Intervista a Richard Carlyle, Investment Specialist

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Intervista a Richard Carlyle, Investment Specialist
Capital Group
Intervista a Richard
Carlyle, Investment
Specialist
Evento Citywire Montreux, maggio 2015
La tesi a favore delle azioni europee
Richard Carlyle, Investment Specialist, Capital Group
La ripresa economica negli Stati Uniti è chiaramente ben radicata, come assodato dagli investitori. In
Europa invece è molto più incerta. Riteniamo vi siano segnali incoraggianti. Per cominciare, la
periferia ha in parte colmato il suo gap di competitività: i paesi di quest'area hanno riportato sotto
controllo il costo unitario del lavoro e i disavanzi correnti si sono trasformati in surplus. I bassi costi
unitari del lavoro e l'euro molto debole fanno della Germania un'economia estremamente
competitiva, come testimoniato dai cospicui avanzi delle partite correnti degli ultimi mesi. Il Regno
Unito è in una posizione molto diversa visto il suo disavanzo corrente, tuttavia il vasto settore dei
servizi finanziari sta trainando l'economia nazionale. Nonostante il quadro in Europa sia alquanto
eterogeneo, le prospettive sono decisamente incoraggianti. Un aspetto rilevante è che molte
società europee si sono ristrutturate e hanno tagliato i costi. I ricavi extra dovrebbero quindi trovare
riflesso nei profitti potenziando margini e dividendi, il che consente di tratteggiare un quadro
discretamente roseo per l'Europa per i prossimi 2-3 anni. Tuttavia, non mancano elementi
d'incertezza. La Grecia rimarrà un'incognita ancora per un po', la ripresa delle quotazioni petrolifere
pone qualche problema, ecc. Ma ci saranno sempre incertezze. Complessivamente, siamo ottimisti.
Il Capital SystemSM e Capital Group European Growth and Income Fund (LUX)
Il Capital SystemSM è il modo in cui scegliamo di amministrare tutti i nostri patrimoni in Capital.
Dividiamo i portafogli dei clienti in segmenti a sé stanti che poi assegniamo a singoli gestori di
portafoglio. Questi vengono istruiti a gestire tali segmenti sulla base delle loropiù forti convinzioni.
Pertanto, utilizziamo la ricerca fondamentale di tipo bottom-up e la metodologia basata sulle idee
più convincenti per costruire portafogli attentamente calibrati. Capital Group European Growth and
Income Fund (LUX) si avvale di tre gestori diversi. Uno ha sede a Los Angeles, ed è quello che
definiamo il gestore del mandato, uno a Washington e uno a Londra. Pur investendo separatamente
e secondo prospettive molto diverse, i tre professionisti si riuniscono per gestire un portafoglio
complessivo coerente.
Mark Denning, che attualmente lavora a Los Angeles, è uno dei tre gestori del fondo. Credo lo si
possa definire uno stock picker tradizionale di stampo bottom-up. Tende a scegliere un numero
molto esiguo di idee in cui nutre maggiore convinzione (non più di 18-20) ed è molto indipendente,
si fa infatti guidare dai singoli titoli più che dal contesto macro. L. Alfonso Barroso, che lavora a
Londra, è molto più cauto sulle prospettive economiche per l'Europa, per cui ha mostrato una
predilezione per i servizi di pubblica utilità, che hanno generato buoni risultati per il fondo, e per i
beni di prima necessità come i titoli del tabacco. David Riley, che opera da Washington, si concentra
sulla ripresa economica dell'Europa, per cui ha stabilito un'esposizione sensibilmente maggiore ai
beni di consumo discrezionali e ai titoli in grado di trarre vantaggio dalla ripartenza dell'economia.
Complessivamente, disponiamo di un gruppo ben bilanciato di gestori, ciascuno con il suo personale
punto di vista, e a nostro avviso ciò conferisce il giusto equilibrio al portafoglio dei clienti.
Nessun vincolo geografico e focus sui dividendi
Innanzitutto, credo sia necessario dire che, pur avendo contribuito allo sviluppo degli indici MSCI 1,
oggi come oggi il paese di costituzione di una società è meno utile alla comprensione del luogo in cui
essa svolge le sue attività. BP è un'azienda britannica o una compagnia petrolifera globale? Pertanto,
se guardiamo al benchmark MSCI Europe e alle società che lo compongono, vediamo che circa metà
del fatturato viene generata in Europa, a fronte del 62% all'interno del nostro fondo. Ciò significa che
chi compra il nostro fondo ottiene un'esposizione all'Europa di gran lunga superiore a quella offerta
da un ETF (exchange-traded fund) europeo. La differenza tra l'Europa Regno Unito escluso e l'Europa
Regno Unito incluso è molto esigua: nel secondo caso, il fatturato proveniente dal Regno Unito sale
dal 5% al 12%, per cui non riteniamo molto sensato consentire a un gestore di acquistare un titolo
svizzero come Roche e impedirgli invece di investire in GlaxoSmithKline, teoricamente un titolo
britannico, in assenza di vincoli legati al domicilio. Le aziende non statunitensi, e in particolare quelle
dotate di un'elevata esposizione agli Stati Uniti (più del 40% del fatturato), costano quasi cinque
punti percentuali in più rispetto alle omologhe con una scarsa esposizione agli USA. Ci colpisce
dunque il fatto che dobbiamo pagare molto per investire nell'assodata e ben compresa ripresa
statunitense, ma l'esposizione all'Europa è molto più conveniente e interessante.
Uno dei fattori su cui poniamo maggiore enfasi è dato dai dividendi. Se si considerano orizzonti
temporali molto estesi, diciamo gli ultimi 40 anni circa, i dividendi hanno rappresentato quasi un
terzo dei rendimenti totali guadagnati da chi ha investito in Europa. Di norma, il fondo presenta un
modesto premio di rendimento rispetto al mercato. Per quanto riguarda i dividendi europei, credo
che le stime di consenso siano di una crescita del 7-8%. Si tratta di un mix alquanto complicato
perché guardando ai dividendi europei la componente maggiore è ovviamente l'euro (intorno al
40%), mentre il 20% circa viene pagato in sterline, una percentuale alquanto consistente in franchi
svizzeri e il rimanente 15% circa in dollari. Pertanto, bisogna valutare attentamente i possibili effetti
dei tassi di cambio nel corso dell'anno, tuttavia siamo inclini a pensare che le azioni europee possano
fare un po' meglio del 7-8% previsto dal consensus. C'è il grande settore finanziario che continua a
1
Gli indici MSCI sono attualmente gestiti da MSCI, Inc.
recuperare lentamente i suoi dividendi e, nel complesso, la quota europea degli utili distribuiti, pari
al 50%, presenta probabilmente un ulteriore margine di rialzo residuo. Per questo, siamo alquanto
ottimisti circa l'andamento dei dividendi nei prossimi due anni.
Le opinioni espresse a seguire non corrispondono a quelle di Capital Group. Nessun individuo di
Capital Group accetta, si assume la responsabilità o è responsabile nei confronti di alcun soggetto di
ATL Capital o Arianna Sim in relazione alla presente comunicazione.
Opinioni dalla comunità globale di acquirenti dei fondi
Felix Lopez, CIO, ATL Capital
Le azioni europee hanno sottoperformato a livello globale negli ultimi cinque anni. Credo che in
questo momento, grazie al quantitative easing (QE) in Europa, è giunto il momento per le azioni
della regione di sovraperformare altre importanti piazze finanziarie come gli USA e il Giappone. Tale
tendenza ha cominciato a manifestarsi solo negli ultimi quattro mesi, per cui non importa se il
mercato arretra; ritengo si tratti di un trend che proseguirà per almeno un paio d'anni.
Noi perseguiamo un processo d'investimento alquanto strutturato. Inoltre, preferiamo un
portafoglio molto concentrato in quanto, avendo solo tre o quattro gestori, non vogliamo detenere
troppi titoli in portafoglio. Cerchiamo di selezionare i gestori con un approccio più aggressivo, un
elemento per noi molto importante. Per noi, le azioni europee sono probabilmente il mercato in cui
essere investiti per i prossimi due anni circa.
Giuseppe Galloppo, Analista di ricerca fondi, Arianna Sim
So che è opinione alquanto diffusa che le azioni sono probabilmente la classe di attività più favorita
al momento. Inoltre, credo che le aspettative della comunità degli investitori siano, almeno in parte,
già state soddisfatte a giudicare dai livelli raggiunti dai corsi azionari. Tuttavia, va detto che non è
così facile quantificare la spinta impressa dal QE della BCE, poiché vi sono svariate differenze
strutturali tra l'economia europea e quella statunitense.
Ciò che ricerco negli asset manager in generale, e in quelli che gestiscono le azioni europee in
particolare, è un mix di rendimento alla scadenza, capacità di moltiplicazione, consapevolezza dei
fattori di rischio locali, gestione attiva e contenimento dei ribassi nonché capacità di contribuire alla
diversificazione del nostro portafoglio più ampio.
Le dichiarazioni espresse in questo documento sono opinioni informate, aggiornate a maggio 2015 e
soggette a modifica in qualsiasi momento sulla base delle condizioni di mercato o di altri fattori.
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