Giornalino – numero #02 - Liceo Classico "Omero"

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Giornalino – numero #02 - Liceo Classico "Omero"
Liceo Ginnasio Statale Omero - Via del Volga, 4 - 201 61 Milano - tel. 02.6461 084 02.66202604
Dallʼα allʼΩmero
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Numero 2 | € 0,00 | Dicembre 201 4
Fondato nel 2002
Indice
Back to school
Associazione genitori
Mani in alto, non sparate
La partenza di Samantha
Cristoforetti
Intervista a una
ricercatrice americana
From Canarie with love
Cavalcare per sentirsi più
leggeri
Francesca da Rimini
I fiori nell'arte
L'angolo dello scrittore
Il piccolo gourmet
Direttore responsabile: Marianna Hu
Vicedirettore: Beatrice Bosio
Caporedattore: Elisa Cofano
Direttore artistico: Emilia Scatigno
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Giornalisti: Beatrice Bosio, Giorgia Bottin, Eleonora Carena, Francesca
Casertano, Francesca Cavazzuti, Chiara Livia Ciccotto, Elisa Cofano,
Francesco Colella, Eleonora Corso, Elisa Giussani, Carla Gobbo, Marianna
Hu, Emilia Scatigno
Vignettisti: Elisa Cofano, Maria Mangano
Collaboratori: Sig. Gaetano e Sig.ra Liliana
Responsabile progetto: Prof.ssa Carmela Fronte
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Manda il tuo articolo a: [email protected]
Puoi trovare anche la versione online su:
http://www.liceomero.it/progetti/giornalino/
EDITORIALE
Perchè festeggiamo il Natale?
Finalmente le vacanze di Natale! Ormai lo spirito natalizio, dovuto anche alle
nostre bellissime decorazioni, rende alquanto difficoltosa la permanenza a scuola
e la concentrazione.
Ci attendono quindi un paio di settimane di assoluto relax, ovviamente
accompagnato da versioni e compiti, per evitare il tanto odiato horror vacui!
Credo che tutti, credenti e non, festeggino il Natale, una festività che da bambini ci ha
fatto sognare a occhi aperti, ma che purtroppo il passare del tempo ha reso meno
incantata e magica. Non tutti, però, ne conoscono le origini!
Il Natale deriva da una mescolanza e sovrapposizione di feste, poi confluite in una sola
matrice cristiana. Il 25 dicembre, infatti, i Celti festeggiavano il Solstizio d'inverno, nel
nord Europa la festa del raccolto, mentre i Romani onoravano il dio dell'agricoltura,
Saturno, con i Saturnali, durante i quali si scambiavano
doni e si auguravano pace e prosperità. Inoltre già nel
calendario romano il termine "Natalis" veniva usato per
indicare diverse festività, tra cui la nascita dell'Urbe:
Natalis Romae. Quindi la celebrazione cristiana si è
sovrapposta a quelle pagane assorbendole e assumendo
un nuovo significato, ovvero quello della nascita di Gesù.
In realtà, poi, la data della sua nascita è sconosciuta e
alquanto controversa, infatti il primo riferimento al 25
dicembra si ha con Ippolito di Roma solo nel 204. Inoltre la
Chiesa Orientale festeggiava la nascita di Cristo il 6
gennaio, perché coincideva con l'originaria festa di
Dioniso.
Il Natale in ogni caso inaugura un periodo di cambiamento
e di rinnovamento!
E dopo questa breve digressione, auguro, insieme al resto della Redazione, un sereno
Natale a tutti voi:
!
La Direttrice, Marianna Hu
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IN PRIMO PIANO
BACK TO SCHOOL
DI Beatrice Bosio, Marianna Hu (IV A)
Anche in Italia dallo scorso
anno è stato avviato “Back to
school”, un progetto
dell’Unione Europea lanciato
per la prima volta nel 2007 dal
governo tedesco. Consiste in
un vero e proprio ritorno da
parte di funzionari delle varie
istituzioni e degli organi
consultivi dell'Unione
Europea, nelle scuole
secondarie in cui hanno
praticato gli studi, per rendere
partecipi le nuove generazioni
dell’attività dell’Unione
Europea, una realtà a noi più
vicina di quanto sembri.
Il nostro liceo, anche se
piccolo e periferico, ha aderito
favorevolmente all’iniziativa. Il
24 ottobre 201 4, infatti, è
tornata tra le Sacre Mura la
Dr.ssa Alessandra Capra,
un’ex Omeride diplomatasi
nel 1 987. Nel 1 993, un anno
dopo aver conseguito la
laurea in Giurisprudenza,
partecipa al concorso per
funzionari giuristi ed
economisti indetto dall’Unione
Europea. Si presentano
56000 candidati per soli 200
posti. Dopo tre prove scritte e
due orali, tenutesi in diverse
città europee, e un’attesa di
ben tre anni, riesce ad
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approdare a Bruxelles. E’
proprio il 24 ottobre di 20 anni
fa.
Dopo essersi presentata e
aver ricordato i felici anni
trascorsi nella nostra eterna
“Scatola di Latta”, la Dr.ssa
Capra ha tenuto a
sottolineare che la sua
intenzione era quella di far
luce sul mistero che
rappresenta per noi la
comunità europea, per offrirci
l’opportunità di proiettare le
nostre vite nel mondo.
I suoi compiti principali, in
quanto funzionario giurista,
sono: rispondere ai problemi
dei cittadini che scrivono alla
Commissione Europea,
esaminare con studi e
inchieste le leggi europee,
che poi influenzeranno quelle
dei singoli stati membri,
proporre nuove leggi,
dialogare con amministrazioni
IN PRIMO PIANO
nazionali, aziende, singoli
cittadini, in breve viene
progettata l'Europa del
domani.
La Dr.ssa Capra ha
tenuto a sottolineare
che la sua intenzione
era quella di far luce
sul mistero che
rappresenta per noi la
comunità europea, per
offrirci l’opportunità di
proiettare le nostre
vite nel mondo.
Ma facciamo un passo
indietro. Cos'è l'Unione
Europea? Su cosa si basa? A
cosa serve?
È un'unione politica ed
economica di diversi stati
europei, frutto di un processo
culminato nel trattato di
Maastricht del 1 992. Si basa,
oltre che sulla fiducia, sul
fondamento dell'assenza di
frontiere tra gli stati membri, e
quindi su quattro pilastri
concatenati: prodotti senza
frontiere, capitali senza
frontiere, aziende senza
frontiere e trasporti senza
frontiere.
E sono propri questi pilastri
portanti che assicurano ai
cittadini degli stati membri di
godere di importanti vantaggi,
ormai insiti nella nostra
quotidianità e spesso dati per
scontati. I lavoratori possono
spostarsi come e quando
vogliono; gli studenti,
partecipando al programma
Erasmus Mundus, possono
vivere importanti esperienze
formative al di fuori del loro
paese; i turisti possono
viaggiare senza frontiere e
senza alcuna
preoccupazione, perchè, in
caso di sfortunati incidenti,
hanno diritto a ricevere cure,
ovunque si trovino.
Secondo quanto sancito dal
principio di sussidiarietà,
l’Europa non si sostituisce al
singolo stato, ma interviene
quando esso non può, non
vuole o non ne è in grado. Per
quanto concerne il caso
ebola, ad esempio, l’Europa,
non avendone le competenze,
non può adottare alcuna
misura sanitaria, ma agisce
sulle frontiere, imponendo
ferrei controlli, favorisce la
coordinazione tra i governi,
mantenendo vive la
discussione e la ricerca e
Si basa, oltre che
sulla fiducia, sul
fondamento
dell'assenza di
frontiere tra gli stati
membri.
fornendo costanti
aggiornamenti, agevola e
affianca il singolo stato nelle
sue scelte di condotta.
Inoltre l’Europa è il primo
riferimento per gli stati al di
fuori. D’altronde gli stati
europei hanno un' estensione
e una popolazione
nettamente inferiore a paesi
come la Russia, la Cina, gli
Stati Uniti d’America, e
possono imporsi solo unendo
le forze e le risorse.
Ovviamente l'Unione
Europea non è
perfetta, ma grazie
alla consapevolezza
di tutti i cittadini
europei può
migliorare.
Altri vantaggi? Sentirsi
europei, quindi parte di un
qualcosa di più grande, rende
i cittadini dei vari stati più
uniti, aumenta l'integrazione
fra le varie culture e quindi
anche la tolleranza. Inoltre,
vantaggio più materiale ma
comunque importante,
l'Unione Europea tiene in
sicurezza il denaro. Quando,
per esempio, avviene una
crisi economica, e di
conseguenza alcune banche
falliscono, garantisce la
sicurezza dei risparmi sul
conto corrente.
Ovviamente l'Unione Europea
non è perfetta, ha dei punti
deboli, ma con l'aiuto e il
sostegno di tutti e anche
grazie alla consapevolezza di
tutti i cittadini europei, può
migliorare e apportare
vantaggi indiscutibili.
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IN PRIMO PIANO
L'ASSOCIAZIONE GENITORI
DI Francesco Colella
(Presidente dell'Associazione Genitori e addetto alla biblioteca)
Forse non tutti sanno che
all’OMERO da anni esiste
l’Associazione Genitori, non
sanno da chi è composta, non
conoscono i compiti ad essa
assegnati e non sanno quale
attività svolge.
Per quanto riguarda le
attività svolte, si
possono citare i
Concorsi a premi, i
contributi al teatro,
per il CISS, e ad altre
iniziative scolastiche.
Dunque, questa Associazione
è nata per collaborare sia con
la Scuola che con gli studenti
che la frequentano.
E’ composta da un
Presidente, un Vice, una
Segretaria ed un Tesoriere;
rispettivamente Francesco
COLELLA, Andrea FEDELI,
Cristina GUINDANI e
Cristiano DEVIZZI.
I succitati componenti si
riuniscono una volta al mese,
circa, per decidere e
deliberare sulle attività e su
altri impegni da prendere,
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insieme a qualche
rappresentante di classe ed al
Vicepreside (quando non ha
impegni).
Per quanto riguarda le attività
svolte, si possono citare i
Concorsi, a premi finali, sia
letterali che
fotografici o musicali, i quali si
svolgevano puntuali tutti gli
anni. Purtroppo, nell’ultimo
non sono più stati indetti per
mancanza di partecipazione.
Lo scorso anno, invece, c’è
da citare il contributo offerto ai
ragazzi del teatro, il contributo
per inviare al CISS di Perugia
due ragazze del giornalino, il
contributo per il trasporto alla
discarica con camioncino del
materiale di risulta situato sul
retro della scuola ed infine il
contributo offerto per
l’organizzazione della festa di
fine anno dei diplomandi.
Nell’anno corrente non è
ancora stato deciso alcunché,
c’è stata una prima riunione
Abbiamo già ricevuto
delle richieste,
decideremo tenendo
conto del vostro
contributo.
per il passaggio delle cariche
tra i genitori; a breve ce ne
sarà un’altra dove si parlerà
anche delle attività dell’anno
in corso.
Potete leggere i
verbali delle riunioni
attraverso il link, che
troverete nella
sezione del sito "Link
istituzionali".
Abbiamo già ricevuto delle
richieste, ma è ancora tutto da
decidere; lo si farà certamente
tenendo anche in debito conto
dei vostri contributi (da
versare con i prossimi
bollettini postali ).
Non voglio annoiarvi
oltremodo, la presente vuole
essere una semplice
informativa per tutti coloro che
non ne sono al corrente.
Ciao a tutti e buon anno
scolastico!
ATTUALITA'
MANI IN ALTO, NON SPARATE!
DI J.B. (V A)
9 agosto 201 4: nella
cittadina americana di
Ferguson, Missouri,
l'agente di polizia bianco
Darren Wilson spara al
diciottenne Mike Brown,
ragazzo di colore.
La sera dell'omicidio la
famiglia Brown eregge un
piccolo monumento
commemorativo fatto di fiori e
biglietti di condoglianze sul
luogo dove il ragazzo è stato
assassinato: un poliziotto vi
fa orinare sopra il suo cane,
un altro ci passa sopra con
l'auto, distruggendolo.
Il 1 0 agosto le persone
riunitesi per marciare
pacificamente e
commemorare Brown
vengono fronteggiate da 1 50
ufficiali di polizia in tenuta
antisommossa. Questo
causa tensioni, che sfociano
in scontri e danni.
L' 11 agosto la polizia spara
proiettili di gomma e gas
lacrimogeni per disperdere la
folla che ancora si era riunita,
questa volta per protestare
contro la reazione eccessiva
e inutilmente violenta della
polizia della sera prima. La
polizia afferma che erano
stati sparati dei colpi e che
questo l'ha costretta a
dover reagire con la forza:
numerosi testimoni hanno
poi in seguito smentito tale
versione.
Il 1 2 agosto diverse centinaia
di persone si riuniscono a
Clayton, Missouri, di fronte
alla sede del governo locale
per chiedere che Darren
Wilson sia arrestato e
processato per omicidio: molti
marciano per strada con le
mani alzate, urlando "Non
sparate!" o portano cartelli
con la scritta "Hands up don't
shoot". Ancora una volta la
polizia accusa i
manifestanti di aver dato
inizio alle violenze,
giustificando cosi' il loro uso
di gas lacrimogeni per tentare
di disperdere la folla. A
Ferguson, intanto, le proteste
continuano.
Nella notte tra il 1 2 e il 1 3
agosto scoppia il caos: una
squadra SWAT di 70 agenti
giunge a Ferguson,
chiedendo ai manifestanti di
andarsene. La polizia fa uso
di lacrimogeni, fumogeni,
granate stordenti e proiettili di
gomma per disperdere la
folla. Sette manifestanti
vengono arrestati e viene
intimato ai giornalisti di
smettere di filmare o "di dover
poi affrontarne le
conseguenze". Mya AatenWhite, una delle manifestanti,
viene ferita non fatalmente da
un colpo di pistola alla testa
(rimane ignoto chi sia stato a
sparare, la polizia pero' non
interviene nè inizia le
investigazioni in modo
tempestivo). I giornalisti
Wesley Lowery e Ryan
Reilley vengono arrestati,
dopo che la polizia fa
sgombrare un McDonald's,
nel quale si erano rifugiati i
manifestanti. Dopo aver
contato fino a 45, gli agenti
di polizia iniziano ad
intervenire con la forza e ad
arrestare chi non si muove
abbastanza in fretta.
Numerosi giornalisti
testimoniano di essere stati
bersagliati da proiettili di
gomma e lacrimogeni. Il
giornalista Ash-har Quraishi,
di Al Jazeera America, filma
un poliziotto che smantella la
telecamera di un reporter e
un furgone contrassegnato
con "St. Charles County
SWAT".
Il 1 4 agosto la sede SWAT di
St Louis rilascia una
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ATTUALITA'
dichiarazione nella quale
afferma che le squadre SWAT
presenti non avevano in
alcun modo contribuito al
tentativo delle forze
dell'ordine di limitare ed
ostacolare il lavoro dei
giornalisti presenti.
In seguito agli scontri il
governatore del Missouri, Jay
Nixon, appunta il capitano
Ronald S. Johnson della
Polizia Stradale del Missouri
come capo delle operazioni di
sicurezza a Ferguson.
Johnson, originario di
Ferguson, marcia in una
manifestazione pacifica la
sera del 1 4 agosto.
Il 1 5 agosto, a quasi una
settimana dall'omicidio di
Mike Brown, il capo della
polizia di Ferguson, Tom
Jackson, rivela il nome del
poliziotto che ha sparato i
colpi fatali: è la prima volta
che viene fatto il nome di
Darren Wilson . Jackson
afferma che Brown era
sospettato di aver rapinato un
negozio (cosa poi smentita
dalle registrazioni delle
telecamere a circuito
chiuso del negozio, il
Ferguson Market & Liquor)
e rivela che Darren Wilson
non era a conoscenza del
furto al momento
dell'omicidio.
Quella sera dei black bloc si
infiltrano all'interno delle
manifestazioni pacifiche,
saccheggiando e
danneggiando numerosi
8
negozi di Ferguson: i
protestanti formano un
cordone protettivo
all'esterno dei negozi per
evitare ulteriori furti. In
seguito a questi fatti a
Ferguson viene stabilito un
coprifuoco e Johnson
assicura che la polizia non
fará uso della forza per
garantirne il rispetto.
La sera del 1 7 agosto la
polizia fa uso di lacrimogeni
ed unitá tattiche per
disperdere la folla, nonostante
le rassicurazioni di Johnson.
A questo punto, Amnesty
International manda un
contingente di 1 3 persone per
incontrare le autoritá e
discutere la situazione.
Il 1 8 agosto, dopo che
parecchie centinaia di
manifestanti tentano di
caricare un muro di poliziotti
di circa trecento agenti,
membri della folla formano
un cordone protettivo per
tenerli a bada ed evitare
cosi' uno scontro frontale.
78 persone vengono
arrestate, inclusi due
giornalisti tedeschi Ansgar
Graw e Frank Hermann.
La madre di Mike Brown
chiede che, almeno per il
momento, le proteste e i
conseguenti scontri siano
sospesi in onore del funerale
del figlio, avvenuto il 25
agosto, al quale partecipano
piu' di quattromila persone.
(Intanto, piu' di 400.000 dollari
vengono raccolti in
beneficenza per Darren
Wilson sotto lo slogan "I am
Darren Wilson" da militanti di
estrema destra e membri
delle forze di polizia).
Il 27 settembre il monumento
commemorativo per Mike
Brown su Canfield Drive
viene dato alle fiamme:
testimoni oculari riferiscono
che gli agenti di polizia
presenti non hanno fatto nulla
per intervenire e spegnere
l'incendio. La sera stessa
diverse centinaia di
manifestanti si riuniscono
davanti alla sede della polizia
chiedendo le dimissioni di
Jackson, il quale dichiara alla
folla che "si stanno attuando
dei cambiamenti all'interno
delle forze di polizia". Le
proteste si fanno piu'
veementi e 50 agenti di
polizia intervengono per
proteggere Jackson. La
manifestazione viene
dichiarata illegale e la folla
dispersa.
Le proteste regolari
ricominciano e vanno avanti
fino al 29 novembre.
Ad ottobre viene dato il via ad
una serie di proteste
denominate Ferguson
October, conclusesi il 20
ottobre con l'arresto davanti
alla centrale di polizia della
senatrice del Missouri Jamilah
Nasheed, che si era unita ai
manifestanti nelle settimane
precedenti.
Il 1 7 novembre il governatore
del Missouri dichiara lo stato
ATTUALITA'
di emergenza in
preparazione alle proteste
che sarebbero scoppiate in
seguito al verdetto della
giuria, riguardante la
condanna o meno di Darren
Wilson.
Il 24 novembre, nonostante
le prove dimostrino che
Wilson aveva sparato sei
colpi a Brown, di cui due
alla testa, mentre Brown si
trovava giá in ginocchio sul
marciapiede con le mani
alzate, la giuria decide di
non incriminare Wilson per
omicidio di primo grado,
anzi dichiara le prove
insufficenti e il processo
annullato.
Le proteste ricominciano,
questa volta anche
violentemente: un numero
conspicuo di auto della polizia
viene dato alle fiamme, cosi'
come alcune case. La polizia
reagisce sparando fumogeni.
Joshua DeAndre, amico di
Mike Brown, viene trovato
morto in un'auto a pochi
isolati da dove è stato ucciso
Brown, ammazzato da un
colpo di pistola, il suo
cadavere carbonizzato.
Questi eventi fanno emergere
molte domande e fanno
ragionare- non solo riguardo
le azioni aberranti del corpo di
polizia, non solo per l'omicidio
a sangue freddo di un
ragazzo disarmato, colpevole
solo di "apparire sospetto"
(ovvero, senza troppi giri di
parole, era di colore), ma
anche per il silenzio
internazionale sotto al quale
sono passate queste vicende.
Poco o nulla è stato detto dai
giornali o dai telegiornali,
almeno qui in Italia: molti
avvenimenti sono stati del
tutto ignorati.
Entrano in gioco questioni
importanti, come il razzismo e
il privilegio bianco, la scelta
conscia di restare in silenzio
davanti ad avvenimenti del
genere, l'idea che
condividendo ogni tanto un
link su Facebook di foto di
bambini emaciati in qualche
villaggio rurale dell'Africa e
commentando su quanto sia
ingiusto ci distingua e ci
renda immuni dalla critica. Se
si vuole fare qualcosa,
bisogna entrare nel vivo della
situazione: informarsi, crearsi
un'opinione, leggere, leggere,
leggere. Sapere cosa sta
accadendo nel mondo è
fondamentale, perchè è vero
che il disinteresse per la
politica è rampante nella
nostra generazione, ma non
per questo è giusto, non per
questo è logico. Il mondo
futuro è nostro, della
cosidetta "Generazione X",
considerata immorale,
ossessionata dalla tecnologia,
disniteressata, pigra.
Eppure molti dei manifestanti
a Ferguson erano e sono
giovani. Il movimento degli
anni sessanta è nato da
ragazzi della nostra etá. Ci
lamentiamo che il mondo non
va bene, che la politica fa
schifo, che tanto è tutto
inutile, che nulla cambia, ma
non possiamo cambiare le
cose se non siamo al corrente
della situazione attuale, non
possiamo cambiare nulla se
prima non ci informiamo.
Quello che è successo a
Ferguson e sta ancora
succedendo lí ed in altri
luoghi (ad esempio, le
proteste ad Hong Kong
crescono di giorno in giorno)
sono la testimonianza che
finalmente si sta facendo un
tentativo di cambiare lo status
quo, di smantellare le vecchie
istituzioni chiaramente
sbagliate ed instaurarne delle
nuove.
Il silenzio dei media
statunitensi, ma anche
internazionali di fronte ai
chiari abusi di potere avvenuti
a Ferguson e all'assoluta
vergogna di un poliziotto che
uccide a sangue freddo un
ragazzo solo perchè di colore,
è inacettabile, e deve essere
conclamato.
Il fatto che lo si stia facendo,
e che ogni giorno il
movimento di protesta a
Ferguson e altrove diventi
sempre più grande e
importante, è un segno che le
cose finalmente stanno
cambiando.
9
ATTUALITA'
LA PARTENZA DI SAMANTHA
CRISTOFORETTI
DI Chiara Livia Ciccotto (II A)
23 novembre, alle 22.01 ,
Samantha Cristoforetti, la
prima italiana, è partita per lo
spazio. Il tutto è avvenuto alla
base spaziale russa di
Bajkonur nel territorio del
Kazakistan, dove ha avuto
inizio la missione Futura. I tre
astronauti dell’equipaggio
hanno raggiunto la Stazione
Spaziale internazionale (Iss) a
bordo di una navicella Soyuz
dopo sei ore, e rimarranno in
orbita intorno alle Terra per sei
mesi.
Chi è Samantha?
Samantha è nata a Milano,
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nel 1 977. Ha sempre sognato
di andare nello spazio, fin da
quando era una bambina.
Durante l'infanzia aveva la
cameretta tappezzata di
poster, che ritraevano lo
Samantha
Cristoforetti, la prima
italiana che è partita
per lo spazio con la
missione Futura.
spazio ed era un'avida lettrice
di romanzi di fantascienza.
Diventare astronauta era il
culmine dei suoi sogni, perché
le avrebbe consentito di
combinare le tre grandi
passioni: il volo, la scienza e
la tecnologia. L'attrazione per
lo spazio l'ha spinta a studiare
ingegneria aerospaziale e a
conseguire altri titoli presso
diverse università estere. Si è
specializzata nello sviluppo di
propellenti solidi per lanciatori,
nello sviluppo di strutture
leggere e in aerodinamica.
Dopo la decisione dell’Italia di
estendere la possibilità di
arruolamento alle donne nelle
proprie forze armate, è
entrata in aviazione,
realizzando così il suo sogno
di volare.
Samantha ha effettuato oltre
500 ore di volo su sei tipi di
aerei militari. è un pilota da
combattimento con il grado di
capitano, un astronauta
multilingue, che ha maturato
un’esperienza lavorativa in
ambienti multiculturali. La sua
carriera all'estero l'ha portata
ad apprendere il tedesco, il
francese, l'inglese e il russo.
Inoltre, ha iniziato a studiare il
cinese per passione. Quando
l'ESA ha aperto la selezione di
candidati tra i propri Stati
ATTUALITA'
Membri per potenziare
l'European Astronaut Corps,
ha ricevuto più di 8000
domande. Samantha è stata
l’unica donna ad aver
superato un difficile processo
di selezione della durata di un
anno. (Che donna, ragazzi,
che donna!)
E' stata dunque selezionata
come astronauta dell’ESA
insieme ad altri cinque
candidati che costituiscono
l'European Astronaut Class
2009. Da quel momento ha
iniziato ad addestrarsi, per
acquisire le conoscenze e le
abilità necessarie allo
svolgimento delle sue
missioni.
Che cosa farà lassù?
Nel suo viaggio verso lo
spazio, Samantha ha
occupato la postazione di
sinistra nella capsula Soyuz
ed è stata affiancata dal
comandante e cosmonauta
russo Anton Shkaplerov e
dall'astronauta della NASA
Terry Virts. La posizione di
co-pilota comporta molte
responsabilità. Samantha è
addestrata ad assistere il
comandante durante il
viaggio
di andata e ritorno dallo
spazio, a monitorare tutti i
sistemi di bordo e ad
assumere il controllo in caso
di necessità. Una delle priorità
di Samantha, durante la sua
permanenza a bordo della
Stazione Spaziale
Internazionale, sarà
condividere la sua missione
con le persone sulla Terra.
Blogger attiva e grande
comunicatrice, la nostra
astronauta vuole trasmettere
ai più giovani il messaggio
dell'importanza del benessere
fisico, della nutrizione e della
cura del nostro pianeta.
Come abitante temporanea di
un avamposto umano nello
spazio, condividerà la
prospettiva orbitale e
condurrà virtualmente nello
spazio tutti quelli che
vorranno prendere parte a
questo viaggio.
(Sul sitoweb "Avamposto
42" potete leggere il Diario
di Bordo di Samantha e
molte interessanti
informazioni sulla
missione)
Curiosità sul nome e logo
della missione
Il nome e il logo della
missione sono stati scelti
dopo un concorso lanciato in
Italia.
Centinaia sono state le
proposte ricevute per cercare
di catturare l'essenza della
missione.
'Futura' è stato il nome
favorito tra tutti, oltre che il più
La prima donna
italiana va nello spazio
e la maggior parte
degli italiani o non lo
sa o non ne è
interessata.
gettonato dal momento, che è
stato proposto da otto diversi
partecipanti.
Il logo ritrae un'orbita
stilizzata della Stazione
Spaziale Internazionale
attorno alla Terra, che
simboleggia il
legame tra il nostro pianeta e
l'avamposto orbitale. L'alba
rappresenta il futuro delle
scoperte e i nuovi
orizzonti del genere umano.
Purtroppo questa notizia non
è stata considerata molto
importante dai nostri giornali e
telegiornali: questi ultimi le
hanno dedicato pochi minuti
di diretta, e i giornali solo
piccole sezioni, conferendo
maggior rilievo ad altre
notizie, quali esiti sportivi ed
elezioni.
La prima donna italiana va
nello spazio e la maggior
parte degli italiani o non lo sa
o non ne è interessata,
questo è il vero simbolo
dell’ormai irrecuperabile
degrado italiano. Vai
Samantha!
11
INTERVISTA
INTERVISTA A UNA
RICERCATRICE AMERICANA
DI Beatrice Bosio (IV A)
Claudia Polini
Rev. John Cardinal O’Hara,
C.S.C Professor of
Mathematics
Director, Center for
Mathematics
Sappiamo che è una
professoressa di
matematica all'università,
ma esattamente in cosa
consiste il suo lavoro?
Le mie giornate sono molto
diverse una dall'altra, quindi
non ho una vera giornata tipo.
I miei tre doveri come
professoressa universitaria
sono: ricerca (50% del mio
lavoro), insegnamento (30%
del mio lavoro), servizio (20%
del mio lavoro).
1 . Nella ricerca ci sono
12
deversi aspetti. Uno e' la
ricerca vera e propria, dove
cerco di scoprire delle nuove
teorie e di dimostrarle: nuovi
teoremi, nuove dimostrazioni,
delle volte soluzioni di
congetture aperte per molto
tempo e delle volte teorie
tutte nuove, che sono
interessanti per applicazioni
ad altri campi come la
criptografia, la matematica
applicata, la fisica, la biologia,
o l'economia. Io faccio
soprattutto ricerca in
collaborazione con altri
matematici, quindi questo
include molti viaggi o persone
che vengono a tovarmi nella
mia università. Un altro
aspetto e'
la comunicazione dei miei
risultati, che include lo
scriverli e pubblicarli, ma
anche il presentarli a
conferenze. Quindi viaggio
molto sia per collaborare con
altri matematici sia per dare
conferenze sul mio lavoro.
2. L'insegnamento vero e
proprio nel mio caso consiste
di 1 26 ore all'anno: 42 ore (da
settembre a dicembre) e 84
da gennaio ad aprile. Insegno
due corsi nella sezione
primaverile e uno nella
sezione autunnale. Uno di
questi due corsi e' spesso per
studenti del dottorato e due
sono per gli studenti di
matematica del terzo o del
quarto anno. Ma
l'insegnamento consiste
anche nel dirigere le tesi degli
studenti di dottorato e le tesi
di laurea degli studenti di
matematica del terzo e quarto
anno. In questo momento
seguo tre studenti del
dottorato e due studenti del
corso di matematica. Questa
e' forse la parte più
impegnativa
dell'insegnamento. Gli
studenti di dottorato vengono
seguiti per almeno 4 anni.
3. Nel servizio, oltre ai
comitati dell'università, e'
incluso anche il servizio per la
matematica. Sono la direttrice
del centro di matematica di
Notre Dame.
Inoltre sono editrice di un
giornale di matematica,
chiamato il giornale di algebra
commutativa. Poi ci sono i
INTERVISTA
servizi, come l'organizzazione
di conferenze, scrivere lettere
di raccomandazioni per
studenti, valutare ariticoli, o
dare pareri professionali per
promozioni varie.
Il mio lavoro e' fatto di tutto
questo.
Che percorso di studi ha
conseguito e quali tappe
hanno segnato la sua
carriera per raggiungere la
sua attuale posizione?
Ho preso la laurea in italia in
matematica all'univerisità di
Padova nel 1 990. Dopo sono
andata negli USA a Rutgers
University, dove ho
conseguito il dottorato di
ricerca in matematica nel
1 995.
Dal 1 995 al 1 998 ho fatto il
post doc al Michigan State
University, e' un seguito del
dottorato: cominci ad essere
indipendente e a fare il tuo
lavoro, ma non hai la terza
componente, il servizio.
Inoltre la seconda parte e'
ridotta solo all'insegnamento
vero e proprio, non al dirigere
tesi di laurea o di dottorato.
Inoltre nella prima parte, nella
tua ricerca, sei consigliato da
un advisor, chiamato
postdoctoral advisor. Il ruolo
di postodoctora advisor e'
quasi come di un pari, non
come quello di graduate
advisor, che e' quello che ti
segue nella tesi di dottorato.
Dopo il mio postdoc sono
stata assistente a Hope
College (un college in
Michigan) e poi all'Università
dell'Oregon e poi
all'università' Notre Dame.
Sono a Notre Dame dal 2001 .
Sono diventata professore
associato nel 2004 e nel 2009
sono diventata ordinario. Nel
201 0 sono diventata
Endowed Chair Professor:
Rev. John Cardinal O'Hara,
C.S.C. Professor of
Mathematics.
Dal 201 0 sono la direttrice del
centro per la matematica a
Notre Dame.
Come le è nata questa
passione per la
matematica?
Ce l'ho sempre avuta.
Come mai ha scelto di
andare a studiare proprio in
America?
L'America mi ha sempre
affascinato e sin da bambina
volevo andare a vivere a New
York. E' sempre stato un
sogno nel cassetto. non
parlavo una parola di inglese
ma ci ho sempre sperato. Poi
quando durante la tesi di
laurea il mio professore a
Padova mi ha proposto di fare
il dottorato in America, ho
subito preso la palla al balzo.
Ci racconti un po' dei primi
tempi negli USA. Cos'ha
provato? Quali difficoltà ha
incontrato? Come ha
reagito la famiglia? Non ha
qualche aneddoto
divertente per noi?
E' stato bellissimo e
difficilissimo allo stesso
tempo. Vivere negli Stati Uniti
era il mio sogno da sempre.
Rutgers e' a un ora di treno
da New York e io adoro NY
(ancora dopo piu di 20 anni!).
Ma vivere in america era
molto diverso da come mi
aspettavo. Come in tutte le
cose c'erano lati positivi e
negativi. Mi piaceva
tantissimo, che a differenza
dell'Italia, la gente non ti
giudica da come ti vesti.
Potevo andare fuori spettinata
ed in tuta (anche in pigiama
se volevo) e nussuno ci
faceva caso. Mi piaceva il
modo americano di aiutare e
di essere informale. Anche la
gentilezza delle persone mi
piaceva molnonostante i mei
amici del midwest dicessero
che gli americani della costa
dell'est erano molto scortesi,
io non me ne accorgevo,
perchè a paragone con gli
italiani erano gentilissimi).
Però mi mancava la mia
famiglia, i miei amici, mi
mancava l'Italia, mi mancava
la storia, l'arte italiana. E'
difficile da spiegare, ma la
lontananza mi aveva fatto
realizzare il valore di tutte le
cose bellissime che abbiamo
in Italia e che diamo per
scontato. Il fatto che puoi
andare in centro, camminare
in un edificio che ha quasi
mille anni e forse anche di
più, che c'è cosi tanta arte,
13
INTERVISTA
atmosfera e bellezza in quasi
ogni città italiana è qualcosa
di unico al mondo. I miei
genitori mi hanno aiutato
molto. La più grande difficolta'
e' stata l'inglese. Non parlavo
la lingua e impararla e' stato
difficile per me.
Si è mai pentita di questa
sua scelta di trasferirsi in
America o ha desiderato di
poter tornare indietro?
suo paese natale?
La mia famiglia. L'avere
accanto mia madre e le mie
sorelle. Poter trascorrere la
vita quotidiana con loro,
dividere le gioie e le
sofferenze di tutti i giorni, la
distanza non mi permette di
farlo.
La donna, ancora oggi, non
gode degli stessi diritti e
privilegi dell'uomo,
specialmente sul posto di
Non mi sono mai pentita e
non ho mai desiderato tornare lavoro, almeno in Italia. E'
così anche in America? E
indietro. L'unico momento in
per il campo della
cui avrei voluto essere piu
vicina a casa, e' stato quando matematica vale lo stesso
discorso? Lei, in qualità di
mio padre si e' ammalato e
madre e di donna in
poi in seguito e' morto. Avrei
carriera, cosa pensa
voluto vivere nel mio paese
riguardo a questa triste
per poter essere con lui
situazione?
sempre. Ma devo dire che,
fortunatamente, il mio lavoro
e' flessibile e sono potuta
stare con lui moltissimo.
Se dovesse dirci un aspetto
positivo e uno negativo del
vivere in America, legati
ovviamente anche al suo
lavoro e alla sua famiglia,
quali sarebbero?
Il mio lavoro e' molto meglio
qui e anche le opportunità'
che le mie figlie possono
avere. Ci manca la famiglia.
Ma le mie due ragazze vanno
in Europa tutti gli anni d'estate
e così mantengono le loro
radici greche ed italiane.
Che cosa le manca
maggiormente dell'Italia,
14
Nella matematica al livello
universitario (nei dipartimenti
di matematica delle 80
migliori univerista americane)
la percentuale di donne e'
inferiore al 20% ( in genere
sul 1 0%). Io spesso vado a
cenferenze dove sono l'unica
donna. Sono in comitati dove
sono l'unica donna etc.. E'
ancora molto difficile e, se
non hai un marito che ti aiuta,
è quasi impossibile. Io spero
che le cose cambino ma e'
una lotta dura.
Cosa le piace nel suo
lavoro e cosa non le piace?
Il mio lavoro mi piace così
tanto, che non lo considero un
lavoro. Sicuramente la parte
che mi piace di più è fare
ricerca. Quando riesco a
dimostrare una congettura o a
risolvere un problema aperto
é veramente un' esperienza
fantastica. Per diversi giorni ti
senti come quando ti sei
innamorato la prima volta o
forse ancora meglio.
Insegnare mi dà anche molte
soddisfazioni, soprattutto
quando gli studenti ritornano
dopo diversi anni a dirmi
quanto hanno imparato da me
o quanto gli é piaciuta la mia
classe o quanto gli é servita.
Una parte bellissima del mio
lavoro é la flessibilità e il
poterlo fare dove si vuole e
quando si vuole; un' altra
sono i viaggi e le relazioni che
si creano con i colleghi,
sopratutto con quelli con cui
fai ricerca. Sono amicizie
profonde. La parte che mi
piace meno é quella
burocratica, soprattutto le
applicazioni per i fondi di
ricerca.
Prima di salutarci, un'ultima
domanda. Che consiglio
darebbe ad adolescenti che
frequentano il liceo e che
non sanno ancora a che
futuro andranno incontro,
se non a una difficile
situazione economica,
profondamente segnata
dalla mancanza di posti di
lavoro?
Non smettete di credere nei
vostri sogni: se ci credete si
avvereranno.
INTERVISTA
FROM CANARIE WITH LOVE
-Intervista oltre oceano-
DI Eleonora Carena, Eleonora Corso, Carla Gobbo (III A)
Forse non tutti voi
sapete che
quest'estate una
nostra amica e
compagna di classe
ha lasciato la grigia
Milano per trasferirsi
niente meno che ...
alle Canarie! Stiamo
parlando di Linda
Marini, ex
eccellente studentessa del
nostro liceo. Incuriosite da
questa sua nuova vita,
abbiamo deciso di
intervistarla.
Perché avete preso questa
decisione ? Cambiare
abitudini deve essere
difficile ...
Diciamo pure che ormai la
vita di Milano “ci stava
stretta”: il clima non proprio
magnifico, il caos generale,
l'inquinamento e il grigiore
caratterizzavano le nostre
giornate, per non parlare
delle infinite ore trascorse in
casa, con solo un balconcino
per potersi sporgere e
prendere un po' d'aria.
Parlando delle caratteristiche
positive di questo posto, non
dimentichiamo che qui siamo
certamente in Spagna, ma è
come se fossimo in un paese
a parte: il costo della vita è
più basso, così come le
tasse.
Quali sono le differenze tra
Canarie e Milano?
Le differenze sono molte, a
partire dal clima, che qui è
mite tutto l'anno con una
temperatura media intorno ai
24 gradi, che scende
massimo a 1 2-1 4 gradi in
inverno. Non c'è sempre il
sole in città, ma spostandosi
a sud dell'isola, si è quasi
sempre sicuri di trovarlo e di
godere di temperature estive.
Ho potuto dire addio a
piumini, giacche a vento e
stivali; qui al massimo si
indossa un
giubbino.
Differenza
fondamentale? Il
mare! Non soffro
più di allergia e
posso andarci tutto
l'anno. La lingua
(qui si parla
castigliano) è un
ostacolo che si può
superare senza troppi
problemi. Qui la vita è più
serena e le persone sono più
cordiali...
Parlaci un po' del tuo
tempo libero.
Il tempo libero … Bisogna
dire che è aumentato e che i
modi di svagarsi ogni giorno
sono vari. Spesso vado al
parco Santa Catalina (un
parco molto grande pieno di
palme) oppure faccio un giro
sul lungomare per respirare
un po' d'aria fresca. Anche
andare in spiaggia diventa
un'attività da fare nel tempo
libero: il sabato, per esempio,
al posto di andare a fare il
solito giretto con il cane in
piazzale Maciacchini, vado a
Las Canteras, la spiaggia
15
INTERVISTA
Spesso andiamo vicino al
mare, per fare esercizi e
correre!
É stato facile fare nuove
amicizie con una lingua
diversa, abitudini e
“atteggiamenti” differenti?
lunga 4 km, che si trova in
città. E quando piove vado a
fare shopping nei centri
commerciali. Il posto che
frequento di più sono dei
gradoni nell'ultima parte del
lungomare, dove mi siedo di
fronte all'oceano a
contemplare l'orizzonte.
E il cibo ? È tanto diverso?
Sicuramente i canari hanno
abitudini alimentari diverse
dalle nostre (basti pensare
che alcuni bevono latte e
cacao a pranzo!). Comunque i
prodotti che si trovano nei
supermercati sono più o
meno i nostri. In casa
mangiamo italiano, perché
siamo riusciti a trovare alcuni
prodotti provenienti
direttamente dall'Italia.
All'inizio non è stato facile, ma
adesso abbiamo i nostri punti
di riferimento . Ovviamente
non mancano buoni piatti
nella cucina locale, come ad
esempio la paella e la fideua,
ovvero una zuppa con pesce
e pasta molto speziata. E se
proprio ci viene nostalgia
della cucina italiana, ci sono
numerosi ristoranti dove è
possibile gustare piatti della
nostra patria.
16
Per quanto riguarda la
scuola le differenze sono
molte? Raccontaci un po'...
Qui alle Canarie e in generale
in Spagna c'è un anno in
meno di scuola. Ci sono sei
anni di scuola primaria,
quattro di “medie” chiamati
E.S.O e il Bachillerato che
dura due anni e prepara per
l'università.
Alle E.S.O. ci sono materie
obbligatorie: spagnolo,
matematica, inglese, storia,
educazione fisica ed etica ma
ci sono anche materie
facoltative. Io sto
frequentando l'ultimo anno
della E.S.O. con francese e
latino come materie ottative.
Si va a scuola dal lunedì' al
venerdì' dalle otto alle due,
cambiando aula ogni ora. Il
metodo di valutazione è
diverso: qui si devono
superare alcuni esami
durante l'anno scolastico e
sono quasi tutti scritti. I voti
vanno da 1 a 1 0, ma la
sufficienza è 5. Il carico di
studio è molto inferiore
rispetto a quello di un liceo
italiano.
Un aspetto positivo della
materia educazione fisica ?
All'inizio non è stato facile
comunicare e fare amicizia
con ragazzi che parlano
un'altra lingua e che hanno
abitudini diverse e altri modi di
pensare. Adesso ho iniziato a
frequentare qualche mio
compagno, anche se è
prematuro parlare di vere
amicizie, spero che lo
diventino presto. Una cosa
che mi piace molto è lo
scambio culturale che a volte
faccio con alcuni ragazzi: mi
chiedono come si dicono
alcune parole in italiano o io
spiego loro come funzionano
le cose in Italia ... Sono molto
ammirata e tutti mi chiedono
come faccio ad andare così
bene a scuola nonostante sia
in un altro paese.
Ti manca l'Italia?
Ovviamente alcune cose mi
mancano, a partire dalla
lingua e dagli amici, in
particolare voi che mi state
intervistando.
Anche l'Omero mi manca con
il suo calore, il suo clima di
familiarità, che mi faceva
sentire come a casa, gli open
day, i professori.
Buon anno scolastico a tutti e
... ¡ hasta pronto chachos!
CURIOSITA'
CAVALCARE PER SENTIRSI PIU'
LEGGERI
DI Elisa Giussani (IV A)
Riconquistare fiducia in se
stessi e nelle proprie
capacità, lavorando a stretto
contatto con il cavallo, che è
l'emblema della libertà
selvaggia: questa è
l’ippoterapia. è un’antica arte
che oggi è sempre più
praticata in campo medico per
la riabilitazione psichica e
motoria. E' stata introdotta in
Italia nel 1 975 da una
dottoressa belga.
L’ippoterapia agisce grazie
all’interazione tra l’uomo e il
cavallo a livello neuro-motorio
e neuro-psicologico.
Possiamo trovare una prima
traccia di pedagogia in un
testo dei maestri Ittiti del III
millennio a.C.
Il contatto con l’amico
secolare dell’uomo
riporta equilibrio e
fiducia in se stessi.
L’ippoterapia, o equitazione a
scopo terapeutico, ha origini
antiche, perché il cavallo con
la sua straordinaria
sensibilità, il suo incredibile
adattamento e la sua
intelligenza è ritenuto, da
sempre e non a torto, una
“straordinaria medicina”.
La pratica dell’equitazione a
scopo terapeutico ha avuto
origine nell’epoca di
Ippocrate, che consigliava
lunghe cavalcate per
combattere ansia e insonnia.
Inoltre alla fine della prima
guerra mondiale il cavallo è
entrato nei programmi di
riabilitazione. Esistono corsi
speciali che utilizzano
tecniche riabilitative
dell’ipotecaria, rivolti a
portatori di handicap e a
bambini o adulti affetti da
disturbi psichici, non solo
ludiche, ma anche mediche.
Dunqe il contatto con l’amico
secolare dell’uomo riporta
equilibrio e fiducia in se
stessi.
17
CULTURA
FRANCESCA DA RIMINI
DI Elisa Cofano (IV A)
Un classico divenuto
moderno.
"Amor condusse noi ad una
morte:
Caina attende chi a vita ci
spense».
Queste furono le parole, a noi
ben note, con cui Francesca
descrisse la tragica fine di se
stessa e del suo amante,
Paolo.
Francesca era una giovane
aristocratica, costretta con
l'inganno dagli stessi genitori
a sposare un uomo viscido,
immorale, ma in grado di
risollevare il nome dei
Polenta, la casata di
Francesca.
Voi potreste ribattere che un
matrimonio combinato era nel
costume dell'epoca, eppure,
se ognuno di voi si
immedesimasse in quella
donna, che nessun male
18
aveva recato al mondo se non
quello di nascere del sesso
sbagliato, non
sopravviverebbe un solo
giorno nella condizione a cui
Francesca doveva sottostare.
Stuprata dal marito,
maltrattata dal marito, non
amata dal marito; non era una
donna, era un oggetto.
Ecco: è da questo concetto
che lo spettacolo teatrale
"Francesca da Rimini" trae
ispirazione, dal passato,
dunque, apparentemente
troppo remoto, attraverso
Boccaccio e D'Annunzio;
servendosi della straordinaria
musica di Cajkovskij il regista
racconta della violenza di
genere.
Perché Francesca da Rimini
non è solo un capolavoro
della letteratura, è soprattutto
uno dei personaggi che più
hanno ispirato gli artisti, i poeti
e i drammaturghi del mondo.
Perché Francesca da Rimini,
racconta la storia delle
desaparesidas argentine,
vittime di una società ingiusta,
perché racconta la vicenda di
Lea Garofalo e di sua figlia
Denise, vittime della mafia
per il solo fatto di essersi
ribellate al sistema.
Ricordiamoci quei versi,
ricordiamoci il canto V
dell'Inferno, non solo come la
creazione del genio di Dante
o, semplicemente come una
storia d'amore tra due amanti;
ricordiamoci quei versi per
dare giustizia a tutte "le
Francesca "del mondo, che
sono state uccise per il solo
fatto di essere donne, perché
parlarne non è sufficiente:
"Verba volant, facta manent!"
CULTURA
I FIORI NELL'ARTE
I fiori posseggono una dote rara: mettono in luce la sensibilità che ogni
essere umano nasconde dentro di sé. Sono vere opere d'arte naturali,
che trasmettono forti emozioni.
“Io devo forse ai fiori l'essere diventato pittore.”
-Claude Monet
DI Giorgia Bottin, Francesca Casertano (II A)
Alcuni pittori, tra cui Marc
Chagall, Gustav Klimt e
Claude Monet, utilizzarono
nei loro quadri figure floreali. I
fiori furono elementi rilevanti
di frasi e pensieri divenuti
celebri.
Bella.
Dove i miei antichi fiori
Poi, in Francia…
Sotto il bouquet nuziale,
Si può riflettere e pensare a
ormai lontano?
lungo sul senso dei fiori, ma Io ricordo: la notte, e tu vicina.
per me sono la vita stessa
Ricordo: erano i tempi
nella sua smagliante felicità.
Quando avevo due teste, e
Non è possibile fare a meno
queste teste
dei fiori.
Le nascondeva un velo di
I
fiori
possono
fare
carezze
dimenticare un momento
E ambedue si libravano nel
drammatico, ma possono
volo,
anche rievocarlo.”
Come aroma rosso vivo di
Marc Chagall.
una rosa.”
Inoltre Chagall dedicò una
poesia alla sua prima moglie,
esprimendo il suo amore
intenso e passionale come
I fiori furono elementi
rilevanti di frasi e
pensieri divenuti
celebri.
“Mi porti incontro i tuoi capelli,
ed io,
Udendo l’emozione ed il tuo
sguardo
E il tremito del corpo,
Voglio nuovamente farti una
domanda:
pittore, il cui stile fu unico e
completamente
differente
rispetto a quello di altri artisti.
Egli dipingeva una realtà a
stretto contatto con la natura,
dove la distanza tra artista e
soggetto
veniva
completamente annullata.
l’aroma rosso vivo di una
rosa.
Gustav Klimt fu un celebre
“Forse perché sono stato
povero, da me non c’erano
fiori.
La prima a portarmene è stata
19
CULTURA
I fiori svolsero diverse funzioni
all’interno delle sue opere:
vestirono con petali variopinti
corpi femminili, come nel
quadro “La Vergine”, oppure
dominarono le tele con
esplosioni di colori, come ne
“Il giardino di campagna con
girasoli”. Quest’ultimo è un
chiaro omaggio all’artista
Vincent van Gogh.
Klimt dipingeva una
realtà a stretto
contatto con la natura,
dove la distanza tra
artista e soggetto
veniva completamente
annullata.
Nel dipinto “La Vergine” è
interessante come l’artista
abbia deciso di accostare
figure di nudi femminili a fiori
dai toni accesi –blu, giallo,
rosso, verde, viola-, esaltando
dal punto di vista simbolico il
concetto di femminilità, e
raffigurando
grazie
alle
svariate sfumature cromatiche
la condizione psicologica
della giovane.
Nei dipinti dell’impressionista
Claude Monet, i fiori non
assumevano
unicamente
funzioni ornamentali nel
dipinto, ma spesso ne erano i
soggetti principali. Possiamo
notare la passione quasi
maniacale, la precisione di
questo artista nei celebri
quadri de “Le ninfee”: infatti
Monet, negli ultimi anni di vita,
20
una felicità attenta, mobile e
silenziosa, sia che si
colmasse verso sera, come
certi porti lontani, del rosa
sognante
del
tramonto,
cambiando di continuo per
rimanere sempre in accordo,
intorno alle corolle dalle tinte
più stabili, con quel che c'è di
più profondo, di più fuggevole,
di più misterioso –con quel
si dedicò esclusivamente alla che c'è d'infinito – nell'ora,
raffigurazione e allo studio di sembrava che li avesse fatti
questo soggetto, durante fiorire in pieno cielo."
diverse stagioni e fasi del
giorno.
Le celebri “Ninfee” di Monet
commossero l’animo di
famosi artisti, tra cui quello di
Marcel Proust, uno dei più
celebri scrittori e saggisti
francesi, il quale scrisse
queste parole in una delle sue
più celebri opere, intitolata
“Alla ricerca del tempo
perduto”
Monet, negli ultimi
anni di vita, si dedicò
esclusivamente alla
raffigurazione e allo
studio dei fiori,
durante diverse
stagioni e fasi del
giorno.
" [...] giacché il colore che
creava in sottofondo ai fiori
era più prezioso,
più
commovente di quello stesso
dei fiori; e sia che facesse
scintillare sotto le ninfee, nel
pomeriggio, il caleidoscopio di
NARRATIVA
ODE AD UN’ANIMA IMMENSA
Giunta è ormai la tenebra sovrana
e sovrano in ogni stanza,dimora il
tacito giaciglio dei congiunti miei
ed io mi trovo a ragionar meco di quei grandi
che oggi assai minori ingegni,
al tristo altar de l’ apparenza del progresso,
vorrebbero immolar.
Col mio modesto e umile pensiero,
non disdegno certo l’intuizione di colui
che nella materia riconobbe il segno;
né mi appresto a ragionar di quello
che sul labbro ai curatori
il solenne giuramento pose.
Ma quanto è vero il valor de la cultura
che questi egregi privan dell’anima sua?
Invero dico oh gente del progresso
che sì grande e bella appare
la storia dell’umana prole
per quei grandi che tu vuoi destituir.
Perché denudi il capo del lauro guadagnato?
Perché non ti cal dell’animo
e dei profondi segreti suoi?
Oggi puoi dire d’esser quivi giunta
per l’opre di coloro che con sapiente mano
plasmarono il costume e l’ideale umano.
Se solo scindere potessi il bello e il vero
Vedresti quella dolce dea sorridere benigna
Ma oggi il freddo calcolo e le cagion
de la materia ti imprigionano la mente.
Mira la vita,indaga tutti i misteri suoi.
Vedrai l’animo immenso di quel triste
che ameno l’Elicone accoglie,
ridestare tutto il corpo suo e
tanto vigoroso percorrerà il suo essere
che da curvo lo vedrai rizzarsi
e guarderai nelle sue
e in quella infinita grandezza
perderai te stesso.
Quest’ode sciolgo a Recanati agreste
della sublime alma genitrice e
in un subito sussulto il cor s’arresta
or che veggio ridente il guardo suo
e i dolci versi del divo labbro
m’accarezzan mesti.
Elisa Emilia Scatigno
21
NARRATIVA
L'ALTRO LATO DELL'OMBRA
Abitava gli anfratti più scuri, trascorreva una vita solitaria, si nutriva di
immagini, non immagini qualunque, ma rare, particolari, immagini di
sogno e di cielo, immagini che imprimeva nella mente, cercando di
focalizzarsi sul soggetto, estraniandosi da tutto il resto.
Il pallido chiarore lunare
illuminava la camera. Dalla
strada provenivano i rumori
delle auto; le luci dei fari
raggiungevano le pareti
addormentate, donando
sfumature lucenti. L'ombra
colorò all'improvviso la parete
bianca, si guardò intorno,
incerta su come agire, ma
sicura di cosa cercare. Si
aggirò per la stanza, curiosa
di esplorare quel nuovo
ambiente prima di
abbandonarlo, aprendo
cassetti e scostando vestiti,
sapeva di non poter essere
vista, era invisibile agli occhi
degli insonni. Nessuno era a
conoscenza della sua
esistenza, nessuno
conosceva il suo nome,
nessuno l'aveva mai vista.
Abitava gli anfratti più scuri,
trascorreva una vita solitaria,
si nutriva di immagini, non
immagini qualsiasi, ma rare,
particolari, immagini di sogno
e di cielo, immagini che
imprimeva nella mente,
cercando di focalizzarsi sul
soggetto, estraniandosi da
tutto il resto. Solo poche ore
fuori dalla sua tana, ogni volta
22
con sembianze diverse, nel
mondo del reale, delle
certezze, e poi un altro
decennio nell'universo delle
fantasia e delle favole.
Quando usciva, non sapeva
mai dove sarebbe apparsa,
poteva essere in un campo di
grano o nel mezzo di
L'ombra colorò
all'improvviso la
parete bianca, si
guardò intorno,
incerta su come agire,
ma sicura di cosa
cercare.
un'autostrada, in pieno centro
città o su un sentiero non
ancora battuto di montagna;
non era lei a decidere, era
soltanto una marionetta nelle
abili mani di un destino a lei
sconosciuto. Sapeva cosa
cercare, ma non dove, era il
destino a portarla nel luogo
scelto, poi solo l'istinto
l'avrebbe guidata. Ora si
trovava nel mezzo di una
stanza, in cui un bambino
riposava nel suo letto, si
muoveva frequentemente,
mentre calde gocce salate gli
danzavano sul volto. L'ombra
aveva una regola da
rispettare: non interagire, non
poteva asciugargli le lacrime,
come non poteva svegliarlo
per consolarlo, poteva solo
osservarlo. Quella notte
cercava un sogno innocente,
ma carico di nostalgia. Si
avvicinò al letto, scivolando
lungo le pareti, non un
rumore, non un fruscio, solo
silenzio. Il bambino dormiva,
perso nei sogni che
governavano la sua mente,
un'ultima piccola lacrima,
pronta a sfumare, rigava la
sua guancia. L'ombra mise a
fuoco il volto così giovane
eppure già così saggio,
impresse l'immagine nella
mente, e poi iniziò a
dissolversi, ma com'era solita
fare prima di andarsene, rivelò
il suo nome, poche parole mai
udite da nessuno, alle quali
non sarebbe mai giunta
risposta: “Io sono te”. Poi
sparì.
Francesca Cavazzuti (IV A)
NARRATIVA
STORIA DI UN SOGNO (2)
Clodovea o Iambe?
Ero ad Atene, l' Atene del VII sec. a.C., dei poeti Saffo e Alceo, del
legislatore Solone e del cantore Mimnermo.
Ero in un'altra epoca, com'era possibile?
Mi ricordo solo che aprii gli
occhi e mi ritrovai al centro di
un' immensa piazza, popolata
da gente che parlava il greco
antico, vestita di chitoni e
pepli, con i sandali e la klaina.
Ero ad Atene, l' Atene del VII
sec. a.C., dei poeti Saffo e
Alceo, del legislatore Solone
e del cantore Mimnermo. Ero
in un'altra epoca, com'era
possibile?
"Devi stare attenta,
sognare ad occhi
aperti talvolta può
non giovare!"
Spazio e tempo sembravano
inesistenti. Ogni ragione, ogni
logica, ogni legge matematica
scemava di veridicità. Ero
tornata indietro nel tempo.
Mi avvicinai ad un artigiano e
chiesi informazioni sugli ultimi
avvenimenti accaduti. Era
stato da poco stipulato un
armistizio con Megara; gli
Ateniesi, stanchi di
combattere, avevano
rinunciato al desiderio di
possedere Salamina. Era
stata promulgata una legge
con cui si vietava, sotto pena
di morte, di proporre ancora,
per voce o tramite scritti, che
la città rivendicasse
Salamina.
Pensai di essere giunta in un
periodo, certamente di
cambiamento, ma tranquillo;
nessuna guerra incombente
minacciava la serenità della
città.
Cercai un posto per
soggiornare, possedevo infatti
una cospicua somma di
denaro, che mi avrebbe
permesso di vivere
serenamente, benché non
avessi la più pallida idea di
come ne ero venuta in
possesso. Avevo bisogno di
farmi amico qualcuno, avevo
bisogno di una guida, di un
sostegno. Non potevo
continuare questo viaggio da
sola.
Inciampai su un ciottolo mal
messo e una donna mi aiutò a
rialzarmi.
"Devi stare attenta, sognare
ad occhi aperti talvolta può
non giovare!"
Volsi lo sguardo verso colei
che mi aveva aiutato, non
credetti ai miei occhi: era lei,
era Clodovea!
"Clodevea, aiutami, non so
cosa mi è successo; sono
forse impazzita?"
"Clodovea? Ragazza mia, ti
stai sbagliando, il mio nome è
Iambe. Non ti preoccupare, ti
aiuterò, seguimi nella mia
modesta dimora, ti darò ciò
che potrò."
La seguii, non sapevo che
altro fare, ero in balia della
sorte e delle circostanze.
Eppure ne ero certa, lei era
Clodeovea, non potevo
sbagliarmi!
Giunsi in una dimora umile,
semplice ma confortevole,
un'atmosfera
inequivocabilmente diversa
da quella presente nella casa
di Clodovea.
Eppure ne ero certa,
lei era Clodeovea, non
potevo sbagliarmi!
Anche il comportamento di
Iambe era più affabile e
soave, ma in lei vi era un’
innata eleganza e rigore,
difficili da celare.
I miei timori erano
magicamente svaniti, non
23
NARRATIVA
avevo più paura; ero
consapevole che avrei vissuto
un'avventura entusiasmante e
nessun libro di scuola mi
avrebbe potuto preparare alle
emozioni che di lì a poco
avrei provato.
Il carro di Apollo lasciò il posto
ai carri dell’ Orsa maggiore e
dell'Orsa minore, la notte
avvolse con il suo dolce
manto il mio sonno, cullata
dal silenzio della vita che si
acquietava, mi addormentai
profondamente.
Ero consapevole che
avrei vissuto
un'avventura
entusiasmante e
nessun libro di scuola
mi avrebbe potuto
preparare alle
emozioni che di lì a
poco avrei provato.
Un raggio di sole mi sfiorò il
volto, era già mattina.
Chiamai Iambe, ma nessuno
mi rispose. Mi vestì in fretta e
uscì alla ricerca di nuove
avventure, desiderosa di
scoprire qualcosa di nuovo.
Indossavo un magnifico peplo
e, per la prima volta, mi resi
conto di saper parlare
perfettamente il greco. Non ci
avevo fatto caso.
Ritornai all'agorà e vidi un
uomo che parlava alla folla.
Era Solone, in abiti consunti,
con gli occhi stralunati, che
parlava agli Ateniesi ad alta
voce, privo di quella calma
che gli era caratteristica. Mi
24
ricordai l'episodio: Solone,
insofferente per il disonore ed
osservando che molti giovani
desideravano arruolarsi per
riconquistare l'isola ma
desistevano per via della
legge, finse di essere uscito
di senno e propagò la notizia
a tutta la città. Poi,
segretamente, compose
un'elegia di cento versi, la
imparò a memoria ed un
giorno, improvvisamente,
corse all'Agorà e la declamò
in pubblico. Assistetti all'
elegia che lo rese celebre,
assistetti all'evento che fu il
soggetto di molti miti e delle
versioni di noi “poveri
pisquani”. Fu un'emozione
indescrivibile. Mi sentivo parte
della storia che aveva
occupato, e che occupa
tuttora, la mia vita.
Ma ritorniamo a noi e alla
nostra storia...
Quando terminò la
recitazione, fu applaudito da
numerosi cittadini, che
ammaliati dal suo folle
aspetto, gli avevano
concesso di fare ciò che loro
stessi avevano condannato.
Quanto è ingannevole
l'essere umano, adularlo e
persuaderlo sono forse i gesti
più facili da attuare!
Quello stesso giorno si
dichiarò apertamente guerra
a Megara per la riconquista di
Salamina.
"Eccoti qua, pensavo che ti
fossi persa, ora che è stata
dichiarata guerra, Atene sarà
in subbuglio”. Clodovea, cioè
Iambe era apparsa dal nulla.
Non sembrava preoccupata,
anzi nei suoi occhi si leggeva
più eccitazione che timore.”
Poi mi fece una strana
domanda: “ Cosa ne pensi di
Solone?”. Cosa ne pensavo di
Solone? Fino a un giorno fa, o
almeno credevo fosse
passato un giorno, non avrei
mai pensato di incontrarlo e
ora dovevo esprimere un
giudizio su di lui; non sapevo
come rispondere, cosa dire e,
come al mio solito, risposi con
una sola inappropriata parola:
“Istruito”. Soltanto una
sciocca poteva dire questo, e,
Iambe vedendomi spaesata e
sovrappensiero, non
curandosi di ciò che avevo
detto, mi disse:“Seguimi, oggi
rimarrai con me. Devi sapere,
che io non sono ateniese di
nascita, vengo dalla Tracia e
quando ero solo una fanciulla
fui portata nella città d'oro,
Quanto è ingannevole
l'essere umano,
adularlo e persuaderlo
sono forse i gesti più
facili da attuare!
dove venni messa al servizio
di Solone, come serva. Ma
egli è un uomo arguto,
multiforme nell'ingegno come
l'impavido Odisseo e, venuto
a conoscenza della mia
notabile istruzione (fui infatti
la figlia di un importante
generale), mi volle come
NARRATIVA
consigliera. Mi offrì una
dimora più confortevole e una
vita più aristocratica, ma non
accettai, poiché tutto quello di
cui avevo bisogno era lì, in
quell'umile abitazione, tra
Solone è un uomo
arguto, multiforme
nell'ingegno come
l'impavido Odisseo e,
venuto a conoscenza
della mia notabile
istruzione, mi volle
come consigliera.
quell'umile gente. Voglio
fartelo conoscere, mi sembra
di capire che ti affascini molto
il suo operato. Vieni!"
La seguii, ero entusiasta di
incontrare lui, l'uomo che
risollevò Atene dalla crisi, e
che diede tutta la sua vita per
la propria patria.
Giungemmo in una dimora
bellissima: le colonne ioniche
erano di marmo bianco, con
capitelli ornati da motivi
floreali, l'intera abitazione era
abbellita da candide tende
che volteggiavano nell'aria al
primo alito di vento. Tutto
conferiva armonia, ordine e
mitezza. Sembrava la dimora
di un vecchio saggio. Non vi
era nulla di eccessivamente
sontuoso, nulla di troppo;
compresi che il motto che la
storia gli aveva affibiato,
"medév agén"( nulla di
troppo), rispecchiava il suo
pensiero e la sua anima.
Iambe mi presentò come una
sua nipote incontrata ad
Atene per volere degli dei,
sfuggita alla prigionia di un
aggressivo signore. Raccontò
una storia meravigliosa,
credibile certo, ma totalmente
menzognera. Solone sembrò
non rendersi conto
dell'inganno, Iambe
modellava le parole come un
fabbro con il suo cesello,
passo dopo passo, colpo
dopo colpo, con quella grazia
e quella maestria che erano
proprie solo di pochi uomini.
In fin dei conti aveva raggirato
Solone, un uomo assai
arguto; gli dèi le avevano
conferito un dono
preziosissimo, che lei sapeva
sfruttare abilmente in ogni
occasione.
Partecipai alla boulè del
pomeriggio e ad un dibattito
filosofico sulla giustizia divina;
riconobbi tra i partecipanti
Talete. Scoprii che tra Solone
e Talete vi era una profonda
amicizia, nata dopo la
previsione dell'eclissi solare
Riconobbi tra i
partecipanti Talete.
del 585 a.C., che Talete
annunciò pubblicamente.
Ormai era ora di cena, Iambe
ed io ritornammo a casa.
Varcato l'uscio, inciampai su
un libro, lo raccolsi e lo misi
sul tavolino. La copertina mi
era familiare, ma certo!, era lo
stesso libro che mi era caduto
in testa a casa di Clodovea, la
stessa copertina, la stessa
data, lo stesso profumo.
Sfogliai le pagine e notai
qualcosa di davvero curioso:
le pagine non erano più tutte
bianche, i primi dieci fogli,
Sfogliai le pagine e
notai qualcosa di
davvero curioso: le
pagine non erano più
tutte bianche, i primi
dieci fogli, erano
scritti e narravano la
storia di
Atene e della battaglia
di Salamina.
erano scritti e narravano la
storia di
Atene e della battaglia di
Salamina. Il resto del libro era
privo di scritte.
Curioso, pensai...
Una folata di vento fece
sbattere
la
porta
dell'abitazione, il libro ricadde
a terra e, improvvisamente,
assunse la forma di una biga.
Mi sentii stanca, provai la
stessa sensazione di qualche
giorno prima e mi accasciai a
terra priva di sensi.
Elisa Cofano (IV A)
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CUCINA
Di Elisa Cofano (IV A)
TARTUFINI NATALIZI
INGREDIENTI
250 g di pandoro
Q.b. biscotti (se necessario)
200 g di mascarpone
un cucchiaio di nutella
1 00 ml di panna
50 g di zucchero
cacao
farina di cocco
PREPARAZIONE
Difficoltà: 1 /5
Preparazione: 35 min
Per 30 tartufini
26
Preparate la crema al mascarpone o (se siete
pigri) compratela già pronta. Lavorate
mascarpone e zucchero con una forchetta,
incorporate poi la panna montata e un
cucchiaio di nutella.
Sbriciolate il pandoro ed aggiungete la crema
al mascarpone. Se l’impasto risultasse troppo
molle (magari perchè il pandoro è fresco e
soffice), potete aggiungere dei biscotti secchi
tritati.
Dovrete ottenere un impasto umido, ma
malleabile, che vi permetta di formare i
tartufini.
Fate delle palline e passatele nel cacao o nella
farina di cocco.
Disponete verticalmente tre palline di colore
alternato una sopra l'altra e fermatele con degli
stecchini.
Lasciate riposare in frigo per un’oretta prima di
servire.
SVAGO
GIOCHI
Unisci i puntini.
Risolvi gli indovinelli.
1 . Una ragazza sola in una stanza buia ha un fiammifero in mano. Nella stanza ci sono anche
una candela, una lampada ad olio, un camino.
Cosa accende prima?
2. Completa la seguente serie di lettere: A - E - F - H - I - L - M - N - O - R - S - ?
Qual è la lettera mancante? Perché?
1 . Il fiammifero!
2. U, perchè sono tutte lettere che iniziano per vocale!
SOLUZIONI:
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SVAGO
A.F.: Io ho una faccia di un certo colore, scegliete voi, bianca, rosata, peppa pig ...
A.F.: I Sisto arrivano fino al quinto, perchè l'altro Sisto si vergognava di farsi chiamare Sisto Sesto.
D.N.: I non metalli sono quattro gatti!
B.B. (IV A): Prof, come sono i fuochi?
M.T. (IV A): Caldi!
C.L. (IV A): Questo non è un esempio tipo, vero?
G.B.: L., non fare la sindacalista!
C.F.: Ogni scarrafone è bello a mamma sua. Ogni scarafaggio, quando vede i suoi scarafaggini, dice: "Ah,
che belli!".
A. F.: I romani incapparono nella scoperta della Grecia ... e fu così che scoprirono di essere tamarri,
anvedi questi!
A.F.: La statua è fissata alla base poichè potrebbe esserci qualche cretino che va a spingerla.
E.D.A.: La cimice non ha un odore sgradevole ... in un certo senso sa di bucato!
B.R. a M.B. (IV A): Scusa M., non per farmi i fatti tuoi, ma perchè hai la giacca infilata solo su un braccio?
M.B.: Eh prof, io stavo per togliermela, ma poi ha iniziato a spiegare!
D.N.: Ragazzi, devo dirvi che Ipazia ha spaccato di brutto!
E.D.A.: "Constitutio de regalibus" ... non era un trattato per fare i regali di Natale, eh!
A.F.: Oggi c'è dappertutto Padre Pio, anche il pulcino Pio!
E.C. (IV A): Io soffro il pullmann.
D.N.: Eh va beh, dopo che hai vomitato tre o quattro volte, non vomiti più!
A.F.: Se la vita ti sorride, non esaltarti, magari è una paresi facciale!
28
ARTE
DI Maria Mangano (V A)
29
30
INSERTO NATALIZIO!
QUADRATO MAGICO:
Sistema i numeri nelle caselle in modo che la somma dei 3 numeri disposti
in verticale, in orizzontale e in diagonale sia uguale a 1 5.
4
1
2
3
TRIS
31
7
5
6
8
9
Caro Babbo Natale,
Liceo Omero
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