Martina Casentini

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Martina Casentini
…Museo della mente…
mente…
Il giorno 9 novembre, assieme alla mia classe, siamo andati a visitare il museo della mente a
Roma,precisamente a Monte Mario.
Questo edificio si trova in un luogo molto tranquillo immerso nel verde, nel quale si scorge anche
un piazzale che era usato per fare uscire i pazienti al di fuori della struttura e che prima era recintato
e circondato da piante, le quali venivano usate come barriera per non vedere al di fuori di esse.
Appena si entra nel manicomio ci s’imbatte direttamente in una stanza, dove sono preseti due
vetri di diverso tipo. Il primo a cui si va in contro,presenta degli uomini in movimento che tendono a
schiantarsi contro questo muro come se volessero abbatterlo per andare verso la liberà. Mentre nel
secondo,erano presenti parole indecifrabili. Sempre nello stesso luogo, appesi al muro, abbiamo visto
degli oggetti i quali prima venivano usati con i pazienti,come ad esempio il letto,i comodini,l’elettroshock
ecc.
Andando avanti ci siamo imbattuti in un corridoio nella quale erano presenti delle stanze. La prima
era la fagotteria,dove tutti i pazienti venivano spogliati dei loro affetti personali. Poi c’erano altre due
stanze,la prima era la stanza del dottore dove venivano fatte le visite, mentre la seconda era la stanza
dove venivano messi i malati più gravi trattenuti con la camicia di forza che era adatta a sedare gli
effetti pericolosi di una loro crisi.
Dopo aver visitato queste stanze, siamo passati in un’area di documentazione,dove su un tavolo
erano presenti tre libri,dai quali noi abbiamo ascoltato testimonianze molto forti,sia degli infermieri sia
dei pazienti stessi. Di fronte a quel tavolo ne era presente un altro,sul quale erano disposti gli oggetti
che venivano usati per
mangiare e tra questi non era presente la forchetta,perché si riteneva
pericolosa.
Dopo questa visita siamo tornati nella stanza principale,dove ci hanno fatto vedere un video
riguardante la LEGGE 180 ossia la LEGGE BASAGLIA, la quale affermava la diminuzione dei manicomi e
delle cliniche chiuse. Di questa legge la frase più bella è quella che è comparsa per ultima nel video con
scritto “giorno dopo giorno,anno dopo anno,passo dopo passo,trovavamo la maniera di portare chi stava
dentro fuori e chi stava fuori dentro”.Questa frase mi ha colpito molto perché fa capire che anche i
malati dovevano e devono essere rispettati come persone normali e che quindi hanno uguale obbligo di
libertà.
Di seguito,per “alleggerire” la visita,ci siamo spostati verso una stanza chiamata “La camera di
Ames”nella quale devono essere immesse 4 persone che poi alla nostra vista risulteranno con
caratteristiche fisiche differenti dal normale. Infatti, il principale scopo di questa stanza è di portarci
a un’illusione percettiva delle cose/persone al suo interno.
Andando avanti ci siamo imbattuti in altre tre stanze molto interessanti. Nella prima era
presente un microfono con di fronte uno schermo dove,quando si parlava,una moltitudine di bocche
apparivano e si sentiva una voce che rispondeva. Questo “esperimento” portava al confondere la nostra
voce con quella dello schermo,dando una sensazione di parlare soli.
Nella seconda stanza invece era presente un altro schermo, dove ci si doveva disporre davanti, e
più passava il tempo più metà della nostra immagine appariva differente da noi.
Infine l’ultima stanza era adornata da imbuti dai quali fuoriuscivano moltissime voci tra cui le
nostre,che rimanevano difficili da apprendere e riconoscere.
Nella parte finale della nostra gita erano presenti due oggetti,che rappresentavano le azioni che
erano compiute dai pazienti malati. Uno di questi era un tavolo,dove ci si sedeva di fronte con i gomiti
su di esso e la testa tra le mani, in modo tale da ascoltare delle voci di alcuni dei pazienti. Mentre l’altro
oggetto era uno schermo dove erano presenti tutte le foto dei malati nelle quali ci s’immergeva tramite
un movimento oscillatorio che faceva avvicinare l’immagine e ascoltare la storia della persona in
questione.
Questa giornata mi ha colpito molto perché ci siamo addentrati in un mondo, a noi sconosciuto
scoprendo cose nuove, molto interessanti ma anche molto dure dal punto di vista umano, perché ci siamo
ritrovati faccia a faccia con la realtà presente negli anni precedenti,dove per me gli uomini erano
trattati peggio degli animali ,alla quale gli veniva negata la libertà.
Giorgia Mastrantoni
&
Martina Casentini