Giornalino – numero #02 - Liceo Classico "Omero"
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Giornalino – numero #02 - Liceo Classico "Omero"
Liceo Ginnasio Statale Omero - Via del Volga, 4 - 201 61 Milano - tel. 02.6461 084 02.66202604 Dallʼα allʼΩmero 1 Numero 2 | € 0,00 | Dicembre 201 4 Fondato nel 2002 Indice Back to school Associazione genitori Mani in alto, non sparate La partenza di Samantha Cristoforetti Intervista a una ricercatrice americana From Canarie with love Cavalcare per sentirsi più leggeri Francesca da Rimini I fiori nell'arte L'angolo dello scrittore Il piccolo gourmet Direttore responsabile: Marianna Hu Vicedirettore: Beatrice Bosio Caporedattore: Elisa Cofano Direttore artistico: Emilia Scatigno 4 6 7 10 12 15 17 18 19 21 26 Giornalisti: Beatrice Bosio, Giorgia Bottin, Eleonora Carena, Francesca Casertano, Francesca Cavazzuti, Chiara Livia Ciccotto, Elisa Cofano, Francesco Colella, Eleonora Corso, Elisa Giussani, Carla Gobbo, Marianna Hu, Emilia Scatigno Vignettisti: Elisa Cofano, Maria Mangano Collaboratori: Sig. Gaetano e Sig.ra Liliana Responsabile progetto: Prof.ssa Carmela Fronte 2 Manda il tuo articolo a: [email protected] Puoi trovare anche la versione online su: http://www.liceomero.it/progetti/giornalino/ EDITORIALE Perchè festeggiamo il Natale? Finalmente le vacanze di Natale! Ormai lo spirito natalizio, dovuto anche alle nostre bellissime decorazioni, rende alquanto difficoltosa la permanenza a scuola e la concentrazione. Ci attendono quindi un paio di settimane di assoluto relax, ovviamente accompagnato da versioni e compiti, per evitare il tanto odiato horror vacui! Credo che tutti, credenti e non, festeggino il Natale, una festività che da bambini ci ha fatto sognare a occhi aperti, ma che purtroppo il passare del tempo ha reso meno incantata e magica. Non tutti, però, ne conoscono le origini! Il Natale deriva da una mescolanza e sovrapposizione di feste, poi confluite in una sola matrice cristiana. Il 25 dicembre, infatti, i Celti festeggiavano il Solstizio d'inverno, nel nord Europa la festa del raccolto, mentre i Romani onoravano il dio dell'agricoltura, Saturno, con i Saturnali, durante i quali si scambiavano doni e si auguravano pace e prosperità. Inoltre già nel calendario romano il termine "Natalis" veniva usato per indicare diverse festività, tra cui la nascita dell'Urbe: Natalis Romae. Quindi la celebrazione cristiana si è sovrapposta a quelle pagane assorbendole e assumendo un nuovo significato, ovvero quello della nascita di Gesù. In realtà, poi, la data della sua nascita è sconosciuta e alquanto controversa, infatti il primo riferimento al 25 dicembra si ha con Ippolito di Roma solo nel 204. Inoltre la Chiesa Orientale festeggiava la nascita di Cristo il 6 gennaio, perché coincideva con l'originaria festa di Dioniso. Il Natale in ogni caso inaugura un periodo di cambiamento e di rinnovamento! E dopo questa breve digressione, auguro, insieme al resto della Redazione, un sereno Natale a tutti voi: ! La Direttrice, Marianna Hu 3 IN PRIMO PIANO BACK TO SCHOOL DI Beatrice Bosio, Marianna Hu (IV A) Anche in Italia dallo scorso anno è stato avviato “Back to school”, un progetto dell’Unione Europea lanciato per la prima volta nel 2007 dal governo tedesco. Consiste in un vero e proprio ritorno da parte di funzionari delle varie istituzioni e degli organi consultivi dell'Unione Europea, nelle scuole secondarie in cui hanno praticato gli studi, per rendere partecipi le nuove generazioni dell’attività dell’Unione Europea, una realtà a noi più vicina di quanto sembri. Il nostro liceo, anche se piccolo e periferico, ha aderito favorevolmente all’iniziativa. Il 24 ottobre 201 4, infatti, è tornata tra le Sacre Mura la Dr.ssa Alessandra Capra, un’ex Omeride diplomatasi nel 1 987. Nel 1 993, un anno dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, partecipa al concorso per funzionari giuristi ed economisti indetto dall’Unione Europea. Si presentano 56000 candidati per soli 200 posti. Dopo tre prove scritte e due orali, tenutesi in diverse città europee, e un’attesa di ben tre anni, riesce ad 4 approdare a Bruxelles. E’ proprio il 24 ottobre di 20 anni fa. Dopo essersi presentata e aver ricordato i felici anni trascorsi nella nostra eterna “Scatola di Latta”, la Dr.ssa Capra ha tenuto a sottolineare che la sua intenzione era quella di far luce sul mistero che rappresenta per noi la comunità europea, per offrirci l’opportunità di proiettare le nostre vite nel mondo. I suoi compiti principali, in quanto funzionario giurista, sono: rispondere ai problemi dei cittadini che scrivono alla Commissione Europea, esaminare con studi e inchieste le leggi europee, che poi influenzeranno quelle dei singoli stati membri, proporre nuove leggi, dialogare con amministrazioni IN PRIMO PIANO nazionali, aziende, singoli cittadini, in breve viene progettata l'Europa del domani. La Dr.ssa Capra ha tenuto a sottolineare che la sua intenzione era quella di far luce sul mistero che rappresenta per noi la comunità europea, per offrirci l’opportunità di proiettare le nostre vite nel mondo. Ma facciamo un passo indietro. Cos'è l'Unione Europea? Su cosa si basa? A cosa serve? È un'unione politica ed economica di diversi stati europei, frutto di un processo culminato nel trattato di Maastricht del 1 992. Si basa, oltre che sulla fiducia, sul fondamento dell'assenza di frontiere tra gli stati membri, e quindi su quattro pilastri concatenati: prodotti senza frontiere, capitali senza frontiere, aziende senza frontiere e trasporti senza frontiere. E sono propri questi pilastri portanti che assicurano ai cittadini degli stati membri di godere di importanti vantaggi, ormai insiti nella nostra quotidianità e spesso dati per scontati. I lavoratori possono spostarsi come e quando vogliono; gli studenti, partecipando al programma Erasmus Mundus, possono vivere importanti esperienze formative al di fuori del loro paese; i turisti possono viaggiare senza frontiere e senza alcuna preoccupazione, perchè, in caso di sfortunati incidenti, hanno diritto a ricevere cure, ovunque si trovino. Secondo quanto sancito dal principio di sussidiarietà, l’Europa non si sostituisce al singolo stato, ma interviene quando esso non può, non vuole o non ne è in grado. Per quanto concerne il caso ebola, ad esempio, l’Europa, non avendone le competenze, non può adottare alcuna misura sanitaria, ma agisce sulle frontiere, imponendo ferrei controlli, favorisce la coordinazione tra i governi, mantenendo vive la discussione e la ricerca e Si basa, oltre che sulla fiducia, sul fondamento dell'assenza di frontiere tra gli stati membri. fornendo costanti aggiornamenti, agevola e affianca il singolo stato nelle sue scelte di condotta. Inoltre l’Europa è il primo riferimento per gli stati al di fuori. D’altronde gli stati europei hanno un' estensione e una popolazione nettamente inferiore a paesi come la Russia, la Cina, gli Stati Uniti d’America, e possono imporsi solo unendo le forze e le risorse. Ovviamente l'Unione Europea non è perfetta, ma grazie alla consapevolezza di tutti i cittadini europei può migliorare. Altri vantaggi? Sentirsi europei, quindi parte di un qualcosa di più grande, rende i cittadini dei vari stati più uniti, aumenta l'integrazione fra le varie culture e quindi anche la tolleranza. Inoltre, vantaggio più materiale ma comunque importante, l'Unione Europea tiene in sicurezza il denaro. Quando, per esempio, avviene una crisi economica, e di conseguenza alcune banche falliscono, garantisce la sicurezza dei risparmi sul conto corrente. Ovviamente l'Unione Europea non è perfetta, ha dei punti deboli, ma con l'aiuto e il sostegno di tutti e anche grazie alla consapevolezza di tutti i cittadini europei, può migliorare e apportare vantaggi indiscutibili. 5 IN PRIMO PIANO L'ASSOCIAZIONE GENITORI DI Francesco Colella (Presidente dell'Associazione Genitori e addetto alla biblioteca) Forse non tutti sanno che all’OMERO da anni esiste l’Associazione Genitori, non sanno da chi è composta, non conoscono i compiti ad essa assegnati e non sanno quale attività svolge. Per quanto riguarda le attività svolte, si possono citare i Concorsi a premi, i contributi al teatro, per il CISS, e ad altre iniziative scolastiche. Dunque, questa Associazione è nata per collaborare sia con la Scuola che con gli studenti che la frequentano. E’ composta da un Presidente, un Vice, una Segretaria ed un Tesoriere; rispettivamente Francesco COLELLA, Andrea FEDELI, Cristina GUINDANI e Cristiano DEVIZZI. I succitati componenti si riuniscono una volta al mese, circa, per decidere e deliberare sulle attività e su altri impegni da prendere, 6 insieme a qualche rappresentante di classe ed al Vicepreside (quando non ha impegni). Per quanto riguarda le attività svolte, si possono citare i Concorsi, a premi finali, sia letterali che fotografici o musicali, i quali si svolgevano puntuali tutti gli anni. Purtroppo, nell’ultimo non sono più stati indetti per mancanza di partecipazione. Lo scorso anno, invece, c’è da citare il contributo offerto ai ragazzi del teatro, il contributo per inviare al CISS di Perugia due ragazze del giornalino, il contributo per il trasporto alla discarica con camioncino del materiale di risulta situato sul retro della scuola ed infine il contributo offerto per l’organizzazione della festa di fine anno dei diplomandi. Nell’anno corrente non è ancora stato deciso alcunché, c’è stata una prima riunione Abbiamo già ricevuto delle richieste, decideremo tenendo conto del vostro contributo. per il passaggio delle cariche tra i genitori; a breve ce ne sarà un’altra dove si parlerà anche delle attività dell’anno in corso. Potete leggere i verbali delle riunioni attraverso il link, che troverete nella sezione del sito "Link istituzionali". Abbiamo già ricevuto delle richieste, ma è ancora tutto da decidere; lo si farà certamente tenendo anche in debito conto dei vostri contributi (da versare con i prossimi bollettini postali ). Non voglio annoiarvi oltremodo, la presente vuole essere una semplice informativa per tutti coloro che non ne sono al corrente. Ciao a tutti e buon anno scolastico! ATTUALITA' MANI IN ALTO, NON SPARATE! DI J.B. (V A) 9 agosto 201 4: nella cittadina americana di Ferguson, Missouri, l'agente di polizia bianco Darren Wilson spara al diciottenne Mike Brown, ragazzo di colore. La sera dell'omicidio la famiglia Brown eregge un piccolo monumento commemorativo fatto di fiori e biglietti di condoglianze sul luogo dove il ragazzo è stato assassinato: un poliziotto vi fa orinare sopra il suo cane, un altro ci passa sopra con l'auto, distruggendolo. Il 1 0 agosto le persone riunitesi per marciare pacificamente e commemorare Brown vengono fronteggiate da 1 50 ufficiali di polizia in tenuta antisommossa. Questo causa tensioni, che sfociano in scontri e danni. L' 11 agosto la polizia spara proiettili di gomma e gas lacrimogeni per disperdere la folla che ancora si era riunita, questa volta per protestare contro la reazione eccessiva e inutilmente violenta della polizia della sera prima. La polizia afferma che erano stati sparati dei colpi e che questo l'ha costretta a dover reagire con la forza: numerosi testimoni hanno poi in seguito smentito tale versione. Il 1 2 agosto diverse centinaia di persone si riuniscono a Clayton, Missouri, di fronte alla sede del governo locale per chiedere che Darren Wilson sia arrestato e processato per omicidio: molti marciano per strada con le mani alzate, urlando "Non sparate!" o portano cartelli con la scritta "Hands up don't shoot". Ancora una volta la polizia accusa i manifestanti di aver dato inizio alle violenze, giustificando cosi' il loro uso di gas lacrimogeni per tentare di disperdere la folla. A Ferguson, intanto, le proteste continuano. Nella notte tra il 1 2 e il 1 3 agosto scoppia il caos: una squadra SWAT di 70 agenti giunge a Ferguson, chiedendo ai manifestanti di andarsene. La polizia fa uso di lacrimogeni, fumogeni, granate stordenti e proiettili di gomma per disperdere la folla. Sette manifestanti vengono arrestati e viene intimato ai giornalisti di smettere di filmare o "di dover poi affrontarne le conseguenze". Mya AatenWhite, una delle manifestanti, viene ferita non fatalmente da un colpo di pistola alla testa (rimane ignoto chi sia stato a sparare, la polizia pero' non interviene nè inizia le investigazioni in modo tempestivo). I giornalisti Wesley Lowery e Ryan Reilley vengono arrestati, dopo che la polizia fa sgombrare un McDonald's, nel quale si erano rifugiati i manifestanti. Dopo aver contato fino a 45, gli agenti di polizia iniziano ad intervenire con la forza e ad arrestare chi non si muove abbastanza in fretta. Numerosi giornalisti testimoniano di essere stati bersagliati da proiettili di gomma e lacrimogeni. Il giornalista Ash-har Quraishi, di Al Jazeera America, filma un poliziotto che smantella la telecamera di un reporter e un furgone contrassegnato con "St. Charles County SWAT". Il 1 4 agosto la sede SWAT di St Louis rilascia una 7 ATTUALITA' dichiarazione nella quale afferma che le squadre SWAT presenti non avevano in alcun modo contribuito al tentativo delle forze dell'ordine di limitare ed ostacolare il lavoro dei giornalisti presenti. In seguito agli scontri il governatore del Missouri, Jay Nixon, appunta il capitano Ronald S. Johnson della Polizia Stradale del Missouri come capo delle operazioni di sicurezza a Ferguson. Johnson, originario di Ferguson, marcia in una manifestazione pacifica la sera del 1 4 agosto. Il 1 5 agosto, a quasi una settimana dall'omicidio di Mike Brown, il capo della polizia di Ferguson, Tom Jackson, rivela il nome del poliziotto che ha sparato i colpi fatali: è la prima volta che viene fatto il nome di Darren Wilson . Jackson afferma che Brown era sospettato di aver rapinato un negozio (cosa poi smentita dalle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso del negozio, il Ferguson Market & Liquor) e rivela che Darren Wilson non era a conoscenza del furto al momento dell'omicidio. Quella sera dei black bloc si infiltrano all'interno delle manifestazioni pacifiche, saccheggiando e danneggiando numerosi 8 negozi di Ferguson: i protestanti formano un cordone protettivo all'esterno dei negozi per evitare ulteriori furti. In seguito a questi fatti a Ferguson viene stabilito un coprifuoco e Johnson assicura che la polizia non fará uso della forza per garantirne il rispetto. La sera del 1 7 agosto la polizia fa uso di lacrimogeni ed unitá tattiche per disperdere la folla, nonostante le rassicurazioni di Johnson. A questo punto, Amnesty International manda un contingente di 1 3 persone per incontrare le autoritá e discutere la situazione. Il 1 8 agosto, dopo che parecchie centinaia di manifestanti tentano di caricare un muro di poliziotti di circa trecento agenti, membri della folla formano un cordone protettivo per tenerli a bada ed evitare cosi' uno scontro frontale. 78 persone vengono arrestate, inclusi due giornalisti tedeschi Ansgar Graw e Frank Hermann. La madre di Mike Brown chiede che, almeno per il momento, le proteste e i conseguenti scontri siano sospesi in onore del funerale del figlio, avvenuto il 25 agosto, al quale partecipano piu' di quattromila persone. (Intanto, piu' di 400.000 dollari vengono raccolti in beneficenza per Darren Wilson sotto lo slogan "I am Darren Wilson" da militanti di estrema destra e membri delle forze di polizia). Il 27 settembre il monumento commemorativo per Mike Brown su Canfield Drive viene dato alle fiamme: testimoni oculari riferiscono che gli agenti di polizia presenti non hanno fatto nulla per intervenire e spegnere l'incendio. La sera stessa diverse centinaia di manifestanti si riuniscono davanti alla sede della polizia chiedendo le dimissioni di Jackson, il quale dichiara alla folla che "si stanno attuando dei cambiamenti all'interno delle forze di polizia". Le proteste si fanno piu' veementi e 50 agenti di polizia intervengono per proteggere Jackson. La manifestazione viene dichiarata illegale e la folla dispersa. Le proteste regolari ricominciano e vanno avanti fino al 29 novembre. Ad ottobre viene dato il via ad una serie di proteste denominate Ferguson October, conclusesi il 20 ottobre con l'arresto davanti alla centrale di polizia della senatrice del Missouri Jamilah Nasheed, che si era unita ai manifestanti nelle settimane precedenti. Il 1 7 novembre il governatore del Missouri dichiara lo stato ATTUALITA' di emergenza in preparazione alle proteste che sarebbero scoppiate in seguito al verdetto della giuria, riguardante la condanna o meno di Darren Wilson. Il 24 novembre, nonostante le prove dimostrino che Wilson aveva sparato sei colpi a Brown, di cui due alla testa, mentre Brown si trovava giá in ginocchio sul marciapiede con le mani alzate, la giuria decide di non incriminare Wilson per omicidio di primo grado, anzi dichiara le prove insufficenti e il processo annullato. Le proteste ricominciano, questa volta anche violentemente: un numero conspicuo di auto della polizia viene dato alle fiamme, cosi' come alcune case. La polizia reagisce sparando fumogeni. Joshua DeAndre, amico di Mike Brown, viene trovato morto in un'auto a pochi isolati da dove è stato ucciso Brown, ammazzato da un colpo di pistola, il suo cadavere carbonizzato. Questi eventi fanno emergere molte domande e fanno ragionare- non solo riguardo le azioni aberranti del corpo di polizia, non solo per l'omicidio a sangue freddo di un ragazzo disarmato, colpevole solo di "apparire sospetto" (ovvero, senza troppi giri di parole, era di colore), ma anche per il silenzio internazionale sotto al quale sono passate queste vicende. Poco o nulla è stato detto dai giornali o dai telegiornali, almeno qui in Italia: molti avvenimenti sono stati del tutto ignorati. Entrano in gioco questioni importanti, come il razzismo e il privilegio bianco, la scelta conscia di restare in silenzio davanti ad avvenimenti del genere, l'idea che condividendo ogni tanto un link su Facebook di foto di bambini emaciati in qualche villaggio rurale dell'Africa e commentando su quanto sia ingiusto ci distingua e ci renda immuni dalla critica. Se si vuole fare qualcosa, bisogna entrare nel vivo della situazione: informarsi, crearsi un'opinione, leggere, leggere, leggere. Sapere cosa sta accadendo nel mondo è fondamentale, perchè è vero che il disinteresse per la politica è rampante nella nostra generazione, ma non per questo è giusto, non per questo è logico. Il mondo futuro è nostro, della cosidetta "Generazione X", considerata immorale, ossessionata dalla tecnologia, disniteressata, pigra. Eppure molti dei manifestanti a Ferguson erano e sono giovani. Il movimento degli anni sessanta è nato da ragazzi della nostra etá. Ci lamentiamo che il mondo non va bene, che la politica fa schifo, che tanto è tutto inutile, che nulla cambia, ma non possiamo cambiare le cose se non siamo al corrente della situazione attuale, non possiamo cambiare nulla se prima non ci informiamo. Quello che è successo a Ferguson e sta ancora succedendo lí ed in altri luoghi (ad esempio, le proteste ad Hong Kong crescono di giorno in giorno) sono la testimonianza che finalmente si sta facendo un tentativo di cambiare lo status quo, di smantellare le vecchie istituzioni chiaramente sbagliate ed instaurarne delle nuove. Il silenzio dei media statunitensi, ma anche internazionali di fronte ai chiari abusi di potere avvenuti a Ferguson e all'assoluta vergogna di un poliziotto che uccide a sangue freddo un ragazzo solo perchè di colore, è inacettabile, e deve essere conclamato. Il fatto che lo si stia facendo, e che ogni giorno il movimento di protesta a Ferguson e altrove diventi sempre più grande e importante, è un segno che le cose finalmente stanno cambiando. 9 ATTUALITA' LA PARTENZA DI SAMANTHA CRISTOFORETTI DI Chiara Livia Ciccotto (II A) 23 novembre, alle 22.01 , Samantha Cristoforetti, la prima italiana, è partita per lo spazio. Il tutto è avvenuto alla base spaziale russa di Bajkonur nel territorio del Kazakistan, dove ha avuto inizio la missione Futura. I tre astronauti dell’equipaggio hanno raggiunto la Stazione Spaziale internazionale (Iss) a bordo di una navicella Soyuz dopo sei ore, e rimarranno in orbita intorno alle Terra per sei mesi. Chi è Samantha? Samantha è nata a Milano, 10 nel 1 977. Ha sempre sognato di andare nello spazio, fin da quando era una bambina. Durante l'infanzia aveva la cameretta tappezzata di poster, che ritraevano lo Samantha Cristoforetti, la prima italiana che è partita per lo spazio con la missione Futura. spazio ed era un'avida lettrice di romanzi di fantascienza. Diventare astronauta era il culmine dei suoi sogni, perché le avrebbe consentito di combinare le tre grandi passioni: il volo, la scienza e la tecnologia. L'attrazione per lo spazio l'ha spinta a studiare ingegneria aerospaziale e a conseguire altri titoli presso diverse università estere. Si è specializzata nello sviluppo di propellenti solidi per lanciatori, nello sviluppo di strutture leggere e in aerodinamica. Dopo la decisione dell’Italia di estendere la possibilità di arruolamento alle donne nelle proprie forze armate, è entrata in aviazione, realizzando così il suo sogno di volare. Samantha ha effettuato oltre 500 ore di volo su sei tipi di aerei militari. è un pilota da combattimento con il grado di capitano, un astronauta multilingue, che ha maturato un’esperienza lavorativa in ambienti multiculturali. La sua carriera all'estero l'ha portata ad apprendere il tedesco, il francese, l'inglese e il russo. Inoltre, ha iniziato a studiare il cinese per passione. Quando l'ESA ha aperto la selezione di candidati tra i propri Stati ATTUALITA' Membri per potenziare l'European Astronaut Corps, ha ricevuto più di 8000 domande. Samantha è stata l’unica donna ad aver superato un difficile processo di selezione della durata di un anno. (Che donna, ragazzi, che donna!) E' stata dunque selezionata come astronauta dell’ESA insieme ad altri cinque candidati che costituiscono l'European Astronaut Class 2009. Da quel momento ha iniziato ad addestrarsi, per acquisire le conoscenze e le abilità necessarie allo svolgimento delle sue missioni. Che cosa farà lassù? Nel suo viaggio verso lo spazio, Samantha ha occupato la postazione di sinistra nella capsula Soyuz ed è stata affiancata dal comandante e cosmonauta russo Anton Shkaplerov e dall'astronauta della NASA Terry Virts. La posizione di co-pilota comporta molte responsabilità. Samantha è addestrata ad assistere il comandante durante il viaggio di andata e ritorno dallo spazio, a monitorare tutti i sistemi di bordo e ad assumere il controllo in caso di necessità. Una delle priorità di Samantha, durante la sua permanenza a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, sarà condividere la sua missione con le persone sulla Terra. Blogger attiva e grande comunicatrice, la nostra astronauta vuole trasmettere ai più giovani il messaggio dell'importanza del benessere fisico, della nutrizione e della cura del nostro pianeta. Come abitante temporanea di un avamposto umano nello spazio, condividerà la prospettiva orbitale e condurrà virtualmente nello spazio tutti quelli che vorranno prendere parte a questo viaggio. (Sul sitoweb "Avamposto 42" potete leggere il Diario di Bordo di Samantha e molte interessanti informazioni sulla missione) Curiosità sul nome e logo della missione Il nome e il logo della missione sono stati scelti dopo un concorso lanciato in Italia. Centinaia sono state le proposte ricevute per cercare di catturare l'essenza della missione. 'Futura' è stato il nome favorito tra tutti, oltre che il più La prima donna italiana va nello spazio e la maggior parte degli italiani o non lo sa o non ne è interessata. gettonato dal momento, che è stato proposto da otto diversi partecipanti. Il logo ritrae un'orbita stilizzata della Stazione Spaziale Internazionale attorno alla Terra, che simboleggia il legame tra il nostro pianeta e l'avamposto orbitale. L'alba rappresenta il futuro delle scoperte e i nuovi orizzonti del genere umano. Purtroppo questa notizia non è stata considerata molto importante dai nostri giornali e telegiornali: questi ultimi le hanno dedicato pochi minuti di diretta, e i giornali solo piccole sezioni, conferendo maggior rilievo ad altre notizie, quali esiti sportivi ed elezioni. La prima donna italiana va nello spazio e la maggior parte degli italiani o non lo sa o non ne è interessata, questo è il vero simbolo dell’ormai irrecuperabile degrado italiano. Vai Samantha! 11 INTERVISTA INTERVISTA A UNA RICERCATRICE AMERICANA DI Beatrice Bosio (IV A) Claudia Polini Rev. John Cardinal O’Hara, C.S.C Professor of Mathematics Director, Center for Mathematics Sappiamo che è una professoressa di matematica all'università, ma esattamente in cosa consiste il suo lavoro? Le mie giornate sono molto diverse una dall'altra, quindi non ho una vera giornata tipo. I miei tre doveri come professoressa universitaria sono: ricerca (50% del mio lavoro), insegnamento (30% del mio lavoro), servizio (20% del mio lavoro). 1 . Nella ricerca ci sono 12 deversi aspetti. Uno e' la ricerca vera e propria, dove cerco di scoprire delle nuove teorie e di dimostrarle: nuovi teoremi, nuove dimostrazioni, delle volte soluzioni di congetture aperte per molto tempo e delle volte teorie tutte nuove, che sono interessanti per applicazioni ad altri campi come la criptografia, la matematica applicata, la fisica, la biologia, o l'economia. Io faccio soprattutto ricerca in collaborazione con altri matematici, quindi questo include molti viaggi o persone che vengono a tovarmi nella mia università. Un altro aspetto e' la comunicazione dei miei risultati, che include lo scriverli e pubblicarli, ma anche il presentarli a conferenze. Quindi viaggio molto sia per collaborare con altri matematici sia per dare conferenze sul mio lavoro. 2. L'insegnamento vero e proprio nel mio caso consiste di 1 26 ore all'anno: 42 ore (da settembre a dicembre) e 84 da gennaio ad aprile. Insegno due corsi nella sezione primaverile e uno nella sezione autunnale. Uno di questi due corsi e' spesso per studenti del dottorato e due sono per gli studenti di matematica del terzo o del quarto anno. Ma l'insegnamento consiste anche nel dirigere le tesi degli studenti di dottorato e le tesi di laurea degli studenti di matematica del terzo e quarto anno. In questo momento seguo tre studenti del dottorato e due studenti del corso di matematica. Questa e' forse la parte più impegnativa dell'insegnamento. Gli studenti di dottorato vengono seguiti per almeno 4 anni. 3. Nel servizio, oltre ai comitati dell'università, e' incluso anche il servizio per la matematica. Sono la direttrice del centro di matematica di Notre Dame. Inoltre sono editrice di un giornale di matematica, chiamato il giornale di algebra commutativa. Poi ci sono i INTERVISTA servizi, come l'organizzazione di conferenze, scrivere lettere di raccomandazioni per studenti, valutare ariticoli, o dare pareri professionali per promozioni varie. Il mio lavoro e' fatto di tutto questo. Che percorso di studi ha conseguito e quali tappe hanno segnato la sua carriera per raggiungere la sua attuale posizione? Ho preso la laurea in italia in matematica all'univerisità di Padova nel 1 990. Dopo sono andata negli USA a Rutgers University, dove ho conseguito il dottorato di ricerca in matematica nel 1 995. Dal 1 995 al 1 998 ho fatto il post doc al Michigan State University, e' un seguito del dottorato: cominci ad essere indipendente e a fare il tuo lavoro, ma non hai la terza componente, il servizio. Inoltre la seconda parte e' ridotta solo all'insegnamento vero e proprio, non al dirigere tesi di laurea o di dottorato. Inoltre nella prima parte, nella tua ricerca, sei consigliato da un advisor, chiamato postdoctoral advisor. Il ruolo di postodoctora advisor e' quasi come di un pari, non come quello di graduate advisor, che e' quello che ti segue nella tesi di dottorato. Dopo il mio postdoc sono stata assistente a Hope College (un college in Michigan) e poi all'Università dell'Oregon e poi all'università' Notre Dame. Sono a Notre Dame dal 2001 . Sono diventata professore associato nel 2004 e nel 2009 sono diventata ordinario. Nel 201 0 sono diventata Endowed Chair Professor: Rev. John Cardinal O'Hara, C.S.C. Professor of Mathematics. Dal 201 0 sono la direttrice del centro per la matematica a Notre Dame. Come le è nata questa passione per la matematica? Ce l'ho sempre avuta. Come mai ha scelto di andare a studiare proprio in America? L'America mi ha sempre affascinato e sin da bambina volevo andare a vivere a New York. E' sempre stato un sogno nel cassetto. non parlavo una parola di inglese ma ci ho sempre sperato. Poi quando durante la tesi di laurea il mio professore a Padova mi ha proposto di fare il dottorato in America, ho subito preso la palla al balzo. Ci racconti un po' dei primi tempi negli USA. Cos'ha provato? Quali difficoltà ha incontrato? Come ha reagito la famiglia? Non ha qualche aneddoto divertente per noi? E' stato bellissimo e difficilissimo allo stesso tempo. Vivere negli Stati Uniti era il mio sogno da sempre. Rutgers e' a un ora di treno da New York e io adoro NY (ancora dopo piu di 20 anni!). Ma vivere in america era molto diverso da come mi aspettavo. Come in tutte le cose c'erano lati positivi e negativi. Mi piaceva tantissimo, che a differenza dell'Italia, la gente non ti giudica da come ti vesti. Potevo andare fuori spettinata ed in tuta (anche in pigiama se volevo) e nussuno ci faceva caso. Mi piaceva il modo americano di aiutare e di essere informale. Anche la gentilezza delle persone mi piaceva molnonostante i mei amici del midwest dicessero che gli americani della costa dell'est erano molto scortesi, io non me ne accorgevo, perchè a paragone con gli italiani erano gentilissimi). Però mi mancava la mia famiglia, i miei amici, mi mancava l'Italia, mi mancava la storia, l'arte italiana. E' difficile da spiegare, ma la lontananza mi aveva fatto realizzare il valore di tutte le cose bellissime che abbiamo in Italia e che diamo per scontato. Il fatto che puoi andare in centro, camminare in un edificio che ha quasi mille anni e forse anche di più, che c'è cosi tanta arte, 13 INTERVISTA atmosfera e bellezza in quasi ogni città italiana è qualcosa di unico al mondo. I miei genitori mi hanno aiutato molto. La più grande difficolta' e' stata l'inglese. Non parlavo la lingua e impararla e' stato difficile per me. Si è mai pentita di questa sua scelta di trasferirsi in America o ha desiderato di poter tornare indietro? suo paese natale? La mia famiglia. L'avere accanto mia madre e le mie sorelle. Poter trascorrere la vita quotidiana con loro, dividere le gioie e le sofferenze di tutti i giorni, la distanza non mi permette di farlo. La donna, ancora oggi, non gode degli stessi diritti e privilegi dell'uomo, specialmente sul posto di Non mi sono mai pentita e non ho mai desiderato tornare lavoro, almeno in Italia. E' così anche in America? E indietro. L'unico momento in per il campo della cui avrei voluto essere piu vicina a casa, e' stato quando matematica vale lo stesso discorso? Lei, in qualità di mio padre si e' ammalato e madre e di donna in poi in seguito e' morto. Avrei carriera, cosa pensa voluto vivere nel mio paese riguardo a questa triste per poter essere con lui situazione? sempre. Ma devo dire che, fortunatamente, il mio lavoro e' flessibile e sono potuta stare con lui moltissimo. Se dovesse dirci un aspetto positivo e uno negativo del vivere in America, legati ovviamente anche al suo lavoro e alla sua famiglia, quali sarebbero? Il mio lavoro e' molto meglio qui e anche le opportunità' che le mie figlie possono avere. Ci manca la famiglia. Ma le mie due ragazze vanno in Europa tutti gli anni d'estate e così mantengono le loro radici greche ed italiane. Che cosa le manca maggiormente dell'Italia, 14 Nella matematica al livello universitario (nei dipartimenti di matematica delle 80 migliori univerista americane) la percentuale di donne e' inferiore al 20% ( in genere sul 1 0%). Io spesso vado a cenferenze dove sono l'unica donna. Sono in comitati dove sono l'unica donna etc.. E' ancora molto difficile e, se non hai un marito che ti aiuta, è quasi impossibile. Io spero che le cose cambino ma e' una lotta dura. Cosa le piace nel suo lavoro e cosa non le piace? Il mio lavoro mi piace così tanto, che non lo considero un lavoro. Sicuramente la parte che mi piace di più è fare ricerca. Quando riesco a dimostrare una congettura o a risolvere un problema aperto é veramente un' esperienza fantastica. Per diversi giorni ti senti come quando ti sei innamorato la prima volta o forse ancora meglio. Insegnare mi dà anche molte soddisfazioni, soprattutto quando gli studenti ritornano dopo diversi anni a dirmi quanto hanno imparato da me o quanto gli é piaciuta la mia classe o quanto gli é servita. Una parte bellissima del mio lavoro é la flessibilità e il poterlo fare dove si vuole e quando si vuole; un' altra sono i viaggi e le relazioni che si creano con i colleghi, sopratutto con quelli con cui fai ricerca. Sono amicizie profonde. La parte che mi piace meno é quella burocratica, soprattutto le applicazioni per i fondi di ricerca. Prima di salutarci, un'ultima domanda. Che consiglio darebbe ad adolescenti che frequentano il liceo e che non sanno ancora a che futuro andranno incontro, se non a una difficile situazione economica, profondamente segnata dalla mancanza di posti di lavoro? Non smettete di credere nei vostri sogni: se ci credete si avvereranno. INTERVISTA FROM CANARIE WITH LOVE -Intervista oltre oceano- DI Eleonora Carena, Eleonora Corso, Carla Gobbo (III A) Forse non tutti voi sapete che quest'estate una nostra amica e compagna di classe ha lasciato la grigia Milano per trasferirsi niente meno che ... alle Canarie! Stiamo parlando di Linda Marini, ex eccellente studentessa del nostro liceo. Incuriosite da questa sua nuova vita, abbiamo deciso di intervistarla. Perché avete preso questa decisione ? Cambiare abitudini deve essere difficile ... Diciamo pure che ormai la vita di Milano “ci stava stretta”: il clima non proprio magnifico, il caos generale, l'inquinamento e il grigiore caratterizzavano le nostre giornate, per non parlare delle infinite ore trascorse in casa, con solo un balconcino per potersi sporgere e prendere un po' d'aria. Parlando delle caratteristiche positive di questo posto, non dimentichiamo che qui siamo certamente in Spagna, ma è come se fossimo in un paese a parte: il costo della vita è più basso, così come le tasse. Quali sono le differenze tra Canarie e Milano? Le differenze sono molte, a partire dal clima, che qui è mite tutto l'anno con una temperatura media intorno ai 24 gradi, che scende massimo a 1 2-1 4 gradi in inverno. Non c'è sempre il sole in città, ma spostandosi a sud dell'isola, si è quasi sempre sicuri di trovarlo e di godere di temperature estive. Ho potuto dire addio a piumini, giacche a vento e stivali; qui al massimo si indossa un giubbino. Differenza fondamentale? Il mare! Non soffro più di allergia e posso andarci tutto l'anno. La lingua (qui si parla castigliano) è un ostacolo che si può superare senza troppi problemi. Qui la vita è più serena e le persone sono più cordiali... Parlaci un po' del tuo tempo libero. Il tempo libero … Bisogna dire che è aumentato e che i modi di svagarsi ogni giorno sono vari. Spesso vado al parco Santa Catalina (un parco molto grande pieno di palme) oppure faccio un giro sul lungomare per respirare un po' d'aria fresca. Anche andare in spiaggia diventa un'attività da fare nel tempo libero: il sabato, per esempio, al posto di andare a fare il solito giretto con il cane in piazzale Maciacchini, vado a Las Canteras, la spiaggia 15 INTERVISTA Spesso andiamo vicino al mare, per fare esercizi e correre! É stato facile fare nuove amicizie con una lingua diversa, abitudini e “atteggiamenti” differenti? lunga 4 km, che si trova in città. E quando piove vado a fare shopping nei centri commerciali. Il posto che frequento di più sono dei gradoni nell'ultima parte del lungomare, dove mi siedo di fronte all'oceano a contemplare l'orizzonte. E il cibo ? È tanto diverso? Sicuramente i canari hanno abitudini alimentari diverse dalle nostre (basti pensare che alcuni bevono latte e cacao a pranzo!). Comunque i prodotti che si trovano nei supermercati sono più o meno i nostri. In casa mangiamo italiano, perché siamo riusciti a trovare alcuni prodotti provenienti direttamente dall'Italia. All'inizio non è stato facile, ma adesso abbiamo i nostri punti di riferimento . Ovviamente non mancano buoni piatti nella cucina locale, come ad esempio la paella e la fideua, ovvero una zuppa con pesce e pasta molto speziata. E se proprio ci viene nostalgia della cucina italiana, ci sono numerosi ristoranti dove è possibile gustare piatti della nostra patria. 16 Per quanto riguarda la scuola le differenze sono molte? Raccontaci un po'... Qui alle Canarie e in generale in Spagna c'è un anno in meno di scuola. Ci sono sei anni di scuola primaria, quattro di “medie” chiamati E.S.O e il Bachillerato che dura due anni e prepara per l'università. Alle E.S.O. ci sono materie obbligatorie: spagnolo, matematica, inglese, storia, educazione fisica ed etica ma ci sono anche materie facoltative. Io sto frequentando l'ultimo anno della E.S.O. con francese e latino come materie ottative. Si va a scuola dal lunedì' al venerdì' dalle otto alle due, cambiando aula ogni ora. Il metodo di valutazione è diverso: qui si devono superare alcuni esami durante l'anno scolastico e sono quasi tutti scritti. I voti vanno da 1 a 1 0, ma la sufficienza è 5. Il carico di studio è molto inferiore rispetto a quello di un liceo italiano. Un aspetto positivo della materia educazione fisica ? All'inizio non è stato facile comunicare e fare amicizia con ragazzi che parlano un'altra lingua e che hanno abitudini diverse e altri modi di pensare. Adesso ho iniziato a frequentare qualche mio compagno, anche se è prematuro parlare di vere amicizie, spero che lo diventino presto. Una cosa che mi piace molto è lo scambio culturale che a volte faccio con alcuni ragazzi: mi chiedono come si dicono alcune parole in italiano o io spiego loro come funzionano le cose in Italia ... Sono molto ammirata e tutti mi chiedono come faccio ad andare così bene a scuola nonostante sia in un altro paese. Ti manca l'Italia? Ovviamente alcune cose mi mancano, a partire dalla lingua e dagli amici, in particolare voi che mi state intervistando. Anche l'Omero mi manca con il suo calore, il suo clima di familiarità, che mi faceva sentire come a casa, gli open day, i professori. Buon anno scolastico a tutti e ... ¡ hasta pronto chachos! CURIOSITA' CAVALCARE PER SENTIRSI PIU' LEGGERI DI Elisa Giussani (IV A) Riconquistare fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, lavorando a stretto contatto con il cavallo, che è l'emblema della libertà selvaggia: questa è l’ippoterapia. è un’antica arte che oggi è sempre più praticata in campo medico per la riabilitazione psichica e motoria. E' stata introdotta in Italia nel 1 975 da una dottoressa belga. L’ippoterapia agisce grazie all’interazione tra l’uomo e il cavallo a livello neuro-motorio e neuro-psicologico. Possiamo trovare una prima traccia di pedagogia in un testo dei maestri Ittiti del III millennio a.C. Il contatto con l’amico secolare dell’uomo riporta equilibrio e fiducia in se stessi. L’ippoterapia, o equitazione a scopo terapeutico, ha origini antiche, perché il cavallo con la sua straordinaria sensibilità, il suo incredibile adattamento e la sua intelligenza è ritenuto, da sempre e non a torto, una “straordinaria medicina”. La pratica dell’equitazione a scopo terapeutico ha avuto origine nell’epoca di Ippocrate, che consigliava lunghe cavalcate per combattere ansia e insonnia. Inoltre alla fine della prima guerra mondiale il cavallo è entrato nei programmi di riabilitazione. Esistono corsi speciali che utilizzano tecniche riabilitative dell’ipotecaria, rivolti a portatori di handicap e a bambini o adulti affetti da disturbi psichici, non solo ludiche, ma anche mediche. Dunqe il contatto con l’amico secolare dell’uomo riporta equilibrio e fiducia in se stessi. 17 CULTURA FRANCESCA DA RIMINI DI Elisa Cofano (IV A) Un classico divenuto moderno. "Amor condusse noi ad una morte: Caina attende chi a vita ci spense». Queste furono le parole, a noi ben note, con cui Francesca descrisse la tragica fine di se stessa e del suo amante, Paolo. Francesca era una giovane aristocratica, costretta con l'inganno dagli stessi genitori a sposare un uomo viscido, immorale, ma in grado di risollevare il nome dei Polenta, la casata di Francesca. Voi potreste ribattere che un matrimonio combinato era nel costume dell'epoca, eppure, se ognuno di voi si immedesimasse in quella donna, che nessun male 18 aveva recato al mondo se non quello di nascere del sesso sbagliato, non sopravviverebbe un solo giorno nella condizione a cui Francesca doveva sottostare. Stuprata dal marito, maltrattata dal marito, non amata dal marito; non era una donna, era un oggetto. Ecco: è da questo concetto che lo spettacolo teatrale "Francesca da Rimini" trae ispirazione, dal passato, dunque, apparentemente troppo remoto, attraverso Boccaccio e D'Annunzio; servendosi della straordinaria musica di Cajkovskij il regista racconta della violenza di genere. Perché Francesca da Rimini non è solo un capolavoro della letteratura, è soprattutto uno dei personaggi che più hanno ispirato gli artisti, i poeti e i drammaturghi del mondo. Perché Francesca da Rimini, racconta la storia delle desaparesidas argentine, vittime di una società ingiusta, perché racconta la vicenda di Lea Garofalo e di sua figlia Denise, vittime della mafia per il solo fatto di essersi ribellate al sistema. Ricordiamoci quei versi, ricordiamoci il canto V dell'Inferno, non solo come la creazione del genio di Dante o, semplicemente come una storia d'amore tra due amanti; ricordiamoci quei versi per dare giustizia a tutte "le Francesca "del mondo, che sono state uccise per il solo fatto di essere donne, perché parlarne non è sufficiente: "Verba volant, facta manent!" CULTURA I FIORI NELL'ARTE I fiori posseggono una dote rara: mettono in luce la sensibilità che ogni essere umano nasconde dentro di sé. Sono vere opere d'arte naturali, che trasmettono forti emozioni. “Io devo forse ai fiori l'essere diventato pittore.” -Claude Monet DI Giorgia Bottin, Francesca Casertano (II A) Alcuni pittori, tra cui Marc Chagall, Gustav Klimt e Claude Monet, utilizzarono nei loro quadri figure floreali. I fiori furono elementi rilevanti di frasi e pensieri divenuti celebri. Bella. Dove i miei antichi fiori Poi, in Francia… Sotto il bouquet nuziale, Si può riflettere e pensare a ormai lontano? lungo sul senso dei fiori, ma Io ricordo: la notte, e tu vicina. per me sono la vita stessa Ricordo: erano i tempi nella sua smagliante felicità. Quando avevo due teste, e Non è possibile fare a meno queste teste dei fiori. Le nascondeva un velo di I fiori possono fare carezze dimenticare un momento E ambedue si libravano nel drammatico, ma possono volo, anche rievocarlo.” Come aroma rosso vivo di Marc Chagall. una rosa.” Inoltre Chagall dedicò una poesia alla sua prima moglie, esprimendo il suo amore intenso e passionale come I fiori furono elementi rilevanti di frasi e pensieri divenuti celebri. “Mi porti incontro i tuoi capelli, ed io, Udendo l’emozione ed il tuo sguardo E il tremito del corpo, Voglio nuovamente farti una domanda: pittore, il cui stile fu unico e completamente differente rispetto a quello di altri artisti. Egli dipingeva una realtà a stretto contatto con la natura, dove la distanza tra artista e soggetto veniva completamente annullata. l’aroma rosso vivo di una rosa. Gustav Klimt fu un celebre “Forse perché sono stato povero, da me non c’erano fiori. La prima a portarmene è stata 19 CULTURA I fiori svolsero diverse funzioni all’interno delle sue opere: vestirono con petali variopinti corpi femminili, come nel quadro “La Vergine”, oppure dominarono le tele con esplosioni di colori, come ne “Il giardino di campagna con girasoli”. Quest’ultimo è un chiaro omaggio all’artista Vincent van Gogh. Klimt dipingeva una realtà a stretto contatto con la natura, dove la distanza tra artista e soggetto veniva completamente annullata. Nel dipinto “La Vergine” è interessante come l’artista abbia deciso di accostare figure di nudi femminili a fiori dai toni accesi –blu, giallo, rosso, verde, viola-, esaltando dal punto di vista simbolico il concetto di femminilità, e raffigurando grazie alle svariate sfumature cromatiche la condizione psicologica della giovane. Nei dipinti dell’impressionista Claude Monet, i fiori non assumevano unicamente funzioni ornamentali nel dipinto, ma spesso ne erano i soggetti principali. Possiamo notare la passione quasi maniacale, la precisione di questo artista nei celebri quadri de “Le ninfee”: infatti Monet, negli ultimi anni di vita, 20 una felicità attenta, mobile e silenziosa, sia che si colmasse verso sera, come certi porti lontani, del rosa sognante del tramonto, cambiando di continuo per rimanere sempre in accordo, intorno alle corolle dalle tinte più stabili, con quel che c'è di più profondo, di più fuggevole, di più misterioso –con quel si dedicò esclusivamente alla che c'è d'infinito – nell'ora, raffigurazione e allo studio di sembrava che li avesse fatti questo soggetto, durante fiorire in pieno cielo." diverse stagioni e fasi del giorno. Le celebri “Ninfee” di Monet commossero l’animo di famosi artisti, tra cui quello di Marcel Proust, uno dei più celebri scrittori e saggisti francesi, il quale scrisse queste parole in una delle sue più celebri opere, intitolata “Alla ricerca del tempo perduto” Monet, negli ultimi anni di vita, si dedicò esclusivamente alla raffigurazione e allo studio dei fiori, durante diverse stagioni e fasi del giorno. " [...] giacché il colore che creava in sottofondo ai fiori era più prezioso, più commovente di quello stesso dei fiori; e sia che facesse scintillare sotto le ninfee, nel pomeriggio, il caleidoscopio di NARRATIVA ODE AD UN’ANIMA IMMENSA Giunta è ormai la tenebra sovrana e sovrano in ogni stanza,dimora il tacito giaciglio dei congiunti miei ed io mi trovo a ragionar meco di quei grandi che oggi assai minori ingegni, al tristo altar de l’ apparenza del progresso, vorrebbero immolar. Col mio modesto e umile pensiero, non disdegno certo l’intuizione di colui che nella materia riconobbe il segno; né mi appresto a ragionar di quello che sul labbro ai curatori il solenne giuramento pose. Ma quanto è vero il valor de la cultura che questi egregi privan dell’anima sua? Invero dico oh gente del progresso che sì grande e bella appare la storia dell’umana prole per quei grandi che tu vuoi destituir. Perché denudi il capo del lauro guadagnato? Perché non ti cal dell’animo e dei profondi segreti suoi? Oggi puoi dire d’esser quivi giunta per l’opre di coloro che con sapiente mano plasmarono il costume e l’ideale umano. Se solo scindere potessi il bello e il vero Vedresti quella dolce dea sorridere benigna Ma oggi il freddo calcolo e le cagion de la materia ti imprigionano la mente. Mira la vita,indaga tutti i misteri suoi. Vedrai l’animo immenso di quel triste che ameno l’Elicone accoglie, ridestare tutto il corpo suo e tanto vigoroso percorrerà il suo essere che da curvo lo vedrai rizzarsi e guarderai nelle sue e in quella infinita grandezza perderai te stesso. Quest’ode sciolgo a Recanati agreste della sublime alma genitrice e in un subito sussulto il cor s’arresta or che veggio ridente il guardo suo e i dolci versi del divo labbro m’accarezzan mesti. Elisa Emilia Scatigno 21 NARRATIVA L'ALTRO LATO DELL'OMBRA Abitava gli anfratti più scuri, trascorreva una vita solitaria, si nutriva di immagini, non immagini qualunque, ma rare, particolari, immagini di sogno e di cielo, immagini che imprimeva nella mente, cercando di focalizzarsi sul soggetto, estraniandosi da tutto il resto. Il pallido chiarore lunare illuminava la camera. Dalla strada provenivano i rumori delle auto; le luci dei fari raggiungevano le pareti addormentate, donando sfumature lucenti. L'ombra colorò all'improvviso la parete bianca, si guardò intorno, incerta su come agire, ma sicura di cosa cercare. Si aggirò per la stanza, curiosa di esplorare quel nuovo ambiente prima di abbandonarlo, aprendo cassetti e scostando vestiti, sapeva di non poter essere vista, era invisibile agli occhi degli insonni. Nessuno era a conoscenza della sua esistenza, nessuno conosceva il suo nome, nessuno l'aveva mai vista. Abitava gli anfratti più scuri, trascorreva una vita solitaria, si nutriva di immagini, non immagini qualsiasi, ma rare, particolari, immagini di sogno e di cielo, immagini che imprimeva nella mente, cercando di focalizzarsi sul soggetto, estraniandosi da tutto il resto. Solo poche ore fuori dalla sua tana, ogni volta 22 con sembianze diverse, nel mondo del reale, delle certezze, e poi un altro decennio nell'universo delle fantasia e delle favole. Quando usciva, non sapeva mai dove sarebbe apparsa, poteva essere in un campo di grano o nel mezzo di L'ombra colorò all'improvviso la parete bianca, si guardò intorno, incerta su come agire, ma sicura di cosa cercare. un'autostrada, in pieno centro città o su un sentiero non ancora battuto di montagna; non era lei a decidere, era soltanto una marionetta nelle abili mani di un destino a lei sconosciuto. Sapeva cosa cercare, ma non dove, era il destino a portarla nel luogo scelto, poi solo l'istinto l'avrebbe guidata. Ora si trovava nel mezzo di una stanza, in cui un bambino riposava nel suo letto, si muoveva frequentemente, mentre calde gocce salate gli danzavano sul volto. L'ombra aveva una regola da rispettare: non interagire, non poteva asciugargli le lacrime, come non poteva svegliarlo per consolarlo, poteva solo osservarlo. Quella notte cercava un sogno innocente, ma carico di nostalgia. Si avvicinò al letto, scivolando lungo le pareti, non un rumore, non un fruscio, solo silenzio. Il bambino dormiva, perso nei sogni che governavano la sua mente, un'ultima piccola lacrima, pronta a sfumare, rigava la sua guancia. L'ombra mise a fuoco il volto così giovane eppure già così saggio, impresse l'immagine nella mente, e poi iniziò a dissolversi, ma com'era solita fare prima di andarsene, rivelò il suo nome, poche parole mai udite da nessuno, alle quali non sarebbe mai giunta risposta: “Io sono te”. Poi sparì. Francesca Cavazzuti (IV A) NARRATIVA STORIA DI UN SOGNO (2) Clodovea o Iambe? Ero ad Atene, l' Atene del VII sec. a.C., dei poeti Saffo e Alceo, del legislatore Solone e del cantore Mimnermo. Ero in un'altra epoca, com'era possibile? Mi ricordo solo che aprii gli occhi e mi ritrovai al centro di un' immensa piazza, popolata da gente che parlava il greco antico, vestita di chitoni e pepli, con i sandali e la klaina. Ero ad Atene, l' Atene del VII sec. a.C., dei poeti Saffo e Alceo, del legislatore Solone e del cantore Mimnermo. Ero in un'altra epoca, com'era possibile? "Devi stare attenta, sognare ad occhi aperti talvolta può non giovare!" Spazio e tempo sembravano inesistenti. Ogni ragione, ogni logica, ogni legge matematica scemava di veridicità. Ero tornata indietro nel tempo. Mi avvicinai ad un artigiano e chiesi informazioni sugli ultimi avvenimenti accaduti. Era stato da poco stipulato un armistizio con Megara; gli Ateniesi, stanchi di combattere, avevano rinunciato al desiderio di possedere Salamina. Era stata promulgata una legge con cui si vietava, sotto pena di morte, di proporre ancora, per voce o tramite scritti, che la città rivendicasse Salamina. Pensai di essere giunta in un periodo, certamente di cambiamento, ma tranquillo; nessuna guerra incombente minacciava la serenità della città. Cercai un posto per soggiornare, possedevo infatti una cospicua somma di denaro, che mi avrebbe permesso di vivere serenamente, benché non avessi la più pallida idea di come ne ero venuta in possesso. Avevo bisogno di farmi amico qualcuno, avevo bisogno di una guida, di un sostegno. Non potevo continuare questo viaggio da sola. Inciampai su un ciottolo mal messo e una donna mi aiutò a rialzarmi. "Devi stare attenta, sognare ad occhi aperti talvolta può non giovare!" Volsi lo sguardo verso colei che mi aveva aiutato, non credetti ai miei occhi: era lei, era Clodovea! "Clodevea, aiutami, non so cosa mi è successo; sono forse impazzita?" "Clodovea? Ragazza mia, ti stai sbagliando, il mio nome è Iambe. Non ti preoccupare, ti aiuterò, seguimi nella mia modesta dimora, ti darò ciò che potrò." La seguii, non sapevo che altro fare, ero in balia della sorte e delle circostanze. Eppure ne ero certa, lei era Clodeovea, non potevo sbagliarmi! Giunsi in una dimora umile, semplice ma confortevole, un'atmosfera inequivocabilmente diversa da quella presente nella casa di Clodovea. Eppure ne ero certa, lei era Clodeovea, non potevo sbagliarmi! Anche il comportamento di Iambe era più affabile e soave, ma in lei vi era un’ innata eleganza e rigore, difficili da celare. I miei timori erano magicamente svaniti, non 23 NARRATIVA avevo più paura; ero consapevole che avrei vissuto un'avventura entusiasmante e nessun libro di scuola mi avrebbe potuto preparare alle emozioni che di lì a poco avrei provato. Il carro di Apollo lasciò il posto ai carri dell’ Orsa maggiore e dell'Orsa minore, la notte avvolse con il suo dolce manto il mio sonno, cullata dal silenzio della vita che si acquietava, mi addormentai profondamente. Ero consapevole che avrei vissuto un'avventura entusiasmante e nessun libro di scuola mi avrebbe potuto preparare alle emozioni che di lì a poco avrei provato. Un raggio di sole mi sfiorò il volto, era già mattina. Chiamai Iambe, ma nessuno mi rispose. Mi vestì in fretta e uscì alla ricerca di nuove avventure, desiderosa di scoprire qualcosa di nuovo. Indossavo un magnifico peplo e, per la prima volta, mi resi conto di saper parlare perfettamente il greco. Non ci avevo fatto caso. Ritornai all'agorà e vidi un uomo che parlava alla folla. Era Solone, in abiti consunti, con gli occhi stralunati, che parlava agli Ateniesi ad alta voce, privo di quella calma che gli era caratteristica. Mi 24 ricordai l'episodio: Solone, insofferente per il disonore ed osservando che molti giovani desideravano arruolarsi per riconquistare l'isola ma desistevano per via della legge, finse di essere uscito di senno e propagò la notizia a tutta la città. Poi, segretamente, compose un'elegia di cento versi, la imparò a memoria ed un giorno, improvvisamente, corse all'Agorà e la declamò in pubblico. Assistetti all' elegia che lo rese celebre, assistetti all'evento che fu il soggetto di molti miti e delle versioni di noi “poveri pisquani”. Fu un'emozione indescrivibile. Mi sentivo parte della storia che aveva occupato, e che occupa tuttora, la mia vita. Ma ritorniamo a noi e alla nostra storia... Quando terminò la recitazione, fu applaudito da numerosi cittadini, che ammaliati dal suo folle aspetto, gli avevano concesso di fare ciò che loro stessi avevano condannato. Quanto è ingannevole l'essere umano, adularlo e persuaderlo sono forse i gesti più facili da attuare! Quello stesso giorno si dichiarò apertamente guerra a Megara per la riconquista di Salamina. "Eccoti qua, pensavo che ti fossi persa, ora che è stata dichiarata guerra, Atene sarà in subbuglio”. Clodovea, cioè Iambe era apparsa dal nulla. Non sembrava preoccupata, anzi nei suoi occhi si leggeva più eccitazione che timore.” Poi mi fece una strana domanda: “ Cosa ne pensi di Solone?”. Cosa ne pensavo di Solone? Fino a un giorno fa, o almeno credevo fosse passato un giorno, non avrei mai pensato di incontrarlo e ora dovevo esprimere un giudizio su di lui; non sapevo come rispondere, cosa dire e, come al mio solito, risposi con una sola inappropriata parola: “Istruito”. Soltanto una sciocca poteva dire questo, e, Iambe vedendomi spaesata e sovrappensiero, non curandosi di ciò che avevo detto, mi disse:“Seguimi, oggi rimarrai con me. Devi sapere, che io non sono ateniese di nascita, vengo dalla Tracia e quando ero solo una fanciulla fui portata nella città d'oro, Quanto è ingannevole l'essere umano, adularlo e persuaderlo sono forse i gesti più facili da attuare! dove venni messa al servizio di Solone, come serva. Ma egli è un uomo arguto, multiforme nell'ingegno come l'impavido Odisseo e, venuto a conoscenza della mia notabile istruzione (fui infatti la figlia di un importante generale), mi volle come NARRATIVA consigliera. Mi offrì una dimora più confortevole e una vita più aristocratica, ma non accettai, poiché tutto quello di cui avevo bisogno era lì, in quell'umile abitazione, tra Solone è un uomo arguto, multiforme nell'ingegno come l'impavido Odisseo e, venuto a conoscenza della mia notabile istruzione, mi volle come consigliera. quell'umile gente. Voglio fartelo conoscere, mi sembra di capire che ti affascini molto il suo operato. Vieni!" La seguii, ero entusiasta di incontrare lui, l'uomo che risollevò Atene dalla crisi, e che diede tutta la sua vita per la propria patria. Giungemmo in una dimora bellissima: le colonne ioniche erano di marmo bianco, con capitelli ornati da motivi floreali, l'intera abitazione era abbellita da candide tende che volteggiavano nell'aria al primo alito di vento. Tutto conferiva armonia, ordine e mitezza. Sembrava la dimora di un vecchio saggio. Non vi era nulla di eccessivamente sontuoso, nulla di troppo; compresi che il motto che la storia gli aveva affibiato, "medév agén"( nulla di troppo), rispecchiava il suo pensiero e la sua anima. Iambe mi presentò come una sua nipote incontrata ad Atene per volere degli dei, sfuggita alla prigionia di un aggressivo signore. Raccontò una storia meravigliosa, credibile certo, ma totalmente menzognera. Solone sembrò non rendersi conto dell'inganno, Iambe modellava le parole come un fabbro con il suo cesello, passo dopo passo, colpo dopo colpo, con quella grazia e quella maestria che erano proprie solo di pochi uomini. In fin dei conti aveva raggirato Solone, un uomo assai arguto; gli dèi le avevano conferito un dono preziosissimo, che lei sapeva sfruttare abilmente in ogni occasione. Partecipai alla boulè del pomeriggio e ad un dibattito filosofico sulla giustizia divina; riconobbi tra i partecipanti Talete. Scoprii che tra Solone e Talete vi era una profonda amicizia, nata dopo la previsione dell'eclissi solare Riconobbi tra i partecipanti Talete. del 585 a.C., che Talete annunciò pubblicamente. Ormai era ora di cena, Iambe ed io ritornammo a casa. Varcato l'uscio, inciampai su un libro, lo raccolsi e lo misi sul tavolino. La copertina mi era familiare, ma certo!, era lo stesso libro che mi era caduto in testa a casa di Clodovea, la stessa copertina, la stessa data, lo stesso profumo. Sfogliai le pagine e notai qualcosa di davvero curioso: le pagine non erano più tutte bianche, i primi dieci fogli, Sfogliai le pagine e notai qualcosa di davvero curioso: le pagine non erano più tutte bianche, i primi dieci fogli, erano scritti e narravano la storia di Atene e della battaglia di Salamina. erano scritti e narravano la storia di Atene e della battaglia di Salamina. Il resto del libro era privo di scritte. Curioso, pensai... Una folata di vento fece sbattere la porta dell'abitazione, il libro ricadde a terra e, improvvisamente, assunse la forma di una biga. Mi sentii stanca, provai la stessa sensazione di qualche giorno prima e mi accasciai a terra priva di sensi. Elisa Cofano (IV A) 25 CUCINA Di Elisa Cofano (IV A) TARTUFINI NATALIZI INGREDIENTI 250 g di pandoro Q.b. biscotti (se necessario) 200 g di mascarpone un cucchiaio di nutella 1 00 ml di panna 50 g di zucchero cacao farina di cocco PREPARAZIONE Difficoltà: 1 /5 Preparazione: 35 min Per 30 tartufini 26 Preparate la crema al mascarpone o (se siete pigri) compratela già pronta. Lavorate mascarpone e zucchero con una forchetta, incorporate poi la panna montata e un cucchiaio di nutella. Sbriciolate il pandoro ed aggiungete la crema al mascarpone. Se l’impasto risultasse troppo molle (magari perchè il pandoro è fresco e soffice), potete aggiungere dei biscotti secchi tritati. Dovrete ottenere un impasto umido, ma malleabile, che vi permetta di formare i tartufini. Fate delle palline e passatele nel cacao o nella farina di cocco. Disponete verticalmente tre palline di colore alternato una sopra l'altra e fermatele con degli stecchini. Lasciate riposare in frigo per un’oretta prima di servire. SVAGO GIOCHI Unisci i puntini. Risolvi gli indovinelli. 1 . Una ragazza sola in una stanza buia ha un fiammifero in mano. Nella stanza ci sono anche una candela, una lampada ad olio, un camino. Cosa accende prima? 2. Completa la seguente serie di lettere: A - E - F - H - I - L - M - N - O - R - S - ? Qual è la lettera mancante? Perché? 1 . Il fiammifero! 2. U, perchè sono tutte lettere che iniziano per vocale! SOLUZIONI: 27 SVAGO A.F.: Io ho una faccia di un certo colore, scegliete voi, bianca, rosata, peppa pig ... A.F.: I Sisto arrivano fino al quinto, perchè l'altro Sisto si vergognava di farsi chiamare Sisto Sesto. D.N.: I non metalli sono quattro gatti! B.B. (IV A): Prof, come sono i fuochi? M.T. (IV A): Caldi! C.L. (IV A): Questo non è un esempio tipo, vero? G.B.: L., non fare la sindacalista! C.F.: Ogni scarrafone è bello a mamma sua. Ogni scarafaggio, quando vede i suoi scarafaggini, dice: "Ah, che belli!". A. F.: I romani incapparono nella scoperta della Grecia ... e fu così che scoprirono di essere tamarri, anvedi questi! A.F.: La statua è fissata alla base poichè potrebbe esserci qualche cretino che va a spingerla. E.D.A.: La cimice non ha un odore sgradevole ... in un certo senso sa di bucato! B.R. a M.B. (IV A): Scusa M., non per farmi i fatti tuoi, ma perchè hai la giacca infilata solo su un braccio? M.B.: Eh prof, io stavo per togliermela, ma poi ha iniziato a spiegare! D.N.: Ragazzi, devo dirvi che Ipazia ha spaccato di brutto! E.D.A.: "Constitutio de regalibus" ... non era un trattato per fare i regali di Natale, eh! A.F.: Oggi c'è dappertutto Padre Pio, anche il pulcino Pio! E.C. (IV A): Io soffro il pullmann. D.N.: Eh va beh, dopo che hai vomitato tre o quattro volte, non vomiti più! A.F.: Se la vita ti sorride, non esaltarti, magari è una paresi facciale! 28 ARTE DI Maria Mangano (V A) 29 30 INSERTO NATALIZIO! QUADRATO MAGICO: Sistema i numeri nelle caselle in modo che la somma dei 3 numeri disposti in verticale, in orizzontale e in diagonale sia uguale a 1 5. 4 1 2 3 TRIS 31 7 5 6 8 9 Caro Babbo Natale, Liceo Omero 32