[20 citta - 25] msgr/macro/03 16/06/15

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[20 citta - 25] msgr/macro/03 16/06/15
-MSGR - 20 CITTA - 25 - 16/06/15-N:
25
Motori
Martedì 16 Giugno 2015
www.ilmessaggero.it
Torino punta a riprendersi il ruolo di capitale dell’auto: nell’area dove per tanti anni ha dato spettacolo il Salone
italiano è stata organizzata un’esposizione all’aperto in cui sono state svelate anche due anteprime mondiali
Torna il Parco Valentino
LA RASSEGNA
TORINO
tupore tra i giovani, nostalgia tra i meno giovani. Cert’è
che “Parco Valentino - Salone & Gran Premio” ha avuto
il merito di suscitare qualche
emozione. Se avrà un seguito
interessante lo dirà il tempo. Ma
una cosa è certa: questa manifestazione originale, completamente
fuori dal coro e non paragonabile ai
tradizionali motor show, ha dimostrato di avere tutti i numeri per
proporsi come formula innovativa,
che può aprire scenari tutti da scoprire. E magari riproporre davvero
Torino come capitale dell’auto. Anche se ormai la Fiat è un gruppo internazionale, meno provinciale
d’un tempo, ed è proiettata ben lontano da quello che fu il “salone di
casa” (fino al 1984 proprio nell’area
del Valentino, poi, fino al 2000, al
Lingotto).
Tutto all’aperto, tra i viali del
Parco attrezzati alla grande e aperti
gratuitamente al pubblico, questo
inedito salone si è svolto in un’atmosfera sospesa tra passato e futuro, richiamando migliaia di persone. Gli organizzatori, in testa Andrea Levy, un indomabile appassionato, parlano di 300.000 presenze
in 4 giorni. Dunque un successo,
anche se nel numero vanno inseriti
bikers, runners e podisti ritrovatisi
quasi per caso tra le auto in esposizione lungo i viali: due chilometri
di stand tutti uguali, in modo da
rendere l’esposizione uniforme e
“democratica”, evitando sovraesposizioni.
Venticinque le Case presenti, 12 i
centri stile, due le anteprime mondiali. Non numeri da record, certo,
ma nella sua prima edizione la kermesse torinese ha puntato più sulla
qualità che sulla quantità. E comunque l’evento ha richiamato
S
molti marchi importanti, in testa il
gruppo FCA, che ha voluto sostenere l’iniziativa con Fiat, Lancia, Alfa
Romeo, Jeep, Abarth, affiancate
dalle supercar di Maserati e Ferrari: auto da sogno che hanno fatto girare la testa anche al sindaco Fassino, il quale non ha voluto rinunciare, nella giornata inaugurale, a provare l’emozione di sedersi, sia pure
da fermo, al posto di guida della
FXXK del Cavallino.
zione. La ATS Wild Twelve della
Torino Design è invece una show
car nata per esaltare lo stile della
gran turismo all’italiana in chiave
moderna. Dunque linee pulite, aerodinamica estrema ma priva di vistosi spoiler e alettoni, meccanica
raffinata e prestazioni da record.
La velocità dichiarata è di oltre 390
km/h. Roba da hypercar, come del
resto era lecito attendersi da un team di progettisti italiani con un
passato in Bugatti, con i quali hanno lavorato 14 stilisti di varia nazionalità. A capo del team di Torino
Design l’ing. Roberto Piatti, che
«dopo aver lavorato nell’ombra ad
oltre 200 progetti per conto di costruttori di tutto il mondo», è uscito
allo scoperto grazie alla ATS (Automobili Turismo Sport), brand storico (fu fondato da Carlo Chiti) da poco acquisito e rappresentato al Valentino da Piero Giacometti.
IL FASCINO DELLA VELOCITÀ
Tra le altre supercar, hanno conquistato la scena le Lamborghini
Huracan LP 614-4 e Aventador, ma
anche l’incredibile Zonda Revolution di Pagani, hypercar motorizzta
Mercedes AMG, e la McLaren 570S
con motore V8 3,8 litri da 570
cv/600 Nm: una fantastica biposto
stradale con scocca superleggera in
fibra di carbonio, accreditata di
una velocità massima di 328 km/h e
di una accelerazione 0-100 in 3,2 secondi. Un modo per sfidare i tedeschi di Porsche e Audi, presenti con
le loro ultime supersportive, per
non dire della Ferrari, che oltre alla
esclusiva FXXK esibiva anche la California Turbo e la 488 GTB.
Di maestri del design rigorosamente torinesi le uniche due anteprime mondiali. La Mole è una costruzione artigianale della Up Design di Umberto Palermo, mentre la
Wild Twelve è una creazione ATS
di Torino Design. La prima, un vero
e proprio omaggio alla città, come
si intuisce dal nome, verrà realizzata in piccola serie di dieci esemplari. È una supercar dall’aspetto avveniristico, ma realizzata con una formula originale, “al risparmio” (il
prezzo non dovrebbe superare i
250.000 euro), ovvero utilizzando
materiali usati, come il motore di una Ferrari Modena
uscita di produ-
LA FESTA DI PININFARINA
Molte altre show car sono state
esposte sulle pedane allestite lungo
i due chilometri del Parco del Valentino. Tra queste le già note
Gea di Giugiaro,
le RK Spyder e
Coupè di Studio
Torino, la Syrma dello IED
(istituto Italiano
Design), la Vola
Alfa Romeo di
Fioravanti, la
Cambiano e la
Sergio di Pininfarina. Quest’ultima ha presentato anche “The
Pininfarina
Book” un libro
fotografico di
grande pregio
che racconta gli 85 anni di storia
dell’azienda.
Sergio Troise
PROMETTENTE
Il salone
del Parco
Valentino
ha avuto
un notevole
successo con
la presenza di
oltre 300 mila
visitatori
A tagliare
il nastro
il giorno
dell’apertura
il sindaco
Fassino
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I 25 COSTRUTTORI
PRESENTI ALLO SHOW
E I 12 CENTRI STILE
HANNO ATTRATTO
IN 4 GIORNI OLTRE
300 MILA VISITATORI
Sfilata di supercar
un omaggio al GP
ARISTOCRATICO
A sinistra
due momenti
della
rievocazione
del celebre
Gran Premio
del Valentino
(si disputava
con le F1):
è stata
organizzata
una parata
dal Parco
nel centro di
Torino fino
alla reggia
di Venaria
LA PARATA
TORINO
è stato un tempo, nel secolo
scorso, in cui le corse automobilistiche furono parte integrante dello sviluppo della
motorizzazione di massa. E dunque si correva su circuiti stradali,
tra alberi e marciapiedi, in tutta Italia, con il pubblico assiepato dietro
precarie transenne in legno e tante
balle di paglia. Lo spettacolo era assicurato, la sicurezza molto meno.
Ma era l’unico modo per promuovere l’automobile come strumento
di libertà e di progresso. In quel
tempo, tra gli anni 30 e 50, Torino
aveva il Gran Premio del Valentino,
dal nome del parco in cui veniva allestito il circuito. In 14 edizioni vi
hanno partecipato grandi campioni come Nuvolari, Farina, Ascari,
Villoresi. Ma un Gran Premio lo
avevano anche Roma (sul circuito
di Caracalla), Napoli (circuito di Posillipo), Pescara, Bari, Palermo.
L’automobilismo era uno sport popolare, che viveva il suo momento
magico in occasione della Mille Mi-
C’
VETTURE DA SOGNO
SONO ANDATE DAL
CENTRO CITTÀ ALLA
REGGIA DI VENARIA
IN ONORE DELLA GARA
DEI MITICI ANNI ’30
glia, gara di resistenza sul percorso
Brescia-Roma-Brescia, 1600 chilometri di passione e di adrenalina
pura.
Il Gran Premio del Valentino
aveva però un sapore particolare.
Perché si svolgeva a Torino, nella
capitale dell’automobile, la città
della Fiat e del salone dell’auto, meta privilegiata di chiunque cercasse
un lavoro, sia prima sia dopo la
guerra, e di tutti coloro che sogna-
vano di diventare proprietari di
un’auto. Ecco perché questa rievocazione storica allestita nei giorni
scorsi a Torino ha un merito particolare: ha riaperto la città alla passione per l’auto, intesa come strumento di libertà, di lavoro, di sport,
di progresso. Bandita ogni velleità
agonistica, la rievocazione del
Gran Premio del Valentino è consistita in una eccezionale parata di
auto storiche e moderne, di varie
marche, di varie epoche, di varie
nazionalità. Le auto più rappresentative della produzione delle Case
automobilistiche hanno sfilato per
le vie del centro cittadino, in un percorso di 15 chilometri partito dal
Parco del Valentino fino a giungere
ai Giardini della Reggia di Venaria.
Insieme alle auto di serie più importanti di sempre, hanno attraversato Torino molte vetture da competizione, tra cui la leggendaria
-TRX IL:15/06/15
Lancia D50 che, guidata da Alberto
Ascari, il 27 marzo 1955 vinse l’ultimo GP del Valentino di F1. Dietro
alla storica monoposto, circa 300
vetture esclusive, tra le quali alcuni
pezzi di storia, come la Fulvia HF
Mondiale di Munari-Mannucci, la
Stratos, le Alfa Romeo 155 V6 DTM
e Giulia GTAm; le Fiat 124 e 131
Abarth Rally.
IL CIRCUITO BREVE
Alcune di queste vetture sono state
inserite nella sezione Motorsport
della sfilata finale, lungo il circuito
più breve (solo 3 km), mentre il resto della carovana ha percorso la
Parata dei Tributi, 15 km fino alla
Reggia di Venaria. Altri esemplari
hanno partecipato invece al concorso d’eleganza. Hanno recitato la
parte delle star le regine del made
in Italy come Maserati e Ferrari,
ma anche le Lamborghini e le
hypercar del costruttore italo argentino Oracio Pagani. Con loro
Porsche, Mercedes, Audi, BMW, Jaguar, ma anche piccole utilitarie e
tranquille berline.
S.Tro.
22:25-NOTE:
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