Come il wireless cambierà Internet L`inchiesta: la San
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Come il wireless cambierà Internet L`inchiesta: la San
N10_32_01_COL_COPERTINA_S 25-11-2002 12:47 Pagina 3 Nuvola, periodico giovanile gratuito edito dall’Amministrazione Comunale di San Donato Milanese, Numero 10, Novembre 2002 10 Come il wireless cambierà Internet Erasmus a Cracovia: un’esperienza unica L’inchiesta: la San Donato Intervista a Michele che i giovani vorrebbero; Cazzani fotografo free le proposte più originali lance sandonatese N10_02_03_COL_SOMMARIO_S 22-11-2002 NUVOLA NUMERO 10 novembre 2002 Periodico giovanile trimestrale gratuito dell’Amministrazione Comunale di San Donato Milanese edito dall’Azienda Comunale di servizi Reg. Trib. di Milano n. 368 del 12/5/1999 Responsabile amministrativo Irene Cristini Direttore Responsabile Simone Castagnini Direttore Editoriale Andrea Titone Caporedattore Matteo Marzoli Redazione Giulia Bassani Sara Battini Sergio Bianco Simone Castagnini Stefania De Donatis Andrea Loro Monica Favara Massimiliano Gatti Marco Guizzi Nicolò Maioli Chiara Marinoni Sara Scaramella Progetto Grafico Simone Castagnini Art Director Monica Favara Art Consultant Massimiliano “Gatto” Gatti Photo Editor Sergio Bianco Impaginazione Simone Castagnini Andrea Titone Hanno collaborato Cecilia Brianti Andrea Carminati Stefano Foglia Francesca Marinoni Massimiliano Melley Mauro Miorali Beniamino Volta Redazione Nuvola P.zza C. A. Dalla Chiesa 20097 - San Donato Mil. Fotolito News Spa Via N. Bixio 4 - Milano Stampa PMS Colours srl Via E. Ponti 53/11 - Milano Distribuzione Agesci di San Donato Mil. Chiuso il 24/11/2002 Tiratura 3000 copie Editore Amministazione Pubblicità Azienda Comunale di Servizi Via Unica Bolgiano n.18 20097 - San Donato Mil. 16:35 Pagina 2 SOMMARIO 04 06 05 ACQUISTARE SOLIDALE Nuvola documenta l’inaugurazione da parte di Manitese della Bottega del commercio equo a San Giuliano. 08 07 REINVENTIAMO SAN DONATO La prima grande inchiesta di Nuvola: cosa vogliono i giovani della nostra città? Cosa si aspettano dalle istituzioni? 10 09 11 GIOVANI PROPOSTE Due sandonatesi ci spiegano le loro proposte: il primo passo per una San Donato a misura di giovane. 12 CONCORSI DI PACE Due concorsi organizzati dall’Ufficio per la pace di San Donato: un resoconto e un invito. 13 13 15 NOI E LA MUSICA Nuvola vi racconta di due giovani band di ragazzi dell’omnicomprensivo: fatevi conoscere anche voi. 16 PASSIONE TOTALE Un tifoso DOC vi racconta storia e passione del tifo da stadio: uno sguardo diverso su un fenomeno conosciuto. 18 17 21 FUTURISMO CONTEMPORANEO Nata dalla visita a un’importante mostra, una breve panoramica sul fenomeno futurista oltre i facili schemi. 22 ERASMO E COPERNICO Erasmus in Polonia, innamorarsi di Cracovia, lasciare il proprio segno: questo e altro nel racconto di un viaggio. 24 23 25 VIRAL TELECOMMUNICATIONS Cosa succede quando le nuove tecnologie danno la possibilità agli utenti di ricostruire la rete dal basso? 26 GLOBAL BOOKS Per la prima volta Nuvola intavola un dibattito con i lettori; per saperne di più, leggi la storia di questo articolo. 30 29 COMICS CORNER Un fumetto inedito di Massimiliano Gatti e un publiredazionale sulla Scuola del Fumetto. 32 INTERVISTA Nuvola intervista Michele Cazzani, fotografo free lance (fra gli altri, per Emergency) e sandonatese. www.nuvola.org N10_02_03_COL_SOMMARIO_S 22-11-2002 16:35 Pagina 3 EDITORIALE SHORT TALKS Sono passati ormai circa quattro anni dall’inizio del progetto Nuvola. I ragazzi e le ragazze che si dedicano con passione a questo lavoro, sia chi c’era fin dall’inizio e conosce bene i problemi e le difficoltà di questo progetto, sia chi, appena arrivato in redazione, ha uno sguardo più fresco e imparziale, hanno deciso di rimboccarsi le maniche e risolvere alcuni problemi che affliggevano ormai da tempo il nostro amato giornale. La nuova veste grafica, la foliazione arricchita di 12 pagine, l’introduzione del colore nei servizi redazionali sono scelte importanti di per sé, ma che riflettono anche un mutato atteggiamento verso i lettori. Ci siamo chiesti quante delle copie stampate venivano lette, se il metodo di distribuzione scelto tempo fa poteva considerarsi valido, e abbiamo deciso di introdurre una distribuzione di tipo misto e di calibrare la tiratura sulle reali esigenze di distribuzione; quindi da oggi 2000 copie per ogni uscita di Nuvola verranno distribuite nelle caselle della posta, a zone, a rotazione, e 1000 copie continueranno a essere distribuite in alcuni luoghi di aggregazione che indicheremo precisamente in queste pagine, per tutti coloro che vorranno leggerlo quando non è il “turno” della propria zona di residenza. Ci siamo chiesti se i contenuti espressi dalla redazione fossero di reale interesse per i lettori e abbiamo deciso di puntare la lente di ingrandimento sul nostro territorio, su San Donato, per essere sempre di più una fonte di notizie alternativa, per esprimere contenuti in un certo senso esclusivi. Abbiamo deciso di essere più ambiziosi, di passare alla seconda fase del nostro “laboratorio di comunicazione” e assegnare temi scaturiti dalle riunioni redazionali ai singoli redattori, incrociando magari l’ideatore con l’estensore. Di preparare delle grandi inchieste, di ricerca, testuali o fotografiche, su temi locali. Di usare per lo più fotografie scattate da noi, anche scattate all’occorrenza. Di rispettare i tempi di chiusura, a ogni costo, e aderire così alle necessità distributive e alle legittime aspettative dell’editore e dei lettori. Di promuovere un dibattito attivo con i lettori, anche attraverso il nostro nuovo sito, e di cercare, oltre che accogliere, idee, pensieri proposte differenti da quelle dei componenti della redazione. E tutto questo, anche per dare più forza alla connotazione “giornalistica” , pur nel “dilettantismo”, dell’esperienza in redazione. Non troverete tanto facilmente un editoriale così su altri giornali. A me “lavare i panni sporchi fuori casa” in queste poche righe è piaciuto, e mi piace poter scrivere di noi con voi lettori come fossimo seduti al bar a chiaccherare. Noi tutti speriamo che questa nuova Nuvola vi piaccia e che i nostri sforzi di questi mesi siano utili per far crescere Nuvola, perché diventi in primo luogo sempre più utile per te che stai leggendo. Con l’inaugurazione di www.nuvola.org, troverai, oltre ai tanti servizi offerti dal sito, integrazioni testuali, fotografiche e multimediali agli articoli qui proposti. Inoltre, nella sezione “Articoli Web”, aperta a tutti, troverete articoli non pubblicati sulla versione cartacea. SIMONE CASTAGNINI [email protected] La nuova distribuzione non è ancora rodata, e non possiamo comunicare in quale zona verrà recapitato questo numero. Lo trovate in ogni caso nei consueti luoghi (Biblioteca, Comune ecc.). Nel prossimo numero la programmazione delle prossime uscite. Dal prossimo numero, non sarò più il Direttore di Nuvola. Grazie a tutti per la bella esperienza e i migliori auguri di un brillante proseguio. Simone Castagnini [email protected] Per domande e contatti [email protected] Per mandarci il tuo articolo N10_04_05_B_N_MANITESE_S 25-11-2002 11:28 Pagina 2 Pubblicazioni ritrova tutti gli articoli pubblicati su Nuvola; il sito ti offre una comoda interfaccia per cercarli, catalogarli... e votarli! Articoli Web ti piacerebbe vedere un tuo articolo pubblicato sul sito di Nuvola? Inviacelo ad [email protected] In esclusiva per gli utenti del sito La Redazione scopri da chi è composta la redazione di Nuvola con le foto e le descrizioni delle Schede dei Redattori! Bacheca per dire la tua su quello che vuoi; lascia in bacheca il pensiero della giornata N10_04_05_B_N_MANITESE_S 25-11-2002 11:30 Pagina 3 (Nero/Process Black pellicola) ACQUISTARE SOLIDALE SIMONE CASTAGNINI Mani Tese è un’organizzazione non governativa che lavora per lo sviluppo dei paesi più poveri dal 1964, grazie al sostegno di 40.000 donatori, 200 soci, di tutti i volontari e dei finanziamenti pubblici, e ha realizzato in quarant’anni di storia duemila progetti di solidarietà. Organizza campi lavoro, campagne di sensibilizzazione ed educazione allo sviluppo nei paesi poveri. I progetti su cui recentemente Mani Tese ha focalizzato il proprio interesse sono quello relativo alla campagna contro lo sfruttamento dei bambini e del lavoro minorile e “Operazione Nocciolina”, innovativa campagna di commercio equo “monoprodotto” per il sostegno della difficile fase di sviluppo del poverissimo stato di El Salvador dopo la guerra civile. A San Giuliano, presso la Stazione FFSS sulla Strada Provinciale per Locate, si trova il Gruppo San Giuliano DA OGGI PER PORTARSI A CASA GLI OTTIMI PRODOTTI DEL COMMERCIO EQUO SOLIDALE NON E’ PIU’ NECESSARIO ANDARE IN CENTRO. A SAN GIULIANO APRE I BATTENTI LA BOTTEGA DEL COMMERCIO EQUO di Mani Tese, che con l’aiuto di volontari e obiettori porta avanti i progetti nazionali dell’associazione ma si dedica anche a iniziative più incisive in ambito locale. Se volete lavorare con Mani Tese, il Gruppo sta cercando sia obiettori che ragazze per il Servizio Civile Femminile Volontario (30 ore la settimana, retribuzione, fra i 18 e i 26 anni, per informazioni Libera Pota, [email protected]). L’ultima iniziativa di Mani Tese sul territorio di San Giuliano è l’inaugurazione della “Bottega del commercio equo” che vedete in questa pagina. Aperta dal lunedì al venerdì, dalle 8,00 alle 19,00, e il sabato dalle 14,00 alle 19,00, vi potete trovare i prodotti, alimentari e non, del CTM (commercio equo solidale), nel rispetto delle normative internazionali del lavoro, le noccioline del già citato progetto nazionale, e oggetti di artigianato africano importati direttamente da Mani Tese. Completa il quadro un mercatino dell’usato ogni sabato pomeriggio, per il quale Mani Tese accetta donazioni di materiale usato (libri, indumenti). Per altre informazioni potete rivolgervi al responsabile del negozio Dario Conato al tel/fax di Mani Tese, 0298243268. L’interno della Bottega del commercio equo, e nel dettaglio in alto un esempio di alcuni pezzi di artigianato africano fra quelli disponibili. 04 05 N10_06_09_B_N_PROPOSTE_S 25-11-2002 11:32 Pagina 2 (Nero/Process Black pellicola) N REINVENTIAMO SAN DONATO CHIARA MARINONI In redazione, da un po’ di tempo, ci si chiedeva come rendere più incisivo il nostro ruolo di “megafono” dei giovani sandonatesi; poi nelle nostre testoline curiose è nata l’idea di andare a chiedere a una manciata di giovincelli (chi più chi meno) quale fosse la loro opinione sulla “San Donato a misura di giovane”. L’idea è poi diventata un elenco di domande e infine un questionario breve, chiaro e mirato (qualcuno avrà sicuramente qualcosa da ridire...). Ho deciso di suddividere il campione, tanto per far vedere che studio, in 5 fasce, cercando di intervistare in linea di massima lo stesso numero di persone per ogni fascia. Ho usato il singolare ma in realtà, oltre a coinvolgere altri redattori, ho tirato in mezzo anche la mia sorellina che per l’occasione ha indossato la maschera da persona seria (dopo averla cercata a lungo...), si è fatta insultare dagli amici ma è riuscita comunque a tirare fuori idee interessanti dai suoi coetanei. NUVOLA INDAGA: QUALI SONO I SERVIZI PIÙ APPREZZATI DAI GIOVANI? E COSA MANCA A SAN DONATO? SCOPRITELO QUI! E SE VOLETE DIRE LA VOSTRA, IL SONDAGGIO CONTINUA SU WWW.RECSANDO.ORG Lo scopo era, ed è, quello di capire sia quanto i giovani conoscano e apprezzino le proposte loro indirizzate (per esempio i corsi di sport e tempo libero, i corsi della scuola d’arte, quelli della scuola di rock, le attività di volontariato o delle associazioni no profit presenti sul territorio nonché ovviamente tutte le iniziative private), sia di stuzzicare la loro fantasia e voglia di pensare per arricchire San Donato di novità. Da qui la divisione del questionario in due parti: una esplorativa, grazie alla quale abbiamo potuto contare i numerosi Ronaldo, Jordan e Agassi mancati… (nel valutare la rappresentatività di questi nomi nelle rispettive categorie, tenete presente la mia ignoranza imbarazzante in fatto di sport); l’altra creativa, in cui abbiamo cercato di stimolare le nuove proposte. Devo dire che sono uscite idee decisamente degne di approfondimento, a dimostrazione del fatto che i ragazzi non sono assenti e disinteressati (a parte le ecce- Foto di gruppo in Biblioteca e nel dettaglio, la facciata dello storico edificio di via Martiri di Cefalonia, luogo di studio ma anche punto di riferimento “ricreativo” dei giovani sandonatesi N10_06_09_B_N_PROPOSTE_S 25-11-2002 11:32 zioni che confermano la regola…), ma che al contrario sono molto attenti alla vita della loro città e hanno opinioni piuttosto chiare su come questa dovrebbe essere. Oltre alla costante esigenza di nuovi sport, orientali, originali e trendy, la musica, la cultura, il cinema, la fotografia e il teatro sono nei sogni dei giovani, anche dei più piccoli. Forte la richiesta di una migliore “vendita” del prodotto, nel senso di una maggiore pubblicizzazione delle iniziative già esistenti. Con la speranza che i lettori si riconoscano in questi suggerimenti e che magari ci aiutino a concretizzarli, vi lascio con una delle frasi che mi hanno colpito di più: “io eliminerei i 6000 campi di calcio che aumentano il verde ma demoliscono la fantasia di chi ha altri interessi”. E basta con le rievocazioni storiche! Pagina 3 (Nero/Process Black pellicola) LE PROPOSTE... ...PIÙ INTERESSANTI INTERNET POINT (RIGOROSAMENTE GRATIS) PIÙ “VISIBILI” E CON ORARI PIÙ ELASTICI APERTURA DELLA BIBLIO LA DOMENICA, AUTOGESTITA DAGLI STESSI UTENTI RADIO LOCALE INIZIATIVE CULTURALI DEDICATE A MUSICA, LETTERATURA, TEATRO, CINEMA, FOTOGRAFIA, CON CONCORSI E PREMI “UTILI” (IL COMUNE DOVREBBE PRODURRE GRATUITAMENTE LIBRI, DISCHI ECC. DEGLI ARTISTI PIÙ MERITEVOLI) RONDE NOTTURNE PER GARANTIRE LIBERTÀ E SICUREZZA A OGNI ORA COPERTURA SERALE (ALMENO FINO ALLE 24) DEI MEZZI PUBBLICI A SDM PIÙ FESTE E SAGRE DI PAESE CON IDEE NUOVE ANCHE PER I GIOVANI ...PIÙ SENTITE ALLESTIMENTO DI STRUTTURE SPORTIVE ALL’APERTO E AL CHIUSO PER SPORT “DIVERSI DAL SOLITO” (CLIMBING, BASEBALL, PALLAMANO) E COSTANTE MANUTENZIONE DI QUELLI GIÀ ESISTENTI (I CANESTRI!) MIGLIORE GESTIONE DEL CINEMA TROISI (IMPIANTO AUDIO, RISCALDAMENTO, PROGRAMMAZIONE, CONSIDERATA DA ALCUNI TROPPO “MAINSTREAM”) LUOGHI D’INCONTRO AL CHIUSO CONCERTI, SALE PROVA E STUDI DI REGISTRAZIONE LA PIÙ GENIALE RISTRUTTURAZIONE RAGIONATA DEL CENTRO SOCIALE DI VIA PARRI CHE PREVEDA SIA LA POSSIBILITÀ DI INCONTRARSI, DIVERTIRSI E LAVORARE INSIEME, SIA QUELLA DI SUONARE, DIPINGERE E CREARE, AL FINE DI RENDERE IL C.S.C. UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER GIOVANI DI TUTTE LE ETÀ CON VOGLIA DI FARE O ANCHE SOLO DI STARE AL CALDO (INDISPENSABILE PER QUESTO LA PRESENZA ALMENO DI UN BAR APERTO GIORNO E SERA). IL TUTTO SOTTO LA COORDINAZIONE DEI DIPENDENTI COMUNALI AIUTATI DAI RAGAZZI E TU CHE TIPO SEI? LO SPORTIVO: È IL PIÙ DIFFUSO, SI NUTRE DI OGNI TIPO DI SPORT, È APERTO ALLE NOVITÀ MA PRETENDE STRUTTURE PER TUTTI GLI SPORT TRADIZIONALI, E SOPRATTUTTO I PLAYGROUND! IL MUSICISTA: DESIDERA CORSI DI OGNI TIPO A PREZZI STRACCIATI (COME SI SA I MUSICISTI SONO POVERI...), CONCERTI OGNI SERA E UN PUBBLICO PAGANTE ED ENTUSIASTA AI SUOI PIEDI IL CREATIVO: SCRIVE, DIPINGE, RECITA, FOTOGRAFA. SOGNA DI VIVERE IN UNA CITTÀ DI ARTISTI E SOVVENZIONI IL POLEMICO: MAI SODDISFATTO, VORREBBE DIRE LA SUA IN OGNI CAMPO (E LO FA!) LO SCAZZATO: NON VUOLE NULLA, RAGGIUNGE IL NIRVANA ALLA FINESTRA DI CASA Non è finita qui! Nuvola si occuperà anche nei prossimi numeri delle vostre idee e delle vostre esigenze... Mandateci una mail con le vostre proposte, le vedrete presto pubblicate 06 07 N10_06_09_B_N_PROPOSTE_S 25-11-2002 11:32 Pagina 4 (Nero/Process Black pellicola) N GDRPASSION NICOLO’ MAIOLI [email protected] La recensione di memoria è peggio un nuovo libro di perché mettono il Marion Zimmer master in diffiBradley? coltà. Per essere Proprio no, stiagiocatori basta mo invece paravere molta fanlando di una tasia e voglia di passione che da g i o c a re , c h e più di un quarto sono i requisiti Interi eserciti schierati l’uno contro l’altro pronti a di secolo accominimi per partifronteggiarsi, compagnie di eroici avventurieri che muna giocatori di te mozzafiato. esplorano gli spazi più remoti della terra per tutto il mondo, i Invece il Master, la salvare donzelle in pericolo, cavalieri che duellano vera colonna portante giochi di ruolo. sotto il sole cocente della campagna e Esistono vari tipi di giodel gruppo, è colui che chi di ruolo: quelli di decide cosa dovrà succedepotenti stregoni che si lanciano magie schermaglie fantasy (come re in quel punto ai giocatori, i ed evocano mostri infernali. Warhammer), i giochi di ruolo da mostri o i tesori che incontreranno. tavolo (come il famosissimo Questo sotto molti punti di vista può Dungeons & Dragons), i giochi di ruolo dal sembrare semplice e divertente, ma vi assicuvivo (che sono come quelli da tavolo ma vissuti in prima ro che passare ore sui libri a imparare le regole a memoria persona) e i giochi di carte (come il famosissimo Magic). e a inventare scenari e avventure non è semplice, ma piutA questo punto mi sembra doveroso descrivere almeno tosto stressante. Fare il master presenta anche soddisfauno di questi tipi di giochi, e cioè i GDR veri e propri, zioni uniche, quindi pensateci bene prima di intraprendecome ad esempio Dungeons&Dragon. Per quel che mi re una carriera di questo tipo! Una volta deciso chi di voi riguarda essi sono il meglio del meglio. Mentre lo schefarà il DM (dungeon master), potete iniziare una sessione ma di tutti gli altri giochi vede solo un numero indefinidi gioco, più comunemente detta partita o avventura: il to di giocatori, questo tipo di GDR prevede anche l’inmaster deciderà cosa deve accadere al gruppo e descritervento di un Master, o un narratore, che dir si voglia. verà gli incontri e le situazioni che i giocatori si troveranno Ogni giocatore, o avventuriero, è provvisto di una schead affrontare. Dal canto loro i giocatori diranno cosa da dove vengono annotati la sua razza (nano, elfo, hanno intenzione di fare i propri personaggi proprio come mezz’orco, gnomo ecc…), la sua classe (guerriero, ranse fossero persone realmente esistenti e pensanti. Il gioco ger, barbaro, stregone ecc…), le sue caratteristiche di ruolo è quindi un modo come un altro per diventare (forza, costituzione, destrezza ecc…), il suo equipaggiaqualcun altro, proprio come i bambini giocano ai soldati o mento e tutto ciò che lo rende unico. al dottore facendo finta di essere adulti, io gioco ai giochi Se si decide di essere un giocatore non occorre conodi ruolo per sentirmi qualcun altro, non necessariamente scere tutte le regole, anzi se i giocatori le imparano a me stesso, e questo è molto divertente. Se i giochi di ruolo sono la tua passione o ti piacerebbe imparare e conoscere tanti amici invia un’email a [email protected] con scritto perché ti sembra una buona idea e se ne senti il reale bisogno. N10_06_09_B_N_PROPOSTE_S 25-11-2002 11:32 Pagina 5 (Nero/Process Black pellicola) SKATESTYLE STEFANO FOGLIA [email protected] l ’ A s s e s s o re Ho subito raccolTaverniti, che, to delle firme e alle mie rimopresentato la stranze, ha richiesta al risposto che si Sindaco, ottetrattta di un nendo la proproblema di messa che in s i c u re z z a breve tempo il (soprattutto progetto sarebDue anni fa ho iniziato a pensare che potesse essere per via dell’albe stato approinteressante avere a San Donato delle strutture per tezza dell’half vato; in realtà si è gli “Skaters” (per chi come me si diletta con pipe: 3,40 metri): subito arenato. skateboard o pattini, e in particolare, la mia proposta gli rispondo che, se Così ho pensato di il problema è l’altezza, costituire un’associariguardava l’installazione di un half pipe), come si può anche costruire zione (seguendo il consice ne sono in altri comuni una rampa di due metri glio di chi aveva già avuto dell’hinterland milanese (alta cioè come uno scivolo per esperienze simili), ma in bambini!). L’importante è che la Comune nessuno mi ha saputo struttura sia costruita seguendo le norme spiegare con chiarezza quale sia la procedi sicurezza e che venga svolta una manutenzione dura necessaria: pertanto mi sono fatto appoggiare adeguata (che, in questo caso, è tutt’altro che oneda un’associazione già esistente, la Kookaburra, che rosa). Fatto ciò, i rischi relativi all’uso improprio (ad era a sua volta interessata al progetto e che ha dato esempio: i bambini possono arrampicarcisi) sono gli ufficialmente la propria disponibilità al Comune per stessi legati ad altre strutture come scivoli, canestri fare da punto di riferimento. Nel frattempo, anche la da basket o altri giochi presenti nei parchi, mentre i “Consulta Giovani” del Comune ha espresso un danni legati a un uso corretto della struttura possoparere positivo riguardo al progetto. Dopo tutto ciò no capitare svolgendo qualsiasi attività sportiva: in ancora nessun segno. Dopo qualche tempo ho entrambi i casi non è il Comune a risponderne (visto incontrato l'Assessore Taverniti, il quale ha confessache sono state sollevate anche obiezioni di caratteto di non sapere che atto comunale fare: gli ho rispore assicurativo). Dopo tutto, il progetto a quanto ne sto che, considerando che a Cologno Monzese è so non è ancora partito. Ci saranno mai strutture di presente una struttura simile, avrebbero potuto questo tipo a San Donato? Forse qualcun altro se ne informarsi presso di loro… Sorpreso, l’Assessore mi o c c u p e r à i n f u t u ro , f o r s e p r i m a o p o i ha invitato a spedirgli le foto della rampa (in modo l’Amministrazione supererà i suoi timori. Staremo a che i tecnici le potessero visionare), cosa che ho fatto vedere, ma soprattutto staranno a vedere gli skaters nei due giorni successivi. Dopo un altro periodo di delle prossime generazioni. silenzio sono riuscito di nuovo a incontrare Chiunque avesse la voglia di pattinare ancora malgrado le mancanza di strutture idonee a San Donato non esiti a contattarmi per organizzare uscite verso altre mete: [email protected] 08 09 N10_10_11_B_N_CONCORSI_S 25-11-2002 11:33 Pagina 2 (Nero/Process Black pellicola) N CONCORSI DI PACE SARA SCARAMELLA [email protected] VIVERE LA PACE Vivere la pace, alla sua seconda edizione, dopo il successo del 2001, è il concorso letterario dell'Ufficio per la pace, che ha fissato la premiazione per il 10 dicembre, così da cogliere l’occasione per celebrare l’anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Indirizzato agli studenti delle scuole elementari, medie e superiori, Vivere la pace è un efficace strumento dato agli insegnanti per proporre il tema della pace, e ai partecipanti per confrontarsi nel tentativo di realizzare un elaborato completo e “competitivo”. I nomi e i lavori dei vincitori saranno pubblicati sul prossimo numero di Nuvola! L’UFFICIO PACE DEL COMUNE DI SAN DONATO MILANESE HA ORGANIZZATO DUE CONCORSI NEL GIRO DI POCHI MESI, UNO FOTOGRAFICO E UNO LETTERARIO, ORMAI GIUNTO ALLA SECONDA EDIZIONE UFFICIOPACE L'Ufficio per la Pace è un'Istituzione creata dal nostro Comune con obiettivi come il coordinamento di movimenti già esistenti sul territorio, la promozione dell'obiezione di coscienza al servizio militare, e, soprattutto, l'educazione dei cittadini (in particolar modo dei giovani) alla pace, tramite iniziative culturali, conferenze e concorsi (tra cui La pace nel quotidiano e Vivere la Pace), realizzati con la collaborazione di associazioni presenti sul territorio (come Emergency e Amani). Il nostro, non è un Ufficio Pace "isolato", unico nel suo genere: esso aderisce al coordinamento provinciale e a quello nazionale (con sede a Perugia) degli enti locali per la pace, così da potere, tra le altre cose, influire maggiormente sulle scelte politiche del Governo. Una così ampia diffusione dell'interesse per la pace (intesa come tolleranza, rispetto e solidarietà e non semplicemente come assenza di guerra) è la prova di un cambiamento che si sta diffondendo, da qualche anno, nella società. Si è modificato, si sta modificando, il modo di pensare della gente: la pace non è più qualcosa di delegabile, ma è sentita come fondamentale da ognuno di noi, in prima persona. Nell’immagine, un momento della premiazione dell’edizione 2001 del concorso “Vivere la pace”, con Andrea Checchi dell’Ufficio per la pace che premia alcune ragazze. N10_10_11_B_N_CONCORSI_S 25-11-2002 11:33 Pagina 3 (Nero/Process Black pellicola) LA PACE NEL QUOTIDIANO Gracianica, Bosnia, Campo profughi, Bambini2 - Vito Lentini Il concorso fotografico dell’Ufficio per la pace è La pace nel quotidiano, ed è stato organizzato a livello nazionale (in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, il circolo fotografico “Il borgo”, il mensile “Il fotografo” e Minolta) invitando i partecipanti a riflettere sugli aspetti quotidiani che la pace assume. Il titolo del concorso, molto libero, è stato interpretato anche come riguardante la tranquillità e la pace interiori: le numerose foto pervenute da tutta Italia sono risultate, così, molto varie! Un bilancio, quindi, decisamente positivo, segno che il tema della Pace è sempre più vivo e sentito da ciascuno… infine, complimenti ai vincitori: W. Turcato, C. Comparetto e G. Martinelli nella sezione digitale e V. Lentini, P. De Pardi e G. de Polis nella sezione chimica. La copertina di questo numero di Nuvola è l’immagine seconda classificata nella sezione chimica, Uno sguardo al futuro di Paolo De Pardi. Il Priore padre Alberto - Giulio De Paolis In alto, un’elaborazione fotografica delle sale di Cascina Roma che ospitano la mostra; più sotto, dall’alto, la prima e la terza delle fotografie classificate nella sezione chimica. 10 11 N10_12_12_B_N_MUSICA_S 25-11-2002 11:44 Pagina 2 (Nero/Process Black pellicola) N NOI E LA MUSICA GIULIA BASSANI [email protected] Canzoni nate dal nulla che riflettono solo gli aspetti positivi di una vita impossibile, senza significati né una voce propria, cantate da personaggi privi di una qualsiasi moralità che ignorano addirittura i compositori dei loro testi o al contrario persone che scrivono senza sapere a chi le loro canzoni verranno assegnate. Bisogna allora rivolgersi a coloro che forse non sono ancora plagiati o magari non hanno ancora avuto la possibilità di sottomettersi alla politica delle case discografiche. Bisogna rivolgersi a noi, ai giovani e a tutti quelli che esprimono quello che sentono con quella forma d'arte impulsiva e sconvolgente che può essere la musica, è seguendo questo criterio che abbiamo fatto delle semplici ma significative domande ai ragazzi dell'omnicomprensivo del Liceo Primo Levi che si sono riuniti per condividere e confrontare attraverso la musica il loro pensiero. Per il momento siamo riusciti ad individuarne due, i Trent e i Lineout ai quali abbiamo posto alcune domande. E’ ORMAI LUOGO COMUNE CHE LA MUSICA NON SIA PIÙ UN MODO PER COMUNICARE, MA UNA ESPRESSIONE BLASFEMA DI UN MONDO DI STEREOTIPI E OLOGRAMMI DI UNA VITA PERFETTA “IN PACE E ARMONIA CON CIÒ CHE CI CIRCONDA” Quanti sono i componenti del gruppo? T “Siamo in quattro” L “Siamo in quattro” Qual è la vostra età media? L “Circa 19” T “Va dai 17 ai 19” Da quanto tempo suonate? T “Da più o meno due anni” L “Da circa cinque anni, ma il gruppo da due mesi ha due nuovi elementi” Che genere di musica fate? L Hard core melodico T Ska punk Un aneddoto particolare che vi riguarda? T Al Rolling Stones, nell’attesa di suonare eravamo andati a mangiare. Chi ci precedeva è stato più veloce del previsto e siamo stati spostati per ultimi. Iniziato il nostro pezzo, per un errore tecnico siamo stati “coperti” da musica diffusa! Una frase che vi caratterizza? L “Here we go again mother and father”. E come dice Kurt Cobain in Smells like teen spirit: “Our little group has always been and always will until the end”. Se desideriamo intensamente qualcosa o essere qualcuno è necessario provare per sapere se lo vogliamo davvero. In alto, i due membri fondatori dei Lineout In basso, Francesca e Angelo, due dei quattro componenti dei Trent N10_13_15_COL_ULTRA_S 25-11-2002 13:22 Pagina 1 PASSIONE TOTALE ANDREA LORO DA “WEEKEND WARRIORS” A VERO E PROPRIO FENOMENO SOCIALE: ALLA SCOPERTA DI UN MOVIMENTO CON PIÙ DI TRENT'ANNI DI STORIA [email protected] In Italia il calcio non è solo uno sport, ma un fenomeno che richiama attorno a sé molti individui, con forti legami tra i sostenitori della medesima squadra. La presenza diffusa di questi sentimenti in molti strati della società, ha rappresentato il terreno fertile per la nascita di un fenomeno sociale di indubbia rilevanza: il movimento Ultrà. Il nome deriva da una frangia rivoluzionaria che, durante la Rivoluzione Francese, si distinse per intransigenza e fanatismo (se non ricordo male…), e tale fenomeno vide la luce (in Italia) alla fine degli anni Sessanta. Storicamente, il primo gruppo ultrà italiano è la Fossa dei Leoni, nato a Milano (sponda Milan) nel 1968, seguito a breve distanza dai Boys-Furie nerazzurre, poi Boys S.A.N., di fede interista, che vide la luce nel 1969. Dando uno sguardo agli anni di formazione dei gruppi in questione, appare chiaro come essi siano nati in un periodo storico molto particolare, dove il desiderio di cambiamento, ma possiamo dire anche “di rivoluzione”, era diffusissimo tra i giovani. E’ importante sottolineare che un decisivo ruolo nella nascita di tale fenomeno e nel suo successivo sviluppo sia stato giocato dalla politica: almeno nella fase iniziale della storia del movimento, quasi la totalità dei gruppi aveva una forte connotazione ideologica, riscontrabile in molti casi ancora oggi. Se si osservano le immagini che decorano gli striscioni presenti nelle curva degli stadi di tutto il mondo, o solamente se si presta attenzione al look delle persone che li popolano, in molti casi sarà agevole identificare una sorta di “comune sentire” politico all’interno del singolo gruppo. Al di là del discorso politico sta di fatto che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, l’età media della popolazione che frequentava gli stadi si era Un particolare della curva Sud di Milano... una “alternativa” vincente al compassato tifoso da tribuna centrale! 12 13 N10_13_15_COL_ULTRA_S 25-11-2002 13:22 Pagina 2 N maggiore, rafforzata dal senso di appartenenza ai primi esempi di gruppi organizzati. Portando l’esempio dei Boys, vediamo come essi nascano da una “costola” di uno storico Inter Club, dal momento che era nata, in quei ragazzi milanesi, l’esigenza di interpretare il tifo in maniera totale, viscerale, rivoluzionaria… in una parola, Ultrà. Fin dalla loro nascita, i gruppi ultras hanno dato rilevanza alla loro identità: da qui l’esigenza di elaborare nomi, stemmi e attitudini che li identifichino anche tra i tifosi dello stesso club. fortemente abbassata. Di conseguenza le tribune degli impianti sportivi perdevano progressivamente le caratteristiche che le accomunavano ai parterre dei teatri o ai salotti dei caffè del centro, per divenire naturali appendici delle università, dei locali, dei centri sociali e di tutti i luoghi di aggregazione giovanile. Questo “svecchiamento” degli spalti determinò la nascita di un modo nuovo di interpretare il tifo per la squadra del cuore che trova la sua principale caratteristica in una passione sempre La sfida non è solo in campo: le tifoserie di Milan e Inter si sfidano a colpi di coreografie... il vincitore? Decidetelo voi! N10_13_15_COL_ULTRA_S 25-11-2002 13:22 Pagina 3 Si può tranquillamente affermare che tale esigenza rappresenta la forza dell’intero movimento, in quanto è proprio il senso di appartenenza al “gruppo” che spinge la persona “oltre i suoi limiti”: credo che siano in pochi quelli che, di propria iniziativa, si sobbarchino ore ed ore di treno per assistere ad una partita in trasferta della propria squadra del cuore, ma se lo fanno tutti… Questi ideali, ma soprattutto il forte spirito di corpo presente in ogni singolo gruppo ultrà, hanno spesso alimentato eccessivamente lo spirito di antagonismo nei confronti di chi sostiene colori diversi, lasciando spazio a deprecabili episodi di violenza, e significherebbe nascondersi dietro un dito affermare che tali fatti non hanno nulla a che vedere con l’universo ultras; quando la passione è senza limiti, il passo dalle parole ai fatti è tutt’altro che difficoltoso… Sta di fatto che il fenomeno del tifo organizzato si diffuse a macchia d’olio in tutta Italia, dando vita ad esperienze interes- santi in tutti i centri urbani che potevano vantare squadre di un certo rilievo (Roma, Torino, Genova, Firenze, Napoli…), ma anche in città di provincia, come Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza, Perugia. Se mai un giorno vi capiterà di andare allo stadio (credetemi, ne vale la pena), fermatevi ad osservare le due curve. Guardate le bandiere che sventolano ed i fumogeni che colorano l’aria, ascoltate il crescente rullare dei tamburi ed i cori che si alzano… osservate quelle migliaia di persone con addosso gadgets improponibili, che all’unisono saltano, cantano, urlano e s’incazzano. Dietro a loro c’è una storia che dura da quasi cinquant’anni, mezzo secolo fatto di notti insonni in treno e di centinaia di chilometri percorsi in auto, a piedi, in aereo con addosso, ma soprattutto nel cuore, i colori della propria squadra. Provate ad immaginare di salire delle scale, in un corridoio grigio e sporco, illuminato da fredde luci al neon e, tutto a un tratto, trovarsi di fronte una muraglia umana di ottantamila persone, sentirsi inondati di luce, travolti da un mare di voci e di colori… un brivido vi corre lungo la schiena… e vi sentite parte di qualche cosa che non riuscite a spiegare… ma vi accorgete subito che vi piace un sacco. E’ quello che ho provato la prima volta che sono andato allo stadio e, lo avrete capito, questa specie di malattia non mi è ancora passata. ADDRESSBOOK www.curvanordmilano.it (per gli inguaribili dell'Inter, come me) www.irriducibili.com (il sito ufficiale degli ultrs laziali) www.fdl.it (il sito del più importante gruppo del tifo rossonero) www.fototifo.it (un sito dove potrete trovare foto e links su tutti i gruppi italiani e non) Il fenomeno ultras non è un’esclusiva delle grandi città. Nella foto la Nord di Bergamo (in trasferta a Milano), a mio parere una delle migliori curve d’Italia. 14 15 N10_16_17_COL_FUTURISMO_S 25-11-2002 13:28 Pagina 2 N FUTURISMO CONTEMPORANEO STEFANIA DE DONATIS [email protected] Dinamismo, colore, movimento, frenesia, vitalità, rottura delle convenzioni e gusto per la provocazione, sono ciò che caratterizza questa poetica. La mostra cerca di riproporre l’atmosfera “futuribile” e “briosa” attraverso un percorso artistico e storico, che ci porta, per un attimo, a ritroso nel tempo: siamo intorno agli anni ’10. A questi anni risale, infatti, il primo manifesto della pittura futurista. Si incomincia qui a parlare di ribellione nei confronti del passato e nei confronti di “ un’Italia biancheggiante di sepolcri”. Si sostiene che l’arte debba adeguarsi all’ambiente che la circonda. Ed ecco, allora, che la città, con la sua frenesia, e tutto ciò che ne fa parte fanno il loro ingresso trionfale nell’arte. Magnificare la vita, contemplare la modernità, “fissare” sulla tela soggetti inediti e mai sfruttati, negare lo spazio come entità fisica e ben definita, porre lo spettatore all’interno di una scena che lo “avvolge” e lo “cattura”: sono parole d’ordine. Saperle mettere in pratica equivale a molto di più che essere artisti: vuol dire INTERESSANTE E BEN ALLESTITA È LA MOSTRA, OSPITATA RECENTEMENTE AL PAC (PADIGLIONE D’ARTE CONTEMPORANEA), DEDICATA ALLA PIÙ ITALIANA ED ORIGINALE DELLE AVANGUARDIE STORICHE: IL FUTURISMO essere dei veri e propri “poeti”. Boccioni, Balla, Severini, Palazzeschi, Marinetti, ne sono consapevoli. Forse, proprio tale consapevolezza ha fatto sì che diventassero i veri grandi protagonisti. Le opere presentate alla mostra arrivano dai più importanti musei e si tratta di capolavori. Ma sono presenti anche numerosi “studi” e bozzetti che ci illustrano le differenti fasi che hanno portato ai rispettivi risultati finali, nonché lettere e cartoline disegnate a mano. “Materia”, “Mattino”, “Bambina che corre sul balcone”, “La città che sale”, “Stati d’animo: quelli che restano” e la famosissima scultura raffigurata sulla nostra moneta da venti centesimi: “Forme uniche nella continuità dello spazio” sono solo alcune delle opere esposte. Ma, indubbiamente l’opera simbolo, il “non plus ultra”, l’apice dell’espressione artistica futurista è “Elasticità”, dipinto di Boccioni del 1912 raffigurante un cavaliere che, con ritmo sostenuto, attraversa un campo al confine della città. La periferia milanese con le sue case, i suoi quartieri industriali e le presenze metalliche dei tralicci elettrici, delle gru, delle torri di elevazione che Sopra: Carlo Carrà, Il cavaliere rosso Sotto: Umberto Boccioni, Stati d’animo II, Quelli che restano N10_16_17_COL_FUTURISMO_S 25-11-2002 13:28 Pagina 3 progressivamente andavano rivestendo con le forme del moderno la campagna suburbana, fa da sfondo all’incedere del cavaliere colto nell’attimo in cui il sobbalzo della corsa lo fa irrigidire sulle staffe. Il movimento del cavalcare è un continuo susseguirsi di stati di tensione e rilassatezza, una reazione di elasticità, appunto, necessaria per assorbire ogni sobbalzo causato dalla forza che il cavallo impegna dinamicamente nella sua corsa. La galoppata sembra così in grado di “catturare” e travolgere l’ambiente circostante, come se l’energia dell’animale fosse tale da abbattere e “portare via con sé” tutto ciò che incontra sul suo lungo cammino. Ma il Futurismo non è solo arte, non è solo un’espressione d’avanguardia. È anche letteratura, è anche cinema, è anche teatro. Insomma, una vera e propria “moda” che si insinua nei principali campi della vita quotidiana di ogni uomo. Marinetti, annoiato dalla sintassi di Omero, sente il bisogno di liberare le parole dai legami sintattici e di inventare le “parolibere”, parole in libertà, sciolte da ogni convenzione. La punteggiatura scompare, il normale uso delle parole viene eclissato per lasciar spazio all’analogia che dà vita a veri e propri “voli di linguaggio”. L’immaginazione senza fili diventa quindi la linea conduttrice e la chiave per capire ogni componimento “lirico” che si trasforma più spesso in rumore, suono; si tratta di descrizioni di attimi, immagini momentanee e fuggenti catturate e “rese” sulla carta dal poeta, l’unico in grado di farlo. L’importanza delle opere e dei testi futuristi risiede nel fatto che ognuno “apre dei contatti con dei mondi nascosti e misteriosi”. I futuristi pensano, infatti, di avere dei cervelli al di sopra della media e si dichiarano possessori di un’anima nuova che abbia facoltà superiori per indagare l’universo nascosto. Un legame molto profondo esiste nel binomio letteratura-teatro. Gli spettacoli, più spesso noti come “serate futuriste”, sono grandi esempi di sperimentazione. Si tratta di spettacoli brevissimi, che a volte durano pochi minuti, a volte solo il tempo di un’apparizione, di una “Detonazione”. Le storie trattate sono al limite del pensabile e dell’immaginabile. Si tratta di veri e propri “nonsense”. Ne “il corpo che sale” la signora del terzo piano risucchia l’amante mentre cade dal balcone, ne ”il regalo” un padre di famiglia torna da un viaggio e lascia la valigia in sala; la moglie e i figli aprono la valigia in cerca del regalo e vi trovano la testa sgozzata dell’amante del marito ma lo scambiano per un cappellino alla moda…Non meno importante, anche se meno nota, è la sperimentazione che i futuristi compiono in ambito cinematografico. Si pensi ad un film quale “Amor pedestre” dove si scopre chi sta con chi tramite un “inseguimento” di piedi con scarpe diverse: gli attori protagonisti sono dunque, e per la prima volta, i piedi! Anche qui abbiamo a che fare con “espressioni” molto brevi, cortometraggi realizzati per lo più fuori dalle logiche del sistema industriale e autofinanziati. Il film “vita futurista” del 1916, opera di diversi artisti, comprende diversi frammenti sconnessi, ed è attraversato dal gusto per l’assurdo: il pittore Giacomo Balla corteggia e infine sposa una sedia. I frammenti del film sopravissuti mostrano l’uso di specchi deformanti e sovrimpressioni, secondo modalità che anticipavano quelle delle successive avanguardie cinematografiche. Sopra: Giacomo Balla, un particolare di La mano del violinista Sotto: Filippo Tommaso Marinetti, Prima composizione futurista, da Otto anime in una bomba 16 17 N10_18_21_COL_CRACOVIA_S 25-11-2002 13:37 Pagina 2 N ERASMO& COPERNICO MONICA FAVARA [email protected] Infatti, i locali e i pub non sono solo dei veri e propri “luoghi di studio alternativi” ma appaiono anche come delle vere e proprie opere d’arte. Difficilmente non si rimane stupiti quando, pensando di gustarsi una semplice birra, ci si ritrova in suggestivi micro-musei d’arte contemporanea. Comunque vi consiglio di munirvi della rivista Aktivist, corrispettivo polacco di ZeroDue, dove trovate eventi e indirizzi. Ho frequentato per nove mesi l’Accademia di Belle Arti Jana Matejki e quindi non ho vissuto la città da semplice turista ma come padrona d’ogni singolo spazio. E’ una sensazione che cogli immediatamente quando riesci a scrollarti di dosso quegli ultimi rimasugli d’estraneità, tipici di chi ha l’opportunità di andare a vivere all’estero. Al contrario di quello che la “mitologia cinematografica” (vedi Verdone) ha professato sulla Polonia, la gioventù universitaria è meno bigotta VIAGGIO-STUDIO A CRACOVIA, UNA CITTÀ A MISURA DI STUDENTE. POLO D’ATTRAZIONE È IL BELLISSIMO CENTRO STORICO, STARE MIASTO (CITTÀ VECCHIA), DOVE SI MESCOLANO CULTURA E SVAGO e provinciale di quanto non si possa immaginare. Però non posso sfatare il cliché della donna nordica prevaricatrice e indipendente. L’emancipazione femminile che ho avuto l’occasione di osservare arriva a livelli tali che farebbe impallidire qualsiasi donna italiana. Ma torniamo alle bellezze di Cracovia. Intorno a questa capitale della cultura girano moltissimi miti: il trombettiere della torre, i cavalieri-piccioni della piazza e il drago sputa fuoco; ma il mio preferito, e forse il più curioso, è quello che caratterizza il castello reale, il Wawel. Si dice che in un angolo di questo ci sia uno dei sette punti Chakra della Terra, uno dei più forti flussi energetici che attraversano il nostro pianeta. Due, invece, sono per me i personaggi simbolo di Cracovia. Uno è un anziano signore che possiede una galleria di poster (plakat) dietro la piazza centrale. Copernico (1473-1543), studia presso la Facoltà di Astronomia dell’Università di Cracovia, che attualmente porta il suo nome. Nel 1543 conclude “De revolutionaribus orbitum coelestium” N10_18_21_COL_CRACOVIA_S 25-11-2002 13:37 Pagina 3 Cracovia, infatti, è famosa per la realizzazione di manifesti teatrali e cinematografici; in questa galleria è possibile trovarne di tutti i generi: il proprietario ne colleziona fin da quando era bambino! Il secondo personaggio è un altro anziano signore, un violinista ambulante gitano. Si narra che per invidia del suo talento, in tempi di gioventù, un suo coetaneo gli spezzò il braccio per impedirgli di suonare ma, nonostante l’anomala calcificazione del braccio, continua a suonare per le vie di Cracovia. Caratteristico è anche il quartiere ebraico, Kazimierz, non molto lontano dalla città vecchia. La maggior parte degli studenti trovano alloggio in questa zona perché i prezzi sono decisamente più bassi rispetto al pieno centro. Le stradine sono molto confuse e buie ma, come nel resto della città, non si corrono pericoli a camminare da soli durante la notte. Assolutamente da visitare il cimitero storico ebraico. In alto, scorcio del Castello Reale Wawel, al centro, scultura presso i giardini della Città Vecchia, sotto, Zakrowek. Nell’altra pagina, il mercato della Città Vecchia (Rynek Glowny) 18 19 N10_18_21_COL_CRACOVIA_S 25-11-2002 13:37 Pagina 4 N Un’altro luogo di straordinaria bellezza da vedere, nonostante una certa distanza dal centro storico, si trova nella zona di Zakrowek. Gli scavi iniziati per recuperare del materiale edilizio, sono stati interrotti perché è stata trovata una fonte d’acqua limpidissima. Ora in quel punto preciso si trova un bellissimo parco con un’enorme piscina naturale d’acqua limpidissima. Si possono fare tuffi anche da 20 m d’altezza e praticare roccia. Un’ultima indicazione. C’è un palazzo, poco lontano dal castello, che è stato preso in gestione da alcuni studenti dell’Accademia di Belle Arti; si chiama D.O.M. e si trova in via Stradom al 15. L’ultima volta che l’ho visto era ancora in piena fase di ristrutturazione ma so per certo che ora è un luogo di ritrovo molto apprezzato. L’intero arredamento è stato interamente realizzato da giovani studenti dell’Accademia (tra cui alcuni miei progetti); il locale ospita al suo interno vari laboratori, persino una camera oscura ed è inoltre possibile alloggiarvi a prezzi modici. Questo articolo sembra un trafiletto della guida Michelin… A questo punto vi consiglio di assaporare personalmente l’atmosfera magica di questa città e lasciarvi ammaliare dalla sua schiettezza. In alto, il Cimitero ebraico nel quartiere di Kazimierz; a sinistra, il drago sputafuoco del Wawel. N10_18_21_COL_CRACOVIA_b/n 25-11-2002 13:36 Pagina 1 (Nero/Process Black pellicola) KRKBYNIGHT Strefa22 Rynek Glowny <Cracovia di notte. <Il paese delle Discoteca su tre piani in un ex agenzia di viaggi. Le luci della città fiabe, dove tutto Ingresso massimo 3 euro, il consiglio è di rimanere fino all’alba: lasciano scie su è basso e largo, splendida vista della Piazza Vecchia al sorgere del sole. uno sfondo diseforse perché gnato in carbonvogliono far Da non perdere le serate del gruppo di djs cino; palazzi vedere che non Vinyl Sombreroz (2funky I miss U) e Chilled Morelas. austeri e alberi sono così instaspogli ritagliano bili come si Miasto KraKoff vicino Biskupi uno spazio negacrede, che stanDiscoteca con caratteristica parete di televisori che fanno da tivo nell’onnipreno aspettando sente biancore un treno per cornice a singolari opere d’arte. della neve. Il fredandare. Tutto do ne delinea i quello che serve Klub Kulturalny ul.Szewska contorni, riempienper divertirsi è Pub che nasconde al suo interno curiosi segreti da scoprire. do l’immagine di nascosto e tutto dettagli. Una città da quello che è rigore è Ho integrato questo mio articolo con impressioni e vivere a piedi, un posto messo in mostra. fantasiose interpretazioni di alcuni miei amici che in cui perdersi è facile ma Le persone sembrano hanno avuto la possibilità di visitare questa il centro è sempre a due calme e pacate ma traspaaffascinante città. passi. Cosmopolita, ma non re che stanno per fare il enorme. Di giorno Cracovia è botto, forse per tutti i tappi attiva, ma pur sempre calma, riservache gli abbiamo messo o che gli ta, come le persone che la popolano. hanno messo. Nelle trattorie i pochi tavoli uniscono sconosciuti; non Sicuramente sono più semplici ed entusiasti di noi c’è né imbarazzo né invadenza nell’atteggiamento di coloma si lasciano colpire da cose che sono ai nostri occhi ro che condividono la mezz’ora di un pasto per poi prosemolto banali, forse perché le osservano con più semguire sulla propria strada. Di notte Cracovia diventa vitale, plicità. Lusso sfrenato e povertà si mischiano ma non allegra. Nei bar c’è un’atmosfera che fa sentire a proprio troppo bene. agio anche chi del polacco conosce solo "pivo"; molti pulita, cattolica e diffidente ma se capiscono che non sono gli studenti stranieri che si trasformano in clienti abisei lì per fare “l'occidentale”, dove tutto quello che tuali. Mi ricordo di aver dato una mia fototessera al barista vedi è obsoleto, credo che ti diano tutto quello che del Metro, sotto casa di Monica; gli ho detto di incastrarla hanno. Gli sguardi ti fanno sentire stupido per le cose nello specchio dietro al bancone. Se fossi tornato in un che occupano i nostri pensieri che, sicuramente per anno mi avrebbe offerto una pinta di Okocim. Beh, era loro, sono tanto speciali quanto un bel Capodanno che Novembre dell'anno scorso...>. Benji il giorno dopo è finito>. Andrea Carminati <Veramente un bel posto (inizio un po’ banale) se non fosse per la lingua! Avevo sempre l'impressione che i miei interlocutori fossero intenti a masticare vetro (crkrzcr...). Ci ho provato anch’io (con il polacco, non a masticare vetro!), infatti dopo poco le mie gengive hanno iniziato a sanguinare abbondantemente (a fiotti direi) ma poi ho scoperto che non era un problema di lingua ma del devastante effetto collaterale degli ettolitri di ottima wodka polacca che mi sono ingerito. Viva il KRUPNIK, tipica wodka al miele, è buonissimo, non potete non provare a provarlo!>. Gatto In alto, il trombettista della chiesa di Santissima Maria Vergine a Sukiennice. 20 21 N10_22_23_B_N_WIRELESS_S 25-11-2002 11:47 Pagina 2 (Nero/Process Black pellicola) N VIRAL TELECOMMUNICATIONS SERGIO BIANCO UN SISTEMA CHE POTREBBE COSTITUIRE UNA RIVOLUZIONE NEL CAMPO DELLE TELECOMUNICAZIONI. NUVOLA VI SPIEGA COME FUNZIONA E A CHE PUNTO SIAMO. [email protected] In principio fu il Wi-Fi. Wi-Fi è l’acronimo di wireless fidelity, ossia il nome scelto per indicare tutte le specifiche ed i protocolli utili per la creazione di reti locali senza fili. Questo standard, in poche parole è nato per consentire la creazione di reti informatiche private senza lo sbattimento dei cavi. Il tutto si basa sulla possibilità di trasmettere dati sulla frequenza dei 2,4 o dei 5 Ghz (libere in quasi tutti paesi, nel nostro ancora non si sa…) utilizzando una scheda da installare nel proprio computer dal prezzo intorno ai 200 euro, raggiungendo una banda, concretamente larga, di 11 Mbit (per i 2,4 Ghz) e 54 Mbit (per i 5 Ghz). Finché la comunicazione rimane chiusa fra quattro mura il sistema è interessante, ma non rappresenta molto di più un’alternativa più comoda ed economia alle normali LAN (che comunque non è poco), ma la vera rivoluzione avviene quando le antenne vengono puntate verso l’esterno. Il WiFi permette di collegare via etere computer a distanze che possono raggiungere i 400 metri. Per fare un esempio con venticinque, trenta postazioni ben posizionate sarebbe possibile costruire una rete civica che copra tutta San Donato. Il bello è che visti i costi ed il funzionamento di questo tipo di tecnologia non c’è bisogno di un provider che gestisca l’accesso: mentre nella rete Internet “tradizionale” si utilizza una linea telefonica, che va quindi pagata ed il traffico di dati transita da grossi server gestiti dai provider di servizi internet, con il WiFi è possibile costruire un network i cui nodi sono gli utenti stessi, mentre i dati corrono nell’etere senza ingrassare la bolletta telefonica, insomma gli utenti diventano i proprietari della rete. Non è un’ipotesi irrealizzabile: Seattle (chissà perché proprio lì..) è stata la prima città dove sia stata sviluppata una rete di questo tipo e Recentemente Nicholas Negroponte (fondatore e direttore del Media Lab presso il MIT, Massachusetts Institute of Technology, Boston), ha definito le viral telecommunications come “un fenomeno davvero nuovo e rivoluzionario, dove ognuno costruisce la sua parte e il tutto è tessuto insieme da accordi non vincolanti”. N10_22_23_B_N_WIRELESS_S 25-11-2002 11:47 Pagina 3 (Nero/Process Black pellicola) copre quasi tutta l’area metropolitana (http://www.seattlewireless.net/) in più alcuni utenti “generosi” condividono la parte di banda della rete Internet che non utilizzano fornendo dei gateway per passare dalla rete cittadina al www. Questo significa che con una scheda da 150 dollari (lì costano meno) chiunque può collegarsi ad Internet attraverso il loro nodi gratis. Seattle è la prima, ma non è l’unica: esistono, infatti, molti altri progetti del genere in corso di sviluppo in tutto il mondo (ne trovate un elenco aggiornato su http://www.toaster.net/wireless/community e vi assicuro che non è corto). Fin qui solo buone notizie, pare. Qual è l’altra faccia della medaglia? Il primo problema riguarda la sicurezza. Quando i dati viaggiano liberi nell’aria invece che protetti dentro un cavo è più facile acchiapparli anche per chi non ne è il legittimo destinatario. Infatti, è già stata dimostrata la violabilità del WEP (Wired Equivalent Privacy) il protocollo di sicurezza delle reti wireless ed esistono già diversi software (Airsnort è il più famoso) che automatizzano la ricerca di una rete WiFi ed il cracking del protocollo di sicurezza permettendo ad un utente mediamente esperto di ottenere l’accesso ad una rete WiFi privata. Questo problema è risolvibile prima di tutto perché per noi comuni utenti mortali solo una piccola parte dei dati che transitano dalla rete sono d’importanza tale da meritare un livello di protezione molto alto (voglio dire: che mi frega se un hacker si legge le e-mail che spedisco ai miei amici o le stupidaggini che scrivo in chat? Se si diverte con così poco…) e quando dobbiamo far transitare quei dati che riteniamo sensibili possiamo sempre tornare ad affidarci ai vecchi cavi (certo che quando devo accedere al mio conto in banca preferisco un po’ di discrezione). In secondo luogo agli albori della rete la situazione non era molto differente e quando avete accettato di installare le prime versioni di Napster (solo per fare un esempio) avete lasciato che il vostro PC fosse in balia di qualunque hacker mediamente esperto. Tutto sta nel lasciare che il sistema si diffonda e si evolva, com’è naturale che sia, la mitica sfida fra chi produce protocolli di sicurezza e chi li viola portandolo a raggiungere quel livello d’affidabilità che Internet ha raggiunto in venti anni di storia. Il secondo problema è di natura politica e legislativa: in Italia non esiste ancora una regolamentazione precisa riguardo le reti WiFi. Esiste solo un DPR (447 5/10/2001) che, in sintesi, stabilisce che le bande intorno ai 2,4 Ghz sono di libero uso in ambito domestico e che è necessaria la richiesta di un permesso al ministero per collegarle alla rete pubblica. Le ultime dichiarazioni di Gasparri (il nostro ministro delle telecomunicazioni) considerano importante una precisa regolamentazione del settore per “dare certezze agli operatori" e vedono l’iniziativa del governo volta a “ricercare le regole giuste per rendere possibile un mercato aperto, competitivo e soprattutto dinamico. Senza diritti d’esclusiva nell'installazione delle infrastrutture e per consentire un accesso non discriminatorio di tutti gli operatori". A quanto pare si sta puntando più a garantire gli operatori che vogliono vendere al pubblico i servizi WiFi piuttosto che gli utenti che vogliono costruire una rete pubblica autogestita. Chi vincerà? Interessi di mercato o libertà d’iniziativa degli utenti? “Sitografia” consigliata: www.portel.it / www.punto-informatico.it / www.wifi.freeinternet.it / www.weca.net www.seattlewireless.org / www.toaster.net/wireless/community / www.wired.com/wired/archive/10.10/wireless_pr Sul sito www.nuvola.org trovate i link ad accesso diretto, la descrizione dei siti e altri contenuti aggiuntivi. 22 23 N10_24_25_B_N_GLOBAL_S 25-11-2002 11:50 Pagina 2 (Nero/Process Black pellicola) N GLOBAL BOOKS ANDREA LORO LA LETTERATURA SULLA GLOBALIZZAZIONE NON È SOLO “NO LOGO”, ECCO ALCUNI SUGGERIMENTI PER SAPERNE DI PIÙ [email protected] Questo articolo nasce da una discussione sviluppatasi sul sito Recsando (www.recsando.org), all’interno del Forum San Donato. Massimiliano Melley, Sandonauta e Sandonatese, ha ritenuto che l’articolo pubblicato sul numero 9 di Nuvola a firma di Andrea Loro, “Mercato globale, emergenza globale”, guardasse al fenomeno della globalizzazione da un punto di vista eccessivamente parziale, e ha espresso questa sua opinione appunto attraverso un messaggio sul forum, proponendo una rassegna bibliografica sul tema globalizzazione. Abbiamo accolto volentieri l’idea, ed eccovi qui alcune recensioni che abbiamo sollecitato a redattori e collaboratori, nella speranza che possano essere di interesse generale, al di là delle posizioni ideologiche di partenza. Alcune di queste, altre ancora sullo stesso tema, e su altri temi, le potete trovare su www.recsando.org all’interno del Forum Libri. Walden Bello IL FUTURO INCERTO Prefazione di Anuradha Mittal Baldini&Castoldi Il tema della globalizzazione, dei suoi effetti politici, economici, ecologici e culturali e delle prospettive per molti versi inquietanti che essa apre sul prossimo futuro degli abitanti del pianeta non è soltanto uno degli argomenti più importanti del dibattito politico attuale, ma rappresenta anche un'inevitabile esigenza d’informazione, proprio per le conseguenze che le scelte economiche globali hanno sulla vita di tutti, e ancor più sui paesi del Sud del mondo. Da qui l’interesse per il libro di Walden Bello “IL FUTURO INCERTO”. Walden Bello è ritenuto uno dei leader più interessanti della galassia 'no global'. Osservatore privilegiato, e protagonista, della lunga e spesso sotterranea battaglia tra i paesi del Sud del mondo e quella che lui chiama “la santa trinità di Bretton Wood”: il Fondo monetario, la Banca mondiale e, da ultimo, il Wto. Il Futuro Incerto e’ una raccolta di articoli pubblicati su diverse riviste internazionali da Walden Bello: sono brevi saggi e testimonianze dove la globalizzazione è vista dal grandangolo del Sud del mondo. "E un libro", dice Bello, "sull'esercizio del potere nelle relazioni internazionali e sul modo in cui questo esercizio genera diseguaglianze, crisi e, infine, resistenza... è un libro sull'esercizio del potere da parte degli Stati Uniti, sul suo impatto sull'economia globale e sulle politiche mondiali e sulle risposte che ha provocato nelle altre società, popolazioni e comunità." Il libro si compone di quattro parti: la crisi delle istituzioni di Bretton Wood, che ha decretato la fine dell’”età dell'oro” e l’inizio dell’”età del dollaro”; il ruolo del capitale speculativo nella crisi finanziaria asiatica; l'inarrestabile espansione degli Stati Uniti attraverso il vettore della globalizzazione, cui fa da complemento un’attenta analisi sul ruolo del WTO; infine, la lotta per il futuro, dove l’autore delinea nuovi scenari possibili di un mondo più equo, dove vengano riconosciute e rispettate risorse, differenze e autonomie. MAURO MIORALI [email protected] Sul sito www.recsando.org, nel Forum Libri, potete trovare molte altre recensioni. Sul sito www.nuvola.org potete invece trovare informazioni aggiuntive su questo articolo. N10_24_25_B_N_GLOBAL_S 25-11-2002 11:50 Pagina 3 Carlo Pelanda e Paolo Savona SOVRANITA’ E RICCHEZZA Come riempire il vuoto politico della globalizzazione Sperling & Kupfler Il libro, d'impostazione liberista, spiega perché la globalizzazione dei mercati può produrre squilibri nei Paesi in via di sviluppo. L’apertura è un fatto in sé positivo poiché genera un flusso necessario di capitali verso il Terzo e il Quarto Mondo. I problemi nascono dalla debolezza intrinseca delle Istituzioni dei Paesi poveri. Mentre cedono sovranità economica ai Paesi avanzati (soprattutto agli Usa), gli Stati devono esser lasciati liberi di definire ciascuno la propria via all’adattamento al mercato globale: democrazie imperfette e mercati finanziari interni poco trasparenti hanno causato crisi spaventose poiché i capitali, che velocemente sono arrivati, velocemente emigrano altrove. I Paesi poveri quindi devono essere stimolati a crearsi istituzioni più moderne e a riappropriarsi della sovranità per negoziare il rapporto con le istituzioni internazionali quali Wto e Fmi. MASSIMILIANO MELLEY (Nero/Process Black pellicola) •Jeremy Rifkin - La Fine del Lavoro - Baldini&Castoldi Ecco come la globalizzazione può influire sull'evoluzione del concetto stesso di "occupazione”. L'autore sostiene che il nuovo equilibrio del mercato del lavoro vada ricercato attraverso un nuovo patto sociale, incentrato sul potenziamento del non profit e della produzione dei "beni immateriali". •Amartya Sen - Lo Sviluppo è Libertà - Mondadori Il Premio Nobel per l'economia sostiene che la via verso l'effettivo superamento della posizione di subalternità dei Paesi in via di sviluppo sia da ricercarsi nella loro "emancipazione economica". Lo sviluppo economico, infatti, rende il Paese "libero". In questo senso la globalizzazione offre opportunità non indifferenti, ma è più che mai necessaria la volontà politica di uno sviluppo generalizzato ed effettivamente sostenibile. •Mario Talamona - Riflessioni sull'Economia - (Etas) Globalizzazione ma non solo: in questa raccolta di articoli ed interventi, il Prof. Talamona descrive le potenzialità e le contraddizioni della moderna economia attraverso esempi concreti e riflessioni mai banali. Un libro che consiglio, e non solo perché il buon Mario è stato il mio relatore di tesi... ANDREA LORO [email protected] Alessandro Baricco - NEXT - Piccolo libro sulla globalizzazione e sul mondo che verrà - Feltrinelli “Così come non esiste una determinazione precisa del significato di stupidità, non si può dare una definizione di globalizzazione, ma se ne possono fare degli esempi”. Alessandro Baricco nell’analizzare il fenomeno globalizzazione parte da qui, non per sostenere che questo fenomeno non esiste, ma per evidenziare come la tendenza collettiva - di massa, globale / ndr (;>) - sia di definire il fenomeno stesso ricorrendo ad esempi, spesso falsi o imprecisi. Ho trovato questo “piccolo” libro sulla globalizzazione molto stimolante, proprio perché non è di parte, e non si schiera a priori né a favore né contro di essa; né con i “buoni”, né con i “cattivi”; e se è “contro”, è solo contro la superficialità. CECILIA BRIANTI [email protected] Nell’immagine in alto, un dettaglio della copertina di Next di Alessandro Baricco: si tratta della fotografia intitolata Kissing Contest, ©Everett Collection, Granata Press 24 25 N10_26_29_B_N_FUMETTO_S N 25-11-2002 11:53 Pagina 2 (Nero/Process Black pellicola) N10_26_29_B_N_FUMETTO_S 25-11-2002 11:53 Pagina 3 (Nero/Process Black pellicola) 26 27 N10_26_29_B_N_FUMETTO_S N 25-11-2002 11:53 Pagina 4 (Nero/Process Black pellicola) N10_26/29_B/N_FUMETTO/Ltc 25-11-2002 12:39 Pagina 1 scuoladelfumetto La Scuola del Fumetto di Milano è arrivata al 23° anno d’attività, è stata la prima in Italia ad affrontare didatticamente la preparazione dei nuovi disegnatori secondo le esigenze del mercato. Oggi la Scuola è una realtà inserita nel mondo del lavoro, molte opportunità di collaborazione vengono richieste, da società private, da agenzie di pubblicità, studi, case editrici, anche se le richieste sono le più varie gli allievi sono preparati per poterle svolgere tutte. Oggi la Scuola ha attivato due nuovi corsi, il corso per il fumetto Manga e il corso di Disegno Anatomico Chirurgico, quest’ultimo per illustratori che vogliono operare nel settore della medicina e della ricerca scientifica. Alla Scuola si accede previo colloquio attitudinale che si esplicita verificando una cartella di disegni che il futuro allievo deve presentare al Direttore. Dopo di che se i lavori presentati denotano una forte qualità manuale, l’allievo è accettato, altrimenti si consiglia un corso di preparazione al disegno. Molti degli allievi diplomati negli anni passati sono ora inseriti in diverse e prestigiose case editrici, come Bonelli, Disney, Star Comics, altri hanno aperto studi e collaborano anche con agenzie di pubblicità, altri ancora stanno preparando una serie di progetti che la Scuola, con la sua Casa Editrice, editerà. Il progetto Casa Editrice da diversi anni perseguito, ha prermesso agli allievi di provare direttamente come nasce e si sviluppa un progetto editoriale. Oggi il mondo del fumetto è molto variegato, ci sono diversi generi e ognuno può inserirsi e prepararsi per quello che è più consono alla propria creatività, ma dovrà esserci una base molto buona di disegno altrimenti l’inserimento è difficile. Per questo motivo la Scuola del Fumetto è diventata Casa Editrice, inserendo dei progetti editoriali eseguiti dagli allievi, direttamente sul mercato delle librerie specializzate. Siamo presenti nelle maggiori manifestazioni del fumetto, Lucca, Milano, Roma, ecc., alla Fiera del Libro dei Ragazzi di Bologna, e alla Fiera del Libro di Torino. Tutto questo per agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro dei nuovi disegnatori. Via Savona, 10 - 20144 Milano Tel. 02/8356371 - 8393267 Fax 02.8375895 www.scuoladelfumetto.com - [email protected] N10_30_31_COL_INTERVISTA_S 25-11-2002 13:02 Pagina 2 N FOTOGRAFO CON CUORE ANDREA TITONE [email protected] Quando è iniziata la tua passione per la fotografia? In seconda media, per “colpa” di mio zio! Avevo 12 anni e una domenica è venuto a trovarmi e mi ha fatto provare la sua macchina fotografica: siamo andati a San Giuliano, alle giostre, a fare le foto al calcinculo. Mi aveva molto affascinato quella strana “scatolina” che poteva catturare le immagini, al punto che, da quel giorno sono diventato fotografo ufficiale di tutte le gite scolastiche. Come hai deciso di fare della fotografia la tua professione? Dopo le medie mi sono iscritto a Ragioneria all’Omnicomprensivo, periodo molto discontinuo: sono stato anche più di un anno senza fare nemmeno uno scatto. Poi durante il servizio militare venne richiesto alla nostra caserma di preparare una relazione e io, un po’ per scherzo e un po’ perché sapevo che il superiore era appassionato di fotografia, proposi di raccontare la caserma per immagini. Fu in quell’occasione che capii cosa volevo fare “da grande”. La scuola è arrivata solo dopo, sotto forma di un corso di specializzazione, ma l’esperienza vera l’ho fatta con passione sui libri e sul campo. Quanto conta l’uomo e quanto la macchina in una fotografia? Le emozioni, la persona, la sensibilità sono i punti di partenza. Detto questo, sicuramente bisogna avere a disposizione una serie di nozioni che ti permettano di vedere “con gli occhi della pellicola” per sapere ciò che otterrai da uno scatto. E in più per certe foto è indispensabile avere gli strumenti adatti. Per esempio, nella fotografia sportiva si sono fatti enormi progressi con l’autofocus. LE PARAOLIMPIADI DI ATLANTA, IL REPORTAGE PER EMERGENCY, IL KOSOVO, L’EDITORIA... LAVORO E PASSIONE DI MICHELE CAZZANI, SANDONATESE, 34 ANNI, GRANDE FOTOGRAFO E GRANDE PERSONA INTERVISTA MICHELE CAZZANI In alto, Michele Cazzani in redazione durante l’intervista. In basso, collage fotografico di Michele Cazzani per “CampusWeb”ambientato nella zona Brera di Milano. N10_30_31_COL_INTERVISTA_S 25-11-2002 13:02 Pagina 3 «Ho visto Michele quando ha scattato la prima fotografia ad un ferito da mina antiuomo, all'ingresso dell'ospedale di EMERGENCY a Erbil, Kurdistan iracheno. Gli infermieri avevano estratto con cautela dall'ambulanza un ragazzo giovane, le gambe dilaniate dalla mina, la faccia bruciata dall'esplosione. Accanto a lui la madre, occhi neri impietriti dalla disperazione, una lunga treccia di capelli grigi. Bellissima. Io, da dietro i vetri del Pronto Soccorso mi vergognavo di pensare: "Michele, fotografala. E' uno di quei soggetti che un fotografo non si può lasciar sfuggire". Ma Michele non fotografava né la donna, né il figlio. Per lunghi minuti ha passato la macchina fotografica da una mano all'altra, ma non riusciva a cominciare. Sgomento? Pudore? Poi si è obbligato. L'ho visto usare l'obiettivo come i nostri chirurghi usano il bisturi: con lucida professionalità e con passione insieme. Molto di più che un lavoro, una partecipazione totale a un dramma da cui non si può restare fuori». Teresa Strada, Presidente di Emergency Inoltre oggi con il digitale si sono abbassati notevolmente i costi, è un’ottima scelta soprattutto per l’editoria, anche se c’è chi sostiene che cambia la filosofia e si perde il fascino di un’immagine fermata su una pellicola per almeno cent’anni da una reazione chimica irreversibile. Qual è la top-five dei tuoi fotografi preferiti? Al primo posto metterei Anthony Suau, americano, specializzato in reportage in bianco e nero, Premio Pulitzer nel 1984. Poi David La Chapelle, lavora nella moda e gioca molto con i colori: fantasioso anche nelle scenografie, al limite del kitch. Al terzo posto Elliott Erwitt, che ho conosciuto di persona, per il sarcasmo e l’ironia di ogni sua foto. Un altro fotografo della mia top-five è senz’altro Bill Allard del National Geographic e infine dico con piacere Matteo Ferrari, con cui ho iniziato insieme la strada del professionismo. In seguito al reportage sulle Paraolimpiadi di Atlanta del 1996, dal taglio molto “positivo” Michele è stato contattato da Emergency per un reportage sulla loro missione in Kurdistan. Cosa ti è rimasto dei lavori per Emergency? È difficile riassumere in poche parole un’esperienza così intensa: potrei parlarne delle ore… Ho accettato questo lavoro un po’ come una sfida, dato che il reportage di guerra è l’estremo del reportage per un fotografo. Ho avuto delle conferme personali: mi piace il mio lavoro, che non è solo immagini, ma anche conoscere persone. Ho visto la fragilità dell’uomo senza amore: vivere a diretto contatto con le conseguenze della guerra mi ha insegnato a fare scelte d’amore, nel senso più ampio del termine. Però fare reportage di guerra non è una cosa che puoi fare tutta la vita. Perché rischia di degenerare in qualcosa di morboso: mi è capitato di vedere fotografi che sistemavano i cadaveri per fare la foto migliore… Cosa ne pensi di San Donato? Quando ero alle superiori ho fatto per tre anni l’arbitro di calcio, cosa che mi ha fatto girare per tutto l’hinterland milanese e vi assicuro che San Donato è davvero il posto più bello: molto tranquillo, forse un po’ “da famiglia”, ma decisamente il meglio di tutta la provincia! La tua proposta per San Donato? Non saprei… secondo me c’è tutto a San Donato. Ricordo che quando ero più giovane mi sarebbe piaciuto trovare un circolo culturale per gli appassionati di cinema, che magari offrisse la possibilità di realizzare cortometraggi. In alto, un dettaglio di una foto di Michele in Kurdistan per Emergency (anche in basso) Al centro, un’immagine dal reportage sulle Paraolimpiadi di Atlanta del 1996. 30 31 25-11-2002 12:49 Pagina 2 Con questo numero Nuvola inaugura uno spazio aperto per i giovani artisti sandonatesi: l’intervista è stata spostata all’interno, su due pagine, mentre su questa fatidica quarta di copertina lo spazio è tutto vostro. Mandateci foto, disegni , opere d’arte. Questa volta, per rompere il ghiaccio, eccovi un lavoro del nostro disegnatore, Gatto. Nuvola, periodico giovanile gratuito edito dall’Amministrazione Comunale di San Donato Milanese, Numero 10, Novembre 2002 N10_32_01_COL_COPERTINA_S