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Impôt reprisé
Tassa riscossa
Ufficio di Jesi
A PAG. 2
A PAG. 4
Monasteri
medievali
La serva
spadroneggia
A PAG. 4
A PAG. 6
Schiaccia
le malattie
I treni
della morte
settimanale d’informazione
Euro 0,80
“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi”
DIREZIONE E REDAZIONE : JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX 0731.208145
ANNO LII - N. 42
Il conferimento sabato scorso
Onore al coraggio
Padre Oscar benemerito
anche a Montecarotto
Sabato 10 dicembre
Sharon determinato
a reggere la pace
La Città Santa aperta a tutto il mondo?
di Vittorio Massaccesi
[email protected]
foto Rinaldo Bittoni
Sabato scorso, alle ore 11, nel teatro comunale di Montecarotto si è
svolta la cerimonia per la consegna della cittadinanza benemerita a
Mons. Vescovo, padre Oscar Serfilippi. Erano presenti i consiglieri
comunali, il parroco mons. Gianni Polita, gli alunni delle scuole, i
membri delle associazioni ed i gruppi giovanili per rendere omaggio al
Vescovo.
Il sindaco, Mirella Mazzarini, a nome dell’amministrazione e dell’intera comunità di Montecarotto, nel porgere il benvenuto a Mons.
Vescovo ha spiegato le motivazioni della delibera con cui il Consiglio
comunale, nella seduta del 3 novembre, aveva deciso il conferimento
della onorificenza ed ha ringraziato il Vescovo per il suo servizio che è
sempre stato attento e generoso verso tutti.
Nella motivazione si legge così: “A Sua Eccellenza Mons. Oscar
Serfilippi, Vescovo, che si è distinto per la grande personalità e l’immensa generosità rinsaldando l’identità cristiana, per il messaggio di
fraternità, per la capacità di orientare i cristiani ed i cittadini alla fede,
alla speranza, alla carità, per il sorriso diffuso, secondo l’esempio del
Santo di Assisi, con profonda umanità, con viva cordialità, autentica
semplicità, qualità preziose nel nostro tempo.” Il Vescovo ha ringraziato per questo segno di affetto ricevuto ed ha espresso a tutti gli auguri
migliori per le prossime festività natalizie.
Questo Ariel Sharon, settantasettenne, militare da una vita, lo
abbiamo seguito con estrema
preoccupazione quando, anni or
sono, fece la sua passeggiata
sulla spianata della grande
moschea di Gerusalemme. E fu
la seconda intifada. Ci ha preoccupato ancor di più quando,
ormai capo del governo, ebbe
l’ardire, contro tutto il mondo, di
dare il via alla costruzione del
muro lungo i confini con la
Palestina per arginare l’ingresso
ai kamikaze. Un’altra infausta
barriera dopo quella allucinante
del dopoguerra di Berlino. Ma il
tempo gli ha dato ragione perché, effettivamente, da allora l’opera distruttiva degli uomini
votati ad Allah si è ridotta ai
minimi termini.
Egli ha di nuovo attirato l’attenzione, la trepidazione e il
plauso di tutto il mondo quando
ha dichiarato di volere abbandonare il territorio di Gaza e restituirlo interamente ai palestinesi
trasferendo altrove le decine di
colonie e le migliaia di israeliani
lì insediati ormai da decenni, lì
con le loro confortevoli nuove
abitazioni e con i loro campi ben
coltivati e redditizi.
Un vero dramma per i figli di
Mercoledì 7 l’inaugurazione
La Galleria degli Stucchi
di Palazzo Pianetti
La Galleria di Palazzo Pianetti
torna allo splendore di un tempo.
Mercoledì 7 dicembre, alla presenza dei vertici della Fondazione
La Galleria è la parte più
interessante di Palazzo Pianetti. Terminata del 1871, è
lunga più di settanta metri ed è
ricca di simbologie e allegorie.
Gli stucchi policromi furono
eseguiti tra il 1767 e il 1770 dal
milanese Giuseppe Tamanti, al
quale si affiancarono Giuseppe
Simbeni e Andrea Mercoli. Le
scene lagunari, opera dell’aquilano Giuseppe Ciferri, e gli
stucchi ricoprono interamente
la lunghissima volta, terminando nella sala ottagonale in un
trionfo di motivi floreali, festoni e conchiglie.
Sulle pareti e nella volta è
raffigurato il tempo che scorre
(le ore, i giorni, i mesi, le quattro stagioni), il ciclo degli elementi primari della natura
(terra, acqua, fuoco, aria), i
continenti (Europa, Africa,
Asia, Australia); negli ovali i
viaggi verso la conoscenza e gli
elementi di riferimento (porti,
fari, velieri e pianeti). In questo
viaggio l’uomo è sorretto dalle
arti liberali (pittura, scultura,
architettura e musica). Nella
volta dell’esedra finale, le virtù
cardinali, (giustizia, fortezza,
sapienza, temperanza); negli
stucchi sopraporta le allegorie
del giorno e della notte.
Cassa di Risparmio di Jesi, sponsor unico dell’intera operazione,
Loretta Mozzoni, direttrice della
Pinacoteca Civica e l’architetto
Stefano Santini, direttore dei
lavori, presenteranno i risultati di
una lunga e attenta operazione di
restauro conservativo dell’intera
struttura.
Dopo più di trent’anni dal
primo intervento, le pitture della
Galleria rococò del piano nobile
di Palazzo Pianetti sono state liberate dalle tinteggiature che erano
state con troppa disinvoltura passate sopra lo strato di colore originario, falsandone le sfumature e la
resa cromatica.
Un lavoro delicatissimo, che si
è protratto per più di un anno e
mezzo, compiuto da una squadra
di abili restauratrici, ha consentito
di asportare ben otto strati di tinture che celavano la vera veste
cromatica della Galleria, unico
esempio in tutta l’Italia centrale di
un gusto e di uno stile, il rococò
appunto, che a partire dalla seconda metà del Settecento ebbe molta
fortuna nei paesi del Nord
Europa. Anche gli stucchi, l’elemento decorativo che forse più di
-3
ogni altro connota la cifra stilistica dell’intera struttura, hanno
subito un intervento di ripulitura,
resosi necessario in seguito a piccoli ma frequenti distacchi di
colore.
La cerimonia di inaugurazione
si articolerà attraverso vari
momenti e culminerà, dopo gli
interventi del sindaco Fabiano
Belcecchi, dell’assessore Leonardo Animali e del presidente
della Fondazione Caris Federico
Tardioli, con un concerto di musiche di Alessandro Scarlatti, eseguite da in una cornice che cercherà di restituire agli astanti un
sentore dell’atmosfera che si
poteva respirare a palazzo Pianetti
nell’ultimo quarto del Settecento,
quando la Galleria rococò venne
ultimata.
Nei giorni 8, 9 e 10 dicembre
la Galleria di Palazzo Pianetti e le
sale della Pinacoteca saranno visitabili gratuitamente, mentre solo
per il giorno 10, in occasione
della giornata dell’identità marchigiana, sarà visitabile, sempre
gratuitamente, anche l’antica farmacia del vecchio ospedale, ubicato lungo corso Matteotti.
Lavoriamo per voi!
meno tre…
Mancano appena tre numeri
del nostro settimanale
per la sua… rivoluzione.
Sarà una sorpresa per tutti
Rinnova subito l’abbonamento
Per i nuovi abbonati gratis i
numeri di “Voce” dal momento
della sottoscrizione alla fine del
2005
Per chi si abbona entro il 31
dicembre – fino ad esaurimento delle copie disponibili - in
omaggio il nuovo libro (fuori
commercio) del nostro direttore Giuseppe Luconi: “La vecchia Jesi nei giornali dell’epoca”.
Quote abbonamento per il 2006
Normale 35 euro – d’amicizia 50 – sostenitore 100
Domenica 4 dicembre 2005
Abramo. La resistenza fu massima, ma alla fine, pacificamente
anche se con immenso dolore di
tanti, riuscì nel suo intento con
puntualità svizzera nello scorso
agosto. E il mondo ammirò e
applaudì perché in quella volontà di sgomberare terre usurpate
con la guerra lesse lo sforzo per
raggiungere la pace con il nemico di sempre. Pace in cambio
della terra.
***
Ma quest’azione generosa a
favore dei palestinesi, riuscita
anche grazie alla presenza nel
governo dei laburisti, fu dirompente proprio all’interno del partito Likud, il partito di Sharon e
del quale fu egli stesso un cofondatore. Ed ecco allora il suo ultimo atto di coraggio e di forza:
rompe con la sua destra che non
lo ha voluto seguire nel difficile
percorso di pace, fonda un partito di centro puntando a raccogliere i più riflessivi e moderati
sia della destra che della sinistra. Scioglie il parlamento e
punta, con le prossime elezioni di
marzo, a conquistare una consistente posizione di centro che
isoli gli estremismi sia di destra
che di sinistra. Una politica che
per l’Italia non sa, certo, di novità perché proprio con questa
politica del taglio degli estremismi De Gasperi e i suoi successori seppero tirar fuori l’Italia
dai marosi del dopoguerra.
***
Tante volte politici e politologi hanno sottolineato che la pace
nel mondo passa in gran parte
per Gerusalemme. Ebbene, seppure il cammino è ancora irto di
mille difficoltà, è di grande
auspicio l’impegno che l’Europa
ha assunto appena poche settimane fa di schierare i suoi uomini al confine tra Gaza e l’Egitto
quale osservatore obbiettivo perché i patti siano rispettati. E
intanto l’Italia si offre come
partner dei due contendenti –
Israele e Palestina - perché nel
suo territorio riprendano le trattative.
E non è di incoraggiamento
l’adombrata volontà di Sharon di
ripensare anche la stessa posizione di Gerusalemme nel quadro di una effettiva volontà di
pace? Siamo ottimisti se sogniamo che la Città Santa possa
coronare i desideri dei papi di
essere dichiarata “supernazionale”, aperta a tutto il mondo?
Aido
L’Aido – associazione
italiana per donazione di
organi e tessuti – ricorda
che nella Bottega del
Ricamo di via Montebello a
Jesi, adiacente alle Grazie,
è possibile fare acquisti.
L’esposizione è aperta tutti
i giorni, anche la domenica,
fino all’8 gennaio
Giornata
delle
Marche
“Una regione nel mondo” al Pergolesi
E’ stata fissata per sabato 10 dicembre, dalla Regione, la “Giornata
delle Marche”, che si propone con un ricco programma:
Centri storici - Ore 8,30 – Le bande e i gruppi musicali danno il
“buongiorno” ai marchigiani con esibizioni per le vie dei centri storici.
Teatro delle Muse, Ancona – Ore 15 “Le Marche una regione nel
mondo”: la comunità regionale si incontra sul significato dei valori identitari: pace, responsabilità, solidarietà, apertura al mondo. Coordina:
Carmen La sorella – durante l’incontro, cerimonia di consegna della bandiera regionale ai sindaci dei Comuni marchigiani; al termine, nella piazza antistante il teatro delle Muse, concerto delle bande musicali.
Teatro Pergolesi di Jesi - Ore 21, “Le Marche una Regione nel
Mondo”: serata di festa, musica e spettacolo; conducono Natasha
Stefanenko e Fabrizio Gatta. Trasmissione televisiva su Rai
International, con collegamento diretto con le comunità dei marchigiani
in Argentina ed in Uruguay, riunite a Buenos Aires. Consegna del
Picchio d’oro a personalità marchigiane particolarmente distintesi nel
corso dell’anno.
“Scuole aperte” - L’iniziativa si propone di far raccontare le Marche
e la comunità regionale dagli alunni delle scuole. Il progetto, denominato “Le Marche si raccontano”, si articola nel modo seguente: “Il paesaggio marchigiano”, disegni degli alunni della scuola primaria; “I racconti
delle Marche”, componimenti degli alunni della scuola secondaria di
primo grado; “I luoghi ed i volti delle Marche”, fotografie realizzate o
recuperate dagli archivi di famiglia da parte degli alunni della scuola
secondaria di secondo grado.
”Apriamo la Regione” - Iniziative culturali e di promozione turistica
e di sistema, raccolte in un unico grande cartellone promosso nelle
Marche e fuori dalle Marche, che coinvolgono l’intera comunità regionale, con particolare riguardo all’ apertura di teatri, musei, botteghe artigiane, taverne, ecc. e alla realizzazione di spettacoli di strada ed eventi
all’interno dei contenitori realizzati in collaborazione con soggetti operanti nel territorio.
In viaggio sull’eurostar
L’Italia in una regione
fotoservizio Paola Cocola
Tempi duri per il turismo…
ma non si fa intimidire lo staff del
Servizio turismo, attività ricettive, sport e rapporti con le comunità marchigiane all’estero della
Giunta Regione Marche che, nell’ambito del Programma di
Promozione Turistica per il 2005
(e, forse, anche per il 2006) ha
accolto, tra le tante, un’iniziativa
veramente singolare e pittoresca,
lunga un anno intero.
Abbattendo, infatti, i limiti
della stagionalità, il progetto, presentato dalla Viacom Express Spa
di Milano, ha proposto, su un
convoglio di 328 metri, la regione
Marche in tutte le stagioni. Si
tratta dell’ Eurostar ETR 500, uno
tra i più prestigiosi convogli ferroviari che viaggiano in Europa, e
circolante sul territorio italiano.
Carrozzato da Pinin Farina, composto da undici carrozze di 27
metri, integralmente decorato
all’esterno con immagini della
Regione Marche, esso rappresenta di fatto il più grande “poster
mobile” del mondo: prima d’ora,
non risulta che siano stati decorati così integralmente convogli di
linea altrettanto prestigiosi in altri
Paesi.
E non finisce qui: il treno - che
viaggia sulle linee MilanoBologna-Firenze-Roma-Napoli,
Milano-Venezia-Trieste, RomaFirenze-Bologna-Venezia e Milano-Bologna-Ancona-Bari, con
turni circolari di 14 giorni ai quali
segue un giorno di ricovero per
manutenzione ordinaria - è personalizzato internamente, per tutta
la lunghezza della decorazione
esterna, con quaranta manifesti di
dimensione 35 x 50 cm che
ritraggono paesaggi e città marchigiane, posizionati in tutti i
vestiboli.
Al fine di conquistare al fascino delle Marche i passeggeri dei
treni, l’operazione è supportata
dall’offerta di degustazioni
gastronomiche ed enologiche
tenute nella carrozza ristorante,
con assaggi di prodotti tipici e
vini, e la possibilità della preparazione di menù speciali marchigiani.
Un’iniziativa di grande importanza, se si tiene conto dell’esigenza di mantenere almeno
costanti i flussi turistici. “Negli
ultimi dieci anni - si legge nella
premessa del Programma Promozionale - il peso complessivo
del turismo in Italia, è sceso di
ben due punti, si è dimezzata la
capacità delle entrate turistiche di
compensare il moltiplicato
aumento delle partenze degli italiani verso l’estero ed al contempo il prezzo dei servizi è salito
molto più che altrove.”
Diversamente “le Marche,
dove sono stati realizzati i
Sistemi Turistici Locali, stanno
sempre più affermandosi, diventando un caso per aver saputo
promuovere turisticamente le
identità locali. La regione viene
sempre più spesso citata a livello
nazionale per la capacità di affermarsi in un settore, come quello
turistico, in continua evoluzione,
dove le posizioni non vengono
mai acquisite una volta per tutte,
ma conquistate, stagione dopo
stagione, con caparbietà, intraprendenza e investimenti mirati.”
2
Vita ecclesiale
Domenica 4 dicembre 2005
Si festeggia sabato
la Madonna del Tettarello
All’inizio di via Valle una nuova “figuretta”
La chiamiamo familiarmente così: Madonna del
Tettarello. Perché sta seduta
sopra il tetto della casetta dove
hanno abitato per trent’anni
Gesù, Maria e Giuseppe,
vivendo nell’ascolto della
parola di Dio e nel reciproco
amore.
La Sacra Famiglia è dunque
modello per tutte le famiglie
cristiane, fondate sul matrimonio. Con questo sacramento
Gesù ha donato agli sposi il
fuoco dell’amore “che viene
da Dio”. Questo fuoco deve
risplendere come il “fogarò”
che accenderemo a Porta
Valle, dopo aver portato in processione la nostra “casetta di
Loreto”.
Quest’anno c’è una novità: all’inizio di via Valle sarà benedetta una nuova “figuretta” con la statua della Madonna. Perché
Maria preghi per le nostra case, i nostri ragazzi, i nostri malati
e le famiglie in crisi.
Allora ricorda: sul tetto della casetta c’è un piccolo campanile: e…“chi sona la campanella ‘st’anno, la sona pure ‘n
altr’anno”! Questo il programma:
Mercoledì 7 ore 18 S.Messa con esposizione della “casetta”
(che rimarrà in chiesa fino a domenica 11).
Giovedì 8 ore 9 S.Messa dell’Immacolata
Venerdì 9 ore 18 S.Messa ore 18,30: processione “aux
flambeaux” (candele) con la
Madonna del Terrarello,
seguendo questo percorso: via
Valle (scoprimento e benedizione della “figuretta”), piazza
Sansovino, via Spiazzi, via
Saponari, via Petrucci, piazza
Nova, via del Forno, via
Andrea da Jesi, via San
Marino, Porta Valle. - ore
19.00: accensione del “fogarò” al canto delle litanie della
Madonna.
Sabato 10 Festa della
Madonna di Loreto: S.Messa
ore 18,30
Arturo Paoli: il Vangelo
è la fonte della nostra speranza
di Lucia Curzi
“Gridare il Vangelo con la
vita”. E’ questo il motto, o
meglio l’intenzione di vita, che al
termine della sua testimonianza
ha lasciato Arturo Paoli (nella
foto) a tutti coloro che venerdì 19
novembre lo hanno accolto presso l’ex seminario vescovile di
Macerata. In particolare, un intero gruppo interparrocchiale jesino di Giovani di Azione
Cattolica ha voluto inserire nel
proprio cammino la preziosa
occasione di incontrare questo
arzillo novantaquattrenne, che ha
trascorso la propria vita in terre
lontane e disperate, come portatore della speranza cristiana.
E’ proprio sul tema della conferenza “Globalizzazione e speranza”, che Paoli, con attento
realismo verso i disagi della
società odierna, ha aperto lo spiraglio della speranza cristiana,
fondata sostanzialmente sulla
carità reciproca e sull’abbandono
dell’egoismo. Parole, le sue, che
non sono rimaste sospese nell’aria, ma che grazie a esempi concreti, riferimenti attuali e una
fede che trapelava da ogni
discorso, hanno lasciato un
gioioso segno di speranza in tutti
i presenti.
Mercoledì 7 dicembre
La veglia
dell’Immacolata
L’Azione Cattolica diocesana per celebrare la
festività dell’Immacolata,
giornata da sempre speciale per tutta l’associazione, organizza mercoledì 7 dicembre alle ore 21
presso il santuario delle
“Grazie” la veglia dell’Immacolata. L’incontro
è aperto a tutti, aderenti
all’Azione Cattolica e
non.
Il collettivo Guatemala-Moie
sulle orme di Rigoberta Menchù
Abbiamo avuto modo di
intervistare Raffaele Bucciarelli
non nella sua qualità di consigliere regionale, ma in quanto
da tanti anni impegnato in una
proficua intesa con il premio
Nobel Rigoberta Menchù per la
realizzazione di ampi progetti di
sostegno a favore della popolazione guatemalteca.
– Quali sono state le occasioni e i motivi che ti hanno
portato a collaborare con
Rigoberta Menchù?
“Ho conosciuto Rigoberta,
insieme ad Angela, che poi è
diventata mia moglie, quando
lei non era ancora Premio Nobel
ma una semplice india maya
che girava il mondo, ospite di
associazioni di volontariato, per
la maggior parte cattoliche, e
denunciava la terribile situazione del suo Paese. Era l’anno
1989 credo. Avevamo letto il
suo primo libro e poiché ci
aveva colpito molto volevamo
conoscerla, questa Rigoberta.
L’incontro è avvenuto a Pescara
durante un suo giro in Italia
dove era ospite dei Beati
costruttori di Pace. Visto il
nostro interesse lei stessa ci ha
chiesto di costituire un comitato
di solidarietà con il popolo del
Guatemala. Così per opera di un
gruppo di cittadini della
Vallesina, su nostra proposta è
nato il Collettivo GuatemalaMoie”.
– Quali sono le finalità
della Fondazione Menchù?
“Dopo il ricevimento del
Premio Nobel nel 1992
Rigoberta ha istituito la
Fondazione Rigoberta Menchù
Tum (Frmt) con il fine d’intervenire ove possibile per lo sviluppo della cultura Maya, per la
difesa e l’affermazione dei diritti dei popoli indigeni del
Guatemala e non solo, per contribuire alla costruzione della
pace ovunque possibile. Questo,
detto molto velocemente, è il
fine del Frmt”.
– Quali sono le richieste
della Fondazione per le quali
ti stai adoperando in questi
mesi?
“Dopo aver contribuito alla
realizzazione di moltissimi progetti in Guatemala, in collabo-
di Giuseppe Papadia
settimanale
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Associato alla FISC
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Giuseppe Luconi
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Jesi - Via Abbruzzetti, 12
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Come pubblicato, si è svolta
domenica 13 novembre l’uscita a
Sansepolcro, in provincia di
Arezzo, organizzata dal settore
Adulti dell’Azione Cattolica.
Questo primo atto del nuovo
anno associativo riservato agli
“over 30” ha radunato settanta
persone provenienti da tutta la
diocesi di Jesi. Il momento principale è stata la visita al locale
museo civico dove l’assistente
generale diocesano, don Giovanni Rossil ha “spiegato” sia
dal punto di vista artistico sia
razione con numerose associazioni sociali del luogo, ultimamente il Collettivo GuatemalaMoie opera in prevalenza con la
Fondazione e con la parrocchia
di Sacapulas nell’altipiano del
Quichè. Ultimamente con la
Fondazione abbiamo collaborato intensamente ed insieme alla
cooperativa di Arcevia La terra
e il cielo per rafforzare una
cooperativa di indigeni che produce caffè e coinvolge quindici
comunità. Si è riusciti a convertire la produzione da tradizionale a biologica, ad importare il
caffè pagandolo circa dodici
volte il prezzo di mercato e
commercializzarlo in Italia. E’
stato un grande successo che si
sta consolidando”.
Gli amici di Jesi in Guatemala con padre Clemente, presso la sua
parrocchia nel febbraio scorso.
Gli adulti di AC a Sansepolcro
Voce della Vallesina
Seconda Domenica di Avvento - 4 dicembre 2005
Intervista a Raffaele Bucciarelli
Parrocchia Duomo-San Pietro
spirituale l’affresco della “Resurrezione” di Piero della Francesca, scelto come copertina
della nuova edizione del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Nel pomeriggio, il gruppo si è
spostato presso l’eremo dei frati
cappuccini per la messa. La giornata si è conclusa in allegria con
una castagnata. I prossimi appuntamenti del settore Adulti sono
un incontro con don Tonino
Bello a Fabriano il 22 gennaio ed
una serie di iniziative durante la
PrimaverAc.
- Altre iniziative?
“Siamo poi impegnati nel
sostenere una scuola di formazione professionale costruita da
Luciano Pavarotti vicino al lago
Atitlàn e consegnata alla
Fondazione che però ha bisogno
di fondi per garantire a tanti
giovani indios il diritto allo studio ed alla formazione. Stiamo
ragionando su come intervenire
a sostegno di Moloj che significa Saperi Maya. E’ un’associazione fondata da Rigoberta ed
altre donne maya che organizza
solo donne con l’obbiettivo di
prepararle alla gestione della
cosa pubblica. In pratica si tratta di formare delle nuove amministratrici, rivolgendosi alla
parte della popolazione che
finora è stata più oppressa ed
emarginata. Vista la situazione
in Guatemala le richieste sono
sempre tante e noi facciamo
ogni sforzo (spesso anche personalmente) per non deludere le
aspettative. Godiamo comunque
di molta fiducia nelle Marche e
non solo, per cui, eccetto pochi
casi di mancato rispetto degli
impegni presi da parte dei nostri
interlocutori italiani, riusciamo
quasi sempre ad essere presenti
e puntuali”.
- Nei giorni scorsi io e miei
amici con i quali sono stato in
Guatemala nel marzo scorso
seguendo un itinerario da te
consigliato, abbiamo potuto
rivedere a Maiolati, presso la
tua abitazione, padre Clemente da noi incontrato in
Guatemala, a Sacapulas, presso la sua vastissima parrocchia. Quali sono state le occasioni che ti hanno fatto conoscere un sacerdote così impegnato nella sua missione verso
il prossimo?
“Ho conosciuto padre Clemente Peneleu a San Pedro
Jocopilas nel Quichè in occasione del matrimonio di Rigoberta
con Angel Canil, al quale io ho
avuto l’onore, assieme ad un
altro italiano, di essere invitato.
Mi ha subito colpito il suo
impegno ed il suo entusiasmo”.
- Quali progetti si stanno
realizzando insieme con padre
Clemente?
“Con lui abbiamo collaborato in diversi progetti tra i quali
uno cofinanziato dalla parrocSegue a pag. 6
Dal Vangelo secondo Marco
Inizio del vangelo di Gesù Cristo,
Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta
Isaia: “Ecco, io mando il mio messaggio
davanti a te, egli ti preparerà la strada.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”, si presentò Giovanni
a battezzare nel deserto, predicando un
battesimo di conversione per il perdono
dei peccati. Accorreva a lui tutta la
regione della Giudea e tutti gli abitanti di
Gerusalemme. E si facevano battezzare
da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era
vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi,
si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: “Dopo di me viene
uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per
sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con l’acqua, ma
egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”.
Siamo invitati a convertirci
di Adriana Borgognoni
Una voce che si leva alta (il verbo greco boáo ci dice che è un grido
forte e riecheggiante) nella desolazione di un deserto. Un uomo,
Giovanni, messaggero di Dio, che predica la conversione (metánoia:
cambiamento di mentalità, e dunque cambiamento radicale di vita).
Una moltitudine di gente che si lascia toccare da questo invito, decide
di abbandonare la vita di prima e accorre da tutta la regione circostante per confessare i propri peccati.
Quella voce vuole arrivare anche a noi per dirci che il Signore è
ansioso di incontrarci; ma dobbiamo metterci per via. Via diversa da
quella che abbiamo imboccato, che stiamo percorrendo, e in cui tanti
ostacoli e deviazioni rendono difficile l’incontro: “preparate la strada…raddrizzate i …sentieri…”. Forse la nostra vita è già un deserto,
ma ingombro di altre “voci”, troppo alte e insistenti perché “quella
voce” trovi spazio. In un deserto diverso il Signore ci chiama, un
“luogo appartato” in cui possiamo ritrovare noi stessi e lasciare che
Cristo parli al nostro cuore.
Per incontrarlo bisogna “uscire”: la gente “accorreva”, leggiamo nel
testo, ma il verbo usato dall’evangelista, exeporeúeto, rimanda ad un’
“uscita”, ad un esodo. L’esodo dall’Egitto, appunto. Bisogna, cioè,
essere disposti a mettersi in discussione, a interrogarsi sui valori che ci
siamo dati, ad abbandonare false sicurezze che non ci salvano dalla
disperazione, a riconoscere che il peccato ha offuscato la nostra
coscienza. E andare. Per dare a Cristo le redini della nostra esistenza.
E se per grazia lo abbiamo già incontrato, ora tocca a noi levare la
voce. Non come uomini “arrivati”, che si fanno predicatori dall’alto di
una vita che troppo spesso non convince nessuno, ma come Giovanni:
sapendo bene di non contare nulla, di essere indegni anche di slacciare i sandali a Gesù. Meno che schiavi. Ma battezzati nello Spirito
Santo, immersi nella vita di Dio.
Il nostro amministratore
Antonio Quaranta entra nell’OFS
Domenica 20 novembre la
Fraternità Francescana Secolare di “San Francesco d’Assisi” ha celebrato la festa della
sua patrona Santa Elisabetta.
Durante la Celebrazione eucaristica la consorella Sara
Brunetti ha celebrato i suoi 50
anni di appartenenza all’Ofs e
il diacono Antonio Quaranta,
amministratore di questo settimanale, ha emesso la sua professione solenne, entrando così
a far parte della famiglia francescana. Il clima era quello
delle grandi occasioni in cui la
gratitudine a Dio, la gioia e la
commozione erano visibilmente palpabili.
Ad Antonio Quaranta il
benvenuto di tutta la famiglia
francescana e l’augurio di esse-
re un entusiasta seguace di
Francesco d’Assisi.
Cultura, spettacoli e dintorni
Monaci e cultura
Monasteri medievali
Il peso terribile della solitudine
Un contributo alla civiltà europea
di Alvise Cherubini
Su “Voce della Vallesina” del
6 novembre scorso, a conclusione del mio articolo intitolato
“Ordini religiosi veicolo di civiltà”, articolo polarizzato in particolare sulla celebre abbazia di
Cluny, promotrice dell’Ordine
monastico cluniacense, affermavo: “Frattanto, nel 1098, veniva
creato in Francia un nuovo
Ordine monastico, fondato dall’abate Roberto di Molesme,
Ordine ispirato ad ascetismo e ad
una stretta osservanza della
“regola benedettina”, il quale si
anche queste giunte a noi in
discrete condizioni e alle quali si
riserverà una specifica – ancorché sintetica – trattazione.
Quale che sia la nazione o la
regione in cui sono sorte, le
abbazie cistercensi diedero un
notevole contributo allo sviluppo
e al progresso dell’agricoltura,
contributo importante in quanto
nel lungo periodo medievale l’agricoltura ha costituito un elemento fondamentale del sistema
economico e produttivo: in tale
ottica si comprende meglio l’impegno svolto dai
monaci cistercensi nel
bonificare
terreni
acquitrinosi o incolti e
abbandonati e come
tali favorenti tra l’altro il diffondersi della
malaria; e si comprende meglio come i suddetti monaci abbiano
avuto una qualche
cura anche del sistema stradale più o
meno circostante alle
loro chiese e ai loro
monasteri, almeno
fino a quando tale
impegno non passò
doverosamente
ai
comuni circostanti.
L’abbazia di Chiaravalle Milanese
Si aggiunga che in
sarebbe diffuso ampiamente in
alcuni dei suddetti monasteri e
Francia ed anche in altre nazioni,
abbazie si sono conservati docuItalia compresa.”
menti antichi, ovviamente manoTale nuovo Ordine monastico
scritti, i quali hanno contribuito e
ebbe come centro iniziatore e
contribuiscono al progresso degli
propulsore l’abbazia di Citeaux,
studi storici riguardanti territori
in latino “Cistercium”, sorta
e insediamenti vicini e lontani.
anche questa in Borgogna e fonL’abbazia di Fiastra, non lontana
data da San Roberto nel 1098:
da Macerata, è un prezioso esemtale abbazia divenne poco dopo,
pio al riguardo.
per iniziativa di san Bernardo di
Riprenderemo in seguito l’ar“Clairvaux” (in lingua italiana
gomento, utilizzando anche pre“Chiaravalle”), il centro di un
gevoli studi che in questi ultimi
altro grande Ordine monastico,
tempi sono stati compiuti e publ’Ordine cistercense.
blicati riguardo alle due grandi
Tale nuovo Ordine monastico
abbazie marchigiane di Chiaebbe grande e rapido sviluppo,
ravalle di Castagnola e di
tanto che alla morte del suddetto
Chiaravalle di Fiastra, studi di
santo fondatore, avvenuta nel
cui doverosamente ricorderemo
1153, l’Ordine monastico cistergli autori.
cense poteva annoverare ben 343
Per il momento mi limito a
abbazie, la maggior parte delle
segnalare un fondamentale stuquali sorte in territorio francese,
dio del compianto docente unile rimanenti, invece, sparse nelle
versitario Febo Allevi, che mi
nazioni limitrofe, tra cui l’Italia
onorò della sua amicizia, studio
nel cui ambito furono fondate –
riguardante abbazie e monasteri
tra le altre – le abbazie di
dell’area centro – meridionale
Chiaravalle Milanese e di
della regione marchigiana e intiChiaravalle della Colomba (prestolato “I benedettini nel Piceno e
so Piacenza), l’abbazia di San
i loro centri di irradiazione: conGalgano, (suggestiva nei suoi
tributo storico – letterario alla
possenti e cospicui resti che si
nozione di continuità”, in Studi
levano verso il cielo nel silenzio
maceratesi, 2, I Benedettini nelle
della campagna senese), le abbavalli del Maceratese, Atti del
zie, meglio conservate, di
secondo Convegno del Centro di
Fossanova e di Casamari, enStudi Storici maceratesi, 1966,
trambe nel Lazio, le abbazie marpp. 9 – 126: si tratta di uno studio
chigiane di Chiaravalle, presso
di elevato livello storico e cultul’Esino e di Chiaravalle di
rale, che fa onore alla nostra
Fiastra, a sud-ovest di Macerata,
regione.
Il racconto mai scritto
3
Bagnacavallo
Ebe Stignani
straordinaria
“Gran Vestale”
di Marco Palmolella
Bari, mercoledì 23 novembre
Avviandomi alla fermata dell’autobus stasera, dopo le 16,
per tornare dal quartiere San Paolo a Bari città, non ho potuto fare a meno di raccogliere per strada, nonostante il gelo che
mi faceva scivolare la macchinetta dalle mani e il peso dello
zaino e della borsa, questa bellissima immagine di speranza...e
sì che stasera ne avevo bisogno... Ho visto piangere un padre
nel modo più struggente che mai mi è capitato... Ha perso il
figlio di leucemia (è molto diffusa qui) e ora si è impegnato a
far sì che questi bambini, molto spesso malati terminali, possano avere la possibilità di essere curati a casa... Stasera ricordava, parlando del figlio di soli sedici anni, che lui gli diceva
di non soffrire tanto perché stava morendo ma per la mancanza di un amico... Non aveva amici, sentiva tutto il peso terribile della solitudine, e quello l’ha ucciso più della malattia... Noi
li stiamo aiutando aderendo a delle iniziative per il Natale
Paola Cocola
Sabato 26 novembre, al cimitero di Bagnacavallo (Ravenna),
si è svolta una semplice cerimonia in ricordo della mezzosoprano Ebe Stignani, nata l’11 luglio
1903 e deceduta il 6 ottobre 1974.
La soprano, cui è dedicato il
teatro di Imola, ebbe una lunga e
formidabile carriera iniziata al
San Carlo di Napoli nella stagione 1924-25 e proseguita tra i più
importanti teatri del mondo. Fu
anche molto generosa: dopo l’alluvione di Firenze, nel 1966, fece
dono al teatro Comunale di
Firenze dei costumi e gioielli di
scena che l’avevano accompagnata nell’arco della sua carriera
e poi confluiti in un’apposita
mostra.
Nella stagione 1926-27 esordì
alla Scala, teatro dove ha lascito
Concerto inaugurale “Amici della Musica”
Da Mozart a Weber
Nel salone del Museo Diocesano
di Augusta Franco Cardinali
Nel salone del Museo
Diocesano è stata inaugurata, il
19 novembre, la Stagione
Concertistica degli “Amici della
Musica”. Nel piccolo, elegante
teatro era presente un pubblico
da “tutto esaurito” per ascoltare
il Quartetto d’Archi “A.
Postacchini”, composto da Luca
Marziale ed Elisabetta Matacena
(violini), Claudio Cavalletti
(viola) e Andrea Agostinelli
(violoncello), strumentisti diplomati con il massimo dei voti e la
lode al Conservatorio di Pesaro.
Costituito nel 1995, il complesso è oggi attivo sia in Italia
che all’estero con un repertorio
molto vasto e musiche anche
espressamente composte per il
quartetto. A loro si è aggiunto
Sergio Bosi, primo clarinettista
della Filarmonica Marchigiana,
anche lui diplomato a pieni voti,
giovanissimo, al Conservatorio
Agrochimica
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Presso L’enoteca regionale di Jesi, mercoledì 23 novembre ore
11,30 a cura della delegazione marchigiana dell’associazione “Le
donne del vino”, ha avuto luogo la presentazione del Premio letterario
nazionale “Il racconto mai scritto” con riferimenti al mondo del vino e
ad una donna. Il premio si concluderà nell’aprile del 2006 in occasione del “Vinitaly” di Verona. La giuria finale è composta da personaggi
del mondo della cultura e comunicazione fra cui Fabrizio del Noce,
Sergio Zavoli, Sveva Casati Modigliani, Mario Cervi. Nella foto, alcune donne marchigiane che fanno parte dell’associazione; con
Nazzarena Ceci Togni (la prima a sinistra) dell’azienda agricola
“Enrico Ceci” di San Paolo di Jesi, Refe Chiara di “Fattorie Laila” di
Mondavio, Serenella Randelli, responsabile regionale dell’associazione, ed Eliana Calabria di San Severino Marche.
(fotoservizio Anna V.Vicenzoni)
Domenica 4 dicembre 2005
di Pesaro. E’ già lunga la sua
esperienza che conta numerose
tournées, incisioni e importanti
riconoscimenti critici. Non di
frequente tuttavia qui a Jesi la
sua abilità è stata messa in luce
in concerti solistici.
Nell’anno delle celebrazioni
mozartiane non poteva non essere dedicato al Salisburghese
almeno parte
del programma. Ad introdurlo è stato
il ‘Quintetto
K 581’, opera
equilibrata,
serena, che
appartiene
alla
piena
maturità del
compositore. La spumeggiante
leggerezza dell’interpretazione,
inconfondibile cifra della musica
cameristica mozartiana, ne ha
fatto intendere anche l’intimo
carattere.
Anche se la distanza è solo di
pochi anni, appare già romantico
il clima del ‘Quintetto per clarinetto e quartetto d’archi’ di C.M.
Concerto di Natale
Alle ore 21 di giovedì 8
dicembre al teatro Pergolesi “Concerto di Natale”
con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta
da Renato Piemontese, che
eseguirà musiche di Wolfgang Amadeus Mozart
von Weber, successivamente
messo a confronto con l’opera
mozartiana. Un acrobatico virtuosismo è riservato soprattutto
al clarinetto, strumento romantico per eccellenza, particolarmente prediletto da Weber che
ne sfruttò ed esaltò tutte le risorse. La varietà dei colori e degli
spessori timbrici richiede al
massimo grado sensibilità espressiva ed agilità tecnica,
costituendo una prova di eccezionale difficoltà. Sergio Bosi
l’ha superata ‘en souplesse’,
quasi un gioco facile, un divertimento.
La Stagione dunque è iniziata
bene e bene promette ancora. Il
prossimo concerto è previsto per
domenica 11 dicembre (ore
17,30). Ancora nel salone del
Museo Diocesano si esibirà un
chitarrista appena quindicenne,
Riccardo Calogiuri: una vera
rivelazione, assicurano.
un ricordo indelebile: questo il
motivo che ha mosso un qualificato gruppo di melomani milanesi ad organizzare questa cerimonia che si è conclusa con il ricordo storiografico dei più grandi
successi del soprano romagnolo.
Anche il Conservatore dell’Archivio, Biblioteca, Museo
“Gaspare Spontini” ha assistito
alla commemorazione: infatti
Ebe Stignani è stata una grandissima interprete spontiniana, specializzata nel ruolo di Gran
Vestale ne “La Vestale” di
Spontini. La prima volta nel
1933, quando insieme alla magica Rosa Ponzillo, Giulia, partecipò
al
Maggio
Musicale
Fiorentino.
Ritornò ad interpretare “La
Vestale” nei duri anni della guerra; a Roma, l’8 dicembre 1942,
“La Vestale” inaugurava per la
seconda volta la stagione lirica
della capitale. La direzione fu
affidata al maestro Tullio Serafin;
tra gli interpreti Maria Caniglia
(Giulia), e Ebe Stignani, ancora
Gran Vestale; tra gli interpreti
maschili Tito Gobbi (Cinna).
“Ebe Stignani, incisiva nei recitativi, calda nell’accento”, così
scriveva la critica nel 1942 per
definire la voce dal gradevolissimo timbro, morbido, capace di
grandi estensioni grazie ad una
tecnica sopraffina.
Nel 1954 fu il teatro alla Scala di
Milano ad inaugurare
la stagione lirica con
“La Vestale”. L’avvenimento fu di interesse mondiale, irripetibile anche per la presenza della sublime
Maria Callas. Entrambe le soprano furono
poi immortalate dalla
copertina di Walter
Molino sulla Domenica del Corriere.
Domenico Palmolella
ebbe la determinazione e la fortuna di
vedere entrambe le
recite con la Stignani,
sia quella di Roma del
1942, sia quella milanese del 1954 e a
Majolati se ne conservano ancora i libretti
di sala. L’edizione del
’54 è ancora ascoltatissima (diffusa qualche mese fa
anche dalla Radio Vaticana).
Nella foto in alto, il ritratto
di Ebe Stignani ripreso dal
libretto di sala del Teatro
dell’Opera di Roma, 1942.
Nell’altra foto, la copertina
della Domenica del Corriere del
12 dicembre 1954 con Maria
Callas ed Ebe Stignani, interpreti de “La Vestale” nella
serata inaugurale della stagione
lirica milanese.
4
Jesi e Vallesina
Domenica 4 dicembre 2005
Stagione di prosa
La serva spadroneggia
di Augusta Franco Cardinali
E’ appena calato il sipario
sulle disavventure dell’ultima
Stagione Lirica (anche a Fermo,
causa sciopero, è stata soppressa
una replica) ed eccoci alla
Stagione di prosa con “La donna
vendicativa” di Carlo Goldoni,
primo degli spettacoli in abbonamento. La commedia, raramente
rappresentata, appartiene ad anni
non tranquilli dell’autore, quando erano in atto a Venezia dispute accesissime tra “chiaristi”,
cioè i fans dell’ampolloso, pedante e cervellotico poeta e scrittore Pietro Chiari, e i “goldoniani” che parteggiavano per il più
schietto Goldoni. Il quale però,
anche se a lungo preso di mira da
invidiose invettive, riuscì a mantenere calma e dignità e a continuare a produrre per il teatro.
“La donna vendicativa” non è
fra i suoi più celebri lavori, anche
se l’argomento che sostanzialmente tratta – l’arrivismo –
potrebbe trovare riscontro in
ogni tempo e in ogni società. Ne
è protagonista Corallina, una
serva astuta che spadroneggia in
casa del vecchio, facoltoso
Ottavio. Ruba, inganna con
moine, mente con spudoratezza.
Pretende anche di conquistare
l’azzimato, ricco Fulgenzio; che
non è uno stinco di santo, ma che
frequenta la famiglia al fine di
riuscire a sposare l’innamorata
Rosaura, figlia di Ottavio.
Un po’ strega, un po’ seduttrice, questa calunniatrice e diabolica arrivista concepisce una
serie di stratagemmi per raggirare tutti. Ma sarà alla fine smascherata, magari per caso fortuito, in un movimentato finale,
con entrate, uscite, andirivieni
farseschi. Corallina verrà allora
generosamente perdonata, ma
anche definitivamente allontanata dalla casa. Immancabile è la
morale: un invito all’onestà.
Ecco che cosa avviene a chi
intende vendicarsi di coloro per i
quali prova gelosia e invidia
Nell’adattamento di Roberto
de Simone la commedia è stata
variamente elaborata e contaminata. La vicenda è stata trasportata negli anni ’30 per consentire
un’accesa caratterizzazione di
alcuni personaggi; il linguaggio
è stato “ringiovanito” con l’introduzione di fiorite, un po’ corrive espressioni della lingua parlata di oggi. Sono rimasti inalterati invece i nomi, tipici della
commedia dell’arte dalla quale
pure, ma senza ulteriori emendamenti, è stata tratta la maschera
di Arlecchino, servitore goffo e
astuto. E’ stato aggiunto da De
Simone un originale e indovinato commento musicale: una
parodia, appena accennata e affidata a due solisti di corno, de
“Le quattro stagioni” di Vivaldi
e de “La serva padrona” di
Pergolesi.
Tra gli interpreti risaltavano
una sensuale, pimpantissima
Maddalena Crippa (Corallina) e
Cosimo Cinieri, nel ruolo di
Ortensio, ingenuo, irascibile,
credulone, per miracolo scampato dalle sue grinfie: inoltre, con
spiccate caratteristiche, Luciano
Roman, Renata Fusco, Leonardo
Petrillo, Ciro Damiano, Maria
Rosaria Carli, Giuseppe Ranosa.
Molto cordiale è stata l’accoglienza del pubblico.
Operazione salvacuore
“Schiaccia le malattie
cardiovascolari con... le noci”
Convegno
rioni ha iniziato
giovanissimo la
sua attività politica
militando sin dal
1940 in movimenti
antifascisti clandestini. Nel 1943-44
ha fatto parte della
Resistenza nella V.
Brigata Garibaldi
ottenendo la croce
al merito di guerra.
E’ assessore nel
Comune di Jesi
subito dopo la
liberazione e successivamente nel
partito d’Azione
divenendone segretario provinciale, regionale e
membro del Comitato centrale.
Allo scioglimento
del partito d’Azione, confluisce
nel Partito Socialista Italiano e
ricopre vari incarichi, tra i quali
quello di segretario provinciale.
Eletto più volte consigliere
comunale, nel 1960 è vice presidente della Provincia di Ancona.
Dal 1962 al 1965 e dal 1967 al
1970 è sindaco di Jesi.. Dal 1965
al 1967 è di nuovo in Provincia
come vice presidente e assessore
alle Finanze. Dal 1970 al 1978 è
presidente della Provincia. Nel
1981 viene nominato presidente
della Cassa di Risparmio di Jesi,
carica che ricopre fino al 1994.
Muore il 31 luglio 1998.
tardi possibile e con le conseguenze più lievi, attraverso una
prevenzione mirata e personalizzata che può venire solo da
importanti risultati di Ricerca.
fotoservizio di Paola Cocola
Come annunciato, venerdì 2
dicembre (ore 15,30) al Palazzo
della Signoria si svolgerà il convegno su “Alberto Borioni e il suo
tempo”. Presieduto dall’ex sindaco e senatore Aroldo Cascia, il
convegno si aprirà con i saluti di
Fabiano Belcecchi (sindaco di
Jesi), Tonino Perini (presidente
della Banca delle Marche), Federico Tardioli (presidente della
Fondazione Carisj) e Fabio Fazi
(sindaco di Cupramontana).
Le comunicazioni scientifiche
saranno di Pietro Rinaldo Fanesi
(Università di Camerino), Marco
Severini (Università di Macerata),
di Francesco Chiapparino e Marco
Moroni (Università Politecnica
delle Marche). A seguire, gli interventi di Cesare Serrini (Circolo
“Pertini”),
Maurizio Fabiani
(Circolo “Lombardi”), di Enzo
Pesciarelli (Istituto “Gramsci”),
Gilia Volpotti e Giuseppe Tamburrano (“Fondazione Nenni”).
Conclusioni del presidente della
Provincia, Enzo Giancarli.
Profilo biografico
Alberto Borioni nasce a
Cupramontana il 13 novembre
1923. La famiglia si trasferisce a
Jesi nel 1926 e a Jesi Alberto
Borioni trascorre tutta la sua vita.
Laureatosi in lettere a Roma nel
1947, insegna italiano e latino
nelle scuole superiori di Jesi e successivamente è preside di Scuola
Media a Filottrano, San Marcello,
Belvedere,
Morro
d’Alba,
Cupramontana e Jesi. Alberto Bo-
Per il Lions Club di Jesi il
prof. Filippo Mignini presenterà,
venerdì 2 dicembre, una relazione su: “Padre Matteo Ricci:
l’Europa alla corte dei Ming”.
Affronterà non solo argomenti di
natura storica, ma entrerà anche
nella valutazione di problematiche oggi esistenti nei rapporti fra
l’Occidente e la Cina.
Il prof. Mignini è reputato
come il più esperto sinologo presente in Italia. Lo scorso anno ha
curato due importantissime
mostre sul grande gesuita marchigiano, a Macerata e al
Complesso Monumentale del
Vittoriano a Roma.
A Palazzo Ripanti
Di fronte alle coppie di fatto
Conferenza promossa dal Meic
di Lucia Romiti
Un confronto vivace, un dibattito molto partecipato su un tema
che coinvolge gli animi e le menti
dei cattolici italiani. “Chiesa e
società di fronte al problema delle
coppie di fatto”. Questo il titolo
della conferenza promossa dal
Meic (Movimento ecclesiale di
impegno culturale) di Jesi e tenutasi lo scorso martedì 22 novembre a Palazzo Ripanti. Relatori,
l’avvocato Marcello Pentericci e il
prof. Vittorio Massaccesi. Delineate due dimensioni. Quella
della legge italiana e quella della
posizione della Chiesa. Tanti gli
argomenti toccati dalla questione;
da quello pedagogico, a quello
sociale, a quello politico.
Come lo Stato si deve porre di
fronte alle istanze delle coppie di
fatto? Secondo l’avv. Pentericci
non si può non tener conto dei
cambiamenti avvenuti nel tempo,
ed è necessario che il Parlamento diviso tra posizioni massimaliste e
conservatrici - intervenga a livello legislativo. Inutile, dunque,
sempre secondo l’avvocato, appellarsi tenacemente all’articolo
29 della Carta costituzionale che
parla di diritti della famiglia intesa
come “società naturale fondata sul
matrimonio”. “Non è più il tempo
del ‘no’ - spiega convinto - Nessuno, credente o non credente, può
credere di discutere di questi problemi senza dare soluzioni positive”. La pensa più o meno allo
Telefono Azzurro
festeggia con i bambini
di fotoservizio Paola Cocola
Borioni e il suo tempo
gi elle
Nella foto, del 6 maggio 1968,
il sindaco Borioni incontra l’on.
Aldo Moro, presidente del
Consiglio dei Ministri, giunto in
visita a Jesi.
stesso modo il prof. Massaccesi
che, in un excursus di dichiarazioni - estrapolate dai giornali - di
alcuni esponenti della gerarchia
ecclesiastica, riassume la posizione della Chiesa. Di chiusura totale
all’eventualità giuridica delle coppie omosessuali. E anche, pur con
qualche apertura al dialogo, ai
provvedimenti del diritto privato
sulle coppie di fatto. La preoccupazione della Chiesa – come spiega Massaccesi – è che, in un futuro più meno lontano, si arrivi alla
parità giuridica tra matrimonio e
convivenze.
Moie: artigianato
artistico africano
Il gruppo missionario di Moie
che collabora con le Missioni
Estere Cappuccini dell’Etiopia
sarà presente con una esposizione
di oggetti di artigianato artistico
africano in occasione del Mercatino di Natale che si svolgerà
per l’intera giornata di domenica
11 dicembre in piazza Kennedy a
Moie e durante la festa natalizia
del 18 dicembre, sempre in piazza
Kennedy. La responsabile, Edda
Guerro, invita anche a sottoscrivere un’adozione a distanza con i
bambini etiopi, sostenendo così,
al costo di un caffè al giorno, la
loro crescita e quella della loro
famiglia.
Celebrata con una torta simbolica a Palazzo dei Convegni – su iniziativa degli operatori di Telefono Azzurro- la sedicesima Giornata dell’infanzia e dell’adolescenza, in ricordo di quel 20 novembre del 1989
che vide, con l’approvazione all’unanimità della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia da parte dell’Assemblea Generale
dell’Onu, l’ingresso effettivo dei diritti dei bambini nell’universo dei
diritti umani.
L’esposizione dei manufatti in creta dipinti a mano di Michetti
Domenico, di Fabriano; dei disegni e dei quadri di Samuela
Cerquetella e dei fumetti di Marco Temperini, ha posto in particolare
l’accento sul diritto al gioco e all’espressione artistica. A entrambi si è
dato ampiamente spazio, sabato 26, anche attraverso la realizzazione di
laboratori con la creta e con la pasta di pane, che hanno visto la partecipazione numerosa- oltre sessanta- degli alunni della scuola elementare Mestica.
Le iniziative di Telefono Azzurro continuano, a favore dell’infanzia,
con la visita settimanale del suo gruppo Clown ai piccoli pazienti dell’ospedale di Jesi , e con quella di Babbo Natale nelle varie scuole.
Microcosmo jesino
Speranze e nostalgie
degli Anni Cinquanta
Cna e Occidente
Proprio le noci - ricchissime
di grassi polinsaturi, che proteggono efficacemente il cuore riducendo il livello di colesterolo,
diversamente dai grassi saturi
che ne favoriscono l’aumento; e
di arginina, aminoacido essenziale per la salute delle arterie in
quanto previene i fenomeni di
arteriosclerosi e dilata i vasi sanguigni - se assunte con costanza
e moderazione, aiutano a tenere
“pulite” le arterie e costituiscono
un buon carburante per l’intero
organismo. Altri composti, sempre a base di noci, aiutano a prevenire le irregolarità del battito
cardiaco e a migliorare il tono
dell’umore.
È quanto i volontari di
Conacuore
(coordinamento
nazionale del cuore) - organizzazione Onlus con novantadue sedi
di volontariato - hanno fatto
sapere ai passanti che, nei giorni
del 25-26 e 27 novembre, in
piazza della Repubblica, hanno
acquistato dalla bancarella di
“Operazione salvacuore”, sacchetti colmi dei benefici frutti.
L’iniziativa – che rientra nella
Campagna nazionale per la prevenzione e la ricerca sulle malattie cardiovascolari - ha avuto
come scopo quello di “creare un
Fondo destinato alla ricerca, che
alimenti l’impegno degli studiosi
e sostenga azioni di prevenzione
capillari e concrete”.
Parlano chiaro a proposito i
dati Istat che attribuiscono il 40
per cento della mortalità, in
Italia, alle malattie cardiovascolari. Stima pesante sia per il carico di sofferenza che va a gravare
sul malato e la sua famiglia, sia
per il peso dei costi che vanno ad
incidere sul Sistema sanitario
nazionale. Ogni anno, sono più
di un milione i pazienti ricoverati, per un costo totale di oltre
ottocento milioni di euro.
Diventa pertanto indice di
responsabilità comune non
accontentarsi di far “riparare”
cuori ammalati, ma di fare in
modo che si ammalino il più
XVI Giornata dell’infanzia
e dell’adolescenza
Di Emanuele Ramini la Gei
(Gruppo Editoriale Informazione)
ha recentemente pubblicato il
libro “Quegli anni ’50: Jesi tra
speranze e nostalgie”. Il volume,
presentato il 25 novembre nella
Sala Maggiore del Palazzo della
Signoria, è il secondo scritto dall’autore che nel 2001 aveva dato
alla stampa “La nostra guerra
1940-45”.
Diversi sono stati gli interventi
che hanno animato la manifestazione. Il primo è stato di Rolando
Romagnoli che ha illustrato la
varia attività della Gei, che cura la
pubblicazione di “Jesi e la sua
valle” e di libri. Successivamente
Dino Mogianesi, direttore di “Jesi
e la sua valle”, ha parlato del libro
non solo come di una raccolta di
ricordi, ma come di una ricostruzione critica degli anni ’50, intervallata da una decina di interviste
e testimonianze. “Non tutto è stato
riportato – ha precisato – ma è
grande la ricchezza di quegli
anni”. Ha poi aggiunto, citando
Allen: “Se un microcosmo non è
rappresentativo ha però il vantaggio di permettere uno studio preciso e dettagliato”.
“La provincia di Ancona ha
offerto collaborazione – ha dichiarato successivamente Enzo Giancarli, presidente della Provincia –
perché l’argomento è interessante
sia per Jesi che per la regione, presentando memorie che sono di
tutti relative a un periodo della
nostra storia, quella del secondo
dopoguerra, tumultuoso e fecondo
di fermenti”.
Intervenendo l’assessore Leonardo Animali ha parlato dell’autore come di un ricercatore e documentarista attento. “Il libro non è
un testo storico – ha commentato
– ma ricostruisce la quotidianità a
tutto tondo, valorizzando la
memoria”.
Per ultimo l’autore, illustrando
brevemente la sua opera, ha rilevato che “lo scopo del libro non è
soprattutto quello di dare giudizi,
ma di suscitare ricordi relativi ad
anni estremamente diversi da
quelli di oggi; di vita più vera, più
semplice, più cordiale. Forse più
felice”. L’incontro si è concluso
con la proiezione del documentario “Immagini del passato. Jesi
anni ‘50” di Geniale Olivieri: un
collage di spezzoni di pellicole
girate con una cinepresa amatoriale, senza esposimetro e messa a
fuoco. Sono immagini semplici,
ma velate di poesia: personaggi
della quotidianità incontrati per i
vicoli e gli spiazzi del centro storico, vecchietti rugosi sorridenti
seduti al sole accanto alla soglia di
casa, donne che, nella bella stagione, cucivano all’aperto, a crocchio; massaie, artigiani, monelli,
giovanotti un po’ spocchiosi.
Ricordano inoltre eventi festosi: il
Carnevale, il Corso dei fiori, le
abbondanti nevicate, occasione
anch’esse di divertimento, la raccolta e la battitura del grano nelle
campagne. Il commento è di
Giuseppe Luconi che ha ugual-
mente collaborato con Olivieri
nella realizzazione di non pochi
documenti filmati di vita jesina.
Occorrerebbe pure ricordare, a
titolo di cronaca e a onor del vero,
che Luconi è autore di oltre venti
libri di storia jesina anche contemporanea e che è stato fondatore
della rivista “Jesi e la sua valle”
attraverso la quale da vicino era
osservata e documentata la storia e
la cronaca della nostra città.
Augusta Franco Cardinali
Aperto il sottopasso della stazione
E’ stato inaugurato sabato 26 novembre, il sottopasso pedonale
che collega la stazione con il parcheggio al di là della ferrovia, cioè
con il parcheggio della multisala. Ha tagliato il nastro il sindaco
Fabiano Belcecchi; erano presenti gli allievi dell’Istituto d’arte
“Mannucci” ai quali era stato affidato il compito di decorare con
illustrazioni le pareti del sottopasso.
(foto Anna V.Vincenzoni)
“Lavoratori artigiani dell’oro”
Un’inquadratura di un recente incontro tra artigianato e scuola, nell’ambito delle iniziative promosse dalla Confartigianato di
Jesi. Nella foto, gli studenti della scuola media Federico II mentre viene loro illustrato il progetto “ragazzi lavoratori artigiani
dell’oro”.
(foto Candolfi)
Jesi e Vallesina
Contrappunti
L’intollerabile
fastidio
I progetti culturali
un investimento strategico
di Riccardo Ceccarelli
Nei giorni scorsi con degli
amici ho avuto la possibilità di
visitare un’azienda del nostro
territorio. Su una parete, nel settore dove erano impegnati gli
operai vi era, e vi è ancora, un
crocifisso. Uno del gruppo accorgendosi dell’immagine mi ha
detto: “Non riesco proprio a
capire cosa ci stia a fare lì quel
crocifisso. In Francia in luoghi
come questo è proibito metterlo”.
Probabilmente non avrebbe
detto nulla se sulla parete ci fosse
stata l’immagine di Che Guevara
o magari la riproduzione del “Il
terzo stato” di Giuseppe Pellizza
da Volpedo o, in un angolo, la
fotografia di qualche donnina
discinta. In nome della laicità e
della libertà di coscienza insomma il crocifisso deve essere tolto.
Il problema di tanto in tanto
ritorna. Nelle scuole. Negli ospedali. Nei tribunali. Come il giudice Luigi Tosti che da mesi, nel tribunale di Camerino, non tiene
seduta proprio perché nell’aula è
presente il crocifisso. Per questo
suo “non agire” il tribunale de
L’Aquila lo ha condannato il 18
novembre.
Ed il giudice con un “comunicato stampa” inviato per email il 22 novembre, sottolinea
che quel giorno “è stata scritta in
un’aula-ghetto allestita «senza
crocifisso» e destinata appositamente ad uno «sporco» imputato
non cattolico, una delle pagine
più epiche della Giustizia italiana, perché si è finalmente inflitta
una giusta ed esemplare condanna a chi, pretendendo di affiancare al sacro simbolo del crocifisso i propri falsi simboli, ha
manifestato con sconfinata arroganza l’assurda pretesa di godere degli stessi diritti e della stessa dignità che la Repubblica
Pontificia italiana accorda, giustamente, alla sola superiore
razza dei Cattolici. […].
“Spero che la mia sentenza di
condanna – contro la quale ricorrerò – sia l’inizio di un incendio
che risvegli le coscienze dei sudditi italiani che non intendono più
tollerare l’emarginazione e la
discriminazione che parte dei
Cattolici attua ai danni degli atei,
degli agnostici, degli ebrei, degli
islamici, dei buddisti, degli evangelisti, dei valdesi, dei testimoni
di Geova e di tutti color che si
identificano in religioni diverse
dalla loro”.
E conclude: “Ringrazio infine
il Dio dei Cattolici per aver offerto a mia moglie e a me l’opportunità di conoscere Marco Pannella
(presente per sostenerlo a L’Aquila) e di stringere la «zampa»
di questo leone radicale che è
riuscito, contro la volontà della
maggior parte degli italiani, a
rendere più libera e più dignitosa
l’esistenza di tutti gli italiani”.
Un po’ sopra le righe e un po’
slabbrata questa prosa di giudice
che vuole tingerla d’ironia senza
riuscirci; che poi Pannella – a dire del giudice – abbia reso “più
libera e dignitosa l’esistenza di
tutti gli italiani”, credo che sia
tutto da dimostrare proprio nei
contenuti di quella libertà e
dignità dell’esistenza, confuse
spesso e volentieri, seppure non
da tutti, con il capriccio o l’egoismo.
Ma ritorniamo al crocifisso.
Esso dà proprio fastidio. Un
fastidio che viene nascosto con la
pretesa “imposizione della superiore razza dei Cattolici” - per
usare la dizione d’altri tempi del
giudice - che non darebbe libertà
ad altre religioni o ad altri senza
alcuna fede. A chi può dare fastidio l’immagine di un crocifisso
che ci ricorda tutti i “crocifissi”
della terra, che ci ricorda in ogni
luogo, al di là di ogni fede, il
dolore ed il sacrificio di ogni
uomo e quelle “crocifissioni” e
quelle violenze che troppo spesso
siamo capaci di darci?
Veramente fastidioso questo
“segno” che ci suggerisce la
dimensione creaturale e un nuovo
“poter essere” e che mette in crisi la nostra “onnipotenza”. Mettiamo pure vicino al crocifisso
altri simboli religiosi, ma non
togliamo questo “segno” che non
grida “l’arroganza dei Cattolici”
ma propone, unicamente con l’esempio del protagonista, un
senso della vita, del tempo e della
storia.
Una proposta questa ritenuta
non opportuna e limitativa favorendo così un vuoto nichilismo
scambiato spesso per libertà di
coscienza. La presenza del crocifisso allora diventa veramente un
intollerabile fastidio rivestito con
una coperta troppo stretta dal
valore della laicità e del rispetto
per altre fedi.
Alla “Savoia”
Convegni
di Cristina Franco
Per la prima volta, il 19 novembre scorso, imprenditori, operatori
culturali, esperti di fund raising
ed economisti di fama internazionale si sono riuniti al teatro-studio
“Valeria Morioni” per il convegno
“I progetti culturali: un investimento strategico delle imprese”.
La full immersion, seguita a quella di Ancona del giorno prima, è
stata organizzata dalla Regione
Marche e dalla Fondazione
“Pergolesi Spuntini”.
Dai numerosi interventi è
emerso un segnale positivo nei
confronti delle difficoltà in cui
versano le organizzazioni culturali
italiane dopo i tagli imposti dalla
recente finanziaria. «La programmazione culturale deve rimanere
una prerogativa pubblica, aprendosi però anche ai privati, il cui
apporto finanziario è fondamentale», ha dichiarato in apertura il sindaco Fabiano Belcecchi.
«È ora che la politica si esprima con una programmazione
sinergica nell’uso delle risorse
pure in tema di cultura, indispensabile al welfare come la questione sanitaria – ha poi affermato
l’assessore provinciale Massimo
Pacetti – Bisogna star bene anche
nell’anima, oltre che nel corpo.
Ogni volta che nasceva un problema nel mondo della cultura si pensava che creare una fondazione
fosse una panacea, ma non è sempre così.. Dare contributi a pioggia
per ogni singola iniziativa è sbagliato..I giovani devono conoscere
l’arte più vicina a noi nel tempo,
perché spesso è la più ignorata».
In seguito Raimondo Orsetti,
dirigente del Servizio Cultura
della Regione Marche, ha aggiunto che «stiamo vivendo un mese
straordinario, in cui accadranno
fondamentali innovazioni di qualità. Dobbiamo sperimentare forme
manageriali. Il bubbone più grosso da affrontare è il fatto che nelle
Marche ci sono tre università con
laureati in materie umanistiche
che finiscono in disoccupazione e
tante biblioteche e archivi con
grossa penuria di risorse umane.
Bisogna creare nel mondo un’immagine forte delle Marche, rilanciando i contenitori presenti sul
territorio, creando un ‘Parco dei
Teatri’ in anticipo sulla riforma
legislativa della primavera 2006,
necessaria perché la legge 75 del
97 ormai è abbastanza superata».
Gian Mario Raggetti dell’Università Politecnica delle Marche
ha invece reso noto che “l’Osservatorio Regionale e la facoltà di
Economia di Ancona stanno studiando come migliorare la politica
culturale: suggeriscono di creare
un database dei beni culturali e
artistici con i loro bilanci, struttura
e funzionamento ed una rete di
assessori per creare delle regole
del gioco rispettate da tutti».
Massimo Sterpi dello studio
legale Jacobacci ha invece sfatato
il luogo comune che gli Usa siano
il Paese con più mecenatismo,
dichiarando che “la nostra situazione è molto più propensa agli
investimenti nella cultura. Non c’è
più la scusa, per non donare fondi
alle onlus, che non ci siano leggi
favorevoli.» Il presidente della
Fondazione “Cassa di Risparmio
di Jesi” Federico Tardioli ha reso
noto che il suo ente spende circa il
35 per cento dei fondi disponibili
alle varie attività di sostegno, per i
beni culturali. Ha quindi ricordato
il supporto agli scavi di
Castelleone di Suasa, il restauro
della galleria Pianetti, del sipario
storico del teatro di Montecarotto
e dell’ex istituto Cuppari.
Michele Trimarchi dello Iulm
Milano ha quindi criticato il fatto
che in Italia per la cultura si spenda, e male, lo 0,5 per cento dell’intero budget pubblico, con un
incentivo allo spreco che compromette la qualità ed un settore teatrale zavorrato da se stesso.
Nella tavola rotonda seguente
vari imprenditori hanno parlato
della loro esperienza rimarcando
quanto sia importante amare il
proprio territorio e non perdere la
propria identità. Le conclusioni
sono state affidate a Giampiero
Solari, assessore alla Cultura della
Regione Marche: «La cultura la
devono fare i giovani. – ha detto –
C’è tanto da studiare e non sapete
la quantità di fondi che vanno
persi. I teatri delle Marche sono
aperti pochissimo, rispetto alle
loro potenzialità. Possono diventare centri di ricerca, prosa e musica.
Anche le biblioteche e gli archivi
sembrano il massimo dell’inutilità, ma sono importanti per l’identità regionale. Il dialogo tra politica, operatori culturali e imprenditori continuerà.»
L’autografo musicale di Spontini
Nel numero scorso abbiamo dato notizia delle celebrazioni
maiolatesi per l’anniversario della nascita di Gaspare Spontini.
Nell’occasione, nei locali del museo, il sindaco Giancarlo Carbini e
l’assessore alla Cultura Sandro Grizi hanno consegnato al presidente delle Opere Pie, Pierluigi Ruggeri, l’autografo musicale di
Gaspare Spontini: “Mignon’s Lied” o Canto di Mignon tratto da
una nota lirica di Johann Wolfgang von Goethe. Nella foto, da
sinistra: Sandro Grizi, Pierluigi Ruggeri, Marco Palmolella
(Conservatore dell’Archivio, Biblioteca e Museo Gaspare
Spontini) e Giancarlo Carbini.
www.mattoli.it
Scuola e famiglia
si incontrano
Prosegue la serie di incontri
Scuola-Famiglia organizzata dall’Istituto Comprensivo “Jesi
Centro” per migliorare il dialogo
e la comunicazione con le famiglie e per offrire a tutti delle occasioni di riflessione su temi attuali.
Dopo l’interessante relazione
del dott. Walter Piva, responsabile
del Centro Antidiabetico di Jesi,
sul “diabete Mellito”, è stata la
volta – giovedì 24 novembre della relazione sul tema: “Le
esperienze di base e lo sviluppo
del Sé nel bambino” svolta presso
la scuola “Savoia” dallo psicologo Roberto Costantini, presidente
dell’Aspic-Counseling e Cultura
di Ancona.
Questo il calendario dei prossimi incontri, presso la scuola
media “Savoia” (tutti alle ore 18):
30 gennaio, dott. Franco Burattini: “La relazione nella coppia
genitoriale”; 16 febbraio, dott.ssa Rossella Italiano: “Vivere l’adolescenza oggi”; 21 febbraio
dott.ssa Stefania Romagnoli: “Il
piacere di leggere con i figli”; 15
marzo dott.ssa Marisa Campanelli:“L’ascolto in famiglia”; 7
aprile dott.ssa Loretta Mozzoni:
“Percorsi d’arte, percorsi di
vita”.
Via Risorgimento
il salotto di Moie
Via Risorgimento, la direttrice
che attraversa Moie: l’amministrazione comunale di Maiolati
mira a farne una sorta di salotto
cittadino. Allo scopo, ha programmato una serie di interventi,
primo dei quali. la realizzazione
di una nuova illuminazione pubblica. Tra le altre opere previste, il
rifacimento degli allacci della rete
idrica, l’abbattimento delle
barriere architettoniche e la
realizzazione
di semicerchi
in cubetti di
porfido
nel
tratto dall’incrocio con via
Torrette
a
quello con via
Baracca, la pavimentazione in
pietra arenaria nel tratto antistante
l’abbazia di Santa Maria e in quello di fronte alla sede della Banca
Popolare.
“Via Risorgimento dovrà
costituire il vero centro di Moie –
conferma l’assessore Umberto
Domizioli (nella foto) - soprattutto dopo che sarà alleggerito di
gran parte dell’attuale traffico con
la ricostruzione del ponte sul
Fiume Esino e la realizzazione del
nuovo accesso alla superstrada. In
tal modo si potrà dirottare il traffico pesante sulla superstrada ed
eliminare le code all’incrocio
nella zona cimitero. A questo si
devono aggiungere i lavori di
restauri di molti edifici, agevolati
anche dal contributo a fondo perduto del Comune per la sistemazione degli esterni, che stanno
contribuendo ancora di più al
recupero qualitativo dell’area”.
Domenica 4 dicembre 2005
5
Castelbellino-Cupramontana
Il monumento
in Roma
a Giordano
Bruno
Due sono stati gli avvenimenti,
non separati ma contestuali, che
hanno segnato la vita di
Castelbellino nell’ultima settimana dello scorso ottobre: l’affollata
conferenza del prof. Giulio
Giorello e del suo assistente prof.
Corrado Sinigaglia su “La filosofia cosmologica di Giordano
Bruno” e la mostra “Il monumento a Giordano Bruno in Campo de’
Fiori di Ettore Ferrari” svoltasi
presso il Museo comunale di Villa
Coppetti. Del primo ha già riferito
a suo tempo il nostro settimanale.
Del secondo si ritiene opportuno
non perderne memoria, considerato non solo il suo interesse ma
anche alcuni risvolti avuti tra noi.
La mostra infatti comprendeva
ventitré opere-reperti inerenti il
monumento eretto al filosofo di
Nola nel 1889, particolari e bozzetti della sua costruzione, fotografie d’epoca ed oggettistica relativa alla scultura dovuta ad Ettore
Ferrari (1845-1929). Una raccolta
non facilmente reperibile e frutto
di attenzione e passione da parte di
Ettore Passalalpi Ferrari, pronipote dell’artista, per uno dei monumenti che ha segnato la “cultura
del libero pensiero” nelle ultime
decadi dell’Ottocento, alimentando quel clima polemico nei confronti della Chiesa e se vogliamo
anche fortemente anticlericale
all’epoca maggioritario.
La mostra è stata altresì occasione propizia per ritrovare una
pagina della nostra storia, seppure
dimenticata, per quanto riguarda i
nostri paesi, Cupramontana in particolare, e Giordano Bruno. Il
Comitato Universitario esecutivo
per il monumento a Giordano
Bruno infatti aveva inviato una
circolare il 19 aprile 1889 a tutti
Comuni per concorrere alle spese
del monumento: il Comune di
Cupramontana partecipò ”con la
tenue somma” di £. 50 deliberata
il 28 maggio, proponendo nella
stessa seduta di farsi rappresentare
a Roma alla cerimonia dell’inaugurazione del 9 giugno da alcuni
consiglieri. Furono a ciò incaricati
il consigliere dott. Luigi Margutti
notaio, David Borioni, Achille
Umani e l’avv. Enea Vita, cuprense residente a Roma.
Al momento della partenza per
Roma la delegazione di Cupramontana era costituita da David
Borioni, Domenico Bonci ed
Orazio Ceccarelli, non essendo
più disponibili per varie ragioni di
lavoro ed altro il notaio Margutti
ed Achille Umani; a Roma si ritrovarono con l’avv. Vita e presenziarono in Campo de’ Fiori all’inaugurazione del monumento. Per
l’occasione le ferrovie praticarono
sul viaggio a Roma un opportuno
ribasso per le delegazioni inviate.
Tutti ovviamente furono soddisfatti per la trasferta romana;
l’avv. Vita in particolare scrisse al
sindaco Ettore Dottori di sentirsi
“onorato di rappresentare codesto
Comune” e ringraziava “per la
preferenza accordatami su tanti
altri che più degnamente di me
avrebbero potuto adempiere a un
tale mandato”.
Il clima nazionale di contrapposizione alla Chiesa, di cui il
monumento a Giordano Bruno fu
segno ed emblema, si sentiva ed
incideva anche nei nostri paesi:
poco dopo l’inaugurazione del
monumento a Roma, l’amministrazione
comunale
di
Cupramontana decise di cambiare
nome alla piazza antistante la
chiesa di San Leonardo che da
sempre era stata appunto “Piazza
San Leonardo” chiamandola
“Piazza Giordano Bruno”.
Tale denominazione si protrasse fino al 7 maggio 1929, quando
fu cambiata in “Piazza IV
Novembre”, intestazione cambiata
dal podestà Paolo Benigni alla
vigilia delle feste centenarie del
martirio del Beato Angelo il cui
corpo dalla chiesa dell’omonima
abbazia venne trasferito per una
settimana in San Leonardo, feste
centenarie che videro la partecipazione del Card. Luigi Capotosti:
per la circostanza venne tolto questo accenno all’antico clima tardo
ottocentesco; da ricordare pure
che poco prima, l’11 febbraio, era
stato firmato il concordato tra
Stato e Chiesa: un piccolo segno
anche questo del “nuovo corso”
delle cose. Sono le piccole storie
di paese quale eco concreta del
vissuto dell’intera nazione.
Riccardo Ceccarelli
Qualità garantita
Mercoledì 23 al ristorante “Rusticanella” dei fratelli Nicola e Pietro
Silveri, sono stati comunicati alla stampa i risultati delle ricerche che
l’azienda agricola Stefano Mancinelli di Morro d’Alba ha fatto eseguire in laboratorio BioAesis di Jesi per certificare la qualità del vino da
loro prodotto e denominato Lacrima di Morro d’Alba. “Il controllo
genetico per ricercare il Dna del vino – è stato detto - è soprattutto a
garanzia del consumatore ed apre nuovi orizzonti contro le sofisticazioni alimentari in quanto, perfezionando le metodiche, si può controllare la qualità dei prodotti destinati all’alimentazione. Nella foto, da
sinistra: l’enologo Roberto Potentini e Stefano Mancinelli.
(fotoservizio Anna V.Vincenzoni)
6
Jesi e Vallesina
Domenica 4 dicembre 2005
Jesi per via
di Paolo Marcozzi
Gigli Beniamino (Via, da Via Rossini
a Via Sanzio) Tenore (Recanati 1890 –
Roma 1957). Esordì nel 1914 a Rovigo ed
ebbe il lancio definitivo alla Scala nel
1918, nel Mefistofele di Boito. La successiva carriera internazionale lo rivelò come
uno dei massimi interpreti del repertorio
italiano, acclamato dal pubblico come l’erede di Caruso. Già popolarissimo, ancor
più lo divenne, grazie alla duttilità e alla
melodiosità della sua voce, come interprete di musica leggera (“mamma, solo
per te la mia canzone vola …”) e come
attore cinematografico.
Giglio (del) (Via, Costa Pastorina a Vicolo Fiasconi) Non
abbiamo trovato riferimenti su questo toponimo. C’è chi ci fa
osservare che, tempo addietro, un residente potrebbe aver
ingentilito il vicolo con un giglio di favolosa bellezza tale da
diventare punto di riferimento; o che vi abitasse una famiglia di
cognome Gigli (in dialetto la casa “del Giglio”, il vicolo “del
Giglio...”). Forse qualche lettore può aiutarci?
Ginnasio (del) (Vicolo, strada senza sbocco da Piazza
Indipendenza) Il Ginnasio cittadino (fondato nel 1548 ed antico
progenitore dell’attuale Liceo Classico), inizialmente ubicato al
Palazzo della Signoria, fu spostato sul finire del 1500 al Palazzo
dei Priori, cioè l’attuale Palazzo Comunale: accoglieva gli allievi (ovviamente solo maschi) un’ampia unica stanza che dava
verso lo stretto vicolo e dove esercitavano insieme il loro lavoro i due Maestri (il Magister ed il Repetitor).
Giorgini Giovanni Battista (Via, da Via XV Settembre a
Corso Matteotti) Letterato e patriota (Lucca 1818 Montignoso, Massa, 1908). Professore di diritto penale, sposò
Vittoria, figlia di A. Manzoni. Fu deputato e poi senatore al parlamento italiano. Scrisse opuscoli politici, fra cui Sul dominio
temporale dei papi e Dell’unità d’Italia. Seguace delle teorie
linguistiche manzoniane, promosse con E. Broglio la redazione
del Novo vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di
Firenze (1870-97).
* L’asterisco
I treni della morte
Un’offensiva degli Alleati anglo-americani per interrompere il transito dei «treni della morte» verso Auschwitz «non soltanto non fu posta in esecuzione, ma non fu neppure formulato
un piano specifico a tale riguardo». Come è noto, furono
distrutte le industrie di materie sintetiche situate vicino ad
Auschwitz-Birkenau, perché considerate obiettivi di guerra, ma
nessuna bomba fu lanciata sulla rete ferroviaria, né sui forni
crematori, che
pure
erano
ben
visibili
dalle fotografie
riprese
dagli aerei che
perlustravano
la zona.
È questa
l’accusa che
«Civiltà Cattolica», rivista
della
Compagnia di Gesù, formula in
un articolo di
padre
Giovanni Sale dedicato al tema «I dubbi sulla guerra aerea durante la seconda
guerra mondiale. «Evidentemente per gli Alleati contrastare
la soppressione degli ebrei in Europa non era una priorità»,
osserva padre Sale, che nel suo saggio cita i più importanti
studi recenti sul «silenzio» degli anglo-americani sull’Olocausto e documenti inediti di fonte vaticana. «Tutto fu
coperto da una sorta di cospirazione del silenzio: il nemico da
abbattere era la Germania nazista e una parte dei suoi abitanti», scrive il periodico dei gesuiti le cui bozze sono rilette
dalla Segreteria di Stato della Santa Sede.
Nel suo articolo, padre Giovanni Sale, storico della
Compagnia di Gesù, riporta anche un documento inedito da
cui risulterebbe che i governi alleati vennero a conoscenza
dei campi di sterminio ad Auschwitz anche attraverso fonti
militari e diplomatiche. A questo proposito «illuminante»
sarebbe la testimonianza di un collaboratore a Roma di
Myron Taylor, rappresentante personale del presidente americano Roosevelt, l’addetto alla delegazione, F. C. Gowen.
Questi, in un rapporto confidenziale redatto nel dopoguerra, scrisse: «Il Governo polacco a Londra ripetutamente
informò gli inglesi e gli americani dell’esistenza di un complesso di campi di morte ad Auschwitz-Birkenau, che però
veniva indicato come “Oswiecim”. Tali dettagliati e accurati
rapporti furono ordinariamente “non creduti” dal Foreign
Office, e conseguentemente non presi in considerazione dal
Dipartimento di Stato Usa».
Gowen, però, ritiene che tali campi di morte fossero ben
noti ad alcuni alti ufficiali a Londra e a Washington, come
erano anche ben informati dell’esistenza dei treni della
morte stipati di ebrei, che da tutti i territori dell’Europa
sottoposti alla dominazione nazista partivano verso
Auschwitz-Birkenau. Ma, «sebbene tali cose fossero conosciute, né i campi di morte né le linee ferroviarie furono mai
bombardate».
Giacomo Galeazzi
Una pagina
di storia
Il collettivo Guatemala-Moie
sulle orme di Rigoberta Menchù
Il culto
di Santa
Lucia
in Jesi
Segue da pag. 1
di Francesco Bonasera
Vi è in Jesi la Confraternita di
Santa Lucia, eretta canonicamente
nella parrocchia e relativa chiesa
di San Francesco di Paola. Essa si
propone (in piena obbedienza
all’autorità ecclesiastica) di praticare e diffondere il culto speciale
di Santa Lucia. Intorno al 1624, la
Confraternita aveva sede presso la
chiesa di San Floriano e gestiva il
vecchio ospedale degli infermi
(in un vicolo adiacente il duomo,
sul muro di palazzo Ripanti vecchio vi è la scritta scritta C.S.L.
(Confraternita Santa Lucia) e
l’immagine degli occhi, simbolo
della santa.
Nel 600 la Confraternita fu
aggregata all’Arciconfraternita
del Gonfalone di Roma; in età
napoleonica fu soppressa dal 1798
al 1800 poi di nuovo dal 1810 al
1822. Dopo il 1842 traslocò alla
nuova sede dell’ospedale, attivo
dal 1741 (per opera del Vescovo
Antonio Fonseca), insediandosi in
una sala attigua alla chiesa incorporata nel nosocomio dedicata a
Santa Lucia. La Confraternita
ebbe confiscato tutto il patrimonio
per contribuire alla costruzione
del nuovo ospedale diocesano
(cioè territoriale), la cui struttura
fu realizzata da Arcangelo Vici.
Nel 1634 furono preparate a
Jesi le “Costituzioni della Confraternita” in pergamena, tuttora
conservate in ottimo stato presso
la Cancelleria vescovile: la
Confraternita, cioè, veniva riordinata (ad ogni effetto) dal Vescovo
Tiberio Cenci, con sei priori e otto
coadutori; una copia dello Statuto
è nella biblioteca del Senato.
Sono conservati in Jesi nove
dipinti relativi a Santa Lucia: la
tela di Lorenzo Lotto, conservata
presso la Pinacoteca civica, e otto
lunette (già finite nella chiesa di
San Francesco di Paola) di autore
ignoto (sec. XVIII). Le lunette,
debitamente restaurate, narrano,
in modo aggraziato ed efficace, la
storia di Santa Lucia, dall’omaggio di Santa Agata (di Catania) al
processo e all’esecuzione della
pena di morte.
Nella campagna jesina, ad
oriente della città, c’è la contrada
Santa Lucia con una chiesetta.
Coinvolti più di 2500 cittadini
Il volontariato nella nostra provincia
Le iniziative a Moie e a Jesi
Oltre duemilacinquecento
cittadini coinvolti nell’attività
di volontariato, iscritti a 447
associazioni che rappresentano
il 32 per cento delle organizzazioni di tutta la regione. Questo
il quadro del mondo non profit
nella provincia di Ancona, presentato il 26 novembre al Csv
(Centro servizi per il volontariato) in occasione della prima
giornata dell’informazione e del
volontariato.
Un mondo sommerso, quello
di chi occupa parte del suo
tempo per aiutare gratuitamente
gli altri, che nasconde una
miriade di attività che, come ha
sottolineato il presidente provinciale
Alberto
Astolfi,
“coprono tutti i settori della vita
sociale, culturale, ambientale e
di solidarietà internazionale”.
Il Csv è una struttura gestita
direttamente dalle associazioni
attraverso un direttivo eletto tra
quelle organizzazioni iscritte al
Registro regionale del volontariato (nella nostra zona sono
72). E’ finanziato, secondo la
legge, dalle Fondazioni bancarie e, nella sola provincia del
capoluogo, può contare su una
sede centrale e quattro sportelli
a Fabriano, Jesi, Senigallia e
Castelfidardo dove l’attività per
le associazioni viene gestita da
tre operatrici. Il tutto senza
alcun costo per tutte le associazioni della provincia.
Il Csv mette a disposizione
una serie di professionalità che
coprono tematiche di vario tipo:
dall’amministrazione e fisco
alle problematiche legali, dall’informatica, all’organizzazione e alla gestione delle associazioni fino al marketing e alla
comunicazione. Solo nei primi
sei mesi dell’anno, ha fornito
materiale di grafica e stampa
per oltre 80 mila euro.
Ha creato, con il Gruppo
Solidarietà di Moie, un’importante centro di documentazione
e organizza corsi di formazione
per tutti i volontari. Ha prodotto
un software per la contabilità e
si è iscritta come soggetto
accreditato per il servizio civile.
Una scelta, questa, che permetterà anche alle associazioni più
piccole di avere giovani a
disposizione per alcune ore alla
settimana. Molte le attività di
promozione alla cittadinanza,
tra le quali le feste del volontariato e la campagna di promozione che ha visto distribuire in
maniera capillare volantini per
stimolare alle attività non profit.
A Jesi, l’Avulss sta portando
avanti, insieme a Telefono
Amico, Auser, Gruppo solidarietà, Agesci, Comune e i grup-
pi teatrali “El Passì” e “Il sipario”, “La fucina della diversabilità”, un punto di incontro aperto vicino alla Casa di riposo
dove, due pomeriggi alla settimana, si incontrano persone
diversamente abili e vengono
coinvolte in attività ricreative e
di sostegno.
“Un modo per far stare insieme giovani affetti da handicap e
anziani – ha spiegato Maria
Cristina Paris dell’Avulss di
Jesi – che, attraverso attività
manuali e teatrali, si raccontano
e si sostengono a vicenda”. Un
percorso che porterà ad uno
spettacolo proposto ai bambini
delle scuole che si impegneranno, a loro volta, nell’esprimere
con parole o disegni ciò che
hanno appreso. Del risultato del
lavoro dei diversamente abili e
degli scolari ne verrà fatta una
pubblicazione.
chia San Lorenzo di Cupramontana. Poi abbiamo inserito
in quel territorio dei volontari di
Udine che ancora ci operano.
Quando Clemente è stato trasferito a Sacapulas noi lo abbiamo
seguito, continuando a finanziare diversi progetti di borse di
studio per giovani indios. Il
Comune di Sacapulas è vastissimo, molto povero. Da due anni
è senza amministrazione comunale né sindaco. In Guatemala
succede anche questo. Con
Clemente ho vissuto alcune
esperienze in vari villaggi indigeni dell’altopiano che mi
hanno colpito moltissimo e che
non dimenticherò facilmente.
Ora stiamo discutendo di due
progetti. Il primo riguarda
Sacapulas ed il problema dei
rifiuti urbani che, in assenza
dell’amministrazione comunale, non vengono raccolti né
smaltiti. Vedremo come e se
potremo intervenire coinvolgendo magari le strutture esistenti in Vallesina, se accetteranno”.
- Il secondo?
“Il secondo riguarda i danni
dell’uragano Stan. Clemente è
originario di San Pedro la
Laguna sul lago Atitlàn, confinante col Comune dove sono
scomparsi due villaggi travolti
dall’acqua e dal fango. L’idea è
quella di finanziare attraverso i
gruppi italiani (Torino – Milano
– Verona – Maiolati Spontini e
Roma) l’acquisto di un terreno
da parcellizzare poi e darlo a
famiglie di indigeni per “rifarsi
una vita”. Noi siamo impegnati
per una quota di 15.000 euro da
qui all’estate prossima. Clemente sarà il responsabile del
progetto in Guatemala e quindi
il nostro referente. Il Collettivo
Guatemala-Moie ha aperto un
conto corrente presso la Banca
Popolare di Ancona filiale di
Moie che da sempre ci è molto
vicina e che ringraziamo. Il
numero di conto è 3392 intestato al Collettivo GuatemalaMoie e credo che insieme, con
un piccolo impegno ciascuno,
potremo fare molte cose per
questo Paese e questo popolo
che sono stupendi. Giova ricordare comunque che il Collettivo
è a disposizione di chiunque
voglia conoscere il Guatemala,
per l’organizzazione di un viaggio come quello fatto da lei ed i
suoi amici”.
v.m.
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Sport
La mostra di Argalia a San Nicolò
Basket
Storie di donne in digitale
di Giorgia Barboni
“Una donna è la storia delle
sue azioni e dei suoi pensieri, di
cellule e neuroni, di ferite e di
entusiasmi, di amori e disamori”. Scrive così Marcela Serano
in Antigua, Vita mia. Ed è esattamente la sensazione che si
prova nel guardare le foto di
Adriana Argalia, “Ritratti, orizzonti femminili”.
Tante storie. Storie di donne
catturate nel massimo della loro
femminilità e della loro fragilità, storie di bambine che fanno
il bagnetto e che ti sfidano, dietro un paio di occhiali rossi.
Tutto questo è Adriana Argalia,
fotografa jesina che si lancia da
sola nel mondo della fotografia
e “ha un occhio” per tutto ciò
che, per il suo solo essere, ha in
ogni caso molto da dire.
Una chiacchierata informale,
tra le sue opere in mostra, inaugurata nella giornata di domenica 27 novembre in quella splendida (eppur poco utilizzata) cornice che è la chiesa di San
Nicolò. Mostra realizzata in
collaborazione con la Fidapa
(Federazione Italiana Donne
Arti Professioni Affari), di cui
l’Argalia fa parte. Da una parte
il bianco e nero e dall’altra il
colore, in fotografie che coprono un arco di tempo di più di
venticinque anni.
“San Francisco, la fotografia
che fa da copertina al catalogo,
è stata scattata nel 1979, ed è
per me l’inizio, anche simbolico, di questa passione”, mi spiega l’Argalia. Una donna che
cammina verso una strada buia,
una figura bianca che si staglia
sul nero, una montagna di
capelli. È tutto quello che sappiamo su di lei, e che sapremo.
Dice Ferruccio Ferrosi nell’introduzione al catalogo:
“Solo l’espressione, cioè la
forma, dà valore ad una immagine, indipendentemente dalla
realtà (senza la quale il fotografo non opera), che crea la poesia”. Creare poesia, portare
avanti la propria arte con passione e senza alcun interesse
economico e lasciare che siano
le immagini a parlare, anche se
sfumate, al di là del rigore della
tecnica.
“Ho scoperto il digitale continua l’Argalia - e le sue
infinite potenzialità: questo piccolo cervelletto meccanico che
è veramente in grado di fare
tutto. Trovo io il soggetto, il
sentimento che lo ispira e la
macchina scatta in automatico”.
Un soggetto che accetta di farsi
fotografare perché ha pur sempre qualcosa da dire, con il viso
solcato di rughe o leggero nei
sentimenti: sono questi i ritratti
del nostro genius loci.
“Il prossimo progetto a cui
ho deciso di dedicarmi è un
libro fotografico sul centro storico di Jesi. Foto di luoghi e di
persone, e della loro interazione”. Mi lascia con un sorriso e
con la sua firma del catalogo.
Ma la carica prorompente di
questa mostra tutta al femminile giunge - come la sua voce molto al di fuori della chiesa di
San Nicolò.
Per l’igiene urbana
L’amministrazione comunale e
“Jesiservizi” hanno programmato
alcuni interventi per migliorare il
servizio di igiene urbana. Ne dà
notizia l’assessore alle società
pubbliche, Antonio Balestra, che
illustra così le misure in via di
adozione.
Mercato
A partire dalla scorsa settimana
tutti gli ambulanti che hanno bancarelle nei giorni di mercato ricevono appositi sacchi della spazzatura dove gettare imballaggi di
carta e nylon, attaccapanni deteriorati e quant’altro. L’iniziativa
mira ad evitare che al termine di
ogni mattinata di mercato il centro
storico diventi una sorta di pattumiera all’aperto.
Centro ambiente
I risultati dell’operazione bollini per la raccolta differenziata
presso il Centro per l’Ambiente
istituito al campo Boario stanno
andando al di là di ogni più rosea
previsione. Ogni settimana vengono mediamente conferite oltre due
tonnellate di rifiuti tra carta, cartoni, plastica, vetro ed altro materiale riciclabile. Jesiservizi garantisce l’apertura del Centro anche la
domenica dalle 9 alle 12.
7
Calcio
E’ ancora derby
Sorpresa leoncella
Arriva il Montegranaro - E giovedì a Rieti
Oggi Jesi-Urbisaglia e Real Vallesina-Monturano
di Giuseppe Papadia
La Sicc Bpa è tornata a sorridere dopo quattro sconfitte consecutive. Domenica scorsa i gialloverdi hanno riassaporato il
dolce gusto della vittoria battendo a domicilio il Novara 75 a 71.
“Con quattro sconfitte sulle spalle e un parziale iniziale di 0-9 –
ha spiegato coach Banchi – non
era facile recuperare. I ragazzi
sono stati bravi a non perdere la
testa e questo ci ha permesso di
giocare con intelligenza e, alla
fine, di vincere. Un aspetto
importante è stato il tiro da tre
che, finalmente, abbiamo ritrovato. Quando ci è mancato un po’ il
tiro, Novara ha recuperato, come
accaduto nel terzo periodo”.
La classifica dopo il nono
turno: Ferrara, Caserta, Scafati e
Imola 12 punti, Rimini, Novara,
Rieti, Montecatini, Fabriano e
Montegranaro 10, Pavia e Sicc
Bpa Jesi 8, Casale Monferrato,
Sassari e Castelletto Ticino 6,
Trapani 2 punti.
Oggi, domenica 4 dicembre,
per i gialloverdi è di nuovo
tempo di derby. Ad un mese dalla
sfida con Fabriano, questo pomeriggio (ore 18.15) al PalaTriccoli
arriva il Montegranaro. Quella
allenata dall’esperto coach
Pillastrini è una squadra giovane
ma ricca di talento. Tra i tanti
citiamo Vitali e Amoroso. A
garantire l’esperienza ci pensano
(foto Giaccaglini)
l’altro statunitense Childress e
Chiaramello, gli unici over trenta.
Giovedì 8 dicembre la Sicc
tornerà in campo per la decima
giornata di campionato a Rieti
(ore 18.15). Allenata dal tecnico
ex Fabriano Lasi, la compagine
laziale punta ad entrare nei playoff grazie ai due americani
Pearson e Melvin, all’oriundo
Santangelo ed un altro ex cartaio,
Mob
Gip
Volley
In casa della capolista
Monte Schiavo a Bergamo
di Giuseppe Papadia
Una Monte Schiavo Banca
Marche troppo brutta per essere
vera cade per la prima volta in
campionato e perde la vetta della
classifica. Domenica scorsa al
PalaTriccoli le “prilline” si sono
arrese al quotatissimo Novara in
maniera netta: un 3-0 senza appelli (parziali: 25-20, 25-18, 25-18)
frutto della non brillante giornata
dell’attacco jesino. Prima della
gara si è svolta la presentazione
Tra du’ campanili
Dopramolo!
Domenica 4 dicembre 2005
Le cascade
C’avemo ‘n cervellone nte la zocca
ch’è mejo de ‘n “compiutere”, c’ha ditto;
ma la nipode mia, lia pora cocca,
lo usa solo in modo circoscritto.
Te non ce crederai ma lo jesino
sta diventanno lingua universale,
‘sta cosa la capisce già ‘n bambino
e la pôi legge pure sul giornale.
Arriva a casa e non apre bocca,
‘ccende ‘l televisore e a capofitto
se ‘ncanta proprio come ‘na farlocca,
assorbe tutto come fosse scritto
Non me guardà accuscì, non so’ cretino
non so’ cambiado oh, so’ sempre uguale;
fa qualche viaggio, pure chî vicino
ce trôi ‘n esempio ch’è da manuale:
su la Bibbia oppure sul Vangelo.
De suo ‘l cervello non c’ha ‘n’ opinione,
sci’n compra qualche vede “aprede cielo!”
le Marmore! e po’ pôi andà a Niagara
e trôi la spiegazione para para.
Io te ripedo che non è battude
C’avêa proprio ragione Pasolini:
eliminamo la televisione
che ce riduce come i burattini.
ma cose giuste ch’è proprio fondade:
infatti non se chiama le cadude,
ma proprio ala jesina: le cascade!
Lucio Longhi
delle formazioni del settore giovanile del gruppo sportivo
“Pieralisi”, che ha radunato quasi
trecento ragazze. Sono intervenuti
anche il sindaco Fabiano Belcecchi, i dirigenti
della
società e gli
sponsor. La
classifica
dopo la sesta
giornata:
Bergamo 17
punti, Perugia
15,
Monte
Schiavo
B a n c a
Marche Jesi
e Novara 14,
(fotoCandolfi)
Pesaro 12, Vicenza e Chieri 10, Padova 8, Forlì
4, Arzano 3, Tortolì 1, Santeramo 0
punti.
Oggi, domenica 4 dicembre, le
“prilline” sono in trasferta a
Bergamo (ore 15.30) per la partita
che sarà trasmessa in diretta da Rai
Sport Satellite. In estate alla corte
del nuovo tecnico Fenoglio sono
arrivate la finlandese Lehtonen e la
regista ex rossoblù Lo Bianco.
Nella rosa delle orobiche però,
spiccano le tante azzurre: Piccinini, Ortolani, Paggi e Barazza.
Tra le “prilline” ci sono tre ex
Foppa, il capitano Ritschelova,
Mifkova (nella foto) e la russa
Kilic.
Mercoledì 7 dicembre le jesine
giocheranno al PalaTriccoli il ritorno degli ottavi di Coppa Italia contro Padova (ore 20.30). All’andata
finì 3-1 per le rossoblù a cui basterà vincere due set per passare il
turno.
Associazione nazionale
arcieri medievali
Nell’ottobre scorso è stata fondata una associazione nazionale
che riunisce arcieri medievali,
medievalisti, storici e rievocatori
sotto la sigla Lam (Lega arcieri
medievali); scopo dell’associazione “darsi mutuo, operoso ed amichevole aiuto nell’organizzazione
e nello svolgimento delle proprie
rispettive manifestazioni”. Da subito hanno aderito gli arcieri medievali Aesis Milites del Contado
di Jesi-Maiolati, ed organizzazioni
analoghe di Amelia (Terni), Orvieto, San Marino, San Quirico
D’Orcia (Siena), Borro di Loro
Ciuffenna (Arezzo), Popoli (Pescara), Firenze e L’Aquila.
La segreteria è formata dai soci
fondatori Carlos Alberto Owen
(presidente nazionale), Luciano
Zanotti (vice presidente), Anna
Maria Frezzi Owen (segretaria),
Umbro Passone e Paolo Saletti
(consiglieri); fanno parte della
segreteria, inoltre, quali consiglieri aggiunti, Danilo Covoni, Sandro
Tieri, Roberto Lamierini ed
Enrico Sarra.
A Montegiorgio la Jesina è
corsara (0-1) guidata dal nuovo
mister Ceccarini. Il Real
Vallesina invece in casa prende
una sberla dai forsempronesi in
zona cesarini (0-1).
Jesina
Nella tana dei terzi in classifica, a Montegiorgio, c’era da
temere la loro risolutezza, le folate di vento gelido ed un fondo
pesante ed irregolare. Per contro
i leoncelli hanno gettato in
campo una volontà decisa di
superare il non
facile ostacolo
e ci sono riusciti, attaccando subito
quasi a volere
impantanare
gli avversari,
mettendoli in
condizione di svantaggio. Probabilmente il nuovo mister ha
chiesto ai leoncelli, come sua
“cura” ai loro altalenanti risultati precedenti, la capacità di andare all’arrembaggio.
E Castorina già ai primi
minuti, pur facendo cilecca, dava
ai suoi lo slancio necessario ad
accontentare mister Ceccarini ed
il consistente groppone di tifosi.
Su questo sprintare verso la rete
locale si prosegue con bella insistenza, fino al momento in cui i
nostri guadagnano un calcio
franco da circa trenta metri. E
qui Castorina con un destro alla
Pirlo mette in rete, vanificando il
volo del portiere Berdini : 0-1 al
21’. I locali non si abbioccano,
chè anzi cercano il pari ad ogni
costo, ma tornano agli spogliatoi
senza ferire: merito del nostro
portiere Pieralisi.
Il secondo tempo evidenzia la
buona tenuta della nostra retroguardia, sotto i ripetuti tentativi
degli intraprendenti montegiorgesi, e le ripartenze jesine per
alleggerire la loro pressione.
Fino a quando Pieralisi, ancora
bravo, salva rete e risultato. Oggi
a Jesi l’Urbisaglia, terz’ultima,
ma in ripresa.
Real Vallesina
Ospitando il Fossombrone, i
realisti di mister Coniglione
sapevano di aver contro un
avversario di tutto rispetto, che
avrebbe tentato di superarli in
classifica. Non che i forsempronesi siano stati superiori: basterebbe consultare gli appunti per
dire che fino al novantesimo ed
oltre, non avevano mai sparato
duro contro la nostra rete!
Quindi, dopo i vari momenti in
cui Busca & C., sia pure poco
convincenti, hanno provato a
sbloccare lo 0-0, tutti si aspettavano questo risultato. Ma un
certo Messina, ultimo arrivato
tra gli ospiti, ripete la prodezza
dell’altra domenica: parte in
solitaria fuga e, di fronte al portiere Montini, spara in gol, favorito da una strana e ingannevole
parabola: 0-1 al … 94’. Il
Fossombrone vince ed abbatte la
lunga serie positiva casalinga del
Real, al quale oggi è mancata la
consueta fantasia ed un pizzico di
fortuna.
Risvegliamoci e subito, oggi a
Moie, contro il Monturano.
Vir
Prima categoria
A San Marcello, il Marina
costringe i padroni di casa al
pareggio (1-1). Il derby Castelplanio-Monserra, dopo lunga
contesa, va ai locali (3-2). Vince
in casa la Spes contro la
Laurentina (2-1). A Cupramontana, bella vittoria sul SiroloNumana, capoclassifica (1-0). Borgo
Jesi batte il … Borghetto (2-0).
Solo la Labor perde in casa contro il Camerano (0-1), nonostante il forcing.
Seconda Categoria
A San Paolo, l’Aurora si impapera (3-1). Ad Offagna, l’Aesina
busca un poker (4-0). Il Monsano
ad Ancona perde di misura (1-0)
con la Nuova Folgore.
Terza categoria
A Castelbellino, i primi della
classe abbattono la Virtus Jesi (40). A Pianello, la Libertas Jesi
impatta (2-2). A Montoro, il
Poggio San Marcello resiste inutilmente (3-2). Acli – San Giuseppe contro il Real Casebruciate
perde tra le mura amiche (0-2).
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Varie
Domenica 4 dicembre 2005
LETTERE
Agenda
Il prof. Molinelli
e la “sua Jesi”
Il santo del giorno
Venerdì 2 dicembre Santa Bibiana – Sabato 3 San
Francesco Saverio – Domenica 4 Santa Barbara- Lunedì 5
San Geraldo – Martedì 6 San Nicola – Sant’Emiliano –
Mercoledì 7 Sant’Ambrogio – Giovedì 8 Immacolata
Concezione della B.V. Maria Sant’Eligio – Santa Fiorenza –
Venerdì 9 San Siro – Sabato 10 Madonna di Loreto –
Domenica 11 San Daniele.
Agenda
Sabato 3 dicembre
Jesi – teatro Pergolesi (ore 21) per la stagione lirica:
“Flute!” opera danzata dal “Flauto Magico” di W.A.Mozart.
Domenica 4 dicembre
Jesi – teatro Pergolesi (ore 16) “Flute!” (replica)
Jesi – teatro studio Moriconi (ore 17,30) per la stagione
Teatro Ragazzi: “Pulcinella e l’asino del diavolo”
Mercoledì 7 dicembre
Maiolati – teatro Spontini (ore 21,15) per la stagione teatrale: “Manola” con Claudia Gerini e Sabrina Impacciatore
Giovedì 8 dicembre
Jesi – chiesa San Giovanni Battista (ore 11) “Musica
Praecentio”
Jesi – teatro studio Moriconi (ore 16 e ore 17,30) per la
stagione Teatro Ragazzi: “Il mondo di Oscar”
Jesi – teatro Pergolesi (ore 21) Concerto di Natale: musiche di Mozart.
Sabato 10 dicembre
Jesi – teatro studio Moriconi (ore 17,30) “Il mondo di
Oscar” (replica)
Domenica 11 dicembre
Jesi – teatro studio Moriconi (ore 16 e 17,30) “Il mondo di
Oscar” (replica)
Jesi – salone del Museo Diocesano (ore 17,30) per la stagione “Amici della Musica” concerto del chitarrista Riccardo
Calogiuri.
In televisione
Sabato 3 dicembre – ore 10,30 (Rai Due) “Sulla via di
Damasco” con don Giovanni D’Ercole – ore 17,15 (Rai Uno)
“A sua immagine” con Andrea Sarubbi
Domenica 4 dicembre – ore 8,40 (Canale 5) “Le frontiere dello spirito” con mons. Gianfranco Ravasi e Maria Cecilia
Sangiorgi – 10 Santa Messa (Retequattro) – ore 10,30 (Rai
Uno) “A sua immagine” con Andrea Sarubbi – ore 10,55 (Rai
Uno) Santa Messa – ore 12 (Rai Uno) Recita dell’Angelus.
Farmacie di turno
Venerdì 2 dicembre Calcatelli – sabato 3 Delle Grazie –
domenica 4 Comunale 1 – lunedì 5 Cerni – martedì 6
Comunale 2 – mercoledì 7 Grammercato – giovedì 8 Coppi
– venerdì 9 Moretti – sabato 10 Barba – domenica 11
Martini.
Da Maiolati Spontini, il sig.
Franco Cascia:
Caro direttore, ho letto con
grande sorpresa la lettera del
prof. Michele Migliozzi dell’Università di Macerata (“Voce” del
20 novembre) ed ho appreso che
si vuole intitolare al prof.
Raffaele Molinelli il piazzale
della stazione di Jesi in sostituzione della intestazione già deliberata a Giovanni Paolo II. Certo, non avrei nulla da aggiungere
a quanto detto mirabilmente dal
prof. Migliozzi e lo ringrazio per
quanto da lui scritto.
Poiché però sono stato nei
lontani anni ’50 alunno del prof.
Molinelli, ed ho continuato a stimarlo per la sua “competenza,
sobrietà ed eleganza”; ed il professore ha sempre mostrato simpatia per questi miei sentimenti
verso di Lui: mi ha sempre inviato spontaneamente i suoi libri e
le sue pubblicazioni e quando ci
incontravamo ci intrattenevamo
a lungo a conversare di vari argomenti, vorrei esporre alcune considerazioni.
Tutti coloro che lo hanno
conosciuto sono certi che una tal
decisione non solo lo avrebbe
amareggiato e scandalizzato, ma
addirittura indignato, perché l’avrebbe considerata non frutto di
vetero anticlericalismo, ma di
grande stupidità.
Ricordo che in uno dei tanti
colloqui avuti con Lui, parlando
della fine ingloriosa di tutte le
forze di sinistra sia in Italia che
nel mondo, e nelle quali avevamo riposto tante nostre speranze,
inevitabilmente il discorso cadde
sul Giovanni Paolo II allora
vivente. Non ripeto le considerazioni ammirate del professore
per questo straordinario personaggio, che avendo sofferto e
combattuto contro i due orrori
del Novecento, il nazismo ed il
comunismo, lo considerava la
figura più importante di tutto il
secolo scorso.
Ricordo che alla mia domanda
di quanta importanza avesse
avuto il Papa polacco per la caduta del comunismo nell’Europa
orientale, mi disse che riteneva
fondamentale il ruolo di Woitila,
ma che, se è certo che la storia è
fatta dagli uomini, sempre questi
trovano ausilio da altre circostanze. Disse che riteneva altrettanto
grandissime le figure dei cardinali Mindzenty e Wyszynski, ma
evidentemente le circostanze non
li aveva aiutati.
Certo che la figura del prof.
Molinelli va onorata e ricordata
dalla sua Jesi al pari di altri illustri jesini come i professori
Borioni, Bellagamba, i sacerdoti
don Rettaroli, don Ugo Balestra e
tante altre personalità jesine che
hanno dato lustro alla loro città;
ma in questo modo si offende la
figura e la dignità del prof.
Molinelli.
Mi sia consentito concludere
con una considerazione personale: è assai triste per Jesi che la
protesta per una tal sconsiderata
decisione provenga da Macerata
e dal Contado, come direbbe don
Urieli. Il prof. Molinelli è stato
Maestro di tante generazioni di
studenti jesini!
Stagione
lirica
Dal sig. Gianni Gualdoni:
Spett. redazione, in merito
all’appena conclusa Stagione
Lirica del teatro “Pergolesi” di
Jesi, in diverse occasioni varie
persone che conoscono la mia
collaborazione professionale
ventennale con il teatro mi
hanno espresso alcune lamentele, anche “forti”, circa uno spiacevole trattamento nei confronti
del pubblico pagante (...)
Sembra - così mi hanno detto
- che in diverse serate di spettacolo (non quelle riservate alle
scuole, ma quelle aperte al pubblico) buona parte dei presenti
abbia avuto accesso con biglietti speciali da cinque euro e da
dieci euro, di contro al prezzo di
cinquanta euro pagato dal pubblico “normale”. Pertanto, non è
stato raro il caso di normale
pubblico “pagante cinquanta
euro” seduto accanto - o attorniato - da pubblico “pagante cinque euro”. Se ciò fosse vero, mi
A San Massimiliano Kolbe
Castelplanio
Il nuovo libro di Accattoli
di Simone Sebastiano
Domenica scorsa la sala polivalente
del
Comune
di
Castelplanio ha accolto il giornalista Luigi Accattoli per la presentazione del suo nuovo libro “Islam –
Storie italiane di buona convivenza”. Per l’incontro, organizzato
dal parroco don Mariano Piccotti,
sono intervenuti inoltre Soubhi
Dachan (figlio del dott. Dachan) il
sindaco Luciano Pittori e l’assessore alle politiche giovanili dott.
Folco Fioretti.
Don Mariano ha chiarito l’importanza di incontri del genere,
organizzati “per sensibilizzarci –
ha detto - e per capire meglio ciò
che sta accadendo. Più che mai
quando si tratta di Islam, una realtà che sta sviluppandosi anche
nelle nostre zone e che non si può
lasciare da una parte ma che deve
arrivare ad una buona convivenza”.
“La buona convivenza con i
musulmani - ha spiegato Accattoli
- è frequente, solo che è poco raccontata. Si parla di loro solo quando commettono qualche reato e
mai quando avviene un insediamento pacifico”. Questa è un po’
la tesi che lo ha portato a scrivere
questo libro composto da una raccolta di centocinquanta storie di
persone musulmane che vivono in
Italia, il tutto iniziato con un viaggio in treno “mentre leggevo il
Vangelo di Luca – ha raccontato ed un uomo di fronte a me leggeva il Corano. Finite le nostre letture ci siamo messi a chiacchierare e
la mia idea era quella che un giornalista doveva raccontare che i
musulmani non sono solo quelli
che si fanno saltare in aria”.
Il suo viaggio all’interno di
queste storie lo ha portato a sco-
prire aspetti sconosciuti come la
“facilità di un musulmano di
entrare in contatto con i segni cristiani, E’ molto più facile che un
musulmano entri in chiesa piuttosto che un cristiano in moschea”,
oppure il pudore e la riservatezza
di mostrarsi nudi “e non presenta
un segno di arretratezza ma un
valore che noi occidentali abbiamo perso”. Di seguito è stato colpito dalla disponibilità delle donne
musulmane ad apprezzare la
nostra cultura, e come ultimo ed
interessante scoperta, quella dell’interesse dei musulmani credenti
per il cristianesimo “ed in particolare per la figura di Cristo, presente nel Corano anche se solo come
profeta”.
L’intervento del sindaco Pittori
si è basato sul rapporto quasi giornaliero che egli ha con gli extracomunitari che bussano alle porte
del Comune per chiedere cose
concrete come un lavoro o una
casa, di persone che, pur con alcune difficoltà, cercano di adeguarsi
al nostro stile di vita per non sentirsi esclusi. “E’ bastata una parola
– ha sottolineato Dachan – per
farmi piacere questo libro: convivenza, che significa accettarsi l’un
l’altro in maniera buona”, in modo
da poter crescere entrambi nella
nostra cultura sia personale che
storica.
La serata si è conclusa con una
cena etnica, il cui ricavato sarà
devoluto all’Associazione “Diletta
Onlus” di Castelplanio, a base di
cous-cous, kartoffeln, fagioli,
pane e pitta della Bosnia Erzegovina e dolci. Una bella serata
per una buona condivisione, anche
se l’affluenza straniera non è stata
come quella immaginata.
Gli scout mobilitati
per il presepio vivente
Una sessantina di ragazzi,
dagli undici ai sedici anni, sono
impegnati da giorni a San
Massimiliano Kolbe per realizzare il Presepio Vivente, programmato per il 21 e 22 dicembre.
Sono i giovanissimi dell’Agesci
(Associazione Guide e Scout
Cattolici Italiani) e precisamente
del Reparto femminile e maschile
del Gruppo Scout “Jesi 2” .Il progetto, allestito anche quest’anno
all’esterno della parrocchia, propone la rivisitazione della scena
della natività, e di altri piccoli
grandi momenti più caratteristici
di una delle forme d’arte religiosa
più elevate e seguite.
“Un lavoro in itinere, consolidato dalla felice esperienza dell’anno passato - spiega Federico
Giacomelli, Capo Reparto del
Gruppo. - Il momento educativo
del Reparto, l’attenzione particolare alla manualità ed al gusto per
il bene ed il bello, ha fatto sì che
questi ragazzi già dall’anno scorso abbiano realizzato da soli tutto
il necessario per le scene del
Presepe, dal tavolo del falegname
alla scelta delle musiche e dei
costumi. Un’occasione importante di crescita e di educazione alla
fede”.
Scopo dell’ opera è quella di
coinvolgere il più possibile la
creatività dei ragazzi, che, “sporcandosi le mani”, imparano a mettere a frutto i propri talenti.
Aggiunge Ilaria Sebastianelli,
l’altra Capo Reparto: “L’interesse
dei più grandi nei confronti dei
più piccoli permette più facilmente di raggiungere l’autonomia
organizzativa dei ragazzi divisi in
squadriglie e pattuglie, uno degli
obiettivi del metodo scout così
come ci è stato insegnato da
Baden-Powell, il fondatore dello
Scoutismo: una collaborazione tra
Musica
Praecentio
Giovedì 8 dicembre (ore 11)
nella chiesa di San Giovanni
Battista “Musica Praecentio”:
“Magnificat”, omaggio a Kaufmann; organo solista W.Gatti,
coro “Cardinale Petrucci”, direttore all’organo Mariella Martelli.
i capi educatori ed i ragazzi più
grandi che ci permette di agire più
direttamente sulle loro esigenze”.
I Reparti del gruppo “Jesi 2” si
accingono dunque, anche per il
prossimo Natale, ad affascinare
con la propria opera i parrocchiani e quanti desiderino osservare il
lavoro di questi giovani artisti.
si permettano due brevi e allarmati dubbi, che di cuore vorrei
possano essere sciolti da chi ne
ha la facoltà. Il primo è di
immagine: non è certo un bel
biglietto da visita, nei confronti
del “vero pubblico pagante”,
dimostrargli che c’è chi paga
molto ma molto meno per avere
i suoi stessi posti, e che con ciò
esso fa la sua bella figura da
fesso. In tal senso pare che i circoli lirici romagnoli, che da
sempre vengono in pullman allo
spettacolo della domenica
pomeriggio, fossero a dir poco
inviperiti.
Il secondo è economico: se
tale espediente dei prezzi stracciati è dovuto all’emergenza di
riempire a tutti i costi delle platee drammaticamente sguarnite
di pubblico, allora c’è da prendere atto di un profondo fallimento commerciale della Stagione Lirica 2005 (...).
Grazie per l’ospitalità.
Partecipazione
E’deceduto il 27 novembre a
71 anni di età
Flavio Pellegrini
già dipendente della Libreria
Cattolica ed esponente del Centro Sportivo Italiano. Alla Santa
Messa di commiato, celebrata
nella chiesa di san Giuseppe da
mons. Giuseppe Quagliani e Padre Guglielmo Fioravanti, ha
partecipato la rappresentanza
della comunità parrocchiale nella
quale il defunto, per tanto tempo,
ha vissuto ed operato.
“Voce” esprime profondo cordoglio alla moglie Pasquina, ai
figli Giorgia, Francesco, Antonio, al genero, alla nuora, ai
nipoti e congiunti tutti, ricordandone la vita operosa di cittadino,
padre esemplare e cristiano impegnato nel sociale.