IL BAMBINO E L`ADOLESCENTE CON COXALGIA
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IL BAMBINO E L`ADOLESCENTE CON COXALGIA
O Il bambino e l'adolescente con coxalgia visto dall'ortopedico A. Memeo, L. Briatico-Vangosa, C. Viganò, W. Albisetti VI Divisione di Ortotraumatologia, Istituto di Scienze Ortopediche, Traumatologiche, Reumatologiche, Riabilitative, Università degli Studi di Milano - Istituto Ortopedico Gaetano Pini, Milano Introduzione Il dolore localizzato all’anca è uno dei problemi per cui spesso viene richiesta una visita ortopedica in bambini e adolescenti1,2,3. Il primo sintomo che si associa alla coxalgia è spesso la zoppia4. Il miglior approccio per differenziare le diverse cause di dolore all’anca è in base all’età. Il bambino che inizia a camminare ha sempre una deambulazione zoppicante, perché incerta e non perfettamente equilibrata. Possiamo quindi dividere le patologie cause di coxalgia in diverse fasce d’età: al di sotto dei 5 anni d’età le patologie più comuni sono le infezioni, la sinovite transitoria e la displasia congenita dell’anca5; tra i 5 e 10 anni il morbo di Perthes e l’anca a scatto; nell’adolescente invece l’epifisiolisi6, il morbo di Perthès7 e l’osteocondrite dissecante. Oltre a queste cause non sono da dimenticare quelle che possono colpire a qualsiasi età come i traumi, le infezioni (artriti e osteomieliti), i tumori e le dismetrie. Fondamentale per inquadrare il problema sono l’anamnesi e l’esame obiettivo. La prima deve evidenziare da quanto tempo è presente la zoppia e l’eventuale presenza di dolore, traumi recenti o febbre o altre malattie sistemiche concomitanti. L’esame obiettivo deve valutare l’articolarità dell’anca, la presenza di tumefazioni, calore, arrossamenti, il trofismo muscolare e la presenza di eventuali dismetrie. A DCA misconosciuta d Con questo termine si intende un complesso di anomalie di sviluppo e di conformazione dell’articolazione coxo-femorale, con malformazioni cotiloidea, cefalica e capsulo-legamentosa, in conseguenza delle quali vengono a modificarsi i normali rapporti articolari e l’articolazione tende, con il tempo, a sublussarsi o a lussarsi. Colpisce solitamente tra gli 0 e i 4 anni, con una frequenza di circa 2-3% della popolazione e una preferenza per il sesso femminile con un rapporto di 5:1 rispetto al maschile. Questa patologia può restare misconosciuta a causa dell’assenza di sintomatologia immediata, e manifestarsi con zoppia solamente al momento della deambulazione oppure restare asintomatica fino all’età adulta. Fondamentali sono la valutazione della manovra di Ortolani alla nascita, lo screening ecografico e nei casi dubbi l’esame radiografico del bacino tra il 4° e il 6° mese di vita. La terapia può essere di tipo cruento o meno. Nei casi meno gravi e comunque nei primi mesi di vita si basa sull’utilizzo di tutori che mantengano l’epifisi prossimale del femore affetto centrata nell’acetabolo così da permettere il normale sviluppo dell’articolazione coxo-femorale. Nei casi più gravi, in quelli resistenti alla terapia incruenta e in quelli giunti all’osservazione dell’ortopedico in età avanzata si deve ricorrere spesso all’intervento chirurgico che mira a migliorare l’anatomia dell’articolazione mediante interventi sul femore o sul bacino. O R Morbo di Perthes L’osteocondrosi della testa femorale, o morbo di Perthes o Legg o Calvé, è una patologia degenerativo1 O necrotica che interessa l’epifisi prossimale del femore. Rappresenta l’osteocondrosi più frequente e quella che riveste maggior importanza clinica, in quanto porta ad alterazioni della testa femorale consistenti nel suo slargamento ed appiattimento che porteranno a loro volta a manifestazioni artrosiche. Colpisce prevalentemente soggetti compresi tra i 5 e gli 8 anni, prevalentemente il sesso maschile e nel 10-20% dei casi bilateralmente. La malattia esordisce solitamente con segni poco specifici come facile affaticabilità, tendenza alla zoppia, dolore ad anca e ginocchio. L’esame obiettivo mette in evidenza dolore alla digitopressione in regione inguinale, limitazione dell’articolarità dell’anca, soprattutto in abduzione, estensione e intrarotazione, a volte dismetria e ipotonotrofia muscolare. Fig. 1 - Morbo di Perthes Epifisiolisi A La diagnosi si basa sull’imaging, con Rx di bacino e assiali dell’anca affetta (Fig. 1) e RNM nelle fasi precoci, e sulla normalità degli indici infiammatori (diagnosi differenziale con sinovite transitoria e artrite reumatoide giovanile). La terapia è solitamente medica (FANS), e incruenta (deambulazione in scarico); solo in casi eccezionali possono essere necessarie osteotomie correttive femorali. d Consiste in uno scivolamento, solitamente in direzione posteriore ed inferiore, dell’epifisi prossimale del femore, determinato da un trauma di lieve entità e favorito, nell’adolescente, da un indebolimento strutturale della cartilagine d’accrescimento. Fattori predisponenti sono un disturbo metabolico o endocrino, come la sindrome adiposogenitale, o uno sviluppo somatico molto rapido. Colpisce in genere tra gli 8 e i 15 anni, spesso bilateralmente, con una lieve preferenza per il sesso maschile. Lo scivolamento può essere acuto, ma più spesso avviene in maniera subacuta o cronica, manifestandosi con zoppia e dolore inguinale eventualmente irradiato al ginocchio. Clinicamente si evidenzia un atteggiamento in intrarotazione e adduzione associata a una più o meno marcata limitazione della funzione articolare. Fondamentale per la diagnosi sono le proiezioni radiografiche antero-posteriore del bacino e assiali delle anche. O La terapia è chirurgica mediante riduzione anatomica dell’epifisi affetta (spesso ottenuta attraverso trazione transcondilica effettuata i giorni precedenti all’intervento chirurgico) e fissazione della stessa con sintesi di minima (Fig. 2). Complicanze possono essere la necrosi della testa e l’evoluzione verso forme precoci di artrosi. Fig. 2 - Epifisiolisi trattata con sintesi di minima R Pubalgia Colpisce prevalentemente tra i 10 e i 16 anni, soprattutto il sesso maschile e soggetti che praticano intensa attività sportiva. Si presenta con zoppia antalgica, dolore alla mobilizzazione dell’anca, dolore al ginocchio. Clinicamente si evidenzia solamente dolore alla digitopressione in regione inguinale e all’adduzione contro resistenza. La diagnosi è prevalentemente clinica e di esclusione nei confronti di epifisiolisi e osteocondrosi per mezzo di indagini radiografiche. La terapia si basa sul riposo funzionale (astensione dall’attività sportiva, eventuale deambulazione in scarico), FANS e ghiaccio locale; nei casi più dolenti si può ricorrere a terapie fisiche come la laserterapia. 2 O Osteocondrite dissecante Si tratta di una necrosi parcellare che interessa solo una piccola parte della cartilagine articolare e della corrispondente spongiosa subcondrale. Questo frammento osteocartilagineo si demarca nettamente dal tessuto circostante fino a distaccarsi e rimanere libero in articolazione. Nella maggior parte dei casi è conseguenza del morbo di Perthes. Si manifesta con sintomatologia poco significativa ed aspecifica: dolore, zoppia, idrarti recidivanti, tumefazione, limitazione fino a blocco articolare. La diagnosi è solitamente radiografica o tramite RNM. La terapia è nella maggior parte dei casi conservativa: astinenza dall’attività sportiva, carico protetto con due bastoni canadesi, FANS, apparecchio gessato, applicazione di campi elettromagnetici pulsati. Osteomielite A Le infezioni dell’osso possono colpire ogni età ma in maniera maggiore l’infanzia e l’adolescenza. La sintomatologia può essere subdola, con zoppia antalgica, limitazione articolare, tumefazione ed arrossamento, o acuta, con febbre elevata, dolore della zona interessata e sintomi generali di infezione, con aumento degli indici ematici di infezione. Per la diagnosi sono fondamentali la clinica, gli esami di laboratorio (aumento VES, PCR, leucocitosi neutrofila) e quelli radiografici (aree osteolitiche circondate da aree di addensamento, reazione periostale). La terapia nella fase acuta può essere soltanto medica con la somministrazione di antibiotici a largo spettro secondo una diagnosi batteriologica di presunzione, almeno fino all’identificazione certa del batterio responsabile. Se vi è un ascesso è necessario favorirne l’evacuazione mediante incisione di cute e delle parti sottostanti. La presenza di sequestri può rendere indispensabile il trattamento chirurgico di toilette del focolaio. d Artrite settica acuta O Le artriti settiche rappresentano un’urgenza ortopedica. Colpiscono più frequentemente nella prima infanzia. La sintomatologia consiste in tumefazione, dolore, impotenza funzionale dell’articolazione interessata, febbre, arrossamento e aumento della temperatura locale. Conseguenza della patologia possono essere iper o ipometrie, limitazioni persistenti della funzione articolare. Il trattamento ha lo scopo di limitare i danni anatomici dell’articolazione e si divide in tre fasi. La prima fase è chirurgica e consiste nell’evacuazione articolare che permette una riduzione della pressione intraarticolare, responsabile della necrosi epifisaria, e l’esecuzione dell’esame colturale e dell’antibiogramma. Questa fase è seguita dall’antibioticoterapia da effettuare sulla scorta dei risultati dell’antibiogramma. La terza fase si basa sull’immobilizzazione e sul riposo funzionale dell’articolazione. R Osteoma osteoide Rappresenta l’11% dei tumori ossei benigni ed è costituito da una piccola lesione osteoblastica, ben demarcata e circondata da un’intensa reazione perifocale. Nell’80% dei casi colpisce soggetti compresi tra i 5 ed i 24 anni d’età. 3 Al contrario di ciò che avviene spesso in patologia neoplastica provoca intensa sintomatologia dolorosa tipicamente notturna, che risponde molto bene all’acido acetilsalicilico, e zoppia. O La diagnosi è radiografica, mediante RX con immagine di un’area radiotrasparente centrale (“nidus”) circondata da un alone di radiopacità, e TAC nelle lesioni di minori dimensioni. La terapia può essere conservativa; aspirina, o chirurgica, curettage o ablazione del nidus tramite elettrodo a radiofrequenza sotto guida TAC (Fig. 3). Fig. 3 - Ablazione di osteoma osteoide del femore con radiofrequenze Bibliografia A 1) Gallinaro P, Peretti G, Rinaldi E. (2003) Manuale di Ortopedia e Traumatologia. McGraw-Hill 2) Mancini A, Morlacchi C. (1985) Clinica Ortopedica. Manuale-Atlante. Piccin 3) Lee MC, Eberson CP. (2006) Growth and development of the child's hip. Orthop Clin North Am. 37(2):119-32 4) Frick SL. (2006) Evaluation of the child who has hip pain. Orthop Clin North Am. 37(2):13340 5) Vitale MG, Skaggs DL. (2001) Developmental dysplasia of the hip from six months to four years of age. J Am Acad Orthop Surg. 9(6):401-11 6) Aronsson DD, Loder RT, Breur GJ, Weinstein SL. (2006) Slipped capital femoral epiphysis: current concepts. J Am Acad Orthop Surg. Nov 14(12):666-79 7) Wall EJ. (1999) Legg-Calvé-Perthes' disease. Curr Opin Pediatr. 11(1):76-9 d O R 4