LI3 - Parrocchia Madonna delle Grazie del Rivaio

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LI3 - Parrocchia Madonna delle Grazie del Rivaio
Il Foglio
Ieri dalla strada al santuario e oggi dal santuario alla strada
Cari fratelli e sorelle,
la festa della Madonna del Rivaio è ormai vicina e nel percorrere questi ultimi giorni, prima che inizi il
turbinio di iniziative, di celebrazioni, di eventi, di gare, di cene, cerco di immaginare cosa potrà essere per me e
per voi questa festa.
Mi sono fatto un piccolo viaggio nel passato e nella storia da come iniziò il culto alla Madonna delle Grazie
del Rivaio. Gli inizi sono riconducibili a una semplice e comune edicola con l’immagine della Vergine che
tiene sulle ginocchia il bambino Gesù, di un autore sconosciuto con poche pretese di eccellenza artistica.
Un’edicola messa lungo la via maestra, come tante se ne trovano nel territorio circostante nelle strade di
campagna e che comunemente sono chiamate “maestà”. Per dare risalto a quella immagine e per rispondere al
sempre più crescente afflusso di pellegrini venne collocata in un luogo di culto più idoneo. Fu costruita quindi
una Chiesa con un ampio loggiato a destra e a sinistra. L’immagine trasferita e inglobata nella parete sopra
l’altare, dove attualmente viene ammirata e venerata. Ho poi ripercorso il cammino di chi si è preso cura di
questo santuario dai primi sacerdoti fino ad arrivare ai miei primi confratelli maristi francesi e proseguendo
fino al recente passato. Un cammino lungo: dal XVI secolo ad oggi. Quanti sono passati accanto o sotto
l’immagine della nostra madonna del Rivaio. Quanti vi hanno pregato con fervore; quanti sono stati consolati;
in quanti l’anno semplicemente salutata. In quanti vi hanno accesa una candela o un cero per far si che
continuasse la propria preghiera. Anch’io da qualche mese vi passo tutti i giorni e più volte al giorno. Anch’io
spesso di fretta eccetto quando celebro e la fretta mi abbandona e dall’alto sento che vigila come una madre.
Mi piacerebbe fare con Don Camillo che parla con nostro Signore crocifisso dei problemi più importanti e che
sente interiormente, nella coscienza, le parole di Gesù. Chissà se un po’ d’infanzia spirituale non si renda
possibile anche con Maria quel dialogo schietto e interiore che avveniva tra Don Camillo e il crocifisso.
Nel guardare poi al presente mi sono fatto diverse domande e ricercato altrettante risposte. Alcune di queste
risposte mi sono state date da alcune persone, altre le ho trovate nelle testimonianze vive o messe per iscritto di
altri ancora. Una di queste domande mi ha accompagnato fin dai nei primi tempi della mia permanenza a
Castiglioni. Vedendo il loggiato della Chiesa, da uomo del XXI secolo, mi sono chiesto perché cosi tanto
spazio a che serve? Mi appariva uno spreco incomprensibile e neanche giustificato da ragioni di ordine
architettonico. Da pochi giorni ho compreso! Serviva ai tanti pellegrini che arrivavano al santuario per
ripararsi, per riposarsi, ma forse anche per compiere il giro caratteristico che portava i pellegrini a entrare da un
lato, a sostare difronte all’immagine della Madonna e a riuscire dall’altro lato. Nelle Chiese gotiche per
assicurare questo itinerario al pellegrino, potrete ancora oggi notare che, a circondare il retro del presbiterio c’è
una sorta di porticato chiuso e in prossimità del tabernacolo vi è solitamente un reliquiario del santo a cui è
dedicata la chiesa. Qualcuno mi ci ha condotto a questa comprensione. Qualcuno, più volte alla vista di
qualche poveraccio che ha passato sotto il porticato si è meravigliato e preoccupato e ha indotto a anche me a
farlo. Ma poi perché meravigliarsi? Forse perché a venire al santuario non sono più i pellegrini, ma devoti e
ancor di più isole umane, solitarie che passano, a volte si fermano ma spesso tirano dritto sospinti dalla fretta e
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dalla routine. Anche i bisognosi che arrivano, ti cercano, ti chiedono un aiuto e con tutta fretta proseguono alla
volta della parrocchia successiva perpetuando così una condizione che pensano ormai immutabile. Peccato che
il loggiato che inizialmente ha permesso che il pellegrinaggio si spostasse dalla strada in santuario non ricorda
più questa funzione per di più che e stato ridotto per ricavarne altri locali adiacenti alla Chiesa a destra e a
sinistra. Oggi infatti vi sono la cappella del SS. Sacramento e il Battistero. Quel loggiato credo ci ricordi
l’importanza dell’accoglienza di cui la comunità cristiana dovrebbe essere maestra silenziosa ed efficace. Direi
ai volontari della caritas parrocchiale che usano i locali adiacenti al loggiato siete nel posto giusto per vivere
l’accoglienza, l’ascolto e il servizio.
Preparandomi alla festa ho cercato, poi di capire come funziona il palio e perché lo si benedice la domenica
prima della gara e poi i vincitori debbano tornare a offrirlo alla Madonna e a ringraziare della vittoria. Ho
trovato che dietro un gesto che può sembrare solo folkloristico si possa arrivare invece a fare un’esperienza
profondamente religiosa e spirituale. Si può vivere la gratitudine come dimensione necessaria alla nostra vita
umana e di fede. Questa dimensione rende Dio partecipe di ciò che siamo, facciamo e abbiamo; e d’altro canto
rende l’uomo partecipe di ciò che Dio è e fa. Maria allora diventa uno strumento che facilita questo
meraviglioso scambio. Questo rende Maria madre del nostro grazie e madre delle grazie di Dio.
Infine sollecitato con voi a rispondere alla situazione in cui si trova oggi la Chiesa e l’umanità e in modo più
vicino la nostra comunità parrocchiale, trovo nei racconti degli inizi della nascita del santuario del Rivaio un
elemento prezioso, un’indicazione per di futuro. Sono rimasto colpito dal passaggio dell’immagine della
Madonna che, dall’edicola votiva posta sulla strada, passa in Santuario per essere venerata in un luogo definito,
stabile sicuro. Penso non sia stata non solo un’opera di muratura ma è corrisposto ad un’esigenza spirituale e
di fede della gente. Penso che Maria fosse presente nella vita e nella fede della gente e questa presenza era
ritenuta certa, stabile, sicura e quindi e stato naturale costruire un santuario che potesse esprimere tutto questo.
E oggi dopo diversi anni che abbiamo assistito e provato diversi cambiamenti culturali e sociali possiamo
affermare che anche la fede sia cambiata nel modo in cui viene, trasmessa, ricevuta e vissuta. Possiamo
riconoscere nel fenomeno della secolarizzazione questi cambiamenti, dove facilmente abbiamo rilevato
l’allontanamento della fede dalla vita quotidiana, la marginalità della dimensione spirituale, il dominio della
dimensione economica, la perdita di valori fondamentali e l’impossibilità di trasmetterla, a cui si aggiunge il
relativismo e il disimpegno morale.
Detto questo, mi chiedo: non è che oggi Maria vada riportata dal santuario
ancora una volta in strada, in senso metaforico? Maria come la Chiesa di
cui è simbolo non andrebbe riportata vicina alla vita delle persone? In
definitiva non si tratta di compiere ciò che Papa Francesco intende per
Chiesa in uscita o per nuova evangelizzazione?
Credo proprio di sì. e dovremmo, partendo da questa ulteriore
indicazione, insieme trovare la maniera di metterlo in opera. Penso che il
prossimo anno pastorale ci dedicheremo come comunità parrocchiale a
questo, innestando un processo di discernimento a partire dalle indicazioni
contenute nell’enciclica “Evangeli Gaudium” di papa Francesco. Intanto
viviamo e godiamo della festa in tutti gli aspetti cercando soprattutto di
non mancare agli appuntamenti culturali e formativi che troverete nel
programma. Concludo con l’antica antifona greca mariana del III secolo, il
cui testo in italiano tradotto dalla versione latina recita così:
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
ma liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.
Buona festa a tutti
Padre Emanuele
Il Foglio
Festa della Madonna delle Grazie
Rivaio, 8 - 19 Giugno 2016
Programma:
Prima settimana:
- Mercoledì 8, ore 21:
- Giovedì 9, ore 21:
- Venerdì 10, ore 21
- Sabato 11, ore 21
Riflessione e preghiera nel Santuario con la partecipazione
dei Terzieri – Dono delle lampade
Dalla pietà popolare al rapporto personale con Maria formazione guidata da p. Alejandro Munoz (assistente del
superiore generale dei padri maristi)
Tradizionale omaggio delle Corali alla Madonna
Gara tra gli sbandieratori e i musici- piazza del Comune
Domenica 12
Tutte le SS. Messe saranno al Santuario della Madonna delle Grazie
SS. Messe alle ore 8 – 9 - 10 (Con benedizione del Palio) – 11,30 - 19
Seconda settimana:
- Martedì 14, ore 21
- Mercoledì 15, ore 21
- Giovedì 16, ore 21
- Venerdì 17, ore 21
- Sabato 18, ore 21:15
Finale del torneo di calcetto tra i Rioni – Palazzetto dello sport
Preghiera nel Santuario
La Misericordia nella spiritualità marista (p. Colin) e in papa
Francesco – Formazione guidata da p. Emanuele di Mare
“Note verso il cielo” Giulio e Massimiliano Cuseri in Concerto
(clarinetto e pianoforte), ricordando Rino Cuseri
Preghiera e Rosario nel Santuario
Concerto della Filarmonica Castiglionese davanti alla chiesa
Fuochi Artificiali (23:30)
Domenica 19
ss. Messe nel Santuario alle ore 8 - 10 - 11,30 - 19
(Cozzano, 9:00 - S. Antonino, 10:00 - Non ci saranno messe a S. P. Chanel)
ore 10: S. Messa con le Autorità e i Rioni. Omaggio dei Rioni alla Madonna e investitura dei fantini
ore 11: Benedizione dei cavalli davanti al Santuario e Corteo fino alla Casa Comunale
NEL POMERIGGIO
Corteggio storico per le vie del Paese, a cui seguirà la disputa del PALIO DEI RIONI.
Al termine: Ringraziamento alla Madonna del Rivaio.
Nei giorni della Festa sarà aperta la FIERA DI BENEFICENZA
per coltivare la solidarietà.
GRAZIE al Gruppo Caritas e a quanti collaborano nell’allestimento
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“Danzerò per Lui!”
incontro con SUOR BEATRIZ MATOS
suora missionaria marista
I
n occasione del triduo per la cebrazione della festa di S.Pietro Chanel, la comunità parrocchiale
ha incontrato suor Beatriz Matos, suora missionaria della Società di Maria (SMSM) che
attualmente si trova nella comunità di Marconia-Pisticci.
Di origine venezuelana, non più giovane di anni ma dinamica e scattante, piccola di statura e dal
fisico esile ed asciutto, presenta i tratti somatici tipici delle popolazioni latine: carnagione e occhi
scuri, capelli ricci, ormai grigi, legati dietro la nuca in modo originale e non stereotipato per l’idea
che noi ci siamo fatti dell’acconciatura di una suora.
“L’abito non fa il monaco” dice un vecchio detto e questo si addice a suor Beatriz ma anche alle
altre suore mariste missionarie che si distinguono anche per questo: nessuna è vestita uguale
all’altra. Il loro è un abbigliamento potremmo dire….. molto….”casual”. Nel caso di suor Beatrice
una gonna non all’ultimo grido, una polo dalla tinta un po’attenuata, un cardigan leggermente
fuori taglia…
Eppure una donna vera, autentica, elegante in termini di finezza interiore e molto femminile in
quelle espressioni e movimenti corporei ai quali improvvisamente univa, mentre parlava con noi,
passi di danza caraibici, la sua grande passione di giovinezza.
Suor Beatriz ci ha sorpreso e stupito con la sua allegria, la sua apertura, la sua esuberanza, la gioia
e il gusto della vita che trasparivano nelle sue espressioni e nell’annunciare l’amore di Dio da
portare al mondo che dà senso e sapore alla relazione con se stessi e con gli altri.
A 30 anni, giovane e bella donna, ricca di slanci e calore umano, proiettata nella vita con i suoi
progetti anche professionali quale biologa, appassionata di danze latino-americane che
occupavano il primo posto nella sua vita e a cui dedicava ogni momento libero, ha sentito che il
Signore le chiedeva tutto: “ Vieni e seguimi !”.
La sua risposta è stata: ”Si!, Ti seguirò e Ti cercherò nella umanità povera e dolorante nella quale
tu vivi!”.
Sentiva che seguire Gesù avrebbe richiesto una rinuncia piena e totale alla propria
autoaffermazione. Solo chi è capace di questa perdita radicale di sé per amore di Cristo troverà la
vita vera.
A chi le chiedeva come avrebbe potuto vivere senza la danza, conoscendo bene la passione per
essa, lei rispoondeva: “Danzerò tutta la vita per il mio Signora! ”
Ecco la scelta di diventare suora missionaria marista.
Durante la serata ci ha presentato le sue consorelle, dalle origini etniche molto eterogenee,
attraverso una veloce carrellata di immagini che le ritraevano, in varie parti del mondo, nelle varie
mansioni educative, sanitarie, sociali e di formazione di cui si occupano.
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Suor Beatriz non ha raccontato particolari esperienze di vita missionaria. Dalle sue parole e dalla
sua figura traspariva come, pur avendo avuto a che fare con la paura, i sacrifici di una vita sempre
in cammino e per giunta in salita, con avverse circostanze, con tante prove, lei e le sue consorelle,
siano capaci di affrontare la vita con un incredibile forza d’animo senza che venga intaccato
minimamente il loro gusto per essa, per goderne ed ammirarne la bellezza.
Per le suore missionarie mariste, Maria è
la guida, l’ispiratrice, “l’unica e perpetua
madre superiora”. Da Lei e dal Figlio Suo
ricevono la Grazia di essere donne vere,
donne coraggiose, donne di frontiera,
donne di servizio, donne obbedienti…..
Il riferimento all’antologia di pensieri che
Don Tonino Bello ha dedicato a Maria, la
sentiamo quanto mai attuale per queste
donne-suore-missionarie-mariste…
Proiettate verso le periferie e tutte le
marginalità della terra, esse portano la
Speranza oltre a colmare i bisogni più
elementari delle creature che incontrano
Francoise Perroton, pioniera delle Suore Missionarie
calpestate nella loro dignità… Come una
samaritana che versa sulle ferite l’olio di consolazione e il vino della Speranza….
Grazie, suor Beatriz
Una parrocchiana laica marista
Mentre andiamo in stampa giunge la
notizia della morte
di Lucia Tanganelli, laica marista, attiva nel
gruppo di pulizie a S. P. Chanel e vivace
anche nell’ambito rionale.
Da lungo tempo aveva dovuto ritirarsi per i
grossi problemi di salute.
La pioggia è una gran benedizione, ma negli
ultimi tempi si è divertita a fare scherzi
come far saltare la via Crucis e la
processione da S. Antonino a Cozzano e
quella per la chiusura del mese di Maggio.
Speriamo che anche le nuvole si
“convertano”.
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Chiusura del Mese di Maggio a S. P. Chanel
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Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Noi sottoscritti,
desiderando contribuire alla maggior gloria di Dio e all'onore di Maria, madre del Signore Gesù,
affermiamo e dichiariamo la nostra sincera intenzione e la nostra ferma volontà di consacrarci,
alla prima occasione opportuna, a formare la piissima congregazione dei Mariisti
Per questo con il presente atto e con le nostre firme, noi consacriamo senza appello,
per quanto possiamo, noi stessi e tutti i nostri beni alla Società della Vergine Maria.
Facciamo questo non da bambini né alla leggera,
non per qualche motivo umano o nella speranza di un guadagno temporale,
ma con serietà e maturità, dopo esserci consigliati e aver ponderato il tutto davanti a Dio,
unicamente in vista della maggior gloria di Dio e l’onore di Maria, Madre del Signore Gesù.
Ci offriamo a tutte le sofferenze, i lavori, i fastidi e, se un giorno ce ne sarà bisogno, alle torture,
perché noi possiamo tutto in colui che ci dà forza, Cristo Gesù.
È a lui, inoltre, che noi promettiamo fedeltà nel seno della nostra santa madre,
la Chiesa cattolica romana,
aderendo con tutte le nostre forze al suo capo supremo, il pontefice romano,
e al reverendissimo vescovo, nostro ordinario,
in modo da essere dei buoni servitori di Cristo Gesù,
nutriti dalle parole della fede e dalla integra dottrina che abbiamo ricevuto dalla sua grazia.
Fiduciosi che, sotto il regno del nostro re cristianissimo, amico della pace e della religione,
questa istituzione possa in breve tempo nascere,
noi ci impegniamo solennemente a prodigare noi stessi e tutti i nostri beni per salvare le anime con
tutti i mezzi sotto il nome santissimo e con l’aiuto della vergine Maria.
Tutto questo salvo il giudizio dei superiori.
Sia lodata la santa e immacolata concezione della Beata Vergine Maria. Amen
Questo è il testo della promessa sottoscritta da p. Jean
Claude Colin assieme a una decina di compagni il 23
luglio 1816 nella cappella del santuario di Fourvière a
Lione e di cui quest’anno ricorre il bicentenario.
 ANTEFATTO
L’idea di far nascere una SOCIETA’ DI MARIA fu
diffusa ne seminario maggiore di S. Ireneo a Lione a
partire dal 1815 dal giovane Jean Claude Courveille.
A seguito di una guarigione ottenuta nel santuario di Le
Puy, la Madonna avrebbe rivelato a Courveille il
desiderio suo e di suo figlio Gesù di veder costituita una
Società che porti il mio nome, che si chiami Società di
Maria e quelli che la compongono si chiamino Maristi…
per continuare la sua opera nella Chiesa e per la salvezza
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di tutte le anime. Intorno a Courveille, una quindicina di giovani seminaristi si
appassiona all’idea, cominciando a immaginare un progetto di società ad ampio
respiro. Il modello di riferimento è la Compagnia di Gesù dei Gesuiti.
 23 LUGLIO1816
All’indomani dell’ordinazione sacerdotale, otto di questi giovani, assieme ad altri
compagni di seminario (forse dodici in tutto), si recano in pellegrinaggio alla cappella
del santuario di Fourvière, salendo gli 800 scalini che portano alla sommità del colle
che sovrasta Lione. Courveille celebra la messa, gli altri ricevono la comunione dalle
sue mani per riservare la celebrazione della prima messa alle loro parrocchie.
Sull’altare ai piedi dell’immagine miracolosa della Vergine, tra la pietra sacra e il
corporale viene posto il testo contenente la formula di impegno, recante dodici firme,
tra queste quelle di Jean Claude Colin e di Marcellin Champagnat. La formula viene
letta al termine della messa.
È questo il primo atto di nascita ufficiale del progetto marista, nel quale sono evidenti
sia l’entusiasmo giovanile che le urgenze dettate dalla difficile situazione in cui si
trova la Francia all’indomani della rivoluzione e al termine dell’età napoleonica.
 IL SEGUITO
La dispersione che segue all’assegnazione dei giovani preti alle varie parrocchie porta
una parte dei firmatari ad abbandonare il progetto.
La prima realizzazione concreta si deve all’opera di Champagnat che,
già dall’anno seguente comincia a dedicarsi all’istruzione elementare
e religiosa dei giovani nelle campagne, avviando così il
ramo dei Fratelli Maristi.
Anche Courveille compie senza grande fortuna dei
tentativi. Vicende personali piuttosto travagliate lo
porteranno poi ad approdare all’esperienza benedettina.
Sarà Jean Claude Colin, il più timido tra i dodici, ad avviare una lunga,
sofferta e meditata riflessione sulla Società do Maria. Non si fa
prendere troppo dalla fretta di realizzazioni concrete e comincia a
stendere una regola per i padri. Contemporaneamente organizza dei
laici e alcune suore.
Altri firmatari della promessa non hanno un ruolo attivo nella fondazione, ma
aderiranno in seguito al progetto.
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Il progetto della Società di Maria prende così corpo soprattutto grazie allo sforzo che
p. Colin compie fino al termine della sua vita, per diventare quello che viene definito
“un albero a più rami” e che comprende: PADRI, FRATELLI, LAICI, SUORE MARISTE.
Più avanti in terra di Oceania si formeranno anche le SUORE MISSIONARIE MARISTE.
 2016
Per celebrare il bicentenario in una chiave che attualizzi quella promessa al nostro
tempo e alla Chiesa di oggi sono in programma incontri e celebrazioni come quello a
carattere internazionale che si svolgerà in Francia alla Neylière e Fourvière.
Anche a livello locale il 23 luglio non mancheranno iniziative promosse dalle
comunità e dalle fraternità mariste. La più importante a livello nazionale si terrà nel
Santuario della Madonna della Libera in Pratola Peligna (AQ) il 27 Agosto.
Paolo Serafini
Il Foglio
Ricordo di Padre Attilio
Borghesi
di p. Bruno Rubechini
Padre Attilio Borghesi nacque in località "Muriello"
sulle colline di Castiglion Fiorentino (AR) il
26/1 0/1924 da una buona famiglia cristiana. Faceva
parte d'una nidiata di fratelli e sorelle ai quali
ha sempre manifestato un grande attaccamento.
Avvertita precocemente la vocazione alla vita religiosa
e sacerdotale, dapprima provò il monastero
di Camaldoli (AR), poi - forse contagiato anche
dall'esempio di suo cugino P. Pietro Borghesiscelse definitivamente la vita marista entrando nella
comunità dei Padri che proprio a Castiglion
Fiorentino avevano il loro grande seminario minore.
Fatta la professione religiosa nel 1951, fu ordinato. sacerdote il 22/02/1953.
Padre Attilio svolse i primi anni del suo ministero sacerdotale a Roma, insegnando religione nella
scuola mari sta Istituto S. Giovanni Evangelista. Successivamente passò in Piemonte dove consumò
la gran parte della sua vita. Trascorse gli anni '60 ora come superiore, ora come economo nelle due case
mariste piemontesi di formazione: Cavagnolo e Moncalieri (TO). Successivamente lo troviamo
cappellano nell'ospedale S. Luigi a Orbassano.
Il periodo più lungo e fecondo, certamente il più congeniale al suo temperamento, lo passò tra il
1981 e i12010 nell'abbazia di S. Fede (sulle colline del Monferrato), già seminario marista poi
diventato centro di spiritualità. Qui fu responsabile dell'accoglienza di numerosi gruppi e da qui
gestì come parroco anche due piccole parrocchie collinari: Tonengo e Moransengo.
Chiusa nel 2010 la casa di S. Fede, P. Attilio riprese la valigia del pellegrino e approdò al santuario
marista di N.S. di Lourdes in Torino per riprenderla di nuovo nel 2012 per raggiungere la comunità
marista di Brescia, via Belvedere, luogo più adatto - secondo i superiori - per curare la salute ormai
malferma. Qui il Signore lo ha chiamato lunedì 16 maggio, all'indomani della festa di Pentecoste.
Qui a Brescia dunque è terminata la vicenda umana, religiosa e sacerdotale di P. Attilio, un uomo
che - pur con i limiti di ogni persona - ha cercato di prestare la sua mano a Gesù buon seminatore
per seminare in tanti cuori una buona parola e la grazia dei sacramenti.
Lo ricordiamo come l'uomo in carrozzella con un sorriso sempre pronto da regalare a tutti.
Dio ha organizzato la sua vita sacerdotale in due tempi: i primi 40 anni contrassegnati dal
dinamismo giovanile, gli ultimi 20 marcati da un lento e graduale indebolimento delle gambe fino
alla quasi completa immobilità, aggrappato alla croce delle stampelle prima e alla sedia a rotelle
poi. Questo è stato il sacrificio sacerdotale che gli ha chiesto il Signore e che P. Attilio ha accettato con
fede e con il quale ha reso gloria a Dio.
A quanti lo hanno amato e servito il grazie più sentito da parte della famiglia marista.
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Cresime di Vicariato
Sabato 24 Settembre
IL FOGLIO - BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE
QUARESIMA DI CARITA’
Un sincero grazie alla Comunità per le offerte raccolte negli ultimi mesi:
- Per il notiziario parrocchiale l’ammontare dei contributi pervenuti è di € 948
- Nel giro di Benedizione delle Famiglie dai parrocchiani abbiamo ricevuto € 13.730,50
- Quaresima di Carità: dai salvadanai dei ragazzi del catechismo € 250, raccolta € 348
Proseguono i lavori di risistemazione. Terminato l’ufficio
del parroco sono stati ritinteggiati gli ambienti della
Caritas e della sala stampa. Qui si è provveduto a
rinnovare gli impianti e il “parco macchine”, come
potete notare anche dalla copertina a colori fatta in
casa. Sono stati inoltre collocati dei ventilatori in chiesa
per dare sollievo nei periodi di afa. Sempre nel santuario
saranno collocati a breve nuovi faretti più funzionali.
Il teatrino montato nel nuovo salone ha avuto un boom
di richieste da parte delle scuole ed è anche bello
mettere a disposizione della comunità questi ambienti.
La sala è stata dotata di un grande schermo per
proiezioni e presto sarà montato un sipario.
Il Foglio
Il Foglio – Giugno 2016
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GRUPPO GIOVANI
Rivaio, Manciano, Brolio e Castroncello
CAMPO A COREZZO (BADIA PRATAGLIA)
Carissimi ragazzi e ragazze
Per dare continuità al nostro cammino di crescita e comunione che abbiamo iniziato
ormai da qualche anno attraverso il catechismo, abbiamo pensato di offrirvi una
esperienza estiva come momento forte da vivere insieme all’insegna dell’amicizia.
Vi proponiamo per questa estate un “campeggio” nel Parco Naturale delle Foreste
Casentinesi, a Corezzo, vicino a Badia Prataglia, a circa 800 metri di altezza, dal 24 al
30 Luglio 2016.
Passeremo questi splendidi giorni in una casa attrezzata per campi estivi, in un bel
paesino circondato da montagne, ai piedi dell’Alpe di Serra, non lontano dal Passo
dei Mandrioli. Un luogo che ci offrirà la possibilità di varie escursioni e passeggiate.
Sei invitato fin da ora a pensare a questo importante appuntamento e a prepararti
con senso di responsabilità.
P. Emanuele e gli animatori
Occorre iscriversi entro il 15 giugno 2016.
Non mancate!!!
Per ulteriori informazioni: P. Emanuele 0575/658183 - Fabio Luconi 338/8651671
Il Foglio
Vacanza Estiva sulle Dolomiti aperta a tutti
Passo Cereda
€
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