di Confagricoltura Piemonte. Il presidente Arione ha dichiarato che l’associazione intende impegnarsi per dare maggior peso ai produttori di moscato, in coerenza con quanto recita lo statuto sociale, che individua come scopo principale quello di “contribuire allo sviluppo della produzione e alla valorizzazione commerciale delle uve moscato, nonché al conseguimento di un livello di vita equo per i produttori delle medesime uve”. Nell’occasione, il Consiglio direttivo ha nominato segretario dell’associazione Valter Parodi. Approvato dalla Giunta regionale il programma annuale del Consorzio Co.sm.an. La Giunta regionale ha approvato il programma annuale di attività del Consorzio Co.sm.an., stanziando 4,8 milioni di euro per l’anno 2011. I fondi consentiranno di agevolare le polizze assicurative stipulate dal Consorzio stesso a favore di tutti gli allevatori piemontesi per la copertura dei rischi da epizoozie, calamità naturali e per la copertura dei costi di smaltimento per la mortalità ordinaria. Tra le principali novità previste nel programma 2011, l’innalzamento della fascia di esenzione dall’obbligatorietà di adesione al Consorzio dalle 5 alle 10 Uba (Unità bovino adulto), che consente a tutti i piccoli allevatori di continuare ad aderire volontariamente al Consorzio e l’innalzamento della percentuale di contributo, che passa dal 50 al 70 per cento, del costo del premio assicurativo per la polizza sullo smaltimento. Per tutti gli allevatori tenuti a consorziarsi, permane l’obbligatorietà della polizza per la copertura dei costi di smaltimento dovuti a mortalità ordinaria e a mortalità a seguito di epizoozie e calamità naturali. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 42 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente Anno XXXI – n. 4 Giovedì 3 febbraio 2011 Sommario: Focus Confagricoltura sul vino: “Vogliamo salvaguardare il vigneto Italia” Accordo raggiunto in “paritetica Moscato” sulle modifiche al disciplinare di produzione Inaccettabile un nuovo emendamento per concedere un’altra proroga agli splafonatori Cresce in provincia di Alessandria l’interesse per la coltura del nocciolo A Caluso l’assemblea-convegno annuale di Confagricoltura Torino Ciclo di incontri di Confagricoltura Donna dedicato alla floricoltura Insediata la commissione per la revisione della legge e del regolamento forestali Focus Confagricoltura sul vino: “Vogliamo salvaguardare il vigneto Italia” Per approfondire le tematiche inerenti alcuni prodotti strategici per l’economia agroalimentare, Confagricoltura ha programmato una serie di incontri specifici con i rappresentanti delle istituzioni, del mondo politico ed economico. Il primo incontro,“Focus vino”, si è tenuto martedì 1° febbraio a Roma, a Palazzo Della Valle, per analizzare strutture e prospettive di mercato del settore vitivinicolo. Introdotti dall’intervento di Piergiovanni Pistoni, presidente della Federazione nazionale vitivinicoltura, i lavori sono proseguiti con la relazione tecnica di Palma Esposito, responsabile dell’Ufficio vitivinicolo, incentrata sull’efficienza degli strumenti normativi che riguardano il settore. Nel dibattito che ne è seguito è stata evidenziata, in particolare, la necessità di avere imprese agricole caratterizzate da dimensioni adeguate, considerato che la superficie media aziendale è oggi inferiore ad un ettaro, anche per le uve Doc. Ha concluso l’incontro il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, che ha sottolineato l’esigenza di sostenere la battaglia che sta portando avanti in Francia il presidente Sarkozy per evitare la liberalizzazione dei diritti di impianto dei vigneti. “Potrà essere conveniente prevederla dopo la riforma della Pac, per opportunità politiche – ha sostenuto Vecchioni – ma questa battaglia va fatta e l’Italia dovrà sostenerla con forza”. Altro tema importante toccato da Vecchioni è stato quello della riforma dell’Ocm vino. “Non è riuscita in pieno ad attivare gli investimenti – ha commentato – né a fare da volano all’innovazione, a valorizzare le produzioni e a incentivare i consumi. Si va verso l’eliminazione dei sostegni alla distillazione ai mosti e una riflessione su come canalizzare le risorse è necessaria. Senz’altro è importante la valorizzazione del prodotto sul mercato estero, ma è utile anche su quello interno con una promozione intelligente, che tenda ad esaltare la cultura del vino e non l’abuso di alcol”. Sul fronte dell’export si guarda con sempre più interesse ai Paesi emergenti, a cominciare dai Bric (Brasile, Russia, India e Cina) e poi a Indonesia, Messico, Sudafrica, dove i consumi stanno crescendo. Il presidente di Confagricoltura ha concluso invocando una gestione delle politiche del settore più soddisfacente, in un contesto dove l’intervento pubblico conta molto, soprattutto in momenti di crisi. “La difficoltà di accesso ai finanziamenti pubblici e la struttura stessa del finanziamento – ha detto – impediscono di raggiungere efficacemente l’obiettivo di far arrivare alle imprese vitivinicole risorse fondamentali”. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 43 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Accordo raggiunto in “paritetica Moscato” sulle modifiche al disciplinare di produzione Grazie alla mediazione dell’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, il 29 gennaio scorso la commissione paritetica Moscato ha raggiunto l’accordo sulle modifiche da apportare al disciplinare di produzione della Docg Asti. L’intesa prevede di stralciare l’inserimento del comune di Asti nel territorio delimitato dal disciplinare, rinviandone l’ingresso ad una successiva procedura comunitaria promossa dalla Regione. Confermato, invece, l’aumento sino ad un massimo del 20% della resa produttiva ad ettaro, con il limite di 12 tonnellate. In presenza di particolari situazioni produttive, il superamento di questo tetto massimo potrà tuttavia essere consentito dalla Regione Piemonte con proprio provvedimento, che ne determinerà limiti e modalità di utilizzo, su proposta del Consorzio di tutela, sentite le Organizzazioni di categoria. Sui passaggi da una tipologia all’altra, è consentito quello da Moscato ad Asti, mentre quello da Asti a Moscato dovrà essere preventivamente approvato dalla commissione paritetica. Sono state infine precisate le modalità di versamento della trattenuta da destinare allo specifico fondo di parte agricola. Inaccettabile un nuovo emendamento per concedere un’altra proroga agli splafonatori L’ammissibilità concessa dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato all’emendamento al decreto legge “milleproroghe”, con cui si intende accordare un ulteriore slittamento di sei mesi al pagamento delle multe per le quote latte, ad avviso di Confagricoltura rappresenta l’ennesima dimostrazione della non volontà di una certa politica di mettere fine a una triste vicenda. Nel momento in cui ad ogni settore e ad ogni cittadino vengono richiesti nuovi sacrifici, appare di difficile comprensione che vi sia ancora qualcuno che voglia destinare anche solo una piccola parte delle poche risorse disponibili a coloro che volutamente hanno per anni ignorato le norme comunitarie e nazionali. Nel ribadire che non si possono accettare ulteriori dilazioni alla completa applicazione delle disposizioni vigenti, Confagricoltura sollecita le forze parlamentari a dare prova di responsabilità, tutelando i diritti dei produttori rispettosi delle leggi ed avviando così il settore verso la normalità. Assicurare il rispetto della norma, la cui mancata applicazione è costata molto all’Italia in termini di credibilità europea, nonché svariate centinaia di milioni di euro in termini economici, appare – come sottolineato dallo stesso ministro Galan – elemento necessario a non indebolire la posizione italiana nelle ben più rilevanti trattative sul futuro della politica agricola comune. Cresce in provincia di Alessandria l’interesse per la coltura del nocciolo Nella provincia di Alessandria il nocciolo occupa una superficie di oltre 1100 ettari ed è coltivato in più di 650 aziende. L’Alessandrino, per le sue caratteristiche pedoclimatiche, è largamente vocato per questa coltura, tanto che negli ultimi cinque anni il trend di crescita è stato di oltre il 10% in termini di superficie e di aziende. Ad essa Confagricoltura Alessandria presta una particolare attenzione, in quanto può riservare interessanti risultati in termini di reddito. In quest’ottica, in collaborazione con l’organizzazione dei produttori di frutta a guscio Ascopiemonte, ha organizzato il 28 gennaio scorso il convegno “Prospettive della corilicoltura di qualità nell’Alessandrino”. Davanti a una folta platea, segno del vivo interesse per l’argomento, si sono susseguiti gli interventi dei vari relatori, che hanno anche risposto alle numerose domande raccolte dal moderatore, Marco Visca, responsabile tecnico di Confagricoltura Alessandria. Gianluca Griseri, direttore tecnico di Ascopiemonte, ha esordito parlando della coltivazione del nocciolo, mentre Alessandro Boccardo, del Gruppo Ferrero, ha delineato le prospettive e le opportunità per la coltura nell’Alessandrino. Hanno fatto seguito Alberto Puggioni, di Netafin-Agricolplast, che ha trattato dell’irrigazione del nocciolo e Gianluca Camera, di AgroTeamConsulting, che ha presentato il sito internet www.nocciolare.it, interamente dedicato alla coltura. Le conclusioni sono state affidate all’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, che ha sottolineato come il convegno abbia rappresentato un’interessante occasione per fare il punto sulla filiera corilicola piemontese. Ha anche confermato che la Regione Piemonte è impegnata a lavorare su specifiche misure del Piano corilicolo nazionale, finalizzate a fornire un sostegno al comparto. A Caluso l’assemblea-convegno annuale di Confagricoltura Torino Si terrà venerdì 11 febbraio, alle ore 10, nell’Hotel Erbaluce in via Nuova Circonvallazione a Caluso, l’assemblea-convegno annuale di Confagricoltura Torino. Tema di quest’anno sarà: “Per un futuro fertile – Le proposte di Confagricoltura per il rilancio del settore primario”. I dirigenti dell’organizzazione agricola torinese si confronteranno con gli amministratori pubblici e i rappresentanti del mondo politico sulla gestione della politica agricola provinciale e regionale, sull’ultimo periodo di applicazione del Psr 20072013 e sulle prospettive della nuova Pac post 2013. La giornata si concluderà con il tradizionale pranzo I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 44 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 sociale. Per adesioni, telefonare ai numeri: 0115069299 – 0115741344, oppure scrivere all’indirizzo e-mail: [email protected]. Ciclo di incontri di Confagricoltura Donna dedicato alla floricoltura Negli ultimi anni Confagricoltura Donna di Alessandria ha organizzato vari cicli di incontri per la conoscenza dei prodotti della terra. Dopo i vini, i formaggi, le carni bovine e suine, il frumento, quest’anno la proposta del sodalizio femminile alessandrino vuole sottolineare il rapporto tra economia e paesaggio, letto con il linguaggio dei fiori. Gli appuntamenti in programma vertono infatti sul tema “Floricoltura: una realtà tra economia e paesaggio”. Ne parleranno il 9 febbraio l’assessore provinciale all’Agricoltura Lino Rava e il presidente della sezione florovivaistica di Confagricoltura Alessandria Giorgio Massa. Il 16 febbraio sarà la volta dei vivaisti Anna Peyron e Dino Bergaglio. Il 23 febbraio toccherà a Maria Gabriella Buccioli, creatrice dei Giardini del Casoncello. Il 2 marzo chiuderà Irma Visalli, docente di Progettazione del paesaggio all’Università La Sapienza di Roma. Tutti gli incontri si terranno alle ore 17, nella sede di via Trotti n. 122 ad Alessandria. Le iscrizioni, con il versamento di un contributo di 40 euro, si ricevono al n. 013143151. Insediata la commissione per la revisione della legge e del regolamento forestali Dopo le parziali modifiche apportate a fine 2010 al regolamento regionale forestale, l’assessore Claudio Sacchetto ha insediato nei giorni scorsi l’apposita commissione per la revisione della legge regionale 4/2009 sulla forestazione e del relativo regolamento, al fine di rispondere più adeguatamente alle esigenze degli addetti del settore. Fanno parte della Commissione, oltre ai funzionari della Regione e del Corpo Forestale dello Stato, esclusivamente i rappresentanti delle Organizzazioni professionali agricole (Confagricoltura Piemonte è rappresentata da Riccardo Ferrero di Airasca) e dell’Associazione regionale boscaioli. “Ho voluto questo tavolo – ha dichiarato l’assessore Sacchetto – perché ho colto da subito la necessità di rivedere tutto l’impianto della normativa, che è nata senza tenere minimamente in considerazione le esigenze di chi lavora in questo settore. Credo infatti che la legge e il regolamento vadano costruiti per gli addetti ai lavori, per permetter loro di lavorare al meglio”. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 45 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente Anno XXXI – n. 05 Giovedì 10 febbraio 2011 Sommario: Eccessive le limitazioni proposte dalle commissioni parlamentari per gli impianti a biogas Per rilanciare l’agroindustriale italiano servono anche imprese agricole più forti Prezzi al consumo penalizzati dai rincari delle commodities sui mercati mondiali La siccità in Cina non deve diventare volano per la speculazione sui prezzi del grano Crisi suinicola: oltre all’ammasso, servono politiche di sostegno e di rilancio Domani a Caluso l’assemblea-convegno annuale di Confagricoltura Torino A Torino seminario sulle problematiche dell’import – export di cereali e ortofrutta Eccessive le limitazioni proposte dalle commissioni parlamentari per gli impianti a biogas Le commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno approvato ieri il parere sullo schema di decreto legislativo che riguarda la promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Tra le varie condizioni di rilievo per il settore agricolo contenute nel parere, figura anche quella che introduce pesanti limitazioni per gli impianti a biogas. Decorsi sei mesi dall’entrata in vigore del decreto, gli incentivi verrebbero infatti limitati ai soli impianti ubicati in aree agricole di potenza non superiore ad 1 Mw e, con provvedimento successivo, verrebbe individuata un’ulteriore limitazione sull’uso delle coltivazioni energetiche impiegabili: massimo 15% del totale delle coltivazioni dell’azienda. Confagricoltura ha immediatamente espresso la propria contrarietà in merito a quest’ultima limitazione, che ridurrebbe drasticamente lo sviluppo di questa fonte energetica, creando notevoli problemi agli impianti in via di realizzazione. Per contrastare la proposta, alla vigilia della riunione delle commissioni parlamentari, il presidente di Confagricoltura Piemonte, Ezio Veggia, ha chiesto ai componenti eletti nella nostra regione di valutare con molta attenzione l’accoglimento della condizione, che risulta peraltro in palese contrasto con gli obiettivi fissati dal Piano di azione nazionale sulle energie rinnovabili (Pan) e dalle misure di adeguamento alla normativa comunitaria in materia di energie (legge n. 96 del 2010). “Il biogas – ha spiegato Veggia – è il settore dove la maggior parte degli investimenti viene effettuata direttamente dagli agricoltori che utilizzano biomasse vegetali e animali, provenienti in misura prevalente dalle loro aziende. Di fronte alla crisi del settore, è davvero incomprensibile la restrizione proposta ad un’attività che rappresenta una valida integrazione di reddito”. Per rilanciare l’agroindustriale italiano servono anche imprese agricole più forti Solo con un sistema più forte e coeso nelle diverse fasi della produzione agricola, della trasformazione e della grande distribuzione, sarà possibile il rilancio su vasta scala del settore agroindustriale e dei consumi alimentari delle famiglie italiane. E’ questa l’indicazione di Confagricoltura a commento dei dati di Confcommercio che segnalano come, dopo un accenno di schiarita a novembre, i consumi alimentari delle famiglie italiane abbiano chiuso il 2010 con una riduzione dei volumi dello 0,3% rispetto al dicembre dell’anno precedente. Un dato che denuncia i problemi innescati dalla crisi economica non ancora sopita e le difficoltà che il settore agroindustriale incontra sulla via di una stabile ripresa. I consumi alimentari, nell’intero anno 2010, sono risultati in flessione dello 0,6% nel confronto con il 2009. Se nell’anno in corso I.rur Innovazione rurale – www.irur.it 46 via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 il trend non si invertirà in modo costante, per le imprese agricole, già penalizzate da un calo di redditività insopportabile, sarà difficile pensare a progetti che vadano oltre la mera attività di sopravvivenza. Confagricoltura mette perciò l’accento sulla necessità di un rilancio del sistema economico nazionale, in cui il settore agroindustriale abbia un posto di preminenza, sia per temperare le nuove tensioni sui prezzi delle commodities che si fanno sempre più marcate sui mercati internazionali, sia per non cedere terreno sull’export dei prodotti alimentari “made in Italy”, che costituiscono un elemento determinate delle nostre vendite all’estero. A questo fine, da un lato, occorre che ogni risorsa disponibile per il settore venga drenata, tanto più in vista della sfida che il mondo dell’agricoltura ha di fronte con la discussione sui fondi della futura politica agricola comune per il dopo 2013. Dall’altro, è necessario attivare un nuovo rapporto con gli attori della filiera agroindustriale, per ridistribuire più equamente il valore nei vari passaggi. Prezzi al consumo penalizzati dai rincari delle commodities sui mercati mondiali Nel mese di gennaio, secondo le stime preliminari Istat, i prezzi al consumo dei beni alimentari non lavorati sono aumentati dell’1,7% rispetto a dicembre 2010 e del 2,6% rispetto a gennaio dell’anno scorso. Questo è avvenuto per effetto anche del rialzo ai massimi storici dei prezzi delle commodities su scala mondiale, come segnalato dalla stessa Fao. D’altra parte, le nostre imprese sono nell’impossibilità di governare i prezzi, determinati dal mercato mondiale. Infatti, l’Italia è deficitaria di generi alimentari strategici, come cereali e carni. Certo è che di questa situazione, nonostante il parziale recupero delle ultime settimane – che non riguarda tutti i comparti e che comunque viene annullato nel medio e lungo periodo – le imprese agricole non si avvantaggiano. Si crea bensì un effetto perverso sui redditi degli agricoltori, perché gli aumenti spingono ad incrementare ancor più i prezzi dei mezzi tecnici necessari alla produzione. A questo riguardo, Confagricoltura fa presente come dai dati Ismea emerga che, in dieci anni, i rialzi dei prezzi dei fattori produttivi (energia, lavoro, fitofarmaci, ecc.), sono stati più del doppio rispetto a quelli dei prodotti agricoli (rispettivamente 3,7% e 1,5% in media per anno). La siccità in Cina non deve diventare volano per la speculazione sui prezzi del grano Oltre 5 milioni di ettari, su un totale di 24 milioni seminati a grano nel nord della Cina, soffrono per la prolungata siccità da quattro mesi. Ciò nonostante, ad avviso di Confagricoltura, è troppo presto per lanciare allarmi. Gli eventi climatici cinesi non devono preoccupare i mercati internazionali e fare così da volano a operazioni speculative, oltretutto in una fase di mercato che già offre poche certezze agli operatori. Ogni ragione di allarme va dunque attentamente valutata, perché crea un rialzo dei prezzi, seguito da un puntuale ribasso delle quotazioni nel momento in cui la situazione ritorna alla normalità. Solo se la siccità cinese dovesse perdurare fino a tutto aprile, potrebbe profilarsi una riduzione delle rese del frumento fino a un 20%. Oltretutto la Cina, pur essendo il secondo produttore mondiale di frumento con 115 milioni di tonnellate, non ha un ruolo significativo nel commercio planetario, perché il 90% di ciò che produce è destinato all’autoconsumo e attualmente il Paese dispone di stock sufficienti per oltre 6 mesi. Crisi suinicola: oltre all’ammasso, servono politiche di sostegno e di rilancio L’ammasso privato delle carni suine, oltre a produrre un impatto modesto sulla situazione economica della realtà produttiva italiana, non deve essere considerato l’unico intervento possibile a sostegno del settore. E’ questa l’opinione di Confagricoltura in relazione al recente provvedimento varato dall’Unione europea in materia. I rischi di un’imminente destrutturazione di buona parte della filiera, che già appaiono reali e concreti, sono destinati inevitabilmente ad accentuarsi se non verranno messe in atto concrete misure di carattere economico, finanziario, tributario e fiscale, in grado di aiutare gli allevatori a superare l’attuale stato di crisi. Per Confagricoltura, in questa delicatissima situazione sono inoltre indispensabili concrete manifestazioni di maggiore responsabilità degli altri segmenti economici della filiera produttiva, che si devono fare carico, per la loro parte, delle crescenti difficoltà del comparto suinicolo. Confagricoltura stigmatizza in particolare il comportamento dei macellatori, che rischia di vanificare il lavoro realizzato con la costituzione della commissione unica nazionale. L’esasperazione degli allevatori è ormai ai limiti e non è possibile sopportare più a lungo atteggiamenti chiaramente non coerenti con i trend economici. Le regole che sono state stabilite devono essere rispettate da tutti, nessuno escluso. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 47 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Domani a Caluso l’assemblea-convegno annuale di Confagricoltura Torino Si terrà domani, venerdì 11 febbraio, alle ore 10, nell’Hotel Erbaluce in via Nuova Circonvallazione a Caluso, l’assemblea-convegno annuale di Confagricoltura Torino. Tema di quest’anno sarà: “Per un futuro fertile – Le proposte di Confagricoltura per il rilancio del settore primario”. Dopo la relazione introduttiva del presidente Vittorio Viora, i dirigenti e gli associati dell’organizzazione agricola torinese si confronteranno con gli amministratori pubblici e i rappresentanti del mondo politico sulla gestione della politica agricola provinciale e regionale, sull’ultimo periodo di applicazione del Psr 2007-2013 e sulle prospettive della nuova Pac post 2013. La giornata si concluderà con il tradizionale pranzo sociale. Per adesioni, telefonare ai numeri: 0115069299 – 0115741344, oppure scrivere all’indirizzo e-mail: [email protected]. A Torino seminario sulle problematiche dell’import – export di cereali e ortofrutta La Camera di Commercio di Torino, in collaborazione con il suo Laboratorio chimico e la Scuola di Sicurezza alimentare, propone un seminario incentrato su due filiere simbolo del comparto agroalimentare italiano: la cerealicoltura e l’ortofrutta. L’iniziativa, dal titolo “Import – export delle commodities agroalimentari. I percorsi, le quantità, i presupposti”, si terrà martedì 15 febbraio, dalle ore 8,30 alle ore 17, nel Centro Congressi Torino Incontra, in via Nino Costa 8. In un contesto caratterizzato da forte volatilità dei prezzi delle materie prime e dei prodotti agricoli, il seminario si propone di fornire, attraverso l’esperienza di protagonisti e tecnici delle filiere, una visione dell’evoluzione del mercato inteso come insieme di strumenti, prodotti e loro necessità di movimentazione. Un accenno particolare, in chiave mercantile, verrà riservato alla problematica degli Ogm, dei contaminanti naturali (micotossine) e degli organismi animali e vegetali di “importazione”. Due filiere, un unico confronto ragionato tra mondo della produzione, dell’industria di trasformazione, del trading internazionale, degli spedizionieri portuali, della ricerca e delle autorità di controllo. Il seminario è a partecipazione gratuita, previa iscrizione e fino ad esaurimento dei posti. Per iscrizioni e informazioni sul programma si può consultare il sito www.scuolasicurezzaalimentare.it. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 48 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente Anno XXXI – n. 6 Giovedì 17 febbraio 2011 Sommario: Sulle multe per le quote latte una “blindatura” contro i cittadini onesti L’agricoltura torna a crescere, ma teme la schizofrenia dei prezzi L’accordo della Lombardia sul prezzo del latte non è un buon modello per il Piemonte All’assemblea di Confagricoltura Torino ampia analisi del comparto produttivo agricolo Urgono interventi di contenimento della fauna selvatica per limitare i danni alle colture Cordoglio per la morte di Giuseppe Bazzano, presidente dei pensionati di Confagricoltura Sulle multe per le quote latte una “blindatura” contro i cittadini onesti Ancora una volta il Governo è ricorso alla “blindatura” del voto di fiducia per far passare al Senato, con il maxiemendamento interamente sostitutivo del decreto legge cosiddetto “milleproroghe”, un provvedimento iniquo come l’ulteriore slittamento dei pagamenti rateizzati delle multe sulle quote latte, già in precedenza posticipati con la legge finanziaria a dicembre 2010 e ora fino al giugno 2011. E’ l’ultimo episodio di una sceneggiata che potrebbe essere definita grottesca, se non fosse uno schiaffo a tutti i cittadini onesti. I quali devono aver ben chiaro che l’ammontare delle multe è già stato anticipato alle casse europee con i soldi delle loro tasse, che oggi vanno a beneficio di pochi privilegiati, ai quali viene permesso di rimandare il pagamento di volta in volta, mentre non ci sono fondi per null’altro, dall’agricoltura alla ricerca, dalla sanità alle Forze dell’ordine. Dalle entusiastiche promesse dell’allora ministro Zaia, che garantiva la definitiva risoluzione del problema dei mancati pagamenti delle multe e assicurava assoluto rigore verso chi non avesse rispettato il sistema di rateizzazione, si è passati ad una triste realtà di rinvio perpetuo, che irride a ogni regola e si traduce in una amara beffa per gli allevatori che a prezzo di sacrifici pesantissimi hanno onorato ogni impegno. Di questa ennesima prevaricazione questi agricoltori, spesso troppo pazienti ma altrettanto determinati nel difendere la loro dignità, sapranno tenere ben conto quando tornerà il momento delle promesse, così facili da pronunciare nel momento in cui si cerca il favore delle urne. Coloro che con lavoro, risparmio e onestà tengono ancora in piedi il Paese sono stanchi di pagare per gli altri e solo chi è ormai troppo distante dalla gente, o che per “gente” intende unicamente il proprio clan di appartenenza, può pensare di poter continuare a coltivare impunemente la sua arroganza. L’agricoltura torna a crescere, ma teme la schizofrenia dei prezzi La stima preliminare sull’andamento del prodotto interno lordo nazionale (Pil) evidenzia per l’agricoltura una positiva inversione di tendenza che lascia ben sperare, ma che deve indurre a scelte politiche mirate per il settore. Dopo due trimestri caratterizzati da variazioni congiunturali negative (-3,1% nel secondo rispetto al primo trimestre del 2010 e -1,2% nel terzo rispetto a quello precedente), il valore aggiunto di campi e allevamenti ha segnato negli ultimi tre mesi dell’anno scorso una variazione positiva (non ancora quantificata), spinto dal miglior andamento della ragione di scambio agricola. In effetti, nelle ultime settimane si è registrato un positivo andamento dei prezzi dei prodotti agricoli, che sono cresciuti da settembre di circa il 3-4% ogni mese, mentre i costi sono aumentati, ma ad un tasso intorno allo 0,5-0,7%. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 49 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Segnali indubbiamente positivi, anche se per un pieno recupero c’è ancora da aspettare. Negli ultimi dieci anni, infatti, i costi dei fattori produttivi, secondo Ismea, sono saliti in media del 3,7% l’anno, mentre i prezzi dei prodotti agricoli non sono andati oltre una crescita media annua dell’1,5%. Confagricoltura stima a consuntivo un lieve rialzo del valore aggiunto settoriale, per il 2010 rispetto al 2009, nell’ordine dell’1%. Una buona notizia, anche se c’è da recuperare un calo di oltre 2 miliardi, cioè più del 7%, dal 2004 al 2009. In attesa dei dati definitivi dell’Istat, Confagricoltura è persuasa che non ci sia comunque da perdere tempo. I prezzi agricoli all’origine sono soggetti a una volatilità schizofrenica e le possibili impennate dei costi sono dietro l’angolo, anche a causa del “caro energia”. Servono quindi politiche mirate per migliorare la competitività delle nostre produzioni, rendere più equilibrati i mercati e consolidare questa inversione di tendenza, tramutandola in una fase di espansione duratura per il settore e di crescita per il Paese. L’accordo della Lombardia sul prezzo del latte non è un buon modello per il Piemonte L’accordo sul prezzo del latte alla stalla sottoscritto in Lombardia da alcune organizzazioni agricole con il gruppo industriale Italatte l’11 febbraio scorso, senza la firma di Confagricoltura, non può essere considerato di riferimento per la realtà piemontese. “Il prezzo concordato in Lombardia – ha commentato il presidente della sezione latte di Confagricoltura Piemonte, Pierangelo Cumino – non tiene conto in modo obiettivo dell’andamento di mercato, né delle prospettive produttive e commerciali dei prossimi mesi”. Confagricoltura fa rilevare che il prezzo medio stabilito in Lombardia, sui 9 mesi di vigenza dell’accordo, è inferiore ai 40 centesimi al litro, mentre già oggi il prezzo del latte spot va da 39,5 a 41,5 centesimi al litro. I prezzi del latte, della polvere di latte, del burro e dei formaggi stagionati, a livello europeo e internazionale, sono inoltre in tensione e le proiezioni per i prossimi mesi indicano un ulteriore incremento della domanda di materia prima. “Con senso di responsabilità, a tutela degli allevatori che rappresentiamo, riteniamo che l’accordo della Lombardia possa essere migliorato. Per noi – ha spiegato Cumino – resta valido il progetto di giungere a un’intesa che abbia come base il modello di indicizzazione del prezzo già adottato dall’Inalpi di Moretta, in grado di rispondere meglio alla volatilità dei mercati, tutelando gli allevatori e consentendo alle imprese di trasformazione di programmare con serenità le produzioni e gli accordi commerciali”. All’assemblea di Confagricoltura Torino ampia analisi del comparto produttivo agricolo Affollata assemblea di Confagricoltura Torino, venerdì 11 febbraio a Caluso, dove è stato fatto il punto della situazione del comparto agricolo, in una prospettiva locale, nazionale ed europea. Oltre al presidente Vittorio Viora, che ha tenuto la relazione introduttiva, sono intervenuti il presidente onorario Cesare Serafino, il presidente di Confagricoltura Piemonte Ezio Veggia, il presidente dell’Accademia di Agricoltura di Torino Pietro Piccarolo, l’europarlamentare Tino Rossi, il parlamentare Teresio Delfino, l’assessore regionale al Lavoro Claudia Porchietto, i consiglieri regionali Roberto Tentoni e Gianna Pentenero, gli assessori all’Agricoltura della Provincia Marco Balagna e del Comune Giuseppe Ferrero. Utilizzo del territorio, redditi agricoli, sburocratizzazione, competitività delle imprese: questi i temi trattati dall’assemblea e dibattuti con gli amministratori e i politici presenti. Il presidente Viora ha fornito alcuni riferimenti statistici utili al confronto. I redditi agricoli sono scesi in Italia del 3,3% nel 2010, mentre la media europea è stata di +12,3%. Le imprese agricole italiane faticano a reggere il confronto internazionale, non solo per le difficoltà del ricambio generazionale, ma anche per il pesante carico burocratico connesso all’erogazione degli incentivi. Negli ultimi dieci anni, in Piemonte, sono state chiuse 15 mila aziende agricole, circa il 20% delle imprese del settore primario, che ha ceduto, dal 1990 al 2008, più di 24 mila ettari di suolo fertile agli insediamenti abitativi e produttivi e alle infrastrutture. Il Psr 2007-2013 non è riuscito ad esplicare in pieno tutti i suoi effetti a causa del macchinoso sistema impostato al controllo fine a se stesso, oneroso per le imprese agricole e anche per le organizzazioni di rappresentanza, che invece chiedono chiarezza normativa, certezza sugli investimenti e sui tempi di pagamento. “Per rendere il settore più competitivo – ha spiegato il presidente Viora – Confagricoltura ha preparato un documento di 61 proposte, cui ha dato il nome di ‘Futuro Fertile’, per affrontare la questione senza oneri aggiuntivi per lo Stato: riordino fondiario, lavoro e previdenza, organizzazione economica, ambiente, assicurazioni, semplificazione normativa. “Si ragioni su queste reali esigenze – ha esortato Viora – per cercare di rilanciare concretamente la nostra economia agricola”. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 50 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Urgono interventi di contenimento della fauna selvatica per limitare i danni alle colture Le coltivazioni agricole subiscono ingenti danni dalla presenza della fauna selvatica. A segnalarlo non sono solo gli stessi agricoltori, ma anche numerosi amministratori locali della provincia di Torino che, oltre alla questione agricola, denunciano quella non meno importante della sicurezza stradale. Il problema non è nuovo, ma ogni anno assume contorni diversi in base a vari fattori riconducibili alle condizioni climatiche, alla prevenzione e al controllo. Per questi ultimi, sono attivi i piani che vedono impegnati la Regione, le Province, gli Ambiti territoriali di caccia (Atc), i Comprensori alpini (Ca) e gli Enti parco. Da un lato, si interviene in via preventiva con recinzioni e barriere per impedire ai selvatici l’accesso ai campi coltivati, dall’altro, in base a regole e periodi prestabiliti, si interviene con operazioni di selezione e controllo per impedire la moltiplicazione dei selvatici. Queste azioni sono necessarie poiché le popolazioni di ungulati sono in aumento esponenziale e con la loro crescita sono aumentati anche i problemi di gestione del fenomeno. La questione si acuisce nelle aree protette, dove vi sono meno ostacoli alla riproduzione, e dove colonie di cinghiali, cervi, caprioli, ma anche di roditori come le nutrie, causano danni ingenti ai raccolti. Gli importi pagati dai vari enti pubblici per il risarcimento dei danni alle colture sono in costante aumento. A questo riguardo, ha fatto recentemente discutere la delibera regionale del 7 dicembre 2010 che impedisce agli Enti parco di delegare alle Province le azioni di controllo delle popolazioni di cinghiali. Secondo Confagricoltura, occorre rimuovere alcuni ostacoli relativi all’attuale assetto normativo, per contenere più efficacemente il fenomeno e accelerare i tempi di erogazione dei risarcimenti a favore degli agricoltori. Cordoglio per la morte di Giuseppe Bazzano, presidente dei pensionati di Confagricoltura E’ mancato all’età di 93 anni Giuseppe Bazzano, Pinot per gli amici, presidente del Sindacato nazionale pensionati di Confagricoltura e, fino all’autunno scorso, anche di quello regionale. Risicoltore esperto, storico dirigente dell’Unione Agricoltori di Vercelli, ha rivestito importanti incarichi nell’Associazione Ovest Sesia ed è stato per lunghi anni presidente del Parco della Partecipanza di Trino. “Piangiamo un amico – ha dichiarato Ezio Veggia, presidente di Confagricoltura Piemonte - e un sagace dirigente della nostra Organizzazione, alla quale ha dato il prezioso apporto della sua competenza e della sua saggezza di uomo capace e probo”. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 51 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente Anno XXXI – n. 7 Venerdì 25 febbraio 2011 Sommario: Documento comune delle organizzazioni della filiera al Forum sulla riforma della Pac Le fluttuazioni anomale dei cereali all’origine dell’aumento del prezzo degli alimentari Insediato in Regione il tavolo per ridurre gli oneri burocratici a carico degli agricoltori Emanate le linee guida per la prevenzione della batteriosi del kiwi Psa Il Piemonte adotta la Carta della capacità d’uso dei suoli Dal 4 al 6 marzo “Fiera in Campo 2011” organizzata dall’Anga di Vercelli Appuntamento a Tortona con la 5^ edizione della “Mostra-Convegno Agroenergia” Documento comune delle organizzazioni della filiera al Forum sulla riforma della Pac Si è tenuto martedì 22 febbraio il Forum sul tema “La Pac verso il 2020”, convocato a Roma dal ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, per ascoltare tutte le organizzazioni dell’agroalimentare, in vista della definizione finale della posizione italiana da portare in Europa nelle trattative sul futuro della Pac. Nell’occasione è stato consegnato al ministro un documento congiunto, sottoscritto dai presidenti e dai segretari generali di tutte le associazioni di rappresentanza della filiera agricola (Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Copagri, Fedagri-Confcooperative, Legacoop-Agroalimentare, Agci-Agrital, Fai-Cisl, FlaiCgil, Uila-Uil), contenente considerazioni e proposte che consentiranno al ministro Galan di andare a Bruxelles con una linea direttrice forte e condivisa. “Ora – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, nel suo intervento al Forum – occorre proseguire su questa strada, intensificando i momenti di confronto e curando i dettagli del percorso negoziale con rapporti, che devono divenire costanti, tra le amministrazioni, anche a livello regionale, e le organizzazioni di rappresentanza”. Il presidente di Confagricoltura ha quindi rimarcato la necessità di una riforma comunitaria che sia sostenuta da adeguate risorse, sottolineando come alcuni Stati abbiano chiesto di ridurre le spese di bilancio per la Pac e, di fatto, di subappaltare la produzione alimentare e no food ai Paesi extracomunitari. “Niente di più sbagliato – ha detto Vecchioni – perché l’Europa ha bisogno di un’agricoltura forte e vitale, che sia in grado di rispondere ai nuovi bisogni della società, ovvero alla certezza degli approvvigionamenti, alla sicurezza alimentare, alla sostenibilità, alla produzione di energia da fonti rinnovabili, e che dia anche occupazione”. Se si vuole un’agricoltura orientata ai bisogni, secondo Vecchioni la Pac deve porsi come obiettivi prioritari la redditività e la competitività delle imprese. “I soldi destinati a tal fine – ha concluso – sono ben spesi e i cittadini europei cominciano a rendersene conto”. Le fluttuazioni anomale dei cereali all’origine dell’aumento del prezzo degli alimentari I dati definitivi resi disponibili da Istat sui prezzi al consumo, a gennaio, dei beni alimentari non lavorati confermano un aumento dell’1,8% rispetto a dicembre 2010 e del 2,7% rispetto a gennaio dell’anno scorso. I rincari che si registrano sono dovuti soprattutto al rialzo, ai massimi storici, dei prezzi delle commodities su scala mondiale e, in particolare, alle forti tensioni in atto sul mercato cerealicolo, dove – come ha evidenziato Ismea – in un solo mese i prezzi sono saliti mediamente del 10,5%, con punte del 19,8% per il frumento duro. In proposito, Confagricoltura fa presente come occorra correttamente ricordare che i I.rur Innovazione rurale – www.irur.it 52 via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 prezzi medi dei cereali in Italia, all’inizio del 2010, erano praticamente quelli di dieci anni prima. In questa situazione, nonostante il parziale recupero delle ultime settimane – che peraltro non riguarda tutti i comparti e che comunque viene annullato nel medio e lungo periodo in termini di redditività, vista la maggiore dinamica dei costi – le imprese agricole non si avvantaggiano. Infatti, si crea un effetto a carico degli agricoltori, perché gli aumenti spingono ad incrementare ancor più i prezzi dei mezzi tecnici necessari alla produzione. Confagricoltura osserva come le fluttuazioni anomale sui mercati internazionali delle commodities agricole vadano ormai di pari passo con quelle dei mercati finanziari e siano ora anche condizionate dalle reazioni negative ai drammatici avvenimenti che interessano il Nord Africa e il Medio Oriente. Le imprese agricole sono nell’impossibilità di governare i prezzi, determinati dal mercato mondiale, e subiscono fortemente, più che beneficiarne, le oscillazioni e le criticità. Insediato in Regione il tavolo per ridurre gli oneri burocratici a carico degli agricoltori Si è insediato presso l’Assessorato regionale all’Agricoltura il “tavolo anti burocrazia”, voluto dall’assessore Claudio Sacchetto. Il tavolo, che vede la partecipazione dei rappresentanti di tutte le organizzazioni professionali agricole, avrà il compito di definire le azioni per ridurre gli oneri burocratici a carico delle imprese agricole e migliorare i percorsi amministrativi dei procedimenti che riguardano il settore dell’agricoltura. “Il carico burocratico che grava sugli agricoltori – ha dichiarato l’assessore Claudio Sacchetto – non meno dei soprusi che essi devono subire da parte di altri settori dell’amministrazione, quali Ambiente e Sanità, non sono più tollerabili. Anche con l’appoggio del presidente Roberto Cota, metteremo in discussione molti aspetti burocratici, pur nel pieno rispetto della normativa, specie di quella comunitaria. Diversamente da quel che si crede, non è l’Europa la disgrazia degli agricoltori, ma il modo sbagliato in cui vengono applicate le direttive e i regolamenti europei nel nostro Paese”. Emanate le linee guida per la prevenzione della batteriosi del kiwi Psa Il presidente della Giunta regionale ha emanato un decreto urgente che individua le misure di prevenzione contro la diffusione della batteriosi del kiwi Psa. Nei giorni scorsi, infatti, il batterio ha iniziato ad intensificare la propria azione nelle aree piemontesi coltivate ad actinidia, dopo essersi diffuso in maniera sporadica nel corso del 2010. L’Assessorato regionale all’Agricoltura, a seguito delle segnalazioni delle organizzazioni del settore, si è immediatamente attivato individuando con il proprio Servizio fitosanitario, in collaborazione con il Centro di ricerca per la frutticoltura Creso, una strategia per prevenire gli effetti dannosi nell’area interessata. I contenuti del provvedimento regionale saranno illustrati dall’assessore Claudio Sacchetto in un apposito incontro, che si terrà alle ore 17 di lunedì 28 febbraio, nella sede del Creso, a Manta (Cn), in via Falicetto 24. Il Piemonte adotta la Carta della capacità d’uso dei suoli Con deliberazione della Giunta regionale, è stata adottato la Carta della capacità d’uso dei suoli in Piemonte. Oltre all’adozione della carta a scala 1:250.000, utile per studi di area vasta, la delibera adotta anche la carta a scala 1:50.000, necessaria per valutazioni a scala locale. Questi strumenti cartografici sono un utile supporto per le pubbliche amministrazioni e per i professionisti nelle diverse fasi di pianificazione, progettazione e valutazione di interventi che implicano la trasformazione dell’uso del suolo e possono contribuire a conservare i suoli con le migliori caratteristiche e proprietà, anche a garanzia della produttività dell’agricoltura piemontese. Le aree con i suoli ad elevata capacità d’uso, infatti, sono quelle ove si possono ottenere colture di qualità con il minore dispendio energetico. La messa a punto del sistema regionale della capacità d’uso dei suoli è stata realizzata dall’Ipla, società controllata dalla Regione Piemonte, che vanta un’attività trentennale nell’acquisizione e gestione di informazioni sul suolo. L’intera documentazione sulla capacità d’uso dei suoli è consultabile all’indirizzo: www.regione.piemonte.it/agri/suoli_terreni/index.htm. Dal 4 al 6 marzo “Fiera in Campo 2011” organizzata dall’Anga di Vercelli “La cultura del riso fa crescere il territorio” è lo slogan scelto dalla sezione di Vercelli dell’Anga, l’associazione dei giovani di Confagricoltura, per la 34^ edizione della “Fiera in Campo”, che si terrà dal 4 al 6 marzo 2011 nel Centro Fiere di Caresanablot. Tecnologia, innovazione e ricerca, didattica, gusto e cultura sono le parole chiave che riassumono l’edizione 2011 della principale manifestazione dedicata al riso a livello europeo. Obiettivo dei giovani di Confagricoltura è intrattenere un rapporto privilegiato con il mondo della formazione. Perciò, tutta la Fiera, per un giorno, diventerà un enorme laboratorio I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 53 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 didattico. “Totalmente consacrata alle scuole – spiega il presidente vercellese dell’Anga, Gianmario Frà – sarà infatti la giornata di venerdì 4 marzo. Grazie alla collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale, quest’anno potremo presentare un evento più mirato agli studenti di ogni ordine e grado”. In questa giornata verrà anche consegnato, per il secondo anno, il premio Innova, una borsa di studio di 3 mila euro, destinata ai migliori progetti di ricerca sull’agricoltura, proposti da scuole superiori o università. Riservate al tradizionale appuntamento con le prove in campo saranno le giornate di sabato e domenica 5 e 6 marzo. Non mancheranno le novità in tema di macchine e tecnologie agricole, le esposizioni statiche, le degustazioni e i convegni tecnici. Nell’area “Gusto” sarà presentata l’eccellenza agroalimentare del territorio, mentre la domenica pomeriggio sarà dedicata ai bambini, con la mascotte Baldino. Appuntamento a Tortona con la 5^ edizione della “Mostra-Convegno Agroenergia” Giunta alla sua quinta edizione, la “Mostra-Convegno Agroenergia” si propone quest’anno più che mai come l’appuntamento del settore agroenergetico in un momento cruciale per gli operatori, nell’imminenza dell’emanazione del decreto legislativo di recepimento della direttiva europea in materia. La manifestazione si articolerà in tre momenti. Giovedì 3 marzo, alle ore 9,30, nel Parco scientifico tecnologico di Rivalta Scrivia, sarà presentato “Osservatorio Agroenergia”, lo studio commissionato da EnergEtica Onlus e da Confagricoltura ad Althesys sullo stato e le prospettive del settore. Successivamente, si terrà la tavola rotonda sul tema “Politiche nazionali e politiche regionali per le agroenergie”, a cui parteciperanno, tra gli altri, il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, e l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Massimo Giordano. Nella mattinata di venerdì 4 marzo, nel Museo Orsi di Tortona, si terrà la tavola rotonda sul tema “Una politica per le agroenergie”, con la partecipazione di politici nazionali, per un giro di orizzonte sui rispettivi orientamenti. Nella seconda parte della giornata, il “Focus biomasse” approfondirà i temi dell’utilizzo energetico delle biomasse legnose. Sabato 5 marzo, giornata conclusiva con il tema “Le agroenergie e l’ambiente”, per esaminare il contributo dell’agricoltura alla riduzione delle emissioni nell’ottica degli obiettivi degli accordi di Kyoto. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 54 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 http://www.agriregionieuropa.univpm.it/editoriali.php?id_sezione=1 Finestra sulla PAC di Maria Rosaria Pupo D'Andrea Istituto Nazionale di Economia Agraria Aggiornamenti Notizie flash - Quote zucchero (giugno 2010) - Prospettive a medio termine e commercio agricolo dell’UE (giugno-luglio 2010) - Aiuti ai foraggi essiccati (luglio 2010) - Massimali di bilancio per i regimi di sostegno diretto (agosto 2010) - Programmi nazionali di sostegno nel settore vitivinicolo (ottobre 2010) - Quote latte (ottobre 2010) - Budget review (ottobre 2010) - La PAC verso il 2020 (novembre 2010) - Sistema di consulenza aziendale (novembre 2010) - Relazione della Corte dei conti sulla riforma dell’OCM zucchero (novembre 2010) - Relazione della Corte dei conti sull’esercizio finanziario 2009 (novembre 2010) - Prospettive 2010-2020 su mercati agricoli e reddito nell’UE (dicembre 2010) - L’impatto dei biocarburanti sull’uso della terra (dicembre 2010) - Proposte per il latte (dicembre 2010) - Pacchetto qualità (dicembre 2010) - Spesa FEAGA per il 2010 (dicembre 2010) - Condizionalità (gennaio 2011) - Caratteristiche qualitative dell’olio d’oliva (gennaio 2011) - La PAC verso il 2020: pubblicazioni divulgative (gennaio 2011) - Commodity e materie prime (febbraio 2011) - Sospensione dei dazi sui cereali (febbraio 2011) Attività MIPAAF - AGEA - Importo definitivo 2009 degli aiuti all’ortofrutta destinata alla trasformazione (giugno 2010) - Condizionalità 2010 (luglio 2010) - Applicazione dell'OCM vino (luglio 2010 - gennaio 2011) - Crisi settore lattiero-caseario (agosto 2010) - La riserva nazionale dei titoli: calcolo delle medie regionali (agosto 2010) - Applicazione nazionale dell’art. 68 del regolamento (CE) n. 73/2009 (agosto 2010) - Quote latte - Campagna 2009/10 (settembre 2010) - Studio preparatorio sul futuro della PAC (settembre 2010) - Restituzioni somme trattenute per il finanziamento dell’art. 69 del regolamento (CE) n. 1782/2003 (novembre 2010) - Applicazione della PAC (dicembre 2010) - Etichettatura d’origine (febbraio 2011) Documentazione - Studio sul settore del biologico nell’UE (giugno 2010) - EUROSTAT: copertura e uso del suolo nell’UE (ottobre 2010) - Condizioni economiche nelle aree rurali (novembre 2010) - Informazioni statistiche ed economiche sullo sviluppo rurale nell’UE (dicembre 2010) I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 55 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 - EUROSTAT: redditi agricoli (dicembre 2010) - Commercio e sviluppo (2010) - Regional Yearbook (2010) - Statistiche agricole (2010) - La distribuzione degli aiuti diretti agli agricoltori (gennaio 2011) Finestra sul WTO di Giulia Listorti* Aggiornamenti Notizie Flash Negoziati per le indicazioni geografiche - Il Parlamento Europeo ratifica l’accordo sulla disputa nel settore delle banane Negoziati per l’accesso della Russia al WTO Accordo di libero commercio tra UE e Corea del Sud Disputa UE-Canada sull'importazione della carne di foca - I Paesi ACP e la “questione del cotone I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 56 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Link: http://www.informatoreagrario.it/ N°3 21 - 27 Gennaio 2010 Il marchio collettivo va bene, ma non basta (pdf, 355 kB) di C. Giacomini Rientra l’allarme per le risorse ai Caa La beffa del bando Inail per la sicurezza di D. Rotundo Le adulterazioni e la legge scomparsa (pdf, 362 kB) di L. Martirano Via libera all’origine in etichetta Bando imminente per la filiera florovivaistica (pdf, 377 kB) La politica agricola europea punta sulle op (pdf, 355 kB) di E. Comegna Redditi agricoli sempre più incerti di A. Di MambroDalle regioni Piemonte: Successi e baruffe per l’Asti Agromercati Cambia la geografi a mondiale dell’uva da tavola di T. Sarnari Difficile il 2010 della zootecnia da carne italiana di G. Credazzi I prezzi delle patate tendono a crescere Listini Finanziamenti InfoFinagri: bandi aperti per le aziende Leggi e tributi La richiesta del rimborso Iva si fa via Internet di D. Hoffer Contributi Inps, meno obblighi per le rateazioni di M. De Luigi I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 57 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Agroindustria Contoterzisti, chiave dello sviluppo agricolo di M. Trevini Argo Tractors allarga la gamma trattoriEventi e convegni Più mercato e meno pac per i cereali di domani di L. Andreotti Frutticoltura Gelate primaverili su fruttiferi: i danni sono su resa e qualità di L. Giovannini, D. Banal Viticoltura Vite allevata a combi per vini di fascia media di R. Castaldi Difesa delle colture Trattamenti sicuri con i dispositivi di protezione di O. Resta et al. GlobalGAP: certificazione in aiuto alla sicurezza degli operatori di M. Colapietra Per il diserbo del grano intervento unico in post-emergenza di G. Rapparini et al. In questo numero ... MAIS Prove agronomiche Classe 500, 600 e 700: gli ibridi di mais per il 2011 Ibridi mais granella Scegliere l’ibrido precoce per le semine primaverili Ibridi mais trinciato Prove degli ibridi di mais per trinciato integrale I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 58 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Link: http://www.informatoreagrario.it/ N°04 28 Gen. - 3 Feb.2011 La speculazione sui prezzi si limita in tre mosse (pdf, 356 kB) di G. Gios Il pomodoro del Mezzogiorno chiede il Distretto di G. Tamburrano Estesi gli aiuti ai contratti di filiera Un contratto tipo nel futuro del riso (pdf, 425 kB) I progetti 2011 per il mais italiano di L. Andreotti Un 2010 «amaro» per i trattori di F. Venturi Nella Creazione c’è spazio anche per gli ogm di P. Cantini Per l’agriturismo si può fare di più di G. Lo Surdo La prossima pac deve premiare la produttività di F. Messori Suini: via libera all’ammasso (pdf, 437 kB) di A. Di Mambro Il negoziato Wto dà segni di vita di V. Lenucci Dalle regioni Lombardia: I suinicoltori chiedono lo stato di crisi Agromercati Decollano i prezzi del Parmigiano di A. Mossini Domanda debole per indivie e scarole di G. Lamacchia Finanziamenti InfoFin@gri: bandi aperti per le aziende Debutta Vies, nuovo strumento contro le frodi Iva (pdf, 356 kB) di D. Hoffer Novità importanti sui licenziamenti di M. De Luigi I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 59 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Agroindustria Biolchim cresce e punta in alto di P. Bertanza Compo rinnova marchio e catalogo CPL Concordia innova anche il biogas di A. Boschetti Eventi e convegni Viticoltura, dal bio al biodinamico di C. Palese L’agricoltura veneta in Conferenza A Montichiari zootecnia protagonista Frutticoltura Clemenrubi: nuovo clementine precocissimo di V. Lo Giudice Viticoltura I concimi organo-minerali possono migliorare la produzione di uva da tavola di M. Colapietra La potatura agevolata del vigneto conviene anche su piccole superfici di A.M. Di Trapani, F. Sgroi Zootecnia Per la Bruna nuove generazioni alla ribalta Difesa delle colture Due insetti minacciano la frutticoltura integrata di C. Ioriatti et al. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 60 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Link: http://www.informatoreagrario.it/ N°05 4 - 10 Febbraio 2011 L’origine in etichetta non ammette ambiguità (pdf, 379 kB) di G. Canali Sulla nuova pac l’ortofrutta cerca una proposta comune (pdf, 428 kB) di A. Mossini «La nuova pac spinga l’ortofrutta a una maggiore aggregazione» (Intervista a M. Gardini) (pdf, 394 kB) di M. Di Carlo Via alla promozione dei prodotti di qualità (pdf, 391 kB) Eridania-Sadam anticipa i fondi Gli organismi pagatori regionali servono o sono un costo inutile? di L. Martirano Spuntano 20 milioni per la ricerca Le perplessità di un ricercatore (pdf, 364 kB) di L. Cattivelli Subito operativi gli interventi sul mercato suinicolo di A. Di Mambro Dalle regioni Veneto: Segnali di ripresa per l’agricoltura veneta Agromercati Continua la corsa dei frumenti di C. Corticelli Mercato vivace per i lattiero-caseari (pdf, 395 kB) di D. Rama Prezzi dei suini nel segno della stabilità di C.G. Basile ListiniFinanziamenti InfoFinagri: bandi aperti per le aziende Leggi e tributi La Cassazione chiarisce l’Ici sui terreni agricoli di D. Hoffer Più aziende agricole, una sola denuncia contributiva di M. De Luigi Agroindustria Univeg e Syngenta per la sostenibilità Certis distribuisce Mocap in EuropaEventi e convegni Pesca veronese sempre più sostenibile I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 61 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 di P. Bertanza Alla Fiera di Rimini debutta Agrifil Agronomia Il controllo meccanico delle infestanti: costi ed efficacia di V. Tugnoli, S. Tugnoli Meccanica Landini Rex 110 GT di R. Demaldè Zootecnia Alcune novità negli indici della Frisona Italiana I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 62 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Link: http://www.informatoreagrario.it/ N°06 11 - 17 Feb. 2011 Ridurre la speculazione stabilizzerà i prezzi? (pdf, 374 kB) di A. Olper Si rimette in moto il Piano cerealicolo nazionale (pdf, 426 kB) Le materie prime agricole tra volatilità e speculazione di V. Lombardi Cresce l’attesa per il decreto flussi (pdf, 432 kB) di T. Pagano Il Consiglio dei ministri rivede la Costituzione Aiuti allo stoccaggio per formaggi e derivati della carne Fascette di Stato anche per i vini doc di P. Esposito Nel 2010 agriturismo in sofferenza di G. Lo Surdo Gli ogm? Questione religiosa e di ordine pubblico di A. Di Mambro L’Italia, l’Europa e i ministri che non ci sono di A. Andrioli Dalle regioni Lazio: Nuovo allarme nella Valle del Sacco Agromercati L’Italia vince sul mercato dell’olio di R. Filo della Torre Avicoli da carne in ripresa di G. Credazzi Mercato tonico per le patate di R. Piazza Listini Finanziamenti InfoFin@gri: bandi aperti per le aziende Il nuovo modello della Comunicazione annuale Iva (pdf, 375 kB) di D. Hoffer Contributi, prorogati i versamenti per l’alluvione di M. De Luigi I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 63 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Agroindustria Green Has Italia: 25 anni per l’agricoltura Le novità 2011 di RV Venturoli Eventi e convegni Fare rete per creare sviluppo L’Amarone supera i 13 milioni di bottiglie di C. Palese In Piemonte il nocciolo è protagonista Bioenergie Mancano gli incentivi per far partire il biometano di C. Fabbri et al. Biogas da reflui zootecnici: meno emissioni e più efficienza di F.M. Ciancaleoni, R. Jodice Reportage Foglie di vite, business in salamoia di G. Lamacchia Orticoltura Novità promettenti in vista per le varietà di asparago di A. Troccoli et al. Asparago: strategie per vincere sul mercato di A. Falavigna Difesa delle colture Miscele a tre vie per il diserbo preventivo del mais di G. Rapparini et al. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 64 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Link: http://www.informatoreagrario.it/ N°7 18 - 24 Febbraio 2010 Regioni sempre più cruciali per la politica agricola (pdf, 374 kB) di C. Giacomini Torna la distillazione di crisi, ora anche per i vini doc (pdf, 409 kB) di G. Ammassari Nel milleproroghe l’agricoltura non c’è di L. Martirano Ridefiniti i controlli sul rispetto della condizionalità Vivai e patate abbinabili ai titoli pac (pdf, 375 kB) Semine di grano duro previste in forte calo (pdf, 402 kB) di L. Andreotti Più controlli e promozione mirata per l’extravergine (Intervista a G. Sicolo) di G. Tamburrano Idee ancora confuse sulla prossima pac di A. Di Mambro Quale latte dopo le quote? di L. Di Rubbo Dalle regioni Veneto: L’agricoltura veneta si attrezza per il futuro Agromercati Il prezzo dello zucchero vola e l’Ue pensa alla prossima ocm di M. Guidi Il mercato ha fame di cipolle di R. Piazza Leggi e tributi Ancora novità sulle detrazioni per interventi edili (pdf, 374 kB) di D. Hoffer Confisca dei beni per gravi violazioni delle leggi sul lavoro di M. De Luigi Agroindustria Manica presenta il rame ecosostenibile di G. Armentano NOV@GR il concime tutto fare Il magnesio dà più resa e qualità ai cerealiEventi e convegni Fruit Logistica, una fiera al top di G. Lamacchia A Bari il punto sull’uva da tavola di C. Palese I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 65 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Zootecnia Zoppie di ieri e di oggi: consigli utili a confronto di A. Brizzi Meccanica Il Sima premia l’efficienza e la sostenibilità ambientale di E. Cavallo Difesa delle colture Gravi attacchi di cancro batterico su pomodoro nel Lazio di L. Varvaro et al. Efficacia di una nuova formulazione sugli afidi del carciofo di L. Sannino, F. Piro Nuova miscela ad ampio spettro per il diserbo del grano di G. Rapparini, E. Geminiani Colture erbacee Grano, le malattie fungine che fanno più paura di M. Pasquini et al. Difesa delle colture Septoriosi sotto controllo con il doppio trattamento di M. Blandino et al. Difesa integrata del mais: come effettuarla nelle prime fasi di L. Furlan et al. Concimazione Azoto su grano e mais, massimizziamo l’efficienza di G. Giordani I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 66 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Link: http://www.informatoreagrario.it/ N°08 25 Feb. - 03 Mar. 2010 La politica italiana snobba ancora l’agricoltura (pdf 344 kB) di A. Boschetti Sulla pac l’Italia ha una voce sola di L. Martirano La futura pac vista dall’Italia di E. Comegna Firmato l’accordo per il pomodoro al Nord (pdf, 419 kB) di L. Bazzana L’Unaproa perde pezzi pregiati Le Apa strangolate dal Milleproroghe (Intervista a N. Andena) di A. Mossini Prezzo del latte, produzione avanti in ordine sparso di E. Comegna Decreto «salva kiwi»: tutte le misure punto per punto (pdf, 472 kB) di D. D’Ascenzo Parte la promozione nei Paesi terzi Buone notizie solo per le ovaiole di A. Di MambroDalle regioni Molise: Da Termoli buone notizie per i bieticoltori Agromercati Buone vendite per i kiwi nel 2011 di E. Macchi L’eccesso di offerta penalizza i cavolfiori di G. Lamacchia Produzione di conigli in lieve ripresa di G. Credazzi ListiniFinanziamenti InfoFinagri: bandi aperti per le aziende Leggi e tributi Si avvicina il saldo Iva (pdf, 351 kB) di D. Hoffer Ricorsi all’Inps per via telematica di M. De Luigi Agroindustria Cereali e sostenibilità secondo Bayer di L. Andreotti I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 67 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 L’atmosfera controllata diventa dinamica di P. Bertanza Le novità per il 2011 di Stihl e VikingEventi e convegni Melo di pianura: costi a confronto di P. Bertanza Reportage Garanzia sull’acquisto dei trattori nuovi di fabbrica di G. Armentano Orticoltura Prove di confronto varietale di pomodoro da mensa di V. Ferrari et al. Viticoltura La tecnica viticola influenza il contenuto di ammine biogene nei vini di G. Dugo, G.L. La Torre I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 68 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 http://www.enterisi.it/index.jsp SONDAGGIO SEMINE RISO 2011 L´elaborazione dei dati che sono pervenuti all´Ente da 436 aziende produttrici intervistate, comparate con le segnalazioni provenienti dalle aziende sementiere, mette in luce che per il 2011 la superficie a risaia in Italia dovrebbe ridursi di circa 3.500 ettari. Gli assetti varietali evidenziano una crescita più o meno ampia di tutti i gruppi varietali da mercato interno, una tenuta dei risi tondi ed una flessione dei risi indica. L´indagine, tuttavia, mostra che c´è ancora un margine di indecisione di circa il 30%: una percentuale alta, che potrebbe modificare in misura importante i risultati fino ad ora emersi, anche alla luce dell´ andamento attuale dei mercati e dei prezzi nonché in relazione all´effettiva disponibilità delle sementi di talune varietà. Anche i mercati dei principali competitori del riso, mais e grano, eserciteranno un´ influenza significativa sulle scelte colturali della prossima primavera sia in ragione delle necessità di approvvigionamento del mercato energetico -per il maissia in relazione agli sviluppi della situazione politica internazionale -per il grano-. Qualora i risultati del sondaggio dovessero dimostrarsi rispettati, potrebbe risultare squilibrato in difetto il mercato dei risi indica e presentarsi parzialmente eccedente quello di alcune varietà da interno. Cliccare qui sotto per vedere la tabella Sondaggio 2011 I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 69 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 http://www.regione.piemonte.it/ Il disciplinare dell’Asti sarà modificato E’ stato raggiunto l’accordo sulle modifiche da apportare al disciplinare dell’Asti docg. Nel darne l’annuncio l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, precisa che la documentazione sarà inoltrata all’esame delle commissioni nazionali. L’intesa conferma il tetto massimo di produzione a 12 tonnellate per ettaro, permette il passaggio da Moscato ad Asti, mentre quello da Asti a Moscato dovrà essere approvato dalla commissione paritetica; infine, sono state precisate le modalità di versamento della trattenuta da destinare al fondo di parte agricola. “E’ un ottimo accordo per il mondo del Moscato - commenta Sacchetto - siglato con l’unanimità di tutte le componenti. Si è registrata, dopo l’accordo sulla vendemmia 2010, un’ulteriore condivisione che pone rimedio a una situazione di impasse che contraddistingueva da troppo tempo il disciplinare e la produzione”. redazione [Indietro] Progetti per l’economia delle borgate alpine I progetti pilota piemontesi e valdostani legati alla valorizzazione delle risorse della montagna (Valle Ossola e Valle Varaita), all’imprenditorialità in contesti montani (provincia di Cuneo), alla partecipazione e la costruzione di progetti sono stati analizzati durante il seminario conclusivo del progetto CAPAcities, svoltosi il 1° marzo nel Museo regionale di Scienze naturali di Torino. Nel suo intervento il vicepresidente della Regione, Ugo Cavallera, ha sottolineato “il ruolo della cooperazione transnazionale: un’occasione per mettere a confronto le diverse esperienze, capacità e conoscenze, sperimentare approcci innovativi rispetto alle attività di programmazione e progettazione dello sviluppo locale”. La Regione ha riservato fin dall’inizio una particolare attenzione a questo tipo di attività, che ben si integrano con la sua vocazione internazionale. Finanziato nell’ambito del programma di cooperazione comunitario “Spazio Alpino”, CAPAcities ha come obiettivo la promozione del potenziale dei piccoli centri alpini mediante politiche di sviluppo condivise ed innovative. In particolare, si punta alla riqualificazione e alla rivitalizzazione delle borgate alpine di versante, per contrastare gli accentuati fenomeni di spopolamento e favorire il mantenimento o l’avvio di nuove attività economiche. CAPAcities ha come partners: Regione Lombardia, come capofila; DI Herbert Liske (Austria); Anton Melik Geographical Institute (Slovenia); National Tourist Association (Slovenia); Institut d’Urbanisme de Grenoble (Francia); Conseil d’Architecture, d’Urbanism e de Environnement de Vaucluse (Francia); Langhe, Monferrato e Roero; Regione Autonoma Valle d’Aosta; Regione Piemonte; Cantone dei Grigioni (Svizzera). I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 70 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Tavolo piano energetico ambientale Ha preso il via il tavolo di lavoro incaricato della predisposizione del nuovo Piano regionale energetico ambientale. Si tratta dello strumento di programmazione con il quale la Regione individua obiettivi, parametri e indicatori di qualità in termini di produzione, trasporto, distribuzione e consumo di energia, raccordati con tutti gli altri obiettivi ambientali. L'obiettivo del piano è individuare gli indirizzi strategici in tema di energia per i prossimi anni, con particolare riferimento allo sfruttamento delle fonti rinnovabili. "E' l'avvio di un percorso importante per il futuro energetico del Piemonte. - commenta l'assessore regionale all'Energia, MassimoGiordano - La nostra priorità sarà mettere ordine in ambiti non ancora troppo chiari, consapevoli della necessità di mettere a punto un piano che abbia ricadute importanti sul territorio piemontese. Pensiamo infatti alla necessità di sviluppare le energie rinnovabili a livello di filiera, in maniera pragmatica e tenendo sempre in debita considerazione le esigenze produttive e occupazionali dei nostri territori". Bluetongue: vaccinazione sospesa Si è conclusa con ottimi risultati la campagna di vaccinazione 2010 contro la bluetongue, malattia dei ruminanti non trasmissibile alle persone: complessivamente sono stati vaccinati quasi 570.000 bovini e oltre 113.000 ovicaprini. La protezione ha contribuito ad evitare l’insorgenza di nuovi casi di malattia. Quest’anno non sarà pertanto più necessario effettuare la campagna di vaccinazione obbligatoria. “Il sistema sentinella attivo nelle quasi 400 aziende piemontesi, ispezionate ogni 15 giorni con appositi esami sierologici - dichiara l’assessore alla Tutela della Salute e Sanità, Caterina Ferrero - ha confermato fino a oggi l’assenza del virus. Questi dati confermano l’impegno dell’assessorato nell’opera di prevenzione in tutti i settori". La provincia di Cuneo, dove la malattia aveva fatto la sua prima comparsa alla fine del 2008, è prossima alla riacquisizione dello status di indennità. Torino e Asti, dove l’infezione si è manifestata nell’autunno del 2009, dovranno ancora attendere l’anno prossimo. La qualifica di territorio indenne prevede infatti che la malattia sia assente per almeno due anni. Nel frattempo resterà attivo in tutta la regione il sistema sentinella, che consentirà di confermare l’assenza della circolazione del virus e di individuare precocemente eventuali nuovi casi di malattia. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 71 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 ERMESAGRICOLTURA Link: http://www.ermesagricoltura.it/Informazioni/Agricoltura FEBBRAIO 2011 - anno 39°, n.2 Editoriale Reagire alle difficoltà, soprattutto in montagna Tiberio Rabboni Siamo preoccupati per le prospettive della nostra montagna. In un paio di decenni hanno cessato l’attività circa la metà delle imprese agricole e quelle rimaste non godono sicuramente di buona salute. In Appennino il clima, i dislivelli e le caratteristiche dei suoli riducono le rese agricole ed aumentano i costi di produzione. Ma anche attorno all’agricoltura le cose non vanno bene. Le piccole e medie imprese industriali stentano a riprendere volumi e ritmi produttivi pre-crisi. E pure i consistenti tagli governativi alla spesa pubblica italiana sono motivo di preoccupazione. Quando le risorse pubbliche scarseggiano, non è affatto vero che scarseggino per tutti allo stesso modo; quel che è disponibile si impiega nelle aree a più alta concentrazione di popolazione e di attività. Lo confermano la recente abolizione del fondo nazionale per la montagna ed altri provvedimenti simili. Si può contrastare questa deriva? La Regione ci prova, in attesa che anche altri lo facciano. Le scelte sono quattro. La prima è confermare le protezioni sociali per tutti i cittadini, dirottando su altri settori di spesa i tagli governativi. La seconda è uno sforzo straordinario di investimenti pubblici sulle due leve che possono creare nuovo sviluppo e nuova occupazione: l’economia della conoscenza e l’economia verde. Ciò vuol dire, per fare alcuni esempi, creare 10 “tecnopoli” per coniugare ricerca, innovazione e sistema produttivo emiliano - romagnolo, una rete regionale per l’alta formazione, emanare bandi pubblici per finanziare progetti privati di ricerca pre-competitiva, un piano per le fonti energetiche rinnovabili, tecnologie e materiali per la riduzione dei consumi energetici e chimici, il volano turistico, l’agricoltura a qualità regolamentata. La terza scelta è l’innalzamento della produttività delle risorse pubbliche attraverso un drastico taglio alle sovrastrutture amministrative, alle procedure burocratiche e l’incentivo all’Unione dei Comuni per la gestione associata di gran parte dei servizi locali. La quarta opzione è una strategia per la crescita della montagna fondata sulle sue potenzialità di grande volano per l’economia verde (agricoltura sostenibile, produzioni naturali, tipiche e tradizionali, turismo del territorio e dell’enogastronomia, forestazione produttiva, fonti energetiche rinnovabili, multifunzionalità innovativa) dando priorità nell’accesso ai fondi pubblici: ad esempio, il Programma di sviluppo rurale destina il 40% delle sue risorse alla montagna pur rappresentando essa solo il 15% delle imprese. Questo si traduce in un impegno della Regione a cercare nuove fonti finanziarie per il contrasto del dissesto idrogeologico, per far riconoscere ai servizi di base parametri differenziati rispetto a quelli di pianura, per facilitare l’accesso ai servizi di rango superiore (ospedali, alta formazione, attività di ricerca) tramite sistemi a rete. Tutto ciò mentre lavoriamo per un significativo riconoscimento del ruolo della montagna nella nuova Pac, sostenendo in particolare la creazione di un pagamento diretto aggiuntivo per tutti gli agricoltori che operano in zone svantaggiate e una disciplina europea per la riconoscibilità in etichetta dei prodotti delle aree montane. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 72 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Le Rubriche • EDITORIALE Reagire alle difficoltà, soprattutto in montagna (28,02 kB - PDF) • QUI REGIONE Notizie dalla Giunta e dall'Assemblea legislativa (38,81 kB - PDF) A cura della Redazione • QUI EUROPA Da Bruxelles un rapporto sulle politiche rurali Ue (59,16 kB - PDF) • QUI MONDO L'agricoltura sulla stampa estera (74,34 kB - PDF) A cura della Redazione • POLITICHE COMUNITARIE Sul budget per l'agricoltura il dibattito entra nel vivo (51,51 kB - PDF) • FISCO E PREVIDENZA Paesi "Black List": obbligo di comunicare le operazioni (75,54 kB - PDF) • LEGGI E DECRETI LEGGI E DECRETI (46,55 kB - PDF) A cura della Redazione • SPAZIO INNOVAZIONE Carne fra tradizione e tecnologia a Bovinitaly (70,83 kB - PDF) A cura di Elena Contini • DALLA PARTE DEI CONSUMATORI Con l'etichetta d'origine cibi senza più segreti (36,32 kB - PDF) Enrico Cinotti I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 73 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Sommario • I FATTI / PRIMO PIANO Più gioco di squadra in difesa dell'ortofrutta (95,05 kB - PDF) • I FATTI / RAPPRESENTANZE UNITARIE Le centrali cooperative più forti con l'Alleanza (79,29 kB - PDF) • I FATTI / PROSPETTIVE Come rendere più efficiente la filiera agroalimentare (55,54 kB - PDF) • I FATTI / PRODOTTI D'ECCELLENZA "Pacchetto qualità" Ue: Le proposte delle Regioni (55,93 kB - PDF) • I FATTI / CONTRIBUTI REGIONALI 61 milioni per valorizzare le aree collinari e montane (63,76 kB - PDF) • L'ECONOMIA / LE PROSPETTIVE DELLA VITIVINICOLTURA Il vino si "beve" la crisi e l'export recupera quote (78,11 kB - PDF) • L'ECONOMIA / VINI-DISCIPLINARI DI PRODUZIONE Igt Emilia: una modifica condivisa da tutta la filera (52,76 kB - PDF) • L'ECONOMIA / RASSEGNE INTERNAZIONALI Ortofrutta: Macfrut 2011 punta sull quarta gamma (72,41 kB - PDF) • L'ECONOMIA / INDUSTRIA ALIMENTARE Bondeno avrà un pastificio per il dopo zucchero (37,12 kB - PDF) • FONTI RINNOVABILI Gli elementi da valutare per un impianto a biogas (31,06 kB - PDF) • FONTI RINNOVABILI Impianti fotovoltaici al posto dell'eternit (30,89 kB - PDF) I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 74 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Link: http://www.coldiretti.it/ http://www.ilpuntocoldiretti.it/Pagine/Home.aspx Vino biologico, verso un disciplinare di produzione italiano 28/02/2011 Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha deciso di riavviare il gruppo di lavoro sul vino biologico, visto che in sede comunitaria si riapre la discussione sulla necessità di emanare uno specifico regolamento comunitario, dopo il fallimento del tentativo operato dalla Commissione Ue lo scorso anno, a causa delle divergenze tra l’Italia e gli altri Stati membri del nord Europa in merito alla necessità di promuovere un prodotto di alta qualità senza o comunque con bassi limiti di impiego di anidride solforosa. Nel corso del Biofach, la fiera mondiale sull’agricoltura biologica, che si tiene tutti gli anni a Norimberga e che si è conclusa pochi giorni fa, è stato anticipato che lo Scof (Standing Committee on Organic Farming) proporrà un emendamento al reg. CE 834/2007 che consenta in questa fase transitoria di mantenere le diciture uve da agricoltura bio senza logo europeo, dicitura che attualmente non è consentita dalla normativa vigente. Tale emendamento sarà in vigore fino al 2012 solo per i vini prodotti entro la vendemmia 2011. Intanto, a fronte delle incertezze sul versante comunitario circa l’effettiva possibilità che si riescano a superare le divergenze tra stati membri e si giunga ad un regolamento sul vino biologico, Coldiretti, ha espresso nel corso della riunione tenutasi presso il Mipaaf la necessità di predisporre un disciplinare di produzione italiano sul vino biologico, presentando un proprio articolato di norme tecniche e sottolineando come l’obiettivo sia quello di avere da un lato, un elevato standard di qualità circa la produzione di vino biologico nel nostro paese in modo da valorizzare le nostre produzioni e dall’altro lato, norme tecniche di riferimento condivise da tutto il settore in modo da potersi affacciare alla negoziazione con gli altri Stati europei in modo più incisivo. Il Ministero ha preso, dunque, l’impegno di elaborare per il prossimo incontro un primo schema di disciplinare di produzione. Il Mipaaf è stato inoltre invitato da Coldiretti a prevedere delle risorse finanziare, nell’ambito del Programma d’Azione Nazionale per l’agricoltura biologica, per promuovere sul mercato i vini che saranno ottenuti con tale disciplinare. L’obiettivo, infatti, deve essere quello di consentire ai nostri produttori di differenziarsi sul mercato per la produzione di vini biologici di eccellenza ottenuti possibilmente senza solfiti o con dosi limitate di tale elemento a garanzia della salute consumatori. Del resto, visto che il territorio italiano è particolarmente vocato per ottenere un prodotto di alta qualità appare importante che in assenza o anche in presenza di una normativa comunitaria di settore (qualora il regolamento comunitario dovesse essere poi emanato), i produttori possano dotarsi di uno strumento I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 75 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 contraddistinto da un logo che valorizzi i nostri vini rispetto a quelli ottenuti in aree non vocate, dove i viticoltori sono costretti a ricorrere all’anidride solforosa ed ad additivi poco rispondenti al principio di naturalità che è alla base del metodo di produzione biologico. Infine, si è chiesto al Ministero, visto che si tratta di una questione essenzialmente politica, di avviare in sede comunitaria degli incontri con gli Stati membri che condividono la posizione italiana a favore di norme che garantiscano elevati standard di qualità, al fine di creare un fronte comune contro gli Stati che mirano a proporre sul mercato un vino biologico non troppo diverso da quello Stop ai dazi sull'import di grano e orzo per l'alimentazione animale 28/02/2011 Fino al 30 giugno 2011 stop ai dazi all'importazione dai Paesi extra-europei per il frumento tenero di media e bassa qualità e per l'orzo destinato all'alimentazione animale, per i volumi consentiti nell'ambito del contingente. Questo è quanto stabilito dalla Commissione Europea nel Regolamento n.177/2011 (pubblicato lo scorso 25 febbraio); tutte le importazioni già in corso possono beneficiare del regime di sospensione del dazio per evitare di penalizzare gli operatori che hanno in rotta il trasporto dei cereali. La Commissione Ue è arrivata a questa decisione dopo aver considerato lo scenario economico e analizzato la prospettiva dei prezzi che si manterranno alti nel mercato mondiale dei cereali, con una conseguente diminuzione delle scorte di circa 62 milioni di tonnellate rispetto alla campagna 2009/2010. Sul mercato mondiale si registrano attualmente forti tensioni commerciali legate soprattutto all'aumento dei prezzi delle materie prime. Tutto è iniziato quando i maggiori Paesi esportatori di cereali (Australia e Russia) hanno rallentato gli scambi commerciali a causa delle avverse condizioni climatiche mentre la continua richiesta della domanda dei mangimi dei Paesi emergenti, come Cina e India, ha innescato un considerevole aumento dei prezzi. La tensione si è avvertita già all'inizio della campagna 2010/2011, con un aumento dei prezzi mondiali dei cereali ancor più rapido del precedente brusco rialzo, registrato nella campagna 2007/2008. Durante il mese di luglio 2010 i prezzi mondiali del frumento tenero hanno subìto un aumento del 65%; l'aumento del grano tenero sul mercato europeo è stato pari al 90%, raggiungendo la soglia di 280 euro a tonnellata. Gli altri cereali, come l'orzo e il mais, hanno seguito la tendenza al rialzo creando fibrillazioni negli scambi commerciali. Coldiretti auspica che i soggetti abilitati ai controlli nei punti più sensibili (ad esempio, i porti) accertino con maggior rigore la destinazione dei cereali importati e verifichino la reale destinazione per l'uso previsto da regolamento in modo da evitare ulteriori squilibri in un mercato particolarmente delicato come quello italiano, garantendo un giusto equilibrio tra i diversi settori commerciali. Accordo al Nord, ma il pomodoro resta diviso 25/02/2011 Un adeguamento del prezzo indicativo attorno agli 88 euro a tonnellata - erano 70 nel 2010 - che tengono conto delle nuove condizioni (disaccoppiamento totale e situazione del mercato dei cereali), con un premio fino a +3% del prezzo per chi consegna prodotto con meno del 3% di difetti (fatto innovativo rispetto alla passata stagione, quando erano previste solo penalità e la franchigia), ma anche condizioni migliorative per chi trasporta il prodotto con i mezzi aziendali (5,5€/t rispetto a 5€/t del 2010). I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 76 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Questi i contenuti dell’accordo per il pomodoro da industria al Nord mentre al Sud proseguono gli incontri tra Op e industriali, in attesa di una “fumata bianca”. Ma al di là delle considerazioni sui contenuti, rimane la sensazione di un sistema che non funziona. Non è infatti pensabile che, al di là del prezzo ovviamente variabile entro certi limiti tra un contratto (e un territorio) e l’altro, non ci siano condizioni omogenee di contrattazione. Accordi diversi per griglie di qualità, premi, penalità, condizioni di consegna, termini di pagamento, per prodotti della stessa tipologia destinati a trasformati della stessa categoria, non ci sembra rappresentino la situazione ideale. E non si può certo dire che sia un problema agricolo, se la rappresentanza degli industriali è divisa tra industrie del Nord e industrie del Sud. Non si può continuare a pensare in termini di pomodoro del Nord e pomodoro del Sud - esiste poi anche quello del Centro - come se poi tutti questi prodotti non stessero tutti sul mercato come made in Italy. Chi nel 2010 ha ritirato il pomodoro a prezzi “cinesi” (40 euro o anche meno), si confronterà con i costi più elevati di chi ha rispettato i contratti e ha pagato i 70 euro concordati, che comunque sono sempre pochi. Se non si riesce a ragionare di pomodoro da industria italiano, almeno a livello di regole, è chiaro che si rischia di distruggere il sistema. Soprattutto nelle zone meridionali, ci si aspetta molto a questo punto dal ruolo di arbitri super partes che potranno rivestire le Regioni; quelle stesse Regioni che, nella passata stagione, sono state spesso le prime ad evidenziare il mancato rispetto dei contratti, avendo a disposizione strumenti per intervenire nei confronti di chi non rispetta gli accordi. Gli strumenti sono le misure del Prs, i piani operativi e altri tipi di agevolazioni o di permessi che passano attraverso gli snodi regionali. Sarebbe bene, quindi, che le Regioni incominciassero a redigere un elenco dei “buoni” e dei “cattivi” e a vincolare l’accesso a queste misure al rispetto dei contratti. Non sarebbe infatti accettabile che soggetti non rispettosi degli accordi possano poi accedere ugualmente a queste facilitazioni, come chi gli accordi li rispetta. Meglio evidenziarlo ora, lontano dai momenti critici, che dover intervenire dopo. In questa fase deve prevalere la buona volontà di tutte le parti, ma non sarebbe male sapere che, al di là delle vie legali per far valere il rispetto dei contratti (che purtroppo hanno tempi lunghi), c’è anche chi vigila con altri strumenti più tempestivi. La Pac dopo il 2013 21/02/2011 Premessa Il peso strategico della filiera agroalimentare si sta accentuando sulla scorta dei profili evolutivi attualmente in atto nel mondo. Le imprese agricole e dell’industria alimentare garantiscono ai consumatori europei alti livelli di approvvigionamento, coniugati a standard elevati di sicurezza alimentare (food security, food safety, food quality). Si prevede che la domanda globale di prodotti agricoli aumenterà di circa il 70% nei prossimi quaranta anni. Si tratta di un incremento esposto ai rischi dei cambiamenti climatici in corso, legato alla maggiore domanda generata sia dall’imponente crescita demografica attesa nei prossimi decenni sia dalla necessità di recuperare le fasce di sotto nutrizione attuali. Le tensioni che, dopo la crisi del 2007-2008, si stanno nuovamente abbattendo sulle quotazioni internazionali delle commodity alimentari sono sintomatiche di equilibri domanda-offerta troppo spesso I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 77 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 precari, con scarsi margini di scorta e di compensazione. Tali situazioni innescano fenomeni speculativi, con dolorose ricadute e pericolosi disagi socio-economici nei Paesi più poveri del Pianeta. Sono tensioni che, in un’economia globalizzata, investono tutti i mercati, compreso quello europeo. Esse impongono alla futura PAC di assicurare come parametri prioritari di riferimento i più alti livelli di produttività e di competitività all’agricoltura e all’intera filiera agroalimentare comunitaria, anche valorizzando le distintività territoriali, riscattando per quanto possibile il sistema da situazioni di eccessiva dipendenza dai trader internazionali. In particolare, gli interventi della PAC devono tenere in considerazione il differenziale di competitività a carico degli agricoltori europei dovuto a norme comunitarie più rigorose rispetto agli standard internazionali, il valore delle produzioni, la quantità e la qualità del lavoro dipendente e autonomo, gli svantaggi naturali, gli impegni in campo ambientale e forestale. È necessario ripartire dalla centralità del territorio, dall’economia reale, caratterizzata da produzioni, da beni, da servizi certi, verificabili, misurabili, frutto di lavoro, di ricerca, di impegno. Deve ritrovare diritto di cittadinanza la capacità imprenditoriale e il prodotto. Gli obiettivi della PAC debbono essere adeguati alle nuove esigenze delle imprese, dei consumatori e dei cittadini europei, valorizzando il ruolo degli agricoltori e di tutti gli operatori della filiera agroalimentare come produttori di alimenti e di ricchezza per l’Unione Europea. La PAC deve porre al centro le imprese agricole e agroalimentari, deve premiare l’economia reale, promuovere l’innovazione ed il ricambio generazionale ed incentivare la produzione alimentare, anche facendo leva sul valore aggiunto dei territori. E’ fondamentale, in particolare: - favorire lo sviluppo di un’agricoltura competitiva e sostenibile sotto il profilo economico, sociale e ambientale; - innovare e migliorare le condizioni per la commercializzazione, la programmazione e la gestione dell’offerta; - rispondere alla domanda di informazione e di trasparenza dei mercati e dei prodotti, da parte dei consumatori; - creare le condizioni giuridiche per la gestione da parte degli agricoltori di filiere corte e trasparenti; - promuovere e qualificare l’occupazione agricola autonoma e dipendente. 2. Budget La PAC interessa il 47% della superficie europea e oltre 18 milioni di occupati: il suo futuro dovrà essere pensato per rispondere alle nuove esigenze delle diverse agricolture che caratterizzano il territorio dell’Unione. Un ruolo rilevante a cui non possono che essere assegnate risorse adeguate. Oggi il bilancio Ue rappresenta il 2% della spesa pubblica complessiva dei Paesi membri; per ogni 100 euro di Pil europeo meno di un euro è destinato al bilancio comunitario e solo 40 centesimi sono destinati alla spesa agricola. Inoltre, raffrontando la spesa agricola al consolidato di tutte le spese nazionali, il suo peso non arriva all’1%. Il budget destinato all’agricoltura va quindi confermato nel suo complesso e va sostanzialmente mantenuta la sua attuale distribuzione tra Stati membri. La decisione è demandata ai Ministri dell’Economia e delle Finanze: le organizzazioni della filiera chiedono, alla nostra delegazione, e al Governo nella sua massima espressione, una posizione forte ed I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 78 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte autorevole a difesa dell’agricoltura europea Febbraio 2011 e degli interessi nazionali. L’Italia è un contribuente netto su tutte le politiche comunitarie, oltre che sulla Pac; questa sua particolare posizione deve essere fatta pesare nelle trattative. 3. Ripartizione delle risorse per Paese Il nostro sistema agroalimentare poggia le sue capacità competitive, prevalentemente, sulle specificità produttive e sulle produzioni di qualità. Un patrimonio che consente all’Italia di vincere le sfide sui mercati mondiali. Pertanto, nel ridefinire la ripartizione delle risorse tra i Paesi, è necessario utilizzare – oltre al criterio dimensionale – una serie di parametri oggettivi. Tra questi vanno considerati prioritari: la Plv e il valore aggiunto per ettaro; la quantità e qualità del lavoro, sia dipendente che autonomo. 4. Pagamenti diretti C’è piena consapevolezza che l’attuale sistema basato sul criterio storico vada superato, anche per contrastare posizioni di rendita fondiaria, ed è inoltre necessario indirizzare i benefici della PAC prioritariamente verso gli agricoltori “attivi”, vale a dire le imprese agricole che sono orientate al mercato e operano sul territorio, anche attraverso forme di aggregazione e di integrazione, che in modo professionale creano reddito e producono alimenti ed effetti positivi per la società. Da ciò consegue una redistribuzione dell’entità dei pagamenti diretti tra i beneficiari particolarmente marcata in Italia, che si caratterizza per una forte differenziazione della propria agricoltura. È dunque indispensabile un periodo transitorio per avviare il nuovo sistema, insieme ad un adeguato margine di flessibilità per gestire il processo di transizione con la dovuta gradualità. In questo quadro una parte delle risorse finanziarie, gestite a livello nazionale, potrebbe essere utilizzata per assicurare un atterraggio morbido del sistema. Inoltre è necessario potenziare strumenti sul modello dell’articolo 68 per costituire una politica agricola nazionale capace, oltre che di premiare comportamenti virtuosi, di intervenire in determinati settori strategici o in ristrutturazione. Si assumono comunque fin da ora tra i criteri guida del nuovo sistema a regime quelli individuati in premessa. 5. Strumenti di gestione dei mercati Il “primo pilastro” della PAC non significa solo pagamenti diretti. Esistono anche tutta una serie di interventi di mercato, di fatto neutralizzati dalle passate riforme, che dovranno essere rivisitati per rispondere ad una serie di nuove esigenze dell’agricoltura, prima fra tutte la stabilità dei redditi. Oggi tali strumenti di mercato assorbono meno del 9% della spesa del primo pilastro. Per disporre di strumenti efficaci di gestione delle politiche di mercato è necessario rafforzare la possibilità di gestire a livello nazionale strumenti di interventi selettivi sul modello di quelli oggi previsti dall’articolo 68 (come il sistema assicurativo). La filiera agroalimentare italiana ritiene che debba essere introdotta nella Pac post 2013, una effettiva “rete di sicurezza” che permetta di affrontare in maniera tempestiva ed efficace le situazioni di crisi e le oscillazioni dei redditi di tutti i soggetti della filiera, anche in risposta alla forte volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli. Di particolare rilevanza in questo contesto sarà l’adeguamento dei parametri che attualmente determinano l’attivazione degli strumenti esistenti, tenendo conto soprattutto delle specificità delle I.rur Innovazione rurale – www.irur.it 79 via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 agricolture dei Paesi membri. In assenza di un risultato soddisfacente su questo fronte, occorrerà richiedere strumenti alternativi per compensare in misura adeguata i danni provocati dalle crisi. Il complesso degli interventi deve assicurare nuove e più efficaci misure di regolazione del mercato, che siano in grado di assicurare la trasparenza, il corretto funzionamento della catena alimentare e un reale accorciamento della filiera evitando intermediazioni, anche attraverso accordi locali di fornitura e vendita diretta e, allo stesso tempo, mettendo a disposizione adeguati strumenti finanziari e normativi. In questo quadro è necessario prevedere il finanziamento di misure quali: - assicurazione agevolata a favore dei produttori (sia assicurazione contro le calamità naturali che assicurazione - garanzia al e reddito) tutela e del costituzione reddito nei di momenti fondi di mutualistici; crisi di mercato; - misure per il miglioramento della commercializzazione sui mercati interni e della penetrazione sui mercati terzi al fine di creare nuovi sbocchi per le produzioni europee e sostenere il reddito dei produttori; - programmazione e la gestione dell’offerta e per il suo miglioramento qualitativo; - miglioramento dei rapporti interprofessionali e della contrattualistica, utilizzando tutte le forme di aggregazione, - promozione comprese al le consumo di reti prodotti d’impresa; momentaneamente eccedentari; - destinazioni alternative a quelle tradizionali (ad esempio energie da biomasse) o distribuzione finalizzata presso scuole ed istituti di accoglienza; - attività di stoccaggio privato. Si potrebbe consentire a ciascuno Stato membro di attribuire alle strutture dedicate all’organizzazione economica (cooperative, società di capitali controllate dagli agricoltori, organizzazioni dei produttori, organismi interprofessionali e in generale strutture di aggregazione dell’offerta) competenze specifiche – per i rispettivi associati – nella gestione degli strumenti di mercato sopra descritti, nel rispetto delle fondamentali regole della concorrenza. Ciò consentirebbe di rafforzarne il ruolo e le prerogative. 6. Sviluppo rurale La futura PAC dovrà puntare a sostenere e rafforzare la competitività dell’agricoltura europea sulla base di un nuovo modello produttivo che combini sostenibilità economica, ambientale e sociale. La politica di sviluppo rurale dovrà rappresentare lo strumento principale per il raggiungimento di tali obiettivi. Ciò pone l’esigenza di una caratterizzazione più “agricola” del complesso degli indirizzi e degli orientamenti programmatori. Specificità che va garantita specie se dovesse prevalere l’orientamento per una gestione coordinata di tutti i fondi europei, compreso il FEARS. Va evitato in ogni modo il ricorso alle risorse del secondo pilastro per finanziare progetti non finalizzati al rafforzamento delle imprese e delle relazioni di mercato. L’attuale assetto appare chiaramente non congeniale alle esigenze specifiche del settore agricolo che i grandi mutamenti in atto hanno determinato e va quindi razionalizzato e semplificato. La futura politica di sviluppo rurale dovrebbe pertanto: - sostenere gli investimenti aziendali, con particolare priorità a quelli indirizzati alla introduzione di innovazione tecnologica e organizzativa nelle imprese ed al consolidamento, promozione e qualificazione delle produzioni, tesi anche all’accorciamento, l’efficienza e alla trasparenza delle filiere. - promuovere il ricambio generazionale, focalizzando e rivedendo le due misure del primo insediamento e del prepensionamento; I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 80 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 - sostenere la realizzazione di azioni di integrazioni di filiera e di progetti integrati territoriali; - supportare progetti di infrastrutturazione di sistema capaci di migliorare le relazioni fra imprese agricole e servizi a monte e a valle del processo produttivo; - consolidare, promuovere e qualificare l’occupazione agricola, sia dipendente, sia autonoma. Tutto ciò presuppone un’adeguata capacità di gestione delle politiche di sviluppo rurale, con la necessità – da riconoscere e sostenere nella regolamentazione europea – di un forte coordinamento a livello nazionale, specie in realtà (come quella italiana) caratterizzate da un forte decentramento amministrativo. Occorre infine rafforzare la sussidiarietà, sia aumentando la flessibilità e le regole di programmazione e di gestione dei PSR, sia favorendo una sensibile semplificazione delle procedure gestionali e di accesso alle misure. In quest’ottica si chiede di poter superare il parametro del limite dimensionale per quelle imprese agroalimentari controllate direttamente dai produttori agricoli. Dieci milioni di euro in arrivo per i produttori di Dop e Igp 21/02/2011 Dieci milioni di euro in arrivo per i prodotti a denominazione d’origine. È stato pubblicato un decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali riguardante i requisiti, le condizioni e le modalità di concessione degli aiuti di importo limitato alle imprese attive nella trasformazione e/o commercializzazione di prodotti agricoli Dop e Igp (con denominazione di origine registrata a livello Ue almeno 12 mesi prima dell'entrata in vigore della Legge finanziaria 2010). Gli aiuti riguardano esclusivamente le produzioni immesse sul mercato dopo un periodo minimo di stagionatura di 5 mesi, gravate da oneri finanziari dovuti all’anticipazione dei costi di produzione. Le risorse disponibili nella Legge finanziaria 2010 ammontano a 9.902.490,00 euro, con un massimale di 500 mila euro per beneficiario per il triennio 2008-2010. Sono beneficiari degli aiuti di importo limitato i soggetti aderenti e non aderenti ai consorzi di tutela che effettuano la trasformazione e/o commercializzazione dei prodotti agricoli a stagionatura prolungata compresi nelle categorie “caseifici nella filiera formaggi” e “imprese di lavorazione nella filiera preparazione carni”. I soggetti beneficiari devono essere iscritti al Registro delle imprese presso la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura e titolari di partita Iva. Devono inoltre risultare nel pieno e libero esercizio dei propri diritti e non essere sottoposti a procedure concorsuali, né ad amministrazione controllata. Non devono trovarsi in condizioni di difficoltà alla data del 30 giugno 2008. Sono esclusi i soggetti che abbiano già percepito aiuti in de minimis o altri aiuti di importo limitato. L'ammissione al finanziamento avviene sulla base della presentazione della domanda, entro trenta giorni dal 4 febbraio 2011, ai Consorzi di riferimento incaricati della tutela della denominazione, compilata in conformità al modulo allegato al decreto. Raggiunto l'accordo sul pomodoro, prezzo fissato a 88 euro a tonnellata 21/02/2011 Accordo raggiunto sul pomodoro. A Parma le organizzazioni dei produttori del nord Italia e le industrie di trasformazione dell'Aiipa, l'Associazione italiana industrie prodotti alimentari, hanno firmato il documento I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 81 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 che fissa il prezzo indicativo di riferimento in 88 euro a tonnellata, con prodotto ritirato nell'azienda agricola. Si tratta di un aumento di 18 euro rispetto alla campagna precedente, scattato in considerazione del cambiamento delle compensazioni comunitarie, che per il pomodoro italiano a partire dal 2011 non sono più accoppiate alla produzione. Introdotto inoltre un sistema premiante per valorizzare la qualità e incentivare la raccolta di pomodori con pochi difetti: il prodotto consegnato con meno del 3% di difetti potrà esser pagato fino al 3% in più rispetto al prezzo base. Aumentato anche il rimborso del trasporto per gli agricoltori che consegnano il prodotto con mezzi propri. “Con l’accordo viene sancito un preciso impegno per proteggere la filiera del pomodoro dal rischio degli Ogm e per la salvaguardia dell’italianità del prodotto nei confronti dell’invasione del concentrato dalla Cina – ha commentato la Coldiretti -. Per la prima volta si traccia una strada per la definizione del prezzo sulla base della condivisione dei costi di produzione e si introducono dei miglioramenti sul riconoscimento qualitativo del prodotto. La costruzione di seri rapporti tra agricoltura ed industria deve estendersi anche negli accordi per la produzione di pomodoro del sud e coinvolgere anche la grande distribuzione nella valorizzazione del prodotto italiano”. Dal 2011 patate, vivai e frutta compatibili con l’utilizzo dei titoli del premio unico aziendale 14/02/2011 Un decreto ministeriale – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’8/2/2011 – ha confermato l’esclusione dall’assegnazione di titoli all’aiuto per le patate da consumo, i vivai e i prodotti ortofrutticoli, diversi da quelli per i quali sono già stati assegnati titoli (pere, pesche, prugne, pomodori, agrumi destinati alla trasformazione). Con il decreto n.1535 del 22/10/2007, il Ministero delle Politiche agricole aveva rinviato al 31/12/2010 la decisione sull’eventuale assegnazione di titoli all’aiuto per queste produzioni. Il Ministero, di concerto con le Regioni, valutando che non ci siano nuovi elementi per rimettere in discussione la decisione allora assunta, ha deciso di confermare l’esclusione. In sostanza le patate da consumo, i vivai e i prodotti ortofrutticoli sono coltivazioni compatibili con l’utilizzo dei titoli maturati in precedenza, per la corresponsione del premio unico aziendale, ma non danno diritto all’assegnazione di altri titoli. C'è l'accordo sul prezzo del latte con Italatte 14/02/2011 Accordo fatto per il prezzo del latte con Italatte. L'intesa è stata firmata presso la sede di Coldiretti Lombardia, a Milano, da Philippe Laborne, amministratore delegato del gruppo, leader del settore con i marchi Galbani, Invernizzi e Cademartoni, e Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia. L'accordo prevede la partenza a gennaio a 39 centesimi e l'arrivo a settembre 2011 a 40,2 centesimi al litro e risolve una situazione complessa che si trascinava ormai da troppi mesi e che creava incertezza sia agli allevatori che alle industrie, impedendo una corretta pianificazione aziendale. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 82 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 L'intesa segna un recupero di circa il 20 per cento del prezzo alla stalla rispetto alla stesso periodo del 2010. In una logica di confronto continuo e di valutazione della realtà di mercato le parti hanno anche convenuto che si ritroveranno dopo l'estate. “Un accordo di buon senso che mette fine a una situazione di incertezza per le aziende agricole che durava da troppo tempo – è il commento della Coldiretti -. La durata di 9 mesi è anche un modo per dare una maggiore prospettiva e stabilità alle imprese agricole, valorizzando il ruolo del settore lattiero caseario e le sue inimitabili produzioni Made in Italy”. Nel 2010 diminuita la produzione agricola: -2% 14/02/2011 La produzione agricola subisce una contrazione del 2 per cento nel 2010 imputabile alla forte riduzione delle colture vegetali (- 5 per cento) e ad una crescita di tutte le attività di allevamento (+ 2,3 per cento). E’ quanto stima a Coldiretti in occasione delle rilevazioni sulla produzione industriale elaborate dall’Istat, sulla base di una analisi su dati Ismea. I cali produttivi riguardano tutti le coltivazioni tranne l'olio di oliva ed in particolare l'ortofrutta (mele, pere, pesche, agrumi e kiwi, patate e pomodoro da industria), ma anche i cereali invernali, il mais e il riso. A differenza sono in lieve ripresa le consegne di latte e in aumento le macellazioni di carni bovine, bufaline e suine, e avicole. Il calo della produzione è stato accompagnato da segnali di ripresa sul versante dei prezzi che in media hanno fatto registrare un aumento del 3,7 per cento nel 2010 per effetto soprattutto del recupero negli ultimi mesi dell’anno. Cereali e lattiero caseari sono i settori che hanno mostrato un sensibile recupero dopo i crolli degli anni scorsi con un aumento rispettivamente del 10,2 per cento e del 10 per cento, secondo le analisi Coldiretti su dati Ismea. Ad aumentare nel corso del 2010 sono stati però anche i costi di produzione con una crescita dello 0,5 per cento. Mangimi ed energia sono le voci che hanno fatto segnare le maggiori tensioni nell'anno appena concluso. Per i composti destinati all'alimentazione animale l’aumento medio è stato del 5,4 per cento rispetto al 2009, mentre i prodotti energetici hanno avuto un rincaro del 2,7 per cento, con un punte del +4,7 per cento per i carburanti. Natura 2000, le indicazioni Ue per conciliare tutela ambientale e agricoltura 14/02/2011 Molti siti Natura 2000 includono importanti aree terrestri o marine utilizzate anche per scopi diversi dalla conservazione della natura: per l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca, le attività ricreative o per altre attività produttive e non produttive. La gestione di tali siti è sicuramente complessa, in quanto è necessario trovare il modo di conciliare le misure di conservazione, con gli usi del suolo esistenti e, dunque, l’attività di mediazione tra i portatori d’interessi che insistono in tali aree non è certamente facile. A volte, questo può portare a conflitti tra i proprietari dei terreni, spesso imprese agricole o gli altri soggetti presenti sul territorio e le autorità responsabili per la conservazione della natura, conflitti che possono essere anticipati o risolti se affrontati attivamente. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 83 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Al fine di trovare soluzioni praticabili e per sviluppare pratiche di gestione sostenibile è essenziale comprendere meccanismi e motivi del conflitto. Per tale ragione, la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea ha commissionato uno studio (vedi all'indirizzo http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Agrofarmaci/Documents/natura2000%20conflitti.p df) per esaminare in dettaglio la problematica. Secondo lo studio, al fine di evitare conflittualità sono necessarie due azioni principali: disporre di efficaci strumenti per il negoziato; adottare un corretto processo di pianificazione della gestione. Rispetto all’adozione di efficaci strumenti di negoziazione lo studio evidenzia che quando si affronta il problema della gestione dei siti Natura 2000, compaiono due diversi tipi di conflitti potenziali. Il primo riguarda l’effettiva gestione del sito e la necessità di conciliare i suoi molteplici usi con le esigenze di conservazione delle specie protette e degli habitat presenti. L’altro è il modo in cui viene organizzata la pianificazione della gestione. Spesso i problemi sorgono perché i proprietari dei terreni e i residenti temono di avere poca influenza sul modo in cui un sito Natura 2000 sarà gestito e si sentono esclusi dal processo pianificatorio. Nel primo caso, lo studio individua un certo numero di fonti potenziali di conflitto legate alla gestione quotidiana. Queste includono la preoccupazione per le restrizioni d’uso del suolo, per una inadeguata compensazione, per interferenze alla propria libertà decisionale e la mancanza di informazione. La modalità con cui questi conflitti potenziali sono gestiti dipende in larga misura dalle politiche e dalle consuetudini in vigore in ciascuno Stato membro. Lo studio individua in particolare quattro fattori chiave che influenzano il grado di conflitto che può insorgere: Adeguata disponibilità di fondi: dovrebbe essere disponibile un sistema di aiuti finanziari mirati, ma flessibili - e misure di compensazione, per sostenere le misure di gestione o per la modifica delle pratiche in corso; Procedure amministrative semplici ed efficienti: la concessione di licenze e i finanziamenti per la gestione devono seguire procedure semplici, con chiare linee guida e con azioni di sostegno; Sviluppo di pratiche innovative: i conflitti derivanti da un uso multiplo del suolo potrebbero essere risolti mediante le nuove tecnologie per l’uso del territorio. Tecnologie che spesso vengono sviluppateproprio per rispondere alle esigenze degli utilizzatori pianificatori del territorio; Conoscenza scientifica: per valutare gli effetti sulla biodiversità dei diversi usi di un sito e per sviluppare una buona gestione o misure di mitigazione. In merito alla necessità di adottare un corretto processo di gestione la capacità di evitare situazioni di conflitto dipende anche in gran parte dalla pianificazione della gestione. Molti dei conflitti riportati sono sorti da semplici disaccordi o punti di vista divergenti causati dalla scarsità di consultazione e di dialogo. Lo studio ha identificato alcune misure particolarmente importanti per garantire l’efficacia ed il successo della partecipazione: Struttura di gestione: deve essere identificata una struttura di gestione che garantisca la partecipazione delle principali parti interessate alle decisioni sulla gestione del sito; I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 84 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Partecipazione pubblica: fin dalle prime fasi è essenziale il coinvolgimento e il dialogo basati su un’analisi delle parti interessate; Comunicazione e informazione: dovrebbe essere realizzata una strategia di comunicazione differenziata sulla base delle necessità e degli interessi dei diversi gruppi target; L’istruzione e la formazione: sulle tecniche di comunicazione e facilitazione è di fondamentale importanza in quanto, spesso, la pianificazione della gestione fallisce a causa delle scarse capacità di comunicazione delle autorità responsabili per la conservazione della natura o dei gestori del sito; Conoscenza scientifica di base: una buona base scientifica e un valido programma di monitoraggio sono importanti per una gestione mirata; Integrazione settoriale e delle politiche: Natura 2000 dovrebbe essere considerata un elemento importante e imprescindibile della pianificazione territoriale; Utilizzo di mediatori professionali in caso di conflitti: il coinvolgimento di mediatori indipendenti nelle situazioni di conflitto può aiutare a sbloccare i problemi e dissolvere le tensioni tra i gruppi. La pianificazione e la realizzazione della gestione di Natura 2000 è ancora nelle sue fasi iniziali, il che significa che c’è ancora tempo per ottimizzare la procedura, ma è fondamentale che alle persone con la responsabilità dell’attuazione di Natura 2000 siano fornite competenze, tempo e risorse per svolgere questo lavoro in modo flessibile e trasparente. Il tempo e gli sforzi investiti ora produrranno risultati tangibili più in avanti e porteranno a risultati più sostenibili per Natura 2000 e per la società in generale. Aumentano i costi agricoli: +0,5 nel 2010 07/02/2011 Il 2010 ha chiuso complessivamente con un aumento dello 0,5% dei costi a carico degli agricoltori. E' quanto emerge da una rilevazione dell'Ismea sulla base dell'indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione agricoli. Nell'ultimo decennio i costi dei fattori produttivi hanno registrato un tasso di crescita medio annuo del 3,7%, mentre i prezzi dei prodotti agricoli sono aumentati mediamente dell'1,5%. Mangimi ed energia sono le voci che hanno fatto segnare le maggiori tensioni nell'anno appena concluso. Per i composti destinati all'alimentazione animale le rilevazioni Ismea indicano in media un aumento del 5,4% rispetto al 2009, mentre i prodotti energetici hanno registrato un rincaro del 2,7%, con un punte del +4,7% per i carburanti. Seguono i salari, con variazioni al rialzo dell'1,5%, e gli animali da allevamento (+1,1%). In linea con il dato medio generale l'aumento dei prezzi delle sementi (+0,5%), mentre gli antiparassitari hanno limitato i rincari a un più 0,3%. In controtendenza i concimi, i cui prezzi si sono invece ridotti, su base annua, dell'8,3%. Nel solo mese di dicembre, conclude l'Istituto, l'indice ha fatto registrare un incremento dello 0,7% sul mese precedente e del 4,3% in rapporto allo stesso periodo del 2009. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 85 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Legge sull'etichetta d'origine, l'Italia va avanti 07/02/2011 Sull’etichetta d’origine l’Italia va avanti. Dopo l’approvazione da parte del parlamento della legge sull’obbligo di indicare la provenienza della materia prima in tutti gli alimenti, il Ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, ha confermato la volontà di sostenere la normativa in sede europea con una lettera inviata ai Commissari europei all’Agricoltura, Dragan Ciolos, e alla salute, John Dalli. Nella missiva il titolare del dicastero di via XX Settembre ricorda che “Il Parlamento ha inteso rispondere alla irrinunciabile esigenza di tutela dei consumatori, dando immediata attuazione alla normativa per un'informazione trasparente in merito all'origine agricola della filiera di produzione degli alimenti”. Una legge che, secondo Galan, “'costituisce un mandato preciso e vincolante per la posizione che il nostro Governo dovrà assumere in sede comunitaria, in particolare gia' nella riunione del 14 febbraio, per l'adozione della posizione comune del Consiglio da inserire nell'ambito del Regolamento sull'informazione ai consumatori”. “Il Governo italiano – conclude il ministro delle Politiche agricole - si adopererà affinché il mandato del nostro Parlamento possa trovare pieno riconoscimento in sede comunitaria”. Con questa lettera Galan risponde alla missiva inviata dai due commissari con la quale si chiedeva di poter esaminare il testo. Lo stesso Dalli ha definito la legge italiana “la strada del futuro, con un solo difetto, quello di essere avanti di due anni rispetto al resto d'Europa”. "Quando sono in gioco la volontà e gli interessi dell’intera collettività non bisogna avere paura di metterci la faccia fino in fondo - ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini -. Sosterremo con lealtà e determinazione l’azione a livello comunitario del Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan, del Governo e di tutto il Parlamento italiano. Allo stesso tempo non mancheremo di denunciare, in tutte le sedi e nelle piazze, tutti i tentativi di chi, per interesse 'particolare', tenta di 'boicottare' un processo di democrazia e di trasparenza dell’informazione su ciò che mangiamo in cui il nostro Paese, con questa legge, si è dimostrato leader in Europa”. “La legge sull'etichettatura deve essere applicata subito in Italia – ha puntualizzato il presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Paolo Scarpa Bonazza Buora - e se qualcuno a Bruxelles si sentirà stimolato, ci farà piacere”. Rose, il fiore preferito degli italiani è sempre più straniero 07/02/2011 Più della metà degli italiani acquista prodotti florovivaistici; quelli che riscuotono il maggior successo sono i fiori recisi, con la palma del primato alle rose, in assoluto il fiore preferito. Ma negli ultimi 10 anni sono cambiati gli scenari e il mercato è sempre più coperto da prodotti di importazione: dal 2000 al 2009 sono raddoppiate le importazioni di rose dall’estero, mentre si sono ridotte di due terzi le nostre esportazioni. Tutto questo in assenza di una normativa sull’etichettatura che informi il consumatore della provenienza dei fiori che acquista. Le rose che incontrano maggiormente i gusti degli italiani sono quelle a fiore rosso, soprattutto per San Valentino, mentre per la festa della mamma vanno bene anche altre colorazioni più chiare dal giallo al bianco. Quattro sono i periodi di punta del mercato delle rose: San Valentino e Natale, maggio e settembre; a sostenere la domanda “post-ricorrenze” è il canale delle cerimonie. La maggior parte delle I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 86 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 rose importate nel nostro Paese provengono dall’Olanda, che in buona parte redistribuisce produzioni extracomunitarie, e direttamente dall’ Ecuador. Il settore florovivaistico è uno dei settori di punta del made in Italy, che contribuisce per circa il 6% del totale alla produzione agricola nazionale e fa registrare un saldo attivo nella bilancia import/export pari ad oltre 100 milioni di euro. Le aziende florovivaistiche ammontano a circa 20.500 unità, con una superficie coltivata (tra coperta e scoperta) di oltre 36.000 ettari; si tratta di meno dell’1% della superficie agricola italiana complessiva, ma genera un valore che supera i 3 miliardi di euro. Gli addetti al settore florovivaistico sono oltre 120.000, di cui poco meno del 60% sono i titolari delle aziende e i loro familiari impiegati nell’attività, poco più del 40% sono invece dipendenti a tempo indeterminato e determinato. Complessivamente il settore alimenta anche un fortissimo indotto, collegato alla produzione di fattori di produzione, macchine, strutture, distribuzione, logistica, pubblicità, progettazione ed altro, difficile da quantificare, ma di notevole peso economico ed occupazionale. Una parte di questo settore, quella che produce in serre riscaldate, è stata messa in grossa difficoltà a partire dal novembre 2009, quando una decisione della Agenzia delle Dogane – interpretando in maniera errata il contenzioso in essere con l’Unione europea sulle agevolazioni per il gasolio da riscaldamento – ha sospeso l’agevolazione ad accisa zero per le serre, determinando di fatto una perdita di competitività per le imprese italiane. Questa decisione ha determinato per le imprese un aumento del 22% del costo del riscaldamento. È necessario quindi al più presto il ripristino dell’agevolazione soppressa, nella misura massima compatibile con la normativa comunitaria (21€/1.000 litri è l’accisa minima applicabile senza incorrere in un’infrazione comunitaria). Rose fresche recise Import (kg) Export (kg) 2000 6.675.797 717.225 2009 12.365.223 217.799 Coldiretti, nel 2010 8,3 milioni di italiani nei farmers market (+28%) • • • • • 03/02/2011 pubblicato in: ECONOMIA - ATTUALITÀ Stampa RSS Feed Riduci le dimensioni del testo Aumenta le dimensioni del testo In controtendenza rispetto all’andamento generale aumenta la spesa nei mercati degli agricoltori che nel 2010 fanno registrare un vero boom con una crescita del 28 per cento delle strutture attive, dove durante l’anno hanno fatto acquisti ben 8,3 milioni di italiani. E’ quanto emerge dal primo dossier sul fenomeno dei “Farmers Market in Italia” presentato alla prima assemblea nazionale degli Agrimercato di Campagna Amica della Coldiretti, con la partecipazione tra gli altri di Roberto Weber (Presidente Swg), Giuseppe De Rita (Presidente Censis), Rosario Trefiletti (Presidente Federconsumatori), Paolo Massobrio (enogastronomo) Paolo Scarpa Bonazza (Presidente Commissione Agricoltura del Senato) e Sergio Marini (Presidente della Coldiretti). Nel corso del 2010 sono saliti a 705 i mercati degli agricoltori di Campagna Amica aperti, per un totale di 25.115 giornate (+148 per cento), in tutte le Regioni. Vi hanno venduto di persona i propri prodotti ben I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 87 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 16mila imprenditori agricoli, realizzando complessivamente un fatturato stimato in 320 milioni di euro. Oltre la metà dei mercati (60 per cento) si trova nel Nord Italia, che precede Sud e Isole (22 per cento) e Centro (18 per cento). La regione con il maggior numero di farmers market attivi promossi dalla Coldiretti è il Piemonte, con 105, seguito da Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Toscana. Va però alla Lombardia il primato della regione col maggior numero di produttori (2.250), davanti ad emiliani e piemontesi. “Si tratta di un primato straordinario conquistato in appena due anni dell’inizio di queste esperienze in Italia dove è ora attiva la più estesa rete di vendita diretta dei produttori agricoli presente in tutta Europa”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “dai mercati viene una risposta ad un nuovo stile di vita e ad modello di consumo più sostenibile che si sta affermando tra un numero crescente di cittadini”. Guardare in faccia il produttore, farsi raccontare direttamente la storia del prodotto che si acquista, tagliare le intermediazioni e le manipolazioni sul cibo che si porta in tavola, salvaguardare le tradizioni culturali e colturali, sostenere economicamente il proprio territorio e la possibilità di fare un acquisto al giusto prezzo sono - ha precisato Marini - alcune delle motivazioni che spingono questo successo. Oltre che un’opportunità di mercato per tante nostre imprese, si tratta di una formidabile occasione per aggiungere concorrenza ad un sistema ingessato da anni, ma anche di una esperienza che ha uno straordinario effetto moltiplicatore sulle altre forme distributive, che per rispondere alle esigenze di un consumatore più informato dovranno garantire un adeguato spazio sui propri scaffali al vero prodotto Made in Italy”. Nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica si trovano prodotti locali del territorio che non devono affrontare lunghi trasporti con mezzi inquinanti, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo. La mappa regionale dei mercati degli agricoltori è consultabile sul sito http://www.campagnamica.it/ dove sono indicati gli indirizzi, gli orari di apertura, la gamma di prodotti offerti e il percorso stradale on line più conveniente per raggiungerli. Nei mercati vengono contenuti gli sprechi di imballaggi con l’offerta, ad esempio, di latte sfuso, sono banditi gli ogm e sono messi a disposizione spesso servizi di vendita a domicilio e offerte speciali per i gruppi di acquisto solidale (Gas) formati da condomini, colleghi, parenti o gruppi di amici che decidono di fare la spesa insieme per ottenere condizioni vantaggiose ma soprattutto per garantirsi la qualità di quanto portano in tavola. Un fenomeno che coinvolge anche molti chef che nei loro ristoranti vogliono offrire menu freschi e genuini a chilometri zero. ll 62 per cento dei visitatori dei mercati degli agricoltori sono donne, il 48 per cento ha una età compresa tra i 35 ed i 54 anni e ben il 68 per cento ha una scolarità medio alta, mentre la scelta è fortemente condizionata dalla ricerca di cibi sani, di informazioni sui prodotti e dal bisogno di essere rassicurati su quello che si mette nel piatto, secondo l’indagine Coldiretti/Swg. La voglia di conoscenza è confermata dal tempo di permanenza che è in media di 32 minuti, molto elevato se si tiene conto dell’ampiezza della struttura. Tra le richieste avanzate dai consumatori che frequentano i mercati ci sono la possibilità di avere una gamma più vasta di prodotti, una maggiore frequenza nelle aperture, l’organizzazione di gruppi di acquisto con i produttori dei mercati e la possibilità di visitare l’azienda o di “adottare” una produzione. I prodotti più acquistati nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica sono nell’ordine la verdura, la frutta, i formaggi, i salumi, il vino, il latte, il pane, le conserve di frutta, la frutta secca, i biscotti ed i legumi, con una spesa media di circa 26 euro per visita. Estremamente elevato il grado di soddisfazione che è alto per il 75 per cento degli acquirenti, medio per il 20 per cento mentre solo per il 2 per cento è I.rur Innovazione rurale – www.irur.it 88 via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 basso ed un 3 per cento non risponde. Il giudizio positivo è confermato dal fatto che ben il 91 per cento dei clienti è propenso a consigliare questa forma di acquisto ad altri, con il passaparola che è stato fino ad ora l’unica forma di “pubblicità” adottata per far conoscere i mercati. Un riscontro positivo di questo canale commerciale alternativo si ha anche dal lato dei 16mila produttori che hanno partecipato ai mercati nel corso del 2010, innovando notevolmente la propria attività nell’azienda agricola. La metà degli agricoltori che partecipano ai mercati ha una età compresa tra i 25 ed i 44 anni, che è ben al di sotto dell’età media dell’imprenditorialità agricola italiana che si è alzata in modo preoccupante. L’elemento più rilevante dell’esperienza è il contatto diretto con i clienti con l’87 per cento degli imprenditori che è molto soddisfatto anche perché la nuova attività ha un effetto positivo sull’occupazione, con il potenziamento della propria forza lavorativa nel 39 per cento dei casi, e sul fatturato, che in media fa registrare un aumento del 20 per cento particolarmente rilevante in un momento di crisi. L’IDENTIKIT DEGLI ITALIANI CHE FANNO LA SPESA NEI FARMERS MARKET 62 per cento donne il 48 per cento ha una età compresa tra i 35 ed i 54 anni Il 68 per cento ha una scolarità medio alta Il tempo di permanenza è in media di 32 minuti La spesa media per acquirente è di 26 euro Il 91 degli acquirenti lo consiglierebbe ad altri Fonte: Elaborazioni Coldiretti su Indagine Campagna Amica/Swg 2011 MERCATI DI CAMPAGNA AMICA: CONSUNTIVO 2010 2008 2009 2010 Differenza 2010/2009% Mercati totali 109 935 1.252 +34 Mercati attivi fissi 533 658 +20 Mercati coperti fissi 17 47 +176 Mercati fissi 550 705 +28 Produttori coinvolti 11.663 16.000 +37 Giornate di mercato annue 10.147 25.115 +148 Fonte: Elaborazioni Coldiretti su Indagine Campagna Amica/Swg 2011 I PRODOTTI PIU’ ACQUISTATI NEI MERCATI DI CAMPAGNA AMICA Verdura 72 Frutta 51 Formaggi 49 Salumi/insaccati 24 Vino 16 Latte 11 Pane 11 Conserve di frutta 11 Frutta secca 7 Biscotti 6 Legumi 6 Fonte: Elaborazioni Coldiretti su Indagine Campagna Amica/Swg 2011 I NUMERI DEI MERCATI DI CAMPAGNA AMICA PER REGIONE NEL 2010 PRODUTTORI COINVOLTI REGIONE TOTALE MERCATI ATTIVI NEI MERCATI Piemonte 1.940 105 Valle d'Aosta 71 2 Trentino-Alto Adige 108 5 Lombardia 2.250 88 I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 89 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Veneto 1.076 87 Friuli-Venezia Giulia 393 22 Liguria 688 36 Emilia-Romagna 2.201 80 NORD 8.727 425 Toscana 901 52 Abruzzo 161 13 Umbria 101 9 Lazio 1.427 33 Marche 249 16 Molise 113 4 CENTRO 2.952 127 Basilicata 45 2 Campania 1.715 50 Sardegna 344 13 Puglia 868 52 Calabria 258 7 Sicilia 1.091 29 SUD E ISOLE 4.321 153 TOTALE ITALIA 16.000 705 Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Campagna Amica FILIERA ITALIANA E ACCORDI ECONOMICI PER LA RISICOLTURA PIEMONTESE 28/02/2011 - N.12 Si è riunito presso la Coldiretti del Piemonte il Gruppo di lavoro specializzato nel settore risicolo nell’ambito dell’Osservatorio regionale mercati con il coordinamento del presidente della Coldiretti di Vercelli-Biella Paolo Dellarole. Nella riunione di lunedì 28 febbraio il gruppo di lavoro sulla risicoltura ha analizzato il comparto piemontese che fa perno attorno alle quattro province di Vercelli, Biella, Novara e Alessandria, dove sono complessivamente coltivati 121.500 ha. “Coldiretti ritiene utile promuovere iniziative a livello economico – dice Paolo Dellarole - per dare concretezza alla Filiera Agricola tutta Italiana anche nel settore risicolo. Sin dai prossimi giorni verranno presi gli opportuni contatti con le riserie artigianali e industriali per siglare accordi di filiera. Per questo fine è stata studiata una bozza di contratto il cui obiettivo non è solamente la pur importante tutela economica del produttore, ma quella di premiare gli imprenditori che puntano sull’ottenimento di un riso di qualità. Coldiretti Piemonte auspica che la nuova dirigenza dell’Ente Risi sappia perseguire gli stessi nostri obiettivi nell’intento di dare vere e concrete risposte economiche agli imprenditori risicoli”. Relativamente all’ andamento del mercato italiano l’Osservatorio Mercati di Coldiretti Piemonte ha rilevato che con le 36.176 tonnellate di questa settimana, di cui 14.083 di Lunghi A, 11.199 di Lunghi B, 9.724 di Tondi e 1.170 di Medi, il totale delle vendite dei produttori si è attestato a 944.968 tonnellate che corrispondono al 58,5% della disponibilità vendibile. Le vendite dei Lunghi A e dei Lunghi B si collocano al 60% della disponibilità, mentre quelle dei Tondi sono di poco superiori al 56%. E ora un accenno al mercato europeo. Complessivamente, i flussi in entrata risultano in calo di 36.683 I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 90 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 tonnellate (-9,2%), con un calo dell’11% del riso semi-greggio ed un calo del 7,2% del riso lavorato. Hanno ripreso vigore le esportazioni che nell’ultima settimana hanno fatto registrare richieste di titoli per 5.754 tonnellate, base lavorato. Rispetto alla scorsa campagna risultano maggiori esportazioni per 28.503 tonnellate, essendo passate da 69.083 a 97.586 tonnellate. http://www.piemonte.coldiretti.it/piemonte-rurale-annoE’ scaricabile dal link 2011.aspx?KeyPub=10019387|25399710&Lingua=IT il numero 2 I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 91 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Link: http://www.confagricoltura.it/Pages/default.aspx 23/02/2011 Inflazione. Confagricoltura: “fluttuazioni anomale dei cereali sui mercati internazionali. A gennaio i rincari ora però incide la crisi del Nord Africa” “Le nostre imprese sono nell’impossibilità di governare i prezzi, determinati dal mercato mondiale; infatti l’Italia è deficitaria di generi alimentari strategici, come cereali e carni”. Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati Istat sui prezzi al consumo definitivi, a gennaio, dei beni alimentari non lavorati, che sono aumentati dell’1,8% rispetto a dicembre 2010 e del 2,7% rispetto a gennaio dell’anno scorso. Commenta Confagricoltura: “I rincari che si registrano sono dovuti soprattutto al rialzo ai massimi storici dei prezzi delle commodity su scala mondiale ed in particolare alle forti tensioni in atto sul mercato cerealicolo, dove - come ha evidenziato Ismea - in un solo mese i prezzi sono saliti mediamente del 10,5%, con punte del 19,8% per il frumento duro. Anche se andrebbe correttamente ricordato che i prezzi medi dei cereali in Italia all’inizio del 2010 erano praticamente quelli di dieci anni prima”. Di questa situazione, nonostante il parziale recupero delle ultime settimane (che non riguarda tutti i comparti e che comunque viene annullato nel medio e lungo periodo in termini di redditività vista la maggiore dinamica dei costi), le imprese agricole non si avvantaggiano. “Si crea un effetto a carico degli agricoltori, perché gli aumenti spingono ad incrementare ancor più i prezzi dei mezzi tecnici necessari alla produzione”. “Le fluttuazioni anomale sui mercati internazionali delle commodity agricole vanno ormai di pari passo con quelle dei mercati finanziari e sono ora - ricorda l’Organizzazione degli imprenditori agricoli condizionate dalla reazione negativa agli accadimenti in Nord Africa e Medio Oriente. Subiamo fortemente, più che beneficiarne, le oscillazioni e le criticità 22/02/2011 Consiglio Agricolo Ue, Confagricoltura: “etichetta europea d’origine nell’interesse delle imprese e della societa’ civile dei consumatori” “E’ stato compiuto un passo avanti importante, ma non esaustivo nella lunga strada per arrivare all’etichettatura europea d’origine, unico obiettivo compatibile con gli interessi delle imprese e della società civile”. Questo il commento di Confagricoltura in relazione agli esiti della discussione del Consiglio Agricolo sull’etichettatura delle carni suine, ovine, avicole che passa all’esame del Parlamento europeo e quindi alla successiva e definitiva approvazione da parte del Consiglio. Occorrerà seguire il processo decisionale nei passaggi che ci porteranno alla definitiva approvazione e successivamente alla sua applicazione definitiva. La necessità che l’indicazione d’origine sia resa obbligatoria e applicata in modo omogeneo a tutti i prodotti commercializzati sui mercati europei rappresenta per Confagricoltura, un punto fermo, come la necessità che i futuri adempimenti non si traducano in un danno per il momento produttivo con nuovi costi e vincoli peraltro difficilmente sopportabili dalle imprese e dai consumatori. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 92 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 18/02/2011 Confagricoltura boccia l’ipotesi di norma che vorrebbe limitare la destinazione a biogas al 15% dei raccolti “Non si può affossare l’agricoltura e la green economy con un provvedimento che nasce senza tener conto delle nuove esigenze dell’economia e della società”. Così Confagricoltura boccia decisamente la norma chiesta dalle Commissioni riunite Ambiente ed Attività produttiva della Camera al decreto legislativo per il recepimento della direttiva comunitaria 2009/28/CE, che limita al 15% le coltivazioni dedicate impiegabili negli impianti a biogas. Il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni ha già inviato una lettera ai ministri dello Sviluppo Economico e delle Politiche agricole, Paolo Romani e Giancarlo Galan, ribadendo che “la crescita del biogas-biometano rappresenta una fondamentale opportunità di integrazione di reddito per le imprese agricole, nonché un valido contributo alla produzione di energia rinnovabile in modo sostenibile per il Paese”. L’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha quindi predisposto un dettagliato documento da trasmettere alle forze politiche e parlamentari in cui ricorda le disposizioni comunitarie e nazionali e fa presente come “la direttiva 2009/28/CE non prevede alcuna delega nella limitazione all’uso delle coltivazioni dedicate per la filiera del biogas. Al contrario mira a promuovere ulteriormente lo sviluppo delle rinnovabili nelle aziende agricole”. “La norma in gestazione vorrebbe introdurre un limite per evitare squilibri negli approvvigionamenti e nei prezzi delle produzioni agricole. Ma un obiettivo del genere - ricorda Confagricoltura - non può essere raggiunto con limitazioni fissate a livello nazionale che non tengono conto delle specificità territoriali e impediscono l’adeguato sviluppo delle coltivazioni energetiche in luoghi e situazioni dove la loro produzione potrebbe rappresentare l’unica vera opportunità di reddito. E creano un brusco arresto degli investimenti nel settore agroenergetico”. “Per risolvere gli squilibri di approvvigionamento - sottolinea infine Confagricoltura - esistono già le linee guide sulle autorizzazioni degli impianti definite dal decreto ministeriale 10 settembre 2010 che prevedono che le Regioni possano intervenire a livello territoriale”. 15/02/2011 Commercio estero. Confagricoltura: peggiorato il deficit agroalimentare nel 2010 ma per l’export di prodotti agricoli freschi la crescita è da record “Il deficit agroalimentare nazionale nel 2010 è peggiorato rispetto al 2009, pur rimanendo al di sotto della soglia dei 9 miliardi di euro (-8,5 miliardi per la precisione) così come è avvenuto nei due anni precedenti”. E’ questa la situazione che registra Confagricoltura in relazione all’andamento del commercio estero nel 2010 sulla base dei dati Istat. Il peggioramento del disavanzo - osserva Confagricoltura - si è accompagnato comunque ad una nota positiva: il 2010 è stato l’anno dei prodotti agricoli freschi sui mercati esteri il cui export è cresciuto di ben il 21,3% rispetto al 2009; un tasso di aumento record mai raggiunto da dieci anni a questa parte e superiore alla percentuale di aumento dell’export italiano complessivo, attestatosi al 15,7%. Ricorda poi Confagricoltura: “E’ confermata la tendenza degli ultimi anni nei quali la dinamica dell’export di prodotti agricoli è stata sempre migliore di quella dell’export del complesso del made in Italy”. Anche l’import di prodotti agricoli è cresciuto nell’ultimo anno del 14,3%, comunque meno dell’aumento complessivo delle importazioni italiane (+22,6%). “Buona parte del deficit agroalimentare nazionale (5,5 miliardi di euro su 8,5) è ormai dovuto alla dipendenza dall’estero dei prodotti agricoli. Per questo - conclude Confagricoltura - occorre aumentare sia l’auto-approvvigionamento sul mercato interno, sia la propensione all’export sui nuovi mercati, come I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 93 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 sta cercando di fare la nostra Organizzazione con varie iniziative di internazionalizzazione a favore delle imprese associate, da ultimo alla Fiera Fruit Logistica di Berlino”. TABELLE Saldo commerciale dell'agroalimentare italiano (elaborazione Confagricoltura su dati Istat) Anno Saldo Milioni di euro 2004 -9.372 2005 -9.263 2006 -9.889 2007 -9.746 2008 -8.956 2009 -7.714 2010 -8.551 Import export agroalimentare italiano in valore Variazioni 2010 su 2009 (elaborazione Confagricoltura su dati Istat) Evoluzione delle esportazioniEvoluzione delle importazioni Prodotti Agricoli +21,3% +14,3% Alimentari trasformati* +10,8% +11,4% Totale agroalimentare +12,7% +12,3% Totale commercio estero +15,7% +22,6% * Alimentari, bevande e tabacco Evoluzione in valore dell’export italiano agricolo e complessivo I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 94 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte - variazioni annuali (elaborazione Confagricoltura su dati Istat) Anno Export agricolo Febbraio 2011 Export complessivo 2007 2008 2009 2010+13,3% +7,3% -13,8% +21,3% +9,9% +1,2% -20,9% +15,7% 11/02/2011 Semine: Confagricoltura, grano duro e bietole, gli agricoltori ci ripensano e tornano a coltivarli. L’aumento dei terreni a riposo inferiore alle previsioni Istat Per effettuare le stime sulle semine di quest’anno l’Istat ha contattato gli agricoltori del campione d’indagine, a novembre-dicembre scorso e tra l’altro ha previsto una diminuzione delle superfici coltivate a frumento duro (-13,5%) e tenero (-5%). “In tale periodo però – ricorda Confagricoltura - le condizioni del maltempo rendevano impossibili le semine in molte aree del Paese e spingevano quindi gli agricoltori a fare considerazioni che poi, a gennaio, specie al Centro-Sud dove si è avuto un clima asciutto, hanno accantonato; oltre tutto in tale epoca il grano duro è tornato ad essere una produzione interessante per gli agricoltori grazie al consistente aumento dei prezzi (+14%)”. In base alle stime Istat le superfici non coltivate aumenterebbero del 19,1%. Ma, ad avviso di Confagricoltura, “molti terreni sono rimasti temporaneamente a riposo per rotazione in vista delle semine primaverili di mais e soia al Nord e di girasole al Sud. Riteniamo che il dato sull’incremento delle superfici a riposo ipotizzato dall’Istat sarà probabilmente dimezzato”. Per la barbabietola da zucchero l’Istituto Nazionale di Statistiche stima una riduzione delle superfici del 21%, ma anche in questo caso, in realtà, Confagricoltura ritiene che ci dovrebbe essere un recupero, date le maggiorazioni di prezzo pattuite da alcuni zuccherifici con gli agricoltori nelle ultimissime settimane, proprio per evitare un crollo delle semine a febbraio. 10/02/2011 Occupazione: nel 2010 oltre un milione di giornate di lavoro dipendente in più nelle imprese di Confagricoltura Nonostante la crisi economica ed il calo delle imprese agricole, cresce l’occupazione nel settore primario. Lo sottolinea Confagricoltura che rivela un positivo trend di crescita degli occupati in agricoltura nei primi tre trimestri del 2010 rispetto all’anno precedente, con quasi due milioni di giornate lavorative in più. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 95 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 In questo contesto aumenta in maniera significativa l’occupazione nelle imprese associate a Confagricoltura che, durante il 2010, hanno dato occupazione per oltre un milione di giornate di lavoro dipendente in più rispetto al 2009 (complessivamente oltre 23 milioni). “I dati – commenta l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - confermano che l’agricoltura ha grandi potenzialità occupazionali e che la stabilizzazione delle agevolazioni contributive per le aree montane e svantaggiate, prevista dalla legge ‘Stabilità 2011’, fortemente volute da Confagricoltura, ha consentito di continuare a svolgere questa funzione essenziale”. “C’era il rischio di dismettere l’attività agricola in aree marginali o comunque difficili, dove il presidio del territorio ed il mantenimento dell’occupazione erano fondamentali – conclude Confagricoltura – invece, con la stabilizzazione raggiunta, questo pericolo è stato scongiurato, anche se le difficoltà con cui devono confrontarsi le imprese del settore restano tante e gravi”. 09/02/2011 Prezzi grano, Confagricoltura: “la siccità in Cina non deve diventare un volano per la speculazione” “Oltre 5 milioni di ettari, su un totale di 24 milioni seminati a grano nel nord della Cina, soffrono per la prolungata siccità da quattro mesi. Ma è troppo presto per lanciare allarmi; gli eventi climatici cinesi non devono preoccupare i mercati internazionali e fare da volano ad operazioni speculative, oltre tutto in una fase di mercato che già offre poche certezze agli operatori”. Lo sottolinea Confagricoltura che sta monitorando attentamente la situazione e le sue ripercussioni sulle quotazioni. Dice l’Organizzazione degli imprenditori agricoli: “Ogni ragione di allarme va attentamente valutata, perché crea un rialzo dei prezzi, seguito da un puntuale ribasso delle quotazioni nel momento in cui la situazione ritorna alla normalità”. Perché la siccità cinese non deve ancora preoccupare? Spiega Confagricoltura: “Solo se dovesse perdurare fino a tutto aprile, potrebbe profilarsi una riduzione delle rese del frumento fino a un 20%”. L’Organizzazione agricola ricorda infine che la Cina, pur essendo il secondo produttore mondiale di frumento con 115 milioni di tonnellate, non ha un ruolo significativo nel commercio planetario, perché il 90% di ciò che produce è destinato all’autoconsumo ed attualmente il Paese dispone di stock sufficienti per oltre sei mesi 07/02/2011 Biogas: Confagricoltura, eccessive le limitazioni proposte dalle Commissioni parlamentari Confagricoltura esprime la propria contrarietà in merito alla proposta di parere delle Commissioni parlamentari sul biogas. Voler limitare al 15 per cento del totale delle coltivazioni dell’azienda quelle energetiche impiegabili negli impianti a biogas ridurrebbe drasticamente lo sviluppo del settore, in contrasto con gli obiettivi fissati dal piano di azione nazionale sulle energie rinnovabili (PAN) e dalle misure di adeguamento alla normativa comunitaria in materia di energie (legge n. 96 del 2010 – art. 17). Il biogas – spiega l’Organizzazione agricola - è il settore dove la maggior parte degli investimenti viene effettuata direttamente da imprenditori che utilizzano biomasse vegetali ed animali provenienti in misura prevalente dalle loro aziende. Di fronte alla crisi del settore è incomprensibile la restrizione proposta ad un’attività che rappresenta una valida integrazione di reddito per gli agricoltori. In merito all’equilibrato rapporto tra produzioni agroalimentari ed agroenergetiche sono già sufficienti conclude Confagricoltura - le indicazioni contenute nelle linee guida sulle autorizzazioni, recentemente emanate dal ministero dello Sviluppo economico. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 96 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 04/02/2011 Inflazione. Confagricoltura: “Prezzi al consumo penalizzati dai rincari delle commodity sui mercati mondiali” Nel mese di gennaio, secondo le stime preliminari Istat, i prezzi al consumo dei beni alimentari non lavorati sono aumentati dell’1,7% rispetto a dicembre 2010 e del 2,6% rispetto a gennaio dell’anno scorso. “Questo è avvenuto commenta Confagricoltura - per effetto anche del rialzo, ai massimi storici, dei prezzi delle commodity su scala mondiale, come segnala la stessa Fao”. “Le nostre imprese – prosegue Confagricoltura - sono nell’impossibilità di governare i prezzi, determinati dal mercato mondiale; infatti l’Italia è deficitaria di generi alimentari strategici, come cereali e carni”. Certo di questa situazione, nonostante il parziale recupero delle ultime settimane (che non riguarda tutti i comparti e che comunque viene annullato nel medio e lungo periodo), le imprese agricole non si avvantaggiano. “Si crea un effetto perverso sui redditi degli agricoltori, perché gli aumenti spingono ad incrementare ancor più i prezzi dei mezzi tecnici necessari alla produzione”. E Confagricoltura fa presente come dai dati Ismea emerga che, in dieci anni, i rialzi dei prezzi dei fattori produttivi (energia, lavoro, fitofarmaci…) sono stati più del doppio rispetto a quelli dei prodotti agricoli (rispettivamente 3,7% e 1,5% in media per anno). Tutto ciò, dice Confagricoltura, deve far riflettere: “L’agricoltura ed il settore agroindustriale devono avere un posto di preminenza, sia per temperare le nuove tensioni sui prezzi delle commodity che si fanno sempre più marcate sui mercati internazionali, sia per non cedere terreno sull’export dei prodotti alimentari ‘made in Italy’, che costituiscono un elemento determinante delle nostre vendite all’estero”. 02/02/2011 Confagricoltura: “per fronteggiare la crisi suinicola, oltre all’ammasso, servono politiche di sostegno e rilancio” “L’ammasso privato delle carni suine, oltre a produrre un impatto modesto sulla situazione economica dalla realtà produttiva italiana, non deve essere considerato l’unico intervento possibile a sostegno del settore”. Lo sottolinea Confagricoltura in relazione al provvedimento varato recentemente dall’Unione Europea. “I rischi di un imminente destrutturazione di buona parte della filiera, che già appaiono reali e concreti, si accentueranno - dice Confagricoltura - se non verranno messe in atto concrete misure di carattere economico, finanziario, tributario e fiscale in grado di aiutare gli allevatori a superare l’attuale stato di crisi”. Per l’Organizzazione degli imprenditori agricoli “in questa delicatissima situazione sono indispensabili concrete manifestazioni di maggiore responsabilità degli altri segmenti economici della filiera produttiva, che si devono fare carico, per la loro parte, delle crescenti difficoltà del comparto suinicolo”. Confagricoltura stigmatizza altresì il comportamento dei macellatori che rischia di vanificare il lavoro realizzato con la costituzione della Commissione Unica Nazionale. “L’esasperazione degli allevatori è ormai ai limiti. Non è possibile sopportare più a lungo atteggiamenti chiaramente non coerenti con i trend economici. Le regole che sono state stabilite vanno rispettate” I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 97 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI DEL PIEMONTE Link:http://www.piemonte.cia.it/ciapiemonte/svl/documentiLst?sez_id=93 Data: 28/02/2011 Titolo: Le Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia contro i tagli alle APA GLI ASSESSORI DI PIEMONTE, LOMBARDIA, VENETO ED EMILIA ROMAGNA PROTESTANO CONTRO I TAGLI ALLE ASSOCIAZIONI ALLEVATORI La mancata copertura finanziaria da parte del decreto milleproroghe delle attività di miglioramento genetico gestite dalle Associazioni Allevatori, oltre a destare seria e motivata preoccupazione per un settore allo stato attuale vero e proprio fiore all’occhiello dell’economia italiana, denota una scarsa attenzione da parte dello Stato nei confronti delle potenzialità caratterizzanti il comparto. Il recente incontro Stato-Regioni, nel corso del quale si è aperto un confronto con il fine di raggiungere una soluzione condivisa ed efficace, non ha portato al risultato auspicato: la proposta avanzata dal Ministro Galan di recuperare i finanziamenti necessari alle Apa spremendo ulteriormente i già limitati bilanci regionali, non è stata giudicata adeguata, e quindi applicabile. Escludere dal sostegno finanziario le Associazioni Allevatori significa penalizzare in modo irreversibile tutto il settore della zootecnia e i comparti strettamente dipendenti dalle attività di miglioramento genetico a partire dalle attività di prevenzione e sicurezza alimentare. Un problema, quindi, non circoscritto solo al mondo agricolo, ma che coinvolge buona parte della società: ricerca, tracciabilità degli alimenti, posti di lavoro, sicurezza alimentare, innovazioni di tipo genetico, benessere animale. L’appello è unanime e deciso: se il comparto zootecnico italiano vuol continuare a mantenere il suo primato, deve poter essere sostenuto e appoggiato. La zootecnia del nostro Paese, simbolo di eccellenza e qualità, non può passare in secondo piano, sono necessarie risorse per proseguire l’esperienza. Confidiamo che il governo nazionale accolga nel più breve tempo possibile la richiesta formulata a nome delle Regioni italiane dal Presidente Vasco Errani di un incontro con il governo alla presenza delle Organizzazioni Professionali e delle rappresentanze del mondo agricolo e sociale al fine di chiarire l’impatto della manovra sul sistema e trovare una soluzione condivisa ed immediata alla grave situazione di emergenza. Gli Assessori Regionali all’Agricoltura: Claudio Sacchetto (Piemonte) Giulio De Capitani (Lombardia) Franco Manzato (Veneto) Tiberio Rabboni (Emilia Romagna) Data: 27/02/2011 Titolo: Alta Langa, nuova docg retroattiva a partire dal 2008 ALTA LANGA, NUOVA DOCG RETROATTIVA A PARTIRE DALLA VENDEMMIA 2008 Il Ministero delle Politiche agricole e Forestali ha firmato il decreto per il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita che prevede anche le norme della retroattività dalla vendemmia 2008. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica. “Questo traguardo è motivo di grande orgoglio per me e per tutti i produttori e viticoltori che credono in questo prodotto – ha dichiarato ad At News il Presidente del consorzio, Lamberto I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 98 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Vallarino Gancia – . Ora dovremo impegnarci per dimostrare che l’Alta Langa metodo classico merita questo riconoscimento, mantenendo e cercando di migliorare il già ottimo livello di qualità raggiunto faticosamente in questi anni”. Del “club” delle eccellenze del Piemonte enologico fanno già parte: Asti, Brachetto d’Acqui, Barbera d’Asti, Barbera del Monferrato Superiore, Barbaresco, Barolo, Dogliani, Gattinara, Gavi, Ghemme, Roero, Dolcetto di Ovada Superiore. Ha proseguito Gancia: “E’ inoltre stata accolta la richiesta di retroattività per quanto riguarda le annate 2008/2009/2010: tale riconoscimento, di primaria importanza, premia gli sforzi fatti da tutta la filiera per ottenere la docg. Infatti, in considerazione del lungo periodo di affinamento in bottiglia a cui lo spumante deve essere sottoposto, si sarebbero viste le prime bottiglie dell’annata 2012 solo in commercio nel 2015”. Il Consorzio Alta Langa raccoglie 63 viticoltori che con le loro famiglie hanno riportato la vite sulle colline più alte delle tre province, dove viene coltivata con estremo rigore e rispetto del territorio. La produzione odierna viene garantita da nove aziende del Consorzio: la Giulio Cocchi di Asti, Fontanafredda e Germano Ettore di Serralunga d’Alba, Fratelli Gancia e Giovanni Bosca Tosti di Canelli, Martini & Rossi di Pessione, Enrico Serafino di Canale, Bera di Neviglie e Vigne Regali di Strevi. Alta Langa è uno spumante Brut prodotto esclusivamente da uve Pinot Nero e Chardonnay coltivate in colline sopra i 250 metri sul livello del mare e può essere solo millesimato, cioè si produce nelle annate di pregio. E’estremamente longevo e possiede notevole ampiezza nei profumi e complessità dei gusti che si sviluppano grazie alla fermentazione e all’affinamento in bottiglia per non meno di trenta mesi. Spumante raffinato si adatta bene ad accompagnare tutto il pasto. Data: Titolo: 25/02/2011 Confermato il rinvio del pagamento delle multe per le quote latte CONFERMATI I TAGLI ALLE ASSOCIAZIONI ALLEVATORI E LA PROROGA DI SEI MESI DELLE MULTE DELLE QUOTE LATTE Il Governo ha posto la fiducia sul maxiemendamento che sostituisce interamente il decreto milleproroghe, oggetto di rilievi da parte del Capo dello Stato e all’esame della Camera. Nulla è cambiato per quanto riguarda lo spostamento di sei mesi del pagamento delle multe relative alle quote latte. Il pagamento attualmente previsto dai piani di rateizzazione entro il 31 dicembre scorso è differito al 30 giugno 2011. Continua quindi la grottesca sceneggiata della proroga del pagamento delle multe relative alle quote latte. La proroga è un affronto a tutti quei produttori che, convinti di vivere in uno Stato di diritto, hanno sempre rispettato le regole ed un'ennesima violazione dei ripetuti impegni, assunti a livello politico dal Governo italiano, di imporre una rigorosa ed efficiente applicazione del regime delle quote latte. Bruxelles ha già detto che l'emendamento viola la normativa UE, ma ciò non ha influito sulla decisione Governo e della maggioranza che lo sostiene. Con quale autorevolezza il nostro Governo potrà presentarsi in sede comunitaria per difendere la legge nazionale sull’etichettatura - che rende obbligatoria l’indicazione d’origine sui prodotti alimentari- dopo aver dato un’altra lampante dimostrazione di non tenere in alcun conto gli inviti al rispetto delle normative comunitarie? Contro il maxiemendamento hanno protestato anche le Associazioni allevatori che si sono I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 99 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 viste azzerare i finanziamenti. Le Associazioni degli Allevatori - cui fino allo scorso anno lo Stato destinava 65 milioni di euro per promuovere il miglioramento genetico, la sicurezza alimentare, il benessere animale e la competitività delle stalle italiane - hanno emesso il seguente comunicato. “Con un colpo di spugna si smantella un sistema efficiente, cresciuto e consolidato negli anni, ritenuto fra i migliori al mondo. Gli effetti di una scelta politica così miope si riverseranno inevitabilmente su un comparto strategico, per il fatturato che produce, per l’indotto che genera, perché collegato direttamente all’offerta turistica e all’azione di presidio del territorio. Non a caso la Cassazione ha definito di rilevante interesse pubblico quella attività che da domani invece non potremo più garantire, grazie a quello stesso mondo politico e produttivo che ogni giorno auspica investimenti a favore della competitività ma poi, al momento di decidere, ha scelto di cancellare, dalla sera alla mattina, le risorse per il sistema allevatori”. Data: 24/02/2011 Titolo: Documento unitario sulla riforma della Pac, ha aderito anche la Coldiretti RIFORMA DELLA DOCUMENTO UNITARIO SULLA COLDIRETTI. POLITI: L'ITALIA DEVE FARE SQUADRA PAC. ADERISCE ANCHE LA E' stato definito un documento congiunto sottoscritto da tutte le associazioni di rappresentanza della filiera italiana (Cia, Coldiretti,Confagricoltura, Copagri, FedagriConfcooperative, Legacoop-agroalimentare, Agci-Agrital, Unci-Coldiretti, Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil) sul tema della Pac dopo il 2013. Il documento è stato presentato al ministro per le politiche agricole Giancarlo Galan in occasione del forum sul futuro della Pac, organizzato a Roma dallo stesso ministro il 22 febbraio scorso. Nel sottolineare l'importanza della definizione di questo documento congiunto, le organizzazioni firmatarie sollecitano il governo italiano a fare proprie le indicazioni e le proposte in esso contenute in vista della definizione finale di una forte e condivisa posizione italiana da portare in Europa nelle trattative sul futuro della Pac. Al Forum sulla Pac, tenutosi a Roma all’hotel Excelsior, hanno partecipato i componenti delle Commissioni agricoltura di Camera e Senato, gli assessori regionali, i rappresentanti delle organizzazioni professionali di categoria, dei sindacati, della cooperazione e degli enti locali. Il Presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi intervenendo al Forum ha dichiarato che “Davanti a un negoziato complesso e carico d’incognite, quale è quello per la nuova Pac, c’è assoluto bisogno di fare squadra. L’intero sistema agroalimentare italiano deve impegnarsi per una posizione unitaria che permetta di far valere le ragioni del nostro Paese. Ed è per questo che riteniamo positivi sia il confronto avviato tra i vari soggetti del settore, che ha portato ad un documento unitario, sia il Forum del ministero. La riforma deve vedere l’Italia protagonista attiva”. “Gli interventi Ue – ha aggiunto il presidente della Cia - devono essere rivolti agli agricoltori professionali, alle imprese orientate al mercato, che producono ricchezza e beni pubblici per la società. Basta con le rendite parassitarie che rappresentano solo un danno per il settore primario”. Allo stesso modo, ha spiegato Politi, nella ripartizione dei contributi della Pac (primo pilastro) tra gli Stati membri “non si può accettare solo il criterio della superficie, ma occorre che siano presi in considerazione quelli della produzione lorda vendibile e del valore aggiunto, che I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 100 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 misurano l’intero potenziale produttivo agricolo, che comprende il fondo, i capitali investiti, il lavoro e la capacità imprenditoriale” “Occorre, altresì – ha proseguito Politi - accrescere gli interventi di mercato, essenzialmente con due finalità di fondo: l’organizzazione delle filiere e la difesa dei redditi contro le crisi e la volatilità dei prezzi, anche attraverso forme innovative d’intervento come le assicurazioni agevolate”. Data: 24/02/2011 Titolo: Carlo Ricagni: l'agricoltura del Novese è in buona salute . CARLO RICAGNI : L’AGRICOLTURA DEL NOVESE E’ IN BUONA SALUTE L’agricoltura nel Novese è in buona salute. Secondo il presidente provinciale e quello zonale della Cia (confederazione italiana agricoltori), Carlo Ricagni e Gianfranco Semino i settori che più tirano sul mercato sono quello vitivinicolo e quello cerealicolo. “Il Gavi sta andando molto bene - sottolinea Ricagni - Con la cosiddetta “Commissione paritetica”, formata dalle associazioni degli agricoltori e dal consorzio di tutela, è stato raggiunto un accordo importante relativo al prezzo minimo delle uve. C’era, infatti, il rischio di un abbassamento dei prezzi ma si è riusciti a scongiurarlo”. Il Gavi docg, quindi, si conferma prodotto di punta nell’intero panorama provinciale, considerando anche il fatto che circa il 70% della produzione finisce all’estero. I cereali, invece, hanno subito una impennata: i prezzi sono quasi raddoppiati rispetto all’anno passato e i tempi bui sembrano ormai lontani. “La domanda mondiale di cereali è in crescita e gli esperti sostengono che questo trend - prosegue Ricagni - continuerà ancora. Si tratta di un dato importante anche perché la zona dell’alessandrino, insieme a Bologna, è la prima produttrice italiana di cereali”. Purtroppo, però, mancano le infrastrutture. I cereali, infatti, necessiterebbero di grandi spazi di stoccaggio per poterli dividere in base alle loro caratteristiche ma la Cia sta pensando di portare avanti, su questo versante, un progetto ambizioso e cioè realizzare un’ampia area di stoccaggio dove far confluire il prodotto seminato in provincia e qui suddividerlo in base alla qualità. Continua invece a latitare, nonostante l’accordo siglato con la Elah Dufour Novi, la produzione di nocciole. Due anni fa il cavalier Flavio Repetto, in occasione di una sua partecipazione a un convegno sull’agricoltura a Novi, aveva abbracciato la proposta dell’assessore provinciale all’agricoltura Lino Rava di potenziare la produzione di nocciole (quelle tonda e gentile del Piemonte) per rifornire l’industria dolciaria che oggi si approvvigiona prevalentemente nella zona delle Langhe. “Purtroppo- dice Semino - nel nostro territorio questa produzione non ha attecchito”. Intanto il Comune di Novi sta elaborando i dati relativi al censimento generale dell’agricoltura. In base infatti alla legge 166 del novembre 2009 i Comuni devono attivare il censimento agricolo. Dai dati ancora provvisori, dal momento che gli uffici comunali stanno lavorando proprio in questi giorni ai risultati del censimento, si evince che nel novese le aziende agricole sono 356 e la superficie totale agricola è di 1.986 ettari, di cui 1.361 ettari a seminativo. 184 ettari sono a colture legnose, tra cui la vite. Data: 24/02/2011 Titolo: Riso, nel 2010 aumentata la superficie, calata la produzione AUMENTATA NEL 2010 LA SUPERFICIE COLTIVATA A RISO, MA NON NELLE PROVINCE DI NOVARA E VERCELLI. CALATA LA PRODUZIONE Nel 2010 la superficie coltivata a riso in Italia ha raggiunto i 247.500 ettari, una estensione che non ha precedenti, ma, nonostante l’incremento di superficie di 9mila ettari rispetto al 2009, la produzione(circa 1,56 milioni di tonnellate) è rimasta lontana di 28mila tonnellate da quella del 2009, quando fu raggiunto il record storico, mentre i prezzi, dopo essere scesi per tutto quell’anno e sino alla tarda primavera/estate del 2010, sono poi saliti, insieme a tutte le I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 101 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 materie prime, agricole e non. Il riso è prevalentemente coltivato nei due distretti risicoli piemontese e lombardo a cavallo del Ticino (circa il 92,4% della superficie a riso), mentre il polo della pianura padana nord orientale con Ferrara, Rovigo, Verona e Mantova copre l’altro 5% Le rese, dopo aver toccato un massimo nel 2009 di 7 t/ha, sono ridiscese nel 2010 a 6,32 t/ha, con ciò contribuendo al deludente risultato produttivo. La produzione media è calata a causa sia dell’andamento climatico, sia del fatto che l’espansione delle superfici è avvenuta in parte in aree in cui non vi era più da tempo la consuetudine alla coltivazione del riso. L’incremento di superficie non ha, per esempio, riguardato le provincie di Vercelli e Novara che insieme hanno perso l’1% della loro quota. La superficie media aziendale a riso si è portata in Piemonte a 59,8 ettari rispetto ai 58,7 del 2009. Data: 23/02/2011 Titolo: L'Istat conferma: l'export dell'agroalimentare in forte crescita L’ISTAT CONFERMA: LE ESPORTAZIONI SONO IN FORTE CRESCITA. TREND POSITIVO ANCHE NEL 2011 Dai dati Istat sul commercio estero si evince che nel 2010 le esportazioni di prodotti agroalimentari (sia prodotti freschi, sia trasformati) sono cresciute del 15,7%. Un trend confermato anche nel primo mese del 2011, durante il quale si è registrato un balzo del 34,9% su base tendenziale e dell’8,7% rispetto al mese precedente. Lo scorso anno il comparto del vino ha messo a segno un fatturato dell’export pari a 3,5 miliardi di euro (+10% sul 2009) che lo ha portato a diventare la prima ‘voce’ dell’export agroalimentare nazionale. Ottime in particolari le performance del vino sui mercati extracomunitari, in particolare negli Usa, primo mercato extra-Ue di sbocco e quarto per valore assoluto, dove il 33% delle bottiglie importate sono targate Italia, prima nazione fornitrice straniera. Buone notizie provengono anche dalle altre due ”potenze economiche” Russia e Cina, dove nel 2010 le importazioni di vino sono cresciute, rispettivamente, del 52% e del 100% rispetto all’anno precedente. Il trend delle esportazioni di prodotti agroalimentari non accenna a rallentare: a gennaio i partner più dinamici dell'Italia, extra UE, sono stati gli USA (+64,9%), seguiti dell’America Latina (+62,5%), dalla Turchia (+45,2%), dalla Russia (+35,5%) e, in misura più contenuta, dalla Cina (+29,8%).dell'Italia Il futuro dell'agroalimentare italiano appare sempre più legato all'export, che è diventata la strada obbligata anche per molte imprese agricole. Il mercato interno è ormai stagnante, il consumo di vino ad esempio in trent'anni si è dimezzato, e le imprese devono necessariamente allargare gli orizzonti, per cogliere le opportunità offerte dai mercati emergenti. Il mercato globale non è più una cosa “lontana”, ma una realtà fondamentale per la vita di molte aziende agricole. Il dibattito ideologico su quale filiera sia meglio, se quella corta o quella lunga, offusca qualsiasi ragionamento obiettivo. Che senso ha, ad esempio, tuonare contro il vino importato dall’Australia perchè fa un lungo viaggio, consuma energia ed inquina e compiacersi nello stesso tempo per le vendite di vino italiano in Cina? E' logico poi invitare gli Italiani a consumare il cibo del territorio e pretendere che gli Americani non facciano lo stesso? I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 102 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Mercato locale, mercato nazionale o mercato globale sono obbiettivi rispetto ai quali ogni imprenditore deve aver la possibilità di scegliere liberamente, facendo i propri conti e decidendo di conseguenza. Piuttosto che perdersi in diatribe inutili, meglio adoperarsi per assicurare alle imprese agricole adeguati sostegni per investire in innovazione e qualità (determinanti per rispondere alle sfide del mercato globale) e per contrastare la piaga dei prodotti contraffatti che invadono il mondo utilizzando un nome che "suona italiano". ROBERTO ERCOLE - Presidente Cia Piemonte Data: 23/02/2011 Titolo: Entro il 31 dicembre gabbie "modificate" per le galline ovaiole ENTRO IL 31 DICEMBRE 2011 LE GABBIE “MODIFICATE” PER LE GALLINE OVAIOLE Per migliorare il benessere delle galline ovaiole scatterà dal primo gennaio 2012 il divieto di impiegare le gabbie. Nessun rinvio è possibile, così hanno deciso gli eurodeputati. Gli allevamenti hanno ora a disposizione poco tempo e la decisione di non ammettere proroghe (sottoscritta da 459 deputati, contro 32 contrari e 17 astenuti) toglie ogni speranza di una dilazione dei termini. Nel prendere questa decisione gli europarlamentari hanno anche chiesto agli Stati membri di adottare sanzioni per chi non si metterà in regola. L’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni e i colleghi delle altre Regioni hanno richiesto un percorso che accompagni gli allevatori di galline ovaiole nella difficile e onerosa fase di adeguamento degli allevamenti con le più ampie e attrezzate “gabbie modificate” previste dalle due direttive dell’Unione Europea (n.1999/74 e n. 2002/04). Le Regioni propongono al ministro dell’Agricoltura di varare - in accordo con il ministro della Salute e le stesse amministrazioni regionali - un programma di adeguamento degli allevamenti, fattibile e sostenibile da un punto di vista economico, e di garantire il proseguo dell’attività a tutti gli allevatori che dimostrino di aver intrapreso gli interventi strutturali richiesti. In questo senso la richiesta è di salvaguardare – nel quadro delle sanzioni e sospensioni previste - gli allevatori che dimostrano di avere già avviato la trasformazione degli allevamenti e che si impegnano a terminarla in tempi ristretti e certi, pur non riuscendo - non per propria volontà - a rispettare il termine di fine 2011. La proposta delle Regioni trova le sue motivazioni nelle oggettive difficoltà degli allevatori a rispettare la scadenza del 31 dicembre 2011, dato che il numero delle gabbie modificate da introdurre è particolarmente elevato e la richiesta non può essere soddisfatta dalle poche ditte fornitrici presenti sul mercato. Inoltre il cambiamento delle gabbie impone delle variazioni strutturali degli allevamenti che, il più delle volte, richiedono iter autorizzativi che pur con tutta la collaborazione degli enti competenti - allungano necessariamente i tempi di realizzazione delle trasformazioni”. Attualmente si stima che solo il 15% circa degli allevamenti abbia portato a termine le modifiche previste. In questa situazione il rischio paventato dalle Regioni è che, oltre a quello di possibili contenziosi giudiziari, molte aziende siano costrette a chiudere con pesanti conseguenze economiche e sociali. Data: 22/02/2011 Titolo: Via libera della UE alla etichettatura di tutte le carni fresche VIA LIBERA DELLA UE ALL’ETICHETTATURA DI TUTTE LE CARNI FRESCHE, MA NON DEI I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 103 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 PRODOTTI TRASFORMATI Il Consiglio Agricoltura dell’Ue ha approvato formalmente in prima lettura, a Bruxelles, la nuova proposta di regolamento per l’etichettatura dei prodotti alimentari, che, fra l’altro, prevede l’obbligo di indicazione dell’origine per tutte le carni fresche. Il regolamento impone inoltre di specificare le informazioni nutrizionali (valore energetico, grassi, grassi saturi, glucidi, proteine, zuccheri e sale). Il testo torna ora al Parlamento europeo per la seconda lettura. Per l’etichettatura d’origine degli altri alimenti, la ‘posizione comune’ del Consiglio prevede solo di chiedere alla Commissione di presentare uno studio di fattibilità entro tre anni. Il via libera del Consiglio Agricoltura UE alle nuove norme sull'etichettatura delle carni fresche rappresenta un piccolo passo avanti, ma la strada verso la completa trasparenza sull’origine dei prodotti alimentari - compresi quelli trasformati, così come prevede la legge italiana recentemente approvata dal nostro Parlamento - è ancora molto lunga. La Coldiretti subalpina ha invitato il nostro Governo “ad applicare, e subito, la legge (nazionale) sull’etichettatura, anche a costo di aprire un contenzioso con l’Ue … il contenzioso è l’istituto forse più convincente per accreditare uno stato di diritto. Guai se fosse preclusa la possibilità di aprire contenziosi e difenderli nelle sedi istituzionali, saremmo in una dittatura, e sostenere ciò non è certo educativo” (Piemonte rurale n.3 del 2011, agenzia della Coldiretti del Piemonte). Se il nostro Governo raccogliesse l’invito della Coldiretti ed aprisse un nuovo scontro con la UE, la posizione dell’Italia in Europa, già compromessa dalla disastrosa applicazione del regime delle quote latte, potrebbe ancor di più indebolirsi, con conseguenze molto negative sulla capacità negoziale del nostro Paese proprio nel momento chiave in cui è in discussione la nuova politica agricola comune. Con l'istituzione della Comunità Europea, gli Stati membri, compresa l’Italia, hanno formalmente limitato la propria potestà legislativa ed hanno trasferito all'Unione Europea una parte delle proprie prerogative, tra cui la disciplina di determinate materie comuni a tutti gli Stati membri, come l’etichettatura dei prodotti alimentari. Ogni eventuale conflitto tra la legislazione comunitaria e quella nazionale su materie trasferite viene risolto sempre a favore dell'ordinamento giuridico della Comunità, come è accaduto un anno fa per la legge Zaia sull'etichettatura d'origine del latte e dei prodotti lattiero-caseari, bocciata dalla Corte di Giustizia. L'etichettatura d'origine degli alimenti è un'esigenza irrinunciabile per rendere giustizia al lavoro degli agricoltori e per tutelare la salute e la sicurezza dei consumatori. Bene ha fatto quindi il nostro Parlamento a legiferare in materia ed è giusto che l'Italia sostenga convintamente il provvedimento in sede europea. Sarebbe però non solo sbagliato, ma anche controproducente, che il nostro Paese reagisse all’atteggiamento di chiusura della Comunità applicando la legge senza aver ottenuto il via libera della Commissione ed aprendo di conseguenza un ennesimo ed inutile conflitto con la UE (ma Galan ha garantito la Commissione che "l'applicazione della legge avverrà nel pieno rispetto dei princìpi e delle procedure comunitarie"). Il nostro Governo, se vuole davvero raggiungere l'obbiettivo di far inserire la sua legge sull'etichettatura d’origine dei prodotti alimentari nel quadro giuridico comunitario, sconfiggendo le lobby che si oppongono, deve soprattutto preoccuparsi di costruire un terreno favorevole a livello continentale, ricercando il consenso degli altri Stati membri e del Parlamento europeo. Se in Europa si gioca da battitori unici si finisce inevitabilmente con il perdere, anche se si è dalla parte della ragione. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 104 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Data: 22/02/2011 Titolo: Imbottigliate 10.400.000 bottiglie di Gavi nel 2010 Febbraio 2011 IMBOTTIGLIATE 10.400.000 BOTTIGLIE DI GAVI NEL 2010 Nel 2010 sono state imbottigliate 10 milioni e quattrocento mila bottiglie di Gavi docg, quattrocento mila in più rispetto all’anno precedente. Un dato che viene commentato positivamente dal Consorzio di tutela del Gavi per due ragioni: si consolida il dato delle 10 milioni di bottiglie, che era stato raggiunto già nel 2009 e l'aumento rappresenta un segnale positivo per l'andamento del mercato. "Si tratta di un cauto ottimismo", precisa il direttore del Consorzio di tutela, Mauro Delfino, “l'andamento del 2010 è positivo come pure l'avvio del 2011, che ha fatto già registrare un aumento delle richieste delle fascette del 40% circa”. I numeri sono dati proprio dalle “fascette” ovvero il contrassegno verde rilasciato dal ministero delle Politiche Agricole, che deve essere posto su ogni bottiglia. Dal momento che i produttori e gli imbottigliatori richiedono le fascette man mano che sono necessarie, dal Consorzio affermano che verosimilmente i dati delle bottiglie corrispondono più o meno a quelle vendute. Data: 22/02/2011 Titolo: Le disposizioni della Regione per combattere il cancro del kiwi LA REGIONE ORDINA LE MISURE DA ADOTTARE PER CONTENERE LA DIFFUSIONE DELLA BATTERIOSI DEL KIWI. IL PROSSIMO 3 MARZO INCONTRO ORGANIZZATO DALLA CIA DI CUNEO (APERTO A TUTTI I PRODUTTORI DI KIWI) CON UN TECNICO DEL CRESO Il Presidente della Giunta regionale Roberto Cota, su indicazione dell’Assessore all’Agricoltura Claudio Sacchetto, ha emanato un decreto urgente che individua le misure di prevenzione contro la diffusione della batteriosi del kiwi Psa. Il batterio ha causato danni in parecchie aree del mondo e in Italia ha colpito in maniera devastante alcune aree quali il Lazio. Nella regione Piemonte i sintomi hanno cominciato a manifestarsi nel corso del 2010 in maniera sporadica. Nei giorni scorsi ha iniziato ad intensificarsi l’azione del batterio stesso nelle aree piemontesi coltivate ad actinidia. L’Assessorato regionale all’Agricoltura, dopo le puntuali e celeri segnalazioni della Cia del Piemonte e delle altre Organizzazioni professionali agricole, si è subito attivato, in sinergia con il Creso ed il servizio fitosanitario regionale, individuando una strategia atta a prevenire effetti negativi nell’area geografica interessata. All’interno del decreto sono contenute le prescrizioni a cui dovranno attenersi gli agricoltori: 1. I conduttori degli actinidieti, a seguito di accertamento di cancri nella pianta causati da PSA, dovranno provvedere alla capitozzatura rasoterra o all’asportazione delle parti colpite, con taglio effettuato ad almeno 70 cm dalla parte colpita oppure, in alternativa, l’estirpazione delle piante colpite. I frutteti colpiti impiantati nel 2009 e nel 2010 con materiale già infetto sono da estirpare nella loro interezza. 2. Il materiale risultante dall’estirpazione o dagli interventi cesori deve essere distrutto mediante incenerimento o interramento profondo in loco. 3. Gli interventi di profilassi previsti ai comma 1 e 2 devono concludersi entro il 30 marzo 2011. 4. Le piante estirpate non devono essere rimpiazzate e gli impianti estirpati non devono essere rimpiantati con actinidia, fino all’entrata in vigore del decreto ministeriale. 5. I conduttori degli actinidieti alla fine di ogni giornata di lavoro devono proteggere i tagli, prodotti con le operazioni di rimonda, con paste protettive addittivate con sali di rame e devono mantenere il frutteto privo di cancri mediante controlli periodici, eventuali rimonde e trattamenti previsti nelle linee guida elaborate dal Settore Fitosanitario. 6. E’ fatto divieto, per la stagione 2011, di utilizzare le api per il servizio d’impollinazione I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 105 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 dell’actinidia nelle aree ad elevato rischio e in aree dove esistano, a meno di 1 km, appezzamenti risultati positivi a Pseudomonas syringae pv. actinidiae. 7. Nelle aree suddette è fatto divieto di utilizzare macchine atte alla raccolta del polline. Nella seduta di Giunta del 28 febbraio verrà licenziata la delibera che definisce le linee guida di intervento per gli indennizzi agli agricoltori colpiti. La Regione Piemonte si è già attivata prendendo contatti con la Nuova Zelanda e le altre aree del mondo coinvolte nella vicenda per valutare l’opportunità di procedere per vie legali nei confronti dei vivaisti responsabili del rischio di epidemia. “Con questo provvedimento - ha dichiarato L'Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto - stiamo dando una risposta immediata alle imprese agricole per evitare che anche in Piemonte, come successo in altre aree del mondo, si m ha dichiaratoanifesti una situazione epidemica; attiveremo tutti gli strumenti giuridici in nostro possesso affinché vengano tutelate le aziende agricole e venga riconosciuto il danno subito. Questo per far si che il Piemonte rimanga una Regione non a rischio e che venga tutelata, inoltre, la potenzialità commerciale della coltura. Si procederà poi ad individuare forme di indennizzo agli agricoltori, forme che verranno definite nella delibera del 28 febbraio. Chiedo agli agricoltori di adempiere alle prescrizioni individuate nel decreto e nella delibera per renderli efficaci al massimo, inoltre invito ad aver fiducia perché la Regione Piemonte, le Organizzazioni agricole, il Creso ed i Comuni interessati faranno di tutto per garantire tutela al settore”. Gli interventi messi in atto dalla Regione saranno completati dal finanziamento da parte del MIPAAF di un programma di ricerca con il coinvolgimento del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) e degli istituti di ricerca delle Regioni. Tra gli strumenti per difendere il reddito degli agricoltori, il MIPAAF sta valutando anche la possibilità di stipula di polizze assicurative garantite dal contributo dello stato. Il piano assicurativo nazionale nel settore agricolo, anch'esso recentemente approvato, prevede infatti, tra le avversità di natura fitopatologica assicurabili per la campagna 2011, anche quello che viene chiamato il "cancro batterico" del kiwi. “Purtroppo – ha dichiarato Livio Pautassi di Centallo responsabile del GIE frutta della Cia ci illustra- la situazione è grave anche nella nostra Regione per cui è necessario censire tutti casi che si sono manifestati, risultato raggiungibile solo con la piena collaborazione di tutti i frutticoltori. La Cia cuneese ha già provveduto ad allertare e coinvolgere tutti i soci produttori di kiwi invitandoli a segnalare immediatamente ai tecnici dell’organizzazione la presenza di sintomi del batterio. Nel contempo stiamo divulgando le prime nozioni da seguire in caso di infezione sulla pianta. Abbiamo organizzato un incontro sull’argomento che si terrà a Fossano la sera di GIOVEDI’ 3 MARZO con la presenza del dr. Graziano VITTONE, responsabile del settore frutticolo del CReSO” Data: 20/02/2011 Titolo: Niente più fondi statali per le APA GALAN: LE REGIONI CHE VOGLIONO FINANZIARE LE APA LO FACCIANO CON I SOLDI PROPRI! IL COORDINATORE DEGLI ASSESSORI REGIONALI: SALTERANNO 4.500 POSTI DI LAVORO Negli giornata di martedì 15 febbraio si è tenuto a Roma un incontro straordinario tra I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 106 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Ministero e Regioni per aprire un confronto sui mancati finanziamenti, all’interno del Decreto milleproroghe, da destinare alle Associazioni Provinciali Allevatori e alle attività di miglioramento genetico, prevenzione e garanzia di sicurezza alimentare. Un tavolo al quale hanno partecipato Assessori all’agricoltura e rappresentanti delle Regioni insieme al Ministro delle politiche agricole Giancarlo Galan, il Ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto ed il Sottosegretario all’economia e alle finanze Sonia Viale. Il Ministro Galan ha individuato, quale unica possibile soluzione al problema, il riequilibrio, da parte di ogni singola Regione, delle risorse a disposizione, destinando al settore agricolo fondi precedentemente impegnati in altri comparti. “L’incontro non ha certo fruttato i risultati sperati, la proposta avanzata non è risolutoria” ha commentato l’Assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto, presente a Roma alla riunione straordinaria “Ogni Giunta regionale, per far fronte ai sacrifici imposti, ha già ridotto al massimo le disponibilità per ogni settore. Non è possibile, anche con la volontà, limare ulteriormente gli stanziamenti preventivati per ricavare finanziamenti da destinare alle Apa. E’ necessario che da Roma si reperiscano nuove risorse, si tratta di un aiuto alla collettività intera, le Associazioni Provinciali Allevatori infatti coinvolgono interessi trasversali, non esclusivamente legati al comparto agricolo: ne vanno di mezzo la sicurezza alimentare dell’intero Paese, la tracciabilità dei prodotti, miglioramenti e innovazioni di tipo genetico, posti di lavoro. Il rischio, inoltre, è che la zootecnia italiana, da sempre leader per qualità ed eccellenza, possa subire contraccolpi di grande entità. Il nostro compito non è finito, continueremo con un’azione costante che possa sostenere un settore che negli anni si è dimostrato vero e proprio fiore all’occhiello della nostra agricoltura”. Il Presidente dell'Apa di Cuneo Roberto Chialva ha espresso la sua amarezza di amministratore ed allevatore: “Si è sempre lavorato con serietà ed impegno a favore degli allevatori i quali hanno contribuito con le loro quote a sostenere tutte le attività. I risultati concreti ci sono e sono davanti a tutti. Vederci privati dell’intervento pubblico rappresenta motivo di grande delusione e sconcerto, specie per la nostra Provincia dove il comparto zootecnico è fondamentale per l’economia agricola”. L’assessore della Puglia Dario Stefano, coordinatore degli assessori regionali all’Agricoltura della Conferenza delle Regioni, ha lanciato l'allarme: "4.500 posti di lavoro salteranno nelle prossime ore e con loro anche la tenuta dei registri che garantiscono sicurezza alimentare e qualità di ciò che gli italiani mettono in tavola". ”Viene reiterato – ha spiegato Stefano – l’atteggiamento del Governo di conservare le deleghe alle Regioni, ma senza dare loro le risorse. Abbiamo già dato attenzione a questo tema da mesi e abbiamo chiesto più volte l’insediamento di un tavolo tecnico-politico; nel Milleproroghe abbiamo proposto un emendamento, ma non è stato accolto. Oggi il sistema è a rischio smantellamento, significa circa 4500 posti di lavoro che nei prossimi giorni salteranno”. E, ha messo in guardia l’assessore, ”non è tema che riguarda solo la zootecnia ma anche la sicurezza alimentare che verrà completamente meno”. Fonti: TARGATO CN ed ANSA Data: 16/02/2011 Titolo: Migliora il quadro agricolo nel quarto trimestre 2010 MIGLIORA IL QUADRO AGRICOLO NEL QUARTO TRIMESTRE 2010 Migliora il quadro agricolo nel quarto trimestre 2010. Lo rivelano i dati Ismea pubblicati nell’ultimo numero di Tendenze, il trimestrale di analisi e previsioni sull’agroalimentare italiano. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 107 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Gli aumenti dei prezzi sui mercati all’origine dell’ultimo trimestre (+14,1% rispetto allo stesso periodo del 2009), a fronte di una crescita più contenuta dei costi di produzione (+4%), segnalano un graduale recupero nei livelli di redditività in agricoltura. Dai dati si evince, inoltre, che la produzione agricola totale avrebbe chiuso il 2010 con una flessione dello 0,6%, per effetto di una contrazione del 2,1% delle coltivazioni vegetali compensata, solo parzialmente, da una crescita dell’1,7% delle produzioni zootecniche. In particolare per i cereali si stima un generale incremento della produzione, con aumenti soprattutto per il frumento duro (+6,6%) e il granoturco (+3,1%). Per frutta e agrumi, al contrario, sono previste flessioni rispettivamente del 4,3% e del 22,3%, a causa dell’andamento climatico sfavorevole e della batteriosi che ha colpito le piantagioni di kiwi laziali. Riguardo agli ortaggi, la riduzione degli investimenti e le condizioni climatiche negative hanno determinato una forte riduzione dei raccolti di pomodoro da industria (-10,7%) e patate (-9,9%). L’offerta zootecnica è indicata invece in aumento, grazie a una crescita dello 0,8% delle consegne di latte e a una maggiore produzione nazionale di carni bovine, suine e avicole. Sul fronte industriale, infine, la produzione alimentare ha fatto segnare un aumento del 2% tra gennaio e ottobre 2010, rispetto al corrispondente periodo del 2009. Un risultato che, sebbene più contenuto rispetto alla performance dall’intero settore manifatturiero, conferma la buona tenuta del settore alimentare che consolida i livelli produttivi del periodo pre-crisi. Data: 16/02/2011 Titolo: I prodotti freschi "volano" all'estero, più 21,3% nel 2010 I PRODOTTI FRESCHI VOLANO ALL’ESTERO (+ 21,3% NEL 2010) Nel 2010 le esportazioni dei prodotti agricoli freschi hanno registrato un aumento “boom” del 21,3 per cento a livello tendenziale, mentre l’export dei trasformati alimentari ha segnato quota più 10,8 per cento. In particolare, il segmento dei prodotti freschi è cresciuto eccezionalmente nell’ultimo mese dell’anno, addirittura del 26,7 per cento. Quello dei trasformati del 19,3 per cento. Ciò significa che non solo il futuro dell'agroalimentare italiano è sempre più legato all'export, ma che l’export è diventata una strada obbligata anche per molte imprese agricole. La vendita diretta esercitata nei farmer's market ha la caratteristica di realizzare un rapporto diretto fra produttori e consumatori, singoli o associati. Essa determina l’accorciamento della filiera attraverso l’eliminazione o riduzione del numero degli intermediari commerciali e dei tragitti di percorrenza dei beni, la cui distribuzione finale avviene nella stessa area di produzione, ma appare poco adeguata in tutte le situazioni in cui prevalgono le dimensioni d’impresa medio grandi e si creano economie di scala di tipo economico, quando l’offerta aziendale è specializzata e costituisce una consistente massa critica di prodotto che può trovare maggiore facilità di sbocco in un mercato nazionale o internazionale, piuttosto che in un mercato locale. Molte imprese agricole, soprattutto in questo momento di stagnazione dei consumi interni, hanno estrema necessità di allargare gli orizzonti per cogliere le opportunità offerte dai mercati esteri. Se la redditività dell’impresa è l’obiettivo, la lunghezza o meno della filiera ne è solo lo strumento rispetto al quale ogni imprenditore non ha che da scegliere, liberamente. Ognuno faccia i suoi conti e decida. Quello che va evitato è un dibattito I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 108 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 ideologico che offusca qualsiasi ragionamento obiettivo sull'argomento. Data: 15/02/2011 Titolo: Rinvio di sei mesi del pagamento delle multe per le quote latte. Una vergogna. LE COMMISSIONI DEL SENATO APPROVANO IL RINVIO DI SEI MESI DEL PAGAMENTO DELLE MULTE. UNA ENNESIMA GROTTESCA SCENEGGIATA Via libera delle commissioni congiunte Bilancio e Affari Costituzionali all’emendamento della Lega (primo firmatario Gianpaolo Vallardi) al decreto Milleproroghe, che sposta di sei mesi il pagamento delle multe relative alle quote latte. Il pagamento attualmente previsto dai piani di rateizzazione entro il 31 dicembre scorso viene differito al 30 giugno 2011. L’onere per l’anno in corso, valutato in 30 milioni di euro, viene coperto attraverso una ”riduzione proporzionale in maniera lineare fino al 3% di tutte le dotazioni di parte corrente relative alle autorizzazioni di spesa". Si prepara di fatto il condono tombale per chi non ha mai pagato. Fatto ancor più grave è che, contemporaneamente all'emendamento sulle quote latte, le Commissioni congiunte non hanno accolto altri importanti emendamenti di interesse agricolo sull’attività delle associazioni degli allevatori, sul gasolio e sul comparto bieticolo-saccarifero. La nuova proroga del pagamento delle multe relative alle quote latte è una grottesca sceneggiata, un affronto a tutti quei produttori che, convinti di vivere in uno Stato di diritto, hanno sempre rispettato le regole ed un'ennesima violazione dei ripetuti impegni, assunti a livello politico dal Governo italiano, di imporre una rigorosa ed efficiente applicazione del regime delle quote latte. Bruxelles ha già detto che l'emendamento viola la normativa UE, ma i membri del nostro Parlamento ignorano o fingono ignorare che gli Stati membri non possono applicare una norma nazionale contraria al diritto europeo. Esiste infatti il principio del primato che sancisce il valore superiore del diritto europeo rispetto ai diritti nazionali degli Stati membri. Tale principio vale nei confronti di qualsiasi atto normativo nazionale di qualsiasi natura (legge, regolamento, decreto, ordinanza, circolare, ecc.) che sia stato emesso dal potere esecutivo o legislativo dello Stato membro. Con quale autorevolezza il nostro Governo potrà presentarsi in sede comunitaria per difendere la legge nazionale sull’etichettatura - che rende obbligatoria l’indicazione d’origine sui prodotti alimentari- se l’Italia darà un’altra lampante dimostrazione di non tenere in alcun conto gli inviti al rispetto delle normative comunitarie? ROBERTO ERCOLE - Presidente Cia Piemonte Data: Titolo: 14/02/2011 I farmer's market fatturano lo 0,6% della plv nazionale I FARMER’S MARKET SONO LUOGHI DI INCONTRO FRA CONSUMATORI E PRODUTTORI, OFFRONO UN UTILE CONTRIBUTO ALLA VENDITA, MA FATTURANO SOLO LO 0,6% DELLA PLV I farmer’s market, secondo la Coldiretti, sono “la spesa che batte la crisi”. Propaganda o verita? La vendita diretta nelle sue varie declinazioni (in azienda, nei farmer's market, negli spacci aziendali, tramite i gruppi di acquisto solidale ecc.ecc.) è sicuramente una realtà interessante. E' un'opportunità economica in più per le aziende agricole e consente soprattutto alle piccole e medie aziende, specialmente a quelle che si trovano in zone montane, collinari e periurbane, di integrare il proprio reddito. Come Cia, d'altra parte, abbiamo promosso il progetto 'La spesa in campagna' proprio per dare agli agricoltori uno strumento in più. La vendita diretta esercitata nei farmer's market è quella che più colpisce l'immaginario collettivo. I farmer's market sono luoghi di incontro e scambio diretto fra i produttori agricoli di piccola scala e consumatori, svolgono un’importante azione formativa e divulgativa dell’attività agricola ed offrono un utile contributo alla vendita, ma contribuiscono in maniera marginale alle esigenze di crescita del I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 109 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 settore agricolo. I 320 milioni di euro di fatturato complessivo realizzati nel 2010 dai 16mila imprenditori agricoli impegnati nei farmer’s market (cifra fornita dal dossier sul fenomeno dei ‘Farmers Market in Italia’ presentato alla prima assemblea nazionale degli Agrimercato di Campagna Amica) rappresentano circa lo 0,6% della plv agricola nazionale. Negli Stati Uniti, Paese in cui sono nati ed hanno raggiunto il massimo sviluppo, i farmer's market sono circa 4.500 e rappresentano più o meno il 3% della plv. Oltre tale percentuale di plv, secondo gli studiosi del fenomeno, non è possibile andare. C'è un eccesso di retorica propagandistica sul ruolo che i farmer's market possono effettivamente svolgere. Tutte le iniziative per ridurre la filiera di distribuzione dei prodotti sono encomiabili, ma un’economia agricola moderna basata sulla filiera corta non potrebbe sopravvivere. Il vero nodo da sciogliere per l’agricoltura italiana è il rapporto con l’industria di trasformazione e la grande distribuzione che rimangono lo sbocco necessario per la stragrande parte della produzione agricola. L'obbiettivo principale dei produttori deve essere quello di organizzarsi per disporre di una maggior forza contrattuale nei confronti degli altri attori delle filiere agroalimentari onde ottenere una più equa ridistribuzione del valore. Il futuro dell'agroalimentare italiano, inoltre, appare sempre più legato all'export, che è diventata la strada obbligata anche per molte imprese agricole. Il mercato interno è ormai stagnante e le imprese devono necessariamente allargare gli orizzonti, per cogliere le opportunità offerte dai nuovi mercati emergenti e più dinamici. Nel 2010 il valore complessivo delle esportazioni di prodotti agroalimentari ha raggiunto l’importo record di 27 miliardi di euro, con un più 11% rispetto al 2009, raccogliendo anche il plauso della Coldiretti. La filosofia del cibo a km zero evidentemente non vale per gli Americani o i Cinesi. Le esportazioni di vino nel mondo, ad esempio, sono aumentate nel 2010 del 9%, confermandosi la voce più importante dell’export agroalimentare. Il 60% del vino piemontese va all'estero. Se una delle più probabili uscite dalla crisi per il nostro sistema agroailmentare è quella che conduce verso il mercato globale, la contrapposizione tra filiera corta e filiera lunga non ha alcuna ragion d’essere. I due circuiti di sbocco devono coesistere. Se la redditività dell’impresa è l’obiettivo, la lunghezza o meno della filiera ne è solo lo strumento rispetto al quale ogni imprenditore non ha che da scegliere, liberamente. Ognuno faccia i suoi conti e decida. Quello che va evitato è un dibattito ideologico che offusca qualsiasi ragionamento obiettivo. Molto più utile battersi perchè vengano garantiti alle imprese agricole adeguati sostegni per investire in innovazione e qualità, determinanti per rispondere alle sfide del mercato globale. Data: Titolo: 14/02/2011 Successo per la partecipazione di Asproflor a Florexpo SUCCESSO PER LA PARTECIPAZIONE DI ASPROFLOR E COMUNI FIORITI A FLOREXPO: “CI SIAMO PRESENTATI CON I NOSTRI NUOVI OBIETTIVI” “Tanti visitatori, ma soprattutto tanta voglia di conoscerci meglio, non solo per il concorso Comuni Fioriti al quale, oggettivamente, dobbiamo la nostra maggiore notorietà”. Così il presidente Renzo Marconi parla della partecipazione di Asproflor a Florexpo (conclusasi nei giorni scorsi a Roma), tracciando un bilancio positivo per il successo riscosso dallo stand istituzionale dell’Associazione Produttori Florovivaisti italiani (Asproflor). “Asproflor è una realtà allo stesso tempo nuova e consolidata nel panorama florovivaistico italiano. Nuova perché solo da quattro anni promuove il circuito nazionale dei Comuni Fioriti, con il successo che tutti sanno. Consolidata poiché ha alle spalle trent’anni di “storia” piemontese, territorio dove si sono I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 110 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 costruite esperienze e dove per diversi anni sono state sperimentate tutte le iniziative poi cresciute in ambito nazionale ed europeo. Ora intendiamo dare più ampio respiro sia all’associazione che ai suoi associati”. A Florexpo si è dunque presentata la “nuova” Asproflor, ora aperta all’adesione di un pubblico più numeroso di floricoltori ed esperti del settore che possono richiedere l’iscrizione da tutta Italia. In tanti si sono avvicinati allo stand Asproflor e hanno avuto modo di parlare con i rappresentanti delegati per essere presenti all’iniziativa capitolina e, in particolare, con il vicepresidente Livio Piumatto e il componente del consiglio Luigi Ratti. La sezione piemontese di Asproflor (ad oggi, ovviamente, la più numerosa) ha presentato a Florexpo anche il primo Manifesto delle produzioni floricole piemontesi ed un vademecum che descrive le specializzazioni produttive delle aziende associate. “Il Piemonte occupa un ruolo importante nel comparto floricolo nazionale – dicono i responsabili – basti pensare alle specialità produttive delle province di Cuneo, Verbania, Biella e della stessa Torino, il cui territorio provinciale comprende oltre 260 imprese iscritte alla Camera di Commercio (il 34% del territorio regionale)”. Marconi si è detto soddisfatto “anche per lo straordinario successo di pubblico di Florexpo, iniziativa alla quale abbiamo volentieri partecipato anche con il nostro patrocinio. Sono manifestazioni utili a promuovere e valorizzare il ruolo della floricoltura italiana, uno dei fiori all’occhiello utili al turismo e all’economia agricola”. La presenza di Asproflor a Florexpo è stata anche l’occasione per annunciare in anteprima il concorso Comuni Fioriti 2011, attualmente in fase di organizzazione, e le novità che la vedono protagonista in ambito europeo: è confermata anche per quest’anno, infatti, la partecipazione di due Comuni Fioriti italiani (selezionati da Asproflor) alla prestigiosa competizione internazionale Entente Florale, alla quale concorrono i paesi e le città in rappresentanza di 11 Stati europei: per l’Italia sono stati designati – sempre nell’ambito di “Comuni Fioriti” la città di Grado (Gorizia, Friuli Venezia Giulia) e il villaggio di Transacqua (Trento, Trentino Alto Adige). Le visite della giuria internazionale sono programmate rispettivamente per il 5 e il 6 luglio 2011. Data: Titolo: 10/02/2011 Asproflor, trent'anni al servizio delle imprese florovivaistiche TRENT’ANNI AL SERVIZIO DELLE IMPRESE FLOROVIVAISTICHE. INTERVISTA AL VICE PRESIDENTE SERGIO FERRARO Il 28 dicembre scorso Asproflor Piemonte ha celebrato la sua assemblea di chiusura ciclo trentennale,facendo un punto fermo dal quale ripartire. E’ stata infatti celebrata la vecchia Asproflor Piemonte, e contemporaneamente alla presenza di 40 aziende floricole piemontesi è stato votato il nuovo statuto che sancise una continuità di operatività nel rinnovamento sostanziale e formale della nuova associazione di produttori. A rispondere alle nostre domande è Sergio Ferraro, vicepresidente Asproflor (nella foto). Ferraro, quali sono le più importanti novità? - Innanzitutto la modifica del nome, si chiamerà soltanto più Asproflor, poi il cambio di sede e di segreteria che sarà a Chivasso (To) ed infine la cosa più importante è che è stato tagliato il cordone ombelicale con l’organizzazione di categoria di riferimento che storicamente è stata la Coldiretti. Da oggi in avanti quindi Asproflor ha l’importante obiettivo di essere un’associazione trasversale a disposizione di tutti i florovivaisti indipendentemente dalla loro appartenenza sindacale. Che senso ha oggi appartenere ad un’associazione di categoria? - Io credo che sia fondamentale oggi in Piemonte unire il mondo del florovivaismo, innanzitutto per poterci contare, per poter essere una lobbi positiva, in grado di incidere sull’opinione pubblica, sulle istituzioni ed addirittura sulle associazioni di categoria che dovrebbero rappresentare il florovivaismo nelle sedi politiche ma che purtroppo molto spesso se ne dimenticano. Il florovivaismo è infatti un settore, che nonostante investa forti capitali in strutture e risorse umane per la produzione in Piemonte e non delocalizzando non e’ minimamente considerato a livello politico. I maggiori problemi che soffocano le nostre aziende sono: costi di produzione energetici, (gasolio e pasticcio accisa agevolata), difficoltà di cassa con pagamenti sempre più lunghi, difficoltà di accesso al credito e ai finanziamenti, enormi problemi della commercializzazione dei nostri prodotti, scarsa omogeneità dei regolamenti comunali, per la costruzione di serre per la vendita diretta, (garden), mancanza di ammortizzatori sociali per i nostri dipendenti,(non esiste cassa integrazione per le aziende florovivaistiche in difficoltà); I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 111 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 promozione per il consumo di fiori e piante assolutamente assente e potrei continuare… Quindi perché associarsi ad Asproflor? - Perchè è importante mettere insieme tutte le forze, tutte le idee e tutte le varie appartenenze sindacali, perché i nostri problemi sono trasversali e non sicuramente ideologici. Dobbiamo essere di stimolo affinché le organizzazioni sindacali capiscano che all’alba del terzo millennio non è più possibile avere tre soggetti che dovrebbero occuparsi degli stessi problemi per le stesse aziende. Il grande obiettivo che si pone Asproflor è quello di fare sintesi e vero momento aggregativo tra tutte le aziende florovivaistiche che credono in questo processo. L’invito che rivolgo a tutti infine è quello di contattare l’associazione per aderire ed apportare il proprio contributo. Data: 08/02/2011 Titolo: Terremoto alla Lagnasco Frutta, si dimette il Direttore TERREMOTO ALLA LAGNASCO FRUTTA. IL DIRETTORE DA LE DIMISSIONI Il braccio di ferro tra i soci (circa 300) della Lagnasco Frutta, i dirigenti ed il Consiglio d’Amministrazione, emerso in maniera clamorosa nel mese di gennaio con la richiesta da parte di un nutrito gruppo di soci della convocazione di un'assemblea straordinaria, si è concluso con le dimissioni del direttore Gianmatteo Baralis. Il presidente Mauro Mellano invece resterà in carica fino a giugno in attesa delle decisioni dei soci. All'origine del patatrac la bassa remunerazione delle pesche della campagna 2010, nettamente inferiore rispetto alla media del comparto. “Vogliamo ricostruire – hanno dichiarato alcuni soci - un gruppo di dirigenti che risollevi la situazione perché è il terzo anno che non ci danno neppure il minimo per sopravvivere. Ci hanno sempre zittiti dopo ogni lamentela, ma ora tutti i nodi sono venuti al pettine. Così non si può più andare avanti”. Tra le conseguenze della situazione creatasi nel tempo anche l’abbandono di alcuni soci e il probabile ritiro di altri. La Lagnasco Frutta ha un fatturato di circa 35 milioni di euro di fatturato ed una produzione di circa 65 mila tonnellate di frutta (prevalentemente pesche, kiwi e mele). Data: 06/02/2011 Titolo: Il 2011 è iniziato nel segno della speranza grazie all'export EVVIVA IL CONSUMO A KM ZERO, MA IL 2011 E’ INZIATO NEL SEGNO DELLA SPERANZA GRAZIE ALL’EXPORT Il consumo di vino sta crollando nei Paesi produttori. Emblematico è il caso della Spagna, dove, a fronte dei 17 litri pro-capite previsti dagli analisti, nel 2010 non si è andati oltre i 9,5 litri. Ma il trend è lo stesso in tutti i Paesi produttori, come Francia e Italia. Il fenomeno è iniziato negli anni ’80. Le varie crisi economiche hanno poi contribuito alla rimodulazione della spesa dei consumatori. Sono cambiate le abitudini. Oggi c’è maggiore attenzione e moderazione. Il comparto vitivinicolo regge grazie all'export. Il vino italiano ha registrato nel 2010 un “boom” delle esportazioni, con un incremento del 10% sull’anno precedente ed un fatturato sui mercati globali stimato oltre i 3,5 miliardi di euro. Il Piemonte ha dato il suo contributo al "boom" esportando circa il 60% della sua produzione. Per i vitivinicoltori si è trattato di una decisa “boccata d’ossigeno”. Gli Stati Uniti sono ancora il primo mercato di sbocco del nostro vino, tanto che il 33% del vino importato negli Usa “parla” ormai italiano. Ma l’export è aumentato notevolmente anche verso Paesi come la Cina e la Russia a dimostrazione del fatto che la geografia delle esportazioni sta lentamente cambiando. Nel 2010 sono cresciute, con percentuali a due cifre, anche le esportazioni degli ortofrutticoli, dei formaggi e dei latticini e dell'olio di oliva. Positive sono state soprattutto le performance dei prodotti a denominazione di origine come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano che hanno messo a segno un aumento record di oltre il 20% sui mercati mondiali con una rilevante effetto traino per l'intero settore. Il futuro dell’agroalimentare italiano appare insomma sempre più legato alla sua vocazione I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 112 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 internazionale, che è diventata la strada obbligata per tutte le imprese. Il mercato globale è ormai una realtà fondamentale per la vita di ogni azienda agricola. La contrapposizione tra filiera corta e filiera lunga non ha alcuna ragion d’essere. Ci sono molte situazioni nelle quali questi due circuiti di sbocco devono coesistere. Le imprese agricole si possono avvantaggiare, a seconda delle circostanze, delle opportunità offerte da ciascuna di esse o da entrambe. Data: Titolo: 04/02/2011 UE: inopportuna la legge italiana sull'etichettatura LETTERA DI BRUXELLES A GALAN: LA LEGGE ITALIANA SULL’ETICHETTATURA E’ INOPPORTUNA E COMPLICA I NEGOZIATI IN CORSO SUL PACCHETTO QUALITA' Due commissari europei, quello alla Salute e Consumatori John Dalli e quello all'Agricoltura Dacian Ciolos, hanno preso carta e penna per scrivere all'Italia che la recente normativa sull' etichettatura delle carni suine “è inopportuna” e anzi “aggiunge complessità e tensione ai negoziati che stanno per aprirsi su questa materia”. Il "grande successo" vantato del Parlamento e dal governo italiano insomma è completamente fuori linea rispetto alle politiche europee e con ogni probabilità è contrario al diritto comunitario. La stessa cosa l'aveva spiegata subito dopo l'approvazione della legge Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo. La lettera è stata inviata a Giancarlo Galan, ministro italiano dell'Agricoltura, il 25 gennaio scorso. Dalli e Ciolos ricordano che già un anno fa da Roma era stata notificata a Bruxelles l'intenzione di legiferare in materia di etichettatura di tutti i cibi e che la Commissione aveva risposto chiedendo di “rinviare l'adozione delle misure per 12 mesi, cioè fino al 21 gennaio 2011”, dato che sulla materia stanno già lavorando Commissione, Parlamento e Consiglio. Dall'Italia non si è prestato ascolto a questa richiesta e si è andati avanti lo stesso, nonostante che la materia sia di competenza dell' Unione e non dei singoli Stati. Dalli e Ciolos si sentono in dovere di sottolineare che “come certamente saprà (si rivolgono a Galan) la discussione in materia sta procedendo ed evidenziamo che il Parlamento europeo il 16 giugno 2010 in prima lettura approvò l'etichettatura per tutte le carni... anche quando sono ingredienti di cibi lavorati”. Non solo il Parlamento, ma anche il Consiglio dei ministri delle Salute “il 7 dicembre scorso approvò una intesa politica per l'etichettatura d'origine obbligatoria delle carni suine (fresche, ndr) e ha chiesto alla Commissione di esaminarne le possibilità di estensione anche agli ingredienti”. Il lavoro è andato avanti e il prossimo 14 febbraio il Consiglio “adotterà formalmente una posizione comune in prima lettura”. I due ammettono, invero, che essendo questa solo una prima lettura “non è possibile ora anticipare quale sarà l'esito del dibattito”. Ricordano però che la questione dell'etichettatura fa parte anche del “Pacchetto Qualità” che la Commissione sta varando proprio per “mettere a punto una coerente politica della qualità dei prodotti agricoli, che punta ad aiutare i produttori a comunicare meglio qualità, caratteristiche e attributi dei prodotti, per assicurare una appropriata informazione dei consumatori”. L'Ue rivendica di “aver dimostrato di fare tutto il necessario per rispondere alle aspettative sull'etichettatura d'origine come chiesto da Stati membri e parti interessate”. Quindi “l'adozione di una legislazione nazionale, a questo punto, è inopportuna e aggiungerà maggiori complicazioni nei negoziati in questa controversa materia”. Infine Dalli e Ciolos chiedono a Galan di “inviare alla Commissione il testo della legislazione adottata al fine di poterne fare una valutazione completa”. “La lettera è molto cortese - spiega De Castro -. I due commissari non hanno voluto infierire, ma non potevamo non aspettarci una presa di posizione”. Secondo l'esponente del Pd “al massimo la legge italiana potrà essere considerata come un incentivo a procedere, una forma di pressione per il Consiglio del 14 febbraio”. C'è però, in De Castro, un misto di rammarico e soddisfazione. Il primo perché il Parlamento europeo su questa cosa aveva lavorato “con un testo proposto da tutta la delegazione italiana, ma in Italia non ci si è badato”; qualche motivo di orgoglio invece lo trova nel fatto che “viene chiarito che la legge italiana è stata approvata mesi dopo che l'Europarlamento aveva già votato in prima lettura”. Il problema è che i ministri della Salute hanno accolto solo la parte che riguarda l'etichettatura del fresco e non delle carni trasformate. In Italia però non si è badato né al voto del Parlamento del 16 giugno né a quello dei ministri di dicembre, e ci si è concentrati su una sorta di "norma bandiera", in pratica inutilizzabile. Il 4 febbraio c'è una seconda chance “dunque - conclude De Castro - dico al ministro Fazio di assumersi un impegno forte per quella data a spingere i suoi colleghi ad accogliere I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 113 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 tutta intera la proposta del Parlamento". FONTE “IL RIFORMISTA” Data: 02/02/2011 Titolo: Vigneti, forse la UE proroga il blocco degli impianti . IMPANTI VIGNETI, LA UE FORSE PROROGA IL BLOCCO, MA STOP AGLI AIUTI AI MOSTI “C’è margine di apertura politica presso la Commissione Europea per riaprire nell’Ocm il capitolo dei diritti di impianto dei vigneti, ma non per quello degli aiuti ai mosti, i cui aiuti cesseranno il 1 agosto del 2012 senza nessuna possibilità di proroga”. Lo ha affermato il capo dipartimento del ministero delle Politiche agricole, Mario Catania. Il 31 dicembre 2015 scatta infatti la soppressione del principio in base al quale oggi possano essere impiantati nuovi vigneti solo se supportati da diritti di impianto in mano al viticoltore o per particolari esigenze di mercato. Una prospettiva che preoccupa fortemente molti produttori italiani. C’è infatti il rischio di una crescita eccessiva delle superfici e una caduta del valore dei miglioramenti fondiari. Secondo Catania c’è la possibilità di una proroga del blocco degli impianti, a condizioni però ancora da definire. Data: 01/02/2011 Titolo: Prezzi agricoli aumentati nel 2010 del 3,7% . PREZZI AGRICOLI AUMENTATI DEL 3,7% NEL 2010: IN CRESCITA LATTE, DERIVATI DEL LATTE E CEREALI, IN CALO ORTAGGI E BESTIAME VIVO Nel 2010 i prezzi agricoli hanno registrato un aumento del 3,7%. È quanto rileva l'Ismea sulla base dell'indice dei prezzi all'origine che si è attestato, nell'anno appena trascorso, su un valore medio di 112,9 (base 2000=100), tra i più elevati nel decennio, dopo il 114 del 2007 e il picco di 123 raggiunto nel 2008. Il bilancio positivo che il 2010 ha riservato ai mercati agricoli - spiega l'Istituto - è da ricondurre prevalentemente alla dinamica sostenuta dei prezzi dell'ultimo trimestre, con il solo mese di dicembre che fatto segnare un incremento dell'indice del 16,4% su base annua e del 6,5% mensile. Cereali e lattiero caseari sono i settori che hanno mostrato l'anno scorso le maggiori tensioni. I primi, in particolare, hanno spuntato in media un aumento del 10,2% rispetto al 2009. Una tendenza determinata dalla rivalutazione dei prezzi del frumento tenero (+21,8%), del granturco (+28,6%) e dell'orzo (+25,4%). Per il grano duro, al contrario, nonostante i forti recuperi della seconda parte dell'anno, l'indice si è mantenuto mediamente su livelli inferiori rispetto a un anno fa (- 9,8%). Negativo anche il dato dei risoni, con le quotazioni scese del 23,5% sul 2009. Per latte e derivati, che complessivamente hanno potuto beneficiare di una rivalutazione del 10%, spiccano le variazioni positive del burro (+30,7%) e dei formaggi, grazie soprattutto alle spinte del Parmigiano Reggiano (+25,2%) e del Grana Padano ( +14,9%). L'annata ha chiuso invece con il segno meno per il Pecorino Romano, con il prezzo medio che ha accusato una flessione del 7,5% rispetto al 2009. Riguardo agli altri comparti, le rilevazioni Ismea indicano aumenti medi annuali meno accentuati per tabacchi (+3,7%) e oli di oliva (+1,7%) a fronte di riduzioni per ortaggi (-1,2%) e colture industriali (3,2%), nonostante il recupero dell'1,6% della soia. I prezzi della frutta e dei vini sono apparsi, invece, mediamente allineati ai livelli 2009. Relativamente al bestiame vivo, che nel complesso ha accusato una caduta dei prezzi dello 0,9% rispetto al 2009, si rilevano aumenti contenuti per ovi-caprini (+1,8%), uova (+0,3%) e suini (+0,2%). Il più penalizzato, invece, tra i comparti zootecnici è stato quello degli avicunicoli, con il pollame in particolare che ha ceduto in media il 2,1% e i conigli in calo del 4,5%. Debole anche il mercato dei bovini , che ha chiuso i 12 mesi con una flessione delle quotazioni dello 0,9%. I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 114 RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte Febbraio 2011 Data: 01/02/2011 Titolo: Raggiunta l'intesa per le modifiche al disciplinare dell'Asti docg . INTESA RAGGIUNTA PER LE MODIFICHE DEL DISCIPLINARE: STRALCIATO L’INGRESSO DEL COMUNE DI ASTI E MANTENUTO IL TETTO MASSIMO DELLE RESE Nella giornata di sabato 29 gennaio, presso la sede del Consorzio dell’Asti in località Isola d'Asti, si è tenuta la seduta decisiva della commissione paritetica Moscato in cui i diversi attori in gioco si sono accordati sulle modifiche da apportare al disciplinare di produzione dell’Asti e da inoltrare a Roma per affrontare l’esame del Comitato nazionale vini. L’intesa prevede di stralciare l’inserimento del territorio del Comune di Asti nella zona di produzione del denominazione dell'Asti docg. Ogni decisione in proposito sarà eventualmente presa seguendo un iter procedurale a parte. La Regione si è impegnata ad attivarsi il più presto. Sulle rese è stato mantenuto il tetto massimo di produzione a 12 tonnellate ad ettaro (10 t/ha di resa + il 20%) consentendo comunque alla commissione paritetica, qualora se ne verificassero le condizioni di mercato, di valutare un ulteriore aumento, fermo restando il limite già precedentemente indicato. Comepetente a decidere sarà esclusivamente la filiera. Sui passaggi da una tipologia ad un’altra, si permette quello da Moscato ad Asti, mentre quello da Asti a Moscato dovrà essere approvato dalla commissione paritetica stessa. Infine sono state precisate le modalità di versamento della trattenuta da destinare al fondo di parte agricola. L’Assessore Sacchetto ha espresso la sua soddisfazione anche per il modo con cui l’accordo è stato raggiunto: “Il desiderio più grande, per quel che mi riguarda – ha dichiarato Sacchetto – è che lo spirito costruttivo respiratosi in questi giorni, che ha permesso di raggiungere un accordo fondamentale per il Moscato, possa stimolare tutti gli attori della filiera a smorzare le polemiche che negli ultimi mesi hanno avvelenato i rapporti tra le parti e sicuramente generato pubblicità negativa al Moscato. Con il comparto unito e con l’addolcimento delle posizioni più distanti, si potrà garantire un futuro sereno al mondo del Moscato” I.rur Innovazione rurale – www.irur.it via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected] 115