I nuovi alimenti 2015 I parte (2) – Copia
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I nuovi alimenti 2015 I parte (2) – Copia
Eliana Marchese Laurea Magistrale Scienze Della Nutrizione Umana Alimenti, nutrienti e metabolismo Conoscenza della composizione degli alimenti Effetto su metabolismo e salute dell’uomo Effetti del metabolismo sul genoma e a lungo termine sull’evoluzione umana. Nutrizione, DNA e Migrazione Sovrappopolamento, mutazione o Cambiamento delle condizioni ambientali = estinzione, adattamento della specie (selezione di un fenotipo più adatto a quell’ambiente) o migrazione Una mutazione sfavorevole in un certo habitat può diventare favorevole in un altro La Migrazione è stata la strategia della specie umana per la sua sopravvivenza. L’evoluzione del cervello e della struttura corporea si è attuata in tre tappe principali: uscita dalla foresta raggiungimento delle zone costiere uscita dall’Africa Durante questi spostamenti si è raggiunto l’Onnivorismo aggiungendo sempre nuovi alimenti, senza abbandonare i precedenti. Adattamento epigenetico più rapido e versatile Effetto della malnutrizione della madre sul fenotipo del nascituro. Trasmissione alle generazioni successive tramite le cellule germinali (carestia Paesi Bassi 1944) Aumento di statura nelle popolazioni dopo la seconda guerra mondiale Masai e Tutsi, pastori che si nutrono di proteine animali, più alti dei Bantu che vivono nelle stesse regioni africane Studi sull’alimentazione dei nostri antenati reperti fossili morfologia e abrasione dello smalto dei denti isotopi stabili nelle ossa che indicano il tipo di alimentazione (13C/12C alto nelle erbe, basso nelle parti aeree delle piante) alimentazione delle scimmie antropomorfe attuali e popolazioni che hanno conservato lo stile di vita da cacciatore-raccoglitore La Rift Valley e l’origine dell’uomo Alimentazione nella foresta abbondanza di frutti, foglie e noci (vit C, acido folico, zuccheri semplici, polifenoli, fibra) occasionalmente insetti e piccole larve con apporto di grassi, vit B12 e minerali. Semplici tecniche per prelevare gli insetti (scimpanzé) miele (glucosio e fruttosio) per 20 milioni di anni i nostri antenati hanno seguito questo tipo di alimentazione Adattamenti metabolici nella foresta Energia sensibilità all’insulina Colesterolo dispendio energetico elevato, scarso riassorbimento intestinale per fitosteroli, selezione di geni per la sintesi del recettore LDL e per proteine (Apo E) Sodio Blocco sintesi acido ascorbico dal glucosio (L-gulonolattoneossidasi inattivata nei primati). Rischio di carenza (scorbuto) per il cambio di dieta dell’uomo. Maggiore rischio di mutazione, vantaggio di offrire maggiore capacità di adattamento durante le migrazioni Acido Urico blocco della degradazione nelle antropomorfe scarso apporto con grande apporto di potassio Separazione della nostra linea evolutiva dagli antenati dello scimpanzé Classificazione delle specie di ominini (gorilla, scimpanzè, uomo) Ardipithecus Genere ominino più lontano (5,2 mil. anni fa) Ardipithecus ramidus resti nel Rift etiopico nella regione di Afar Alternanza di boschi e praterie, ritrazione della foresta equatoriale umida Dieta vegetariana più varia che nelle scimmie, andamento bipede facoltativo, cervello come scimpanzé, altezza 120 cm peso 50 Kg Australopithecus Migrazione verso spazi aperti e cambiamenti più evidenti per effetto epigenetico del cibo Forme gracili (anamensis, afarensis, africanus) Aumenta la tendenza all’onnivorismo e al consumo di cibi vegetali più duri (smalto dentale e molari più grandi) Australopithecus afarensis (Lucy) Mary Leakey nel ‘76 ha portato alla luce a Laetoli, in Tanzania, orme di animali tra le quali si distinguevano passi di ominini che hanno permesso di misurare la falcata e la lunghezza del piede, conservate perché indurite dalle ceneri vulcaniche Australopithecus Forme robuste (Paranthropus) (boisei = erbe della savana, robustus = schiaccianoci) 1,8 mil anni fa, contemporanee alle prime specie di Homo. Bipedi, ma capaci di arrampicarsi sugli alberi Cervello piccolo, mandibole robuste con grandi denti e smalto spesso. TEORIA DEGLI U.S.O. Primo incontro con espressione di amilasi carboidrati complessi Maggiore tempo dedicato alla ricerca del cibo che alla digestione, aumento delle capacità cognitive. Noci e semi contengono acidi grassi poliinsaturi specifici per il sistema cardiovascolare, ma presenti anche nelle strutture del cervello. Strumenti litici per scavare, macellazione di carcasse (Au. sediba). Importanza dei tuberi nell’alimentazione umana Manioca (Manihot) importata dal Brasile in Africa dai portoghesi, diffusa in tutta la fascia tropicale e sub tropicale. Grossi tuberi che forniscono una farina (cassava), utilizzata per produrre tapioca, torte, pani, biscotti e polenta. Circa l’80% del peso secco carboidrati, soprattutto amido. vit. C, β- carotene, calcio, potassio, e fibre alimentari, molto poveri in proteine (0,5-1,5% del peso fresco)e grassi(0,17%). Il maggior contenuto proteico si trova nelle foglie (7% peso fresco 21% secco). La pianta contiene glucosidi cianogeni, potenzialmente tossici, neutralizzati grazie alla lavorazione ( essiccazione, lavaggio e cottura) Per molte popolazioni alimento base, ma il suo consumo in una dieta monotona crea problemi: povera di amminoacidi essenziali (1,5-3 g di proteine su 100 grammi), rispettivamente sul peso fresco ed essiccato può comportare deficit proteici (Kwashiorkor) nel lungo periodo. L'Europa importa ogni anno notevoli quantità di Manioca per l'allevamento del bestiame; utilizzata anche come addensante. Originaria dell’Africa è l’igname ( Dioscorea). Molto resistente, ma richiede una certa esperienza nella coltivazione. La dimensione dei tuberi può arrivare a un solo tubero lungo fino a 2 metri. Alcune specie sono tossiche e devono essere trattate prima di consumarle. Contiene saponine utili per alleviare i disagi della menopausa. Nel 43 il dott. Marker estrasse progesterone, dando il via agli studi che portarono alla pillola anticoncezionale Anche la patata dolce, resistente e adatta a climi tropicali e subtropicali è un alimento base in Africa, Asia e sud America. Patata Originaria della regione andina, fu portata in Europa dagli esploratori spagnoli e inizialmente suscitò diffidenza. In seguito però (fine 700) fu accettata da popolazioni intere. In Irlanda dove il clima favorevole portava ad una resa molto alta divenne l’alimento base. Carestia del 1845 a causa di un fungo 1 milione di persone morte e migrazione dimezzarono la popolazione irlandese Genetica del cambiamento nutrizionale nel genere Homo 2,4 m.a. Mutazione del gene MYH/16 (proteina myh/16) Gracilizzazione dei muscoli masticatori, ha permesso l’elasticità del cranio e l’espansione del cervello nelle specie di Homo. Handicap per la sopravvivenza senza una dieta con cibi più teneri come carne e midollo osseo. CERVELLO CONTRO MUSCOLO Cranio di gorilla e uomo Adattamenti nutrizionali regolati dal rapporto fra mutazione e migrazione H. habilis Due milioni di anni fa, i suoi resti furono trovati la prima volta da Louis Leakey nel 1960 nella gola di Olduvai in Tanzania. (cultura Olduvaiana) ciottoli scheggiati bifacciali Incisivi più grandi da onnivoro con propensione per la carne, (sciacallaggio). Rottura delle ossa per estrarre il midollo Terzo stadio dell’onnivorismo umano, grassi e proteine animali, mantenimento dei precedenti . Migrazione nella savana Possibilità di affrontare regioni più fredde, cibi più nutrienti. H. ergaster Aumento significativo nell’altezza e nella massa ossea, lobi occipitali e frontali del cervello espansi. Uscita dall’Africa fino all’Asia centrale e orientale. Caratteristiche sociali che potrebbero implicare lo sviluppo del linguaggio. Riduzione della massa intestinale H. erectus Migrazione lungo le coste dei fiumi laghi e mari, cibo specifico per il cervello Nel pieno della diffusione di H.erectus si ha il controllo del fuoco (1,6 - 1,4 mil. di a.f.) Cottura dei cibi Cibi vegetali più facilmente digeribili, riduzione dei tempi di masticazione Perdita di tossicità Fibra più gradevole Carne più tenera, animali selvatici poveri di grassi e ricchi di collagene Cambiamento negativo : inattivazione delle vitamine e formazione di composti cancerogeni Nutrizione e struttura fisica degli ominidi Australopiteco (135 cm e 35 kg), H. rudolphensiis/ habilis (145 cm e 40 kg ), H. ergaster /erectus (180 cm e 70 kg) Sviluppo del cervello SPECIE PESO DEL CERVELLO (g) Scimpanzè 400 Australopiteco 450 Parantropo 520 H. habilis 650 H. erectus 940 H. neanderthalensis 1450 H. sapiens primitivo 1450 H. sapiens attuale 1400 Gli animali con un grande cervello sono rari (delfini e focene): necessità di maggiori cure parentali, competizione per il cibo con altri organi Indice di encefalizzazione (EQ) indicatore dell’espansione della massa cerebrale nei mammiferi normalizzata per la massa corporea Rispetto all’uomo moderno: scimpanzè e australopiteci 40% P. robustus 50% habilis 57%, erectus 60% Balzo in avanti nell’encefalizzazione nelle specie di Homo da 600000 anni fa in poi. Con la comparsa di H. sapiens negli ultimi 200000 anni del Pleistocene, si ha una riduzione della massa corporea e spostamento delle risorse energetiche verso il cervello (20-25% del metabolismo) Nutrizione specifica per il cervello Rapporto fra qualità della dieta(media pesata delle proporzioni dei vari nutrienti presenti nel cibo, in base al loro contributo energetico e nutrizionale) e dimensioni del cervello nei primati CERVELLO CONTRO INTESTINO Peso organi in uomo di 65Kg, valori previsti calcolati in base alla correlazione fra peso corporeo e peso degli organi negli altri animali. Migrazione lungo le coste di fiumi, mari e laghi e nuovo cibo Il tessuto nervoso è ricco di grasso(60% del peso secco) e in particolare di omega- 3 (DHA) Alimenti ricchi di questi grassi sono i pesci e i molluschi acquatici, uova di uccelli e tartarughe marine Particolarmente intensa questa raccolta durante la migrazione di H. sapiens fuori dall’Africa H. sapiens neanderthalensis Europa e Asia 250000 anni fa, evoluzione in climi freddi: arti corti e robusti, non molto alti: 160 cm, ossa robuste. Studi con isotopi sulle ossa, carenze di iodio. Nutrizione prevalentemente carnea H. sapiens (sapiens) Gli uomini moderni compaiono in Africa 130000 anni fa. In Europa 40000 anni fa (Cro-Magnon località francese dove sono stati trovati i primi reperti fossili). Nutrizione specifica per il cervello Studi con gli isotopi 15N e 13C nel collagene delle ossa Le migrazioni di Homo sapiens nell’era glaciale Migrazioni di Homo sapiens “out of Africa”. Le terre emerse sono raffigurate nella loro probabile estensione fra 100000 e 10000 anni fa , alla fine dell’ultima Grande Glaciazione. Migrazione dall’Africa all’Australia. Inizio circa 70000 anni fa Migrazione in Europa e Asia. Inizio circa 40000 anni fa Migrazione nelle Americhe . Inizio circa 20000 anni fa H. floresiensis Isola indonesiana di Flores fra 90000 e 20000 anni fa riduzione della taglia corporea 1 metro circa per isolamento, minori risorse alimentari cervello più piccolo di quello previsto in base alla taglia corporea, ma conserva alcuni geni per la strutturazione avanzata, simile ad erectus, con conservazione di una certa capacità cognitiva H. floresiensis ed erectus Ipotesi Genotipo-fenotipo risparmiatore (J.Neel 1962) Digiuno Esposizione ai lipidi Acidi grassi nel sangue Insulino resistenza Glucosio depositato nel tessuto adiposo tessuto adiposo insulino resistenza Grasso per il cervello nella vita fetale e crescita, segnali sazietà al cervello, resistenza al freddo Genotipi risparmiatori resistenti all’insulina per eccesso di tessuto adiposo Venere di Willendorf Austria 1908 Peso uguale, ma composizione diversa ….. 6 piedi = 1,82 m 250 libbre = 113 Kg ADIPOMETRO dispositivo a ultrasuoni (ecografo 2.5 MHz) modo A = il tempo necessario agli ultrasuoni per colpire le strutture profonde e tornare al rilevatore viene registrato e convertito in misura lineare di distanza, permettendo di valutare lo spessore dello strato sottocutaneo di grasso o delle masse muscolari. (Analisi per punto) lo strumento è appoggiato in punti precisi tipici della plicometria e permette di calcolare la percentuale di grasso corporea modo B = applicazione più sofisticata, permette la ricostruzione di un’immagine bidimensionale che descrive la morfologia dei tessuti profondi. (stratigrafia) la sonda è spostata lungo l’area da analizzare Misurazione diretta e immediata dello spessore di adipe sottocutaneo e dello spessore del muscolo fino a 10 cm di profondità Elimina gli errori tipici del prelevamento della plica cutanea Non invasiva Permette una valutazione qualitativa oltre che quantitativa: controllo trattamenti, terapie, programmi di allenamento Grasso superficiale sottocutaneo è una parte alveolare più scura rimanda un segnale a bassa energia. Quello profondo (di accumulo) è lamellare e manda un segnale più alto Quando è più scuro significa che è stato accumulato da poco tempo Misura di punto Stratigrafia 42mm Riduzione del grasso addominale Miglioramento della muscolatura addominale (diminuzione dell’ecogenicità) 28mm ADDOME (STRATIGRAFIA Esempio di stratigrafia ATLETA UOMO) Perché si è sviluppata l’agricoltura? Dopo una fase di raccolta regolare di specie spontanee, 10000 anni fa (Olocene) il problema della sussistenza per l’H. sapiens trovò una risposta con l’introduzione dell’agricoltura e dell’allevamento. Anche questo periodo è caratterizzato da migrazioni e differenziazione fenotipica della specie Clima più freddo alla fine del Pleistocene, inaridimento Diminuzione risorse naturali per la caccia e la raccolta Sovrappopolazione Fenotipo del grano selvatico rispetto a quello domestico: Grandezza semi Protezione dei semi Disarticolazione dei semi alla maturità Dove e’ nata l’agricoltura? Agricoltura introdotta nell’ambiente mediterraneo dal vicino e medio oriente (mezzaluna fertile) 4000 anni per raggiungere i punti più lontani dall’origine RICCHEZZA DELLA DIETA MEDITERRANEA:BIODIVERSITA’ L’ambiente mediterraneo è ricco per biodiversità, dovuta a vari fattori: Posizione geografica area boreale euro-asiatica e tropicale/subtropicale africana Storia geologica (Terziario) e climatica (glaciazioni del Quaternario) con successive colonizzazioni di specie diverse Morfologia complessa: presenza di isole , coste, pianure, montagne……. Come si è diffusa l’agricoltura? Diffusione culturale o demica? Ammermann (archeologo) e Cavalli-Sforza (genetista) nel ‘73 proposero una diffusione demica dell’agricoltura da sud- est a nord- ovest alla velocità di 1 Km /anno. Partendo dalla diffusione dell’Rh positivo (presente in medio oriente) e componendo i risultati con altri tipi di geni che danno risultati simili nella distribuzione in Europa, si ha un valore massimo in corrispondenza del medio oriente, che degrada verso la periferia, mostrando valori minimi in regioni nord occidentali. I gradienti di concentrazione di questi geni sono dovuti alla graduale mescolanza con i cacciatori raccoglitori presenti sul territorio. Un terzo elemento che ha dato conferma a questo studio è lo studio della diffusione delle lingue. Le lingue indo-europee sono derivate da un gruppo di lingue anatoliche. Dalla mezzaluna fertile gli agricoltori si sono mossi con i loro animali addomesticati: pecore, capre, maiali. In Grecia si sono divisi in un ramo che ha proseguito a nord ovest (celtico, italico e germanico) un secondo gruppo ha piegato verso la Persia e l’India settentrionale, aggiungendo agli altri animali il cavallo. Sovrapposizione di queste lingue con la diffusione di cereali simili al grano fra 9000 (Grecia) e 5000 anni fa (isole Britanniche). Parallelismo fra mutazione genica e cambiamenti semantici La distribuzione delle lingue dipende dalle migrazioni e concorda con gli studi genetici Conseguenze culturali ed economiche SEDENTARISMO: l’uomo non ha più bisogno di spostarsi alla ricerca della selvaggina e quindi si insedia stabilmente in un luogo. MAGGIORE DISPONIBILTA’ DI CIBO: il cibo è prodotto dall’uomo INCREMENTO DEMOGRAFICO: la popolazione aumenta grazie al sedentarismo AUMENTO DELLA FORZA LAVORO e della produzione, con un surplus di alimenti SPECIALIZZAZIONE: ogni individuo ha un suo compito, nascono le differenze sociali Tre cereali riso, mais e grano sono cresciuti nelle aree di originaria diffusione e hanno dato origine alle grandi civiltà del passato. Diversa qualità nutrizionale (contenuto proteico del riso1/4 inferiore al grano e carente di vitamine A ed E) Unicità del frumento (e in parte della segale) per la proprietà del glutine in esso contenuto Nel neolitico si sono poste le basi delle differenze negli assetti economici mondiali, a causa delle condizioni ambientali più o meno favorevoli Il continente euroasiatico, con la sua continuità territoriale che si distende nell’area temperata (longitudine) con fonti di acqua disponibili, ha dato continuità spaziale a scambi invasioni e migrazioni dando origine agli imperi Han e romano(Jared Diamond). In centro America impero Maya. In Africa la foresta pluviale e i deserti hanno impedito per lungo tempo la pastorizia e l’agricoltura, fino alle migrazioni bantù in Africa centro meridionale. Cacciatori-raccoglitori della foresta pluviale (Pigmei) e del deserto sudoccidentale(Khoi e San) Nuovi alimenti e nutrienti del Neolitico Caratterizzati da elevata presenza di amidi: Cereali fonte di energia, alto indice glicemico con macinazione e raffinazione. Aspetto negativo: intolleranza al glutine, celiachia (grano, segale, orzo e avena) prevalenza dell’1-2% nel mondo occidentale Legumi maggior contenuto di fibra, complementarietà nutrizionale delle proteine. Tuberi RECUPERO DI GENI PER LE AMILASI Cibi prevalentemente proteici: Riduzione del consumo di carne selvatica a favore di cereali e carne di allevamento. Continua somministrazione di cibo agli animali e in particolare cereali. Composizione e quantità dei grassi modificata. Capre, maiali pecoreprevalenza di grassi saturi di deposito tutto l’anno. Incroci con animali che hanno più grassi muscolari saturi, maggiore palatabilità. Rapporto omega 6/omega 3 Cinghiale 40% grassi PUFA maiale 10% Alimenti derivati da animali allevati La composizione di grassi degli animali di allevamento si riflette anche sul tuorlo delle uova Grassi solidi animali burro e strutto da condimento Latte e derivati dopo lo svezzamento. Disponibilità di calcio e proteine di elevato valore biologico, ma intolleranza al lattosio. Ancora oggi il 50% della popolazione è intollerante, a causa di carenza di lattasi dopo lo svezzamento. In Europa la persistenza della lattasi è la situazione comune con punte dell’89%-96% in Scandinavia e nelle isole Britanniche e percentuali via via più basse andando verso sud Due ipotesi culturale storica aumento della frequenza dopo pressione selettiva per pastoralismo. L’ipotesi inversa dice che l’adattamento era precedente (ipotesi di causa inversa) e perciò erano predisposti a consumare latte. Secondo Burger la prima ipotesi è favorita, perché studi su DNA fossile risalente al neolitico non hanno mostrato nei primi agricoltori, l’allele più comunemente associato con la persistenza della lattasi. . Polemica sul latte Molti affermano che il latte vaccino è un alimento innaturale per l’uomo, il latte è indigeribile a molti, e questa è la prova che fa male, il latte non previene l’osteoporosi o ancora il latte fa ingrassare, provoca il cancro, veicola ormoni e antibiotici potenzialmente dannosi. L’adattamento alla digestione del lattosio (lo zucchero contenuto nel latte) ha rappresentato un vantaggio evolutivo per l’uomo. In realtà ogni cibo richiede un adattamento metabolico dell’uomo per la sua digestione e assimilazione. Le reazioni allergiche sono la prova di come il cibo sia un potenziale agente estraneo, un non self per il nostro organismo. Le proprietà e i benefici di un alimento dipendono da un numero considerevole di variabili tra le quali: la quantità e la frequenza di assunzione, la qualità del prodotto, i personali fabbisogni e lo stato di salute di chi lo assume A favore del latte si esprimono recenti lavori scientifici. Una review pubblicata sulla rivista «Advances in nutrition. An international review journal», confuta la correlazione tra latte e patologie cardiovascolari. Dall’analisi attenta di un’ampia letteratura, il consumo equilibrato di latte e derivati non sembrerebbe favorire l’aumento della colesterolemia, al contrario in alcuni casi eserciterebbe degli effetti protettivi su cuore e vasi. Un recentissimo lavoro sulla rivista «Nutrients» sdoganerebbe anche il latte in relazione all’insorgenza di obesità. Esso, infatti, sarebbe inversamente correlato ai principali markers per l’obesità sia negli uomini sia nelle donne. Il risultato non stupisce, quando si pensa che un bicchiere di latte al mattino, a volte, viene sostituito da più bicchieri di succhi di frutta. Per gli amanti del tè verde e per i cultori dei virtuosi polifenoli in esso contenuti, come l’epigallocatechina, sarà di conforto sapere quanto appena pubblicato su «Journal of dairy science». Una macchia di latte nel tè può addolcirne il gusto, riducendo l’astringenza dei polifenoli, senza alterarne le proprietà. La composizione biochimica del latte può, infatti, promuovere la biodisponibilità e l’assimilazione delle catechine. Frutta e verdura selezione di piante con frutti più dolci e digeribili con incremento di zuccheri semplici nella dieta Oli da condimento vegetali, ma anche solidi nelle piante tropicali. Circa 3000 anni fa compaiono l’olio di oliva e di soia Sale il consumo giornaliero era sicuramente < a 1 gr e c’era un alto apporto di potassio da carne e vegetali selvatici. L’organismo umano non è quindi programmato per eliminarlo, (genotipo risparmiatore). Attualmente si è arrivati a 10 gr al giorno, costituendo un fattore di rischio di ipertensione importante. Alcool fonte energia sconosciuta nel Paleolitico. I prodotti fermentati portano a due risultati: acido lattico o etanolo vino e birra che se esposto all’aria con Acetobacter produce aceto. La prima bevanda deve essere stata la birra da cereali che non contengono glucosio libero, ma devono prima subire un processo di maltazione in ambiente umido Pressione selettiva ha agito sull’enzima alcol deidrogenasi che ossida l’etanolo ad aldeide acetica Conseguenze sulla salute Cambiamenti anatomici (diminuzione della statura, danneggiamento colonna vertebrale e ginocchia, diffusione della carie, leggera diminuzione della capacità cranica rispetto alle specie umane paleolitiche neanderthal e sapiens arcaico) Disponibilità di alimenti ricchi di energia prontamente disponibile, stile di vita sedentario (presupposto per sindrome metabolica) Promiscuità con gli animali da allevamento, zoonosi Risposta all’insulina conseguenze fenotipiche Boyd Eaton S., Konner M. New England J Med 1985 Esempio di menù per una dieta attuale basata su gruppi di alimenti del Paleolitico (Cordain L: The nutritional characteristics of a contemporary diet based upon Paleolithic food groups. J Am Nutraceut Assoc 2002;5:15–24.) Nutrienti presenti nella dieta precedente 2200 Kcal Carne e pesce 55-65% dell’energia vegetali 35-45%) eliminati cereali, legumi, latte, formaggi Dieta del paleolitico cibi attuali - aspetti negativi Scarsi apporti di vitamina D eliminando latte e derivati. I cacciatori la producevano per irradiazione solare del colesterolo presente nella cute e le loro ossa erano robuste anche per il carico dovuto alla forte attività fisica Calcio nella dieta proposta da Cordain è inferiore del 31% rispetto ai livelli raccomandati (1000 mg). La quantità di proteine assunta (circa 4 volte i valori raccomandati) favorisce l’eliminazione del calcio per compensare l’acidificazione causando osteoporosi e demineralizzazione. Gli uomini del Paleolitico mantenevano ossa robuste e resistenti alle fratture, nonostante non consumassero latte e derivati. Il forte introito di carne con effetto calciuretico (carico acido aa solforati ossidati sui reni e utilizzo del calcio delle ossa per tamponarlo) era bilanciato da un forte introito di frutta e verdura alcalinizzante. Le piante selvatiche di cui si nutrivano i cacciatori contengono un maggior quantitativo di calcio.132.6 mg/100g in media contro 120mg del latte. Alle latitudini maggiori l’apporto di vegetali era inferiore, ma la grande attività fisica compensava l’osteoporosi con una diversa architettura dell’osso(ovale). La carne degli animali selvatici ha una diversa composizione in grassi sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo Pesce ricco di elementi potenzialmente tossici (mercurio in particolare max livello 0,1 µg/Kg). La dieta di Cordain propone 333 g/al giorno per ottenere 7,3 g di ω-3. Limiti della dieta del Paleolitico sulla base delle nuove conoscenze I “geni economi” non sono mai stati individuati Flessibilità possibile della dieta del Paleolitico in funzione delle latitudini e del clima. Pluralità anche in base a fattori sociali. La dieta del Paleolitico ha convissuto per un certo periodo con quella neolitica L’evoluzione dei geni è stata continua (aumento delle amilasi e la persistenza della tolleranza al lattosio (Burger 2007). Turner BL, Thompson AL Beyond the Paleolithic prescription: incorporating diversity and flexibility in the study of human diet evolution. Nutr. Rev. 2013 Aug;71(8):501-10. L’organismo non ha nessun meccanismo che ci guida naturalmente nella scelta del cibo in base alle necessità fisiologiche. Per lo più le scelte sono dovute all’apprendimento sociale. Il comportamento alimentare è determinato anche da fattori emotivi. A livello cerebrale i meccanismi che regolano l’omeostasi energetica sono separati da quelli edonici. I centri dei meccanismi omeostatici mantengono il bilancio energetico prima, durante e dopo il consumo del cibo; centri dei meccanismi edonici regolano la percezione del gusto dei cibi consumati e i loro effetti sul futuro comportamento alimentare. Pensare al nostro cibo preferito attiva centri cerebrali e per la memoria a lungo termine e associativa. Nora D. Volkow, Gene-JackWang and Ruben D. Baler Reward, dopamine and the control of food intake: implications for obesity Sciences, January 2011 vol15 n.1 Trends in cognitive Nei ratti si è visto che il grasso percepito dai recettori della bocca, scatena il rilascio di endocannabinoidi nell’intestino superiore con la segnalazione del nervo vago. Gli zuccheri possono cambiare il legame con i recettori della dopamina e degli oppioidi nel nucleo accumbens, procurando una risposta di ricompensa. Se questo fosse vero anche nell’uomo, si proverebbe un legame fra gusto, sensazioni e memoria che formerebbe il gusto e il comportamento alimentare umano in un modo che non è dipendente dai geni. Altri fattori coinvolti Anche fattori ormonali come la leptina e ormoni sessuali possono influire sulla preferenza di dolce. Lo stress cronico e il conseguente aumento di livelli di grelina circolante(ormone della deplezione di energia e intake del cibo) possono portare ad un eccessivo consumo di dolci Pensare che l’uomo gradisce il gusto dolce o i grassi perché questo è adattativo, ma contrasta con lo stile di vita attuale, porta a pensare che questo fatto è inevitabile. Questi due nutrienti si trovano a basso prezzo e possono essere particolarmente apprezzati in situazioni di stress sociale La percezione del gusto amaro è normalmente sgradito ed è regolato geneticamente. Il suo ruolo nel regolare il comportamento alimentare è smentito dall’apprezzamento di tè caffè cioccolata L’esposizione ripetuta genera apprezzamento. Lo il stesso dicasi per i cibi irritanti come il peperoncino Epigenetica e fenotipo risparmiatore Informazioni pre-natali sulla situazione energetica dell’ambiente sono trasmesse al feto in maniera epigenetica Malnutrizione nei Paesi Bassi nell’inverno del 1944, malnutrizione materna trasferite al nascituro e attraverso le cellule germinali di quest’ultimo, anche ai nipoti. Studi su soggetti nati nel 44-45. I soggetti esposti alla carestia materna in epoca fetale, rispetto ai nati nei periodi precedenti o seguenti la carestia avevano un significativo rischio di obesità, ipertensione, diabete di tipo II, psicopatologia, trasmessi talora ai discendenti con meccanismi epigenetici. Il periodo di gestazione influenza la salute di diversi organi. Precoce(obesità, malattie coronariche, alterata coagulazione del sangue) Medio (malattie ostruttive respiratorie e microalbuminuria) tarda gestazione (intolleranza al glucosio) Possibili interventi a livello di popolazione La dieta del Paleolitico non è sostenibile dal punto di vista ambientale per tutta la popolazione mondiale Impraticabile anche dal punto di vista economico La dieta umana è collegata a vari fattori ambientali e sociali, prima e dopo la nascita Un intervento possibile è quello di abituare fin dall’inizio della vita ad apprezzare il gusto ad esempio di erbe aromatiche, collegate a diete basate su vegetali Possibilità di interventi sulle madri e i bambini (conoscenza di meccanismi epigenetici) Supplementazioni di pre e probiotici per favorire una certa microflora intestinale che si è visto interagire col metabolismo Studiare il livello di adattamento all’alimentazione neolitica di quelle popolazioni passate di recente a questo stile di vita. Per esempio possedere una minore quantità di amilasi non permette di digerire i carboidrati, dando il via al moltiplicarsi di batteri intestinali obesogenici GRAZIE PER L’ATTENZIONE