Il nostro mondo 2 - “ALDO MORO” Marcianise

Transcript

Il nostro mondo 2 - “ALDO MORO” Marcianise
1
Ciao Ragazzi
Vi ricordate di noi? Ne è passato di
tempo da quando ci siamo lasciati...
Tante cose sono cambiate da allora.
E delle nostre amiche, vi ricordate?
Sono diventate esperte giornaliste,
capaci di continuare da sole il
percorso iniziato quasi un anno fa.
Il Nostro Mondo 2
2
I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA
VITA: Per noi la scuola media è finita.
Siamo pronti ad affrontare tutto quello che
ci riserva il prossimo futuro con la stessa
determinazione che ci ha guidati in questi
tre anni.
REPORTAGE DALLA TOSCANA:
Esperienza indimenticabile ...da rifare!
IL MONDO CHE VORREI: Colorato ,
pieno d‟amore...senza pirati!
Seguiteci Nel
Nostro Viaggio
Sommario
3
-I migliori anni della nostra vita
Noi e i nostri genitori.
La musica ci fa stare bene.
-Reportage dalla Toscana.
Aiuto!! Non sappiamo dove andare...
Marcianise : Un tuffo nel passato.
-E‟ ancora in bianco e nero questo mondo:
Dove sono i colori?
-Il mondo che vorrei.
Ascoltateci un po‟.
Vorrei vivere “nell‟isola che non c‟è”...senza pirati.
Abbiamo tutti bisogno del nostro “nido”.
-La cronaca.
Non ci sono più valori.
La terra si ribella.
Il terremoto in Emilia Romagna.
SOS: Aria di crisi.
-Divertiamoci un po‟.
Editing:
Realizzazione e fotolito: Federica Acconcia
Grafica e impaginazione: Alessia D‟Amico
Redattori:
Alessia D‟Amico
Angelica Colella
Federica Acconcia
Federica Di Benedetto
Ilaria Russo
Hanno Collaborato:
Federica Lando
Francesca Colella
Michela Acciaro
Rosita Mozzillo
Sara Migliaccio
Direttore responsabile:
Prof.ssa Maria Barbato
Noi e... le nostre amicizie, i nostri “problemi” adolescenziali, i nostri progetti per
il futuro, i nostri sogni,...
I migliori anni della nostra vita.
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Ma siamo proprio sicuri che sono “solo” questi gli anni migliori ?
È un pomeriggio del mese di giugno. La scuola è finita ormai e tra qualche giorno
dovremo sostenere la prova d‟esame. Dopo aver dedicato qualche ora allo studio,
decidiamo di riunirci tutte a casa di Francesca per trascorrere un po‟ di tempo insieme
tra chiacchiere e risate. Di comune accordo decidiamo di tenere lontano il pensiero
dell‟esame che ci perseguita. Parleremo di tutt‟altro. Ci “mettiamo comode” e ciascuna di
noi inizia a dire la sua. Altro che risate! Dopo un po‟ ci accorgiamo che tutte abbiamo le
stesse preoccupazioni e la stessa paura...del domani. Paura di “perderci”, di
allontanarci, di non avere più la possibilità di stabilire lo stesso rapporto che siamo
riuscite a costruire in questi tre anni, con nuovi compagni di classe. Paura di non sapere
affrontare le situazioni che si verranno a creare nei prossimi anni di studio...Si, perché
dopo tre anni insieme, le nostre mattinate ci mancheranno e non poco. Ci tornano in
mente mille ricordi. Il primo giorno di scuola di tre anni fa, quando ci siamo incontrate
per la prima volta. Ci guardavamo timidamente e ciascuna di noi cercava come compagna
di banco quella che proveniva dalla stessa classe della scuola elementare. A dire il vero,
non ci siamo “amate” da subito. Ricordiamo i nostri contrasti, gli scontri, i tanti litigi, le
reazioni, a volte esagerate di qualcuna di noi, anche per una sciocchezza, che hanno
preceduto quella che è poi diventata UNA SPLENDIDA AMICIZIA .
Decisione comune: Non ci volteremo mai le spalle. Come ci “siamo state” per 3 anni, ci
saremo SEMPRE l‟una per l‟altra.
<<Tutte per una, una per tutte>> faremo nostro il motto dei moschettieri.
Angelica Colella
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Ci impegneremo per trovare il nostro posto nel mondo, lasciandoci guidare, in questo
viaggio che è la vita, non solo dalla nostra intelligenza, ma anche da tutti quei valori che
ci sono stati trasmessi dalle nostre famiglie. Ricorderemo sempre gli insegnamenti dei
nostri professori, i quali ci hanno spronato a credere in noi stessi, nelle nostre capacità,
e nei nostri sogni. Ci hanno insegnato anche che bisogna guardare il mondo con simpatia e
positività senza avere paura della verità e senza scendere mai a compromessi.
Ed è per questo che noi ci sforzeremo sempre di fare
chiarezza nella nostra esistenza, con la consapevolezza
che il mondo non ti fa mai credito. Solo così sapremo
costruire qualcosa di buono.
La Redazione
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Lettera di un insegnante ai suoi alunni
Oggi, più che mai, sento che si devono dire le parole che domani solo il vento
potrebbe ascoltare.
È tristezza, è nostalgia, è rimpianto, ma è anche e soprattutto tanta voglia di
guardare avanti, guardare il cielo e il futuro.
Conoscerò i volti di tanti nuovi alunni, tante cose ancora devo imparare, ma ora a
voi voglio dire grazie.
Grazie per tutti i momenti passati insieme, per quelli seri, per quelli allegri, per
quelli noiosi...
Non sempre siamo così trasparenti e loquaci da far capire ciò che si prova dentro
e, a volte, la strada più semplice è quella di essere burberi o molto seri:
perlomeno per me è così.
Non so se avrò il coraggio di dirvi queste poche parole, ma so con certezza che
dal profondo del mio essere auguro a tutti che le strade che percorrerete siano
quelle che con forza avete voluto imboccare, senza alcuna costrizione.
Ci vuole coraggio a fare delle scelte e ci vuole coraggio a raggiungere le mete
prefissate senza calpestare gli altri, ma sono sicura che ciascuno di voi non si
perderà e cercherà di dare in ogni campo il meglio di sé.
Fate ogni cosa con passione e sarete ripagati delle sconfitte che inevitabilmente
qualche volta ci colpiscono.
Diceva Confucio:
<<La saggezza consiste nel guardare con amore
in che modo cresce la gente>>.
Con umiltà spero di esserci riuscita...almeno in parte.
BUONA FORTUNA
RAGAZZI
Prof.ssa Dolores Martedi
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Noi e... i nostri genitori.
Il rapporto tra genitori e figli è sempre molto complicato. Molto spesso risulta difficile
comprendersi, secondo me, sia per la differenza di età, sia perché genitori e figli hanno
ruoli diversi. I genitori vorrebbero sempre il meglio per noi figli, che però non riusciamo,
soprattutto alla nostra età, a comprendere le loro ragioni.
La mamma, sempre presente, molto apprensiva, è lì pronta a venirci incontro, a
consigliarci e consolarci nel momento del bisogno. Il papà, non sempre presente, a
differenza della mamma non ci sta sempre addosso; sappiamo però che quando abbiamo
bisogno di aiuto, lui c‟è.
Sono i nostri angeli custodi, che vegliano sempre su
di noi e che non ci abbandonano mai; se soffriamo,
sono pronti a darci il loro sostegno e a soffrire con
noi, se gioiamo, gioiscono con noi. Sono capaci di
grandi sacrifici pur di non farci mancare mai nulla,
non farci sentire inferiori agli altri, ma soprattutto
per renderci felici.
Noi figli, invece, il più delle volte non apprezziamo
tutti i loro sforzi e ci comportiamo da ingrati. Con
la nostra smania di autonomia, il nostro bisogno di
“sganciarci” da loro per fare subito le nostre esperienze, il nostro desiderio di crescere
in fretta e “volare con le nostre ali”, creiamo continui motivi di discussione in famiglia.
Non riusciamo a vivere intensamente quelli che dovrebbero essere “i migliori anni della
nostra vita” e che noi riusciamo a trasformare in anni di conflitti e di ribellioni.
Purtroppo non siamo capaci di godere della
loro costante presenza, che consideriamo
invadenza nella nostra vita.
Anche se inconsapevolmente faremo tesoro dei
loro insegnamenti e “assorbiremo come una
spugna” tutto ciò che ci avranno trasmesso,
per seguire, un giorno, il loro esempio ed
essere per i nostri figli, ciò che loro sono
stati per noi.
Alessia D‟Amico
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La musica ci fa stare bene
<< La musica è vita, perché riproduce il ritmo della natura, dell‟uomo e di tutte le cose
che lo circondano >>.
Arthur Schopenhauer
La musica , l‟arte dei suoni, ha
aiutato l‟uomo a esprimere il proprio
spirito creativo . C‟è qualcuno che
addirittura “VIVE PER LEI”.
<<Lei è di tutti quelli che hanno un
bisogno sempre acceso>> ed è
anche mia amica : un‟ amica
discreta e disponibile. Fedele
compagna di ogni istante della mia
vita, mi è vicina quando sono felice,
ma anche quando sono triste e sola
e mi rifugio nella mia stanza.
Riesce a trasportarmi in un mondo
tutto mio, un mondo dove siamo solo io e lei, insieme alle mille emozioni che riesce a
trasmettermi.
Io ritengo che la musica sia fondamentale nella vita di ciascuno di noi perché sa
riportare alla mente vecchi ricordi, ci fa rivivere momenti passati e spesso dimenticati,
ci fa sognare, ballare, divertire, esprimere il nostro stato d‟animo e riesce a tirare fuori
la parte migliore di noi. Come dice una canzone <<...Fa vibrare forte l‟anima>>.
Tutti siamo legati a qualche canzone che porteremo sempre dentro di noi e custodiremo
come un tesoro.
È la migliore medicina che sia mai stata inventata.
La musica ci fa stare bene perché trasmette Amore.
Federica Acconcia
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Reportage dalla Toscana
...-3... -2... -1...
PARTENZA !!!
Abbiamo fatto il conto alla rovescia fino all‟ultimo secondo...poi, finalmente siamo
partite.
Sara : Sapete una cosa ? Mi siete mancate molto in questi quattro giorni .
Angelica : Peccato che non sei potuta venire ! Ci siamo divertite davvero molto !
Federica D.B : Che t‟ sj pers o‟j Sa … ! Non solo musei, chiese e monumenti, ma anche e
soprattutto risate a crepapelle (N.D. anche con le imitazioni delle proff.) , grandi
emozioni sulle montagne russe e balli scatenati nella notte più bella di tutte, quella in
discoteca.
Francesca C. : Amma pariat a‟ Final ! E‟ stata un‟esperienza indimenticabile. Ci ha dato
l‟opportunità di stare,per la prima volta, lontani dalle nostre famiglie e ci ha consentito
di conoscerci meglio.
Federica D.B : Non sono state tutte rose e fiori , però. Avete dimenticato come si
mangiava ??
Denise : A saperlo ! Avremmo portato un po‟ di sale con noi .
Ilaria : Soolo ?!?!?! La pasta era gomma “cotta” dal colore indefinito . Forse arancio ?
O era rossiccio ?
Rosita : Abbiamo anche fatto “la cura” di patate...
Federica D.B : Magari fossero state patatine fritte o al forno...era una sorta di
impasto...forse purè ? ...“sciapito”...
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Angelica : E che dire della convivenza ? Con qualcuno è stata davvero tanto difficile .
Federica A : Ehm… , diciamo “abitudini diverse “...Ma diciamo... ! I battibecchi erano
continui...il disordine la faceva da padrone e qualcuno era convinto che il bagno fosse un
vero e proprio parco acquatico... si dava un gran da fare perché fosse sempre
“allagato”. Asciugamani sparsi un po‟ dappertutto, biancheria intima che spuntava da ogni
angolo... Stendiamo un velo pietoso
Federica D.B : Basta, basta vedere solo il bicchiere...mezzo vuoto...Ci siamo divertite
o no ?!?!?!?
Tutte : Sììììììììì !!!!
E allora , esperienza bellissima “ DA RIFARE “!!!
La redazione
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AIUTO!!!
Non sappiamo dove andare...
Domenica 13 Maggio 2012 , ore 9:30
Una voce insistente mi chiama. Chi sarà?... Dove mi trovo?... Nella camera 203 ?
Apro gli occhi e...dove sono le mie compagne di camera ??
Nooooooo !!! Orrore. Sono in camera mia. Che triste risveglio !
Mi stropiccio gli occhi...speravo fosse un sogno, ma no, non lo è. Sono proprio ritornata
a Marcianise.
Domenica pomeriggio,
continuiamo a guardare ripetutamente le foto della nostra indimenticabile gita , ed ecco
che tra le tante, spuntano immagini di parchi giochi e magnifici palazzetti sportivi.
Ricordiamo come se fosse ieri, le espressioni felici di ragazzi come noi, che però sono
contenti perché sanno dove andare, dove divertirsi restando insieme. Quei giorni li
ricordiamo con nostalgia, ma anche con un pizzico d‟invidia: invidia perché vorremmo
tanto anche noi avere un parco, un palazzetto sportivo o semplicemente uno spazio tutto
per noi. Ebbene si, e con tristezza ce ne rendiamo conto, nella nostra città, Marcianise
, di spazio per noi non ce n‟è. Sono stati fatti tanti progetti, ma di strutture non ne
sono state realizzate. Quelle poche che ci sono, sono ormai inutilizzabili, anche a causa
dei comportamenti incivili di alcune persone. Siamo costretti, se vogliamo incontrarci, a
frequentare le palestre delle scuole, la parrocchia o a riunirci a casa di amici. Molti
pomeriggi è capitato che non sapevamo dove andare, abbiamo dovuto “arrangiarci” o nel
giardino di una di noi o ancora peggio ci siamo recate in una piazzetta in un paese vicino
al nostro . Quello che ci fa rabbia , è che noi l‟abbiamo una piazzetta simile che però
abbiamo soprannominato “la piazzetta delle badanti” perché frequentata esclusivamente
da extracomunitari , rumeni e polacchi . La nostra non vuole essere una forma di
razzismo verso chi non è del nostro paese, ma è semplicemente un modo per sfogare la
nostra rabbia, perché vorremmo tanto che qualcuno pensasse alle nostre esigenze di
ragazzi che vorrebbero avere uno spazio tutto per loro, vorrebbero avere la possibilità
di dedicarsi ai propri hobby, di fare sport, di stare insieme.
La rabbia di ragazzi CHE NON SANNO DOVE ANDARE.
Federica Di Benedetto
Ilaria Russo
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Marcianise: Un tuffo nel passato
Dal libro “ Valore di una tradizione” di G.Andrisani del 1953.
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<<Non molto
lungi da
Caserta e a
una ventina di
chilometri da
Napoli, sorge
Marcianise>>.
Le opinioni intorno alle sue origini sono varie e tutte hanno qualche parte di vero. Due
uomini di grande cultura se ne occuparono: il Canonico Cav. Nicola De Paulis, nostro
concittadino, ed il Can. Gabriele Iannelli, storico di Capua e fondatore del Museo
Campano. I due studiosi espressero però opinioni addirittura opposte.
Il De Paulis pubblicò un libro nel 1878 dal titolo <<A rivendicare l‟abolito Stemma della
Città di Marcianise>>. In segno di gratitudine, il sindaco di quel tempo, il Sig. G.B.
Argenziano, fece in modo che fosse il Comune a pagare la stampa di quel volume.
L‟anno successivo il canonico Iannelli pubblicò <<Qual è la Storia vera della nuova Città di
Marcianise >>.
Il De Paulis, basandosi su indagini archeologiche, affermò che Marcianise ha origine da
una colonia romana che si era impiantata in questa “fertilissima pianura” circa 50 anni
prima della venuta di Cristo, intorno all‟anno 703, quando Cesare distribuì vaste terre in
Italia ai soldati che avevano combattuto e vinto con lui numerose battaglie. Sorse come
Colonia Militare con mura, fossi, torri e porte con il nome di Oppidum o Castrum, cioè
Cittadella fortificata. Originariamente aveva la forma di un esagono dai lati disuguali,
circondata, appunto, da un fossato e protetta da un muro di cinta. Numerose sono le
prove che dimostrano che Marcianise fu una Cittadella fortilizia di una certa importanza.
Anche sull‟origine etimologica del nome di Marcianise numerose sono state le ipotesi
formulate. Questo casale era stato costruito attorno ad un tempio dedicato
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a Marte, il dio della guerra. Da qui, secondo
alcuni, il nome Martenisium, che diventò poi
Martianisium ed infine Marcianise. Il tempietto
di Marte, fuori le mura del casale romano,
divenne in seguito il tempio dei cristiani. Si
trasformerà, infatti, più tardi, con l‟avvento del
Cristianesimo, in una chiesa dedicata a San
Martino e infine in un tempio centrale dedicato a
San Michele Arcangelo, il nostro attuale Duomo.
Intanto, il gruppo esiguo degli “idolatri gentili” fu
cacciato dalla cittadella, per la sua ostinazione nel
politeismo, e si riunì in quel rione, dall‟altra parte
delle mura a nord della città, detto ancora oggi rione
dei << Pagani >>.
Lo Iannelli, al contrario del De Paulis, fa risalire le
origini del nostro paese al 12° secolo, nel 1117. Egli
affermò che Marcianise sorse dopo il mille, sotto
forma di agglomerato di case intorno ad una chiesa,
come un comune Casalis. Negando tutto quanto
affermato dal canonico De Paulis, lo Iannelli dichiarò
che l‟appellativo Marcianise deriva dal cognome Marzano.
In origine Marcianise era un feudo rustico, i cui tributari erano obbligati a pagare ai
Signori in Capo, i principi Marzani, alcune prestazioni feudali dette nisi. Da qui la
denominazione Marza-nisi. Allo stesso modo possono essere spiegate le denominazioni di
Sparanise, della Signoria di Federico Sparano; di Grazzanise dalla Signoria di Graziano;
di Capodrise dalla famiglia Caputo residente in Capua, detto originariamente Caputnisi e
poi raddolcito in Caputrisi e Capodrise.
A questo punto apriamo una parentesi.
Il rione di Puzzaniello, dove sorge la nostra
scuola, era detto da alcuni Puzzolanello, da altri
Puzzolaniello. Il nome dal punto di vista storico
più corretto resta Puzzaniello, perché sembra che
questa piazza debba il suo nome ad un certo
Roffridus De Puezanello,<< comes postea
monachus >> (NDR “un conte in seguito monaco”),
venuto nel nostro paese verso il 1193.
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A Marcianise nel
secolo XIII e XIV
sorsero i castelli
di AYROLA
( a sinistra) e
LORIANO
(a destra).
Numerose sono le chiese costruite a Marcianise nel corso dei secoli.
Il Duomo, come si è già detto, costruito dove sorgeva prima il tempio di Marte, poi la
chiesa di San Martino, fu costruito probabilmente intorno alla metà del 1400, quando
Marcianise sviluppandosi demograficamente, divenne uno dei casali più importanti. Nel
1675 il frate domenicano Domenico Maria Marchese la ritenne seconda solo alla
“nobilissima” Capua. Lo storico Francesco Granata, alcuni decenni più tardi, definisce
Marcianise uno dei casali più belli,ricchi e colti,tra i 36 appartenenti alla città di Capua.
Nel 1490 fu costruita la chiesa dell„Annunziata e
subito dopo l‟ospedale civile. In quegli anni
Marcianise contava circa 5 mila persone;
numerosi furono i dottori in legge, gli ingegneri, i
medici, i notai e anche grandi artisti che da
questa città ebbero i natali. Alcuni tra questi
personaggi illustri, erano figli di contadini che,
mandandoli a scuola, avevano dato loro
l‟opportunità di arrivare addirittura ai vertici della città. Gli abitanti di questo paese
erano per la maggior parte agricoltori, artigiani, braccianti e pettinatori di Canapa.
Tra gli uomini illustri di Marcianise ricordiamo:
Saverio Merola ( a sinistra),
nacque a Marcianise il 10 giugno
1882. Fu definito “alfiere di
giustizia e libertà” perché
condusse innumerevoli battaglie
in difesa del popolo lavoratore
oppresso. Fu giornalista e uomo
politico. Fondò, la prima
federazione provinciale del
Partito Socialista Italiano in
Terra di Lavoro e fu primo
cittadino di Marcianise per molti
anni. Mons. Donato Tartaglione ( a destra) nacque a Marcianise il 28 marzo del 1845. Fu maestro
elementare nelle scuole di Marcianise per molti anni, confessore ordinario e straordinario di istituti religiosi
della città, canonico e dottore in Sacra Teologia. Numerose sono le sue pubblicazioni in prosa ed in versi.
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Francesco Busacca (a sinistra) nacque a
Marcianise il 26 maggio nel 1876. Fu
pianista eccezionale, compositore
soprattutto di musica ecclesiastica,
educatore.
Francesco Marchesiello (a destra) nacque
a Marcianise, in Via Monte dei Pegni, il
22 maggio del 1893. ancora fanciullo
iniziò lo studio del clarinetto, con il
famoso maestro Picone di Cardito.
Compositore, direttore di banda, grande
concertista, si esibì nei maggiori teatri
italiani.
Federico Quercia (a sinistra) nacque a
Marcianise nel 1824. Si laureò in diritto e
letteratura nel 1846. Grande patriota, fu più
volte arrestato per difendere le sue idee di
libertà. Fu giornalista, professore presso
l‟università di Napoli e scrisse numerosi
romanzi e liriche di notevole valore.
Onofrio
Buccini (a destra) nacque a Marcianise il 18
dicembre 1825. Dedicò tutta la sua esistenza
all‟arte. Fu maestro presso l‟Istituto di Belle
Arti di Napoli, che lui stesso frequentò da
giovane. È suo il monumento grandioso del
gruppo della Carità , nell‟omonima piazza,
davanti alla chiesa dell‟Annunziata.
Cuoriosità: Nufriello a Palomma
Nipote del grande scultore Onofrio Buccini, di cui
portava il nome, era un personaggio della
leggerezza marcianisana. Era soprannominato con
l‟appellativo “a palomma”, per la sua innata
passione per le bellissime e colorate farfalle.
Amava rincorrerle anche per lunghi tratti, ma
soprattutto amava creare con dei semplici fogli di
carta figure e forme divertenti, in particolare dei
bellissimi origami di animali. Nufriello li creava
all'istante e li regalava ai bambini, con i quali
aveva un particolare rapporto.
17
La canapa
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19
La redazione
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È ancora in bianco e nero questo mondo
Dove sono i colori?
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Boetti- Mappa del mondo
1971-73
tela di lino ricamata, 232 x 380 cm
Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Torino
È così che lo vorremmo
22
Dice il saggio:...
Ascoltateci un po‟
Ricorda però che un proverbio
africano dice :
<< Se
continui a guardare il cielo
non vedrai quello che c‟è
davanti a te>>
Tienilo sempre presente !
Riusciremo da soli, con un
po‟ di pazienza, a diventare
come diceva Aristotele <<
simili al bravo capitano di
una nave che ormeggia la
sua vita a ciò che è eterno
e costante>>.
A Dispetto Di Tutti I
Pirati.
Stiamo imparando la tolleranza e
l‟umiltà. Siamo consapevoli di dover
rientrare in possesso di tutti quei
valori , come la pace, la
solidarietà,... che sono andati
perduti.
Impariamo anche a
sorridere e ad aprire il
nostro cuore.
Qualcuno vuole dipingerci
come una generazione
disgraziata, “con la luce
spenta negli occhi “. Errore
! In realtà abbiamo dentro
tanta voglia di amare.
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La nostra generazione sta
prendendo coscienza che una
sola è la famiglia umana,
al di là dei muri, delle
ideologie, delle religioni.
Mettiamo da parte i
pregiudizi!
Proviamo a cancellare
dal nostro vocabolario il
pronome
“io“.Usiamo di
più l‟avverbio
“forse“ e
le cose andranno
decisamente meglio.
Siamo giovani, fragili, è
vero, ma ci alleneremo
per reggere l‟impatto con
il mondo esterno che è
ben altra cosa rispetto al
nido caldo, che è la
nostra casa.
Dateci tempo e fiducia e vi dimostreremo che non abbiamo
bisogno dei consigli dei grandi saggi per realizzare noi stessi.
La Redazione
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Il mondo che vorrei
Il mondo...questo stupendo, immenso, fragile... pianeta azzurro, come diceva qualcuno.
Una sola grande, unica famiglia umana... con costumi, tradizioni, culture, idee diverse.
“Vorrei vivere nell‟isola che non c‟è...ma senza pirati!”
La mia isola che non
c‟è, non è di cioccolato,
né di zucchero filato.
Non è tra le stelle, non
è in movimento su una
grande nuvola bianca e
neanche è un luogo
fantastico e
inesistente. La mia isola
è semplicemente senza
egoismi, omofobia,
discriminazioni,
violenza sulle donne e sui bambini e nei confronti di tutti quelli che consideriamo in
qualche modo “diversi”. È un‟isola dove la parola MALE è cancellata da tutti i vocabolari,
in cui c‟è aria pulita da respirare a pieni polmoni...Nella mia isola tutti si vogliono bene,
un bene sincero che viene dal cuore. Tutti i cittadini rispettano le regole e vedono
rispettati i loro diritti.
Si può camminare
liberamente per le
strade mostrando il
proprio “essere”,
senza avere alcuna
paura di professare la
propria religione e il
proprio orientamento
sessuale. Mi dicono che
un posto così non potrà
mai esistere. Se
effettivamente è così,
è perché continuiamo a dare le colpe a tutti tranne che a noi stessi. Non ci mettiamo
mai in discussione e ci ripetiamo che è il “mondo” ad essere cattivo, sono gli altri che...
Io penso che il vero problema siamo noi e i nostri innumerevoli pregiudizi. Dovremmo tutti
imparare a sognare di più e non rassegnarci a vivere una realtà che non ci piace.
Dovremmo anche impegnarci a far si che questi sogni non restino tali, ma trasformino
questo mondo nel “MONDO CHE VORREI”...
Angelica Colella
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Da “I Manoscritti” di Giacomo Leopardi
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Abbiamo tutti bisogno del nostro “nido”.
La casa, fin da quando l‟uomo viveva nelle grotte, dove ha imparato a difendere
se stesso e i propri figli, a proteggersi dal freddo e dai pericoli della natura,
rappresenta sicurezza, comunione, intimità, condivisione.
Da un‟indagine molto recente è emerso che la parola più pronunciata dai bambini
non è più mamma, ma è casa. Basti pensare che quando i genitori si separano, i
figli, anche se sono molto piccoli, chiedono di rimanere nella stessa casa dove
sono nati.
La casa è anche MEMORIA, la memoria degli affetti. La casa è FAMIGLIA, è il
nido sempre pronto ad accoglierci.
Così se la immaginava e ce la descriveva anche Giovanni Pascoli in tante sue
indimenticabili poesie. Racconta una psicologa e grande conoscitrice dei
comportamenti umani che, man mano che cresceva, la nonna le diceva:” Mi
raccomando quando sarai grande e avrai una famiglia, quando arriva l‟ora, metti
una tovaglia sul tavolo, prepara il pane, metti sul fuoco qualcosa che profumi di
casa...”
Infatti, gli odori, i profumi sono importantissimi, come lo sono gli oggetti.
Riescono a riportarci alla mente vecchi ricordi, periodi particolari della nostra
vita, persone che abbiamo amato e che non ci sono più.
Anche per me la casa è come un nido. Mi dà sicurezza, mi consente di vivere in
un clima di affetto e serenità, non mi fa sentire mai sola. Entro in casa e tiro un
sospiro di sollievo. Chiudo la porta e lascio fuori tutto ciò che non voglio o che
decido di allontanare in quel momento. La mia casa, in fondo ,mi rappresenta
perché rispecchia il mio stile e il mio modo di essere. In essa sono racchiusi tutti
i ricordi della mia giovane vita. A casa sto bene anche “sola con me stessa”.
È il mio punto di riferimento in questo grande mondo in cui è facile perdersi.
E quando sto per perdermi, tra lacrime e delusioni, la mia casa è sempre pronta
ad accogliermi.
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Anche per i “Grandi” la casa ha rappresentato
IL NIDO DELLE EMOZIONI.
PASCOLI:” il nido dà
sicurezza e non ti fa sentire
solo, perché in esso vivono
coloro che fanno parte della
tua famiglia, che ti dona
tanto affetto e ti protegge.
Essa è un luogo dove si può
vivere in un clima di affetto
e serenità, mentre all‟esterno
esiste la solitudine e
l‟incomprensione.”
D‟ANNUNZIO: “La casa per
me è tutto. Tutto nella mia
casa mostra le impronte del
mio stile. Ogni angolo della
casa rispecchia la mia
personalità ,ogni angolo è
dunque una forma della mia
mente e un aspetto della mia
anima.”
PIRANDELLO: “ogni oggetto in noi
suol trasformarsi secondo le
immagini ch‟esso evoca e aggruppa,
per così dire, attorno a sé. Certo
un oggetto può piacere anche per
se stesso, per la diversità delle
sensazioni gradevoli che ci suscita
in una percezione armoniosa; ma
ben più spesso il piacere che un
oggetto ci procura non si trova
nell‟oggetto per se medesimo. La
fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d‟immagini care. Né noi lo percepiamo
più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi e che le nostre
abitudini vi associano. Nell‟oggetto, insomma, amiamo quel che vi mettiamo di noi, l‟accordo,
l‟armonia che stabiliamo tra esso e noi, l‟anima che esso acquista per noi soltanto e che è
formata dai nostri ricordi.”
Alessia D‟Amico
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LE PAGINE DI CRONACA
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Non ci sono più valori.
Brindisi, 19 Maggio , ore 7:45 ;
Un ordigno composto da tre bombole di gas è
stato fatto esplodere davanti alla scuola “Morvillo
Falcone “ a Mesagne.
Una ragazza di sedici anni,Melissa Bassi, è morta.
Un‟altra sedicenne è rimasta gravemente ferita e
ora lotta tra la vita e la morte. A quest‟ ultima si
aggiungono altre cinque ragazze ricoverate
all‟ospedale al reparto ustioni, e altre due ragazze
che sono già state dimesse subito dopo essere
state medicate per lievi ferite e ustioni leggere.
La gente chiede giustizia.
Dopo quasi tre settimane dall‟accaduto l‟ eventuale
colpevole Giovanni Vantaggiato, “uomo” di
sessantotto anni, sposato e con due figlie, viene
arrestato e interrogato dalla polizia. Il motivo del
suo gesto non è ancora chiaro. Secondo le indagini
potrebbero esserci uno o più complici e
probabilmente c‟è ancora molto da scoprire
sull‟accaduto. Roberto Saviano scrive su twitter: “Un pensiero a Melissa e alle altre
vittime. Ciò che mi distrugge è che l‟obiettivo fosse proprio la scuola”.
In tutta sincerità mi chiedo: DOVE SONO FINITI I VALORI DI UNA VOLTA?!?!.
Quelli di cui io ho sempre sentito parlato. Valori come la solidarietà, l‟amore verso il
prossimo, quel senso di protezione che ti ispira il giovane, l‟anziano, chi è comunque più
debole,...il rispetto per la vita degli altri.
Credo che una persona che fa esplodere una bomba davanti ad una scuola uccidendo
ragazze innocenti, non sappia cosa significhi avere dei valori.
Alessia D‟Amico
Riscopriamo la gioia che ci viene dai piccoli gesti.
Nella nostra società, dove ciascuno di noi ormai percorre la propria strada senza
accorgersi dell‟altro, dove cresce sempre di più l‟atteggiamento del “ non mi interessa” ,
c‟è bisogno di recuperare i “ valori”, c‟è tanto bisogno di generosità, di porgere una mano
a chi ci sta accanto...
SMETTIAMOLA DI ANDARE SEMPRE TROPPO DI CORSA e fermiamoci a riflettere.
È un nostro DOVERE MORALE ma è anche bello scoprire la gioia di aiutare gli altri.
Tendere una mano ci renderà felici, ci aiuterà a vivere meglio.
Federica Lando
30
La terra si ribella
L‟uomo non può fare altro che sentirsi
piccolo piccolo di fronte alla POTENZA
della natura che si ribella. Nel corso degli
ultimi anni abbiamo assistito alla “rabbia “
della natura che ha voluto mostrarci tutta
la sua forza inarrestabile . Terremoti ,
maremoti , alluvioni , cicloni , uragani ,
tornadi e tsunami.
Che i Maya avessero ragione?
È davvero la fine del mondo?
La terra trema...ma non solo !
Non è solo la terra a tremare ma anche la politica , l‟economia , la
famiglia , i valori , come pure il senso civico, il rispetto della regole ,
l‟onestà .
Alessia D‟Amico
Federica Acconcia
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Terremoto in Emilia Romagna
20 Maggio 2012,ore 4.04: una forte scossa di
terremoto ha sconvolto l‟Emilia Romagna.
Il movimento sussultorio è stato avvertito anche in
Toscana, Lombardia, Veneto, Trentino Alto - Adige,
Friuli Venezia Giulia. Fino ad oggi ci sono state altre
scosse. Sono stati allestiti molti campi all‟interno di
alcuni parchi, ma anche grandi centri di accoglienza e
tendopoli, per sistemare gli sfollati.
Ma purtroppo questi provvedimenti non bastano, perché il numero degli sfollati aumenta
sempre più. Tanta, infatti, è la gente che è costretta ad abbandonare la propria casa
per recarsi in questi centri di accoglienza.
Il terremoto in Emilia Romagna ha lasciato dietro di
sé non solo morti, feriti e danni, ma anche gravi
conseguenze. Molte persone non hanno più una casa,
e non è certo bello perdere la casa, in un periodo
come questo, in cui c‟è di mezzo una crisi economica.
Fino a poco tempo fa era stato detto che il 98% di
abitanti poteva ritornare nelle proprie case.
Ma, in seguito alle successive e numerose scosse di assestamento, non è stato più
possibile il ritorno nelle proprie abitazioni, da parte della popolazione. È stato
dichiarato, inoltre, che verranno dati 600 euro mensili a famiglia, per compensare il
disagio, e per aiutarle ad andare avanti.
Anche il papa, ha donato 500 mila euro a favore
delle aree colpite dal terremoto. Questo
rappresenta un grande aiuto per la popolazione.
Quasi due settimane dopo la prima scossa, però,
la terra continua a tremare. Infatti, numerose
sono state le successive scosse, che hanno
praticamente messo in ginocchio l‟Emilia
Romagna.
Come se tutto ciò non bastasse, c‟è stato anche un violento temporale e un‟altra terribile
scossa con un magnitudo di 5.4 .
Sono scosse destinate a durare per un altro paio di anni, affermano alcuni studiosi.
Spero solo che si sbaglino e che la terra smetta di tremare!
Alessia D‟Amico
32
Annuncio:
giovane, italiano, laureato, poco formato,
disoccupato, ”cerca lavoro” .
SOS: Aria di crisi
Il 1° maggio è stata la festa dei lavoratori, la giornata in cui si ricorda l‟impegno e il
sacrificio di tanti uomini e donne. Io però mi chiedo se ha ancora senso festeggiare visto
che proprio in questi ultimi anni di lavoro non ce n‟è. Si parla continuamente di CRISI.
Si è passati dalle MORTI BIANCHE ,cioè da morti per incidenti sul lavoro, a suicidi per
la mancanza di questo. Si dovrebbe parlare allora di una festa per la speranza, ma in
tanti la speranza l‟hanno già persa, perché sono almeno 26 dall‟inizio di quest‟anno i
suicidi di imprenditori ed ex lavoratori soffocati da tasse, debiti e dalla crisi economica.
Dal 2010 sono stati 362 i morti e, purtroppo, questo enorme numero è destinato a
crescere. Possiamo anche dire che la mancanza di lavoro interessa tutte le fasce di età,
dal padre di famiglia che non ha più la possibilità di dare ai propri figli ciò di cui hanno
bisogno, fino ad arrivare a noi ragazzi che dovremmo lottare, fin da adesso, contro
tante difficoltà per assicurarci una vita futura dignitosa. La mancanza del lavoro non
rappresenta solo la mancanza dello stipendio ma molto di più, è la privazione della nostra
dignità. Infatti molte persone sono costrette ad ELEMOSINARE per quello che è, e
rimane, un DIRITTO INTOCCABILE.
Durante la giornata del 1° maggio su facebook sono stati tanti i link che incitavano a non
festeggiare. Io credo, invece, che in questo difficile periodo sia meglio restare uniti e
darsi da fare per un futuro migliore.
Come disse anche lo scrittore Clive Staples Lewis “ davanti a noi stanno cose migliori di
quelle che ci siamo lasciati alle spalle “. Perciò, perché non prendere spunto dagli errori
di un‟era per costruirne una migliore?!?!.
Federica Di Benedetto
Il livello di disoccupazione è allarmante in tutta l‟Italia. La situazione peggiora nelle
regioni come Campania, Calabria, Sicilia. I giovani hanno ormai scarsa fiducia nei partiti
politici e nelle istituzioni in genere. Tra IMU,ICI,BOLLETTE,... DISOCCUPAZIONE
SIAMO ORMAI ALLA SOGLIA DELLA POVERTA‟ .
Siamo stanchi dei vari sceriffi di Nottingham che si alternano tra di loro, pensando più
alle loro poltrone e al loro conto in banca,che al benessere di noi cittadini.
Dov‟è Robin Hood ?
La redazione
33
Un‟intervista IMPOSSIBILE.
Mi piacerebbe tanto incontrare...Robin Hood !!
Mi trovo a Nottingham.
Il mio capo mi ha affidato l‟incarico di intervistare il
misterioso Robin Hood.Non è stato facile contattarlo.
Comunque decidiamo di vederci nella foresta di Sherwood
per ...evitare cattivi incontri.
Robin Hood, travestito da zingara, insieme a Little John, ha appena derubato il tiranno
principe Giovanni.Ora si riposa, tranquillo e soddisfatto su un‟amaca, burlandosi di
lui,insieme al suo inseparabile amico.
Volevo ringraziarla per avermi concesso questa intervista, esordisco. Mi dispiace
disturbarla, so che è appena tornato dal suo “lavoro” e deve essere stanco...
<<Non si preoccupi...ci ho fatto l‟abitudine ormai.>>
Lei è nato nel 1285 come Robin di Locksley,ed è diventato poi Robin Hood. Perché ?
Quando è stata messa una taglia sulla mia testa perché mi consideravano ormai un
fuorilegge, è diventata una necessità cambiare cognome, per rimanere in incognito.
Qualcuno la considera un fuorilegge ,altri un eroe. Lei come si definisce?
Lascio agli altri giudicare. Io ,in tutta coscienza,non mi sento un fuorilegge.Certo,non è
questo il giusto modo di agire perché nessuno può farsi giustizia da solo.Però...
Troppe ingiustizie,troppi soprusi,troppe violenze!!.Non c‟era alternativa...Era l‟unico modo
per aiutare la mia gente.
Perché c‟è tutto questo alone di mistero intorno alla sua persona ?Non si sa quando e
dove è nato,né quando ha deciso di diventare quello che è... .Qualcuno ,addirittura,
mette in dubbio la sua esistenza!
Non è importante se la mia storia sia leggenda o realtà,né tantomeno conoscere ogni
dettaglio sulla mia vita .La cosa importante è che in tutti questi secoli ancora si parla di
me .
E‟ a conoscenza di tutto quello che sta accadendo nel mondo?
Si,mi tengo informato.E‟ ancora peggio di quello che succede a Nottingham.Ho saputo di
crisi economiche ,corruzione di tanti politici,mancanza di lavoro e ,anche da voi ,tasse
tasse tasse .Anche da voi i ricchi continuano ad arricchirsi a discapito dei poveri .
Lo sa che qualcuno spesso “la invoca”?
Questo mi dispiace!
Vuol dire che le situazioni si ripetono ovunque e in continuazione, a dispetto del tempo
che passa.Nel 1300 come oggi.
Sarei tanto felice di aiutarvi ma qui a Nottingham c‟è ancora tanto da fare.
Vi dico questo ,però : voi che potete , che avete studiato , che avete una cultura e
quindi la capacità di distinguere il bene dal male ,NON USATE LA VIOLENZA MA LA
VOSTRA INTELLIGENZA,per risolvere i problemi!.
Avrei ancora tante altre domande da porle, ma penso sia il momento di congedarci. Le ho
rubato già fin troppo tempo.
Alla prossima, ma in situazioni diverse.
Federica Acconcia
34
Divertiamoci un po‟
Qual è il colmo per una sarta?
Perdere il filo del discorso
Qual è il colmo per un calvo?
Avere un diavolo per capello
Qual è il colmo per un idraulico?
Non capire un tubo
Qual è il colmo per un postino?
Perdere la posta in gioco
Qual è il colmo per un agnello?
Avere una fame da lupi
Qual è il colmo per un sordo?
Non sentire ragioni...
Qual è l‟animale che non
va mai a letto?
Il MAI-A-LETTO
Perché corri quando qualcuno
ti chiama al telefono?
...È lo scatto alla risposta
Quale era il gelato più
mangiato sul Titanic ?
L‟affogato
Sai cosa vince la persona
più brutta del mondo?
Il premio NO-BEL
Qual è il prete che non si può toccare?
DON TOUCH
Stavo nuotando sul lago e …
Mi sono punto!
Qual è il prete che ama le donne?
Don aiolo
Qual è il colmo per un astronauta?
Avere gli occhi fuori dalle orbite
Qual è il colmo per un arcobaleno?
Combinarne di tutti i colori
Qual è il colmo per un istrice?
Sentirsi...sulle spine
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Federica Lando
Rosita Mozzillo
Sara migliaccio
Denise De Vuono
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Backstage
Anche stavolta siamo arrivati alla fine del nostro
viaggio e ci dobbiamo salutare.
Ci auguriamo che possiate leggere il nostro giornalino
con piacere o, quantomeno, senza annoiarvi.
Siate clementi nel giudicarci !
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Al prossimo numero...
Non vogliamo perdere l‟occasione di ricordarvi
che nella nostra scuola le attività
fervono.
( NDR oggi è il 25 del mese di luglio ).
Provate a dare un‟occhiata
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Anche il progetto “La solidarietà entra nella scuola” continua...
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