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Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi A PAG. 2 A PAG. 4 Monasteri medievali La serva spadroneggia A PAG. 4 A PAG. 6 Schiaccia le malattie I treni della morte settimanale d’informazione Euro 0,80 “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi” DIREZIONE E REDAZIONE : JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX 0731.208145 ANNO LII - N. 42 Il conferimento sabato scorso Onore al coraggio Padre Oscar benemerito anche a Montecarotto Sabato 10 dicembre Sharon determinato a reggere la pace La Città Santa aperta a tutto il mondo? di Vittorio Massaccesi [email protected] foto Rinaldo Bittoni Sabato scorso, alle ore 11, nel teatro comunale di Montecarotto si è svolta la cerimonia per la consegna della cittadinanza benemerita a Mons. Vescovo, padre Oscar Serfilippi. Erano presenti i consiglieri comunali, il parroco mons. Gianni Polita, gli alunni delle scuole, i membri delle associazioni ed i gruppi giovanili per rendere omaggio al Vescovo. Il sindaco, Mirella Mazzarini, a nome dell’amministrazione e dell’intera comunità di Montecarotto, nel porgere il benvenuto a Mons. Vescovo ha spiegato le motivazioni della delibera con cui il Consiglio comunale, nella seduta del 3 novembre, aveva deciso il conferimento della onorificenza ed ha ringraziato il Vescovo per il suo servizio che è sempre stato attento e generoso verso tutti. Nella motivazione si legge così: “A Sua Eccellenza Mons. Oscar Serfilippi, Vescovo, che si è distinto per la grande personalità e l’immensa generosità rinsaldando l’identità cristiana, per il messaggio di fraternità, per la capacità di orientare i cristiani ed i cittadini alla fede, alla speranza, alla carità, per il sorriso diffuso, secondo l’esempio del Santo di Assisi, con profonda umanità, con viva cordialità, autentica semplicità, qualità preziose nel nostro tempo.” Il Vescovo ha ringraziato per questo segno di affetto ricevuto ed ha espresso a tutti gli auguri migliori per le prossime festività natalizie. Questo Ariel Sharon, settantasettenne, militare da una vita, lo abbiamo seguito con estrema preoccupazione quando, anni or sono, fece la sua passeggiata sulla spianata della grande moschea di Gerusalemme. E fu la seconda intifada. Ci ha preoccupato ancor di più quando, ormai capo del governo, ebbe l’ardire, contro tutto il mondo, di dare il via alla costruzione del muro lungo i confini con la Palestina per arginare l’ingresso ai kamikaze. Un’altra infausta barriera dopo quella allucinante del dopoguerra di Berlino. Ma il tempo gli ha dato ragione perché, effettivamente, da allora l’opera distruttiva degli uomini votati ad Allah si è ridotta ai minimi termini. Egli ha di nuovo attirato l’attenzione, la trepidazione e il plauso di tutto il mondo quando ha dichiarato di volere abbandonare il territorio di Gaza e restituirlo interamente ai palestinesi trasferendo altrove le decine di colonie e le migliaia di israeliani lì insediati ormai da decenni, lì con le loro confortevoli nuove abitazioni e con i loro campi ben coltivati e redditizi. Un vero dramma per i figli di Mercoledì 7 l’inaugurazione La Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti La Galleria di Palazzo Pianetti torna allo splendore di un tempo. Mercoledì 7 dicembre, alla presenza dei vertici della Fondazione La Galleria è la parte più interessante di Palazzo Pianetti. Terminata del 1871, è lunga più di settanta metri ed è ricca di simbologie e allegorie. Gli stucchi policromi furono eseguiti tra il 1767 e il 1770 dal milanese Giuseppe Tamanti, al quale si affiancarono Giuseppe Simbeni e Andrea Mercoli. Le scene lagunari, opera dell’aquilano Giuseppe Ciferri, e gli stucchi ricoprono interamente la lunghissima volta, terminando nella sala ottagonale in un trionfo di motivi floreali, festoni e conchiglie. Sulle pareti e nella volta è raffigurato il tempo che scorre (le ore, i giorni, i mesi, le quattro stagioni), il ciclo degli elementi primari della natura (terra, acqua, fuoco, aria), i continenti (Europa, Africa, Asia, Australia); negli ovali i viaggi verso la conoscenza e gli elementi di riferimento (porti, fari, velieri e pianeti). In questo viaggio l’uomo è sorretto dalle arti liberali (pittura, scultura, architettura e musica). Nella volta dell’esedra finale, le virtù cardinali, (giustizia, fortezza, sapienza, temperanza); negli stucchi sopraporta le allegorie del giorno e della notte. Cassa di Risparmio di Jesi, sponsor unico dell’intera operazione, Loretta Mozzoni, direttrice della Pinacoteca Civica e l’architetto Stefano Santini, direttore dei lavori, presenteranno i risultati di una lunga e attenta operazione di restauro conservativo dell’intera struttura. Dopo più di trent’anni dal primo intervento, le pitture della Galleria rococò del piano nobile di Palazzo Pianetti sono state liberate dalle tinteggiature che erano state con troppa disinvoltura passate sopra lo strato di colore originario, falsandone le sfumature e la resa cromatica. Un lavoro delicatissimo, che si è protratto per più di un anno e mezzo, compiuto da una squadra di abili restauratrici, ha consentito di asportare ben otto strati di tinture che celavano la vera veste cromatica della Galleria, unico esempio in tutta l’Italia centrale di un gusto e di uno stile, il rococò appunto, che a partire dalla seconda metà del Settecento ebbe molta fortuna nei paesi del Nord Europa. Anche gli stucchi, l’elemento decorativo che forse più di -3 ogni altro connota la cifra stilistica dell’intera struttura, hanno subito un intervento di ripulitura, resosi necessario in seguito a piccoli ma frequenti distacchi di colore. La cerimonia di inaugurazione si articolerà attraverso vari momenti e culminerà, dopo gli interventi del sindaco Fabiano Belcecchi, dell’assessore Leonardo Animali e del presidente della Fondazione Caris Federico Tardioli, con un concerto di musiche di Alessandro Scarlatti, eseguite da in una cornice che cercherà di restituire agli astanti un sentore dell’atmosfera che si poteva respirare a palazzo Pianetti nell’ultimo quarto del Settecento, quando la Galleria rococò venne ultimata. Nei giorni 8, 9 e 10 dicembre la Galleria di Palazzo Pianetti e le sale della Pinacoteca saranno visitabili gratuitamente, mentre solo per il giorno 10, in occasione della giornata dell’identità marchigiana, sarà visitabile, sempre gratuitamente, anche l’antica farmacia del vecchio ospedale, ubicato lungo corso Matteotti. Lavoriamo per voi! meno tre… Mancano appena tre numeri del nostro settimanale per la sua… rivoluzione. Sarà una sorpresa per tutti Rinnova subito l’abbonamento Per i nuovi abbonati gratis i numeri di “Voce” dal momento della sottoscrizione alla fine del 2005 Per chi si abbona entro il 31 dicembre – fino ad esaurimento delle copie disponibili - in omaggio il nuovo libro (fuori commercio) del nostro direttore Giuseppe Luconi: “La vecchia Jesi nei giornali dell’epoca”. Quote abbonamento per il 2006 Normale 35 euro – d’amicizia 50 – sostenitore 100 Domenica 4 dicembre 2005 Abramo. La resistenza fu massima, ma alla fine, pacificamente anche se con immenso dolore di tanti, riuscì nel suo intento con puntualità svizzera nello scorso agosto. E il mondo ammirò e applaudì perché in quella volontà di sgomberare terre usurpate con la guerra lesse lo sforzo per raggiungere la pace con il nemico di sempre. Pace in cambio della terra. *** Ma quest’azione generosa a favore dei palestinesi, riuscita anche grazie alla presenza nel governo dei laburisti, fu dirompente proprio all’interno del partito Likud, il partito di Sharon e del quale fu egli stesso un cofondatore. Ed ecco allora il suo ultimo atto di coraggio e di forza: rompe con la sua destra che non lo ha voluto seguire nel difficile percorso di pace, fonda un partito di centro puntando a raccogliere i più riflessivi e moderati sia della destra che della sinistra. Scioglie il parlamento e punta, con le prossime elezioni di marzo, a conquistare una consistente posizione di centro che isoli gli estremismi sia di destra che di sinistra. Una politica che per l’Italia non sa, certo, di novità perché proprio con questa politica del taglio degli estremismi De Gasperi e i suoi successori seppero tirar fuori l’Italia dai marosi del dopoguerra. *** Tante volte politici e politologi hanno sottolineato che la pace nel mondo passa in gran parte per Gerusalemme. Ebbene, seppure il cammino è ancora irto di mille difficoltà, è di grande auspicio l’impegno che l’Europa ha assunto appena poche settimane fa di schierare i suoi uomini al confine tra Gaza e l’Egitto quale osservatore obbiettivo perché i patti siano rispettati. E intanto l’Italia si offre come partner dei due contendenti – Israele e Palestina - perché nel suo territorio riprendano le trattative. E non è di incoraggiamento l’adombrata volontà di Sharon di ripensare anche la stessa posizione di Gerusalemme nel quadro di una effettiva volontà di pace? Siamo ottimisti se sogniamo che la Città Santa possa coronare i desideri dei papi di essere dichiarata “supernazionale”, aperta a tutto il mondo? Aido L’Aido – associazione italiana per donazione di organi e tessuti – ricorda che nella Bottega del Ricamo di via Montebello a Jesi, adiacente alle Grazie, è possibile fare acquisti. L’esposizione è aperta tutti i giorni, anche la domenica, fino all’8 gennaio Giornata delle Marche “Una regione nel mondo” al Pergolesi E’ stata fissata per sabato 10 dicembre, dalla Regione, la “Giornata delle Marche”, che si propone con un ricco programma: Centri storici - Ore 8,30 – Le bande e i gruppi musicali danno il “buongiorno” ai marchigiani con esibizioni per le vie dei centri storici. Teatro delle Muse, Ancona – Ore 15 “Le Marche una regione nel mondo”: la comunità regionale si incontra sul significato dei valori identitari: pace, responsabilità, solidarietà, apertura al mondo. Coordina: Carmen La sorella – durante l’incontro, cerimonia di consegna della bandiera regionale ai sindaci dei Comuni marchigiani; al termine, nella piazza antistante il teatro delle Muse, concerto delle bande musicali. Teatro Pergolesi di Jesi - Ore 21, “Le Marche una Regione nel Mondo”: serata di festa, musica e spettacolo; conducono Natasha Stefanenko e Fabrizio Gatta. Trasmissione televisiva su Rai International, con collegamento diretto con le comunità dei marchigiani in Argentina ed in Uruguay, riunite a Buenos Aires. Consegna del Picchio d’oro a personalità marchigiane particolarmente distintesi nel corso dell’anno. “Scuole aperte” - L’iniziativa si propone di far raccontare le Marche e la comunità regionale dagli alunni delle scuole. Il progetto, denominato “Le Marche si raccontano”, si articola nel modo seguente: “Il paesaggio marchigiano”, disegni degli alunni della scuola primaria; “I racconti delle Marche”, componimenti degli alunni della scuola secondaria di primo grado; “I luoghi ed i volti delle Marche”, fotografie realizzate o recuperate dagli archivi di famiglia da parte degli alunni della scuola secondaria di secondo grado. ”Apriamo la Regione” - Iniziative culturali e di promozione turistica e di sistema, raccolte in un unico grande cartellone promosso nelle Marche e fuori dalle Marche, che coinvolgono l’intera comunità regionale, con particolare riguardo all’ apertura di teatri, musei, botteghe artigiane, taverne, ecc. e alla realizzazione di spettacoli di strada ed eventi all’interno dei contenitori realizzati in collaborazione con soggetti operanti nel territorio. In viaggio sull’eurostar L’Italia in una regione fotoservizio Paola Cocola Tempi duri per il turismo… ma non si fa intimidire lo staff del Servizio turismo, attività ricettive, sport e rapporti con le comunità marchigiane all’estero della Giunta Regione Marche che, nell’ambito del Programma di Promozione Turistica per il 2005 (e, forse, anche per il 2006) ha accolto, tra le tante, un’iniziativa veramente singolare e pittoresca, lunga un anno intero. Abbattendo, infatti, i limiti della stagionalità, il progetto, presentato dalla Viacom Express Spa di Milano, ha proposto, su un convoglio di 328 metri, la regione Marche in tutte le stagioni. Si tratta dell’ Eurostar ETR 500, uno tra i più prestigiosi convogli ferroviari che viaggiano in Europa, e circolante sul territorio italiano. Carrozzato da Pinin Farina, composto da undici carrozze di 27 metri, integralmente decorato all’esterno con immagini della Regione Marche, esso rappresenta di fatto il più grande “poster mobile” del mondo: prima d’ora, non risulta che siano stati decorati così integralmente convogli di linea altrettanto prestigiosi in altri Paesi. E non finisce qui: il treno - che viaggia sulle linee MilanoBologna-Firenze-Roma-Napoli, Milano-Venezia-Trieste, RomaFirenze-Bologna-Venezia e Milano-Bologna-Ancona-Bari, con turni circolari di 14 giorni ai quali segue un giorno di ricovero per manutenzione ordinaria - è personalizzato internamente, per tutta la lunghezza della decorazione esterna, con quaranta manifesti di dimensione 35 x 50 cm che ritraggono paesaggi e città marchigiane, posizionati in tutti i vestiboli. Al fine di conquistare al fascino delle Marche i passeggeri dei treni, l’operazione è supportata dall’offerta di degustazioni gastronomiche ed enologiche tenute nella carrozza ristorante, con assaggi di prodotti tipici e vini, e la possibilità della preparazione di menù speciali marchigiani. Un’iniziativa di grande importanza, se si tiene conto dell’esigenza di mantenere almeno costanti i flussi turistici. “Negli ultimi dieci anni - si legge nella premessa del Programma Promozionale - il peso complessivo del turismo in Italia, è sceso di ben due punti, si è dimezzata la capacità delle entrate turistiche di compensare il moltiplicato aumento delle partenze degli italiani verso l’estero ed al contempo il prezzo dei servizi è salito molto più che altrove.” Diversamente “le Marche, dove sono stati realizzati i Sistemi Turistici Locali, stanno sempre più affermandosi, diventando un caso per aver saputo promuovere turisticamente le identità locali. La regione viene sempre più spesso citata a livello nazionale per la capacità di affermarsi in un settore, come quello turistico, in continua evoluzione, dove le posizioni non vengono mai acquisite una volta per tutte, ma conquistate, stagione dopo stagione, con caparbietà, intraprendenza e investimenti mirati.” 2 Vita ecclesiale Domenica 4 dicembre 2005 Si festeggia sabato la Madonna del Tettarello All’inizio di via Valle una nuova “figuretta” La chiamiamo familiarmente così: Madonna del Tettarello. Perché sta seduta sopra il tetto della casetta dove hanno abitato per trent’anni Gesù, Maria e Giuseppe, vivendo nell’ascolto della parola di Dio e nel reciproco amore. La Sacra Famiglia è dunque modello per tutte le famiglie cristiane, fondate sul matrimonio. Con questo sacramento Gesù ha donato agli sposi il fuoco dell’amore “che viene da Dio”. Questo fuoco deve risplendere come il “fogarò” che accenderemo a Porta Valle, dopo aver portato in processione la nostra “casetta di Loreto”. Quest’anno c’è una novità: all’inizio di via Valle sarà benedetta una nuova “figuretta” con la statua della Madonna. Perché Maria preghi per le nostra case, i nostri ragazzi, i nostri malati e le famiglie in crisi. Allora ricorda: sul tetto della casetta c’è un piccolo campanile: e…“chi sona la campanella ‘st’anno, la sona pure ‘n altr’anno”! Questo il programma: Mercoledì 7 ore 18 S.Messa con esposizione della “casetta” (che rimarrà in chiesa fino a domenica 11). Giovedì 8 ore 9 S.Messa dell’Immacolata Venerdì 9 ore 18 S.Messa ore 18,30: processione “aux flambeaux” (candele) con la Madonna del Terrarello, seguendo questo percorso: via Valle (scoprimento e benedizione della “figuretta”), piazza Sansovino, via Spiazzi, via Saponari, via Petrucci, piazza Nova, via del Forno, via Andrea da Jesi, via San Marino, Porta Valle. - ore 19.00: accensione del “fogarò” al canto delle litanie della Madonna. Sabato 10 Festa della Madonna di Loreto: S.Messa ore 18,30 Arturo Paoli: il Vangelo è la fonte della nostra speranza di Lucia Curzi “Gridare il Vangelo con la vita”. E’ questo il motto, o meglio l’intenzione di vita, che al termine della sua testimonianza ha lasciato Arturo Paoli (nella foto) a tutti coloro che venerdì 19 novembre lo hanno accolto presso l’ex seminario vescovile di Macerata. In particolare, un intero gruppo interparrocchiale jesino di Giovani di Azione Cattolica ha voluto inserire nel proprio cammino la preziosa occasione di incontrare questo arzillo novantaquattrenne, che ha trascorso la propria vita in terre lontane e disperate, come portatore della speranza cristiana. E’ proprio sul tema della conferenza “Globalizzazione e speranza”, che Paoli, con attento realismo verso i disagi della società odierna, ha aperto lo spiraglio della speranza cristiana, fondata sostanzialmente sulla carità reciproca e sull’abbandono dell’egoismo. Parole, le sue, che non sono rimaste sospese nell’aria, ma che grazie a esempi concreti, riferimenti attuali e una fede che trapelava da ogni discorso, hanno lasciato un gioioso segno di speranza in tutti i presenti. Mercoledì 7 dicembre La veglia dell’Immacolata L’Azione Cattolica diocesana per celebrare la festività dell’Immacolata, giornata da sempre speciale per tutta l’associazione, organizza mercoledì 7 dicembre alle ore 21 presso il santuario delle “Grazie” la veglia dell’Immacolata. L’incontro è aperto a tutti, aderenti all’Azione Cattolica e non. Il collettivo Guatemala-Moie sulle orme di Rigoberta Menchù Abbiamo avuto modo di intervistare Raffaele Bucciarelli non nella sua qualità di consigliere regionale, ma in quanto da tanti anni impegnato in una proficua intesa con il premio Nobel Rigoberta Menchù per la realizzazione di ampi progetti di sostegno a favore della popolazione guatemalteca. – Quali sono state le occasioni e i motivi che ti hanno portato a collaborare con Rigoberta Menchù? “Ho conosciuto Rigoberta, insieme ad Angela, che poi è diventata mia moglie, quando lei non era ancora Premio Nobel ma una semplice india maya che girava il mondo, ospite di associazioni di volontariato, per la maggior parte cattoliche, e denunciava la terribile situazione del suo Paese. Era l’anno 1989 credo. Avevamo letto il suo primo libro e poiché ci aveva colpito molto volevamo conoscerla, questa Rigoberta. L’incontro è avvenuto a Pescara durante un suo giro in Italia dove era ospite dei Beati costruttori di Pace. Visto il nostro interesse lei stessa ci ha chiesto di costituire un comitato di solidarietà con il popolo del Guatemala. Così per opera di un gruppo di cittadini della Vallesina, su nostra proposta è nato il Collettivo GuatemalaMoie”. – Quali sono le finalità della Fondazione Menchù? “Dopo il ricevimento del Premio Nobel nel 1992 Rigoberta ha istituito la Fondazione Rigoberta Menchù Tum (Frmt) con il fine d’intervenire ove possibile per lo sviluppo della cultura Maya, per la difesa e l’affermazione dei diritti dei popoli indigeni del Guatemala e non solo, per contribuire alla costruzione della pace ovunque possibile. Questo, detto molto velocemente, è il fine del Frmt”. – Quali sono le richieste della Fondazione per le quali ti stai adoperando in questi mesi? “Dopo aver contribuito alla realizzazione di moltissimi progetti in Guatemala, in collabo- di Giuseppe Papadia settimanale di ispirazione cattolica Associato alla FISC Direttore responsabile Giuseppe Luconi Direzione, redazione amministrazione e pubblicità Piazza Federico II, 8 60035 Jesi telefono e fax: 0731 208145 E-mail: [email protected] Sito: www.vocedellavallesina.it Abbonamento annuo normale: 35 euro di amicizia: 50 euro sostenitore: 100 euro direttamente in redazione (tutti i giorni feriali dalle 9 alle 11) o a mezzo posta (su c/c 13334602) Registrazione Tribunale Ancona n. 143 del 10.1.1953 Stampa Litograf s.r.l. Jesi - Via Abbruzzetti, 12 tel. 0731 211639 - 211694 Come pubblicato, si è svolta domenica 13 novembre l’uscita a Sansepolcro, in provincia di Arezzo, organizzata dal settore Adulti dell’Azione Cattolica. Questo primo atto del nuovo anno associativo riservato agli “over 30” ha radunato settanta persone provenienti da tutta la diocesi di Jesi. Il momento principale è stata la visita al locale museo civico dove l’assistente generale diocesano, don Giovanni Rossil ha “spiegato” sia dal punto di vista artistico sia razione con numerose associazioni sociali del luogo, ultimamente il Collettivo GuatemalaMoie opera in prevalenza con la Fondazione e con la parrocchia di Sacapulas nell’altipiano del Quichè. Ultimamente con la Fondazione abbiamo collaborato intensamente ed insieme alla cooperativa di Arcevia La terra e il cielo per rafforzare una cooperativa di indigeni che produce caffè e coinvolge quindici comunità. Si è riusciti a convertire la produzione da tradizionale a biologica, ad importare il caffè pagandolo circa dodici volte il prezzo di mercato e commercializzarlo in Italia. E’ stato un grande successo che si sta consolidando”. Gli amici di Jesi in Guatemala con padre Clemente, presso la sua parrocchia nel febbraio scorso. Gli adulti di AC a Sansepolcro Voce della Vallesina Seconda Domenica di Avvento - 4 dicembre 2005 Intervista a Raffaele Bucciarelli Parrocchia Duomo-San Pietro spirituale l’affresco della “Resurrezione” di Piero della Francesca, scelto come copertina della nuova edizione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Nel pomeriggio, il gruppo si è spostato presso l’eremo dei frati cappuccini per la messa. La giornata si è conclusa in allegria con una castagnata. I prossimi appuntamenti del settore Adulti sono un incontro con don Tonino Bello a Fabriano il 22 gennaio ed una serie di iniziative durante la PrimaverAc. - Altre iniziative? “Siamo poi impegnati nel sostenere una scuola di formazione professionale costruita da Luciano Pavarotti vicino al lago Atitlàn e consegnata alla Fondazione che però ha bisogno di fondi per garantire a tanti giovani indios il diritto allo studio ed alla formazione. Stiamo ragionando su come intervenire a sostegno di Moloj che significa Saperi Maya. E’ un’associazione fondata da Rigoberta ed altre donne maya che organizza solo donne con l’obbiettivo di prepararle alla gestione della cosa pubblica. In pratica si tratta di formare delle nuove amministratrici, rivolgendosi alla parte della popolazione che finora è stata più oppressa ed emarginata. Vista la situazione in Guatemala le richieste sono sempre tante e noi facciamo ogni sforzo (spesso anche personalmente) per non deludere le aspettative. Godiamo comunque di molta fiducia nelle Marche e non solo, per cui, eccetto pochi casi di mancato rispetto degli impegni presi da parte dei nostri interlocutori italiani, riusciamo quasi sempre ad essere presenti e puntuali”. - Nei giorni scorsi io e miei amici con i quali sono stato in Guatemala nel marzo scorso seguendo un itinerario da te consigliato, abbiamo potuto rivedere a Maiolati, presso la tua abitazione, padre Clemente da noi incontrato in Guatemala, a Sacapulas, presso la sua vastissima parrocchia. Quali sono state le occasioni che ti hanno fatto conoscere un sacerdote così impegnato nella sua missione verso il prossimo? “Ho conosciuto padre Clemente Peneleu a San Pedro Jocopilas nel Quichè in occasione del matrimonio di Rigoberta con Angel Canil, al quale io ho avuto l’onore, assieme ad un altro italiano, di essere invitato. Mi ha subito colpito il suo impegno ed il suo entusiasmo”. - Quali progetti si stanno realizzando insieme con padre Clemente? “Con lui abbiamo collaborato in diversi progetti tra i quali uno cofinanziato dalla parrocSegue a pag. 6 Dal Vangelo secondo Marco Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: “Ecco, io mando il mio messaggio davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”, si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: “Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con l’acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”. Siamo invitati a convertirci di Adriana Borgognoni Una voce che si leva alta (il verbo greco boáo ci dice che è un grido forte e riecheggiante) nella desolazione di un deserto. Un uomo, Giovanni, messaggero di Dio, che predica la conversione (metánoia: cambiamento di mentalità, e dunque cambiamento radicale di vita). Una moltitudine di gente che si lascia toccare da questo invito, decide di abbandonare la vita di prima e accorre da tutta la regione circostante per confessare i propri peccati. Quella voce vuole arrivare anche a noi per dirci che il Signore è ansioso di incontrarci; ma dobbiamo metterci per via. Via diversa da quella che abbiamo imboccato, che stiamo percorrendo, e in cui tanti ostacoli e deviazioni rendono difficile l’incontro: “preparate la strada…raddrizzate i …sentieri…”. Forse la nostra vita è già un deserto, ma ingombro di altre “voci”, troppo alte e insistenti perché “quella voce” trovi spazio. In un deserto diverso il Signore ci chiama, un “luogo appartato” in cui possiamo ritrovare noi stessi e lasciare che Cristo parli al nostro cuore. Per incontrarlo bisogna “uscire”: la gente “accorreva”, leggiamo nel testo, ma il verbo usato dall’evangelista, exeporeúeto, rimanda ad un’ “uscita”, ad un esodo. L’esodo dall’Egitto, appunto. Bisogna, cioè, essere disposti a mettersi in discussione, a interrogarsi sui valori che ci siamo dati, ad abbandonare false sicurezze che non ci salvano dalla disperazione, a riconoscere che il peccato ha offuscato la nostra coscienza. E andare. Per dare a Cristo le redini della nostra esistenza. E se per grazia lo abbiamo già incontrato, ora tocca a noi levare la voce. Non come uomini “arrivati”, che si fanno predicatori dall’alto di una vita che troppo spesso non convince nessuno, ma come Giovanni: sapendo bene di non contare nulla, di essere indegni anche di slacciare i sandali a Gesù. Meno che schiavi. Ma battezzati nello Spirito Santo, immersi nella vita di Dio. Il nostro amministratore Antonio Quaranta entra nell’OFS Domenica 20 novembre la Fraternità Francescana Secolare di “San Francesco d’Assisi” ha celebrato la festa della sua patrona Santa Elisabetta. Durante la Celebrazione eucaristica la consorella Sara Brunetti ha celebrato i suoi 50 anni di appartenenza all’Ofs e il diacono Antonio Quaranta, amministratore di questo settimanale, ha emesso la sua professione solenne, entrando così a far parte della famiglia francescana. Il clima era quello delle grandi occasioni in cui la gratitudine a Dio, la gioia e la commozione erano visibilmente palpabili. Ad Antonio Quaranta il benvenuto di tutta la famiglia francescana e l’augurio di esse- re un entusiasta seguace di Francesco d’Assisi. Cultura, spettacoli e dintorni Monaci e cultura Monasteri medievali Il peso terribile della solitudine Un contributo alla civiltà europea di Alvise Cherubini Su “Voce della Vallesina” del 6 novembre scorso, a conclusione del mio articolo intitolato “Ordini religiosi veicolo di civiltà”, articolo polarizzato in particolare sulla celebre abbazia di Cluny, promotrice dell’Ordine monastico cluniacense, affermavo: “Frattanto, nel 1098, veniva creato in Francia un nuovo Ordine monastico, fondato dall’abate Roberto di Molesme, Ordine ispirato ad ascetismo e ad una stretta osservanza della “regola benedettina”, il quale si anche queste giunte a noi in discrete condizioni e alle quali si riserverà una specifica – ancorché sintetica – trattazione. Quale che sia la nazione o la regione in cui sono sorte, le abbazie cistercensi diedero un notevole contributo allo sviluppo e al progresso dell’agricoltura, contributo importante in quanto nel lungo periodo medievale l’agricoltura ha costituito un elemento fondamentale del sistema economico e produttivo: in tale ottica si comprende meglio l’impegno svolto dai monaci cistercensi nel bonificare terreni acquitrinosi o incolti e abbandonati e come tali favorenti tra l’altro il diffondersi della malaria; e si comprende meglio come i suddetti monaci abbiano avuto una qualche cura anche del sistema stradale più o meno circostante alle loro chiese e ai loro monasteri, almeno fino a quando tale impegno non passò doverosamente ai comuni circostanti. L’abbazia di Chiaravalle Milanese Si aggiunga che in sarebbe diffuso ampiamente in alcuni dei suddetti monasteri e Francia ed anche in altre nazioni, abbazie si sono conservati docuItalia compresa.” menti antichi, ovviamente manoTale nuovo Ordine monastico scritti, i quali hanno contribuito e ebbe come centro iniziatore e contribuiscono al progresso degli propulsore l’abbazia di Citeaux, studi storici riguardanti territori in latino “Cistercium”, sorta e insediamenti vicini e lontani. anche questa in Borgogna e fonL’abbazia di Fiastra, non lontana data da San Roberto nel 1098: da Macerata, è un prezioso esemtale abbazia divenne poco dopo, pio al riguardo. per iniziativa di san Bernardo di Riprenderemo in seguito l’ar“Clairvaux” (in lingua italiana gomento, utilizzando anche pre“Chiaravalle”), il centro di un gevoli studi che in questi ultimi altro grande Ordine monastico, tempi sono stati compiuti e publ’Ordine cistercense. blicati riguardo alle due grandi Tale nuovo Ordine monastico abbazie marchigiane di Chiaebbe grande e rapido sviluppo, ravalle di Castagnola e di tanto che alla morte del suddetto Chiaravalle di Fiastra, studi di santo fondatore, avvenuta nel cui doverosamente ricorderemo 1153, l’Ordine monastico cistergli autori. cense poteva annoverare ben 343 Per il momento mi limito a abbazie, la maggior parte delle segnalare un fondamentale stuquali sorte in territorio francese, dio del compianto docente unile rimanenti, invece, sparse nelle versitario Febo Allevi, che mi nazioni limitrofe, tra cui l’Italia onorò della sua amicizia, studio nel cui ambito furono fondate – riguardante abbazie e monasteri tra le altre – le abbazie di dell’area centro – meridionale Chiaravalle Milanese e di della regione marchigiana e intiChiaravalle della Colomba (prestolato “I benedettini nel Piceno e so Piacenza), l’abbazia di San i loro centri di irradiazione: conGalgano, (suggestiva nei suoi tributo storico – letterario alla possenti e cospicui resti che si nozione di continuità”, in Studi levano verso il cielo nel silenzio maceratesi, 2, I Benedettini nelle della campagna senese), le abbavalli del Maceratese, Atti del zie, meglio conservate, di secondo Convegno del Centro di Fossanova e di Casamari, enStudi Storici maceratesi, 1966, trambe nel Lazio, le abbazie marpp. 9 – 126: si tratta di uno studio chigiane di Chiaravalle, presso di elevato livello storico e cultul’Esino e di Chiaravalle di rale, che fa onore alla nostra Fiastra, a sud-ovest di Macerata, regione. Il racconto mai scritto 3 Bagnacavallo Ebe Stignani straordinaria “Gran Vestale” di Marco Palmolella Bari, mercoledì 23 novembre Avviandomi alla fermata dell’autobus stasera, dopo le 16, per tornare dal quartiere San Paolo a Bari città, non ho potuto fare a meno di raccogliere per strada, nonostante il gelo che mi faceva scivolare la macchinetta dalle mani e il peso dello zaino e della borsa, questa bellissima immagine di speranza...e sì che stasera ne avevo bisogno... Ho visto piangere un padre nel modo più struggente che mai mi è capitato... Ha perso il figlio di leucemia (è molto diffusa qui) e ora si è impegnato a far sì che questi bambini, molto spesso malati terminali, possano avere la possibilità di essere curati a casa... Stasera ricordava, parlando del figlio di soli sedici anni, che lui gli diceva di non soffrire tanto perché stava morendo ma per la mancanza di un amico... Non aveva amici, sentiva tutto il peso terribile della solitudine, e quello l’ha ucciso più della malattia... Noi li stiamo aiutando aderendo a delle iniziative per il Natale Paola Cocola Sabato 26 novembre, al cimitero di Bagnacavallo (Ravenna), si è svolta una semplice cerimonia in ricordo della mezzosoprano Ebe Stignani, nata l’11 luglio 1903 e deceduta il 6 ottobre 1974. La soprano, cui è dedicato il teatro di Imola, ebbe una lunga e formidabile carriera iniziata al San Carlo di Napoli nella stagione 1924-25 e proseguita tra i più importanti teatri del mondo. Fu anche molto generosa: dopo l’alluvione di Firenze, nel 1966, fece dono al teatro Comunale di Firenze dei costumi e gioielli di scena che l’avevano accompagnata nell’arco della sua carriera e poi confluiti in un’apposita mostra. Nella stagione 1926-27 esordì alla Scala, teatro dove ha lascito Concerto inaugurale “Amici della Musica” Da Mozart a Weber Nel salone del Museo Diocesano di Augusta Franco Cardinali Nel salone del Museo Diocesano è stata inaugurata, il 19 novembre, la Stagione Concertistica degli “Amici della Musica”. Nel piccolo, elegante teatro era presente un pubblico da “tutto esaurito” per ascoltare il Quartetto d’Archi “A. Postacchini”, composto da Luca Marziale ed Elisabetta Matacena (violini), Claudio Cavalletti (viola) e Andrea Agostinelli (violoncello), strumentisti diplomati con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio di Pesaro. Costituito nel 1995, il complesso è oggi attivo sia in Italia che all’estero con un repertorio molto vasto e musiche anche espressamente composte per il quartetto. A loro si è aggiunto Sergio Bosi, primo clarinettista della Filarmonica Marchigiana, anche lui diplomato a pieni voti, giovanissimo, al Conservatorio Agrochimica giardinaggio e agricoltura Via Roma, 6 - Località Macine tel. 0731.813058 - 60032 CASTELPLANIO (AN) - Settore agricoltura - Settore vinicolo - Laboratorio analisi vini - Giarninaggio - Macchine e attezzi - Impianti di irrigazione Presso L’enoteca regionale di Jesi, mercoledì 23 novembre ore 11,30 a cura della delegazione marchigiana dell’associazione “Le donne del vino”, ha avuto luogo la presentazione del Premio letterario nazionale “Il racconto mai scritto” con riferimenti al mondo del vino e ad una donna. Il premio si concluderà nell’aprile del 2006 in occasione del “Vinitaly” di Verona. La giuria finale è composta da personaggi del mondo della cultura e comunicazione fra cui Fabrizio del Noce, Sergio Zavoli, Sveva Casati Modigliani, Mario Cervi. Nella foto, alcune donne marchigiane che fanno parte dell’associazione; con Nazzarena Ceci Togni (la prima a sinistra) dell’azienda agricola “Enrico Ceci” di San Paolo di Jesi, Refe Chiara di “Fattorie Laila” di Mondavio, Serenella Randelli, responsabile regionale dell’associazione, ed Eliana Calabria di San Severino Marche. (fotoservizio Anna V.Vicenzoni) Domenica 4 dicembre 2005 di Pesaro. E’ già lunga la sua esperienza che conta numerose tournées, incisioni e importanti riconoscimenti critici. Non di frequente tuttavia qui a Jesi la sua abilità è stata messa in luce in concerti solistici. Nell’anno delle celebrazioni mozartiane non poteva non essere dedicato al Salisburghese almeno parte del programma. Ad introdurlo è stato il ‘Quintetto K 581’, opera equilibrata, serena, che appartiene alla piena maturità del compositore. La spumeggiante leggerezza dell’interpretazione, inconfondibile cifra della musica cameristica mozartiana, ne ha fatto intendere anche l’intimo carattere. Anche se la distanza è solo di pochi anni, appare già romantico il clima del ‘Quintetto per clarinetto e quartetto d’archi’ di C.M. Concerto di Natale Alle ore 21 di giovedì 8 dicembre al teatro Pergolesi “Concerto di Natale” con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Renato Piemontese, che eseguirà musiche di Wolfgang Amadeus Mozart von Weber, successivamente messo a confronto con l’opera mozartiana. Un acrobatico virtuosismo è riservato soprattutto al clarinetto, strumento romantico per eccellenza, particolarmente prediletto da Weber che ne sfruttò ed esaltò tutte le risorse. La varietà dei colori e degli spessori timbrici richiede al massimo grado sensibilità espressiva ed agilità tecnica, costituendo una prova di eccezionale difficoltà. Sergio Bosi l’ha superata ‘en souplesse’, quasi un gioco facile, un divertimento. La Stagione dunque è iniziata bene e bene promette ancora. Il prossimo concerto è previsto per domenica 11 dicembre (ore 17,30). Ancora nel salone del Museo Diocesano si esibirà un chitarrista appena quindicenne, Riccardo Calogiuri: una vera rivelazione, assicurano. un ricordo indelebile: questo il motivo che ha mosso un qualificato gruppo di melomani milanesi ad organizzare questa cerimonia che si è conclusa con il ricordo storiografico dei più grandi successi del soprano romagnolo. Anche il Conservatore dell’Archivio, Biblioteca, Museo “Gaspare Spontini” ha assistito alla commemorazione: infatti Ebe Stignani è stata una grandissima interprete spontiniana, specializzata nel ruolo di Gran Vestale ne “La Vestale” di Spontini. La prima volta nel 1933, quando insieme alla magica Rosa Ponzillo, Giulia, partecipò al Maggio Musicale Fiorentino. Ritornò ad interpretare “La Vestale” nei duri anni della guerra; a Roma, l’8 dicembre 1942, “La Vestale” inaugurava per la seconda volta la stagione lirica della capitale. La direzione fu affidata al maestro Tullio Serafin; tra gli interpreti Maria Caniglia (Giulia), e Ebe Stignani, ancora Gran Vestale; tra gli interpreti maschili Tito Gobbi (Cinna). “Ebe Stignani, incisiva nei recitativi, calda nell’accento”, così scriveva la critica nel 1942 per definire la voce dal gradevolissimo timbro, morbido, capace di grandi estensioni grazie ad una tecnica sopraffina. Nel 1954 fu il teatro alla Scala di Milano ad inaugurare la stagione lirica con “La Vestale”. L’avvenimento fu di interesse mondiale, irripetibile anche per la presenza della sublime Maria Callas. Entrambe le soprano furono poi immortalate dalla copertina di Walter Molino sulla Domenica del Corriere. Domenico Palmolella ebbe la determinazione e la fortuna di vedere entrambe le recite con la Stignani, sia quella di Roma del 1942, sia quella milanese del 1954 e a Majolati se ne conservano ancora i libretti di sala. L’edizione del ’54 è ancora ascoltatissima (diffusa qualche mese fa anche dalla Radio Vaticana). Nella foto in alto, il ritratto di Ebe Stignani ripreso dal libretto di sala del Teatro dell’Opera di Roma, 1942. Nell’altra foto, la copertina della Domenica del Corriere del 12 dicembre 1954 con Maria Callas ed Ebe Stignani, interpreti de “La Vestale” nella serata inaugurale della stagione lirica milanese. 4 Jesi e Vallesina Domenica 4 dicembre 2005 Stagione di prosa La serva spadroneggia di Augusta Franco Cardinali E’ appena calato il sipario sulle disavventure dell’ultima Stagione Lirica (anche a Fermo, causa sciopero, è stata soppressa una replica) ed eccoci alla Stagione di prosa con “La donna vendicativa” di Carlo Goldoni, primo degli spettacoli in abbonamento. La commedia, raramente rappresentata, appartiene ad anni non tranquilli dell’autore, quando erano in atto a Venezia dispute accesissime tra “chiaristi”, cioè i fans dell’ampolloso, pedante e cervellotico poeta e scrittore Pietro Chiari, e i “goldoniani” che parteggiavano per il più schietto Goldoni. Il quale però, anche se a lungo preso di mira da invidiose invettive, riuscì a mantenere calma e dignità e a continuare a produrre per il teatro. “La donna vendicativa” non è fra i suoi più celebri lavori, anche se l’argomento che sostanzialmente tratta – l’arrivismo – potrebbe trovare riscontro in ogni tempo e in ogni società. Ne è protagonista Corallina, una serva astuta che spadroneggia in casa del vecchio, facoltoso Ottavio. Ruba, inganna con moine, mente con spudoratezza. Pretende anche di conquistare l’azzimato, ricco Fulgenzio; che non è uno stinco di santo, ma che frequenta la famiglia al fine di riuscire a sposare l’innamorata Rosaura, figlia di Ottavio. Un po’ strega, un po’ seduttrice, questa calunniatrice e diabolica arrivista concepisce una serie di stratagemmi per raggirare tutti. Ma sarà alla fine smascherata, magari per caso fortuito, in un movimentato finale, con entrate, uscite, andirivieni farseschi. Corallina verrà allora generosamente perdonata, ma anche definitivamente allontanata dalla casa. Immancabile è la morale: un invito all’onestà. Ecco che cosa avviene a chi intende vendicarsi di coloro per i quali prova gelosia e invidia Nell’adattamento di Roberto de Simone la commedia è stata variamente elaborata e contaminata. La vicenda è stata trasportata negli anni ’30 per consentire un’accesa caratterizzazione di alcuni personaggi; il linguaggio è stato “ringiovanito” con l’introduzione di fiorite, un po’ corrive espressioni della lingua parlata di oggi. Sono rimasti inalterati invece i nomi, tipici della commedia dell’arte dalla quale pure, ma senza ulteriori emendamenti, è stata tratta la maschera di Arlecchino, servitore goffo e astuto. E’ stato aggiunto da De Simone un originale e indovinato commento musicale: una parodia, appena accennata e affidata a due solisti di corno, de “Le quattro stagioni” di Vivaldi e de “La serva padrona” di Pergolesi. Tra gli interpreti risaltavano una sensuale, pimpantissima Maddalena Crippa (Corallina) e Cosimo Cinieri, nel ruolo di Ortensio, ingenuo, irascibile, credulone, per miracolo scampato dalle sue grinfie: inoltre, con spiccate caratteristiche, Luciano Roman, Renata Fusco, Leonardo Petrillo, Ciro Damiano, Maria Rosaria Carli, Giuseppe Ranosa. Molto cordiale è stata l’accoglienza del pubblico. Operazione salvacuore “Schiaccia le malattie cardiovascolari con... le noci” Convegno rioni ha iniziato giovanissimo la sua attività politica militando sin dal 1940 in movimenti antifascisti clandestini. Nel 1943-44 ha fatto parte della Resistenza nella V. Brigata Garibaldi ottenendo la croce al merito di guerra. E’ assessore nel Comune di Jesi subito dopo la liberazione e successivamente nel partito d’Azione divenendone segretario provinciale, regionale e membro del Comitato centrale. Allo scioglimento del partito d’Azione, confluisce nel Partito Socialista Italiano e ricopre vari incarichi, tra i quali quello di segretario provinciale. Eletto più volte consigliere comunale, nel 1960 è vice presidente della Provincia di Ancona. Dal 1962 al 1965 e dal 1967 al 1970 è sindaco di Jesi.. Dal 1965 al 1967 è di nuovo in Provincia come vice presidente e assessore alle Finanze. Dal 1970 al 1978 è presidente della Provincia. Nel 1981 viene nominato presidente della Cassa di Risparmio di Jesi, carica che ricopre fino al 1994. Muore il 31 luglio 1998. tardi possibile e con le conseguenze più lievi, attraverso una prevenzione mirata e personalizzata che può venire solo da importanti risultati di Ricerca. fotoservizio di Paola Cocola Come annunciato, venerdì 2 dicembre (ore 15,30) al Palazzo della Signoria si svolgerà il convegno su “Alberto Borioni e il suo tempo”. Presieduto dall’ex sindaco e senatore Aroldo Cascia, il convegno si aprirà con i saluti di Fabiano Belcecchi (sindaco di Jesi), Tonino Perini (presidente della Banca delle Marche), Federico Tardioli (presidente della Fondazione Carisj) e Fabio Fazi (sindaco di Cupramontana). Le comunicazioni scientifiche saranno di Pietro Rinaldo Fanesi (Università di Camerino), Marco Severini (Università di Macerata), di Francesco Chiapparino e Marco Moroni (Università Politecnica delle Marche). A seguire, gli interventi di Cesare Serrini (Circolo “Pertini”), Maurizio Fabiani (Circolo “Lombardi”), di Enzo Pesciarelli (Istituto “Gramsci”), Gilia Volpotti e Giuseppe Tamburrano (“Fondazione Nenni”). Conclusioni del presidente della Provincia, Enzo Giancarli. Profilo biografico Alberto Borioni nasce a Cupramontana il 13 novembre 1923. La famiglia si trasferisce a Jesi nel 1926 e a Jesi Alberto Borioni trascorre tutta la sua vita. Laureatosi in lettere a Roma nel 1947, insegna italiano e latino nelle scuole superiori di Jesi e successivamente è preside di Scuola Media a Filottrano, San Marcello, Belvedere, Morro d’Alba, Cupramontana e Jesi. Alberto Bo- Per il Lions Club di Jesi il prof. Filippo Mignini presenterà, venerdì 2 dicembre, una relazione su: “Padre Matteo Ricci: l’Europa alla corte dei Ming”. Affronterà non solo argomenti di natura storica, ma entrerà anche nella valutazione di problematiche oggi esistenti nei rapporti fra l’Occidente e la Cina. Il prof. Mignini è reputato come il più esperto sinologo presente in Italia. Lo scorso anno ha curato due importantissime mostre sul grande gesuita marchigiano, a Macerata e al Complesso Monumentale del Vittoriano a Roma. A Palazzo Ripanti Di fronte alle coppie di fatto Conferenza promossa dal Meic di Lucia Romiti Un confronto vivace, un dibattito molto partecipato su un tema che coinvolge gli animi e le menti dei cattolici italiani. “Chiesa e società di fronte al problema delle coppie di fatto”. Questo il titolo della conferenza promossa dal Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) di Jesi e tenutasi lo scorso martedì 22 novembre a Palazzo Ripanti. Relatori, l’avvocato Marcello Pentericci e il prof. Vittorio Massaccesi. Delineate due dimensioni. Quella della legge italiana e quella della posizione della Chiesa. Tanti gli argomenti toccati dalla questione; da quello pedagogico, a quello sociale, a quello politico. Come lo Stato si deve porre di fronte alle istanze delle coppie di fatto? Secondo l’avv. Pentericci non si può non tener conto dei cambiamenti avvenuti nel tempo, ed è necessario che il Parlamento diviso tra posizioni massimaliste e conservatrici - intervenga a livello legislativo. Inutile, dunque, sempre secondo l’avvocato, appellarsi tenacemente all’articolo 29 della Carta costituzionale che parla di diritti della famiglia intesa come “società naturale fondata sul matrimonio”. “Non è più il tempo del ‘no’ - spiega convinto - Nessuno, credente o non credente, può credere di discutere di questi problemi senza dare soluzioni positive”. La pensa più o meno allo Telefono Azzurro festeggia con i bambini di fotoservizio Paola Cocola Borioni e il suo tempo gi elle Nella foto, del 6 maggio 1968, il sindaco Borioni incontra l’on. Aldo Moro, presidente del Consiglio dei Ministri, giunto in visita a Jesi. stesso modo il prof. Massaccesi che, in un excursus di dichiarazioni - estrapolate dai giornali - di alcuni esponenti della gerarchia ecclesiastica, riassume la posizione della Chiesa. Di chiusura totale all’eventualità giuridica delle coppie omosessuali. E anche, pur con qualche apertura al dialogo, ai provvedimenti del diritto privato sulle coppie di fatto. La preoccupazione della Chiesa – come spiega Massaccesi – è che, in un futuro più meno lontano, si arrivi alla parità giuridica tra matrimonio e convivenze. Moie: artigianato artistico africano Il gruppo missionario di Moie che collabora con le Missioni Estere Cappuccini dell’Etiopia sarà presente con una esposizione di oggetti di artigianato artistico africano in occasione del Mercatino di Natale che si svolgerà per l’intera giornata di domenica 11 dicembre in piazza Kennedy a Moie e durante la festa natalizia del 18 dicembre, sempre in piazza Kennedy. La responsabile, Edda Guerro, invita anche a sottoscrivere un’adozione a distanza con i bambini etiopi, sostenendo così, al costo di un caffè al giorno, la loro crescita e quella della loro famiglia. Celebrata con una torta simbolica a Palazzo dei Convegni – su iniziativa degli operatori di Telefono Azzurro- la sedicesima Giornata dell’infanzia e dell’adolescenza, in ricordo di quel 20 novembre del 1989 che vide, con l’approvazione all’unanimità della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia da parte dell’Assemblea Generale dell’Onu, l’ingresso effettivo dei diritti dei bambini nell’universo dei diritti umani. L’esposizione dei manufatti in creta dipinti a mano di Michetti Domenico, di Fabriano; dei disegni e dei quadri di Samuela Cerquetella e dei fumetti di Marco Temperini, ha posto in particolare l’accento sul diritto al gioco e all’espressione artistica. A entrambi si è dato ampiamente spazio, sabato 26, anche attraverso la realizzazione di laboratori con la creta e con la pasta di pane, che hanno visto la partecipazione numerosa- oltre sessanta- degli alunni della scuola elementare Mestica. Le iniziative di Telefono Azzurro continuano, a favore dell’infanzia, con la visita settimanale del suo gruppo Clown ai piccoli pazienti dell’ospedale di Jesi , e con quella di Babbo Natale nelle varie scuole. Microcosmo jesino Speranze e nostalgie degli Anni Cinquanta Cna e Occidente Proprio le noci - ricchissime di grassi polinsaturi, che proteggono efficacemente il cuore riducendo il livello di colesterolo, diversamente dai grassi saturi che ne favoriscono l’aumento; e di arginina, aminoacido essenziale per la salute delle arterie in quanto previene i fenomeni di arteriosclerosi e dilata i vasi sanguigni - se assunte con costanza e moderazione, aiutano a tenere “pulite” le arterie e costituiscono un buon carburante per l’intero organismo. Altri composti, sempre a base di noci, aiutano a prevenire le irregolarità del battito cardiaco e a migliorare il tono dell’umore. È quanto i volontari di Conacuore (coordinamento nazionale del cuore) - organizzazione Onlus con novantadue sedi di volontariato - hanno fatto sapere ai passanti che, nei giorni del 25-26 e 27 novembre, in piazza della Repubblica, hanno acquistato dalla bancarella di “Operazione salvacuore”, sacchetti colmi dei benefici frutti. L’iniziativa – che rientra nella Campagna nazionale per la prevenzione e la ricerca sulle malattie cardiovascolari - ha avuto come scopo quello di “creare un Fondo destinato alla ricerca, che alimenti l’impegno degli studiosi e sostenga azioni di prevenzione capillari e concrete”. Parlano chiaro a proposito i dati Istat che attribuiscono il 40 per cento della mortalità, in Italia, alle malattie cardiovascolari. Stima pesante sia per il carico di sofferenza che va a gravare sul malato e la sua famiglia, sia per il peso dei costi che vanno ad incidere sul Sistema sanitario nazionale. Ogni anno, sono più di un milione i pazienti ricoverati, per un costo totale di oltre ottocento milioni di euro. Diventa pertanto indice di responsabilità comune non accontentarsi di far “riparare” cuori ammalati, ma di fare in modo che si ammalino il più XVI Giornata dell’infanzia e dell’adolescenza Di Emanuele Ramini la Gei (Gruppo Editoriale Informazione) ha recentemente pubblicato il libro “Quegli anni ’50: Jesi tra speranze e nostalgie”. Il volume, presentato il 25 novembre nella Sala Maggiore del Palazzo della Signoria, è il secondo scritto dall’autore che nel 2001 aveva dato alla stampa “La nostra guerra 1940-45”. Diversi sono stati gli interventi che hanno animato la manifestazione. Il primo è stato di Rolando Romagnoli che ha illustrato la varia attività della Gei, che cura la pubblicazione di “Jesi e la sua valle” e di libri. Successivamente Dino Mogianesi, direttore di “Jesi e la sua valle”, ha parlato del libro non solo come di una raccolta di ricordi, ma come di una ricostruzione critica degli anni ’50, intervallata da una decina di interviste e testimonianze. “Non tutto è stato riportato – ha precisato – ma è grande la ricchezza di quegli anni”. Ha poi aggiunto, citando Allen: “Se un microcosmo non è rappresentativo ha però il vantaggio di permettere uno studio preciso e dettagliato”. “La provincia di Ancona ha offerto collaborazione – ha dichiarato successivamente Enzo Giancarli, presidente della Provincia – perché l’argomento è interessante sia per Jesi che per la regione, presentando memorie che sono di tutti relative a un periodo della nostra storia, quella del secondo dopoguerra, tumultuoso e fecondo di fermenti”. Intervenendo l’assessore Leonardo Animali ha parlato dell’autore come di un ricercatore e documentarista attento. “Il libro non è un testo storico – ha commentato – ma ricostruisce la quotidianità a tutto tondo, valorizzando la memoria”. Per ultimo l’autore, illustrando brevemente la sua opera, ha rilevato che “lo scopo del libro non è soprattutto quello di dare giudizi, ma di suscitare ricordi relativi ad anni estremamente diversi da quelli di oggi; di vita più vera, più semplice, più cordiale. Forse più felice”. L’incontro si è concluso con la proiezione del documentario “Immagini del passato. Jesi anni ‘50” di Geniale Olivieri: un collage di spezzoni di pellicole girate con una cinepresa amatoriale, senza esposimetro e messa a fuoco. Sono immagini semplici, ma velate di poesia: personaggi della quotidianità incontrati per i vicoli e gli spiazzi del centro storico, vecchietti rugosi sorridenti seduti al sole accanto alla soglia di casa, donne che, nella bella stagione, cucivano all’aperto, a crocchio; massaie, artigiani, monelli, giovanotti un po’ spocchiosi. Ricordano inoltre eventi festosi: il Carnevale, il Corso dei fiori, le abbondanti nevicate, occasione anch’esse di divertimento, la raccolta e la battitura del grano nelle campagne. Il commento è di Giuseppe Luconi che ha ugual- mente collaborato con Olivieri nella realizzazione di non pochi documenti filmati di vita jesina. Occorrerebbe pure ricordare, a titolo di cronaca e a onor del vero, che Luconi è autore di oltre venti libri di storia jesina anche contemporanea e che è stato fondatore della rivista “Jesi e la sua valle” attraverso la quale da vicino era osservata e documentata la storia e la cronaca della nostra città. Augusta Franco Cardinali Aperto il sottopasso della stazione E’ stato inaugurato sabato 26 novembre, il sottopasso pedonale che collega la stazione con il parcheggio al di là della ferrovia, cioè con il parcheggio della multisala. Ha tagliato il nastro il sindaco Fabiano Belcecchi; erano presenti gli allievi dell’Istituto d’arte “Mannucci” ai quali era stato affidato il compito di decorare con illustrazioni le pareti del sottopasso. (foto Anna V.Vincenzoni) “Lavoratori artigiani dell’oro” Un’inquadratura di un recente incontro tra artigianato e scuola, nell’ambito delle iniziative promosse dalla Confartigianato di Jesi. Nella foto, gli studenti della scuola media Federico II mentre viene loro illustrato il progetto “ragazzi lavoratori artigiani dell’oro”. (foto Candolfi) Jesi e Vallesina Contrappunti L’intollerabile fastidio I progetti culturali un investimento strategico di Riccardo Ceccarelli Nei giorni scorsi con degli amici ho avuto la possibilità di visitare un’azienda del nostro territorio. Su una parete, nel settore dove erano impegnati gli operai vi era, e vi è ancora, un crocifisso. Uno del gruppo accorgendosi dell’immagine mi ha detto: “Non riesco proprio a capire cosa ci stia a fare lì quel crocifisso. In Francia in luoghi come questo è proibito metterlo”. Probabilmente non avrebbe detto nulla se sulla parete ci fosse stata l’immagine di Che Guevara o magari la riproduzione del “Il terzo stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo o, in un angolo, la fotografia di qualche donnina discinta. In nome della laicità e della libertà di coscienza insomma il crocifisso deve essere tolto. Il problema di tanto in tanto ritorna. Nelle scuole. Negli ospedali. Nei tribunali. Come il giudice Luigi Tosti che da mesi, nel tribunale di Camerino, non tiene seduta proprio perché nell’aula è presente il crocifisso. Per questo suo “non agire” il tribunale de L’Aquila lo ha condannato il 18 novembre. Ed il giudice con un “comunicato stampa” inviato per email il 22 novembre, sottolinea che quel giorno “è stata scritta in un’aula-ghetto allestita «senza crocifisso» e destinata appositamente ad uno «sporco» imputato non cattolico, una delle pagine più epiche della Giustizia italiana, perché si è finalmente inflitta una giusta ed esemplare condanna a chi, pretendendo di affiancare al sacro simbolo del crocifisso i propri falsi simboli, ha manifestato con sconfinata arroganza l’assurda pretesa di godere degli stessi diritti e della stessa dignità che la Repubblica Pontificia italiana accorda, giustamente, alla sola superiore razza dei Cattolici. […]. “Spero che la mia sentenza di condanna – contro la quale ricorrerò – sia l’inizio di un incendio che risvegli le coscienze dei sudditi italiani che non intendono più tollerare l’emarginazione e la discriminazione che parte dei Cattolici attua ai danni degli atei, degli agnostici, degli ebrei, degli islamici, dei buddisti, degli evangelisti, dei valdesi, dei testimoni di Geova e di tutti color che si identificano in religioni diverse dalla loro”. E conclude: “Ringrazio infine il Dio dei Cattolici per aver offerto a mia moglie e a me l’opportunità di conoscere Marco Pannella (presente per sostenerlo a L’Aquila) e di stringere la «zampa» di questo leone radicale che è riuscito, contro la volontà della maggior parte degli italiani, a rendere più libera e più dignitosa l’esistenza di tutti gli italiani”. Un po’ sopra le righe e un po’ slabbrata questa prosa di giudice che vuole tingerla d’ironia senza riuscirci; che poi Pannella – a dire del giudice – abbia reso “più libera e dignitosa l’esistenza di tutti gli italiani”, credo che sia tutto da dimostrare proprio nei contenuti di quella libertà e dignità dell’esistenza, confuse spesso e volentieri, seppure non da tutti, con il capriccio o l’egoismo. Ma ritorniamo al crocifisso. Esso dà proprio fastidio. Un fastidio che viene nascosto con la pretesa “imposizione della superiore razza dei Cattolici” - per usare la dizione d’altri tempi del giudice - che non darebbe libertà ad altre religioni o ad altri senza alcuna fede. A chi può dare fastidio l’immagine di un crocifisso che ci ricorda tutti i “crocifissi” della terra, che ci ricorda in ogni luogo, al di là di ogni fede, il dolore ed il sacrificio di ogni uomo e quelle “crocifissioni” e quelle violenze che troppo spesso siamo capaci di darci? Veramente fastidioso questo “segno” che ci suggerisce la dimensione creaturale e un nuovo “poter essere” e che mette in crisi la nostra “onnipotenza”. Mettiamo pure vicino al crocifisso altri simboli religiosi, ma non togliamo questo “segno” che non grida “l’arroganza dei Cattolici” ma propone, unicamente con l’esempio del protagonista, un senso della vita, del tempo e della storia. Una proposta questa ritenuta non opportuna e limitativa favorendo così un vuoto nichilismo scambiato spesso per libertà di coscienza. La presenza del crocifisso allora diventa veramente un intollerabile fastidio rivestito con una coperta troppo stretta dal valore della laicità e del rispetto per altre fedi. Alla “Savoia” Convegni di Cristina Franco Per la prima volta, il 19 novembre scorso, imprenditori, operatori culturali, esperti di fund raising ed economisti di fama internazionale si sono riuniti al teatro-studio “Valeria Morioni” per il convegno “I progetti culturali: un investimento strategico delle imprese”. La full immersion, seguita a quella di Ancona del giorno prima, è stata organizzata dalla Regione Marche e dalla Fondazione “Pergolesi Spuntini”. Dai numerosi interventi è emerso un segnale positivo nei confronti delle difficoltà in cui versano le organizzazioni culturali italiane dopo i tagli imposti dalla recente finanziaria. «La programmazione culturale deve rimanere una prerogativa pubblica, aprendosi però anche ai privati, il cui apporto finanziario è fondamentale», ha dichiarato in apertura il sindaco Fabiano Belcecchi. «È ora che la politica si esprima con una programmazione sinergica nell’uso delle risorse pure in tema di cultura, indispensabile al welfare come la questione sanitaria – ha poi affermato l’assessore provinciale Massimo Pacetti – Bisogna star bene anche nell’anima, oltre che nel corpo. Ogni volta che nasceva un problema nel mondo della cultura si pensava che creare una fondazione fosse una panacea, ma non è sempre così.. Dare contributi a pioggia per ogni singola iniziativa è sbagliato..I giovani devono conoscere l’arte più vicina a noi nel tempo, perché spesso è la più ignorata». In seguito Raimondo Orsetti, dirigente del Servizio Cultura della Regione Marche, ha aggiunto che «stiamo vivendo un mese straordinario, in cui accadranno fondamentali innovazioni di qualità. Dobbiamo sperimentare forme manageriali. Il bubbone più grosso da affrontare è il fatto che nelle Marche ci sono tre università con laureati in materie umanistiche che finiscono in disoccupazione e tante biblioteche e archivi con grossa penuria di risorse umane. Bisogna creare nel mondo un’immagine forte delle Marche, rilanciando i contenitori presenti sul territorio, creando un ‘Parco dei Teatri’ in anticipo sulla riforma legislativa della primavera 2006, necessaria perché la legge 75 del 97 ormai è abbastanza superata». Gian Mario Raggetti dell’Università Politecnica delle Marche ha invece reso noto che “l’Osservatorio Regionale e la facoltà di Economia di Ancona stanno studiando come migliorare la politica culturale: suggeriscono di creare un database dei beni culturali e artistici con i loro bilanci, struttura e funzionamento ed una rete di assessori per creare delle regole del gioco rispettate da tutti». Massimo Sterpi dello studio legale Jacobacci ha invece sfatato il luogo comune che gli Usa siano il Paese con più mecenatismo, dichiarando che “la nostra situazione è molto più propensa agli investimenti nella cultura. Non c’è più la scusa, per non donare fondi alle onlus, che non ci siano leggi favorevoli.» Il presidente della Fondazione “Cassa di Risparmio di Jesi” Federico Tardioli ha reso noto che il suo ente spende circa il 35 per cento dei fondi disponibili alle varie attività di sostegno, per i beni culturali. Ha quindi ricordato il supporto agli scavi di Castelleone di Suasa, il restauro della galleria Pianetti, del sipario storico del teatro di Montecarotto e dell’ex istituto Cuppari. Michele Trimarchi dello Iulm Milano ha quindi criticato il fatto che in Italia per la cultura si spenda, e male, lo 0,5 per cento dell’intero budget pubblico, con un incentivo allo spreco che compromette la qualità ed un settore teatrale zavorrato da se stesso. Nella tavola rotonda seguente vari imprenditori hanno parlato della loro esperienza rimarcando quanto sia importante amare il proprio territorio e non perdere la propria identità. Le conclusioni sono state affidate a Giampiero Solari, assessore alla Cultura della Regione Marche: «La cultura la devono fare i giovani. – ha detto – C’è tanto da studiare e non sapete la quantità di fondi che vanno persi. I teatri delle Marche sono aperti pochissimo, rispetto alle loro potenzialità. Possono diventare centri di ricerca, prosa e musica. Anche le biblioteche e gli archivi sembrano il massimo dell’inutilità, ma sono importanti per l’identità regionale. Il dialogo tra politica, operatori culturali e imprenditori continuerà.» L’autografo musicale di Spontini Nel numero scorso abbiamo dato notizia delle celebrazioni maiolatesi per l’anniversario della nascita di Gaspare Spontini. Nell’occasione, nei locali del museo, il sindaco Giancarlo Carbini e l’assessore alla Cultura Sandro Grizi hanno consegnato al presidente delle Opere Pie, Pierluigi Ruggeri, l’autografo musicale di Gaspare Spontini: “Mignon’s Lied” o Canto di Mignon tratto da una nota lirica di Johann Wolfgang von Goethe. Nella foto, da sinistra: Sandro Grizi, Pierluigi Ruggeri, Marco Palmolella (Conservatore dell’Archivio, Biblioteca e Museo Gaspare Spontini) e Giancarlo Carbini. www.mattoli.it Scuola e famiglia si incontrano Prosegue la serie di incontri Scuola-Famiglia organizzata dall’Istituto Comprensivo “Jesi Centro” per migliorare il dialogo e la comunicazione con le famiglie e per offrire a tutti delle occasioni di riflessione su temi attuali. Dopo l’interessante relazione del dott. Walter Piva, responsabile del Centro Antidiabetico di Jesi, sul “diabete Mellito”, è stata la volta – giovedì 24 novembre della relazione sul tema: “Le esperienze di base e lo sviluppo del Sé nel bambino” svolta presso la scuola “Savoia” dallo psicologo Roberto Costantini, presidente dell’Aspic-Counseling e Cultura di Ancona. Questo il calendario dei prossimi incontri, presso la scuola media “Savoia” (tutti alle ore 18): 30 gennaio, dott. Franco Burattini: “La relazione nella coppia genitoriale”; 16 febbraio, dott.ssa Rossella Italiano: “Vivere l’adolescenza oggi”; 21 febbraio dott.ssa Stefania Romagnoli: “Il piacere di leggere con i figli”; 15 marzo dott.ssa Marisa Campanelli:“L’ascolto in famiglia”; 7 aprile dott.ssa Loretta Mozzoni: “Percorsi d’arte, percorsi di vita”. Via Risorgimento il salotto di Moie Via Risorgimento, la direttrice che attraversa Moie: l’amministrazione comunale di Maiolati mira a farne una sorta di salotto cittadino. Allo scopo, ha programmato una serie di interventi, primo dei quali. la realizzazione di una nuova illuminazione pubblica. Tra le altre opere previste, il rifacimento degli allacci della rete idrica, l’abbattimento delle barriere architettoniche e la realizzazione di semicerchi in cubetti di porfido nel tratto dall’incrocio con via Torrette a quello con via Baracca, la pavimentazione in pietra arenaria nel tratto antistante l’abbazia di Santa Maria e in quello di fronte alla sede della Banca Popolare. “Via Risorgimento dovrà costituire il vero centro di Moie – conferma l’assessore Umberto Domizioli (nella foto) - soprattutto dopo che sarà alleggerito di gran parte dell’attuale traffico con la ricostruzione del ponte sul Fiume Esino e la realizzazione del nuovo accesso alla superstrada. In tal modo si potrà dirottare il traffico pesante sulla superstrada ed eliminare le code all’incrocio nella zona cimitero. A questo si devono aggiungere i lavori di restauri di molti edifici, agevolati anche dal contributo a fondo perduto del Comune per la sistemazione degli esterni, che stanno contribuendo ancora di più al recupero qualitativo dell’area”. Domenica 4 dicembre 2005 5 Castelbellino-Cupramontana Il monumento in Roma a Giordano Bruno Due sono stati gli avvenimenti, non separati ma contestuali, che hanno segnato la vita di Castelbellino nell’ultima settimana dello scorso ottobre: l’affollata conferenza del prof. Giulio Giorello e del suo assistente prof. Corrado Sinigaglia su “La filosofia cosmologica di Giordano Bruno” e la mostra “Il monumento a Giordano Bruno in Campo de’ Fiori di Ettore Ferrari” svoltasi presso il Museo comunale di Villa Coppetti. Del primo ha già riferito a suo tempo il nostro settimanale. Del secondo si ritiene opportuno non perderne memoria, considerato non solo il suo interesse ma anche alcuni risvolti avuti tra noi. La mostra infatti comprendeva ventitré opere-reperti inerenti il monumento eretto al filosofo di Nola nel 1889, particolari e bozzetti della sua costruzione, fotografie d’epoca ed oggettistica relativa alla scultura dovuta ad Ettore Ferrari (1845-1929). Una raccolta non facilmente reperibile e frutto di attenzione e passione da parte di Ettore Passalalpi Ferrari, pronipote dell’artista, per uno dei monumenti che ha segnato la “cultura del libero pensiero” nelle ultime decadi dell’Ottocento, alimentando quel clima polemico nei confronti della Chiesa e se vogliamo anche fortemente anticlericale all’epoca maggioritario. La mostra è stata altresì occasione propizia per ritrovare una pagina della nostra storia, seppure dimenticata, per quanto riguarda i nostri paesi, Cupramontana in particolare, e Giordano Bruno. Il Comitato Universitario esecutivo per il monumento a Giordano Bruno infatti aveva inviato una circolare il 19 aprile 1889 a tutti Comuni per concorrere alle spese del monumento: il Comune di Cupramontana partecipò ”con la tenue somma” di £. 50 deliberata il 28 maggio, proponendo nella stessa seduta di farsi rappresentare a Roma alla cerimonia dell’inaugurazione del 9 giugno da alcuni consiglieri. Furono a ciò incaricati il consigliere dott. Luigi Margutti notaio, David Borioni, Achille Umani e l’avv. Enea Vita, cuprense residente a Roma. Al momento della partenza per Roma la delegazione di Cupramontana era costituita da David Borioni, Domenico Bonci ed Orazio Ceccarelli, non essendo più disponibili per varie ragioni di lavoro ed altro il notaio Margutti ed Achille Umani; a Roma si ritrovarono con l’avv. Vita e presenziarono in Campo de’ Fiori all’inaugurazione del monumento. Per l’occasione le ferrovie praticarono sul viaggio a Roma un opportuno ribasso per le delegazioni inviate. Tutti ovviamente furono soddisfatti per la trasferta romana; l’avv. Vita in particolare scrisse al sindaco Ettore Dottori di sentirsi “onorato di rappresentare codesto Comune” e ringraziava “per la preferenza accordatami su tanti altri che più degnamente di me avrebbero potuto adempiere a un tale mandato”. Il clima nazionale di contrapposizione alla Chiesa, di cui il monumento a Giordano Bruno fu segno ed emblema, si sentiva ed incideva anche nei nostri paesi: poco dopo l’inaugurazione del monumento a Roma, l’amministrazione comunale di Cupramontana decise di cambiare nome alla piazza antistante la chiesa di San Leonardo che da sempre era stata appunto “Piazza San Leonardo” chiamandola “Piazza Giordano Bruno”. Tale denominazione si protrasse fino al 7 maggio 1929, quando fu cambiata in “Piazza IV Novembre”, intestazione cambiata dal podestà Paolo Benigni alla vigilia delle feste centenarie del martirio del Beato Angelo il cui corpo dalla chiesa dell’omonima abbazia venne trasferito per una settimana in San Leonardo, feste centenarie che videro la partecipazione del Card. Luigi Capotosti: per la circostanza venne tolto questo accenno all’antico clima tardo ottocentesco; da ricordare pure che poco prima, l’11 febbraio, era stato firmato il concordato tra Stato e Chiesa: un piccolo segno anche questo del “nuovo corso” delle cose. Sono le piccole storie di paese quale eco concreta del vissuto dell’intera nazione. Riccardo Ceccarelli Qualità garantita Mercoledì 23 al ristorante “Rusticanella” dei fratelli Nicola e Pietro Silveri, sono stati comunicati alla stampa i risultati delle ricerche che l’azienda agricola Stefano Mancinelli di Morro d’Alba ha fatto eseguire in laboratorio BioAesis di Jesi per certificare la qualità del vino da loro prodotto e denominato Lacrima di Morro d’Alba. “Il controllo genetico per ricercare il Dna del vino – è stato detto - è soprattutto a garanzia del consumatore ed apre nuovi orizzonti contro le sofisticazioni alimentari in quanto, perfezionando le metodiche, si può controllare la qualità dei prodotti destinati all’alimentazione. Nella foto, da sinistra: l’enologo Roberto Potentini e Stefano Mancinelli. (fotoservizio Anna V.Vincenzoni) 6 Jesi e Vallesina Domenica 4 dicembre 2005 Jesi per via di Paolo Marcozzi Gigli Beniamino (Via, da Via Rossini a Via Sanzio) Tenore (Recanati 1890 – Roma 1957). Esordì nel 1914 a Rovigo ed ebbe il lancio definitivo alla Scala nel 1918, nel Mefistofele di Boito. La successiva carriera internazionale lo rivelò come uno dei massimi interpreti del repertorio italiano, acclamato dal pubblico come l’erede di Caruso. Già popolarissimo, ancor più lo divenne, grazie alla duttilità e alla melodiosità della sua voce, come interprete di musica leggera (“mamma, solo per te la mia canzone vola …”) e come attore cinematografico. Giglio (del) (Via, Costa Pastorina a Vicolo Fiasconi) Non abbiamo trovato riferimenti su questo toponimo. C’è chi ci fa osservare che, tempo addietro, un residente potrebbe aver ingentilito il vicolo con un giglio di favolosa bellezza tale da diventare punto di riferimento; o che vi abitasse una famiglia di cognome Gigli (in dialetto la casa “del Giglio”, il vicolo “del Giglio...”). Forse qualche lettore può aiutarci? Ginnasio (del) (Vicolo, strada senza sbocco da Piazza Indipendenza) Il Ginnasio cittadino (fondato nel 1548 ed antico progenitore dell’attuale Liceo Classico), inizialmente ubicato al Palazzo della Signoria, fu spostato sul finire del 1500 al Palazzo dei Priori, cioè l’attuale Palazzo Comunale: accoglieva gli allievi (ovviamente solo maschi) un’ampia unica stanza che dava verso lo stretto vicolo e dove esercitavano insieme il loro lavoro i due Maestri (il Magister ed il Repetitor). Giorgini Giovanni Battista (Via, da Via XV Settembre a Corso Matteotti) Letterato e patriota (Lucca 1818 Montignoso, Massa, 1908). Professore di diritto penale, sposò Vittoria, figlia di A. Manzoni. Fu deputato e poi senatore al parlamento italiano. Scrisse opuscoli politici, fra cui Sul dominio temporale dei papi e Dell’unità d’Italia. Seguace delle teorie linguistiche manzoniane, promosse con E. Broglio la redazione del Novo vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze (1870-97). * L’asterisco I treni della morte Un’offensiva degli Alleati anglo-americani per interrompere il transito dei «treni della morte» verso Auschwitz «non soltanto non fu posta in esecuzione, ma non fu neppure formulato un piano specifico a tale riguardo». Come è noto, furono distrutte le industrie di materie sintetiche situate vicino ad Auschwitz-Birkenau, perché considerate obiettivi di guerra, ma nessuna bomba fu lanciata sulla rete ferroviaria, né sui forni crematori, che pure erano ben visibili dalle fotografie riprese dagli aerei che perlustravano la zona. È questa l’accusa che «Civiltà Cattolica», rivista della Compagnia di Gesù, formula in un articolo di padre Giovanni Sale dedicato al tema «I dubbi sulla guerra aerea durante la seconda guerra mondiale. «Evidentemente per gli Alleati contrastare la soppressione degli ebrei in Europa non era una priorità», osserva padre Sale, che nel suo saggio cita i più importanti studi recenti sul «silenzio» degli anglo-americani sull’Olocausto e documenti inediti di fonte vaticana. «Tutto fu coperto da una sorta di cospirazione del silenzio: il nemico da abbattere era la Germania nazista e una parte dei suoi abitanti», scrive il periodico dei gesuiti le cui bozze sono rilette dalla Segreteria di Stato della Santa Sede. Nel suo articolo, padre Giovanni Sale, storico della Compagnia di Gesù, riporta anche un documento inedito da cui risulterebbe che i governi alleati vennero a conoscenza dei campi di sterminio ad Auschwitz anche attraverso fonti militari e diplomatiche. A questo proposito «illuminante» sarebbe la testimonianza di un collaboratore a Roma di Myron Taylor, rappresentante personale del presidente americano Roosevelt, l’addetto alla delegazione, F. C. Gowen. Questi, in un rapporto confidenziale redatto nel dopoguerra, scrisse: «Il Governo polacco a Londra ripetutamente informò gli inglesi e gli americani dell’esistenza di un complesso di campi di morte ad Auschwitz-Birkenau, che però veniva indicato come “Oswiecim”. Tali dettagliati e accurati rapporti furono ordinariamente “non creduti” dal Foreign Office, e conseguentemente non presi in considerazione dal Dipartimento di Stato Usa». Gowen, però, ritiene che tali campi di morte fossero ben noti ad alcuni alti ufficiali a Londra e a Washington, come erano anche ben informati dell’esistenza dei treni della morte stipati di ebrei, che da tutti i territori dell’Europa sottoposti alla dominazione nazista partivano verso Auschwitz-Birkenau. Ma, «sebbene tali cose fossero conosciute, né i campi di morte né le linee ferroviarie furono mai bombardate». Giacomo Galeazzi Una pagina di storia Il collettivo Guatemala-Moie sulle orme di Rigoberta Menchù Il culto di Santa Lucia in Jesi Segue da pag. 1 di Francesco Bonasera Vi è in Jesi la Confraternita di Santa Lucia, eretta canonicamente nella parrocchia e relativa chiesa di San Francesco di Paola. Essa si propone (in piena obbedienza all’autorità ecclesiastica) di praticare e diffondere il culto speciale di Santa Lucia. Intorno al 1624, la Confraternita aveva sede presso la chiesa di San Floriano e gestiva il vecchio ospedale degli infermi (in un vicolo adiacente il duomo, sul muro di palazzo Ripanti vecchio vi è la scritta scritta C.S.L. (Confraternita Santa Lucia) e l’immagine degli occhi, simbolo della santa. Nel 600 la Confraternita fu aggregata all’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma; in età napoleonica fu soppressa dal 1798 al 1800 poi di nuovo dal 1810 al 1822. Dopo il 1842 traslocò alla nuova sede dell’ospedale, attivo dal 1741 (per opera del Vescovo Antonio Fonseca), insediandosi in una sala attigua alla chiesa incorporata nel nosocomio dedicata a Santa Lucia. La Confraternita ebbe confiscato tutto il patrimonio per contribuire alla costruzione del nuovo ospedale diocesano (cioè territoriale), la cui struttura fu realizzata da Arcangelo Vici. Nel 1634 furono preparate a Jesi le “Costituzioni della Confraternita” in pergamena, tuttora conservate in ottimo stato presso la Cancelleria vescovile: la Confraternita, cioè, veniva riordinata (ad ogni effetto) dal Vescovo Tiberio Cenci, con sei priori e otto coadutori; una copia dello Statuto è nella biblioteca del Senato. Sono conservati in Jesi nove dipinti relativi a Santa Lucia: la tela di Lorenzo Lotto, conservata presso la Pinacoteca civica, e otto lunette (già finite nella chiesa di San Francesco di Paola) di autore ignoto (sec. XVIII). Le lunette, debitamente restaurate, narrano, in modo aggraziato ed efficace, la storia di Santa Lucia, dall’omaggio di Santa Agata (di Catania) al processo e all’esecuzione della pena di morte. Nella campagna jesina, ad oriente della città, c’è la contrada Santa Lucia con una chiesetta. Coinvolti più di 2500 cittadini Il volontariato nella nostra provincia Le iniziative a Moie e a Jesi Oltre duemilacinquecento cittadini coinvolti nell’attività di volontariato, iscritti a 447 associazioni che rappresentano il 32 per cento delle organizzazioni di tutta la regione. Questo il quadro del mondo non profit nella provincia di Ancona, presentato il 26 novembre al Csv (Centro servizi per il volontariato) in occasione della prima giornata dell’informazione e del volontariato. Un mondo sommerso, quello di chi occupa parte del suo tempo per aiutare gratuitamente gli altri, che nasconde una miriade di attività che, come ha sottolineato il presidente provinciale Alberto Astolfi, “coprono tutti i settori della vita sociale, culturale, ambientale e di solidarietà internazionale”. Il Csv è una struttura gestita direttamente dalle associazioni attraverso un direttivo eletto tra quelle organizzazioni iscritte al Registro regionale del volontariato (nella nostra zona sono 72). E’ finanziato, secondo la legge, dalle Fondazioni bancarie e, nella sola provincia del capoluogo, può contare su una sede centrale e quattro sportelli a Fabriano, Jesi, Senigallia e Castelfidardo dove l’attività per le associazioni viene gestita da tre operatrici. Il tutto senza alcun costo per tutte le associazioni della provincia. Il Csv mette a disposizione una serie di professionalità che coprono tematiche di vario tipo: dall’amministrazione e fisco alle problematiche legali, dall’informatica, all’organizzazione e alla gestione delle associazioni fino al marketing e alla comunicazione. Solo nei primi sei mesi dell’anno, ha fornito materiale di grafica e stampa per oltre 80 mila euro. Ha creato, con il Gruppo Solidarietà di Moie, un’importante centro di documentazione e organizza corsi di formazione per tutti i volontari. Ha prodotto un software per la contabilità e si è iscritta come soggetto accreditato per il servizio civile. Una scelta, questa, che permetterà anche alle associazioni più piccole di avere giovani a disposizione per alcune ore alla settimana. Molte le attività di promozione alla cittadinanza, tra le quali le feste del volontariato e la campagna di promozione che ha visto distribuire in maniera capillare volantini per stimolare alle attività non profit. A Jesi, l’Avulss sta portando avanti, insieme a Telefono Amico, Auser, Gruppo solidarietà, Agesci, Comune e i grup- pi teatrali “El Passì” e “Il sipario”, “La fucina della diversabilità”, un punto di incontro aperto vicino alla Casa di riposo dove, due pomeriggi alla settimana, si incontrano persone diversamente abili e vengono coinvolte in attività ricreative e di sostegno. “Un modo per far stare insieme giovani affetti da handicap e anziani – ha spiegato Maria Cristina Paris dell’Avulss di Jesi – che, attraverso attività manuali e teatrali, si raccontano e si sostengono a vicenda”. Un percorso che porterà ad uno spettacolo proposto ai bambini delle scuole che si impegneranno, a loro volta, nell’esprimere con parole o disegni ciò che hanno appreso. Del risultato del lavoro dei diversamente abili e degli scolari ne verrà fatta una pubblicazione. chia San Lorenzo di Cupramontana. Poi abbiamo inserito in quel territorio dei volontari di Udine che ancora ci operano. Quando Clemente è stato trasferito a Sacapulas noi lo abbiamo seguito, continuando a finanziare diversi progetti di borse di studio per giovani indios. Il Comune di Sacapulas è vastissimo, molto povero. Da due anni è senza amministrazione comunale né sindaco. In Guatemala succede anche questo. Con Clemente ho vissuto alcune esperienze in vari villaggi indigeni dell’altopiano che mi hanno colpito moltissimo e che non dimenticherò facilmente. Ora stiamo discutendo di due progetti. Il primo riguarda Sacapulas ed il problema dei rifiuti urbani che, in assenza dell’amministrazione comunale, non vengono raccolti né smaltiti. Vedremo come e se potremo intervenire coinvolgendo magari le strutture esistenti in Vallesina, se accetteranno”. - Il secondo? “Il secondo riguarda i danni dell’uragano Stan. Clemente è originario di San Pedro la Laguna sul lago Atitlàn, confinante col Comune dove sono scomparsi due villaggi travolti dall’acqua e dal fango. L’idea è quella di finanziare attraverso i gruppi italiani (Torino – Milano – Verona – Maiolati Spontini e Roma) l’acquisto di un terreno da parcellizzare poi e darlo a famiglie di indigeni per “rifarsi una vita”. Noi siamo impegnati per una quota di 15.000 euro da qui all’estate prossima. Clemente sarà il responsabile del progetto in Guatemala e quindi il nostro referente. Il Collettivo Guatemala-Moie ha aperto un conto corrente presso la Banca Popolare di Ancona filiale di Moie che da sempre ci è molto vicina e che ringraziamo. Il numero di conto è 3392 intestato al Collettivo GuatemalaMoie e credo che insieme, con un piccolo impegno ciascuno, potremo fare molte cose per questo Paese e questo popolo che sono stupendi. Giova ricordare comunque che il Collettivo è a disposizione di chiunque voglia conoscere il Guatemala, per l’organizzazione di un viaggio come quello fatto da lei ed i suoi amici”. v.m. Scuola di taglio e cucito Cri Style di Maria Cristina Cesari (ex Labor di Severina Palermi) Opera da 40 anni con corsi permanenti, professionali e progressivi. Lezioni a carattere individuale con sistema didattico esclusivo. Le iscrizioni sono aperte durante tutto l’anno. Corsi di: hobbistica uso familiare, modellista, sarta - fashion designer. JESI - Via Ugo la Malfa, 24 tel e fax 0731.202894 - 202893 cell. 340-3892799 - 347-5475149 - mail [email protected] Sport La mostra di Argalia a San Nicolò Basket Storie di donne in digitale di Giorgia Barboni “Una donna è la storia delle sue azioni e dei suoi pensieri, di cellule e neuroni, di ferite e di entusiasmi, di amori e disamori”. Scrive così Marcela Serano in Antigua, Vita mia. Ed è esattamente la sensazione che si prova nel guardare le foto di Adriana Argalia, “Ritratti, orizzonti femminili”. Tante storie. Storie di donne catturate nel massimo della loro femminilità e della loro fragilità, storie di bambine che fanno il bagnetto e che ti sfidano, dietro un paio di occhiali rossi. Tutto questo è Adriana Argalia, fotografa jesina che si lancia da sola nel mondo della fotografia e “ha un occhio” per tutto ciò che, per il suo solo essere, ha in ogni caso molto da dire. Una chiacchierata informale, tra le sue opere in mostra, inaugurata nella giornata di domenica 27 novembre in quella splendida (eppur poco utilizzata) cornice che è la chiesa di San Nicolò. Mostra realizzata in collaborazione con la Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari), di cui l’Argalia fa parte. Da una parte il bianco e nero e dall’altra il colore, in fotografie che coprono un arco di tempo di più di venticinque anni. “San Francisco, la fotografia che fa da copertina al catalogo, è stata scattata nel 1979, ed è per me l’inizio, anche simbolico, di questa passione”, mi spiega l’Argalia. Una donna che cammina verso una strada buia, una figura bianca che si staglia sul nero, una montagna di capelli. È tutto quello che sappiamo su di lei, e che sapremo. Dice Ferruccio Ferrosi nell’introduzione al catalogo: “Solo l’espressione, cioè la forma, dà valore ad una immagine, indipendentemente dalla realtà (senza la quale il fotografo non opera), che crea la poesia”. Creare poesia, portare avanti la propria arte con passione e senza alcun interesse economico e lasciare che siano le immagini a parlare, anche se sfumate, al di là del rigore della tecnica. “Ho scoperto il digitale continua l’Argalia - e le sue infinite potenzialità: questo piccolo cervelletto meccanico che è veramente in grado di fare tutto. Trovo io il soggetto, il sentimento che lo ispira e la macchina scatta in automatico”. Un soggetto che accetta di farsi fotografare perché ha pur sempre qualcosa da dire, con il viso solcato di rughe o leggero nei sentimenti: sono questi i ritratti del nostro genius loci. “Il prossimo progetto a cui ho deciso di dedicarmi è un libro fotografico sul centro storico di Jesi. Foto di luoghi e di persone, e della loro interazione”. Mi lascia con un sorriso e con la sua firma del catalogo. Ma la carica prorompente di questa mostra tutta al femminile giunge - come la sua voce molto al di fuori della chiesa di San Nicolò. Per l’igiene urbana L’amministrazione comunale e “Jesiservizi” hanno programmato alcuni interventi per migliorare il servizio di igiene urbana. Ne dà notizia l’assessore alle società pubbliche, Antonio Balestra, che illustra così le misure in via di adozione. Mercato A partire dalla scorsa settimana tutti gli ambulanti che hanno bancarelle nei giorni di mercato ricevono appositi sacchi della spazzatura dove gettare imballaggi di carta e nylon, attaccapanni deteriorati e quant’altro. L’iniziativa mira ad evitare che al termine di ogni mattinata di mercato il centro storico diventi una sorta di pattumiera all’aperto. Centro ambiente I risultati dell’operazione bollini per la raccolta differenziata presso il Centro per l’Ambiente istituito al campo Boario stanno andando al di là di ogni più rosea previsione. Ogni settimana vengono mediamente conferite oltre due tonnellate di rifiuti tra carta, cartoni, plastica, vetro ed altro materiale riciclabile. Jesiservizi garantisce l’apertura del Centro anche la domenica dalle 9 alle 12. 7 Calcio E’ ancora derby Sorpresa leoncella Arriva il Montegranaro - E giovedì a Rieti Oggi Jesi-Urbisaglia e Real Vallesina-Monturano di Giuseppe Papadia La Sicc Bpa è tornata a sorridere dopo quattro sconfitte consecutive. Domenica scorsa i gialloverdi hanno riassaporato il dolce gusto della vittoria battendo a domicilio il Novara 75 a 71. “Con quattro sconfitte sulle spalle e un parziale iniziale di 0-9 – ha spiegato coach Banchi – non era facile recuperare. I ragazzi sono stati bravi a non perdere la testa e questo ci ha permesso di giocare con intelligenza e, alla fine, di vincere. Un aspetto importante è stato il tiro da tre che, finalmente, abbiamo ritrovato. Quando ci è mancato un po’ il tiro, Novara ha recuperato, come accaduto nel terzo periodo”. La classifica dopo il nono turno: Ferrara, Caserta, Scafati e Imola 12 punti, Rimini, Novara, Rieti, Montecatini, Fabriano e Montegranaro 10, Pavia e Sicc Bpa Jesi 8, Casale Monferrato, Sassari e Castelletto Ticino 6, Trapani 2 punti. Oggi, domenica 4 dicembre, per i gialloverdi è di nuovo tempo di derby. Ad un mese dalla sfida con Fabriano, questo pomeriggio (ore 18.15) al PalaTriccoli arriva il Montegranaro. Quella allenata dall’esperto coach Pillastrini è una squadra giovane ma ricca di talento. Tra i tanti citiamo Vitali e Amoroso. A garantire l’esperienza ci pensano (foto Giaccaglini) l’altro statunitense Childress e Chiaramello, gli unici over trenta. Giovedì 8 dicembre la Sicc tornerà in campo per la decima giornata di campionato a Rieti (ore 18.15). Allenata dal tecnico ex Fabriano Lasi, la compagine laziale punta ad entrare nei playoff grazie ai due americani Pearson e Melvin, all’oriundo Santangelo ed un altro ex cartaio, Mob Gip Volley In casa della capolista Monte Schiavo a Bergamo di Giuseppe Papadia Una Monte Schiavo Banca Marche troppo brutta per essere vera cade per la prima volta in campionato e perde la vetta della classifica. Domenica scorsa al PalaTriccoli le “prilline” si sono arrese al quotatissimo Novara in maniera netta: un 3-0 senza appelli (parziali: 25-20, 25-18, 25-18) frutto della non brillante giornata dell’attacco jesino. Prima della gara si è svolta la presentazione Tra du’ campanili Dopramolo! Domenica 4 dicembre 2005 Le cascade C’avemo ‘n cervellone nte la zocca ch’è mejo de ‘n “compiutere”, c’ha ditto; ma la nipode mia, lia pora cocca, lo usa solo in modo circoscritto. Te non ce crederai ma lo jesino sta diventanno lingua universale, ‘sta cosa la capisce già ‘n bambino e la pôi legge pure sul giornale. Arriva a casa e non apre bocca, ‘ccende ‘l televisore e a capofitto se ‘ncanta proprio come ‘na farlocca, assorbe tutto come fosse scritto Non me guardà accuscì, non so’ cretino non so’ cambiado oh, so’ sempre uguale; fa qualche viaggio, pure chî vicino ce trôi ‘n esempio ch’è da manuale: su la Bibbia oppure sul Vangelo. De suo ‘l cervello non c’ha ‘n’ opinione, sci’n compra qualche vede “aprede cielo!” le Marmore! e po’ pôi andà a Niagara e trôi la spiegazione para para. Io te ripedo che non è battude C’avêa proprio ragione Pasolini: eliminamo la televisione che ce riduce come i burattini. ma cose giuste ch’è proprio fondade: infatti non se chiama le cadude, ma proprio ala jesina: le cascade! Lucio Longhi delle formazioni del settore giovanile del gruppo sportivo “Pieralisi”, che ha radunato quasi trecento ragazze. Sono intervenuti anche il sindaco Fabiano Belcecchi, i dirigenti della società e gli sponsor. La classifica dopo la sesta giornata: Bergamo 17 punti, Perugia 15, Monte Schiavo B a n c a Marche Jesi e Novara 14, (fotoCandolfi) Pesaro 12, Vicenza e Chieri 10, Padova 8, Forlì 4, Arzano 3, Tortolì 1, Santeramo 0 punti. Oggi, domenica 4 dicembre, le “prilline” sono in trasferta a Bergamo (ore 15.30) per la partita che sarà trasmessa in diretta da Rai Sport Satellite. In estate alla corte del nuovo tecnico Fenoglio sono arrivate la finlandese Lehtonen e la regista ex rossoblù Lo Bianco. Nella rosa delle orobiche però, spiccano le tante azzurre: Piccinini, Ortolani, Paggi e Barazza. Tra le “prilline” ci sono tre ex Foppa, il capitano Ritschelova, Mifkova (nella foto) e la russa Kilic. Mercoledì 7 dicembre le jesine giocheranno al PalaTriccoli il ritorno degli ottavi di Coppa Italia contro Padova (ore 20.30). All’andata finì 3-1 per le rossoblù a cui basterà vincere due set per passare il turno. Associazione nazionale arcieri medievali Nell’ottobre scorso è stata fondata una associazione nazionale che riunisce arcieri medievali, medievalisti, storici e rievocatori sotto la sigla Lam (Lega arcieri medievali); scopo dell’associazione “darsi mutuo, operoso ed amichevole aiuto nell’organizzazione e nello svolgimento delle proprie rispettive manifestazioni”. Da subito hanno aderito gli arcieri medievali Aesis Milites del Contado di Jesi-Maiolati, ed organizzazioni analoghe di Amelia (Terni), Orvieto, San Marino, San Quirico D’Orcia (Siena), Borro di Loro Ciuffenna (Arezzo), Popoli (Pescara), Firenze e L’Aquila. La segreteria è formata dai soci fondatori Carlos Alberto Owen (presidente nazionale), Luciano Zanotti (vice presidente), Anna Maria Frezzi Owen (segretaria), Umbro Passone e Paolo Saletti (consiglieri); fanno parte della segreteria, inoltre, quali consiglieri aggiunti, Danilo Covoni, Sandro Tieri, Roberto Lamierini ed Enrico Sarra. A Montegiorgio la Jesina è corsara (0-1) guidata dal nuovo mister Ceccarini. Il Real Vallesina invece in casa prende una sberla dai forsempronesi in zona cesarini (0-1). Jesina Nella tana dei terzi in classifica, a Montegiorgio, c’era da temere la loro risolutezza, le folate di vento gelido ed un fondo pesante ed irregolare. Per contro i leoncelli hanno gettato in campo una volontà decisa di superare il non facile ostacolo e ci sono riusciti, attaccando subito quasi a volere impantanare gli avversari, mettendoli in condizione di svantaggio. Probabilmente il nuovo mister ha chiesto ai leoncelli, come sua “cura” ai loro altalenanti risultati precedenti, la capacità di andare all’arrembaggio. E Castorina già ai primi minuti, pur facendo cilecca, dava ai suoi lo slancio necessario ad accontentare mister Ceccarini ed il consistente groppone di tifosi. Su questo sprintare verso la rete locale si prosegue con bella insistenza, fino al momento in cui i nostri guadagnano un calcio franco da circa trenta metri. E qui Castorina con un destro alla Pirlo mette in rete, vanificando il volo del portiere Berdini : 0-1 al 21’. I locali non si abbioccano, chè anzi cercano il pari ad ogni costo, ma tornano agli spogliatoi senza ferire: merito del nostro portiere Pieralisi. Il secondo tempo evidenzia la buona tenuta della nostra retroguardia, sotto i ripetuti tentativi degli intraprendenti montegiorgesi, e le ripartenze jesine per alleggerire la loro pressione. Fino a quando Pieralisi, ancora bravo, salva rete e risultato. Oggi a Jesi l’Urbisaglia, terz’ultima, ma in ripresa. Real Vallesina Ospitando il Fossombrone, i realisti di mister Coniglione sapevano di aver contro un avversario di tutto rispetto, che avrebbe tentato di superarli in classifica. Non che i forsempronesi siano stati superiori: basterebbe consultare gli appunti per dire che fino al novantesimo ed oltre, non avevano mai sparato duro contro la nostra rete! Quindi, dopo i vari momenti in cui Busca & C., sia pure poco convincenti, hanno provato a sbloccare lo 0-0, tutti si aspettavano questo risultato. Ma un certo Messina, ultimo arrivato tra gli ospiti, ripete la prodezza dell’altra domenica: parte in solitaria fuga e, di fronte al portiere Montini, spara in gol, favorito da una strana e ingannevole parabola: 0-1 al … 94’. Il Fossombrone vince ed abbatte la lunga serie positiva casalinga del Real, al quale oggi è mancata la consueta fantasia ed un pizzico di fortuna. Risvegliamoci e subito, oggi a Moie, contro il Monturano. Vir Prima categoria A San Marcello, il Marina costringe i padroni di casa al pareggio (1-1). Il derby Castelplanio-Monserra, dopo lunga contesa, va ai locali (3-2). Vince in casa la Spes contro la Laurentina (2-1). A Cupramontana, bella vittoria sul SiroloNumana, capoclassifica (1-0). Borgo Jesi batte il … Borghetto (2-0). Solo la Labor perde in casa contro il Camerano (0-1), nonostante il forcing. Seconda Categoria A San Paolo, l’Aurora si impapera (3-1). Ad Offagna, l’Aesina busca un poker (4-0). Il Monsano ad Ancona perde di misura (1-0) con la Nuova Folgore. Terza categoria A Castelbellino, i primi della classe abbattono la Virtus Jesi (40). A Pianello, la Libertas Jesi impatta (2-2). A Montoro, il Poggio San Marcello resiste inutilmente (3-2). Acli – San Giuseppe contro il Real Casebruciate perde tra le mura amiche (0-2). Atleti... - Qual è il colmo per un atleta? - Farsi in quattro per arrivare primo e trovarsi terzo per pochi secondi! Articoli - Arredi - Statue - Icone - Quadri - Paramenti sacri Santina Buoncompagni “Presepi di tutte le misure e qualità” ANCONA Via Matteotti 9 tel e fax 071.201297 e-mail [email protected] SENIGALLIA Via A. Costa 27 tel e fax 071.60597 e-mail [email protected] 8 Varie Domenica 4 dicembre 2005 LETTERE Agenda Il prof. Molinelli e la “sua Jesi” Il santo del giorno Venerdì 2 dicembre Santa Bibiana – Sabato 3 San Francesco Saverio – Domenica 4 Santa Barbara- Lunedì 5 San Geraldo – Martedì 6 San Nicola – Sant’Emiliano – Mercoledì 7 Sant’Ambrogio – Giovedì 8 Immacolata Concezione della B.V. Maria Sant’Eligio – Santa Fiorenza – Venerdì 9 San Siro – Sabato 10 Madonna di Loreto – Domenica 11 San Daniele. Agenda Sabato 3 dicembre Jesi – teatro Pergolesi (ore 21) per la stagione lirica: “Flute!” opera danzata dal “Flauto Magico” di W.A.Mozart. Domenica 4 dicembre Jesi – teatro Pergolesi (ore 16) “Flute!” (replica) Jesi – teatro studio Moriconi (ore 17,30) per la stagione Teatro Ragazzi: “Pulcinella e l’asino del diavolo” Mercoledì 7 dicembre Maiolati – teatro Spontini (ore 21,15) per la stagione teatrale: “Manola” con Claudia Gerini e Sabrina Impacciatore Giovedì 8 dicembre Jesi – chiesa San Giovanni Battista (ore 11) “Musica Praecentio” Jesi – teatro studio Moriconi (ore 16 e ore 17,30) per la stagione Teatro Ragazzi: “Il mondo di Oscar” Jesi – teatro Pergolesi (ore 21) Concerto di Natale: musiche di Mozart. Sabato 10 dicembre Jesi – teatro studio Moriconi (ore 17,30) “Il mondo di Oscar” (replica) Domenica 11 dicembre Jesi – teatro studio Moriconi (ore 16 e 17,30) “Il mondo di Oscar” (replica) Jesi – salone del Museo Diocesano (ore 17,30) per la stagione “Amici della Musica” concerto del chitarrista Riccardo Calogiuri. In televisione Sabato 3 dicembre – ore 10,30 (Rai Due) “Sulla via di Damasco” con don Giovanni D’Ercole – ore 17,15 (Rai Uno) “A sua immagine” con Andrea Sarubbi Domenica 4 dicembre – ore 8,40 (Canale 5) “Le frontiere dello spirito” con mons. Gianfranco Ravasi e Maria Cecilia Sangiorgi – 10 Santa Messa (Retequattro) – ore 10,30 (Rai Uno) “A sua immagine” con Andrea Sarubbi – ore 10,55 (Rai Uno) Santa Messa – ore 12 (Rai Uno) Recita dell’Angelus. Farmacie di turno Venerdì 2 dicembre Calcatelli – sabato 3 Delle Grazie – domenica 4 Comunale 1 – lunedì 5 Cerni – martedì 6 Comunale 2 – mercoledì 7 Grammercato – giovedì 8 Coppi – venerdì 9 Moretti – sabato 10 Barba – domenica 11 Martini. Da Maiolati Spontini, il sig. Franco Cascia: Caro direttore, ho letto con grande sorpresa la lettera del prof. Michele Migliozzi dell’Università di Macerata (“Voce” del 20 novembre) ed ho appreso che si vuole intitolare al prof. Raffaele Molinelli il piazzale della stazione di Jesi in sostituzione della intestazione già deliberata a Giovanni Paolo II. Certo, non avrei nulla da aggiungere a quanto detto mirabilmente dal prof. Migliozzi e lo ringrazio per quanto da lui scritto. Poiché però sono stato nei lontani anni ’50 alunno del prof. Molinelli, ed ho continuato a stimarlo per la sua “competenza, sobrietà ed eleganza”; ed il professore ha sempre mostrato simpatia per questi miei sentimenti verso di Lui: mi ha sempre inviato spontaneamente i suoi libri e le sue pubblicazioni e quando ci incontravamo ci intrattenevamo a lungo a conversare di vari argomenti, vorrei esporre alcune considerazioni. Tutti coloro che lo hanno conosciuto sono certi che una tal decisione non solo lo avrebbe amareggiato e scandalizzato, ma addirittura indignato, perché l’avrebbe considerata non frutto di vetero anticlericalismo, ma di grande stupidità. Ricordo che in uno dei tanti colloqui avuti con Lui, parlando della fine ingloriosa di tutte le forze di sinistra sia in Italia che nel mondo, e nelle quali avevamo riposto tante nostre speranze, inevitabilmente il discorso cadde sul Giovanni Paolo II allora vivente. Non ripeto le considerazioni ammirate del professore per questo straordinario personaggio, che avendo sofferto e combattuto contro i due orrori del Novecento, il nazismo ed il comunismo, lo considerava la figura più importante di tutto il secolo scorso. Ricordo che alla mia domanda di quanta importanza avesse avuto il Papa polacco per la caduta del comunismo nell’Europa orientale, mi disse che riteneva fondamentale il ruolo di Woitila, ma che, se è certo che la storia è fatta dagli uomini, sempre questi trovano ausilio da altre circostanze. Disse che riteneva altrettanto grandissime le figure dei cardinali Mindzenty e Wyszynski, ma evidentemente le circostanze non li aveva aiutati. Certo che la figura del prof. Molinelli va onorata e ricordata dalla sua Jesi al pari di altri illustri jesini come i professori Borioni, Bellagamba, i sacerdoti don Rettaroli, don Ugo Balestra e tante altre personalità jesine che hanno dato lustro alla loro città; ma in questo modo si offende la figura e la dignità del prof. Molinelli. Mi sia consentito concludere con una considerazione personale: è assai triste per Jesi che la protesta per una tal sconsiderata decisione provenga da Macerata e dal Contado, come direbbe don Urieli. Il prof. Molinelli è stato Maestro di tante generazioni di studenti jesini! Stagione lirica Dal sig. Gianni Gualdoni: Spett. redazione, in merito all’appena conclusa Stagione Lirica del teatro “Pergolesi” di Jesi, in diverse occasioni varie persone che conoscono la mia collaborazione professionale ventennale con il teatro mi hanno espresso alcune lamentele, anche “forti”, circa uno spiacevole trattamento nei confronti del pubblico pagante (...) Sembra - così mi hanno detto - che in diverse serate di spettacolo (non quelle riservate alle scuole, ma quelle aperte al pubblico) buona parte dei presenti abbia avuto accesso con biglietti speciali da cinque euro e da dieci euro, di contro al prezzo di cinquanta euro pagato dal pubblico “normale”. Pertanto, non è stato raro il caso di normale pubblico “pagante cinquanta euro” seduto accanto - o attorniato - da pubblico “pagante cinque euro”. Se ciò fosse vero, mi A San Massimiliano Kolbe Castelplanio Il nuovo libro di Accattoli di Simone Sebastiano Domenica scorsa la sala polivalente del Comune di Castelplanio ha accolto il giornalista Luigi Accattoli per la presentazione del suo nuovo libro “Islam – Storie italiane di buona convivenza”. Per l’incontro, organizzato dal parroco don Mariano Piccotti, sono intervenuti inoltre Soubhi Dachan (figlio del dott. Dachan) il sindaco Luciano Pittori e l’assessore alle politiche giovanili dott. Folco Fioretti. Don Mariano ha chiarito l’importanza di incontri del genere, organizzati “per sensibilizzarci – ha detto - e per capire meglio ciò che sta accadendo. Più che mai quando si tratta di Islam, una realtà che sta sviluppandosi anche nelle nostre zone e che non si può lasciare da una parte ma che deve arrivare ad una buona convivenza”. “La buona convivenza con i musulmani - ha spiegato Accattoli - è frequente, solo che è poco raccontata. Si parla di loro solo quando commettono qualche reato e mai quando avviene un insediamento pacifico”. Questa è un po’ la tesi che lo ha portato a scrivere questo libro composto da una raccolta di centocinquanta storie di persone musulmane che vivono in Italia, il tutto iniziato con un viaggio in treno “mentre leggevo il Vangelo di Luca – ha raccontato ed un uomo di fronte a me leggeva il Corano. Finite le nostre letture ci siamo messi a chiacchierare e la mia idea era quella che un giornalista doveva raccontare che i musulmani non sono solo quelli che si fanno saltare in aria”. Il suo viaggio all’interno di queste storie lo ha portato a sco- prire aspetti sconosciuti come la “facilità di un musulmano di entrare in contatto con i segni cristiani, E’ molto più facile che un musulmano entri in chiesa piuttosto che un cristiano in moschea”, oppure il pudore e la riservatezza di mostrarsi nudi “e non presenta un segno di arretratezza ma un valore che noi occidentali abbiamo perso”. Di seguito è stato colpito dalla disponibilità delle donne musulmane ad apprezzare la nostra cultura, e come ultimo ed interessante scoperta, quella dell’interesse dei musulmani credenti per il cristianesimo “ed in particolare per la figura di Cristo, presente nel Corano anche se solo come profeta”. L’intervento del sindaco Pittori si è basato sul rapporto quasi giornaliero che egli ha con gli extracomunitari che bussano alle porte del Comune per chiedere cose concrete come un lavoro o una casa, di persone che, pur con alcune difficoltà, cercano di adeguarsi al nostro stile di vita per non sentirsi esclusi. “E’ bastata una parola – ha sottolineato Dachan – per farmi piacere questo libro: convivenza, che significa accettarsi l’un l’altro in maniera buona”, in modo da poter crescere entrambi nella nostra cultura sia personale che storica. La serata si è conclusa con una cena etnica, il cui ricavato sarà devoluto all’Associazione “Diletta Onlus” di Castelplanio, a base di cous-cous, kartoffeln, fagioli, pane e pitta della Bosnia Erzegovina e dolci. Una bella serata per una buona condivisione, anche se l’affluenza straniera non è stata come quella immaginata. Gli scout mobilitati per il presepio vivente Una sessantina di ragazzi, dagli undici ai sedici anni, sono impegnati da giorni a San Massimiliano Kolbe per realizzare il Presepio Vivente, programmato per il 21 e 22 dicembre. Sono i giovanissimi dell’Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) e precisamente del Reparto femminile e maschile del Gruppo Scout “Jesi 2” .Il progetto, allestito anche quest’anno all’esterno della parrocchia, propone la rivisitazione della scena della natività, e di altri piccoli grandi momenti più caratteristici di una delle forme d’arte religiosa più elevate e seguite. “Un lavoro in itinere, consolidato dalla felice esperienza dell’anno passato - spiega Federico Giacomelli, Capo Reparto del Gruppo. - Il momento educativo del Reparto, l’attenzione particolare alla manualità ed al gusto per il bene ed il bello, ha fatto sì che questi ragazzi già dall’anno scorso abbiano realizzato da soli tutto il necessario per le scene del Presepe, dal tavolo del falegname alla scelta delle musiche e dei costumi. Un’occasione importante di crescita e di educazione alla fede”. Scopo dell’ opera è quella di coinvolgere il più possibile la creatività dei ragazzi, che, “sporcandosi le mani”, imparano a mettere a frutto i propri talenti. Aggiunge Ilaria Sebastianelli, l’altra Capo Reparto: “L’interesse dei più grandi nei confronti dei più piccoli permette più facilmente di raggiungere l’autonomia organizzativa dei ragazzi divisi in squadriglie e pattuglie, uno degli obiettivi del metodo scout così come ci è stato insegnato da Baden-Powell, il fondatore dello Scoutismo: una collaborazione tra Musica Praecentio Giovedì 8 dicembre (ore 11) nella chiesa di San Giovanni Battista “Musica Praecentio”: “Magnificat”, omaggio a Kaufmann; organo solista W.Gatti, coro “Cardinale Petrucci”, direttore all’organo Mariella Martelli. i capi educatori ed i ragazzi più grandi che ci permette di agire più direttamente sulle loro esigenze”. I Reparti del gruppo “Jesi 2” si accingono dunque, anche per il prossimo Natale, ad affascinare con la propria opera i parrocchiani e quanti desiderino osservare il lavoro di questi giovani artisti. si permettano due brevi e allarmati dubbi, che di cuore vorrei possano essere sciolti da chi ne ha la facoltà. Il primo è di immagine: non è certo un bel biglietto da visita, nei confronti del “vero pubblico pagante”, dimostrargli che c’è chi paga molto ma molto meno per avere i suoi stessi posti, e che con ciò esso fa la sua bella figura da fesso. In tal senso pare che i circoli lirici romagnoli, che da sempre vengono in pullman allo spettacolo della domenica pomeriggio, fossero a dir poco inviperiti. Il secondo è economico: se tale espediente dei prezzi stracciati è dovuto all’emergenza di riempire a tutti i costi delle platee drammaticamente sguarnite di pubblico, allora c’è da prendere atto di un profondo fallimento commerciale della Stagione Lirica 2005 (...). Grazie per l’ospitalità. Partecipazione E’deceduto il 27 novembre a 71 anni di età Flavio Pellegrini già dipendente della Libreria Cattolica ed esponente del Centro Sportivo Italiano. Alla Santa Messa di commiato, celebrata nella chiesa di san Giuseppe da mons. Giuseppe Quagliani e Padre Guglielmo Fioravanti, ha partecipato la rappresentanza della comunità parrocchiale nella quale il defunto, per tanto tempo, ha vissuto ed operato. “Voce” esprime profondo cordoglio alla moglie Pasquina, ai figli Giorgia, Francesco, Antonio, al genero, alla nuora, ai nipoti e congiunti tutti, ricordandone la vita operosa di cittadino, padre esemplare e cristiano impegnato nel sociale.