La magia di Cortina - Area Giovani Cro di Aviano
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La magia di Cortina - Area Giovani Cro di Aviano
La Sala Consiliare della Provincia gremita di gente durante la presentazione del libro dell’Area Giovani le medicine del mondo! In quei momenti ero libera, e in quei momenti stavo meglio». Poi è venuto il momento di Marica che ha deciso di raccontarsi attraverso un paragone. Ha rivelato come, una volta avuto il libro tra le mani, dapprima lo abbia posato senza riuscire ad aprirlo, poi, piano piano e con l’aiuto delle persone care, abbia cominciato a sfogliarlo. La stessa reazione, dice, l’aveva avuta quando le comunicarono la sua malattia: prima lo shock, poi l’incredulità, la non accettazione, poi la chiusura in se stessa e infine il recupero delle proprie energie e del proprio coraggio e la forza di chiedere aiuto. Solo così, grazie all’affetto e alla presenza costante di quanti le volevano bene, è riuscita a intraprendere il cammino che l’ha portata a stare bene. E, infine, è intervenuta Monica, mamma di Giacomo, bambino di tre anni e mezzo che ora è in cielo. Un Il Dr. Maurizio Mascarin e i ragazzi del CRO raccontano le loro esperienze bimbo che, tuttavia, al CRO ha potuto recuperare la serenità e il sorriso perduti, e ha potuto incontrare tanti amici grazie ai quali è riuscito a vincere le sue paure. Un bimbo che in questo ospedale ha conosciuto un mondo fatto di fate, favole, gnomi e folletti, re e regine… tutti con un nome: Luana, Lucia, Paola, Katia, Manuela, Roberto… tutti pronti a trovare un modo per distrarlo e per accarezzarlo. Anche le autorità, sedute in prima fila, hanno manifestato il loro sostegno semplicemente con la loro presenza e il loro silenzio e, seppur invitate a intervenire, hanno preferito non farlo per non interrompere quel filo diretto che si era creato tra i protagonisti/autori di quelle toccanti storie di vita e coloro che, con composta commozione, stavano ad ascoltare. Anche loro, forse, erano lì più in veste di padri e di madri a cui quelle storie avevano tolto la voglia di parlare…forse, dopo quelle testi- monianze, non c’era nient’altro da aggiungere. A fare da sfondo a questi racconti, un bellissimo video, realizzato con grande sensibilità e fantasia da Ugo Furlan, dove le immagini scorrevano sulle note della canzone “Dimmi che credi” di Antonello Venditti. Sguardi, sorrisi, abbracci bucavano lo schermo, dando vitalità alle foto del libro scattate da Attilio Rossetti, il fotografo che ha saputo cogliere alcuni momenti di gioia nei volti di questi ragazzi. A concludere l’intensa mattinata, è salita sul palco Veronica (anche lei ex paziente): a lei il microfono, a lei il compito, con la sua splendida voce, di cantare dal vivo “Una poesia anche per te” di Elisa. E con l’immagine di una ragazza solare “guarita”, con le note della sua canzone ancora nelle orecchie, la tensione delle ore precedenti si è stemperata, lasciando in ognuno un messaggio di speranza e qualcosa nel cuore da portare con sè. La magia di Cortina Piuttosto che fare un resoconto dettagliato della breve gita a Cortina d’Ampezzo organizzata per i ragazzi/bambini dell’Area Giovani, abbiamo pensato che il modo migliore per far vivere quei magici momenti nella mente e nell’immaginazione di chi non li ha vissuti, era quello di raccon- 22 CROnews tare cos’hanno significato per noi e quali emozioni ci hanno lasciato. Ancora una volta, la Fondazione Magica Cleme (il cui obiettivo è, da sempre, quello di organizzare eventi per regalare un sorriso a chi soffre) ci ha coinvolto in una delle sue innumerevoli attività dando la possibilità AREA GIOVANI a una ventina di ragazzi/bambini del nostro istituto di trascorrere 3 giorni (dall’11 al 13 luglio) a Cortina d’Ampezzo. In soli 3 giorni erano previsti una miriade di divertimenti e la visita di posti meravigliosi… un programma a dir poco allettante! Come sempre, però, una proposta di questo Il gruppo di ragazzi del CRO e dell’Associazione Magica Cleme sulla vetta del monte Lagazuoi per firmare il libro di vetta Silvia, Pasquale e Federico nel Rifugio Lagazuoi genere non può che essere accolta con emozioni altalenanti: euforia, entusiasmo, ma anche tanti dubbi e un po’ di timori. Per 3 giorni, infatti, avremmo avuto la responsabilità di ragazzi e bambini al di fuori delle mura “protettive” del CRO. In più, c’era un altro piccolo grande “problema”: alcuni di quei ragazzi erano, tra loro, “perfetti sconosciuti”. Saremmo riusciti a farli socializzare e a farli divertire INSIEME? Saremmo stati in grado di interpretare le loro richieste e di comprendere i loro reali bisogni senza rischiare di risultare invadenti? Ci siamo, così, messi subito al lavoro e abbiamo, organizzato, con una puntigliosità quasi maniacale, tutto quello che poteva essere previsto, programmato… Non potete immaginare in che stato di ansia e agitazione abbiamo vissuto per tutto il periodo precedente il giorno della fatidica partenza! Poi, è arrivato il grande giorno. Siamo saliti sul pullman e… guardando quei ragazzi, i più piccolini e i loro genitori, abbiamo realizzato di aver sbagliato tutto: dalle emozioni che trasparivano dai loro occhi abbiamo capito che non c’era assolutamente nulla di cui preoccuparsi… nessuno, tra bambini, ragazzi e genitori, si aspettava qualcosa da noi o da quella esperienza. Erano solo tutti… ENTUSIASTI! Per alcuni di loro, infatti, quell’esperienza rappresentava una pausa, un breve attimo di svago, un’opportunità per ricaricarsi. Per tutti, comunque, uno di quei momenti in cui poter condurre una vita finalmente “normale”. Nulla avrebbe potuto rovinare quell’evento… non l’hanno fatto neppure il freddo e la pioggia che ci hanno accolto al nostro arrivo a Cortina. Tutto era assolutamente perfetto! Spesso si sente dire che la felicità è un attimo, un singolo momento di gioia, un dono gratuito della vita, che può scatenarsi quando uno nemmeno se lo aspetta e che, purtroppo, svanisce prima ancora che si abbia la possibilità di apprezzarlo. Beh, noi crediamo che, in quei pochi giorni, tutti abbiano avuto modo di assaporare e godere dei momenti di vera felicità. Sicuramente, più che a noi, il merito va alla maturità dei ragazzi, che ha permesso loro di vivere appieno ogni singolo momento (dal giro in cabinovia, al free-climbing, alla raccolta di fossili, all’uscita, a sprazzi, di un flebile sole…). Comunque sia possiamo, ancora una volta, essere soddisfatti del nostro pur minimo impegno, in quanto siamo riusciti, ancora una volta, a regalare ai nostri “piccoli” “grandi” uomini momenti di reale serenità e contentezza. Dovessimo fare un bilancio di tutto ciò che è avvenuto (dalla fase di programmazione al ritorno a casa), annotando cosa lasceremmo e cosa, invece, prenderemmo da questa esperienza, sicuramente non avremmo alcun dubbio: lasceremmo tutte le preoccupazioni inutili che ci hanno assillato all’inizio e prenderemmo tutto l’amore che in così poco tempo abbiamo avuto modo di sperimentare… nello sguardo dei ragazzi; nell’abbraccio di un bambino che, per la prima volta si stacca dalla mamma “fifona” per esplorare insieme a noi un cunicolo stretto e buio; nei capricci di un altro che insiste per “disturbare” il Dr. Mascarin solo per comunicargli che, per la prima volta da quando è in terapia, ha mangiato tutto; nello stupore di fronte a paesaggi da sogno; in una stretta di mano tra “perfetti sconosciuti”; nel sorriso di tutti…” Un’esperienza come questa non può che arricchire nell’animo e, a tutti noi che abbiamo avuto l’opportunità di viverla, ha effettivamente lasciato un bagaglio di emozioni che porteremo per sempre nel nostro cuore, così come il ricordo di quei volti increduli, spensierati… FELICI! Bezmir e il suo compagno in arrampicata Sofia mentre scala la montagna AREA GIOVANI CROnews 23