Tutti i rischi di un trattato
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Tutti i rischi di un trattato
1,00 www.friulisera.it ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 VOGLIAMO LA VERITA’ FR I U LISE RA aderisce all’appello della sorella di Giulio Irene Regeni che chiede che non cali l’oblio sulla fine del giovane ricercatore. DEREGULATION. Problemi per il lavoro, l’ambiente e la salute in Europa. In Friuli colpite le eccellenze agroalimentari e vinicole Tutti i rischi di un trattato Regole scritte a senso unico e le lobby influenzeranno le scelte dei Paesi | P. 06-07 | AMBIENTE E CLIMA Dissesti del suolo, il Friuli si scopre terra molto fragile UNA PASQUA DI PASSIONE u GLI EVENTI meteorologici delle ultime settimane e i danni gravi che ne sono scaturiti, dall’erosione del litoraneo di Grado, alle frane in Carnia, hanno evidenziato con specchiata precisione come i dati degli ultimi anni sulle condizioni del suolo siano drammaticamente esatti. Alle cause naturali si è sommata la scelleratezza costruttiva |P. 16| L A F E S TA D E L L A C R I S T I A N I T À M A C C H I ATA D A G L I E G O I S M I | P. 0 2 | SUPERMERCATI INFLAZIONATI POPOLARE DI VICENZA CRESCITA SENZA SOSTA DI CENTRI COMMERCIALI, A QUALE COSTO? La “debacle” bancaria annunciata u L’aumento di centri commerciali e di supermercati nella nostra regione non sembra creare vera ricchezza sul territorio a discapito delle piccole realtà commerciali locali. |P. 14| u Con le azioni sul mercato si prospetta un primo di una lunga serie di “bagni di sangue” per i molti azionisti e risparmiatori friulani della Popolare di Vicenza. |P. 11| Serate degustazione Piatti tipici friulani L’OSPITALITÀ È DI CASA VIA GRAZZANO, 88 - UDINE - T. 346 2241351 - www.alfarivecjo.it 2 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 MAIL [email protected] EDITORIALE uno strumento giornalistico innovativo al territorio del Friuli. Per queste ragioni abbiamo scelto di far rinascere FriuliSera, testata storica friulana fondata nel 1967 e che cessò le pubblicazioni dopo la morte prematura del suo fondatore Alvise De Jeso. FriuliSera era un quotidiano che usciva nel pomeriggio a Udine era diretto da Alvise De Jeso, uomo descritto da chi lo ricorda come professionista attento e capace, ma anche in grado di affrontare grandi battaglie ideali ed eti- 2016 nasce il progetto FriuliSera ........................................................ ... ... FABIO FOLISI ... [email protected] . Senza dilungarsi troppo in preamboli è palese che nonostante siamo nel mondo della comunicazione in tempo reale vi è una carenza di giornalismo e questo in Friuli è ancora più chiaro perchè si è assistito ad uno stillicidio di chiusure e ridimensionamenti di testate che hanno impoverito l'offerta informativa. Un'area geografica come quella friulana dove non circolano tutte le notizie e le idee, potrebbe vivere in carenza di democrazia con tutti i rischi politici, economici e sociali che ne possono conseguire. Per questo ci è apparso fondamentale creare un nuovo strumento informativo locale. Un nuovo giornale locale in grado di catalizzare e concorrere alla circolazione del pensiero e dei fatti per evitare che si instauri un monopolio della notizia, pericoloso come tutti i monopoli in quanto portatore di possibili manipolazioni e ricatti d'immagine e sostanza. Per que- Progetto FriuliSera e-Paper Un nuovo giornale locale in grado di catalizzare idee e notizie e concorrere alla libera circolazione del pensiero sto, dopo aver lanciato il quotidiano web in abbonamento e-Paper, che punta all'informazione nazionale ed internazionale, l'associazione “il quotidiano nuovo” grazie al concorso della nuova concessionaria di pubblicità “Spa-comunicare”, ha deciso di impegnarsi anche per dare LA CAMPAGNA. Mantenere sempre alta l’attenzione sulla vicenda del giovane ricercatore friulano Mai dimenticare Giulio u DaoltreunmeselaprocuradiRoma staindagandosullamortediGiulioRegeni, il ragazzo friulano scomparso al Cairo il 25 gennaio scorso e trovato mortoil3 febbraio.Leindaginistanno andando molto a rilento soprattutto per la scarsa collaborazione delle autorità giudiziarie e militari egiziane, che più che fornire nuovi elementi depistano gli investigatori italiani. Anche se propriooggigliegizianihannnodichiarato di voler collaborare con gli investigatori italiani che fino a ieri avevano osteggiato. Del resto sonomolti i punti su cui sono emerse delle nette divergenze a cominciare dai risultati dell'autopsia, ma in realtà l'impressione che al Cairo in cinque settimane nessuno aveva neppure provato acercare la verità sull'omicidio di Giulio. Al contrario, ildepistaggiosulmovente,imandantie gli esecutori, è cominciato appena il cadavere è stato ritrovato. Dalla tesi risibile dell'incidente stradale ai tentati di ricondurrel'omicidio,primaallarapina epoiaddiritturaapresunteragionipersonali, cercando perfino di infangare la memoria della vittima. Una verità invece chiara fin dal primo momento, la pista dei servizi egiziani, che sarà difficilissima da provare perchè la verità al Cairo nessunola vuolecercare etrovare. Diciamolo chiaro, il caso di Giulio Regenirischiadidiventareunadiquel- letragediechesitramutanoinfarsa.Insomma il rischio che l'intera storia, finitoilclamoremediaticodelmomento, venga assorbita nelle nebbie dei casi irrisolti,nelladensa nottedeimisteriitaliani, è forte. Quasi una certezza, perchè gli ingredienti per cui questo avvenga ci sono tutti, con il rischio principale che cali il silenzio sulla vicenda. L'interesse mediatico è infatti “volubile”basti pensare al caso del piccolo Aylan il bimbo siriano di tre anni la cui foto choc del corpo trovato morto annegato a faccia in giù davanti alla spiaggia di Bodrum, in Turchia, aveva fatto il giro del web commuovendo il mondo intero, ma che poi in poche settimane è stato dimenticato, sepolto sotto il velo dell’ipocrisia. C’è il rischio che Regeni come Aylan finisca dentro un buio denso, unanotteinterminabiledovetuttoèindistinguibile, inafferrabile. E' sempre così quando per “ragion di stato”non si può onon si devetrovare laverità perchè troppo scomode. E naturalmente questoèaccadutoeforseaccadràanche con la morte di Giulio il cui mistero non sarà mai svelato se nessuno avrà davverointeresseafarlo, néleautoritàitalianeimpegnateafareaffariconilCairo e conil regimedi AlSisi, néquelle egizianechehannotroppodanascondere, né quelle autorità didattiche anglosassoni presso cui Regeni studiava fin da ragazzino e che costituiscono il motivo circostanziale per cui il giovane si trovava in Egitto e che forse qualche responsabilità indiretta, in quanto avvenuto, al giovane ricercatore friulano l'hanno. La chiave di questo orrendo delitto è senza dubbio da ricercare in quella zona grigia dei servizi che si muoveacavallodiPaesiedinteressivari, spesso se non sempre torbidi. Non saràquindifacileavere laveritàcheinvoca la famiglia di Giulio, servirà proseguire nella mobilitazione magari proponendo iniziative di boicottaggio e di pressione dal basso che costringano ladiplomaziaegizianaadarrestareiveri assassinidiGiulio,perquestoproseguiremo come testataad appoggiare l'appello lanciato dalla sorella di Giulio Irene Regeni perchè sia fatta giustizia. che. Disse di aver creato FriuliSera come “un elemento di rottura nel conformismo e nell'apatia dei friulani”. Oggi la situazione non sembra molto diversa ed il rischio che si ricada nell'apatia informativa è davvero grande. Il nostro progetto prevede quindi il lancio del nuovo FriuliSera aggiornato non tanto nella veste (sarà un tabloid, ma a colori) e neppure nella periodicità (dal lunedì al venerdì con uscita pomeridiana), ma nei metodi di diffusione. Il giornale infatti sarà in lettura digitale, con la possibilità di essere scaricato in Pdf dal sito ufficiale (visibile all'indirizzo: www.friulisera.it), ma con tutte le caratteristiche professionali di un giornale impaginato graficamente. Insomma non uno dei tanti siti d'informazione presenti sul web che finiscono per essere dei guazzabugli di notizie messe in coda temporale senza che al lettore venga proposto un ordine preciso di importanza dei pezzi all'interno di una pagina o di più pagine. Una scelta che non è un ritorno al passato, dato che per altro il FriuliSera sarà leggibile anche su tablet e smartphone, si tratta invece di un modo per coniugare il giornalismo ad internet, per non scambiare la semplice comunicazione di fatti di cronaca con il lavoro giornalistico che è ben altra cosa. Al quotidiano digitale verranno affiancati anche dei prodotti cartacei periodici tematici, quello che state leggendo ne è un esempio, per seguire meglio eventi ed approfondire temi fondamentali che la trattazione in cronaca giornaliera non rende del tutto possibile. Un giornalismo ragionato che per onorare la nostra missione di stampa indipendente sarà in distribuzione gratuita, come del resto lo è FriuliSera digitale. home p@ge ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- primo piano TTIP: trattato Usa-Ue sul commercio catastrofe per le aziende e per i consumatori? - Pag 6-7 attualità Tolleranza zero all’abuso di alcol osti d’accordo ma chiedono aiuto- Pag 12 Dissesti del suolo annunciati, causa non il clima ma l’uomo- Pag 16 Alcol: «Legge ed educazione a pari passo» Pag 13 esteri Imprenditori stranieri una risorsa per il paese- Pag 9 economia Garantite le banche o i cittadini- Pag 4 Banca Popolare di Vicenza: debacle annunciataPag 11 costume Inflazione di supermercati una vera colonizzazionePag 14 sport La meteora di Udine è Zico Una leggenda in BrasilePag 17 Sportland, il progetto di una terra. Tutto l’Alto Friuli ne è coinvolto- Pag 18 SPECIALE PASQUA Tutti i servizi fra storia e attualità da Pag 19 FRIULISERA - EPAPER (SUPPLEMENTO ALL’EDIZIONE DEL 11/03/2016) l DIREZIONE E REDAZIONE: VIA PIER PAOLO PASOLINI 2, 33040 PRADAMANO (UD) TEL. 0432 1847695 - WWW.FRIULISERA.IT [email protected] - [email protected] N° ISCRIZIONE R.O.C.: l DIRETTORE RESPONSABILE: FABIO FOLISI l UFFICI DI CORRISPONDENZA: ROMA 069291973, MILANO 0221118502 l CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: SMA SRLS, VIA SELVUZZIS 53 33100, UDINE TEL. 3318179155 - [email protected] l REG. TRIBUNALE: UDINE, N° 2 DEL 06/02/2015 l RESPONSABILE TRATT. DATI (D. LGS. 30/06/2003 N. 196): FABIO FOLISI l VERSIONE DIGITALE: PROVIDER: ONE.COM, DANIMARCA l TIPOGRAFIA SPECIALI: MEDIASTAMPA S.R.L. VIA DEL LITOGRAFO 4 BOLOGNA. TEL: 03928288201 3 ANNO I N°INFORMAZIONE 4 VENERDI 11 MARZO 2016 PUBBLICITARIA MAIL [email protected] La soluzione più semplice che c’è per l’udito tuo MARZO MESE DELL’UDITO MAICO VI INVITA PRESSO I NOSTRI STUDI PER PRESENTARVI SOUNDLENS, CON LA STRAORDINARIA PRESENZA UALITÀ DELLA SEDE CENTRALE DEL TECNICO SoundLens è un apparecchio acustico endoauricolare digitale nascosto nel condotto uditivo. È progettato secondo la conformazione del meato acustico, è facilissimo da usare e così potrete godere di un ascolto chiaro, naturale e confortevole. La soluzione più semplice che c’è vi aspetta presso i nostri studi: in Udine P.zza XX Settembre, 24 - Tel. 0432 25463 e in Cividale in Via Manzoni, 21 - Tel. 0432 730123 per presentarvi la nuova tecnologia SoundLens. In questa occasione sarà a voi riservato uno SCONTO ECCEZIONALE DEL 25% AUTORIZZATO DALLA SEDE CENTRALE FINO A FINE MESE. DA NOI TROVATE L'ASSISTENZA GRATUITA PER LE MIGLIORI MARCHE: Mai più! 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La polemica esplosa da un apparentemente innocuo recepimento di una Direttiva Ue Garantire le banche o i cittadini una questione tutta da risolvere La 1ª versione all’esame della Camera prevedeva dopo 7 rate non pagate la vendita diretta all’asta le modifiche introdotte in seguito alle proteste hanno ridotto di molto la portata di tale modifica ............................................................. ... ... GAETANO SPATARO ... [email protected] . nella realtà, dato che la banca può facilmente porla all’aspirante mutuato come condizione necessaria per l’erogazione del credito. Per tentare di ridurre questa evenienza, la proposta presentata dal Pd punta a prevedere l’assistenza del consumatore da parte di un esperto di sua fiducia e su tutta la procedura dovrà vigilare la Banca d’Italia. Confermato, infine, il divieto di “Patto commissorio”, previsto dall’art. 2744 del Codice Civile (vieta le pattuizioni in cui, in caso di inadempimento del credito garantito, si conviene che la cosa data in pegno o in ipoteca passi in proprietà del creditore, ndr). u Le polemiche sul recepimento della direttiva europea in materie di mutui hanno provocato una ondata di proteste, non solo a livello politico. Per fortuna, nei giorni successivi l’esecutivo è stato costretto a fare dietro front, grazie anche al pressing del movimento 5Stelle. ALLARME MUTUI. La questione non è certo di poco conto, infatti, nell’ambito del recepimento di una direttiva europea sulla trasparenza dei contratti stipulati da banche e clienti, si è tentato di approfittare della maggiore autonomia concessa da Bruxelles inserendo un codicillo (poche parole) che avrebbe permesso alle banche di diventare proprietarie delle case acquistate attraverso un mutuo da loro erogato, se il debitore salta 7 rate di pagamento, per venderle e incassare quanto spetta loro senza passare dal Tribunale. PATUELLI (ABI) . Questa inquietante novità ha spinto il n° 1 di Abi CASA VENDUTA. L’incubo della vendita all’asta della propria casa (Associazione bancaria), Antonio Patuelli, ad intervenire per cercare di fare luce sulla situazione: «Non si tratta di un recupero dei crediti pregressi, perchè questo riguarda il passato, ma una possibilità per il futuro, lasciata alla libera contrattazione per le famiglie e gli istituti bancari». Sarete felici, dunque, di sapere che questa autentica “Spada di Damocle” non si abbatterà su di noi, bensì sui nostri figli. L’esecutivo, da parte sua, dopo l’inserimento del famoso codicillo a livello euro-parlamentare, ha dichiarato la propria disponibilità ad apportare correzioni al decreto attuativo. Il vice ministro Zanetti ha fatto un fumoso riferimento ad “archi temporali” piuttosto che a 7 rate. L’unica nota positiva è stato il chiarimento al perito, la cui nomina dovrà essere “super partes”. IL GOVERNO. Nei giorni successivi la situazione si è evoluta e, come è già successo anche nel recente passato, il governo tenta la via più semplice, ma se il corteo dei fischi diventa assordante, allora “pavidamente” fa retromarcia. Il caso dei mutui è proprio da manuale. Il numero delle morosità necessarie per consentire alla banca di mettere in vendita diretta la casa (cuore delle polemiche) è passato da 7 a 18. Un’abisso. Tra le altre modifiche contenute nella proposta presentata dal Governo e Pd per la modifica del decreto-mutui, troviamo che la vendita senza passare dall’Asta giudiziaria è possibile solo se il cittadino ha sottoscritto liberamente la clausola di inadempimento. La vendita dell’immobile obbligherà la banca a cancellare il mutuo anche se il valore del bene è inferiore a quelli del debito residuo non pagato dal proprietario di casa. Se tutte queste modifiche passassero, il risultato renderebbe il tutto molto me- no aggressivo rispetto alla versione originale. Da sottolineare che la nuova normativa sull’inadempimento non si applicherà ai contratti già in essere (non retroattività) neanche in caso di surroga. A rafforzare la posizione del debitore (o viceversa a indebolire quella della banca, ndr) la precisazione che la clausola di inadempimento è facoltativa e la banca non può obbligare il cittadino a sottoscriverla. In concreto, nel caso di inadempimento dopo 18 rate non pagate, la casa può essere messa in vendita solo con uno specifico atto di disposizione dell’immobile da parte del consumatore. Disposizione difficile da rispettare CONCLUSIONI. L’Europa delle leggi dovrebbe pensare meno a tu- L’esecutivo visto il coro di proteste ha fatto dietro-front su tutto telare gli interessi delle banche e di più quelli delle masse di indigenti e disperati che attualmente stanno mettendo sotto pressione i confini e a dura prova l’esistenza e lo scopo dell’Unione. Il nostro governo, invece, dovrebbe smetterla di fare “regali” alle banche ad ogni occasione che si presenta, dimostrando una maggiore resistenza e resilienza nei confronti dei poteri forti. ANTONIO PATUELLI. Presidente Abi © MAIL [email protected] ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 Un territorio da vivere ed esplorare Sportland è il progetto di promozione nato con l’obiettivo di generare effetti economici positivi e valorizzare il territorio di ben 17 Comuni che vanno dalla pedemontana friulana alla conca tolmezzina fino al Canal del Ferro attraverso lo sport ed il turismo attivo. Nel cuore del Friuli Venezia Giulia è possibile trovare una terra che propone infinite opportunità a chi cerca una vacanza in movimento, alla scoperta della natura. Un mondo da esplorare, capace di emozionare con storia, sapori, cultura e tradizioni. www.sportland.fvg.it Progetto realizzato con il patrocinio e il sostegno di 5 6 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 ITALIA & MAIL [email protected] Mondo TRATTATO TRANSATLANTICO. Rischi per l’economia, l’ambiente e la salute in Europa TTIP, cavallo di Troia così ci invadono gli Usa Agroalimentare, sanità e posti di lavoro in discussione per 850 milioni di persone .......................................................... ... ... NOSTRO SERVIZIO ... . u Diceva Otto von Bismarck, cancelliere di ferro della Prussia imperiale, già nell’Ottocento: «Meno le persone sanno di come vengono fatte le salsicce e le leggi e meglio dormono la notte» Pare scritto oggi per il Ttip, Trattato transatlantico tra Ue e Usa in corso dal 2013, destinato a cambiare la vita in campo agroalimentare, sanitario, ambientale e lavorativo a 850 milioni di persone di qua e di là dall’Atlantico e a mutare le democrazie nelle quali vivono. Gettiamo un sasso nelle acque stagnanti in tema di Ttip, grazie alla pubblicazione, edita dalla Rosa Luxemburg Stiftung e basata su uno studio di John Hilary, direttore di War on Want. Titolo della pubblicazione: Il Partenariato transatlantico per il com- Annunciato da Obama nel 2013 tavolo ancora aperto a Bruxelles mercio e gli investimenti. Sottotitolo: Una carta per la deregolamentazione, un attacco ai posti di lavoro, la fine della democrazia. «L’obiettivo principale del Ttip spiega Hilary - è l’eliminazione delle “barriere” normative che limitano i profitti potenzialmente realizzabili da parte delle società transnazionali a est e a ovest dell’Atlantico. Queste “barriere” rappresentano in realtà alcuni dei nostri standard sociali più preziosi. La posta in gioco, insomma, non potrebbe essere più alta». Vediamo, punto per punto, come Hilary arriva a queste conclusioni sul Ttip annunciato nel febbraio 2013 dal presidente Barack Obama. NON TRASPARENTE In una lettera alla controparte americana a inizio lavori, il negoziatore capo dell’Ue, Ignacio Garcia Bercero, ha confermato che la Commissione europea bloccherà l’accesso pubblico a tutta la documentazione Ttip fino a 30 anni. La Commissione europea tiene sotto controllo le richieste di deregolamentazione dei negoziatori statunitensi ai Paesi europei. E’ negato l’acceso anche a funzionari governativi degli Stati membri dell’Ue, eccetto la consultazione in sale lettura dalle quali non possono essere rimossi o copiati. Bozze di posizioni negoziali sono rese note a consulenti del governo americano, liberi di comunicarle alle società partner europee. A fine 2013, poi, i negoziatori Ue e Usa hanno istituito il Regulatory cooperation council (Consiglio di cooperazione normativa) che consente alle compagnie di controllare gli standard normativi. MINACCIA AL LAVORO Una valutazione d’impatto, chiesta dalla Commissione europea al Centre for economic policy research, nell’ipotesi più ottimistica afferma che il Pil dell’Ue potrebbe aumentare dello 0,5% entro il 2027 grazie al Ttip. A fronte del quale la Commissione stessa ha confermato che può comportare per i lavoratori europei un ricollocamento <dilazionato nel tempo ed effettivo>, poiché le aziende saranno incoraggiate a procurarsi merci e servizi dagli Usa dove gli standard di lavoro sono più bassi e i diritti sindacali inesistenti. Il Nafta (Accordo di libero scambio nordamericano) in vigore dal 1994, secondo uno studio dell’Economic policy sui primi 12 anni di concordato, ha provocato una perdita di oltre un milione di posti di lavoro e un calo del potere di acquisto dei salari. Gli imprenditori vedono nel Ttip l’opportunità di trasferire la produzione in Paesi a salari più bassi e i lavoratori meno tutelati. Infine, con le misure Ttip a protezione degli investitori qualsiasi miglioramento delle condizioni contrattuali potrà dare luogo a richieste di risarcimento da parte delle imprese europee e statunitensi. SICUREZZA ALIMENTARE L’eliminazione delle normative europee sulla sicurezza alimentare è uno degli obiettivi principali dei gruppi aziendali nel Ttip. Nel mirino è il ricorso dell’Ue al principio di precauzione che pone l’onere della prova a ogni azienda che cerchi di immettere sul mercato un prodotto in potenza pericoloso. La legge Usa non utilizza il principio di precauzione. Così circa il 70% degli alimenti trasformati nei supermercati statunitensi contengono ingredienti Ogm e in Europa no, dove comunque dev’essere dichiarato nell’etichetta. Le normative 2009 sul controllo europeo dei pesticidi a salvaguardia della salute umana e dell’ambiente sono al centro del Ttip per renderle meno restrittive. I controlli Ue sugli interferenti endocrini, sostanze chimiche che alterano il sistema ormonale umano, hanno livelli massimi di contaminazione che bloccherebbero il 40% delle esportazioni alimentari Usa. Oltre il 90% di carne bovina statunitense è prodotta con ormoni della crescita, cancerogeni per l’uomo, e l’Ue ne ha ristretto l’importazione dal 1988. Negli Stati Uniti gli avicoltori trattano le carcasse dei volatili con cloro prima di venderle, pratica vietata nell’Ue dal 1997. La Commissione europea, però, ha già abolito il divieto d’importazione dagli Usa di suini vivi e carne bovina spruzzata con acido lattico. AMBIENTE DEREGOLATO La Commissione europea riconosce che il Ttip aggraverà l’impatto sull’ambiente poiché, <qualsiasi scenario> si profili negli scambi Ue - Usa, porterà a un aumento di produzione, consumi e traffico internazionale di merci con <perico- li sia per le risorse naturali sia per la conservazione della biodiversità>. Con le emissioni di gas serra la quantità di CO2 nell’atmosfera aumenterà di 11 tonnellate, sforando gli impegni presi dall’Ue per la riduzione con il Protocollo di Kyoto. Nell’Ue il regolamento di gestione delle sostanze chimiche Reach del 2007 si basa sul principio di precauzione. In Usa la Toxic substances control act (Tsca) del 1976 inverte l’onere della prova. Grazie alla Tsca, l’Agenzia statunitense di protezione ambientale ha controllato solo sei delle 84.000 sostanze chimiche in commercio negli Usa. Mentre l’Ue vieta l’uso di 1.200 sostanze per la produzione di cosmetici, gli Usa ne vietano solo una dozzina. I requisiti di sostenibilità della direttiva europea sulle energie rinnovabili sono presi di mira dai produttori di agrocarburanti statunitensi. Il governo americano, inoltre, con il Ttip mina la direttiva europea sulla qualità dei carburanti. SERVIZI PUBBLICI ADDIO Il Ttip mira anche a liberalizzare il mercato dei servizi estendendo alle aziende private l’erogazione di servizi pubblici quali sanità, istruzione e fornitura idrica. Uno degli effetti più insidiosi degli accordi di libero scambio, come il Ttip, è che per i Paesi è di fatto impossibile ripristinare i servizi pubblici una volta privatizzati. Tanto più se il Ttip adotterà l’”elenco negativo”, già visto nel nuovo accordo Ue Canada, in base a cui tutti i settori di servizi sono liberalizzabili a meno che non siano classificati quali eccezioni. Al contrario dell’”elenco positivo” impiegato dall’Ue, in cui solo i settori indicati per l’inclusione sono aperti alla concorrenza. Inoltre, Commissione Ue e governo Usa intendono servirsi del Ttip per aprire gli appalti pubblici al settore privato, non consentendo più politiche di appalto di governi locali per obiettivi sciali e ambientali. Infine, la potente lobby finanziaria londinese e settore bancario tedesco da un lato, oltre alle più grandi banche Usa dall’altro, mirano alla deregolamentazione delle normative finanziarie introdotte a seguito della crisi del 2008. SFERA PRIVATA A RISCHIO Il capitolo del Ttip relativo ai diritti di proprietà intellettuale è concepito per contenere disposizioni in tema di diritti d’autore, brevetti e marchi e ha per obiettivo di rafforzare il controllo sul sapere esercitato dalle imprese a spese dei cittadini europei e americani. Il Ttip potrebbe reintrodurre elementi centrali dell’Acta (Accordo commerciale anticontraffazione) già respinto dal Parlamento europeo nel 2012, poiché avrebbe chiesto ai fornitori di servizi internet di controllare l’attività in rete e di dare informazioni su qualsiasi persona sospettata di violare le disposizioni del diritto d’autore. Infine, il Ttip metterà in pericolo anche le leggi sulla privacy dei dati, facilitando alle compagnie l’accesso ai dati personali per scopi commerciali. CHE COS’E’ IL TTIP? u Legittimo erede di Transatlantic business dialogue (Dialogo del commercio transatlantico) del 1995 e Transatlantic economic council (Consiglio economico transatlantico) del 2007, non è un accordo di scambio tradizionale, concepito per ridurre le tariffe sulle importazioni tra partner commerciali, poiché le tariffe tra Ue e Usa sono già a livelli minimi. Le parti riconoscono che l’obiettivo primario del Ttip è piuttosto di abbattere le “barriere” normative. Il Ttip mira altresì a creare nuovi mercati aprendo servizi pubblici e contratti per appalti governativi alla concorrenza di società transnazionali, minacciando un’ulteriore ondata di privatizzazioni in settori quali sanità e istruzione. La cosa più preoccupante è che il Ttip sta cercando di conferire agli investitori stranieri un nuovo diritto di citare in giudizio i governi sovrani, portandoli davanti a tribunali arbitrali e creati ad hoc, per rifarsi della perdita di profitti eventualmente causata da decisioni di politica pubblica. MAIL [email protected] ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 7 CRONACA REGOLE A SENSO UNICO. Così le lobby dirigeranno e influenzeranno le scelte dei Paesi ISDS “tribunale” arbitrale il diavolo lì mette la coda Solo gli investitori potranno citare in giudizio gli Stati, ma anche Regioni e Comuni ma la collettività non potrà citare le Multinazionali di fronte a questi Tribunali ............................................................ ... ... EMILIA ACCOMANDO ... . u Per capire quanto pericolo si possa nascondere nel TTIP bisogna sapere che un pilastro di questo trattato in corso di negoziazione tra USA ed Unione Europea sono gli ISDS, i Tribunali che proteggono gli interessi delle Multinazionali. Fra l’altro, la proposta di riforma di questi Tribunali lascia invariata la loro natura, un'arma nelle mani dei potentati economici. Già dal settembre 2015, la Commissione europea, delegata a negoziare il TTIP, il trattato di libero mercato tra USA ed UE, contrastato fortemente perché elimina i diritti e le tutele dei cittadini europei a favore dei profitti delle Multinazionali, ha formulato una nuova proposta per la cosiddetta clausola ISDS (Investor-to-state dispute settlement), un sistema di arbitrato internazionale che garantisce gli interessi dei grandi investitori. E il diavolo ci aveva già messo la coda! Questa clausola, già prevista dagli anni '90 nei trattati commerciali non tariffari, ha una sua storia; viene adottata dal WTO, Organizzazione mondiale del Commercio, perché tutti gli investitori siano garantiti con il trattamento più favorevole, anche in trattati bilaterali tra Multinazionali e Stati. Frequente l'uso di questa luciferina clausola fino ad oggi. La Vattenfall, Società energetica svedese per il nucleare, ha già ottenuto 3.700 milioni di euro dalla Germania, citata in giudizio per le sue politiche favorevoli ad energie pulite. La Philip Morris ha in corso due cause contro l'Australia e l'Uruguay per le nuove confezioni di pacchetti di sigarette con sigle che richiamano la tossicità del fumo. La società petrolifera statunitense Ethyl, accusata di aggiungere nella benzina senza piombo un additivo neurotossico, costringe, minacciando una richiesta di risarcimento di 251 milioni di dollari, il Canada ad abrogare una legge di tutela della salute dei cittadini. I Tribunali dell'ISDS, già nella prima versione, non erano certo Tribunali di giustizia ordinaria, ma particolari strumenti previsti dal diritto pubblico internazionale. Non erano previsti giudici di ruolo con pubblica autorità, ma arbitri scelti in accordo tra gli Investitori e le Multinazio- nali da elenchi di avvocati aziendali internazionali. Veniva esautorata la giustizia ordinaria di ciascuno Stato e tanto più la Corte di Giustizia europea. Su 3.200 trattati bilaterali di investimento, il 93% presentava ISDS, una giustizia privata. Ed ora? Di fronte allo scandalo della citazione in giudizio da parte delle lobby degli Stati che tra l'altro non vincono mai, di fronte alla perdita di sovranità della giustizia nazionale ed europea e alle clamorose proteste di tutta Europa, la Commissaria europea Cecilia Maldstrom, delegata alla negoziazione del TTIP, ha proposto una nuova versione dei Tribunali. Il sistema, un Investment Court Sistem, un ICS, sarebbe più vicino ad un Tribunale ordinario, con un Tribunale di prima istanza e una Corte d'appello, con Giudici “altamente qualificati” estratti a sorte da apposite liste e atti trasparenti. Ma il nostro diavolaccio continua a metterci la coda! Solo gli investitori potranno citare in giudizio gli Stati (ed anche Regioni e Comuni) che non permettono i loro profitti, ma la collettività non potrà citare le Multinazionali di fronte a questi Tribunali. La clausola ISDS diventa perciò uno strumento in mano alle lobby per dirigere e influenzare le scelte degli Stati su ambiente, sanità, lavoro, diritti umani. Anche Alfred De Zayas, esperto ONU per i diritti umani, si pronuncia negativamente su questa ultima proposta, sottolineando la necessità dell'ascolto dei sindacati, degli operatori sanitari, dei consumatori, degli esperti ambientali. La proposta viene bocciata per questi motivi dalla campagna Stop TTIP Italia che considera la riforma “un tentativo di mantenere invariata l’architettura del meccanismo attraverso modifiche di facciata”. La nuova corte arbitrale manterrebbe intatti i privilegi di gruppi privati nei confronti della società civile. Mantenendo la possibilità per le imprese di scegliere se rivolgersi a questo tribunale internazionale o utilizzare quelli nazionali, si crea una scappatoia. La nuova Corte, inoltre, non prevede l’esclusione di arbitri che “fino ad oggi hanno fatto nella grande maggioranza dei casi gli interessi delle aziende – dicono da Stop TTIP Italia –. Anzi, la riforma proposta dalla Commissione europea li innalza al rango di giudici, cui spetta una percentuale del risarcimento finale. In tal modo, si legit- tima l’investitore a chiedere compensi milionari o miliardari ai governi. Tanto più alte saranno le richieste, tanto più salirà la parcella del giudice in caso di condanna dello Stato”. E il nostro diavolaccio se la ride! Opposizione crescente al TTIP “IL COMMERCIO È GUERRA” COME A SUD DEL MONDO u Da entrambi i lati dell’Atlantico cresce il movimento d'opposizione al Ttip poiché la gente prende coscienza della minaccia che i negoziati costituiscono per molti aspetti della vita. L’appello della società civile è di bloccare il Ttip sostituendolo con un mandato commerciale alternativo che ponga cittadini e pianeta in primo piano rispetto al profitto aziendale. A meno di non giungere alla conclusione di Yash Tandon dopo avere assistito, per decenni, a negoziati commerciali internazionali al fianco dei paesi del Sud: “Il commercio è guerra”. Nel libro Le commerce c’est la guerre (Cetim, Ginevra, 2015) dimostra che la storia del libero scambio, lungi dalla retorica su sviluppo e crescita, è una continua dominazione dei Paesi poveri da parte di quelli occidentali e delle loro multinazionali. Oggi che è aperto il dibattito sul trattato di libero scambio transatlantico, gli europei cominciano a sperimentare ciò che è, da sempre, la realtà dall’altra parte del pianeta. Che Tandon conosce bene da negoziatore per l’Uganda suo Paese natale, poi per il Kenya e il South Centre, think-tank dei Paesi del Sud. 8 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 MAIL [email protected] MAIL [email protected] ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 9 ECONOMIA NORDEST E FRIULI. I risultati della ricerca condotta dalla Fondazione Leone Imprenditori stranieri una risorsa per il paese Negli ultimi 5 anni i titolari di azienda nati in Italia sono diminuiti, gli altri no uIn questi lunghi anni di crisi la presenza di imprenditori stranieri ha di fatto aiutato l’economia complessiva fornendo un contributo crescente al suo bilancio complessivo. Si tratta di un fenomeno che non va ostacolato o rifiutato, bensì incentivato e gestito nella maniera opportuna al fine di creare nuove opportunità occupazionali e per l’intero indotto. FVG. Estrapolando l’analisi a livello regionale, emerge un dato interessante per il Fvg: una presenza (13,5%) e un tasso di crescita (+12,9%) superiore alla media nella provincia di Trieste. Elemento influenzato, probabilmente, dalla vicinanza ai confini. A seguire nella classifica Gorizia, Pordenone e Udine. IL FENOMENO. La Fondazione Leone Moressa ha analizzato i dati 2015 riferiti al Nordest, confermando la crescita degli imprenditori stranieri e il continuo calo di quelli italiani. Considerando la macro area del Nordest, gli imprenditori stra- I cinesi sono aumentati molto, un’imprenditore straniero su 10 è orientale nieri attivi hanno sfiorato quota 85 mila l’anno scorso, registrando una crescita a doppia cifra (+12,5%) negli ultimi 5 anni. Ancora più importante è stata la crescita a livello na- ZHANG XIN. Una delle imprenditrici cinesi più ricche nel settore immobiliare zionale (+20,4%) mentre, al contrario, considerando nello specifico il Fvg, il fenomeno risulta ridimensionato (+7,9%). Nello stesso periodo, il numero di imprenditori italiani operanti nel Nordest è calato del 7,6%, dato simile a quello nazionale (-7,4%), mentre a livello regionale, in Fvg il fenomeno ha assunto proporzioni EXPORT. Ci siamo ripresi dallo scandalo “metanolo” di 30 anni fa L’Italia dei vini sembra risorta Tra i vari mercati svettano gli Usa che ha superato la Germania u L’Italia sta rivivendo una autentico rinascimento del vino, con un costante trend di crescita, sia in termini quantitativi che qualitativi, che dura ininterrottamente da 30 anni. Dal 1986 (anno in cui esplose lo scandalo dei vini al metanolo) ad oggi le esportazioni sono cresciute di quasi 7 volte, un quinto di tutte le bottiglie di vino in circolazione è fatto in Italia, per un valore commerciale che sfiora i 5 miliardi e mezzo di euro. Questo è l’ultimo dato disponibile, riferito al 2015, annata record per le vendite all’estero. Lo certifica il dossier “Accadde domani. A 30 anni dal metanolo il vino e il made in Italy verso la qualità”, promosso da Coldiretti e Fonda- pensata da nuovi contributi esterni. Passando ad analizzare il dato della crescita degli imprenditori stranieri, emerge un vero e proprio boom di titolari d’azienda cinesi (+38,8%), dato che gli ha permesso di diventare la prima posizione della classifica (11% del totale degli imprenditori stranieri, in pratica uno su dieci). Tra gli incrementi si segnalano i nuovi arrivi di imprenditori rumeni +20%) e marocchini (+14,6%), mentre si registra un calo di titolari di origine svizzera (-6,5%), serbi (-32,6%) e francesi. A livello settoriale, i principali settori sono quelli del commercio e delle costruzioni che, da soli, assorbono circa la metà degli imprenditori stranieri. L’edilizia rappresenta anche l’unico settore con un calo negli ultimi 5 anni (-4%). zione Symbola. In termini di aree geografiche, il mercato degli Stati Uniti ha superato quello della Germania (geograficamente più vicino), il primo svetta con 1,3 miliardi di euro di export, il secondo con circa un miliardo. Al terzo posto l’Inghilterra con oltre 700 milioni. Distanziata la Cina con “appena” 80 milioni nel 2015. In termini di prodotto, il vino che si vende meglio è lo spumante: le bollicine nel 2015 hanno venduto molto di più (+50%) rispetto a quelli dei cugini transalpini. Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo: «Adesso la nuova sfida è quella di rafforzare e difendere le posizioni acquisite, contrastando la concorrenza sleale dei produttori internazionali». Decisamente più prosaico Ermete Realacci, presidente di Symbola: «Quello che è accaduto dopo lo scandalo metanolo nel vino italiano rappresenta una straordinaria metafora della missione del nostro Paese: cibo e cultura». maggiori (-10,1%). La somma delle due componenti a livello di regione, indica nel Fvg una evidente riduzione della classe imprenditoriale autoctona non adeguatamente com- CONCLUSIONI. I ricercatori della Fondazione Leone Moressa hanno concluso: «I dati testimoniano la crescente importanza della imprenditoria straniera nel sistema produttivo italiano e nel Nordest. Una realtà in crescita in tutte le regioni e in tutti i settori che può diventare un veicolo utile a creare sinergie con gli imprenditori locali e ad attrarre nuovi investimenti». © (G.S.) I TUOI REGALI MIGLIORI. DA NOI. NON BASTANO I PRODOTTI MIGLIORI PER FARE MIGLIORE UN REGALO. Nel rispetto delle concessioni accordate per punto vendita Ci vogliono anche esperienza, servizio, assistenza post-vendita e, soprattutto, la migliore disponibilità di una rete di negozi integrata da un sistema di e-commerce sempre Vicini a Te, ai desideri Tuoi e di chi Ami. C’è un nome che rappresenta una sicurezza nel lusso da sempre. Quando cerchi la migliore sorpresa senza sorprese, Croatto c’è. Dal 1901. 14 punti vendita tra regione e Veneto più un sito sempre aggiornato per i Tuoi Regali Migliori. Anche a Te. 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NOSTRO SERVIZIO ... . u La Banca Popolare di Vicenza Soc.Coop.p.A. ha recentemente depositato, presso Borsa Italiana S.p.A., la domanda di ammissione a quotazione delle proprie azioni sul mercato telematico azionario. Questo si prospetto come il primo di una lunga serie di “bagni di sangue”, infatti, molti istituti di credito (compresa la popolare di Vicenza), hanno dovuto fare grossi tagli ai proprio bilanci per far fronte alle crescenti sofferenze. Il risultato, secondo gli analisti, sarà un drastico ridimensionamento del valore delle quote detenute dagli attuali azionisti. Come previsto dall’iter ufficiale, dopo il deposito presso la Borsa Italiana della domanda è stato contestualmente presentato anche alla Consob (Organo di controllo delle società quotate in Borsa, ndr) la richiesta di approvazione. L’aumento di capitale, necessario al completamento dell’operazione di trasformazione, è stato subordinato all’approvazione (o ratifica) da parte dell’Assemblea dei soci della Banca prevista per il 5 marzo (vedi box a lato). Numerosi gli enti incaricati di svolgere il ruolo di coordinamento, consulenza legale e finanziario dell’operazione. Il comunicato ufficiale annuncia: «Con circa 40 miliardi di euro di attivo, 5.500 dipendenti ed una rete di 627 punti vendita (tra filiali, negozi finanziari e punti pri- LA PROTESTA. Alcuni azionisti protestano chiedendo lumi su chi avrebbe dovuto vigilare LA ASSEMBLEA “FIUME” DEGLI AZIONISTI u GAMBELLARA Si è aperta sabato 5 marzo a Gambellara l’assemblea-fiume della Popolare di Vicenza chiamata a decidere sulla trasformazione in Spa, sull’aumento e la quotazione. «Ci troviamo di fronte a una scelta non solo morale ma anche dalle conseguenze giuridiche», ha detto il presidente Stefano Dolcetta, prima di dare lettura della missiva inviata dalla Banca centrale europea. E’ seguito l’intervento dell’a.d. Iorio: «Capisco il senso di tradimento che colpisce tutti voi. Votare no significherebbe regalare questa banca perché avremmo un valore di realizzo pari a zero». L’a.d. ha anche ricordato che «ridurre gli attivi della banca sotto 8 miliardi (oltre tale soglia le banche popolari sono obbligate a trasformarsi in Spa) non sarebbe tecnicamente perseguibile, significherebbe ridurre drasticamente gli impieghi sul territorio». Alle 9 erano presenti 5.448 soci, di cui 2.860 in sala. Dopo una sofferta riunione la trasformazione è stata approvata, schivando l’intervento della Bce. vate) distribuiti in tutta Italia, il Gruppo Banca Popolare di Vicenza rappresenta la decima realtà bancaria in Italia per totale attivo. Fondato a Vicenza nel 1866 come prima banca popolare del Veneto, il Gruppo conta oggi su circa 119.000 tra soci e azionisti ed un 1,4 milioni di clienti». Al di la di quanto dichiarato dai canali ufficiali, la situazione patrimoniale dell’istituto di credito è tutt’altro che rosea e gli effetti di questa operazione, imposta dall’alto, saranno per nulla indolore per i soci, che dovranno sopportare perdite da “lacrime e sangue”. I citati oltre 100 mila clienti della banca, infatti, hanno già dovuto sopportare una pesante svalutazione delle loro azioni, passate da 62,5 a 48 euro. Un drastico taglio che non risulterà affatto un caso isolato. Dopo le necessarie pulizie di bilancio, il valore per azione dovrebbe scendere sotto i 30 euro fin da subito per poi precipitare poco sopra quota 20 euro dopo la quotazione in borsa, allineandosi al moltiplicatore utilizzato (0,7) per le banche quotate. Analisti e operatori stimano ulteriori e draconiane riduzioni derivanti dal valore di bilancio attuale (ridotto a 2 miliardi, ndr). Tirando le somme, la perdita di valore potrebbe arrivare a sfiorare i 5 miliardi di euro, quanto investito dai clienti-soci della banca negli ultimi 20 anni. Il processo di quotazione ha messo in luce (e vanificato) un meccanismo, tipico delle popolari non quotate, che permetteva di occultare gli effetti della crisi attraverso accantonamenti minimi per coprire le sofferenze che riducevano le perdite da riportare a bilancio. L’immagine ufficiale che ne risultava era quella di una banca in salute, ma la realtà sta piombando addosso tutta in un colpo con effetti a dir poco devastanti. © G.S. INCHIESTA. Reati di associazione a delinquere e falso in bilancio. Altri guai in vista per Zonin & C. u Le questioni giudiziarie della Banca popolare di Vicenza sembrano complicarsi ulteriormente. Dopo l’inchiesta legata ai reati di ostacolo alla vigilanza e agiotaggio, la procura sembra stia indagando sul reato di associazione a delinquere e falso in bilancio. Al termine dell’inchiesta si potrà davvero definire se l’associazione a delinquere esiste o meno. È evidente che a questo punto la situazione di tutti gli indagati si è ulteriormente aggravata. Tra questi 3 consiglieri e tre manager, tra cui l’ex presidente Giovanni Zonin e l’ex dg Samuele Sorato. A settembre sono stati perquisiti gli uffici e le abitazioni dei sei indagati dagli uomini del Nucleo valutario della Gdf, che ha sequestrato materiale ritenuto rilevante. Sotto osservazione la situazione patrimoniale della banca, con crediti deteriorati mai svalutati e azioni acquistate al solo scopo di nascondere buchi di bilancio. Nel mirino dei pm e del Nucleo valutario anche due fondi esteri, Optimum e Athena, controllati dalla banca quasi al 100% e che, secondo gli ispettori di Bankitalia, partecipavano all’acquisto delle azioni. Sarebbero emersi anche finanziamenti “opachi” a gruppi industriali e sottoscrizioni a bond che la procura di Vicenza sta valutando. Tali sviluppi giungono in un momento molto delicato per l’istituto di credito che ha appena ufficializzato l’avvio della procedura per la quotazione in Borsa. Un processo reso obbligatorio dall’Ue e che richiederà enormi sacrifici ai suoi azionisti. PIZZERIA - TRATTORIA specialità pesce alla griglia Via Paparotti, 53 - UDINE Tel. 0432.600544 Chiuso il martedì 12 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 MAIL [email protected] CRONACA / Udine UBRIACHI. Punire i gestori dei bar è efficace alla prevenzione? Una riflessione con gli addetti ai lavori. Tolleranza zero all’abuso di alcol osti d’accordo ma chiedono aiuto Gli esercenti sono in sintonia con la legge, ma troppo spesso temono per la loro incolumità. u Fiumi di alcolin città. E, nel mirino, gli esercenti. Si fa un gran parlare a Udine sulla questione del bere smodato, soprattutto da parte degli adolescenti, e sulla “tolleranza zero” minacciata dal Questore, ritenendo osti e baristi responsabili degli ubriachi e dei danni da loro causati. Una calata di mannaia “che ci sta”, un po’ come punire un “pusher” legalizzato. Non è facile, infatti, affrontare la questione con grandi convinzioni. Il terreno è delicato e, come sempre, attorno alla Legge, alla sua giustezza ed efficacia, ruota come un turbine l'etica, che solleva dubbi, interroga le coscienze e spesso ci disarma davanti ai grandi paradossi. C’è, infatti, chi preferisce l’educazione, al bastone, chi investirebbe più sforzi nella prevenzione a partire da scuola e famiglia, definendo la Legge imposta ai barman il più inutile proibizionismo. E se educazione e Legge andassero, invece, a pari passo? Da che mondo e mondo le regole servono ad “educare”. Ma il problema dell’alcolismo è qualcosa di ben più profondo, e difficilmente si risolve con i dieci comandamenti e gli opuscoli educativi. L’alcolismo è un sintomo di disagio, e anche uno stato profondo e radicato dell’anima. Era il 1990 quando Cesare Marchi scrisse che «il vino aveva dalla sua una splendida letteratura, mentre l’acqua solo la bolletta delle aziende municipalizzate». Battute a parte, la lotta all’alcol è parte di una rivoluzione culturale e sociale che, ad essere franchi, sem- brerebbe umanamente impossibile. E non resta che affidarsi al buon senso di ognuno e all’esempio di chi gli sta accanto. Perché, forse, la vera educazione, la vera prevenzione, non è dire a questi figli: “l’alcol uccide”, ma insegnare loro a pensare, ad avere opinioni personali, a discernere rimanendo fedeli a una visione per il domani. Ma torniamo a bomba. «Non è giusto che siano gli osti a pagare? - risponde uno di loro - Gli ultimi di una filiera produttiva? E’ come multare un tabaccaio se un uomo muore di cancro ai polmoni». Ricordiamo, al proposito, che in materia di sicurezza pubblica il titolare di un esercizio è soggetto tanto alle norme sanzionatorie di tipo amministrativo (Tulps: testo unico di pubblica sicurezza) quanto alle norme di natura penale (codice penale e leggi speciali).In sintesi, al titolare di un locale pubblico autorizzato alla somministrazione di bevande alcoliche, è vietata la vendita di alcol ai minorenni e la somministrazione ai ragazzi di età inferiore ai 16 anni (art. 689 cp); alle persone in evidente stato di ebrezza (691 cp) e a persone palesemente affette da malattia mentale. Il gestore è poi tenuto a sedare ogni disordine, schiamazzo e disturbo alla quiete e, infine, addio sonni tranquilli se un suo alticcio cliente crea incidenti dopo l’uscita dal bar. In caso di trasgressione della legge, secondo una normativa del 1931, decisamente vecchiotta e in odor di “regime”, sulla chiusura del lo- cale o sulla sospensione della licenza (o autorizzazione che dir si voglia) per la vendita di alcolici decide sulla base del Tulps il Questore, ovvero un poliziotto), anche se le più alte in grado. E qui già si solleva ancora qualche dubbio etico perché, in tal caso, forse viene a mancare un compiuto contraddittorio e le garanzie che il sistema giudiziario comunque offre. A meno che il gestore del locale decida di ricorrere al Tar. Ma nonostante tutto, osti e baristi udinesi sembrano accettare di buon grado la legge. Anzi, la maggior parte di loro si dimostra, addirittura, favorevole. Dal Wine Bar al Friuli, dall’Amadeus al Sottogusto, fino a molti altri che preferiscono mantenere l’anonimato, la voce che si solleva è unanime. «La legge è giusta, e noi gestori facciamo il possibile. Ma negare il bicchiere a un ubriaco è estremamente pericoloso. Questo deve essere chiaro a tutti. Va bene la tolleranza zero, ma chiediamo alla polizia più presenza sul territorio. Non possiamo fare tutto da soli». © BLU Cividale del Friuli viale Libertà, 50 - Tel. 0432 700955 Cividale del Friuli in via Europa, 24 - tel. 0432 731338 aperto anche domenica mattina dalle ore 8.00 alle 13.00 Corno di Rosazzo via P. Zorutti, 1 - tel. 0432 753206 Cervignano via P. Zorutti, 2 - tel. 0431 373145 Buttrio via Roma, 35 - tel. 0432 673280 Latteria Sociale di Cividale del Friuli e Valli del Natisone s.c.a. via Gorizia, 17 - Cividale del Friuli (UD) tel. 0432 731218 - fax 0432 734139 www.latteriacividale.it - [email protected] Manzano via Roma, 13 - tel. 0432 754105 S. Pietro al Natisone loc. Azzida Zona ind. 1 -tel. 0432 727949 Selvis di Remanzacco Viale del Sole, 152 - tel. 0432 648049 MAIL [email protected] ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 13 CRONACA / Udine INTERVISTA. Su alcol, leggi e prevenzione, risponde lo psichiatra Francesco Piani responsabile del Sert «Legge ed educazione a pari passo» L’età di chi abusa di alcol è sempre più bassa. Richiesti interventi perfino nelle quinte elementari F. PIANI Affianco il Sert u Tolleranza zero. Sulla questione alcol, giovani e responsabilità, tema che da settimane angustia Udine, risponde il coordinatore del Sert reparto dipendenze, Francesco Piani. Professore, nell’ottica della prevenzione dell’abuso di alcol, ha senso abbassare la mannaia sui gestori dei locali? Salvando forse le piazze dai vandalismi, ma non certo i ragazzi? «Ci sono almeno tre considerazioni da fare: La prima è che le leggi vanno rispettate, perché avere regolamenti scritti che poi nessuno applica non ha davvero alcun sen- so. Anzi, peggiorano la situazione. Dal punto di vista della prevenzione, invece, il successo è possibile soltanto se, all’educazione dei ragazzi nelle scuole e nelle famiglie, si affianca anche l’azione della legge. E viceversa. L’una senza l’altra, non può che generare un’azione preventiva ed educativa fallimentare. E questo non lo dico soltanto io, ma anche le linee guida dell’Oms. Dunque, cade in errore chi predica soltanto l’azione punitiva, considerando inefficace quella educativa, e viceversa cade in errore chi considera valida soltanto l’educazione, puntando il dito contro l’azione punitiva. Bisogna stare attenti ai moralismi, sia in un senso che nell’altro. Ripeto, il rispetto delle leggi accanto a una azione educativa che mira al cambiamento dei comportamenti, è la sola scelta vincente». A Udine ci sono un sacco di bar, spuntano come funghi, spesso effimeri, ma senza posa. Si inneggia, poi, a Friuli Doc e tanti sforzi in quel senso dedicano le amministrazioni e le associazioni culturali. Poi, dall’altro, si bastona l’esercente e il titolare della mescita. Secondo lei ci dovrebbe esse- re più controllo “dell’offerta”? «Non è questo il punto. Nessuno vieta alla gente di andare a divertirsi bevendo qualcosa. Chi va a bere, però, lo deve fare con buon senso e nel rispetto della legge, di sé stesso e del prossimo. Se questo non accade, ritengo che sia nell’interesse dei gestori intervenire, cercare di fare la differenza. A nessuno piace avere ubriachi in casa, o rischiare la chiusura. E ritengo che un percorso educativo su come gestire le cose, sui rischi e le conseguenze dell’alcol sia utile anche per loro». Le forze dell’ordine dicono tolleranza zero. Vale in assoluto, o in certi luoghi, come il Friuli VG dove il bere è fenomeno culturale e di costume, bisogna adottare misure diverse, più elastiche. Fare i conti con la tradizione, e con la capacità “di tenuta”… «La cultura e la tradizione non ti rendono immune dalle malattie e dalla morte. Tant’è che di alcol si continua ad ammalarsi e a morire. Ad ogni modo è vero che in ogni luogo è necessario fare i conti con la cultura, i diritti di chi vende e di chi produce; ma è necessario tro- vare le giuste misure e i giusti equilibri. Bisogna essere coerenti nei comportamenti, e imparare a fare delle scelte precise. Scegliere, ad esempio, tra salute e cultura, o tra salute e commercio. Perdonate, ma su queste questioni ho un atteggiamento “talebano”. Inoltre ritengo che sia necessaria un’etica della comunicazione e dell’informazione, partendo dalla stampa, per passare ai politici, alle forze dell’ordine fino ai medici. Insomma, è inutile dedicare paginoni di fierezza sulla festa del vino, magari plaudendo alle grandi bravate, per poi, il giorno dopo, dedicare paginoni agli incidenti, demonizzando i giovani o le istituzioni. Anche in questo caso serve coerenza, e giusti equilibri e misure. Un’azione educativa concordata». Lei opera al Sert da moltissimi anni, dunque ha il polso della situazione, se così si può dire. Sono in aumento i casi difficili di dipendenza? Oggi, è tanto peggio di ieri? «Non ho numeri alla mano. E’ difficile a dirsi, perché non abbiamo dati statistici. Ma una cosa certa la posso dire: sta aumentando la diminuzione dell’età delle persone coinvolte. Aumentano i giovanissimi. Pensate che capita che i dirigenti scolastici ci chiedano di intervenire anche per casi nelle quinte elementari. Non parliamo poi delle medie, dove ormai si è consolidato anche lo spaccio di droghe. Ma alcol e droghe non fa differenza, stiamo parlando di comportamenti a rischio e di forte disagio». Già, e le cause di questi disagi sono sotto agli occhi di tutti. Si può incolpare la decadenza di questa cultura, i modelli sbagliati, tornando all’eterna questione: riuscire a insegnare il discernimento, la qualità della vita, la prospettiva. Ma a proposito di droghe: sbagliamo se diciamo che l’alcol è la peggiore di tutte? E non c’è Cannabis o allucinogeni che tengano? «Dall’entità dei danni, singoli e sociali che crea, non sbagliate affatto». Nei migliori bar, dal 1920. Via Sondrio,1 33100 Udine [email protected] www.gammabar.com © BLU 14 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 MAIL [email protected] CRONACA / Udine IL CASO. Continuano a nascere nuovi centri commerciali, ma il prezzo da pagare è alto UNIVERSITÀ Inflazione di supermercati una vera colonizzazione Non si pensa che i soldi spesi nei colossi, non generano ricchezza territoriale i posti di lavoro sono spesso sottopagati, mentre crescono i fallimenti in città ........................................................ ... ... LUCIA BURELLO ... [email protected] . u Supermercati come funghi. Li vedi spuntare lungo i viali attraverso la bruma dei bigi pomeriggi friulani, mostri in cemento armato che sembrano nutrirsi dell’humus dei campi di periferia. Campi e orti un tempo contadini, e ora sacrificati alla cementificazione più demenziale. Capannoni e zone commerciali che si estendono per chilometri e chilometri, una distesa di edifici alti tutti uguali, massimo due livelli, costruiti secondo i piani regolatori dove, purtroppo, un tempo passavano le stradine per uscire in bicicletta e andar per prati. Supermercati ovunque che superano di gran lunga il fabbisogno dei quartieri, più supermercati che residenti; già pronti o in costruzione. In auto puoi divertirti a fare la conta, come quando da bimbi si faceva a gara a chi vedeva più alberi di Natale. Sul viale Palmanova ne esistono già sei, presto ne arriverà un altro e un altro si amplierà ulteriormente. Iper-mercati e discount a traino di grandi catene che ingoiano la qualità della vita delle piccole comunità, privando gli abitanti dei rapporti umani, della qualità del cibo, dell’appartenenza ai luoghi, della dignità del lavoro, della salute ambientale, dell’economia e della sussistenza dei piccoli centri. Sì perché non serve un genio per capire che tutti i soldi che gli udinesi spendono all’interno di questi buchi neri, finiscono a far parte di un bottino che vola fuori dai confini IL DANNO u EX SANTI. La prima foto riporta lo stabile, di discutibile bellezza, che ha preso il posto a Udine della ex clinica Santi (nella foto sotto), gioiellino architettonico opera del grande architetto Midena. Il vecchio edificio si trovava in via Monte Grappa e per un po’ fu nel mirino della stampa perché considerato possibile futuro Hospice. Ma l’edificio fu venduto a un prezzo non molto conveniente dalla Fondazione Hoffmann per realizzare denaro utile a progetti sul fine vita più ambiziosi. E poi miseramente falliti. Nel frattempo, i nuovi proprietari dell’edificio destinarono l’area alla costruzione dell’ennesimo supermercato in città. regionali per finire nelle casse dei colossi internazionali. Salvo una miseranda parte che serve a stipendiare dipendenti troppo spesso sfruttati o sottopagati. Uomini e donne costretti a contratti da sciacallaggio dove la parola dignità, se mai è compresa, è un sostantivo obsoleto e ridicolo. Di fronte a tutto questo, il centro storico cittadino è già nella fossa. E vive e dimentica a suon di bevute, dal momento che bar e osterie sembrano l’unica, chimerica, risorsa. Riteniamo sia ipocrita riempirsi la bocca con il vantaggio dei soldi Pisus e il rilancio del piccolo centro emporiale quando, favorendo la nascita dei centri com- merciali, si svuotano per ben due volte le tasche degli udinesi. Quando comprano e quando i loro soldi svaniscono dal circuito commerciale cittadino per finire chissà dove. Lasciando a secco la città e chi ci vive. E’ su questo che gli udinesi dovrebbero interrogarsi, invece di esultare ingenuamente di fronte a un nuovo cubo di plastica e scatolette. Anzi, dovrebbero indignarsi e ribellarsi davanti all’ipocrisia di chi spalleggia questa devastazione portando, quali tesi a favore, i posti di lavoro e l’aumento dell’economia. Già, l’economia, ma non certo quella locale. E il lavoro? Per due commessi sfruttati al supermercato, quanti sono i piccoli arti- giani e le botteghe costrette a chiudere? Insomma, prima di lasciarci colonizzare da questi cuboni senza volto e amministrati da “fantasmi”, prima di vedere, all’improvviso, dietro il campo di “lidric” le transenne per la loro edificazione, pensiamo che la qualità della nostra vita è raccogliere quel lidric e venderlo in san Giacomo, e con i soldi ricavati, comprare la carne dal macellaio del borgo, che a sua volta comprerà il pane al forno sotto casa. E così che, nel piccolo, si possono fronteggiare le difficoltà, difendendo il tanto vituperato genius loci che, all’alba di un’era “stellare”, paradossalmente è rimasta l’unica vera risorsa per sopravvivere. WASSERMANN ospita la scuola UN NOME PER LA SCUOLA SUPERIORE L’Università di Udine ha deciso di scegliere il nome della sua Scuola Superiore tramite votazione all’interno della comunità universitaria. Studenti, docenti, ricercatori e personale tecnico e amministrativo sono invitati a proporre la denominazione tramite un sondaggio online che si chiuderà il 31 marzo. Il nome scelto sarà reso noto il 30 giugno, alla vigilia di Conoscenza in Festa 2016, durante la cerimonia di scoprimento della targa di intitolazione. A tal fine il rettore Alberto De Toni ha istituito un’apposita Commissione, formata da sette membri: oltre a lui, la direttrice della Scuola, Donata Levi, i rappresentanti del Senato accademico Marina Brollo e Roberto Rinaldo, i rappresentanti del Consiglio di amministrazione Stefano Miani e Carla Di Loreto e la rappresentante degli studenti della Scuola Superiore Marilena Palomba. «Nessun problema con il legato di Toppo Wassermann – rassicura il rettore – abbiamo verificato con gli uffici legali dell’ateneo e del Comune che la scelta di dare un nome alla Scuola è assolutamente compatibile con quanto richiesto dal legato. L’edificio che ospita la Scuola continuerà a chiamarsi “Istituto di Studi Superiori di Toppo Wassermann” e ci sarà un’apposita tabella a segnalarlo. Una delle attività ospitate al suo interno è quella della Scuola Superiore dell’ateneo che avrà un suo nome distintivo». 16 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 MAIL [email protected] CRONACA AMBIENTE. Il Friuli Venezia Giulia si scopre territorio fragile Dissesti del suolo annunciati causa non il clima ma l’uomo Alle cause naturali si è sommata la scelleratezza costruttiva ............................................................. ... ... REDAZIONE FRIULISERA ... . Menù di Pasqua Franciacorta Bonomi Crù Perdù Salmone Loch Fyne FRQFUHPDGL3KLODGHOSKLDHROLRD൵XPLFDWR Risotto alle vongole con calamari gambero rosso e lime Pesce spada alla pizzaiola con gelato al cappero e insalata liquida Ananas e lime con zenzero e wasabi Agnello caramello all’aceto di lamponi e cavolo capuccio Magnum all’arancia chartreuse e yuso &D൵q è gradita la prenotazione di Claudio Trinco Via Mercatovecchio, 4 Via Mercerie, 6 33100 Udine Tel e Fax 0432 502800 www.osteriallevolte.it - [email protected] Chiuso la Domenica u Gli eventi meteorologici delle ultime settimane e gli eventi che ne sono scaturiti, dall’erosione del litoraneo di Grado, alle frane in Carnia, hanno evidenziato con specchiata precisione come i dati degli ultimi anni sulle condizioni del suolo siano drammaticamente esatti. Questo vale ovviamente per l’intera penisola, ma come vedremo anche per la nostra Regione. Dall’ultimo rapporto Dissesto idrogeologico in Italia, pubblicato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) emerge infatti un quadro davvero preoccupante: la maggior parte del territorio italiano, Fvg compreso, è a rischio idrogeologico. Insomma Italia sempre più fragile con oltre l’88% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico. Il nostro Paese, a causa della sua conformazione geologica, geomorfologica e idrografica, è già in partenza predisposta a fenomeni di dissesto. L’intensa e incontrollata urbanizzazione del dopoguerra, la deforestazione e l’abbandono delle zone montane ha aumentato il numero di aree vulnerabili. Il clima, inoltre non aiuta. Aumenta la frequenza di fenomeni meteorologici estremi e la loro intensità: piogge, che normalmente dovrebbero cadere nell’arco di mesi, vengono concentrate in poche ore provocando piene improvvise e rischi sempre più alti per la popolazione. Se questo è il quadro nazionale non è che nella Regione Fvg la situazione sia migliore, anzi, la Regione Friuli Venezia Giulia presenta un territorio complesso, dove le propaggini orientali della catena alpina (Alpi Carniche e Giulie), presenti a nord, degradano in una pianura alluvionale che si espande verso sud sino alla laguna di Grado-Marano ed all’Alto Adriatico. Questa caratteristica, unitamente a quelle litologiche, geomorfologiche e pluviometriche (la catena dei monti Musi è una delle zone più piovose d’Italia), crea un contesto di vulnerabilità e quindi di rischio idrogeologico che deve esser correttamente valutato per garantire l’incolumità della popolazione. Del resto è noto che negli ultimi decenni il territorio regionale è stato colpito da vari avvenimenti calamitosi legati all’ambiente naturale che si sono ripetuti con una certa costanza. Questi possono esser suddivisi in grandi eventi come le alluvioni del 1966 e del 1996 ed in eventi minori (ma non per questo trascura- bili), soprattutto di tipo alluvionale, che si sono susseguiti con una cadenza quasi annuale. Tutti questi episodi hanno interessato praticamente l’intero territorio regionale, andando ad interagire con gli elementi geolitologici e morfologici propri di questa Regione. Si sono così verificate e si continuano a verificare, frane e smottamenti, allagamenti di abitati e terreni, coinvolgendo sia le zone montane e pedemontane sia la pianura friulana. Fin qui i dati “naturali”, ma la situazione in realtà è stata aggravata dalle attività umane, soprattutto quelle messe in atto nel secolo scorso con uno sviluppo urbanistico che non ha tenuto conto del rischio e del delicato assetto idrogeologico. Basti pensare che nella maggioranza dei comuni del Fvg sono presenti abitazioni e costruzioni, anche relativamente recenti, nelle aree golenali, negli alvei dei fiumi e nelle aree a rischio frana. Vi sono addirittura interi quartieri a rischio nonchè intere zone industriali che sono sorte dobve non dovevano sorgere aggravando i rischi non solo per chi vi lavora ma anche per il resto della popolazione a causa degli eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque e nei ter- reni e da queste nelle falde. Vale la pena riportare il commento di qualche giorno fa della vicepresidente della commissione Ambiente di Montecitorio Serebna Pellegrino, proprio relativamente ai dati Ispra sul Fvg: “I dati forniti dall’Ispra sul dissesto idrogeologico nel nostro Paese confermano quanto denunciamo da tempo: siamo un Paese ad alto rischio e sono necessari interventi straordinari e non la messa in fila di interventi già programmati e finanziati da tempo. In Friuli Venezia Giulia l’84 per cento dei Comuni è interessato da pericolosità di frana elevata e molto elevata e pericolosità idraulica: significa che 85.500 persone circa risiedono in aree a rischio.” “40 miliardi sono necessari per un concreto piano di messa in sicurezza che, se ben programmato, genererebbe in dieci anni lavoro e stabilità. Abbiamo vissuto per decenni in costante stato di emergenza, in cui si continua a salvaguardare di più la speculazione, garantendo appalti non sempre trasparenti. Bisogna chiudere con quella stagione.” Spiega la parlamentare. “Il Governo sostiene di continuo che il dissesto è una priorità, prosegue Pellegrino, ma tale affermazione mal si sposa con gli atti prodotti, a partire dal decreto Sblocca Italia. Si passi dalle parole ai fatti approvando la legge sul consumo di suolo e mettendo in sicurezza tutto il territorio. Solo così si potrà affrontare la fragilità del nostro Paese messa in luce ad ogni evento atmosferico.” “Non vorremmo – conclude Pellegrino – che il governo, con la mossa del cavallo, imponesse a tutti i cittadini, per sanare il nostro magnifico territorio, l’assicurazione obbligatoria su tutti gli immobili per i danni catastrofali. La toppa sarebbe peggio del buco”. MAIL [email protected] ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 17 SPECIALE Pasqua CALCIO L’Udinese di 32 anni fa, il ricordo di un’età dell’oro Non basta un articolo per descrivere le sensazioni sul campo La meteora di Udine è Zico E’ il 1983-84: primo anno in A Una leggenda in Brasile Quella di ‘el Galinho’ è una storia da raccontare ai giovani .......................................................... ... ... REDAZIONE FRIULISERA ... . u Il 3 marzo di 63 anni fa fu un giorno speciale: in particolare per i tifosi del Flamengo e dell’Udinese. Arthur Antunes Coimbra, in arte Zico, soprannominato ‘el Galinho’ per il fisico gracile, nasce a Rio de Janeiro. Fin da piccolo, come altri campioni, il suo talento è più che evidente. Insieme agli altri fratelli Zico passa ore a correre dietro ad una palla. A 17 anni è un ragazzo normale, che ha guadagnato 11 cm in altezza e 16 kg di peso anche grazie ad un lavoro in palestra ad hoc. A quell’età il fisico può ancora fare la differenza: non la farà più nel momento di scendere in campo, davanti ad un mostro di tecnica e rapidità. Dal ‘71 all’ ’83 Zico veste sempre la maglia del Flamengo: 489 presenze e 368 gol. Sono numeri impressionanti: il calcio non è quello frenetico e fisico degli ultimi 20 anni, anche se parliamo del campionato brasiliano (dove difendere non era la prima attitudine delle squadre). Nell’ ‘80 Zico vince il suo primo campionato brasiliano: verranno ZICO. Con la maglia dell’Udinese ‘a banda verticale’. anche una Coppa Libertadores (la Champions League sudamericana) ed una Coppa Intercontinentale. Anche in Nazionale le percentuali sono strabilianti: 72 partite e 52 gol. Prende parte a tre mondiali: ‘78 in Argentina, ‘82 in Spagna e ‘86 in Messico. Il più celebre calciatore carioca dopo Pelè arriva a Udine l’anno dopo la vittoria dell’Italia al Mundial spa- gnolo. Ci rimane poco, ma resta nella memoria di sportivi e non. Allora in Italia giocavano tre fuoriclasse assoluti: oltre a Zico, c’erano Michel Platini e Diego Armando Maradona. Un ‘lusso’ anche e soprattutto per gli occhi: Zico scende in campo 39 volte e fa 22 gol. Cosa accadeva sul rettangolo di gioco, bè forse a Udine non s’era mai visto. u MAGIA Pochi ricorderanno il ruolino di marcia di quell’Udinese, allenata da Enzo Ferrari. Alla prima d’andata, l’11 settembre, l’Udinese impressionò: al Ferraris col Genoa fu uno 0-5. Gol di Mauro, raddoppio di Zico al primo gol con i bianconeri in serie A, doppietta di Virdis ed ancora Zico. Sette giorni dopo l’esordio al Friuli: arriva il Catania. Altra doppietta di Zico: 3-1. La domenica dopo la prima sconfitta al Partenio con l’Avellino: Zico segna l’unica rete. Alla quarta di campionato arriva il Verona ed è 1-1: gol di Zico dopo 18’. Altro pareggio a Firenze, poi arriva l’Inter al Friuli ed è un 2-2. El Galinho segna su rigore il primo gol. Segue la sconfitta ad Ascoli, una delle ‘bestie nere’ dell’Udinese allora. Al Friuli c’è poi la Roma: 0-0 fino all’85° di gioco quando su lancio di Causio è proprio Zico a far esplodere il Friuli. Seguono una sconfitta (con la Samp) e quattro pareggi (Pisa, Torino, Juve e Lazio): Zico resta a secco. Il brasiliano torna nei tabellini all’arrivo del Napoli a Udine: suo un gol nel 4-1. A San Siro col Milan ne fa ancora due per il 3-3 finale. Al ritorno, in casa, col Genoa l’Udinese vince: Zico farà una doppietta a Catania solo nella partita dopo. Due suoi gol anche nella vittoria sull’Avellino in casa: segna poi a Verona ma stavolta si perde 2-1. Arriva la Fiorentina: 3-1 per i padroni di casa, la seconda rete è del numero 10. Poi due sconfitte con Inter e Roma e lo 0-0 con l’Ascoli. Quindi il Pisa, la Samp, il Torino e di nuovo la Juve: dopo un digiuno di sei partite, un gol nel 3-2 a favore dei torinesi. Nelle ultime tre partite solo un gol nella vittoria con la Lazio. Sono 19 gol in 24 partite al primo anno in Italia: in campo la ‘saudade’ spariva. MESSAGGI DI CORDOGLIO direttamente dal sito www.onoranzemansutti.it di Quargnolo Marco e Zuliani Andreino REPERIBILITà 24 ORE SU 24 Cell. 348 8205040 - 348 8205041 [email protected] www.onoranzemansutti.it UDINE: Via Chiusaforte, 48 - Tel. 0432 481481 - Fax 0432 490592 TARCENTO: Via Angeli, 41 - Tel. 0432 785935 - Fax 0432 794500 Organizzazione del funerale Servizi completi Trasporti funebri nazionali ed esteri Autorizzati a svolgere il funerale in città con personale e mezzi propri Vestizione salme anche a domicilio Pratiche per cremazioni Dispersione ceneri Opere cimiteriali e monumenti funebri Servizi di necrologie BRESSA DI CAMPOFORMIDO: Via Don Pietro Boria, 11 - Tel. 0432 662071 FELETTO UMBERTO: Via Manlio Feruglio, 12 - Tel. 0432 571504 18 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 MAIL [email protected] SPECIALE Pasqua GEMONA «Ora imminenti appuntamenti ci attendono: facciamo un marchio tipicamente friulano» Sportland, il progetto di una terra Tutto l’Alto Friuli ne è coinvolto Quest’anno sono trascorsi 40 anni dal terremoto del ‘76: le iniziative ed il programma in arrivo Gemona e gli altri comuni punteranno forte su sport e turismo per costruire il proprio futuro .......................................................... ... ... NOSTRO SERVIZIO ... . u “Il progetto Sportland – ha affermato Paolo Urbani, il sindaco di Gemona -, ha già avuto un forte impatto”. Oltre al suo comune ne fanno parte Forgaria, Trasaghis, Verzegnis, Moggio Udinese, Artegna, Montenars, Tolmezzo, Bordano, Venzone, Osoppo, Buja, Resiutta, Cavazzo Carnico, Tarcento, Villa Santina e Chiusaforte. “Ora imminenti appuntamenti ci attendono – prosegue Urbani -: a Milano presenteremo, il 22 marzo, il passaggio del Giro d’Italia femminile. E poi ci saranno i British Open di parapendio ed i relativi Mondiali. Infine il rally con partenza proprio da Gemona”. Non c’è dubbio che tutti questi eventi sportivi porteranno una grande ricaduta economica per tutto l’Alto Friuli. “La nostra missione è – commenta il sindaco – continuare a crederci, anche se gli ‘exploit’ degli anni passati saranno irripetibili: il traino-Pistorius e l’apporto delle istituzioni, dei co- GEMONA. Il sindaco Paolo Urbani. muni e degli sponsor hanno fatto tanto. Soprattutto grazie a Dolomia e alle Generali”. L’obiettivo che si pone il sindaco è quello di “andare a caccia di nicchie di mercato. E’ indispensabile caratterizzarsi. Abbiamo già l’accordo con Un giorno un amico mi ha detto: “Quando io raccolgo un grappolo d’uva è un grappolo d’uva; quando lo raccoglie Subida di Monte diventa un vino eccezionale” (A.A. ). E’ l’anno 1972 quando nostro padre Luigi Antonutti, uno dei decani del vino friulano, realizza un desiderio che porta dentro da anni: vivere a tempo pieno da viticoltore. Nasce così l’Azienda Agricola “Subida di Monte”, che con il passare degli anni è ETGUEKWVCQEEWRCPFQQIIKWPCUWRGTſEKG di circa 10 ettari grazie all’amore e alla passione che Gigi ha saputo dare. .CſNQUQſCEJGCNKOGPVCNŏ#\KGPFCÂDCUCta sulla volontà di produrre vini nel massimo rispetto della natura e del territorio evitando l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi, pesticidi e diserbanti. La natura e le sue leggi vengono rispettate cercando un rapporto armonico con l’amDKGPVG EKTEQUVCPVG CN ſPG FK RTQFWTTG FGNNG uve naturali dalle quali ottenere un vino che sia espressione del territorio e del vitigno. Le uve vengono raccolte esclusivamente a manoNCXKPKſEC\KQPGXKGPGGUGIWKVC prevalentemente in vasche d’acciaio con controllo della temperatura di fermenta\KQPG OGPVTG NŏCHſPCOGPVQ RTGXGFG NC UQUVC FGK XKPK UWNNG HGEEG ſPQ CN RGTKQFQ di imbottigliamento. In media vengono prodotte annualmente 50.000 bottiglie, ottenute da vigneti a diverse densità d’impianto (5.000-7.000 viti/ettaro). il Ministero dell’Ambiente: possiamo creare un marchio tipicamente friulano. Fatto di attività sportiva e ambiente”. Le montagne sono il contesto di tutta l’area: viene spontaneo pensare all’arrampicata sportiva, ai Mondiali di parapendio in programma quest’anno ed a quelli di deltaplano (2019). “Oggi è cambiato il modo di produrre – sostiene il sindaco di Gemona -: pensare che lo sviluppo arrivi come nel post-terremoto sulla spinta delle manifatture, si- gnifica non saper interpretare la realtà”. All’interno della globalizzazione non bisogna solo “fare”, ma anche promuoversi, rendere attraenti e conosciuti i prodotti e le qualità del territorio. Sportland è un progetto intelligente. Sono tutte locali le risorse impiegate, “e c’è tantissima gente a rincorrere la passione sportiva”. In attesa dell’uscita del programma delle iniziative Paolo Urbani dà delle anticipazioni. “Il quarantennale del terremoto – spiega – ha destato un’attenzione mai vista. Per la commemorazione ci sono già un centinaio d’iniziative da parte delle associazioni”. A Gemona immancabile, il 6 maggio, il ricordo dei morti: la messa ed il corteo fino al cimitero. L’Ana milanese, in collaborazione con le sezioni di Udine e Gemona, ha previsto, dal 16 al 18 settembre, l’incontro con gli alpini (un centinaio le sezioni) che si trovavano negli 11 cantieri del 1976. E’ prevista la consegna della cittadinanza onoraria alla Brigata alpina Julia. SUBIDAdiMONTE www.subidadimonte.it Collio Wines CORMONS GO L’annata 2015, che l’Azienda si prepara ad imbottigliare per l’imminente Vinitaly, si preannuncia come un’annata particolarmente positiva da un punto di vista qualitativo, grazie alla quantità di sole e alle precipitazioni intervallate da incrementi termici notevoli, favorendo lo sviluppo di composti aromatici e strutture importanti. La vite predilige la collina più assoluta, i pendii ben esposti dove assorbe direttaOGPVGKTCIIKFGNUQNGGVTCGDGPGſEKQFCNNG correnti d’aria e dal drenaggio naturale delle acque piovane. I vitigni in collina risentono molto del cambiamento di stagione e dell’escursione termica giornaliera, che garantiranno al mosto una buona acidità ſUUC EQP UWEEGUUKXC RTQFW\KQPG GF arricchimento di freschezza, sapidità e profumi. A rendere questa zona perfetta per la produzione enologica di qualità contribuisce anche l’impasto del terreno, che qui prende il nome di Ponca, un mix di marne e arePCTKGFKQTKIKPGGQEGPKECHTWVVQFKUVTCVKſECzioni millenarie derivanti dal lento ritiro del mare. A questa tipologia di terreno, ricco di sali, microelementi e fossili marini, si deve la connotazione unica e inconfondibile che contraddistingue i vini del Collio. A causa dell’erosione i viticoltori del Collio sono stati costretti a terrazzare le colline per impiantare le vigne evitando il “consumo” dei colli e lo scalzamento delle viti. Questi terrazzi sono così diventati una caratteristica delle nostre colline, in CNEWPG\QPGUQPQFGſPKVGőTQPEJKŒ Con l’inizio della Primavera 2011 l’azienda ha il piacere di accogliere i visitatori nell’alloggio agrituristico recentemente ristrutturato. Grazie al fascino del luogo che in ogni stagione regala uno spettacolo PCVWTCNGFKXGTUQPQPUCT´FKHſEKNGTKRQUCTG il corpo e la mente dalle fatiche quotidiane. MAIL [email protected] ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 I TUOI ACQUISTI I TUOI RISPARMI I NOSTRI CONSIGLI SPECIALE Pasqua 19 20 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 MAIL [email protected] SPECIALE Pasqua SIGNIFICATO. Sono millenni che questa festività prima pagana poi religiosa ricorda all’umanità i cicli naturali Pasqua e primavera sono luce e colore sinonimi di vita che riparte dal buio Pasquetta “lunga”, quest’anno, visto che la notte di Pasqua coincide con il ritorno dell’ora legale u Parrá ovvio dirlo, ma esiste una vera e propria correlazione tra l’arrivo della primavera e le festivitá pasquali, anche se in questi tempi di cambiamenti climatici il distacco fra le stagioni è sempre meno preciso con il cambio di stagione previsto dal calendario, come ricordano gli eventi tipicamente invernali della prima decade di marzo e il prolungarsi dell’autunno quasi fino a Natale nel 2015. Come vedremo nei servizi successivi che trattano specificatamente della pasqua pre-cristiana, nei millenni questa sovrapposizione fra primavera e Pasqua ha avuto significati diversi. Ma in ogni caso resta chiarissimo che, sia la primavera che la Pasqua, sono accomunate dal concetto di rinascita, di ritorno alla vita, sia esso concetto religioso che legato al riattivarsi di piante e coltivazioni. Non a caso la Pasqua ricorre proprio in questo periodo dell’anno, a sottolineare come tutto l’universo obbedisca a delle leggi universali, che la dimensione culturale umana non può ignorare e nella storia non ha ignorato, anche se oggi una certa “violenza” commerciale ne ha sta- ICONA ARTISTICA. La Primavera di Botticelli turato in parte il significato più alto. Ma in realtà conformandosi alla natura, la cultura degli uomini è comunque capace di mettere in evidenza elementi naturali attraverso l’approntare delle feste che trovano riscontro nell’ambito del- la dimensione religiosa. Detto questo, se la Pasqua cristiana segna il resuscitare del Cristo, la primavera indica il ritorno alla vita di tutta la natura. Una compartecipazione di natura e cultura che si esprime in maniera adeguata in questa correlazione che è da tenere in considerazione e che comporta oggi alcuni problemi visto che si tende a sfruttare e mercificare ogni cosa. Se da un lato infatti ciclo della vita umana e non viene espresso da un morire e rigenerarsi, questo costituisce un processo fondamentale di una consapevolezza che né le feste religiose né il sapere umano precedente poteva ignorare. La Primavera, che poi con l’ora legale allunga pian piano le nostre giornate, arriverà proprio nella notte di Pasqua, una coincidenza che marcherà ancora di più la differenza stagionale, il sole riscalderà più a lungo i pomeriggi consentendo alla natura un risveglio lento e promettente. Così anche quest'anno, clima pazzo permettendo, ci fermeremo, credenti e non, per compiere alcuni riti, religiosi e non, ma che tutti hanno alla base il richiamo alla vita che riprende. Così anche la classica gita fuori porta assume un significato di riconciliazione con la natura che non si può negare. MAIL [email protected] ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 21 SPECIALE Pasqua PREISTORIA. L’origine più remota della Pasqua è tuttora più incerta, ma certamente legata ai riti di primavera La storia della Pasqua in epoca pre-cristiana alle sue origini era una festa pagana pastorale Si presume inizialmente si trattasse di una festa pastorale, praticata dalle popolazioni nomadi d’oriente u La Pasqua senza dubbio è la più importante festa religiosa per i fedeli di religione cristiana o almeno così dovrebbe essere. La Pasqua infatti celebra la resurrezione di Gesù Cristo, sebbene negli anni l’occasione si sia trasformata in una giornata di festa e riposo anche per i non credenti. Ma se l’origine del Natale è piuttosto intuitiva essendo associato all'evento lieto della nascita di Gesù, l’origine della Pasqua è tuttora più incerta e discussa. Diciamo subito che la Pasqua si festeggia di domenica perché nei Vangeli viene riportato che il sepolcro vuoto di Gesù Cristo fu scoperto il giorno successivo al sabato, e la sua data cambia di anno in anno per via del fatto che da quasi 1700 anni viene osservata la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. Probabilmente, alle sue origini, la Pasqua era una festa pastorale, praticata dalle popolazioni nomadi del Vicino Oriente, in cui si offrivano le primizie del gregge. Successivamente, in seguito ad una maggiore sedentarietà delle genti semitiche, sarebbe divenuta anche una festa agricola, in cui si offrivano anche le primizie della mietitura dell'orzo, attraverso la cottura del pane azzimo. Queste due feste, assunsero un significato nuovo con Mosé, diventando il momento dell'anno in cui il popolo ebraico ricordava la liberazione dall'Egitto. Il fatto storico-religioso, che legò la Pasqua all'uscita dall'Egitto, si trova nel capitolo 12 dell'Esodo. Mosè ordinò al popolo ebraico, prima di abbandonare l'Egitto, che ogni famiglia immolasse un capo di bestiame piccolo ,agnello, pecora o capra, senza difetto, di un anno di età, e che bagnasse col suo sangue gli stipiti e il frontone delle porte delle case. I membri delle famiglie dovevano consumare il pasto in piedi, con il bastone in mano, pronti per la partenza, che sarebbe avvenuta in quella stessa notte, dopo che l'angelo di Dio fosse passato per uccidere tutti i primogeniti egiziani, risparmiando i primogeniti ebrei le cui abitazioni erano segnate col sangue. Gli Egiziani fecero pressio- Rispettare la natura, risparmiando fino al 40%. La vasta scelta della nostra offerta permette la completa pulizia della casa, e della persona. ne affinché gli Ebrei partissero al più presto, e questi dovettero portare con loro la pasta per il pane non ancora lievitata, ossia il pane azzimo. Così, come Dio vegliò tutta la notte per porre in salvo. Nel corso dei secoli, il rituale della Pasqua, pur sottoposto a variazioni e a modifiche, rimase sostanzialmente sempre uguale e la festa è tuttora celebrata da tutti gli Ebrei con la massima solen- nità e per la durata di sette giorni. Fu nel corso di una celebrazione pasquale che Gesù Cristo, secondo la narrazione evangelica, istituì il sacramento dell'eucaristia. Per preparare acqua frizzante e bibite gassate con una minima spesa, evitando pesanti trasporti a casa e lo stoccaggio di ingombranti bottiglie di plastica Pannolini lavabili ideali per il benessere del tuo bambino, per il tuo risparmio e per l’ambiente. Riducono o eliminano odori e sapori sgradevoli, quali i residui della clorazione, il calcare, determinati metalli pesanti quali piombo e rame. 22 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 MAIL [email protected] SPECIALE Pasqua PASQUA TUTTE LE DOMENICHE. Nei primissimi tempi del cristianesimo la Resurrezione ricordata ogni 7 giorni La festività sacra più importante resurrezione di Gesù è la cristianità Oggi, la data si calcola scientificamente, basandosi sull'equinozio di primavera e la luna piena u La celebrazione della Pasqua, dal latino pascha e dall'ebraico pesah, è la massima festività della liturgia cristiana, nella quale viene rappresentato il mistero della Resurrezione di Gesù Cristo. Questo in qualche modo spiega il perchè la Pasqua è la festività più importante per i cattolici, dato che perché i cristiani ritengono più importante la resurrezione di Gesù piuttosto che la sua nascita, festeggiata durante il Natale. La risurrezione di Gesù è infatti uno dei punti chiave della fede cristiana: per la Chiesa cattolica, per esempio, chi frequenta la messa ma ritiene che Gesù non sia risorto non può essere considerato un credente. Il successo “culturale” del Natale rispetto alla Pasqua è dato dal fatto che il primo ha avuto la fortuna di “saldarsi” a una ricorrenza pagana già esistente e che appare più semplice festeggiare una nascita rispetto ad una morte se pur seguita dalla resurrezione. Nei primissimi tempi del cristianesimo la Resurrezione di Cristo IL SEPOLCRO. La resurrezione di Gesù massima festività della liturgia cristiana era ricordata ogni sette giorni, la domenica. Successivamente, però, la Chiesa cristiana decise di celebrare questo evento solo una volta all'anno, ma diverse correnti religiose si contrapposero nello stabilire quando. Una prima corrente, detta Paoli- na-Giovannea, voleva celebrare l'evento esattamente il giorno in cui era avvenuto, in qualunque giorno della settimana fosse caduto, festeggiando lo stesso giorno sia la morte, che la Resurrezione di Gesù. Una seconda corrente, chiamata petrina, invece, propose di celebrarlo la domenica successiva al giorno dell'anniversario. Queste due correnti, entrambe provenienti dalla Chiesa asiatica, si scontrarono inoltre con le consuetudini delle Chiese d'Occidente, che celebravano la Pasqua la domenica successiva al primo plenilunio di primavera. Nacquero così, nel mondo cristiano, gravi controversie, che si risolsero soltanto con il concilio di Nicea, nel 325, in cui si decise, che la Pasqua doveva essere celebrata da tutta la cristianità nello stesso giorno. Il compito di stabilire, ogni anno, tale giorno fu affidato alla Chiesa di Alessandria, ma successivamente, nel 525, la Pasqua venne fissata fra il 22 marzo e il 25 aprile. Oggi, la data si calcola scientificamente, basandosi sull'equinozio di primavera e la luna piena. Ancora oggi però, la data della Pasqua presso le Chiese ortodosse, solitamente non coincide con quella della Chiesa cattolica, perché le Chiese ortodosse utilizzano un calendario lievemente diverso da quello gregoriano, così spesso la festa è celebrata dopo la data fissata per la cattolicità. MAIL [email protected] ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 Rifugio Alpino “Luigi Zacchi” Località Conca delle Ponze - TARVISIO CCH A Z O I UG I.I T 2 = 5 $ 0 O D QR À , 1 ,25 * , , 7 7 8 7 72 5 ( 3 $ W W W. RIF Cucina tipica friulana, cene su prenotazione per compleanni, cene di amici ecc. Il rifugio dispone di 20 posti letto in 3 camere riscaldate. Escursioni - Scialpinismo - Cjaspe Luna piena in rifugio À T I V NO Sauna Finlandese disponibile nei fine settimana dalle ore 12,00 durante la settimana su prenotazione Tel.: 0428 786064 - 338 5030887 Gianni - 333 2357346 Rosa Rifugio Alpino L. Zacchi www.rifugiozacchi.it [email protected] 23 24 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 MAIL [email protected] SPECIALE Pasqua ICONE. Nella tradizione di molti paesi vi sono elementi comuni legati al concetto di vita, fertilità e abbondanza I simboli “animali” della tradizione pasquale dalle uova ai conigli, il passato si fuse col nuovo Dalle uova colorate e decorate dei primi cristiani, all’arrivo del cioccolato contenitore di sorprese u La Pasqua è festeggiata in ogni continente ma ogni paese ha le proprie tradizioni per quanto riguarda i festeggiamenti. In Sud America ad esempio vanno molto le piñata, contenitori colorati pieni di dolci che i bambini devono rompere con un bastone. In Scozia e in altri paesi del nord Europa, per esempio, vengono bruciati dei falò all’aperto su modello di alcuni antichi riti dei Sassoni. Ma c’è un elemento che accomuna molte tradizioni legate alla Pasqua, ed è l’uovo. Uno dei festeggiamenti più noti al mondo, ad esempio, è quello che si tiene ogni anno nel giorno di Pasquetta alla Casa Bianca: è l’Easter Egg Roll, la corsa con le uova (bollite e decorate) che i bambini fanno rotolare sul prato servendosi di una sorta di mestolo con un lungo manico. È una tradizione di Washington che esisteva già nell’Ottocento, ma non molti sanno che fu messa a rischio da una legge del Congresso americano che nel 1876 vietò ai bambini di praticarla nei prati della Casa Bianca, poiché avrebbero rovinato l’erba del palazzo. Ancora nel 1878, un articolo del Washington Post metteva in guardia i bambini delal città dal praticare l’Easter Egg CASA BIANCA. Il gioco con le uova a due passi dalla celebre White House Roll nei pressi della Casa Bianca, poi però la tradizione prevalse sul divieto. Ovviamente la tradizione dell’uovo non è nata negli Usa, in realtà i primi cristiani, per ricordare il sangue di Gesù Cristo, durante la Pasqua usavano pitturare le uova di rosso e le decoravano con croci o altri simboli (una tradizione che dura ancora oggi nei paesi ortodossi e cristiano-orientali). La simbologia dell’uovo per i primi cristiani era abbastanza palese, dall’uovo nasce la vita che a sua volta veniva associata con la rinascita di Gesù e quindi con la Pasqua. Secondo alcuni studi la tradizione delle uova pasquali venne però rafforzata da un’usanza tipicamente pasquale: la quaresima, cioè il periodo di quaranta giorni prima della Pasqua nel quale i credenti sono tenuti al “di- giuno ecclesiastico”. In questo periodo è vietato mangiare carne. In passato, e tuttora nelle chiese cristiane orientali, era vietato mangiare anche le uova. Era difficile però costringere le galline a non depositare uova ed in quell’epoca pensare di buttare via una preziosa risorsa alimentare era una follia che non ci poteva permettere. Così i primi cristiani che si trovavano con un sur- plus di uova che non potevano mangiare pensarono comunque ad un utilizzo. Insomma da una necessità sarebbe nata la tradizione di bollirle fino a farle diventare dure come sassi e poi dipingerle con colori sacri e simbolici. Verso la fine dell’Ottocento, poi, i progressi tecnologici avevano reso possibile unire la tradizione del cioccolato (introdotto in Europa da poco) a quello delle uova regalo pasquali. L’idea, pare, venne per la prima volta ai dirigenti della Cadbury, un’azienda dolciaria inglese, che nel 1875 crearono il primo uovo di cioccolato pasquale vuoto con all’interno una sorpresa. Il nuovo prodotto fu un grandissimo successo di vendite che in poco tempo si diffuse in tutto il mondo. Oggi assieme all’uovo di cioccolato si è agiunto anche il coniglietto. Non è chiaro per quale motivo sia stato negli anni associato a una festività cristiana (nel Vangelo non c’è traccia di conigli, che non sono nemmeno stati adottati come simbolo dalle prime comunità cristiane). Piuttosto, sembra che il coniglio fosse considerato nell’antichità, per ovvi motivi legati alla sua ben nota fertilità e quindi ben augurante per l’arrivo della primavera. L’Azienda agricola Scarbolo a Spessa di Cividale CURIOSITÀ. Il biblico rametto d’ulivo divenne simbolo politico La colomba simbolo di pace Il partito comunista francese commisionò il disegno a Picasso u Una spiegazione particolare la merita la Colomba pasquale, non il dolce che nella sfrenata corsa a rendere consumistico anche ciò che di più sacro c’è. ,a del simbolo della pace. La colomba infatti è diventata icona universalmente riconosciuta della volontà ripudiare guerre e conflitti. Una pace che mai come in questi giorni è messa in pericolo. Nella cristianità questo simbolo di pace e salvezza nasce perchè nella Bibbia si narra che Noè durante il diluvio universale fece uscire per tre volte dall’arca una colomba che, alla fine, tornò da lui con un ramoscello d’ulivo nel becco segno evidente che la riconciliazione con Dio era avvenuta e il diluvio terminato. In periodo pasquale questa connotazione salvifica viene ancora più accentuata proprio in relazione al sacrificio di Cristo morto sulla croce per salvare l’uomo. Del resto il simbolo della colomba col ramoscello di ulivo è stato usato dai primi cristiani e poi in seguito adottato come simbolo laico fin dal secolo scorso. In particolare quel simbolo è stato reso popolare dall’artista Pablo Picasso nel 1949, che disegnerà il medesimo soggetto più volte. Nel gennaio 1949 infatti il Partito comunista francese chiese a Picasso un disegno come simbolo. Si volva un’immagine-simbolo per il congresso mondiale dei Partigiani della Pace, che si tenne poi a Parigi nell’aprile del 1949. Il genio spagnolo scelse di dipingere la prima di una serie di colombe, facendone l’emblema novecentesco della pace. Ed un suo marchio di fabbrica: la colomba della pace è ormai sempre e solo quella di Picasso. La colomba capostipite è ben piumata, è a terra, e senza nulla nel becco: un capolavoro quasi da realismo socialista. Le successive sono molto più stilizzate, spesso in volo, e quasi tutte portano con sé il rametto d’ulivo. Come risultato, il simbolo sarà utilizzato ampiamente nella propaganda del movimento per la pace anche ai nostri giorni. Forza della tradizione u Una lunga e vincente tradizione. Passione e professionalità sono gli ingredienti fondamentali alla base del successo dell’Azienda agricola Scarbolo di Spessa di Cividale coltiva con cura e dedizione la vite. Un’attività fatta di ottimi vini e grande attenzione per la vigna. Dalle viti, esposte a sud-ovest e ottimamente ventilate, si ottengono vini di eccellente qualità, autoctoni e non, tipici dei Colli orientali. Uno staff che opera con dedizione all’interno di 22 ettari di vigneti, con una produzione annua che si attesta su circa 100 mila bottiglie. Diciannove le varietà di vini e spumanti a catalogo. In questo momento sta riscuotendo un buon successo la Ribolla Gialla, soprattutto nella versione spumante. Ma non dimentichiamo Cabernet, Schioppettino e Friulano, sempre molto apprezzati. A completare la gamma de- gli ottimi vini ci sono i bianchi Sauvignon, Chardonnay, Pinot Grigio, Verduzzo Friulano e Picolit, mentre la carta dei rossi si compone anche di Merlot, Refosco dal peduncolo rosso, Ronco di Canova, Franconia e da non dimenticare il Pignolo invecchiato oltre quattro anni. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti e ogni palato potrà incontrare quanto cerca. I mercati di riferimento sono quello locale e il Veneto, ma non si trascura nemmeno l’estero: Austria, Germania e Repubblica Ceca sono canali di export ormai consolidati. NOVITÀ MAIL [email protected] ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 Via Fiore dei Liberi, 32 Premariacco (UD) Tel. 0432.729005 [email protected] AGRARIA L’avventura aveva davvero inizio L’attività della COOPERATIVA DI PREMARIACCO trova nell’agricoltura il suo riferimento nel senso più ampio del termine. Dalla sua fondazione e a fianco degli agricoltori per aiutarli ad ottenere dalla loro terra sempre di più e sempre meglio. FERRAMENTA Professionalità ed esperienza garantite Un ampia superficie di vendita con molteplici prodotti di alta qualità e sicurezza, sono il punto forte del reparto ferramenta che nel corso degli anni si è dimostrato in grado di soddisfare le più svariate esigenze della clientela. Grazie alla professionalità ed esperienza dei nostri collaboratori, riusciamo a rivolgerci, con ottimi risultati, sia ai singoli consumatori che alle aziende. BAR RISTORANTE Un ambiente piacevole e famigliare Il Bar alla Cooperativa rappresenta fin dalla sua nascita nel 1921 il punto di ritrovo ideale per tutta la comunità. - Accanto al tradizionale servizio di caffetteria offre un’ampia gamma di vini dei Colli Orientali e del Collio ed una scelta di birre classiche ed artigianali. L’ampio parco esterno è una cornice ideale per feste di compleanno ed altri eventi conviviali. Per tutto il periodo estivo nel parco è in funzione un gazebo all’ombra di secolari arbusti con eventi a tema e feste dedicate. C’è la possibilità di usufruire di un’ampia sala con una capienza di 120 persone, in grado di fungere sia da ristorane sia da sala congressi. La ristorazione è caratterizzata dalla genuinità e semplicità di prodotti locali: pane fatto in casa, salumi, primi piatti con vasi sughu e carni a scelta. SUPERMERCATO Prodotti genuini e controllati Fin dalla nascita il Supermercato ha rappresentato un elemento distinto della distribuzione offrendo agli abitanti del Comune la possibilità di fare comodamente la spesa in un’unità moderna ed efficiente. Innovazione e qualità sono le parole d’ordine che hanno da sempre guidato il piano di adeguamento del punto vendita fin dal lontano 1921 quando ancora si chiamava spaccio. A seguito di un rinnovamento del piano dell’immagine de della comunicazione il supermercato è entrato nell’ultimo anno a far parte della rete di vendita di AMA-CRAI. Al centro di questo progetto spicca il nuovo pack dei prdotti a marchio AMA-CRAI, che hanno conquistato i favori della clientela grazie all’ottimo rapporto qualità/prezzo e alla ricchezza delle proposte. Nell’area marketing assumono un ruolo rilevante la carta fedeltà strumento non solo di conoscenza e di fidelizzazione, ma anche di dialogo e di collaborazione con i clienti. DIFESA DELLA VITE L’evoluzione di una grande passione L’Agraria è un settore commerciale all’avanguardia nel settore dei mezzi tecnici per la viticoltura e per l’agricoltura tradizionale. Grazie alla notevole esperienza acquisita, ai prodotti competitivi e di alta qualità, al personale qualificato e disponibile a rispondere ad ogni esigenza riguardo alla difesa e alla nutrizione eelle colture, siamo in grado di garantire ad ogni azienda agricola e vinicola un risultato di alta qualità. MARKET VERDE La fioreria della porta accanto La fioreria, nata da pochi anni, è in grado di soddisfare ogni tipo di richiesta. Vengono realizzati addobbi per cerimonie, matrimoni e banchetti studiati nei monimi particolari, inoltre idee originali per composizioni di fiori artificiali, mazzi particolari, Bouquet e Piante di ogni genere. 25 26 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 MAIL [email protected] SPECIALE / Pasqua VIAGGIO NEL TEMPO. Nell’Ottocento i commercianti udinesi investivano moltissimi soldi in pubblicità Udine, città elegante e sciantosa la moda e le spese come a Parigi «Il secolo XIX - scrisse un cronista del tempo - potrebbe anche chiamarsi il secolo della Réclame» u CI SONO cose che, nel corso dei secoli, non cambiano mai. Nonostante il progresso, i cambiamenti culturali e le crisi, alcuni costumi rimangono intatti e, uno fra questi, è la moda e il piacere di fare acquisti. Ecco dunque uno spaccato di Udine tra il XIX e il XX secolo quando, allora come oggi, approfittare delle vendite pensando non solo al risparmio, ma anche alla vanità, era un imperativo categorico. L’esempio arriva dalla Francia dove, a metà dell’Ottocento, prima del diritto al voto, alla donna si concesse la libertà di essere frivola. Inoltre abiti e stoffe non venivano più acquistati alle bancarelle, dove solitamente il prezzo veniva contrattato a seconda delle tasche dell’acquirente, ma all’interno di veri e propri magazzini e boutique, dove il prezzo diventò fisso e uguale per tutti. Non solo: dove si poteva comperare a prezzi ribassati nel cambio stagione e dove il cliente poco soddisfatto poteva essere rimborsato. Quella francese fu la rivoluzione attuata da un commerciante ambulante, certo Aristide Boucicaut, che pos- siamo tranquillamente definire il padre del “Bon marché” parigino, dei magazzini Harrods a Londra e dei “Macy’s” a New York. Un po’ meno pretenziose, invece, ma discretamente raffinate erano le botteghe udinesi che, mai come in quegli anni, investirono in pubblicità. Scrisse, infatti, uno dei cronisti dell’epoca: “Il secolo XIX potrebbe anche chiamarsi il secolo della Réclame. Esso l’ha innalzata a una istituzione commerciale e l’ha associata a tutto ciò che ha prodotto di buono o di cattivo; tanto che oggidì, ciascuno nella sua specialità, dichiara che il miglior cappello è quello che egli vende.” Ma l’attenzione per la moda a Udine era grande, seguita perfino da esperti e fini recensori. Ecco un articolo che scritto nel negli anni Venti del XX secolo, ragguaglia le udinesi sulle tendenze del momento: “I braccialetti sono tornati a far gran voga. Molto richiesti sono quelli flessibili di forme complicate e fatti di diverse composizioni brillanti ad imitazione delle 11 MARZO ore 20.00 Concimazione e difesa dai parassiti nell’orto biologico a cura del p.a. Severino del Giudice ingresso gratuito Gli incontri si terranno pressoo la sala parrocchiale di Gagliano no di Cividale in via della chiesa 52 18 MARZO ore 20.00 Balcone fiorito: quali piante scegliere e quali trucchi adottare per estati molto calde a cura del p.a. Achille Minisini pietre preziose e scintillanti. Nonostante la vistosità di tali braccialetti, molte signore ne portano tre o quattro nello stesso braccio e questa stravaganza, delle più manifeste, ora sembra essere l’ultra eleganza. Un’altra tendenza in voga, sempre in materia di gioielli, è quella di coprire l’avambraccio dal polso fino al gomito di monili dall’aspetto decisamente barbarico e selvaggio. Molto gradite anche le bande d’oro dette “alla schiava” battute e lavorate in filigrana. Molto di moda sono anche le scarpine di pelle lucida o di vernice, semplici oppure con decorazioni di pelle di serpente o antilope, con il cinturino o senza, a forma liscia o scollata. Queste scarpine sono molto eleganti e completano degnamente qualsiasi abbigliamento. Sfortunatamen- te, anche quando sono fatte di pelle di migliore qualità, molto facilmente si sgretolano. In questi casi suggeriamo di impregnarle, prima di indossarle, di buon olio di oliva. Il mantello nero è molto usato in questa stagione per la confezione degli abiti da sera ed è ugualmente popolare tanto nelle signore giovani che tra le donne di una certa età. E a proposito del nero, sorprende come le mode cambino abitudini e culture. Fino a poco tempo fa nessuna si sognava di usare questo colore, a meno che non fosse in lutto”. MAIL [email protected] ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 27 SPECIALE / Pasqua VIAGGIO NEL TEMPO. Profumo, questione importante agli inizi del XX secolo Quando l’anima profuma s’accendono i sensi del corpo Nel 1900 un cronista udinese si cimenta in un breve saggio sulle essenze il suo articolo tradisce un mal celato libertinaggio e fa molto discutere in città IN TEMA DI FRIVOLEZZE e donnine, ecco un articolo apparso su "Il Giornale di Udine" del 1900 dove un cronista, “casanova dilettante”, si abbandona ad una dissertazione sull'importanza del profumo sul gentil sesso. Con grande curiosità riportiamo lo scritto che, al tempo, occupò uno spazio decisamente importante sul quotidiano. “Nel secolo della benzina lasciate ch'io parli di profumi. E' una piccola rivincita che mi prendo su quei volgari parrucconi che pedalano, skyano e scioffano, e che prediligono l'odor di pipa al dolcissimo effluvio di mandorla o gardenia emanato da una donna. Signori, ma come non amare i profumi? Chi, dalla suggestiva, sottile essenza emanata da un bel corpo di donna, non risente una deliziosa vertigine di ebrezza? Chi non amerebbe aspirare l'effluvio dell'olea frangrans e del suo carnoso frutto nelle tiepide notti estive, quando nel cielo illune palpitano le stelle come i cuori? Il profumo è come il mercurio che segna i gradi di gentilezza o di roz- zezza di ogni spirito. L'essenza di violetta, per esempio, è preferita dalle ragazzine; vi è poi l'estratto di peau d'Espagne che delizia le belle provocanti e provocabili. Una donna colta, intelligente e artistica, invece, non si profumerà mai di lavanda, e nemmeno di muschio, lasciandoli alle bottegaie. Così come alla borghesuccia mai regalare il wintergreen all'estratto di fieno fresco. Ad ella mai passerà per la mente di odorar di campagna. C'è quindi nella scelta del profumo una questione psicologica. Il profumo, dunque, è donna. Si può mai amare un fiore privo di fragranza? Lo stesso per l'altra metà del cielo. Si può mai amare un corpo senza anima e senza fuoco di passione? Io credo di no. Il profumo è come un'aureola invisibile che circonda magnificamente il corpo di una donna che, diversamente dai parrucconi volgari, non è destinato a saturarsi delle esalazioni di zolfo, tannino e di altre poco piacevoli materie organiche e inorganiche”. UDINMUSICINVORE 2016 Torna “Sotans - no - thanks” In occasione dell’ “UdinMusicInVore 2016”, al via “Sotans no thanks” rassegna di cultura e musica al Palamostre di Udine il 25 marzo alle 20.40. Riecco la manifestazione che vuole narrare una terra attraverso gli occhi di chi ci vive, di chi cerca di animarla. Il titolo di quest'anno vuole ricordare che il Friuli è oggi più che mai protagonista della vita nazionale e non solo, grazie forse alle tecnologie che hanno cancellato i confini della conoscenza, della possibilità di fare scoprire la propria opera. E così durante la serata verranno raccontate alcune delle realtà artistiche di ieri e di oggi che rappresentano le nostre eccellenze. Si comincia col Canzoniere di Aiello, una pagina importante della musica friulana tra poesia e impegno civile, a seguire il rapper Tubet e il suo Freestyle, quindi Coretti e Lo Cascio, tra i primi a portare negli anni 60 il cabaret in Friuli, mentre Pucci e Chicayban racconteranno con le loro chitarre la musica del mondo, seguiti da Nicola Pascolo, virtuoso della fisarmonica che presenterà musiche di Rossini. Chiuderanno la serata i Cinque Uomini sulla Cassa del Morto, giovani musicisti entusiasti che stanno raccogliendo successi in giro per l'Italia. 28 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 L o t s u g l e d o l o ’ang MAIL [email protected] !!"# " $#" " " # " ! " " #" MAIL [email protected] ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 SPECIALE / Pasqua 29 2016 FOLKS. La storia e il significato del regalo risalgono a prima della religione cristiana Le origini dell’uovo pasquale tra la tradizione e il marketing E-commerce SUL WEB FARE GLI ACQUISTI DI PASQUA È “EASY” L’idea di metterci un regalo all’interno ha fatto esplodere la sua popolarità u L’uovo è oggi una pietanza tipica delle festività pasquali: prima, infatti, veniva conservato durante la Quaresima, a causa del digiuno, per venire poi consumato successivamente. Ma le origini della simbologia dell’uovo risalgono a tempi antichissimi, addirittura precedenti alla nascita della religione cristiana. Il simbolo principale che ha da sempre rappresentato l’uovo è quello della vita, ma anche quello che riguarda la sacralità ha rivestito un ruolo importante, già da millenni prima di Cristo. Alcune culture pagane consideravano il cielo e la terra come due parti che unite formavano un uovo, mentre gli egiziani ritenevano che fosse il centro dei quattro elementi: terra, aria, fuoco e acqua. Per quanto riguarda la tradizione di donare uova, si hanno documentazioni dai tempi degli antichi Persiani, che erano soliti scambiarsi le uova di gallina (a volte sommariamente decorate a mano) al principio della primavera. Quindi l’uovo rappresenta dapprima la vita, poi la primavera e UOVA DI CIOCCOLATA. Una versione artigianale dunque la rinascita, andando poi a delinearsi, con l’avvento del cristianesimo, come simbolo della risurrezione e, quindi, della rinascita dell’Uomo. La tradizione italiana prevede il consumo dell’uovo di cioccolato dopo il pranzo, anche se ora la forte influenza commerciale ha anticipato i tempi di diverse settima- ne. La tradizione balcanica e quella greco ortodossa prevedono la preparazione dell’uovo (rassodamento e decorazione con il colore rosso) durante il giovedì santo ed il suo consumo durante il giorno di Pasqua. Ma è l’uovo di cioccolata quello che ha avuto la sua maggiore diffusione, soprattutto a partire dal XX secolo, e vanta il maggior consumo durante il periodo pasquale. E l’aggiunta, al suo interno, di un regalo è stata probabilmente la molla che ha fatto incrementare la sua popolarità in ambito commerciale, in particolare tra i più piccoli. Di fatti, fino a pochi decenni fa, la preparazione delle uova di cioccolato era di pertinenza di esperti artigiani cioccolatai, ma in tempi più recenti l’incremento nella richiesta ha reso necessario un processo di tipo industriale. Le uova artigianali restano pregiate, ma la loro diffusione è nettamente inferiore rispetto a quelle commerciali. Adesso è anche possibile optare per differenti tipi di cioccolata, come quella di soia, quella aromatizzata alla frutta, quella al peperoncino e tanti altri tipi, oltre ovviamente al classico binomio fondente al latte. La diffusione delle uova di Pasqua è da collegarsi alla presenza, al loro interno, dei giocattoli più in voga del momento che, di fatto, trasformano le uova in semplici contenitori di prodotti, togliendo u PER CHI non riesce a fare a meno di comprare ogni cosa online, le occasioni di fare acquisti pasquali non manca di certo. Basta fare una breve ricerca online per trovare decine di siti attrezzati di tutto punto per rendere l’esperienza di acquisto non solo semplice e pratica, ma anche e soprattutto sicura. Tra tanti vi segnalo: angolinopasticceria.it, con le sue uova decorate, ovviamente a mano. loro tutto il senso simbolico che possedevano un tempo. Così il cioccolato passa in secondo piano, così come la sua qualità. In alcune aree del mondo, però, la vera tradizione non è ancora stata persa e all’uovo di cioccolata “occidentale” viene ancora preferito quello classico della gallina; in modo particolare gli ortodossi, che vedono nell’uovo di cioccolata l’immagine di una mera strumentalizzazione consumistica della Pasqua. 30 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 SPECIALE / Pasqua MAIL [email protected] 2016 LA STORIA. Dalla Grecia all’Egitto era tradizione scambiarsi uova colorate per celebrare il nuovo anno L’antico segreto del dono della vita il simbolo e l’evoluzione dell’uovo L’usanza di donarne versioni preziose rivestite d’oro e pietre risale ai tempi di Edoardo Primo tra degli esempi più rari e preziosi vi sono quelle realizzate dall’orafo russo Peter Carl Fabergè u L'uovo rappresenta la Pasqua in molte parti del mondo: c'è quello dipinto, intagliato, di cioccolato, di terracotta e di cartapesta. Ma mentre le uova di cartone o di cioccolato sono di origine recente, quelle vere (prodotte dalla galline, ndr), colorate o dorate hanno un'origine radicata molto nel lontana passato. Le uova, infatti, probabilmente per la loro forma e per il loro contenuto sostanzioso e molto particolare, hanno sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo della vita in sé, ma anche del mistero, quasi della sacralità. Faremo ora un lungo viaggio a ritoroso nel tempo ripercorrendo gran parte della storia dell’uomo. LA STORIA. Già al tempo del paganesimo in alcune credenze, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita. Gli uccelli infatti si preparavano il nido e lo utilizzavano per le uova: a quel punto tutti sapevano che l'inverno ed il freddo erano ormai passati. I Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono per le feste Primaverili, così come nell'antico Egitto le uova decorate erano scambiate all'equinozio di primavera, data di inizio del "nuovo anno", quando ancora l'anno si basava sulle le stagioni. L'uovo era visto come simbolo di fertilità e quasi magia, dato che permetteva l’avverarsi della inspiegabile nascita di un essere vivente da un oggetto così particolare. Le uova venivano pertanto considerate oggetti dai poteri speciali, quasi magici, ed erano interrate sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano il male, portate in grembo dalle donne in gravidanza per scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra prima di entrare nella loro nuova casa. RELIGIONE. Le uova, associate alla primavera per secoli, con l'avvento del Cristianesimo divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell'uomo stesso, della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell'uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla sua tomba. Nella simbologia, le uova colorate con colori brillanti rappresentano i colori della primavera e la luce del sole. Quelle colorate di rosso scuro sono invece simbolo del sangue del Cristo. L'usanza di donare uova decorate con elementi preziosi va molto indietro nel tempo e già nei libri contabili di Edoardo I di Inghilterra ri- sulta segnata una spesa per 450 uova rivestite d'oro e decorate da donare come regalo di Pasqua. Ma le uova più famose furono indubbiamente quelle di un maestro orafo, Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro, la commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria. Il primo Fabergé fu un uovo di pla- tino smaltato bianco che si apriva per rivelare un uovo d'oro che a sua volta conteneva un piccolo pulcino d'oro ed una miniatura della corona imperiale. Gli zar ne furono così entusiasti che ordinarono a Fabergé di preparare tutta una serie di uova da donare tutti gli anni. L’orafo ne ricavò una fortuna. MAIL [email protected] ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 31 SPECIALE Pasqua VECCHIE TRADIZIONI Accorrevano in molti, le famiglie si radunavano e si organizzavano per un gioco A Cividale c’è il gioco del Trùc QUANDO SENTITE PARLARE DI “ANDARE A FAR CORRERE LE UOVA” FORSE NON SAPETE PERCHÈ ANCHE OGGI LA PASQUA È UN’OCCASIONE PER STARE INSIEME ALL’INSEGNA DELLA RINASCITA .......................................................... ... ... ... [email protected] . u Nel periodo in cui tutti festeggiano il Natale lo spazio che viene riservato ai giochi non manca mai: la tombola, il gioco delle carte etc. etc. Senza dimenticare i tanti giochi che si possono fare sulla neve. La Pasqua di solito annuncia la primavera e l’arrivo della bella stagione, perciò i giochi non possono che essere di altro tipo. In Friuli Venezia Giulia un gioco che risale a parecchi decenni addietro è quello che consiste nel “far correre le uova pasquali”. Di che cosa si tratta ? In friulano si chiama “Trùc”: è un gioco che, secondo la tradizione orale, viene legato in particolare alla cittadina di Cividale del Friuli. I cividalesi, anche un secolo fa, proprio nel giorno di Pasqua, ci si cimentavano nell’aia di una casa che poteva ospitare sia i partecipanti che la sponda concava per la gara. Un’alternativa era che più famiglie organizzassero assieme il “trùc” su una pubblica via. Le regole sono molto semplici: i giocatori, utilizzando soltanto uova di gallina, sode e colorate, ef- GIOCO DEL TRÙC. Come lo si praticava molti decenni fa. fettuano dei “lanci” da una tegola (in realtà le uova vengono lasciate cadere dopo essere state poste su un piccolo piano inclinato). E’ obbligatorio che l’uovo tocchi la tegola prima di rotolare: da qui deve essere lasciato andare dal suo possessore, senza che avvengano delle spinte intenzionali. Le uova lanciate dai giocatori hanno caratteristiche tutte diverse tra loro: prima del “trùc” vengono bollite insieme a bucce di cipolla rossa, camomilla matricaria, prezzemolo, fiori d'aglio selvatico, primule, fondi di caffè, denti di leone etc. Ogni uovo è avvolto da una pezza e legato con i suoi ‘ingredienti’ da un filo di lana. Usciranno dalla pentola, con acqua e aceto, dopo 15 minuti: una volta raffreddatesi, se non vengono usate per altri motivi sono pronte per il gioco. Lo scopo della giocata è quella di colpire una o più uova che si trovano già all' interno del “trùc”: se il partecipante riesce nel suo intento, allora è premiato con un altro tiro. Al contrario chi vede il suo uovo toccato e colpito dal lancio è costretto ad uscire temporaneamen- te dal gioco: per rientrare è obbligatorio riscattare il proprio uovo e, poi, fare la fila. Solo a questo punto si può tornare a lanciare. Quando l'ultimo giocatore al lancio non colpisce alcun uovo avversario, il “trùc” ricomincia da colui che era stato il primo in assoluto a lanciare l’uovo. Se invece un giocatore decide di ritirarsi dal “trùc”, è costretto a lasciare un giusto riscatto: una moneta in cambio del suo uovo. Questa tradizione ludica pasquale, che risale ai tempi andati, sarà ospitata anche nel 2016 dalla città di Cividale: è prevista infatti nelle giornate di domenica 27 e lunedì 28 marzo. Sarà possibile assistere alle giocate dentro un catino di sabbia digradante, di sicuro più moderno di quelli di un tempo. Forse anche la struttura ovale sarà più bella e lineare, ma il significato del “trùc” non cambia nemmeno oggi. L’uovo è un elemento simbolicamente importante: rappresenta il valore della rinascita, quel valore che è sostenuto dalla festa della Pasqua cristiana. Per i bambini curiosi, per gli adulti e per i visitatori occasionali sarà un momento di divertimento e riflessione. 32 ANNO I N° 4 VENERDI 11 MARZO 2016 MAIL [email protected]