I nuovi alimenti 2015 I parte (2) – Copia

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I nuovi alimenti 2015 I parte (2) – Copia
Eliana Marchese
Laurea Magistrale Scienze
Della Nutrizione Umana
Alimenti, nutrienti e metabolismo
Conoscenza della composizione degli alimenti
Effetto su metabolismo e salute dell’uomo
Effetti del metabolismo sul genoma e a lungo
termine sull’evoluzione umana.
Nutrizione, DNA e Migrazione
Sovrappopolamento, mutazione o
Cambiamento delle condizioni ambientali
=
estinzione, adattamento della specie
(selezione di un fenotipo più adatto a
quell’ambiente)
o migrazione
Una mutazione sfavorevole in un certo habitat
può diventare favorevole in un altro
La Migrazione è stata la strategia della specie
umana per la sua sopravvivenza. L’evoluzione
del cervello e della struttura corporea si è attuata
in tre tappe principali:
uscita dalla foresta
raggiungimento delle zone costiere
uscita dall’Africa
Durante questi spostamenti si è raggiunto
l’Onnivorismo aggiungendo sempre nuovi
alimenti, senza abbandonare i precedenti.
Adattamento epigenetico più rapido e
versatile
Effetto della malnutrizione della madre sul fenotipo
del nascituro. Trasmissione alle generazioni
successive tramite le cellule germinali (carestia
Paesi Bassi 1944)
Aumento di statura nelle popolazioni dopo la
seconda guerra mondiale
Masai e Tutsi, pastori che si nutrono di proteine
animali, più alti dei Bantu che vivono nelle stesse
regioni africane
Studi sull’alimentazione dei nostri antenati
reperti fossili
morfologia e abrasione dello smalto dei denti
isotopi stabili nelle ossa che indicano il tipo di
alimentazione (13C/12C alto nelle erbe, basso
nelle parti aeree delle piante)
alimentazione delle scimmie antropomorfe
attuali e popolazioni che hanno conservato lo
stile di vita da cacciatore-raccoglitore
La Rift Valley e l’origine dell’uomo
Alimentazione nella foresta
abbondanza di frutti, foglie e noci (vit C, acido
folico, zuccheri semplici, polifenoli, fibra)
occasionalmente insetti e piccole larve con apporto
di grassi, vit B12 e minerali. Semplici tecniche per
prelevare gli insetti (scimpanzé)
miele (glucosio e fruttosio)
per 20 milioni di anni i nostri antenati hanno seguito
questo tipo di alimentazione
Adattamenti metabolici nella foresta
Energia sensibilità all’insulina
Colesterolo dispendio energetico elevato, scarso
riassorbimento intestinale per fitosteroli, selezione di geni per
la sintesi del recettore LDL e per proteine (Apo E)
Sodio
Blocco sintesi acido ascorbico dal glucosio (L-gulonolattoneossidasi inattivata nei primati). Rischio di carenza (scorbuto)
per il cambio di dieta dell’uomo. Maggiore rischio di mutazione,
vantaggio di offrire maggiore capacità di adattamento durante
le migrazioni
Acido Urico blocco della degradazione nelle antropomorfe
scarso apporto con grande apporto di potassio
Separazione della nostra linea evolutiva dagli
antenati dello scimpanzé
Classificazione
delle specie di
ominini (gorilla,
scimpanzè, uomo)
Ardipithecus
Genere ominino più lontano (5,2 mil. anni fa)
Ardipithecus ramidus resti nel Rift etiopico nella
regione di Afar
Alternanza di boschi e praterie, ritrazione della
foresta equatoriale umida
Dieta vegetariana più varia che nelle scimmie,
andamento bipede facoltativo, cervello come
scimpanzé, altezza 120 cm peso 50 Kg
Australopithecus
Migrazione verso spazi aperti e cambiamenti più
evidenti per effetto epigenetico del cibo
Forme gracili (anamensis, afarensis, africanus)
Aumenta la tendenza all’onnivorismo e al consumo
di cibi vegetali più duri (smalto dentale e molari più
grandi)
Australopithecus afarensis (Lucy)
Mary Leakey nel ‘76 ha portato alla luce a Laetoli, in
Tanzania, orme di animali tra le quali si distinguevano
passi di ominini che hanno permesso di misurare la
falcata e la lunghezza del piede, conservate perché
indurite dalle ceneri vulcaniche
Australopithecus
Forme robuste (Paranthropus) (boisei =
erbe della savana, robustus = schiaccianoci)
1,8 mil anni fa, contemporanee alle prime
specie di Homo.
Bipedi, ma capaci di arrampicarsi sugli alberi
Cervello piccolo, mandibole robuste con
grandi denti e smalto spesso.
TEORIA DEGLI U.S.O.
Primo incontro con
espressione di amilasi
carboidrati
complessi
Maggiore tempo dedicato alla ricerca del cibo che
alla digestione, aumento delle capacità cognitive.
Noci e semi contengono acidi grassi poliinsaturi
specifici per il sistema cardiovascolare, ma
presenti anche nelle strutture del cervello.
Strumenti litici per scavare, macellazione di
carcasse (Au. sediba).
Importanza dei tuberi nell’alimentazione
umana
Manioca (Manihot) importata dal Brasile in
Africa dai portoghesi, diffusa in tutta la
fascia tropicale e sub tropicale. Grossi
tuberi che forniscono una farina (cassava),
utilizzata per produrre tapioca, torte, pani,
biscotti e polenta.
Circa l’80% del peso secco carboidrati,
soprattutto amido. vit. C, β- carotene,
calcio, potassio, e fibre alimentari, molto
poveri in proteine (0,5-1,5% del peso
fresco)e grassi(0,17%). Il maggior
contenuto proteico si trova nelle foglie (7%
peso fresco 21% secco).
La pianta contiene glucosidi cianogeni,
potenzialmente tossici, neutralizzati grazie
alla lavorazione ( essiccazione, lavaggio e
cottura)
Per molte popolazioni alimento base, ma il suo
consumo in una dieta monotona crea problemi:
povera di amminoacidi essenziali (1,5-3 g di
proteine su 100 grammi), rispettivamente sul peso
fresco ed essiccato può comportare deficit proteici
(Kwashiorkor) nel lungo periodo.
L'Europa importa ogni anno notevoli quantità di
Manioca per l'allevamento del bestiame; utilizzata
anche come addensante.
Originaria dell’Africa è l’igname (
Dioscorea). Molto resistente, ma richiede
una certa esperienza nella coltivazione. La
dimensione dei tuberi può arrivare a un
solo tubero lungo fino a 2 metri. Alcune
specie sono tossiche e devono essere
trattate prima di consumarle. Contiene
saponine utili per alleviare i disagi della
menopausa.
Nel 43 il dott. Marker estrasse
progesterone, dando il via agli studi che
portarono alla pillola anticoncezionale
Anche la patata dolce, resistente e adatta
a climi tropicali e subtropicali è un
alimento base in Africa, Asia e sud
America.
Patata
Originaria della regione andina, fu portata in
Europa dagli esploratori spagnoli e inizialmente
suscitò diffidenza. In seguito però (fine 700) fu
accettata da popolazioni intere. In Irlanda dove il
clima favorevole portava ad una resa molto alta
divenne l’alimento base.
Carestia del 1845 a causa di un fungo 1 milione
di persone morte e migrazione dimezzarono la
popolazione irlandese
Genetica del cambiamento nutrizionale nel genere Homo
2,4 m.a. Mutazione del gene MYH/16 (proteina
myh/16)
Gracilizzazione dei muscoli masticatori, ha
permesso l’elasticità del cranio e l’espansione del
cervello nelle specie di Homo.
Handicap per la sopravvivenza senza una dieta
con cibi più teneri come carne e midollo osseo.
CERVELLO CONTRO MUSCOLO
Cranio di gorilla e uomo
Adattamenti nutrizionali regolati dal
rapporto fra mutazione e migrazione
H. habilis
Due milioni di anni fa, i suoi resti furono trovati la prima volta da Louis Leakey
nel 1960 nella gola di Olduvai in Tanzania. (cultura Olduvaiana) ciottoli
scheggiati bifacciali
Incisivi più grandi da onnivoro con propensione per la carne, (sciacallaggio).
Rottura delle ossa per estrarre il midollo
Terzo stadio dell’onnivorismo umano, grassi e proteine animali, mantenimento
dei precedenti . Migrazione nella savana
Possibilità di affrontare regioni più fredde, cibi più nutrienti.
H. ergaster
Aumento significativo nell’altezza e nella massa ossea, lobi occipitali e frontali
del cervello espansi. Uscita dall’Africa fino all’Asia centrale e orientale.
Caratteristiche sociali che potrebbero implicare lo sviluppo del linguaggio.
Riduzione della massa intestinale
H. erectus
Migrazione lungo le coste dei fiumi laghi e mari, cibo specifico per il cervello
Nel pieno della diffusione di H.erectus si ha il controllo del fuoco (1,6 - 1,4 mil.
di a.f.)
Cottura dei cibi
Cibi vegetali più facilmente digeribili,
riduzione dei tempi di masticazione
Perdita di tossicità
Fibra più gradevole
Carne più tenera, animali selvatici poveri di
grassi e ricchi di collagene
Cambiamento negativo : inattivazione delle
vitamine e formazione di composti
cancerogeni
Nutrizione e struttura fisica degli ominidi
Australopiteco (135 cm e 35 kg), H. rudolphensiis/ habilis
(145 cm e 40 kg ), H. ergaster /erectus (180 cm e 70 kg)
Sviluppo del cervello
SPECIE
PESO DEL
CERVELLO
(g)
Scimpanzè
400
Australopiteco
450
Parantropo
520
H. habilis
650
H. erectus
940
H. neanderthalensis
1450
H. sapiens primitivo 1450
H.
sapiens
attuale 1400
Gli animali con un grande cervello sono
rari (delfini e focene): necessità di
maggiori cure parentali, competizione
per il cibo con altri organi
Indice di encefalizzazione (EQ)
indicatore dell’espansione della massa
cerebrale nei mammiferi normalizzata
per la massa corporea
Rispetto all’uomo moderno: scimpanzè e
australopiteci 40%
P. robustus 50%
habilis 57%,
erectus 60%
Balzo in avanti nell’encefalizzazione nelle
specie di Homo da 600000 anni fa in poi.
Con la comparsa di H. sapiens negli ultimi
200000 anni del Pleistocene, si ha una
riduzione della massa corporea e
spostamento delle risorse energetiche
verso il cervello (20-25% del metabolismo)
Nutrizione specifica per il cervello
Rapporto fra qualità della
dieta(media pesata delle
proporzioni dei vari
nutrienti presenti nel
cibo, in base al loro
contributo energetico e
nutrizionale) e
dimensioni del cervello
nei primati
CERVELLO CONTRO INTESTINO
Peso organi in uomo di 65Kg, valori previsti calcolati in base alla correlazione
fra peso corporeo e peso degli organi negli altri animali.
Migrazione lungo le coste di fiumi, mari e laghi e
nuovo cibo
Il tessuto nervoso è ricco di grasso(60% del
peso secco) e in particolare di omega- 3 (DHA)
Alimenti ricchi di questi grassi sono i pesci e i
molluschi acquatici, uova di uccelli e tartarughe
marine
Particolarmente intensa questa raccolta durante
la migrazione di H. sapiens fuori dall’Africa
H. sapiens neanderthalensis
Europa e Asia 250000 anni fa, evoluzione in climi
freddi: arti corti e robusti, non molto alti: 160 cm,
ossa robuste. Studi con isotopi sulle ossa, carenze
di iodio.
Nutrizione prevalentemente carnea
H. sapiens (sapiens)
Gli uomini moderni compaiono in Africa 130000 anni
fa. In Europa 40000 anni fa (Cro-Magnon località
francese dove sono stati trovati i primi reperti fossili).
Nutrizione specifica per il cervello
Studi con gli isotopi 15N e 13C nel collagene delle
ossa
Le migrazioni di Homo sapiens nell’era glaciale
Migrazioni di Homo sapiens “out of Africa”. Le terre emerse sono
raffigurate nella loro probabile estensione fra 100000 e 10000 anni fa , alla fine
dell’ultima Grande Glaciazione.
Migrazione dall’Africa all’Australia. Inizio circa 70000 anni fa
Migrazione in Europa e Asia. Inizio circa 40000 anni fa
Migrazione nelle Americhe . Inizio circa 20000 anni fa
H. floresiensis
Isola indonesiana di Flores fra
90000 e 20000 anni fa
riduzione della taglia corporea
1 metro circa per isolamento,
minori risorse alimentari
cervello più piccolo di quello
previsto in base alla taglia
corporea, ma conserva alcuni
geni per la strutturazione
avanzata, simile ad erectus,
con conservazione di una certa
capacità cognitiva
H. floresiensis ed erectus
Ipotesi Genotipo-fenotipo risparmiatore (J.Neel
1962)
Digiuno
Esposizione ai lipidi
Acidi grassi nel sangue
Insulino resistenza
Glucosio depositato nel tessuto adiposo
tessuto adiposo
insulino resistenza
Grasso per il cervello nella vita fetale e crescita,
segnali sazietà al cervello, resistenza al freddo
Genotipi risparmiatori resistenti all’insulina per eccesso di tessuto adiposo
Venere di Willendorf
Austria 1908
Peso uguale, ma composizione diversa …..
6 piedi = 1,82 m
250 libbre = 113 Kg
ADIPOMETRO dispositivo a ultrasuoni (ecografo 2.5 MHz)
modo A = il tempo necessario agli ultrasuoni per colpire le strutture
profonde e tornare al rilevatore viene registrato e convertito in misura
lineare di distanza, permettendo di valutare lo spessore dello strato
sottocutaneo di grasso o delle masse muscolari. (Analisi per punto)
lo strumento è appoggiato in punti precisi tipici della plicometria e
permette di calcolare la percentuale di grasso corporea
modo B = applicazione più sofisticata, permette la ricostruzione di
un’immagine bidimensionale che descrive la morfologia dei tessuti
profondi. (stratigrafia) la sonda è spostata lungo l’area da analizzare
Misurazione diretta e immediata dello
spessore di adipe sottocutaneo e dello
spessore del muscolo fino a 10 cm di
profondità
Elimina gli errori tipici del prelevamento della
plica cutanea
Non invasiva
Permette una valutazione qualitativa oltre che
quantitativa: controllo trattamenti, terapie,
programmi di allenamento
Grasso superficiale sottocutaneo è una parte alveolare più scura
rimanda un segnale a bassa energia.
Quello profondo (di accumulo) è lamellare e manda un segnale
più alto
Quando è più scuro significa che è stato accumulato da poco
tempo
Misura di punto
Stratigrafia
42mm
Riduzione del grasso addominale
Miglioramento della muscolatura addominale
(diminuzione dell’ecogenicità)
28mm
ADDOME (STRATIGRAFIA
Esempio di stratigrafia
ATLETA UOMO)
Perché si è sviluppata l’agricoltura?
Dopo una fase di raccolta regolare di specie spontanee,
10000 anni fa (Olocene) il problema della sussistenza
per l’H. sapiens trovò una risposta con l’introduzione
dell’agricoltura e dell’allevamento. Anche questo
periodo è caratterizzato
da migrazioni e
differenziazione fenotipica della specie
Clima più freddo alla fine del Pleistocene, inaridimento
Diminuzione risorse naturali per la caccia e la raccolta
Sovrappopolazione
Fenotipo del grano
selvatico rispetto a
quello domestico:
Grandezza semi
Protezione dei semi
Disarticolazione dei
semi alla maturità
Dove e’ nata l’agricoltura?
Agricoltura introdotta nell’ambiente mediterraneo dal vicino e medio
oriente (mezzaluna fertile)
4000 anni per raggiungere i punti più lontani dall’origine
RICCHEZZA DELLA DIETA MEDITERRANEA:BIODIVERSITA’
L’ambiente mediterraneo è ricco per biodiversità, dovuta a vari fattori:
Posizione geografica area boreale euro-asiatica e tropicale/subtropicale
africana
Storia geologica (Terziario) e climatica (glaciazioni del Quaternario) con
successive colonizzazioni di specie diverse
Morfologia complessa: presenza di isole , coste, pianure, montagne…….
Come si è diffusa l’agricoltura?
Diffusione culturale o demica?
Ammermann (archeologo) e Cavalli-Sforza (genetista) nel ‘73
proposero una diffusione demica dell’agricoltura da sud- est
a nord- ovest alla velocità di 1 Km /anno.
Partendo dalla diffusione dell’Rh positivo (presente in medio
oriente) e componendo i risultati con altri tipi di geni che
danno risultati simili nella distribuzione in Europa, si ha un
valore massimo in corrispondenza del medio oriente, che
degrada verso la periferia, mostrando valori minimi in regioni
nord occidentali. I gradienti di concentrazione di questi geni
sono dovuti alla graduale mescolanza con i cacciatori
raccoglitori presenti sul territorio.
Un terzo elemento che ha dato conferma a questo studio è lo studio
della diffusione delle lingue.
Le lingue indo-europee sono derivate da un gruppo di lingue
anatoliche. Dalla mezzaluna fertile gli agricoltori si sono mossi con i
loro animali addomesticati: pecore, capre, maiali.
In Grecia si sono divisi in un ramo che ha proseguito a nord ovest
(celtico, italico e germanico) un secondo gruppo ha piegato verso la
Persia e l’India settentrionale, aggiungendo agli altri animali il
cavallo.
Sovrapposizione di queste lingue con la diffusione di cereali simili al
grano fra 9000 (Grecia) e 5000 anni fa (isole Britanniche).
Parallelismo fra mutazione genica e cambiamenti semantici
La distribuzione delle lingue dipende dalle migrazioni e concorda con
gli studi genetici
Conseguenze culturali ed economiche
SEDENTARISMO: l’uomo non ha più bisogno di
spostarsi alla ricerca della selvaggina e quindi si
insedia stabilmente in un luogo.
MAGGIORE DISPONIBILTA’ DI CIBO: il cibo è
prodotto dall’uomo
INCREMENTO DEMOGRAFICO: la popolazione
aumenta grazie al sedentarismo
AUMENTO DELLA FORZA LAVORO e della
produzione, con un surplus di alimenti
SPECIALIZZAZIONE: ogni individuo ha un suo
compito, nascono le differenze sociali
Tre cereali riso, mais e grano sono cresciuti nelle
aree di originaria diffusione e hanno dato origine
alle grandi civiltà del passato.
Diversa qualità nutrizionale (contenuto proteico del
riso1/4 inferiore al grano e carente di vitamine A ed
E)
Unicità del frumento (e in parte della segale) per la
proprietà del glutine in esso contenuto
Nel neolitico si sono poste le basi delle differenze
negli assetti economici mondiali, a causa delle
condizioni ambientali più o meno favorevoli
Il continente euroasiatico, con la sua continuità
territoriale che si distende nell’area temperata
(longitudine) con fonti di acqua disponibili, ha dato
continuità spaziale a scambi invasioni e migrazioni
dando origine agli imperi Han e romano(Jared
Diamond). In centro America impero Maya.
In Africa la foresta pluviale e i deserti hanno
impedito per lungo tempo la pastorizia e
l’agricoltura, fino alle migrazioni bantù in Africa
centro meridionale. Cacciatori-raccoglitori della
foresta pluviale (Pigmei) e del deserto sudoccidentale(Khoi e San)
Nuovi alimenti e nutrienti del Neolitico
Caratterizzati da elevata presenza di amidi:
Cereali fonte di energia, alto indice glicemico con macinazione e
raffinazione.
Aspetto negativo: intolleranza al glutine, celiachia (grano,
segale, orzo e avena) prevalenza dell’1-2% nel mondo
occidentale
Legumi maggior contenuto di fibra, complementarietà nutrizionale
delle proteine.
Tuberi
RECUPERO DI GENI PER LE AMILASI
Cibi prevalentemente proteici:
Riduzione del consumo di carne selvatica a favore di cereali e carne di
allevamento.
Continua somministrazione di cibo agli animali e in particolare cereali.
Composizione e quantità dei grassi modificata. Capre, maiali pecoreprevalenza di grassi saturi di deposito tutto l’anno. Incroci con animali
che hanno più grassi muscolari saturi, maggiore palatabilità.
Rapporto omega 6/omega 3
Cinghiale 40% grassi PUFA maiale 10%
Alimenti derivati da animali allevati
La composizione di grassi degli animali di allevamento si riflette anche sul tuorlo delle
uova
Grassi solidi animali burro e strutto da condimento
Latte e derivati dopo lo svezzamento.
Disponibilità di calcio e proteine di elevato valore biologico, ma intolleranza al
lattosio. Ancora oggi il 50% della popolazione è intollerante, a causa di carenza di
lattasi dopo lo svezzamento. In Europa la persistenza della lattasi è la situazione
comune con punte dell’89%-96% in Scandinavia e nelle isole Britanniche e
percentuali via via più basse andando verso sud
Due ipotesi culturale storica aumento della frequenza dopo pressione selettiva per
pastoralismo. L’ipotesi inversa dice che l’adattamento era precedente (ipotesi di
causa inversa) e perciò erano predisposti a consumare latte. Secondo Burger la
prima ipotesi è favorita, perché studi su DNA fossile risalente al neolitico non hanno
mostrato nei primi agricoltori, l’allele più comunemente associato con la persistenza
della lattasi.
.
Polemica sul latte
Molti affermano che il latte vaccino è un alimento innaturale per
l’uomo, il latte è indigeribile a molti, e questa è la prova che fa
male, il latte non previene l’osteoporosi o ancora il latte fa
ingrassare, provoca il cancro, veicola ormoni e antibiotici
potenzialmente dannosi.
L’adattamento alla digestione del lattosio (lo zucchero contenuto
nel latte) ha rappresentato un vantaggio evolutivo per l’uomo.
In realtà ogni cibo richiede un adattamento metabolico dell’uomo
per la sua digestione e assimilazione. Le reazioni allergiche sono
la prova di come il cibo sia un potenziale agente estraneo, un non
self per il nostro organismo. Le proprietà e i benefici di un
alimento dipendono da un numero considerevole di variabili tra
le quali: la quantità e la frequenza di assunzione, la qualità del
prodotto, i personali fabbisogni e lo stato di salute di chi lo
assume
A favore del latte si esprimono recenti lavori scientifici. Una review
pubblicata sulla rivista «Advances in nutrition. An international
review journal», confuta la correlazione tra latte e patologie
cardiovascolari. Dall’analisi attenta di un’ampia letteratura, il
consumo equilibrato di latte e derivati non sembrerebbe favorire
l’aumento della colesterolemia, al contrario in alcuni casi
eserciterebbe degli effetti protettivi su cuore e vasi.
Un recentissimo lavoro sulla rivista «Nutrients» sdoganerebbe
anche il latte in relazione all’insorgenza di obesità. Esso, infatti,
sarebbe inversamente correlato ai principali markers per l’obesità
sia negli uomini sia nelle donne. Il risultato non stupisce, quando si
pensa che un bicchiere di latte al mattino, a volte, viene sostituito
da più bicchieri di succhi di frutta.
Per gli amanti del tè verde e per i cultori dei virtuosi polifenoli in
esso contenuti, come l’epigallocatechina, sarà di conforto sapere
quanto appena pubblicato su «Journal of dairy science». Una
macchia di latte nel tè può addolcirne il gusto, riducendo
l’astringenza dei polifenoli, senza alterarne le proprietà. La
composizione biochimica del latte può, infatti, promuovere la
biodisponibilità e l’assimilazione delle catechine.
Frutta e verdura selezione di piante con frutti
più dolci e digeribili con incremento di zuccheri
semplici nella dieta
Oli da condimento vegetali, ma anche solidi
nelle piante tropicali. Circa 3000 anni fa
compaiono l’olio di oliva e di soia
Sale il consumo giornaliero era sicuramente < a
1 gr e c’era un alto apporto di potassio da carne
e vegetali selvatici. L’organismo umano non è
quindi programmato per eliminarlo, (genotipo
risparmiatore). Attualmente si è arrivati a 10 gr al
giorno, costituendo un fattore di rischio di
ipertensione importante.
Alcool fonte energia sconosciuta nel
Paleolitico. I prodotti fermentati portano a due
risultati: acido lattico o etanolo vino e birra che
se esposto all’aria con Acetobacter produce
aceto. La prima bevanda deve essere stata la
birra da cereali che non contengono glucosio
libero, ma devono prima subire un processo di
maltazione in ambiente umido
Pressione selettiva ha agito sull’enzima alcol
deidrogenasi che ossida l’etanolo ad aldeide
acetica
Conseguenze sulla salute
Cambiamenti anatomici
(diminuzione della statura, danneggiamento colonna
vertebrale e ginocchia, diffusione della carie, leggera
diminuzione della capacità cranica rispetto alle specie
umane paleolitiche neanderthal e sapiens arcaico)
Disponibilità di alimenti ricchi di energia
prontamente disponibile, stile di vita sedentario
(presupposto per sindrome metabolica)
Promiscuità con gli animali da allevamento, zoonosi
Risposta all’insulina conseguenze
fenotipiche
Boyd Eaton S., Konner M. New England J Med 1985
Esempio di menù per una
dieta attuale basata su
gruppi di alimenti del
Paleolitico
(Cordain L: The nutritional
characteristics of a
contemporary diet
based upon Paleolithic food
groups. J Am Nutraceut
Assoc
2002;5:15–24.)
Nutrienti presenti nella dieta precedente 2200 Kcal
Carne e pesce 55-65% dell’energia vegetali 35-45%)
eliminati cereali, legumi, latte, formaggi
Dieta del paleolitico cibi attuali - aspetti negativi
Scarsi apporti di vitamina D
eliminando latte e derivati.
I cacciatori la producevano per
irradiazione solare del
colesterolo presente nella cute e
le loro ossa erano robuste
anche per il carico dovuto alla
forte attività fisica
Calcio nella dieta proposta da Cordain è inferiore del 31% rispetto ai
livelli raccomandati (1000 mg).
La quantità di proteine assunta (circa 4 volte i valori raccomandati)
favorisce l’eliminazione del calcio per compensare l’acidificazione
causando osteoporosi e demineralizzazione.
Gli uomini del Paleolitico mantenevano ossa robuste e resistenti alle
fratture, nonostante non consumassero latte e derivati.
Il forte introito di carne con effetto calciuretico (carico acido aa
solforati ossidati sui reni e utilizzo del calcio delle ossa per
tamponarlo) era bilanciato da un forte introito di frutta e verdura
alcalinizzante.
Le piante selvatiche di cui si nutrivano i cacciatori contengono un
maggior quantitativo di calcio.132.6 mg/100g in media contro 120mg
del latte.
Alle latitudini maggiori l’apporto di vegetali era inferiore, ma la
grande attività fisica compensava l’osteoporosi con una diversa
architettura dell’osso(ovale).
La carne degli animali selvatici ha una diversa
composizione in grassi sia dal punto di vista
quantitativo che qualitativo
Pesce ricco di elementi potenzialmente tossici
(mercurio in particolare max livello 0,1 µg/Kg).
La dieta di Cordain propone 333 g/al giorno
per ottenere 7,3 g di ω-3.
Limiti della dieta del Paleolitico sulla base delle
nuove conoscenze
I “geni economi” non sono mai stati individuati
Flessibilità possibile della dieta del Paleolitico in
funzione delle latitudini e del clima. Pluralità anche in
base a fattori sociali. La dieta del Paleolitico ha
convissuto per un certo periodo con quella neolitica
L’evoluzione dei geni è stata continua (aumento delle
amilasi e la persistenza della tolleranza al lattosio
(Burger 2007).
Turner BL, Thompson AL Beyond the Paleolithic prescription:
incorporating diversity and flexibility in the study of human diet
evolution. Nutr. Rev. 2013 Aug;71(8):501-10.
L’organismo non ha nessun meccanismo che ci guida naturalmente
nella scelta del cibo in base alle necessità fisiologiche. Per lo più le
scelte sono dovute all’apprendimento sociale.
Il comportamento alimentare è determinato anche da fattori emotivi.
A livello cerebrale i meccanismi che regolano l’omeostasi
energetica sono separati da quelli edonici. I centri dei meccanismi
omeostatici mantengono il bilancio energetico prima, durante e
dopo il consumo del cibo;
centri dei meccanismi edonici regolano la percezione del gusto
dei cibi consumati e i loro effetti sul futuro comportamento
alimentare.
Pensare al nostro cibo preferito attiva centri cerebrali e per la
memoria a lungo termine e associativa.
Nora D. Volkow, Gene-JackWang and Ruben D. Baler Reward, dopamine
and the control of food intake: implications for obesity
Sciences, January 2011 vol15 n.1
Trends in cognitive
Nei ratti si è visto che il grasso percepito dai recettori
della bocca, scatena il rilascio di endocannabinoidi
nell’intestino superiore con la segnalazione del nervo
vago.
Gli zuccheri possono cambiare il legame con i
recettori della dopamina e degli oppioidi nel nucleo
accumbens,
procurando
una
risposta
di
ricompensa.
Se questo fosse vero anche nell’uomo, si proverebbe
un legame fra gusto, sensazioni e memoria che
formerebbe il gusto e il comportamento alimentare
umano in un modo che non è dipendente dai geni.
Altri fattori coinvolti
Anche fattori ormonali come la leptina e
ormoni sessuali possono influire sulla
preferenza di dolce.
Lo stress cronico e il conseguente
aumento
di
livelli
di
grelina
circolante(ormone della deplezione di
energia e intake del cibo) possono portare
ad un eccessivo consumo di dolci
Pensare che l’uomo gradisce il gusto dolce o
i grassi perché questo è adattativo, ma
contrasta con lo stile di vita attuale, porta a
pensare che questo fatto è inevitabile.
Questi due nutrienti si trovano a basso
prezzo e possono essere particolarmente
apprezzati in situazioni di stress sociale
La percezione del gusto amaro è
normalmente sgradito ed è regolato
geneticamente. Il suo ruolo nel regolare il
comportamento alimentare è smentito
dall’apprezzamento di tè caffè cioccolata
L’esposizione
ripetuta
genera
apprezzamento. Lo il stesso dicasi per i cibi
irritanti come il peperoncino
Epigenetica e fenotipo risparmiatore
Informazioni
pre-natali
sulla
situazione
energetica
dell’ambiente sono trasmesse al feto in maniera epigenetica
Malnutrizione nei Paesi Bassi nell’inverno del 1944,
malnutrizione materna trasferite al nascituro e attraverso le
cellule germinali di quest’ultimo, anche ai nipoti.
Studi su soggetti nati nel 44-45. I soggetti esposti alla
carestia materna in epoca fetale, rispetto ai nati nei periodi
precedenti o seguenti la carestia avevano un significativo
rischio di obesità, ipertensione, diabete di tipo II,
psicopatologia, trasmessi talora ai discendenti con
meccanismi epigenetici.
Il periodo di gestazione influenza la salute di diversi organi.
Precoce(obesità, malattie coronariche, alterata coagulazione
del sangue) Medio (malattie ostruttive respiratorie e
microalbuminuria) tarda gestazione (intolleranza al glucosio)
Possibili interventi a livello di
popolazione
La dieta del Paleolitico non è sostenibile dal
punto di vista ambientale per tutta la
popolazione mondiale
Impraticabile anche dal punto di vista
economico
La dieta umana è collegata a vari fattori
ambientali e sociali, prima e dopo la nascita
Un intervento possibile è quello di abituare
fin dall’inizio della vita ad apprezzare il
gusto ad esempio di erbe aromatiche,
collegate a diete basate su vegetali
Possibilità di interventi sulle madri e i bambini
(conoscenza di meccanismi epigenetici)
Supplementazioni di pre e probiotici per
favorire una certa microflora intestinale che si è
visto interagire col metabolismo
Studiare
il
livello
di
adattamento
all’alimentazione neolitica di quelle popolazioni
passate di recente a questo stile di vita.
Per esempio possedere una minore quantità di
amilasi non permette di digerire i carboidrati,
dando il via al moltiplicarsi di batteri intestinali
obesogenici
GRAZIE PER L’ATTENZIONE