i nuovi scenari mondiali e il nuovo ordine del mondo dopo l`11
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i nuovi scenari mondiali e il nuovo ordine del mondo dopo l`11
studi e ricerche I I NUOVI SCENARI MONDIALI E IL NUOVO ORDINE DEL MONDO DOPO L'11 SETTEMBRE * l mio compito oggi eÁ quello di scrutare nella `foschia' che avvolge il futuro per tracciare, con una certa credibilitaÁ, gli orientamenti o gli scenari che potranno delineare il contesto per le decisioni sugli investimenti attuali nel campo delle tecnologie avanzate, delle industrie aerospaziali e dell'industria in generale. In qualitaÁ di esperto di scienze sociali che lavora per una delle principali istituzioni accademiche a livello mondiale, la London School of Economics, condivido con i miei colleghi una semplice massima: per poter predire il futuro bisogna saper comprendere il passato e analizzare obiettivamente il presente. Le proiezioni delle tendenze future devono quindi essere fondate su basi empiriche che illustrino efficacemente il passato fino al presente. Questo eÁ il motivo per cui nel laboratorio che io dirigo, il Laboratorio di Coesione sociale ed economica, l'elemento base eÁ un ampio database socio-economico che copre approssimativamente 40 variabili che abbracciano gli ultimi trenta anni. Con un tale database si puoÁ capire non solo cosa eÁ accaduto nel passato, ma anche sviluppare nuovi strumenti per l'analisi del futuro. Nel nostro caso eÁ stato utilizzato per sviluppare una nuova generazione di modelli econometrici per poter meglio prevedere l'impatto socio-economico sui progetti di investimento su larga scala che riguardano il Fondo di Coesione dell'Unione Europea. Nel progettare database longitudinali o a serie storiche eÁ evidente che gli orientamenti economici non sono solo incrementati o caratterizzati da cambiamenti costanti e graduali. Al contrario, a volte si verificano `eventi catastrofici' o `salti qualitativi' che cambiano la natura delle future tendenze o degli scenari socio-economici. Un esempio in cui mi sono imbattuto recentemente insieme ai miei ricercatori eÁ stato la significativa diminuzione dei tassi di attivitaÁ verificatasi nell'Italia del Sud nel 1992. Direi, a questo punto della storia, 3 dicembre 2001, che i catastrofici eventi dell'11 settembre hanno rappresentato un avvenimento tale da avere ripercussioni profonde sul mondo e su tutti i LOMBARDIA NORD-OVEST Quale significato ma soprattutto quali ripercussioni avranno nel prossimo futuro i fatti traumatici dell'11 settembre sugli scenari internazionali? La ``fine del secolo americano'' apre le porte a quello che l'autore definisce il ``secolo della globalizzazione'' nel sistema dei rapporti geopolitici ed economici delle diverse aree del mondo: se si riafferma protagonista il ruolo degli Stati Uniti, andraÁ crescendo quello della Cina e della Russia, cosõÁ come eÁ destinato a precisarsi quello politico e istituzionale dell'Unione Europea. Robert Leonardi ** * Relazione introduttiva alla giornata di studio L'economia del territorio e la ricerca avanzata nei nuovi scenari mondiali: dai satelliti Galileo alle tecnologie dell'ambiente e della sicurezza, International Economic Conferences Varese, Ville Ponti, Varese, 3 dicembre 2001. ** Docente alla London School of Economics e direttore dell'Economic and Social Cohesion Laboratory. 9 1/2002 L'intervento del presidente della Giunta della Regione Lombardia Roberto Formigoni alla giornata di studio Iecv il 3 dicembre scorso. negli Usa dopo questi eventi furono generati internamente, come nel caso della guerra civile, che servõÁ per definire il carattere socio-economico del Paese. LA FINE DEL SECOLO AMERICANO Qual eÁ il significato dell'11 settembre? A mio parere, la distruzione delle Torri gemelle ha rappresentato la fine del secolo americano, un secolo caratterizzato dalla supremazia degli Stati Uniti nelle questioni militari, politiche, economiche, culturali e tecnologiche. Questa supremazia non significava solo `essere il primo tra pari', ma piuttosto egemonia. Ruolo, peraltro, condiviso per un breve periodo ± sotto forma di interazione bilaterale ± con l'Unione Sovietica fino al 1989. Ma proprio nel novembre di quello stesso anno il potere di egemonia mondiale rimase nelle mani di un solo Stato. CioÁ che ho visto accadere in termini di scenari mondiali eÁ stato l'inizio del secolo della globalizzazione in cui il fondamento per la definizione delle politiche nei vari settori ha le sue basi nell'interazione multilaterale piuttosto che nel processo decisionale singolo o bilaterale. Per comprendere le implicazioni di quest'ipotesi, si deve considerare la natura del dibattito sulla base di sei punti. Precedentemente all'11 settembre era in atto un dibattito vero e proprio su diverse questioni: 1. se la globalizzazione fosse un fenomeno duraturo. L'aspetto `no global' della questione sembrava avere un qualche fondamento: il centro di gravitaÁ delle decisioni umane era ancora riferito alla nazione-stato, alla politica nazionale e alle considerazioni socio-economiche e culturali; 2. se gli Stati Uniti si fossero ritirati in una nuova forma di isolazionismo con l'amministrazione Bush, proponendo un disimpegno dal conflitto arabo-israeliano, dagli sconvolgimenti in Africa e dai disordini in America Centrale e del Sud. Il ragionamento logico era che l'Unione Sovietica era scomparsa e la vecchia logica per l'impegno globale non era piuÁ rilevante; 3. se il processo di pace israelo-palestinese fos- settori socio-economici. EÁ istruttivo riflettere su come sia sufficiente menzionare una data, perche tutti ne colgano il riferimento. Nella storia degli Stati Uniti un accadimento simile si ebbe il 7 dicembre 1941, con l'attacco giapponese a Pearl Harbour. Quell'attacco cambioÁ per sempre la politica estera americana e le assegnoÁ una posizione di formale isolazionismo in relazione a tutti gli eventi mondiali. Quella data lascioÁ un segno anche su diversi gruppi di generazioni. Giovani e anziani che erano presenti capirono che tutto era cambiato con quell'evento, non solo nell'Oceano Pacifico, ma altresõÁ in quello Atlantico e in quello Indiano. Anche noi siamo stati testimoni di un avvenimento analogo con l'attacco alle Torri gemelle del World Trade Center e al Pentagono. L'America non saraÁ piuÁ la stessa, ma nemmeno il mondo lo saraÁ. Per la prima volta gli Stati Uniti hanno sperimentato un attacco armato sul loro territorio. Fatto questo mai accaduto nel XX secolo, nonostante tutte le stragi della prima e seconda guerra mondiale, la guerra in Corea, quella in Vietnam o la crisi missilistica di Cuba. L'ultimo attacco di questo tipo risale a quando gli inglesi bruciarono la Casa Bianca nel 1812 nel contesto del conflitto per la definizione dei confini settentrionali tra Stati Uniti e Canada. La morte e la distruzione avvenuti 1/2002 10 LOMBARDIA NORD-OVEST mondiale. Dopo l'11 settembre nessun paese puoÁ affrontare da solo il controllo internazionale. Gli americani hanno imparato che l'isolazionismo non garantisce la sicurezza del Paese, al contrario, ne aumenta la vulnerabilitaÁ. Con la globalizzazione della tecnologia, delle comunicazioni e dei trasferimenti finanziari, nessuno stato eÁ sicuro all'interno dei propri confini; 3. il processo di pace israelo-palestinese eÁ troppo importante per essere lasciato nelle mani delle due parti direttamente coinvolte nel conflitto: eÁ nell'interesse della comunitaÁ internazionale cooperare affinche si trovi una soluzione. Nessuna delle parti coinvolte nel conflitto eÁ nella posizione di dettare i termini di un accordo. Quanto piuÁ due comunitaÁ sono fisicamente contigue, tanto piuÁ eÁ necessario trovare una risoluzione del conflitto accettabile per entrambe le parti; 4. la Cina eÁ stata ammessa nel Wto e l'internazionalizzazione dell'economia mondiale procede verso una struttura di governo piuÁ formale. La Cina ha assunto un ruolo attivo a livello mondiale non solo nel campo economico ma anche in quello politico e delle questioni strategiche. Dunque la sua partecipazione all'alleanza anti-terrorismo assume un particolare significato e puoÁ contribuire a smorzare la critica nei confronti dello stato delle libertaÁ civili in questo Paese; 5. la Russia eÁ l'altro grande protagonista da incorporare nel Wto. Ad essa saraÁ dato il diritto di parola nelle decisioni della Nato, e saraÁ consultata in misura molto maggiore sulle questioni attinenti al corso futuro dell'espansione dell'integrazione europea; 6. gli Stati membri hanno recentemente accettato l'esistenza di un mandato di arresto dell'Ue per 14 crimini e l'ampliamento procede. Il tutto accadraÁ nel 2004. Come risultato dell'11 settembre, i confini del mondo si sono ristretti. Prima di quella data pochi tra noi erano a conoscenza del nome del leader dell'Afghanistan, mullah Mohammed Omar. Pochi tra noi avrebbero saputo dove Kandahar o Kunduz e Mazar-e-Sharif fos- se ripartito e gli Stati Uniti avessero assunto un ruolo centrale. Il punto della questione sembrava essere troppo complesso e troppo costoso dal punto di vista dei calcoli politici americani perche ne valesse la pena; 4. se la Cina sarebbe mai stata ammessa nel Wto [World Trade Organisation]. In realtaÁ i rapporti tra Cina e Stati Uniti si erano progressivamente deteriorati dall'inizio della presidenza Bush; 5. se la Russia avesse potuto prendere parte al Wto, alla Nato [North Atlantic Treaty Organisation] o all'integrazione Europea. La Russia sembrava distante dagli sviluppi del mondo occidentale. Alexander Putin era una soluzione al problema russo o rappresentava un'altra fase della sua involuzione? 6. se l'Unione Europea si fosse realisticamente presa la responsabilitaÁ di un'ulteriore integrazione (giustizia, affari interni, politica estera e di sicurezza) e di un ampliamento verso l'Est nel futuro piuÁ immediato. Nazioni singole o considerazioni di settore sembravano argomentare contro una rapida e massiccia espansione dei poteri dell'Ue o contro un estensivo allargamento dell'Unione stessa. Dopo l'11 settembre tutti i punti di discussione hanno ricevuto una risposta in positivo: 1. la globalizzazione eÁ presente e come tale si manterraÁ e procederaÁ non solo su basi economiche e finanziarie ma anche su questioni politiche e strategiche. Gli Stati Uniti non possono agire per conto proprio, devono farlo all'unisono con gli altri paesi e gli altri raggruppamenti regionali. Un attacco a una nazione ha bisogno di negoziazioni con le altre nazioni. L'azione unilaterale eÁ fuori dicussione, come suggeriscono le considerazioni su quanto si dovraÁ fare dopo l'Afghanistan; 2. gli Stati Uniti non si ritireranno in un nuovo isolazionismo. Piuttosto, hanno riaffermato la loro inclinazione internazionale. Dalla prospettiva americana, secondo cui il mondo deve essere liberato da una forma di terrorismo capace di colpire gli stessi Stati Uniti, la lotta deve essere condotta su una comune base a livello LOMBARDIA NORD-OVEST 11 1/2002 La relazione dell'onorevole Umberto Giovine e, a fronte, il pubblico presente all'incontro organizzato da Formas. zioni sul commercio regionale e mondiale, ma saraÁ estremamente cauto nel permettere che la ricerca di obiettivi economici sconfini nell'integrazione politica e istituzionale. Europa: eÁ il luogo di una continua innovazione dal punto di vista politico e istituzionale. L'agenda europea per i prossimi cinque-dieci anni eÁ caratterizzata da un aggiornamento di riforme istituzionali e politiche che tiene conto dei maggiori cambiamenti nelle questioni finanziarie ed economiche. Allo stato attuale, nonostante l'Europa venga tenuta in seria considerazione da un punto di vista economico, altrettanto non si puoÁ dire da un punto di vista politico e militare. L'11 settembre non ha dimostrato che le nazioni-stato sono ancora importanti, anzi, ha dimostrato esattamente il contrario. Senza unitaÁ e strutture politico-militari, i singoli stati europei non hanno alcuna rilevanza. Micro-stati, come quelli che esistono in Europa, non hanno nessuna possibilitaÁ di impatto sulle questioni globali. Questo eÁ vero per Paesi come il Lussemburgo o l'Irlanda, cosõÁ come per Francia, Italia e Regno Unito. EÁ vero che il Regno Unito si eÁ alleato agli Stati Uniti nella conduzione delle operazioni militari in Afghanistan, ma con un ruolo minore. La situazione sarebbe completamente diversa se l'Europa avesse una forza militare prontamente `schierabile' che potesse parlare con la stessa forza sul campo di battaglia e in fase di pianificazione di strategie per operazioni militari. Vedremo che il `peso' dell'Europa saraÁ diverso in futuro, quando le azioni militari termineranno e si daraÁ inizio al processo di ricostruzione economica e sociale. In questa seconda fase, all'Europa saraÁ richiesto di assumere un ruolo leader, e tale ruolo dipenderaÁ completamente dall'esistenza del mercato e della valuta unici. Cina: gli eventi dell'11 settembre hanno rappresentato una linea divisoria epocale nell'ambito delle relazioni della Cina con il resto del mondo. Prima di questi eventi la Cina era considerata uno stato semi-paria. Oggi eÁ uno dei principali protagonisti mondiali in grado di convincere i leader di tutto il mondo a vestire sero localizzate. E non solo, ora comprendiamo cosa c'eÁ in gioco in Uzbekistan, Turkmenistan, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Si comprendono anche le politiche inerenti il petrolio e i gasdotti. SCENARI PER IL FUTURO In un mondo che diventa sempre piuÁ piccolo e all'interno del quale siamo sempre piuÁ vicini, abbiamo la necessitaÁ di capire cosa c'eÁ in gioco per le diverse regioni del pianeta. Qui di seguito espongo le mie previsioni a medio e lungo termine in cinque raggruppamenti di zone. Stati Uniti e Nord America: protagonista dominante in tutti i campi della politica sono gli Stati Uniti. Come giaÁ suggerivo, gli Stati Uniti diventeranno piuÁ interdipendenti (ovvero dipenderanno sempre di piuÁ dai loro legami con i maggiori protagonisti nel mondo) e cercheranno di creare una maggiore interazione con i loro vicini piuÁ immediati (Canada e Messico). Il presidente messicano Vicente Fox ha lanciato la proposta di `accrescere il potere' del Nafta [New Zealand-Australia Free Trade Agreement] nominando una Commissione Nafta, corte per un arbitrato di conflitti tra i membri e istituendo un fondo di sviluppo regionale per eventuali modifiche strutturali. Il Congresso degli Stati Uniti ha ora acconsentito a dare al presidente poteri speciali per prendere parte alle negozia1/2002 12 LOMBARDIA NORD-OVEST nel tradizionale costume cinese per la foto della sessione Asean [Association of South-East Asian Nations]. Quello che ci si deve chiedere eÁ: l'entrata della Cina nel Wto ha aumentato la competizione nella produzione e commercializzazione di prodotti nel mercato mondiale o ha dato l'opportunitaÁ alla Cina offrirsi come vasto mercato per il consumo di beni prodotti in altre parti del mondo? La risposta si trova non solo nei `passi' compiuti dalle autoritaÁ cinesi ma anche nella risoluzione dell'enigma economico giapponese: puoÁ un paese produrre prosperitaÁ economica per i suoi abitanti attraverso una strategia di competitivitaÁ globale e allo stesso tempo mantenere una strategia di consumo nazionale a mercato chiuso? Dall'esperienza giapponese possiamo prontamente comprendere in linee generali la risposta: che eÁ no. Se le nazioni vogliono prosperare, esse devono adottare una strategia di produzione e di consumo globale. I mercati aperti non possono esistere solo per l'uscita di beni e l'entrata di investimenti. La mobilitaÁ economica richiede che l'apertura debba anche esistere per l'entrata di beni e di modelli di consumo per i propri abitanti. Russia: eÁ di nuovo sulla scena mondiale dopo un'assenza durata dieci anni. L'Unione Sovietica non saraÁ ricostituita, ma la Russia ha un'influenza significativa sugli sviluppi nei paesi confinanti che prima facevano parte dell'Urss. Questo eÁ vero per i paesi al confine a sud, cosõÁ come per Ucraina, Bielorussia e Moldavia e per i Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania); cioÁ eÁ dovuto non solo alla presenza di ampie minoranze russe, ma anche a considerazioni di strategia militare ed economica. Gli eventi dell'11 settembre potrebbero essere serviti a porre fine al quesito se la Russia sia da considerarsi un paese europeo o meno. La risposta eÁ sõÁ, e la sua esistenza non puoÁ piuÁ essere ignorata o considerata un'entitaÁ marginale. Durante gli ultimi dieci anni la Russia ha riaffermato e ampliato il suo ruolo quale maggior protagonista mondiale nella produzione di energia (gas e petrolio ad esempio). Eventi recenti hanno dimostrato che i paesi non-Opec [Organization of the Petroleum LOMBARDIA NORD-OVEST of Exporting Countries], come Russia e Messico, sono importanti quanto l'Arabia Saudita nella determinazione degli approvvigionamenti di petrolio e, fondamentalmente, anche del prezzo mondiale del petrolio. EÁ chiaro che nel futuro, piuÁ legami l'Europa stabiliraÁ con la Russia, migliori saranno i piani di azione economici, politici e militari. America Latina: con il mondo dell'economia in recessione eÁ emersa tutta la debolezza degli Stati latino-americani. Questa generalizzazione eÁ vera non solo per paesi come Ecuador e Paraguay (che sono riusciti a entrare nel campionato di calcio per la coppa del mondo) ma anche per paesi come Brasile e Argentina. L'Argentina, come squadra nazionale, potrebbe anche vincere il campionato mondiale di calcio, ma non potraÁ mai vincere come singolo stato la coppa del mondo in `performance' economiche. I tentativi di unitaÁ economica, attraverso Mercosur [Mercado comuÂn del Sur] o il Gruppo Andino, sono il segno di strategie ancora troppo `timide' e limitate nel loro intento di avere un reale impatto economico sulle prospettive dei paesi coinvolti. In realtaÁ, il futuro dell'America Latina si sta delineando per merito dell'iniziativa caraibica, dove alcuni piccoli paesi si sono impegnati nella creazione di una moneta unica caraibica, di una corte e un'autoritaÁ economica caraibica per poter superare il loro limitato potere e la ridotta influenza economica. 13 1/2002 zione nei settori sempre in espansione. Durante i prossimi cinque-dieci anni assisteremo ai principali progressi nella creazione di uno spazio europeo che riguarderaÁ la giustizia, le questioni interne ed estere oltre che la politica di sicurezza. Per quanto concerne la politica economica, abbiamo ancora bisogno di integrare capitali di mercati in uno scambio europeo. L'Europa per il 2015 si estenderaÁ in una struttura uniforme sino ai confini russi; 3. gli Stati Uniti opteranno sempre di piuÁ per un management multi-laterale delle questioni economiche, militari e politiche che coinvolgono Stati Uniti, Unione Europea, Russia, Cina e Giappone. Gli altri stati saranno relegati a una condizione subordinata, a meno che non vi siano i mezzi per unificarli in raggruppamenti regionali piuÁ grandi; 4. si andraÁ configurando un ruolo maggiore per le societaÁ civili rispetto alle strutture istituzionali governative. EÁ in atto una evidente destatalizzazione delle questioni economiche e sociali in Europa e nei paesi piuÁ industrializzati in generale. E questo eÁ uno dei prerequisiti per la crescita economica. I regimi teocratici e fondamentalisti non hanno tra le loro opzioni la prospettiva di una crescita economica e sociale. Questo saraÁ uno dei maggiori risultati delle attuali operazioni militari. Il modello di societaÁ di Osama Bin Laden avraÁ morso definitivamente la polvere; 5. i progressi tecnologici diventeranno anch'essi piuÁ globali se i paesi si uniranno in un'operazione di finaziamento congiunto che riguardi satelliti, progetti pubblicitari e altri programmi spaziali. Africa: alcuni sostengono che l'Africa non sia un continente ma piuttosto uno stato mentale. Non c'eÁ una sola Africa ma una molteplicitaÁ di Afriche. Sfortunatamente, poche regioni di questo continente presentano per il futuro una prospettiva positiva. Il Nord Africa avraÁ un futuro se saraÁ in grado di formare un'alleanza politica ed economica con l'Europa attraverso l'iniziativa euro-mediterranea, che deve essere rinnovata e ampliata quale parte di una ridefinizione in corso dell'Europa. L'Africa Occidentale eÁ sprofondata in uno stato perenne di conflitti tribali che devono essere superati prima che qualsiasi possibilitaÁ di ripresa economica possa venire contemplata. L'Africa Orientale necessita di ridefinire le relazioni tra gruppi etnici, religiosi e sociali al suo interno e di rinnovare le basi per la creazione di governi stabili e democratici. Il Sud Africa, cui ci si riferisce come a una regione piuttosto che a un paese, ha bisogno di passare dal tribalismo alla societaÁ civile e di porre fine al suo stato di guerra civile costante. In tale prospettiva, il Sud Africa sembra aver fatto molti progressi entrando in questa fase di transizione. Il test cruciale saraÁ comunque rappresentato da cioÁ che accadraÁ dopo la morte di Nelson Mandela e verraÁ testata l'abilitaÁ del Congresso pan-africano a rimanere un rappresentante dei settori neri e no della popolazione. La speranza eÁ che il Sud Africa non riproponga il destino della Iugoslavia dopo la morte di Tito, quando sprofondoÁ nell'anarchia e nella disintegrazione come entitaÁ nazionale. CONCLUSIONI Quali conclusioni si possono trarre dalla discussione fatta sugli scenari mondiali e regionali? Eccole elencate qui di seguito: 1. la globalizzazione eÁ presente per rimanere, e diverraÁ tanto piuÁ profonda e piuÁ diffusa quanto piuÁ procederemo verso il futuro; 2. lo stato-nazione Europa eÁ finito. Il futuro dell'Europa risiede in uno status di `senza confini' che implica l'approfondimento e l'ampliamento del suo modello multi-stato di integra1/2002 14 LOMBARDIA NORD-OVEST