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… ho prestato giuramento in qualità di C.T.U. Il magistrato mi
… ho prestato giuramento in qualità di C.T.U. Il magistrato mi conferiva l’incarico di Consulenza Tecnica, con l’impegno all’elaborazione di una relazione peritale di risposta ai seguenti quesiti medico – legali allegati al verbale d’udienza : Esaminati gli atti di causa e la documentazione sanitaria allegata , visitato il periziando ed esperita ogni altra eventuale indagine clinico-strumentale specialistica , reputata indispensabile , anche avvalendosi di ausiliari, in relazione all’attività professionale prestata dalla parte attrice : Quanto alla diagnosi : a) se la formulazione della diagnosi sia corretta; b) in caso di errore di diagnosi specifichi se lo stesso sia dovuto a incompletezza delle indagini cliniche strumentali ovvero a oggettiva difficoltà di interpretazione dei dati clinici e strumentali ovvero ad altra causa . Quanto alla scelta del trattamento : a) specifichi le utilità ed i rischi che presentava il trattamento prescelto rispetto ad eventuali altri trattamenti anche essi praticabili nel caso concreto ; b) se il trattamento poteva ritenersi astrattamente adeguato rispetto al caso specifico, avuto riguardo alla diagnosi correttamente formulata ed ai rimedi comunemente praticati secondo la migliore scienza ed esperienza medicochirurgica del tempo ; c) in relazione al precedente quesito dica se il trattamento prescelto richiedesse una specifica competenza professionale e se questa fosse in possesso del convenuto (esperienza maturata nella esecuzione del trattamento prescelto); Quanto all’esecuzione del trattamento : a) accerti se il trattamento sia stato eseguito in conformità alle metodiche medicochirurgiche stabilite dalla prassi e dalla scienza medica , in relazione alle linee guida ed alle buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale ; b) in caso di risposta negativa : - specifichi le cause della difettosa esecuzione (tempestività, regolarità, completezza, compatibilità dei mezzi impiegati, ecc.) - rilevi e descriva eventuali difficoltà (originarie o sopravvenute) nella esecuzione del trattamento indicando quali rimedi siano stati adottati ( ovvero in concreto adottabili) per il superamento delle stesse avuto riguardo alla attività svolta dai singoli operatori secondo le specifiche competenze Quanto al nesso causale: a) accerti se siano derivati postumi diversi da quelli normalmente ricollegabili al trattamento correttamente praticato b) in caso affermativo accerti il rapporto causale tra l’operato dei sanitari ed i postumi, procedendo ad eventuale ripartizione della responsabilità Quanto al danno : a) la natura e l’entità di esse , nonchè gli eventuali precedenti morbosi influenti sulla validità del periziando al momento del sinistro, tenendone conto nella risposta ai quesiti ; b) indichi la durata della inabilità temporanea totale , intesa come condizione che rende impossibile del tutto la esplicazione di tutte le più importanti attività in cui si estrinseca la vita , e/o parziale, sussistente nei casi in cui tale incapacità non è tale da rendere non esplicabili tali attività (si avrà un valore parziale sulla base della quantità e qualità delle attività che non possono essere svolte); c) dica in che misura percentuale i postumi abbiano ridotto in modo permanente la complessiva integrità psicofisica del soggetto (idoneità a svolgere le attività esistenziali comuni alla generalità delle persone), applicando il bareme edito dalla SIMLA ; d) descriva separatamente e quantifichi, l’eventuale danno alla integrità fisiognomica , allegando fotografie; e) dica se i postumi individuati possono incidere in concreto su particolari attività non lavorative che il periziando alleghi di svolgere , le quali per frequenza e caratteristiche intrinseche esulino dalle normali attività esistenziali; f) dica se , tenuto conto del lavoro svolto dal periziando, delle sue mansioni, del suo orario di lavoro , ecc., i postumi possano incidere in concreto sulla specifica attività lavorativa – precisando quale aspetto della stessa risulti compromesso – salva la mera incidenza sulla cenestesi lavorativa da comprendere nella valutazione di cui al punto g) ove il periziando non lavorasse al momento del sinistro, dica se, tenuto conto dell’età, del sesso, delle condizioni economiche , sociali e familiari, del grado di istruzione e delle attitudini professionali , i postumi impediscano del tutto lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa , ovvero quali siano i settori di attività preclusi; h) dica se ed in che percentuale il periziando possa attenuare o eliminare i postumi con protesi o terapie ad hoc, precisando costo, durata , difficoltà, e possibilità di successo di tali interventi; valuti la necessità e congruità delle spese di cura sostenute, provvedendo ad indicarle analiticamente ; determini le spese future ritenute necessarie. GLI ACCERTAMENTI TECNICI Il giorno 23 – 03 – 2015, alle ore 17.00, presso lo studio medico sito in Roma il C.T.U. ha dato inizio alle operazioni peritali e , dopo aver richiesto un documento di riconoscimento per l’identificazione ed acquisito le generalità , procedeva alla registrazione dei nominativi dei presenti : Per l'Attore Principale: Consulente di parte Attrice: R.B. e R. T. eredi della Sig.ra P. F. Dott. Galipò Carmelo Per il Convenuto principale : Consulente di parte Convenuta : Azienda USL Prof. P.C. Consulente di parte Convenuta: Dott. V.N. Consulente di parte Convenuta: Dott. S.M. Il CTU , quindi, leggeva ai presenti i quesiti posti dal Giudice durante l’udienza di nomina ed esponeva un riepilogo dei fatti oggetto della causa , effettuato sulla base dell’esame dei seguenti documenti presenti nei fascicoli . Fascicolo di parte attrice : Copia ricorso per accertamento tecnico preventivo ex art.696 bis C.P.C.; Copia della cartella clinica del primo ricovero, avvenuto il 18/08/2012 presso Ospedale di A.; Copia della cartella clinica del ricovero presso la Casa di Cura di A., del 23/08/2012; Copia della lettera di accompagnamento redatta dal Medico di Guardia della Casa di Cura, per i colleghi dell'Ospedale; Copia della cartella clinica del secondo ricovero, avvenuto il 03/09/2012 presso Ospedale; Relazione Medico-Legale redatta dal Dott. Carmelo Galipò del 09/02/2014. Fascicolo di parte convenuta: Originale comparsa di costituzione e risposta e veline; Copia passiva notificata del ricorso per accertamento tecnico preventivo ex art.696 bis C.P.C. e pedissequo decreto e contestuale procura alle liti apposta in calce; Fascicolo di parte convenuta: Memoria di costituzione e risposta; Atto di citazione per chiamata in causa del terzo ; Polizza di assicurazione RC rischi sanitari privati ; Fascicolo di parte convenuta: Memoria di costituzione con istanza di integrazione del contraddittorio; Cartella Clinica nr. 28644/495 Copia polizza assicurativa nr. M04071958/07 Riassunto degli eventi oggetto di Causa La Sig.ra F. P., di anni 79, in data 16-08-2012 veniva accompagnata al P.S. degli Ospedali Riuniti a causa di una caduta accidentale avvenuta nella propria abitazione. Seguiva una diagnosi di frattura delle vertebre L1-L2 con diffusi crolli vertebrali e per tale motivo veniva ricoverata nel Reparto di Ortopedia e Traumatologia . La Diagnosi all’ingresso era : “Frattura chiusa delle vertebre lombari L1-L2 con crolli diffusi senza menzione di lesione di Midollo”, in un soggetto già portatore di diabete mellito, ipertensione arteriosa , ipercolesterolemia , obesità grave. In data 23-08-2012 , la Paz. veniva trasferita presso la Casa di Cura. Nel modulo di accettazione sanitaria vengono riportate le seguenti patologie: ipertensione arteriosa, B.P.C.O., obesità grave, ipercolesterolemia, osteoporosi, crollo vertebrale L1-L2; per quanto riguarda il grado di autosufficienza la paziente necessita di assistenza totale , non si alza dal letto , e presenta catetere vescicale e pannolone (punteggio MMSE 22/30). Il 02-09-2012 , alle ore 18.00 era riportato in cartella clinica un rallentamento delle funzioni della paziente ed alle 22.00 era annotata la comparsa di uno stato febbrile (T.C. 37.4°), che alle 23.00 raggiunge i 39,4°C. Alle 00.00 del 3-09-2012 la paz. presentava uno stato di shock ipotensivo, con stato soporoso ed insufficienza respiratoria (SaO2 95%) . Tali condizioni venivano corrette con una terapia medica (Emagel, Flebocortide O2 terapia) e la paz. veniva trasferita al P.S. degli Ospedali Riuniti dove arrivava alle 00.59. Qui la paziente giungeva in condizioni gravissime in coma ipercapnico e veniva chiamato l'anestesista rianimatore . Alle ore 01.34 la Sig.ra P. veniva trasferita nel Reparto di Terapia Intensiva, intubata con successivo collegamento ad un apparecchio per la respirazione automatica; venivano effettuati esami ematochimici, emogasanalisi (pH 7,13;pCO2 115mmHg, pO2 56mmHg) ed ECG. Contemporaneamente iniziava una terapia antibiotica con il Tazidif . In data 3-09-2012, un esame microbiologico con antibiogramma del broncoaspirato e urinocoltura era positivo per Klebsiella Pneumoniae pertanto veniva cambiata la terapia antibiotica con il Ciprosol al posto del Tazidif. Dal 9-09-2012 la paziente comincio' a manifestare uno stato febbrile con sopore che man mano esito' in un nuovo stato di shock il 13-09-2012 . Pertanto veniva nuovamente cambiata la terapia antibiotica ed al posto del Ciprosol si inseriva l'Imecitin senza però un miglioramento nei giorni successivi . Infatti il 14-09-2012 le condizioni permanevano gravi , la temperatura corporea era di 38,9° e la P.A. 60/35 ; il 16-09-2012 la febbre arrivava a 39,2°. Il giorno successivo la situazione era invariata e la febbre arrivava a 40,2° . In data 18-09-2012, veniva effettuato un esame colturale con antibiogramma del tampone bronchiale, risultato poi positivo per Acinetobacter Baumannii complex , che era resistente a tutti gli antibiotici utilizzati fino a quel momento. Il 19-09-2012 le condizioni erano gravissime, l'Imecitin veniva sostituito con la Colistina e ciononostante la paziente si aggravava ulteriormente e giungeva al decesso il 22-09-2012. Riepilogo sintetico della discussione durante le Operazioni Peritali Dott. Galipò : ha sostenuto la grave omissione di non aver fatto alcuna emocoltura in particolare in concomitanza dei picchi febbrili, durante l'ultimo ricovero presso l'Ospedale; non aver considerato la comorbidità rappresentata dalla B.P.C.O. quando si è aggravata perché il Medico di Guardia della Casa di Cura non ha eseguito un emogasanalisi ? Inoltre la cartella è estremamente lacunosa , non si capisce come sia arrivata a un così grave shock e a una altrettanto grave acidosi. Verosimilmente la successiva procedura della I.O.T. ha rappresentato un ulteriore meccanismo che ha peggiorato la sepsi. Dott. S. : ha sostenuto che il decesso della Paziente è verosimilmente avvenuto a causa dell'utilizzo di un errata terapia antibiotica presso l'Ospedale. Ha negato che la cartella del ricovero presso la casa di cura sia lacunosa. Infine ha dato molta importanza alle condizioni cliniche della paziente , età, diabete , B.P.C.O. , ipertensione, grave obesità , allettamento. Tutte comorbidità che hanno avuto un ruolo notevole in tutta la vicenda e nel suo tragico epilogo. Dott. V.: conferma che c'è un gap nel decorso clinico, il giorno 2 settembre non si capisce cosa accade dalle 18.00 alle 22.00 , cosa fa precipitare la situazione? La paziente si aggrava fino ad arrivare ad un grave shock ed acidosi ma non si comprende come, cosa succede, quali sono le cause di una simile evoluzione? Infine comunque il responsabile non è la struttura ma il Medico di Guardia. Dott. P.: ha affermato che il soggetto arrivato la notte del 3 settembre al P.S. dell'Ospedale era "un cadavere a cuore battente", cioè in gravissime condizioni con uno stato di shock verosimilmente irreversibile una gravissima acidosi respiratoria e insufficienza respiratoria. Pertanto si trattava di una paziente con una grave compromissione delle sue condizioni vitali . L'approccio con la terapia antibiotica è stato corretto, prima utilizzando uno antibiotico ad ampio spettro, poi isolata la Klebsiella P. è stato utilizzato un antibiotico specifico come il Ciprosol. Successivamente vista l'inefficacia si è passati all'Imecitin, ed infine con l'isolamento dell'Acinetobacter B.C. non c'era altra scelta che la Colimicina. In tutta la vicenda assumono un peso notevole le varie comorbidità di cui era affetta la paziente . Alla fine si è instaurata una M.O.F. (multiorgan failure ) e l'insufficienza renale non permetteva l'utilizzo di antibiotici tipo l'amikacina . Avv. M.: conclude dicendo che la paziente era giunta al P.S. dell'Ospedale con una situazione irrecuperabile , in uno stadio ormai irreversibile che non permetteva chance quoad vitam. In data 11 – 05 – 2015, il C.T.U. Dott. G. A. ha tenuto un nuovo e conclusivo incontro con le parti . Alle ore 17.30 oltre ai presenti nella precedente riunione , il C.T.U. ha registrato la presenza del Dott. M. Postorino, in qualità di ausiliario competente del C.T.P. Dott. Galipò , e l'assenza del Dott. S. che comunicava telefonicamente di essere ammalato. Le parti ribadivano le loro posizioni mentre il Dott. Postorino faceva le seguenti osservazioni. Riguardo la questione infettivologica, dopo 2 giorni di inefficacia dell'Imipenem, anche senza aspettare eventuale risultato dell'emocoltura , bisognava cambiare la TAB inserendo ad es. l'Amikacina. Inoltre la paziente è arrivata ad essere intubata presso l'Osp.le di . Questo ha peggiorato la sua situazione, perché oltre all'infezione urinaria ha sviluppato altre sepsi. Quindi c'è stata un evoluzione peggiorativa. La mancata esecuzione dell'EGA rappresenta una condotta omissiva, andava subito corretta l'acidosi presso la Casa di Cura. Infine il C.T.U. riassumeva i punti fondamentali di tutta la vicenda : A. come sono insorti la grave acidosi respiratoria e lo shock ? B. lo stato soporoso giustificava l'esecuzione di un EGA ? C. il trattamento effettuato in una situazione di emergenza era inadeguato? D. presso l'Ospedale di la terapia antibiotica è stata corretta come approccio ? E. c'era un fondato sospetto di una sepsi? RISPOSTE AI QUESITI Quanto alla diagnosi : a) se la formulazione della diagnosi sia corretta; b) in caso di errore di diagnosi specifichi se lo stesso sia dovuto a incompletezza delle indagini cliniche strumentali ovvero a oggettiva difficoltà di interpretazione dei dati clinici e strumentali ovvero ad altra causa . In merito al presente quesito, il C.T.U., deve necessariamente distinguere le 2 situazioni, quella accaduta l'ultimo giorno di ricovero presso la casa di cura e quella che si è svolta successivamente presso l'Ospedale, conclusasi con il decesso della paziente . Presso la Casa di cura, il Medico di Guardia, la sera del 2 settembre del 2012, ha riscontrato uno stato di shock con insufficienza respiratoria e febbre. La condizione di acidosi era impossibile diagnosticarla senza fare un emogasanalisi. Allo stato dei fatti, dopo opportuna verifica non risulta al C.T.U. che tale esame era tra quelli effettuabili al momento dal Laboratorio analisi della Casa di Cura. Un evoluzione così drammatica comunque, poteva verosimilmente essere evitata, se la paziente fosse stata visitata e monitorata più attentamente già nel pomeriggio alle 18.00, quando aveva cominciato a manifestare i primi sintomi. Tutto ciò però non è stato fatto. All'Ospedale, la paziente giunge in condizioni gravissime , qui viene diagnosticata un acidosi respiratoria con ipercapnia sottoponendo la paziente a un emogasanalisi. Tutto il successivo decorso è stato affrontato dai Sanitari dell'Ospedale in maniera corretta tranne per quanto attiene alla causa principale dello stato di shock ed in particolare alla febbre. In varie occasioni la paziente ha manifestato dei picchi febbrili, ma in nessun caso è stata mai fatta un emocoltura. Questa avrebbe potuto chiarire la natura dello shock che aveva tutte le caratteristiche dello shock settico, ed inoltre poteva permettere una terapia antibiotica più mirata aumentando le chance della paziente. Quanto alla scelta del trattamento : a) specifichi le utilità ed i rischi che presentava il trattamento prescelto rispetto ad eventuali altri trattamenti anche essi praticabili nel caso concreto ; b) se il trattamento poteva ritenersi astrattamente adeguato rispetto al caso specifico, avuto riguardo alla diagnosi correttamente formulata ed ai rimedi comunemente praticati secondo la migliore scienza ed esperienza medicochirurgica del tempo ; c) in relazione al precedente quesito dica se il trattamento prescelto richiedesse una specifica competenza professionale e se questa fosse in possesso del convenuto (esperienza maturata nella esecuzione del trattamento prescelto); Il trattamento prescelto in entrambe i casi è stato corretto e adeguato, restano comunque le 2 considerazioni riguardo una condotta omissiva . La prima è il mancato attento e continuo monitoraggio della paziente quando già durante il pomeriggio del 2 settembre del 2012 le condizioni avevano cominciato inspiegabilmente a cambiare con il manifestarsi di uno stato soporoso. Infine presso l' Ospedale dove nonostante le ripetute elevazioni febbrili, non è stata eseguita un emocoltura. Per quanto riguarda invece la specifica competenza professionale, sia il medico di guardia della Casa di Cura che i sanitari dell'Ospedale ne erano in possesso. Quanto all’esecuzione del trattamento : a) accerti se il trattamento sia stato eseguito in conformità alle metodiche medicochirurgiche stabilite dalla prassi e dalla scienza medica , in relazione alle linee guida ed alle buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale ; b) in caso di risposta negativa : - specifichi le cause della difettosa esecuzione (tempestività, regolarità, completezza, compatibilità dei mezzi impiegati, ecc.) - rilevi e descriva eventuali difficoltà (originarie o sopravvenute) nella esecuzione del trattamento indicando quali rimedi siano stati adottati ( ovvero in concreto adottabili) per il superamento delle stesse avuto riguardo alla attività svolta dai singoli operatori secondo le specifiche competenze Nel primo caso, prima del trasferimento all'Ospedale, il trattamento è stato conforme a quello che la prassi e la scienza medica stabiliscono nel caso di una paziente che manifesta uno stato di shock con insufficienza respiratoria. Presso l'Ospedale dal 3 settembre in poi tutto il trattamento è stato correttamente eseguito tranne per la mancata esecuzione di emocoltura durante i picchi febbrili manifestati dalla paziente. A questo proposito a titolo di esempio si segnalano le linee guida del 2012 riguardo tutto l'approccio ad una sepsi e/o shock settico con il relativo link : http://www.sccm.org/Documents/SSC-Guidelines.pdf Pertanto la difettosa esecuzione del trattamento è stata dovuta ad un incompletezza dei mezzi impiegati e cioè alla non esecuzione di emocoltura nel corso dei picchi febbrili che si sono verificati nell'ultimo ricovero. Quanto al nesso causale: a) accerti se siano derivati postumi diversi da quelli normalmente ricollegabili al trattamento correttamente praticato b) in caso affermativo accerti il rapporto causale tra l’operato dei sanitari ed i postumi, procedendo ad eventuale ripartizione della responsabilità I postumi derivati sono rappresentati dal decesso della paziente, e nel concreto sospetto diagnostico di uno shock settico, che però non è stato diagnosticato, tale evento non è assolutamente inconsueto né improbabile. Le condizioni della paziente erano estremamente gravi, nel contempo la paziente era anche portatrice di comorbidità che incidevano fortemente sulle sue chance. Pertanto il C.T.U. non può esprimersi sul presente quesito, poiché anche in caso di una corretta Diagnosi e Terapia, non esiste alcuna certezza che la Paziente sarebbe sopravvissuta. In conclusione avrebbe avuto soltanto delle possibilità in più per poter superare il suo drammatico aggravamento. Quanto al danno : a) la natura e l’entità di esse, nonchè gli eventuali precedenti morbosi influenti sulla validità del periziando al momento del sinistro, tenendone conto nella risposta ai quesiti ; b) indichi la durata della inabilità temporanea totale , intesa come condizione che rende impossibile del tutto la esplicazione di tutte le più importanti attività in cui si estrinseca la vita , e/o parziale, sussistente nei casi in cui tale incapacità non è tale da rendere non esplicabili tali attività (si avrà un valore parziale sulla base della quantità e qualità delle attività che non possono essere svolte); c) dica in che misura percentuale i postumi abbiano ridotto in modo permanente la complessiva integrità psicofisica del soggetto (idoneità a svolgere le attività esistenziali comuni alla generalità delle persone), applicando il bareme edito dalla SIMLA ; d) descriva separatamente e quantifichi, l’eventuale danno alla integrità fisiognomica , allegando fotografie; e) dica se i postumi individuati possono incidere in concreto su particolari attività non lavorative che il periziando alleghi di svolgere , le quali per frequenza e caratteristiche intrinseche esulino dalle normali attività esistenziali; f) dica se , tenuto conto del lavoro svolto dal periziando, delle sue mansioni, del suo orario di lavoro , ecc., i postumi possano incidere in concreto sulla specifica attività lavorativa – precisando quale aspetto della stessa risulti compromesso – salva la mera incidenza sulla cenestesi lavorativa da comprendere nella valutazione di cui al punto g) ove il periziando non lavorasse al momento del sinistro, dica se, tenuto conto dell’età, del sesso, delle condizioni economiche , sociali e familiari, del grado di istruzione e delle attitudini professionali , i postumi impediscano del tutto lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa , ovvero quali siano i settori di attività preclusi; h) dica se ed in che percentuale il periziando possa attenuare o eliminare i postumi con protesi o terapie ad hoc, precisando costo, durata , difficoltà, e possibilità di successo di tali interventi; valuti la necessità e congruità delle spese di cura sostenute, provvedendo ad indicarle analiticamente ; determini le spese future ritenute necessarie. Il danno, derivato dall'aggravamento che ha colpito la Sig.ra P. F. presso la Casa di cura il 2 settembre 2012, e che ha obbligato il Medico di Guardia a trasferirla d'urgenza all'Ospedale, si è concluso con il decesso della paziente avvenuto il 22 settembre 2012 . Sicuramente i precedenti morbosi di cui soffriva la paziente, la BPCO, obesità grave, diabete mellito, ipertensione arteriosa, insieme all'età avevano ridotto le sue possibilità di recuperare una situazione di grave shock . Per quanto riguarda la durata dell'inabilità totale, può essere considerato tutto il periodo dal 2 al 22 settembre (20 giorni), giorno in cui è avvenuto l'exitus. Va premesso comunque, che quando la paziente è stata ricoverata in casa di cura, aveva un grado di autonomia molto limitato, in sostanza poteva essere considerata una paziente allettata. La risposta agli ultimi quesiti, è implicita e deriva dal fatto che la paziente è deceduta, aveva un età di 79 anni e non lavorava . CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Il CTU, ritiene che un nodo cruciale, di tutta l'evoluzione delle condizioni cliniche fino alla morte della Sig.ra P. F. , è rappresentato dalla causa del suo aggravamento che allo stato dei fatti risulta misconosciuto e non esaurientemente indagato. Pertanto a tal proposito è possibile esprimere soltanto delle ipotesi . La più verosimile e quella di uno shock settico secondario ad un infezione urinaria. Una circostanza non casuale potrebbe correlarsi a tale ipotesi, il giorno prima dell'aggravamento era stato sostituito il catetere vescicale. Numerose sono le evidenze che sostengono una simile eventualità. Di seguito alcune pubblicazioni reperibili online , a titolo di esempio : "Conferenza Nazionale di Consenso , sullo stato dell’arte su indicazioni e modalità d’uso del cateterismo vescicale a permanenza e del cateterismo vescicale ad intermittenza nella post-acuzie ; PIACENZA, 14 – 15 dicembre 2006 ." In tale conferenza è stato ribadito riguardo le Complicanze da catetere a permanenza :Il maggior rischio associato al cateterismo a breve termine è l’infezione urinaria ed è responsabile dell’80% delle infezioni urinarie nosocomiali . Il cateterismo a lungo termine produce inoltre altre complicazioni quali: infezioni come una batteriemia potenzialmente fatale. "La Chirurgia Urologica Romana 2009 ; VII Corso di Aggiornamento in Chirurgia Urologica : In tale occasione si è stimato che il 70-80 % delle infezioni delle vie urinarie ospedaliere sono determinate o associate a cateterismo vescicale." La associazione tra infezione delle vie urinarie e lo sviluppo di una sepsi nei pazienti portatori di catetere vescicale viene affrontata in un articolo di alcuni Autori Spagnoli : ■ Manuale Merck di Geriatria in tale manuale viene segnalata come complicanza : La complicanza più frequente della batteriuria asintomatica da catetere è l’infezione sintomatica (che può causare febbre, delirio, pielonefrite, batteriemia, urosepsi, morte). In aggiunta, il cateterismo a lungo termine può provocare l’insorgenza di uretrite, calcolosi urinaria, epididimite, reflusso vescicoureterale, pielonefrite cronica e nefrite tubulointerstiziale cronica, con deformazione dei calici e cicatrizzazione del parenchima renale. In un articolo alcuni autori Iraniani affrontano la resistenza agli antibiotici della Klebsiella P. isolata da pazienti con infezione nosocomiale del tratto urinario : In un altro articolo altri autori indagano la presenza di infezioni del tratto urinario, la sensibilità agli agenti antimicrobici nei pazienti diabetici riscontrando la Klebsiella P. nel 23% dei pazienti : La terapia delle infezioni da Acinetobacter B. viene affrontata dal Prof. F. Menichetti di Pisa in un Corso di Antibioticoterapia tenutosi a Verona nel 2010. In particolare viene focalizzata la frequente resistenza di tale agente microbico agli antibiotici Carbapenemi ; tale agente risulta inoltre responsabile del 35% delle batteriemie da gram negativi . Infine sempre riguardo le sepsi da Acinetobacter B. , un articolo di autori dell'Arabia Saudita analizza i fattori di rischio in un gruppo di pazienti riceventi un trapianto con cellule staminali , e tra questi viene rilevato l'utilizzo di approcci invasivi come l'intubazione endotracheale e la colonizzazione delle vie urinarie : Quindi è possibile sostenere che l'ipotesi più verosimile è che la Sig.ra P. F. abbia sviluppato uno shock settico insorto a partire da un infezione delle vie urinarie. Questa può essere stata la causa del suo improvviso e rapido aggravamento. Il C.T.U. ritiene che nel caso in oggetto, 2 sono stati i comportamenti negligenti da parte dei sanitari . Il primo riguarda il Medico di Guardia presente presso la Casa di cura; nel momento in cui la paziente si stava avviando verso uno stato soporoso che poi è sfociato nel grave shock la sera del 2 settembre 2012, l'allarme è scattato solo quando è comparsa la febbre e la pressione era scesa repentinamente. Prima di tali eventi drammatici la paziente non è stata visitata e monitorata più da vicino come le circostanze secondo scienza e coscienza avrebbero consigliato. Il secondo comportamento che può essere definito negligente è quello dei Sanitari dell'Ospedale; in nessuno dei momenti in cui la paziente aveva manifestato dei picchi febbrili è stata effettuata un emocoltura come tutte le linee guida suggeriscono in questi casi. Infine va precisato che, è assolutamente impossibile affermare che senza i 2 comportamenti negligenti l'evoluzione delle condizioni di aggravamento della paziente fino all'exitus non si sarebbe realizzata. In conclusione, atteso che si trattava di un soggetto di 79 anni, con grave obesità , allettata, diabetica , portatrice di B.P.C.O., ipertensione arteriosa , e in cui nella situazione che si è verificata , i 2 comportamenti negligenti hanno comportato minori chance di poter superare una così grave crisi rappresentata da uno shock con una grave insufficienza respiratoria , acidosi ipercapnica e stato febbrile . Il sottoscritto C.T.U. reputa di aver esaurientemente risposto ai quesiti , soprattutto attenendosi a criteri scientifici e facendo riferimento a quella che viene definita la Medicina basata sull’Evidenza ( linee guida e letteratura scientifica). Pertanto consegnando il presente elaborato peritale ed i relativi fascicoli, offre tutta la propria disponibilità per ogni eventuale chiarimento, critica ed osservazioni . Con osservanza Roma , 12 – 09 – 2015 Il CTU Dott. A. G.